Periodico semestrale dell’Associazione Culturale Fonopòli - Anno 10 - N° 2 - Dicembre ‘11 - Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale 70% - Roma
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Foto di Roberta Perrone
Come l'acqua, come l'aria. Riprendiamoci il Valle
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l 14 giugno 2011 un gruppo di lavoratrici e lavoratori dello Spettacolo, mosso dalla percezione di essere escluso dai luoghi e dalle dinamiche in cui si decide e si progetta la politica culturale, dalla percezione di pagare in termini di sopravvivenza la necessità artistica, etica e civile del proprio lavoro, ha occupato il Teatro Valle di Roma intraprendendo un percorso di lotta che, evidenziando lo stato di emergenza in cui verte il sistema culturale italiano, ha assunto poi carattere permanente (sono passati ormai sei mesi). E' in atto il processo di elaborazione pubblica e collettiva di uno statuto volto alla costituzione di una Fondazione Teatro Valle Bene Comune che
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sia il più possibile condivisa e partecipata. Attualmente la realtà nella quale ci autogoverniamo è quella del teatro più antico di Italia con la gestione più innovativa. Occupare il Valle è per noi un atto desiderante e un gesto di riappropriazione: occupiamo per occuparci di ciò che è nostro, perché solo chi ama un luogo può prendersene cura. Il nostro tentativo di prendere parola avviene nella messa in gioco dei corpi e delle fisicità, convocando un elemento che appartiene all’ordine delle passioni: nell’arte come nella lotta sperimentiamo zone di esperienza di maggiore intensità, maggiore qualità creativa, politica, umana. È un processo di liberazione dalle retoriche
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insopportabili del potere e del neoliberismo che ci hanno fatto immaginare come individui soli, coltivando l’illusione che essere soli equivalga ad essere liberi. Per tutti coloro che in modi diversi stanno attraversando l’occupazione è molto forte la sensazione di creare qualcosa che prima non c’era, di vivere un momento costituente. Ed è la percezione di questa potenza trasformativa a sostenere il nostro credere. Il momento assembleare, interno o pubblico, quello di piazza, quello della programm/ azione serale sono tutte tappe ineludibili della rivolta del sapere che si sta gradualmente compiendo in questo spazio anche attraverso la formazione del pubblico. Creiamo a
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valle una nuova grammatica emotiva che coinvolga linguaggi popolari e d'eccellenza; ripristiniamo un sistema di welfare che ci tuteli. Allineati nel disaccordo convertiamo e traduciamo le nostre eterogenee esperienze in un'operatività che generi senso e innovazione. Partiamo dalla anomalia che rappresentiamo. Uniamo le tante parzialità e compiamo un atto d'incredulità rispetto all'esistente. Che la tensione ideale legata all'elemento di vocazione connaturato ai nostri mestieri ci porti a un'assunzione di responsabilità verso un livello di lotta superiore. Assumiamo tutti, profondamente, questi punti. Solamente mediante un modello partecipato si può fare ciò che l'arte consente: credere l'incredibile. Quel che sappiamo dei luoghi è l’aver coinciso con essi per un dato tempo
nello spazio che sono. Il luogo era lì, è comparsa la persona, poi la persona è partita, il luogo è continuato, il luogo aveva fatto la persona, la persona aveva trasformato il luogo. “In questi mesi ho vissuto emozioni ingombranti, talvolta insostenibili. Questa lotta era già mia e quando mi si è palesata ho sentito di dedicarmi a lei in maniera assoluta. Non credo sia possibile la rivoluzione pacifica nella società più violenta della storia. Credo sia inevitabile la rivoluzione violenta laddove per violenza s'intende come una terapia d'urto, qualcosa che turbi e smuova. Violenza è perpetrare la propria vita di borghesi. Il mio punto di vista è quello di un'energia giovanile che ribolle dal terrore di non farcela. Esistiamo quasi esclusivamente nella misura in cui siamo
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riconosciuti dagli altri. Personalmente, fuori da qualsiasi retorica mercantile di merito, ho disobbedito alle regole dell'efficienza e della produttività quando non mi sentivo rappresentata dal sistema di cui facevo parte. Nella mobilitazione contro la speculazione globale che usa la crisi per attaccare e smantellare i servizi pubblici, la formazione, il welfare ecc. mi metto in discussione oltre che come giovane lavoratrice dell'arte come cittadina, figlia, studentessa. E' dovere verso se stessi nelle idee e nelle pratiche compiere dei tentativi, percorrere strade possibili, attraversare il proprio sentire. Ci sono dei momenti in cui bisogna avere il coraggio di provare a fare delle cose che non sai come vanno a finire ma che sei sicuro che se non le fai hai già perso”. Valeria Usai
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Pubblicazione sul web per uno STATUTO PARTECIPATO www.teatrovalleoccupato.it/statutopartecipato In un’ottica di partecipazione e democrazia diretta, il Teatro Valle Occupato chiede il contributo di tutti per fare della nostra proposta di Statuto della Fondazione Teatro Valle Bene Comune, una proposta condivisa e partecipata. Il valore inclusivo e di collaborazione su cui, di recente, lo scambio dei contenuti digitali è andato evolvendosi, ha permesso di ampliare e di mutare la precedente forma di utilizzo delle tecnologie informatiche sul web. L’ipertesto collaborativo può ampliare la dimensione partecipativa dei processi di creazione di senso. Per questo motivo lo Statuto sarà pubblicato integralmente in un’apposita sezione del sito, per dare la possibilità a chiunque volesse di apportare il proprio contributo. Attraverso un sistema di commento sviluppato per facilitare la redazione condivisa di documenti, ogni contributo verrà reso visibile e rimarrà ancorato a margine della porzione di testo commentata, in tal modo ognuno avrà la possibilità di conoscere le proposte avanzate dalla comunità. I contributi pervenuti verranno presi in considerazione, assemblati ed elaborati per presentare entro la fine di novembre la seconda revisione dello Statuto Partecipato, eventualmente reiterando un secondo periodo di contribuzioni. Prevediamo inoltre alcuni momenti assembleari integrativi anche per tutti coloro che, non avendo accesso alle tecnologie informatiche, avranno comunque la possibilità di partecipare. Crediamo che questo sia un metodo tangibile per dare concretezza alla nostra idea di partecipazione e democrazia diretta. Per i dettagli www.teatrovalleoccupato.it/statutopartecipato
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Cento(uno) viaggi nella scrittura cantata italiana. In libreria il nuovo libro di Vincenzo Incenzo con la prefazione di Renato Zero.
vo, ha vissuto sere nere, ha chiesto chi vuol essere Fabri Fibra. Ha urlato nelle risaie, ha girato nei solchi di un vinile, si è persa nei labirinti della rete. Ma non ha ancora lasciato il nostro cuore.” Così si apre il libro di Vincenzo Incenzo, un volume che si propone di ricucire la storia del linguaggio cantato dalle origini della canzone italiana ai nostri giorni, dai dialetti al rap, dal folklore alla e-music, dai cantacronache ai cantautori, dai raduni politicizzati a Sanremo, contestualizzando le
Il volume è rivolto a chiunque voglia allargare le sue conoscenze nel mondo della canzone, della storia del nostro paese e anche a coloro che più professionalmente vogliano farne uno strumento di confronto e di stimolo didattico. Per questo prevedo un suo utilizzo anche all’interno di proposte di programmi ministeriali. La prefazione del libro è curata da Renato Zero, che tra le righe scrive: “Non ha prezzo il nostro incontro in una canzone. È la dimostrazione di una primavera dentro
La canzone in cui viviamo
“H
a fatto tanta strada la canzone; forse per questo ora è un po’ stanca. Una notte di guerra ha detto a un partigiano di portarla via ed è partita. Ha sognato mille lire al mese ed ha riso di nascosto perché Maramao era morto. Ha voluto fa’ l’americana e si è lanciata nel blu dipinto di blu. Era piccola così, eppure ha riempito il cielo di una stanza e si è stesa abbronzatissima sotto i raggi del sole. È andata a cento all’ora, anche se non aveva l’età, ha visto Dio morire, ha chiesto di mettere fiori nei nostri cannoni, ha trovato l’amore sacro e l’amor profano, ha girato come una bambola, ha scatenato emozioni che capire tu non puoi. È andata finchè la barca andava, è stata avvelenata, ribelle, bella senz’anima. Ha visto passare Nuvolari, ha amato la radio
libera ma libera veramente, ha avuto per tutti noi pensieri e parole. Ha scoperto com’è profondo il mare, ed ha ballato con i figli delle stelle. Le hanno puntato una pistola alla tempia al Palalido e l’hanno tenuta prigioniera sulle montagne di Pattada, ma il cielo era sempre più blu. Strada facendo ha gridato viva l’Italia, quella dimenticata e quella da dimenticare. Ha aspettato l’anno che verrà, un’albachiara, si è toccata l’America, si è sentita splendida splendente. Non ha avuto paura di tirare un calcio di rigore ed ha cercato ostinatamente un centro di gravità permanente. Ha voluto una vita spericolata, anche se aveva capito che l’estate stava finendo. Ha risuonato nella gola di Caruso, ha detto quello che le donne non dicono, ha parlato a muso duro, ha pensato positi-
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canzoni nel loro momento storico e sociale; in filigrana ne viene fuori anche una fotografia precisa della storia del nostro paese, dal ventennio fascista al nuovo millennio, passando per guerre, rivoluzioni, riflussi, mode, repubbliche. Vengono presi in esame 100 esempi di scrittura cantata (ma di fatto poi si toccano un migliaio di canzoni) più uno, quello personale dell’ autore, alla sua esperienza di scrittore di canzoni, (appunto il viaggio n. 101), alle sue collaborazioni con i più grandi artisti della musica italiana, con inediti retroscena e testimonianze “sul campo”. Una parte importante del libro è dedicata poi ai codici del linguaggio canzone, alle sue tattiche e strategie compositive, al ruolo della musica oggi e al suo posizionamento all’interno della società e della scuola.
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l’inverno, di una nostra mobilità, di un fiore che si ostina a fiorire. Magia di sentirsi condivisi nei nostri sentimenti soffocati, nei nostri incubi malcelati, nei nostri sogni non più segreti.” L’autore sta facendo un vero e proprio tour per presentare il libro in più città possibili; dopo Roma (presenti David Zard, Alessandro Colombini, Claudia Endrigo, Francesca Alotta), Milano (Flavio Premoli della PFM, Albero Fortis) Reggio Calabria (la nuova promessa Micaela e il percussionista Luca Scorziello) e ancora Roma (al concerto di Noemi) sono previste le date di Napoli, Salerno, L’Aquila, Palermo, Bologna, Firenze, Città della Pieve, e altre date si aggiungeranno. Il modo migliore per celebrare la nostra canzone, che ha fatto la storia anche del nostro Paese. A.R.
Foto di Laura Casotti
Foto di Roberta Diciotti
FONOPOLIINSCENA,l’abbraccio dellearticonigiovani
di Vincenzo Incenzo
Un successo eclatante nelle prime due tappe a Lucca ed a Roma. Quando ho iniziato il mio percorso artistico, andavo a suonare in un locale romano ai tempi punto focale degli artisti e dei cantautori, il Folkstudio. La filosofia di quel piccolo straordinario scantinato, dove accanto a giovani esordienti si esibivano casualmente artisti conclamati, dove centrale era il discorso della proposta artistica libera e non dettata dal sistema di turno, è stata qualcosa che difficilmente nel nostro Paese si è ripetuto. L’avvento dei talent e della tv nel mondo della canzone ha cambiato le prospettive, internet ha fatto tanto di buono ma ha anche sdoganato il dilettantismo. La cantina, il confronto, la verifica, non sono situazioni edificabili con una telecamera piantata sulla faccia o con un semplice mp3 lanciato in rete.
Ecco allora l’idea di ricreare pur con tempi e modalità diverse, tenendo presente che quella stagione per ovvi motivi non potrà tornare, qualcosa che possa diventare terreno fertile della creatività dei giovani, con verifiche immediate sul campo, occasioni concrete di visibilità e di crescita e contribuisca ad alimentare lo spirito artistico e la collaborazione. “Fonopoli in scena” è uno spettacolo unico ed innovativo, con una scaletta che prevede che musica, teatro e letteratura si fondano in una sola espressione artistica. Un’esperienza unitaria e trasversale non solo artisticamente, ma geograficamente, con giovani talenti provenienti da ogni latitudine della penisola e oltre (addirittura dalla Colombia ma ne attendiamo da ogni nazionalità, perché vogliamo far passare anche questo messaggio di apertura all’altro).
Foto di Mario Vallini
Foto di Laura Casotti
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Foto di Sabrina Ciferri
Foto di Laura Casotti
NICOLA MONTESANO
GLIARTISTI
Foto di Laura Casotti, Sabrina Ciferri
RENATO LO SA. Di Fonopoli ce ne vorrebbero un po’ dappertutto! Solo chi c’è passato lo può capire! E Renato lo sa cosa vuol dire stare tutto il giorno a pensare un modo per far arrivare agli altri quello che sei. Renato lo sa cosa vuol dire essere venuti al mondo e non sentirsi ancora nati. Perchè nasci sul serio non quando vieni al mondo, ma solo quando il mondo se ne accorge. Renato lo sa che per farti sentire, devi prima gridare a vuoto per ore ed ore. E anni. Devi sentirti prima frustrato e ammaccato. Che la gavetta è mortificazione. Ma che accettarla è il più grande gesto di umiltà che possa fare un artista. Renato lo sa. E per questo esiste Fonopoli. E io sono felice di farne parte. Sì perchè, sebbene io abbia partecipato a sole due serate, è come se ne facessi già parte. Ci si sente veramente trattati bene. Spero per tutti che questa strada ci porti lontano. Renato non ci mollare. E fatti vivo ogni tanto. Fatti ringraziare.
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TIZIANO ORECCHIO Serata splendida, vivere il palco del Piper nella serata della storia della musica italiana mi ha dato una scossa “emotiva” viva. Ho sentito su ogni nota un suono pieno di sensazioni, di emozioni... La nostra vita appartiene all’anima di ognuno di noi, per questo sono tornato a scrivere e presto uscirà un mio nuovo project discografico valorizzato dalla direzione artistica di Vincenzo Incenzo.
Foto di Claudio Ranalli, Mario Vallini, Sabrina Ciferri, Laura Casotti
Foto di Laura Casotti, Mario Vallini
In occasione della data di Lucca, il Rotary club ha riconosciuto all’Associazione Culturale Fonopoli ed al suo presidente onorario Renato Zero, un premio speciale, una targa: “Per l’instancabile impegno nella valorizzazione dei giovani talenti”
La città di Lucca attraverso le istituzioni Comune e Provincia, nelle persone del signor sindaco Mauro Favilla, l’assessore alla cultura Letizia Bandoni ed il Presidente della Provincia Stefano Baccelli, ha riconosciuto al maestro Renato Serio, lucchese doc, un premio speciale per aver contribuito con la sua carriera e la sua professionalità, a rendere Lucca grande nel mondo.
“...grazie per la serata stupenda!! Maria Pia straordinariamente umile!!! Vincenzo Incenzo una persona molto educata!!! Piano piano leggerò il libro!!” Alberto Gianni Grazioso
LUCCA17SETTEMBRE2011
ROMA9NOVEMBRE2011
“serata stupenda” Tiziana Vitali “....Sarà stata l’atmosfera ... l’emozione di rivivere attraverso le pagine di un libro le note di “una vita fa”, di quella musica che ancora vibra nella pelle... che “non ha ancora lasciato il nostro cuore”... di cui ancora sentiamo il fruscio di quel vinile sul giradischi della nostra vita....sarà Fonopoli... quest’idea grandiosa.. geniale di questo fantastico progetto del nostro Amico Assoluto Renato ...sarà che senza Arte non può esserci Amore... sarà che la Famiglia Fiacchini è eccezionale ed essenziale per questo mondo cha va sgretolandosi... e la Cultura perdersi... “sarà quel che sarà” ma è sempre una magia vivere, respirare e abbracciare tutti gli Zeri del Mondo... bellissima serata... Ospiti ‘d’eccezione... storia della musica! Grazie a Maria Pia Fiacchini, Giampiero Fiacchini, Vincenzo Incenzo, a tutto lo staff di Fonopoli... e a Renato naturalmente comunque Presente nel cuore... Grazie di esistere e un brindisi agli Unici!” Rossana Zannetti Grazie ancora per averci regalato queste emozioni... a FONOPOLI IN SCENA... GRAZIE DI ESSERCI... SEMPRE. Elena Della Fonte Sono passata poco fa davanti al Piper il marciapiede era pieno, ma non avevamo dubbi vero? Lorella Zagaglia
Che dire siete stati unici... e come direbbe un nostro carissimo amico: GRANDI! Barbara Gazzo Volevo ringraziarvi per averci dato la possibilità di essere stati PRESENTI all’evento FONOPOLI IN SCENA! Una serata indimenticabile... Siete davvero una splendida famiglia... Elena Della Fonte grazie per le belle emozioni... mi sono divertita e commossa... bravi bravi bravi tutti... magari ne avessimo di più di serate così! Rossella Bellandi Grazie di cuore a tutti voi... a Mariapia a Giampiero.... è stata una serata magnifica!!! ...è stato veramente emozionante ascoltare dei giovani così pieni di talento... Grazie ancora e un abbraccio, a presto... Cinzia Lelli
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Non ho mai visto tanta bravura tutta insieme. I miei complimenti più vivi! Marina Starace
Osservatorio Fonòpoli
Ha inizio il 2 dicembre la clamorosa protesta portata avanti dal comitato Montichiari contro Green Hill e da numerosi cittadini italiani contro l’attività di Green Hill, un’azienda situata a Montichiari (Brescia) su una vasta collina verde, presente dal 2001, che alleva cani beagle per poi venderli ai laboratori di vivisezione di tutta Europa.
Green Hill: le verdi colline della morte
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seguito dei diversi appelli e richieste di incontro ricolte al sindaco Zanola, sono 16.896 le firme raccolte per la chiusura di questo lager, consegnate direttamente al primo cittadino, il quale, la mattina del 7 dicembre, ha portato i 4 volumi di firme a Roma e nel pomeriggio ha tenuto una conferenza stampa per comunicare l’avvenuta consegna della petizione al Ministro della Salute. Attualmente, nei cinque capannoni di questo allevamento, sono rinchiusi oltre 2500 beagle, divisi per categorie e futuro utilizzo, tra le diverse sezioni ci sono i cani di sesso femminile denominate “fattrici”, il loro ruolo è quello di mettere al mondo cuccioli da mandare nei laboratori, le quali poi, al raggiungimento dei 3 anni, verranno vendute e spedite ai laboratori perchè non vengono più considerate
funzionali per la procreazione. Da questo allevamento più di 250 cani ogni mese vengono mandati ai laboratori dove finiscono tra le mani dei vivisettori e sui tavoli di tortura, destinati ad esperimenti atroci, sono cani nati per morire, condannati alla sofferenza in nome della scienza. Dai dati statistici ed economici risulta che i cani vengono venduti ad un prezzo unitario che varia dai 450 ai 900 euro, con un aumento d’importo se è richiesto un cane privo voce (per non sentire gli urli), il quale sarà sottoposto ad un’operazione che prevede un vere e proprio taglio delle corde vocali o un esemplare femmina incinta. Nei primi nove mesi del 2011 sono 2143 i cani venduti con un giro di affari che tocca il milione di euro. Alla protesta che vuole la chiusura di Green Hill sono molti i personaggi noti, le organizzazioni, i mass
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media e le autorità che si sono uniti tra i quali l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, anche i ragazzi del WASPA STABIA RUGBY hanno voluto essere presenti attraverso il loro mondo, sono scesi in campo con i loro amici a 4 zampe e con grandi striscioni che riportavano scritte come “PLAC-
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CHIAMO LA VIVISEZIONE” e “CHIUDIAMO PER SEMPRE GREEN HILL!”. La testimonianza da Montichiari “Io Roberta Diamanti e Teresa Senno partiamo Sabato 3 dicembre da Genova,sveglia all’alba, alle 05:36 parte il primo treno per Brescia. Dopo 3 ore di viaggio,arriviamo alla
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