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si incontrano, tutto questo è alla base del Design moderno. Questa materia getta le basi per il design che tutti conosciamo e da la possibilità successiva a chiunque lo desideri di specializzarsi in un ambito
BASIC DESIGN I
Il Basic Design è una disciplina nata agli inizi del secolo scorso. Si diffonde inizialmente nelle scuole di Ulm, Hochschule für Gestaltung e la Bauhaus di Weimar, in Germania. I Basic Design è la disciplina dove la ricerca della forma, il progetto e la teoria della
ACHILLE CASTIGLIONI Nasce a Milano nel 1918, si laureò al Politecnico di Milano nel 1944; dopo la laurea lavorò nello studio dei fratelli maggiori Livio (1911-1979) e Pier Giacomo (1913-1968) in piazza Castello a Milano, dedicandosi a progetti di urbanistica, architettura, mostre, esposizioni e product design. È morto il 2 dicembre 2002, all’età di 84 anni, in seguito ai postumi di una caduta accidentale nel suo studio di Piazza Castello a Milano. È stato sepolto nel Cimitero monumentale di Milano.
Il design di Achille Castiglioni è sempre stato improntato a una ricerca di funzionalità, anche attraverso il riuso funzionale di oggetti già presenti nella produzione. Nel 1956 fu tra i fondatori dell’ADI, Associazione per il disegno industriale. Tra il 1955 e il 1979 vince sette premi Compasso d’oro, l’ultimo lo vince nel 1979 per la lampada Parentesi progettata insieme a Pio Manzù.
Dal 1971 presiede il corso di “Progettazione Artistica per l’industria” presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. Dal 1980 al 1993 è professore ordinario di “Disegno Industriale” al Politecnico di Milano.
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Quattordici delle sue principali opere sono presenti al MOMA di New York dove, nel 1997, curatrice Paola Antonelli, venne realizzata la piĂš grande retrospettiva mai dedicata da quel museo ad un designer italiano.
1965, Firenze, orologio a parete per Lorenz e Alessi.
1992, Brera, lampada per Flos.
1989, Record, orologio da polso per Alessi.
1962, Arco, (con Pier Giacomo) lampada a terra per FLOS.
IMPAGINAZIONE 297 mm
L’impaginazione è la parte più importante nella preparazione di una rivista. Qui si decide da subito lo stile e la forma che assumerà il lavoro una volta In questo caso è stata scelta un’impaginazione su fogli di formato A4 verticali, della misura di 297 mm per 210 mm.
210 mm
A4
quale basarsi, alla pagina vanno impostate delle colonne che variano a discrezione della persona. In questo caso è stata utilizzata una griglia a 4 colonne che permette di gestire meglio la posizione di immagini e testi in modi molto vari nello spazio. principali del lavoro per non rischiare di essere tagliati o incollati nel caso adoperati degli ampi bordi di 12 mm, in questo modo rimane anche lo spazio esterno per aggiungere i titoli dei capitoli ad ogni pagina.
Per ultimo si scelgono le griglie e la posizione che andranno ad occupare gli elementi presenti nella rivista, come foto, testi, illustrazioni e documenti. Ci sono diverse combinazioni, l’iportante è utilizzarne un numero limitato e agili per permettere una migliore lettura senza incorrere in problemi di scorrimento nella lettura. Qui ci sono alcuni esempi possibili che si possono adottare nelle pagine, tutte le griglie si basano sempre sulla suddivisione in colonne effettuata in precedenza:
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TITOLO Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit, sed diam nonummy nibh euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation ullamcorper suscipit lobortis nisl ut aliquip ex ea
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CAPITOLO
Impostazione pagine di inizio capitolo. In questo caso la pagina desta comprende il titolo del capitolo, mentre la pagina sinistra è una pagina di respiro, pagine che
Indicatore titolo del capitolo
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dare un attimo di pausa al lettore, tenedolo però ancora concentrato sulla lettura, dando alla pagina un colore
Gli elementi della rivista possono essere vari, in questa situazione sono stati utilizzati esclusivamente i 2 fondamentali: Il titolo del capitolo corrente e l’indicatore della pagina.
Indicatore pagina corrente
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TANGRAM
Il Tangram è un gioco millenario, che ci perviene dall’antica Cina ed è ottenuto scomponendo un quadrato in sette parti dette tan: un quadrato, un romboide, e cinque triangoli rettangoli isosceli, di cui due grandi, uno medio e due piccoli . Le regole tradizionali del gioco sono semplici: si tratta di disporre sul piano, evitando sovrapposizioni, tutti i sette tan cano, rispettando le proporzioni, quelle riportate in formato ridotto sui libretti che accompagnano il gioco. Il Tangram è un antichissimo gioco cinese che all’inizio era conosciuto con lo strano nome. “Tch’iao pan” e risale al 740-730 a.C. nel 1796 furono pubblicate le prime opere che conosciamo sul Tangram. La “Tavoletta della verità”, come venne anche chiamato questo gioco, in Cina divenne persino oggetto di culto. In Europa la prima pubblicazione ebbe luogo nel 1805 e si diffuse rapidamente in Europa e in America.Le prime copie dell’edizione originale, proveniente dall’Estremo Oriente, erano conosciute come “Puzzle cinesi”. Fu utilizzato tra l’altro per comprendere la matematica e la geometria.
ESERCITAZIONI L’incontro
Giovanni Ferraioli A.A 2019/2020
Primo esercizio: storia di fantasia.È possibile delimitare l’area come fosse un fumetto ma non è possibile utilizzare colori o testo. Tutte le forme devono essere del medesimo colore o nero, o grigio.
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TANGRAM
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IL PONTE: Ferraioli A.A 2019/2020 per la tavola STABILITA’ EGiovanni BILANCIAMENTO
LA ROTTURA: Giovanni Ferraioli A.A 2019/2020 per la tavola della RABBIA
Secondo esercizio:
Realizzare 4 diverse tavole “tematiche”. E’ possibile usare tutti i 7 pezzi del tangram liberamente (anche più copie della medesima forma) ed è possibile colorare liberamente sia le forme tangram che lo sfondo che le contiene.
IL SALTO: per la tavola del DINAMISMO
Giovanni Ferraioli A.A 2019/2020
IL TRAMONTO: per la tavola della CALMA e RILASSAMENTO
Giovanni Ferraioli A.A 2019/2020
IL VIAGGIO:
Terzo esercizio: Realizzare 1 tavola “tematica”. Lo sfondo lo potrete anche colorare, potrete usare quante copie vorrete dei 7 pezzi del singolo tangram, colorandoli e disponendoli liberamente, anche senza che si tocchino o che siano allineati. La composizione è quindi massimamente libera. Il tema di questa ultima tavola sarà: - QUESTO SONO IO Questa tavola esprime ciò che più mi rappresenta, ovvero la mia volontà di viaggiare edi esplorare il mondo alla scoperta di nuove culture. La valigia può essere considerata anche come un 24h, e sta a indicare il fatto chepoter lavorare viaggiando per il globo è uno dei miei obbiettivi.
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tutte le esercitazioni sono state successivamente impaginate in una piccola rivista di 10 pagine in cui sono state mostratee spiegatesingolarmente.
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Le origini... L’ I N C O N T R O
Il Tangram è un gioco millenario, che ci perviene dall’antica Cina ed è ottenuto scomponendo un quadrato in sette parti dette tan: un quadrato, un romboide, e cinque triangoli rettangoli isosceli, di cui due grandi, uno medio e due piccoli . Le regole tradizionali del gioco sono semplici: si tratta di disporre sul piano, evitando sovrapposizioni, tutti che riproducano, rispettando le proporzioni, quelle riportate in formato ridotto sui libretti che accompagnano il gioco. Il Tangram è un antichissimo gioco cinese che all’inizio era conosciuto con lo strano nome “Tch’iao pan” e risale al 740-730 a.C. nel 1796 furono pubblicate le prime opere che conosciamo sul Tangram. La “Tavoletta della verità”, come venne anche chiamato questo gioco, in Cina divenne persino oggetto di culto. In Europa la prima pubblicazione ebbe rapidamente in Europa e in America.Le prime copie dell’edizione originale, proveniente dall’Estremo Oriente, erano conosciute come “Puzzle cinesi”. Fu utilizzato tra l’altro per comprendere la matematica e la geometria.
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Secondo esercizio: Realizzare 4 diverse tavole “tematiche”. E’ possibile usare tutti i 7 pezzi del tangram liberamente (anche più copie della medesima forma) ed è possibile colorare liberamente sia le forme tangram che lo sfondo che le contiene.
Giovanni Ferraioli A.A 2019/2020
Primo esercizio:
IL SALTO: per la tavola del DINAMISMO
IL PONTE: per la tavola STABILITA’ E BILANCIAMENTO 4
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- QUESTO SONO IO
IL VIAGGIO: per la tavola di QUESTO SONO IO
Questa tavola esprime ciò che più mi rappresenta, ovvero la mia volontà di viaggiare edi esplorare il mondo alla scoperta di nuove culture. La valigia può essere considerata anche come un 24h, e sta a indicare il fatto chepoter lavorare viaggiando per il globo è uno dei miei obbiettivi.
LA ROTTURA: per la tavola della RABBIA
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IL TRAMONTO: per la tavola della CALMA e RILASSAMENTO 8
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in grado di donare un forte senso di sicurezza a chi lo possiede. L’immagine deve la sua origine al celebre fumetto sui personaggi Peanuts, striscia creata da Charles M. Schulz negli anni Cinquanta. Al centro tori di profonde massime di saggezza, tra i quali il mitico Linus e la sua celebre coperta, strumento inseparabile da lui stesso affeziona visceralmente ad un oggetto che tiene sempre con sé, vuole portare ovunque, nella maggior parte dei casi non si tratta dell’ultimo prodotto lanciato dalle multinazionali dei giocattoli, reclamato senza sosta negli spot pubblicitari, di frecante al quale i piccoli attribuiscono anima e che diventa preziosissimo.
COPERTA DI LINUS
Con l’espressione “la coperta di Linus” si fa riferimento a un oggetto al quale si attri-
MAGLIETTA Con la realizzazione di questa maglia l’obbiettivo era quello di trasmettere la mia volontà nel viaggiare e nell’esplorare il mondo, soprattutto per vedere il patrimonio artistico che le epoche passate ci hanno lasciato. Per indicare ciò ho pensato di utilizzare le 7 meravglie del mondo perchè credo che rappresentino parte delle grandi opere che gli antichi sono riusciti a realizzare, e alcune di esse sembravano impossibili per le tecnologie antiche e quindi suscitano ancora più curiosità.
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LACOPERTA DI LINUS
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MOODBOARD - Travel around the globe Il Taj Mahal è un mausoleo, situato ad Agra, nell'India settentrionale, costruito nel 1632 dall'imperatore moghul Shah Jahan in memoria della moglie preferita Arjumand Banu Begum, meglio conosciuta come Mumtaz Mahal.
Il Colosseo, originariamente conosciuto come Amphitheatrum Flavium o semplicemente come Amphitheatrum, è il più grande anfiteatro del mondo, situato nel centro della città di Roma. Chichén Itzá è un importante complesso archeologico maya situato nel Messico, nel nord della penisola dello Yucatán.
Il Cristo Redentore è una statua in stile Art Déco rappresentante Gesù Cristo. La statua è collocata sulla cima della montagna del Corcovado, che si erge a 700 m s.l.m. a picco sulla città e sulla baia di Rio de Janeiro, è alta 38 metri.
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Il Machu Picchu è un sito archeologico Inca situato in Perù. La località è universalmente conosciuta sia per le sue imponenti ed originali rovine, sia per l'impressionante vista che si ha sulla sottostante valle dell'Urubamba circa 400 metri più in basso.
La Grande Muraglia consiste in una lunghissima serie di mura situate nell'odierna Cina. Costruita a partire dal 215 a.C. circa per volere dell'imperatore Qin Shi Huang. La Grande Muraglia risulterebbe lunga 8.852 chilometri
Petra è un sito archeologico della Giordania, Il suo nome semitico era Reqem o Raqmu («la Variopinta»), attestato anche nei manoscritti di Qumran.
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Giovanni Ferraioli A.A. 2019-2020
Dopo la realizzazione delle magliette personali, in collaborazione con il professor De Carli di linguaggi multimediali,
L’uscita delle singole persone è stata caratterizzata da un tema che legava le differenti maglie e con luci, colori e musidi Linus, come la coperta per Linus queste maglie per noi sono come delle corazze che ci fanno sentire al sicuro.
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LACOPERTA DI LINUS
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Sulle pareti ai lati della passerella sono stati appesi tutti i moodboard chespiegano la realizzazione delle nostre maglie.
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La storia di questa azienda risale al 1899, quando l’ingegnere August Horch fondò il primo nucleo della casa automobilistica che, dieci anni dopo, divenne una vere a propria realtà commerciale e produttiva. Fin dai primi del ‘900, l’insaziabile desiderio di innovazione che animava il fondatore di Audi, lo rese inviso a molti suoi colleghi che, spinti dall’invidia e forse anche dalla preoccupazione per le sempre maggiori spese da lui sostenute, lo esclusero dal consigli amministrativo. Fu per questo motivo che nel 1909 Horch si distaccò dai soci e, mettendosi in proprio, fondò Audi, la cui de“ascolta”, traduzione del termine tedesco “horch”.
STORIA LOGO AUDI
Nel 1929, dopo il crollo di Wall Street, anche l’azienda DKV fallì e tre anni dopo fu costretta a fondersi con la casa automobilistica Wanderer, dando origine ad si ricollegava alle quattro aziende maggiormente rappresentative della produzione automobilistica tedesca, che erano appunto Audi, DKV, Wanderer e Horch.
AutoUnion raggiunse un notevole successo economico anche nel settore delle auto di lusso, che nel periodo post bellico incominciò a svilupparsi esponenzialmente. Il periodo post bellico segnò ancora una volta una fase tragica per il marchio Audi, infatti l’azienda AutoUnion venne nazionalizzata concentrandosi soprattutto sulla produzione di vetture di classe medio-bassa, perdendo numerosi stabilimenti nella Germania dell’est. Nel 1958, dopo dieci anni di risultati insoddisfacenti, AutoUnion fu obbligata ad associarsi alla casa Daimler-Benz.
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TIPOLOGIE DI LOGHI 1. IL LOGOTIPO (WORDMARK) Si tratta della tipologia più semplice, in cui troviamo il nome dell’azienda rappresentato in semplici lettere, con il font designato, scelto tra quelli disponibili, oppure disegnato alla bisogna.
La loro comunicazione è improntata su tale logotipo, che è ormai radicato e riconoscibile in tutto il mondo anche per la sua semplicità e immediatezza. Per i brand di una certa importanza, avere un logotipo basato su un font disegnato apposta è della massima importanza, per conferire unicità alla brand identity.
2. MONOGRAMMA (LETTERMARK) Il monogramma è un tipo di logo molto comune per quelle aziende il cui nome zabile sui diversi supporto, soprattutto social e digital, di cui c’è ormai bisogno.
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3. BRANDMARK a parole”. Il Brandmark è un simbolo che racchiude la brand identity in un modo
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l’intera brand experience, che il cliente deve percepire immediatamente, a una prima occhiata.
4. COMBINATION MARK E se un logo ha sia logotipo che brandmark? Ecco che abbiamo un ibrido, una combinazione di due tipologie classiche di logo. Il logo combination mark arricchisce l’esperienza aggiungendo al lettering un simbolo, un’icona, e cerca in questo modo di aumentare la propria riconoscibilità e rafforzare la brand identity.
5. STEMMA O EMBLEMA Come nel caso del precedente combination mark, anche lo stemma presenta sia testo che forme, ma il loro rapporto è progettato in maniera diversa. I due elementi non sono semplicemente accostati, ma nascono e si sviluppano di pari passo. di questa sua natura simbiotica.
LOGO GEOMETRICO 1- LOGO GEOMETRICO Composizione di forme geometriche su matrici geometriche.
Studio delle matrici geometriche:
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Studi delle composizioni deformando le matrici geometriche:
Studi compositivi applicando i gruppi di simmetria:
Simmetria rotatoria
Varianti cromatiche:
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LOGO NATURALE 2-LOGO NATURA Composizione geometrica ispirandosi a forme naturali.
Studio delle matrici geometriche:
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Studi delle composizioni deformando le matrici geometriche:
Studi compositivi applicando i gruppi di simmetria:
Simmetria rotatoria
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LOGO ACRONIMO 3- ACRONIMO Composizione utilizzando le iniziali del proprio nome e cognome o, in alternativa, la denominazione di un ipotetico studio di design.
Studio delle matrici geometriche:
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Studi delle composizioni deformando le matrici geometriche:
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LOGO SIGNIFICANTE 4- LOGO SIGNIFICANTE-LIBERO di libera scelta.
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Studi delle composizioni deformando le matrici geometriche:
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LOGO A LETTURA MULTIPLA 5- LOGO A LETTURA MULTIPLA
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Studi delle composizioni deformando le matrici geometriche:
Studi compositivi applicando i gruppi di simmetria:
Simmetria assiale
Simmetria rotatoria
Varianti cromatiche:
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LOGOTIPI
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LOGOTIPI
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IMMAGINE COORDINATA
IMMAGINE COORDINATA La locuzione immagine coordinata appartiene al mondo della comunicazione visiva. Ha come oggetto la comunicazione di aziende, società, enti, associazioni e qualsiasi altra entità commerciale, sociale o concettuale che abbia tra i suoi bisogni quello di essere conosciuta da un determinato pubblico
In quanto immagine, si riferisce alla percezione che l’ambiente, inteso come gruppo di potenziali destinatari del messaggio, ha delle rappresentazioni visive dell’entità in questione. L’immagine diventa coordinata quando i differenti fenomeni comunicativi risultano coerenti l’uno con l’altro. Questa coerenza si riferisce tradizionalmente a L’immagine coordinata è quindi il mezzo attraverso il quale, a prescindere dal numero, dalla complessità e dalle dimensioni di questi fenomeni comunicativi, l’immagine risultante è percepita all’esterno come proveniente dalla precisi punti di riferimento, ma soprattutto induce un processo di progressivo riconoscimento dell’azienda o del marchio (brand awareness) e della sua attività con conseguenze positive sul suo successo. Oggetti a cui è applicata l’immagine coordinata: -Biglietti da visita -Carta intestata, brochure, volantini, blocchetti e altri elementi personalizzati -Il packaging dei prodotti
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BIGLIETTINO DA VISITA Il biglietto da visita deve essere la perfetta sintesi, in un rettangolino di carta, di tutto quello che è il brand.
55 mm
Ovviamente, deve presentare determinate informazioni, ma è come le presenta che fa la differenza. E deve farlo usando gli elementi base dell’immagine coordinata: colori, font ed eventuali pattern e forme.
85 mm
+393451633232 giovanni.ferraioli@studio.com
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iovanni
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COORDINATA
erraioli
IMMAGINE
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CARTA INTESTATA Gli stessi concetti valgono anche per tutti gli altri elementi cartacei personalizzabili. Dalla classica carta intestata alle buste per le lettere personalizzate, dalle brochure alle cartelline porta-documenti o a qualunque altro elemento personalizzabile .
110 mm
297 mm
Bisogna mantenere sempre coerenza tra i vari elementi utilizzando gli stessi identici colori, gli stessi font e gli stessi elementi visivi.
230 mm 210 mm
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www.giovanniferraiolistudio.com giovanniferraioli@studio.com +393451633232
COORDINATA
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IMMAGINE
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PACKAGING E OGGETTI Altro elemento fondamentale e che, spesso, fa la differenza in fase di acquisto e soddisfazione del cliente. Certo, non tutte le aziende lavorano con dovrebbero curare meticolosamente questo aspetto.
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PERCEZIONI
L’atto del prendere coscienza di una realtà che si considera esterna a noi.
PERCEZIONE FILOSOFIA Si possono distinguere due sensi con cui il termine percezione è usato nella
PSICOLOGIA
guere, come diviene chiaro con Thomas Reid, dalla sensazione: se quest’ultima è un dato semplice e soggettivo, la percezione è un atto conoscitivo
effettuare discriminazioni tra di essi e comporli in un insieme dotato di
-
un oggetto effettivamente presente.
GESTALT La psicologia della Gestalt è una corrente psicologica incentrata sui temi della percezione e dell’esperienza. Nata e sviluppatasi agli inizi del XX secolo in Germania, proseguì la sua articolazione negli Stati Uniti, territorio nel quale i suoi principali esponenti erano immigrati durante il periodo delle persecuzioni naziste. I loro studi psicologici si focalizzarono soprattutto sugli aspetti percettivi e del ragionamento/risoluzione di un problema. Le teorie della Gestalt si rivelarono altamente innovative, in quanto rintracciarono le basi del comportamento nel modo in cui viene percepita la realtà, anziché per quella che è realmente; quindi il primo pilastro della teoria della Gestalt fu costruito sullo studio dei processi percettivi e in una percezione immediata del mondo fenomenico.
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105 condivisione - e attraverso simili processi si organizzano sia la percezione che il pensiero e la sensazione; ciò avviene di solito del tutto inconsapevolmente. Con particolare riferimento alle percezioni visive, le regole principali di organizzazione dei dati percepiti sono:
prossimitĂ (gli elementi sono raggruppati in funzione delle distanze)
somiglianza (tendenza a raggruppare gli elementi simili)
buona continuitĂ (tutti gli elementi sono percepiti come appartenenti ad un insieme coerente e continuo)
PERCEZIONE
esperienza passata (il cervellotende a creare forme giĂ vistedove ci sono solo semplici linee separate o interrotte)
destino comune (se gli elementi sono in movimento, vengono raggruppati quelli con uno spostamento coerente)
possono interpretare sia come oggetto sia come sfondo)
pregnanza (nel caso gli stimoli siano ambigui, la percezione sarĂ buona in base alle informazioni prese dalla retina)
chiusura (alcuni elementi non collegati tra loro possono essere interpretati come
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Elaborato: illusione ottica
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PERCEZIONE
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Elaborato: effetto cinetico
Elaborato: variazione della percezione
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OGGETTO IMPOSSIBILE Un oggetto impossibile è un oggetto che non può essere costruito nella realtà tridimensionale perché in contrasto con le leggi della geometria, sebbene sia possibile disegnarne una rappresentazione bidimensionale. La percezione dell’immagine bidimensionale come oggetto verosimile rappresenta un paradosso ed è per questo una illusione ottica di tipo cognitivo. In realtà diversi oggetti impossibili possono essere approssimativamente costruiti in tre dimensioni impiegando qualche trucco prospettico, come nell’esempio del cubo impossibile.
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PERCEZIONE
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SCHEDE LEZIONI
VISIONE E PERCEZIONE
Visione: Il processo di percezione degli stimoli luminosi, la funzione e la capacità di vedere L’azione, il fatto di vedere una cosa per esaminarla, trarne notizie utili.
Percezione: L’atto del percepire, cioè del prendere coscienza di una realtà che si considera esterna, attraverso stimoli sensoriali, analizzati e interpretati mediante processi intuitivi, psichici, intellettivi.
Le tecnologie di imaging cerebrale ci mostrano che, davanti a un quadro ha un suo equivalente oggettivo a livello del sistema nervoso. E perché un È indubbio che il cervello possiede strutture più specializzate per certi segni o accumuli di essi piuttosto che per certi altri e le neuroscienze e la teoria della Gestalt ce lo assicurano ampiamente. La percezione è in parte un processo top-down, cioè basato su regole cerebrali innate o acquisite che guidano la nostra visione.
SCHEDE LEZIONI
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Due sono le proprietà del nostro sistema visivo che ci permettono di vedere nitidamente la forma di un oggetto e di rappresentarla nella pittura: una è quella che determina l’accentuazione delle differenze di luminosità tra zone adiacenti dell’immagine, esaltandone il contrasto, l’altra è quella che ci consente la visione nitida dei dettagli di un’immagine.
Contrasto di colori adiacenti
Nitidezza nei dettagli
Uno degi maggiori studi effettuati nella storia sulla percezione della persona è la teoria della Gestalt. Il termine tedesco Gestalt è il participio passato di von Augen gestellt che sguardo, ovvero forma. Si tratta di un termine volgarizzato da Lutero nella traduzione della Sacra Bibbia che successivamente divenne di uso comune. Ma la Gestalt passa alla storia come teoria della forma, ovvero di tutto ciò che può essere percepito.
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SCHEDE LEZIONI
stazione teorica che nasce negli anni ‘20 in Germania, e la Gestalt Therapy teoria clinica che nasce in ambito psicoanalitico, formatasi in America intorno agli ’50.
Gestaltpsychologie.
La Gestaltpsychologie o psicologia della forma è un movimento sviluppatosi a Berlino all’inizio del XX secolo in opposizione allo strutturalismo vigente. Il motto per antonomasia dei gestaltisti è: “Il tutto è più della somma caratterizzato non solo dalla somma dalle singole attivazioni sensoriali, ma da qualcosa di più che permette di comprendere la forma nella sua totalità.
Gestalt Therapy.
La Terapia della Gestalt nasce, rispetto alla precedente teoria della Gestalt molto più tardi, negli Stati Uniti d’America. Questo approccio terapeutico, perché di tale si tratta, prende spunto dal movimento tedesco, ma il focus del suo intervento riguarda l’ambito clinico. I terapeuti della Gestalt sostenevano che l’esperienza percettiva si manitempo, deve diventare il campo dell’intervento terapeutico. La cura, dunque, non è comprendere la genesi del disturbo, bensì sentirsi riconosciuti
La Gestalt-Forma rappresenta l’attitudine a organizzare le sensazioni elesfondo indifferenziato, che in alcuni casi appare impercettibile. Considedi secondi, che producono in noi la percezione di un solo elemento che si muove nello spazio. Questo processo è stato descritto per la prima volta da Wertheimer, uno za percettiva degli oggetti. Quindi, l’oggetto è percepito nella sua totalità prima delle singole parti da cui è composto.
Pierre Wertheimer.
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l’unità di misura della percezione stessa, chiaramente in relazione all’amtriche ambigue, il cubo di Necker, che varia a seconda di come è percepito margini), che gli occhi sono in grado di percepire come chiuse (con i bordi uniti) ovvero nella loro totalità e non come costituite da parti aperte.
Vaso di Rubin
SCHEDE LEZIONI
Cubo di Necker.
Il nostro cervello tende a completare le immagini che ha davanti. Come questa che sembra una scritta ma essenzialmente è la somma di line messe in un
Da qui nascono una serie di leggi della percezione: 1) la pregnanza, secondo la quale quello che noi comunemente percepiamo è la migliore forma possibile dell’oggetto che appare ai nostri occhi. Lo scopo è riuscire a ottenere il massimo dell’informazione partendo da una struttura semplice; 2) la sovrapposizione 3) l’area occupata 4) il destino comune 5) la buona forma, gli stimoli percettivi sono organizzati nella forma più coerente possibile; 6) la somiglianza 7) la buona continuazione 8) la chiusura Insomma, secondo la Gestalt la percezione non è preceduta da sensazione ma è un processo regolato da leggi innate, che scompongono il percetto in
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IL DESIGN ITALIANO Nel 1885 il panorama didattico italiano della “cultura applicata” era composto da “scuole d’arti e mestieri”, “scuole Universale di Milano del 1906, la Società Umanitaria promuove un concorso per l’arredo della casa operaia, in quanto comincia a vedersi l’industria come strumento capace di rispondere ai bisogni di una classe operaia che per la prima volta si affaccia sul mercato del consumo. Per spiccare nell’industria del design, intorno al 1910, l’Italia si inventa un asse portante alternativo, ovvero quello auto/aereo.
FIAT 1899
A.L.F.A. 1910 LANCIA 1908
tipologica, andando anche “fuori mercato” rispetto alle prassi internazionali del settore. È in questo periodo che nascono la FIAT (1899), la Lancia (1908) e l’A.L.F.A. (1910), che diventerà Alfa Romeo nel 1918, anche se l’autoCon lo scoppio della prima guerra mondiale, il prodotto industriale italiano, soprattutto nel campo dei trasporti, ne industriale; in questo contesto emerge la cultura progettuale del Genio civile.
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SCHEDE LEZIONI
Nel 1922 nacque il movimento artistico Novecento, formatosi intorno al salotto di Margherita Sarfatti. Questo terni e di pezzi d’arredo. Tra gli esponenti di questa corrente troviamo gli architetti Giò Ponti, Giovanni Muzio, i pittori Mario Sironi, Achille Funi e lo scrittore Massimo Bontempelli. Nel breve romanzo di Bontempelli 522. Racconto di una giornata del 1926, l’automobile (la Fiat 522) diventa soggetto letterario e, oltre che simbolo della nuova moderntà industriale. A Giò Ponti, in collaborazione con Emilio Lancia, si deve il progetto di arredi Domus Nova (1928-29) pensato per il grande magazzino La Rinascente di Milano, con l’intento mi rinnovare l’immagine dell’arredo e dei complementi per la casa medio-borghese
FIAT 522
Giò Ponti
Domus Nova, La rinascente Milano
Magneti Marelli nel campo dei materiali elettrici e le prime radio, e la Necchi per le macchine da cucire. La Olivetti Nel 1935 nacque la Olivetti Studio 42, opera di Ottavio Luzzati, degli architetti Figini e Pollini e dell’artista Xanti Schawinsky, che cambiò radicalmente la forma della macchina da scrivere, sviluppandone il corpo in orizzontale grande sviluppo la Cesa 1882.
Olivetti studio 42 L’arredo cominciò anche a diventare un utensile proiettato verso la produzione in serie, tema che verrà affrontato in modo diretto nella VII Triennale di Milano. Nel decennio tra il 1930 e il 1940 il mobile in tubo cromato curvato venne assunto quale immagine di rinnovamento anche degli ambienti domestici. Tuttavia, la produzione di mobili in metallo rimase circoscritta a pochi esempi d’autore a causa, principalmente, del costo di realizzazione, che era il doppio rispetto ai mobili in legno. Inoltre, nel 1937 fu vietato l’impiego del legno, che sviluppò l’impiego delle leghe di alluminio più facilmente reperibili. Pezzi esemplari per l’ambiente abitativo sono quelli di Gabriele Mucchi, come la chaise-longue regolabile del 1934.
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127 L’Italia, come gli altri paesi europei, uscì dalla guerra trovando la supremazia degli Stati Uniti sul mercato mondiale; divenne la moneta di riferimento e l’America lo stile di vita di riferimento per il mondo occidentale. Nel 1946 la Triennale di Milano organizzò la mostra RIMA (Riunione italiana per le mostre di arredamento), dove giovani architetti impegnati nella progettazione di singoli arredi o alloggi tipo furono invitati a partecipare. Il 1947 è la consacrazione internazionale del design italiano con la VIII Triennale di Milano, dove la sezione sull’arredamento, diretta da Piero Bottoni. È da quest’anno che il made in Italy comincia a conoscere il suo successo a livello internazionale. Viene però brevettata due anni prima, nel 1946, la Vespa V98 farobasso della Piaggio, dell’ingegnere elicotterista Corradino D’Ascanio, che sancisce l’inizio del successo dello scooter, un nuovo mezzo di trasporto per gli spostamenti di breve/media distanza. È invece del 1947 la sua eterna rivale, ovvero la Lambretta della Innocenti, disegnata da Cesare Pallavicino e Pierluigi Torre.
Lambretta.
Nel 1955, Dante Giacosa disegna la 600 per la FIAT, per poi passare, l’anno dopo, alla Nuova 500, entrambi veicoli che vanno a sostituire la Topolino. Sono questi gli anni della motorizzazione di massa, che vedono incrementare i veicoli circolanti dalle 14 automobili ogni 1000 abitanti a un’auto ogni 17 abitanti nel 1962[20]. Nel 1956, sempre
FIAT 600 (1955)
FIAT 600 Multipla (1956)
SCHEDE LEZIONI
Vespa V98.
neggiata durante la guerra. Ăˆ in questa occasione che nasce l’automotrice Belvedere. Nel 1960 Ignazio Gardella progetta la prima classe dei nuovi DC10 Alitalia, pensata come accogliente salotto per la classe borghese. Per quanto riguarda, invece, il trasporto navale, Salvatore Fiume disegna, nel 1953, le prospettive rinascimentali della sala soggiorno del transatlantico Andrea Doria (affondato il 26 luglio 1956), caratterizzato anche dal banco bar di Lucio Fontana. Invece, Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti lavorano in chiave contemporanea sui grandi spazi della Leonardo da Vinci (1958-59).
Automotrice Belvedere
DC10 Alitalia
Transatlantico Leonardo da Vinci
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129 Gli anni cinquanta segnano anche la crescita del numero degli elettrodomestici nelle case italiane. Visti questi incrementi di produzione, diventa emblematico il problema della forma anche nei settori tecnologici, e non più solo nell’arredo. Questo è documentato, per esempio, dalla produzione Olivetti per macchine da scrivere e calcolo, strettamente legata al nome di Marcello Nizzoli, che già dal 1935 aveva iniziato una collaborazione con questa azienda. È infatti di Nizzoli la macchina da calcolo elettrica Divisumma (1956). Gli anni cinquanta sono il decennio della stupefacente crescita della diffusione della televisione in Italia. Ed è proprio del 1956 il televisore Phonolo 17/18, disegnato da Berizzi, Buttè e Montagni, appunto per l’azienda Phonola, riprendendo la logica progettuale impiegata da Franco Albini per l’oggetto-radio (la tecnologia posta tra due lastre di cristallo nel concorso del 1938) e da Luigi Caccia Dominioni e i fratelli Castiglioni per il già citato radioricevitore 547 a 5 valvole del 1940. Nel 1953 nascono le lampade da terra Imbuto e Monachella disegnate da Luigi Caccia Dominioni, che disegnò nel 1958 la poltrona Catilina. Phonolo 17/18
Monachella
Nel 1960 i fratelli Castiglioni disegnano l’aspirapolvere Spalter per l’azienda REM, un oggetto di dimensioni ridotte da portare a tracolla. Ma è nel mondo delle macchine per il caffè che il design della “pelle dell’oggetto” si impone in maniera esplicita, come nella Pavoni di Gio Ponti del 1949, disegnata per l’omonima azienda.
Aspirapolvere spalter
Macchina da caffè Pavoni.
SCHEDE LEZIONI
Catilina.
Gli anni sessanta vedono un pieno sviluppo del design italiano. Vengono introdotti nuovi materiali nel settore del furniture design, come il poliuretano, utilizzato da aziende come la Gufram e il suo celebre Pratone e le plastiche. In questo periodo troviamo il vassoio Putrella di Enzo Mari (disegnato nel 1958 per l’azienda milanese Danese), la lampada Chimera, disegnata da Ernesto Gismondi nel 1966 per l’azienda da lui fondata due anni prima Artemide. Nascono negli anni sessanta anche opere che Ettore Sottsass disegna per Olivetti, come il computer Elea (1964), la macchina da scrivere Tecne 3 e la macchina da scrivere portatile Valentine (1969). E il 1961 è l’anno della prima edizione del Salone Internazionale del Mobile di Milano. Putrella
Valentine
Chimera
Altri designer di grande importanza sono Joe Colombo e Bruno Munari. Tra le opere di Colombo la microcucina Carrellone (1963), il Rotoliving (1969), il letto Cabriolet (1969), la seduta Tubo (1969) e la Total Furnishing Unit del 1971, che propone il tema della “capsula attrezzata” spostabile che dà vita al concetto di abitare compatto. Di Munari ricordiamo la scimmietta in gommapiuma Zizì, che gli fece vincere il Premio Compasso d’oro nel 1954, la lampada Cubica, il posacenere Cubo del 1958 e l’Abitacolo del 1971.
Microcucina
Total furnishing unit
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ZizĂŹ
Abitacolo
SCHEDE LEZIONI
Nel 1972 Emilio Ambasz organizza al MoMA di New York la mostra Italy: The New Domestic Landscape. Achievements and Problems of Italian Design, dove vengono esposti arredi, televisori, radio, giradischi e lampade. In questa occasione nasce la Kar-a-sutra di Mario Bellini, che diventa il prototipo di ogni successiva monovolume.
Kar-a-sutra
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PROGETTAZIONE
ERRORI DI
ERRORE DI PROGETTAZIONE: BORRACCIA
Errore INDIVIDUATO: In questa borraccia ho individuato due diversi errori progettuali, il primo è l’assenza della chiusura ermetica del tappo. Ciò rende la sua funzione primaria, cioè quella di trasportare con se in una borsa o in uno zaiono la borraccia, totalmente inutile. Mentre il secondo è l’assenza di un secodo foro più piccolo che permette il passaggio dell’aria quando si beve evitando così di creare un sottovuoto.
Soluzione trovata. Applicare un semplice foro tra la leva di chiusura e l’anello della borraccia in modo che l’utentenon riesca a tapparlo con le labbra mentre la utilizza. -
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ERRORE DI PROGETTAZIONE: MOBILE CON ASSE DA STIRO Questo mobile nasce con l’intento di essere un asse da stiro , ma quando è chiuso può essere usato come un componete di arredo classica dove vengono poggiate su delle cose. L’errore di questo mobile sta nella tipologia di apertura che è stata adottata per aprire entrambi gli sportelli. Le masuperiore dove l’apertura è causata da un piccolo movimento in alzata del piano d’appoggio, questo però va a rendere inutile la funzione del piano d’appoggio nel momento dell’apertura in quanto gli oggetti sopra tendono a cadere.
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ERRORI PROGETTAZIONE
La soluzione che si può adottare è molto semplice, può ovviare i problemi sia per le maniglie deboli che per il meccanismo di apertura del primo sportello: usare la tecnologia push-to-open per entrambi gli sportelli in modo da eliminare le maniglie e rendere anche l’oggetto esteticamente più elegante.
ERRORI PROGETTAZIONE
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INFORMATICA
ELEMENTI DI
SOFTWARE
Adobe Illustrator :
per il web e i dispositivi mobili a loghi, icone, illustrazioni per libri, packaging di prodotti e cartelloni pubblicitari.
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Adobe Photoshop :
ELEMENTI DI INFORMATICA
Adobe InDesign :
Adobe InDesign è un programma di produzione editoriale prodotto da Adobe Systems e rivolto all’editoria professionale. InDesign è il software leader di settore per il design e il layout di pagine destinate alla stampa e ai media digitali.
GRAFICA Immagine vettoriale: che la costituiscono sono un insieme di primitive geometriche, alle quali possono essere attribuiti colori e anche sfumature. Questi elementi vengono
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Immagine raster:
ELEMENTI DI INFORMATICA
Il termine raster (in italiano: trama, reticolo, griglia o rasta) ha origine nella tecnologia televisiva analogica, ovvero dal termine che indica le righe orizzontali (dette anche scan line o linee di scansione, dei televisori o dei monitor). Nella computer grafica, raster indica la griglia ortogonale di punti che costituisce un’immagine raster. Nella grafica raster l’immagine viene vista come una scacchiera e ad ogni elemento della scacchiera, chiamato pixel, viene associato uno specifico colore.
RENDERING VETTORIALE Come prima esercitazione sul rendering vettoriale ci è stato proposto di renderizzare una semplice mela, per farci entrare nel meccanismo di funzionamento del rendering. Con gli strumenti che ci offre Illustrator abbiamo realizzato un reticolo di punti che alla quale si applicano diversi colori che andranno a creare sfumature tra loro in modo da rendere l’oggetto 2D il più tridimensionale possibile e il più simile alla realtà,non creando però un’immagine reale, ma facendo notare il fatto che il lavoro sia un rendering il più simile possobile alla realtà.
Immagine raster
Rendering vettoriale
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147 La seconda esercitazione proposta per il rendering vettoriale è stata quella di renderizzare un veicolo a nostra scelta tra quello proposti, in modo da renderli il più verosimili alla realtà. In questo caso sono state usate anche tecniche di trasparenza e sfumature normali mischiate con il rendering vettoriale. Il veicolo scelto è stato una Volvo s90 T6:
ELEMENTI DI INFORMATICA
Immagine raster
Rendering vettoriale
INFOGRAFICA
la soglia di attenzione, facilita l’apprendimento e si imprime nella memoria rapidamente facilitando la formulazione dei concetti. Tutto questo rende possibile anche una facile e intuitiva condivisione delle informazioni oltre a permettere di confrontare più dati simultaneamente.
1. parte di contenuto. 2. 3. della loro brand identity. 4. creazione di elementi visivi convincenti. 5. zioni. Infatti, quando esse sono accattivanti, i lettori passano più tempo a guardare l’immagine di quanto non facciano per la lettura del testo inserito nella pagina web. 6. qualsiasi altro tipo. 7. senza immagini.
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Volkswagen Golf, vendita di unità 1974-1983
1983-1992
1991-1997
199
6,72 milioni 6,41 milioni
4,96milioni
Golf I
Velocità Massima : 182 km/h Accelerazione 0 a 100 km/h (0 a 62 mph) : 9.1 s Motore : In linea 4 Codice del Motore : EG Tipo de Carburante : Benzina Alimentazione : Bosch K-Jetronic Posizione del motore : Transversale Cilindrata : 1588 cm3 Alesaggio x Corsa : 79.5 x 80.0 mm Valvole : 8 Valvole Numero Porte : 3 Passo : 240 cm Lunghezza : 382 cm Larghezza : 163 cm Altezza : 140 cm
Golf II
Velocità Massima : 191 km/h Accelerazione 0 a 100 km/h (0 a 62 mph) : 9.7 s Motore : -4 Codice del Motore : Tipo de Carburante : Benzina Alimentazione : Inj. Mec. Posizione del motore : Transversale Cilindrata : 1781 cm3 Alesaggio x Corsa : 81 x 86.4 mm Valvole : 8 Valvole Numero Porte : 3 Passo : 247.5 cm Lunghezza : 398.5 cm Larghezza : 166.5 cm Altezza : 141.5 cm
4,92 m
Golf III Golf
Velocità Massima : 196 km/h Accelerazione 0 a 100 km/h ( 0 a 62 mph) : 10.4 s Motore : In linea 4 Codice del Motore : 2E (92-94) / ADY (94-95)/AGG (95-97) Tipo de Carburante : Benzina Alimentazione : MPI - Bosch Digifant ML5.9 (92-94) / Siemens Simos (94-97) Posizione del motore : Transversale Cilindrata : 1984 cm3 Alesaggio x Corsa : 82.5 x 92.8 mm Valvole : 8 Valvole Numero Porte : 3 Passo : 248 cm Lunghezza : 402 cm Larghezza : 170 cm Altezza : 140 cm
Velocità Massima : 222 k Accelerazione 0 a 100 km Motore : In linea 4 Codice del Motore : Tipo de Carburante : Alimentazione : MPI Lubrificazione : See oil information Refrigerante Liquido : See Coolant information Posizione del motore : Posizione del Motore : Cilindrata : 1781 Alesaggio x Corsa : 81.0 Valvole : 20 Valvole Tipo di carrozzeria :Hatc Numero Porte : 5 Passo : 251 cm Lunghezza : 415 c Larghezza : 174 c Altezza : 144 cm
à dei vari modelli
97-2003
2003-2008
2008-2012
Fonte: https://it.motor1.com/
2012-2019
5,87 milioni
milioni
3,27milioni 2,85 milioni
f IV Golf V
km/h m/h (0 a 62 mph) : 7.9 s AUQ Benzina - Bosch Motronic ME7.5
n
Transversale Anteriori 1 cm3 x 86.4 mm
chback
cm cm
Velocità Massima : 235 km/h Accelerazione 0 a 100 km/h (0 a 62 mph) : 7.2 s Accelerazione 0 a 1000m : 27.6 s Motore : In linea 4 Codice del Motore : Tipo de Carburante : Benzina Alimentazione : Fuel Stratified Injection Posizione del motore : Transversale Cilindrata : 1984 cm3 Alesaggio x Corsa : 82.5 x 92.8 mm Valvole : 16 Valvole Turbo : Turbo + Intercooler Numero Porte : 3 Passo : 257.8 cm Lunghezza : 421.6 cm Larghezza : 175.9 cm Altezza : 146.6 cm
Golf VI Golf VII
Velocità Massima : 238 km/h Accelerazione 0 a 100 km/h (0 a 62 mph) : 6.9 s Accelerazione 0 a 1000m : 27.3 s Motore : In linea 4 Codice del Motore : Tipo de Carburante : Benzina Posizione del motore : Transversale Cilindrata : 1984 cm3 Alesaggio x Corsa : 82.5 x 92.8 mm Valvole : 16 Valvole Turbo : Turbo + Intercooler Numero Porte : 5 Passo : 257.8 cm Lunghezza : 421.3 cm Larghezza : 177.9 cm Altezza : 146.9 cm
Velocità Massima : 244 km/h Accelerazione 0 a 100 km/h (0 a 62 mph) : 6.5 s Motore : In linea 4 Codice del Motore : Tipo de Carburante : Benzina Alimentazione : Direct Injection. Posizione del motore : Transversale Posizione del Motore : Anteriori Cilindrata : 1984 cm3 Alesaggio x Corsa : 82.5 x 92.8 mm Valvole : 16 Valvole Turbo : Turbo + Intercooler Tipo di carrozzeria :Turismo Numero Porte : 5 Passo : 263.1 cm Lunghezza : 426.8 cm Larghezza : 179.9 cm Altezza : 144.2 cm
II
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KIRIGAMI
KIRIGAMI (A)
Il kirigami è una tecnica orientale di intaglio e piegatura della carta per ottenere forme tridimensionali a partire da un
non è accettato dalla maggioranza dei moderni piegatori. Il kirigami viene solitamente realizzato eseguendo dapprima tutti i tagli necessari, ottenendo in questo modo una base che viene quindi piegata e appiattita per ottenere il modello. I modelli sono solitamente simmetrici e possono rappreglio: si possono realizzare kirigami la cui apertura è di 90 gradi e kirigami con apertura a 180 gradi, ma anche a 360 gradi.
ESERCITAZIONE A: Partendo da cartoncini bianchi di forma quadrata con dimensioni di 10X10 squadrati a 1 cm realizzare due delle esercitazioni proposte a lezione con almeno due varianti mostrate e due inventate dallo studente. 4 varianti per tipo.
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KIRIGAMI
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Kirigami presentati a lezione:
Basic - 4
Piega Taglia
Basic - 5
Piega Taglia
VARIANTI Queste sono 2 varianti proposte durante la lezione del kirigami basic 4:
Taglio _______ Piega _______
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KIRIGAMI
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Queste sono 2 varianti proposte durante la lezione del kirigami basic 5:
Taglio _______ Piega _______
Queste sono 2 varianti proposte personali del kirigami basic 4:
Taglio _______ Piega _______
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KIRIGAMI
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Queste sono 2 varianti proposte personali del kirigami basic 5:
Taglio _______ Piega _______
KIRIGAMI (B) ESERCITAZIONE B: Partendo da cartoncini bianchi di forma quadrata con dimensioni di 30X30 oppure 20x20 attraverso un programmato processo di tagli e piegature, si realizzino tre modelli tridimensionali dei quali uno evidenzi una simmetria bilaterale e uno una simmetria traslatoria. Il terzo preveda un doppio ribaltamento di uno dei semipiani. Di ogni esercizio si realizzino modelli in cartoncino bianco
a- diversi punti vista e diverse altezze di ripresa; b- variando luce e colore; c- proiezione di textures, creando effetti di ambiguitĂ percettiva o simulazione di altri materiali. Si rappresentino le sequenze di passaggio dal piano al volume. Di ogni modello deve essere prodotto in forma digitale il disegno sul piano. Questo dovrĂ indicare con linea continua le pieghe, con tratteggio stretto i tagli.
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RIBALTAMENTO DI UNO DEI SEMIPIANI
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KIRIGAMI
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SIMMETRIA BILATERALE
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KIRIGAMI
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SIMMETRIA TRASLATORIA
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KIRIGAMI
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KIRIGAMI (C) LE CITTÀ INVISIBILI, ITALO CALVINO
Anastasia Le città e il desiderio.2 Di capo a tre giornate, andando verso mezzodì, l’uomo s’incontra ad Anastasia, città bagnata da canali concentrici e sorvolata da aquiloni. Dovrei ora enumerare le merci che qui si comprano con vantaggio: agata onice crisopazio e altre varietà di calcedonio; lodare la carne del fagiano dorato che si cucina sulla fiamma di legno di ciliegio stagionato e si cosparge con molto origano; dire delle donne che ho visto fare il bagno nella vasca d’un giardino e che talvolta invitano – si racconta – il passeggero a spogliarsi con loro e rincorrerle nell’acqua. Ma con queste notizie non ti direi la vera essenza della città: perchè mentre la descrizione di Anastasia non fa che risvegliare i desideri uno per volta per obbligarti a soffocarli, a chi si trova un mattino in mezzo ad Anastasia i desideri si risvegliano tutti insieme e ti circondano. La città ti appare come un tutto in cui nessun desiderio va perduto e di cui tu fai parte, e poichè essa gode tutto quello che tu non godi, a te non resta che abitare questo desiderio ed esserne contento. Tale potere, che ora dicono maligno ora benigno, ha Anastasia, città ingannatrice: se per otto ore al giorno tu lavori come tagliatore d’agate onici crisopazi, la tua fatica che dà forma al desiderio prende dal desiderio la sua forma, e tu credi di godere per tutta Anastasia mentre non ne sei che lo schiavo.
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KIRIGAMI
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Piega Taglio
Taglio
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KIRIGAMI
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LE CITTÀ INVISIBILI, ITALO CALVINO
Berenice Le città nascoste. 5 Anziché dirti di Berenice, città ingiusta, che incorona con triglifi abachi metope gli ingranaggi dei suoi macchinari tritacarne (gli addetti al servizio di lucidatura quando alzano il mento sopra le balaustre e contemplano gli altri, le scalee, i pronai si sentono ancora più prigionieri e bassi di statura), dovrei parlarti della Berenice nascosta, la città dei giusti, armeggianti con materiali di fortuna nell’ombra di retrobotteghe e sottoscale, allacciando una rete di fili e tubi e carrucole e stantuffi e contrappesi che s’infiltra come una pianta rampicante tra le grandi ruote dentate (quando queste s’incepperanno, un ticchettio sommesso avvertirà che un nuovo esatto meccanismo governa la città); anziché rappresentarti le vasche profumate delle terme sdraiati sul cui bordo gli ingiusti di Berenice intessono con rotonda eloquenza i loro intrighi e osservano con occhio proprietario le rotonde carni delle odalische che si bagnano, dovrei dirti come i giusti, sempre guardinghi per sottrarsi alle spiate dei sicofanti e alle retate dei giannizzeri, si riconoscano dal modo di parlare, specialmente dalla pronuncia delle virgole e delle parentesi; dai costumi che serbano austeri e innocenti eludendo gli stati d’animo complicati e ombrosi; dalla cucina sobria ma saporita, che rievoca un’antica età dell’oro: minestrone di riso e sedano, fave bollite, fiori di zucchino fritti. Da questi dati è possibile dedurre un’immagine della Berenice futura, che ti avvicinerà alla conoscenza del vero più d’ogni notizia sulla città quale oggi si mostra. Sempre che tu tenga conto di ciò che sto per dirti: nel seme della città dei giusti sta nascosta a sua volta una semenza maligna; la certezza e l’orgoglio d’essere nel giusto - e d’esserlo più di tanti altri che si dicono giusti più del giusto - fermentano in rancori rivalità ripicchi, e il naturale desiderio di rivalsa sugli ingiusti si tinge della smania d’essere al loro posto a far lo stesso di loro. Un’altra città ingiusta, pur sempre diversa dalla prima, sta dunque scavando il suo spazio dentro il doppio involucro delle Berenici ingiusta e giusta. Detto questo, se non voglio che il tuo sguardo colga un’immagine deformata, devo attrarre la tua attenzione su una qualità intrinseca di questa città ingiusta che germoglia in segreto nella segreta città giusta: ed è il possibile risveglio - come un concitato aprirsi di finestre - d’un latente amore per il giusto, non ancora sottoposto a regole, capace di ricomporre una città più giusta ancora di quanto non fosse prima di diventare recipiente dell’ingiustizia. Ma se si scruta ancora nell’interno di questo nuovo germe del giusto vi si scopre una macchiolina che si dilata come la crescente inclinazione a imporre ciò che è giusto attraverso ciò che è ingiusto, e forse è il germe d’un’immensa metropoli... Dal mio disscorso avrai tratto la conclusione che la vera Berenice è una successione nel tempo di città diverse, alternativamente giuste e ingiuste. Ma la cosa di cui volevo avvertirti è un’altra: che tutte le Berenici future sono già presenti in questo istante, avvolte l’una dentro l’altra, strette pigiate indistricabili.
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Piega Taglio
Taglio
KIRIGAMI
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KIRIGAMI
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PROGETTAZIONE
ELEMENTI DI
PANCA IN LEGNO Introduzione: L’esercitazione svolta ha lo scopo di progettare una seduta in legno avente una peculiarità che le permetta di svolgere più funzioni. Questo però abbinato con la possibilità di far montare la panca dallì*’acquirente stesso, quindi cerccando di evitare complicazioni che ne renderebbelo l’assemblaggio possibile solo per un esperto. Il materiale protagonista di questo progetto dovrà essere il legno.
Esercitazione: Si realizzi un panca in cui il materiale principale è il legno (aste o piani). La panca dovrà riferirsi ai seguenti casi: a) Panca allungabile b) Panca con elementi di rotazione c) Panca pieghevole d) Panca a più funzioni e) Panca a più utilizzi f) Panca per posture multiple La panca dovrà essere concepita per una produzione industriale, con montaggio che potrà essere fatto dall’acquirente. Le connessioni tra le diverse componenti devono quindi permettere lo smontaggio e il montaggio.
VARIANTE SCELTA PANCA ESTENDIBILE Questa panca nasce dall’idea di poter moltiplicare le possibili sedute e soprattutto la direzione di esse. Inizialmente era stata pensata a diversi listelli, dal meccanismo sottostante è possibile utilizzare entrambi i lati dei due singoli componenti. L’estenzione per giunta rende possibile il posizionamento di un tavolo tra le due sedute e quindi può anche essere usata come seduta per un pasto oltre che come seduta per un po di relax.
Essendo il legno il materiale principale da dover utilizzare per la progettazione, le due componenti delle sedute sono fatte in lamellare curvato, mentre il meccanismo sottostante che rende possibile l’estenzione è fatto in acciaio in modo da renderlo resistente ma allo stesso tempo per fare in
Inizialmente i listelli erano stati progettati con una curva che formava un za di circa 110° per permettere la stoccabilità delle parti, pur mantenendo un elevatà resistenza.
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ELEMENTI DI PROGETTAZIONE
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1537,5 mm
300 mm
1160 mm
413 mm
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ELEMENTI DI PROGETTAZIONE
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FERMO: Come tipologia di fermo è stato studiato questo blocco che si inserisce tra la guida e il perno di scorrimento che permette l’estensione della panca. Questo serve ad evitare l’appertura della panca nei momenti indesiderati, basta rimuoverlo estendere la panca e poi applicarlo di estensione.
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ELEMENTI DI PROGETTAZIONE
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Una volta disinserito il fermo basta semplicemente tirare in avanti una delle
MODELLINO
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READY MADE
STORIA READY MADE Dal 1913 il termine fu usato in ambito artistico per categorizzare un oggetto comune prefabbricato isolato dal suo contesto funzionale, defunzionalizzato e rifunzionalizzato tramite il solo atto di selezione di un artista In base alla lettura “nominalista” di Thierry De Duve, il ready-made è sto enunciato possa compiersi è necessaria la presenza di quattro elementi: un oggetto che ne costituisca il referente, un soggetto che la pronunci, un pubblico che la recepisca e la faccia propria, un’istituzione che accolga e registri l’oggetto a proposito del quale quell’enunciato è stato proferito”. opera d’arte, sul concetto di autorialità, sulle modalità di fruizione dell’opera e sul rapporto con le istituzioni che la legittimano.
Thierry De Duve
Duchamp utilizzò per primo in ambito artistico il termine ready-made nel 1913 in relazione alla sua opera Bicycle Wheel, categorizzabile come reasu di uno sgabello tramite le forcelle del telaio. Il primo ready-made puro è Bottle Rack (“Lo scolabottiglie”, del 1914[8]), componente ludica ed ironica, molti critici non escludono che Duchamp, fortemente interessato all’alchimia, abbia inserito nelle sue opere simboli tipicamente alchemici.
Bicycle Wheel, Marcel Duchamp
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203 Un esempio sarebbe dato da Lo scolabottiglie che richiamerebbe il simbolo dell’albero. Un secondo esempio sarebbe dato da Fontana che simboleglo pseudonimo “R.Mutt”, che traslitterato evoca fonicamente il sostantivo tedesco “Mutt(e)R” ossia Madre; altri ritengono più conducente una simile
READY MADE
defunzionalizzare e rifunzionalizzare appunto.
Fontana, Marcel Duchamp.
Lo Scolabottiglie, Marcel Duchamp.
READY MADE: esercizio
Questo ready made è stato basato sul voler creare un portalampada insolito. CosÏ è stato preso un cono stradale per dividerlo in due parti uguali e usarne una per creare il paralume da muro.
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Inizialmente il cono è stato separato a metà secondo una delle diagonali germente accorciato e levigato per far si che i lati che andranno a toccare il muro non siano irregolari.
READY MADE
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Una volta separato, è stato inserito il portalampada e la struttura retrostante che gli permetta di appendersi al muro. La struttura è stata creata con una barra di acciaio sottile curvata e rivettata al cono. Successivamente è stato dipinto di arancione in modo che richiami il tema del cono classico con le due strisce bianche.
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l’ambientazione stradale.
READY MADE
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SITOGRAFIA UNSPLASH: https://unsplash.com/ WIKIPEDIA: https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale MOTOR1: https://it.motor1.com/
CORSO DI BASIC DESIGN E INFORMATICA DOCENTE: FRANCESCO FUMELLI GIOVANNI FERRAIOLI A.A. 2019/2020
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