Fabbrica Italia Pomigliano e l'indotto campano di primo livello

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Fiom-Cgil Campania

RAPPORTO

Fabbrica Italia Pomigliano e l’indotto campano di primo livello Dalle forniture per i modelli Alfa Romeo a quelle per Fiat Nuova Panda

Napoli, dicembre 2011


Questo rapporto è stato redatto su incarico della FIOM-CGIL Campania da Davide Bubbico (Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, Università degli Studi di Salerno) e da Francesco Pirone (Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione, Università degli Studi di Salerno) che hanno materialmente svolto l’attività di ricerca. Gli autori ringraziano per la disponibilità e il supporto nella fase di raccolta dati i delegati sindacali e le strutture territoriali della Fiom-Cgil e della Filctem-CGIL.

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Il rapporto è stato chiuso il 11 dicembre 2011.

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Indice

1. Note metodologiche introduttive e contenuti

p. 4

2. La riorganizzazione dello stabilimento Fabbrica Italia Pomigliano per la produzione della Nuova Panda

»6

3. Il mosaico societario del sito industriale Fiat di Pomigliano d’Arco

»9

4. L’indotto di primo livello di Fabbrica Italia Pomigliano

» 14

5. La riorganizzazione dell’indotto automotive in Campania

» 16

6. Brevi note conclusive

» 22

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1. Note metodologiche introduttive e contenuti Il rapporto propone un’analisi sintetica delle trasformazioni produttive e occupazionali nel sito industriale Fiat di Pomigliano d’Arco e nelle imprese localizzate in Campania che operano nel primo livello di fornitura. Il lavoro presenta i primi risultati di un’analisi diacronica che compara produzioni e occupazione presenti su scala regionale tra l’inizio del 2008, quando nello stabilimento Fiat “Giambattista Vico” erano in produzione i modelli Alfa Romeo (gamma 147, GT e 159) e inizio dicembre 2011, in preparazione della messa a regime della produzione del modello Fiat Nuova Panda, dopo una drastica riduzione dell’attività produttiva negli ultimi tre anni. In altri termini il rapporto si propone di illustrare le trasformazioni che sono avvenute nell’indotto automotive regionale, in particolare nel primo livello di fornitura, a seguito del passaggio di produzione dai modelli di marchio Alfa Romeo all’attuale Fiat Nuova Panda. Tenuto conto delle significative differenze di prodotto tra i precedenti modelli Alfa Romeo e la Nuova Panda, ovvero del downgrading da autoveicoli medio-grandi (segmenti C-D) dalle caratteristiche sportive, a vetture utilitarie urbane piccole ed economiche (segmento A), l’attenzione si è focalizzata sulle componenti fornite, sulla qualità dei prodotti e dei processi produttivi, sugli investimenti intervenuti in relazione alle nuove forniture, e infine all’impiego di manodopera. L’aspetto occupazionale, che ha una rilevanza centrale in questo rapporto, per la complessità che emergerà dall’esposizione stessa dei dati, richiede ulteriori approfondimenti che saranno oggetto di fasi successive della ricerca. Pertanto in alcuni casi i dati presentati vanno interpretati alla luce dei limiti imposti dalle informazioni disponibili. Le analisi che seguono si basano su informazioni rilevate attraverso una prima indagine di campo svolta tra l’ultima settimana di novembre e la prima settimana di dicembre 2011, attraverso interviste a delegati sindacali della Fiom-Cgil. Le informazioni ottenute attraverso tali procedure di rilevazione non risultano sempre esaustive del bisogno informativo della ricerca, pertanto i dati presentati vanno intesi come tendenziali. Oltre ai delegati di fabbrica, vista la presenza di aziende che non rientrano nel comparto meccanico (ad esempio per la gommaplastica, le fibre, ecc.), sono state raccolte informazioni anche attraverso i responsabili di categoria e i delegati della Filctem regionale e provinciale della Campania. Analoghi contatti sono avvenuti con i segretari provinciali e con alcuni responsabili territoriali e settoriali della Fiom. È evidente che ulteriori approfondimenti saranno necessari quando la produzione della Nuova Panda entrerà a regime e saranno disponibili informazioni sull’effettivo andamento produttivo dello stabilimento. D’altra parte, la rilevazione

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è avvenuta in una quadro nel quale non risultano ancora chiaramente definite tutte le commesse, perlomeno con riferimento alle imprese da noi osservate. Nel complesso l’universo di indagine della ricerca fa riferimento a 24 unità locali di imprese localizzate in Campania che nel 2008 risultavano essere fornitrici dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco1. A queste si aggiungono anche le imprese di servizio che operano intra-moenia nel sito industriale Fiat di Pomigliano. Il rapporto, in particolare, si focalizza sull’organizzazione dello stabilimento “Giambattista Vico”, sul passaggio della forza lavoro alla nuova società Fabbrica Italia Pomigliano e sulle attività di servizio e i relativi occupati che si rilevano nelle imprese terze. Nel rapporto sono, inoltre, riportati i dati sul valore dell’importexport di motori e componenti per auto tra la Campania e la Polonia, ottenuti dall’analisi delle statistiche sul commercio estero relativamente al periodo 2003 al secondo trimestre 2011, in ragione dell’indotto creatosi in Polonia con la produzione del precedente modello Panda e delle probabili forniture che continueranno ad originarsi dalla Polonia in relazione alla produzione del nuovo modello a Pomigliano. Va ricordato a questo proposito che nello stabilimento di Fiat Poland di Tichy, rimarrà tutta la produzione basata sulla piattaforma produttiva “small” (segmento A), vale a dire la Fiat 500, la nuova Lancia Y, il vecchio modello della Fiat Panda e la produzione per la Ford della nuova Ka. Intorno allo stabilimento polacco è naturalmente strutturata la piattaforma produttiva2 per i prodotti del segmento A che continuerà a operare anche a supporto delle produzioni di Pomigliano. Anche i motori saranno in parte importati dalla Polonia, e in parte forniti dallo stabilimento di Termoli in Molise. Ciò significa anche che la FMA di Pratola Serra3, in provincia di Avellino, che in precedenza forniva una quota di motori per i modelli Alfa Romeo (147, GT e 159) prodotti a Pomigliano, adesso con la Nuova Panda non ha ricevuto nessuna nuova commessa. Ciò ha aggravato la condizione di crisi dovuta al sottoutilizzo dello stabilimento, con ricorso massiccio alla cassa integrazione, che ha segnato lo stabilimento dal 2008 ad oggi. 1

Per l’analisi dei risultati delle precedenti rilevazioni si vede Bubbico D. (a cura di), Fiat e indotto auto nel Mezzogiorno. Secondo rapporto sull’indotto auto della Fiat-Sata di Melfi e degli stabilimenti Fiat di Campania e Molise, Meta Edizioni, Roma, 2003; e Pirone F. “Grande impresa e sviluppo territoriale: il caso della Fiat in Campania”, in Sociologia del lavoro, vol. 118, 2010, p. 183-195. 2 Per approfondire la struttura delle forniture dello stabilimento Fiat in Polonia si rimanda a Balcet G., Enrietti A., “Global and Regional Strategies in the European Car Industry: The Case of Italian Direct Investments in Poland”, in Journal of Transnational Management Development, Vol. 3, Issue 3-4, 1998, pp. 197-230; Enrietti A., “Fiat Auto Poland and its Supplier”, in Faust M., Voskamp U., Wittke V. (eds.), European industrial restructuring in a global economy: fragmentation and relocation of value chains, SOFI, Göttinge, 2004, pp. 157-180; e Domaoski B., Gwosdz K., “Toward a More Embedded Production System? Automotive Supply Networks and Localized Capabilities in Poland”, in Growth and Change, Volume 40, Issue 3, 2009, pp. 452-448. 3 Sulla crisi della FMA si veda Morsa G., Pirone F., A motori spenti. Rapporto sulla F.M.A. e l’industria dell’auto in provincia di Avellino, Fiom-Cgil Avellino, settembre 2010.

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2. La riorganizzazione dello stabilimento Fabbrica Italia Pomigliano per la produzione della Nuova Panda Non abbiamo ancora a disposizione sufficienti informazioni per poter descrive e analizzare con precisione l’attuale configurazione della linea di produzione della Nuova Panda. Le informazioni utili a tale analisi rimangono finora riservate al management e soltanto in minima parte accessibili alle stesse organizzazioni sindacali firmatarie del contratto aziendale. Per ora ci sono soltanto indicazioni di massima, perlopiù basate sulla conoscenza diretta dello stato di avanzamento dell’istallazione degli impianti, che possono offrire informazioni sulla natura dell’investimento Fiat a Pomigliano d’Arco, sulle modalità di riorganizzazione dello stabilimento, sugli aspetti tecnologici dell’impiantistica e sull’organizzazione del lavoro. In base a tali indicazioni proviamo di seguito a delineare alcune prime considerazioni introduttive sull’aspetto che sta assumendo l’impianto della FIP. L’attività per la produzione della Fiat Nuova Panda andrà a concentrarsi nel padiglione prima dedicato alla produzione dell’Alfa Romeo 159 (che nel frattempo è stata spostata nell’area prima dedicata all’Alfa Romeo 147, e che sarà dismessa adesso che è terminata la produzione del modello 159). I reparti che non dovrebbero risentire di significative trasformazioni sono quelli dello stampaggio – che tra l’altro ha continuato a lavorare per forniture infragruppo – e quello della verniciatura nel quale la Fiat ha già realizzato un investimento a metà anni Duemila che dovrebbe continuare a garantire livelli di efficienza e qualità adeguati anche per la lavorazione della nuova autovettura. Il reparto lastratura, invece, sembra essere stato interessato da importanti innovazioni di processo per le quali la Fiat avrebbe dedicato un’ampia quota dei 700 milioni di euro programmati per l’investimento nello stabilimento campano. In lastratura, infatti – già ampiamente robotizzata – l’attuale processo produttivo prevede un’ulteriore spinta verso l’automazione di processo, con l’inserimento di nuovi robot che dovrebbero portare alla eliminazione completa delle lavorazioni di saldatura a pinza precedentemente effettuate dagli operai di linea. Di conseguenza, l’attività lavorativa in questo reparto si dovrebbe concentrare quasi esclusivamente sulle operazioni di caricamento, per le quali però risulta ancora difficile stimare i ritmi di lavoro. Secondo quanto dichiara l’azienda nel reparto lastratura dovrebbero essere presenti “una dorsale produttiva con linee automatiche e flessibili concepite per alimentazione diretta dei sottogruppi (logistica “zero forklifts”); l’Open Gate per la formazione del body composto da 14 robot che eseguono 84 punti di saldatura contemporaneamente; e la ferratura

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automatica (hanging line), cioè l'applicazione delle parti mobili (porte, portellone e cofano) alle scocche, attraverso l'utilizzo di 603 robot di nuova generazione”4. L’organizzazione dello stabilimento prevede un’unità operativa “plastica” che realizza attività precedentemente affidate alla società Ergom e oggi rientrate nel perimetro aziendale Fiat. Si tratta in particolare dello stampaggio della plancia, lo stampaggio dei paraurti, e della lavorazione e verifica dei serbatoi. Tali attività lavorative, per effetto combinato dell’investimento in robot e impianti automatici e l’impoverimento del prodotto da realizzare, oggi risultano più automatizzate e impiegano meno lavoro operaio. Innovazioni tecnologiche e organizzative di processo dovrebbero interessare anche il reparto di montaggio, dove si concentra la maggior parte degli addetti di produzione. Le linee di montaggio, anche in applicazione alla nuova metrica ErgoUas che prevede la revisione complessiva dell’ergonomia delle singole postazioni di lavoro5, dovrebbero presentarsi con un layout significativamente modificato. In particolare le principali novità riguardano la cosiddetta “Trim Line” con skillet ad altezza variabile e i ganci girevoli in diverse stazioni della dorsale che dovrebbero rendere, secondo l’azienda, più agevole il lavoro degli operai di linea. Tra le attività maggiormente coinvolte dall’innovazione tecnologica e organizzativa rientrano, d’altra parte, l’automazione del rifornimento delle linee, il sequenziamento e l’accoppiamento automatico dei materiali alle autovetture da montare che dovrebbero essere affidate ad un sistema robotizzato che comprende diversi dispositivi tecnologici (carrellini robotizzati, piste magnetiche, e simili), in parte già impiegati nello stabilimento Sata di Melfi. In questo modo, è prevedibile, che si arrivi a una limitazione delle operazioni (eliminazione delle operazioni a non valore aggiunto) e dei relativi tempi assegnati agli addetti al montaggio e ad una condizione di maggiore vincolo alla catena. D’altra parte il sistema informatico che governa il flusso produttivo dovrebbe portare all’automazione della cosiddetta “diffusione” e all’eliminazione dei “rami di accumulo” anche in conseguenza di una gamma prodotto meno ampia, con l’eliminazione delle relative postazioni lavorative. Specifici investimenti in nuove tecnologie di processo riguardano la cosiddetta “giostra motore” che con l’introduzione del cosiddetto “Flex Decking” dovrebbe consentire l’accoppiamento automatico tra il motore e la scocca, attività che in precedenza veniva realizzata dagli operai con il supporto di “partner” elettromeccanici. Un'altra area automatizzata dovrebbe essere quella del montaggio del parabrezza, affidata ad un impianto robotizzato che impiega parabrezza a cui il fornitore ha già applicato il sigillante (in gergo “primerizzato”). Questo sistema sostituisce gli operatori che nella precedente organizzazione 4

Fiat SpA, Comunicato stampa “Nuova Fiat Panda”, 21 novembre 2011. Sul tema si veda a Tuccino F., “Il nuovo modello di organizzazione del lavoro in FIAT: il sistema ERGOUAS. Gli effetti sulla salute e sulle condizioni di lavoro”, in Economia & Lavoro, XLV, n. 2, 2011, pp. 43-51. 5

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produttiva si occupavano dell’applicazione del sigillante, dell’aggancio e del montaggio del parabrezza. Si dovrebbe ridurre, infine, l’utilizzo della pista per il collaudo delle autovetture che a differenza del passato dovrebbe essere fatto a campione. Secondo l’Azienda, attraverso la predisposizione di un “Quality Center” a tecnologia avanzata si dovrebbe arrivare ad un miglioramento sensibile del sistema di controllo della qualità dei processi di produzione e assemblaggio6. A ciò si abbina il ricorso ai controlli attraverso impianti di test e prove sul prodotto finito (test al banco a rulli, prova ammortizzatori, test sistemi sigillanti acqua, etc.) che dovrebbe consentire la riduzione delle prove su pista, senza pregiudicare i livelli di controllo della qualità del prodotto. Anche la struttura organizzativa dovrebbe subire una sensibile revisione. Le informazioni finora disponibili indicano che nella nuova struttura saranno cancellate le precedenti UTE che dovrebbero essere sostituite da quattro macrostrutture organizzative con a capo una figura denominata “supervisor”. All’interno di tali macro-strutture si collocano dei gruppi di lavoro (probabilmente denominati “domini”), composti da 6/8 operatori sotto il controllo diretto del team leader. Si tratterebbe, quindi, di una struttura piatta (con due o tre livelli gerarchici) con gruppi di lavoro di dimensioni ridotte, maggiormente dipendenti dall’influenza del team leader. Le condizioni di funzionamento attuale dello stabilimento7, non consentono considerazioni sul livello dello sforzo lavorativo, oltre alle considerazioni già sviluppate sull’intensificazione lavorativa prevista dal WCM e dall’applicazione dell’Ergo-Uas. Lo stesso vale per il sistema di governo della forza lavoro che, tenuto conto dell’irrigidimento connesso alle clausole contrattuali, sembra accentuare le responsabilità di controllo in capo al livello gerarchico più basso (team leader).

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L’Azienda dichiara che “nella sala metrologica una serie di calibri e macchine di misura consentono di verificare la conformità a progetto dei particolari misurando, ad esempio per la scocca, circa 2000 punti per i pezzi già formati e fino a 3000 per i pezzi stampati. Grazie poi alle attrezzature "Meisterbock" e Master di Montabilità è possibile simulare l'assemblaggio per tutte le parti di scocca e di carrozzeria riuscendo ad analizzare perfettamente tutte le zone di accoppiamento”. L’effettiva efficacia di tali sistemi andarà poi valutata una volta che la produzione sarà a regime. Fiat Spa, Comunicato stampa “Nuova Fiat Panda”, 21 novembre 2011. 7 La linea di montaggio, ad esempio, prevede naturalmente un passo ridotto rispetto a quello dei precedenti modelli Alfa Romeo assemblati a Pomigliano; pur in assenza di informazioni precise sulla cadenza e sui singoli cartellini di lavoro a regime, le prime indicazioni sull’affaticamente sul lavoro con un flusso produttivo ridotto – 2 vuoti e 1 auto – danno indicazioni qualitative che supportano la tesi di una significativa intensificazione dello sforzo lavorativo, da sottoporre a successive verifiche empiriche.

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3. Il mosaico societario del sito industriale Fiat di Pomigliano d’Arco L’analisi delle informazioni raccolte sulle imprese, le attività e gli addetti presenti nel sito di Pomigliano ci permettono alcune considerazioni preliminari. In primo luogo si osserva un processo di ridimensionamento e razionalizzazione dell’attività di outsourcing. Le imprese terze si riducono di numero e si focalizzano tutte su attività di servizio industriale. In secondo luogo, per quanto riguarda l’occupazione, si osserva una riduzione significativa della forza lavoro occupata nel sito e una sua sottoutilizzazione, evidenziata dal ricorso ancora diffuso alla cassa integrazione guadagni. Il mosaico societario del sito industriale Fiat di Pomigliano d’Arco risulta attualmente – dicembre 2011 – composto da 16 unità locali di impresa, di cui 4 appartenenti al Gruppo Fiat oltre a Elasis (i cui dipendenti, vedremo in dettaglio in seguito, a partire dal 1 gennaio 2011 sono stati riallocati in 4 società oltre ad un residuo di addetti che rimangono in forze alla Elasis) e infine 7 unità locali di altre imprese che forniscono servizi industriali. Nell’insieme delle 16 società che operano nel sito di Pomigliano, escludendo i 306 lavoratori Fiat che sono stati assegnati al sito di logistica di Nola, sono occupati complessivamente 5.400 addetti di cui il 92% dipendenti del Gruppo Fiat. Confrontando tali dati con quelli rilevati nella primavera del 2008, si osserva una riduzione del numero degli addetti nel sito di 1.958 (pari a -26,6%). Più nel dettaglio i dati evidenziano che, fatta eccezione gli addetti dell’Elasis che sono cresciuti del 9%, la riduzione è stata molto rilevante nelle imprese terze di servizio che operano intra-moenia nel sito industriale Fiat, nelle quali gli addetti si sono più che dimezzati (-57%), perdendo nel complesso 590 lavoratori; nel caso delle imprese appartenenti al gruppo Fiat la riduzione di addetti in valore assoluto è stata di 1.435 unità (-25,7%), tra questi rientrano – ricordiamo – 500 dipendenti di Fiat Group Automobiles che sono stati avviati al pensionamento attraverso la mobilità con un accordo sindacale unitario firmato il 7 aprile 2010 (350 unità nel 2010 e 150 unità nel 2011). In tutte le altre realtà aziendali dove si è registrata una riduzione di addetti, si è fatto ricorso allo strumento della mobilità come “scivolo” per il pensionamento (Tab. 1). I dati sull’attuale riduzione degli addetti vanno poi riconsiderati anche alla luce dell’ampio ricorso alla cassa integrazione guadagni (CIG) che c’è stato nel periodo 2008-2011 in tutte le imprese del sito (con alcune eccezione, vedi Sirio) come conseguenza del quasi arresto della produzione dello stabilimento Fiat, fatta eccezione della quota produttiva residua e decrescente del modello Alfa Romeo 159 e dell’attività di stampaggio per le forniture infragruppo.

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Tab. 1 – Sito industriale Fiat di Pomigliano d’Arco:variazioni società e addetti tra il 2008 e il 2011 Variazione addetti Società Stima addetti 2008-2011 Sito Industriale Pomigliano 2008 2011 2008 2011 N. % Fiat Group * 5 4 5.582 4.147 -1.435 -25,7 Elasis 1 5 741 808 67 9,0 Service Suppliers intra-moenia 11 7 1.035 445 -590 -57,0 TOTALE 17 16 7.358 5.400 -1.958 -26,6 Fonte: nostra elaborazione su dati Fiom-Cgil Campania. * Nel calcolo non sono conteggiati i 306 addetti che operano nel sito di Fiat di Nola.

Entriamo ora nel dettaglio delle singole situazioni aziendali, a cominciare dalle imprese che rientrano nel Gruppo Fiat. La newco Fabbrica Italia Pomigliano (FIP), costituita nel luglio del 2010, attualmente ha assunto 594 addetti, provenienti dal Fiat Group Automobiles, per la quale è stata dichiarata la cessazione di attività. Risultano ancora fuori dalla FIP 3.787 addetti, dei quali 306 sono però destinati all’attività di logistica nel sito di Nola (e per i quali non è previsto l’ingresso in FIP). L’Azienda ha dichiarato di voler assumere entro la fine dell’anno circa 900 addetti. Resta una perplessità sulle possibilità di reimpiego nella FIP dell’intero organico dello stabilimento “Giambattista Vico”, tenuto anche conto dell’accordo sindacale che prevede l’assorbimento di circa 500 addetti della Plastic Components and Modules Automotive (ex Ergom) in FIP. Ciò deriva non solo dal rischio di una domanda di mercato inferiore alle aspettative, realisticamente per ragioni macro-economiche, ma anche dalle caratteristiche del nuovo sistema produttivo in FIP. lI rischio maggiore è quindi l’impiego di un numero inferiore di lavoratori rispetto a quelli attualmente in forza alla FGA – con spazi di disciminazioni nel passaggio alla FIP per specifici lavoratori sindacalizzati e per quelli RCL – e la loro messa in mobilità. Rispetto ai 5.170 addetti della Fiat nel 2008, oggi tra gli addetti in FGA (3.481 a Pomigliano e 306 a Nola) e quelli già in FIP (594) si arriva a 4.831, pari ad una riduzione di 789 addetti (-15,3%). Per le altre società del gruppo, la Fiat Services, che si occupa di servizi di fatturazione e di contabilità, ha ridotto tra il 2008 e il 2011 di 31 unità il suo organico, passando da 101 a 70 dipendenti, con l’ipotesi di un’ulteriore ridimensionamento per accentramento a Torino di parte dell’attività adesso svolta a Pomigliano. La Comau, invece, mantiene la sua piccola presenza di collegamento per la manutenzione degli impianti robotizzati, con due unità operative (Tab. 2 e 3). Più articolata è la riorganizzazione che ha riguardato la Elasis. Nell’ambito della scissione di Fiat Spa da Fiat Industrial, infatti, dal primo gennaio 2011 i dipendenti di Elasis – che nel frattempo dal 2008 sono passati da 741 a 808 – sono stati trasferiti ai settori da cui erano già coordinate le attività tecniche, di sperimentazione e ricerca, pur continuando a svolgere la propria attività

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nell’attuale sede campana. In particolare: (a) gli addetti a “Research & Process Development”, 486 lavoratori di cui 449 impiegati e quadri e 37 operai che si occupano di ingegnerie di prodotto e di processo per l’autoveicolo oggi appartengono a FGA, (b) gli addetti a “Powertrain Engineering Center e Testing”, 249 addetti di cui 183 impiegati e quadri e 66 operai che si occupano di progettazione, sviluppo e applicazioni di motori e cambi e dei relativi sistemi di controllo, sono stati accorpati a Fiat Powertrain; (c) 50 addetti sono stati accorpati a Fiat Item e si occupano di reti informative e sistemi informatici; (d) infine, 8 addetti sono stati trasferiti a Fiat Pourchasing, occupandosi degli acquisti per il Gruppo. Alla società Elasis attualmente rimane soltanto la gestione dell’immobile e dei relativi impianti, cui sono per ora dedicati 15 addetti. Tra tutte le altre imprese che forniscono servizi intra-moenia (service suppliers) si registrano situazioni di riduzione del personale con eccezione della Sirio che si occupa di sicurezza industriale, vigilanza e antincendio e che ha portato i suoi addetti da 101 nel 2008 agli attuali 175. Negli altri casi, si contano per De Vizia Transfer, 20 addetti con una riduzione di 10 unità rispetto al dato del 2008. L’azienda non si occupa più della manutenzione dei carrelli, ma offre un servizio di manutenzione avvolgimento pompe e motori elettrici. La Manital (ex Delivery & Mail) ha dimezzato il suo organico con procedure di pensionamento, arrivando a 10 addetti che si occupano di pulizia spogliatoi e servizi postali. La Fenice ha ridotto il suo organico a 57 unità (di cui 13 impiegati); attualmente si occupa della conduzione di impianti energetici per i processi industriali e per il riscaldamento ambientale e del trattamento degli scarichi industriali. La P. Labs, con 31 addetti, si occupa della gestione della rete informatica dello stabilimento e del CED; la riduzione dell’organico è dovuta alla scissione dell’attività e alla ricollocazione di 15 dipendenti in IBM (Napoli). La Lifi che si occupa della manutenzione e della lavorazione dei contenitori metallici, ha ridotto il suo organico a 24 unità, rispetto i 44 registrati nel 2008, attraverso procedure di mobilità con accompagnamento alla pensione. La Novafero, che si occupa di movimentazione delle autovetture sul piazzale, dal fine linea al punto di presa in carico per il trasporto, ha ridotto i suoi addetti a 56 unità (14 in meno rispetto al 2008). La Pellegrini, infine, che si occupa del servizio mensa ha ridotto anche essa l’organico da 101 a 70 dipendenti.

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Tab. 2 – Sito industriale Fiat di Pomigliano d’Arco: imprese, attività e stima addetti. Dicembre 2011 Forma Sede Impresa Giuridica Legale Attività Imprese Gruppo Fiat Fiat Group Automobiles (FGA) SpA TO Produzione e assemblaggio auto; cessazione attività Fabbrica Italia Pomigliano (FIP) SpA NA Nuova società per produzione e assemblaggio Nuova Panda Fiat Services SpA TO Servizi di fatturazione e contabilità Comau SpA TO Manutenzione impianti Elasis ScpA NA Manutenzione impianti e servizi tecnici Fiat Powertrain (FP) SpA TO Progettazione, sviluppo, applicazioni e controllo motori e cambi FGA SpA TO Ingegneria di prodotto e processo per l'autoveicolo Fiat Pourchasing SpA TO Servizi di acquisto e forniture Fiat Item SpA TO Sistemi informativi e servizi informatici TOTALE GRUPPO FIAT Imprese Service Suppliers intra-moenia De Vizia Transfer SpA TO Manutenzione avvolgimenti pompe e motori elettrici Manital (ex Delivery & Mail) ScpA TO Servizi postali e pulizia spogliatoi Fenice SpA TO Conduzione impianti energetici, trattamento scarichi industriali P. Labs (ex Global Value) Srl TO Gestione reti informatiche aziendale e CED Lifi Srl CE Manutenzione e lavorazione contenitori metallici Novafero Srl MI Gestione movimentazione autovetture piazzale Pellegrini SpA MI Gestione servizio mensa Sirio ScpA TO Sicurezza industriale, vigilanza e antincendio TOTALE SERVICE SUPPLIERS Imprese la cui attività è stata internalizzata in FGA DHL Supply Chain SpA MI Movimentazioni materiali Plastic Components and Modules Automotive (ex Ergom) SpA TO Produzione e lavorazione serbatoi e componenti plastiche Ingest Facility SpA TO Servizi di manutenzione Magneti Marelli Sistemi Sospensioni SpA MI Lavorazioni e assemblaggio sospensioni e ammortizzatori TOTALE SITO POMIGLIANO FGA Nola TOTALE Fonte: nostra elaborazione su dati Fiom-Cgil Campania.

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Addetti 2008

2011

5.170 101 2 741 6.014

3.481 594 70 2 15 249 486 8 50 5.580

30 21 68 48 44 70 101 101 483

20 10 57 31 26 56 70 175 445

533 55 19 254 7.358 7.358

5.400 306 5.706


Un ultimo gruppo riguarda le imprese che non operano più nel sito di Pomigliano e che hanno ceduto l’attività che è stata internalizzata (insourcing) da Fiat. Si tratta di: (a) attività logistica della movimentazione dei materiali che nel 2008 occupava 533 addetti nella DHL Supply Chain; (b) delle lavorazioni plastiche del serbatoio e di altri particolari in plastica realizzate con 55 addetti dalla Plastic Components and Modules Automotive (ex Ergom); (c) delle attività di manutenzione svolte dai 19 addetti della Ingest Facility; e, infine, (d) la lavorazione e assemblaggio delle sospensioni precedentemente realizzato da 258 addetti nella Magneti Marelli Sistemi Sospensioni (Tab. 2). Nel complesso si tratta di 861 addetti che per una larga parte sono stati avviati con la mobilità al pensionamento, mentre la restante quota è stata assorbita dalla Fiat.

Tab. 3 – Sito industriale Fiat di Pomigliano d’Arco: imprese e addetti 2008 e 2011, attuale ricorso a CIG Ricors Imprese Stima addetti o 2008 2011 2008 2011 CIG Fiat Auto Fabbrica Italia Pomigliano 5.170 594  Fiat Group Automobiles (FGA) 3.481  DHL Supply Chain 533 Plastic Components and Modules Automotive 55 Attività internalizzate in FGA Ingest Facility 19 Magneti Marelli Sistemi Sospensioni 254 Fiat Services Fiat Services 101 70  Elasis Elasis 741 15 Fiat Powertrain 249 FGA 486 Ricollocazione societaria degli addetti Fiat Pourchasing 8 Fiat Item 50 Comau Comau 2 2 De Vizia Transfer De Vizia Transfer 30 20  Delivery & Mail Manital 21 10  Fenice Fenice 68 57  Global Value P. Labs 48 31  Lifi Lifi 44 26  Novafero Novafero 70 56  Pellegrini Pellegrini 101 70  Sirio Sirio 101 175 Totale Sito di Pomigliano Totale Sito di Pomigliano 7.358 5.400 FGA Nola 306  TOTALE 5.706 Fonte: nostra elaborazione su dati Fiom-Cgil Campania.

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4. L’indotto di primo livello di Fabbrica Italia Pomigliano Per comodità di esposizione le 24 aziende dell’indotto industriale campano di primo livello della Fiat e quindi dello stabilimento di Pomigliano – ma non solo in quanto impegnati anche in altre forniture – esistenti al 2008, possono essere suddivise in tre categorie di prodotto: (a) componenti meccaniche (stampaggi e assemblaggi); (b) componenti plastiche; (c) componenti in fibra, tessuto-nontessuto, cablaggi, ecc. Va precisato che in Campania esistono altre imprese fornitrici della Fiat, anche se il loro numero non è particolarmente significativo, che non lavorano per lo stabilimento di Pomigliano. Si tratta di imprese che hanno rapporti di fornitura con gli stabilimenti di Cassino, Sata di Melfi e Sevel di Val di Sangro. Inoltre anche le aziende che abbiamo indagato presentano in molti casi produzioni per più stabilimenti Fiat e molto spesso le produzioni per lo stabilimento di Pomigliano in relazione alla Nuova Panda costituiscono solo una piccola parte dei volumi produttivi realizzati. Alcune di queste imprese hanno, inoltre, commesse per clienti esteri quali i francesi del gruppo PSA, Renault o i tedeschi Bmw e Mercedes, cresciute in particolare negli ultimi anni. In 4 aziende al momento della rilevazione non erano presenti commesse riferibili alla Nuova Panda (Almec, Dythec Sinter, Fibro, Yazaki), anche se in passato queste stesse aziende sono state fornitrici dello stabilimento di Pomigliano per i modelli Alfa Romeo (la Yazaki quando era ancora Cablelettra). Allo stesso modo due aziende (Meridbulloni e Magneti Marelli) che nel 2008 non erano fornitrici dello stabilimento di Pomigliano sono tornate ad esserlo oggi con la nuova produzione8. Non abbiamo al momento dati sull’indotto di secondo e terzo livello, ma in conclusione forniremo comunque una stima delle imprese potenzialmente coinvolte e del volume di occupazione complessiva che ne deriva. L’insieme di queste considerazioni e i dati che forniremo successivamente ci spingono ad affermare che la stima tra i 9mila e i 13mila posti di lavoro nell’indotto annunciati nel novembre scorso in relazione alla messa in produzione della Nuova Panda9, pur volendo fare riferimento all’intero territorio nazionale, ci risultano

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L’ingresso di aziende nelle forniture di uno specifico modello può tendenzialmente variare in virtù di diversi fattori. Non è da escludere che nel corso della produzione ad alcune aziende fornitrici ne subentrino altre o ne escano momentaneamente per poi rientrarvi. 9 Si veda ad esempio l’articolo di Alessandro Puato, “Fiat Pomigliano riparte e sale sulla nuova Panda”, in Il Sole 24 Ore, del 14 novembre 2011, ma più in generale gli articoli pubblicati in seguito all’annuncio ufficiale Fiat della ripresa produttiva dello stabilimento di Pomigliano.

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significativamente sovrastimati, soprattutto in relazione alle effettive ricadute occupazionali sul tessuto industriale del comparto automotive campano. Suddividendo gli stabilimenti fornitori di primo livello per tipologia di prodotto, come indicato in precedenza, individuiamo i seguenti tre gruppi di imprese: a. Le aziende del comparto meccanico (assemblaggi, stampaggi lamiere, lavorazioni meccaniche): sono la metà delle aziende (12 unità locali) che compongono l’indotto di primo livello localizzato in Campania. Le aziende sono ubicate in tutte le province campane, anche se in numero maggiore in quella di Napoli: Almec, ASM, Lima Sud, Denso in provincia di Avellino; Ficomirrors in provincia di Benevento (anche se questa azienda si occupa anche di stampaggio plastica); Ben Vautier, Dythec Sinter, Magneti Marelli, Meridbulloni, Tiberina Pomigliano in provincia di Napoli; Proma e Tower Automotive in provincia di Caserta. b. Le aziende del comparto plastica e gomma plastica: se si esclude la ex Ergom (Plastic Components and Modules Automotive) che ha chiuso i quattro stabilimenti campani e che riforniva gran parte dei componenti in plastica per Pomigliano (paraurti, plance, altri particolari interni ed esterni), sono solo due le imprese che oggi operano nell’indotto Fiat di Pomigliano: la Cooper Standar Automotive (ex Metzeler) di Battipaglia (guarnizioni in gomma e plastica) e la PPG di Caivano (resine e emulsioni per scocca, semilavorato delle vernici). c. Le aziende dei tessuti-non tessuto, bi-materiali: in questo gruppo di imprese troviamo le rimanenti Adler Plastic di Ottaviano, la Lear Coorporation di Caivano (assemblaggio sedili), la Yazaky e la Fibro in provincia di Benevento (anche se al momento non avevano produzioni per la Nuova Panda), la Johnson Controls in provincia di Caserta (semilavorato pannello porta), la Johnson Controls in provincia di Salerno (pannello porta finito), la Rieter Automotive FIMIT in provincia di Caserta (materiali interni per autovetture).

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5. La riorganizzazione dell’indotto automotive in Campania La ripresa dell’attività produttiva dello stabilimento di Pomigliano con la messa in produzione della Fiat Nuova Panda il prossimo anno – oggi la produzione è ancora di poche vetture al giorno esclusivamente per il lancio promozionale – avviene dopo una drastica riduzione dell’attività produttiva nel corso degli ultimi tre anni, che ha avuto sensibili effetti negativi sulla maggior parte delle aziende dell’indotto che producevano solo per lo stabilimento di Pomigliano. Per comprendere le ricadute sull’indotto della produzione della Nuova Panda bisogna però preliminarmente tenere conto di tre aspetti:  si tratta di un’autovettura di più basso segmento di mercato (utilitaria di segmento A) rispetto ai modelli Alfa Romeo precedentemente prodotti che si collocavano sui segmenti di mercato medio-alti (segmento C/D e sportive), quindi complessivamente un prodotto a minor valore aggiunto e più sensibile alle economie di costo;  la diversa motorizzazione delle vetture ha determinato l’esclusione dello stabilimento FMA di Pratola Serra quale fornitore dei motori a vantaggio degli stabilimenti di motori della Fiat in Polonia (dove verrà prodotto e assemblato il motore multijet) e di Termoli;  diverse aziende impegnate nelle commesse per le forniture dirette al modello Nuova Panda non hanno la fornitura esclusiva, ma concorrono con un’altra impresa; in questo modo sta progressivamente emergendo la propensione della Fiat ad avere, a differenza del passato, per ogni tipologia di prodotto due fornitori, con un conseguente ridisegno della catena di fornitura ai vari livelli gerarchici.

L’occupazione nell’indotto. Per quanto riguarda le aziende della componentistica che erano incluse tra i fornitori di primo livello nel 2008, quando lo stabilimento di Pomigliano, aveva ancora in produzione tre modelli Alfa Romeo (147, GT e 159), si contavano 24 stabilimenti in Campania per circa 5.600 addetti. Già nel 2008 una parte di queste imprese non lavoravano esclusivamente per lo stabilimento di Pomigliano, ma erano impegnate nelle forniture per Fiat Cassino (soprattutto gli stabilimenti localizzati in provincia di Caserta per la maggiore prossimità territoriale), per la Sata di Melfi, la Sevel in Val di Sangro e lo stabilimento siciliano Fiat di Termini Imerese, chiuso il mese scorso. A distanza di circa tre anni, a inizio dicembre 2011, in un quadro ancora segnato da incertezza sul piano produttivo e occupazionale, nonostante la conferma per la

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maggior parte delle aziende di commesse riferibili alla produzione della Nuova Panda, l’occupazione di questi stabilimenti si è ridotto a circa 4.800 addetti (una riduzione di 823 addetti, pari a -14,7%) (Tab. 4), di cui solo una parte oggi impiegati effettivamente per via del perdurare di situazioni di ricorso massiccio alla cassa integrazione guadagni o ad altri provvedimenti di sospensione (Cigs, Cig in deroga, prossime apertura di procedure di mobilità o procedure già aperte), stimabile tra il 25% e il 30% dell’occupazione, che in valori assoluti equivalgono a valori tra 1.700-1900 circa addetti, di cui la metà o poco più riconducibili ai dipendenti della ex Ergom. La riduzione dell’occupazione intervenuta in questi anni è imputabile a diversi fattori che riportiamo in forma schematica:  tutte le imprese hanno ridotto nell’arco del periodo 2008-2011 il numero di dipendenti attraverso o il blocco del turnover (a seguito dei pensionamenti) o l’apertura di procedure di mobilità (per la sostanziale contrazione delle commesse, soprattutto da parte di Fiat); ciò è avvenuto oltre che per la riduzione delle commesse anche per l’introduzione di nuovi impianti e macchinari che hanno ridotto il numero di lavoratori necessari per lo stesso tipo di operazioni (processi di innovazione di tipo “labour saving”), d’altra parte la minore complessità tecnologica del prodotto Nuova Panda ha permesso la standardizzazione di alcuni processi produttivi e la loro automazione;  nel complesso se consideriamo gli organici delle 24 aziende fornitrici ancora nel 2008 dello stabilimento di Pomigliano, risultano impiegati stabilmente (o lo saranno) non più di 3.650 addetti, poco meno del 75% in quanto la restante parte è in cassa integrazione straordinaria (a rotazione o in deroga) o in mobilità;  il comparto del cablaggio è stato definitivamente smantellato con la chiusura nel frattempo intervenuta di due aziende, la Cablelettra di Limatola (BN) e Cablauto di Pianodardine (AV) con l’espulsione diretta di circa 200 addetti senza contare tutto il sub-indotto che nel 2008 era ancora esistente e piuttosto significativo; questa riduzione è stata solo in parte compensata dall’ingresso della Yazaki che ha rilevato 39 addetti della ex Cablelettra con attività esclusive di logistica dei cablaggi oggi totalmente prodotti all’estero (in particolare in Tunisia), mentre in precedenza erano localizzati in provincia di Benevento;  tra le aziende dell’indotto di primo livello solo la Magneti Marelli di Caivano ha registrato un aumento degli addetti, ma solo per via dell’assorbimento dei dipendenti di un’azienda molisana (la Sotea);  rispetto al 2008 inoltre dei 1.027 dipendenti dei quattro stabilimenti ex Ergom presenti in Campania (Plastic Components and Modules

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Automotive), con la produzione a regime della Nuova Panda dovrebbero essere assorbiti nel personale FIP al massimo in 550, mentre la restante parte dovrebbe essere collocata in quello di Napoli senza chiare indicazioni sul piano industriale10; non tutte le aziende che nel 2008 rifornivano lo stabilimento di Pomigliano sono oggi presenti nella commessa della Nuova Panda (Almec, Fibro, Dythec Sinter, Yazaki), mentre vi sono entrate Magneti Marelli (con il 40% della fornitura dei catalizzatori) e Meridbulloni (per le viti filettate e altre minuterie) che precedentemente non presenti nelle forniture per Pomigliano (Tab. 5); sulla base delle indicazioni raccolte per gli stabilimenti che produrranno per la Nuova Panda e in considerazione della presenza di indotti di secondo livello si può ritenere che il numero di occupati direttamente collegati alla produzione della Nuova Panda non dovrebbe superare i 500 addetti nelle aziende fornitrici di primo livello, mentre volendo estendere l’occupazione indiretta al secondo e al terzo livello di fornitura localizzato in Campania questo non supererebbe gli ulteriori 500 addetti, secondo una stima ottimistica e considerando volumi di produzione della Nuova Panda a pieno regime; in tutte le aziende osservate non si rileva la presenza di personale assunto con contratti a tempo determinato o in somministrazione, ma piuttosto ancora un massiccio ricorso alla cassa integrazione; continua la situazione di crisi nello stabilimento FMA di Pratola Serra che coinvolge 1.894 addetti direttamente dipendenti dalla stabilimento appartenente al gruppo Fiat Powertrain, e altri 288 dipendenti nelle imprese di servizio che operano nel sito avellinese. Lo stabilimento lavora ad un terzo della capacità istallata e le nuove produzioni assegnate che riguardano motori di alta gamma di nicchia non sono in grado di assicurare un più ampio impiego degli addetti.

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Al momento della rilevazione dei 1.027 addetti, circa 40 sono stati assorbiti in FIP e circa 10 si sono trasferiti presso altri stabilimenti Plastic Components and Modules Automotive o risultano dimissionari.

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Tab 4. – Imprese fornitori di primo livello dello stabilimento FIP di Pomigliano: localizzazione, produzioni per il modello Nuova Panda e addetti (2008 e 2011) addetti Imprese Localizzazione Prov. Attività per modello Fiat Nuova Panda 2008 2011 ALMEC S.p.a. Nusco AV componenti pressofusi 310 273

variazioni 2011/2008 -37

ASM Produzioni S.r.l.

Pianodardine

AV

particolari stampati in lamiera

190

170

-20

LIMA Sud S.p.a.

Pianodardine

AV

cerniere porte in metallo

104

81

-23

DENSO Thermal Systems S.p.a.

Pianodardine

AV

componenti termici

985

842

-143

Ficomirrors Italia S.r.l.

Benevento

BN

comando cambio

190

188

-2

Ben Vautier S.p.a.

Caivano

NA

cestello batteria e traverse anteriori

60

50

-10

Dythec Sinter

Arzano

NA

pulegge per motori

300

127

-173

Magneti Marelli S.p.a.

Caivano

NA

catalizzatori e silenziamento

159

196

37

Meridbulloni S.p.a. Tiberina Pomigliano S.r.l.

Castellammare Pomigliano

NA NA

viti filettate, poligonari, rondelle imperdibili minuteria particolari lastrati in lamiera

101 70

93 70

-8 0

PROMA S.r.l. Tower Automotive Sud Ex Ergom (*) Cooper Standard (ex Metzeler) S.p.a PPG S.p.a

San Nicola la Strada Pignataro Maggiore Stabilimenti vari Battipaglia Caivano

CE CE SA NA

stampaggio lamiera e assemblaggio supporto ant. cruscotto particolari stampati componenti in plastica (plance, paraurti, ecc.) guarnizioni in plastica e in gomma resine ed emulsioni per scocca

200 315 1.027 370 168

200 270 975 345 137

0 -45 -52 -25 -31

Adler Plastic S.p.a.

Ottaviano

NA

poliuretano espanso e altri particolari termoformati

55

55

0

Yazaki (ex Cablelettra)

Limatola

BN

logistica cablaggi

91

39

-52

Fibro S.p.a.

Airola

BN

Cappelliere

25

23

-2

Lear Corporations

Caivano

NA

assemblaggio sedile

128

121

-7

Rieter Automotive FIMIT S.p.a.

Pignataro Maggiore

CE

particolari insonorizzanti e isolanti termoacustici

290

230

-60

Johnson Controls

Rocca d'Evandro

CE

semilavorato pannelli interni

200

140

-60

Johnson Controls

Cicerale

SA

pannelli porta

140

150

10

Cablauto (CHIUSA)

Pianodardine

AV

assiemaggio cavi

120

0

-120

5.598

4.775

-823

TOTALE * Personale riferito agli stabilimenti ex Ergom di Caivano, Napoli, Pomigliano e Marcianise. Fonte: nostra elaborazione su dati Fiom-Cgil Campania.

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Tab. 5 – Imprese fornitori di primo livello dello stabilimento FIP di Pomigliano: forniture per Nuova Panda (2011) e per modelli Alfa Romeo (2011) Commesse Specifica delle forniture Nuova Panda Alfa Romeo Imprese (2011) (2008) Per Nuova Panda (2011) Per Alfa Romeo (2008) Almec X Copertura scatola cambio (per GETRAG Bari) ASM Produzioni X X Particolari in lamiera stampati Particolari in lamiera stampati Lima Sud X X Al 70% cerniere portiere e cofano Cerniere per portiere e cofano Denso Thermal System X Sistema termico Nd Ficomirrors Italia X X Comando cambio Specchio retrovisore e specchi esterni Ben Vautiere X X Cestello batteria e stampaggio traverse Cestello batteria Dythec Sinter X Pulegge per motori Magneti Marelli X Silenziamento (per il 40% delle forniture) Meridbulloni X Viti filettate e altre minuterie Tiberina Pomigliano X X Particolari lastrati in lamiera Proma X X Supporto cruscotto anteriore e altri componenti Componenti ossatura sedile ossatura sedile Tower Automotive Sud X X Supporti metallici parte motore, componenti di Traverse, puntoni, supporti ammortizzatori carrozzeria Ex ERGOM * X Componenti plastici interni ed esterni Componenti plastici Metzeler X X Baule, supporto motore Antifruscio, baule, canalini, raschia vetri PPG X X Resine e emulsioni per scocca Resine e emulsioni per scocca Adler Plastic X X Poliuretano espanso per imbottitura sedili e altri Poliuretano espanso per imbottitura sedili e altri particolari termoformati particolari termoformati Yazaky (ex Cablelettra) X Cablaggi Fibro X Cappelliere (Alfa Romeo 159) Lear Corporation X X Sedili Sedili Rieter Automotive X X Tappeti, cofano e altri particolari Padiglioni, frontali, tappeti Jonhson Controls X X Rivestimenti interni, maniglia (semilavorati) Stampaggio pannello plastica per pannello porta Johnson Controls X X Pannelli porta Pannelli porta * Plastic Components and Modules Automotive. – n.d.: dato non disponibile. Fonte: nostra elaborazione su dati Fiom-Cgil Campania.

20

N. addetti per linea Panda n.d. n.d. n.d. 40 27 50 0 20 n.d. n.d. n.d. 20 n.d. n.d. n.d. n.d.

121 n.d. 20 45


Le forniture dalla Polonia. La rilevazione finora compiuta non ci permette di comprendere quale sarà il peso effettivo delle forniture che proverranno dalla Polonia, anche se per ora di certo sappiamo già che una quota significativa dei motori verranno proprio da questo paese. È tuttavia molto probabile immaginare che almeno una parte della componentistica della Nuova Panda risulterà provenire dalla Polonia sia per l’esistenza di un indotto legato al vecchio modello e agli altri prodotti sulla piattaforma tecnologica “small” (segmento A), sia per gli investimenti che molte aziende hanno realizzato in questo paese negli ultimi anni. Tra le nostre aziende di primo livello in un solo caso abbiamo riscontrato una piccola produzione per la Fiat 500 (Johnson Controls di Cicerale), ma va tuttavia osservato come indicano i dati della Tab. 6, che l’export di motori e componenti verso la Polonia dalla Campania è aumentato molto a partire dal 2008, ovvero con l’inizio dell’ultimo periodo di crisi anche se, invece, le importazioni dalla Polonia, viceversa, sono state superiori e molto significative almeno dal 2003 al 2008 con un saldo commerciale negativo (maggiori importazioni) almeno fino al 2007. Se si ragiona sul significato di questi pochi dati si può osservare che, da un lato, con la riduzione delle commesse da parte dello stabilimento di Pomigliano, una parte delle aziende fornitrici ubicate in Campania ha cominciato a produrre per Fiat Poland, anche se guardando ai dati relativi al Mezzogiorno le forniture di direzione contraria hanno un peso maggiore; dall’altro lato, se si osservano i dati riferiti al primo periodo (2003-2007) le importazioni dirette alla Campania erano piuttosto significative, tanto che la ripresa produttiva dal 2012 potrebbe segnare un nuovo incremento delle importazioni, non solo per il numero dei motori, ma anche per una parte dell’altra componentistica (per esempio quella di volume minore e quindi con minori costi di trasporto). Tab. 6 – Import-Export tra Polonia e Campania e tra Polonia e Mezzogiorno* nel settore “Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori (codice Istat CL293). Anni 2003-2011 (valori in euro) Campania Import

Export

2011 II° trim.

1.918.875

6.884.699

2010

4.536.959

2009

Mezzogiorno Saldo

Import

Export

Saldo

4.965.824

53.788.309

31.820.475

-21.967.834

10.203.017

5.666.058

113.083.725

51.911.528

-61.172.197

3.685.015

10.485.984

6.800.969

96.665.074

48.565.680

-48.099.394

2008

8.576.634

10.841.119

2.264.485

117.928.131

48.340.994

-69.587.137

2007

9.647.331

9.544.233

-103.098

120.696.635

38.053.503

-82.643.132

2006

13.953.253

8.578.370

-5.374.883

99.080.529

38.963.447

-60.117.082

2005

21.151.220

2.961.642

-18.189.578

65.125.108

32.198.209

-32.926.899

2004

17.832.606

2.720.438

-15.112.168

43.972.857

33.912.408

-10.060.449

36.663.095

20.213.501

-16.449.594

2003 17.115.541 1.395.898 -15.719.643 * Il dato Mezzogiorno non comprende Sicilia e Sardegna. Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT.

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6. Brevi Note conclusive L’avvio della produzione della Fiat Nuova Panda per ora ha permesso il rientro nella FIP soltanto di piccola quota di addetti. Le informazioni analizzate evidenziano che a fronte di una già significativa riduzione degli addetti nel sito industriale di Pomigliano, in prospettiva ci potrebbe essere il rischio che una quota di lavoratori non venga riassorbita nella nuova Società (aprendo anche spazi di discriminazione selettiva che potrebbero penalizzare la componente più sindacalizzata). Tale rischio è connesso anche alle caratteristiche della nuova organizzazione tecnologica e organizzativa del sistema produttivo istallato che appare in grado di funzionare, anche a pieno regime, con un numero inferiore di addetti rispetto a quelli precedentemente impiegati per la produzione dei tre modelli Alfa Romeo. Per quanto riguarda l’indotto le analisi evidenziano che l’investimento della FIAT a Pomigliano non ha prodotto una crescita dell’indotto locale né in termini di produzioni, né in termini di addetti. Anzi al contrario le prime indicazioni che emergono in riferimento al primo livello di fornitura – quello meglio strutturato e dai cui dipendono in larga misura le subforniture locali – sottolineano un ridimensionamento dell’industria automotive regionale e un assestamento su livelli occupazionali più bassi. D’altra parte le riduzioni di addetti registrate, sono una sottostima dell’effettiva eccedenza di manodopera, visto il ricorso ancora massiccio alla cassa integrazione e alla mobilità in molte delle imprese interessate dalle forniture per la Nuova Panda. Per quanto riguarda le produzioni, come in parte già previsto11, si osserva una minore dipendenza dalle forniture per lo stabilimento di Pomigliano e una maggiore grado di diversificazione verso altri impianti del gruppo Fiat e altri produttori europei. In altre parole, l’incidenza delle produzioni della Nuova Panda, a differenza di quanto accadeva per le forniture per i modelli Alfa Romeo, hanno una minore incidenza sulle produzioni, ma soprattutto sul numero di addetti impiegati. Per comprendere tali fenomeni è necessario ricordare che il downgrading dello stabilimento di Pomigliano dalla piattaforma C/D per la produzione delle auto mediograndi a quella A per la produzione dei modelli small, significa lo scivolamento verso produzioni a minor valore aggiunto per l’intera catena di fornitura. I ricavi per unità di prodotto sono ridottissimi e solo il raggiungimento dell'obiettivo dei volumi produttivi previsti, può garantire le economie di scala e i vantaggi competitivi di costo necessari a rendere profittevoli gli investimenti. In tale direzione si rilevano investimenti labour saving che spingono verso l’automazione di processo resa possibile dalla semplificazione del prodotto e da una maggiore possibilità di standardizzazione. Nell’ottica delle economie di scala non può essere infine trascurato che la catena di fornitura della componentistica diretta allo stabilimento di Tichy in Polonia – dove rimane allocata la piattaforma A su cui si assemblano i modelli FIAT 500, la vecchia Panda, e la nuova Ford Ka – fornirà anche una parte della componentistica allo stabilimento di Pomigliano, escludendo la possibilità dell’espansione delle forniture locali.

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Si veda Pirone F., “Le difficoltà dell'indotto auto sono rimaste nell'ombra”. In Newsletter Nuovi Lavori. Numero speciale: Il caso Pomigliano è un eccezione o sarà la regola per il futuro?, vol. 50, 2010.

22


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