· FA I R S · ISSN 2531-9523
SOMMARIO CONTENTS MERCATO
DISTRIBUZIONE TRADIZIONALE IN ITALIA? UNA NICCHIA DI MERCATO MARKET
TRADITIONAL DISTRIBUTION IN ITALY? A MARKET NICHE
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ASSOCIAZIONI
GLI STRUMENTI PER L’ARTIGIANO GLOBALE ASSOCIATIONS
THE TOOLS FOR GLOBAL ARTISANS
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MODA E LUSSO: CONFRONTO TRA SCUOLA E AZIENDA WORKSHOP
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MARKET
GERMANY: FOOTWEAR PURCHASING TRENDS FIERE
OBUV: MERCATO RUSSO ANCORA IN SOFFERENZA FAIRS
OBUV: THE RUSSIAN MARKET STILL IN DIFFICULTY
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FAIRS
FIERE
EXPO RIVA SCHUH: DÀ IL VIA ALLA STAGIONE FIERISTICA FAIRS
EXPO RIVA SCHUH: THE TRADE FAIR SEASON IS KICKED OFF
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GERMANIA: I CONSUMI DI CALZATURE MARKET
PROSSIMA FERMATA: GDS E L’INVERNO 2017-18 NEXT STOP: GDS AND WINTER 2017-18
WORKSHOP
FASHION AND LUXURY: A CONFRONTATION BETWEEN SCHOOLS AND BUSINESSES
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FIERE
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TENDENZE DONNA / WOMAN TRENDS MARKET
CINA, IL COLOSSO DELLA CALZATURA MARKET
CHINA, THE GIANT IN FOOTWEAR NOTIZIE NEWS TENDENZE UOMO / MAN TRENDS FIERE
NUOVA LOCATION E TANTE NOVITÀ PER SUPER FAIRS
NEW LOCATION AND LOTS OF NEWS FOR SUPER
FIERE
IRAN: OPPORTUNITÀ E LIMITI DEL PROSSIMO MERCATO DEL MADE IN ITALY FAIRS
IRAN: THE POTENTIAL AND LIMITS OF THE NEXT MADE IN ITALY MARKET
ISSN 2531-9523
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IDEA PELLE FAIRS 1° supplemento a IDEA PELLE N. 1 - GENNAIO-FEBBRAIO 2017 EDIZIONI AF SRL Via Ippolito Nievo, 33 20145 Milano Tel. +39 02 319121 Fax +39 02 33611619 www.edizioniaf.com info@edizioniaf.com Editor: MATTEO PASCA Stampa: EVERPRINT - CARUGATE (MI) ASSOCIATO ALL’UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
XTI Pol. Ind. Las Teresas c/Miguel Servet s/n 30510 Yecla-Murcia (Spain) Tel. +34 968 718313 Fax +34 968 718340 xti@xti.es www.xti.es EXPO RIVA SCHUH PALAFIERE - HALL B1 - STAND A09
Socio USPI Aut. del trib. n. 374 del 3/7/1995 Spedizione in abbonamento postale Pubblicità inferiore al 45%, su base annua
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MERCATO
Parla Massimo Donda, Presidente di Federcalzature
DISTRIBUZIONE TRADIZIONALE IN ITALIA? UNA NICCHIA DI MERCATO LO STATO DI SALUTE DEL MERCATO ITALIANO DELLE CALZATURE? FEBBRICITANTE. SE NEL 2015 I CONSUMI DELLE FAMIGLIE HANNO REGISTRATO PER L’OTTAVO ANNO CONSECUTIVO UNA RIDUZIONE IN QUANTITÀ, LA PRIMA PARTE DEL 2016 È STATA UGUALMENTE POCO PREMIANTE, SIMILMENTE AGLI ALTRI SETTORI DEL TESSILE/ ABBIGLIAMENTO/PELLETTERIA.
Il Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca ha rilevato una contrazione degli acquisti di calzature pari al -0,7% in volume su gennaio-giugno dello scorso anno, con un calo dello 2,3% in termini di spesa e prezzi medi in ribasso dell’1,6%. Male in particolare il segmento donna (-5,8% in quantità nell’insieme, con primi segnali di recupero per le calzature classiche chiuse ed i mocassini, ma cali non trascurabili per scarponcini/stivali e per scarpe aperte e sabot); flessione più contenuta per l’uomo (-1,8%) e lieve per il comparto bambino (-0,3%). Segni positivi solo per le sportive/sneakers (+2,1%) e la pantofoleria (+2,4%). Per avere un quadro più completo abbiamo intervistato Massimo Donda, Presidente di Federcalzature. Ci può descrivere la situazione del mercato calzaturiero italiano e la sua struttura commerciale?
Massimo Donda
Il mercato del dettaglio calzaturiero italiano e’ sempre stato diverso sia da quello germanico, dove c’era una prevalenza di Gruppi d’acquisto, che da quello inglese ed americano dove c’era una prevalenza
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di grandi catene, in quanto tipicamente dominato dai singoli negozi al dettaglio e parzialmente dall’ambulantato. Da tempo e’ tutto cambiato e la distribuzione italiana ha perso gran parte della sua specifici-
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The floor goes to Massimo Donda, President of Federcalzature
TRADITIONAL DISTRIBUTION IN ITALY? A MARKET NICHE THE CURRENT STATE OF THE ITALIAN FOOTWEAR MARKET? FEVERISH. IF, IN 2015, THE CONSUMPTION OF FAMILIES REGISTERED A DOWNTREND IN QUANTITY FOR THE EIGHTH YEAR IN A ROW, THE FIRST PART OF 2016 WAS JUST AS UNREWARDING, FOLLOWING THE TREND OF OTHER SECTORS LIKE TEXTILES/APPAREL/LEATHER GOODS. The Fashion Consumer Panel of Sita Ricerca reported a drop in purchased footwear pairs equal to -0.7% during the period ranging from January-June last year, with a -2.3% in the amount spent, and a decrease in the average price equal to -1.6%. Women’s footwear was especially hard hit (-5.8%
drop in overall quantity, with the first signals of recovery arriving for classic closed footwear and moccasins, but with significant drops registered in the segments of ankle boots/boots and open shoes and sabots). For men, instead, the downtrend was less dramatic (-1.8%) and almost non-existent for
children’s footwear (-0.3%). Positive signals instead arrived only for athletic footwear/sneakers (+2.1%) and slippers (+2.4%). To get a better idea of what exactly the current situation is in the industry, we interviewed Massimo Donda, President of Federcalzature. Can you describe the current situation in the
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ta’, omologandosi pedissequamente alla distribuzione dominante dei grandi operatori: siano essi grandi retailer su internet a livello continentale, siano essi grandi catene monobrand di proprieta’ dell’industria terziarizzatasi o siano essi catene nazionali o catene continentali di negozi di calzature con un pro-
prio brand retailer. L’ambulantato e’ rimasto invariato ma in mano principalmente agli immigrati, mentre la distribuzione tradizionale si e’ arroccata in nicchie del mercato. Quali sono i pregi e quali sono i difetti di questa struttura? I fautori della modifica ovviamente ne glorificano la modernita’ e l’ac-
corciamento della filiera distributiva, mentre i detrattori rimpiangono il servizio de visu alla clientela oramai scomparso sia nell’off line che nell’on line. I grandi centri commerciali favoriscono o danneggiano il commercio di calzature? Lo sviluppo degli investimenti immobiliari, motore dei grandi centri commerciali, sono la principale causa storica della velocita’ di sviluppo delle catene che hanno potuto, bypassando i centri storici, inizialmente difficili e costosi da conquistare, conquistare quote di mercato e visibilita’ tramite i centri commerciali per poi, raggiunta una sufficiente forza da schiacciasassi, colonizzare i centri storici rendendoli cosi’ tutti uno fotocopia dell’altro se non per la presenza “intrusiva” di qualche negoziante tradizionale sopravvissuto ed ormai circondato, quasi fosse in una riserva indiana… Che periodo stanno attraversando i negozi monomarca? La forza del negozio monomarca sta’ appunto nella marca, se quella
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in quel momento viene ben recepita dal pubblico va benissimo, se invece ha un calo di visibilita’ ne risente molto. Come vede la situazione dell’ecommerce a livello italiano? In continua salita…, del resto non mi si puo’ certo accusare di non averlo previsto per tempo, avendo iniziato a “spingere” in questo senso ancora prima della bolla internet del 2000-2001 quando avevo proposto al momento giusto il progetto internet di Federcalzature (contemporaneamente alla nascita di Yoox per intenderci…) ma le risposte dei colleghi distributori e produttori era stata tiepida, se non del tipo:” scarpe non si venderanno MAI su internet…” ahime’ non e’ stato proprio cosi… Ora entrambi, distributori e produttori, pagano la scarsa vision. Fiere di settore: quali sono le date che si adattano alle esigenze del piccolo dettaglio? E quelle della grande distribuzione? Il dettaglio italiano non e’ il principale cliente delle fiere, lo sono sempre stati e lo sono ancor di piu’
Italian footwear market and its commercial structure to us? The market of Italian footwear retail has always been different from the German one, where there is a prevalence of Purchasing Groups, as well as from the English and American ones, where there is a prevalence of large chains, since it is typically dominated by single retail stores and partially by street trading. For some time now, the situation has completely changed, and Italian distribution has lost a large part of its unique character, blindly adapting itself to follow the lead of important operators in distribution: this includes both leading retailers on the internet on a continental level, and large directly-owned monobrand chains from the service industry or national chains or continental chains of footwear stores with their own retail brands. Street trading has remained unchanged, but is largely controlled by immigrants, while traditional distribution has found refuge in niche markets.
What are the merits and defects of this structure? Advocates of change obviously exalt modernity and the shortening of the distribution chain, while those against it criticize the loss of a visual service to clientele, which has by now disappeared in both offline and online business. Do large shopping malls create favorable or
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damaging conditions for footwear retail? Constant investments in properties, as the driving force behind large shopping centers, is also the main historic catalyst for the quick development of chains that have shown themselves capable; after having bypassed historic centers, which were initially difficult and expensive to
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oggi gli stranieri. Le date vengono da sempre ritagliate per le loro esigenze, noi ci adeguiamo. È importante il merchandising nell’attività commerciale? Fondamentale e sempre di piu’ poiche’ permette di veicolare un’immagine, un sogno, un brand. Il fenomeno del franchising nel settore del commercio calzaturiero è in espansione? Il franchising come fenomeno in se non e’ in espansione ma alcuni operatori hanno delle buone soddisfazioni. Il commerciante cosa chiede al produttore di calzature per facilitarlo nelle vendite? Di metterlo in grado di soddisfare nel miglior modo l’imprevedibilita’ della domanda: quindi riassortimenti per gli articoli best sellers e cambio merce per i worst sellers, ma anche un rapporto personale piu’ diretto e meno “calato dall’alto”. Sento molte lamentele quando una ragazzina neo assunta nello show room obbliga un commerciante professionista da molti anni,
penetrate; of winning market shares and increasing their visibility through shopping malls. They have then go on, after having achieved an overwhelming level of success, to colonize historic centers, thus becoming photocopies of one another, if not for the “intrusive” presence of some traditional retailers that have managed to survive and which are by now surrounded, as if they were in an Indian reservation… What kind of period are monobrand stores going through? The strength of the monobrand store, in fact, lies in the brand. If, at that specific moment in time, the brand is popular, then it does extremely well; if instead it experiences a drop in visibility, it feels the full
negative impact”. How is e-commerce doing on an Italian level? “Constantly on the rise…, for that matter, I cannot be accused of not having predicted it ahead of time, since I had already begun “pushing” in this direction, even before the internet boom of 20002001, when I had proposed the Federcalzature internet project at the right moment (just to be clear, it was at the same time as the debut of Yook…). However, the reaction of my distributor and producer colleagues was lukewarm, and even along the lines of: “shoes will never sell on the internet… Well, this turned out to not exactly be true… Now both distributors and producers are paying the price for this
shortsightedness”. Sector fairs: what are the dates that are most suited to the needs of small retailers? And what about large-scale distribution? “Italian retailers are not the main customer of fairs, foreigners have always been the protagonists, and are even more so today. The dates have always revolved around their needs, and we must adapt ourselves to them”. Is merchandising important in retail activity? It is increasingly essential, because it allows an image or dream of the brand to be created”. Is there a rise in the franchising phenomenon in the sector of footwear commerce?
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ad acquisti che lui non avrebbe fatto minacciandolo sottilmente di non “servirlo” piu’ ma di andare dritta dal suo diretto concorrente. Quale Paese produttore è più sensibile alle esigenze del commerciante? Certamente le distribuzioni straniere possono avere piu’ difficolta’, ma certamente la distribuzione italiana ha oggi poca sensibilita’ come si evince dall’esempio fatto. Cosa riserva il futuro al commerciante di calzature? Il futuro e’ certamente un futuro in forte salita ma del resto i sopravissuti sono da molto tempo temprati a questo e la strage di colleghi (e non certamente solo di quelli marginali e deboli ma perfino di quelli validi e solidi) alla quale sono sopravissuti ne’ e’ purtroppo la peggior testimonianza, ma nel contempo la dimostrazione della storicita’ e della grinta della distribuzione tradizionale sopravissuta.
“Franchising as a phenomenon in and of itself is not expanding, but some operators have derived great satisfaction from it. In terms of sales assistance, what do retailers ask of footwear manufacturers? To make them capable of satisfying in the best way possible the unpredictability of the demand: so, restockings of best-selling items and exchanges for worst sellers, but also personal relations that are more direct, with fewer terms that are “dictated from above”. I hear many complaints when some newly hired kid in the show room forces a professional retailer with many years of experience
to make purchases that he would not have otherwise made, with the subtle threat of no longer providing services to him, and instead going to one of his direct competitors. Which country specialized in manufacturing is more attuned to the needs of retailers? Certainly foreign distribution can be a source of great difficulty, but it’s also true that Italian distribution today is not very attuned to these needs, as seen by the above example. What does the future hold for footwear retailers? The future is certainly a future with a strong upward trend, while at the same
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time, the survivors of retail have been toughened up to this and to the annihilation of their colleagues (which most certainly does not include only those on the margins and those who are weak, but even those that were valid, solid realities). Unfortunately, this is the very worst kind of proof, but at the same time, it underlines the historic moxie of a traditional retail that has survived.
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ASSOCIAZIONI
CONVEGNO ANCI
GLI STRUMENTI PER L’ARTIGIANO GLOBALE INTERNAZIONALIZZAZIONE, SOSTENIBILITÀ E ONLINE, QUESTE LE PAROLE CHIAVE SU CUI IL SETTORE CALZATURIERO DOVREBBE PUNTARE PER CONQUISTARE QUOTE DI MERCATO. Il nostro artigiano deve diventare globale e deve comprendere sempre meglio con quali modalità distribuire il suo fantastico prodotto» così Annarita Pilotti, Presidente Assocalzaturifici, in apertura del convegno di Roma tenutosi l’11 novembre presso Palazzo Venezia. Titolo: “L’artigiano globale”. La realtà calzaturiera italiana continua a conseguire performance positive, ma le difficoltà con le quali deve misurarsi ogni giorno per mantenere posizioni di leadership sul mercato mondiale sono molteplici. Per questo motivo, ogni anno, Assocalzaturifici stimola il comparto, attraverso spunti di riflessione e indicazioni strategiche, organizzando un convegno sempre molto partecipato dagli imprenditori del settore. Dopo “L’artigiano digitale”, tema dell’incontro del 2015, in cui si è parlato dei diversi sistemi di comunicazione e vendita online, quest’anno l’attenzione si è concentrata su tutti quegli strumenti che possono consentire all’artigiano calzaturiero di affrontare la distribuzione sui mercati italiani e internazionali, sulle diverse tipologie di approccio e sugli strumenti e sulle strategie per supportare le imprese. Alessandro Decio, Amministratore Delegato e Direttore Generale di SACE - società che offre un’ampia gamma di prodotti e servizi assicurativo-finanziari per sostenere la competitività delle imprese italiane e che ha acquisito SIMEST che
fornisce, invece, assistenza alle imprese italiane nel processo di internazionalizzazione - ha ricordato la lentezza della ritrovata crescita globale, sottolineando soprattutto le bassa performance degli interscambi commerciali che si aggirano attorno al 2-3% (contro il 12% di qualche anno fa). Una situazione di incertezza (vedi anche Brexit e Trump) che, secondo Decio, deve spingere i calzaturifici italiani a essere sempre più aggressivi nel conquistare quote di mercato sulle piazze più importanti puntando sull’export, affidandosi anche a strumenti finanziari innovativi. Dello stesso avviso Fulvio D’Alvia, Direttore Retimpresa. Oggi sono attivi in Italia 16 mila Contratti di Rete, ma solo 23 nel settore calzaturiero. Si può fare molto di più considerato che questo tipo di contratti può essere sottoscritto anche da società operanti in settori diversi che abbiamo uno scopo comune. Per esempio con la finalità di creare sinergie che armonizzino le politiche distributive», (per maggiori informazioni: http://bit.ly/retimp). Sempre parlando di internazionalizzazione, Antonino Laspina, Coordinamento Marketing ITA-ICE, ha sottolineato il continuo impegno dell’istituzione per favorire la crescita dell’export calzaturiero puntando molto, e sarà così anche nel 2017, sul Road Show - il cui scopo è affiancare le aziende sui temi dell’internazionalizzazione e sostenere quelle realtà che intendono aprirsi ai mercati esteri per individuare nuove opportunità di business - e sull’incoming di buyer internazionali durante theMICAM. Altro driver fondamentale per incentivare la crescita è stato individuato nel tema della Sostenibilità. Per Federico Brugnoli, CEO Spin 360, l’argomento è caldissimo e l’interesse è in forte cresci-
ta. Il richiamo è a compiere azioni reali che portino i calzaturifici, e la filiera in genere, a trasformarsi via via in imprese altamente sostenibili e a non “barare” a riguardo, poiché oggi dirsi sostenibili senza esserlo risulta molto rischioso per l’immagine ma anche per il portafogli delle aziende. Il percorso verso la sostenibilità è altresì importante se si considerano gli orientamenti della Comunità Europea. È, infatti, molto probabile che in un futuro nemmeno troppo lontano, l’UE emani una legislazione restrittiva rispetto all’ingresso delle merci in Europa. Ma come è accolto il tema della sostenibilità nel mondo calzaturiero? «Dallo studio commissionato da Assocalzaturifici - spiega Brugnoli - emerge che le aziende Clienti sono quelle che dimostrano di aver colto maggiormente l’orientamento di una “business strategy sostenibile”, soprattutto le fasce alte del mercato. D’altro canto le aziende Produttrici (i calzaturifici) non sembrano aver ancora risposto alle mutate esigenze del mercato, anche in ragione dell’assenza di una strategia complessiva sul tema. Il divario maggiore tra Clienti e Produttori sussiste sugli argomenti per i quali non sono stati sviluppati sul mercato servizi specializzati dai centri tecnologici mappati» (per approfondire: http://bit.ly/stusos). Infine, l’Online. Molte le voci che si sono riferite al commercio virtuale come arma sui cui puntare per sbaragliare i mercati del futuro. A partire da Valentina Visconti, Country Manager Italia vente-privee e Privalia. Per Alberto Baldan, A.D. La Rinascente, Internet è una scelta obbligata e imprescindibile: «Nei primi 5 minuti del Single Day cinese si è sviluppato un volume di transazioni pari a 1 miliardo di dollari, salito a 4 mld nel giro di 30 minuti. Sono convinto che la struttura produttiva italiana sia molto forte, quello che manca è la capacità di promuovere il settore, soprattutto su Web». La sfida, perciò, è allearsi e strutturarsi per vendere sempre meglio «il grande valore aggiunto del Made in Italy», per chiudere con le parole di Giulio Di Sabato, Presidente di Assomoda.
ASSOCIATIONS
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ANCI Conference
THE TOOLS FOR GLOBAL ARTISANS INTERNATIONALISATION, SUSTAINABILITY AND ONLINE MARKETING, THESE ARE THE KEY WORDS ON WHICH THE FOOTWEAR CENTRE NEEDS TO FOCALISE TO GAIN MARKET SHARES. “Our artisans must become global and they must better grasp how to distribute their goods”, states Annarita Pilotti, Chairwoman of Assocalzaturifici, in the opening speech at the ‘L’artigiano globale’ (The Global Artisan) conference, held on the 11th of November at Palazzo Venezia. The performance of the Italian footwear realities remains positive, but the day-to-day problems they have to face to maintain a leadership position on the world market are many. For this reason, every year, Assocalzaturifici inspires the segment, providing ideas to reflect upon and strategic advice, organizing a conference that is becoming increasingly attended by entrepreneurs in the sector. After ‘L’artigiano digitale’ (The Digital Artisan) theme of the 2015 event, which covered different communication methods and online sales, this year the attention is focused on all the tools that enable artisanal footwear manufacturers to distribute their goods on the Italian and international markets, along with different approaches, tools and strategies to support their business. Alessandro Decio, CEO and general manager of SACE – a company that offers a broad range of financial insurance products and services to support the competitivity of Italian companies and has also purchased SIMEST, which helps Italian companies through the internationalization process –reminded us of the global growth slowdown, particularly underlining the weak performance of commercial exchanges, which are now at around 2-3% (against the 12% of a few years ago). And the uncertain scenario (see also Brexit and Trump) which, according to Decio, well force Italian footwear producers to become increasingly more aggressive in gaining a share of some of the most important markets,
turning their attention to exports, as well as using innovative financial instruments. Fulvio D’Alvia, CEO of Retimpresa, is also of the same opinion: In Italy, today, there are 16 thousand active Network Contracts, but there are only 23 in the footwear sector. We can do a lot more, especially when you consider that these types of contracts can also be signed by companies operating in different sectors that have a common goal. For example, with the objective of forming collaborations that harmonise distribution policies.”, (for further information visit: http://bit.ly/ retimp). And again, on the subject of internationalisation, Antonino Laspina, Marketing Coordinator of ITA-ICE, underlined the constant commitment of the institution to promote the growth of footwear exports, something that they will continue to do in 2017, with the Roadshow – the aim of which is to flank companies in the internationalisation process and assist those realities that intend to open themselves to the overseas market, in search of new business opportunities – and incoming international buyers during theMICAM. Another fundamental driver for incentivising growth was individualised in the theme of Sustainability. For Federico Brugnoli, CEO of Spin 360, this is an extremely hot topic which is gaining increasing interest. The call is to carry out concrete actions that enable footwear producers, and the production chain in general, to gradually transform into highly sustainable enterprises without ‘cheating’, because, today, claiming you’re sustainable when you’re not is very risky for your image, but also for the company’s portfolio. The path that companies take towards sustainability is equally important when you consider the guidelines of the European
Community. In fact, it is highly likely that in the not too distant future the EU we’ll be imposing restrictive laws on the entrance of goods into Europe. But how is the theme of sustainability perceived by the footwear world? “According to a survey commissioned by Assocalzaturifici”, explains Brugnoli, “it has emerged that client companies are increasingly embracing the concept of a ‘sustainable business strategy’, particularly in the high-end segment of the market. On the other hand, the manufacturing companies (the footwear factories) still do not seem to have responded to the changes in the market, also due to the absence of an overall strategy on this theme. The biggest divide between clients and producers exists for those themes for which specialist services have yet to be developed by the mapped technological centres.”, (to find out more visit: http://bit.ly/stusos). Finally, there’s Online. Many voices mentioned virtual commerce as a key weapon for winning over the market of the future. Starting with Valentina Visconti, Country Manager Italy of vente-privee and Privalia. For Alberto Baldan, A.D. of La Rinascente, Internet is an obligatory and inescapable choice: “In the first 5 minutes of the Chinese Single Day, we generated a transaction volume worth one billion dollars, which rose to 4 billion in the space of 30 minutes. I’m convinced that Italian manufacturing structures are very strong; what’s missing, however, is the ability to promote the sector, particularly on the web.” Therefore, to close with the words of Giulio Di Sabato, Chairman of Assomoda: “The challenge is to join forces and structure ourselves to sell the great added value of ‘Made in Italy’ products better than ever before”.
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