Anteprima speciale mostra zero

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Mi viene dato l’onore di accompagnarvi con queste poche parole sulla soglia della Mostra ZERO, là dove ognuno di noi, forte della propria sensibilità e della propria curiosità, potrà abbandonarsi ad un’avventura del cuore e della conoscenza irripetibile. Un planetario del tempo, della scrittura e del coraggio si aprirà davanti ai vostri occhi, sarete pubblico centripeto nella cattedrale di un sogno, quello ostinatamente raggiunto da un Artista illuminato che si è beffato di qualunque resistenza. Dal nulla al tutto, dalla sofferenza all’incanto. Sarà occasione viva non solo per celebrare il nostro amato Renato, ma per far risuonare il diapason della nostra presenza, qui e ora, di gridare ancora il nostro diritto alla meraviglia. Un dovere civile in un’epoca, la nostra, senza scenario e senza colonna sonora, che ci trascina impietosa verso le sabbie mobili del pensiero unico, livellando ogni differenza. In questo viaggio ognuno di noi avrà ancora occhi adolescenti e nuovi, e non importa se poi dall’agognato Cielo dovrà tornare alla quotidiana Montagnolala; le grandi esperienze ci rendono più forti e ci cambiano per sempre la vita. Vincenzo Incenzo








SCOMODO SI PERCHĂˆ NON SO TACERE MAI ovvero

GRIDARE LA DIFFERENZA Le immagini giganti arrivano quasi a sopraffarci per restituire il senso di oppressione di quella difficile Italia in cui Zero lacera e cuce le trame del suo continuo reinventarsi. I suoi colori vivi e provocanti stridono sul bianconero di anni con poco Stato e molta SocietĂ .



I misteri soffrono il disagio di non poter essere svelati. Ma questa è pure la loro forza. Incuriosiscono. Talvolta sconvolgono. Altre volte incantano. Tuttavia, se si vuole conoscere una verità assoluta, bisogna passare per il mistero. Spogli di tutto. Disadorni di presunzione. Consapevoli che l’imponderabile è avvincente. È diabolico. E stimola la creatività. Infine il mistero sa essere grottesco ed ironico come i film di Christopher Lee. Non fui io a decidere di essere “Mistero”. Ci caddi dentro e sicuramente non fu una fatalità. Forse era scritto da qualche parte che avrei dovuto produrre sconcerto ed interrogativi. Agitando le coscienze. Mescolandole ben bene tra loro. Fino a farle diventare una canzone sola. Un Mistero? Solo per chi credette che non svelare fosse una mossa astuta... sbagliarono. Non considerarono che solo i segni del tempo rivelano la nostra natura. Una identità definitiva o quasi. Perlomeno ti aiutano a digerire il tuo stato. Il Mistero sono le metamorfosi che dobbiamo essere pronti a subire giorno dopo giorno. Perchè esse sono tante conferme. Segnali lasciati lungo il percorso per aiutare i nuovi escursionisti, affinché non si perdano. O abbandonino la marcia. Ti ho cercato, ti ho inventato, divertito e amato. Lo rifarò ancora e ancora. Sapere che c’eri. Che aspettavi paziente quel segnale, mi rendeva vivo e attivo. Resterò un mistero nella testa dei confusi cronici. Nella stanca e colpevole volontà di rimanere stonati. Perché forse un po’ accusano la stanchezza del preconcetto. Perché ci guardano e sospirano... ma noi che siamo ostinatamente disponibili, siamo pronti a stupirli, raccontandogli la storia di un meraviglioso Mistero!



DEL MIO CUORE IL BATTITO MIGLIORE ovvero

TATTICHE STRATEGIE DI SCRITTURA Zero ci lascia entrare nella sua officina, dove forgia la sua materia, rivelando i segreti dell’atto creativo, il processo con cui una sua canzone viene concepita, nasce e vive. Qui ci dimostra che ancora la scrittura può essere il luogo dove il coraggio e la grazia si abbracciano, nell’atto di una penna che scava la pagina vergine facendola sanguinare di stupore.



In Mostra i Migliori Anni Della Nostra Vita! L' attaccamento alla mia persona. La netta condivisione del mio pensiero. L'ostinata perseveranza nel condividere il percorso. Nel farlo vostro. Corredandolo con le vostre preziose intuizioni. Regole e modalità. Tutto questo vostro "credere" ha dato un senso definitivo ed affascinante ad un rapporto che resiste, ormai, a qualunque mutamento o perplessità. “In Mostra siamo noi”, coesi e saldi. Convinti e spavaldi. Provati…ma soddisfatti. Abbiamo fatto sfoggio di una semplicità disarmante. Di musica e chilometri. Di bivacchi e confidenze. Di un'armonia sudata, meritata e goduta. Mentre il tempo sfrondava qualche tenera promessa... e qualcuno forse non é riuscito a superare un brutto temporale. Ci siamo rivisti, eccome. Abbiamo sospirato, ma con gioia ed ironia. I volti trasformati, sì. Ma con rispetto. Tanto che quel sorriso si farebbe riconoscere ancora oggi: anche al buio! Grazie per Zerolandia. Per tutte le mie provocazioni. Per avermi permesso di osare. Di credere in me. Di maturare. E di liberarmi del peso assurdo e inaccettabile del "Dubbio" di alcuni, che bazzicano ancora i margini dell’esistenza per paura di contagiarsi d’Amore. Grazie per avermi ispirato. Per essere dentro le mie canzoni con le vostre storie dolci e dolorose. Grazie a nome delle mie maschere. Del beauty-case che mi mise al sicuro dalle scomode etichette e dalla monotonia di una scrivania troppo angusta per me. Grazie alla mia Roma che continua ad accogliere i miei amici con stile impeccabile e grande partecipazione. Infine, grazie per Fonopòli. Un'idea troppo geniale perché i signori del potere ne potessero comprendere il senso e la lungimiranza. Pazienza, noi guardiamo avanti. Un’esperienza davvero densa di emozioni e meraviglia, anche per me. Siete stati preziosi al cuore. Alla mente. Ma più di tutto all'anima. Che se si ammala... non canta più. Non si trucca più. Non stupisce più nessuno e muore. Viva te. Viva la musica. La vita. Il carrozzone. E viva pure Renato che non accettò mai di inginocchiarsi di fronte alla mediocrità! Arrivederci ai prossimi appuntamenti. Non fatevi trovare impreparati. Vivete e annotate… osservate e arricchitevi…sbagliate e non pentitevi… incontrate e raccontatevi… Che il silenzio non ha mai abitato qui!




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