CN/CONV/0969/2010
19
N째
APRILE 2011
INDICE Provincia di Pescara Pianificare oggi per garantire il futuro sostenibile L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Pescara, propone una riflessione a 360° sulle tematiche: rifiuti, educazione ambientale, energia e mobilità di Alberto Piastrellini
p.
4
Provincia di Chieti Riflessioni su rifiuti ed energia Per l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Chieti la parola d’ordine è Programmazione di Agnese Mengarelli
p.
7
Gestione rifiuti Dal tavolo tecnico tra Regione, Province, Consorzi Comprensoriali/Società Spa e Gestori degli impianti Al via la programmazione annuale e dei flussi dei rifiuti in Abruzzo Presentate la mappa delle criticità e la ricetta per tamponarle di Silvia Barchiesi
p.
10
Consorzio Comprensoriale Smaltimento Rifiuti Lanciano Il Consorzio Comprensoriale Smaltimento Rifiuti Lanciano si trasforma in S.p.A. Nasce ECO.LAN S.p.A. Efficacia, efficienza ed economicità le mission del nuovo modello gestionale
Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 3 al n. 4 Aprile 2011 di Regioni&Ambiente
di Silvia Barchiesi
p.
12
p.
14
ACIAM SPA Comunicazione Ambientale: una scelta che paga Aciam S.p.A. e l’investimento sulla comunicazione di Germano Contestabile
PROVINCIA DI PESCARA
PIANIFICARE OGGI PER GARANTIRE IL FUTURO SOSTENIBILE L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Pescara, propone una riflessione a 360° sulle tematiche: rifiuti, educazione ambientale, energia e mobilità di Alberto Piastrellini
Mario Lattanzio, Assessore provinciale all’Ambiente, Caccia e Pesca, Protezione Civile, Terremoto e Sanità
Sviluppata su una superficie di 1.224 km2 (46 Comuni ed una densità media di 255 ab/km2), la Provincia di Pescara è la meno estesa fra le 4 abruzzesi, tuttavia, con i suoi 312.184 abitanti, ospita il centro urbano più popolato, d’Abruzzo: Pescara. Caratterizzato da una forte attività antropica (soprattutto industriale e commerciale, il territorio della Provincia offre una suggestiva variabilità orografica e paesaggistica, dai monti al mare, ed è interessata da un sistema di Parchi, Riserve ed Aree protette, molte delle quali in comune con le Province confinanti (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Nazionale della Majella; Riserva naturale Pineta di Santa Filomena, Riserva naturale Valle dell’Orfento I, Riserva naturale Valle dell’Orfento II, Riserva naturale Lama Bianca di Sant’Eufemia a Majella, Riserva naturale Piana Grande della Majelletta; Riserva naturale controllata Lago di Penne, Riserva naturale di interesse provinciale Pineta Dannunziana, Riserva naturale guidata Sorgenti del Fiume Pescara, Riserva regionale Voltigno e Valle d’Angri). Per saperne di più e meglio conoscere le strategie dell’Amministrazione provinciale sulle tematiche ambientali, abbiamo intervistato Mario Lattanzio, Assessore provinciale all’Ambiente, Caccia e Pesca, Protezione Civile, Terremoto e Sanità.
4
Assessore, quello di Pescara è certamente il territorio provinciale più urbanizzato d’Abruzzo e quello in cui gli apporti antropici fanno più sentire il loro peso in termini di emergenze e problematiche ambientali. Può farci il quadro della situazione? Fra le emergenze che più interessano il territorio di mia competenza, quella più evidente, e che, guarda caso, è una problematica piuttosto diffusa nel territorio regionale, è la gestione dei rifiuti urbani (RSU). La dinamica, a livello regionale, in verità, sta andando verso l’emergenzialità, malgrado da tempo siano state attivate azioni e pianificazioni volte al superamento del conferimento in discarica. Per quanto riguarda la provincia di Pescara, il problema principale è la mancanza di un impianto di compostaggio. Tale assenza comporta che molti Comuni del territorio continuino a portare fuori regione la frazione organica dei propri RSU, pagando l’aggravio dei costi di smaltimento. Allo stato attuale, come Amministratori, stiamo valutando ipotesi di pianificazione tecnica e giuridica affinché si pervenga ad una definizione dei luoghi deputati a ricevere queste tipologie di impianti che, ricordo, non sono pericolosi per le comunità umane e contribuiscono, con il compost prodotto, all’arricchimento dei suoli, senza attingere dai prodotti dell’industria chimicofarmaceutica. Per chiudere con questo primo aspetto delle problematiche che insistono sul nostro territorio, stiamo valutando di produrre a breve una delibera che individui i siti da dedicare a questa tipologia di impianti nella provincia di Pescara. Un’altra complicazione con la quale quotidianamente siamo chiamati a fare i conti è quella relativa alla gestione dei principali corsi d’acqua di cui il fiume Pescara costituisce la problematica più evidente. Dalle sue sorgenti, site in località Popoli, sino alla foce, presso il porto di Pescara, tutta l’asta fluviale è caratterizzata da una forte urbanizzazione e dalla presenza di attività industriali su ambo le sponde. Probabilmente, oggi paghiamo lo scotto di una improvvida e reiterata malgestione del territorio da parte di molti enti locali che hanno accordato concessioni edilizie e permessi per attività industriali troppo a ridosso dell’asse fluviale, ingenerando tutta una serie di dinamiche di rischio da inquinamento ed idrogeologico. Con la Regione, stiamo lavorando ad una serie di interventi tesi alla mitigazione dei rischi idrogeologici, per
evitare nel futuro quanto accaduto pochi giorni fa nei vicini territori di San Benedetto del Tronto (Marche) e della provincia di Teramo. Una complicazione, però, è rappresentata da “paletti” di tipo autorizzativo, dal momento che alcune delle aree interessate da eventuali interventi, coincidono, solo in parte con Siti di Importanza Comunitaria (SIC) dove è pressoché impossibile effettuare qualsivoglia intervento strutturale, stante le prescrizioni del comitato che rilascia la Valutazione di Impatto Ambientale. Proprio nel tratto iniziale del fiume Pescara, in località Popoli, abbiamo la necessità di effettuare una serie di interventi già finanziati per circa 800.000 euro che, tuttavia, non riescono a partire proprio per le prescrizioni di cui accennavo poc’anzi. Appare un po’ contraddittorio che per salvaguardare un aspetto della biodiversità locale (nella fattispecie la “lampreda di fiume”, lampetra planeri), non si riesca a porre in atto quegli interventi che, adeguatamente compiuti, potrebbero mitigare eventuali rischi idrogeologici a carico dello stesso territorio e dell’uomo che vi opera. Mi auguro che queste difficoltà possano essere superate, anche in considerazione degli ingenti investimenti cui si dovrebbe mettere mano in caso di incidente e, proprio per questo, abbiamo richiesto una revisione dei SIC, tenendo presente le mutate esigenze del territorio dalla data della loro istituzione. Tornando alla questione rifiuti c’è da dire che l’Abruzzo, negli ultimi anni, ha fatto molto per allineare i propri standard di raccolta differenziata alle più virtuose medie nazionali e molti comuni della “Regione Verde d’Europa” hanno addirittura superato le più rosee aspettative. Come si inserisce la Provincia di Pescara in questo percorso e quali risultati sono stati raggiunti? Purtroppo la media locale di RD non supera il 20% e, in questo senso, siamo molto distanti dal target nazionale. Resta, però, il fatto che a tutt’oggi molti Comuni non effettuano la RD per via degli alti costi di gestione che non possono essere sopportati dai bilanci locali. Stante la necessità di ridurre i quantitativi di rifiuti che finiscono in discarica (e proprio in Abruzzo molti impianti stanno esaurendo il loro ciclo di vita), occorrerebbe intervenire affinché le diverse tipologie di materiali possano essere facilmente captate e recuperate/riciclate in loco onde conseguire l’abbattimento dei costi di trasporto. In questo senso, intervenire con appositi impianti per il trattamento delle frazioni organiche locali, contribu-
irebbe parecchio ad alleggerire la spesa dei Comuni della provincia. Questo significa fare pianificazione e proprio la pianificazione rientra fra i compiti delle province; non a caso, sin dal mio insediamento ho cercato di mettere mano al Piano Provinciale dei Rifiuti per individuare i siti migliori dove allocare risorse e tecnologie impiantistiche dedicate. L’iter è iniziato da tempo e spero che entro giugno possa giungere al suo compimento. Inoltre, abbiamo attivato appositi percorsi di sensibilizzazione nelle scuole in collaborazione con Agenda 21 che ci aiuta nella gestione e nell’animazione di ulteriori incontri organizzati nelle diverse zone della Provincia. Tema principale degli incontri, ovviamente, la corretta raccolta differenziata e l’utilizzo dei materiali riciclati. Quello dell’educazione ambientale, in generale, e della gestione sostenibile dei rifiuti urbani, in particolare, è tema che mi sta particolarmente a cuore e credo fortemente nelle azioni di educazione e formazione soprattutto delle giovani generazioni. Mi lasci ricordare che una delle mie competenze riguarda il terremoto ed allacciandomi ai recenti fatti di cronaca relativi al grande sisma in Giappone, immagino, per il futuro, che anche in Italia nei programmi scolastici vi sia spazio per materie alternative che riguardino l’educazione civica in tutte le sue manifestazioni, financo la corretta gestione dell’ambiente e la gestione dei rischi. Assessore, lei ha accennato, poc’anzi, alla necessità di educare all’utilizzo dei materiali e dei prodotti riciclati. In Europa esiste una apposita regolamentazione, recepita anche in Italia, seppur tardivamente che obbliga le Pubbliche Amministrazioni ad una precisa percentuale di Acquisti Verdi per le proprie forniture. Qual è lo stato dell’arte nella Provincia di Pescara? Stiamo cercando di spingere il pedale in questa direzione, organizzando una serie di Convegni con la Società pubblica CONSIP, con l’obiettivo di implementare la quota di Acquisti Verdi nelle PP.AA. Tuttavia, devo riconoscere che questa sensibilità non è ancora del tutto maturata negli Enti Locali e c’è ancora molto da lavorare sui Dirigenti locali per far capire i vantaggi economici ed ambientali di questo mercato. Parliamo di energia. Quanto consuma il territorio pescarese e come si intende procedere a livello loca-
5
le per soddisfare il fabbisogno energetico attraverso le fonti rinnovabili? Considerando la forte densità di popolazione e la concentrazione di attività industriali e commerciali, il consumo del territorio è piuttosto elevato. Però, devo riconoscere che la presenza del fotovoltaico è piuttosto diffusa, anzi, negli ultimi tempi si è assistito ad un vero e proprio boom di applicazioni, tanto a terra, quanto sui tetti degli edifici. In questo senso, abbiamo spinto per iniziative di produzione energetica sui tetti degli edifici scolastici Su quest’ultimo aspetto, tuttavia, urge una programmazione condivisa ed un sistema di regole chiare, perché è ovvio che il solare è una fonte pulita, però non si possono deturpare ed impoverire suoli e territori vocati a produzioni agricole di eccellenza, come certi vigneti delle nostre colline, per favorire grossi impianti gestiti privatamente. In effetti, quella dell’energia è una delega che non mi compete direttamente, consideri, tuttavia, che fra i compiti delle Province ci sono le dinamiche di pianificazione, autorizzazione e controllo. Ebbene, stiamo lavorando molto sul primo punto, cercando di coinvolgere gli Enti Locali e favorire una maggior sensibilità ed attenzione sui tanti risvolti economici ed ambientali del risparmio energetico, dell’efficienza in edilizia e dell’utilizzo di energie rinnovabili. Anche la mobilità non rientra fra le sue responsabilità specifiche, tuttavia non si può non riconoscere ai trasporti pubblici e privati una forte responsabilità sulla qualità dell’aria e della vita nei centri urbani di cui l’ambiente è comunque espressione. Come sta lavorando la Provincia per tendere verso una mobilità più sostenibile? Come Capoluogo di provincia e principale centro commerciale, politico ed industriale del territorio, è ovvio che su Pescara si dirigono confluiscono tutti i flussi di traffico del territorio, cui si assomma l’afflusso turistico nel periodo estivo con prevedibili conseguenze. Per favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici, soprattutto da parte dei dipendenti pubblici pendolari, abbiamo sottoscritto degli accordi con le Società che si occupano di trasporto pubblico locale e regionale; abbiamo anche ottenuto un finanziamento agevolato per favorire programmi di mobilità sostenibile. Una difficoltà concreta è rappresentata dalla limitatezza e dalla vetustà della rete ferroviaria locale che, adeguatamente sviluppata, potrebbe essere una valida alternativa al mezzo di locomozione privato.
6
Pensi che la tratta Popoli-Pescara, molto frequentata dai pendolari, ha tempi di percorrenza che sfiorano l’ora e un quarto! Non si può pretendere che i lavoratori subiscano queste lungaggini e poi lamentarsi se ci sono troppe auto in circolazione. Purtroppo, di fronte alle difficoltà del trasporto ferroviario, le nostre azioni sono parecchio limitate e lo scoglio principale è la storica mancanza di fondi adeguati. Anche sulla tratta Pescara-Sulmona, la possibilità di avere una sorta di metropolitana di superficie potrebbe avere effetti positivi sulla riduzione del traffico veicolare e la qualità della vita dei cittadini che per lavoro sono costretti a spostarsi quotidianamente. Di carne al fuoco ce n’è tanta, non lo metto in dubbio, però la nostra amministrazione, pur nelle difficoltà economiche e gestionali del momento, sta puntando molto sulla programmazione e sulla pianificazione a lungo termine e sono convinto che questa sia l’unica strada percorribile per la gestione sostenibile del territorio. In fin dei conti, un’Amministrazione che non progetta non ha futuro!
PROVINCIA DI CHIETI
RIFLESSIONI SU RIFIUTI ED ENERGIA Per l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Chieti la parola d’ordine è Programmazione di Agnese Mengarelli
È chiamata anche Provincia teatina, dall’antico nome di Chieti, Teate, da cui deriva anche il nome degli abitanti del capoluogo, teatini. Con quasi 400.000 abitanti e ben 104 comuni, la Provincia di Chieti ha da tempo sviluppato una percorso orientato allo sviluppo sostenibile, alla tutela ambientale ed al risparmio energetico, come testimoniano i vari progetti ed impegni intrapresi negli anni. Attraverso le iniziative a livello europeo, in linea con tutti gli Enti Locali italiani ed europei che hanno compreso come possano avere un ruolo attivo e fondamentale nel contesto dello Sviluppo Sostenibile, la Provincia di Chieti ha sottoscritto il Patto dei Sindaci nell’ottica di un continuo miglioramento di gestione orientato verso le politiche eco-sostenibili. Abbiamo incontrato l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Chieti, Eugenio Caporrella, per approfondire le tematiche legate alla gestione dei rifiuti e alle politiche energetiche.
Assessore Caporrella, quali sono le priorità in ambito ambientale per la Provincia di Chieti? Le Province hanno un ruolo specifico
per quanto riguarda l’ambiente, attraverso tematiche importanti, come la gestione dei rifiuti, la questione energetica, la qualità dell’aria e delle acque. Per interi decenni l’ambiente è stato considerato un problema secondario, non comprendendone appieno l’importanza. Negli ultimi dieci anni nella nostra Provincia e nei Comuni che ne fanno parte abbiamo assistito a una forte rivalutazione dell’ambiente in tutta la sua accezione più ampia. Una delle priorità di questa amministrazione è sicuramente la gestione dei rifiuti. Mi sono lamentato diverse volte del fatto che l’80% dei rifiuti prodotti dalla Regione Abruzzo venga conferito nelle discariche Provincia di Chieti. Nel nostro territorio le discariche più importanti sono quella di Cerratina, del Consorzio di Lanciano, e quella del territorio del vastese del Consorzio CIVETA, che hanno avuto una programmazione all’avanguardia da parte delle Amministrazioni Locali. Purtroppo queste discariche sono state sottoposte ad uno stress notevole negli ultimi anni e sono entrate entrambe in emergenza regionale, per cui presto ci troveremo in difficoltà. In che modo la Provincia di Chieti intenderà affrontare tali emergenze? I due Consorzi, stanno riprogrammando i vecchi fabbisogni e stanno rivedendo le precedenti condizioni. In questi giorni il Consorzio di Lanciano sta limitando l’accesso agli extra consortili, così come il Consorzio CIVETA, frenando di fatto il conferimento di rifiuti che provengono dai comuni fuori consorzio. Ho espresso al Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, la volontà a ragionare sulla questione, non più negli ambiti della vecchia
Legge 45 (L.R. 19 dicembre 2007, n. 45 e s.m.i. “Norme per la gestione integrata dei rifiuti”, ndr), dove era previsto che la città di Chieti e i 20 comuni vanno a far parte di un ATO, che subentra con la Provincia di Pescara. Nelle ultime riunioni con la Regione sono stato chiaro, affermando che la Provincia di Chieti si tira fuori da questa situazione, perché fino a quando la Provincia non viene investita delle sue capacità e delle sue attività, anche nel rispetto della norma stessa, prevedendo quindi un Ambito Territoriale Ottimale che vada in capo alla Provincia, io non potrò mai essere in grado di fare una programmazione. Anche per quanto riguarda i Consorzi, oggi c’è la volontà da parte del Consorzio CIVETA di aprire ulteriori discariche e da parte del Consorzio di Lanciano di avere un recupero di cubatura, ma è una programmazione che, a mio giudizio, risolve il problema solo ad alcuni comuni e non pone in essere strategie per una gestione territoriale. Il mio desiderio è di poter gestire attraverso la Provincia una corretta programmazione, nel rispetto della norma, di autosufficienza del territorio. Gli strumenti sono tutti disponibili, ma finché mi si obbliga a ricevere i rifiuti delle altre province, vuol dire che qualcosa non sta funzionando. Basti pensare che il Comune di L’Aquila viene a conferire nella discarica di Cerratina dal 1980! Ho iniziato una serie di incontri con il nuovo Assessore all’Ambiente della Regione, Mauro Di Dalmazio, perché ho intravisto nell’Ente la volontà di riprogrammare la gestione dei rifiuti a livello regionale e, nelle varie riunioni, ho anche sostenuto l’ipotesi di usare nuove tecnologie, come l’impianto di Massa Carrara, che ho visitato personalmente.
7
In Abruzzo circa l’80% dei rifiuti va ancora in discarica, per cui bisogna iniziare ad approfondire la possibilità di nuovi impianti tecnologicamente all’avanguardia, che rispettino l’ambiente e che valorizzino i rifiuti. Inoltre, si deve diminuire la quantità di rifiuti da conferire in discarica, questa è la priorità, anche se il territorio della Provincia di Chieti potrebbe trovare ulteriori spazi per ospitare una nuova discarica. Mi auguro che la Regione si decida presto, in quanto l’indirizzo è quello di demandare alle Province la possibilità di redigere un proprio piano per la gestione dei rifiuti. In che modo, secondo Lei, andrebbe gestita la raccolta dei rifiuti? Sono molto d’accordo sul fatto che la raccolta vada eseguita in ambito provinciale. Sostanzialmente la competenza va tolta ai Comuni, in quanto si trovano in un pesante momento di difficoltà economica e sarebbe improponibile organizzare 105 gare per l’assegnazione degli appalti. Al contrario, ritengo che la Provincia sia l’organo migliore per espletare questo compito, ci sono già alcune Province che lavorano sotto questo profilo. Assessore, a che punto è la raccolta differenziata e la destinazione sostenibile dei rifiuti? La raccolta differenziata rappresenta un problema nel nostro territorio, perché nelle città dove questa pratica è iniziata abbiamo riscontrato alcune irregolarità. Ad esempio, a Vasto sono sorte parecchie discariche abusive. Del resto è una città che è cresciuta molto negli ultimi anni ed è diventata una città transfrontaliera con le altre regioni. A Lanciano, invece, dove ricopro il ruolo di Assessore Comunale
8
all’Ambiente, la produzione procapite giornaliera di RSU è di circa 1,6-1,7 Kg. Nei comuni limitrofi, che ormai sono diventati parte integrante della città stessa, dove si pratica la raccolta “Porta a Porta”, addirittura la produzione pro-capite giornaliera di RSU scende a 400 - 450 Gr. Tutto questo significa che i cittadini dei comuni limitrofi portano i loro rifiuti nella città di Lanciano e ciò mi sta creando notevoli problemi, soprattutto per quanto riguarda le discariche abusive. Sulla gestione dei rifiuti, quindi, c’è ancora molto da lavorare e soprattutto c’è la necessità di avere una programmazione valida ed efficiente. Cambiamo argomento e parliamo di fabbisogno energetico. Com’è la situazione nella Provincia di Chieti? Nel 2009, quando mi sono insediato, non ho trovato in materia ambientale un progetto serio, che coinvolgesse un territorio importante come quello della Provincia di Chieti. Ho aperto un tavolo di lavoro con l’Ing. Antonio Di Nunzio, Direttore Generale dell’Agenzia A.L.E.S.A., una struttura di supporto alla Provincia, e con il mio Dirigente, l’Ing. Giancarlo Moca. Ho richiesto un intervento in materia di energia che racchiudesse un progetto, non semplicemente politico, ma che potesse dare un’impronta generale a tutto il territorio provinciale. Dato che faccio parte di un’Amministrazione che sta investendo molto sulla rivalutazione del territorio e del turismo, con i 104 Comuni della Provincia vorrei portare avanti un discorso serio di bilancio sull’ambiente. Per questo motivo il 25 settembre 2009, nel corso della Conferenza Europea sul cambiamento climatico ad Huelva in Spagna, ho firmato
la “Covenant of Mayors” - Patto dei Sindaci, sottoscritta anche dal Dirigente del Settore, Giancarlo Moca, dal presidente dell’A.L.E.S.A., Antonio Di Nunzio, e da Fabrizio Barbaso, Direttore Generale della Direzione Trasporti ed Energia della Commissione Europea. Con questo accordo, la Provincia di Chieti ha assunto formalmente il ruolo di “Struttura di Supporto” della Commissione Europea, per il territorio dell’Amministrazione Provinciale di Chieti, nell’ambito della promozione e attuazione del Patto dei Sindaci. Si tratta di un’attività di coinvolgimento dei Comuni d’Europa, finalizzata alla redazione di Piani di Sviluppo delle energie rinnovabili e del risparmio energetico per il conseguimento degli obiettivi del Pacchetto Clima ed Energia “2020-20” (-20% di riduzione di CO2, + 20% di aumento dell’efficienza energetica, 20% di energia da fonti rinnovabili, ndr). Ammiro il modo di operare delle Istituzioni Europee, in quanto sono rivolte al raggiungimento degli obiettivi in modo concreto e pragmatico e sono stato orgoglioso di aver portato al Parlamento Europeo circa 90 Sindaci della Provincia di Chieti, i cui Piani Energetici Comunali saranno la base per programmare interventi concreti che entro il 2020 dovrebbero garantire gli obiettivi del Pacchetto Clima ed Energia. Dopo la Provincia di Chieti, ha subito aderito la Provincia di Teramo, mentre quella di Pescara ha già ultimato la predisposizione degli aspetti formali. La Provincia di L’Aquila ha maggiori difficoltà, ma saremo lieti di poterli aiutare. Grazie a questo coinvolgimento e alla partecipazione delle altre Province, siamo riusciti a redigere circa 50 Piani di Azione Comunali per l’Energia Sostenibile. Colledimezzo, un piccolissimo paese
di 650 abitanti nell’area del Lago di Bomba, è stato uno dei primi comuni a livello europeo a presentare il proprio Piano. è un risultato straordinario, perché per la prima volta si sta realizzando uno strumento paragonabile al Piano Regolatore Generale di un Comune e per la prima volta interi territori stanno ponendo in essere una seria programmazione in ambito energetico, sotto il controllo dall’Ente Provincia. Entro la fine dell’anno chiuderemo la fase di progettazione, con la certezza che questo impegno sarà ripagato. Quali altri interventi in ambito energetico siete riusciti a realizzare grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea? Da un recente screening energetico è emerso che gli edifici pubblici della nostra Provincia, essendo vecchi e dotati di tecnologie obsolete, hanno consumi energetici elevatissimi. Per questo motivo abbiamo deciso di aderire al progetto comunitario “ELENA”, che porterà alla Provincia di Chieti investimenti per oltre 65 milioni di euro da utilizzare per migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici, l’installazione di nuovi impianti per produzione di energia fotovoltaica e la conversione degli impianti di pubblica illuminazione a basso consumo energetico. Assessore, qual è la sua posizione rispetto all’utilizzo di fonti di energia tradizionali? Abbiamo sul nostro territorio le Turbogas di Gissi e di Ortona e diverse situazioni aperte per l’estrazione del metano e del petrolio. Non ho una posizione nettamente favorevole o contraria, anche se più volte ho ribadito la mia posizione di contrarietà alla tipologia di progetti di certi impianti presentati alla
Provincia, anche se gli idrocarburi rappresentano ancora il 60 - 70 % delle fonti utilizzate per produrre energia. Non sono favorevole all’estrazione del petrolio in un territorio delicato come il nostro in quanto l’attività estrattiva causerebbe un danno ad un patrimonio naturalistico di inestimabile valore. Nel Nord Europa esistono centrali nucleari e pozzi petroliferi, ma esiste anche una forte consapevolezza ambientale. In Italia non c’è quella particolare cultura in grado di coniugare i bisogni dell’uomo e il rispetto per l’ambiente, ancora non ci sono idee chiare e il distacco tra favorevoli e contrari è troppo netto. Questo è il tipico comportamento di chi non conosce in modo approfondito le questioni energetiche e prende posizioni troppo radicali. Io non voglio ragionare in questi termini, desidero capire le necessità del nostro territorio, ma ritengo che impianti per la lavorazione degli idrocarburi non siano auspicabili e in ogni caso sono necessari studi di fattibilità seri per capire l’impatto ambientale che ne deriverebbe nelle zone interessate. Per quanto riguarda le biomasse, ad esempio, abbiamo vaste ricchezze, basti pensare al nocciolo d’oliva. È importante intervenire dove c’è la possibilità di sfruttare queste risorse nel rispetto dell’ambiente, altrimenti non riusciremo mai a raggiungere gli obiettivi del Pacchetto Clima ed Energia “20-20-20”. Ultimamente ho ricevuto attacchi pesanti per il fotovoltaico e per l’eolico, ma, come dicevo prima, è sintomo di prese di posizione dettate dalla non conoscenza del settore. Credo che sia mio dovere, invece, far crescere nelle persone una consapevolezza ambientale che sia frutto di una corretta informazione, al di là di ogni schieramento politico.
Negli ultimi mesi in Italia è stato riaperto il dibattito sulla possibilità di utilizzare energia nucleare. Qual è la sua posizione? Per quanto riguarda il rilancio del nucleare in Italia, la mia posizione è la stessa del Governo. In questo periodo il dibattito è influenzato dalle vicende del terremoto in Giappone, ma bisogna dire che la centrale nucleare di Fukushima è un impianto del 1972, quindi costruita con tecnologie obsolete. I nuovi impianti saranno molto più sicuri e rispettosi dell’ambiente. Mi chiedo se hanno creato più danni gli idrocarburi o il nucleare, basti pensare al buco dell’ozono e alla riduzione di CO2 imposta dal trattato di Kyoto. Il dibattito è aperto e mi piacerebbe confrontarmi con i cittadini attraverso dei forum, soprattutto nelle scuole, perché oggi l’educazione ambientale è di vitale importanza per compiere delle scelte veramente consapevoli.
9
GESTIONE RIFIUTI
Dal tavolo tecnico tra Regione, Province, Consorzi Comprensoriali/Società Spa e Gestori degli impianti
AL VIA LA PROGRAMMAZIONE ANNUALE E DEI FLUSSI DEI RIFIUTI IN ABRUZZO Presentate la mappa delle criticità e la ricetta per tamponarle di Silvia Barchiesi
“Nessuno può tirarsi fuori dalla partita dei rifiuti”. Così il neo Assessore regionale all’Ambiente Mauro Di Dalmazio si è rivolto ai rappresentanti delle Province, dei Consorzi Comprensoriali/Società Spa e dei Gestori degli impianti, chiamati a raccolta lo scorso 1° marzo in Regione per un tavolo tecnico sulla gestione dei flussi dei rifiuti in Abruzzo. “Occorre responsabilità e collaborazione”. Con questo invito - auspicio, che suona anche un po’ da monito, il nuovo Assessore si è rivolto agli operatori del settore. “Non è pensabile che su questo problema ci siano fughe in avanti, distinguo, o posizioni che tendano a declinare le responsabilità secondo la logica dello scarica barile – ha dichiarato Di Dalmazio - Non è possibile assistere a polemiche strumentali. Auspico pertanto la massima responsabilità istituzionale, politica ed operativa, oltre che la massima collaborazione. Siamo di fronte ad un problema che va affrontato con spirito collaborativo e piena responsabilità”. Lo scopo della riunione tecnico-operativa? Scattare la fotografia dei flussi di rifiuti in Abruzzo, ricostruire le rotte del “turismo regionale dei rifiuti” e delineare la mappa delle criticità regionali per poi presentare agli Enti e agli operatori coinvolti le “proposte-tampone” delineate dall’Assessorato e dal Servizio Gestione Rifiuti per contenere le criticità. Nell’attesa di completare la rete impiantistica regionale e di risolvere così in maniera strategica e definitiva il problema rifiuti in Abruzzo, alla Regione non rimane, infatti, che tentare di “tamponare” le gravi criticità ambientali in corso, tramite interventi temporanei ed urgenti. Di qui la necessità di illustrare, ma ancor prima di concertare con Province, Consorzi Comprensoriali/Società SpA e
1 10
Gestori degli impianti, un piano d’azione anti-emergenza. “L’incontro odierno – ha detto di Dalmazio – è principalmente una riunione operativa tra addetti ai lavori volta a definire una programmazione annuale e quindi temporanea, né pertanto strategica, né strutturale, dei flussi di rifiuti urbani indifferenziati (RUI) e trattati (sovvalli e FOS) da avviare a smaltimento e/o recupero”. Arginare, seppur temporaneamente e in via provvisoria, il grave ed urgente problema della non autosufficienza delle Province abruzzesi in fatto di smaltimento di rifiuti è l’obiettivo principale delle proposte messe a punto dall’ Assessorato e dal Servizio Gestione Rifiuti. “Ormai l’Abruzzo per il conferimento in discarica può contare su di una residualità di volumetria pari a circa 500.00 metri cubi complessivi. Per quanto riguarda lo smaltimento, l’autonomia della Regione Abruzzo è scarsa e ha giorni contati: le volumetrie sono in via di saturazione. Le nostre discariche sono in grado di accogliere rifiuti solo fino al primo semestre del 2012, tanto per essere ottimisti”. È la fotografia di un Abruzzo in forte “sofferenza” quella scattata dal Dott. Franco Gerardini, Dirigente del Servizio Gestione Rifiuti. Attualmente sono solo 6 le discariche in esercizio, quella di Cerratina a Lanciano, di Casoni di Chieti, di Valle Cena di Cupello, di Topanico di Magliano dei Marsi, di Noce Mattei a Sulmona, di Colle Cese di Spoltore. Alla ridotta autonomia di smaltimento dei bacini esistenti, si aggiungono poi le criticità gestionali di due impianti di trattamento dei RUI e FORSU (Castel di Sangro e Notaresco), attualmente non in esercizio per fermo tecnico, e il blocco dei lavori di 3 discariche autorizzate dalla Regione (Gioia dei Marsi, Atri e Notaresco), per un totale di circa 900.000 metri cubi di volumetria complessiva, dovuto ai ricorsi da
parte di associazioni e comitati. Di fronte a discariche in via di saturazione e ad impianti ancora da realizzare, “occorre spingere per l’allungamento dei tempi di vita delle discariche in esercizio – ha dichiarato il Dott. Gerardini. È quanto prevede la DGR n. 963/2010, ancora rimasta sulla carta. Tale provvedimento invitava i titolari delle discariche in esercizio ad adottare i seguenti provvedimenti d’urgenza: a- aumento della volumetria del 10%, come “variante non sostanziale” delle autorizzazioni AIA rilasciate, per allungare i “tempi di vita” delle discariche esistenti; b- aumento potenzialità di trattamento del 20% per gli impianti di trattamento in esercizio; c- rafforzamento dei servizi di raccolta differenziata (RD) per diminuire i quantitativi di rifiuti da avviare a smaltimento; d- provvedimenti straordinari per le attività di operatori del settore ubicati nelle aree del cosiddetto “cratere” aquilano formatosi a seguito del sisma del 2009. “L’ampliamento del 10% è stato ad oggi acquisito solo nella discarica di Colle Cese - ha precisato il Dott. Gerardini nell’illustrare lo stato di attuazione della DGR n. 963/2010 - Le altre discariche in esercizio ancora non hanno presentato le richieste di modifica delle discariche. Sollecitiamo quindi l’ampliamento della volumetria nelle rimanenti discariche. La fase interlocutoria deve essere chiusa. L’allungamento del 10% in tutte le discariche in esercizio ci consentirà di disporre di oltre 360 mila metri cubi complessivi, garantendoci una certa tranquillità di conferimento e un’autosufficienza di smaltimento per tutto il 2011. Se si realizza quindi il mix virtuoso dato dall’allungamento del tempo di vita delle discariche e dal rafforzamento delle raccolte differenziate potremmo disporre di una disponibilità volumetrica e di un tempo di vita tale da consentirci una programmazione annuale”. Ed è proprio tale programmazione annuale che il tavolo tecnico indetto dalla Regione punta a realizzare, affinché possa essere garantita la continuità delle attività di smaltimento dei rifiuti urbani secondo criteri di “autosufficienza provinciale”. Il “turismo dei rifiuti” in Abruzzo segue dinamiche complesse e la geografia dello smaltimento è variegata. Restituirne la fotografia è alquanto complicato per via di conferimenti extra ATO e extra Provincia. “Siamo di fronte ad un puzzle complesso che denota la mancanza di un sistema impiantistico completo per il trattamento, smaltimento e recupero finale del CDR - ha dichiarato il Dott. Franco Gerardini - “Siamo costretti ad un conferimento extra-ATO ed extra-Provincia. L’obiettivo della Regione è dunque quello di ripristinare, per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, quell’autonomia e quell’autosufficienza provinciale che attualmente scarseggia”.
Ad illustrare la “ricetta-tampone” dell’autonomia provinciale di smaltimento è stato lo stesso Dott. Gerardini: “Per quanto riguarda la Provincia de L’Aquila proponiamo che i rifiuti del comprensorio aquilano dopo il trattamento meccanico biologico di Sulmona continuino il loro flusso seguendo la via extra regionale, secondo quanto previsto dalla collaborazione in corso con la discarica molisana di Tufo Colonico. Proponiamo inoltre che a Sulmona vengano conferiti anche i rifiuti di Castel di Sangro, il cui impianto è attualmente rotto e non in esercizio. Relativamente al flusso dei rifiuti della Marsica che ha una sua autonomia per quanto riguarda il trattamento effettuato dall’ACIAM, chiediamo invece il ripristino dell’autonomia provinciale di smaltimento attraverso il conferimento nella discarica di Sulmona”. Insomma, per quanto riguarda il comprensorio de L’Aquila, la Marsica e Sulmona la Regione punta ad una gestione provinciale, con la sola eccezione dei rifiuti aquilani che necessitano, invece, di un conferimento fuori Provincia. “Per quanto riguarda, invece, le Province di Chieti e Pescara – ha continuato Gerardini - proponiamo la continuazione dei flussi attivati dai consorzi Ecologica spa e Ambiente spa che utilizzano per il trattamento meccanico biologico l’impianto TMB di Casoni e conferiscono i rifiuti trattati nella discarica di Colle Cese. Per quanto riguarda il Consorzio del Chietino proponiamo che i rifiuti vadano al recupero per un principio di prossimità nell’impianto TMB di Casoni, mentre per lo smaltimento chiediamo a Lanciano di accogliere i rifiuti del Consorzio del Chietino, che sono rifiuti extra-consortili, ma pur sempre provinciali”. “Più complessa è invece la situazione della Provincia di Teramo per via della mancanza di impianti di trattamento e smaltimento – ha precisato Gerardini - Per il MOTE la soluzione proposta prevede il trattamento al TMB di Chieti e lo smaltimento, grazie agli accordi istituzionali presi tra Comune di Teramo e Comune di Chieti, presso la discarica di Casoni. Per il CIRSU abbiamo, invece, chiesto all’operatore TMB di Chieti una collaborazione extra territoriale per portare i rifiuti residui fuori Regione. Idem per il Consorzio Piomba – Fino”. Oltre che a profilare soluzioni e proposte per gli addetti ai lavori, l’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sulla situazione impiantistica, per spingere per la rimozione di eventuali problematiche ostative ed accelerare così la realizzazione degli impianti di smaltimento autorizzati. “L’Abruzzo ha ben due milioni di metri cubi di discariche da realizzare e autorizzare – ha concluso Gerardini - Si tratta di siti che sono sul parterre del decollo, ma ancora non sappiamo se e quando decolleranno. Tra le discariche non ancora realizzate ci sono quelle di Gioia dei Marsi, Atri, Notaresco e San Benedetto dei Marsi. Insomma, sono in gioco un totale di 800 mila metri cubi autorizzati, ma non ancora realizzati”.
11
CONSORZIO COMPRENSORIALE SMALTIMENTO RIFIUTI LANCIANO
Il Consorzio Comprensoriale Smaltimento Rifiuti Lanciano si trasforma in S.p.A.
NASCE ECO.LAN S.p.A.
Efficacia, efficienza ed economicità le mission del nuovo modello gestionale di Silvia Barchiesi
È ufficiale, da lunedì 23 marzo 2011 il Consorzio Comprensoriale Rifiuti Lanciano è diventato a tutti gli effetti una SpA. Si chiama ECO.LAN S.p.A. la neonata società a capitale sociale di 3 milioni di euro interamente versato, nata in rispondenza degli obiettivi normativi, come previsto dall’articolo 35 della Legge finanziaria del 2002. Grazie al forte impulso del Presidente Gianpanfilo Tartaglia, al suo primo anno di mandato e gestione del Consorzio, si conclude così il lungo e complesso processo di trasformazione in società a totale capitale pubblico che sarebbe dovuto iniziare già 9 anni fa. Dopo ben 8 anni e innumerevoli tentativi andati a vuoto, il Consorzio cambia volto e allo stesso tempo volta pagina: i 53 Comuni del Comprensorio del Consorzio si troveranno così a fare i conti con una società con una veste giuridica nuova, ma soprattutto più solida, più competitiva e con maggiori garanzie. Grazie al nuovo modello di governance aziendale la gestione integrata dei rifiuti urbani svolta verso l’efficienza, l’efficiacia e l’economicità. Ad illustrare i vantaggi e le opportunità offerte dalla trasformazione societaria è lo stesso Ing. Sandro Fantini, Direttore di ECO. LAN S.p.A, che con il suo valido supporto tecnico ha sostenuto il Presidente Tartaglia nel suo importate ruolo di indirizzo, accompagnando così il Consorzio verso una vera e propria “rivoluzione aziendale”. In data 28/12/2010 l’assemblea dei soci ha deliberato la trasformazione del Consorzio Comprensoriale
1 12
Smaltimento Rifiuti Lanciano in S.p.A.. Quali sono gli obiettivi della nuova società? La nuova società, ECOLAN S.p.A., punta a dare una risposta ancora più qualificata e quindi efficiente, efficace ed economica alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti attraverso modelli di gestionali che meglio garantiscono questi obiettivi. Insomma, con questo nuovo modello di governance, siamo alla ricerca del miglioramento continuo in termini gestionali, oltre che di una maggiore competitività. Con il nuovo assetto societario cosa cambia? Oltre alla veste giuridica del Consorzio è cambiato il tipo di governance aziendale, quindi il modello gestionale, decisamente più competitivo e orientate al mercato. Con la trasformazione da Consorzio a società per azioni la governance aziendale risponde meglio alle esigenze del mercato. Quali saranno le ripercussioni sugli utenti, le tariffe e i servizi? Non ci sarà alcuna rispercussione negativa su utenti, tariffe e servizi imputabili alla trasformazione del Consorzio, ma, quest’adeguamento normativo porterà solo un’ottimizzazione della gestione. Il vecchio modello gestionale, oltre a non essere più in linea con la normativa vigente, non era il più idoneo, perché non più competitivo, specie in un settore di così vasta portata e importanza, come quello dei rifiuti. L’obiettivo di questa società è quello di ottimizzare i costi e garantire quindi una gestione più economica, efficace ed efficiente.
Le ripercussioni legate al nuovo assetto societario non potranno quindi che essere positive, anche dal punto di vista economico. Ripercussioni negative su utenti, tariffe e servizi potrebbero verificarsi nel tempo, solo per sopravvenute eventuali esigenze normative che potrebbero imporre carichi maggiori, ma non da imputare alla trasformazione da Consorzio a S.p.A. Sono previsti quindi solo vantaggi? Il nuovo modello gestionale apporterà solo vantaggi e benefici. La trasformazione in spa è stata fatta in Recepimento di un obbligo di legge: quello previsto dall’art 35 legge 448/2001. E’ stato adottato un modello gestionale previsto dalla normativa vigente che consentirà ai comuni soci di continuare a svolgere attraverso la nuova società quelle attività che in caso di mancata trasformazione si rischiava di non poter più attuare. La discarica di Cerratina è una delle sole 6 discariche in esercizio in Abruzzo. Qual è attualmente la sua situazione in fatto di volumetria disponibile? Quanto manca alla sua saturazione? La discarica di Cerratina è stata ed è tutt’ora la discarica di riferimento per l’intera Regione. Qui sono stati conferiti la maggior parte dei rifiuti abruzzesi. Insomma, è stata il “salvagente” regionale in fatto di smaltimento dei rifiuti solidi urbani indifferenziati. Tuttavia, la disponibilità di conferimento concessa a territori extra-Consorzio ha portato la discarica nel corso degli anni verso la saturazione. Oggi dobbiamo, infatti, fare i conti con una volumetria residua di circa 180.000 m3. Per questo motivo, e nel rispetto dell’Accordo di programma con la Regione Abruzzo, dal 1° aprile abbiamo bloccato i conferimenti extra-consortili, senza peraltro causare gravi disservizi in altri territori. A fronte del recente blocco dei conferimenti extra-consortili e dell’attuale ritorno alle normali condizioni di smaltimento, quelle previste inizialmente e limitate al nostro Comprensorio, la discarica di Cerratina può ancora contare su circa due anni di autonomia. Tra le soluzioni proposte dalla Regione per “allungare il tempo di vita” delle discariche abruzzesi c’è anche l’aumento del 10% delle volumetrie. Da questo punto di vista a che punto è la discarica di Cerratina? L’aumento della volumetria proposto dalla Regione Abruzzo è relativo al 10% dei volumi autorizzati per cui inquadrabile come variante non sostanziale alle autorizzazioni AIA rilasciate, si tratta sostanzialmente di una “riprofilatura” delle discariche autorizzate che guadagnerebbero una limitata porzione di volumetria. Da questo punto di vista ci siamo già mossi. La nuova società, ECO.LAN S.p.A. infatti, si è già attivata per avviare queste operazioni di “riprofilatura” della discarica di Cerratina, in linea con quanto proposto dalla Regione Abruzzo. Nell’ultimo tavolo tecnico del 1° marzo, a fronte delle criticità di smaltimento presenti in Abruzzo, la Regione
vi ha proposto di accogliere anche rifiuti extra-consortili. Come giudicate la “soluzione tampone” a voi proposta? L’Ex Consorzio Comprensoriale Smaltimento Rifiuti Lanciano, oggi ECO. LAN S.p.A non è mai stato pregiudizievolmente contrario alle proposte regionali di conferimento extra-Consorzio, ha sempre opportunamente motivato le sue scelte in caso di diniego. Pertanto, fermo restando la nostra necessità di fare innanzitutto i conti con le esigenze di smaltimento del nostro comprensorio che conferisce circa 70.000 tonnellate di rifiuti l’anno, considerato che negli ultimi anni molti dei Comuni del nostro comprensorio hanno avviato in maniera efficace la raccolta differenziata innescando un meccanismo virtuoso di progressiva e costante riduzione dello smaltimento in discarica. Ciò ha portato ad una consistente diminuzione dei rifiuti conferiti in discarica: attualmente vengono conferiti a Cerratina circa 48.000 tonnellate l’anno. Così grazie alla bravura e al virtuosismo di molti nostri Comuni che sempre meno smaltiscono i propri rifiuti in discarica e che sempre più riusano e riciclano, siamo riusciti a fare “economia” in termini di tonnellaggio di rifiuti smaltiti. Il gap tra il potenziale smaltimento del Comprensorio e quello effettivo da progetto, potrebbe pertanto essere messo a disposizione per eventuali conferimenti extra-Consorzio. Di qui la nostra disponibilità offerta alla Regione Abruzzo, incaricata di elaborare una programmazione annuale dei flussi dei rifiuti da avviare a smaltimento, a collaborare con conferimenti anche extra-consortili. Di fronte alla rinuncia del Consorzio del Chietino alla proposta profilata dalla Regione, durante l’ultimo tavolo tecnico, di smaltire i propri rifiuti presso la discarica di Cerratina, abbiamo infatti proposto di riservare tale quota limitata all’ACIAM di Aielli. Ciò dimostra che non siamo pregiudizievolmente contrari ad accogliere rifiuti extra-consortili, ma disponibili a collaborare con il territorio, seppur nei limiti del possibile e nel rispetto delle esigenze dei nostri comuni e contrattuali con il nostro gestore. La nostra discarica si fonda, infatti, su di un piano finanziario ben definito che prevede un conferimento annuo di 70.000 tonnellate, dobbiamo quindi per esigenze contrattuali con il gestore, garantire questo quantitativo senza però compromettere le esigenze di smaltimento dei nostri Comuni soci.
Sede Legale e Amm.va: Via Isonzo - Arco della Posta n.1 - 60034 Lanciano Sede Operativa: S.P. Pedemontana - Loc. Cerratina - 60034 Lanciano Tel. 0872/716332 - Fax 0872/715087 - info@ccsrl.eu sito - www.ccsrl.eu
13
ACIAM SPA
COMUNICAZIONE AMBIENTALE: UNA SCELTA CHE PAGA Aciam s.p.a. e l’investimento sulla comunicazione
di Germano Contestabile
Qualsiasi sistema di raccolta differenziata non riesce a raggiungere risultati confortanti senza l’avvio di apposite azioni di sensibilizzazione. Da questo assunto di base Aciam S.p.A. ha sviluppato la convinzione che una buona campagna di comunicazione ha un’influenza determinante sulla qualità dell’intero sistema di gestione dei rifiuti urbani. Un approccio corretto alla problematica dei rifiuti costituisce un’esigenza sociale per l’intera comunità; l’informazione e la sensibilizzazione non sono soltanto uno strumento per facilitare i compiti del gestore, ma rappresentano un sostanziale contributo alla crescita della società civile. Una gestione consapevole delle immondizie deve partire dalle famiglie, dalle aziende, dalle istituzioni. Le imprese che raccolgono rifiuti, le società che provvedono ai trasporti, le industrie che trasformano i rifiuti (materie prime secondarie) in nuove merci e prodotti, non sono altro che uno strumento nelle mani della società civile per salvaguardare l’ambiente e migliorare, di riflesso, le condizioni di vita delle comunità locali. Queste semplici considerazioni dovrebbero pervadere l’animo di ognuno, ma non è così; il compito della comunicazione è quello di diffondere queste idee così da trasformare l’individuo da semplice cittadino a cittadino consapevole. La comunicazione, però, non può essere unidirezionale, cioè non può necessariamente partire dalle istituzioni per raggiungere i fruitori dei servizi, ma deve essere strutturata per dare ascolto ai cittadini, conoscerne i bisogni e favorirne la partecipazione, quali protagonisti, alle scelte fondamentali per la gestione del proprio territorio. L’informazione rappresenta dunque, allo stesso tempo, un diritto per il cittadino ed un dovere per l’amministrazione pubblica, specie in un settore, come quello dei rifiuti, in cui l’interesse pubblico riveste un’importanza cruciale. È da queste convinzioni che scaturisce la forte attenzione che Aciam S.p.A. riserva da sempre alle attività di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza. Gli strumenti di cui l’azienda dispone per la diffusione delle informazioni sono molteplici e variamente combinati: dagli incontri pubblici con la popolazione in assemblee, conferenze o convegni in tema di rifiuti, ai punti informativi dove raccogliere le segnalazioni delle utenze e dare soluzioni ai quesiti sul corretto conferimento dei materiali; dalla presenza sulla carta stampata, televisioni o radio, alle lezioni di educazione ambientali nelle scuole di ogni ordine e grado; dalla partecipazione a feste ed eventi, all’organizzazione di giornate ecologiche; dalle affissioni di locandine e manifesti, in luoghi pubblici o locali privati, alla pubblicazione di articoli sulla stampa specializzata.
1 14
Tali interventi devono essere strutturati in modo tale da rispondere alle esigenze dell’interlocutore: devono essere, come si suol dire, tagliati su misura, tenendo conto degli interessi e del grado di istruzione dei partecipanti, della conformazione urbanistica dei territorio, della tipologia di servizio che si sta promuovendo, delle caratteristiche del sistema di gestione dei rifiuti in essere, delle problematiche che s’intendono risolvere e dei comportamenti che si vogliono orientare o correggere. É sempre fondamentale, per chi gestisce servizi pubblici di igiene urbana stabilire un canale informativo diretto con la popolazione, ma ciò diventa imprescindibile nel caso si gestiscano servizi porta a porta di raccolta rifiuti. A tal proposito, si sottolinea il ruolo fondamentale svolto dal contatto diretto con l’utenza nel momento di attivazione di nuovi servizi domiciliari: la consegna iniziale di attrezzature e materiali di consumo rappresenta per il gestore un’occasione imperdibile per istruire e formare i fruitori del servizio. La collaborazione dell’utente è imprescindibile sia per l’ottenimento di buone rese quantitative, sia, e soprattutto, per mantenere elevati standard qualitativi dei materiali. Spesso si commette l’errore di commisurare l’efficacia di un sistema di raccolta esclusivamente alle percentuali di raccolta differenziata, senza tenere in debita considerazione l’effettivo avvio a riciclaggio dei materiali ritirati. In un sistema poco attento alla qualità dei materiali si allarga la forbice tra quello che si ritira e ciò che viene effettivamente riciclato. Senza contare che, affinché i materiali raccolti possano entrare nel ciclo produttivo delle industrie del recupero, è necessario effettuare costose operazioni di pretrattamento, lavaggio e selezione. Quando, invece, si agisce a livello preventivo con un’efficace comunicazione ambientale, tali operazioni assumono un’importanza del tutto marginale. Aciam S.p.A., seguendo questa logica, attraverso il sistema integrato di azioni di comunicazione, ha visto migliorare sensibilmente la qualità del materiale avviato a riciclaggio, ottenendo altresì confortevoli risultati da punto di vista quantitativo (si pensi alla percentuale di raccolta differenziata del 75% raggiunta con il servizio “porta a porta” nel Comune di Massa d’Albe).
domiciliare
Infopoint 96 ore
Interventi scuole 38 ore
Massa d’Albe
domiciliare
78 ore
12 ore
16 ore
Avezzano
prossimità
82 ore
42 ore
12 ore
Alt. Rocche
prossimità
42 ore
10 ore
6 ore
Pescina
prossimità
40 ore
18 ore
6 ore
Altri comuni
stradale
84 ore
30 ore
-
422 ore
150 ore
60 ore
Comune
Servizio
Carsoli
Monte ore in sensibilizzazione ed educazione (tot 632 ore)
Incontri pubblici 20 ore
Nel corso dell’anno 2010, Aciam S.p.A. ha effettuato nei Comuni serviti interventi formativi presso le scuole per 150 ore, incontri pubblici con la cittadinanza per 60 ore e tenuto info-point in tutte le principali realtà del territorio per un totale di 422 ore. I punti informativi si sono dimostrati uno strumento molto versatile da impiegare con successo, specie in corrispondenza dell’attivazione di nuovi servizi, sia per la diffusione di informazioni, sia per la distribuzione di ulteriori materiali ed attrezzature di raccolta.
Complessivamente l’investimento in comunicazione messo in campo da Aciam S.p.A. nel solo 2010 ammonta a 622 ore, senza contare l’impegno necessario alla preparazione di tali interventi e alle ordinarie attività di comunicazione istituzionale. Intraprendere opportune campagne di comunicazione, calibrandole sulle effettive esigenze del territorio, significa investire sulla cultura e sulla sensibilità delle popolazioni, una scelta che a lungo andare paga, sia in termini economici, sia e soprattutto, in termini sociali.
Il tuo domani è in buone mani Azienda Consorziale Igiene Ambientale Marsicana Via Edison 27 (N. Ind.le) 67051 Avezzano (AQ) - Tel 0863 441345 - Fax 0863 440651 info@aciam.it - www.aciam.it - Numero Verde: 800 220403
15
ENTE ABRUZZO NEWS DIREZIONE PROTEZIONE CIVILE - AMBIENTE - Servizio Gestione Rifiuti Via Passolanciano, 75 - Pescara - Tel. 085.7671 - Fax 085.767.2585 - www.regione.abruzzo.it Regione Abruzzo