End Of File

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End Of File

Racconto

di

Francesco Smelzo 2016


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“Mezz’ora. Non hai molto tempo vecchio mio…” – pensava Andrea mentre si stava radendo. Mentre si passava il rasoio sulle guance ricoperte dalla schiuma da barba, con la coda dell’occhio guardava con un po’ di apprensione i capelli bianchi che ogni giorno aumentavano. La cena era quasi pronta. Non era mai stato un grande cuoco, per sé si accontentava di un panino al formaggio, ma quella sera non voleva tra i piedi personale di servizio, quindi aveva consultato almeno una decina di siti di cucina cercando mettere in tavola qualcosa di decente. Alla fine aveva optato per gamberi al forno. Si va sul sicuro prometteva la ricetta, niente di difficile. Tornò a fissarsi allo specchio. “Certo questa pancetta…” - un po’ di palestra avrebbe fatto comodo in queste occasioni, ma il suo lavoro… Beh almeno era così che scusava la pigrizia. “Sono le 19,35. Tra venticinque minuti”. Lei l’aveva conosciuta in rete. O almeno “sperava” fosse una “lei”. -4-


End Of File

Oggigiorno su Facebook si prendono più fregature che altro. Questa qui poi, di foto, manco l’ombra. Nel profilo ha messo un’immagine presa dal sito della NASA o simili, un Buco Nero gli era sembrato, per quello che ne sapeva. Che era una donna l’aveva visto dalle informazioni della sua pagina, ma per quel che valevano poteva essere anche un autotrasportatore polacco. Quella volta non era stato neanche lui a farsi avanti. La tizia ha chiesto lei l’amicizia e poi ha cominciato a mettere mi piace su ogni bendidio che postava. “Le 19,40. Venti minuti” – la sbarbatura era finita e passava alla vestizione. Una volta postò una cosa scema: la foto di un piede. Sì proprio un suo piede nudo. Così per vedere quella che faceva e… Tac! Anche lì un like. Fu lì che le scrisse il primo messaggio privato: “Scusa, ma per caso ti interesso?”. Passò tutto il giorno e anche quello dopo senza risposta. “19,45. Un quarto d’ora. Bisogna tirare fuori dal forno quei cosi se non li vogliamo servire carbonizzati”. Poi, il terzo giorno, mentre era in riunione con quelli del marketing sente un Din sul telefonino, la notifica di un messaggio, con la coda dell’occhio vede il mittente: “End Of File”. -5-


Capitolo 1

Dovette aspettare due ore buone che finisse quella palla di riunione. Tornato nel suo ufficio aprì il messaggio: “Mi interessano gli sconosciuti”. Il gioco si faceva intrigante. “19,50. Dieci minuti. Devo finire di apparecchiare”. Gli altri messaggi, da due giorni ad oggi, si sono susseguiti a raffica, sempre più espliciti. Andrea, dopo Gianna, aveva avuto delle storie, tutte senza importanza, ma questa tizia lo incuriosiva. Risposte secche, senza svolazzi romantici, linguaggio esplicito. Per questo si era chiesto se fosse davvero una donna. A quel punto, proprio quella mattina, le aveva scritto il classico: “da me o da te?”. Din… Risposta: “da te, stasera alle otto”. “19,55. Cinque minuti. Ci siamo.” «Piove come Dio comanda!» - disse guardando fuori dalla finestra. Che diavolo di nickname era poi “End Of File”, la fine del file? Boh… Ci pensava ancora a Gianna. Sua moglie. Si sentiva ancora ferito per il suo tradimento. Gli piaceva essere così: “ferito”. -6-


End Of File

Lo faceva sentire in credito con il mondo. “Se sono un po’ stronzo che volete da me? …non vedete che sono ferito.” E stronzo lo era per davvero; da quando era stato nominato amministratore delegato aveva licenziato un numero imprecisato di gente. “Tagli del personale in un’ottica di ristrutturazione” così si chiamava. Poi si sposta la produzione in qualche paese dell’Est e con quattro soldi il gioco è fatto, gli azionisti felici e il suo conto in banca anche. “20,00. Ci siamo. Dovrebbe arrivare”. Ma non arriva. L’orologio alla parete segna già le 20,01. Il cellulare pure. “Ma che diavolo!” 20,02. “Sì figurati, un classico di Facebook” - magari questa era una ragazzina di dodici anni che si divertiva con le amiche alle spalle di un coglione. 20,05. “Ma, guarda tu ‘sta stronza e io a cascarci dentro con tutte le scarpe…” 20,10. “Senti caro mio, meglio mettersi l’anima in pace, mangiarsi un panino e uscire a farsi un giro in qualche locale. -7-


Capitolo 1

Che poi i gamberi ti fanno anche schifo.” 20,15. Don… “Il campanello, il campanello…”

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