FOTOgraphia 258 febbraio 2020

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Parliamone di Maurizio Rebuzzini (Franti)

L’ALTRA METÀ DEL CIELO

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Per quanto vorremmo che tutto questo (che stiamo per considerare) accadesse più in fretta, per quanto avremmo desiderato che fosse successo prima di oggi, comunque sia, ciò che sta avvenendo ci piace proprio: da qualche tempo, l’universo femminile viene preso in seria considerazione. Tanto spazio giornalistico è indirizzato in questo senso -e stiamo per rilevare-, molte barriere preconcette si stanno disgregando. Per motivi intuibili (e, forse, ammissibili), il nostro punto di vista privilegia la prima delle due valutazioni, che è poi anche quella più visibile a tutti. Per il resto, ciascuno di noi deve fare i propri conti e stilare le proprie valutazioni, sulla base di esperienze individuali, che maturano nel corso e svolgimento della vita quotidiana. In stretti termini temporali, e anticipando altri crediti, soprattutto fotografici, che andremo a incontrare, è esempio eclatante il numero speciale di National Geographic, dello scorso novembre, in edizione coeva dall’originale statunitense alle tirature nazionali, tra le quali -ovviamente- ci sta anche la testata National Geographic Italia. In questo senso, va rilevato che le edizioni nazionali, che fino a qualche stagione fa sono state declinate con pochi legami in cronaca alla casa madre (rispetto la quale hanno spesso pubblicato servizi giornalistici ripresi dal passato, fosse anche soltanto prossimo), sono oggi allineate in una programmazione contemporanea in attualità di visioni e intenti. Tra parentesi, in qualche misura, questa edizione giornalista fa il paio con l’allineato Forces for CHANGE / Forze per il cambiamento, di British Vogue / Vogue UK, del precedente settembre, del quale riferiamo su questo stesso numero, da pagina 12. Ciò detto, il richiamo Women - A Century of Change, di National Geographic originario (Usa), è stato tradotto letteralmente in Donne - Un secolo di cambiamenti per, da e su National Geographic Italia. Di cosa si tratti è chiaro ed esplicito (nello stesso richiamo): di un’edizione totalmente ri-

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servata al mondo al femminile, dalle sue eccellenze alle sue problematiche ancora persistenti in geografie a cadenza vistosamente maschilista (per esempio, da e con la prima patologa Jane Goodal: «In molti paesi in via di sviluppo, le donne non hanno libertà; è privilegiata l’educazione dei maschi, e viene loro negata la pianificazione familiare», denso e autorevole articolo, introdotto dal sommarietto lampante ed espresso di Qual è, oggi, la sfida più importante per le donne?). Qui e ora, non è il caso di cadenzare la consecuzione degli interventi a tema ospitati e pubblicati su questo numero speciale, avviato dall’Editoriale

In declinazione giornalistica coincidente, lo scorso novembre 2019, l’originario National Geographic statunitense e l’edizione National Geographic Italia hanno realizzato rispettivi numeri coevi di rivista per (rispettivamente): Women - A Century of Change e Donne - Un secolo di cambiamenti. Numero speciale, più che speciale, da non perdere... non solo da collezione, ma storico.

Al punto in cui siamo, di Concita De Gregorio, nell’edizione italiana (da Susan Goldberg, Hearing our Voices / Ascoltare le nostre voci, in quella statunitense). L’invito è rivolto all’avvicinamento e lettura di questa fantastica monografia; l’esortazione è indirizzata alle coscienze di ciascuno di noi. Con una garanzia certa: l’intero apparato giornalistico, dalle parole alle immagini, è di eccellenza e valore. Insomma, storico numero di National Geographic Italia, per quanto ci riguarda da vicino, da non lasciarsi sfuggire. In adattamento dall’origine statunitense alla traduzione italiana, gli argomenti sono sostanzialmente coinci-


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