CN/CONV/0969/2010
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GENNAIO-FEBBRAIO 2011
SERVIZI SVOLTI: • Smaltimento in discarica per RSU • Cernita e selezione rifiuti differenziati • Raccolta rifiuti ingombranti • Raccolta RAEE • Raccolta RUP
UN VALIDO E QUALIFICATO PUNTO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE PER 53 COMUNI . SOCI RICOMPRESI NEL TERRITORIO FRENTANO, SANGRO-AVENTINO, ORTONESE-MARRUCINO E PER L'INTERA REGIONE ABRUZZO
• Raccolta cartucce e toner • Raccolta agrochimici • Servizi di Igiene Urbana • Noleggio container • Fornitura cassonetti per RSU • Fornitura sacchetti e secchielli per la raccolta differenziata • Realizzazione Ecopunti
Certificazione del sistema di gestione ambientale CSQ-ECO in conformità alle norme ISO 14001:2004
IMPIANTI IN DOTAZIONE •
Piattaforma di tipo “A” per la valorizzazione dei rifiuti secchi provenienti dalla raccolta differenziata
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4 Centri di Trasferimento RSU indifferenziati e 1 Stazione Ecologica
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Discarica per rifiuti non pericolosi
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Centrale termo-elettrica alimentata da gas di discarica
Sede amministrativa: Via Arco della Posta n.1 Sede operativa: Via S.P. Pedemontana Loc. Cerratina 66034 - Lanciano (Ch) C.F. e P.Iva 01537100693
Tel. 0872/716332 Fax. 0872/715087
email: info@ccsrl.eu sito web: www.ccsrl.eu
INDICE Manifestazioni e Convegni Riciclabruzzo 2010: + 3% di rd nel primo semestre 2010 Alla quarta edizione della convention abruzzese sui rifiuti, lo stato dell’arte del settore fra buone pratiche e rischio emergenza di Alberto Piastrellini
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Informazione e aggiornamento Approvato dalla Regione Abruzzo un Avviso pubblico che apre allo smaltimento dei rifiuti fuori Regione
Rifiuti: in arrivo il primo bando per lo smaltimento extra-regionale Il Bando è rivolto ad operatori economici interessati alla fornitura di servizi per lo smaltimento di rifiuti fuori Regione ed nel territorio comunitario di Silvia Barchiesi
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Gestione rifiuti Approvate dalla Giunta regionale le nuove “Direttive in materia di comunicazione dei dati riferiti all’impiantistica regionale per la gestione dei rifiuti”
Rifiuti: nuove regole per la comunicazione semestrale dei dati Maggior completezza delle informazioni e maggiore possibilità di controllo i vantaggi delle nuove disposizioni di Silvia Barchiesi
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Edilizia sostenibile Regione Abruzzo e CNR lanciano le Linee guida per l’edilizia ecologica
L’Abruzzo investe nell’edilizia sostenibile Presentato anche “NovaOikos”, il nuovo polo di innovazione regionale dell’edilizia sostenibile Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 2 al n. 1/2 Gennaio-Febbraio 2011 di Regioni&Ambiente
di Silvia Barchiesi
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CAR.DA Energia Srl Sotto il sole d’Abruzzo Problematiche e ruolo degli Enti Pubblici per l’implementazione del solare fotovoltaico e termico di Alberto Piastrellini
Parchi e riserve Il Parco Nazionale d’Abruzzo in prima linea per la conservazione e la gestione del territorio A ECOMONDO per la Presentazione di “Linee Guida sulla riduzione della produzione dei rifiuti in eventi nei parchi” il Presidente Rossi e Massimo Fraticelli, collaboratore dell’ORR, fanno il punto della situazione di Silvia Angeloni
MANIFESTAZIONI E CONVEGNI
RICICLABRUZZO 2010: + 3% DI RD NEL PRIMO SEMESTRE 2010 Alla quarta edizione della convention abruzzese sui rifiuti, lo stato dell’arte del settore fra buone pratiche e rischio emergenza di Alberto Piastrellini
Sotto un cielo scuro e grave di neve, si è svolta, a Pescara, lo scorso 15 dicembre, presso l’Auditorium “Leonardo Pitrucci” - Museo delle Genti D’Abruzzo, la IV edizione di Riciclabruzzo, Workshop sui sistemi di raccolta, la rete impiantistica e le opportunità di finanziamento. L’iniziativa, organizzata dalla Regione Abruzzo - Assessorato Protezione Civile - Ambiente; in collaborazio-
in esercizio in Abruzzo ed affrontare le diverse problematiche e le criticità. Per la cronaca, sono 9 le Piattaforme autorizzate dalla Regione Abruzzo, ma solo 5 sono quelle in esercizio e gestite dai Consorzi o loro Società. Inoltre, è stato fatto il punto sugli obiettivi raggiunti in materia di raccolta differenziata e riciclo, con la presentazione dei dati definitivi riferiti al 2009 (media regionale di Raccolta Differen-
riciclo potenziando, al tempo stesso, la raccolta differenziata di rifiuti urbani, sia quelli provenienti da attività produttive che quelli derivanti dai servizi. “Inoltre, data la situazione di particolare criticità di numerose discariche presenti sul territorio abruzzese, - ha proseguito Chiodi - promuovere la differenziata significa anche prolungare la vita degli impianti operanti in regione”.
ne con il Servizio Gestione Rifiuti e l’Osservatorio Regionale Rifiuti, da tempo è confermata quale imprescindibile appuntamento nel quale la Regione Abruzzo mette a confronto tutti i soggetti pubblici e privati, attori del sistema della gestione dei rifiuti del territorio e di altre realtà nazionali, sulle politiche della gestione integrata dei rifiuti, in particolare sulle attività di recupero-riciclo. L’edizione 2010 ha inteso focalizzare l’obiettivo prioritario di esaminare il ruolo e le attività delle Piattaforme Ecologiche
ziata al 24,23%) e ai primi sei mesi del 2010 (media regionale al 27,22%). Un incremento di circa il 3% annuo positivo, ma ancora lontano dagli obiettivi nazionali previsti. “Proprio allo scopo di sensibilizzare maggiormente i cittadini abruzzesi sull’importanza delle buone pratiche in materia di raccolta differenziata - aveva affermato precedentemente in una nota il Presidente della Regione, Gianni Chiodi - ma anche le amministrazioni locali sulla necessità di dotarsi di strumenti adeguati per incrementare le volumetrie del
Sono 31 i Comuni abruzzesi che hanno raggiunto o superato l’obiettivo di legge del 2009 (50% di raccolta differenziata) e purtroppo ben 48 quelli che si trovano nella drammatica situazione di avere ancora una percentuale al di sotto del 6% di raccolta differenziata. Inoltre, sono 105 i Comuni che si trovano in una fascia compresa tra il 7% ed il 15%, quindi, con performance di raccolta differenziata molto modeste. La Regione Abruzzo da anni richiede ai Comuni ed ai loro Consorzi Intercomunali un maggiore impegno per potenziare i
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servizi di raccolta differenziata, in qualità (caratteristiche merceologiche) ed in quantità (peso e volume), attraverso la promozione, con risorse regionali, dei modelli domiciliari porta a porta. A lanciare lo SOS-rifiuti è stato il dott. Franco Gerardini, Dirigente del Servizio regionale Gestione Rifiuti, il quale, nel proporre ai presenti una riflessione sulle novità normative e procedurali introdotte del D. Lgs. n. 250 del 19/11/2010 (recepimento della Direttiva comunitaria 2008/98/CE sulla gestione dei rifiuti), ha rimarcato la necessità di implementare la Raccolta Differenziata, onde scongiurare il pericolo dell’emergenza rifiuti in Abruzzo. “Stante una situazione impiantistica che vede la prossima saturazione delle discariche operanti sul territorio - ha dichiarato Gerardini - occorre che tut-
ti, Comuni e cittadini facciano la loro parte affinché venga avviata a riciclo la maggior parte dei rifiuti urbani prodotti, onde prolungare al massimo la capacità di stoccaggio delle discariche per le frazioni non altrimenti riciclabili”. • Rivedere la programmazione regionale sull’impiantistica a supporto della RD (Piattaforme più Centri di raccolta e Stazioni Ecologiche); • completare il Sistema Impiantistico regionale, aumentando, nel contempo, qualità e quantità della RD; • superare le criticità gestionali di al-
cuni impianti; • conseguire una gestione unitaria del sistema; • superare la frammentazione gestionale; • superare la disomogeneità tariffaria; • porre maggior attenzione al mercato dei materiali riciclati; sono gli ingredienti della ricetta che Marco Famoso, Responsabile Ufficio Attività Amministrative del Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo, ha indicato come urgente nel suo intervento dedicato al Sistema Impiantistico del Recupero. Benché l’Abruzzo sia la prima regione fra quelle del Centro-sud a crescere costantemente nel target di RD, il maggior problema rilevato dagli operatori consta nella qualità dei materiali conferiti. “Purtroppo il materiale in ingresso non è idoneo – ha ricordato il dott. Famoso – le piattaforme presentano una percentuale di scarto del 45% evidenziando una raccolta differenziata sommaria e scadente”. A valutare gli aspetti organizzativi, lo scenario dei flussi (problema della loro tracciabilità) e le iniziative necessarie per rafforzare il loro ruolo e la loro efficienza, sono stati altrettanti rappresentanti dei Consorzi di Filiera: CONAI, CO.RE.PLA, CO.RE.VE, COMIECO, RILEGNO, mentre una riflessione sulla promozione della raccolta differenziata e del riciclo del cartone per bevande alimentari è stata offerta dalla relazione del rappresentante Tetra Pak Italia. Per quanto riguarda la frazione rappresentata dai metalli, ha parlato Elisabetta Bottazoli, responsabile area territoriale CONAI, che ha dichiarato: “CIAL e Consorzio Nazionale Acciai confermano ampi margini di miglioramento per quanto riguarda i quantitativi raccolti nella regione Abruzzo”. “In Abruzzo ci sono 238 comuni convenzionati con il nostro Consorzio, circa il 78% del totale per un numero pari a 1.213.193 abitanti – ha dichiarato Massimo Di Molfetta, responsabile Raccolta e Promozione sul Territorio CO.RE.PLA – la raccolta dei rifiuti degli imballaggi in plastica sta crescendo e la media raggiunta è pari a circa 6 Kg/a per abitante: un buon risultato, comunque molto lontano dalla performance media della regioni del Nord Italia che hanno raggiunto punte di 12-13Kg/a per abitante”. Nel ricordare come “i costi della raccolta sono legati non solo ai quantitativi ma anche alla qualità del materiale”, il dott. Di Molfetta ha inteso sottolineare
nuovamente l’efficacia della RD. “Standardizzare i sistemi per standardizzare i risultati” è stato l’input lanciato da Massimiliano Vella, del CO.RE.VE., il quale pur rimarcando positivamente il 65% di tasso dei riciclo del vetro raggiunto in Abruzzo, non ha potuto fare a meno di lamentare “la mancanza di impianti di tipo B ed il limite rappresentato dalla separazione a monte dei diversi colori dei manufatti in vetro”. Notizie positive sono arrivate dal rappresentante COMIECO, Antonio Ciaffone, che ha ricordato come gli ottimi risultati ottenuti dall’Abruzzo, abbiano la Regione nella linea dei dati nazionali, mentre per ciò che concerne il riciclo degli imballaggi in legno, Antonella Baldacci, del Consorzio RILEGNO, ha ricordato come nel territorio della regione non esistano impianti di riciclaggio e quindi “il materiale raccolto in Abruzzo viene riciclato al Nord”. Ad illustrare i positivi risultati del Protocollo di intesa sottoscritto con COMIECO per la promozione della raccolta differenziata e del riciclo del cartone per bevande alimentari derivanti dai brik in Tetra Pak, è stata Fernanda Novellino, rappresentante Tetra Pak Italia. Ricordando come il popolare contenitore per liquidi alimentari (75% di carta; 5% di alluminio e 20% di polietilene), sia perfettamente riciclabile dopo un’opportuna separazione (esiste una apposita filiera per l’ecoallene PE+Al), la dott.ssa Novellino ha ricordato che sono ben 29 le cartiere italiane che utilizzano nel loro ciclo produttivo carta derivante dal riciclo del Tetra Pak, quale esempio virtuoso di un’industria attenta alle esigenze dell’ambiente. A tirare le somme dell’intensa mattina di riflessione è stato lo stesso Dirigente SGR, Dott. Franco Gerardini il quale, nel ricordare l’impegno di riallineamento alle performance nazionali che la Regione Abruzzo ha inteso intraprendere da tempo nel merito della corretta gestione e riduzione dei rifiuti, ha ricordato agli astanti: “abbiamo la necessità di ripercorrere la strada di altre Regioni”. “Ci sono difficoltà da superare, ovviamente - ha dichiarato il Dirigente tuttavia le idee non mancano”. Infine, nel chiamare a raccolta tutti gli stakeholders della filiera dei rifiuti, il dott. Gerardini ha voluto concludere con un appello affinché tutti, operatori, Società, Consorzi, Cittadini ed Istituzioni pubbliche, si impegnino a fare la propria parte.
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INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO Approvato dalla Regione Abruzzo un Avviso pubblico che apre allo smaltimento dei rifiuti fuori Regione
RIFIUTI: IN ARRIVO IL PRIMO BANDO PER LO SMALTIMENTO EXTRA-REGIONALE Il Bando è rivolto ad operatori economici interessati alla fornitura di servizi per lo smaltimento di rifiuti fuori Regione ed nel territorio comunitario di Silvia Barchiesi
Per arginare le attuali criticità in materia di smaltimento rifiuti, la Regione Abruzzo cerca la “soluzione-tampone” oltre i confini regionali. La Regione è già “satura”, molte discariche sono già al limite e quelle ancora operative sono insufficienti. Nella mappa regionale dei rifiuti ad agggiudicasi il bollino rosso sono le Province di Teramo e L’Aquila dove il trattamento e lo smaltimento di rifiuti raggiunge vere e proprie punte di emergenza. Ma situazioni di criticità si riscontrano anche in alcuni Comuni della Provincia di Pescara e di Chieti, a causa dell’assenza o comunque dell’insufficienza di impianti complessi in grado di accogliere i rifiuti prodotti. Molte discariche sono già out, mentre la disponibilità volumetrica di quelle ancora operative è ormai agli sgoccioli. Di qui la necessità di guardare fuori dai confini regionali per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Ad aprire la strada allo smaltimento extra-regione è stata proprio la Giunta regionale che, su proposta del Presidente, Gianni Chiodi, ha approvato un Avviso pubblico per l’individuazione di operatori economici interessati alla fornitura di servizi per lo smaltimento di rifiuti fuori Regione ed in territorio comunitario. “È la prima volta in assoluto che la Regione attiva un simile percorso che permette, tramite una procedura ad evidenza pubblica, di ricevere proposte vantaggiose in termini economici per lo smaltimento di rifiuti in caso di emergenza o di particolari criticità, sia all’interno dei confini abruzzesi che fuori Regione e quindi anche in ambito europeo”. Così il Presidente della Giunta regionale Gianni Chiodi ha commentato il primo bando regionale dal respiro europeo in materia di smaltimento di rifiuti, volto a tamponare le criticità di una Regione in forte sofferenza. L’urgenza è di scongiurare il collasso, nell’attesa che alcuni impianti di smaltimento dei rifiuti speciali non pericolosi, autorizzati dalla Regione Abruzzo, vengano realizzati. Tra gli impianti previsti, ancora da completare troviamo: - la discarica per rifiuti non pericolosi del Consorzio Comprensoriale per lo Smaltimento dei rifiuti urbani Area Piomba-Fino, in località “S.Lucia” di Atri; - la discarica per rifiuti non pericolosi di ACIAM SpA, in località “Valle dei fiori” di Gioia dei Marsi; - la discarica per rifiuti non pericolosi di SOGESA SpA in località “Grasciano” di Notaresco; - l’impianto TMB della TE.AM. Tec., in località “Zona Industriale” di S. Nicolò.
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Per questo, nell’attesa che tali impianti vengano realizzati, di fronte all’attuale saturazione delle discariche esistenti o alla loro inadeguatezza, la Regione ha scelto la strada dello smaltimento extra-regionale, procedendo, tramite un apposito bando, all’individuazione, in caso di effettiva necessità, di operatori economici con idonei requisiti, interessati a collaborare alla gestione ordinaria del ciclo integrato dei rifiuti nella Regione Abruzzo in forma singola o associata. In particolare, il bando è rivolto ad operatori economici disponibili a fornire servizi per lo smaltimento fuori Regione ed in territorio comunitario di rifiuti non pericolosi e, specificatamente, della frazione secca prodotta nei seguenti comprensori territoriali ed impianti di trattamento rifiuti di riferimento: - Provincia dell’Aquila (es. Comune dell’Aquila e Comuni limitrofi, Comunità Montana Alto Sangro e Altopiano delle Cinque miglia di Castel di Sangro), per un quantitativo complessivo di circa 30.000 tonnellate all’anno; - Provincia di Teramo (es. CIRSU SpA di Notaresco, MO.TE Ambiente SpA di Teramo, Unione di Comuni “Città Territorio” Val Vibrata di Nereto, Consorzio Piomba-Fino di Atri), per un quantitativo complessivo di circa 60.000 tonnellate annue; - Provincia di Pescara (es. Ecologica Pescarese SpA), per un quantitativo complessivo di circa 10.000 tonnellate all’anno; - Provincia di Chieti (es. Comuni del Consorzio del Chetino) per un quantitativo complessivo di circa di 10.000 tonnellate annue. Le manifestazioni d’interesse, la cui ricezione non comporta alcun obbligo in capo all’amministrazione regionale, dovranno pervenire in busta chiusa, in formato cartaceo e su supporto informatico, direttamente a mano, a mezzo corriere o per raccomandata A/R entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del presente atto sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo. Una volta giunta all’individuazione degli operatori economici interessati, la Regione Abruzzo si atterrà a tutte le procedure previste dal Codice Ambientale.
GESTIONE RIFIUTI Approvate dalla Giunta regionale le nuove “Direttive in materia di comunicazione dei dati riferiti all’impiantistica regionale per la gestione dei rifiuti”
RIFIUTI: NUOVE REGOLE PER LA COMUNICAZIONE SEMESTRALE DEI DATI Maggior completezza delle informazioni e maggiore possibilità di controllo i vantaggi delle nuove disposizioni di Silvia Barchiesi
Alla criticità del “sistema rifiuti” in Abruzzo, la Regione risponde con la chiarezza e la semplicità delle procedure di comunicazione dei dati relativi alla gestione dei rifiuti. L’obiettivo? Uniformare su tutto il territorio regionale, oltre che semplificare le modalità delle comunicazioni periodiche relative al movimento dei rifiuti di attività di smaltimento e/o recupero. È quanto prevedono le nuove “Direttive in materia di comunicazione dei dati riferiti all’impiantistica regionale per la gestione dei rifiuti”, approvate dalla Giunta regionale con la DGR n. 778 del 11/10/2010 che revoca la vecchia DGR n. 1399 del 29.11.06, non più rispondente alle modalità di trasmissione delle informazioni dei soggetti interessati, a seguito dell’evoluzione del quadro normativo. Grazie alla nuova procedura, che prevede la compilazione, con cadenza “semestrale, di apposite “Schede tipo”, specifiche per ogni tipologia di impianto, da inviare per e-mail, preferibilmente con la PEC (Posta Elettronica Certificata), all’ARTA - Direzione Centrale ed all’ARTA Dipartimento Provinciale territorialmente competente, all’Osservatorio Regionale Rifiuti (ORR) ed all’Osservatorio Provinciale Rifiuti (OPR) territorialmente competente, sarà dunque possibile poter contare su una maggiore completezza dei dati relativi al flusso dei rifiuti, e quindi, un maggior controllo della situazione. Gli stessi organismi preposti al controllo (Province, ARTA, Corpi di polizia ambientale, ecc.) al fine di rendere più efficaci le loro attività potranno avvalersi così di un quadro conoscitivo preciso, completo e aggiornato dei rifiuti movimentati in regione e dei loro flussi. Sono 14 le categorie di impianti tenuti all’obbligo di comunicazione semestrale: Categoria 1: Discariche (Discariche per rifiuti non pericolosi, Discariche per rifiuti pericolosi, Discariche per rifiuti inerti, Discariche di servizio ad impianto complesso); Categoria 2: Stazioni-Centri (Stazioni o centri di trasferenza o conferimento, Stazioni ecologiiche, Centri di raccolta); Categoria 3: Piattaforme Recupero (Piattaforme di recupero Tipo A, Piattaforme di recupero Tipo B); Categoria 4: Impianti di trattamento BB.DD. e RAEE (Impianti di trattamento Beni Durevoli (BB.DD.) e RAEE –domestici e/o non domestici professionali, Impianti di trattamento BB. DD. –domestici e/o non domestici professionali, Impianti di trattamento RAEE –domestici e/o non domestici professionali);
Categoria 5: Impianti di trattamento meccanico biologico aerobico (Impianti di selezione, Impianti di biostabilizzazione, Impianti di bioessiccazione, Impianti di produzione CDR - qualità normale, Impianti di produzione CDR-Q - alta qualità); Categoria 6: Impianti di compostaggio (Impianti di produzione compost qualità riconosciuto dal CIC- Consorzio Italiano Compostatori); Categoria 7: Impianti di digestione anaerobica; Categoria 8: Impianti di incenerimento (Impianti di incenerimento per RU e CDR, Impianti di incenerimento per RS); Categoria 9: Impianti di recupero energetico di rifiuti e/o biomasse; Categoria 10: Impianti di trattamento chimico-fisico e biologico (Depuratori acque reflue urbane, Depuratori acque reflue industriali, Impianti di trattamento rifiuti); Categoria 11: Impianti di trattamento Veicoli Fuori Uso (VFU); Categoria 12: Impianti di trattamento Pneumatici Fuori Uso - PFU (Impianti di recupero Pneumatici Fuori Uso e Impianti di smaltimento Pneumatici Fuori Uso); Categoria 13: Impianti di gestione PCB; Categoria 14: Impianti di RS non specificati in elenco. Per ogni categoria, i soggetti titolari e/o gestori delle seguenti tipologie di impianti per il trattamento, smaltimento e recupero di rifiuti urbani e speciali autorizzati, dovranno compilare, oltre ad una sorta di “Scheda anagrafica”, un’apposita “Scheda tipo”, specifica per ogni categoria di impianto entro e non oltre il mese successivo del semestre di riferimento. I “nuovi obblighi di comunicazione” si inseriscono nel più ampio processo di informatizzazione delle modalità di comunicazione dei dati ambientali che in Abruzzo sta prendendo piede, seppur in via sperimentale, con il Catasto Telematico Gestione Rifiuti (“CARIREAB”) che punta ad una gestione più efficace, efficiente e puntuale del patrimonio informativo legato al ciclo integrato della gestione rifiuti in Regione, in modo da supportare le attività di pianificazione e gestione della Giunta Regionale e degli Enti Locali interessati.
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EDILIZIA SOSTENIBILE
Regione Abruzzo e CNR lanciano le Linee guida per l’edilizia ecologica
L’ABRUZZO INVESTE NELL’EDILIZIA SOSTENIBILE
Presentato anche “NovaOikos”, il nuovo polo di innovazione regionale dell’edilizia sostenibile di Silvia Barchiesi
Dopo la devastazione del sisma del 6 aprile 2009, l’Abruzzo guarda alla ricostruzione in chiave sostenibile. L’edilizia ecologica, oltre che una delle priorità del Governo Chiodi, è, infatti, uno degli obiettivi del Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione Abruzzo e dal Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) lo scorso 14 luglio.
A sei mesi dalla firma dell’Accordo, lo scorso 13 gennaio a L’Aquila si è svolta la prima riunione operativa per l’attuazione delle misure previste dal Protocollo. Tra queste, spiccano in primis la promozione di azioni per lo sviluppo sostenibile dell’edilizia residenziale e della eco qualità architettonica. L’Abruzzo che si rialza dalle mace-
“Si comprende l’importanza di questa sinergia tra Regione e Cnr - ha spiegato il Presidente della Regione Gianni Chiodi - in un momento cruciale per l’edificazione e la riedificazione di immobili nel territorio regionale, tanto che, nelle more dell’approvazione del nuovo Testo di legge per l’Edilizia, contenente indicazioni in tal senso, ritengo
Il Protocollo, siglato proprio dal Presidente della Regione, Gianni Chiodi e dal Presidente del CNR, Luciano Maiani, dalla durata triennale e rinnovabile, contempla forme di condivisione per tutti gli ambiti della difficile ricostruzione post-sisma.
rie del terremoto volta così pagina e opta per una ricostruzione sostenibile, ecologica e di qualità. É qui la vera svolta. Complice di questa “rivoluzione edilizia”, oltre alla Regione, è anche il CNR con il suo prezioso supporto scientifico.
necessario anticipare l’avvio delle attività per mezzo della redazione delle Linee guida in collaborazione con il CNR”. “La tragedia del terremoto dell’Aquila, poi - ha osservato il Presidente - impone una particolare attenzione
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ai processi costruttivi per garantire una migliore qualità di vita alle famiglie, con benefici per la salute e risparmi in termini sia economici che energetici, oltre che una maggiore tutela dell’ambiente circostante”. In particolare, Regione Abruzzo e CNR, tramite l’Accordo, si impegnano a sostenere e promuovere: • la costruzione di edifici volti ad assicurare lo sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio e dell’ambiente urbano; • il risparmio energetico; • l’utilizzo delle fonti rinnovabili ed il riutilizzo delle acque piovane; • il benessere, la salute e l’igiene degli occupanti; • l’uso di materiali da costruzione, impianti, elementi di finitura, ed arredi fissi che non determinino emissioni di gas tossici, particelle, radiazioni o gas pericolosi, nonché inquinamento dell’acqua e del suolo; • l’impiego di materiali e manufatti il cui riutilizzo sia possibile anche al termine del ciclo di vita dell’edificio e la cui produzione comporti un basso bilancio energetico. A vigilare sull’edilizia sostenibile in regione sarà un Comitato di gestione paritetico, composto da tre rappresentanti della Regione e tre rappresentanti del CNR, con il compito di attivare e coordinare nuove iniziative e politiche di innovazione. Compito del Comitato sarà, inoltre, quello di definire apposite “Linee guida”, ovvero criteri e direttive da seguire in ambito edilizio, procedendo, successivamente, ad un vero e proprio monitoraggio (con Ordini professionali ed Associazioni di categoria) per verificare la loro corretta applicazione sul territorio. Ma l’era della nuova costruzione so-
stenibile, in realtà, in Abruzzo è già iniziata. Ne è un esempio NovaOikos, il nuovo polo di innovazione regionale dell’edilizia sostenibile. Il progetto, nato da un’idea dell’ANCE Abruzzo (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e del Consorzio ISEA (Consorzio Innovazione, Sviluppo, Edilizia e Ambiente), attualmente in corso di valutazione da parte della Regione, nasce proprio in risposta alla pubblicazione di un bando regionale sul finanziamento dei poli. Obiettivo principale del polo sarà quello di coinvolgere l’intera filiera nella ricerca e nell’adozione di un modello abruzzese di edilizia sostenibile. Insomma, “NovaOikos”, non è altro che il primo passo verso la diffusione in Abruzzo di una cultura della sostenibilità anche nell’edilizia. Si apre così una nuova fase: dopo la devastazione del sisma, la ricostruzione ecologica che punta ad un nuovo modello di città e guarda a L’Aquila come un “laboratorio” internazionale della nuova qualità del costruire e del ristrutturare. “Il progetto - ha sottolineato Giuseppe Girolimetti, Presidente abruzzese dell’ANCE - ha la finalità di diffondere la cultura della sostenibilità nell’edilizia attraverso l’applicazione di nuove metodologie e dei principali protocolli nazionali e internazionali. Significa rispondere alla crescente richiesta di innovazione e qualità progettuali, di accessibilità e sicurezza, riducendo l’impatto ambientale e garantendo, allo stesso tempo, la conservazione del valore delle costruzioni sul mercato immobiliare”. “Il progetto - ha precisato inoltre Giuseppe Cingoli del Consorzio ISEA - prevede la creazione di una rete di operatori raggruppati allo scopo di stimolare la crescita qualitativa dell’intera filiera del settore
edilizio, lo sviluppo e lo scambio di conoscenze e tecnologie innovative tra organismi di ricerca, soggetti pubblici e operatori economici, l’applicazione delle competenze di settore a nuovi ambiti per incoraggiare l’apertura di nuovi processi costruttivi”. Al progetto hanno già aderito 97 imprese abruzzesi, 32 in provincia de L’Aquila, 19 in provincia di Pescara, Chieti e Teramo e 8 extraregionali, operanti nei settori di ingegneria, progettazione e architettura, edilizia, infrastrutture e impianti, recupero e restauro edilizio, bonifiche ambientali e attività estrattive e produzione di manufatti, che occupano circa 5.000 addetti e rappresentano il 10-12% degli occupati totali e del fatturato annuo del settore a livello regionale. Ma “NovaOikos” guarda ben oltre la filiera locale dell’edilizia; in realtà, mira ad accedere alla rete internazionale dell’edilizia sostenibile. Così si spiegano gli accordi di collaborazione stipulati con Università, Centri di ricerca regionali, nazionali e internazionali e con circa 80 ricercatori italiani e stranieri. Fondamentale, inoltre, sarà l’apporto che verrà dall’accordo di collaborazione con GBC - Green Building Council Italia per l’approfondimento del protocollo di certificazione di sostenibilità ambientale LEED (The Leadership in Energy and Environmental Design). L’edilizia ecologica in Abruzzo è ancora solo un progetto, ma la Regione ha già spinto l’acceleratore sul pedale della sostenibilità e con l’Accordo con il CNR, la costituzione di un Comitato per le Linee Guida e il Progetto “NovaOikos” si prepara al grande salto perché dalla parola, la sostenibilità in edilizia diventi presto realtà.
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CAR.DA ENERGIA SRL
SOTTO IL SOLE D’ABRUZZO Problematiche e ruolo degli Enti Pubblici per l’implementazione del solare fotovoltaico e termico di Alberto Piastrellini
Prosegue, su queste pagine, la riflessione sui vantaggi derivanti dal ricorso alle tecnologie solari per la produzione pubblica e privata di energia elettrica e calore, che è iniziata nel numero di Ottobre 2010 di Regioni & Ambiente (Ndr: pagg 56-57), mercé la prima uscita (in occasione della partecipazione alla Fiera ECOMONDO di Rimini, presso l’Area Abruzzo) di uno spazio dedicato alla Società pescarese, CAR.DA Energia Srl. Nell’occasione, avevamo potuto apprezzare i servizi che CAR.DA Energia è in grado di offrire tanto al piccolo cliente privato, quanto alla grande committenza pubblica in materia di progettazione, fornitura ed installazione di impianti “chiavi in mano”, financo la consulenza tecnico-finanziaria, l’assistenza burocratica e la manutenzione. In questo numero approfondiamo la questione, concentrando l’attenzione sullo stato dell’arte del fotovoltaico nel settore pubblico. A rispondere alle nostre domande è stato il Presidente di CAR.DA. Energia, Bruno D’Antonio. Dott. D’Antonio, può farci un bilancio 2010 relativo all’installazione di impianti fotovoltaici e termici in Italia e in Abruzzo? Alla data di oggi, considerato il netto degli impianti che sono in fase di collegamento alla rete elettrica, sono stati
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installati in Italia 135.701 impianti per un totale di 2.625,1 MWp. Consideri che l’obiettivo del DPR 19/2/2007, detto anche secondo “Conto Energia”, prevedeva 1.200 MWp installati entro il 31/12/2010 e 3.000 MWp installati entro il 31/12/2013. Ad oggi l’obiettivo 2010 è stato più che raddoppiato, a dimostrazione della bontà della legge e dell’interesse sviluppato dalle energie rinnovabili, in generale e dal fotovoltaico in particolare. L’Abruzzo rientra ormai nella media nazionale, con riferimento al numero di abitanti in rapporto al numero di impianti installati; resta da lavorare alle dimensioni dell’installato che deve essere rivolto ad una maggior dimensione per impianto. Il terzo “Conto energia”, portato dal DPR 24/8/2010 pone come obiettivo al 2013 3.000 MWp installati, mentre il Piano Nazionale per le Rinnovabili fissa al 2020 8.000 MWp installati. Come di facile rilevazione, il traguardo del 31/12/2013 sarà raggiunto prima della fine del corrente anno per cui si renderà necessaria una sanatoria per gli impianti che saranno installati oltre quella potenza, ma entro gli 8.000 MWp. In conclusione, il fotovoltaico è ormai entrato nel comune sentire e gli italiani stanno percependo la fonte solare come un nuovo modo di produrre energia pulita.
In che misura hanno inciso gli Enti Pubblici? Posso affermare che l’apporto degli Enti Pubblici è stato talmente irrilevante da risultare ininfluente nel conteggio finale; sia del punto di vista del numero di impianti realizzati, che come potenza in kW. Purtroppo, proprio gli Enti Pubblici potrebbero fare molto in questo senso, ma mai come in questi ultimi anni si scontrano con diffusi problemi di bilancio, soprattutto gli Enti Locali. Infatti, da quando è in vigore il “patto di stabilità”, secondo il quale non si può eccedere in indebitamento (anche se nel caso del fotovoltaico sappiamo che l’indebitamento è fittizio in quanto il costo della rata è interamente coperto dal “Conto energia”), i Comuni non possono esporre a bilancio nuovi debiti. Tuttavia, alcuni aggirano questa problematica attraverso leasing, oppure attraverso il meccanismo di finanziamento da parte di terzi. Mi spiego meglio: il Comune mette a disposizione gli spazi e pubblica un bando secondo il quale chi si aggiudica la gara prende in carico l’impianto e la sua realizzazione, poi paga al Comune un rimborso (in Euro o in energia erogata) per il valore dell’impianto in un termine stabilito di anni. Quali sono le problematiche principali che un Ente pubblico si trova ad
affrontare allorquando si approccia alla progettazione/installazione di un impianto fotovoltaico? Intanto abbiamo visto che un primo e diffuso problema è quello rappresentato dalla voce “finanziamento”; poi, c’è il capitolo della gestione vera e propria di un eventuale impianto realizzato, che ha dei prevedibili costi di manutenzione. In questi casi, sempre per il principio che l’Ente locale non può aumentare le spese che aveva in bilancio l’anno precedente, si ritrova nella necessità di fare direttamente quelle operazioni che in genere non sono di competenza dei propri tecnici, quando, invece, la complessità e la delicatezza degli impianti fotovoltaici imporrebbe che la loro manutenzione fosse demandata a personale tecnico molto qualificato. In questo senso, CAR. DA Energia ha in carico la manutenzione di diversi impianti da parte di Enti pubblici e, sempre, questi ultimi, non mancano di sottolineare positivamente quanto la nostra Società sia in grado di risolvere ogni tipo di problematica, relativamente ai loro impianti. Si pensi, ad esempio, a quanto si accorciano, con noi, i tempi di sostituzione di una parte danneggiata o giunta a fine vita. Se un Ente locale dovesse farlo in proprio, avrebbe bisogno di tutta una particolare procedura burocratica che ha i suoi tempi. Con noi tali ostacoli si superano in tempo reale. Capovolgiamo il punto di vista. Quali sono le difficoltà che CAR.DA affronta quando si rapporta con la committenza pubblica? Il primo problema è rappresentato certamente dalla lentezza. Sappiamo bene che qualsiasi processo, nel settore pubblico, abbisogna di tempi che, in quello privato, sono inconcepibili. Faccio un esempio desunto dalla nostra storia: dopo aver vinto una gara d’appalto, dal momento dell’affidamento all’apertura
del cantiere è passato più di un anno! Mi rendo conto, tuttavia, che l’Ente pubblico deve confrontarsi con procedure e tecnicismi a volte farraginosi, ma probabilmente indispensabili. Un altro aspetto problematico è quello relativo al pagamento del lavoro. Spesso occorrono dai tre ai nove mesi per ottenere il saldo. Se a questi aspetti si aggiunge anche il fatto che ogni Dirigente è molto preoccupato dalla possibilità di incappare lui stesso nelle “tagliole” della burocrazia pubblica, si arriva alla constatazione che ogni Ente pubblico è un produttore e un moltiplicatore di documenti e atti dalle tempistiche incerte. Come si posiziona la Regione Abruzzo per quanto concerne la possibilità di attrezzare i propri tetti con impianti fotovoltaici? Gli Enti Locali abruzzesi sono più o meno attratti dalla possibilità di contribuire alla produzione di energia verde? Questo è un fermento che noi operatori notiamo con positività, poi, purtroppo, si ricade nelle problematiche evidenziate poc’anzi. Tuttavia, dal punto di vista culturale, il desiderio e la voglia di fare in questo campo aumenta costantemente. Tra l’altro, l’Abruzzo ha in qualche maniera anticipato la legislazione attuale, perché per gli impianti sui tetti (tanto per il settore pubblico, quanto per il privato), anche di dimensioni eccedenti i 200 kW, non serve procedere con l’Autorizzazione Unica. Bastano quei documenti che sono a carico dell’impresa, del Direttore dei lavori e del Progettista, dichiarazioni e certificazioni di parte con le quali si riesce a realizzare rapidamente un impianto di discrete dimensioni. Questo ha agevolato di molto lo sviluppo del fotovoltaico a livello locale, purtroppo solo nel settore privato, perché l’Ente pubblico non approfitta in
pieno di questa facilitazione. Per quanto riguarda i piccoli impianti la situazione è leggermente diversa. Ad esempio, le scuole si stanno attrezzando con realizzazioni al di sotto dei 20 kW. A suo avviso quali sono le azioni politiche o gli strumenti di pianificazione che potrebbero contribuire ad implementare queste tecnologie? Dal punto di vista politico, gli strumenti che sono stati offerti dal terzo “Conto energia”, fanno star tranquilli operatori e clienti fino a tutto il 2013 e, con una ragionevole “finestra”, fino al 2016. Da un punto di vista spicciolo (mi riferisco soprattutto a quanto accade negli Enti Pubblici), ci vorrebbe maggior attenzione, da parte del Governo, nel declassare il debito che l’Ente locale potrebbe contrarre per realizzare un impianto, tenendo conto dei vantaggi che derivano al Comune, proprio dal “Conto energia” e dal mancato costo dell’acquisto di energia tradizionale. Questo, purtroppo, non viene detto da nessun rappresentante del Governo e, invece, se il Ministero delle Finanze riuscisse a produrre una nota nella quale si escludono dal “patto di stabilità” gli impianti fotovoltaici, molto probabilmente gli Enti Pubblici partirebbero col piede giusto e con un diverso approccio al problema.
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PARCHI E RISERVE
IL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO IN PRIMA LINEA PER LA CONSERVAZIONE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO
A ECOMONDO per la Presentazione di: “Linee Guida sulla riduzione della produzione dei rifiuti in eventi nei parchi” il Presidente Rossi e Massimo Fraticelli, collaboratore dell’ORR, fanno il punto della situazione di Silvia Angeloni
Durante le iniziative che si sono svolte presso l’area stampa di Marche e Abruzzo alla Fiera ECOMONDO di Rimini (n.d.r per maggiori informazioni si veda il numero di novembre di “Regioni & Ambiente”, pag. 22) al termine della Conferenza Stampa “Linee guida sulla riduzione della produzione di rifiuti in eventi nei parchi” abbiamo incontrato Giuseppe Rossi, Presidente del Parco Nazionale D’Abruzzo, Molise e Lazio e Massimo Fraticelli, collaboratore dell’Osservatorio Regionale dei Rifiuti, che hanno approfondito la situazione inerente la riduzione dei rifiuti, di cui si è discusso in “Europarc Conference 2010”, la Conferenza annuale tenutasi quest’anno all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con il tema: “Vivere insieme: biodiversità ed attività umane, una sfida per il futuro delle aree protette”. Dott. Fraticelli, la Regione Abruzzo ha attuato da diversi anni un percorso di riallineamento della normativa regionale a quella europea, soprattutto per quanto riguarda la produzione di rifiuti e le buone pratiche di gestione: raccolta, riciclaggio, riuso. Il Protocollo che avete sottoscritto con il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise è volto al raggiungimento di questo obiettivo della rimozione dei rifiuti durante gli eventi che hanno luogo all’interno del Parco. Ci può spiegare meglio? La nuova Direttiva Europea che riguarda la gestione dei rifiuti prevede fra le azioni prioritarie, proprio la riduzione della produzione dei rifiuti. Il nostro Paese già da tempo è in attesa di un programma nazionale in tal senso. Obiettivo prioritario della Regione Abruzzo è raggiungere un 5% della riduzione dei rifiuti rispetto alla quota riferita al 2005. È importante sottolineare che nel confronto tra i dati del 2009 e quelli del primo semestre 2010, si è evidenziata una lieve riduzione dei rifiuti. Ovvio che questo non è un argomento che può essere analizzato solo da un punto di vista locale. I cittadini possono fare molto, ma la riduzione dei rifiuti si lega agli imballaggi. Questo significa confrontarsi con le grandi aziende, i grandi centri commerciali, il sistema del commercio italiano ed europeo. Anche se, naturalmente, possiamo attuare piccole azioni che risultano utili. Abbiamo iniziato tale sperimentazione in occasione della Conferenza nazionale Europarc: dalla scelta di determinati materiali che favoriscono il riciclo come quelli che rientrano nella categoria “Acquisti Verdi”, all’incentivo della raccolta differenziata, soprattutto della frazione organica, all’incentivo al compostaggio, all’attenzione della produzione di carta. L’idea di collaborare con un Parco però rappresenta l’ideale, dal momento che il Parco fa parte di quelle strutture che si occupano istituzionalmente di miglioramento ambientale.
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Presidente Rossi, quanti Comuni sono compresi nell’aria delimitata dal parco? All’interno dei confini del Parco ne rientrano 7, dislocati in 50.000 ettari. Tuttavia i Comuni interessati al Parco sono 24, poiché il Parco ha un’area attigua molto estesa di 80.000 ettari. È una zona dove, ovviamente, vige la normativa vincolistica e le attività di conservazione e di tutela sono meno puntuali, meno pregnanti rispetto alla zona centrale. Con alcuni Comuni dell’area contigua arriviamo ai 31 Comuni interessati in modo diretto e indiretto alla realtà del parco, con una popolazione di circa 30.000 persone. Avete fatto una stima dei rifiuti prodotti all’interno del parco e nelle aree attigue? No, non l’abbiamo fatta recentemente, poiché in realtà non rientra nelle competenze dell’ente Parco, essendo materia delle Amministrazioni Locali, dei Comuni e delle Comunità Montane, che coordinano i servizi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti. Il Parco dà un sostegno, in certi momenti o eventi straordinari, ad esempio come è stato fatto in occasione di Europarc Conference. Ma non credo esista una stima ben definita, poiché vi sono stati dei problemi nella raccolta e nello smaltimento, tant’è che i Comuni si stanno organizzando e qui il Parco partecipa con il sostegno anche tecnico con i propri servizi al progetto complessivo. I Comuni stanno ristrutturando una vecchia discarica che non è più efficiente, per superare questi limiti strutturali. Una domanda per entrambi. Avete già in mente una serie di interventi o di comunicazioni per favorire la possibile replicabilità di questo protocollo e la sua socializzazione con altre realtà regionali e altri parchi? È assolutamente replicabile risponde - Massimo Fraticelli - sia in altri Parchi, sia presso enti pubblici e privati che vogliano organizzare eventi di questo genere. Le Linee Guida che abbiamo prodotto alla fine dell’Europarc Conference possono essere consultate e scaricate facilmente nei due siti internet riguardanti la Regione e il Parco (www.regione. abruzzo.it e www.parcoabruzzo.it), e non è un caso che siano disponibili su siti internet e non su supporto cartaceo, proprio per attuare un’azione virtuosa di riduzione dei rifiuti. Chi vuole, scarica solo il materiale di cui ha bisogno, leggendolo prima, senza doverlo necessariamente stampare. Anche perché esiste un decreto ministeriale (ndr. D.L. 112/2008 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 25 giugno 2008 - Suppl. Ordinario n.152/L, cosiddetto “taglia-carta”), che obbliga gli
enti pubblici dal 1° gennaio 2009 ad una riduzione del materiale stampato del 50% rispetto al 2007. Si tenga presente che la questione della gestione dei rifiuti nei parchi riguarda non solo i residenti, ma anche i turisti. Stiamo valutando la possibilità di estendere il Protocollo a tutte le realtà protette e di sostenere tale azione con maggiori fondi in maniera tale da poter intervenire più efficacemente nei confronti di tutta l’attività turistica che avviene all’interno dei Parchi, stimata in circa un milione di turisti. Se consideriamo tutti e quattro i Parchi, più quello del Sirente Velino, cominciano ad emergere numeri interessanti per attuare questa azione di sensibilizzazione. (Risponde Giuseppe Rossi) Per quanto riguarda la prima domanda credo questa deb-
ba essere la via da seguire, poiché gli accordi individuali (definiamoli così fra due o tre soggetti) possono essere importanti come esperimenti contingenti in determinate circostanze. Ma sono convinto che si debbano inevitabilmente fare Accordi più ampi in Abruzzo, se mai riusciremo anche come Parchi a riorganizzarci in un coordinamento regionale attraverso l’Associazione Nazionale dei Parchi (Federparchi), unendo all’interno i 3 grandi Parchi Nazionali, il Parco regionale e le venti e oltre riserve regionali protette. L’Accordo potrebbe essere esteso a tutte queste realtà e coprirebbe oltre il 30% della superficie della Regione Abruzzo. Questo dà l’idea dell’importanza di un’azione del genere. Penso che la Regione, in futuro, debba estendere questo accordo a tutte le realtà. In relazione alla seconda domanda posta, ritengo che il
Immagine invernale del Parco (fonte: www.parcoabruzzo.it)
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Parco possa svolgere un ruolo determinante sul piano della sensibilizzazione dell’educazione, non soltanto limitatamente al territorio e quindi ai cittadini del Parco, ma indirizzando i propri messaggi e facendo conoscere le proprie esperienze e le proprie iniziative ai milioni di visitatori che arrivano da tutta Italia e anche dall’estero ovviamente. Essendo questa una delle finalità del Protocollo con la Regione Abruzzo cercheremo di organizzare un’azione di comunicazione e di informazione costante, anche attraverso le strutture dei servizi del Parco (come ad esempio i Centri visita o le Aree attrezzate dove vi è grande affluenza in certe stagioni dell’anno) e, allo stesso tempo, cercheremo di intervenire con un’azione di educazione ambientale sui visitatori e turisti. Questo credo sia un risultato importante, poiché possiamo dare un contributo non soltanto migliorando la situazione del territorio del Parco e dell’area contigua, ma anche di altri territori in tutta Italia dove questi problemi persistono. Partendo dal presupposto che la gestione dei rifiuti costituisce anche una salvaguardia del territorio e la sostenibilità della gestione del territorio, recentemente a Nagoya i 193 Paesi partecipanti al Forum, hanno sottoscritto il Protocollo che valorizza maggiormente la funzione e il ruolo dei Parchi come il vero e proprio presidio della biodiversità. Al 2020 i Paesi che aderiscono, dovranno passare dalla media di aree protette del 13% all’obiettivo del 17%. Questo significa che i parchi dovranno avere una maggiore capacità di agganciare altre aree territoriali, se non direttamente ma come vere e proprie aree protette, ma farne un circuito molto più ampio. Come si inserisce, Presidente Rossi, il Parco Nazionale d’Abruzzo in questo discorso? Abbiamo cominciato a promuovere questo discorso anche a livello nazionale, addirittura europeo. Il Protocollo è stato presentato alla collettività attraverso internet, usando la comunicazione che intercorre quotidianamente con gli altri Parchi. La stessa Europark Federation che ha sede in Germania, come sappiamo ne è a conoscenza. Faremo conoscere alla Federazione europea anche quello che abbiamo realizzato sviluppando questa iniziativa che non è certo limitata ai 5 giorni di settembre e ottobre scorsi. Questo significa far circolare su tutta la rete dei Parchi europei non soltanto il Protocollo, il documento tecnico, bensì l’invito a fare altrettanto. Per rifarmi a Nagoya, noi in Italia, non siamo lontani da quel 17%, anzi se teniamo in considerazione le Aree protette, tutte le tipologie marine, regionali, le riserve naturali dello stato, le Ragioni ecc. siamo al 20% di territorio protetto. Purtroppo, buona parte, solo sulla carta. Vi è necessità di mettere in campo iniziative serie, concrete e qui ci ricolleghiamo ai problemi finanziari e alla volontà politica.
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La realtà italiana, riconosciuta a livello universale per quanto riguarda le aree protette, è all’avanguardia da questo punto di vista, considerando la ricchezza di biodiversità. Il Bel Paese è forse il più ricco d’Europa di biodiversità con una gran varietà di specie censite. Inoltre l’Abruzzo tra tutte le regioni italiane è forse la più ricca. Presidente, c’è in Italia una cultura del parco secondo lei? Si può affermare che inizia a nascere, ma non c’è ancora, perché la maggior parte degli italiani quando pensano al Parco pensano allo zoo, al recinto dove vedere gli animali. Però comincia ad essere acquisita correttamente dalle nuove generazioni: cresce all’interno delle scuole, non soltanto perché i ragazzi effettuano gite, escursioni, esperienze con le associazioni ambientaliste che agiscono in questi campi, ma anche con attività di educazione ambientale che i Parchi stanno spingendo molto, fino alle iniziative di volontariato ambientale. Sono tutte iniziative che possono sembrare modeste, se prese individualmente, ma nel sistema costituiscono una realtà interessante, e che, soprattutto, permettono di raggiungere la comunicazione con la società a tutti i livelli, sia dal punto di vista geografico, sia dal punto di vista sociale e questo ci consente la crescita della sensibilità anche nelle famiglie, e nella maggior parte della popolazione in generale. Però credo che bisognerà lavorare ancora molto per sensibilizzare i visitatori del Parco e per sostenere le istituzioni che gestiscono e amministrano i Parchi che sono quotidianamente, per varie ragioni sotto attacco o per speculazioni materiali, edilizie, turistiche, ideologiche o per interessi di parte. Le Associazioni venatorie costringono molto spesso le Regioni a legiferare, in maniera tale da contravvenire alle disposizioni della legislazione comunitaria con continue procedure di infrazione da parte della Commissione UE e sentenze di giustizia dalla Corte europea. Cosa ne pensa, Presidente? Come Parco abbiamo attuato iniziative in merito. Tre anni fa abbiamo organizzato un Convegno nazionale sulla caccia che ovviamente non si può praticare nei Parchi, dal momento che i Parchi possono dare un contributo per far sì che l’attività venatoria migliori. Devo dire che il confronto che abbiamo avuto con le Associazioni venatorie, intervenute è stato molto positivo.
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