Il giornale della Fondazione per l'architettura / Torino 2016

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N.03

PERIODICO DELLA FONDAZIONE PER L’ARCHITETTURA / TORINO

QUALITÀ È INVESTIRE SUL PROGETTO

L’INNOVAZIONE È NEL METODO

La Fondazione per l'architettura sempre più si caratterizza per un lavoro di servizio agli architetti e di voce narrante verso l'opinione pubblica e le istituzioni sul valore collettivo di una attenta fase progettuale: è l'impronta che durante tutto questo mandato abbiamo voluto dare al nostro lavoro. È certamente un percorso difficile ma riscontri positivi ne abbiamo, forse timidi ed è per questo che noi non ci accontentiamo e proseguiamo ad investire in questa direzione, sapendo di lavorare in una congiuntura economica negativa molto complessa che non ci aiuta. Parlare all'opinione pubblica (a volte anche agli architetti) di qualità presenta oggi esiti incerti, la paura del futuro è presente in tutti, pesa moltissimo nelle scelte quotidiane anche degli amministratori pubblici e privati. Tutti sono concentrati alla sostanza dei risultati, ma è un inganno se si sottovaluta che la qualità dell’esito, in ogni attività umana, è funzione dell'investimento fatto nella fase progettuale. Un buon progetto ed un buon progettista, per ciò che riguarda l'architettura, la città, il territorio fanno la differenza, sono un investimento e lo sono non solo per l'oggetto stesso ma per quanto in quei luoghi si farà: abitare, lavorare, godere del tempo libero. Una opinione pubblica consapevole, genera domanda di qualità e lavoro per molti non solo gli architetti, ma soprattutto comprende e torna a rispettare il valore del lavoro intellettuale degli architetti. Un valore aggiunto che si esplicita nella capacità di saper interpretare le esigenze, delineare le soluzioni, scegliere e guidare gli attori del processo restituendo nei fatti l'investimento iniziale. Per ciò che riguarda gli architetti è necessario che si inverta la tendenza a relegarli in aree tecnocratiche della professione, cosa che accade solamente in Italia e in nessun altro Paese del mondo. Spesso si dice che ciò accade per l'eccessivo numero di architetti in Italia, per la crisi e c'è del vero, ma io inizio a pensare che questa sia anche una comoda giustificazione. Non esiste altro Paese al mondo che abbia un così ampio patrimonio anche storico di edifici, città ed ambiente da tutelare, conservare, rinnovare, trasformare: gli architetti sono un patrimonio di intelligenze e capacità che va usato e rispettato per ciò che sa fare. È un interesse collettivo come un bene primario. Ci va un cambio di passo, la Fondazione in questo è impegnata ed è anche il mio impegno.

Nella comunicazione della Fondazione per l’architettura / Torino spesso ci siamo soffermati sulla descrizione minuziosa di tutti i progetti costruiti nel passato ed in programma nel prossimo futuro, dei risultati ottenuti e degli obiettivi ancora da raggiungere. Più raramente invece abbiamo descritto le metodologie di lavoro e i linguaggi adottati che tuttavia sono importanti per comprendere la natura sperimentale di molte nostre iniziative. Una chiave di lettura diversa dunque per ricordare la mission della Fondazione: promuovere la qualità dell'architettura, della città e del territorio, dialogando con architetti, cittadini, istituzioni e aziende. Approcci disciplinari e contenuti innovativi per cercare di raccontare diversamente il tema dell’architettura affrontando la difficile sfida di comunicare anche con i non addetti ai lavori. Strategie multiple e linguaggi differenti per sviluppare riflessioni con diverse scale di complessità e approfondimento. Vorrei soffermarmi in particolare sul dialogo tra le discipline. L’architettura è un valore prezioso per chiunque viva uno spazio privato o pubblico, quindi chiunque, anche i non architetti, devono poter comprendere chi parla di architettura e devono poterne parlare, devono saper leggere l'ambiente costruito e agire di conseguenza. È riduttivo comunicare l’architettura attraverso un unico linguaggio, accademico e tecnico. La fondazione ritiene fondamentale approcciarsi all’architettura attraverso il dialogo tra saperi diversi. Parlare di architettura per mezzo di altre discipline, come ad esempio l’arte, la musica, l’economia. Mescolare contenuti e linguaggi per essere divulgativi e raggiungere pubblici diversi. Semplificare senza banalizzare. Al tempo stesso non dimentichiamo il valore dell'approfondimento scientifico. Quest’ultimo anno in particolare le iniziative della Fondazione hanno voluto riportare al centro del dibattito il progetto architettonico, il progetto di qualità. I cicli di incontri Interior Club, Looking Around e Happy Hour con il progetto sono nati con l'intento di proporre contenuti di alto profilo e favorire il confronto aperto e costruttivo, alla pari tra professionisti anche internazionali. Il dibattito sull’architettura talvolta rischia di scivolare sulla contrapposizione tra questioni di principio e posizioni intellettuali, noi desideriamo invece riportare l'attenzione sulla qualità del progetto per gettare le basi per una qualificazione della figura dell’architetto e per una diffusa consapevolezza del valore sociale della professione.

Giorgio Giani Presidente Fondazione per l’architettura / Torino

Eleonora Gerbotto Direttore Fondazione per l’architettura / Torino


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