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Jacek Soltan Volti rivelati
JACEK SOLTAN
Subito: ogni fotografo collabora con altri, entra in rapporti di produzione con il prossimo e s’impegna per risolvere problemi della vita materiale. Al cospetto della quantità e qualità dei ritratti di Jacek Soltan balza all’occhio anche questo: la pratica professionale è uno dei criteri con i quali il fotografo incontra e raggiunge il senso di Realtà e Verità
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VOLTI RIVELATI
di Maurizio Rebuzzini
Nell’esistenza di ciascuno di noi, gli incontri lungo il cammino determinano le autentiche differenze nelle nostre vite: sia in senso personale e individuale, sia dal punto di vista dell’attività professionale svolta, qualsiasi questa sia.
Nato a Varsavia, nel 1958, madre polacca e padre lituano, e arrivato in Italia nel 1973 (il sei agosto), Jacek Soltan è un fotografo di valore grande e riconosciuto. Per l’essenza del suo professionismo richiama tre incroci sulla via: con l’art director Amilcare Ponchielli, prematuramente scomparso (omonimo del musicista; al quale il Grin / Gruppo Ricercatori Iconografici Nazionale ha dedicato un proprio prestigioso e ambìto Premio), che lo ha indirizzato lungo i meandri del mestiere; con la photo editor Giovanna Calvenzi, che ha raccolto il testimone lasciato da Amilcare Ponchielli, proseguendone sia l’attività sia lo spirito; con il fotografo Davide Mosconi, che gli ha insegnato come stare dietro la macchina fotografica e fotografare le persone.
Ogni contributo/influenza alla sua personalità creativa di base, ha fatto di Jacek Soltan uno dei più accreditati e autorevoli ritrattisti del nostro tempo; ogni apporto, ognuno diverso dall’altro, si è aggiunto a un mosaico a dir poco perfetto.
In particolare, Jacek Soltan ritrae personaggi dello spettacolo, musicisti e attori, cadenzando una modulazione raffinata in anni e decenni di assignment per testate del gruppo editoriale Rizzoli, a partire da Max, Amica e Sette, tutte creazioni visive di Paolo Pietroni, una delle eccellenze del giornalismo italiano. È presso questa corte che il talentuoso fotografo ha creato e rafforzato un particolare stile interpretativo. Capace di individuare le trasversalità di ogni soggetto, sa bene quanto distingue il loro interpretare dal posare: fa recitare ognuno di loro fino alla definizione della posa fotografica.
James Woods
Detta meglio, forse. Anche in Fotografia: la conoscenza e la pratica, il sapere e il fare.
Infatti, non possiamo ignorare che l’attività produttiva dell’Uomo sia l’attività pratica fondamentale, che determina anche ogni altra forma di attività e conoscenza. Attraverso questa, ciascuno riesce a comprendere grado a grado i fenomeni, le proprietà e le leggi della Natura, come pure i propri rapporti con la Natura e la Realtà; inoltre, attraverso l’attività produttiva, a poco a poco, ognuno raggiunge i diversi livelli di comprensione di certi rapporti reciproci tra gli Uomini.
Di fatto, nell’ambito della fotografia professionale, in attività produttiva, ogni interprete collabora con altri, entra in determinati rapporti di produzione con il prossimo e s’impegna per risolvere problemi della vita materiale.
Al cospetto della quantità e qualità dei ritratti di Jacek Soltan balza all’occhio anche questo: la pratica professionale è uno dei criteri con i quali il fotografo incontra e raggiunge il senso della Realtà e della Verità... ovvero, l’autentica Conoscenza del mondo esterno. Quindi, ciascuno di noi riceve la conferma della verità della propria conoscenza solo dopo che nel corso del processo esistenziale materiale ha raggiunto i risultati previsti.
Come Jacek Soltan rivela con la sua Fotografia, se il professionista vuole riuscire nel lavoro, cioè arrivare ai risultati previsti, deve conformare le proprie idee alle leggi del mondo oggettivo esterno; in caso contrario, nella pratica, fallirà. Se fallisce, ne trarrà insegnamento (forse), correggerà le proprie idee e le conformerà alle leggi del mondo esterno, trasformando così la sconfitta in vittoria; è questo il significato delle massime “Sbagliando s’impara” e “La sconfitta è madre del successo”.
(continua a pagina 24)
Harrison Ford Tilda Swinton 21
Tilda Swinton
Bryan Ferry
(continua da pagina 21)
Ancora: è stato teorizzato come e quanto il volto lasci trasparire l’anima delle persone. Ma non ci sono molti fotografi capaci di spogliare l’anima con la tranquilla immediatezza di Jacek Soltan, che mette a buon frutto i mezzi fotografici della fotografia istantanea. Solitamente, l’approccio è gioviale, parole e gesti paiono buttati lì. Ma è tutto falso! Perché, a dispetto di come appare, al momento del contatto, Jacek Soltan è immerso in un approfondito studio del comportamento. Impugna la sua macchina fotografica, e la porta all’occhio al momento giusto. Inquadra in modo da isolare e rappresentare non quello che tutti vedono, ma quanto lui ha intuito.
Per quanto riguarda il ritratto in sé, istantaneo solo per il tempo di otturazione adottato, tutto si risolve in una sequenza di scatti. Ovvero, in una manciata di secondi, durante i quali Jacek Soltan evidenzia l’anima dei suoi soggetti.
Se non siete in pace con voi stessi, o se avete qualcosa da nascondere, scappate. Non sottoponetevi ad alcuna sessione fotografica con lui, che mette in piazza la vostra anima. Infine, e per conseguenza diretta: se volete essere felici per un anno, vincete alla lotteria. Se volete essere felici per tutta la vita, amate quello che fate. Questo è il senso della fotografia di Jacek Soltan.
Ognuno rifletta e diffonda. ■ ■
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