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LE PROBLEMATICHE DELL’INFANZIA
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MALTRATTATA (III)
ANNO XIII N.RO 4 Maggio - giugno 2017
Il maltrattamento psicologico
http://www.andropos.eu/antroposint heworld.html
Molto spesso le madri sono vittime anch’esse di violenze e, per questo, non sono in grado di accorgersi dell’abuso sessuale che subiscono i figli e quindi di attivarsi in modo efficace per difenderli. Tradizionalmente le madri delle vittime di abuso vengono indicate come “collusive” e viene attribuita loro la responsabilità principale dell’incesto. Si tratta di un “alibi perfetto” sia per i padri, autori delle violenze, sia per tutti coloro, familiari, operatori sociali, insegnanti, che hanno preferito ignorare i segnali e le richieste di aiuto della vittima e non intervenire1. Anche se esiste una percentuale non irrilevante di madri che non mettono in atto nessun comportamento di protezione o che prendono le parti del marito, nella maggioranza dei casi le madri proteggono i loro figli, credendo in loro e cercando di allonta-nare l’uomo violento. Il maltrattamento psicologico è di certo la forma più frequente di violenza all’infanzia, ma, nonostante la sua incidenza, è anche quella che viene costantemente sottovalutata. Basti pensare che,nella legislazione sulla violenza ai minori questa forma di abuso non viene menzionata, oscurata dalla risonanza che hanno avuto nella società il maltrattamento fisico e l’abuso sessuale. Dal Consiglio d’Europa il maltrattamento psicologico viene defini-to come “la situazione in cui il minore è oggetto di reiterata violenza verbale o di un’attiva pressione psicologica tale da danneggiarlo”. Secondo Lowenthal, il maltrattamento psicologico, o abuso emotivo, comprende tutti i comportamenti da parte di un adulto diretti a controllare il bambino attraverso l’umiliazione, la paura, le critiche continue e la vergogna. Il maltrattamento emotivo è spesso accompagnato dall’abuso fisico o sessuale1. Questa forma di maltrattamento è sicuramente la meno evidente, in quanto non provoca danni fisici, ma le sue conseguen-ze non sono meno gravi. Si parla di maltrattamento psicologico nel caso di punizioni, minacce, insulti, critiche costanti, umiliazioni anche davanti ad altre persone, persecuzione, segregazione, intimidazione, squalifica, indifferenza, disinteresse, mancanza di affetto, richieste sproporzionate all’età e alle caratteristiche del bambino, coinvolgimento eccessivo nei problemi e nei conflitti dell’adulto, mi-nacce di morte. L’abuso psicologico, se perpetuato nel tempo e qualora assuma connotazioni particolarmente gravi può produrre diverse conseguenze nella crescita del bambino: scarsa autostima e assertività, incapacità di avere fiducia negli altri, instabilità o disadattamento emozionale, disturbi del sonno e inibizione del gioco. Nell’ ordinamento giuridico italiano l’ abuso psicologico non è previsto quale fattispecie specifica di reato. Pertanto, il vuoto normativo è stato colmato ricorrendo alle fattispecie esistenti. I molteplici comportamenti attivi od omissivi possono, a seconda dei casi, configurare i seguenti reati: violazione degli obblighi di assistenza familiare (art. 570 del codice penale), abuso dei mezzi di correzione o di disciplina (art. 571 del codice pe-nale), maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli (art. 572 del codice penale), ingiuria (art. 594 del codice penale), diffamazione (art. 595 del codice penale), violenza privata (art. 610 del co-dice penale), minaccia (art. 612 del codice penale). (Continua)
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1. LE PROBLEMATICHE DELL’INFANZIA MALTRATTATA –child abuse, saggio breve di Franco Pastore - A.I.T.W. Edizioni – Febbraio 2016 - Ebook cod. GGKEY:BZSUHT15QFF E
Pag. 1. Pag. psicologica 2. Nevicate e sovranità 3. L’angolo del cuore 4. Il Nazareno 5. La vera conoscenza 6. Aulos 7. Mater Dei – Conc. 8. Locuzioni latine 9. L’autore del mese 10. Wangari Mathai 12. Il minore maltrattato 13. Marine Le Pen 14. Martoglio 15. Respiri di vento 16. Paremiologia e pubbl. 17. Cibi cheprepar.all’est. 18. Swav George Bernard 19. Stracassone 20. La nuova lira di Berl.ni 21. Carne di Pollanca 22. Qualcosa sta cambian. 23. Farsa delle primarie 24. Storia della musica 25. Sono protezionista 26. Duonnu Pantu 27. La favola della settim. 28. Foto da ricordare 29. ‘O monsù 30. Il Museo Diocesano 31. Catullo a Napoli 32. Regimen sanitatis 33. Follie Giuffridiane 35. Wonder Woman 36. ONG sospette 38. Redazioni e riferimenti
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Antropos in the world
NEVICATE, TERREMOTI E SOVRANITA’ NAZIONALE
Navighiamo a vista, fra i disastri. Quelli naturali e quelli politici. Neanche il tempo di fare un bilancio dei terremoti e delle nevicate dell’Italia Centrale, ed ecco arrivare la legnata della Commissione Europea: i conti non tornano, e il governo italiano dovrà trovare in tutta fretta 3 miliardi e 400 milioni di euro per evitare la temuta procedura d’infrazione. I nostri governanti fingono di cadere dalle nuvole. Prima minimizzano («lo zero virgola»), ma poi si lasciano sfuggire che una procedura d’infrazione sarebbe un grosso guaio. Eppure lo sapevano cani e porci che sarebbe andata a finire così. Il Vispo Tereso era arrivato alla Presidenza del Consiglio in un momento felice dal punto di vista finanziario: i tassi scendevano e, conseguentemente, il nostro esborso per il pagamento degli interessi sui debiti era contenuto; e scendeva anche il prezzo del petrolio, con evidenti benèfici effetti per la nostra bilancia dei pagamenti. E, allora, che ti combinava quel cicalone toscano? Prendeva a spendere e spandere come un Paperone: dagli “80 euro di Renzi” fino all’acquisto di un lussuosissimo aereo per i viaggi “di Stato” (che Trump se lo sogna). Poi, quando partiva la campagna per il referendum sulle sue riforme, cominciava a svuotare sistematicamente le casse dello Stato attraverso una sequela di mance, mancette e marchette che – nella sua fantasia – avrebbero dovuto servire a conquistare con-sensi. Qualcuno a Bruxelles dava segni di nervosismo, ma tutto finiva lì. Anzi, il mattacchione nazionale prendeva la palla al balzo per atteggiarsi a populista antieuropeo: senza esserlo, naturalmente. Ma in campagna elettorale tutto fa brodo, specialmente se ci si rivolge ai settori più sprovveduti dell’elettorato: quelli che non capiscono che la “flessibilità” invocata contro il rigore dell’UE, non è altro che l’autorizzazione a fare più debiti, a pagare più interessi, a mettersi sempre più nelle mani della finanza usuraia. A Bruxelles – dicevo – non si tirava troppo la corda. Non avevano interesse – lor signori – a mettere in difficoltà il ragazzo. Una vittoria del SI in Italia avrebbe fatto comodo a tutti loro, sarebbe stata una boccata d’ossigeno per mercati e mercanti, in panico dopo la Brexit, dopo la sconfitta del progetto di cancellare la Siria e, soprattutto, dopo la vittoria di Trump alle presi-denziali americane. E, invece, pure in Italia arriva-va la stangata populista, anche se – per il momento – soltanto in forma di pernacchio alle riforme “che l’Europa ci chiede”. Dunque, passata la festa e gabbato lo santo, ecco che adesso i Torquemada di Bruxelles riprendono morsi e tenaglie, e danno un altro giro alla ruota della tortura. Non si possono ammettere “scostamenti” che mettano in discussione le ferree regole della macelleria sociale che tanto piace alla Cancelliera, e i quasi 3 miliardi e mezzo devono saltare fuori. Come? Gli euroragionieri non lo dicono, ma la risposta non può essere
che una: con una manovra aggiuntiva di pari importo. Dove “manovra aggiuntiva” sta a significare tasse aggiuntive, comunque camuffate. Ma come – balbettano a Roma – abbiamo già chiesto agli italiani una barca di soldi per finanziare l’invasione dei migranti, per terremoti e disastri vari abbiamo messo in campo 25 casette (da sorteggiare fra gli aventi diritto), per la ricostruzione delle scuole ci affidiamo ai “2 euro solidali” degli utenti telefonici, non abbiamo un centesimo da stanziare per la prevenzione (in vista dei prossimi terremoti, previsti dagli esperti), abbiamo spellato vivi i contribuenti e strozzato i Comuni... e voi ci chiedete ancora miliardi? Ma a Bruxelles (e a Berlino) non intendono deflettere. Il modello Renzi è fallito. Adesso la prospettiva è quella del modello Tsipras. Due nomi, una stessa garanzia di suicidio assistito. Assistito dalla Merkel, naturalmente. A palazzo Chigi si respira ormai un’atmosfera da Rischiatutto: se i brussellesi continueranno a non voler sentire ragioni, si tenterà l’ultima carta, quella delle elezioni anticipate. Per una manciata di mesi, così, si avrà la scusa per non rispondere ai richiami della Commissione Europea. Dopo, si vedrà. Saranno cavoli di chi vincerà le elezioni, a patto che – con i brandelli di legge elettorale che ci ri-troviamo – riesca poi a formare un governo. Eppure, ele-zioni o non elezioni, la soluzione è lì, a portata di mano. In attesa della definitiva disgregazione dell’Unione Europea (sempre più vicina), basterebbe intanto abbandonare il marco tedesco travestito da moneta europea. Riprenderci la nostra sovranità monetaria. Il che non significa soltanto uscire dall’€uro e tornare alla Lira. Significa anche stampare il nostro denaro direttamente, senza farcelo prestare dai “mercati”, e nemmeno da una banca privata, pudicamente mimetizzata dietro l’eti-chetta di “banca centrale”. Solo così si potrà uscire dalla spirale della miseria, solo così potremo trovare i soldi per ricostruire i paesi cancellati dai disastri naturali e per mettere in sicurezza il territorio. E non solo per questo. Ma anche per fare tutte quelle piccole cose che uno Stato “normale” dovrebbe fare con i denari suoi, senza farseli prestare dagli strozzini: chessò... la benzina per le volanti della polizia, pensioni decenti per tutti, scuole che non cadano sulla testa degli studenti, e così via dicendo. Battere moneta dovrebbe essere prerogativa – e prerogativa esclusiva – degli Stati. Abdicare a questo diritto-dovere significa non soltanto regalare una ricchezza immensa a pochi speculatori, ma anche sottrarre questa ricchezza agli Stati stessi. I quali Stati – defraudati e con l’acqua alla gola – dovranno necessa-riamente spremere sempre di più i contribuenti e ridurre sempre di più la spesa pubblica, fino a privarsi dei mezzi per fronteg-giare le calamità naturali. Se non si interrompe questo circolo vizioso, sarà sempre peggio. Non come adesso – badate bene – ma peggio, e poi peggio ancòra. Unica salvezza: riprenderci la nostra sovranità. E i nostri soldi.
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Michele Rallo
Antropos in the world L’ANGOLO DEL CUORE
Da “ Respiri di vento ”
Silloge di Franco Pastore (978-88-567-8247-9– Editrice Albatros- Filo - Roma
CAREZZE ANTICHE ψαῦσις ἀρχαϊκάι Come foglie sparse di vento, semi di nostalgia di carezze antiche. Sono immagini di sogni lontani, senza più luce, come le stelle morte. L’animo vaga sospeso tra ombre e ricordi tra il mare e la luna, e nulla più lo sorprende nella fredda aria bruna.
DIETRO LE NUVOLE παρὰ αἱ νεφέλαι
Già ci sorprendono le prime piogge d’agosto. L’autunno porterà un vento di foglie morte e, dietro le nuvole, il sorriso beffardo del sole. Come le nostre parole, le rondini andranno via col vento di maestrale e , nella piazza, la nostra panchina morirà di solitudine.
IN QUESTO MOMENTO Αυτή τη στιγμή του χρόνου Guardo una piccola parte del mondo, dal mio balcone. Un raggio di sole scopre il bianco dei miei gerani ed io carezzo il mio cane, che, in questa bella mattina d’aprile, scodinzola grato
SOLITUDINE
‘H χρόνου στιγμή Come un vecchio rimorso, l’ansia scende nel cuore e, nel silenzio che muore, agita ciò ch’è trascorso. Le stelle si spengono in cielo e dietro una nube che imbruna incerta s’occulta la luna. -3-
Antropos in the world
IL NAZARENO
( SELEZIONE)
DI FRANCO PASTORE © 2010 Ed. Antropos in the world - ISBN GGKEY:HEWAACKLQL9 E
«…L’Autore con immediatezza entra nel dramma del-la Narratore: Passione tramite le parole di Gesù che preannuncia ai suoi 201. Forzando sui chiodi Gesù, Redentore discepoli la propria crocifissione. Viene condotta nella si prese un po’ d’ aria su tanto dolore, Lauda un’analisi profonda circa il comportamento dei dirivolgendosi al Padre, che stava lassù: scepoli, del Sinedrio e di Giuda. Quest’ultimo è stato spesso una figura con-troversa nell’esegesi classica, specialmente - Oh Dio mio, com’ è dura quaggiù! quando si pensa al ruolo di delatore che ha dovuto svolgere. Franco Pastore evidenzia criticamente la figura di Giuda 205. Poi, sussurrando, fece un atto d’amore: quando sottolinea che “egli è lo strumento attraverso il qua- Perdona loro, o mio dolce Signore!- (20) le Cristo possa bere quel calice che, seppure per un attimo, Con un sussulto, cascò sulle braccia, ha desiderato fosse allontanato da lui”.Traspare forte dalla calando sul petto la povera faccia.. modalità narrativa diegetica la piena e convinta compartecipazione al mistero della Passione, al precipuo ed esclusi209. Il sole scompare ed il cielo s’oscura, vo fine salvifico di Dio e quindi del figlio Gesù…»* in quello scompiglio ognuno ha paura,
Maria di Magdala:
la terra piange per la triste agonia,
33. Corri Maria, che tuo figlio lo hanno preso, quella folla acclamante ora l’ ha vilipeso !
la pioggia sferza, si dispera Maria.
Il suo gregge dissolto ha paura, sta dietro,
213. Sono le tre e dal corpo squarciato:
Il buon Dio è con lui, più lontano c’è Pietro.
- Oh Padre mio, mi hai abbandonato? – (21) Dolore e sete, con crampi e asfissia,
Maria di Cleofa:
sale, delle donne, la litania…
37. L’hanno fatto arrestare dopo l’ultima cena, or la folla lo grida, la soldataglia lo mena;
217. Due ore dopo, raccoglie il suo fiato:
avanti ad Anania, come un reo, è legato,
e prima ch’ogni anelito sia trapassato,
a riscatto dell’ uomo era stato mandato!
un’ultima prece al cielo egli grida, nelle mani del Padre lo spirito affida:
Maria Vergine
Coro :
41. Questa notte è funesta per l’Agnello di Dio:
221. -Questo mio spirito è nelle tue mani- (22)
il momento è arrivato e la mamma son io: sono sette le spade conficcate nel cuore,
- Elì, elì lemà sabactani ! –
m’esplode nel petto questo grande dolore.
S’arresta il fiato che era già corto, lì sulla Croce c’è Cristo, ch’è morto. *
45. Gesù, Figlio mio, Amore dolce e santo,
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Ti sorregga tuo Padre e lo Spirito Santo! Se, come è scritto, questa è l’ unica via,
20 “Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l`altro a sinistra. 34 Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Luca,23.33-34) 21 “Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Matteo,27.45) 21 “Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò. (Luca,23.44-46)ù * Dall’Epilogo
che l’ aiuto del Signore di sostegno ci sia. Maria di Magdala: 49. Su,coraggio sorella,ora andiamo da Cristo Il giudizio l’ attende, già Pilato l’ha visto! Che ci senta vicine in quest’ orrida notte son meste le stelle, che nel celo son sorte.** ______________ * A. Mirabella – dalla presentazione dell’opera. ** Dal prologo.
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Antropos in the world
LA VOCE DEL PASSATO E’ GUIDA ALLA VERA CONOSCENZA Come molti sono stato formato, idealmenmente evoluto, alla luce di una civiltà i cui valori sono, oggi, più attuali. Non so se il mio pensiero è la nostalgia di un tempo antico o di un tempo collaterale e al di fuori del tempo che stiamo attraversando o se le mille vicende che si susseguono senza darci respiro e, molte volte, speranza abbiano reso attuale e prudente richiamare il passato come un rifugio o una speranza per il futuro. Tutto questo potrebbe diventare un esercizio inutile e nostalgico per i benpensanti e per quanti vivono e sono integrati in una realtà che sembra non tener conto che la storia ha sempre unificato le etnie e la nazionalità dell’altro in un destino comune. Oggi, è l'epoca dei tecnici, dei numeri, del gioco come speranza di sopravvivenza, del profitto, di un estremo tentativo di metallizzare il DNA dell'uomo e renderlo un ingranaggio produttivo e a basso costo a cui dare e togliere energia, dare e togliere la vita. Ma le anime sognanti e gli argonauti hanno la coscienza vigile dei Patriarchi dal pensiero millenario, perché millenaria è la saggezza, che scruta il passato senza rifiutare il presente o il futuro ma cercando di realizzare attraversando la conoscenza e l’esperienza una ragionevole costruzione dell'uomo migliore possibile. Lo spirito critico ripropone la domanda sul senso vero dell’esistenza, sull'utilità di certe scelte. Spirito come ricchezza trasferibile se narrata e testimoniata a condizione che lo spirito di libertà individuale ne comprenda e raccolga utilità e importanza. Sui banchi del Liceo un maturo insegnante era il narratore che prestava la voce e traghettava i suoi alunni nell’universo di Platone, Aristotele, Socrate e... sulle parole di Ippocrate generazioni di medici giuravano una fedeltà a un ideale che, in molti, avrebbe ispirato e ispi-5-
ra,ancora oggi,la professione e rassicura quanti a lei rivolgono speranza di salute e vita. Idee perfette, quanto di più perfetto è auspicabile a questo mondo, idee perfettibili in un confronto con un tempo post-moderno. Idee senza scorciatoie perché mettono in discussione i pilastri dell'universo, sui quali misurare la coscienza del confronto, il senso della della democrazia e del bene comune. Idee commiste alla carne dell'uomo a condizione che una speleologia individuale, alla luce sottile e inquieta della sapienza riesca a riconoscerne la traccia. L' albero genealogico della civiltà romana si identificò e fu definiti-vamente attratta dal fascino della civiltà greca. Una cattività necessaria alla quale i nostri predecessori non vollero sfuggire perchè rappre-sentava la via obbligata della conoscenza dell'uomo, ne svelava la complessità, il pensiero, la tragedia, la catarsi, la psico-analisi. Un debito di riconoscenza che avrebbe dovuto essere un monito d' onore per quanti considerano, come me, la Grecia la loro seconda patria.
Corrado Caso
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Corrado Caso - Medico-giornalista pubblicista. Direttore del Centro Medicina e Filosofia della Federazione dei Medici di Medicina Generale di Salerno e Provincia
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Αὐλός
Musica e canti nella Grecia antica
© by Franco Pastore - Antropos in the world Salerno 2017 ISBN GGKEY:ZWAHC78XB99
Il teatro, per i Greci, non era una semplice occasione di divertimento e di evasione dal quotidiano, ma celebrazione delle antiche storie del mito, patrimonio comune dei cittadini, che lo spettatore greco conosceva, insieme a tutte le informazioni specifiche sullo spettacolo dedotte dal προαγȯν. L'evento teatrale aveva, dunque, valenza di un'attività morale e religiosa, equiparabile ad un vero e proprio rito. Esso era, infatti, un rituale di grande rilevanza socio-culturale, tanto da essere considerato uno strumento di educazione per la comunità. A riprova diciò, vi è il fatto che da Pericle in poi è la tesoreria dello stato ad assumersi l’onere del biglietto, che era di circa due oboli al giorno. Agli spettacoli la popolazione partecipava in massa e, probabilmente, già nel V secolo a.C., erano ammessi anche le donne,i bambini e gli schiavi. Proprio per questo suo carattere collettivo, il teatro assunse la funzione di cassa di risonanza per le idee, i problemi, la vita politica e la cultura di Atene e della Grecia tutta. Aristotele, a questo proposito, nella sua Poetica, formula il concetto di "catarsi" (κάϑαρσις, purificazione), secondo cui la tragedia pone li uomini di fronte agli impulsi passionali e irrazionali, che si trovano, più o meno inconsciamente, nell'animo umano. In questo saggio, si pone l’accento sul coro e sulla poesia melodica, che tanto ebbe bisogno del supporto della musica, realizzata con strumenti come il flauto a due canne e la lira, che portarono alla concretizzazione del sistema diatonico. La cultura Greca ha rappresentato per quella occidentale un modello di classicità, per l’ar-6-
chitettura, la scultura, la filosofia e la letteratura. Da essa sono giunti fino a noi reperti e testi di incommensurabile valore storico. Per la musica, della quale sono rimasti solo pochi frammenti, spesso di difficile interpretazione, l’influsso è stato minore. L'elemento di continuità tra la civiltà musicale ellenica e quella dell'Occidente europeo è costituito principalmente dal sistema teorico greco, assorbito dai romani e da essi trasmesso al Medioevo cristiano. Il sistema diatonico, con le scale a sette suoni e gli intervalli di tono e di semitono, tuttora alla base della teoria del linguaggio musicale occidentale,è l'erede e l'epigono del sistema musicale greco. Altri aspetti comuni alla musica greca e ai canti della liturgia cristiana dei primi secoli dopo Cristo, furono il carattere rigorosa-mente monodico della musica e la sua stretta unione con le parole del testo. È possibile distinguere, in linea di massima, tre grandi periodi all'interno della storia della musica greca: -Periodo arcaico: dalle origini al VI secolo a.C. -Periodo classico: dal VI sec. al IV secolo a.C. Fu il periodo delle grandi città di Atene, Sparta e della grande fioritura dell'arte e del pensiero filosofico greco -Periodo ellenistico-romano: dal IV sec.fino al 146 a. C. (conquista romana). Continua
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Premio nazionale di poesia religiosa
- MATER DEI Rimandato ancora una volta il Premio nazionale di Poesia religiosa MATER DEI, per gravi motivi di salute di uno dei promotori della prestigiosa manifestazione: Il concorso prevede : un 1° 2° e 3° premio per gli alunni partecipanti ed un 1° 2° e 3° premio per gli adulti. Inoltre, saranno consegnati attestati di merito ai ai concorrenti che maggiormente si sono distinti, ed un attestato di partecipazione a tutti i candidati. I premi consisteranno in coppe, medaglie, targhe, diplomi, libri e nella pubblicità sulla Rivista di lettere ed arti Antropos in the world. Si concorre con una lirica sulla Vergine Maria, non inferiore a 20 versi e non superiore a 40. In allegato al componimento, va una scheda con nome, cognome, indirizzo e numero di telefono, oltre al titolo dell’elaborato. Per gli alunni, va aggiunto anche il nome della scuola frequentata, della classe ed eventuale e - mail. Il tutto va inviato alla Direzione Antropos in the world- via Posidonia,171/h – 84128 Salerno. Per l’Agro nocerino-sarnese, può essere consegnato alla redazione di Pagani, presso il SS.Corpo di Cristo. Il termine ultimo per la presentazione delle liriche è scaduto il 25 maggio 2016. La cerimonia di premiazione avverrà nella Chiesa Madre della città di Pagani (Sa). I vincitori saranno tempestivamente avvertiti tramite e-mail, o telefono, che avranno cura di indicare nella domanda di partecipazione al premio. La commissione, presieduta dal mariologo Renato Nicodemo, sarà presentata al pubblico nella cerimonia di premiazione. Eventuali chiarimenti possono essere richiesti ai numeri: 3771 711 064 – 3474 345177, o tramite le e-mail francopastore@fastwebnet.it – romapas39@gmail.com.
La Commissione: Dott. don Flaviano Calenda (Parroco della chiesa Madre e redattore capo della redazione di Pagani) Giornalista Pastore Rosa Maria (Direttrice di Antropos in the World) Giornalista Carlo D’Acunzo ( Redattore c. della redazione di Angri) Avv. Vincenzo Soriente ( Redattore c. della redazione di San Valentino Torio) Dott.ssa Rita Occidente ( Direttrice resp. di Dentro Salerno) Dott. Felice Luminello ( Accademico benemerito dell’Acc. N.T.E.) Dott. Renato Nicodemo ( Mariologo e Presidente della Commisione esaminatrice) Dott. Prof. Franco Pastore ( Giornalista, Direttore resp. di Antropos in the world)
Fondazione Leonardo Sinisgalli Da poco più di un anno l’Università degli studi di Basilicata è socio sostenitore della Fondazione Leonardo Sinisgalli. E davvero tante sono state le iniziative organizzate in collaborazione, all'insegna del genio proteiforme sinisgalliano, come ad esempio, lo “Speciale Lezioni del Novecento”, che ha visto intellettuali di chiara fama (Silvio Ramat, Clelia Martignoni, Riccardo Mazzeo, Miguel Benasayag e Agnes Heller), tenere dieci lectiones magistrales, tra febbraio e marzo, nella nostra Regione. Di notevole interesse scientifico sarà anche il prossimo evento, “L’eredità di Sinisgalli: ricerche e sviluppi” che si terrà, martedì 2 maggio (ore 17.00) nel Campus di Macchia Romana di Potenza (Aula Magna del Dipartimento di Matematica). Ad essere coinvolti saranno: per la Fondazione, Biagio Russo e Rocco Brancati; per l'Unibas, Decio Cocolicchio (Dipartimento di Matematica Inf. Econ.), Maurizio d’Auria (Coordinatore Dottorato in Scienze Chimiche), Fabrizio Caccavale (Presidente del Presidio della Qualità), Marcello Schiattarella (Direttore Centro Linguistico d’Ateneo). -7-
Antropos in the world DALLA REDAZIONE DI SAN VALENTINO TORIO, il giornalista Dott.Vincenzo Soriente
A PROPOSITO DEL LATINO
«Quanno siente 'o latino d'e fessi sta venenno 'a fine d'o munno.» Quando parlano gli imbecilli in latino/ la fine del mondo è vicina. La lingua latina: sua diffusione e durata. Alcune frasi latine ancora ricorrenti nei linguaggi e scritti più ricercati. La lingua latina è stata una lingua molto diffusa in passato e si è affermata nell’area mediterranea ed eur-opea dal terzo secolo a.C. fino al tardo Medio Evo, (diretta discendenza della grandezza e dei fasti di Roma) e, fino ai giorni nostri, in alcuni ambiti, co-me quello ecclesiastico, scientifico ec così via Quando in Europa sono sorte le prime università la lingua latina era correntemente parlata dai professori e dagli alunni ed era fondamentale per la compren-sione per gli addetti ai lavori che provenivano da vari paesi e costituiva un valido strumento di comunica-zione per tutti, in quanto conosciuta da tutti. Nel tardo Medio Evo il latino era ancora molto diffuso e, per alcune classi sociali, è rimasto in uso ancora per molti anni . Il Cristianesimo ha contribuito a conservare questa lingua fin quasi ai giorni nostri, attraverso il lavoro costante e meticoloso svolto vari monasteri, al fine della conservazione, diffusione e trascrizioni di manuali che ci hanno trasmesso molti saperi e opere giunte fino a noi grazie all’opera dei cosiddetti amanuensi. La messa in latino è stata mantenuta fino al Concilio Vaticano II, tenutosi circa cinquant’anni fa, per far posto alle lingue locali e venire quindi incontro alle esigenze delle varie popolazioni. Quando fu fondata la Scuola Medica salernitana ( fondata nell’XI secolo, considerata la prima università al mondo), il latino era la lingua parlata da studenti e professori, per potersi comprendere. Quando fu fondata l’Università della Sorbona a Parigi ( 1253), avvenne la stessa cosa. Ai giorni nostri, il quartiere ove è ubicata la Sorbona è chiamato “ Quartiere latino” perché in quel quartiere era molto diffusa questa lingua. E poi, quando fu fondata l’Università di Bologna (1088), sempre la lingua latina era la lingua ufficiale degli studi. Chi ha studiato il latino resta per sempre legato a questa lingua, non per fare sfoggio di cultura, ma per passione e, in alcuni casi, perché la frase latina riesce meglio a rendere chiari alcuni concetti espressi in maniera molto succinta , ma effiicace. Seguono alcuni esempi: Alea iacta est. (Il dado è tratto, Giulio Cesare) Amor est vitae essentia. (L’amore è l’essenza della vita).
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Ed ancora:
Audentes fortuna iuvat. (La fortuna aiuta gli audaci) Bis pueri senes. (I vecchi son due volte fanciulli) Bis dat qui cito dat. (Dà due volte chi dà presto) Carmina non dant pane. (La poesia non da pane) Cerebrum non habet (Fedro). ( Gli manca il cervello) Defecatio matutina tamquam medicina. (Defecare di mattina è come una medicina) Dura lex sed lex. (La legge è dura , ma è la legge) Est modus in rebus. (C’è misura in tutte le cose) Ex nihilo nihil(fit)(Dal nulla non si ricava niente) Excusatio non petita, accusatio manifesta. (Scusa non richiesta, accusa manifesta) Facta lex inventa fraus. (Fatta la legge, trovato l’inganno) Festina lente. (Affrettati lentamente) Gutta cavat lapidem. (La goccia scava la pietra, Ovidio) Hodie mihi, cras tibi. (Oggi a me, domani a te) In dubio pro reo. (Nel dubbio a favore dell’imputato) Intelligenti pauca (A chi capisce basta poco, a buon intenditor poche parole) Mater semper certa est, pater numquam. (La madre è sempre certa, non il padre) Nihil difficile amanti. (Nulla è difficile per chi ama) Pecunia non olet. (Il denaro non puzza) Prima digestio fit in ore. (La prima digestione avviene in bocca) Quod non potest diabolus mulier evincit. (Ciò che non può il diavolo, l’ottiene la donna) Semel in anno licet insanire. (Una volta l’anno è lecito diventare folli, Orazio) Si vis amari, ama. (Se vuoi essere amato, ama) Si vis pacem para bellum. (Se vuoi la pace, prepara la guerra) Veni vidi vici. (Sono venuto,ho visto, ho vinto, Giu-lio Cesare)
V. Soriente
Antropos in the world
L’AUTORE DEL MESE:
MACHADO IN NAPOLETANO Dodici carmi del poeta in una contaminatio in napoletana - I parte
Copyright © by Franco Pastore - Febbraio 2015
Antropos
Una realizzazione A. I. T. W. - GGKEY:NFGYY205S21 E
Nelle Biblioteche universitarie di Campobasso, Napoli, padova, Roma - Bibl.Alessandrina, Modena, Pavia e la bibl. prov. di Salerno
PRIMMAVÈRA C’è aria ‘e primmavèra mmiéze ‘e ccase e a campàgna n’è cchiù fredda e nfòsa; ‘o sciùmme parle ‘e piànte e canta ’o core aràpre a porta zenniànne ammòre. Pe’ tte’, ‘a natura torna guagliuncèlla, cagnànne veste e cagnànn’addòre, ‘o viénte porta in giro ‘sta nuvèlla, ‘a primma margarìta allègre ‘o còre. Allora sì arrivata finalmente! Mo stai assieme a me, mane ‘ndà mane, rinàsce a vita e ‘nu pensiére vene: chiù forte scòrre ‘o sànghe dinte ‘e vvène. _______________ Primaverile - Nuvole, sole, prato verde ... case / sull'altura, confusi. Primavera / argine. Ha messo nell'aria fredda dei campi / la grazia di quei pioppi lungo l'argine. / Dalla valle i sentieri conducono al fiume: / sul ciglio dell'acqua, là, amore aspetta. / Per te i campi indos-sano questa veste / Di giovane, oh invisibile compagna? / E questo odore del faceto al vento? / E quella prima bianca margherita? / Sei con me dunque? Nella mano /Sento un doppio battito e il cuore mi grida / E nelle tempie mi assorda il pensiero: / si, sei tu che fiorisci, che resusciti. Primaveral -. Nubes, sol, prado verde y caserìo / en la soma reueltos / Primavera puso en el aire de este campo frio / La opacia de sus chopos de ribera / Los caminos del valle van al rio [...] Y ese perfume del habar al viento / Yesa primera blan-ca margarita [...].(A. Machado) ‘O MARE Frèmme e ride ‘o mare, tra ll’ònne azzurre e ‘a scùmme, làtte ‘e argiénte, frèmme ‘o mare e rìde sott’a ‘stu ciéle azzùrre. Si’ cumm’o latte, mare, scùmma brillànte! S’addorme ll’aria ‘ncantata e ‘nu gabbiàno, dìnt’’e raggi do sole, scumpare luntàne. ____________ Il mare – Ribolle e canta il mare / sogno sonoro sotto
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il sole d’aprile./con onde turchine e spume di latte e argento / ribolle e ride il ma-re / sotto il cielo Turchino. / Il mare come latte, / il mare brillante... Palpita il gabbiano nell’aria assopita, e al tardo/sonnolento volare, si spicca e si perde nella foschia del sole. El mar - El mar hierve y canta… / El mar es un sueño de sonido / bajo el sol de abril. / El mar hierve y se ríe / con las olas y la espuma de leche azul y plata, / el mar hierve y se ríe / bajo el cielo azul. / El mar de leche, / brillante del mar, / azul risas risa que en sus arpas de plata … /Mejor que la gaviota en el aire dormido, y fines de la /volar sueño, se destaca y se pierde en la bruma del sol. (A. Machado) ‘O CIARDÌNE Tramonte ‘o sole e vene ‘a primma sera, Il tuo giardino l’accìse ‘nu barbiére. Ogni frescura allor mi sembra vana, al centro na pazzièlla e palma nana; pe nu’ parlà de’ mirti ritagliati e ‘n’arancino ‘ndo’ bidone chiantàte. Scurrènne dint’a conca, l’acqua da fonte, continua a ridere, cumme ‘a na capèra, mentre, fore ‘o ciardine, arde ancòre ‘a sera. ____________ GIARDINO - Lungi dal tuo giardino arde la sera / incensi d’oro in fiamme porporine, / dietro il bosco di cenere e di rame / Dalie del tuo giardino. / Malnato il tuo giardino!. Oggi mi sembra / l’opera d’un barbiere, / con quella miserina palma nana / e l’aiuola di mirti rita-gliati… / e l’arancino nel barile… L’acqua / della fonte di pietra non cessa il riso nella conca bianca. JARDIN - Lejos de tu jardín quema la tarde / inciensos de oro en purpurinas llamas, / tras el bosque de cobre y de ceniza. / En tu jardín hay dalias. / ¡Malhaya tu jardín!… Hoy me parece / la obra de un peluquero, / con esa pobre palmerilla enana, / y ese cuadro de mirtos recortados… / y el naranjito en su tonel… El agua / de la fuente de piedra / no cesa de reír sobre la concha blanca. (A. Machado)
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LA DONNA NELLA STORIA
WANGARI MATHAI Quando il Kenya era una colonia inglese, le figlie dei contadini Kikuyu non andavano a scuola. Un fratello di Wangari convinse però la madre a lasciare che lei frequentasse con lui le elementari del villaggio e un insegnante la raccomandò alla scuola primaria Santa Cecilia, un pensionato della missione cattolica di Nyeri. Wangari si convertì al cattolicesimo, all’esame delle medie fu prima della sua classe e ammessa al liceo Nostra Signora di Loreto, a Limuru, l’unico liceo femminile del Kenya. Dopo il diploma e grazie a borse di fondazioni statunitensi, frequenta il college di St. Scholastica e l’università di Pittsburgh, dove si laurea in biologia. «Un periodo liberatorio, ma anche inquietante… Fino a quel momento ero vissuta fra le suore, come una suora». Finito il corso di specializzazione nel 1966, è nominata assistente di ricerca al Dipartimento di zoologia dello University College di Nairobi. Tornata in patria però, scopre che il posto è stato assegnato a un uomo che sta ancora studiando in Canada ed è della stessa etnia del direttore. Ottiene la stessa posizione alla Scuola di veterinaria e fa ricerca all’università di Giessen e di Monaco, in Germania, per terminare la tesi di dottorato sulle gonadi dei bovini. Nel 1969 sposa Mwangi Mathai, che intende dedicarsi alla politica e col quale genererà tre figli. Nel 1971 è la prima keniota a ricevere un dottorato e nel 1974 la prima a diventare professore assistente. Organizza la lotta delle lavoratrici dell’università per un salario decente, milita nella Croce Rossa, nel Consiglio nazionale delle donne del Kenya e come rappresentante delle universitarie,entra nell’Environmental Liaison Centre che promuove la partecipazione delle organizzazioni non governative al Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP). Finalmente il marito vince un’elezione e per aiutarlo a mantenere la promessa di nuovi posti di lavoro, Wangari fonda Envirocare, una società che crea vivai e dovrebbe finanziarsi vendendo alberi. Envirocare fallisce,per l’ostilità del governo, che distribuisce terre statali ai propri protetti, i quali le disboscano per far posto a piantagioni di tè e di caffè. Durante la giornata mondiale per l’ambiente del 1977, con altre donne del Consiglio nazionale, pianta sette alberi in un parco appena fuori cit-tà. «Un simbolo di pace», spiegherà. È l’inizio del movimento femminile Green Belt, contro il degrado ambientale, ma anche contro la corruzione e il “tri-balismo” del partito unico di Daniel arap Moi, pre-sidente dal 1978 al 2002. Le attiviste sono picchiate, incarcerate, minacciate di morte, ma continuano a distribuire semi e a insegnare alle altre a curare i vivai, a difenderli, protette da agenzie dell’Onu e da Ong straniere.
Nel 1985 il terzo vertice delle Nazioni Unite sulle donne si tiene a Nairobi, le delegate sono accompagnate a vedere gli alberi da frutta e da legna che stanno crescendo attorno alle scuole,alle chiese, ai campi coltivati. Ne nasce il Pan African Green Belt Network che in quindici paesi combatte la desertificazione, la siccità e la fame. Il risultato: una cinta verde di quasi 30 milioni di alberi che attraversa l’Africa subsahariana. Mentre Wangari Mathai colleziona premi internazionali, la sua popolarità continua a crescere e il movimento si trasforma. Lotta anche per la democrazia, la giustizia per tutti, diritti umani e civili, libertà di espressione, e più tardi cancellazione del debito estero dei paesi più poveri. Occupa terre pubbliche cedute spesso illegalmente a società straniere, campi da golf costruiti per gli amici del presidente e persino il parco al centro di Nairobi dove il presidente intende costruire un grattacielo. Le campagne di diffamazione, gli arresti e i processi si moltiplicano. Mwangi Mathai accusa la moglie di tradirlo,di essere una ribelle che «non riesce più a con-trollare», di trascurare lui e i figli, e vince la causa di divorzio. Gli fa eco Daniel arap Moi: quelle donne sono una minaccia per l’ordine pubblico, devono tornare a casa e ci penserà lui a convincerle. La sua repressione è così brutale da suscitare le proteste di governi stra-nieri: il vice-presidente Al Gore chiede la liberazione delle prigioniere o gli Stati Uniti sospenderanno una parte degli aiuti bilaterali. Nel 2002 Wangari Maathai – con una “a” in più perché l’ex-marito le ha vietato di usare il cognome da sposata – si presenta alle elezioni con la Coalizione arcobaleno. «Volevo far vedere che non c’erano solo ladri, che doveva esserci un altro modo di far politica, nel mio paese». Nella sua circoscrizione viene eletta con il 98% dei voti. Da vice ministro dell’ambiente e delle risorse naturali, nel 2004 rilascia un’intervista in cui sostiene che il virus dell’AIDS è stato creato da scienziati occidentali per decimare la popolazione africana. Lo stesso anno riceve il premio Nobel per la pace. Nel 2005 è eletta presidente del Consiglio economico, sociale e culturale dell’Unione Africana e rappresenta il continente in assemblee internazionali. Nel 2007 perde le elezioni parlamentari, probabilmente per frode. Nonostante il cancro alle ovaie, insieme alle “sorelle Nobel” Betty Williams e Mairead Corrigan, Rigoberta Menchu, Jody Williams e Shirin Ebadi, fonda la Nobel Women’s Initiative per dar visibilità a quelle che come lei cercano di rendere il mondo un po’ più vivibile per tutti.
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IL MINORE MALTRATTATO: IL RUOLO DELL’ASSISTENTE SOCIALE di Angela D’Ambrosi
(prima parte)
A.I.T.W. Ed. – Salerno - ISBN. GGKEY:GBFUXL6A6GA –Diffusion on line over Google play piccola scoprendoI maltrattamenti e le violenze sui bambini sono la incatenata al letsem-pre esistiti, però non si aveva la consapevolezto con ematomi,feza, che quest’ultima si è sviluppata in tempi recenti rite ed abrasioni su grazie ai cambiamenti che si sono verificati a livello tutto il corpo. sociale. L’unico modo che I comportamenti abusanti compaiono nei miti e trovò per aiutare la nelle fiabe che ci raccontano di figli divorati dai gebambina fu denunnitori, come nel mito di Krònos, o abbandonati, cociare il caso alla me Edipo lasciato su una montagna con i piedi legati locale Società di e feriti, o come nelle fiabe di Pollicino e di Hansel e Protezione degli AGretel. nimali che, esamiAnche la Bibbia racconta di padri che sacrificano nato il caso, ricoi figli benché il sacrificio di Isacco da parte di Anoscendo che rienbramo si sia fermato all’ultimo momento, oppure di trava nei compiti figli minacciati di morte o uccisi, come nella “strage previsti dal proprio degli innocenti” ordinata da Erode. Il tema dell’abbandono lo si ritrova anche nella statuto, poté intervenire e salvare la bambina. In seguito a questo evento, l’anno dopo fu fondata storia di Romolo e Remo, abbandonati alla nascita e poi allevati da una lupa. Dunque i miti raccontano a New York la prima Società di Protezione dell’Inuna realtà che ha sempre accompagnato la storia del- fanzia: la New York Society for the Prevention of Cruelty to Children, a dieci anni di distanza dalla fonl’umanità. In ogni epoca storica troviamo condotte che oggi dazione della Society for the Prevention of Cruelty to non esiteremmo a definire abuso: pensiamo allo Animals. Alla fine del 1800 i bambini erano considerati sfruttamento economico, al lavoro minorile, all’abbandono, all’incuria e all’esercizio di un potere pres- meno degni di attenzione e di difesa degli animali. soché assoluto, letteralmente di vita o di morte. In Non dobbiamo pensare che oggi le cose siano molto Inghilterra, ad esempio, non era raro che i bambini diverse, ci sono moltissime associazioni in difesa defossero accecati per impietosire le persone e ottenere gli animali, cani, gatti, cavalli o visoni, e nella sola elemosine; in questo modo, i bambini volutamente zona di Liverpool ci sono 1500 rifugi per animali menomati costituivano fonte sicura di sostentamento contro i 200 rifugi per donne maltrattate. Ogni giorno i giornali e le televisioni ci descriper la famiglia, così come i bambini che attraverso l’evirazione potevano garantire una preziosa “voce vono situazioni di bambini abbandonati nella spazzabianca”, anch’essa fonte di notevole guadagno per la tura, picchiati, seviziati, utilizzati a fini pornografici, ma questi sono solo i casi più eclatanti, che fanno famiglia. Ancora, alcune correnti del Protestantesimo Cal- notizia e che subito dopo entrano nel dimenticatoio vinista attive nel Nord America svilupparono la dot- della vita quotidiana. La violenza è fatta anche di mitrina della “naturale depravazione” del fanciullo, per nacce, soprusi, trascuratezze, ricatti psicologici e di questo l’educazione doveva tendere, con un ampio incoerenze educative che distruggono un sereno pro(Continua) uso di punizioni corporali, a sottomettere completa- cesso di crescita. mente la volontà dei bambini, vincendo le loro “in____________ clinazioni malvagie”. Consideriamo come la consapevolezza collettiva del Angela D’Ambrosi, figlia dell’Agro nocerino-sarnese, ha maltrattamento dei bambini inizia la la consapevo- dedicato la sua vita a llo studio delle “anomalie” sociali, lezza collettiva del maltrattamento dei bambini ini- approfondendo sull’infanzia maltrattata. Assistente sociale, in servizio preso l’ASL di Salerno, si è laureata in zia la sua storia. Nel 1874 a New York un’infer-mie- Programmazione, Amministrazione e gestione delle Pora preoccupata per i continui pianti di una bambina, litiche e dei Servizi sociali, all’Ateneo napoletano S. vicina di casa, si introdusse di nascosto in casa della Orsola Benincasa.
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IL KILLER DI PARIGI: UNO DELLO “IUS SOLI” In attesa dei primi risultati delle presidenziali francesi, rileggo le cronache dell’ultimo attentato del “multiculturalismo” al nostro stile di vita, quello che è costato la vita a un poliziotto sugli Champs Elysées. Secondo l’agenzia di stampa dell’ISIS, lo avrebbe compiuto tale Abu Yussef alBelgiki, dove al-Belgiki sta per “il belga”. Errore – strilla la stampa d’oltralpe, riecheggiata dalla nostra – perché l’assassino del poliziotto “è un francese”. Avete capito? Ai tempi bui degli Stati Nazionali e delle “società chiuse” i francesi si chiamavano Armand, Michel, Georges, Joseph, eccetera. Oggi – nell’epoca gaia della Open Society, dei miliardarifilantropi e di Papa Bergoglio – i francesi e i belgi posso chiamarsi Abu, Yussef, Alì o Babà. Basta che le loro genitrici li abbiano partoriti qui da noi, e il gioco è fatto: avranno acquisito per sempre il diritto alla cittadinanza (e all’assistenza sanitaria e alla previdenza e all’istruzione e all’edilizia popolare e a tutto il resto) di Francia, Belgio, Italia o Germania. È il meccanismo infame dello ius soli, cioè della cittadinanza acquisita per il semplice fatto di essere nati in un determinato paese. Storicamente, è il metodo adottato dai paesi nati dalla trasformazione post-coloniale in nazioni di nuovo conio, che avevano interesse ad accogliere gli stranieri perché ingrossassero le fila della popolazione bianca per sopravanzare e dominare (se non proprio annientare) quella indigena: fu così che tanti figli di italiani, francesi, irlandesi, polacchi, eccetera divennero cittadini degli Stati Uniti, dell’Australia o del Canada. In Europa, invece, dove le nostre popolazioni non avevano interesse – per dirla con le stesse parole – a farsi sopravanzare e dominare (se non proprio annientare) da altre genti, continuò a vigere l’antico diritto della nostra civiltà, quello dello ius sanguinis; del diritto – cioè – ad ereditare la cittadinanza dei propri genitori (o di almeno un genitore). Questo fino a non moltissimi anni fa, quando cominciò a manifestarsi la manovra nella destra più reazionaria – che naturalmente era ammantato di parole d’ordine “progressiste”: buonismo, antirazzismo, “uguali diritti” e tutto l’armamentario delle castronerie veicolate dalla grande stampa posseduta dai poteri forti. Non mancavano neanche gli interessi per così dire locali.
Non ancòra il business dell’accoglienza (Buzzi docet), ma fin da allora il cinico calcolo che i voti dei neocittadini acquisiti potessero in un domani colmare le defezioni sempre più numerose che l’elettorato tradizionale della sinistra cominciava a registrare. Era il caso, in special modo, del partito laburista inglese, che ha da sempre favorito l’immigrazione di massa per basse alchimie elettoralistiche. E questo fino agli ultimi governi laburisti. Lo hanno detto e scritto qualificati esponenti della sinistra britannica. Per esempio, Andrew Neather, ex consigliere del premier Tony Blair, o lord Peter Mandelson, ex ministro del governo Brown: «Nel 2004, come governo laburista, noi non solo abbiamo accolto a braccia aperte chi veniva qui per lavorare, ma abbiamo mandato procacciatori affinché incoraggiassero gente a immigrare ed a prendersi il lavoro qui.» Perché ricordo queste cose? Perché sono cose che dovrebbero essere tenute ben presente ogni qual volta un terrorista “in sonno”, o magari “radicalizzato” nelle nostre carceri, si sveglia e compie stragi a Parigi o a Bruxelles, a Londra o a Berlino o a Stoccolma. Non sono “immigrati” – squittiscono i buonisti di casa nostra – ma “francesi” o “belgi”; ovvero – come preferiscono chiamarli nel Califfato – al-Faransi o alBelgiki. Basta questo a far comprendere l’immensa, incommensurabile idiozia dello ius soli. Non è “accoglienza”, non è “salvare vite umane”, ma è trasformare milioni di stranieri in cittadini europei, con tutti i pericoli che ne derivano: da quelli di carattere sociale ed economico, a quelli di natura criminale. In fondo il responsabile vero dell’uccisione del poliziotto parigino non è lo sfigato che pensava di guadagnarsi il paradiso di Allà facendo una strage; ma chi, in una comoda aula parlamentare, ha legiferato per consentire a lui e a tanti altri come lui di diventare cittadini fran-cesi. Il problema non è l’accoglienza, il problema è la permanenza, è la perfida manovra di ingegneria etnica e sociale che sta a monte di una strategia immigrazionista, concepita e messa in opera da chi vuole distruggere l’identità dei popoli europei. MICHE LE RALLO
P.S. Arrivano i primi dati delle presidenziali francesi. Bene, ma mi sarei aspettato molto, molto meglio. Ne parleremo la prossima settimana.
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MARINE LE PEN:
OPINIONI ERETICHEE
IN NOME DEL POPOLO FRANCESE
Questa volta i sondaggi hanno colto nel segno: Macron e Le Pen appaiati al primo turno, anzi con il Renzi francese in vantaggio di un paio di punti. Scampato pericolo per l’Unione Europea? Se al secondo turno si votasse con i rituali para-metri di fascismo/antifascismo e comunismo/anti-comunismo, certamente si. Se nonché, embra che non solo l’elettorato francese, ma anche alcuni suoi esponenti politici comincino a diventare adulti, a ragionare con la loro testa e a comprendere che nel 2017 non si può ragionare ancora come nel 1937, l’anno del Front Populaire e del Front de la Liberté. E non solo fascismo e comunismo non ci sono più, ma gli stessi concetti di Destra e Sinistra cominciano a mostrare la corda. D’altro canto, sono piuttosto vec-chiotti anche loro: Droite e Gauche risalgono al 1789, e francamente oggi appaiono superati, con gli operai che votano a destra e con i banchieri che dettano la loro agenda alla sinistra. Ma lasciamo stare le teorizzazioni politologiche e torniamo alle elezioni presidenziali francesi. Elezioni che – è questa l’esatta chiave di lettura – non hanno dato un risultato di metà e metà, ma un esi-to ben più frastagliato. In testa Macron e Le Pen (rispettivamente al 24 e al 22%), ma subito dopo due candidati che hanno sfiorato il 20%: il gollista François Fillon e il candidato della sinistra auten-tica Jean-Luc Mélenchon. Dunque, complessiva-mente un 85% dell’elettorato che si divide non in due, ma in quattro. Il restante 15% se lo spartiscono quasi per intero due candidati minori: il socialista Benoît Hamon (6%) e il gollista dissidente Nicolas DupontAignan (5%). In previsione del secondo turno, i candidati esclusi si sono schierati così: il gollista ortodosso Fillon e il socialista Hamon per Macron; il gollista dissidente Dupont-Aignan per la Le Pen; il candidato della sinistra Mélenchon non si è schierato. Come si vede, se gli elettori del primo turno tornassero a votare tutti al secondo turno e obbedissero alle indicazioni dei loro referenti, Macron toccherebbe a mala pena il 50%. Ma non è tutto così semplice: perché, come in passato, anche stavolta numerosi elettori privi dei rispettivi candidati di bandiera non torneranno alle urne; e perché forse più numerosi saranno quelli che non obbediranno agli ordini di scuderia.
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Il secondo turno – in altri termini – non vedrà un rituale confronto fra un candidato centrista e una candidata destrista, ma uno scontro fra un can-didato dell’Unione Europea e delle banche e una candidata che si batte «au nom du peuple fran-çais» e si appella «à tous les patriotes de droite ou de gauche», a tutti i patrioti di destra o di sinistra. Il secondo tempo di questa storica tornata elet-torale è ancora da scoprire. Tutto dipenderà dal comportamento di due larghe fette di elettorato: quella gaulliste e quella gauchiste. Quanti gollisti obbediranno all’ortodosso Fillon, e quanti seguiranno il dissidente Dupont-Aignan, che è già stato designato Primo Ministro se Marine diventerà Presidente della Repubblica? Quanti elettori di sinistra si asterranno, e quanti voteranno Le Pen in odio a Macron, alla Banca Rotschild (sua ex datrice di lavoro) e alla dittatura tedesca dell’€uro? In fondo, queste non sono elezioni “normali”. Sono un referendum, pro o contro l’Unione Europea, pro o contro la sua assurda politica di globalizzazione economica e di immigrazionismo suicida. E i francesi – anche se nessuno sembra ricordarsene – hanno già votato in un referendum pro o contro l’UE. Correva l’anno 2005, ben prima dello sfacelo prodotto dagli ultimi anni di malgoverno cosiddetto europeo: la disoccupazione non aveva ancora superato i livelli di guardia, l’immigrazione sembrava ancora controllabile, il massacro sociale non aveva ancora toccato le vette di oggi. Eppure, già allora i francesi – chiamati alle urne per ap-provare il trattato che istituiva una Costituzione Europea – votarono nettamente contro: 55 a 45. E ancora, lo ripeto, non c’era lo sfascio di oggi. opo il voto francese – ricordo agli immemori – i referendum programmati in altri paesi europei furono precipitosamente annullati, e una simil-Costituzione. ( Continua pag.14)
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venne approvata semiclandestinamente fra i pochi intimi della nomenclatura eurocratica (trattato di Lisbona del 2007). Adesso, nel 2017, come voteranno i francesi? Nessuno può dirlo. Ma non credo che sull’Europa ab-biano cambiato opinione. LE INCHIESTE SULLE O.N.G. Due parole sull’attivismo della flotta ONG che preleva migranti a poche miglia dalla Libia e li sbarca in Sicilia. A parte gli eventuali rapporti con Un tale comportamento - a modesto parere ambienti malavitosi (e spero che non ce ne siano), dello scrivente – costituirebbe una palese ingesarebbe interessante conoscere se gruppi per così renza negli affari interni italiani, ingerenza che dire filantropici intervengano finanziariamente per potrebbe anche avere rilevanza penale. accrescere il flusso migratorio verso le nostre coMichele RALLO ste, per motivi ideologici o per fini politici. L' OMU SECUNNU LA TIURIA DARWINIANA Di Nino Martoglio
L' omu, cumpari, àvi un naturali sempri di costroirisi da sè... Ju haju un libru, dittu vigetali, ca c'è 'na spiega di zoccu è ed è... La quale, ca c'è scrittu, tali e quali, l 'arvolodiscinnenti di Nuè, unni ca l'omu nasci di l' armali e nni pruveni dallo Scimpanzè... Non artro, ca la signa è quattru manu, mentre che il sceccu è dittu: quattru peri..., d'unni nni vinni il suo congegnu umanu... Cunsistenti ('ddu libru sempri 'nsigna), ca l'omu àvi du ' manu ccu du' peri... ; e quindi è menzu sceccu e menzu signa! ________________
L'UOMO SECONDO LA TEORIA DARWINIANA L’uomo, compare, ha la natura sempre, di crearsi da sé… io ho un libro, detto vegetale, dove c’è la spiegazione di qualsiasi cosa. In quersto libro c’è scritto, tale e quale l’albero è discendente da Noè, e che l’uomo nasce dall’animale e discende dallo scimpanzè... Non altro, che la scimmia è quattro mani, mentre l’asino è detto: quattro piedi da dove è venuto il suo congegno umano consistente, – quel libro sempre insegna che l’uomo ha due mani con due piedi e quindi è mezzo asino e mezzo scimmia!
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Nacque a Belpasso, presso Catania, il 3 dic. del.1870 dall’avvocato e giornalista Luigi e dalla maestra elementare Vincenza Zappalà Aradas. Avviatosi a quattordici anni a studi nautici e compiute quattro navigazioni (1886-90 ), conseguì a 19 anni il brevetto di capitano di lungo corso, ma abbandonò la carriera per entrare nella redazione della Gazzetta di Catania,fondata dal padre,prima di dare vita a un proprio giornale, il settimanale satirico-D’Artagnan (il 20 e il 27 apr. 1889 uscirono i soli primi due numeri; pubblicazioni più regolari ripresero dal 3 sett. 1893 e cessarono con l’annata XVI, n. 22 [1° maggio] 1904).Fin dal titolo il giornale si preannunciò battagliero difensore degli oppressi, in particolare dei poveri della Civita, l’animato quartiere del sottoproletariato catanese. Nel corso degli anni di vita del settimanale si susseguirono un centinaio di querele e una ventina di duelli.Vi furono pubblicati sonetti siciliani sulla «maffia», poi riuniti con il titolo ’O scuru ’o scuru (Catania 1896) e il dramma in otto sonetti ’A tistimunianza (ibid. 1899), entrambi illustrati dal fratello Giovan-ni. Questi sarebbero confluiti nel volume Centona (ibid. 1899), destinato ad arricchirsi di ulteriori versi in dialetto siciliano – le raccolte Lu fonografu, «sonetti berneschi dialogati», La ’atta e la fimmina, Fimmini beddi, L’omu, Marvi e Marvizzi,il «polimetro satirico bernesco» La triplici allianza, il «bozzetto melodrammatico» Vanni Lupu – nel corso delle tante edi-zioni che poi videro la luce (ibid. 1907, con prefaz. di L. Capuana; ibid. 1924, con prefaz. di L. Pirandello). ( Dalla TRECCANI)
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Ἀναπνοές του ανέμου Respiri di vento Albatros Filo Editrice S.r.l. Roma – ISBN 978-88-567-82479
La resa lirica di Franco Pastore è estremamente soggettiEdito da Albatros Filo, è venuto alla luce un nuovo livro di Franco Pastore: Respiri di ven- va, ma non scade in egotici ripiegamenti, in sterili arroccamenti. Le atmosfere liriche sono le stagioni della vita, sono to. le sue vivide accensioni, sono le sue articolate scansioni, sono i mo-menti delle attese, dei sogni, degli smemoranti abbandoni, delle laviche effusioni, delle amare espansioni che in uno stupefacente mix di espressione e rappresentazione si fanno illuminazione, momento di estasi, rivelazione dell’oltre. La grande poesia ha sposato Franco Pastore. L’incontro non è stato fortuito, è stato solo propiziale. E in un verso nudato di leziosità, di arzigogoli formali, di ciarpame puramente decorativo, quasi privo di frantumazioni paratattiche, le risonanze interiori celebrano la loro epopea, vibrano, sussultano, danzano, risuonano nella parola. Un vecchio detto indiano recita che la poesia e quel suono che produce conoscenza. Walter Pater affermava che tutte le arti devono Il testo può essere ordinato anche direttamente dall’e-shop aspirare alla condizione della musica, Giorgio Caproni scriveva che la poesia o e musica o non lo e. Il verso di Franco del sito www.gruppoalbatros.com. Tra breve, sarà possibile acquistare la versione eBook Pastore si muove nel solco di queste profonde riflessioni. Umberto Saba scriveva che la poesia e ricerca ed esplicitadell’Opera nei formati ePub (per iPad, Kobo, ecc.) e Mobypocket (per Kindle) tramite: Mondadori Store, La zione di verita. Anche di questo Franco Pastore sembra teFeltrinelli, Libreria Rizzoli, Apple iBook Store, Amazon nerne conto. Nel suo verso la dolcezza musicale, spesso determinata dalle assonanze, e mezzo di ricerca del vero e, soKindle Store e ulte-riori 200 store online. In quest’ultima, in ordine di tempo, raccolta poetica, prattutto, ne e esauriente esplicitazione. E l’animo del poeta, Franco Pastore esplora, capta e slatentizza le sue prementi parte integrante dell’anima corale dell’umanita, e tutto intero urgenze dell’anima, le amare conclusioni del cuore, i fra- nel suo verso, con i suoi stupori, le sue note crude, i suoi bristagli, le insorgenze emotive oltre le opache croste di gelo del- vidi, i suoi trasalimenti, le sue dolcezze, le sue malinconie, i l’inassimilabile routine. La sua resa poetica, trascorsa da suoi tepori, i suoi respiri, i suoi sospiri. Niente e lasciato al caso nell’espressione delle intuizioni una costante vena di malinconia, si fa autentica voce delpoetiche. Per Proust, “Solo la metafora conferisce allo stile l’anima, oltre le tentacolari e distraenti digressioni della ragione. La visione amara e desolata della vicenda umana, una sorta di eternita”. Metafore e analogie intrigano e dedi cui si rende inimi-tabile soggetto ed interprete, non si terminano il verso es-enziale e armonioso di Franco Pastore che cerca e rinviene nell’introiezione della realta grumi di inaridisce nelle secche di un bolso patetismo. Gli orizzonti della consistenza umana, spogliati di luci e palpiti, penombre dell’animo, evanescenti ragnatele che – cocolori,si riempiono di amarezze e di noie, si fanno acre me nel luccichio tremolante della pioggia in una nuvola coscienza dell’impossibilità di costruire vie di fuga, di passeggera – giocano con i flebili raggi del sole, creando una trovare rasserenanti rifu-gi, di operare snodi ai tenaci dolce dicotomia fra la con-cretezza e il fascino del sogno. Fra viluppi che limitano l’apparente libertà umana. Ma la le esperienze vissute, i va-gheggiamenti e le attese. Luigi Crescibene disperazione resta fuori. Franco Pastore, mai ome in questa raccolta, ha esplicitato con tanta profonda consapevolezza i Ἅμ' ἠλέηται, καὶ τέθνηκεν ἡ χάρις. gravami esistenziali, gli ingorghi, gli ingombri, le derive, il Favore ricevuto, gratitudine finita cupore, le nebbie fitte della vita. Ma essa è accettata per Zenobio quella che è, per quello che può dare. - 15 -
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PROVERBI E MODI DI DIRE - OVVERO ELEMENTI DI PAREMIOLOGIA 1. Chi troppo pecora se fa, o lupe s’a magna. 2. Bere ll’acqua ‘a matìna è mezza merecina. 3. Nun c’è cane senza uòsso
Implicanze semantiche:
4. Quanne ‘a fémmena ‘o cule l’abbàlla, si puttàna
nunn’è diàvele falle. Esplicatio: L’eccessiva bontà viene scambiata per ingenuità e fessaggine. Bere l’acqua al mattino fa bene al corpo, più di una medicina. Il cane cerca sempre un osso da rosicchiare. Le donne che giocano molto con il fondo schiena, o sono viziose, o sono pericolose.
Uòsso: dal lat. volg. Ossu-m Merecìna: popolare,da medicina femmena: dal lat. foemina Sirica Dora Abbàlla: dal tardo latino ad+ballare Puttana: dal latino puteo, puzzare; da cui il fracese antico putain ed il termine di cui sopra. ______
Antropologia: Il seme dei proverbi è chiaramente
espresso in latino:
Riflessio: Sono proverbi antichissimi, che ritrovia- - Haud facile astutus fallit astutum - Non è mo anche nel mondo greco e latino. facile che il furbo inganni il furbo Fraseologia: Fémmine e cràpe tènene ‘a stessa cà pe
Progetto Famiglia Network Filiale Angri CENTRO SERVIZI ANGRI via badia n.6 - Per Privati - Assistenza socio sanitaria alla persona H 24. Ass.nza anziani.. Fax 081/946895 - Cel. 335/8065955 - Cel. 334/7317790 - angri@progettofamiglianetwork.it
Finalmente anche nell’Agro Nocerino- Sarnese si ha la possibilità di accedere ad assistenze specializzate, per gli anziani, per i disabili, per tutti i tipi di malattie e per tutte le problematiche: specialisti nelle cure mediche e nel sostegno degli ammalati, son pronti a raggiungere ogni luogo ed ogni abitazione per portare, a chi ne ha bisogno, i benefici della loro competenza. Un grazie a coloro che si sono adoperati nella realizzazione del progetto. Da settembre, l’iniziativa sarà seguita molto dalla direzione di ANTROPOS IN THE WORLD che darà tutte le informazioni che i lettori della rivista vorranno ottenere.
COOPERATIVA SOCIALE « SAN PIO » - Centro di accoglienza VIA SATRIANO 12 - ANGRI ( SA ) – tel. 335 806 5955 – 334 731 7790
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Antropos in the world
LA PAGINA MEDICA: a cura di Andropos
ALIMENTI CHE CI PREPARANO ALL’ESTATE
L'estate è alle porte ed è arrivato il momento di pensare ad una strategia detossificante,per eliminare le tossine, ridurre gli inestetismi della cellulite e i liquidi in eccesso,e rendere la pelle più luminosa. Concediamoci dei trattamenti mirati, utili per sgonfiare e ridurre il ristagno dei liquidi! Il massaggio,riattivando il microcircolo,migliora l'ossigenazione dei tessuti, ottenendo come risultato finale una migliore tonicità cutanea e l'eliminazione della ritenzione dei liquidi. Ma l’alimentazione non è meno importante, infatti,secondo un recente studio condotto dai ricercatori del St. Micheal’s Hospital di Toronto e pubblicato dall’American Journal of Clinical Nutrition, introdurre nell’alimen-tazione quotidiana 130 grammi di fagioli, ceci, piselli, fave e lenticchie (quindi di legumi), farebbe perdere 340 grammi di peso al giorno (lo studio è stato condotto su 940 individui, sia donne che uomini, per un mese e mezzo). La prima considerazione da fare è che i legumi hanno un elevato potere saziante e aiutano a tenere a freno la gola a prescindere dall’età, dal sesso e dal proprio peso corporeo. Considerando che 9 diete su 10 falliscono a causa della voglia di cibo (e che spesso si riprendono subito i chili persi esattamente per lo stesso motivo), questa caratteristica li rende l’alleato perfetto per una dieta semplice ma altrettanto efficace e duratura. Non solo. I legumi tengono sotto controllo il colesterolo cattivo, contribuendo a ridurre l’incidenza di malattie metaboliche e cardiovascolari, grazie al basso indice glicemico, che li rende un alimento adatto anche ai diabetici. Quindi via libera a questo cibo prezioso, a patto però di consumarlo insieme ai cerali, per compensare l’assenza di alcuni aminoacidi essenziali come la lisina e la ci-steina. Poveri di grassi, ma ricchi di fibra i legumi sono un alimento chiave per il benessere dell’apparato gastrointestinale. Una zuppa di legumi con orzo o farro è quindi un piatto completo, da introdurre nella dieta che ci prepara all’estate. Dunque i pro di questa dieta sembrano essere molteplici, visto che soddisfa sia in termini di appetito e soprattutto per quanto riguarda la bilancia, il vero incubo di tanti per i prossimi tre mesi.
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E le ciliegie?
Non è un caso che la ciliegia maturi proprio adesso, visto che la sua polpa (ma anche le foglie e i peduncoli) sono ricchi di sali minerali che contrastano la stanchezza di inizio estate. Inoltre, proprio grazie all’elevato contenuto di antociani, che conferiscono il colore rosso al frutto, la ciliegia drena il fegato e purifica il sangue, con effetti protettivi sul cuore e la circolazione. La ciliegia è anche un toccasana per lo stomaco, poiché contiene acido malico, che alleggerisce la digestione ed evita le acidità. La ciliegia è leggermente lassativa e lo zucchero che contiene è adatto ai diabetici. Per questo è un ottimo alimento per chi soffre di glicemia alta, ma anche di ritenzione idrica e per chi è in sovrappeso: in effetti la ciliegia contiene appena 40 kcal per etto, è molto saziante e soddisfa il desiderio di zuccheri. L’ideale è consumarla fuori pasto, come spuntino, perché a digiuno esplica al meglio la sua azione terapeutica. Ricca di vitamine e di oligoelementi, la ciliegia abbassa i livelli di colesterolo “cattivo”, è un buon tonico e un efficace rimineralizzante,è dunque consigliata a chi fa sport come integratore. Infine,non va dimenticato che questo piccolo frutto è una miniera naturale di flavonoidi, sostanze antiossidanti che rallentano l’invecchiamento cellulare. Questi principi attivi, agendo in sinergia con la vitamina A e C, attivano la formazione di collagene, elemento che sostiene e protegge la nostra pelle dall’effetto invecchiante del tempo e dei radicali liberi. Per questo si raccomanda di mangiare almeno un etto di ciliegie al giorno prima delle prime esposizioni ai raggi solari, scegliendo i frutti più dolci e maturi: più infatti la ciliegia è rossa e maggiore è la sua azione antiossidante. Ricchi di potassio, i peduncoli delle ciliegie han.no un effetto drenante e diuretico. Si possono bollire per 10 minuti (2 g per 100 ml di acqua) e si beve il decotto in quantità di 2-3 tazze al dì lontano dai pasti per un mese. Costituisce un ottimo rimedio per cellulite e ritenzione idrica. È un buon disinfettante delle vie urinarie e cura le cistiti.
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I GRANDI PENSATORI: a cura di Andropos
Shaw George Bernard
Shaw, George Bernard. - Scrittore e drammaturgo (Dublino 1856 - Ayot Saint Lawrence, Hertfordshire, 1950), di famiglia protestante di origine inglese. Visse poveramente a Dublino fino al 1876, quando raggiunse la madre a Londra. Tra il 1878 e il 1883 scrisse romanzi (The irrational knot; Love among the artists; Cashel Byron's profession; An unsocial socialist, raccolti sotto il titolo Novels of my nonage) di scarso valore, ma dove si possono ritrovare in germe trame e personaggi delle successive commedie. Iscrittosi nel 1884 alla Fabian Society, vi fu attivissimo oratore e organizzatore. Esordì in teatro ottenuto tra i reduci da Arms and the man. La sua nel 1892 per l'apertura dell'Independent Theatre con carriera teatrale si chiuse praticamente con The widower's house, cui seguirono The Philanderer Heartbreak house (1920), Back to Methuselah (1893), Mrs. Warren's profession (censurata in In- (1922) e Saint Joan (1923), anche se continuò a ghilterra fino al 1925), Arms and the man, Candida e scrivere commedie quasi fino alla morte. Tra gli You never can tell, tutte raccolte poi (1898) nel volu- altri scritti si ricordano: The intelligent woman's me Plays: pleasant and unpleasant. Ma il successo guide to socialism and capitalism (1928); The era di là da venire; infatti, tranne Arms and the man, adventures of the black girl in her search for God rappresentata nel 1894, nessuna di queste commedie (1933); Everybody's political what's what (1944). fu messa in scena. Ciò convinse S. della sua scarsa Rimasto vedovo nel 1943, visse gli ultimi anni in rivena sia di romanziere sia di drammaturgo; si rivolse tiro nella sua casa di Ayot Saint Lawrence. quindi alla critica. Già dal 1885 al 1888 era stato Le opere di questo caratteristico esponente della critico letterario della Pall Mall Gazette, dal 1886 al borghesia intellettuale antiborghese sono giostre 1889 critico d'arte di The world; critico musicale di d'idee più che opere di teatro: l'intreccio non ha Star (1888-90) con lo pseudonimo di Corno di importanza e i personaggi sono, di solito, portavoce Bassetto e, fino al 1894, di The world, scrisse alcune di teorie e punti di vista sviluppati e ribaditi nelle tra le critiche musicali più acute del tempo (London prefazioni polemiche che S. vi aggiunse prima della music 1888-89, 1937). Nel 1891 aveva scritto il pri- pubblicazione in volume. Le idee di S., cui è sottesa mo dei suoi saggi maggiori, The quintessence of Ib- una sua teoria di progresso umano verso lo spirito, senism (ampliato nel 1913) che, insieme con The per- rispecchiano il pensiero scientifico della seconda fect Wagnerite (1898), è molto importante per com- metà dell'Ottocento (teoria darwiniana, tendenza a prendere la sua formazione artistica. una spiegazione naturalistica delle religioni, ecc.) e Nel 1895 assunse l'incarico di critico drammatico presentano affinità con quelle di S. Butler, dimodella Saturday review e lo tenne fino al 1898. Dal strando anche l'influenza che sulla formazione di S. 1895 al 1904 la vita di S. fu una lotta per conquistare ebbero le dottrine di F. Nietzsche. Nonostante il cail mondo teatrale. È di questo periodo la corrispon- rattere degli intrecci e dei personaggi, le commedie denza con Ellen Terry, pubblicata nel 1931. Successi tengono desto l'interesse per il vivace gioco intele insuccessi si alternavano e, sebbene S. fosse già no- lettuale, le molte arguzie e i molti paradossi, diveto e apprezzato negli USA, riuscì a conquistare nuti famosi, con cui S. critica e colpisce caratLondra soltanto nella stagione 1904-05 con Man and teristiche e istituzioni del popolo inglese. Nel 1925 superman, John Bull's other island e Major Barbara. ebbe il premio Nobel. Seguirono:The doctor's dilemma (1906);Getting married (1908); The shewingup of Blanco Posnet (1909); Androcles and the lion (1912); Pygmalion (1913). Durante la guerra, dopo la pubblicazione di Common sense about the war (1914), che fu interpretato come È buono anche il pane dopo il pane. scritto antibritannico e sfruttato a tale scopo dai TeZENOBIO deschi, Shaw fu trattato con aperta ostilità. Tuttavia ri-conquistò popolarità nel 1919 per il successo - 18 -
Ἀγαθὴ καὶ μᾶζα μετ'ἄρτον
Antropos in the world
Da © dicembre 2016 By Franco Pastore - Ebook Cod. GGKEY:XA5BZAQSHYY Pubblicazione cartacea - Dicembre 2016 A.I.T.W. editrice Salerno
DE MALEDITIONE
Fu l’altro giorno, a sera, stavamo nella piazza e ‘o cane mie friéve, ca ‘nce prudéve a mazza. Seduto alla panchina, un amico che parlava, Al cane ce diciétte: - Guagliò, mo’ jàmme, aspetta!E mentre si parlava, tra una parola e ‘n’ata, il cane mio, esausto, fece una urinata.
L’emissione sciàcquera fu alquanto puzzulente, proprio vicìno ai piédi d’un chiàvico fetènte. - Ma sei proprio un grullo!, Gli dissi tosto tosto, apposta ‘a jiùte a scègliere i piedi di Murmurùllo?Fu allora che l’infame, con voce disgustata: -‘Aja murì è sùbbete, tra na iùrnata e n’àta!-
Il cane mio è morto, mannaggia San Grippàno, ma pure Murmurùllo deve finì... a Brignano.
Giunto colà cadavere e steso nella tomba, innaffierò il suo marmo, col piscio di sta’ pompa.
DE DIVERSITATE FEMINAE
La donna è un animale assai diverso
dall’uomo, che ora l’ama, ora l’avversa. Segue l’istinto in ogni situazione, alla ricerca costante d’emozione.
Non soffre freddo ed ama l’aria aperta, come se avesse addosso una coperta. Un fuoco intimo la tiene in movimento, fornendole energia a piacimento.
Se la forza dell’uomo è nei marroni, la donna ti possiede due cervelli: uno sta in testa sotto i suoi occhioni e l’altro, pulsa e vive in fornacella.
I suoi pensieri e i sogni, mane e sera, li custodisce e li attiva la vrisèra, detta d’alcuni impropriamente gnocca, da altri, fornacella oppure cocca.
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Spesso, il pensiero femmineo è vaginale e la logica ha gli umori del canale, ma l’uomo, che non le è da meno, ragiona col pisello a tempo pieno.
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“LA NUOVA LIRA” DI BERLUSCONI, Buona idea ma… di Michele Rallo Grandi manovre nel Centro-destra. Ancor più adesso che i sondaggi gli sono favorevoli. Se è vero – infatti – che i grillini si confermano ancora come il primo partito, è altrettanto vero che il Centro-destra rimane la prima coalizione, destinata ad ottenere la maggioranza dei voti (e dei seggi) se si presenterà unita alle elezioni. Il Centro-sinistra, viceversa, sembra destinato al ruolo di terzo incomodo, a prescindere dal fatto che si presenti diviso o – peggio ancòra – unito sotto le bandiere del suicidio immigrazionista proposto da Pisapia. E questo senza contare l’effetto di trascinamento che sulle consultazioni italiane del 2018 potranno avere le elezioni che si svolgeranno quest’anno in Olanda, in Francia e in Germania. A proposito: non credete che in Francia il candidato europeista Macron sia destinato a stravincere al secondo turno contro la Le Pen, perché non è vero. La partita francese è ancòra tutta da giocare, ma al momento la bella Marine appare favorita. Certo, gli “aggiustatori” di certi privatissimi “servizi di sicurezza” non si arrenderanno tanto facilmente, e nelle prossime settimane – con ogni probabilità – assisteremo a qualche episodio clamoroso che possa condizionare l’esito delle elezioni. Penso – per intenderci – a qualcosa di simile all’assassinio della deputata laburista Jo Cox alla vigilia del voto per la Brexit. Ma di questo parleremo a tempo debito. Torniamo allo scenario italiano e, in particolare, a quello del Centro-destra. Berlusconi sa bene che la ventata nazionalista che soffia sull’Europa è destinata a farsi sentire anche in Italia. Così come sa bene che il Centro-destra può vincere solo se cestinerà i vecchi progetti di “unione dei moderati” e si presenterà con un programma di destra identitaria, populista e sovranista. Sa bene tutto questo, è deciso a cavalcare la tigre del populismo, ma... C’è un “ma”. Anzi, ce ne sono due. Il primo “ma” è il suo protagonismo esasperato, la sua indisponibilità a farsi da parte, a lasciare ad altri la ledership dello schieramento destrista. È cosciente di non essere più lui l’Uomo-dellaprovvidenza per la Destra. La sua ossessione non è Salvini, sono le primarie. Sa bene che una consultazione del popolo del centro-destra certificherebbe il suo tramonto ed ufficializzerebbe una nuova leadership. Quella di Salvini? forse. Ma, più probabilmente, quella di Giorgia Meloni, che dice le stesse cose di Salvini ma con un linguaggio più rassicurante, meno scoppiettante.Il vecchio Cavaliere lo ha capito da tempo, fin da quando si è dato un gran daffare per sabotare la candidatura della “Sorella d’Italia” a Sindaco di Roma. Ecco perché è così ostinatamente ostile alle primarie. Così come è ostile alle primarie siciliane che incoronerebbero Nello Musumeci. E veniamo al secondo “ma”. Malgrado sia disposto a vestire i panni del populista, Berlusconi resta sempre un moderato, uno di quelli convinti che i buoni siano gli americani e tutti i loro amici, e che i cattivi siano “i comunisti”, meglio se “giudici comunisti”. Questo suo essere un moderato nell’anima lo ha portato a non fronteggiare con la dovuta energia i colpi proibiti dei poteri forti, anzi a subirli ed a farsene addirittura complice: penso alla schifosa aggressione alla Libia di Gheddafi (di cui paghiamo ancor oggi le conseguenze), e penso anche alla congiura
euro-tedesca contro il suo governo (costretto alle dimissioni per far posto al duo Monti-Fornero) Berlusconi non ha mai capito,non capisce e probabilmente non capirà mai che il “moderatismo” (cosa ben diversa dalla “moderazione”) non è che lo strumento di cui i poteri forti si servono per costringere i popoli ad accettare come inevitabili tutte le porcherie che inevitabili non sono: dalla globalizzazione economica alla macelleria sociale, dalla invasione migratoria ai mutamenti climatici. Ecco, dunque, che dal suo programma similpopulista affiorano qua e là delle mezze idee, delle mezze misure, delle mezze proposte, dei “vorrei ma non posso”: come il punto che vuole «meno immigrazione incontrollata» e non lo stop definitivo ad una immigrazione che ha raggiunto e superato ogni livello di guardia; o come il punto che postula «meno Europa», e non la fine della Unione Europea, o almeno il ripudio assoluto della sua pazzesca politica economico-finanziaria; o come il punto che auspica una «nuova lira» parallela alla moneta unica, e non una seria politica monetaria “sovranista”, sia pure da condurre “in parallelo” ad un €uro sulla cui sopravvivenza oggi scommette solo Draghi. Vorrei soffermarmi su quest’ultimo punto, il più intrigante, perché può dire tutto o niente, a seconda di quello che – nella visione del legislatore – sia l’idea stessa di “moneta”: se proprietà del popolo (concetto caro all’indimenticabile Giacinto Auriti) o se proprietà delle banche che la prestano al popolo. In altri termini: se ad emettere la “nuova lira” di Berlusconi dovesse essere una Banca d’Italia “centrale”, cioè posseduta da soggetti finanziari privati (anche stranieri) che poi la cedesse “a debito” al governo, non cambierebbe assolutamente nulla. A parte il fatto che non potremmo continuare a far lievitare un debito pubblico che ha ormai raggiunto proporzioni mostruose. Se, invece, la “nuova lira” fosse emessa dallo Stato attraverso una Banca d’Italia “nazionale” e non “centrale” (come prima delle riforme del 1981 e del 1990), allora sarebbe tutto diverso. Allora avrebbe un senso pensare a quello che il Berlusconi “vorrei” immagina,ma che il Berlusconi “non posso” – temo – non avrebbe il coraggio di attuare. Quella della “doppia circolazione” è una idea brillante. Ma non può essere una circolazione unica mascherata, diversa solo per i nomi delle banche private emettenti. Così come l’Europa “a due velocità” non può essere una Europa che viaggi su due vagoni ma ad un’unica velocità, quella voluta dalla capotreno tedesca. M.R.
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PIATTI TIPICI DEL MEDITERRANEO - A cura di Rosa Maria Pastore
Il CAPPONE è un gallo che viene castrato intorno ai quattro mesi e sottoposto a ingrassamento con una alimentazione intensiva e con accorgimenti particolari al fine di ottenere una carne particolarmente fine e delicata. La castratura fino a qualche anno addietro veniva fatta dalle abili ed esperte mani delle contadine; oggi avviene artificialmente con la somministrazione di ormoni, metodo che in alcuni paesi, come ad esempio in Francia, è stato proibito, perché considerato pericoloso per chi mangia la carne di cappone. Il cappone può aumentare normalmente fino a un peso di 3 chilogrammi e può arrivare fino a una punta massima di 5 o 6 chilogrammi senza che la carne risulti per questo eccessivamente grassa. Pur avendo carne più grassa di quella del pollo (contiene il 25% di lipidi), è abbastanza digeribile, soprattutto se si ha l’accortezza di eliminare la pelle o il grasso superfluo. Il cappone offre il vantaggio di un elevato apporto nutritivo: infatti il tasso delle sostanze azotate (albuminoidi)contenuto nella sua carne è più elevato di quello di altri animali che rientrano normalmente nella nostra alimentazione: cappone 21,4%, manzo 21%, vitello 19,34%. Fornisce 290 calorie per ogni cento grammi di carne. La POLLANCA ha caratteristiche molto simili al cappone; è una gallina a cui sono stati recisi gli organi sessuali e che di conseguenza no fa le uova; ha carne tenerissima delicata e nello stesso tempo saporita. La POLLASTRA è una giovane gallina che non fa ancora le uova; viene venduta quando ha raggiunto il peso di 2 chilogrammi o 2 chilogrammi e mezzo. La GALLINA è considerata tale quando comincia a deporre le uova; normalmente viene immessa sul mercato dopo il primo anno di sfruttamento, quando la produzione di uova diminuisce. La carne è meno pregiata di quella delle pollastre, ma se la gallina è ben nutrita e ancora giovane, può essere ugualmente buona e trova molti estimatori; quando la gallina è vecchia la carne diventa scura, poco saporita, di lunga cottura e di più difficile digestione perché molto grassa. La GALLINA FARAONA ha un’antichissima tradizione gastronomica: nota in Egitto fin dai tempi più remoti, era considerata un cibo prelibato dagli antichi faraoni (dai quali l’animale prese il nome). La sua carne è ottima e gustosa solamente negli esemplari giovani. Quando ha meno di sei mesi, la sua carne è chiara, il becco è flessibile e le zampe leggere; è commestibile in modo perfetto quando ha raggiunto i 7-8 mesi: allora la carne diventa di un rosa scuro, con strisce trasversali di grasso molto giallo.
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Superato l’anno di vita, è invece dura e tigliosa, tanto da sconsigliarne l’acquisto. È meglio, in ogni caso, scegliere le femmine, più tenere dei maschi. Il sapore della carne è molto aromatico, simile per certi aspetti a quello del fagiano ed è facilmente digeribile, sempre che la preparazione culinaria non sia troppo ricca di condimenti e sapori. La faraona, prima di essere cucinata, richiede una frollatura che va da una settimana (nel periodo invernale) a due giorni (in estate). CRITERI DI ACQUISTO Un buon cappone, allevato in modo razionale, ha carni bianche, molto tenere e soprattutto saporite; è migliore quando ha raggiunto i 7-8 mesi di vita e il peso di 3 chilogrammi circa; il periodo più indicato per la sua utilizzazione culinaria è l’autunno-inverno, fino al mese di febbraio. Al momento dell’acquisto, per non avere spiacevoli sorprese, è bene controllare prima di tutto la pelle che deve essere di colore giallo chiaro, untuosa al tatto, mentre la carne deve essere soda e fasciare abbondantemente le ossa. Se ha la pelle di colore rossiccio, gli speroni piuttosto sviluppati e le zampe scagliose, il volatile non è più giovane e la sua carne è piuttosto dura. Anche per le pollastre, il colore rossiccio della pelle e del porta coda, denuncia che l’animale non è più giovane; per essere tale deve presentare pelle chiara, grana fine, carne soda e asciutta, zampe e collo grossi, sterno flessibile. Il periodo migliore per il consumo sono i mesi che vanno da settembre a marzo. SISTEMI DI COTTURA Pollastre, pollanche e capponi si possono arrostire, bollire o cuocere in casseruola; la gallina si presta solamente ad essere lessata, la faraona può essere arrostita o brasata. Per bollire e arrostire questi volatili, oltre ai consueti procedimenti, si possono usare alcuni metodi di cottura, tipici della cucina francese che, pur essendo semplici, danno alle nostre preparazioni un tocco più ricercato e raffinato.
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Qualcosa sta cambiando: niente mantenimento alla donna che lavora
«Giustizia è fatta» diranno alcuni uomini che, da anni, versano l’assegno di mantenimento all’ex moglie; meno contente invece saranno quelle donne che, invece, si stanno per separare e che non potranno più contare sul tradizionale orientamento della giurisprudenza più flessibile nell’accordare generosi assegni. Va infatti tramontando l’idea di un mantenimento a lungo inteso più come “un’assicurazione a vita” che non come una misura assistenziale limitata al tempo strettamente necessario per recuperare una propria autonomia economica. Aumenta, infatti, il numero delle sentenze della Cassazione che, nel determinare l’ammontare dell’assegno mantenimento, danno rilievo a una serie di fattori ed elementi capaci di sgonfiare l’importo, fino ad azzerarlo completamente. Forse è troppo presto per parlare di tramonto definitivo, ma di certo qualcosa sta cambiando, e anche rapidamente. La prima sentenza è stata resa nota proprio di questi giorni anche se risale a fine 2015 . Secondo il Tribunale di Roma, il giudice può negare il mantenimento alla moglie se questa vive all’interno della ex casa familiare mentre il marito, costretto ad andare via dall’abitazione un tempo anche sua e, per di più a pagare anche le rate del relativo mutuo, è costretto a trovare un altro alloggio in affitto. Insomma, l’aumento delle spese per l’uomo, conseguenti alla separazione, fanno sì che questi – a meno che non abbia un reddito particolarmente alto – sia quanto-meno esentato dal versare anche l’assegno di mantenimento. Secondo la tesi del Tribunale di Roma, la sproporzione dei redditi tra i due ex coniugi – condizione necessaria per far scattare l’obbligo al mantenimento – può essere compensata dal fatto che la donna non debba sostenere costi per l’abitazione mentre, nello stesso tempo, il marito deve provvedere al pagamento della rata del mutuo della casa in cui lei vive coi figli e, per di più, a trovarsi un altro tetto sotto cui vivere. Peraltro – ricorda sempre la stessa sentenza – l’assegnazione della casa coniugale in favore della moglie viene meno non appena questa abbandoni l’immobile per andare a vivere altrove o presso i propri genitori. Non perché prima era casalinga, la donna separata deve essere mantenuta a vita dal marito, senza che
questa senta neanche l’impellenza di trovarsi un lavoro per mantenersi con le proprie forze. Con queste parole potrebbe sintetizzarsi un’altra importante presa di posizione della Cassazione [2], secondo cui solo lo stato di effettivo bisogno è meritevole dell’assegno di mantenimento. Al contrario, la donna giovane, ancora “abile” al lavoro e, quindi, in grado di reperire un proprio reddito che le garantisca un tenore di vita più o meno simile a quello goduto durante il matrimonio, non ha diritto alla stessa tutela. E ciò vale anche se la moglie durante il matrimonio si occupava solamente della casa, svolgendo le mansioni di casalinga. Almeno quando ciò è possibile, i due ex coniugi devono tentare di badare a sé stessi da soli, senza costituire un peso per l’altro. Quindi, sebbene in prima istanza ben potrà essere possibile che il giudice accordi un mantenimento alla donna con reddito nettamente più basso, al fine di garantirle una continuità con il procedente tenore di vita, laddove venga constatata la sua completa inattività all’obbligo sociale di cercare un lavoro, tale assegno può essere ridotto o azzerato. Il panorama delle sentenze che valorizzano la capacità lavorativa della donna e le sue potenzialità economiche sta poco alla volta ampliandosi. Per un elenco di tutte le pronunce favorevoli al marito leggi: “Divorzio: addio al mantenimento della moglie”. R.Grimaldi
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Γένοιο οἷος εἷ. "Diventa ciò che sei - Pindaro
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POLITICA E NAZIONE – OVVERO IL PENSIERO DELLA GENTE COMUNE
LA FARSA DELLE PRIMARIE IN UN PASTITO Le primarie del Partito Democratico, presentate come un momento di pura democrazia, assomigliano ad una farsa. Gli italiani lo hanno capito e restano alla finestra a godersi lo spettacolo. Questa ultima farsa ha inizio il 4 dicembre 2016, quando Renzi si espone in prima persona per il Referendum Costituzionale. In un partito serio, tutti avrebbero dovuto fare gruppo e sostenere il segretario del partito, nonché Presidente del Consiglio. Invece, in un partito senza identità, che si era presentato più volte in Parlamento votando in modo contrastante, non è stata adottata alcuna decisione restrittiva nei confronti dei dissenzienti e così, con il referendum, il PD ha toccato il fondo: chi faceva campagna per il sì e chi per il no. Alla fine, vi è stato il risultato negativo annunciato.Dopo la sconfitta il fumoso Matteo Renzi si è dimesso da Presidente del Consiglio ma è rimasto segretario per poter avere la rivincita sugli oppositori che, nel frattempo, nel giorno stesso in cui venivano fissate le primarie per il 30 aprile, hanno lasciato definitivamente il partito fondando il Movimento Democratico e Progressista anche perchè avevano chiesto che la data fosse fissata per l’autunno per dare loro modo di preparare al meglio la campagna delle votazioni interne. Invece Renzi ha voluto sfruttare un momento a lui favorevole ed ha dettato anche le regole per i votanti decidendo che potranno votare anche i minorenni di 16 e 17 anni e, udite udite, gli exstracomunitari. Per votare è necessario avere: 1) la tessera elettorale (che i minori e gli extracomunitari non hanno); 2) il documento di riconoscimento; 3) la tessera del PD rinnovata entro il 28 febbraio o pagare 2 (due) euro. Con queste regole tornano alla mente degli italiani altre primarie del PD che si sono distinte per episodi di malaffare e scambi di voti. Tra i tanti episodi negativi,che in passato hanno contraddistinto le votazioni,ricordiamo le primarie truccate del 2011, gli euro distribuiti dentro e fuori dei seggi e le code di stranieri raccattati ovunque e - 23 -
IN FRANTUMI
convogliati per votare il candidato forte di turno.
Nel 2016 invece ricordiamo le code dei cinesi, le firme false e candidati in liste di sostegno a loro insaputa.Tanti sono stati gli episodi di malaffare che hanno fatto gridare allo scandalo che Matteo Renzi annunciò un'opera di pulizia nel suo partito ed ebbe a dire " entrerò con il lanciafiamme". Poi non se ne saputo più nulla e adesso ci risiamo Gli italiani che non votano PD il 30 aprile potranno godersi un’altra farsa e si chiedono con quale stato d'animo gli iscritti vanno a votare dopo tutti questi bocconi amari e con un risultato già annunciato: la vittoria di Matteo Renzi . Questo è quanto capita in un partito che parla di legalità e trasparenza. Mario Bottiglieri
I Ruggi d’Aragona di Salerno. Martedì 2 maggio alle ore 16.30 sarà presentato presso il Salone del Gonfalone nel Palazzo di Città il libro del dott. Roberto Ruggi d’Aragona dal titolo “I Ruggi d’Aragona di Salerno”. Testo che nasce da una lunga e meticolosa ricerca su una delle più antiche e nobili famiglie salernitane, che ci offre l’opportunità di andare indietro nel tempo per riscoprire i momenti più importanti della nostra città.
Antropos in the world
STORIA DELLA MUSICA - A cura di Ermanno Pastore
MUSICA DANCE INTELLIGENTE XIV PARTE –LA MUSICA IDM La definizione, ideata dal commentatore britannico Alan Parry, si è diffusa nei primi anni 90 per identificare sonorità scarsamente radiofoniche, ricche di complicazioni e virtuosismi ritmici e sonori, dove la tradizionale quartina cassa-rullante risulta spesso difficile da rintracciare, il che vale a questo genere la maggior propensione all'ascolto, rispetto al ballo. Il 6 giugno del 1992, la Warp Records, pubblicò una compilation intitolata "Artificial Intelligence", sulla cui famosa copertina è raffigurato un robot comodamente adagiato su di una poltrona mentre ascolta musica. La Warp Records battezzò la musica contenuta in tale disco: "musica elettronica d'ascolto", seguirono altri appellativi, come: "Techno da poltrona", "Intelligent Techno", "Ambient Techno" per poi arrivare al definitivo "Intelligent Dance Music" o IDM. Nel tempo l'IDM si è caratterizzato come genere a sé stante, anche se resta discusso come concetto (in quanto presupporrebbe l'esistenza di una musica dance "non intelligente"),ponendosi come fusione di drum and bass, chillout, techno, ambient, house, sovente (ma non sempre) intrisa da un gusto minimal. Un rarefatto, più specifico orientamento dell'ambient house, l'ambient techno è generalmente affibbiata ad artisti come B12, Aphex Twin (primi lavori), Black Dog, Higher Intelligence Agency, e Biosphere anche se gli Autechre sono considerati i padri dell'attuale Ambient Techno, se non i padri fondatori della migliore interpretazione del genere. Il genere nasce dalla combinazione tra melodia e ritmo tra techno e dell'elettronica - tramite l'utilizzo di drum machine come 808 e 909 - unite ad atmosfere ambient prive o in presenza di beat dai BPM rallentati. Il genere è stato associato ad etichette discografiche come Apollo, GPR, Beyond, la terminologia mutò in "intelligent techno" e successivamente in Intelligent Dance Music,dopo che la Warp rilasciò Artificial Intelligence, termine che nonostante i riferimenti stilistici della musica fossero all'epoca quasi del tutto invariati, ne generò un ulteriore evoluzione. Un genere che riprende le caratteristiche dell'ambient techno è la dub techno.
Si dice che il termine "MDI" è nato negli Stati Uniti nel 1993 con la formazione della " lista IDM uno, "mailing list, originariamente creato per la discussione musicale di diversi ar-tisti britannici di primo piano, soprattutto quel-li che è apparso in una raccolta di 1992 warp Records chiamato Intelligenza artificiale . Alcuni degli artisti più significativi del genere sono Aphex Twin , Autechre , Boards of Canada , The Future Sound of London , Black Dog Productions , e Squarepusher . Si ritiene che il termine "MDI" è stata costituita negli' Stati Uniti nel 1993, dopo la creazione della lista di IDM , 4 una mailing list che è stato creato per commentare e discutere un gruppo di artisti provenienti da techno inglese che stavano emergendo in quel momento. In particolare quelli associati con l'etichetta Warp Records e dischi serie di compilation e Intelligenza Artificiale. Il nome può essere tracciato a gruppi di discussione Internet fino al 1991. 5 Prima dell'adozione del termine erano comuni altri nomi come "braindance" (preferito per l'etichetta Rephlex Records ), "la musica elettronica d'ascolto", "ascoltare techno", "arte techno "e" techno sperimentale". Il termine "musica dance intelligente" è stato criticato per servire come un ripostiglio che riunisce artisti e stili molto diversi, senza elementi chiaramente definiti di unione. E 'stato anche criticato per usare la parola "intelligente", nel senso che essa può portare ad un'interpretazione elitaria rispetto ad altri stili.
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LO CONFES S O: ANCHE IO SONO UN PROTEZ IONISTA, d i M . R ALLO Non conosco ancòra i dettagli dell’ultima mossa di Trump: se si tratti, cioè, di normali iniziative protezionistiche o di abnormi misure che sfiorano la “guerra economica”. Ma, nel primo caso, non ci troverei nulla di male.Anzi.Per uno statista, la protezione del popolo che governa (e della sua economia, dei suoi interessi, del suo benessere) è certamente cosa buona e giusta. Al contrario, è cosa cattiva e ingiusta non difendere l’economia nazionale, sacrificarla sull’altare della “libertà dei mercati”, svenderla agli stranieri, consentire che venga saccheggiata da finanzieri senza scrupoli. In altre parole: bene il protezionismo di Trump per l’economia americana,male l’assenza di protezionismo per l’economia europea, male il globalismo di una classe dirigente che sta portando allo sfascio il nostro sistema economico-sociale. Bene, benissimo l’azione di Trump per il benessere del popolo americano; male, malissimo l’azione di Merkel e nanetti vari per distruggere lo stato sociale in Europa. Ciò premesso, va anche detto che i settori produttivi europei sono ormai ipnotizzati dalle parole d’ordine iperliberiste, e stentano a tornare alla realtà economica “normale”:quella di una agricoltura e di un’industria che producano in primo luogo per il mercato interno, e che alle esportazioni destinino solamente il surplus. Naturalmente, una tale realtà “normale” presuppone che i consumatori interni fruiscano di condizioni di vita adeguate, di redditi tali da consentire l’acquisto di merci e servizi prodotti dalle imprese nazionali. Secondo il modello euro-globalista, invece, le nostre popolazioni devono essere affamate, stremate, invase, strangolate da Stati a loro volta asfissiati da debiti pubblici che ne paralizzino l’azione. E le imprese, di conseguenza, oltre a delocalizzare i loro opifici nei paesi del terzo mondo, devono andare alla ricerca di mercati esteri, su cui vendere i prodotti che i consumatori interni non sono in grado di acquistare. Quindi, mi ripeto:bene fa Trump a proteggere l’economia americana contro i prodotti europei, male fanno i nostri governanti a non proteggere l’economia europea contro i prodotti americani, cinesi, magrebbini, indiani e di tutti gli altri paesi del mondo. Invece di ululare alla luna, il giuggioleggiante conte Gentiloni farebbe meglio a difendere sul serio le nostre imprese e i nostri prodotti. A difenderli innanzitutto contro chi realmente ci penalizza. Cioè contro
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nostra ricchezza nazionale; contro questa Unione cosiddetta Europea che punisce la nostra produzione agroalimentare d’eccellenza, attraverso una normativa che lascia ampie scappatoie agli imitatori-falsari che gabellano per italiani prodotti che italiani non sono. Sarebbe auspicabile che i Belli Addormentati al governo si svegliassero una buona volta. Il mondo sta cambiando,sta forse tornando alla normalità dopo l’ubriacatura mondialista. La stessa Unione Europea potrebbe avere i giorni contati. E noi europei siamo rimasti gli ultimi fessi a difendere la “libertà dei commerci”. Insieme a tutte le altre “libertà” che stanno uccidendo i nostri popoli: dalla libertà per chiunque di venirsi a stabilire qui da noi, alla libertà dei delinquenti di entrare a casa nostra senza che le persone per bene possano neanche difendersi. «Libertà, quanti delitti in tuo nome!» gemeva ma-dame Roland mentre, negli anni del Terrore, veniva condotta alla ghigliottina. È una frase che si potrebbe ripetere anche oggi, di fronte al patibolo dei popoli europei.
Solo chi ha il coraggio di affrontare i grandi insuccessi può ottenere grandi successi. Walt Disney fu licenziato da una testata giornalistica per ‘mancanza di immaginazione e per non avere idee originali’
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DONNU PANTU, PIU’ATTUALE CHE MAI Domenico Piro, meglio noto sotto lo pseudonimo di Duonnu Pantu (e non Donnu Pantu), nacque ad Aprigliano da una nobile famiglia il 14 ottobre del 1660. Il padre si chiamava Ludovico, mentre Giuseppe e Ignazio Donato, nati rispettivamente nel 1669 e 1672, erano figli di un fratello della madre, quindi cugini più giovani di Domenico.
La Cunneide è un componimento di quarantotto strofe di quattro versi, di cui tre endecasillabi e un quinario che fa rima col primo verso. Pantu afferma che la maggior parte delle persone rincorrono le ricchezze facendone lo scopo principale della loro esistenza, mentre egli si accontenta di vivere alla giornata: una mangiata di castagne bollite, un po' di verdura, una bevuta di vinello da un fiasco lo rendono felice. [ …] F a r r ì a c c h i ù p i e j u d e S a r d a n a p a l u : ppe ’ ‘ s ti c hi ani e st i margi l e s v e r sè r a e cùomu pùorcu mi cce ‘mbruscinèra, c h i ‘ n g u a l u ‘ n g u al u . Ca t t i v e , ma r i t at e e s c h ett e i o p i g li u , ‘ n c a ma t e , r i c c h e , n u o bi li e f r a b u tt e , e g i u v i n e ll e , v e c c hi e , b e ll e e b r u t t e , cuòmu nu nigliu. La nì v ur a, l a br ut t a me cunf or t a, la janca ccu’ la russa me ‘nnamura e t a n t e v o t e me mi n te ‘ nn a v a n n u r a l a f ac c i e s mort a. L’àuta, la vàscia, la macra, la grassa, l a pi e tt i s i cc a c c u’ l a minni c ut a, l a c u l i st r i tt a , l a c u l ar i nù t a ‘st’anima passa. ‘ St ’ ani ma pas s a e l u c ore me ‘ nc hi aga l a d i s s a p it a c c u ’ l a gr a z iu s a , e l a mude s t a e l a mur r i cul us a tuttu m’ammaga. A mie fa fare due parmi de mazza l a c al v ani st a c c u’ l a l ut er ana, l’ebrea, la mora ccu’ la maumettana ed ogni razza. ‘ Nc i p u l l u f or t e e f or t e men t e a r r i tt u c c u ’ c c h i l’ h a s v a n u e c cu ’ c h i l ’ h a pi l u s u , c c u ’ c h i l’ h a ‘ n z a c c a n atu l u p e r t u s u o largu o strittu. De pr i mav e r a, aut unnu, v i e r nu e ‘ st at e , matìna e sira, de jurnu e de notte s p à n t i c u p p e ’ c hi a v a r e qu a t t r u b o tt e , due strippunate. Ch i a v e r r ì a , me c u n f ie s s u, p p e ’ ’ s t e vi e , p p e ’ ’ s ti ma r g i , ’ s ti c h i an i , e ’ s t i v al l u ni , p p e ’ ’ s t e s pi n a r a e p p e ’ ’ s t i c af a r ù n i f a r r ì a p a z z i e . [ …]
Chine mantène la gente e le regna? Ch i n e f a t a n t i p a pi e c a rd i n a l i , t a n ti r r e , ‘ mp e r a t uri e uf f i zi al i cc hi ù c a l a f r eg n a ? [ …] La “Cunneide”, che è un componimento di quarantotto strofe di quattro versi, di cui tre endecasillabi e un quinario che fa rima con il primo verso. In quest'opera osserva come la maggior parte delle persone rincorre le ricchezze facendone lo scopo principale della sua esistenza, mentre egli si accontenta di vivere alla giornata e in modo semplice: una scorpacciata di castagne bollite, un po' di verdura, una sorsata di vino da un fiasco lo rendono felice e si dichiara contento di vivere nella sua piccola Aprigliano, nella presila cosentina, a fare l’amore con chiunque gli capita a tiro, belle o brutte non importa. Non è forse vero che è proprio l'organo sessuale femminile a muovere ed a condizionare ogni cosa? Solo gli ipocriti possono dire che vi sono delle persone che rinunciano ai piaceri sessuali. Perché invece la verità è che l'organo sessuale femminile è una vera delizia,una grande dolcezza ed una medicina salutare. Ma anche in questo caso intende denunciare l'ipocrisia del suo tempo, e soprattutto la doppia faccia delle classi dominanti, che da un lato ostentano rispetto delle regole, ma poi nel privato si lasciano andare ad eccessi indicibili. Donnu Pantu ci indica il nostro corpo nella sua bellezza, e ci dice che di questa bellezza è giusto gioire, ma apertamente e senza inganni. Infine termina esortando i giovani a trascorrere il tempo tra i piaceri della vita: "Dunca futtiti vue mò quatrarazzi, / scialativila ccu sti cunnarizzi: / sciacquativille vue sti cugliunazzi, / e a Venere mannati li pastizzi: / nnarvulàtile, e sparmàtile sti cèuzi, / chiantati corna ppe tutti sti pizzi: / jati gridandu ppe tuttu lu munnu / viva lu cazzu, lu culu, e lu cunnu".
Εἷς μοι μύριοι, ἐὰν ἄριστος ἦν.
Uno per me vale come diecimila, se è il migliore Eraclito di Efeso - 26 -
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LA FAVOL A DEL LA SE TTIMANA
LA GALLINA SCIOCCA Una fiaba per i più piccoli di FRANCO PASTORE Realizzazione pubblicazione in ebook e stampa
Pubbl. ISBN IT\ICCU\MO1\0038517 – Ebook GGKEY:7XXGBKN7192
Illustrazioni di Paolo Liguori
Nel paese di Cincillà, in un pollaio di - Io mi chiamo Concettina, sono fine e periferia,viveva in forzata compagnia, una sono bellina -. bianca gallinella da uova. Col becco ben disegnato e la coda non comune,era decisamente convinta di essere nata per altri destini e che presto si sarebbe trovata in un’altra condizione.
Nonostante fosse un’ignorante, interveniva sempre in ogni discussione ed anche nel torto, pretendeva aver ragione. Le povere galline, dopo un lungo periodo di comprensione, iniziarono a trovarla deprimente e passandosi la voce, iniziarono ad ignorarla per non esser messe in croce: - Mia zia, la tacchina, ha il diploma ed è postina!- Mia cugina Chicchinella, al liceo, fa la bidella! - Mio cugino Salvatore, in America, fa il dottore!- Ohhh!- 27 -
Il gallo del pollaio che, fino a quel momento era stato l’unico parolaio, in ogni situazione iniziò a tacere, per evitare confusione. Una bella mattina, vestita da contessina, prende la valigia e s’incammina la gallina. Cammina, cammina e raggiunge la città, entra in un istituto di bellezza e si rimette a nuovo: un’aria un po’ fatale, sigaretta con bocchino e cappello rosso cardinale. La gente corse a vederla per la via e pian piano dietro a lei diventarono mille e sei: sette gatti, un pipistrello,un ramarro con l’ombrello, una scimmia, un barracuda, cinque cani senza coda una pecora smarrita e un bellissimo pavone. Giunti tutti nella piazza, la gallina in un momento salta sopra un monumento e gridando come pazza disse: […] continua
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Albert Einstein iniziò a parlare a quattro anni, a scrivere a nove. La sua insegnante di latino gli disse: - Tu non sarai mai nessuno!Eppure, 0ltre a essere uno dei più celebri fisici della storia della scienza, che mutò in maniera radicale il paradigma di interpretazione del mondo fisico, fu attivo in diversi altri ambiti, dalla filosofia alla politica. Per il suo apporto alla cultura in generale è considerato uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo. Nel 1905, ricordato come annus mi.rabilis, pubblicò tre articoli a contenuto fortemente innovativo riguardanti tre aree differenti della fisica: dimostrò la validità del concetto di quanto, di Planck, nell'ambito della spiegazione dell'effetto fotoelettrico dei metalli;
fornì una valutazione quantitativa del moto browniano e l' ipotesi di aleatorietà dello stesso; espose la teoria della relatività ristretta che precedette di circa un decennio quella della relatività generale. Nel 1921 ricevette il premio Nobel per la fisica «...per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta della legge dell'effetto fotoelettrico» e la sua fama dilagò in tutto il mondo soprattutto per la teoria della relatività, in grado, per l'assoluta originalità, di colpire l'immaginario collettivo. Fu per uno scienziato una fama insolita che durante gli ultimi anni di vita non fece che aumentare.
LO SAPEVATE CHE
VECCHIA FOTO DA
RICORDARE -----PREMIO G.LEOPARDI
Franco Pastore Viene premiato per la poesia. Nella foto. Con Amedeo Caravaglios
Napoli 1978
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IMMAGINI DI UN ALTRO TEMPO
‘O MONZU’
La tradizione culinaria napoletana, oggi riconosciuta in tutto il mondo come sinonimo di gusti e ricchezze inimitabili, è il risultato delle tantissime culture che si sono susseguite nei secoli ed i “monzù” sono stati l’apice di questa evoluzione. Il “Liber de Coquina”, uno dei più importanti ricettari medievali che sono arrivati fino a noi, testimonia che, già nel XIII secolo, Napoli aveva già recepito la ricercata cucina del mondo arabo, con l’utilizzo di spezie ed accostamenti inimmaginabili nell’Europa del tempo. Così, ingredienti poveri riuscivano ad unirsi in sapori forti e genuini creando molte delle pietanze che gustiamo ancora oggi. Tuttavia, la vera rivoluzione culinaria napoletana arrivò sotto il regno dei Borbone e la conseguente influenza della raffinatissima Francia. Abbiamo parlato spesso del complicato rapporto matrimoniale fra Ferdinando IV di Borbone, il “Re Lazzarone”, con l’altezzosa Maria Carolina d’Austria. Lui cresciuto come uno scugnizzo fra i vicoli di Napoli, predisposto più alla caccia ed allo sport che ai lustri nobiliari ed incline a scherzi e giochi poco consoni ad un sovrano; lei, fiera esponente della casata asburgica ed abituata a lussi ed onori di ogni genere. Nonostante l’abissale differenza,i due sovrani trovarono un giusto compromesso coniugale: Ferdinando continuava a comportarsi da lazza-rone, mentre Carolina cercava inutilmente di inculcargli la sua classe. C’era una cosa, però, che la regina non riusciva a tollerare: la cucina napoletana del tempo. Quei sapori tanto marcati e schietti la disgustavano al punto da chiedere aiuto alla sorella Maria Antonietta, Regina di Francia fino alla Rivoluzione, nota buongustaia, altezzosa quanto lei e talmente ben voluta dal popolo da essere ghigliottinata. Per salvare il palato della sorella, Antonietta inviò alla corte di Napoli alcuni fra i migliori cuochi francesi per educare i colleghi nostrani ai gusti più in voga del tempo. La cucina napoletana, però, era troppo particolare per essere assorbita da quella d’oltralpe, anzi, avvenne l’esatto opposto: la nuova generazione di chef partenopei creò una cucina completamente nuova, che arricchiva quella tradizionale con creme e preparazioni tipiche francesi. I nuovi artisti della tavola venivano appellati col titolo di Monsieur, “signore” in francese. Co-me spesso è accaduto, il termine è stato alterato fino ad arrivare ad una forma più facilmente pronunciabile nelle nostre terre: così, i monsieur divennero in tutto il Regno di Napoli, i “monsù”, poi “monzù”.
Una etimologia confermata anche dalla Enciclopedia Gastronomica Italiana, che definisce in questo modo il termine:“traduzione dialettale na-poletana e siciliana della parola francese mon-sieur. Monzù erano chiamati nei secoli XVIII e XIX i capocuochi delle case aristocratiche in Campania e in Sicilia perché, in epoca di influenza gastronomica francese, niente più di un titolo francesizzante pareva premiare l’eccellenza, anche se essi di solito francesi non erano.” Alle dipendenze delle più importanti famiglie nobiliari del tempo, punte di diamante indiscusse in ogni corte, i monzù arrivarono a formare vere e proprie casate nelle quali la sublime arte culi-naria veniva tramandata di padre in figlio e per-fezionata dopo ogni generazione. Secondo quan-to riportato da ristorazioneruggi.com, fu proprio grazie ad uno di loro, tale Gennaro Spadaccino, che oggi abbiamo la forchetta con quattro punte. Anche questa invenzione venne ordita da Maria Carolina: i maccheroni erano uno dei piatti più amati dal popolo, che per raccoglierli bene usava mangiarli con le mani, usanza che ripugnava la regina. Fu sul punto di bandirli completamente dal regno, ma non aveva fatto i conti col marito, amante sfegatato della pasta ed anche lui estimatore del gustarla con le mani. Così, per salvare matrimonio e regno, Carolina ordinò al suo monzù più fidato di creare un sistema per sostituire l’uso delle mani. I monzù hanno rivoluzionato più di una volta l’alta cucina di Napoli e del mondo intero, ma, ormai, sono figure professionali estinte. Uno dei pochi grandi esponenti di questa nobile arte è Gerardo Modugno, l’ultimo vero monzù napoletano, che gestisce una prestigiosa accademia volta a tramandare alle future generazioni l’antica cucina aristocratica che deliziò il Regno delle Due Sicilie. __________________
Nella foto: L’ultimo monzù napoletano, Gerardo Modugno.
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IL MUSEO DIOCESANO SALERNITANO Di Paolo Liguori Sala VI - Il Seicento – IX parte
Anche il successivo dipinto viene segnalato da mons. Capone come «un quadro che non è chiaro che rappresenti»1 . Nell’inventario Ruggi d’Aragona si riporta un’ampia descrizione con una interessante notizia conservativa: Quadro ad olio sopra tela senza cornice e di misura in altezza metro uno e ventisei centimetri, e di larghezza metri uno e ottantaquattro centimetri. Desso rappresenta una grande composizione e principalmente il passaggio del mar rosso fatto dal popolo ebreo sotto la guida di Mosè il quale vedesi effigiato sulla dritta del quadro, nell’atto di far uscire l’acqua dalla rupe colla sua miracolosa bacchetta. Vedesi sulla sinistra due grandi cammelli addetti al trasporto di oggetti e di uomini su di uno dei quali sta seduta una donna nell’atto di consegnare ad un uomo suo figlio che lo raccoglie sulle braccia. Si vedono parimenti degli uomini, donne e ragazzi intenti a raccogliere dei vasi e delle brocche per avviarsi a prendere dell’acqua che Mosè aveva fatto uscire dalla pietra. Chiude il quadro di dietro un colle dal quale si vedono discendere degli Ebrei con dei cammelli. La metà dritta del quadro è tutta in rovina essendosi dalla tela stivata quasi per intero la pittura e perciò si è dato il prezzo di lire dieci 2.
stata avanzata la possibilità di un riferimento alla fase giovanile dell’esperienza artistica di Angelo Solimena : «attenuando l’austerità del linguaggio precedente» e puntando in direzione di una «più delicata elaborazione formale» . Il professore Pavone ha proposto di collocare l’opera nel periodo compreso tra la Madonna della chiesa del Purgatorio a Gravina (1667) e quella di Sant’Egidio a Montalbino (1671), soprattutto in ragione dei «dolci lineamenti della Vergine e del Bambino, avvolti in una lattea chiarità atmosferica che riscatta in termini di naturalezza le forme racchiuse da un contornare molto vicino a quello guariniano della pala di s. Domenico a Solofra» Il fulcro della scena è costituito da due figure femminili, ammantate in vesti dai colori simbolicamente evocativi, panneggiate e lumeggiate con uso sapiente della tecnica pittorica; in secondo piano, con ruolo di comparsa, ma ritratti con dettagliata ricerca della caratterizzazione fisionomica, i Santi Giuseppe e Gioacchino. L’elemento architettonico, le mura e la base di una colonna liscia, funge da quinta della rappresentazione, fondendosi con il naturalismo del paesaggio verdeggiante, su cui si staglia un fusto di quercia contorto, sovrastato da un cielo plumbeo.
Agostino Beltrano (attr.) (Napoli 1607‒1656), Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia, olio su tela, Salerno, Museo Diocesano
Per il dipinto raffigurante la Sacra Famiglia con Sant’Anna e San Gioacchino (fig. 39), proveniente dalla chiesa parrocchiale di Mercato Sanseverino , è _________________ 1
A. CAPONE, op. cit., p. 161. Archivio Storico del Comune di Salerno, Archivio Generale, II, I, r., n. 123.
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Angelo Solimena (Canale di Serino 1629‒Nocera Inferiore 1716), Sacra Famiglia con i santi Anna e Gioacchino, olio su tela, Salerno, Museo Diocesano
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L’AUCIÉLLE È MUÓRTE
Da “CATULLO A NAPOLI”di Franco Pastore – Febbr. 2015 – Ediz. A. I. T. W. - GGKEY:28FR507EU9K E
L’AUCIÉLLE MUORTE E chiàgne ammòre, E chiàgne tutt’o mùnne: È muòrte l’auciélle da’ nnammuràta mia! È muòrte ovère, nunn’è na fantasia, chill’auciélle chìne ‘e poesìa… Zumbàve ccà e llà, sopra il suo grembo, e sule mmàne a essa truvàve pace. Mannàggia ‘a morte, che tu sia maledetta! M’accìse ‘o passero è proprio una disdetta. Cu’ chi pazzèia mo’ Lesbiuccia mia, ca chiàgne e suspira, chiène e pecundrìa.? Carme terzo – Lugete, o Veneres Cupidinesque,/ et quantum est hominum venustiorum: / passer mortuus est meae puellae, / passer, deliciae meae puellae,/ quem plus illa oculis suis amabat. / nam mellitus erat suamque norat / ipsam tam bene quam puella matrem,nec sese a gremio illius movebat, / sed circumsiliens modo huc modo illuc / ad solam dominam usque pipiabat./ qui nunc it per iter tenebricosum / illuc, unde negant redire quemquam. / at vobis male sit, rem malae tenebrae / Orci, quae omnia bella devoratis:/ tam bellum mihi passerem abstulistis. /o factum male! o miselle passer! /tua nunc opera meae puellae. Flendo / turgiduli rubent ocelli. Traductio - Piangete, o Veneri e Cupidi, e quanto c'è di uomini più belli: il passero della mia ragazza è morto,/ il passero, delizia della mia ragazza, / che lei amava più dei suoi occhi./ Era dolcissimo e la riconosceva proprio / così bene come una ragazza la sua mamma, / e non si muoveva dal suo grembo,/ ma saltellando attorno or qua or là / sempre verso
la sola padrona pigolava./ Ma lui adesso va per strada tenebrosa / là, dove dicono nessuno ritorni./ Ma siate maledette voi, malvage tenebre / dell'Orco, che divorate tutte le beltà:/ Un passero così bello mi toglieste, / o brutta sorte! O passer poverino! / Ora per opera tua alla mia ragazza / piangendo un po' gonfi s'arrossano gli occhietti Esplicatio – Il poeta elabora un canto funebre, epicedio, in onore del passero della sua Lesbia. Constructio – vv 3-4 = anafora (passer, passer/ meae puellae, meae puellae); v 10 = onomatopea (pipiabat); vv 11-12 = perifrasi (giro di parole per non nominare la morte); vv 14-15 = polittoto (bella, bellum) Metro – Endecasillabi faleci. Note semantiche – Il Threnos catulliano ci fa pensare all’elegia d’Ovidio sulla morte del pappagallo di Corinna (Amores II,6). Ad una lettura, per così dire, meno ingenua e disincantata, si configura come una parodia dell’epicedio per ani-maletti che attraversa molta parte della poesia epigrammatica alessandrina. Catullo riprende quindi il motivo alessandrino del dolore per la morte di animali domestici e lo rimodula caricandolo. E. N. Genovese (Symbolism in the passer poems) formula, varie ipotesi sulla vera natura del passero: se si tratta di un vero passero, egli afferma che Lesbia potrebbe averlo mangiato per le sue virtù afrodisiache ed ora piangerne la morte; se è un fascinum sotto forma di fallo alato, poteva essere un oggetto cui la ragazza era affezionata e che ora avrebbe perso,e se il passero rappresenta il membro virile, allora il viaggio nell’Orco simboleggerebbe il rap -porto sessuale. Un’altra ipotesi è che il passero sia la personificazione di un poeta o di un amante rivale di Catullo,in questo caso i lamenti e le “ consideratio”sulla perdita sono da considerarsi ironici.
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Regimen Sanitatis Salernitanum - Caput LXV -
DE URTICA Aegris dat somnum :vomitum quoque tollit ad usum. Compescit tussim veterem, Colicisque medetur. Pellit pulmonis frigus ventrisque tumorem, omnibus et morbis subvenit articulorum.
Con l’ortica assonni i desti / ed il vomito ne arresti; sani tossi inveterate, / e le coliche ostinate; / del polmon sciogli l’agrezza, / e del ventre la durezza; / e con essa alleggi pure / ogni male alle giunture.
LEVIORA HA I
Un postino deve recapitare una lettera. Arriva nel luogo della consegna, ma un cane di dimensioni enormi, gli sbarra la strada. Piuttosto preoccupato si rivolge alla padrona per avere un aiuto. Di rimando, la padrona, incoraggiandolo gli grida: - Venite, venite! State tranquillo che il cane è stato sterilizzato!Il postino, scappando via: - Temevo per la mia vita, non per il mio didietro!-
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FOLLIE “ARTISTICHE” DI GIUFFRIDA FARINA 3 FOLLIE GIUFFRIDIANE INERENTI ALLA SCULTURA,ALLA PITTURA ED ALLA MUSICA.
Tre particolari creazioni scultorie/pittorico/musicali di Giuffrida Farina; vengono correlate delle entità matematiche (espressioni, grafici , equazioni) con le 3 componenti fondamentali della musica ossia:la melodia, l’armonia ed il ritmo.
RINTOCCO DISPERSO. Scultura in legno, costituita da una chiave di violino, con ivi innestate 2 mattonelle dipinte,disposte in senso obliquo.
LA TONALITA’ DI SOL DIESIS, INTERPRETATA CON LA TABELLINA (CAPOVOLTA ) DEL 9.
Tecnica mista su cartoncino. LA GRAFOMATEMATICA MUSICALE. Sono brani musicali, che ho costruito associando: la melodia, l’armonia ed il ritmo (ossia le 3 componenti fondamentali della Musica) a particolari caratteristiche dei diagrammi (i grafici, che si disegnano su un sistema di assi cartesiani X-Y) rappresentativi delle ‘funzioni matematiche’. Ovviamente i titoli sono riferiti alla funzione matematica oggetto della ‘trasformazione’ in musica.
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IL PREZZO AMARO DELL’UNITA’ D’ITALIA In quel torrido Agosto del 1860 ai siciliani ed ai e guarentigia alla cittadinanza. I nazisti ottant’anni dopo brontesi, speranzosi che per loro le cose sarebbero cam- pren-deranno lezioni da questi metodi dei “liberatori” garibiate in meglio, mal gliene incolse. A farli ravvedere baldini. Alla fine, alle 8 di sera del 9 Agosto, calpestando ogni sidalle loto aspettative provvide alla bisogna il paranoico generale garibaldino – il già citato Bixio – che certo dei mulacro di garanzia, era già tutto deciso con la condanna a siciliani non aveva gran consi-derazione e stima, se è morte di cinque cittadini che niente avevano avuto a che fare vero che, alla moglie Adelaide, durante l’impresa dei con i tumulti e le rivolte delle precedenti giornate che mille,così ebbe tra l’altro testualmente a scrivere a pro- avevano turbato la tranquillità ed il sonno degli inglesi in posito della Sicilia e dei siciliani:«Un paese che bi- quel di Bronte. cinque, la mattina del giorno dopo il 10 agosognerebbe distruggere e gli abitanti mandarli in Africa sto, nella piazzetta della chiesa di San Vito, finirono vittime innocenti dinanzi al plotone d’esecuzione. a farsi civili». L’avvocato Nicolò Lombardo notabile del paese che, da E’ con questo stato d’animo e questa predisposizione nei confronti dei siciliani che Bixio si presentò a Bronte vecchio liberale, con tanta speranza aveva atteso lo sbarco prendendo, per tre giorni, alloggio al collegio Capizzi. garibaldino sognando un futuro migliore per la sua terra La mattina del 6 agosto, con due battaglioni di bersa- dovette ricredersi in quell’attimo che la scarica di fucileria glieri, Bixio decise di ristabilire l’ordine che era stato spense quel suo sogno e per l’avvenire il sogno di tanti turbato nei giorni precedenti dai popolani e dai conta- siciliani. Con lui morirono Nunzio Spitaleri Nunno, Nunzio dini-vassalli della ducea di Nelson che, illusi, si erano Samperi Spiridione, Nunzio Longhitano Longi, Nunzio Ciribellati rivendicando il diritto all’assegnazione delle raldo Fraiunco. Quest’ultimo era lo scemo del paese che terre ed al riscatto sociale promesso loro dai truffaldini sopravvisse alla scarica di fucileria e invocando vanamente la grazia fu finito cinicamente con un colpo di pistola alla decreti garibaldini. All’avanzata di Garibaldi in Sicilia e con l’illusoria testa dall’ufficiale che aveva comandato il plotone. Dopo la feroce esecuzione, a monito per la popolazione di promessa di una più equa distribuzione delle terre furono molti, infatti, i paesi della Sicilia che, come Bronte, Bronte, i corpi delle vittime rimasero esposti ed insepolti per insorsero al grido “Abbassu li cappeddi, vulimi li parecchio tempo. Ma non era finita. A questo primo processo terri”. Tra questi, Regalbuto, Polizzi Generosa, Tusa, sommario ne seguì un altro altrettanto persecutorio e vessaBiancavilla, Racalmuto, Nicosia, Cesarò, Randazzo, torio nei confronti di coloro che avevano arrecato oltraggio Maletto, Petralia, Resuttano, Montemaggiore, Capaci, ai grossi proprietari terrieri e agli inglesi della ducea. Il Castiglione di Sicilia, Centuripe, Collesano, Mirto, Ca- processo che si celebrò presso la Corte di Assise di Catania ronia, Alcara Li Fusi, Nissoria, Mistretta, Cefalù, Lin- si concluse nel 1863 con 37 condanne esemplari di cui 25 ergastoli. Giustizia era stata fatta. I poveracci non avrebbero guaglossa, Trecastagni e Pedara. Le aspettative del popolo e dei contadini nei confronti più alzato la testa. Il 12 Agosto, dopo avere fatto affiggere nei giorni precedei “cappeddi” ( i latifondisti ed i ricchi proprietari terrieri) furono represse in quei paesi con il piombo e nel denti, a suo nome, un proclama indirizzato ai Comuni della sangue da quei garibaldini che avevano promesso loro provincia di Catania con il quale invitava i contadini a stare terre, libertà e giustizia. Quello stesso piombo che, 34 buoni e a tornare al lavoro nei campi pena ritorsioni e feroci anni dopo, nel 1894, l’ex garibaldino Francesco Crispi, rappresaglie, Nino Bixio ribadiva:«Gli assassini e i ladri di che era stato prima segretario di Stato e teorico della Bronte sono stati puniti e a chi tenta altre vie crede di farsi spedizione dei Mille e successivamente, dopo l’Unità, giustizia da sé, guai agli istigatori e ai sovvertitori dell’ordivenuto presidente del Consiglio, ordinò di scaricare dine pubblico. Se non io, altri in mia vece rinnoverà le fucilaI .Coppola sui contadini siciliani, che rivendicavano le terre e re- zioni di Bronte se la legge lo vuole». primendo così nel sangue con centinaia di vittime innocenti l’epopea dei Fasci Siciliani. Su pressione del console inglese di Catania, John Goodwin, a sua volta sollecitato dai fratelli Thovez amministratori della ducea per conto della baronessa Bridport, Garibaldi, costi quel che costi, per reprimere la rivolta di quei brontesi che avevano avuto l’impudenza di ribellarsi agli inglesi suoi protettori e finanziatori dell’impresa dei Mille, invia per risolvere la questione ed assolvere questo sporco lavoro, come era nelle sue attitudini ed abitudini, il suo fedele luogotenente. Bixio, allora, decretò lo stato d’assedio e la consegna delle armi imponendo una tassa di guerra,dichiarando il paese di Bronte colpevole di “lesa umanità” dando inizio a feroci rappresaglie senza concedere alcuna minima ga- 34 ranzia
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UNA DONNA NELLA LETTERATURA a cura di Andropos
WONDER WOMAN Celebre personaggio creato da Marston.
Wonder Woman, il cui nome umano è Diana Prince, è un personaggio dei fumetti creato da William Moulton Marston nel 1941. Wonder Woman ha una forza sovrumana paragonabile a quella di Superman: ciò emerge dall'ultima guida scritta da Scott Beatty e pubblicata dalla DC sulla principessa amazzone, ma sebbene guarisca dalle ferite molto velocemente, non è del tutto invulnerabile. Può, inoltre, volare e correre a una velocità supersonica (in particolari condizioni può superare la velocità della luce). Ha una buona resistenza agli incantesimi e immune al controllo mentale ed è capace di espellere i veleni dal suo corpo, inoltre ha dei sensi sovrumani, che le permettono ad esempio di sentire le fonti di magia e di afferrare al volo una freccia a mezz'aria o di intercettare i proiettili, è capace di comunicare con gli animali oltre che interagire ore con gli stessi ammesso che siano di piccola taglia. Atena le ha donato una grande saggezza e intelligenza, perciò parla molte lingue terrestri. Nelle vecchie storie, se i suoi bracciali venivano legati da un uomo, perdeva tutti i suoi poteri. Il fisico di Wonder Woman è eccezionalmente resistente al dolore, alle intemperie e ai danni (la sua pelle può sopportare temperature estreme, tremende tensioni e colpi senza ferite da puntura o lacerazioni), possiede un fattore rigenerante che la rende immune a tutte le malattie terrestri e le permette di riprendersi in fretta anche da gravi ferite. Come tutte le amazzoni, Wonder Woman non invecchia non può morire se non venendo uccisa. Wonder Woman ha come armi un indistruttibile lazo d'oro, che se avvolge una persona la costringe a dire solo la verità, una tiara telepatica che può essere usata come arma da distanza e dei bracciali che – grazie all'azione congiunta con la sua velocità – possono respingere anche i raggi Omega di Darkseid. Altre armi sono i guanti di Atlante, che aumentano di dieci volte la sua forza assieme alla furia combattiva.Wonder Woman è anche un'eccezionale combattente corpo a corpo, un'esperta spadaccina, ed è un'esperta nell'uso di moltissime armi, come bastone, arco e frecce.
Teorico del femminismo, Marston, come asserì poco prima della sua morte, avvenuta nel 1947, creò il mito di Wonder Woman per dare un simbolo alle donne, un modello che fosse in grado di portare avanti con forza le loro idee e il loro mondo: « Il miglior rimedio per rivalorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman ed in più il fascino di una donna brava e bella. »1 Ammantato dei colori della bandiera statunitense, il personaggio fa il suo esordio sul n. 8 di All Star Comics (1941), per poi diventare uno dei personaggi più inarrestabili di tutta l'editoria a fumetti di genere supereroico. _______________ 1)
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William Moultom Marston
Antropos in the world
C’È SOLO DA URLARE
Un rogo, fiamme alte, nel silenzio di chi è costretto all’angolo, d’improvviso le grida, la via di fuga, chi vive potrà ancora piangere, chi invece muore rimane dannato e oppresso dai chiodi delle parole, dei giudizi, delle condanne scagliate a priori. Tre corpicini annientati, disintegrati, polverizzati più della cenere, bambi-ni neppure incerottati, bambini trucidati. Qual-cuno dice che sono soltanto chiacchiere quando si afferma senza se e senza ma, che donne, vec-chi, e bambini non si toccano mai, perché a suo dire si tratta della dicitura di qualche sottocul-tura non meglio identificata. Come qualcuno ben più lungimirante di me, ha ben scandito alla nazione: un omicidio è sempre un omicidio, ma quando di mezzo ci sono bimbi innocenti, allora si tratta di qualcosa ben al di sotto di qualsiasi comprensione umana. Le azioni di morte come queste che dovrebbero incendiare le coscienze pressoché dormienti, stanno supine a un mercato sottobanco che vende più del grande magazzino di turno, quello dell’imbecillità sub-umana. Si susseguono i racconti di quanto accaduto, come sassi che deflagrano ogni lamento apparentemente convissuto nel dolore che accomuna, invece permane un imbizzarrimento che innalza a preghiera la presenza ingombrante dell’indifferenza, senza più maschera per recitare una preghiera di circostanza. Si muore di pistola, di fucile, di bombe, ma anche e soprattutto di deliri di onnipotenza, Si muore in barba ai sentimenti, alla giusti-
zia, all’amore lacerato e negato. Si continua a morire solitudinarizzati. Le immagini di questa indicibile vergogna ci colpiscono con la vicinanza di quelle drammatiche assenze, ridotte a bisbigli di incapacità ad ascoltare, osservare, assai meglio rimanere indietro, in tutta sicurezza, a fare smorfie di disgusto. Ma ancora si inciampa, si sbatte il viso sul duro, perché sono proprio quelli dietro che passano sopra agli altri per giungere illesi alle proprie dimore, per non rimanere contaminati dall’ammasso cerebrale che non intende fare prigionieri. Giornali, televisioni, circoli elitari, inondano le nostre case, le nostre tavole im-bandite di proposte, di possibilità, di occasioni e di necessità, ognuno è padrone delle sue car-te truccate, ciascuno con la sua buona impostura, fin’anche la compassione. La ragione, se ancora c’è la ragione, sta a Dio oppure all’infamia di ultima generazione? Sta sempre e soltanto a Dio un sussulto di giustizia, di solidarietà costruttiva, di coraggio e sfida alla quotidiana follia. Oppure, è necessario mette-re da parte le liturgie drammaturgiche sulle nefandezze disumane, affinché il primo strato di lingua, diventi urlo di ognuno e di ciascuno, una vera e propria ingerenza umanitaria, invasiva e pervasiva con il corpo e con il cuore, mai con il fuoco spinto alle spalle, come può fare il più vile dei traditori di ogni possibile umanità, anche della più derelitta e sconfitta.
Vincenzo Andraus
O.N.G. SOSPETTE: INDAGATE SU SOROS Di Michele Rallo
E co s ì, se mb r a c he il b ub b o ne d el le O NG si a f i na l me n te sco p p iat o . Mer i to a nc h e – è b en e r ico r d ar lo – d i q ue l g io va n e b lo g ger c he ha p ub b lic ato s u Yo u tu b e i tr a cci at i d el ser v i zio -t a xi c h e p r el e va i m ig r a nt i a p o c he mi g l ia d all a Lib ia e ce li p o r ta q ui ( ved i “So ci al ” d el 2 4 mar zo ) . E me r i to a n ch e d i q ual c he P r o c u r ato r e s ici li a no c he h a av u to i l co r a g g io d i me tt er si co ntr o i p o ter i fo r ti c he so s te n go no l ’i n va s io ne p r o gr a m ma t a d ell ’ I ta li a. Altr o c h e fr u g ar e fr a l e l e nz uo l a d i B er l u s co ni.. . La v ice nd a d ell e ON G ( Or ga ni zza zio n i no n go ver n at i ve) p o tr eb b e r i ser var e so r p r e se cla mo r o se , d i q ue ll e c h e ad d ir i tt ur a p o r ter eb b er o a r i scr i ver e la s to r ia mo nd i al e d i q ue s ti ul ti mi a n n i. Q u ell a c he è e mer sa – i n f at ti – è so l a me n te l a p u nta d el l ’ iceb er g. Allo st ato si ind a ga so la me n te s u i r a p p o r ti c he p o tr eb b e r o ( o no n p o tr eb b er o ) i n ter co r r er e fr a a lc u n e ON G e g li sc a fi s ti lib ic i , o t ut t ’a l p i ù – co me S u g ger i va i l b lo g g er Lu ca Do nad e l – s u lle
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ev e nt ua li co i nter e ss a nz e d i q u alc h e b a nd a no str a na, d ed i ta al b u s i ne s s d e ll ’ ac co gli e n za. Ma la ma ter i a O NG è as sai v as ta, ar ti co la ta, so r p r e nd e n te, p i en a d i a n go li b ui. E so no a n go l i b ui d a c u i p o tr eb b e ve n ir f uo r i d i t u tto :a i nco mi n ci ar e d all ’o p er a to d i s er vi zi s e gr e ti d i p o te nt i naz io n i ( o g ni r i fer i me n to al la no s tr a “g r a nd e all eat a” no n è p ur a me n te ca s ua le) c he sp e s so ha n n o a g ito d ie tr o il p ar a ve nto d i q ua lc he ON G d i co mo d o p er o p er az io ni p ar t ico l ar m en te s gr ad e vo l i, d i q ue ll e c he co mp o r ta v a n o u na i n a m mi s s ib i le in g er e n za ne g li a f far i i nter n i d i u n al tr o p aes e. Al tr e tta n to h a n n o f at to a lc u n e e n ti tà p r i vat e, r i co nd ucib il i a si n go li uo mi n i d ’ a f far i c h e i n te nd e v a no i n f lu ir e s u lle s cel te p o lit ic h e ed eco no mi c he d i p ae si s tr a ni er i. Da q ui il so sp et to c h e fr a q u ei ser v iz i, q ue i mi l iar d ar i e q uel le ON G c i sia u n p ar ti co lar is s i mo r ap p o r to a t r e, d el t ip o c h e fa r eb b e la f el ic ità d i u n r e gi s ta d i fi l m a ll a 0 0 7 .
Antropos in the world I n U kr ai n a, p er es e mp io , se mb r a c he q u e st a tr iad e ( ser v iz i - mi li a r d ar i - ON G) si a st at a d ir et ta me n t e r e sp o ns ab i le d e l co lp o - d i - St ato ch e h a p o r tato a l d e fe ne str a me n to d el P r es i d en te d e ll a R ep ub b l ica ( fi lo -r u s so ) d e mo cr at ica me nt e e le tto ed all a s ua so s ti t uz io ne co n a ltr o el e me n to c he go d e v a la f id uc ia d e gl i a mer ica n i ( e d el l ’U nio n e E u r o p ea) , co n co n n es so r i sc hio d i t er za g uer r a mo nd i ale . I d e m ne l M ed io Or ie nt e , d o v e le va r ie “p r i ma v er e ar ab e” – d a ll a Lib ia a lla S ir ia – ha n no se mp r e v i sto la p r e se nz a d i O NG p ar tico lar me n te att i ve ne l co nt r as tar e la p o l it ica d e i go ver n i c he s i vo le va n o ab b a tte r e, ma gar i co n l ’a u s il io d i “e ser ci ti r ib e ll i” a n c h ’e s si mu n i f i ca me n te f i na n zia t i d al l ’e s ter o . P er ch é, a llo r a , no n co n sid er ar e c he q ual co sa d i lo sco p o ss a na sc o nd er s i a n c he d ie tr o q ue l mi s ter io so f e no me no mi gr a to r i o c h e d i b o tto , a u n d ato mo me n to – p iù o me no al la na sc it a d el l ’ U nio ne co s i d d ett a E ur o p e a – h a co mi nc ia to a sco d e ll ar e s ul no s tr o Co n ti ne n te mi lio n i e mil io ni d i “r i c hi ed e nt i a si lo ”? R ic h ied e n ti a si lo p r o n ta me n te ac co l ti d a go ver n i co mp ia ce nt i c he f ace v a no f i nt a d i cr ed er e c he s i tr a tta s se d i “d i sp er a ti i n f u ga d a g uer r e e d i tta t u r e”, me n tr e i n r ea lt à – fa tte l e d eb i te ec cez i o ni – er a no e so no so l ta n to d e gl i i nd i v id ui che vo g lio no p ar te cip ar e a l b e ne s ser e d e i p o p o li e u r o p ei . È u n a fo r za t ur a r it e ner e ch e al c u ne ON G p o s sa no a ve r e p ar te i n u na o p er az io ne – i l le gi tt i ma e i ll e ga le – p r o gr a m ma ta al l ’e s ter o p er al ter a r e l ’ id e n ti tà ( et ni ca, so c ia le, c u lt u r ale, r el i gio sa) d ei p o p o li e ur o p ei, e p er sca r d i nar e il mer c ato d e l l a vo r o fo r n e nd o a i p o te nt at i eco no mi ci u n a ma no d o p er a a lter na ti v a e a b a s so co sto ? Cer ta me n te no , co n sid e r ato c he al c u n e ON G s e mb r a no d i sp o r r e d i cap it al i i n ge n ti s si mi , l a c ui p r o ve n ie nz a è tu tt ’ al tr o c he tr a sp ar e nte. Le O NG, i n fa tti , so l ita me nt e no n r end o no p ub b li ca l a p r o ve n ie nz a d el le lo r o r iso r s e, li mi t a nd o s i ad af f er mar e c he q u es te d er i va no d a d o naz io ni d i p r i va ti b e ne fa tto r i. Ecco , d u nq ue, f ar cap o li no ce r t i s tr a ni “f i la ntr o p i”, d i q ue ll i d i s p o st i a b r uc iar e mi lio ni d i d o ll ar i ne ll a ca mp a g n a el et to r a le d i Hil lar y Cl i nto n o a p r o fo nd e r e ci fr e d a ca p o g ir o p er s ga mb et tar e P ut i n. E, q ua nd o si p ar l a d i si f fa tt i f il a ntr o p i, il p r i mo no me d e lla l is ta è cer ta me n te q uel lo d i t al e G eo r ge So r o s, m e mb r o d e ll ’ i n fl u e nt e lo b b y f i na nz iar ia eb r a ic o -a mer i ca na , co n u n p atr i mo nio p er so na le d i cir ca 2 5 mi l iar d i d i d o llar i, cap o d i u n a mir iad e d i fo nd i e fo n d azio n i c he ge st i sco no altr i mi li ar d i d i d o l lar i , d a l S o ro s Fu n d a l Qu a n tu m Fu n d , a lla Op en S o ci et y Fo u n d a tio n , a u na mi r iad e d i en ti tà mi no r i sp ar se ne l mo nd o i nter o , d a ll a U kr ai n a i n gi ù.
Geo r ge So r o s – ta n to p er no n r e s tar e nel va go – è q ue l ge n ti l uo mo c he ne l 1 9 9 2 ha g ui d ato la sp ec ul az io ne fi n a nzi ar i a co ntr o la lir a i tal ia n a ( ma a nc h e co ntr o al tr e v al u te) , g uad a g na nd o u na b ar c a d i mi li ar d i e fa ce n d o ne p er d er e u n b a st i me nto a no i t ut ti : si ca l co la – mi p er me t to d i r ico r d ar e – c he la no str a p er d i ta va l utar ia si a st ata i n q u el l ’o cc a sio n e d i cir ca 4 8 mi liar d i d i d o l lar i, l a q ua lco sa p o r tò a llo r a a u na s va l ut az io ne d e l la lir a d el 3 0 %. Ai g io r na li s ti c he gl i c hied e va no se no n si se n ti s s e i n co lp a p er a v er e d is as tr a to l ’ eco no mi a d i i nter e naz io ni , So r o s r isp o se : « Ne lla v es te d i o p era to r e d i m e rca to n o n mi si r ich ied e d i p r eo ccu p a rm i d e ll e c o n seg u en z e d e ll e m ie o p e ra zio n i f in a n zia ri e.» Nat ur al me n t e, s i è lib er is s i mi d i c r ed er e c he u n uo mo c he e sp r i ma u na mo r ale d i ta l f at ta p o s sa es ser e a l co nte mp o u n fi la n tr o p o , c io è u na p er so na c he fac ci a d el b e ne se n za u n se co nd o fi ne . I o no n ci cr ed o . Co s ì, q ua nd o ap p r end o c he fr a gl i sco p i d e ll ’ at ti v ità lo b b i st ica d e l so g ge tto vi è i l so ste g no a ll a i m mi gr a zio n e ( le g go s u W i k i p ed ia) , no n p o s so fa r e a me no d i c h ied er mi q u ale mo ti v azio n e p o s sa e ss er e al l ’o r i g i ne d i u n ta le f er vo r e. E p o i ch é, a l me no p er q u a nto r i g uar d a l ’I ta li a, l a i m mi gr az io ne è u n f at to r e no n r ic h ie s to e no n gr ad ito , ne a nc he d a l g o ver no c h e d e ve p ur r ep er ir e ci fr e i n ge n ti s si me p er f ar vi fr o n te.. . p o ic hé – d i ce vo – si tr a tta d i u n q uid c he c i vi e ne d i fa tto i mp o s to , co ntr o i no str i i n te r es si o g get ti v i, no n v ’ è d ub b io c he o g n i a tt i vi tà “p r o mo z io na le” d el l ’i m mi g r a zio ne co st i tu i sca u n a i nd eb it a i n g er e nza n e gl i a f fa r i d i u no St ato – s i fa p er d ir e – so v r a no . T utto ciò p r e me s so , a nc h e a p r es ci nd er e d a ev e nt ua li r ap p o r t i fr a O NG e s ca f is ti , sar eb b e ut il e co no scer e i mo t i v i d ell a r ec e n -t is s i ma vi s it a d el s i g no r G eo r ge So r o s al no - str o P r esid e nte d el Co n si g lio . I so l it i p a - g no cco ni af f er ma no c he si s ia p ar l ato so lta n - to d i q ue s tio n i e co no mi c he, ma g ar i co n u n o c c hio all a p r i va ti zza zio ne d i q ue l p o co d i b e ne p ub b lico c he c ’ è r i ma st o . Ma no n ma n - c a no i ma li zio s i c he so sp et ta no c he la vi s ita d e l f i na nz ier e a l co nte G en ti lo ni ab b ia a v uto an c he u n al tr o sco p o : q ue llo d i f ar e p r es s io ni p er c hé la fa s tid io s a i nc h ie sta s ul l ’a f f ar e O N G ve n g a i n q u alc h e mo d o ar g i na ta. Fo s si ne i p an n i d e i ma g i str at i sic i lia n i, q ua lc h e no t iz ia s ul l ’i n co ntr o So r o s - Ge n tilo n i la c h ied er ei . M . R.
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