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CN/CONV/0969/2010

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MAGGIO-GIUGNO 2011


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INDICE Regione Marche Rifiuti urbani 2010 nelle Marche Cala la produzione, aumenta la differenziata: 48 Comuni oltre gli obiettivi di legge a cura della Regione Marche p. 4 Contributi regionali per la bonifica dei siti inquinati Aperti i termini per la presentazione delle domande da parte dei Comuni a cura della Regione Marche p.

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Lo stato dell’ambiente delle Marche Presentati a Grottammare i dati del report “RSA MARCHE - FOCUS 2010” a cura della Regione Marche p.

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20 Domande sulla Mobilità Dolce La Regione lancia un sondaggio rivolto agli eco-turisti di Alfredo Fermanelli

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Per una economia competitiva a basse emissioni di carbonio Verso una Roadmap regionale al 2050? di Cinzia Colangelo p.

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La Regione Marche al Forum PA 2011 Ambiente e green economy in primo piano a cura della Regione Marche

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Rifiuti: via libera alla prevenzione La fotografia del modello marchigiano di gestione dei rifiuti nell’analisi puntuale dell’Assessore regionale all’Ambiente Sandro Donati di Silvia Barchiesi

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Rifiuti: oltre la discarica, verso la gestione integrata Tendenze e strategie di una gestione che punta a superare la discarica. A delinearle è il Dirigente P.F. Ciclo dei rifiuti della Regione Marche, il Dott. Piergiorgio Carrescia di Silvia Barchiesi p. 14

Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 2 al n. 5/6 Maggio-Giugno 2011 di Regioni&Ambiente

ARPAM La gestione dei rifiuti urbani nelle Marche, il ruolo dell’ARPAM di Massimo Mariani e Massimiliano Boccarossa

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COSMARI Il Consorzio incrementa i servizi offerti e i successi conseguiti Avviata importante sperimentazione per l’identificazione dei sacchetti conferiti di Luca Romagnoli p. 18 PicenAmbiente spa San Benedetto del Tronto verso Rifiuti Zero Attuare una politica ambientale che porti la città verso il traguardo del 100% del riciclaggio di Agnese Mengarelli

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SOGENUS spa Interamente pubblica al servizio del suo territorio e del marchigiani di Edy Ceccarelli p.

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SUBISSATI srl Spazi da sognare e da vivere Case in legno sin dagli anni ‘80 di Silvia Angeloni

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Salvaguardia della biodiversità Herpethon: maratona erpetologica Tappa all’Orto Botanico della Selva di Gallignano (AN) di Agnese Mengarelli

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Manifestazioni e Convegni Grottammare, 19-21 maggio 2011 “Nuove energie” La Regione Marche protagonista della 9a Edizione della Rassegna di Agnese Mengarelli p.

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REGIONE MARCHE

RIFIUTI URBANI 2010 NELLE MARCHE Cala la produzione, aumenta la differenziata: 48 Comuni oltre gli obiettivi di legge a cura della Regione Marche

La politica regionale e l’impegno degli Enti locali per il passaggio alla raccolta “porta a porta” dei rifiuti stanno dando i loro frutti. Ne sono la conferma i dati ufficiali sulla raccolta differenziata registrata nel 2010 dai Comuni delle Marche presentati in una Conferenza stampa lo scorso 9 maggio. I Comuni che hanno superato la soglia minima richiesta dalla legge per il 2010 sono 48. Questi potranno beneficiare della riduzione del tributo speciale per il conferimento in discarica, mentre gli altri, quelli che non hanno raggiunto l’obiettivo, si vedranno applicata una penalità del 20%. Oltre all’incremento della raccolta differenziata, passata dal 26,53% del 2008 al 41,24% del 2010, i dati presentati mostrano anche l’incoraggiante diminuzione della produzione dei rifiuti. Da 854.000 tonnellate di rifiuti urbani prodotti nel 2008 si è infatti passati a 816.000 tonnellate. In termini procapite la diminuzione è stata di 20 kg in due anni: dai 544 kg/abitante del 2008 ai 524 kg/ abitante del 2010. Grazie alla riduzione della produzione da un lato e all’aumento della raccolta differenziata dall’altro, la quantità di rifiuti indifferenziati, smaltiti in discarica, è in costante diminuzione. Analizzando la situazione a livello provinciale, si registrano consistenti differenze: mentre da un lato si registrano punte di eccellenza per la provincia di Macerata (oltre il limite di legge con il 56,5% di raccolta differenziata) e per la provincia di Ancona (45,06%); dall’altro lato si registrano dati inferiori al 35%: Pesaro e Urbino con il 34,18%, Fermo con il 33,41% e Ascoli Piceno con il 32,04%. I Comuni virtuosi appartengono quasi esclusivamente alle province di Macerata (25) e Ancona (18), dove i Comuni si sono consorziati (COSMARI in provincia di Macerata, CIR33 e Conero Ambiente in provincia di Ancona). I restanti Comuni virtuosi si trovano in provincia di Fermo (4) e in provincia di Ascoli Piceno (1). Nessun comune della provincia di Pesaro e Urbino ha superato la soglia del 50%. “Non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo del 50% a livello regionale - ha affermato in conferenza l’Assessore all’AmbienImpianto di compostaggio di Corinaldo (AN) gestito dal Consorzio CIR 33

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te Sandro Donati - ma ci stiamo gradualmente avvicinando, tenendo comunque presente che la normativa prevede un innalzamento al 60% nel 2011 e al 65% nel 2012. Il “porta a porta” è risultato vincente per migliorare i risultati e non è un caso se la maggior parte dei Comuni che hanno superato l’obiettivo del 50% appartiene ai Consorzi che hanno attivato la raccolta differenziata spinta e a quelli che hanno potenziato il trattamento della frazione umida.” L’elenco dei 48 comuni marchigiani che hanno superato nel 2010 l’obiettivo del 50% di raccolta differenziata è scaricabile dal sito www.ambiente.regione.marche.it

AN AP MC PU FM Regione

Produzione procapite (kg/ab.) 2008 2009 2010 534 520 505 524 548 543 515 484 477 603 580 599 * 494 480 544 528 524

% raccolta differenziata 2008 2009 2010 28,86 36,81 45,06 20,46 29,65 32,04 34,88 49,02 56,50 23,33 29,35 34,18 * 26,92 33,41 26,53 35,17 41,24

* Il dato per la provincia di Fermo (di recente costituzione) è disponibile solo a partire dal 2009.

Obiettivi minimi di legge per la raccolta differenziata: 45% al 2008 50% al 2009 50% al 2010 60% al 2011 65% al 2012 Per incentivare i Comuni a passare al “porta a porta”, unica modalità di raccolta che permette di raggiungere i risultati richiesti dalla legge, la Regione ha modulato l’ecotassa per lo smaltimento in discarica. I Comuni che superano gli obiettivi di legge ottengono quindi consistenti risparmi perché: - smaltiscono meno rifiuti in discarica; - ottengono lo sconto sull’ecotassa applicata ai rifiuti smaltiti; - ottengono ricavi dalla vendita dai materiali raccolti in modo differenziato destinati al riciclo.


CONTRIBUTI REGIONALI PER LA BONIFICA DEI SITI INQUINATI Aperti i termini per la presentazione delle domande da parte dei Comuni a cura della Regione Marche

La Regione Marche ha recentemente emanato un Bando per la concessione di contributi rivolto ai Comuni per la bonifica dei siti inquinati. Le azioni di bonifica (messa in sicurezza di emergenza, caratterizzazione e bonifica) sono in capo ai Comuni nei siti inquinati di proprietà degli stessi e in quelli per i quali non sia stato individuato il responsabile dell’inquinamento o il proprietario o terzi coinvolti che non siano intervenuti. Con l’approvazione del Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate (DACR n. 11/2010), la Regione ha individuato i siti di interesse pubblico. Il bando si rivolge a quei Comuni dove ricadono i siti individuati nel Piano che non abbiano già usufruito di nessun tipo di cofinanziamento e che non siano inseriti in liste di attesa per l’assegnazione di fondi regionali, statali o comunitari. Sono ammissibili a contributo solo i progetti che rientrano tra le seguenti

tipologie di intervento: misure di riparazione; misure di caratterizzazione (con esclusione delle analisi di laboratorio); misure di messa in sicurezza permanente (comprensiva dell’analisi di rischio); progetto operativo di bonifica (comprensivo dell’analisi di rischio). L’intervento dovrà comunque avere la caratteristica di uno stralcio funzionale e pertanto, al termine delle azioni individuate, dovrà essere raggiunto un obiettivo definito e verificabile. L’entità del contributo è fino all’80% delle spese ammissibili relative all’intervento: lavori, forniture, direzione lavori, collaudo, progettazione (per un importo non superiore al 10% del costo dell’intervento). Le risorse disponibili ammontano a 663.000 Euro. Le domande possono essere presentate entro il 1° settembre 2011. Il bando può essere scaricato dal sito www.ambiente.regione.marche.it

Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate Il Piano bonifiche è stato adottato dalla Regione Marche nel 2010 con DACR n. 11. Grazie ad esso è stato possibile aggiornare l’Anagrafe dei siti da bonificare. Secondo il principio comunitario “chi inquina paga”, il responsabile dell’inquinamento è obbligato a intervenire per la bonifica. Nel Piano si distinguono i siti pubblici e/o di interesse pubblico dagli altri di titolarità privata. Tra i primi rientrano anche quelli in cui il soggetto pubblico (solitamente il Comune) si è sostituito al responsabile inadempiente. Per tutti i siti di titolarità o interesse pubblico è stata elaborata l’analisi di rischio relativo, che ha generato una graduatoria di priorità degli interventi di bonifica da effettuare. In questo modo il PRB ha delineato un efficace programma d’intervento e delle possibili fonti di finanziamento. Al fine di rendere più “fluida” la procedura per la bonifica dei siti inquinati, dove intervengono a vario titolo tanti soggetti sia pubblici che privati, la Regione Marche ha approvato (DGR 329/2011), dopo una fase di consultazione con gli Enti locali, apposite linee guida relative, in particolare, all’istruttoria dei rapporti tecnici dei siti inquinati, con l’obiettivo di assicurare una maggiore omogeneizzazione e semplificazione della procedura. Le linee guida non si applicano ai Siti di Interesse Nazionale (SIN), per i quali la competenza per i procedimenti di bonifica è del Ministero dell’Ambiente.


LO STATO DELL’AMBIENTE DELLE MARCHE Presentati a Grottammare i dati del report “RSA MARCHE – FOCUS 2010” a cura della Regione Marche

Il 20 maggio 2011 a Grottammare, in occasione del Convegno “Stato dell’Ambiente, Governo del Territorio, Energia Sostenibile” è stato presentato l’ultimo report ambientale prodotto dal Servizio Territorio Ambiente Energia della Regione Marche. La pubblicazione “RSA Marche - Focus 2010” costituisce l’aggiornamento del Terzo rapporto sullo stato dell’ambiente delle Marche pubblicato nel 2009, interessando 17 dei 72 indicatori del Rapporto 2009. Gli indicatori presi in esame sono quelli aggiornabili con periodicità annuale e rappresentativi di fenomeni la cui variazione è significativa nel lasso temporale di un anno: Mobilità, Energia, Aria, Acqua e Rifiuti. Di seguito si riporta la Relazione generale che introduce il Focus 2010, rimandando alle singole schede per un esame più approfondito e ricordando che la pubblicazione è disponibile anche sul sito www. ambiente.regione.marche.it sezione “Reporting ambientale”. I dati mostrano una situazione critica per quanto riguarda la mobilità dei marchigiani, ancora troppo sbilanciata sul mezzo privato, che si ripercuote sulla qualità dell’aria, i cui livelli sono critici proprio nelle aree caratterizzate da alta densità abitativa e di traffico. Migliore invece la situazione sul fronte energia e rifiuti, dove la Regione è intervenuta con azioni di sostegno amministrativo-finanziario. Pur rimanendo ancora forte la dipendenza dalle fonti fossili, si registra una riduzione della produzione di energia da termoelettrico a favore di un incremento della produzione di energia elettrica da rinnovabili. Relativamente ai rifiuti, si evidenzia una riduzione della produzione procapite dei rifiuti negli ultimi tre anni e un deciso aumento delle raccolta differenziata grazie al maggior numero dei Comuni che sono passati alla modalità di raccolta “porta a porta”. Ciò ha anche determinato la riduzione della quantità dei rifiuti smaltiti in discarica. Situazione pressoché invariata quella delle acque con livelli qualitativi buoni per le acque di balneazione e verso il raggiungimento dei limiti di legge per le acque superficiali e sotterranee. Entrando nel dettaglio dell’analisi, nelle Marche crescono troppo lentamente le forme di mobilità sostenibile di merci e persone, con valori molto bassi e lontani dal dato italiano; le persone e le merci si muovono prevalentemente tramite mobilità privata, con uno scarso ruolo dell’utilizzo dei mezzi pubblici e in particolare della ferrovia.

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Nel 2008 la mobilità delle persone è costituita solo per il 14,2% da mobilità sostenibile contro il 27,4% dell’Italia. Il fenomeno è confermato anche dall’elevatissimo tasso di motorizzazione privata (628 auto ogni 1.000 abitanti), che solo negli ultimi due anni mostra una tendenza alla diminuzione. L’elevato livello di motorizzazione è in parte controbilanciato dal fatto che le Marche siano la seconda regione con la maggiore diffusione di veicoli ecologici dopo l’Emilia Romagna. Tra il 2008 e il 2009 si è assistito a un incremento del 41% della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, attribuibile in gran parte alla ripresa della produzione idroelettrica e allo sviluppo delle biomasse (con particolare riferimento al biogas), e in misura minore del fotovoltaico. La quota di energia elettrica da rinnovabili rimane tuttavia inferiore alla media nazionale e fortemente condizionata dalla disponibilità della fonte idroelettrica. L’analisi del bilancio elettrico regionale nel 2009 mostra che le Marche continuano a registrare un deficit della produzione di energia elettrica rispetto alla richiesta, sebbene negli ultimi 10 anni si sia ridotto notevolmente fino a raggiungere quota 50,9%. Nel 2009 la domanda di energia elettrica riprende a crescere con una minore intensità e con una diversa composizione settoriale. Per effetto della crisi economica si evidenziano, infatti, una contrazione dei consumi di energia elettrica nel settore dei trasporti e dell’industria, nonostante quest’ultimo continui a rappresentare il settore più energivoro con il 44,2% dei consumi finali totali, e un incremento dei consumi del settore terziario e residenziale. Dal lato della produzione si registra nel 2009 una riduzione della produzione interna totale dovuta alla riduzione della produzione termoelettrica; riduzione quest’ultima non adeguatamente compensata dalla crescita della produzione da fonti rinnovabili. È evidente come senza un rafforzamento della politica energetica volta al perseguimento dell’efficienza e del risparmio energetico nel settore industriale ed edilizio e allo sviluppo in particolare dell’eolico, il cui contributo nella regione Marche risulta ancora nullo, sarà difficile perseguire gli obiettivi europei della Strategia 20-20-20 (seppure ad oggi non sia ancora stata definita la ripartizione degli obiettivi europei su scala regionale burden sharing); obiettivo che per altro sarebbe vanificato dalla costruzione di nuove grandi centrali a combustibili fossili.


La qualità dell’aria nel 2009 presenta un peggioramento rispetto alla situazione monitorata nell’anno precedente. La centralina classificata come “centro città”, rappresentativa di tutte le situazioni ad alta densità abitativa e di traffico, presenta valori superiori ai limiti di legge, sia per il PM10 che per il PM 2,5; si registra invece una diminuzione dei superamenti in tutte le altre zone monitorate: aree montane, rurali, aree verdi urbane e aree urbane non centrali. La concentrazione di biossido di azoto (NO2) rimane al di sotto degli obiettivi di legge tranne che per le aree urbane non centrali dove il valore è di 44,5 μg/mc contro il limite annuale di 44 μg/mc. L’analisi triennale (2007-2009) per il PM10, PM2,5 e NO2 mostra invece un andamento discontinuo. La concentrazione di ozono rimane critica, soprattutto nelle zone costiere, pur diminuendo il numero di aree in cui si registrano i superamenti. La qualità delle acque nel 2009 si mantiene su valori buoni, in particolare se raffrontati con il livello nazionale. L’analisi della qualità delle acque superficiali dal 2003 al 2009 mostra una lieve tendenza al miglioramento anche se l’obiettivo di legge non viene raggiunto (nel 2009 84% dei punti monitorati hanno un valore almeno sufficiente contro il 100% richiesto al 2008). Nel 2009 tutti e tre gli invasi artificiali monitorati (Lago di Castreccioni, Fiastrone e Gerosa) raggiungono la classe di qualità buona. La buona qualità delle acque superficiali si riflette anche sulla qualità delle acque di balneazione: il 94% della costa è idonea e le non idoneità sono circoscritte alle foci dei fiumi; le non idoneità sono aumentate in particolare nella provincia di Macerata. Particolare attenzione però deve essere posta alle condizioni di trofia delle acque costiere e allo stato chimico delle acque sotterranee. L’indice della trofia (TRIX) mostra nel 2009 una generale tendenza al peggioramento, più accentuato nella fascia entro 500 metri dalla costa e con particolare riferimento alla fascia dei fiumi Musone, Potenza, Esino e Tenna; migliora invece la fascia antistante il fiume Tronto. Per quanto riguarda lo stato chimico delle acque sotterranee, l’indice SCAS evidenzia un peggioramento rispetto

al perseguimento dell’obiettivo di legge di raggiungere o mantenere lo stato di qualità buono. In generale occorre sottolineare che negli ultimi anni si è riscontrata un’elevata incidenza delle condizioni meteo climatiche sulla qualità delle acque, in gran parte a causa dei cambiamenti climatici (incremento dei periodi di siccità e dei fenomeni pluviometrici intensi), a cui è possibile in gran parte imputare la variabilità annuale dei vari indicatori. Nel 2008 ogni marchigiano ha prodotto 551 kg di rifiuti urbani, un valore di poco superiore alla media italiana. Dopo la forte crescita degli anni precedenti, negli ultimi tre anni il valore è in diminuzione, con una tendenza all’allineamento al dato nazionale. Nel presente rapporto si conferma un giudizio di incertezza sulla tendenza dell’indicatore; non è ancora chiaro cioè se la riduzione sia congiunturale, legata alla crisi economica, o sia invece strutturale, frutto dell’efficacia delle politiche regionali e degli enti locali. La raccolta differenziata raggiunge il 26%, con un incremento annuo che è il maggiore tra le Regioni del Centro Italia. Il valore rimane tuttavia al di sotto sia della media nazionale che degli obiettivi di legge (45% nel 2008). Il sistema regionale risponde, ma a “macchia di leopardo”: alcuni Comuni superano il 70%, altri non hanno adottato politiche efficaci per la raccolta differenziata. Il ricorso alla discarica rimane la modalità più diffusa di gestione del rifiuto urbano: nonostante si riduca lievemente rispetto al 2007, riguarda quasi i due terzi dei rifiuti prodotti. Il report è stato elaborato negli ultimi mesi del 2010, per cui si evidenzia che per alcuni indicatori i dati sono ulteriormente aggiornabili. In uno degli articoli dell’inserto vengono ad esempio riportati i nuovi dati sulla produzione di rifiuti urbani e sulla raccolta differenziata.

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20 DOMANDE SULLA “MOBILITÀ DOLCE” La Regione lancia un sondaggio rivolto agli eco-turisti di Alfredo Fermanelli Dirigente Rete Escursionistica Marche

Da alcuni giorni è disponibile nel sito web della Regione Marche all’indirizzo www.ambiente.regione.marche.it un questionario sulla “Mobilità Dolce” nelle Marche. Il questionario si pone come obiettivo quello di comprendere le esigenze dei turisti che vogliono visitare le Marche a piedi, in bicicletta o a cavallo. In particolare, si chiedono informazioni sulle motivazioni e le aspettative della visita, sulle ricadute economiche possibili per il territorio e sugli aspetti connessi alla fruizione da parte dei diversamente abili o alla necessità di tutelare le aree naturalisticamente più fragili. La Mobilità Dolce si sta affermando in tutta Europa come modello di turismo sempre più importante che, oltre a permettere di scoprire i valori più segreti e straordinari di una regione, contribuisce a ridurre l’inquinamento (riducendo la produzione di anidride carbonica), a sostenere l’economia delle aree più fragili, in particolare di quelle montane, e consente di vivere a più stretto contatto con la natura, la storia e la cultura locale. È peraltro interessante ricordare che proprio su queste linee, l’Unione Europea ha finanziato alla Regione il progetto LIFE TASMAC, finalizzato a trovare soluzioni per garantire una accessibilità dolce e alternativa nei piccoli centri urbani. È proprio per tutti questi importanti motivi che nel delicato processo di costituzione della Rete, oltre al confronto con i soggetti istituzionalmente preposti con i quali sono stati attivati specifici momenti di dialogo, è apparso importante capire le esigenze dei visitatori. La Rete per la “Mobilità Dolce”, in corso di realizzazione, deve essere vista anche quale elemento fondamentale di una più generale Infrastruttura Verde Regionale che si vuole porre, così come quelle di comunicazione, quelle elettriche, ecc, come realtà essenziale per il benessere e la vitalità sociale ed economica della nostra regione. I percorsi della mobilità dolce, in questo contesto, saranno quindi delle vere e proprie greenway che dovranno muoversi in un paesaggio sostenibile, di cui la società odierna sente sempre più forte il bisogno. Promuovere la “mobilità dolce” nelle Marche vuol dire quindi promuovere una Green Economy, tutelare la bellezza e la peculiarità dei luoghi e la salute di chi li percorre, nonché offrire nuove speranze e possibilità di lavoro ai nostri giovani.

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La Legge di istituzione della rete escursionistica delle Marche La Legge regionale n. 2/2010, modificata dalla Legge n. 18/2010, stabilisce che per “escursionismo si intende l’attività turistica, ricreativa e sportiva che, prevalentemente al di fuori dei centri urbani, si realizza nella visita o nella esplorazione degli ambienti naturali, anche antropizzati, senza l’ausilio di mezzi a motore”. La legge prevede che entro il mese di giugno del 2011 la Regione dovrà approvare i criteri e le linee guida per la presentazione delle proposte di percorsi escursionistici da parte delle amministrazioni locali. Sarà, quindi, compito delle Aree Protette e delle Province presentare alla Regione (art. 4, comma 2), entro il mese di dicembre di ciascun anno solare, le proposte di inserimento di percorsi nel catasto regionale, formulate sulla base delle indicazioni fornite dai Comuni, dalle Comunità montane, dalla rete INFEA, dalle Associazioni di guide ambientali escursionistiche presenti nel territorio regionale, nonché dal gruppo regionale Marche del Club Alpino Italiano (CAI). Il principale merito di questa legge è quello di aver avviato un processo per la creazione di un sistema di “mobilità dolce” regionale, al fine di garantire una scoperta del territorio a piedi, in bicicletta o a cavallo. Una legge, quindi, che apre anche per le Marche nuove possibilità per valorizzare appieno l’offerta del territorio, i suoi valori paesaggisitici, storici e culturali e che vuole legare la natura ai centri storici, riducendo l’inquinamento e migliorando al contempo l’esperienza di visita dei turisti.

Il logo del progetto, una “M” stilizzata che ricorda le alte montagne dell’Appennino, è formato da differenti tratti colorati che, a loro volta, simboleggiano i mille diversi paesaggi che compongono la realtà delle Marche. Esso si chiude con una freccia che vuole ricordare a tutti il “Giusto cammino” da seguire.


PER UNA ECONOMIA COMPETITIVA A BASSE EMISSIONI DI CARBONIO Verso una Roadmap regionale al 2050? di Cinzia Colangelo

È in dirittura d’arrivo il Progetto RSC (Regions for Sustainable Change), finanziatato dal programma europeo INTERREG IVC, di cui il Servizio Territorio Ambiente Energia della Regione Marche è partner. Il prossimo autunno si concluderanno, infatti, le attività con l’organizzazione della Conferenza finale che si terrà in Cornovaglia, altra regione partecipante al progetto, dove saranno illustrati i risultati più importanti raggiunti dai 12 partner sotto la guida del REC (Regional Environmental Centre for Central and Eastern Europe). Tra le attività del Progetto spicca lo Studio condotto su tre regioni partecipanti, Cornovaglia (Gran Bretagna), Burgenland (Austria) e Marche, mirato all’analisi degli aspetti relativi alle emissioni di carbonio sull’economia delle tre regioni. Il lavoro, coordinato dalla Cornovaglia, è eseguito dalle società SQW, ICLEI Europe e Mercados EMI. Lo Studio, attualmente in fase di ultimazione, partendo dall’analisi delle emissioni di carbonio delle tre regioni selezionate, mira ad individuare costi e benefici di uno spostamento verso un’economia a basse emissioni di carbonio, sviluppando uno schema analitico, metodologie e strumenti trasferibili. Come possono quindi in concreto contribuire le regioni europee all’obiettivo di separare la crescita economica dalle emissioni di carbonio? Il proposito centrale dello Studio è stato quello di sviluppare uno strumento di analisi quantitativa per mettere a confronto una serie di misure regionali “low carbon” in termini di costi, emissioni di carbonio e creazione di posti lavoro. Il risultato è stato uno strumento denominato PACE (Prioritarization of Actions for a Low Carbon Economy) che potrà essere di aiuto per la definizione di strategie e piani di azione per una economia regionale a bassa emissione di carbonio. Lo strumento PACE è strutturato in modo da poter mettere a confronto un’ampia gamma di misure che una regione può

prendere in considerazione per la mitigazione delle emissioni di carbonio, azioni relative a: energia rinnovabile; efficienza energetica; trasporti; cambiamenti nell’uso del suolo; ecc. PACE è uno strumento flessibile, capace cioè di tener conto di nuovi dati o cambiamenti negli obiettivi politici che di volta in volta possono presentarsi. Una volta che i dati necessari e disponibili vengono inseriti, PACE dà la possibilità di mettere a confronto le misure selezionate per ciascuna regione in termini di costi-efficacia, di impatto sulle emissioni di carbonio e di creazione di posti di lavoro, producendo tabelle e grafici semplificati in modo da mostrare ai decisori quali misure possono considerarsi prioritarie da cofinanziare o su cui investire, con una proiezione temporale al 2050. Le misure in corso di analisi per le Marche riguardano: efficienza energetica negli edifici pubblici; cogenerazione; minieolico; fotovoltaico; trasporto urbano; intermodalità; produzione di biogas da impianti di compostaggio; illuminazione pubblica; cattura del carbonio; efficienza energetica nelle imprese. La Regione Marche quindi, grazie al Progetto europeo RSC e, in particolare, a questo Studio e al suo strumento di analisi quantitativa, contribuisce all’attuazione della recente Roadmap europea per una economia competitiva a basse emissioni di carbonio al 2050.


LA REGIONE MARCHE AL FORUM PA 2011 Ambiente e green economy in primo piano a cura della Regione Marche

Innovazione ambientale nelle infrastrutture stradali; impiego delle energie rinnovabili; prevenzione nella produzione di rifiuti; risanamento di aree critiche: sono queste le tematiche dei principali progetti regionali presentati alla XXII edizione del “FORUM PA 2011” di Roma, l’appuntamento tradizionale per le Pubbliche amministrazioni che si è tenuta a Roma dal 9 al 12 maggio. L’edizione 2011 del FORUM ha messo al centro dei suoi lavori la rete come metafora e pista di lavoro, nella convinzione che il gap di innovazione del Paese nasca anche dall’impoverimento delle reti relazionali tra i soggetti coinvolti: imprese, amministrazioni pubbliche, mondo della ricerca, terzo settore, cittadini. L’invito alle Regioni è stato, quindi, quello di far conoscere: la rete delle aziende innovative del territorio; le alleanze tra soggetti pubblici, imprese, università e mondo della ricerca; i progetti che hanno costruito reti interregionali. Di seguito vengono brevemente presentati i principali progetti con cui la Regione Marche ha raccolto l’invito del “FORUM PA 2011”. Laboratorio Ambiente Marche nell’ampliamento dell’autostrada A14 Il cantiere per la realizzazione della terza corsia della A14 nel tratto marchigiano si sta rivelando un vero e proprio “laboratorio dell’innovazione tecnico-ambientale nelle grandi infrastrutture viarie” nel quale, grazie alla stretta collaborazione tra il Servizio Territorio Ambiente ed Energia della Regione Marche e la Società Autostrade, si stanno sperimentando materiali e tecniche innovative che tendono a ridurre l’impatto dell’infrastruttura sull’ambiente. Il “Laboratorio Ambiente Marche” vede la partecipazione dell’Università Politecnica delle Marche e dell’ARPAM, quali importanti partner tecnicoscientifici. Le linee di attività sono rappresentate principalmente: - dal riciclo dei materiali provenienti da scavi e demolizioni e di quelli provenienti dalle pavimentazioni stradali; - dall’utilizzo dei materiali fotocatalitici per la riduzione degli inquinanti atmosferici; - dai sistemi di monitoraggio; - dal piano di riforestazione, che si pone l’obiettivo di ridurre la CO2 mediante aumento della superficie forestale regionale, in linea con il protocollo di Kyoto. Nel laboratorio è alta l’attenzione della Regione anche verso il paesaggio. Con il determinante contributo della Soprintendenza al Paesaggio delle Marche, si è studiata infatti una diversa soluzione sia in termini di materiale che di scelta cromatica a proposito di barriere fonoassorbenti in fase di installazione nel tratto Fano - Senigallia. Le barriere, come del resto anche i nuovi cavalcavia che scavalcano l’autostrada, presentano quale elemento di novità l’utilizzo dell’acciaio Cor-Ten, al

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posto dell’acciaio tradizionale colorato d’azzurro. La scelta è dovuta, oltre all’aspetto cromatico, alla volontà di utilizzare un materiale significativamente meno impattante rispetto all’alluminio. Il Cor-Ten è un materiale integralmente riciclabile, che non necessita di verniciature e non richiede interventi di manutenzione. Per la parte trasparente della barriera è stato scelto il vetro al posto del PMMA, materiale plastico certamente non facilmente riciclabile come il vetro. “Nuove energie” per le aree protette Il Progetto mira a promuovere l’efficienza energetica e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile nelle Aree protette delle Marche. La programmazione del Settore parchi e riserve naturali regionali ha individuato tra le priorità di intervento, sia nell’attuale programma triennale 2010-2012 che in quello relativo al triennio precedente, oltre a quelle legate ai classici temi relativi alla conservazione della natura, il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili e all’efficienza energetica. In particolare, la Regione ha indirizzato gli organismi gestori delle aree naturali protette ad investire direttamente in progetti legati all’efficienza e alle rinnovabili e ad essere promotori di azioni di incentivazione verso altri soggetti pubblici o privati. Una buona parte degli interventi è già stata realizzata; altri interventi sono in corso di attuazione, indirizzati principalmente all’implementazione di impianti solari, sia termici che fotovoltaici, presso le strutture ricettive locali o le sedi delle stesse Aree protette, come nel caso dei Parchi Naturali della “Gola della Rossa e di Frasassi”, del “Sasso Simone e Simoncello” o nella Riserva Naturale di “Ripa Bianca”. In altri casi, l’intervento prevede la concessione di incentivi per lo sviluppo di tali tecnologie, come nel caso Parco Naturale del “Monte Conero”. Rete regionale del riuso Il Progetto, avviato nel 2000, mira a costituire una rete regionale del riuso in due fasi di attuazione: - una prima fase, con la finalità di promuovere e sensibilizzare alla cultura del riuso; - una seconda, di concreta attuazione della pratica diffusa del riuso in ambito domestico. La prima fase si è già concretizzata attraverso la realizzazione della Rete delle ludoteche regionali del Riuso, denominate RiÙ, con la quale si è inteso privilegiare un investimento di lungo periodo, scegliendo il target di utenza delle giovani generazioni. Ad oggi, le ludoteche RiÙ sono cinque: Pesaro (operativa dal 1999), Fermo (dal 2000), Santa Maria Nuova (dal 2001), Tolentino (dal 2003) e Ascoli Piceno (dal 2009). La seconda fase, in corso di attuazione, prevede invece l’estensione della rete sul canale dell’utenza domestica dif-


fusa attraverso la realizzazione della Rete dei Centri del Riuso. Infatti, sulla base delle esperienze positive di alcune realtà locali (4 Centri del riuso operativi: Castelleone di Suasa, Jesi, Moie di Maiolati Spontini e Serra De’ Conti), la Regione Marche sta costituendo la rete che collega fra loro i centri dove si svolgono attività di consegna e di prelievo di beni usati ancora utilizzabili. A tale scopo è stato elaborato ed approvato un apposito documento di indirizzo che definisce le caratteristiche e le dotazioni tecniche del Centro e costituisce la base per realizzare una rete omogenea ed efficace. Inoltre, saranno indirizzate specifiche risorse regionali a favore degli enti locali con lo scopo di rafforzare la rete, costituendo nuovi Centri o adeguando quelli esistenti in coerenza con gli indirizzi regionali. Grazie alla collaborazione e al lavoro in rete con i Comuni, i Consorzi per la gestione dei rifiuti e le Ludoteche RiÙ, la rete consente di contrastare la cultura dell’“usa e getta” e di ridurre la quantità di rifiuti da avviare a trattamento/ smaltimento. Il Progetto consente anche di sostenere le fasce deboli della popolazione, come i cittadini meno abbienti, rendendo disponibile a titolo gratuito un bene dimesso, ma ancora funzionante. Piano di risanamento dell’AERCA L’individuazione nel 2000 da parte della Regione Marche dell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) di Ancona - Falconara - Bassa valle dell’Esino, ha segnato l’inizio di un lungo percorso di confronto e dialogo con le Amministrazioni e le Comunità locali. L’estensione dell’area dichiarata ad elevato rischio deriva direttamente dalle problematiche ambientali esistenti quali: presenza di tutte le principali modalità di trasporto e delle infrastrutture correlate (Porto di Ancona, Aereoporto e Interporto); presenza di attività economiche e produttive di rilevanza nazionale e di industrie a rischio (es. raffineria petrolifera); consistente traffico ferroviario e di mezzi pesanti gommati per il trasporto di merci pericolose; presenza di emergenze idrogeologiche, come la “grande frana di Ancona” e diverse aree soggette ad esondazione (Esino); elevato grado di inquinamento ambientale; un SIN (Sito Interesse Nazionale) di area da bonificare. Una tappa importante del percorso per il risanamento è rappresentata dall’approvazione nel 2005 del Piano di risanamento dell’AERCA, che ha individuato 15 obiettivi di sostenibilità ambientale da perseguire, tutti finalizzati a mitigare le criticità con specifiche linee d’azione ed interventi. La concertazione istituzionale tra gli Enti locali che hanno giurisdizione in AERCA è risultato il metodo migliore per l’ottimizzazione dell’uso delle risorse e per un più efficace perseguimento degli obiettivi da raggiungere. Ciò ha permesso, per esempio, di dare la precedenza agli interventi con il più alto grado di fattibilità e la cui realizzazione può contribuire nel modo più soddisfacente al raggiungimento dei risultati condivisi. La Regione Marche in questi anni ha contribuito al finanziamento sia di varie iniziative puntuali (bonifiche, piste ciclabili, recupero di aree degradate, ecc.) sia di iniziative di più ampio respiro territoriale come lo sviluppo di un sistema informativo integrato, collegato ad un sistema GIS, necessario al monitoraggio degli interventi previsti nel Piano.

Barriere fonoassorbenti in acciaio Cor-Ten

Energie rinnovabili nel campeggio del Parco della Gola della Rossa e di Frasassi

Centro del riuso di Moie di Maiolati Spontini (AN)

Foce dell’Esino nell’area ad elevato rischio di crisi ambientale

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RIFIUTI: VIA LIBERA ALLA PREVENZIONE La fotografia del modello marchigiano di gestione dei rifiuti nell’analisi puntuale dell’Assessore regionale all’Ambiente Sandro Donati di Silvia Barchiesi

Estraneo all’emergenza e lontano dalle criticità che invece aleggiano su altre regioni, il modello marchigiano relativo alla gestione dei rifiuti tiene e piace anche in Europa. Il progetto “Pre-waste”, elaborato dalla Regione Marche in tema di prevenzione di rifiuti è stato infatti selezionato a Bruxelles tra le migliori pratiche in ambito europeo. Così mentre la cronaca nostrana parla di smaltimento e porta alla ribalta i problemi di molte regioni connessi alla fase più “nera” della gestione dei rifiuti, le Marche guardano oltre la discarica e al di l° dei propri confini regionali, ipotizzando una serie di politiche preventive volte a ridurre la produzione dei rifiuti su scala regionale, nonché europea. Prevenzione è, infatti, la parola d’ordine al centro della strategia regionale in materia di gestione dei rifiuti, oltre che l’obiettivo di molte dei progetti e delle iniziative in atto. La realizzazione dei Centri e delle Ludoteche del Riuso, nonché la promozione della raccolta differenziata e della raccolta “porta a porta” spingono in questa direzione. A parlare sono i dati. Stando a quelli riportati nel “Rapporto 2009 sulla produzione e gestione dei rifiuti nella Regione Marche”, elaborato dall’ARPAM, la produzione regionale di rifiuti pro-capite nel biennio 2007-2008 si è mantenuta sostanzialmente stabile, registrando un lieve calo dello 0,7%: dai 548 kg/abitante del 2007 ai 544 kg/abitante del 2008. La strada è ancora lunga, ma le Marche sembrano aver imboccato quella giusta. Infatti, nonostante il dato regionale sulla raccolta differenziata sia ancora lontano dagli standard di legge, le Marche vantano realtà virtuose, esemplari a livello nazionale. Sono, infatti, 48 i Comuni che hanno superato l’obiettivo di raccolta differenziata del 50%. Secondo il “Rapporto Rifiuti Urbani 2009” dell’ISPRA, è inoltre marchigiano il primato della miglior performance

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fra le regioni del Centro Italia (+5,3 punti percentuali). A scattare la fotografia dell’attuale modello marchigiano di gestione dei rifiuti urbani è lo stesso Assessore regionale all’Ambiente Sandro Donati, che ne illustra i punti di forza e le criticità, delineandone gli scenari futuri, tra nuove strategie e opportunità. In molte regioni italiane quando si accenna ai rifiuti si parla di emergenza o comunque di criticità. Qual è la realtà dei rifiuti nella nostra regione? Le Marche hanno sostenuto sempre le situazioni di emergenza, soprattutto quelle relative al drammatico caso della Campania. La situazione nelle Marche è sotto controllo, perché al manifestarsi di criticità locali, il sistema regionale è in grado contare sull’ampia collaborazione di tutti i soggetti istituzionali. Quali sono i punti di forza della gestione dei rifiuti a livello regionale e quali le criticità? I punti di forza sono un sistema di raccolta differenziata diffusa e in fase di estensione nei territori ed un sistema impiantistico che, seppure da completare, finora ha garantito l’autosufficienza per la gestione dei rifiuti urbani. È necessario quindi continuare nell’azione di incremento della raccolta differenziata delle frazioni solide, ma soprattutto potenziare il trattamento della frazione umida. Secondo il Rapporto ISPRA Rifiuti 2009 nelle Marche la produzione di rifiuti solidi urbani nel 2008 era superiore alla media italiana (551 kg/ab. contro i 541 Kg/ab). In che modo la Regione ha lavorato e sta lavorando per invertire la tendenza? Dal Decreto Ronchi alla fine degli anni ’90, la Regione ha fermamente e decisamente perseguito le politiche più avanzate nella riorganizzazione della raccolta e recupero dei rifiuti. Gli impianti più obsoleti sono in fase di revisione tecnologica al fine di poter garantire sempre maggiori quote di recupero e minore quantità in conferimento nelle discariche; la realizzazione di una rete di “Centri del riuso” che si affiancheranno a quella dei “Centri di raccolta” (i cosiddetti ecocentri) darà un grande impulso ad un trend che è comunque positivo se solo si pensa che dal 2009 al 2010 la raccolta differenziata è passata dal 27% al 36% con un incremento di circa il 25%.


Rifiuti Lo scambio di best-practices in materia di gestione ecosostenibile dei rifiuti tra autorità locali e regionali europee è ormai per la nostra Regione una realtà consolidata, di cui ne è esempio il progetto “GODEM”. Cosa prevede tale progetto che coinvolge le autorità del bacino meridionale del Mediterraneo (Libano, Marocco, Tunisia)? Il progetto “GODEM” (Ottimizzazione della Gestione dei Rifiuti nel Mediterraneo) ha il compito di creare una rete permanente di scambio di informazioni e di esperienze sulla gestione sostenibile dei rifiuti tra le autorità locali e regionali europee e quelle della sponda meridionale del bacino del Mediterraneo. L’obiettivo generale del progetto è quello di stabilire una migliore comprensione reciproca, un dialogo aperto e una cooperazione tra gli attori locali dell’UE ed Paesi partner della regione mediterranea, attraverso un programma di rafforzamento delle capacità innovative per i governi locali e regionali con particolare riferimento all’applicazione di un sistema di gestione integrata dei rifiuti. L’obiettivo specifico è quello di migliorare, attraverso l’utilizzo di un approccio partecipativo e integrato e l’attuazione di progetti pilota a livello locale, la capacità delle Autorità Locali/Regionali per l’applicazione di una gestione sostenibile dei rifiuti nel Mediterraneo. Insomma, il progetto “GODEM” mira a gettare le basi per una rete di scambio delle informazioni ed esperienze nel settore, su cui puntiamo molto.

Il riutilizzo, reimpiego e riciclaggio a differenza della riduzione alla fonte, costituiscono interventi di riduzione a valle della produzione di rifiuti. Come intende la Regione incentivare queste pratiche virtuose? Siamo impegnati da anni con Legambiente nella campagna “Comuni Ricicloni”. L’obiettivo di premiare i Comuni più virtuosi nella raccolta differenziata ha creato una sana competizione, dal momento che i Comuni vi partecipano molto attivamente. Inoltre, l’iniziativa si configura allo stesso tempo come uno strumento di monitoraggio utile alla Regione anche per definire e migliorare alcuni obiettivi di programmazione. Recentemente la Regione Marche è stata invitata in più occasioni a presentare pubblicamente, anche a livello internazionale, l’esperienza delle “Ludoteche del Riuso”. Nel 2011 la Regione, in piena coerenza con i nuovi obiettivi comunitari focalizzati sulla prevenzione, finanzierà oltre una decina di Centri per il riuso dove potranno essere intercettati materiali ancora riutilizzabili evitando che finiscano in discarica. Il Decreto Milleproroghe ha posticipato al 1° gennaio 2012 la soppressione degli A.A.T.O., le Autorità d’Ambito Territoriali Ottimali per il controllo della gestione dell’acqua e dei rifiuti. Toccherà ora alle Regioni decidere a chi trasferire le competenze. Come si sta muovendo la Regione Marche? È in avanzata fase di elaborazione una proposta di legge che l’Assessorato proporrà alla Giunta per garantire un ruolo fondamentale a Comuni e Province e che si fonda su quei principi di sussidiarietà, di economicità, di efficienza e di efficacia che la normativa nazionale ci richiede. Per concludere… rifiuti: problema da “smaltire” o opportunità da “cogliere”? Opportunità da cogliere, senza dubbio. La cultura della raccolta differenziata è uno degli aspetti più importanti della consapevolezza che il tema della sostenibilità ambientale è proprio di ogni cittadino. Spesso i cittadini richiamano le istituzioni ad assunzioni di responsabilità sempre maggiori a dimostrazione che, avviato un processo di conoscenza/consapevolezza, si può contare su una risposta civica molto forte.

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Speciale

La Regione Marche è oggi all’avanguardia nel settore della sostenibilità ambientale e, in particolare, nel campo della prevenzione dei rifiuti, anche a livello internazionale. La nostra Regione è infatti capofila del Progetto “Pre-Waste”. Quanto pesa l’esempio marchigiano nella definizione di politiche europee per la riduzione della produzione di rifiuti? “Pre-Waste” è una’ importantissima esperienza di progettazione europea che ci permette di evidenziare le nostre politiche nel settore dei rifiuti. L’obiettivo è quello di migliorare l’efficacia delle politiche locali/regionali per un’efficiente riduzione delle quantità e pericolosità dei rifiuti, in stretta collaborazione con tutti i livelli istituzionali, oltre che con i portatori di interesse pubblici e privati. La Regione crede molto nella sinergia tra i vari soggetti e livelli istituzionali. Peraltro, le Marche hanno acquisito un’autorevolezza nel contesto delle relazioni comunitarie in materia di rifiuti che è attestata sia dal suo ruolo in “Pre-Waste”, sia dalla continua richieste di parternariato in progetti con realtà avanzate dei Paesi dell’Unione Europea.


RIFIUTI: OLTRE LA DISCARICA, VERSO LA GESTIONE INTEGRATA Tendenze e strategie di una gestione che punta a superare la discarica. A delinearle è il Dirigente P.F. Ciclo dei rifiuti della Regione Marche, il Dott. Piergiorgio Carrescia di Silvia Barchiesi

Meno rifiuti prodotti, più raccolta differenziata: meno rifiuti in discarica. Punta sulla prevenzione la formula scelta dalla Regione Marche per affrancarsi dalla discarica e superarla. Insomma, piuttosto che preoccuparsi del mero smaltimento, le Marche mirano più in alto, o meglio a monte del “problema rifiuti” e puntano alla loro gestione integrata. Ad illustrare le strategie, oltre che i progetti e le iniziative in corso per superare la discarica, è il Dirigente P.F. Ciclo dei rifiuti della Regione Marche, il Dott. Piergiorgio Carrescia. Il sistema marchigiano di gestione dei rifiuti è ancora largamente basato sulle discariche. Qual è la capacità di abbancamento residua delle discariche marchigiane e quale il loro “tempo di vita”? Le discariche presso le quali vengono smaltiti i rifiuti solidi urbani sono 12 con una buona capacità residua di abbancamento. Al 31 dicembre 2010 le volumetrie autorizzate erano le seguenti:

A tale disponibilità bisogna aggiungere le capacità derivanti dai progetti di ampliamento già autorizzati ma non ancora operativi e quelle di diversi progetti per i quali i procedimenti sono in itinere, il tutto stimabile, complessivamente, in alcuni milioni di metri cubi. Al momento esiste un unico caso di criticità di smaltimento di R.U. ed è nell’ATO 3 - Provincia di Macerata che non ha discarica. Grazie ad un Accordo con la Provincia di Fermo i rifiuti prodotti sul territorio vengono temporaneamente smaltiti in impianti di quella Provincia, in attesa della realizzazione della nuova discarica di appoggio al COSMARI. Quali strategie sta perseguendo la Regione Marche per affrancarsi dalle discariche? Dal Decreto Ronchi (fine anni 90) ad oggi la Regione ha fermamente e tenacemente perseguito le politiche più avanzate nella prevenzione e nella riorganizzazione della raccolta differenziata. La cultura della raccolta differenziata è senza dubbio una grande opportunità economica e ambientale da cogliere. Favorire la pratica della raccolta differenziata rende il rifiuto non più un problema, ma una risorsa. Sempre più numerose sono le Amministrazioni locali che decidono di adottare la pratica della raccolta “porta a porta” con ottimi risultati in termini di raggiungimento degli obiettivi di RD e, quindi,

Prov

Localizzazione impianto: Comune/località

PU PU PU PU PU PU AN AN FM FM FM AP

Tavullia/ Cà Asprete Fano/ Monte Schiantello Montecalvo/ Cà Mascio Urbino/ Cà Lucio Barchi/ Rafaneto Cagli/Cà Guglielmo Corinaldo/ San Vincenzo Maiolati Spontini/ Cornacchia Porto Sant’Elpidio/ Castellano Torre San Patrizio/ San Pietro Fermo/ San Biagio Ascoli Piceno/ Relluce Totale

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Volumi autorizzati ma non ancora utilizzati (mc) al 31/12/2010 60.000 776.000 27.100 60.000 13.900 19.200 107.000 491.500 87.000 2.000 112.700 310.000 2.066.400

anche di riduzione della cosiddetta “ecotassa” che grava sui cittadini. La prevenzione è la migliore possibile tra le opzioni di gestione del ciclo dei rifiuti, in quanto elimina le necessità di raccolta, trasporto, riciclaggio e smaltimento garantendo così il più alto livello di tutela dell’ambiente ed ottimizzando l’uso delle risorse. Grande impulso ha avuto nel territorio regionale la pratica dell’autocompostaggio domestico grazie alla distribuzione, a titolo gratuito, alle famiglie che ne hanno fatto richiesta, di compostiere. Sempre in termini di politiche di disincentivo allo smaltimento in discarica e di potenziamento della RD, si è intervenuti sul tributo speciale per il conferimento in discarica dei rifiuti solidi (LR n.15/97). In particolare, si è proceduto alla rideterminazione in aumento dell’ammontare del tributo speciale e contestualmente all’introduzione di un meccanismo premiale in relazione ai risultati della raccolta differenziata, prevedendo un pagamento ridotto in funzione della percentuale di superamento del livello di RD rispetto alla normativa statale. Ciò ha determinato evidenti vantaggi economici per i Comuni più virtuosi. Dal 2010 è stata, inoltre, introdotta, in applicazione della normativa nazionale, l’addizionale del 20% al tributo nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata. Nonostante il dato regionale sulla raccolta differenziata sia ancora basso e lontano dagli obiettivi di legge esistono nella nostra regione realtà virtuose. Quali sono? Per l’anno 2010 sono 48 i Comuni che hanno superato l’obiettivo di raccolta differenziata del 50% con importanti vantaggi economici (nel caso di raggiungimento dell’obiettivo di RD l’ammontare del tributo è inferiore a 0,020 €/Kg). Tra i più virtuosi Montelupone (80,75% di RD), Appignano (77,05%) e Montecosaro (76,61%). Qual è la fotografia del flusso dei rifiuti in entrata e in uscita dalla nostra regione? Per i rifiuti urbani non c’è flusso in usci-


Rifiuti Per una corretta gestione integrata dei rifiuti è necessario anche un efficace sistema impiantistico. Qual è lo stato dell’arte circa il patrimonio impiantistico nella nostra regione? Il sistema impiantistico per i rifiuti urbani della Regione Marche è basato su impianti di trattamento e smaltimento. Esistono due diverse tipologie di trattamento: - quello finalizzato ad ottenere materia prima seconda dai rifiuti selezionati - (selezione del “secco” come carta, vetro, plastica ecc.; trattamento della frazione organica, il cosiddetto “Compostaggio”); - quello finalizzato a rendere ammissibile in discarica il rifiuto indifferenziato - Trattamento Meccanico Biologico (TMB). Gli impianti di compostaggio trattano rifiuti selezionati (la frazione organica del rifiuti raccolta in modo differenziato, il verde da sfalci e potature, ecc.) portando alla produzione di compost

utilizzabile come ammendante in agricoltura. Nella Regione Marche sono attivi cinque impianti di compostaggio, distribuiti su quattro Province, con una capacità di trattamento complessiva pari a circa 82.400 t/a. Gli impianti di trattamento meccanicobiologico (TMB) stabilizzano la frazione indifferenziata dei rifiuti urbani prima del loro conferimento in discarica. Nella Regione Marche sono attivi tre impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) e sono localizzati nelle Province di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno. Nella Regione Marche è inoltre presente un impianto di trattamento termico, localizzato a Tolentino (MC), con capacità nominale di trattamento pari a 60 t/g. Attualmente sono attive 12 discariche presso le quali vengono smaltiti i rifiuti solidi urbani. A Maiolati Spontini è in esercizio anche una discarica dedicata esclusivamente allo smaltimento dei rifiuti speciali non pericolosi. Vi è inoltre una discarica, in provincia di Ascoli Piceno, dove vengono smaltiti esclusivamente rifiuti speciali pericolosi. A fronte di queste disponibilità vi è un fabbisogno di smaltimento di rifiuti urbani, su base regionale, di circa 550.000 ton./anno e di circa 240.000 ton./anno di rifiuti speciali non pericolosi. È chiaro che aumentando la raccolta differenziata e investendo sulla riduzione della produzione di rifiuti e nel riuso, sia a livello domestico che delle imprese, questo fabbisogno andrà a diminuire. A tal proposito, quale prima esperienza a livello nazionale, la Regione Marche finanzierà la realizzazione di Centri del Riuso che si affiancheranno ai Centri comunali o intercomunali di raccolta e che andranno a costituire una vera e propria “rete” impiantistica finalizzata a prevenire la produzione dei rifiuti e ad allungare la vita di tanti beni di uso comune che sono ancora utilizzabili. Il Progetto è presentato, in questi giorni, al Forum Nazionale della Pubblica Amministrazione come esperienza pilota di condivisione fra Comuni, Province e

Regione per dare concreta attuazione a quello che la recente modifica del cosiddetto Codice dell’Ambiente ha indicato come priorità in materia di rifiuti, cioè la “prevenzione”. Dopo la proroga degli A.A.T.O. (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale), questi possono sicuramente tirare un sospiro di sollievo fino al 31 dicembre. La “palla” è passata ora alle Regioni. Che faranno le Marche? È in avanzata fase di elaborazione una PdL che l’Assessore all’Ambiente proporrà prossimamente alla Giunta e che garantirà un ruolo fondamentale a Comuni e Province nella governance dei rifiuti, una proposta che si fonda su quei principi di sussidiarietà, di economicità, di efficienza e di efficacia che la normativa nazionale ci richiede. Con l’estate alle porte occorre programmare una gestione ottimale dei rifiuti prodotti nelle zone di maggior affluenza (spiagge, litorali, Parchi, ecc.). Quali sono le iniziative in cantiere? Ormai da anni sulle nostre coste i Comuni potenziano la raccolta differenziata sia presso le strutture alberghiere, sia presso gli stabilimenti balneari. I dati di raccolta differenziata che si registrano nel periodo estivo lo dimostrano in modo efficace. Così come lo dimostra il fatto che l’Unione Europea abbia deciso di finanziare un Progetto (GODEM) finalizzato a mettere a punto le “buone pratiche” nella gestione dei rifiuti nell’Area del Mediterraneo. È inoltre importante segnalare il progetto di Raccolta Differenziata per le spiagge di Porto Recanati, Porto Potenza Picena e Civitanova Marche promosso dal COSMARI, che prevede la distribuzione lungo i litorali di apposite strutture multifunzionali per il conferimento differenziato delle principali frazioni secche dei rifiuti. L’iniziativa si realizza con la collaborazione degli operatori balneari, agevolando l’attività di ritiro e di raccolta da parte del COSMARI.

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Speciale

ta: la Regione Marche è autosufficiente e mantenere questa situazione è uno degli obiettivi prioritari. Nell’ottica di solidarietà verso le popolazioni della Campania colpite dalla situazione di emergenza per lo smaltimento dei rifiuti, in considerazione della quantità dei conferimenti previsti, della disponibilità degli impianti e del consenso della Provincia di Pesaro e Urbino, la Giunta Regionale delle Marche si è resa disponibile alla sottoscrizione di un Accordo interregionale. Il quantitativo da smaltire è di 1.500 tonnellate a fronte di circa 570.000 tonnellate di RU conferiti annualmente nelle discariche delle Marche. Si tratta quindi di un quantitativo che incide in modo minimale sull’autosufficienza locale, visto che sfiora appena l’1% dei rifiuti urbani smaltiti nelle discariche della regione. L’Accordo sarà sottoposto all’approvazione della Giunta solo dopo che gli Enti Locali interessati e l’ARPAM avranno avuto tutte le garanzie tecniche, ambientali ed economiche richieste.


ARPAM

LA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI NELLE MARCHE, IL RUOLO DELL’ARPAM di Massimo Mariani e Massimiliano Boccarossa, ARPAM Sezione regionale Catasto rifiuti

Il Catasto rifiuti, la cui sezione regionale per le Marche è gestita da ARPAM, è un sistema di banche dati che consente agli Enti e agli operatori interessati l’implementazione e la conoscenza in tempo reale dei dati sulla produzione/gestione dei rifiuti urbani nel territorio regionale. Il sistema si basa su un applicativo web based, denominato O.R.So., anch’esso gestito da ARPAM e popolato dai Comuni e/o dagli enti gestori, dapprima sperimentato dalla Regione Lombardia, successivamente da altre regioni tra cui le Marche e ora riconosciuto come sistema ufficiale per la raccolta dei dati sulla produzione/gestione dei rifiuti. Il report che segue è il frutto del lavoro della Sezione regionale del Catasto rifiuti.

Produzione totale di rifiuti urbani (tonnellate/anno) nella Regione Marche. Anni 2001-2010

PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI Nel 2010 sono stati prodotti nella regione Marche 816.675.124 tonnellate di rifiuti urbani e assimilati pari a 524 kg/ab/an, contro le 818.538 tonnellate di rifiuti urbani prodotti nel 2009, pari a 528 kg/ab/an. L’ultimo dato disponibile a livello italiano è relativo al 2008 con una produzione procapite del centro Italia di 619 kg/ab/an e quella dell’Italia di 541 kg/ab/an. Nel 2010 la produzione è inferiore a quella del 2009 di circa 1.860 t, corrispondenti ad un decremento percentuale di circa lo 0,2%. Tale diminuzione è dovuta alla contrazione dei consumi delle famiglie e alla diminuzione delle attività economiche, che influenzano la produzione dei rifiuti urbani per la parte dei rifiuti assimilati; non è da sottovalutare l’ef-

Fonte: anni 2001 - 2007: elaborazione su dati ISPRA. Rapporto Rifiuti-anni 2003-

900.000 875.000 850.000 825.000 800.000 775.000 750.000 725.000 2001

Abitanti

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2006. Anni 2008-2010: dati Catasto regionale rifiuti, applicativo O.R.So

Nel 2010 il 30% dei rifiuti prodotti deriva dalla Provincia di Ancona, con una produzione procapite di 505 kg/ab/an, il 27% dalla Provincia di Pesaro e Urbino, con una produzione procapite di 599 kg/ab/an, mentre quantità inferiori caratterizzano Macerata (19%), Ascoli Piceno (14%), Fermo (10%) con una produzione procapite rispettivamente di 477 kg/ab/an, 543 kg/ab/an e 480 kg/ab/an. Produzione totale e procapite rifiuti urbani per Provincia nella Regione Marche. Anni 2008- 2010 Produzione totale (Kg) 2010

Produzione procapite (Kg/ab*anno) 2008 2009 2010

Prov.

2008

2009

2010

2008

2009

PU

381.730

363.529

365.788

230.196.707

210.916.075

218.941.558

603

580

599

AN

476.016

476.016

478.319

254.233.395

247.509.115

241.763.606

534

520

505

MC

322.498

322.498

324.369

166.159.297

156.204.289

154.657.741

515

484

477

FM

/

176.488

177.480

/

87.220.752

85.239.730

/

494

480

AP

389.334

212.846

213.586

204.018.339

116.688.544

116.072.489

524

548

543

Regione

1.569.578

1.551.377

1.559.542

854.607.738

818.538.361

816.675.124

544

528

524

fetto trascinamento esercitato dall’introduzione del metodo di raccolta domiciliare in diversi Comuni marchigiani. Tale modalità di raccolta crea maggiore consapevolezza nei cittadini determinando atteggiamenti virtuosi. Il territorio amministrativo della Regione Marche ha subito alcuni cambiamenti nell’anno 2009, con il distacco di n. 7 Comuni e la operatività della nuova Provincia di Fermo. I dati dei rifiuti urbani dal 2009 sono calcolati con l’esclusione dei 7 Comuni della Valmarecchia. La Provincia di Fermo, istituita nel 2004 e divenuta operativa nel 2009, è composta da n. 40 Comuni che nel 2008 appartenevano al territorio della Provincia di Ascoli Piceno. I dati dei rifiuti urbani dal 2009 sono suddivisi nelle 5 Province.

1 16

Fonte: dati Catasto regionale rifiuti, applicativo O.R.So

L’esame dei dati di produzione procapite a livello comunale evidenzia notevoli differenza tra Comune e Comune, ascrivibili ad una serie di motivazioni come il computo fra gli urbani dei rifiuti spiaggiati, il verde in Comuni sedi di parco, l’alto tasso turistico in Comuni di piccole dimensioni. I Comuni con il pro-capite più elevato sono in genere quelli costieri o di montagna ad elevata presenza turistica con basso numero di abitanti residenti stabilmente. Fra questi si possono citare i casi di Gabicce Mare, Ussita e Numana che hanno una produzione pro-capite superiore ai 1000 kg/ab/an.


Confronto tra rifiuto urbano raccolto in modo differenziato con relativa percentuale e rifiuto raccolto in modo indifferenziato (tonnellate). Anni 2001-2010 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000

35, 17% 300.000 200.000

11, 9

14, 9

21%

17, 6 19, 5% 14, 9% 16, 2%

41, 30

2008

2009

2010

45%

50%

50%

N. Comuni della Prov. PU

0

0

0

N. Comuni della Prov. AN

14

10

18

N. Comuni della Prov. MC

11

14

25

N. Comuni della Prov. AP

1

2

1

N. Comuni della Prov. FM

0

1

4

N. Comuni della Regione Marche

26

27

48

Obiettivo da superare

Rifiuto indiff. RD

N. Comuni appartenenti ai Consorzi anno 2010

13 (CIR 33)

5 Coneroambiente 25 (COSMARI)

26, 53%

Fonte: Regione Marche

100.000

2006. Anni 2008-2010: dati Catasto regionale rifiuti, applicativo O.R.So.

Nel 2010, la Provincia di Macerata ha superato il valore obiettivo del 50%, fissato dalla Regione Marche per il 2010, raggiungendo il 56,50%, segue la Provincia di Ancona con il 45,06%, la Provincia di Pesaro e Urbino con il 34,18%, la Provincia di Fermo con il 33,41% e la Provincia di Ascoli Piceno con il 32,04%.

Variazioni annue della percentuale di RD. Anni 2001-2010

L’esame dei dati di RD a livello comunale mostra che la maggior parte dei Comuni non ha raggiunto gli obiettivi fissati

0 2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Fonte: anni 2001 - 2007: elaborazione su dati ISPRA. Rapporto Rifiuti-anni 2003-

Variazione 01-02

Variazione 02-03

Variazione 03-04

Variazione 04-05

Variazione 05-06

Variazione 06-07

Variazione 07-08

Variazione 08-09

Variazione 09-10

3,0%

0,0%

1,3%

1,4%

1,9%

1,5%

5,5%

8,6%

6,10%

Fonte: elaborazione dati Regione Marche.

% RD e procapite per Provincia nella Regione Marche. Anni 2008- 2009

Pesaro Urbino

RD 2009 (%) 29,35

RD 2010 (%) 34,18

Totale RD (t) 2009 61.823

Totale RD (t) 2010 74.836

RD Procapite 2009 (Kg/ab*anno) 170

RD Procapite 2010 (Kg/ab*anno) 205

Ancona

36,81

45,06

90.258

108.936

190

228

Macerata

49,02

56,50

72.065

87.383

223

269

Fermo

26,92

33,41

23.178

28.481

131

160

Ascoli Piceno

29,65

32,04

32.839

37.194

154

174

Regione Marche

35,15

41,24

280.163

336.830

181

216

Provincia

Fonte: dati Catasto regionale rifiuti, applicativo O.R.So

L’incremento della RD negli ultimi anni può essere spiegato da una molteplicità di fattori: una maggiore consapevolezza dei Comuni, l’avvio di metodi di raccolta domiciliare e non da ultimo la modifica della L.R. n. 15/97 relativa alla “Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi”. Nel 2009 è stato, infatti, introdotto un meccanismo premiale attraverso la modulazione del tributo in funzione dei risultati della raccolta differenziata; in particolare si prevede il pagamento ridotto del tributo in funzione della percentuale di superamento del livello di RD rispetto alla normativa statale, con evidenti vantaggi economici per i Comuni più virtuosi. Dal 2010 è stata, invece, introdotta l’applicazione dell’addizionale del 20% al tributo, nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata.

dalla normativa statale in materia di raccolta differenziata. Bisogna, però, evidenziare l’impegno di molti Comuni, spesso supportati dalla politica del Consorzio di riferimento, che avendo attivato la raccolta domiciliare (porta a porta) hanno raggiunto e superato i valori obiettivo stabiliti dalla normativa, e in alcuni casi hanno superato il valore obiettivo del 65%, previsto per il 2012.

ARPA Marche Via Caduti del Lavoro, 40 int. 5 60131 Ancona Tel. 071 2132720 - fax 071 2132740 arpam.direzionegenerale@ambiente.marche.it www.arpa.marche.it

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Rifiuti

Numero Comuni che hanno superato l’obiettivo di RD per Provincia. Anni 2008- 2010

Speciale

RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI La RD nel 2010 ha raggiunto a livello regionale una percentuale pari al 41,24%, con un trend crescente rispetto agli anni precedenti; in particolare nel 2009 la RD è stata del 35,17%, nel 2008 era del 26,53%, dato leggermente superiore al valore del Centro Italia pari al 22,9%. In termini assoluti, nel 2010, la raccolta differenziata è stata di 336.829 t ed è aumentata di circa 56.660 t rispetto al 2009, rimanendo comunque al di sotto dei valori stabiliti dalla normativa nazionale/regionale pari al 50% entro il 31/12/2009 e pari al 50% entro il 31/12/2010.


COSMARI

IL CONSORZIO INCREMENTA I SERVIZI OFFERTI E I SUCCESSI CONSEGUITI Avviata importante sperimentazione per l’identificazione dei sacchetti conferiti di Luca Romagnoli

Non si fermano le attività del COSMARI, Consorzio Obbligatorio per il trattamento, smaltimento e riciclo dei rifiuti dei 57 Comuni della provincia di Macerata. Con la percentuale media del 70,05% (dato del mese di aprile 2011), il COSMARI si conferma “Consorzio Riciclone delle Marche” e tra i primi in Italia. Le sue attività, recentemente, sono state oggetto di una diretta televisiva da parte del programma televisivo “Buongiorno Regione” del TG3 delle Marche e di un articolo pubblicato su “Panorama Economy” dove si parla diffusamente degli importanti risultati raggiunti dal Consorzio sia per la qualità dei servizi che per l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, nonché per le percentuali di raccolta differenziata. Panorama ha anche intervistato il Presidente Fabio Eusebi e il Direttore Giuseppe Giampaoli. Sul fronte dei servizi il prossimo 27 giugno il “Porta a Porta” sarà avviato anche a Pioraco e nel mese di luglio interesserà anche le famiglie e le attività economiche di Gualdo, Penna San Giovanni, Sant’Angelo in Pontano e Monte San Martino. Da sottolineare che il COSMARI è stato scelto dal Comune di Riccia, nel Molise, in provincia di Campobasso, per elaborare un progetto specifico di raccolta differenziata “spinta”. Infatti, a segui-

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to degli incontri avvenuti in occasione di ECOMONDO 2010, gli Amministratori riccesi hanno scelto il format del COSMARI per avviare la raccolta differenziata sul proprio territorio. Inoltre, a seguito di questi contatti, anche l’Unione dei Comuni del Tappino (composta da Campodipietra, Gildone, Jelsi e San Giovanni in Galdo) hanno deciso di aderire al progetto. Quindi, grazie al COSMARI, il “Porta a Porta” sarà, a tutti gli effetti, operativo anche in Molise, coinvolgendo oltre 12 mila cittadini. Le prime azioni di comunicazione saranno avviate già subito dopo l’estate con l’intento di coinvolgere i cittadini nella raccolta differenziata domiciliare. Anche i Comuni di Peschici, Rodi Garganico e Vico del Gargano, in provincia di Foggia, vogliono adottare il sistema del “Porta a Porta” del COSMARI ed hanno chiesto al Direttore Giuseppe Giampaoli di predisporre una specifica progettazione da adattare anche in Puglia. Entro l’estate il COSMARI, in accordo con il Comune di Tolentino, attiverà la prima “Ricicleria” della provincia di Macerata e tra le prime delle Marche e del centro Italia. Si tratta di una struttura attrezzata che andrà ad affiancare il già esistente Centro di raccolta, che sarà organizzata in maniera tale da ricevere, selezionare e valorizzare i materiali di scarto derivanti da attività domestiche

con l’intento di avviarli al riuso. Infatti, imitando altre sperimentazioni del genere, l’intento è quello di favorire il riutilizzo di ingombranti, ad esempio mobili, sedie oppure piccoli elettrodomestici o computer ancora funzionanti. In accordo e stretta sinergia con il COSMARI le famiglie di Petriolo (sono escluse le attività economiche) sperimenteranno, tra le prime in Italia ed Europa, un nuovo sistema di identificazione dei sacchetti conferiti. Questo progetto, fortemente tecnologico ed all’avanguardia è stato studiato appositamente per COSMARI dalla società Strim ed è stato brevettato insieme alla società Gar Bage. In pratica ad ogni famiglia verranno consegnati dei sacchetti “personalizzati” mediante l’applicazione di etichette identificative elettroniche “rfid”, per conferire i rifiuti secondo la metodologia finora utilizzata che non subirà nessuna modifica. All’atto della consegna, verrà richiesta la tessera sanitaria dell’intestatario della posizione TARSU o, comunque, di altro componente della famiglia. È importante l’associazione tra utenza e sacchetti che avviene mediante un apposito dispositivo portatile, in grado di leggere sia il codice dell’utente (rilevato dalla tessera sanitaria) sia tutte le etichette presenti nel rotolo del sac-


Nel mese di aprile 2011 sono stati raccolti in totale 9.962.522 kg di rifiuti di cui 6.978.426 kg di materiale differenziato e 2.984.096 kg di indifferenziato per una percentuale del 70,05%. Questi alcuni dei materiali recuperabili: carta 755.910 kg; cartone 665.160 kg; metalli 91.210 kg; indumenti usati 46.000 kg; ingombranti 360.993 kg; legnosi 190.850 kg; oli vegetali 8.410 kg; organico 2.778.390 kg; plastica 52.060 kg; scarti informatici 708 kg; verde 730.840 kg; vetro 651.300 kg; multimateriale 636.080 kg. Per aiutare tutte le famiglie servite dal COSMARI, è stato realizzato un nuovo ed utile glossario che nelle prossime settimane sarà distribuito in tutti i comuni. L’obiettivo del Consorzio è di rendere ancora più efficiente la raccolta differenziata effettuata dai cittadini. Nel glossario sono state indicate tutte le tipologie di rifiuti, che comunemente vengono prodotte nelle case, ordinate per ordine alfabetico, indicando accanto ad ogni voce il sacchetto corrispondente o, comunque, il luogo dove conferirle. Infine, il COSMARI ha espresso grande soddisfazione per la conferma delle “Bandiere Blu 2011” ai Comuni di Civitanova Marche, Porto Potenza Picena e Porto Recanati, risultato che è stato conseguito anche grazie ai parametri raggiunti dal servizio “Porta a Porta” ed alle percentuali della raccolta differenziata.

chetto. La sperimentazione riguarderà, per il momento, solo ed esclusivamente i sacchetti blu per il multimateriale leggero (plastica, alluminio, barattolame metallico) ed i sacchetti gialli per i rifiuti indifferenziati. I sacchetti che saranno consegnati alle utenze domestiche, sono uguali a quelli sinora utilizzati, completamente anonimi. L’operatore preleverà il sacchetto davanti le porte, come fa attualmente, per raccoglierlo all’interno di un automezzo che andrà a registrare, tramite apposite apparecchiature elettroniche, l’avvenuto conferimento. A questo punto, dopo lo scarico dei dati, il sistema centrale potrà effettuare tutte le elaborazioni del caso. Le finalità di questo importante ed innovativo

progetto sono molteplici. Innanzitutto, consente una verifica puntuale sulla produzione, sul conferimento e, quindi, sulla qualità dei rifiuti raccolti. Da non sottovalutare, poi, il fatto che tutte le informazioni consentiranno, una volta rielaborate, di migliorare ulteriormente il servizio del “Porta a Porta”. Inoltre, il progetto permette di ottenere la riduzione dei volumi e dei relativi costi di prelievo e trasporti, con l’ottimizzazione dell’utilizzo degli operatori e spinge noi tutti verso una produzione minore dei rifiuti, incentivando consumi domestici ecosostenibili. Infine, puntando sul senso civico di ognuno, si vuole aiutare l’utenza ad effettuare in modo più efficiente la differenziazione dei rifiuti e,

se possibile, a riconoscere i comportamenti virtuosi e rispettosi delle regole e dell’ambiente, garantendo una maggiore equità sociale.

Consorzio Obbligatorio Smaltimento Rifiuti Sede legale e operativa Loc. Piane di Chienti - 62029 Tolentino (MC) Tel. 0733 203504 - fax 0733 204014 cosmari@cosmari.sinp.net - www.cosmari.sinp.net

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Rifiuti

Fiordimonte, 86,13%; Esanatoglia, 84,36%; Apiro, 83,60%; Pievebovigliana, 83,31%; Montelupone, 82,41%; Belforte del Chienti, 81,08%; Appignano, 80,63%; San Severino Marche, 80,52%; Camporotondo, 79,88%; Matelica, 79,29%; Montecosaro, 78,52%; Castelraimondo, 78,47%; Potenza Picena, 78,04%; Petriolo, 77,85%; Recanati, 77,40%; Urbisaglia, 77,33%; Montefano, 77,14%; Morrovalle, 76,98%; Treia, 76,29%; Serrapetrona, 76,23%; Corridonia, 76,05%; Caldarola, 75,68%; Gagliole, 72,90%; Monte San Giusto, 71,90%; Ripe San Ginesio 74,98%; San Ginesio, 71,84%; Camerino, 71,13%; Sarnano, 71,04%; Tolentino, 70,47%; Mogliano, 68,59%; Colmurano, 67,88%; Loro Piceno, 67,83%; Civitanova Marche, 67,30%; Porto Recanati, 61,97%.

Speciale

Quando i numeri fanno la differenza Le percentuali di raccolta differenziata “Porta a Porta” raggiunte nel mese di aprile 2011 dai cittadini dei “Comuni Ricicloni” del COSMARI, mentre la media provinciale si è attestata al 70,05%.


PICENAMBIENTE SPA

SAN BENEDETTO DEL TRONTO VERSO RIFIUTI ZERO

Attuare una politica ambientale che porti la città verso il traguardo del 100% del riciclaggio di Agnese Mengarelli

A San Benedetto del Tronto la campagna messa in atto dall’Amministrazione Comunale insieme a PicenAmbiente Spa contro i rifiuti comincia a registrare ottimi risultati, lavorando su due binari: il primo riguarda il Porta a Porta, il secondo, la riduzione alla fonte dei rifiuti con i prodotti non imballati, ma inseriti all’interno dei distributori per eliminare plastiche e cartoni. Attualmente la differenziata è al 42%, un dato raddoppiato dal 2006 quando si attestava attorno al 21%. Per il futuro l’obiettivo è ancora più ambizioso: la città lancia la sfida dei “Rifiuti Zero”. Tra tre anni in città, infatti, i cassonetti verranno eliminati per portare la raccolta differenziata al 65%. Nel centro cittadino e sul lungomare sono già presenti le cosiddette “gabbianelle”, ossia dei punti di raccolta gestiti da PicenAmbiente, dove quotidianamente i cittadini di San Benedetto del Tronto conferiscono la propria spazzatura. Nelle intenzioni dell’Amministrazione Comunale la riduzione dei cassonetti sarà progressiva, fino all’eliminazione totale. Si tratta di un programma avviato dalla PicenAmbiente per migliorare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani e ottimizzare il sistema di riciclo. “Il nostro territorio si muove bene nella gestione dei rifiuti, non a caso una trentina di comuni, che a breve diventeranno 60, hanno raggiunto la soglia imposta dall’Unione Europea di andare oltre il 50% di raccolta differenziata - ha dichiarato l’Assessore all’Ambiente della Regione Marche, Sandro Donati - Abbiamo istituito il Premio dei Comuni Ricicloni proprio per incentivare la raccolta differenziata e lo smaltimento sostenibile dei rifiuti in modo da utilizzare meno discariche e allo stesso tempo creare meno “ferite” sul territorio. È necessario coinvolgere continuamente il cittadino con campagne di comunicazione, convegni e campagne di ascolto - ha continuato l’Assessore - San Benedetto del Tronto ha una percentuale di raccolta differenziata attorno al 42% ed è un ottimo risultato. Raggiungere il 100% è un obiettivo molto ambizioso, ma raggiungere il 55 - 60% è sicuramente un

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risultato più accessibile e realizzabile in breve tempo.” Raggiungere l’obiettivo “Rifiuti Zero” è una sfida fondamentalmente culturale per il territorio di San Benedetto del Tronto. “Dobbiamo introdurre degli elementi in grado di modificare le nostre abitudini, perché troppo spesso non ci preoccupiamo del processo - a valle o a monte - della gestione dei rifiuti. Solo se avremo consapevolezza delle problematiche, saremo in grado di modificare i nostri comportamenti; ma per fare questo c’è bisogno di una crescita collettiva culturale della città - ha sottolineato il Sindaco di San Benedetto del Tronto, Giovanni Gaspari - Abbiamo raddoppiato la percentuale di raccolta differenziata, passando dal 21% del 2006 di RD al 42% dei primi mesi del 2011 e quindi raddoppiando la quantità in soli 5 anni da 7.000 a 14.000 Tonnellate. Questo risultato ha evitato che ben 800.000 Euro finissero in discarica, contribuendo a far girare l’economia attraverso nuovi posti di lavoro e ulteriori servizi per i cittadini. Oltre alle questioni culturali, esistono degli obblighi di legge a cui dobbiamo attenerci per non incorrere in sanzioni a carico di contribuenti e amministratori. PicenAmbiente Spa e i Comuni ad essa associati hanno fatto negli ultimi 12 anni un percorso notevole, ora siamo vicini a una svolta importante per rilanciare questo territorio. Dobbiamo essere capaci di raccogliere le sfide dell’innovazione, trovare nuove soluzioni per dare una risposta importante alla questione della gestione dei rifiuti, trovando il coraggio di osare, perché restare fermi significherebbe tornare indietro in modo irreversibile.” Lo smaltimento dei rifiuti è un problema molto sentito dalle Amministrazioni Pubbliche in termini sia di costi sia di gestione. È necessario trovare sempre nuove soluzioni che permettano di garantire una gestione sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, senza rivolgersi necessariamente alle discariche o agli inceneritori.


Rifiuti

questi passaggi partecipativi, è il momento di introdurre il nuovo sistema di raccolta e nell’arco di 6 o 8 mesi intervenire nelle criticità che si sono rivelate nel corso dell’esecuzione del progetto”.

Speciale

Ne è convinto Paolo Canducci, Assessore alle Politiche Ambientali di San Benedetto del Tronto. È necessario ridurre i rifiuti alla fonte, cooperando in modo proficuo con le imprese e la grande distribuzione del territorio, per dare spazio a tutti quegli accorgimenti eco-sostenibili che consentono di ridurre la quantità e l’impatto ambientale dei packaging, nonché dei materiali e componenti stessi dei prodotti, soprattutto di quelli di largo consumo - ha osservato Canducci - Il cittadino non deve sentirsi “vittima” di un nuovo sistema di raccolta, ma “protagonista” soddisfatto e gratificato dai risultati del nuovo modo di gestire i rifiuti. Per questo motivo, prima di partire con qualsiasi innovazione, è fondamentale la comunicazione: coinvolgere la cittadinanza con riunioni e assemblee costanti e porre in essere progetti di educazione ambientale nelle scuole. Una volta eseguiti

Contrada Monte Renzo, 25 63039 S. Benedetto del Tronto - Ascoli Piceno Tel. 0735 757077 - fax 0735 652654 www.picenambiente.it - info@picenambiente.it

La PicenAmbiente Spa è una azienda mista (pubblico-privata) a maggioranza pubblica, costituita nel 1998, ai sensi della Legge 142/90, a seguito di una gara ad evidenza pubblica, dotata di propria personalità giuridica nonché di autonomia funzionale, organizzativa e gestionale. La Società, diventata operativa nel Luglio 1998 e acquisendo tutte le autorizzazioni e le iscrizioni necessarie per effettuare la gestione dei servizi pubblici locali per conto dei comuni soci, nel corso degli anni ha avuto un processo di veloce crescita dimensionale, produttiva, trasformandosi in una azienda multiutility, con l’assunzione progressiva di ulteriori attività connesse e correlate a quelle principali, tanto che oggi la PicenAmbiente svolge le proprie attività di gestione integrata dei rifiuti in 37 Comuni “Piceni”, per una popolazione complessivamente servita di oltre 160.000 abitanti residenti, raggiungendo così in breve tempo una dimensione adeguata rispetto al progetto economico che ne ha ispirato la sua costituzione, con un organico tra i 180 e i 250 dipendenti, una dislocazione delle attività in 11 sedi e unità locali e un parco automezzi specifici di oltre 170 unità. Le principali aree d’intervento e attività sono rappresentate dai servizi legati: • al servizio di gestione integrata dei rifiuti e dei servizi ambientali (raccolte dei rifiuti, igiene urbana, trasporto, stoccaggio, trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali); • alla depurazione e trattamento delle acque reflue civili ed industriali e gestione di impianti di sollevamento fognario; • altre attività minori quali la gestione di impianti di pubblica illuminazione e la gestione comprensoriale di un rifugio comprensoriale per cani. Mission La PicenAmbiente opera nella prospettiva di garantire uno sviluppo sostenibile coniugando la crescita economica con le aspettative legittime dei diversi interlocutori, rappresentando oggi uno dei principali “player” regionali leader nella gestione integrata dei servizi pubblici ambientali, con forte connotazione di impresa industriale radicata su tutto il territorio del Piceno, e che intende rappresentare un valido “partner” operativo nella gestione dei servizi pubblici locali e per la realizzazione di progetti, anche ambiziosi e qualificanti, per le Amministrazioni socie sui settori dell’Ambiente, dell’Energia, della gestione del Ciclo Integrato delle Acque e dei servizi in Global Service. Questa filosofia di fondo è espressa nella missione della società secondo le seguenti linee di sviluppo: - Conquistare una posizione di mercato che valorizzi il patrimonio di impianti, reti ed esperienza nei settori ambientali di riferimento, incrementare il valore della società e la sua capacità competitiva, cogliendo le opportunità che si presentano con la liberalizzazione dei mercati; - Realizzare un sistema innovativo di gestione dei servizi, creando sinergie, ottimizzando le risorse all’interno di un miglior rapporto costi/ qualità e assicurando ulteriori margini di crescita e sviluppo; - Coniugare la capacità di rispondere positivamente alle aspettative del mercato con l’obiettivo di fornire sempre risposte adeguate ai bisogni dei propri interlocutori, garantendo la qualità, la continuità e la sicurezza dei servizi, il rispetto dell’ambiente e un rapporto costante col territorio. - Sviluppare le attività “core business” in territori limitrofi all’area di riferimento, che presentino le potenzialità per il conseguimento di economie di scala e sinergie di scopo in un orizzonte di breve- medio periodo. Aree di attività Le aree di attività di PicenAmbiente Spazzatura sono organizzate in 4 Divisioni Operative riferite a: 1. Divisione Servizi Ecologici Integrati con riferimento alle attività di gestione integrata dei rifiuti urbani e alle attività di gestione dei rifiuti speciali e bonifiche ambientali. 2. Divisione Depurazione e fognatura 3. Energia 4. Gestione Canile Comprensoriale Nel settore della Gestione integrata dei rifiuti, PicenAmbiente Spa opera con un rilevante know how tecnico-organizzativo e gestionale svolgendo tutte le attività di: - Servizi di igiene e pulizia urbana - Servizi di raccolta e trasporto di rifiuti urbani assimilati, sia in modo differenziato che indifferenziato, attraverso l’impianto di sistemi di raccolta “Porta a Porta” domiciliare e stradale, nonché attività dirette di lavaggio e sanificazione dei contenitori per rifiuti. - Servizi di gestione di Eco Centri/Centri Comunali di Raccolta/Riciclerie/Centri di trasferenza dei Rifiuti urbani. - Attività di gestione e trattamento di impianti per rifiuti non pericolosi per la selezione, la cernita, la pressatura e l’avvio a recupero di materiali provenienti dai circuiti di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e assimilati.

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INTERAMENTE PUBBLICA AL SERVIZIO DEL SUO TERRITORIO E DEL MARCHIGIANI

Speciale

Rifiuti

SOGENUS SPA

di Edy Ceccarelli Presidente SO.GE.NU.S spa

nel futuro, in armonia e nel rispetto degli interessi pubblici e privati dei produttori, in modo particolare delle aziende marchigiane che seriamente lavorano nel ciclo dei rifiuti, pur sapendo che il mercato per sua natura è dinamico e competitivo.

SO.GE.NU.S spa dal 1989 è impegnata nella tutela dell’ambiente e per fornire a cittadini, imprese ed enti pubblici un riferimento di primo ordine per la gestione dei rifiuti, principalmente lo smaltimento di rifiuti speciali ed urbani. SO.GE.NU.S spa ha consolidato lo sviluppo del suo sistema di gestione con un percorso di eccellenza che l’ha portata inizialmente ad ottenere la certificazione ISO 9002, poi ha certificato il proprio sistema di Gestione Ambientale ISO 14001, quindi la registrazione EMAS del sito, la certificazione OHSAS 18001 relativa alla Sicurezza ed Igiene sul lavoro e, per ultimo, la certificazione SA 8000 per la responsabilità sociale d’impresa. A marzo 2007 e nel 2009 l’intero sistema di qualità integrato è stato nuovamente convalidato ottenendo la certificazione Best 4. Con la registrazione EMAS, SO.GE.NU.S spa ha voluto dare un’ulteriore conferma della sua affidabilità, trasparenza e piena collaborazione con le autorità e gli organi di controllo. Poche aziende delle Marche hanno fatto lo stesso con tanta determinazione e impegno. Come Presidente devo riconoscere che essere soci, amministrare e lavorare in un’azienda così è motivo di orgoglio, soprattutto in un settore particolarmente delicato dove non mancano esempi deplorevoli e situazioni da non imitare. È noto che SO.GE.NU.S spa ha costruito e consolidato nel tempo un rapporto con i Comuni, clienti e fornitori basato sulla collaborazione corretta e concreta. Con compagine societaria interamente pubblica dal 1° luglio 2009, essendo costituita dai Comuni di Maiolati Spontini (socio e proprietario degli impianti), Castelplanio, Castelbellino, Cupramontana, Mergo, Montecarotto, Monteroberto, Poggio S. Marcello, Rosora, Serra S. Quirico, Staffolo, Jesi, CIS srl e Anconambiente spa, SO.GE.NU.S spa desidera operare anche

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Una così importante realtà non può in alcuna maniera essere considerata un ingombro da indebolire o spazzar via per far posto a soggetti economici che con il nostro territorio non hanno un intimo legame. Qui siamo nati, cresciuti e intendiamo continuare il nostro lavoro al servizio dei marchigiani. Guardando al futuro, ai nuovi scenari all’orizzonte, ancora molto indefiniti, SO.GE.NU.S spa saprà considerare con attenzione e rispetto solo le operazioni imprenditoriali di alto profilo, in grado di offrire al mercato marchigiano servizi economici ed efficienti, in coerenza con gli interessi dei soci proprietari che per la loro natura pubblica non possono prestarsi ad operazioni confuse o velleitarie. Il settore dei rifiuti vuole trasparenza, per questo SO.GE. NU.S spa colloca la sua prospettiva di sviluppo nell’incontro e collaborazione con aziende dalle solide fondamenta che condividono progetti, obiettivi e un modo di operare serio, senza pericolose furbizie, basato sul lavoro paziente che produce ricchezza con l’onestà, caratterizzato da intraprendenza senza avventure che si traduce in comportamenti equilibrati nella sostanza, discreti nello stile. Consapevole dei mutamenti di scenario e di un’incalzante politica di liberalizzazioni e privatizzazioni, SO.GE.NU.S spa vuole mantenere il più possibile le sue caratteristiche genetiche e il ruolo avuto finora nel rispetto delle regole di mercato, della programmazione regionale e provinciale. Non strizzerà l’occhio di nascosto, come purtroppo fanno altri soggetti, ai grandi gruppi che da altre Regioni arrivano per “conquistare” le Marche.

Sede legale ed operativa: via Cornacchia, 12 60030 Moie di Maiolati Spontini (Ancona) Tel. 0731 703418 - Fax 0731 703419 Sede amministrativa: via Petrarca, 5-7-9 60030 Moie di Maiolati Spontini (Ancona) Tel. 0731 705088 - Fax 0731 705111 info@sogenus.com - www.sogenus.com


SUBISSATI SRL

SPAZI DA SOGNARE E DA VIVERE Strutture in legno sin dagli anni ’80 di Silvia Angeloni

Quando entri nell’azienda Subissati s.rl. ad Ostra Vetere (AN), hai la sensazione di trovarti in un ambiente naturale. L’intenso profumo di legno tagliato che accoglie il visitatore fa rievocare sinesteticamente immagini di boschi e foreste incontaminate. Nel viaggio che ha preceduto l’incontro si deve attraversare un buon tratto di mare azzurro, accanto agli arenili della “spiaggia di velluto” di Senigallia, per poi immergersi nelle verdi e ondeggianti colline marchigiane. L’impresa a conduzione familiare è nata nel 1963, dedicandosi alla realizzazione di strutture e coperture militari e civili. Negli anni ‘80 già indirizzava la sua attività verso le strutture in legno. Ci ha accolto Andrea Subissati, il più giovane dei quattro fratelli titolari dell’azienda, con il quale abbiamo parlato delle case in legno. Un approfondimento per capire come lavora e come questa azienda, pensa, progetta e realizza quelli che sono “sogni da vivere”. Raccontare la storia, l’evoluzione, la produzione di questa realtà è un’impresa ardua. Vanta, infatti, tra la sua produzione non solo la realizzazione di abitazioni in legno, ma molto altro. Si occupa di strutture per esterno come: gazebo; verande; pergole; capriate; portici realizzati in pino lamellare

scandinavo con coperture in tela; PVC; vetro o veri e propri solai di copertura; strutture commerciali e sportive in legno. Ha altresì avuto il copyright “Jwood” depositato dopo un intenso lavoro di ricerca dall’ing. Alberto Romagnoli e dall’Ufficio Tecnico Subissati. È un sistema in grado di collegare in modo alquanto economico e veloce le travi dei solai in legno alle travi perimetrali in calcestruzzo armato. Ha tutte le caratteristiche per fornire un nuovo standard nel montaggio dei solai in legno. Questo sistema rappresenta una grande innovazione, poiché tramite questo brevetto, si è creata una soluzione ideale al problema di base di ogni costruzione che abbina legno e cemento, fornendo una risposta certa e calcolabile alla domanda di chiarezza nel settore delle coperture e delle costruzioni di legno in genere. Ma il cuore pulsante di questa azienda rimane la casa in legno sulla quale abbiamo puntato la nostra attenzione parlandone con Andrea, cercando di cogliere le motivazioni che stanno alla base del successo aziendale. Quali sono i vantaggi di una casa in legno? Ha molteplici vantaggi rispetto agli edifici costruiti in edilizia “tradizionale”.

Il primo riguarda l’ambito ecologia e salute. La casa in legno è rispettosa dell’ambiente e delle persone che la abitano, perché il legno è l’unico materiale da costruzione che “respira”, garantendo assenza di ponti termici e rischi di condensa, grazie all’elevata permeabilità al vapore. Inoltre, può essere realizzata completamente secondo i canoni della bioedilizia, scegliendo i materiali adatti. L’altro vantaggio va individuato nelle proprietà meccaniche del legno. In particolare il legno lamellare composto da legno naturale, altresì essendo un prodotto che subisce un processo tecnologico di incollaggio a pressione che ne elimina i difetti propri del legno; è uno straordinario materiale da costruzione in quanto presenta elevata resistenza a trazione, compressione e flessione, è elastico, ha un basso peso specifico, e possiede delle ottime caratteristiche termo-acustiche, oltre ad essere di facile lavorazione. Infine, la casa in legno, se ben realizzata, è una costruzione che dura per secoli. Ne sono una testimonianza le tantissime costruzioni in legno sparse in tutto il mondo, che ancora si conservano perfettamente integre, nonostante abbiano attraversato nel corso dei secoli chissà quali avversità. La resistenza al tempo dell’edificio è strettamente connessa


ai trattamenti che vengono effettuati su quelle parti lignee che rimangono direttamente a contatto con gli agenti atmosferici e patogeni. Pertanto con piccoli e semplici accorgimenti si può tranquillamente allungare la vita di quelle parti che rimangono esposte. Inoltre le case in legno sono ignifughe e antisismiche. La resistenza del legno ai terremoti è stata più volte collaudata in Paesi ad elevato rischio sismico dell’America Latina e dell’Estremo Oriente, dove si costruisce abitualmente in legno. Le sue caratteristiche lo rendono in grado di resistere alle forze telluriche e ne fanno, per certi aspetti, il surrogato ideale dell’acciaio. A differenza di quest’ultimo, però, il legno presenta, contrariamente all’opinione comune, anche un’ottima risposta al fuoco. Anche i timori per il rischio incendi che erano ritenuti maggiori per le case in legno prefabbricate, sono ormai del tutto dissipati. È stato ampiamente dimostrato che queste abitazioni molto spesso hanno caratteristiche ignifughe superiori alle abitazioni tradizionali in calcestruzzo. L’altro aspetto da non sottovalutare è l’ottimo rapporto qualità-prezzo della casa in legno. Essa garantisce massima convenienza rispetto ad una abitazione tradizionale, sia in relazione al livello tecnologico offerto sia in fase di realizzazione ovvero per quanto riguarda i costi di manutenzione. Da non sottovalutare i vantaggi economici e la rapidità di montaggio. L’edificio in legno offre un risparmio energetico non indifferente in quanto si raggiungono tranquillamente valori di trasmittanza (0.18 W/mq K) ed elevatissimi valori di sfasamento (12/16 ore); da cui consegue che la casa risulta fresca d’estate e calda d’inverno, evitando inutili spese di

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riscaldamento e raffrescamento. Fattore non secondario è la rapidità di esecuzione e la posa in opera della casa in legno poiché la durata media di un cantiere è di soli 90 giorni. Quali sono le caratteristiche di una casa Subissati? Una casa Subissati, è una casa che viene realizzata in base alle esigenze del cliente, al quale viene affiancato un progettista architettonico. L’edificio ha una struttura portante in legno lamellare di tipo “Platform Frame” che è la tecnologia di costruzioni in legno più utilizzata e affidabile del mondo, tipica della casa americana: la costruzione procede per piani. La nostra azienda sceglie i migliori materiali in base alle prestazioni termiche che deve avere l’edificio nella zona climatica di realizzazione, per avere ottime risposte dall’involucro sia nel periodo invernale che in quello estivo, specialmente nelle nostre zone climatiche. Il prodotto offerto, i materiali usati, le modalità di lavoro e le garanzie date, costituiscono informazioni fondamentali per chi deve affidarsi ad un’azienda per un investimento importante. Tutto il processo, dalla progettazione alla realizzazione esecutiva, è sotto il

nostro controllo. L’elaborazione del progetto strutturale viene fatta in base al progetto architettonico ed è realizzata esclusivamente su misura, tenendo conto delle particolarità della struttura. Il cliente, supportato dalla nostra esperienza e dai nostri consigli, è parte attiva, anche per quanto concerne la scelta del materiale di coibentazione e delle finiture sia esterne che interne. Per quanto riguarda la durabilità, le travi che costituiscono il telaio delle pareti che saranno poi completamente rivestite da altri componenti e, quindi, non facilmente ispezionabili e controllabili, vengono sottoposte ad un trattamento in autoclave di impregnazione con sali ecologici, esenti da cromo e arsenico. Questo processo viene eseguito solitamente su travi destinate all’utilizzo esterno, garantendo pertanto l’inattaccabilità da funghi, parassiti e marcescenza che possono aggredire il legno. Prima della messa in produzione, viene elaborato un disegno esecutivo perfettamente fedele alla realizzazione futura, dove vengono evidenziati tutti i singoli particolari costruttivi. Solamente dopo l’approvazione del cliente, si procede alla lavorazione. Scegliendo una struttura Subissati, inoltre, c’è la possibilità di eseguire la pratica di deposito presso l’Ufficio sismica (ex Genio Civile Sismica) da parte di tecnici interni abilitati, e di decidere il livello costruttivo, partendo dalla struttura fornita al “grezzo” fino alla casa “chiavi in mano”. Rispetto alle Norme Tecniche di Costruzione (NTC 2008), quali sono le garanzie che deve offrire un costruttore di case in legno? Finalmente, la nuova Normativa Tecnica delle Costruzioni (NTC 2008), ha definito tutti i criteri per la progetta-


zione ed il calcolo delle strutture in legno, colmando il vuoto normativo del precedente DM del 1996 e parificando il legno a tutti gli altri materiali da costruzione come l’acciaio, il calcestruzzo ecc. Altro aspetto molto importante è che la normativa ha anche definito l’obbligo di certificazione alle aziende che progettano, producono ed installano strutture in legno, per poter garantire, identificazione, rintracciabilità e qualità dei materiali impiegati. Inoltre, sul sito del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (link http:// www.cslp.it/cslp/index.php?option=com_ sobi2&catid=25&Itemid=61)è possibile consultare tutte quelle che sono le aziende che sono possesso di tale qualificazione. Chi investe in una casa in legno, fra 10 20 anni vedrà incrementato il suo valore come quelle di mattone? Uno dei dubbi che potrebbero avere i possibili acquirenti di una casa in legno è la tenuta del valore nel tempo. Contrariamente a quanto si è soliti pensare, il valore di una casa in legno è destinato ad aumentare nel tempo. Una “preoccupazione” abbastanza diffusa è che al momento di rivendere l’abitazione, il fatto di mettere sul mercato una casa in legno al posto di un’abitazione di tipo “tradizionale” possa comportare degli svantaggi economici sostanziosi o, addirittura, una notevole difficoltà nel rivendere l’immobile. Tale timore è del tutto infondato. Anche se in Italia non esistono parametri di riferimento o studi, in altri paesi europei o extraeuropei le case in legno, vantano un grado di efficienza energetica dell’involucro decisamente superiore alla media, e questo sembra essere uno dei principali motivi per cui risultano particolarmente appetibili sul mercato immobiliare. Vendere una casa che presenta un ottimo isolamento acustico, e, quindi, capace di consumare poca energia per il riscaldamento e per il raffrescamento, è indubbiamente molto più spendibile rispetto ad un edificio che non presenta queste caratteristiche prestazionali. Del resto l’attenzione degli acquirenti ormai si sta decisamente orientando verso case capaci di ridurre drasticamente o, addirittura, azzerare i fabbisogni energetici. In tal senso, le case in legno Subissati sono da sempre in prima linea su questo fronte. Se si considera, infatti, la continua vo-

latilità dei prezzi dei combustibili da fonti fossili, generata essenzialmente dalla loro esauribilità, oltre al rischio di approvvigionamento in conseguenza delle politiche protezionistiche imposte dai Paesi produttori, si può affermare che vendere una casa in legno sarà, quindi, più facile che venderne una realizzata con sistema costruttivo di tipo normale. Ciò anche in considerazione del fatto che l’iniziale diffidenza del mercato in Italia verso queste tipologie costruttive sembra quasi definitivamente superata. Negli ultimi anni la percezione del valore delle case in legno è aumentata sensibilmente in Italia, se si pensa che fino a non molto tempo fa era difficile anche solo ottenere un’assicurazione o un mutuo per una casa in legno. Ora non è più un problema neppure in Italia, anche se ancora la cultura delle costruzioni in legno non è così diffusa come in Francia, Germania nei Paesi del nord Europa. Mi piace sottolineare che la dicitura “casa in legno” è un’espressione che non identifica un prodotto economico di scarso pregio, anzi sono molti gli esempi di abitazioni di lusso costruite utilizzando questa tecnologia che ha dimostrato di poter offrire flessibilità e grandi caratteristiche di abitabilità e salubrità. Quanto incidono le case in legno nelle riduzione delle emissioni presentate dal protocollo di Kyoto? Il protocollo di Kyoto siglato nel 2007 dalla maggioranza degli Stati per l’abbattimento dei consumi energetici e delle emissioni di gas inquinanti, impone agli Stati sottoscrittori di ridurre le emissioni di CO2. Sotto questo aspetto le case Subissati risultano essere all’avanguardia, essendo edifici che hanno un impatto energetico ridotto e, con pochi piccoli accorgimenti, possono diventare“Case Attive” ovvero edifici che producono più energia di quanta ne consumino. Dal profilo aziendale diffuso da alcuni media si rileva che gli stabilimenti Subissati sono all’avanguardia in termini di risparmio ed efficienza energetica, me ne parla sinteticamente? La nostra azienda possiede tre stabilimenti produttivi per oltre 10.000 mq di copertura: uno stabilimento è interamente dedicato alla produzione, lavorazione e finitura del legno; un

altro è preposto al taglio, alla saldatura ed alla lavorazione di elementi di carpenteria metallica; mentre l’ultimo è, adibito in parte a magazzino ed in parte alla produzione di coperture a tenda. I tre stabilimenti sono quasi autosufficienti, grazie all’impianto fotovoltaico da circa 70 Kwh recentemente installato che copre circa l’80% dei costi energetici. Obiettivo e impegno della nostra azienda è quello di riuscire entro qualche anno ad essere energeticamente autosufficienti. Quali progetti avete realizzato di recente? Negli ultimi anni la nostra azienda si è distinta per alcune costruzioni che hanno avuto particolare risalto per la loro destinazione e qualità. In particolare l’Asilo Nido di Corinaldo, da noi realizzato nel 2008, è stato premiato come il “Miglior Asilo Regionale” per la qualità dei materiali impiegati, dell’impiantistica e, principalmente, per il basso consumo energetico. Dopo il terribile sisma in Abruzzo del 4 aprile 2009, abbiamo costruito, lo scorso anno la Scuola materna “Nino Sospiri” a Villa Sant’Angelo, primo edificio scolastico costruito ed inaugurato dal Presidente della Camera Gianfranco Fini il 14 Settembre scorso. Attualmente è in corso di realizzazione, sempre in Abruzzo, un’altra struttura da adibirsi a Poliambulatorio. Avete nuove iniziative o progetti? La nostra azienda in futuro sta progettando la realizzazione dell’ampliamento degli uffici e di uno showroom di circa 600 mq: il tutto nell’ottica della ecocompatibilità e dell’autosufficienza energetica. Guardando oltre, immaginiamo che la nostra Società possa diventare sempre di più un punto di riferimento nel mercato edilizio nazionale, mantenendo però quell’attenzione al cliente e quella cura dei dettagli che da sempre ci contraddistinguono. Al momento del congedo, dopo aver effettuato l’intervista, Andrea Subissati, ha salutato frettolosamente, dovendo certamente correre verso nuove mete, nuovi progetti, per una nuova casa calda accogliente, avvolgente e soprattutto ecologica. Chi avesse in mente di progettare una casa in legno può visitare il sito: www. subissati.it.

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SPAZI PER SOGNARE ... E APPRENDERE

Subissati S.rl. Via F.lli Lombardi n. 2-6 - S.P. Arceviese km 16,600 - 60010 Ostra Vetere (An), Italy Tel. 071 96 42 00 - 071 96 42 83 - Fax 071 96 50 01 - e-mail: info@subissati.it


SALVAGUARDIA DELLA BIODIVERSITÀ

HERPETHON: MARATONA ERPETOLOGICA Tappa all’Orto Botanico della Selva di Gallignano (AN) di Agnese Mengarelli

Da sempre l’Uomo è spaventato da ciò che non conosce: l’ignoto genera paura. Ci sono animali che, loro malgrado, rappresentano e determinano sensazioni spiacevoli e piuttosto negative. Rettili e anfibi sono i primi nelle classifiche delle zoofobie, proprio perché ricchi di significati simbolici, culturali e religiosi. Per superare le paure è necessario, però, affrontarle attraverso la conoscenza. Nonostante siano fra i più importanti rappresentanti della biodiversità animale, e spesso siano anche rilevanti indicatori ambientali, questi vertebrati sono spesso oggetto di vere e proprie persecuzioni, nonché di catture, stermini e commerci per gli usi più disparati. La Societas Herpetologica Italica ha organizzato un ciclo di conferenze in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, dal titolo HerpeThon, per far conoscere al grande pubblico la bellezza e l’importanza di rane, rospi, raganelle, salamandre, serpenti, lucertole, testuggini e coccodrilli, descrivendone le gesta e le peculiarità attraverso il racconto e la viva voce di ricercatori erpetologi impegnati sul campo. L’iniziativa, che prevede 34 conferenze per tutto il 2011 in gran parte delle

regioni italiane, ha fatto tappa anche nelle Marche. La Sezione regionale dell’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Scienze Naturali (ANISN), in collaborazione con i docenti della Facoltà di Scienze e della Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche ha aderito all’iniziativa, coinvolgendo gli studenti dell’ITIS “G. e M. Montani” di Fermo in un “incontro ravvicinato” con rettili e anfibi all’Orto Botanico della Selva di Gallignano, l’area faunistica protetta di circa 5 ettari che si trova ai piedi del piccolo centro abitato di Gallignano di Ancona. L’incontro, che si è tenuto lo scorso 29 Aprile, in occasione del “Save the Frogs Day”, è stato un momento significativo di conoscenza e di riflessione nel quadro dell’educazione ambientale. Secondo la teoria evoluzionistica anfibi e rettili possono essere considerati i nostri progenitori. Circa 400 milioni di anni fa i vertebrati vivevano esclusivamente in acqua, poi man mano si sono adattati a vivere sulla terra e in aria e gli anfibi sono stati tra i primi animali a modificare la propria struttura interna. Ancora oggi, infatti, gli anfibi nascono nell’acqua per poi vivere sia in acqua che in terra.

Si hanno le prime notizie degli anfibi circa 370 milioni di anni fa grazie ai fossili rinvenuti nei fondali palustri. Già a quell’epoca si differenziano dai pesci in quanto erano in grado di salire sulla terra ferma mediante quattro arti rudimentali. Da questo momento la loro evoluzione fu incessante, favorendo la nascita di nuove specie sempre più specializzate, presenti in numero elevatissimo e con dimensioni che potevano toccare i 4 metri. Nel Carbonifero, grazie allo sviluppo della vegetazione, gli anfibi occuparono tutte le terre e iniziarono a deporre uova sulla terra ferma, portando alla nascita i primi rettili, che si espansero sia a livello numerico che di specie, in quanto privi di rivali sulla terra ferma. Con il raffreddamento della temperatura molte specie morirono e resistettero solo quelle in grado, almeno in parte, di regolare la propria temperatura. La maggiore conquista fu, infatti, il raggiungimento dell’omeotermia, ovvero la facoltà di termoregolarsi autonomamente. Nell’Era Mesozoica rettili, pterosauri e dinosauri ebbero il maggior splendore, mentre alla fine del Cretaceo molte specie si estinsero e dopo le glaciazioni

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solo le 6.000 specie, che resistono ancora oggi, sopravvissero. Nel corso della conferenza, il Prof. Vincenzo Caputo, Docente di Anatomia Comparata e Citologia presso l’Università Politecnica delle Marche, ha presentato le specie più significative degli anfibi e dei rettili delle Marche, sottolineando l’importanza della loro conservazione per la salvaguardia della biodiversità. Da questo punto di vista, l’Italia è molto ricca di specie endemiche a causa della sua complessa storia paleo-geografica e paleo-climatica; le Marche, in particolare, occupano un ruolo chiave come snodo biogeografico fra le regioni settentrionali e meridionali della nostra Penisola. “A tutt’oggi, però, mancano strumenti essenziali per una corretta conservazione della fauna erpetologica regionale, quali un atlante di distribuzione e una legge a tutela della “piccola fauna” - sostiene il Prof. Caputo - Sarà dunque cruciale promuovere una capillare conoscenza della biodiversità di questi vertebrati, anche allo scopo di individuare le aree e gli habitat che richiedono una parti-

colare protezione.” Grazie alle loro peculiarità biologiche, gli anfibi e i rettili sono ottimi indicatori ecologici e biogeografici di cui è indispensabile tener conto in qualsiasi analisi ambientale. La particolare biologia rende questi vertebrati sensibili alle alterazioni del proprio habitat, tanto da far temere per una loro sopravvivenza a lungo termine. Anche zone di distribuzione di ridotta estensione o frammentate rendono questi animali particolarmente vulnerabili. Ciononostante, sono fra i vertebrati con il maggior numero di strategie riproduttive e rappresentano una parte rilevante, talora maggioritaria, di interi ecosistemi. La scoperta di nuove specie di anfibi e di rettili continua tutt’oggi, anche se spesso è accompagnata dalla constatazione di preoccupanti fenomeni di estinzione. La Rana Italica e l’Ululone dal Ventre Giallo sono due specie molto preziose dal punto di vista della biodiversità, proprio perché uniche e presenti solo nelle nostre terre. Una volta perse in Italia, saranno perse in tutto il pianeta. La divulgazione naturalistica e l’edu-

cazione ambientale diventano, quindi, strumenti di conservazione indispensabili, al pari di una legislazione più adeguata e di azioni dirette sul territorio. La parte che ha riscosso più successo tra i ragazzi è stata sicuramente l’attività sul campo, svolta presso lo stagno dell’Orto Botanico di Gallignano, dove è stato possibile verificare e riflettere sulle strette relazioni ecologiche che si stabiliscono negli eco-sistemi, di cui anfibi e rettili sono una componente essenziale. Iniziative come queste sono fondamentali per sfatare i falsi miti che circondano animali particolari come rettili e anfibi, sottolineandone nel contempo l’importanza per la conservazione. È indispensabile, infatti, suscitare interesse e curiosità, poiché il coinvolgimento emotivo è una leva importante per rendere partecipi cittadini e studenti della necessità di diventare soggetti attivi nei confronti della tutela della biodiversità.

Save the Frogs Day. Salviamo le rane! Il 29 aprile scorso è stata la giornata mondiale degli anfibi, gli animali più a rischio del pianeta. Il declino delle popolazioni è inarrestabile, 6.485 specie sono sull’orlo dell’estinzione e dal 1980 il pianeta ha perso circa 200 specie. La distruzione e l’alterazione delle zone umide, l’inquinamento, l’introduzione di specie esotiche, la diffusione di malattie specifiche e la scarsità dei siti di riproduzione sono solo alcune delle cause che ne stanno determinando la scomparsa. Per quanto riguarda l’Italia, secondo la Lista Rossa dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUNC), l’11% delle specie rientra nella categoria “minacciato criticamente”, l’11% nella categoria “minacciato” ed il 21% nella categoria “vulnerabile”. “Save the Frogs Day” è un evento organizzato in tutto il mondo proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche e sulla situazione attuale di questo gruppo di vertebrati. Salvare questi animali è fondamentale per la biodiversità. Oltre a pulire l’acqua dalle alghe, infatti, le rane e gli altri anfibi mangiano diversi tipi di insetti e sono essi stessi un importante anello della catena alimentare. Inoltre, grazie alla loro pelle che assorbe facilmente sostanze chimiche potenzialmente dannose, sono degli ottimi bio-indicatori degli equilibri dell’ambiente che li circonda.

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MANIFESTAZIONI E CONVEGNI

Grottammare, 19-21 maggio 2011

“NUOVE ENERGIE” La Regione Marche protagonista della 9a Edizione della Rassegna di Agnese Mengarelli

È stato un grande successo di pubblico le 4 giornate dedicate alle fonti di energia rinnovabile, all’efficienza e alla sostenibilità, che si sono tenute a Grottammare (AP) dal 19 al 21 Maggio. Giunta alla 9a edizione, la rassegna “Nuove Energie” è stata un’occasione di conoscenza e di confronto sulle nuove tecnologie energetiche. “Grottammare delle Nuove Energie” nasce nel 2003 da un’idea di Claudio Ciavaroli, il presidente dell’Osservatorio Nazionale Nuove Energie (ONNE) scomparso nel 2006, con lo scopo di diffondere soluzioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per l’efficienza negli usi finali. Sono convenuti oltre una trentina gli esperti, circa 300 i partecipanti ai panel di discussione e nell’ordine di diverse centinaia le visite alla Sala del “Kursaal” sul Lungomare Nord di Grottammare dove hanno avuto luogo numerosi incontri, dibattiti e mostre, durante i 4 giorni dell’evento. La Regione Marche è stata protagonista della seconda giornata, che è stata dedicata ai temi dell’ambiente e delle energie rinnovabili nel territorio marchigiano. Durante la Conferenza Regionale “Stato dell’ambiente, governo del territorio, energia sostenibile” è stato tracciato lo stato dell’arte della situazione energetica della Regione Marche. Dopo i saluti del Sindaco di Grottammare Luigi Merli, la dottoressa Katiuscia Grassi del Servizio Territorio Energia della Regione Marche, ha presentato il “Rapporto sullo stato dell’ambiente delle Marche. Focus 2010 su mobilità, aria, energia, acqua, rifiuti”. (Per un’analisi più approfondita di tale Rapporto si veda l’articolo di pag. 6 di questo numero

Ambiente Marche News.) Il dottor Maurizio Ferretti del Dipartimento per le Politiche integrate per Sicurezza e Protezione Civile della Regione Marche, ha trattato il tema dei cambiamenti climatici nel territorio, ponendo l’attenzione sugli eventi meteorologici estremi e sulla gestione dell’emergenza. A livello nazionale sono state registrate delle tendenze che non possono essere sottovalutate, come: - Temperature medie, minime e massime tutte in deciso aumento; - Precipitazione totale in lieve diminuzione (forse maggiore al nord), ma “tropicalizzazione” dei regimi di pioggia; - Aumento del rischio di periodi siccitosi, soprattutto se si tiene conto dei fabbisogni irrigui, sempre in aumento; - Ghiacciai alpini in decisa diminuzione, sia per l’aumento della temperatura che per la diminuzione della precipitazione. Le stesse tendenze, pur con particolarità di carattere regionale sono state riscontrate anche nel nostro territorio, infatti si confermano: - l’aumento delle concentrazioni di CO2; - l’aumento delle temperature; - la diminuzione delle precipitazioni; - la “tropicalizzazione” dei regimi di pioggia. I principali fattori di emissione di CO2 sono dovuti al trasporto su strada, alla produzione di energia e al riscaldamento domestico. Da un confronto tra i dati annuali di precipitazione dal 1950 al 1989, invece, si è notato un trend significativo decrescente, nella maggior parte dei casi tra il 10% e il 30%.

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A partire dagli anni ’90, nelle Marche si è registrato un notevole aumento per quantità e per estensione di fenomeni meteorologici estremi, basti pensare all’ondata di calore dell’estate 2003, durante la quale un aumento anomalo delle temperatura in Europa, rispetto alla media del periodo 1961-1990, ha causato l’aumento del 30% dei decessi tra gli over 75. Anche il 2007 è stato un anno particolarmente caldo, in quanto ha visto un’anomalia di precipitazioni durante l’autunno e l’inverno rispetto al trentennio 1961-1990. Per studiare i cambiamenti climatici a livello numerico si usano i Modelli Climatologici Globali (AOGCM), che sono composti dai Modelli di Circolazione Generale dell’Atmosfera (AGCM) e dai Modelli di Circolazione Generale dell’Oceano (OGCM). Questi modelli presentano una risoluzione orizzontale di circa 300 km ed una risoluzione verticale di 1 km; le versioni più aggiornate arrivano fino a 100 km. Vi sono poi Modelli Regionali (RCM), che sono modelli a fisica più completa innestati sui modelli di scala globale, la cui risoluzione sale a 25-50 Km. I modelli climatici, per poter simulare degli scenari futuri necessitano: - del bilancio energetico del sistema climatico; - delle emissioni di CO2 globali; - della crescita demografica; - del tipo di economia; - degli scambi commerciali; - delle fonti di energia più utilizzate. I modelli climatici rappresentano strumenti preziosi per capire i cambiamenti in atto, rispondere con prontezza alle emergenze e adattarsi alle nuove situazioni. La velocità con cui stanno avvenendo i cambiamenti climatici è notevole: gli ultimi decenni appena trascorsi e le proiezioni per i prossimi anni evidenziano sia un progressivo peggioramento della situazione sia l’intensificarsi di eventi estremi, per la cui velocità servono risposte significative immediate. Inoltre, vi è un importante aspetto di percezione: la forte antropizzazione, le esigenze e le aspettative sempre crescenti della popolazione stanno aumentando la differenza tra percezione dell’evento ed l’evento oggettivo stesso. La migliore gestione dell’emergenza rimane comunque la mitigazione del rischio attraverso la prevenzione, che si costruisce attraverso il rispetto delle normative, la consapevolezza e la cultura del territorio da parte delle istituzioni e dei cittadini. La relazione del Dottor Mario Smargiasso, Dirigente Regionale di Difesa del suolo e Risorse idriche, ha posto l’attenzione sulla drammatica situazione dei fiumi della nostra Regione. L’accentuato sviluppo edilizio nelle aree prossime ai corsi d’acqua ha causato una forte limitazione delle aree di po-

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tenziale allagamento controllato e forte alterazione delle dinamiche idrologiche naturali. Inoltre è stata segnalata negli anni una progressiva rarefazione del presidio minuto del corpo fluviale e dei versanti prospicienti. In altre parole il fiume non riesce più ad esprimersi. Con la Delibera della Giunta Regionale n. 548 del 16 Aprile scorso, recante le linee guida per la gestione dei corsi d’acqua, si è voluto dare una risposta concreta alle problematiche che insistono sulla rete idrografica regionale, attraverso: - l’individuazione dell’unità omogenea; - interventi di tipo selvicolturale (vegetazione riparia specializzata); - la manutenzione delle opere idrauliche longitudinali e trasversali; - la manutenzione delle altre opere in concessione; - la manutenzione delle sponde naturali; - la valorizzazione del materiale litoide e della massa legnosa residuale provenienti dalla manutenzione; - l’attività di controllo e di polizia idraulica. Per quanto riguarda l’aspetto urbanistico, è necessario l’accertamento della “compatibilità” idraulica delle trasformazioni territoriali (anche per le aree di recupero e riqualificazione urbana nell’ottica di una progressiva riduzione o diminuzione dello specifico rischio) per le quali è richiesto il controllo del carico idraulico in modo da evitarne l’incremento rispetto allo stato attuale e un pregiudizio per la sua riduzione, anche futura, prendendo in considerazione una preventiva valutazione della necessità di realizzare opere “strutturali” di mitigazione a beneficio anche del costruito attuale. Nella progettazione, inoltre, dovrebbe essere sempre presente il principio di “invarianza idraulica” delle trasformazioni territoriali (anche derivanti da recupero e riqualificazione urbana) per le quali sono richieste misure compensative rivolte ad assorbire o compensare la “perturbazione/incremento” dei deflussi superficiali derivanti dalla maggiore o comunque diversa impermeabilizzazione delle superfici. L’intervento di Antonio Minetti, Dirigente Regionale del Servizio Territorio Ambiente, ha sottolineato l’importanza di un nuovo tipo di Governo del Territorio, in quanto il modello attuale presenta troppe criticità che ci allontanano dagli standard europei. Il paesaggio, nonostante rappresenti un ottimo motore per lo sviluppo turistico della Regione, viene continuamente deturpato, con la più totale indifferenza per la biodiversità e la bassa qualità architettonica delle costruzioni, sia pubbliche che private. Le infrastrutture per il trasporto non sono sufficienti alla mole di traffico che dovrebbero sostenere e i sistemi urbani presentano una preoccupante inefficienza energetica. Per tutti questi motivi è necessaria una serie di interventi che


preveda una riqualificazione urbana in grado di consumare meno suolo e di dare una risposta al “mercato grigio” delle abitazioni, attraverso il social housing. Efficienza energetica, verde urbano e qualità architettonica sono solo alcuni degli interventi per tutelare le nostre eccellenze paesaggistiche. La Riforma del Governo del Territorio necessita di un forte cambiamento culturale e di un approccio multidisciplinare per elevare la qualità con scenari nuovi, prodotti da modelli vincenti. Fondamentale è anche il reperimento di risorse finanziarie, per le quali sono necessarie manovre di “ingegneria finanziaria” per la riqualificazione urbana. Il tutto dovrà avere un’ottica europea attraverso la concentrazione e l’aggregazione di molti Comuni, in grado di superare il campanilismo tipico dei territori marchigiani. Nel pomeriggio il tavolo mattutino è stato arricchito dalla discussione su “Le politiche energetiche regionali: attuazioni e prospettive”, alla quale hanno preso parte il Dirigente Regionale del Servizio Territorio Ambiente Energia, Antonio Minetti; il Consulente Green economy della Regione Marche, Raffaele Cerulli; l’Amministratore Unico di Sviluppo Marche SpA, Fabrizio Costa, che ha illustrato la via per un progetto di rete europea nel campo delle politiche energetiche sostenibili, e Alessia Del Mastro dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE)della Provincia di Ancona, che ha spiegato le opportunità nel settore edilizio del Protocollo Itaca, strumento di certificazione energeticoambientale della Regione Marche. I lavori della giornata sono stati chiusi dall’Assessore regionale all’Ambiente, Sandro Donati, che non ha nascosto le

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difficoltà di rapporto politico con il Governo nazionale, sia in merito ai finanziamenti per i recenti danni dell’alluvione, sia in relazione al Decreto Romani per ciò che riguarda gli incentivi alle fonti rinnovabili. “Affrontare e superare la crisi attuale significa progettare e creare un nuovo modello economico capace di dare risposte alle nuove domande, rafforzare la coesione sociale e valorizzare i territori e le sue produzioni: tutto ciò si chiama Green Economy. - ha affermato Donati - Che nei giorni scorsi sulla stampa si parlasse di un distretto della Green Economy qui nell’ascolano assume quindi un significato ancora più positivo”. Citando poi i casi di API, Sadam di Jesi e Fincantieri, l’Assessore ha ricordato il ruolo economico chiave in termini di ripresa per queste politiche energetiche, “affinché l’economia verde sia volano di ripresa occupazionale”. La Rassegna con il passare degli anni ha creato un coinvolgimento crescente di istituzioni, attori economici, associazionismo e cittadinanza, tessendo reti, diffondendo informazioni e saperi e offrendo un contributo, al servizio di tutto il territorio, per il radicamento di un nuovo modello energetico e sociale. L’obiettivo, quindi, è di darsi appuntamento già in autunno con un nuovo meeting dedicato alla cosiddetta “democrazia energetica”, con interessanti esperienze di gruppi d’acquisto energetico e di autoconsumo organizzati dal basso, iniziando a lavorare già nelle prossime settimane per l’edizione 2012, per poter festeggiare degnamente il proprio decennale, con sempre maggiori e appassionanti stimoli per il buon governo del territorio in tema di ambiente, risparmio energetico e sostenibilità.

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