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Erasmus+ 2020 a Coruña

A dicembre 2019 il nostro Istituto, in collaborazione con l’istituto Marco Fanno di Conegliano, ha reso disponibili per gli studenti alcune borse di studio per il progetto Erasmus+, un progetto di mobilità, della durata di tre mesi, creato dall’Unione europea per i giovani, con destinazione a scelta tra Spagna, Francia e Portogallo.

Il filo conduttore del progetto denominato Terrior a cui ho preso parte è la filiera dell’agroalimentare; l’obiettivo è capirne lo sviluppo dal principio alla fine ed approfondire la diversità di ambiti in cui uno studente può trovare posto.

Insieme a noi studenti dell’Istituto sono state coinvolte varie Scuole del Triveneto con differenti indirizzi di studio (agrario, turistico, economico). Nonostante l’iniziale incertezza dovuta allo scoppio della pandemia mondiale che ci ha colpito quest’anno, l’11 settembre io ed un gruppo di altri 10 ragazzi del Triveneto siamo partiti alla volta di La Coruña, cittadina gallega.

Questa esperienza mi ha dato la possibilità di approfondire molti aspetti della mia vita che molto spesso ho dato un po’ per scontati.

Questa preziosa esperienza mi ha fatto realizzare cosa significhi realmente entrare nel mondo del lavoro, dove si è sostanzialmente soli e bisogna essere pronti ad affrontare ogni nuova mansione, diversamente da quanto accade in un normale tirocinio di scuola, che è solitamente collegato al percorso di studi e dal quale emerge sempre la parte puramente didattica. Nel mio caso, durante la permanenza nella “Città di Cristallo”, ho svolto il mio tirocinio in un’azienda di audit che si occupa principalmente di certificare le aziende in vari ambiti, dall’agroalimentare al sanitario ed ho dovuto quindi imparare a sapermi muovere secondo le diverse situazioni e soprattutto ad approfondire nozioni differenti dal mio indirizzo scolastico; quanto ho appreso mi ha dato la possibilità di ampliare le mie conoscenze e capacità professionali in questi settori, in parte nuovi . Dal punto di vista linguistico invece, non avendo mai studiato lo spagnolo, pensavo di partire svantaggiata e sicuramente è stato così all’inizio, tuttavia uno dei più importanti scopi della mobilità è proprio quello di superare i propri limiti e cercare di apprendere il più possibile. Bisogna infatti ricordare che durante la permanenza ci si trova in un altro Paese, con una cultura e una lingua completamente differenti dalla nostra, per quanto Spagna e Italia condividano molti aspetti. La parte fondamentale per quanto riguarda l’imparare una nuova lingua è stato quindi cercare un confronto con la gente (COVID permettendo) e sforzarsi di non lasciarsi abbattere dai primi discorsi fatti per metà a gesti (e in parte in dialetto trentino-veneto), ma continuare a provare per migliorare.

Se andiamo poi ad approfondire la vita da studentessa Erasmus che convive con persone nuove in un nuovo Paese, posso dire che il progetto mi ha sicuramente insegnato ad essere proattiva, ossia una persona che sa prendere in mano la propria vita o il proprio lavoro e si impegna in modo attivo per poter ottenere dei buoni risultati ed essere soddisfatta. Caratteristiche fondamentali di una persona proattiva sono la positività, la responsabilità, l’intraprendenza, la tenacia, la flessibilità, l’affidabilità e gli alti standard nel compiere il proprio lavoro. Questo genere di caratteristiche sono state utili nell’intraprendere la mia strada in Spagna, poiché comunque stiamo vivendo sì un Erasmus come tanti altri studenti al mondo, però la grande sfida è stata anche adeguarsi alla situazione mon- diale di pandemia in cui stiamo vivendo ora, con le varie restrizioni e tutte le difficoltà che possono sorgere non essendo nel proprio Paese d’origine. Tralasciando tuttavia questioni come il lavoro, la lingua e la vita in un altro Paese, una delle opportunità più grandi che un Erasmus trasmette ai suoi partecipanti è la possibilità di partire in qualche modo da zero e rendersi conto di come la vita va oltre quella che si potrebbe definire la nostra comfort zone

Indipendentemente da quanto statico possa infatti essere un individuo, un’esperienza del genere ti cambia nel profondo, lascia un segno e aiuta a crescere in molti aspetti: cresciamo infatti nel modo di porci alle persone e al mondo, cresciamo nel modo di adattarci, nel modo di vivere la nostra semplice vita. Per ultimo, ma non per importanza, questa esperienza ci insegna l’importanza delle relazioni che instauriamo.

In Galizia, quando me ne andrò, lascerò un pezzo di cuore, però porterò sempre con me le persone con cui ho vissuto questa esperienza, che rendono il progetto qualcosa di stupendo, unico nel suo genere e di cui non potrò più fare a meno.

Da fuori, come studenti Erasmus, possiamo apparire il tipico gruppo di giovani intenti a godersi quella che molti vedono e prendono come una vacanza, però posso assicurare che è molto di più.

Ci vuole coraggio a immergersi in un viaggio del genere, ci vuole coraggio a staccarsi da ciò che ci tiene ancorati a quella che è una vita piena di sicurezze, soprattutto ci vuole coraggio a spiegare le ali e a lasciarsi trasportare. Sono contenta di aver avuto questo coraggio.

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