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MAA MAGAZINE - Free Press distribuito ai Soci MAA - Anno II - Numero 5 - Gennaio 2012

Ciao Luciano!


SOMMARIO EDITORIALE Oltre la crisi: Accordi Europei con il CSAin

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MAA PER IL sociale Dimmi di Sì - Sostienimi a distanza

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Speciale 1° Memorial Luciano Foralosso 4 la maa e il csain Un solo obiettivo per le arti marziali

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dai comitati Sicilia 8 Veneto 9

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AA AGAZINE ANNO II - NUMERO 5 Trimestrale - Gennaio 2012 Free Press distribuito ai Soci MAA Direttore Editoriale

Francesco Malvano Editorialista

Massimo Curti Giardina Art Director

Francesco Malvano Redazione e Amministrazione

- Sede Centrale MAA Via Epomeo 523 - 80126 Napoli cell:. (+39) 333/1432283 mail: maamagazine@hotmail.it

i.p.t.s. Progetto Donne al Sicuro

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sede centrali Comitati Regionali

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m.A.A. in the world Opening - Germany Kampfkunst mit Herzen und Erfolg bei Meisterschaften! Yawara-Goshin Ryu-Karate - 3 Technik-Serie Opening - Switzerland Opening - Austria

MAAMAGAZINE CulturE CLUB La Katana 28 Brevi appunti sulla storia del Karate 32 leggi e normative Responsabilità giuridiche nell’insegnamento delle artri marziali 35

hanno collaborato a questo numero :

CCS Italia, Giuseppe Pace, Davide Mazzola, Antonino Marchese, Salvatore Russo, Michael Szabo, Maurizio Orfei, Michele Blasich Creeostudio di Massimiliano Ricci

comitato di redazione

Stefania Arcese Ornella Mallardo Cristiano Curti Giardina Luca Raucci Stampa

info@realprint.it

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EDITORIALE

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oltre la crisi : accordi europei con il csain

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arissimi Presidenti, Maestri e Praticanti tutti, nell’augurarvi un felicissimo 2012, ricco di ottimi risultati per le vostre discipline, voglio illustrarvi in breve le novità che interesseranno la nostra Alleanza. In un momento di grande crisi, con aumenti su qualsiasi prodotto, mi sembra giusto, come abbiamo sempre fatto, seguire una politica contro corrente. Dalla riunione Nazionale svoltasi lo scorso 20 Dicembre, dopo aver esaminato con attenzione l’attuale situazione che la nostra nazione sta affrontando, è risultato evidente che ogni cittadino sarà in qualche modo costretto a ridurre le spese non strettamente necessarie, ragion per cui siamo giunti alla decisione di aprire questo nuovo anno abbassando ulteriormente le quote affiliative, senza per questo rinunciare ad offrirvi sempre nuovi vantaggi. Questo vi garantirà la possibilità di continuare a praticare le discipline da voi tanto amate, senza trovarvi di fronte ad oneri troppo pesanti, come è in uso presso diverse Organizzazioni operanti sul territorio, le quali spesso utilizzano tali momenti per trarre vantaggi economici a discapito dei propri affiliati. Voglio illustrarvi alcuni punti della nuova politica affiliativa: 1) Tutte le Associazioni Sportive otterranno il Riconoscimento Nazionale ed Internazionale, unitamente alla copertura Assicurativa per il proprio Centro Sportivo, comprensiva dell’Affiliazione del Legale Rappresentante, di un Direttore Tecnico e di 5 praticanti (siano questi semplici Allievi o cinture nere) con la quota unica di € 140,00; 2) Per ogni praticante da aggiungere a tale gruppo, sia questi un Direttore Tecnico di un ulteriore settore, una cintura nera, un Arbitro o un semplice allievo, la quota annuale, con registrazione nazionale ed Internazionale comprensiva di copertura assicurativa e rilascio del Budopass e del tesserino personalizzato, sarà di soli €.10,00; 3) Come da accordi stipulati in campo Europeo con il Presidente del C.S.A.In. Dott. Luigi Fortuna, sempre disponibile e in accordo con le nostre iniziative rivolte allo Sport e al sociale, verrà data la possibilità a tutte le Associazioni Sportive Dilettantistiche di ottenere una copertura assicurativa contro terzi per la loro struttura e di essere iscritte presso l’albo nazionale C.O.N.I. Lo scorso 13 Febbraio è stato inoltre ufficializzato un nuovo accordo internazionale con il CSAIn per offrire gratuitamente a tutte le cinture nere registrate ufficialmente presso le nostre organizzazioni la possibilità di iscriversi alla Blak Belts Alliance, l’Albo Internazionale delle cinture nere. Grazie all’accordo MAA/CSAIn tutti i settori, gli stili ed i metodi di arti marziali, indipendentemente dai numeri della loro presenza sul territorio, potranno ottenere visibilità in ambito internazionale, garantita dalla presenza sui sito BBA e MAA, dalla collaborazione tra le riviste MAAMAGAZINE e TEMPOSPORT e soprattutto dai tantissimi eventi organizzati in tutto il mondo. Le Arti Marziali, agli albori della loro creazione, non avevano finalità sportive, né tantomeno la mera intenzione di essere null’altro che metodi di difesa personale: in esse è intrinseca l’idea di formare l’uomo, sia nel corpo, con la pratica costante, sia nella mente, con uno sviluppo culturale e filosofico, mirato a radicare nelle menti dei marzialisti il rispetto

per la propria persona e per gli altri. Un Maestro di Arti Marziali, di qualunque disciplina, per essere una valida guida per i propri allievi, non deve mai smettere di curare e trasmettere queste conoscenze. Ogni docente ha la piena responsabilità della crescita fisica e spirituale dei propri allievi, che lo seguono stima, rispetto e tantissima voglia di apprendere. Essi vedono in lui, a volte, una figura quasi paterna, che li guida verso lontani traguardi, tecnici e culturali. La nascita dell’albo Internazionale delle cinture nere è il primo passo di un progetto di ampio respiro, mirato a preservare la figura del Maestro, garantirgli piena autonomia gestionale, la possibilità di accrescere il suo bagaglio tecnico e didattico, e soprattutto l’occasione per divulgare le proprie conoscenze in ambito interanzionale. Questa è l’Alleanza delle Arti Marziali: siamo certi che, grazie alla vostra professionalità, i grandi traguardi che ci aspettiamo di raggiungere non siano altro che il preludio a successi sempre maggiori. Tutti coloro che sono ufficialmente tesserati presso il CSAIn, siano questi allievi o maestri di arti marziali o di attività similari, potranno richiedere il tesseramento Internazionale alla Martial Arts Alliance versando unicamente la quota di € 4,00, ottenendo il riconoscimento del proprio grado e della propria qualifica, nonché il Budopass Internazionale ed il Tesserino personalizzato. I Direttori Tecnici otterranno inoltre, gratuitamente, anche l’abbonamento alla Rivista MAAMAGAZINE. MAAMAGAZINE, in accordo con il Csain, metterà gratuitamente a disposizione uno spazio per tutti coloro che, tramite i propri Direttori Tecnici, vorranno inviare articoli, foto, ed altro materiale, che troverà spazio sulla rivista, sito web e sul forum. Sul sito web della rivista potrete leggere online le precedenti uscite, accedere al canale video, seguire l’evoluzione del nascente settore Culturale “MAAMAGAZINE CULTURE CLUB”, ma soprattutto partecipare attivamente alla vita della community collegandovi al Forum ufficiale, sul quale condividere idee, spunti, opinioni, commentare gli articoli, o semplicemente rilassarvi con giochi flash messi a vostra disposizione. Siamo riusciti, anche in tale momento di difficoltà economiche, a garantirvi la serenità necessaria, almeno in campo marziale, per poter continuare a praticare le vostre discipline preferite.

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So -Shi Soke Massimo Curti Giardina Presidente Internazionale M.A.A.


MAA MAGAZINE comunicazione sociale- LA

la MAA PER IL SOCIALE DIMMI DI SI RIVISTA UFFICIALE DELLA

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SOSTIENIMI A DISTANZA

Oggi il tuo SI’ vale la vita di un bambino! Un bambino aspetta te, trasforma la tua solidarietà in vita! Aspettano te. Aspettano il sostegno di una persona cara a cui fare riferimento, su cui contare per potersi costruire un domani fatto di scuola, di salute, di gioco. Aspettano te per sperare in un giorno migliore, per fare progetti e iniziare per la prima volta a sognare momenti di felicità, desideri da realizzare. Scegli di avviare un sostegno a distanza a favore di un bambino che oggi ti chiede...”DIMMI DI Sì”. Riceverai la sua foto, ti scriverà, riceverai sue notizie e seppure lontani sarete vicinissimi. Lui saprà che ci sei tu e che su di te può contare. Bastano solo 21 euro al mese, 70 centesimi al giorno, per cambiare il suo presente e costruire il suo futuro. Il sostegno a distanza è un gesto che ha un valore straordinario e, con CCS Italia la tua solidarietà si trasforma in vita per un bambino del Sud del mondo! Sostieni subito un bambino a distanza! Chiama CCS Italia Onlus allo 010 5704843 per richiedere il materiale informativo e la scheda di adesione! In Regalo per te l’abbonamento a “Progetto Solidarietà”, il notiziario di CCS Italia! CCS Italia - Centro Cooperazione Sviluppo Onlus lavora dal 1989 nei Paesi del Sud del mondo per migliorare le condizioni di oltre 170 comunità e di decine di migliaia di bambini. Attraverso interventi mirati e programmi di sostegno a distanza garantisce ai bambini cibo, istruzione e assistenza sanitaria e alle popolazioni locali progetti a medio e lungo termine destinati alla costruzione di una vita migliore e di un futuro di sviluppo.

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ancavano ormai poche settimane al Raduno Nazionale M.A.A. di apertura dell’anno Accademico, tenuto come di consueto a Giaveno (TO), sotto la direzione del Segretario Regionale Sensei Claudio Comotto, quando una scioccante notizia ha colpito al cuore tutti i praticanti italiani di Ju Jitsu e di Arti Marziali: la scomparsa di Soke Luciano Foralosso. Nel ricordarlo, così attivo e vitale sul tatami e alla guida della sua scuola, sembra incredibile che il Maestro avesse già compiuto 85 anni: non perdeva mai l’occasione per partecipare ad uno stage o un momento di aggregazione, con un umiltà ed una semplicità incredibili, per quella che era la massima espressione vivente del Ju Jitsu Italiano. Prima ancora che la Sede Centrale e la Segreteria Piemonte avessero modo di contattarsi, era già maturata nelle menti di tutti l’idea di dedicare l’imminente evento alla memoria del Grande Maestro. L’organizzazione, inevitabilmente meno “spensierata” che in altre occasioni, è stata come sempre impeccabile, e non sono mancati momenti di grandissima commozione quando il Presidente Internazionale So-shi soke Massimo Curti Giardina ha voluto onorare la memoria di Soke Foralosso con un sentito discorso, seguito da un momento di raccoglimento culminato in un caloroso applauso.

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l modo migliore ricordare il Maestro Foralosso non pote- Infine, mentre leggete queste ARTS righe, si stanno svolgendo le MAA MAGAZINE - LA RIVIST A UFFICIALE DELLA MARTIAL ALLIANCE va che essere quello di dedicarsi con il massimo rigore e la massima serietà alla pratica marziale, che ha accompagnato il Soke per tutta la sua vita. È stato quindi il migliore possibile l’ultimo evento organizzato direttamente per la MAA dal Maestro Comotto, il quale ha passato le redini del Coordinamento regionale per il Piemonte al Dott. Vincenzo Volpino, per entrare ufficialmente nel Direttivo della Martial Arts Alliance in qualità di Consigliere Internazionale. Il memorial è stato l’occasione per presentare ai Direttori Tecnici ed ai Presidenti dei Centri Sportivi il nuovo assetto organizzativo, che prevede, per il 2012, l’introduzione della figura del Delegato Regionale che, coadiuvato dai Delegati Provinciali, andrà a sostituire le attuali cariche di Segretario Regionale e Provinciale. Sono inoltre stati introdotti i tesserini personalizzati per tutti i praticanti, D.T. e Presidenti dei Centri Sportivi, che insieme ai nuovi budopass, in linea con le direttive nazionali ed internazionali, andranno a costituire il biglietto da visita dei membri della MAA. Altre interessanti novità presentate all’evento riguardano la Registrazione del Centro Sportivo e dei Praticanti, resa più agevole ed economica grazie all’istituzione del “Pacchetto Affiliativo” MAA/CSAIN, e l’introduzione dei bollini per la registrazione degli esami inferiori, ulteriore strumento atto a garantire la trasparenza dell’operato dei D.T. MAA.

selezioni regionali per le finali Nazionali di Martial Fighting System, che si terranno a Napoli, in abbinamento al Trofeo Scugnizzo (gare di kata, forme e modelli riservate ai giovani marzialisti), nell’ambito della seconda edizione del Martial Show. Nel ringraziare per la loro presenza e per la loro disponibilità tutti i docenti sopra citati, riportiamo gli altri docenti intervenuti allo stage, tra i quali Il M° Ernesto Cecere, Caposcuola dell’Aikido Mamushi Ryu, il M°Cesarino Mantovani per l’Aikido, il M°Geraldo Lucà, Coordinatore Nazionale Karate Shotokan, il Maestro Danilo De Mar, Coordinatore Nazionale JKD, i M°Lo Bello Giuseppe e Falesiedi Osvaldo per il Ju Jitsu.

Con l’intendo di prendere a modello la vita e l’operato di Soke Foralosso, esempio di grande Uomo, grande Amico e Grande Maestro, dedichiamo alla sua memoria il lavoro da svolgere da questo momento in poi. Che possa non smettere mai di essere una grande guida per tutti noi.

Francesco Malvano

Nel nuovo organigramma dei Delegati Regionali, che potete trovare su queste pagine, figura anche il M°Davide Mazzola, delegato per il Veneto, il quale ha inoltre ricevuto il riconoscimento come 6° Dan e Caposcuola per la Do Shin Ryu Aikijutusu. Il M°Vito Poderico ha invece presentato, con positivi riscontri, il suo stile di Ju Jitsu “Satori Mugen Ryu”, ottenendo l’inquadramento come fondatore di stile. È stato poi raggiunto l’accordo con il Maestro Davide Pollione, caposcuola della Shinken Shobu Ryu, per l’istituzione dei corsi Nazionali per Allenatori di 1° e 2° livello di Ken Jutsu, riservati alle Cinture Marroni e Nere praticanti arti marziali tradizionali giapponesi. I corsi prenderanno il via, a partire dal mese di Marzo, in Campania e successivamente in tutte le regioni che ne faranno richiesta. Alla presenza dei Coordinatori Nazionali di Settore è stato possibile organizzare il lavoro per il nuovo anno, che vedrà un calendario particolarmente ricco di eventi e manifestazioni. Da quest’anno si apriranno i settori agonistici, grazie al lavoro del Coordinatore Nazionale per le Competizioni M° Luca Raucci, autore del regolamento internazionale unificato. Il settore Karate farà da apripista con la Squadra Internazionale, guidata dal M°Soraya Butera, già coordinatrice del settore agonistico per lo Shotokan. Grande attesa per il primo impegno della compagine ai Campionati Internazionali MAA, in programma per il mese di Maggio a Monaco di Baviera. Dal punto di vista tecnico, i karateka della MAA sono attesi, insieme ai Jutsuka, per lo stage Nazionale che si terrà nella regione Campania, in abbinamento al primo corso Nazionale per arbitri di Karate.

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Carlo Luciano Foralosso (14/4/1926 – 11/12/ 2011) 1° Cintura Nera del metodo Bianchi


MAA MAGAZINE RIVISTA UFFICIALE MARTIAL ARTS ALLIANCE Il- LA Ricordo delDELLA Presidente

Luciano Foralosso: Una vita per le Arti Marziali Il Maestro Luciano Foralosso (Corniglinano, 14 Aprile 1926 – S.Quirico, 11 dicembre 2011) si avvicina per la prima volta al JuJitsu nel 1950, all’età di 24 anni, seguendo in modo costante e scrupoloso le lezioni del M°Gino Bianchi, ottenendo nel 1957 la cintura nera 1° Dan. Il 5 Ottobre 1960, presso il teatro “Balilla”, si tiene una significativa manifestazione di Ju-Jitsu, in cui molte promesse del metodo Bianchi, che di lì a pochi anni sarebbero diventati tra i maggiori Maestri Italiani di Ju Jitsu, ottengono la cintura nera 1° Dan. Fra i neopromossi figurano Nicolino Rosa, Rebagliati, Paolini e Orlandi. Nell’ambito della stessa manifestazione Bruna Bianchi e Luciano Foralosso ottengono il 2° Dan. La manifestazione si conclude con il riconoscimento al Maestro Gino Bianchi del 5° Dan, consegnatogli dallo stesso Maestro Luciano Foralosso, a nome del Collegio delle Cinture Nere. Nel 1962 il M° Foralosso assume la carica di Vice Presidente della Federazione Autonoma Ju-Jitsu, diretta dal Maestro Bianchi, al quale succederà dopo la sua morte. Nel 1968, cintura nera 5° Dan, fonda la sua scuola Sho-Bu-Kai a San Quirino. Ho conosciuto Sensei Foralosso grazie al M° Renato Bosich, che agli inizi degli anni 90 mi invitò a far parte della Federazione Italiana Scuole di Ju-Jitsu “FISJJ“, di cui il M° Foralosso era Presidente. Da quella data è nata una sincera e rispettosa amicizia. Io operavo principalmente a Napoli con la mia Scuola di Ju-Jitsu, e lui era sempre presente ad ogni manifestazione che organizzavo, felice di poterci trasmettere il suo sapere, sempre disponibile, sempre con una parola di incoraggiamento nei confronti di tutti. In sessant’anni di attività, Luciano Foralosso ha ottenuto le più alte onorificenze sia in campo nazionale che internazionale. La Martial Arts Alliance lo ricorderà sempre come un Grande Maestro e un Grande Amico. Massimo Curti Giardina

Giaveno (TO), 15 Gennaio 2012 1° Memorial Luciano Foralosso

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La Maa e il CSAIn

Un solo obiettivo per le Arti Marziali Grazie alla fattiva collaborazione tra la MAA e lo CSAIN è stato possibile avviare un progetto comune che, dal 7 luglio 2011, ha portato ad una crescente collaborazione tra le due Organizzazioni. Ultima conquista è stata la creazione, datata 13/2/2012 del Black Belt Alliance, l’albo internazionale della Cinture Nere MAA/CSAIN, che presto sarà pubblicato on-line. Riportiamo l’articolo del notiziario ufficale Csain, Temposport, che comunica l’ufficializzazione del sodalizio.

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Il presidente CSAIn, Luigi Fortuna, insieme al presidente MAA Massimo Curti Giardina

oma, 7 Luglio 2011: il Presidente del CSAIn Luigi Fortuna ed il Presidente della MAA Massimo Curti Giardina siglano l’accordo che vede le due organizzazioni operare di concerto, pur mantenendo piena autonomia gestionale, per offrire ai propri tesserati professionalità e servizi specifici per chi opera nel mondo delle Arti Marziali. La Martial Arts Alliance è attiva in campo internazionale, attenendosi in modo scrupoloso alle regolamentazioni sportive: obiettivo primario è quello di costruire una grande alleanza delle Arti Marziali nella quale tutti i maestri, provenienti da qualsiasi disciplina, possano accrescere il proprio bagaglio tecnico e culturale mediante stage, raduni, seminari e momenti di aggregazione a livello nazionale ed internazionale. Importante opportunità garantita ai tecnici è quella di poter trasmettere le loro conoscenze ad altri praticanti mediante eventi di grande spessore.

La Martial Arts Alliance è presente in Italia, in Austria, in Svizzera e in Germania con proprie Segreterie Nazionali, ed in oltre 30 Paesi con referenti operativi. Gli esami Internazionali per Qualifiche e Gradi Superiori vengono tenuti dalle segreterie Nazionali alla presenza della Commissione Tecnica Internazionale. Fiore all’occhiello del sodalizio MAA/CSAIN sono i contatti costanti tra le Presidenze, per garantire una costruttiva operatività tecnica ed organizzativa. In data 13 febbraio 2012 viene inoltre ufficializzata la nascita della Black Belt Alliance, l’Albo Internazionale delle cinture nere. La registrazione al Black Belt Alliance International sarà completamente gratuita. La nascita dell’albo Internazionale delle cinture nere è il primo passo di un progetto di ampio respiro, mirato a preservare la figura del Maestro, garantirgli piena autonomia gestionale, la possibilità di accrescere il suo bagaglio tecnico e didattico, e soprattutto l’occasione per divulgare le proprie conoscenze in ambito internazionale. Grazie agli accordi MAA/CSAIn tutti i settori e gli stili marziali, indipendentemente dai numeri della loro presenza sul territorio, potranno ottenere visibilità in ambito internazionale, garantita dalla presenza sui siti BBA e MAA, dalla collaborazione tra le riviste MAAMAGAZINE e TEMPOSPORT e soprattutto dai tanti eventi organizzati in tutto il mondo. Tutti coloro che sono ufficialmente tesserati presso il CSAIn, siano questi allievi o maestri di arti marziali o di attività similari, potranno richiedere il tesseramento Internazionale alla Martial Arts Alliance versando unicamente la quota di € 4,00, ottenendo il riconoscimento del proprio grado e della propria qualifica, nonché il Budopass Internazionale ed il Tesserino personalizzato. I Direttori Tecnici otterranno inoltre, gratuitamente, anche l’abbonamento alla Rivista MAAMAGAZINE. MAAMAGAZINE, in accordo con il Csain, offrirà gratuitamente uno spazio per tutti coloro che, tramite i propri Direttori Tecnici, vorranno inviare articoli, foto, ed altro materiale, che troverà spazio sulla rivista, sito web e sul forum. La Segreteria MAA

maamagazine e temposport: 2 riviste per voi Da oggi, grazie agli accordi tra la Martial Arts Alliance e il CSAIn, avrete a disposizione ben due testate, che andranno a coprire gli eventi organizzati dalle due sigle! Potrete trovare MAAMAGAZINE e TEMPOSPORT insieme a tutti gli eveni nazionali ed internazionali. www.maamagazine.com

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sicilia Primo Raduno Nazionale Otonashi Jutsu Ryu

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ella splendida e storica cornice delle Cantine Florio a Marsala, si è tenuto il 20 ottobre 2011 il primo raduno nazionale. Un momento storico in una sede storica come gli stabilimenti della Florio. I partecipanti, giunti da Bari, da Pordenone, da Mazara del Vallo, da Castelvetrano, da Palermo, Polizzi Generosa, da Enna, Calascibetta, S.Agata Militello...insomma una grande partecipazione e un grande interesse da parte di tutti. L'evento è stato tenuto a battesimo dal Presidente Massimo Curti Giardina. Durante il raduno il M°Pace ha illustrato le tecniche del suo programma ai partecipanti, i quali hanno mostrato grande interesse e molto entusiasmo. A questo primo raduno seguiranno successivi incontri a cadenza bimestrale, finalizzati a dare ai tecnici gli strumenti necessari al completamento dello studio del programma dell'OTONASHI JUTSU RYU (la scuola dell'arte del silenzio), per poi iniziare l’opera di divulgazione agli allievi.

Giuseppe Pace

Selezioni Regionali Campionati Nazionali MARTIAL FIGHTING SYSTEM Atleti qualificati per le Finali Nazionali:

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Greco Miryam, Bologna Cristian, Bologna Gabriele, D'aguanno Marta, Dado Diego, La Rocca Samuel, Greco Lorenzo, Pollari Marika, Polara, Giorgio, Polara Alessandra, Polara Ilary, Sciacca Antonino, Noto Danilo, Ablhaziz Ahmed, Bartolan Andrea, Patti Mirko, Ombra Claudio, Mineo Giuseppe, Goriziano Giampiero, Asoro Francesco, Titone Salvatore, Bianco Marco, Bianco Roberto, Chiofalo Sergio, Giacalone Vincenzo, Foderà Matteo.


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dai comitati veneto

La Martial Arts Alliance al Festiv al dell’Oriente

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a MAA, sempre presente ai momenti di aggregazione di rilevanza internazionale, è intervenuta fattivamente alla manifestazione “Festival dell’Oriente” organizzata dalla W.T.K.A., inviando sul posto il M° Davide Mazzola, 6° Dan e Caposcuola della DōshinRyū, nonché nostro Delgato regionale per il Vento ed il Friuli. Il M° Mazzola ci racconta la sua esperienza alla fiera.

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ià entusiasti dell’esperienza fatta lo scorso anno, io e Gabriele Ciolli abbiamo deciso di partecipare con la nostra ASD “Ksatriya Do Shin Kai” alla seconda edizione del Festival dell’Oriente che si è svolta il 28-29-30 ottobre 2011 in Toscana. In compagnia di Manuela Mazzola, Davide Monteforte e Lia Servadio Voltan, nonché del nostro ospite d’onore il M° Michele Blasich (Kempo Marma Adi) siamo partiti venerdì di buon ora per arrivare in tarda mattinata alle porte del complesso fieristico di “Carrarafiere”. Ritrovati ancora una volta con il grande amico Muraricaitanya Dasa, M° di Dhanurveda della Ksatriya Dharma e con il suo istruttore Marco Gilioli (con i quali abbiamo in seguito condiviso tatami ed esperienze marziali e spirituali), abbiamo partecipato con entusiasmo a questa nuova avventura! All’interno, quarantamila metri quadrati di spazio coperto per perdersi tra mostre fotografiche, bazar, stand commerciali e di gastronomia tipica, il tutto contornato da un continuo ed avvincente susseguirsi di spettacoli folkloristici, concerti, danze e cerimonie tradizionali. Amante degli animali e di conseguenza vegetariano, sono rimasto piacevolmente colpito dalla presenza di stand come Vegan OK-EXPO e Sea Shepherd Conservation Society. Di gran lunga superiore allo scorso anno lo spazio riservato a yoga e medicine naturali, ayurveda, shatsu, reiki e discipline olistiche per la salute ed il benessere psicofisico. All’interno del Festival si è svolta anche la settima edizione dei campionati del mondo WTKA e Martial Marathon che ha visto la presenza di ben 87 paesi e 4500 atleti. Il settore stage ha registrato un successo davvero

maestoso con oltre 60 realtà federali nazionali presenti, dalla FITAK alla World Jujitsu Federation con un’incredibile moltitudine di stili diversi di arti marziali. Imperdibili i seminari Kyusho International tenuti dai maestri Mark Kline, Gianluca Frisan e Alessandro Scappatura, con i quali non è mancata una piacevole uscita serale. Come Caposcuola del DōshinRyū mi sono dato un gran da fare per presentare il Dōshinryū Aikijutsu attraverso stage ed esibizioni in diversi momenti delle tre giornate della kermesse. La scuola ha riscontrato favorevoli consensi tra curiosi spettatori e coraggiosi partecipanti. Come 6° Dan Renshi della Martial Arts Alliance e suo unico rappresentante in loco, penso di aver fatto un buon lavoro, che spero contribuirà ad includere tra le nostre file esponenti di discipline come il Dhanurveda e il Ryukyu Kempo Karate. La presenza dei 55.000 visitatori, le dirette di “quelli che il calcio”, le telecamere di emittenti televisive come Rai 1, Rai 2, Italia 1, Canale 5 e Sky aumentano la voglia di tornare per la prossima edizione, in programma per novembre 2012, auspicandosi una sempre maggiore presenza della Martial Arts Alliance sui tatami del festival. Infine un sentito ringraziamento, oltre che ai miei allievi e amici che mi hanno sostenuto ed aiutato, al presidente WTKA Italia, dr. Michele Panfietti, che con il suo personale invito a partecipare come docente mi ha regalato l’opportunità di divulgare ulteriormente il lavoro della mia Scuola e l’operato della MAA.

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Davide Mazzola.


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Progetto Don L’IPTS, col patrocinio della MAA, dello CSAIn e dell’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, ha dato il via al progetto “Donne al Sicuro”, mirato ad informare le giovani donne sui rischi del crescente fenomeno della violenza nei loro confronti, nonché a fornire loro i primi rudimenti utili a riconoscere ed evitare situazioni potenzialmente pericolose. Il progetto si articolerà in una serie di corsi intensivi tenuti in diversi istituti scolastici del territorio, il primo dei quali è stato l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Commerciali e Turistici “Giustino Fortunato”, sito in (Vico Acitillo n.57) all’interno della Municipalità 5 Arenella – Vomero. Venerdì 17 febbraio si è tenuto, all’interno della sala conferenze dell’istituto, l’incontro introduttivo, al quale hanno partecipato attivamente l’Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Napoli Giuseppina Tommasielli, il Presidente della Municipalità 5 Mario Coppeto, l’assessore alle Pari Opportunità della Municipalità 5 Ida Francioni e l’Assessore della Municipalità 5 Clementina Cozzolino. Gli interventi del Presidente IPTS Cristiano Curti Giardina e del Presidente MAA Massimo Curti Giardina, unitamente a quelli delle dott.sse Sabina Pagnano e Carmen Mormile della Polizia Municipale di Napoli e di una delegazione dell’Associazione Etica hanno definito in maniera precisa e puntuale i temi cardine del progetto: Il concetto di violenza; le forme di violenza sulle donne, le tipologie di aggressioni, il Mind Set, i livelli di attenzione; la legittima difesa ai sensi dell’Art.52 c.p., le Norme comportamentali per la prevenzione, la risposta fisiologica agli gli effetti psicofisici destabilizzanti di stress a paura e tipologie di aggressioni, con particolare attenzione al fenomeno dello Stalking (legge n. 38/2009) in continua ascesa, e solo recentemente oggetto di una specifico inquadramento giuridico.

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Il corso, che ha ottenuto larghi consensi tra le studentesse dell’istituto, prevede, oltre alla parte teorica, una nutrita sezione pratica, curata dagli istruttori IPTS, appartenenti alla Forza dell’Ordine e/o istruttori di arti marziali, che hanno illustrato alle partecipanti i concetti fondamentali di una valida difesa personale: il concetto di distanza di sicurezza, i livelli di attenzione, le posture attive e passive, le principali aggressioni fisiche e le relative contromisure. Tutte le esercitazioni sono state effettuate prestando la massima attenzione allo stress subito dalla vittima in occasione di un’aggressione, i cui effetti sono stati gradualmente inseriti nei programmi d’allenamento per rendere le esperienze quanto più realistiche possibile, ed avvicinarle alle realtà emerse dagli studi sulla casistiche delle aggressioni. La conclusione dei lavori per il primo corso è prevista per il 7 marzo presso la Sala dei Baroni del Maschio Angioino, durante la quale saranno rilasciati alle studentesse gli attestati di partecipazione al corso.

Francesco Malvano


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Jahres-Rückblick

iebe Leser, wir blicken zurück auf ein sehr bewegtes und ereignisreiches Jahr 2011. Wie überall auf der Welt, so hat sich auch bei uns in der MAA-Familie viel getan. Bereits in den letzten Ausgaben des MAA-Magazines haben wir berichtet, dass wir zusammen weiter gewachsen und auch weiter zusammengewachsen sind. Wir haben neue Mitglieder und Repräsentanten der MAA Deutschland gewonnen, vor allem aber haben wir aus dem einen oder anderen Bekannten einen Freund gemacht, neue Freunde gefunden und bestehende Freundschaften gefestigt. Ich wünsche allen Lesern ein gesundes, erfolgreiches 2012 und ich wünsche mir, dass das Jahr 2012 die positive Entwicklung des Jahres 2011 fortsetzen wird. Antonino Marchese Nationaler Koordinator für Deutschland

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10. fair p

JubiläumsAnfang November trafen sich 120 Kampfkunstbegeisterte aus Europa zum 10. Fair Play 2011, um von namhaften unterrichtet zu werden. Der diesjährige Jubiläums-Lehrgang unter der Leitung von Sosai Antonino Marchese, 7. Dan YGR-Karate, fand in der Mehrzweckhalle in Sauerlach statt – dort, wo das Fair-Play seinerzeit begann. Am Freitag, den 4.11.2011 trafen sich Großmeister, Meister und Schüler zur zwanglosen Begrüßungsparty in der Kampfkunstakademie Samurai-Go-Nin-Dojo in Haar bei München. Extra für diesen Anlass wurde die Trainingshalle statt mit Tatami mit Biertisch-Garnituren ausgestattet und vor der Eingangstür ein großer Grill sowie eine zur Bierzapfanlage umgebaute Apé platziert. Dass bei diesem Anlass 120 Liter Bier Hopfensaft ausgeschenkt wurden, sei nur am Rande erwähnt! Entsprechend gestärkt wurde am nächsten Tag in der Halle in Sauerlach auf 5 Trainingsflächen trainiert. Auf die Lehrgangsteilnehmer wartete ein buntes Programm aus Selbstverteidigung bzw. Real Selfdefence Fighting, Karate, Ju-Jitsu und Aiki-Jutsu. Zudem wurde vom Ehrengast Carsten Schroeder aus Berlin Schwertkunst auf höchstem Niveau eindrucksvoll demonstriert und gekonnt vermittelt. Erstmalig gab es auch – zumindest für die Fortgeschritteneren - „Wettkampftraining“ unter der Leitung von Bekim Nuhija,

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play 2011

-Lehrgang mehrfachem Europa- und Weltmeister. Denjenigen Schülern, die im Mai am International-Cup in Haar teilnehmen werden, wünschen wir bereits an dieser Stelle viel Spaß und noch mehr Erfolg! Von allen Teilnehmern – sogar von den 5-jährigen Kindern, wurde unermüdlich bis zum Abend trainiert. Zur „Belohnung“ für den Fleiß beim Training stand abends in der Kampfkunstakademie ein 3-GängeBuffet bereit. Da an diesem Jubiläums-Fair-Play erstmalig eine Gruppe von ca. 50 Kindern teilnahm, wurde für diese speziell ein eigenes „Kinder-Buffet“ errichtet, dessen krönenden Abschluss eine Eisbombe darstellte. Als bleibende Erinnerung erscheint in Kürze die Jubiläums-CD mit Bildern der letzten 10 Fair-Play Lehrgänge. Wer diese kann für 10,00 Euro (zzgl. Porto und Verpackung) bei der MAA Germany erworben werden. An dieser Stelle möchten wir noch einmal allen Referenten, Lehrgangsteilnehmern und Helfern - vor allem aber unseren Sponsoren PHOENIX Budosport und Ledermann Getränke Center danken! Ohne Euch alle, wäre dieser Jubiläumslehrgang nicht zu dem geworden, was er war! Carolin Mantel

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10. fair play 4-6/11/2011 Jubil채ums Lehrgang

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Kampfkunst mit Herzen und Erfolg bei Meisterschaften!

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anze 15 Jahre nachdem sich Meister Antonino Marchese von den Kampfsportmeisterschaftenzurückgezogen hatte, trat er im Herbst 2010 erstmalig wieder mit gut 10 Schülern an – bei den European Open in Rottendorf / Würzburg. Der Einsatz und Mut hat sich gelohnt: nach einem Wettkampftag in den Kategorien Kata, Selbstverteidigung und Kumite kehrte die Truppe mit 16 Pokalen und 10 Medaillen zurück! Die Teilnahme bei den darauf folgenden World Open sowie den European Open 2011 war – so unvorstellbar dies auch klingen mag – sogar noch erfolgreicher. Die erfolgreiche Wettkampfmannschaft der Kampfkunstakademie bestand überwiegend aus Kindern. Stellvertretend für den Gesamterfolg der Mannschaft, von der fast jedes Mitglied einen „Platz auf dem Treppchen“ erkämpft hat, möchten wir Carolin Mantel nennen, die – trotz ihrer 39 Jahre – in 4 Kategorien antrat und sich 3-mal den 2. Platz (Kata, Selbstverteidigung, Kumite) sowie 1-mal den 3. Platz (Waffenform) sichern konnte. Nicht zuletzt durch diese Erfolgsserie angespornt, hat sich der Cheftrainer der Kampfkunstakademie Samurai-Go-Nin-Dojo entschlossen, unter der Federführung der MAA Germany im Mai 2012 den International Cup in Haar bei München auszurichten. Wir möchten alle Budo- und Wettkampfbegeisterten einladen, an dieser Veranstaltung teilzunehmen. Die englische Version der Ausschreibung inklusive Teilnahmebedingungen und Regelwerk ist in dieser Ausgabe des MAA-Magazines veröffentlicht. Die deutsche Version kann gerne jederzeit per e-mail angefordert oder von Homepage heruntergeladen werden. Das Resümee des Cheftrainers: Natürlich hatten alle viel Spaß und das stand an vorderster Stelle! Durch den unglaublichen Erfolg wurde natürlich der Einsatz belohnt und das Selbstvertrauen auch bei den etwas schüchterneren Schülern gestärkt. Mit Freude habe ich aber festgestellt, dass nach diesen 3 Meisterschaften die Mitglieder meiner „Wettkampf-Mannschaft“ Ihre Stellungen wie von selbst verbessert haben.

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Salvatore Russo


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m.a.a. in the world germany Ya w ara-Goshin Ryu-Karate das “andere“ Karate 3 Technik-Serie

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m.a.a. in the world germany Die MAA Germany stellt vor Harald Heinz, Regionaler Vertreter für Thueringen

Gleich mit mehreren Schulen dürfen wir in der MAA Germany Harald Heinz willkommen heißen. Mit seiner langjährigen Budo-Erfahrung stellt er als Regionaler Vertreter für Thueringen eine große Bereicherung dar. Harald Heinz gelingt es durch seine ruhige und besonnene Art, das in Jahrzehnten erworbene Können und Wissen zu vermitteln. Gleichzeitig wirkt er wie ein Magnet auf die Kinder und begeistert diese für sein Training. Unterstützt wird Harald Heinz durch

Wulf-Dietrich Luethge, Regionaler Ratgeber

Wir sind überzeugt, dass n die MAA in Thüringen durch beide einen großen Bekanntheitsgrad erlangen wird.

Jürgen Kritzer (genannt: Morris) Regionaler Vertreter für Baden Wuerttemberg

Bereits seit vielen Jahren ist mir Jürgen Kritzer als Veranstaltungs Koordinator von Jürgen Kippel bekannt. Nunmehr konnten wir ihn als Regionalen Vertreter für Baden Wuerttemberg gewinnen. Ich bin mir sicher, dass er mit seiner Vereinsarbeit speziell mit behinderten Sportlern eine neue Facette in die MAA einbringen wird und somit eine Bereicherung für uns alle darstellt. Wir freuen uns auf eine lange und vor allem gute und erfolgreiche Zusammenarbeit!

important news from The International Martial Arts Federation GREAT PROMOTION BY THE MARTIAL ARTS ALLIANCE All the martial artists can join the MAA with this affiliation fees €10,00 for the Dojo € 4,00 for each martial artist (Master or Students )

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All the memebers will receive the International budopass for free! visit us on our website: www.martialartsalliance.org


Trainer-Ausbildung 2012 MAA MAGAZINE

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Selbstverteidigungs-Lehrer/in

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Die Ausbildung wird in 2 Stufen unterteilt. Jede Stufe besteht aus 6 Einheiten (Freitag ab 14.00 Uhr bis Sonntag 15.30 Uhr).

TEILNAHMEVORAUSSETZUNGEN:

Volljährigkeit Mindestgraduierung Braungurt oder 5 Jahre Kampfsport-Erfahrung Polizeiliches Führungszeugnis

Diese Ausbildung kann nach Vereinbarung auch als Blockausbildung gebucht werden. TERMINE Stufe 1: 20.-22. April 2012

21.-23. September 2012

18.-20. Mai 2012 12.-14. Oktober 2012

20.-22. Juli 2012 16.-18. November 2012

INTERESSE? FORDERN SIE UNSERE INFORMATIONS- UND ANMELDEUNTERLAGEN AN! MAA Germany Hans-Pinsel-Str. 9b 85540 Haar Tel.: 089 / 95 44 97 28 Fax.: 089 / 95 44 97 29 maa.germany@hotmail.de www.die-kampfkunstakademie.de

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Gedanken eines Schülers MAA MAGAZINE

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iebe Freunde der Kampfkünste! Ich möchte mich kurz vorstellen: Mein Name ist Michael Szabo und ich betreibe seit 2006 diverse Kampfkünste. Als ich damals begann mich für die Kunst des Aikido zu interessieren, war ich von der positiven Einstellung aller Betreibenden begeistert. Ich fragte damals woher diese Offenheit kommt und wieso man hier als Neuling genauso behandelt wird, als wäre man schon ewig dabei. Man antwortete mir: "Das liegt daran, dass wir versuchen Budo zu betreiben. Also gemeinsames Lernen, Leben und Arbeiten. Aikido ist nicht nur eine Kampfkunst sondern auch eine Art zu Leben." Von dieser Aussage angetan habe ich mich ebenfalls dem Budo, dem geistigen Weg der japanischen Kampfkünste, gewidmet. Etwa ein Jahr nach meinem Beginn mit Aikido wurde ich von einem Freund überredet mir mal die Kampfkunst Jiu Jitsu anzusehen, von der ich bis dato nichts gehört hatte. Ich informierte mich gründlich über Jiu Jitsu und beschloss dann das Angebot anzunehmen und einfach bei einem Probetraining mitzumachen, da ich die Tatsache interessant fand, dass sich meine Hauptrichtung, Aikido, aus mehreren Jiu Jitsu Stilen (unter anderem Daito Ryu Aiki Jutsu) entwickelte. Auch hier bemerkte ich diese Offenheit und Freundlichkeit gegenüber neuen (Mit-) Schülern. Nach weiteren 2 Jahren des Trainings beschlossen mein Trainingspartner und ich zum ersten mal auf einen großen Kampfkunstlehrgang zu fahren um auch andere Leute kennenzulernen und um von Großmeistern zu lernen. Auf dem Lehrgang in Pinkafeld von Soke Franz Strauss, wurden unsere Erwartungen übertroffen. Nicht nur, dass alle Lehrer wirkliche Meister ihres Fachs waren, hier wurde Budo wirklich gelebt.

Ich finde es äußert wichtig, dass in jeder Kampfkunst und im weiteren auch in jedem Training Budo gelebt wird, da das Training sonst nur ein stumpfes Einstudieren von Techniken bleibt, die andere Menschen verletzen können. In der heutigen Zeit sind die Kampfkünste in meinen Augen nicht mehr unbedingt nötig um den Alltag bestehen zu können. Sie sind eher ein Weg um seinen eigenen Charakter zu formen und sich geistig weiterzuentwickeln. Meiner Meinung nach macht es einen seriösen Verein bzw. Lehrer aus, dass der geistige Weg unterrichtet wird und nicht einfach nur wie man sich am effizientesten verteidigt. Die Selbstverteidigung ist wohl die direkte Anwendung der Kampfkünste, doch für mich bleibt der wesentliche der geistige Aspekt. Auf diesem, meinen ersten großen Jiu Jitsu Lehrgang in Pinkafeld lernte ich auch den Karate Meister Sosai Antonino Marchese und einige seiner Schüler kennen, mit denen ich sehr schnell Freundschaft schloss. Der Sosai und ich unterhielten uns auf diesem und noch anderen Lehrgängen über Kampfkunst und Budo im Allgemeinen und ich habe dabei viel gelernt. Auf dem Pinkafeld Lehrgang im Jahr 2011, fragte er mich ob ich nicht Lust habe, da ich ja so viel vom gemeinsamen Lernen und Kampfkünsten aller Art halte, Nationaler Ratgeber für die Martial Arts Alliance in Österreich zu werden. Sosai Marchese erklärte mir, dass dieser Kampfkunstverband versucht alle Kampfkünste unter einem Dach zu vereinen um miteinander und voneinander lernen zu können. Ich war von diesem Gedanken begeistert und nahm das Angebot an. Somit bin ich von diesem Tag an Nationaler Ratgeber der MAA Austria und direkter Unterstellter der Kampfsportlegende Soke Franz Strauss, was mich sehr stolz macht. Ich werde versuchen meine Begeisterung für Budo und alle Kampfkünste in der MAA zu teilen und freue mich darauf euch auf diversen Lehrgängen kennenzulernen und Erfahrungen mit euch auszutauschen.

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Michael Szabo, Nationaler Ratgeber für Österreich

Mit Michael Szabo hat unser Nationaler Koordinator für Österreich, Franz Strauß, einen sehr guten Nationalen Ratgeber gewonnen. Mit seiner jungen Art und der gleichzeitigen Begeisterung für die Tradition der Kampfkunst sowie den Budosport wird Michael Szabo eine tatkräftige Unterstützung für die Verbreitung der MAA in Österreich darstellen.

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12 May 2012 Haar (Munich) Sportpark / Racketpart – Höglweg 3

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International Cup Martial Arts Championship Open To All Marstial Artists!

Semi Contact Kumite

Forms Freestyle Forms Softstyle Forms Weapons Forms Team Forms

Self Defence Contest

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la katana

imbolo principale della Casta dei Samurai, opera artistica di eccezionale valore e insieme terribile strumento di morte, la katana è la spada giapponese per antonomasia. La Katana ha condiviso con il popolo nipponico secoli di storia, nascendo, in forma embrionale, quasi insieme al popolo stesso, per diventare uno dei simboli dell’Impero del Sol Levante, condividendo con esso momenti di gloria, crisi e rinascita. La katana veniva equipaggiata dai samurai insieme con il Wakizashi (spada corta), per formare il cosiddetto daishō “lunga e corta”, in riferimento alla lunghezza delle lame, uno dei simboli più rappresentativi della classe dei bushi. In una versione meno nota, detta ōkatana si presenta in una forma leggermente più lunga, che non va confusa con il nodaci (nettamente più lungo di una katana). La La ōkatana, generalmente costruita per persone di alta statura, era abbastanza comune durante il periodo Koto (900-1530), meno durante il periodo Shinto (1531-1867). Ne troviamo testimonianza nel film I sette Samurai, del grande regista Akira Kurosawa, che la fa impugnare a Toshiro Mifune. I primi forgiatori di spada giapponesi erano monaci buddhisti Tendai o monaci di montagna guerrieri chiamati yamabushi. Alchimisti, poeti, letterati ed esperti combattenti, avevano conoscenze vastissime, e vivevano la forgiatura delle lame come una pratica ascetica. Le prime spade giapponesi, forgiate a partire dal IV sec, presentano una lama diritta a doppio filo, simile a quelle di origine cinese. Nel periodo Heian (782-1180) le spade giapponesi cominciano ad assumere la forma ricurva: si tratta di spade molto lunghe, impiegate principalmente nei combattimenti in sella, e per questa ragione portate con la lama rivolta verso il basso. Nel periodo Kamakura (1181-1330) la tecnologia produttiva raggiunge il massimo livello d’espressione, rappresentato dalle celebri “cinque scuole” di maestri spadai: la Yamashiro di Kyoto, che era famosa per la produzione di lame slanciate ed eleganti; la Yamato di Nara, (presso la quale si formò Masamune, uno dei più famosi forgiatori di spade di tutti i tempi) che si caratterizzava per lo spessore delle lame; la Bizen, maggiore produttrice di lame del Giappone, nonché sviluppatrice della caratteristica curvatura Bizen sori; la Soshu e la Mino, famose per la produzione di spade larghe, lunghe e pesanti. Solo intorno alla metà del periodo Muromachi (1392-1573) si giunge alla forma attuale della Katana, che nasce da una rivisitazione delle spade da cavalleria adattate ad un utilizzo da fanteria. Si tratta di lame più corte e con una curvatura meno pronunciata, alloggiate nel fodero (saya) non più con il filo rivolo non più verso il basso, (configurazione tachi) bensì, verso l’alto (configurazione uchikatana), in modo da facilitare l’estrazione estrazione e prevenire l’usura del filo stesso, dovuta allo sfregamento contro l’interno del fodero per effetto della gravità. Con la riunificazione del paese operata dal clan Tokugawa termina l’era delle guerre, e con essa finisce il periodo della spada antica (koto) e inizia quello della spada nuova (shinto). La Katana, complice l’imminente diffusione delle armi da fuoco, troverà sempre meno impiego nei campi di battaglia, per diventare un’arma da duello. Assistiamo così alla scomparsa delle cinque scuole, a cui fa seguito una fioritura di varianti stilistiche. L’acciaio viene estratto e lavorato con metodi moderni, e si dedica un’attenzione sempre maggiore alle qualità estetiche dell’arma. Per una breve parentesi, a questo desiderio di modernità si contrappone un tentativo di ritornare alle tradizioni antiche: alcuni spadai si sforzano di riscoprire i segreti delle cinque scuole e riprendono la forgiatura di spade di grande qualità, di poco inferiori ai capolavori del passato. Questo movimento, detto Shinshinto (“nuovo periodo della nuova spada”), dura dal 1804 al 1876, per spegnersi bruscamente nell’anno in cui viene emanato l’editto che vieta di portare in pubblico. Le uniche spade prodotte a partire da tale periodo sono le gendaito (spade moderne) in dotazione agli ufficiali dell’esercito. Si tratta di lame di scarso valore, prodotte spesso con metodi semi-industriali, neanche lontanamente paragonabili alle lame dei periodi precedenti. Dopo la Seconda Guerra mondiale la produzione di katana tradizionali giapponesi viene regolamentata, permettendo ai moderni artigiani di seguire nuovamente le antiche tradizioni. Nascono la shinsakuto (spade contemporanee): si tratta di lame molto costose, ambite da estimatori e collezionisti. A questo mercato si affianca quello ad indirizzo sportivo: le moderne repliche di katana da pratica vengono spesso realizzate tramite metodi semi-artigianali coadiuvati da moderni macchinari che permettono una produzione a basso costo. Sebbene gli sviluppi tecnologici permettano un costante miglioramento qualitativo, siamo generalmente ancora ben lontani dalla qualità degli esemplari storici, sia per il tipo di acciaio che per la geometria della lama. La tecnologia attuale consentirebbe, in linea teorica, di costruire katana migliori di quelle dei grandi forgiatori del passato: i nuovi acciai e le nuove metodologie di tempra consentono di costruire lame con una durezza e una resilienza mai raggiunte prima. Questi tentativi, che fin ad oggi non hanno ancora prodotto risultati effettivamente superiori a quelli raggiunti dagli antichi forgiatori, hanno diviso la critica tra pareri entusiastici e accuse di rottura delle tradizioni. In tempi recenti vi è stata inoltre una proliferazione di modelli esclusivamente espositivi. Il termine katana in questo caso risulta inappropriato, in quanto si tratta di mere repliche, inadatte all’utilizzo marziale, sebbene molto economiche ed esteticamente gradevoli per un occhio non esperto.

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L’impugnatura della katana (tsuka) è costituita da un’anima diDELLA legno ricoperta di pelle di razza (same). Essa presenza MAA MAGAZINE - LA RIVIST A UFFICIALE MARTIAL ARTS ALLIANCE due piccoli fori (mekugi-ana), in corrispondenza di analoghe forature della parte di lama in essa contenuta (nakago), atti ad accogliere i mekugi (caviglie) , piolini di bambù che permettono di fissare saldamente la lama nel manico. Una fettuccia di seta, cotone o pelle intrecciata (tsuka-ito) riveste il tutto. Tra i suoi intrecci, trovano posto i menuki, due piccole decorazioni in metallo poste sui lati. Il modo con cui l’impugnatura è avvolta dallo tsuka-ito è definito tsukamaki . Le estremità del manico, dette rispettivamente fuchi (quella ineriore) e kashira (quella superiore), sono parti in metallo decorate con tecniche tradizionali e molto raffinate. L’elsa (tsuba) viene posta tra il manico e la lama, per favorire il controllo dell’arma e la protezione delle mani. Date le sue ridotte dimensioni (il diametro è di circa 7,5-8 cm) la Tsuba protegge più efficacemente dal filo della propria spada, evitando che la mano scivoli su di esso durante gli affondi, che dal filo delle lame avversarie. Sulla faccia superiore presenta un disco (seppa), che va a posizionarsi tra questa e l’habaki (il collare che cinge la parte iniziale della lama), contribuendo con esso ad dare stabilità alla spada. Mentre durante i periodi Muromachi e Momoyama (complessivamente 1333-1603) le tsuba erano più funzionali che decorative, durante il periodo Edo (1603-1868), complice la situazione di pace, iniziò la produzione di tsuba ornamentali, prodotte con metalli preziosi. Finemente decorate, le tsuba sono diventate oggetti da collezionismo, prodotti da dinastie di artigiani specializzati in un’ampia varietà di metalli come ferro, acciaio, ottone, rame e shakudo, una lega di oro e rame, famosa per la sua patina di ossido blu scuro-viola. Le tsuba delle famiglie samurai sono cimeli che vengono passati da una generazione all’altra, sui quali è inciso il mon di famiglia. In duello la tsuba torna utile quanto i due avversari, incrociando le loro spade all’altezza dell’elsa, spingono per ottenere una posizione di vantaggio da cui colpire l’avversario. Questa tecnica, molto usata nel kendo, è conosciuta come “tsubazeriai” , “spingere una tsuba contro l’altra”. Il fodero (saya) è realizzato in legno di magnolia giapponese verniciato con una lacca di origine naturale detta Urushi. La laccatura della saya spesso include decorazioni particolari con polveri d’oro, mica, same o altri materiali applicati a strati o inclusi nella lacca per formare disegni in rilievo di rara eleganza (makie). Per la semplice custodia e preservazione della lama (non quindi per un utilizzo pratico), è utilizzato Lo shira-saya, (fodero bianco), in legno naturale senza decorazioni. L’imboccatura della saya si chiama koiguchi, (lett. bocca di carpa), mentre la parte terminale è chiamata kojiri. Tali finiture sono tradizionalmente costruite in corno o ebano, più raramente in metallo. Il kurigata (lett. Protuberanza a forma di castagna) è infine l’anello nel quale viene fatto passare il sageo, una fettuccia di cotone, che al seconda del periodo e del possessore muterà tinta e modalità di intreccio. Di uso sia pratico che estetico, questo veniva annodato intorno al fodero secondo la moda del periodo, ed era utilizzato per fissare lo stesso alla cintura (obi). La saya può avere delle tasche laterali per contenere il kogatana (coltellino multiuso) o il kogai (piccolo attrezzo per sistemare l’acconciatura da samurai), o essere munito di un piccolo gancio (sakazuno) utilizzato soprattutto nei wakizashi per trattenere il fodero nell’obi. Tale necessità era dovuta al fatto di dover spesso estrarre il wakizashi con un’unica mano, per un movimento rapido o poiché l’altra mano stringeva già la katana. Il combattimeno con due armi è stato elevato ad arte dalla scuola Niten Ichi Ryu, fondata dal celeberrimo Miyamoto Musashi, autore di uno dei più noti testi inerenti la filosofia e la tecnica della via della spada giapponese, “Il libro dei cinque anelli”. I saya vengono prodotti dai sayashi e, nel caso siano di scarsa qualità, vengono chiamati machi sayamaki. Il gesto di far scontrare i foderi (saya-ate) è un modo per sfidare l’avversaio a combattere. La lama parte da un codolo (nakago) interamente inserito nel fodero, per emergere da esso nella parte in cui inizia l’affilatura, e terminare con in una punta molto affilata (kissaki). Il sugata è la forma che assume complessivamente la lama. Dal dorso al tagliente, le parti principali della lama sono: mune: il dorso della lama, che può essere di vari tipi : hikushi (basso), takashi (alto), mitsu (a tre lati), hira o kaku (piatto), maru (arrotondato); shinogi-ji: il primo dei due piani che formano la guancia della lama. Su di esso di possono trovare profonde incisioni longitudinali, solitamente sul primo terzo della lama, con disegni (horimono) o caratteri sanscriti (bonji). Può essere presente su ambo i lati un solco (hi o bo-hi) atto ad alleggerire ed bilanciare la lama; shinogi e ji (o hiraji): rispettivamente la linea di divisione ed il secondo dei due piani che formano la guancia della lama; ha: la parte temprata ed affilata, la cui linea di tempra è detta hamon. La forma dello hamon costituisce un segno identificativo dell’epoca della lama e dell’autore (tōshō).Le tipologie di hamon più comuni sono: ko-midare “dritta frastagliata piccola” - periodo Heian (987-1183); sugu-ha “dritta” - periodo Kamakura (1184-1231); notare-ha “finemente ondulata” e hitatsura “pieno” - era delle Dinastie Nordiche e Meridionali (1334-1393); midare-ha “irregolare” - periodo Muromachi (dopo il 1467); gunome-ha “ondulata largheggiante come le nuvole” - periodo Koto (1550 circa); kiku-sui-ha “fiori di crisantemo che galleggiano sull’acqua”, primo periodo Edo (1600); sambon-sugi-ha “gruppi di tre abeti”, ove il centrale è il più alto - periodo Edo (1688-1704); toran-ha “ondulato come le onde dell’oceano” - tardo periodo Edo (1822); La parte di hamon visibile sulla punta della lama (kissaki) si chiama bōshi (pollice). Come per l’hamon, anche essa varia in base al periodo e al costruttore: kaen bōshi “a forma di fiamma” e jizo bōshi “a forma di testa di prete” - era Hogen (11561159); kaeri tsuyoshi bōshi “solo sul dorso della punta, rivoltato” e ichimai bōshi “area della punta interamente temprata”, rispettivamente del primo e del secondo periodo Kamakura (1170-1180); yaki zumete bōshi “attorno al filo della punta”, Periodo Meiji (1868-1912); mru bōshi “a forma di gruppo di persone”; midare bōshi “area temprata irregolarmente”, era Hogen (1156-1159).

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La katana MAGAZINE veniva forgiata alternando strati di acciaio con percentuali variabili di carbonio. Tale caratteristica conferiva alla MAA - LA RIVIST A UFFICIALE DELLA MARTIAL ARTS ALLIANCE

lama grandissima resistenza e flessibilità. Il procedimento costruttivo tradizionale viene tramandato di generazione in generazione, dal mastro forgiatore all’allievo. Secondo il metodo classico, il carbone viene fuso con il ferro in una fornace (tatara), posta all’aperto o nella fucina. Il pezzo d’acciaio di fusione viene quindi trasformato in un blocco cubico (tamahagane) , che viene pulito, forgiato e trasformato in un parallelepipedo grezzo e irregolare, ulteriormente forgiato e sezionato a metà. Occorrono dalle quattro alle otto ripetizioni di tale passaggio prima che il blocco sia pulito e utilizzabile. Raggiunto il grado di pulizia desiderato, il blocco viene sottoposto a forgiatura: portato al calor rosso, viene battuto e ripiegato per ottenere una stratificazione dell’acciaio. Continuando a ripiegare il metallo si ottiene un numero elevatissimo di livelli: dopo quindici ripiegature si arriva all’impressionante risultato di 32768 strati. A questo punto ulteriori ripiegature sono considerate inutili, in quanto non migliorano le caratteristiche finali. Questa stratificazione è necessaria per rendere la lama flessibile ma al contempo molto dura, in modo da prevenire che essa si rovini cozzando contro corazze o altre spade. L’estrema durezza permette inoltre di ottenere un filo resistente e molto tagliente. Per ottenere la forma finale della spada si uniscono due tipi d’acciaio, uno dolce per l’anima interna e uno duro per filo e dorso esterni. In questa fase, nella quale è molto importante abilità dell’artigiano, ogni forgiatore si affida ai propri metodi. La lama viene quindi cosparsa di particolari tipi di argille refrattarie al calore, portata al calor rosso ed immersa in acqua tiepida a 37°. Questa temperatura differenziata permette di ottenere un dorso più flessibile ed un filo più duro. La fase finale (togi), di competenza di un artigiano specializzato (togishi), conferisce alla lama, oltre che l’affilatura, una grande bellezza ed eleganza. Il codolo (nakago) viene rifinito con colpi di lima in base alle scuole ed alle epoche, e ad esso veniva praticato il mekugi ana. Terminata la forgiatura della lama, si provvede alla fabbricazione di tutti gli elementi necessari a comporre la spada, definiti nel complesso koshirae: tsuka, saya, tsuka-ito, fuchi, kashira, tsuba, koiguchi, kojiri, sageo e kurikata.

La cura e la conservazione della katana costituiscono un’arte precisamente codificata, al pari della cerimonia del tè (Cha no yu), della calligrafia (Shodo), della coltivazione dei Bonsai e dell’arte di disporre i fiori (Ikebana). La lama viene cosparsa con una polvere ricavata dall’ultima pietra utilizzata per la pulitura (uchigomori) tramite un tamponcino. Successivamente, usando della carta di riso piegata tra pollice ed indice, si rimuove la polvere uchigomori con un movimento dalla base verso la punta della spada, pinzando la lama con il mune rivolto verso la mano. Tale operazione rimuove tracce di ossidazione e grasso lasciato dalle dita durante il rinfodero. In seguito, si ripete l’operazione di pulitura con un panno leggero (o di carta di riso), imbevuto parzialmente di olio di garofano raffinato (choji): tale sistema serve per evitare successive ossidazioni della lama. Nella ritualità di questi passaggi, la stessa che si ritrova nella fabbricazione come nell’utilizzo della spada, ritroviamo l’eco di secoli di storia, vita, morte, guerra e pace, che nel corso del tempo sono penetrati nelle forge, per fondersi con l’acciaio stesso da cui nasce la katana. È forse questa l’alchimia, sottile come il filo della spada, che permette al praticante di sentire la stessa, durante la pratica, non come uno strumento nelle sue mani, bensì come una parte del suo stesso corpo.

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Francesco Malvano

In questa splendida opera di Ogata Gekkō, il fabbro Munechika, aiutato dallo Spirito della Volpe, forgia la spada Ko-Gitsune Maru


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MAAMAGAZINE CULTURE cLUB brevi appuinti sulla storia del karate: il To-de “militare” e il To-de “civile”

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pesso si sente parlare della tradizione millenaria del karate. Sarebbe più corretto dire del karate che affonda le sue radici nella tradizione millenaria delle arti marziali cinesi chiamate Wushu, allo stesso modo come si può dire, erroneamente, che la lingua italiana ha una tradizione millenaria. La lingua italiana affonda le sue radici nella tradizione millenaria greca e latina, nonchè in quelle celtiche e scandinave. Il concetto che unisce l’idea della tradizione millenaria nei due esempi è l’evoluzione delle due materie riguardo alle mutate situazioni storiche. Il “volgare” di Dante è il primo italiano riconoscibile perché pubblicato e quindi esistente e databile. Evidentemente si parlava già prima della pubblicazione della Commedia, ma la storia ha bisogno di date di riferimento. Con il karate ci troviamo davanti ad una situazione simile. La data di nascita del karate, similmente alla data di pubblicazione della Commedia, è il 1905, quando s’iniziò a praticare il Tode in una scuola elementare di Okinawa. Evidentemente tale stile si praticava anche prima da chi in seguito lo insegnerà. Parliamo dei grandi nomi del karate, come Matsumura, Itosu e Azato. Matsumura Sokon nasce negli ultimi anni del ‘700 e passa più di cinquanta anni al servizio degli ultimi tre re della dinastia Sho, dal 1820 fino al 1879. Era un nobile, militare, il capo delle guardie del corpo reali e aveva l’onere di organizzare gli eventi pubblici garantendo la sicurezza della persona del re. Doveva affrontare pericolosi nemici: i gaijin delle baleniere occidentali, che approdavano sulle spiagge di Okinawa, chiedevano rifornimenti e pretendevano di porre agenzie commerciali in base agli accordi stipulati nel 1842 con il trattato di Nanchino, tra il Celeste Impero e le potenze occidentali, in particolare la Gran Bretagna, che acquisiva con quell’accordo Hong Kong come colonia, e gli consentiva l’accesso e i commerci ai porti distanti fra loro “un giorno di viaggio”. L’altro temibile avversario erano i samurai Satsuma che dal 1609, diventati i padroni dell’isola e degli isolani, seguivano la politica isolazionistica dello shogunato costringendo gli okinawesi a respingere i visitatori occidentali, pena l’esecuzione immediata del re e dei suoi familiari.

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Due grandi nemici e un’enorme limitazione: Okinawa non poteva avere un proprio esercito e possedere istituzionalmente delle armi. Matsumura si arrangiò con quello che aveva: la sua educazione di giovane rampollo della nobiltà isolana e cioè classici cinesi, e le arti marziali, come fra l’altro tutti i figli dei nobili di qualsiasi era e latitudine, destinati il primo alla gestione delle proprietà, il secondo alla carriera militare e il terzo a quella ecclesiastica. Il To-de imparato dai vari visitatori ufficiali cinesi era un estratto delle raffinate tecniche di difesa personale a uso “civile”, poiché quello militare non era previsto, a causa del divieto di portare armi. Il To-de aveva funzionato per millenni nell’ambito della difesa personale e ora doveva essere adattato ad una nuova necessità: difendere non se stessi, ma un’altra persona, in squadra contro avversari probabilmente armati e di corporatura superiore. Nelle storie leggendarie sulle origini del karate si racconta un aneddoto che vede Matsumura espulso da corte perché aveva colpito il reale rampollo che non voleva sottostare all’addestramento imposto dalla guardia del corpo. In effetti, non è possibile proteggere nessuno se non collabora e, quindi, a certi comandi, come i kiai, bisogna compiere le azioni programmate e codificate. Matsumura e suoi collaboratori più conosciuti, Itosu e Azato, modificano il To-de cinese e lo adeguano alle esigenze di questa nuova missione: difendere il corpo del re a qualsiasi costo, anche sacrificando la propria vita. Le condizioni operative prevedevano la presenza di un gruppo di avversari probabilmente armati e di taglia superiore; l’azione doveva essere immediata e decisa per guadagnare il tempo necessario a portare in salvo il sovrano; le tecniche scelte erano lunghe, potenti e incapacitanti, e non prevedevano il contatto prolungato con l’avversario per leve o proiezioni. Gli allenamenti e le tecniche di queste guardie del corpo avevano il carattere della segretezza, non per i visitatori esterni, ovviamente, ma per i samurai Satsuma, che durante i resoconti cui il re era sottoposto, spesso minacciavano fisicamente i loro “sudditi”.


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Il To-de era diffuso anche oltre la ristretta cerchia militare del castello di Shuri, sebbene con diverse peculiarità. Si Trattava di uno stile più aderente agli insegnamenti cinesi legati alla difesa personale. La pratica, esercitata con una certa segretezza, era legata al fattore sorpresa, fondamentale per affrontare i boriosi gendarmi Satsuma. Il nome di riferimento per questo stile, definito genericamente Tomari-te, contemporaneo agli altri maestri dello Shuri-te è Matsumora Kosaku, passato alla storia per aver battuto un samurai Satsuma, probabilmente ubriaco, utilizzando un sasso avvolto in un panno, lasciando però sul campo un pollice tagliato dalla katana avversaria. In seguito a questo scontro dovette darsi alla macchia per diversi anni. Kosaku, che probabilmente faceva parte della squadra della sicurezza reale, dopo la sua bravata fu costretto ad allontanarsi da corte in esilio quasi volontario. Funakoshi ci racconta dei lunghi allenamenti notturni a casa dei suoi maestri e del piccolo numero di “allievi” a cui era divulgato il To-de di Shuri. Probabilmente i tre erano rimasti sull’isola, assistendo all’esilio forzato dell’ultimo re a Tokio, subendo la perdita di tutti i loro privilegi e tramando nell’ombra una restaurazione della dinastia Sho, sperando che la Cina rivendicasse il regno di Okinawa. Nel frattempo formavano i capi di un loro piccolo esercito realista lontano dagli occhi della polizia politica Meiji. Purtroppo nel 1901 muore il re in esilio e cadono le ultime speranze di quei vecchi guerrieri nati okinawesi e ormai rasseganti a morire giapponesi, nonché i vincoli di segretezza dell’insegnamento del To-de. Le due linee tecniche evolutive del To-de porteranno alla genesi delle scuole Shorin, che storicamente sono state definite nel secondo decennio del 1900. Dallo Shuri-te “militare” deriveranno l’interpretazione Shotokan dei Funakoshi padre e figlio; dal Tomari-te “civile” nasceranno invece gli stili che si definiscono tradizionali di Okinawa, come ad esempio lo Matsubahiashi ryu di Shoshin Nagamine.

Maurizio Orfei

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KEMPO MARMA ADI: Ritorno alle origini Il Maestro MIchele Blasich entra nella MAA come fondatore del metodo di Kempo Marma Adi, che ci illustra sulle pagine della nostra rivista.

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er comprendere l’essenza del Kempo Marma Adi si rende necessario un primo approccio al significato dei tre termini che lo identificano. Nella lingua giapponese Kempo, composto dagli ideogrammi ken (pugno) e po (legge), può essere tradotto come la legge del pugno; si tratta di un’antica disciplina che affonda le proprie origini nel lontano Oriente e che prevede non solo un’accurata conoscenza anatomica del corpo umano secondo gli studi occidentali, ma anche un’approfondita preparazione sugli elementi della Medicina Tradizionale Cinese. Il termine Marma deriva dal sanscrito mru o marr e significa area vitale, nascosta o segreta. Per definizione un punto marma è una connessione nel corpo dove due o più tipologie di tessuto si incontrano (come muscoli, vene, legamenti, ossa o giunture). In realtà i punti marma sono ben più che semplici connessioni di tessuti e fluidi; si tratta di intersezioni di forza vitale, energia (ki, chi, prana) o respiro; marma può essere inoltre associato a concetti quali sensibilità, dolcezza e amorevolezza. Il termine Adi, derivante dal sanscrito, viene tradotto con principio o primordiale. La scuola Kempo Marma Adi ricerca un ritorno alla primordiale essenza del guerriero della cultura vedica: lo ksatriya. Infatti il guerriero era visto non come un comune combattente, bensì come un uomo in grado di proteggere e dirigere la società verso l’ordine, la prosperità, la serenità e l’evoluzione spirituale di tutti gli uomini. Nei primi tempi la suddivisione delle caste era basata sulle reali tendenze e capacità naturali dell’uomo, e un individuo poteva entrare nella casta guerriera solo se manifestava già dall’infanzia di possedere la forza, la destrezza con le armi ed il coraggio tipico di un guerriero, unitamente al senso di giustizia, moralità e devozione a Dio. Molti non sanno che l’arte marziale e la monarchia sono originariamente scaturite da un’unica matrice: per le sue qualità lo ksatriya era destinato

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al trono reale e veniva dunque definito dai Veda il rappresentante di Dio, la Persona Suprema, in quanto divulgatore ed esecutore delle Sue leggi, e protettore degli innocenti e degli indifesi. La programmazione tecnica del Kempo Marma Adi, fondata su una strategia di aggiramento, avvolgimento e sottomissione dell’avversario, persegue la via della rilassatezza e della fluidità nei movimenti con una manifesta preferenza per l’impiego dell’energia interna rispetto alla forza fisica nell’attivazione dei punti vitali tramite percussioni e manipolazioni. Il Marma Adi Rappresenta un percorso di crescita progressivo che integra le esperienze del praticante e gli fornisce gli strumenti per progredire nel suo personale percorso. Ne risulta una pratica salutare, una disciplina spirituale in cui viene insegnato il concetto del corpo energetico, della raccolta, trasformazione e circolazione del Chi all’interno del corpo, con un metodo di armonizzazione naturale. La meditazione viene integrata nell’attività al fine di creare la concentrazione necessaria a rendere efficiente e controllata la circolazione del Chi durante la pratica. Il movimento delle articolazioni, la respirazione e la concentrazione vengono combinati insieme per creare una reale sinergia tra corpo, mente e spirito, necessaria allo sviluppo delle capacità, della salute e del benessere psico-fisico. Il praticante di questa disciplina impara quindi non solo un’arte marziale, ma soprattutto una via per conoscere il proprio corpo e la propria energia, per ottenere un maggiore equilibrio in tutto il proprio essere. L’incrocio delle maggiori culture asiatiche e occidentali, unite alle conoscenze iniziatiche tramandate dai monaci tibetani, permette il rafforzamento delle funzioni vitali e l’attivazione delle facoltà latenti, arrivando a far vibrare le corde più profonde del proprio essere: corpo, mente e spirito.

Michele Blasich


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leggi e normative Su questo numero trattiamo la responsabilità giusridica dei Direttori Tecnici. Questi, per operare nel pieno della legalità, sono tenuti ad essere a conoscenza almeno della nozioni di base di tale argomento. Ricordiamo in questa sede che tutte le associazioni sportive dilettantistiche che si affiliano alla MAA, grazie agli accordi stipulati con l’ente di promozione sportiva C.S.A.In. otterranno gratuitamente la copertura assicurativa contro terzi.

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Responsabilità giuridiche nell’ insegnamento delle arti marziali

a maggior parte di coloro che praticano arti marziali si sono posti, almeno una volta, il problema della responsabilità giuridica inerente a tale attività. Il concetto di responsabilità è molto vasto e articolato e investe vari settori del diritto, dal civile al penale, generando per ognuno di questi diversi effetti. Colui che insegna deve prendere coscienza delle conseguenze che possono derivare dalle sue azioni e fare in modo che la trasmissione del suo sapere,attraverso la tecnica, non sia “ostacolata” e “turbata” da elementi esterni, derivanti dalla mancata conoscenza della normativa. Dal punto di vista penalistico,fermo restando che la materia andrebbe approfondita tramite appositi testi e servendosi di un codice aggiornato, la questione viene formulata sulla base di tre concetti: 1) Reato colposo ( o contro l’ intenzione)che si ha quando l’ evento, anche se previsto, non è voluto dall’ agente e si verifica a causa di negligenza, imprudenza o imperizia o per l’ inosservanza di leggi,regolamenti, ordini o discipline. Il responsabile del corso risponde per concorso di colpa con colui che materialmente commette il fatto nel caso in cui non si sia attivato per impedire o evitare tale fatto. Quest‘ affermazione pero‘ va temperata alla luce di alcune circostanze attenuanti come il mancato rispetto delle direttive dell‘ istruttore da parte dell‘ allievo. 2) Rischio consentito, valutabile secondo diversi parametri di giudizio,che rappresenta il limite consentito dell’ azione o omissione commessa dal soggetto interessato. Cio’ significa che per ogni attività, non solo quella inerente alle arti marziali esiste un margine (prevedibile) di rischio definito consentito in quanto accettato sia dalla legge sia dal soggetto che decide di intraprendere un determinato percorso.

3) Differenza tra culpa in vigilando e culpa in eligendo. La prima deriva dal mancato controllo durante il corso da parte dell’ istruttore, il quale risponderà di qualunque cosa sia accaduta in sua assenza e se ci si trova in presenza di minore la situazione diviene ancora piu’ grave,in quanto durante il corso il minore gli viene sostanzialmente “affidato”. La seconda è conseguenza di una scelta di colui che organizza un corso o comunque di un soggetto che si trova in una posizione gerarchicamente superiore a quella del semplice “tecnico” ( intendendosi in parole piu semplici l’ insegnante) di mantenere in servizio un soggetto che sia privo delle caratteristiche e delle competenze ritenute idonee allo svolgimento dell’ attività. In sostanza definire la responsabilità penale non è semplice ed è necessario valutare le singole ipotesi caso per caso basandosi sui criteri di diligenza, prudenza e buon senso previsti dal codice e tenendo conto dei regolamenti, previsti e disciplinati dalle federazioni sportive, i quali svolgono allo stesso tempo la funzione di presentazione della federazione nei suoi aspetti principali e di garanzia al verificarsi di eventi che richiedono la consultazione di regole precise al fine di giungere ad una giusta ed equa decisione, valutati tutti gli elementi a disposizione.

Stefania Arcese

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MARTIAL ARTS ALLIANCE stage nazionale karate - ju jitsu

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La MAA, in accordo con l’Ente di Promozione Sportiva Csain organizza nella città di Napoli lo stage nazionale di Karate e Ju Jitsu. L’evento è aperto a tutti i Marzialisti, iscritti e non alle nostre organizzazioni. I Maestri interessati alla docenza posso contattare direttamente la Sede Centrale.

Polifunzionale Socca vo Via Adriano 4, Napoli COSTI di partecipazione 1 gio r nata 2 Gio r nate

Euro 20,00 Euro 30,00

per nottamento consigliato

Istituto “Scuole Pie”

Via Giacomo Leopardi, 101

Tel 338.5038153

Tennis Hotel

Via Augusto Righi, 5

Tel. 081.7624069

PER INFO RMAZIONI 333.1432283

corso nazionale ufficiali di gara La MAA organizza il 1° Corso Nazionale Ufficiali di Gara aperto a tutti i praticanti del settore con un livello minimo di 3° Dan o con la qualifica di Istruttore. Alla fine del Corso verranno selezionati gli Ufficiali di Gara Nazionali. In base alle esigenze territoriali, per alcuni di essi si potrebbe prospettare l’inquadramento come Resp. Regionale U.d.G. Venerdì – 19,00/21,00 Teoria:lettura ed analisi del Regolamento. Cena a carico della MAA Sabato – 10,00/13,00 Pratica:esecuzione e sistemi di valutazione dei Kata. - Spuntino a carico della MAA 16,00/20,00 Pratica:Kumite + M.F.S. Cena a carico della MAA Domenica – 10,00/13,00 Verifica: per la qualifica di Ufficiale di Gara.

tennis club euro Via G.B. Lusieri 22, Napoli

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PER INFO RMAZIONI M° Luca Raucci: 335.529.31.18


INTERNATIONAL BLACK BELT ALLIANCE La MAA, in collaborazione con il CSAIn, apre ufficialmente l’albo internazionale delle Cinture Nere

L’iscrizione all’albo è totalmente gratuita! Tutti gli iscritti riceveranno un welcome kit composto da:

Tesserino Personalizzato

Distintivo Ricamato

Attestato di Iscrizione

L’Albo sarà suddiviso in 2 Sezioni

Seziene A: riservata alle cinture nere in possesso di un diploma riconosciuto dalla BBA Sezione B: aperta a tutte le cinture nere con attestazione comprovante il proprio grado

Tutti gli iscritti otterranno uno spazio sul sito web internazionale: foto, dati personali, grado, qualifica ed organizzazione di appartenenza

Sul sito troverete l’elenco dei Diplomi ufficialmente riconosciuti dalla Black Belts Alliance:

Per info rmazioni WWW.BBALLIANCE.NET BBALLIANCE@LIVE.COM



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