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Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 1 al n. 7/8 Luglio-Agosto 2011 di Regioni&Ambiente

Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 1 al n. 10 Ottobre 2011 di Regioni&Ambiente

CN/CONV/0969/2010

N째

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OTTOBRE 2011


“Riforma delle AAT e nuova governance della gestione dei rifiuti. Regioni e Province a confronto”

Venerdì 11 Novembre Il forum

Ore 11.00 Registrazione partecipanti

La soppressione delle Autorità d’Ambito Territoriali (Legge n.42 del 2010) prevede che le Regioni definiscano nuove governance della gestione dei rifiuti.

Ore 11.15 Inizio lavori

L’incontro organizzato durante la Fiera ECOMONDO 2011 è un’opportunità di confronto ed informazione per i diversi attori, pubblici e privati (Province,Comuni, Consorzi comprensoriali etc.) coinvolti dalla riforma di settore.

Relazione introduttiva: Mauro Di Dalmazio Assessore Sviluppo del Turismo, ambiente, energia e politiche legislative Regione Abruzzo

Durante il Forum verranno illustrate proposte ed esperienze anche di altre realtà .

Intervengono: Piergiorgio Carrescia Dirigente P.F. Ciclo dei rifiuti e bonifiche ambientali Regione Marche

La riforma della governance della gestione dei rifiuti deve favorire una riorganizzazione del sistema a vantaggio di modelli gestionali in grado di garantire migliore efficienza e costi contenuti.

Andrea Monsignori Funzionario Servizio Qualità dell'Ambiente e Gestione Rifiuti della Regione Umbria Enrico Di Giuseppeantonio Presidente Unione delle Province Abruzzesi Alessandro Pavanato Direttore ATO Rifiuti Provincia di Venezia Assessori Provinciali all'Ambiente della Regione Abruzzo Coordinamento lavori: Franco Gerardini Dirigente Servizio Gestione Rifiuti Regione Abruzzo


foto copertina e retro copertina di Massimo Fraticelli

INDICE Regione Abruzzo Incontrarsi e confrontarsi per migliorare insieme L’Assessore all’Ambiente della Regione Abruzzo presenta il quadro regionale della gestione dei rifiuti e lancia l’obiettivo di ECOMONDO 2011. a cura di Alberto Piastrellini

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Regione Abruzzo a ECOMONDO 2011

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Informazione e aggiornamento Arriva all’interno del Centro di Raccolta di Pineto una “scuola ambientale”. Regione Abruzzo e Comune insieme per promuovere un nuova “cultura del rifiuti”. “Eco”, “bio”, “edu”: il valore aggiunto dell’ecocentro di pineto Modello di bioedilizia e bioarchitettura, il nuovo Centro di Educazione Ambientale all’interno dell’Ecocentro di Pineto verrà inaugurato il prossimo 18 novembre. di Silvia Barchiesi p. 7 Gestione dei rifiuti “Rapporto sul sistema regionale di smaltimento Rifiuti Urbani-10.08.2011” Smaltimento dei rifiuti urbani: come evitare l’emergenza La fotografia delle criticità Provincia per Provincia e e proposte per scongiurare il collasso, nell’analisi del Servizio Gestione Rifiuti della Regione. di Silvia Barchiesi p. 10 Assimilabilità dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani: i Comuni invitati ad adeguare i regolamenti Dal Servizio Gestione Rifiuti - Osservatorio Regionale Rifiuti una Circolare rivolta a tutti i Comuni abruzzesi di Agnese Mengarelli p.

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COGESA srl Breve viaggio nel sistema integrato di gestione dei rifiuti di Oreste Federico

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ACIAM SPA Dal rifiuto alla terra: il Fucino fa il pieno di compost Il compost di ACIAM SpA commercializzato con il marchio “Compost Abruzzo”, conquista gli agricoltori di Germano Contestabile p.

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Gestione dei rifiuti “Direttiva regionale per la gestione dei rifiuti accumulatisi sulle spiagge marittime” Rifiuti spiaggiati: selezionare,riciclare e preservare la risorsa “sabbia”!! Emanate linee guida per i Comuni per una migliore gestione dei rifiuti spiaggiati. di Silvia Barchiesi

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REGIONE ABRUZZO

INCONTRARSI E CONFRONTARSI PER MIGLIORARE INSIEME L’Assessore all’Ambiente della Regione Abruzzo presenta il quadro regionale della gestione dei rifiuti e lancia l’obiettivo di ECOMONDO 2011. a cura di Alberto Piastrellini

Inoltre sono ancora insufficienti le percentuali di RD della maggior parte dei Comuni. Ad esempio, nei comuni medio grandi della nostra Regione, 13 comuni che hanno un popolazione superiore ai 20.000 abitanti e nei quali si realizza il 49% dell’intera produzione dei rifiuti urbani della Regione (Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo, Montesilvano, Giulianova, Roseto degli Abruzzi,Vasto, Lanciano ,Ortona, Francavilla al Mare, Sulmona ed Avezzano) a fronte di alcune eccellenze come Ortona e Teramo che registrano percentuali molto al disopra del 40%, si realizzano basse performance di raccolta, con percentuali al di sotto della media abruzzese, addirittura anche sotto al 20%. è necessario che i grandi comuni abruzzesi ed i capoluoghi di provincia pongano un maggiore impegno alla gestione dei rifiuti. Le situazioni di criticità nelle attività di smaltimento dei rifiuti urbani interessano sopratutto i territori delle Province di Teramo e L’Aquila, a causa della nota “non autosufficienza” impiantistica e della Provincia di Pescara a causa della prossima saturazione della discarica. A pochi giorni dalla partecipazione della Regione Abruzzo (Assessorato Sviluppo del Turismo, ambiente, energia e politiche legislative - Servizio Gestione Rifiuti) alla 15° edizione di ECOMONDO - Fiera Internazionale del Recupero di Materia e di Energia e dello Sviluppo Sostenibile, abbiamo ritenuto doveroso dare voce a chi, quale massima istituzione regionale, rappresenta l’ambiente in molte delle sue declinazioni. Pertanto, onde presentare lo stato dell’arte della gestione dei rifiuti nel territorio, abbiamo intervistato Mauro di Dalmazio, Assessore allo Sviluppo del Turismo, ambiente, energia e politiche legislative, con delega anche all’Incentivazione dell’economia turistica; Sviluppo del turismo; Demanio marittimo a finalità turistico-ricreative; Regolamentazione turistica e organizzazione; Gestione dei rifiuti; Politiche per lo sviluppo sostenibile; Politica energetica, qualità dell’aria e SINA; Legislativo.

Assessore, qual è il quadro attuale della gestione dei rifiuti in Abruzzo? L’Abruzzo sta lavorando per trasformare i rifiuti da problema in opportunità. I dati 2010 ci raccontano un Abruzzo in corsa, con alcuni dati positivi: buona performance di raccolta differenziata con un aumento di oltre il 4% sul dato 2009 ed una percentuale di RD regionale che si attesta a circa il 29% ed una diminuzione della produzione dei rifiuti del 3%. Ciò però non ci fa stare tranquilli. L’Abruzzo vive una crisi impiantistica importante che, se non affrontata, in tempi brevi, può rischiare di vanificare i buoni risultati realizzati.

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Quali risultati sono stati conseguiti negli ultimi mesi e quali sono i punti nodali ancora irrisolti? Negli ultimi mesi abbiamo concentrato le attività del servizio su due direttrici: affrontare la crisi impiantistica ponendo sul territorio le condizioni per attivare in tempi brevi impianti di smaltimento e stimolare, incentivare e supportare tutti gli attori pubblici e privati, comuni e consorzi nel migliorare la quantità e la qualità della raccolta differenziata e nella riduzione della produzione dei rifiuti. L’aumento della percentuale di RD (+4%) pur se ancora insufficiente, è un indicatore positivo che ci indica la bontà della strada che stiamo percorrendo. Negli ultimi mesi c’è stato un impegno notevole dell’assessorato tutto, impegno tutt’ora in atto, nel reperire le risorse economiche da destinare al miglioramento della situazione impiantistica ed all’ incentivazione di sistemi di raccolta differenziata domiciliari. Inoltre attraverso l’attuazione di alcuni accordi volontari siamo impegnati nella diffusione della pratica di compostaggio domestico fra i comuni abruzzesi, un’azione, questa, che non solo ci permette di intervenire sulla riduzione dei rifiuti ma di coinvolgere i diversi attori impegnati nel sistema regionale della gestione dei rifiuti. Quali strategie intende perseguire la Regione Abruzzo per allineare performance e governance nella gestione dei rifiuti agli standard nazionali ed europei? Avviare le politiche di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti urbani secondo i nuovi indirizzi europei. A tal proposito sarà necessario attuare le azioni finalizzate alla prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti come


dal Programma sulla riduzione dei rifiuti i già approvato con la DGR n. 1012 del 29.10.2008 e come segnalati a tutti i comuni abruzzesi con una la Circolare n. 2/2011, con la quale abbiamo dato indirizzi chiari e concreti per attuare, in ambito comunale, azioni di riduzione della produzione dei rifiuti. Riorganizzare e potenziare i servizi di RD secondo modelli domiciliari (porta a porta e/o di prossimità) da parte dei Consorzi e/o Comuni, per conferire meno rifiuti in discarica ed avviare più materiali a riciclo (Filiere CONAI e filiera CIC dell’organico). A tal proposito si è varato un documento nell’ambito del Programma regionale FAS-PAR per la definitiva predisposizione del 1° Programma straordinario per la riorganizzazione delle RD e completamento dei programmi in materia di raccolta differenziata ai sensi della normativa regionale. Attuare altre iniziative in materia di promozione dell’ utilizzo degli “ammendanti compostati” (compost qualità). È necessaria una responsabilità condivisa. La Regione ha fatto e farà la sua parte, ora tutte gli altri attori:Provincie,Consorzi, Comuni e cittadini devono fare altrettanto, secondo le proprie funzioni e compiti. Alla Regione manca un’autosufficienza nello smaltimento e per realizzare una nuova impiantistica è necessario che la programmazione dei consorzi intercomunali proceda in modo più spedito e più rapido. Attraverso l’utilizzo dei fondi FAS-PAR la Regione metterà a disposizioni fondi necessari, poi, però, ci vogliono progetti credibili, ben fatti nel pieno rispetto dell’ambiente e di rapida realizzazione. La necessità del Paese di razionalizzare spese e servizi, ancor più nel rispetto delle regole comunitarie legate alla concorrenza, ha indotto da tempo un processo di riforma dei nuovi Ambiti Territoriali in materia di servizi idrici e gestione dei rifiuti, che non ha mancato di sollevare pareri discordanti. Cosa succede in Abruzzo? In Abruzzo abbiamo avviato un processo di riforma nel rispetto di quel principio di economicità e riduzione dei costi che sta caratterizzando l’azione politica di questo governo. Che tradotto in cifre sta a significare la soppressione e la cancellazione degli Ato, con un unico ambito regionale, in materia di servizi idrici e la riforma degli enti e società che gestiscono il ciclo dei rifiuti sul territorio. Al di là delle riserve sollevate da qualcuno, posso dire che le riforme in questo settore erano attese da tempo e sono state accolte e valutate positivamente. Bisogna poi leggere queste riforme nell’ottica di chi, come amministratore, deve affrontare i costi di un ente regionale che è alle prese con difficoltà di bilancio e che ha concentrato le forze sul risanamento finanziario della sanità regionale. Sul piano pratico i risultati sono da considerarsi positivi perché la razionalizzazione dei

servizi ha permesso alla Regione di avere un numero ristretto di interlocutori e con loro essere in grado di organizzare insieme politiche ambientali. Fra le sue competenze figurano anche l’incentivazione dell’economia turistica e lo sviluppo del turismo. Il territorio abruzzese è fortemente caratterizzato dalla presenza, nell’interno, di Parchi Nazionali di rilevanza strategica eccezionale, e da una fascia costiera peculiarmente vocata al turismo marino, eppure molto urbanizzata ed industrializzata. Come intende favorire e rilanciare l’accesso turistico nel rispetto del territorio e nell’ottica del minor impatto delle attività umane? Sulla promozione turistica è partito in Abruzzo un’impostazione programmatoria diversa rispetto al passato e alle altre regioni. Il turismo, cioè, non è più inteso come un comparto a se che produce un proprio Pil, ma lo si è inserito in un contesto produttivo, nel senso che il comparto è in grado di camminare e produrre ricchezza solo se si rapporta con gli altri comparti produttivi della regione. In una parola, non si può pensare di fare turismo in una regione senza avere un’adeguata rete infrastrutturale sui trasporti in grado di rispondere alla domanda che viene da fuori regione. In questo senso, e cioè nella direzione di una continua collaborazione, con i tre Parchi nazionali e l’unico regionale presenti sul territorio abbiamo avviato un’intesa che parte dalla promozione del territorio e passa attraverso progetti di sviluppo comuni. Quest’anno, per la prima volta, l’Abruzzo è stato presente a Parigi alla fiera del turismo natura dove abbiamo presentato il prodotto turistico ma anche quello di tutela del territorio in una regione che ha fatto del turismo verde una delle voci più importanti e rilevanti della propria economia. Assessore, qual è il suo messaggio per la 15a Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile? La fiera di Ecomondo rappresenta un punto di riferimento per tutto il mondo italiano ed europeo che si occupa di ambiente ed in particolare di energia e rifiuti. La nostra partecipazione ha l’obiettivo di offrire agli Enti pubblici (Province, Comuni, Consorzi comprensoriali, .. etc.), ai soggetti pubblici e privati impegnati nella gestione del ciclo dei rifiuti, un momento di confronto ed informazione per avviare e migliorare le azioni sul territorio finalizzate alla realizzazione di un migliore sistema integrato delle gestione dei rifiuti, ma anche offrire alle nostre imprese un’occasione per conoscere le applicazioni tecnologiche e strutturali, proposte dal mondo dell’impresa e della ricerca.

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REGIONE ABRUZZO A ECOMONDO 2011 2

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1) REGIONE MARCHE / ARPAM 2) C.C.I.A.A. ANCONA 3) ASSOMOTORACING 4) BLUPURA 5) WASTE BAY S.R.L. 6) CONSORZIO CO.SMA.RI. 7) PROGETTO ENA 8) ESALEX S.R.L. 9) RAECYCLE ADRIATICA S.P.A. 10) GRAMAGLIA S.R.L. 11) NUOVE O.R.A. S.R.L. 12) SEA AMBIENTE S.R.L.

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13) REGIONE ABRUZZO / PR. DI TERAMO / ARTA ABRUZZO 14) ACIAM 15) GRUPPO MAIO 16) COGESA S.R.L.

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16 Regione Abruzzo

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RICICLO

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17) RIVISTA REGIONI & AMBIENTE RIVISTA PAGINE VERDI RIVISTA AUTODEMOLITORI RIVISTA ECO-RACING

18) CONSORZIO POLIECO 19) PROGRAMMA AMBIENTE APUANE S.P.A. 20) FURIA S.R.L. 21) ELIOS S.R.L.

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Regione Marche / ARPAM Marche

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Legenda

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Area Abruzzo

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Area Marche Area del Riciclo Aree Comuni Sala Convegni

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INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO Arriva all’interno del Centro di Raccolta di Pineto una “scuola ambientale”. Regione Abruzzo e Comune insieme per promuovere un nuova “cultura del rifiuti”.

“ECO”, “BIO”, “EDU”: IL VALORE AGGIUNTO DELL’ECOCENTRO DI PINETO Modello di bioedilizia e bioarchitettura, il nuovo Centro di Educazione Ambientale all’interno dell’Ecocentro di Pineto verrà inaugurato il prossimo 18 novembre.

di Silvia Barchiesi

È molto più che una semplice stazione ecologica in cui poter conferire rifiuti. L’Ecocentro comunale realizzato nel Comune di Pineto, nella frazione Scerne è infatti anche una “scuola ambientale”, oltre che un esempio di bioarchitettura e di bioedilizia. Insomma, quello che verrà inaugurato il prossimo 18 novembre è un modello virtuoso da imitare e da replicare sotto tutti i punti di vista, un primo passo verso la diffusione di una nuova “cultura del rifiuto”. Prosegue, infatti, la marcia della Regione Abruzzo lungo la strada che porta alla prevenzione e il nuovissimo centro di educazione ambientale annesso alla stazione ecologica di Pineto non ne è che la dimostrazione. Lungo e tortuoso è stato l’iter che ha portato alla sua realizzazione definitiva: nato come idea all’inizio del 2000

e concretizzatosi in opera di pubblica utilità intorno al 2004, il centro, costruito secondo i canoni dettati dalla Regione Abruzzo in materia di stazioni ecologiche, è stato osteggiato proprio dalla cittadinanza, perché percepito come “discarica”, un elemento quindi deturpante per il territorio circostante, piuttosto che un valore aggiunto, una risorsa o un’opportunità. Di qui l’idea di dotare il centro di un “surplus di valore” che potesse esplicitare in maniera chiara ed univoca la sua forte connotazione positiva. Nel 2008 il progetto originario del centro viene così arricchito, nelle funzioni e nella struttura: nasce così l’idea di un edificio sostenibile, perché progettato con moderne tecniche di bioarchiettura e bioedilizia, oltre che “virtuoso” dal punto di vista ambientale, perché destinato ad accogliere una vera e propria “scuola ambientale”.

L’obiettivo del nuovo progetto è dunque quello di infondere nella cittadinanza un segnale di ottimismo e di fiducia verso la struttura e verso una corretta gestione dei rifiuti. Su invito della Regione Abruzzo, la stazione ecologica del Comune di Pineto si arricchisce così di una nuova funzione e da mero centro di raccolta in cui poter conferire rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, diventa un vero e proprio centro di educazione ambientale, volto a promuovere una corretta “cultura del rifiuto”, una sorta di laboratorio didattico in cui sperimentare i vantaggi della raccolta differenziata, oltre che una vera e propria “scuola ambientale di buone pratiche”. A sancire la funzione educativa e didattica del Centro è un Protocollo d’Intesa che verrà siglato dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Pineto proprio in oc-

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casione dell’inaugurazione del Centro, il prossimo 18 novembre. Scopo della struttura adibita a Centro di Educazione Ambientale, si legge nel testo dell’Accordo, sarà quello di “avviare progetti sperimentali di educazione e comunicazione ambientale per la sensibilizzazione degli studenti e delle loro famiglie nel settore della gestione integrata dei rifiuti per incentivare la raccolta differenziata/riciclo e la riduzione della produzione dei rifiuti con l’obiettivo di diffondere tra le nuove generazioni e le famiglie le buone pratiche ambientali”. Alla vigilia della sua inaugurazione, l’Ecocentro risulta così strutturato in due sezioni: quella costituita dal centro di raccolta vero e proprio, che si estende sulla quasi totalità del lotto di 3.500 m2, riservato ad accogliere i rifiuti urbani differenziati, conferiti dagli stessi cittadini o tramite il servizio pubblico che li ritira a domicilio su prenotazione

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e quella riservata al polo formativo, che con l’aula didattica e l’ufficio sarà la sede della nuova “scuola ambientale”. Ma il virtuosismo dell’Ecocentro di Pineto non si esaurisce nella sua funzione educativa, ma ne contagia anche la struttura. Progettato e realizzato all’insegna della biosostenibilità, l’edificio di Educazione Ambientale è infatti un esempio tecnologicamente all’avanguardia di architettura ed edilizia ecosostenibile, un modello concreto da imitare anche per altre amministrazioni locali per quanto riguarda l’utilizzo dei materiali costruttivi (naturali, atossici, certificati e garantiti), ma anche per l’impiantistica, finalizzata al risparmio energetico (con la produzione di acqua calda con captatori solari, riscaldamento degli ambienti con il sistema radiante a pavimento unito ai sistemi passivi, al recupero delle acque piovane immagazzinate e riutilizzate per i wc e per

l’innaffiamento delle aiuole), oltre che per le soluzioni bioclimatiche adottate (orientamento dell’edificio, sfruttamento dell’illuminazione naturale). Ogni scelta, dal progetto alla realizzazione pratica, guarda alla sostenibilità e si configura come “bio” ed “eco” perchè punta alla minimizzazione degli impatti ambientali e al risparmio energetico. Tutt’altro che deturpante, il nuovo Ecocentro che punta ad integrarsi culturalmente e ambientalmente con il territorio, è in realtà un valore aggiunto per lo stesso. “L’obiettivo fondamentale da raggiungere - ha sottolineato il Dott. Stanislao D’Argenio, responsabile del Servizio Tutela Ambientale del Comune di Pineto - è innanzitutto quello di consegnare alla cittadinanza un luogo in cui possano volontariamente consegnare al gestore del servizio pubblico di igiene qualunque rifiuto prodotto in ambito


domestico; parliamo di materiali tipici della raccolta differenziata quali la plastica, la carta, il vetro, ma soprattutto di quei beni cosiddetti “ingombranti” quali i RAEE (frigoriferi, congelatori, cucine, forni, computer, lampade, ecc.), materassi, mobili in legno o metallo, scarti delle manutenzioni di giardini, pneumatici, rifiuti pericolosi quali pile, batterie per auto, vernici, oli minerali e vegetali, ecc. Il passo successivo sarà dotare il centro di un sistema di pesatura per piccoli conferimenti che attraverso un software gestionale, con funzionamento mediante identificazione con tessera sanitaria, permetterà di accreditare al singolo cittadino un numero di punti variabile per tipologia di materiale conferito”. L’obiettivo del conferimento mediante sistemi di pesatura singola è quello di avviare un meccanismo premiante di “ecofiscalità” volto ad incentivare ed

incrementare la raccolta dei materiali riciclabili da avviare ad effettivo recupero, come previsto dal sistema Ecocard, di cui alla L.R. 19.12.2007, n. 45 “Regolamento tipo per la gestione di una Stazione Ecologica e/o Centro di raccolta”. Tra i benefici economici da riconoscere ai cittadini sono al vaglio diverse ipotesi: da veri e propri rimborsi monetari, a buoni spendibili presso le attività economiche convenzionate con il Comune, fino a ricariche telefoniche per i giovani. Insomma, proprio grazie al vantaggio economico, il nuovo sistema di pesatura punta ad innescare un circolo virtuoso sotto il profilo ambientale. Intanto viaggerà di pari passo l’attività formativa della “scuola ambientale” che, grazie alla collaborazione della Regione Abruzzo e di altri organismi operanti nel settore della gestione dei rifiuti,

avrà il compito di educare insegnanti e alunni e di sensibilizzare operatori pubblici e privati verso le buone pratiche in materia di gestione dei rifiuti, tramite iniziative mirate alla prevenzione e quindi alla riduzione della quantità dei rifiuti, oltre che alla promozione della raccolta differenziata. “Il progetto avviato nel Comune di Pineto – ha sottolineato Mauro Di Dalmazio, Assessore all’Ambiente della Regione Abruzzo - è un progetto innovativo, sperimentale e all’avanguardia che apre la strada alla diffusione sul territorio di una nuova cultura del rifiuto e del riciclo, un ulteriore passo avanti nel cammino da tempo intrapreso dalla Regione che guarda alla prevenzione, verso la gestione integrata del ciclo dei rifiuti”.

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GESTIONE RIFIUTI

“Rapporto sul sistema regionale di smaltimento Rifiuti Urbani-10.08.2011”

SMALTIMENTO DEI RIFIUTI URBANI: COME EVITARE L’EMERGENZA La fotografia delle criticità Provincia per Provincia e le proposte per scongiurare il collasso, nell’analisi del Servizio Gestione Rifiuti della Regione. di Silvia Barchiesi

È un Abruzzo in forte sofferenza, alle prese con criticità croniche nella gestione dei rifiuti e che arranca nello smaltimento. A scattare la fotografia del “problema rifiuti”, che in Abruzzo sfiora l’emergenza, è il “Rapporto sul sistema regionale di smaltimento RU”, elaborato dal Servizio Gestione Rifiuti (SGR) della Regione che disegna la mappa delle criticità regionali in fatto di smaltimento e delinea le soluzioni per uscire dalla crisi ed evitare il collasso. Tra le “zone rosse”, a ridosso dell’emergenza, figurano le Province di Teramo e L’Aquila, dove la situazione dello smaltimento dei rifiuti è molto problematica a causadella saturazione delle discariche e della “non autosufficienza” impiantistica in grado di colmare il gap. Il conto alla rovescia è già inziato e lo smaltimento in discarica nelle Province di Teramo e L’Aquila ha davvero i giorni contati. A “soffrire” del problema è, però, l’intera Regione su cui pesano ancora forti ritardi e gravi mancanze infrastrutturali. Tra i problemi segnalati dal Servizio Gestione Rifiuti figurano: - le ridotte capacità volumetriche delle discariche in esercizio; - la mancata attivazione di impianti di trattamento e/o smaltimento già da tempo autorizzati dalla Ragione; il continuo stop dell’attività di impianti di trattamento RU; - l’insufficiente impegno della maggior parte dei Comprensori Rifiuti nell’implementazione della programmazione regionale (PRGR) e provinciale (PPGR), soprattutto per quanto riguarda le politiche di minimizzazione della produzione dei rifiuti e del conferimento dei rifiuti biodegradabili in discarica; - le ancora insufficienti percentuali di raccolta differenziata che nella maggior parte dei Comuni sono ancora molto al di sotto degli obiettivi di legge e che ritardano il raggiungimento da parte dell’Abruzzo degli standard nazionali. Teramo con il 36,73% è la Provincia più “virtuosa”, seguita da quella di Chieti (29,28%), Pescara (25,86%) e L’Aquila (19,26%). Insomma, ferma al 28,4% e ben lontana dal traguardo del 60% fissato dalla legge, la raccolta differenziata in Abruzzo ancora non decolla. Ma la raccolta differenziata non è l’unica lacuna del più ampio problema rifiuti, da tempo ormai al centro della programmazione della Regione, da tempo impegnata a delineare proposte e soluzioni, oltre che a lanciare iniziative, richiami e solleciti verso i soggetti e gli enti competenti, rimasti nella maggior parte dei casi disattesi. Con la DGR 2.01.2007, n. 1190 “L.R. 28.04.2000, n. 83 e s.m.i. - art. 32. Attività di smaltimento dei rifiuti urbani. Provvedimenti regionali straordinari”, la stessa Regione aveva delineato un “pro-

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gramma-quadro” di azioni ed interventi per scongiurare l’emergenza, provvedimento che è rimasto praticamente inattuato dai soggetti territoriali competenti (Province, Consorzi, Comuni), salvo qualche rara eccezione rappresentate dai Comuni di Teramo e Bellante, che avevano individuato siti per la realizzazione di nuove discariche. La lista degli inadempimenti e delle scadenze non rispettate da parte di Province, Comuni, Consorzi e Gestori dei Servizi che avrebbero dovuto, invece, implementare sul territorio le linee e gli indirizzi della programmazione regionale, è ancora lunga. Così come è altrettanto lunga la lista dei provvedimenti regionali emanati per far fronte alle situazioni di insufficiente autonomia in fatto di smaltimento dei rifiuti di alcune aree territoriali: da quelli volti ad autorizzare il conferimento extra-ATO agli “Accordi di programma” con le Regioni limitrofe (Molise e Marche) per interventi di sussidiarietà nelle attività di smaltimento dei rifiuti, fino all’attivazione di collaborazioni sinergiche tra operatori pubblici e privati regionali ed extra-regionali. Eppure, le criticità permangono, soprattutto in Provincia di Teramo e in quella de L’Aquila, dove le discariche sono sature o in via di saturazione, dove lo smaltimento d’urgenza avviene fuori dal comprensorio e dove nuovi impianti stentano a decollare. La “non autosufficienza” nello smaltimento delle Province di Teramo e L’Aquila, pesa sull’intera Regione. A pagare lo scotto, infatti, sono anche le Province di Chieti e Pescara che hanno assistito ad un repentino accorciamento dei “tempi di vita” delle discariche in esercizio e che hanno finito per ridurre drasticamente la loro autonomia di smaltimento. Di qui la necessità di delineare un quadro di azioni e iniziative di breve e lungo periodo in grado di sanare le criticità e consentire il superamento dello stato di emergenza. Tra quelle più urgenti, da realizzare in Provincia di Teramo il Rapporto segnala: - il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per le discariche di Notaresco e di Atri per porre fine ai ritardi delle procedure tecnico-amministrative e ripristinare così “un’autosufficienza” delle attività di smaltimento per un periodo di almeno 5-6 anni; - la riattivazione, tramite interventi di bonifica e messa in sicurezza, della discarica di Tortoreto, attualmente sotto sequestro; - la riattivazione degli impianti del polo tecnologico del Consorzio Intercomunale Rifiuti Solidi Urbani SpA di Notaresco. In Provincia de L’Aquila invece risulta necessario individuare e realizzare per il comprensorio di “L’Aquila capoluogo” un invaso a servizio dei Comuni interessati, soprattutto alla luce delle esigenze di smaltimento dei residui derivanti dal


trattamento delle macerie e in vista della chiusura definitiva delle discariche dei Comuni limitrofi (Navelli, Ofena, Villa S. Lucia, Castelvecchio Subequo, ecc.). In Provincia di Pescara, invece, in vista della saturazione della discarica di “Colle Cese”, il cui ampliamento autorizzato potrà garantire un’autosufficienza di circa 6-8 mesi, occorre attivare urgentemente l’iter amministrativo per la realizzazione di un nuovo sito di smaltimento di iniziativa pubblica per garantire le attività di smaltimento per i prossimi 8-10 anni. Tra le priorità per la Provincia di Chieti, il Servizio Gestione Rifiuti della Regione segnala l’ampliamento della discarica di “Cerratina” di Lanciano (incremento delle volumetrie del 10%), la realizzazione di un nuovo impianto di smaltimento e il potenziamento delle linee di trattamento della FORSU (per compost di qualità) e dei fanghi da depurazione. Ma il quadro di azioni delineati dal Servizio Gestione Rifiuti non si compone solo di interventi “tampone”, ovvero di misure urgenti per far fronte all’emergenza, ma di vere e proprie iniziative strategiche di più ampio respiro e di lungo periodo. Numerose sono le linee d’azione della programmazione regionale, tra queste: - la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti; - la riorganizzare e il potenziamento dei servizi di Raccolta Differenziata secondo modelli domiciliari (porta a porta e/o di prossimità) per conferire meno rifiuti in discarica ed avviare più materiali a riciclo; - la diffusione del compostaggio domestico (autocompostaggio); - la promozione dell’utilizzo degli “ammendanti compostati” (compost qualità); - l’attuazione di Piani e programmi volti a promuovere le attività di riuso, riciclo e recupero energetico dei rifiuti. Nella previsione di una progressiva diminuzione dei conferimenti in discarica, occorre, tuttavia, lavorare anche sul versante dello smaltimento. La prospettiva ideale, tratteggiata dallo stesso Servizio Gestione Rifiuti, sarebbe quella di un sistema di smaltimento basato su pochi e medio- grandi bacini, in grado di garantire un’autosufficienza decennale per Provincia/ATO. Ma la strada verso l’autonomia di smaltimento è ancora lunga, mentre l’emergenza è dietro l’angolo: “la situazione regionale relativa alle attività di smaltimento dei RU è preoccupante – si legge nel Rapporto - da monitorare giornalmente e per la quale necessita proporre soluzioni operative concrete, efficaci ed a breve-medio termine per evitare possibili emergenze ambientali”. Di fronte alla gravità della situazione occorre una mobilitazione massiccia e tempestiva. L’invito è ai Comuni, ai Consorzi, alle Province e ai Gestori del Servizio che ancora stentano o non dispiegano sufficienti politiche continuative e

adeguate a scongiurare l’emergenza e arginare le criticità. Di fronte allo scarso e insufficiente impegno e ai ritardi accumulati da parte degli enti interessati, il monito del Servizio Gestione Rifiuti è anche un invito “ad attrezzarsi per dispiegare attività costanti e non episodiche, sui territori interessati, per una migliore gestione del ciclo integrato dei rifiuti, per esempio creando appositi ‘eco-uffici’, promuovendo le esperienze degli ‘amici del riciclo’, applicando politiche di eco-fiscalità a favore delle buone pratiche ambientali dei cittadini ‘Ecocard’, ecc., con personale qualificato che sviluppi e proponga quotidianamente iniziative di informazione, comunicazione ambientale e formazione, agli operatori ed agli utenti sui temi della riduzione della produzione dei rifiuti e riciclo e altro recupero degli stessi. Le risposte ad oggi sono state e sono molto deboli se non assenti”. “Si ribadisce, altresì, la necessità di prendere urgenti e definitive decisioni, da parte delle Autorità preposte ai vari livelli, istituzionali ed operativi non più rinviabili, in merito ad una più stringente e funzionale attività programmatoria nel settore, in particolare per la previsione e realizzazione di nuovi siti di smaltimento e/o loro ampliamento, come proposto anche con la DGR n. 1190/2007 e/o dai PPGR”, si legge ancora nel Rapporto. Senza nuovi impianti, stante l’attuale ritmo di produzione di rifiuti urbani e gli scarsi livelli di raccolta differenziata, nonostante gli aumenti del 10% delle volumetrie, autorizzati dalla Regione Abruzzo, gli impianti attivi hanno i giorni contati: il “fine vita” delle discariche è alle porte e la loro saturazione è prevista tra il 2011 e il 2012. Gli ampliamenti straordinari di siti esistenti e l’utilizzo di impianti extra-regionali non sono altro che misure “tampone”, temporanee e provvisorie, tutt’altro che risolutive. L’appello del Servizio Gestione Rifiuti è rivolto a tutti soggetti interessati “ad un impegno straordinario ed alla attivazione di ogni azione ed intervento necessari per ricostituire al più presto le condizioni di autosufficienza, su base provinciale e regionale delle attività di smaltimento dei rifiuti urbani - si legge nel Rapporto - al fine di eliminare il costante ricorso al ‘turismo dei rifiuti’, che può rappresentare una modalità straordinaria e non costante, anche per i riflessi negativi sul sistema tariffario che pesa sempre più sugli utenti che hanno il diritto ad avere servizi moderni ed efficienti”. “C’è bisogno di una piena assunzione di responsabilità di tutti gli attori del sistema a cui abbiamo richiesto di rafforzare tutte le azioni finalizzate alla riduzione della produzione e riciclo dei rifiuti urbani oltre ad accelerare la realizzazione degli impianti di smaltimento e trattamento già autorizzati”, ha dichiarato l’Assessore regionale all’Ambiente, avv. Mauro Di Dalmazio.

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ASSIMILABILITÀ DEI RIFIUTI SPECIALI AI RIFIUTI URBANI: I COMUNI INVITATI AD ADEGUARE I REGOLAMENTI Dal Servizio Gestione Rifiuti - Osservatorio Regionale Rifiuti una Circolare rivolta a tutti i Comuni abruzzesi di Agnese Mengarelli

La Regione Abruzzo da tempo è impegnata a realizzare una moderna politica ambientale strettamente connessa con il territorio, sviluppando azioni che interessano l’intera filiera della gestione integrata dei rifiuti, sulla base delle priorità di intervento definite dalla normativa comunitaria e nazionale. Di recente è stata pubblicata una Circolare rivolta a tutti i Comuni abruzzesi per inquadrare meglio alcune problematiche riferite alla disciplina della assimilabilità dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani. Con l’approvazione del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, successivamente novellato con il D.Lgs. 4/2008, sono state introdotte alcune specifiche disposizioni che prevedono la classificazione dei rifiuti, le competenze dello Stato e in particolare le competenze dei comuni. Secondo il Decreto, infatti, le Amministrazioni comunali concorrono a disciplinare la gestione dei rifiuti urbani con appositi regolamenti che definiscono “l’assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani secondo i criteri fissati dalle norme statali”. Il Regolamento comunale non può

discostarsi dai criteri di cui all’art. 195, comma 2, lett. e), che stabilisce esplicitamente il divieto di assimilabilità dei rifiuti che si formano: • nelle aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque aperti al pubblico; • nelle strutture di vendita con superficie due volte superiore ai limiti di cui all’articolo 4, comma 1, lettera d), del D.Lgs. 114/1998. Per “aree produttive”, si intendono le aree dove avvengono attività di trasformazione industriale o artigianale, mentre per “strutture di vendita”, ci si può ragionevolmente riferire a superfici dove si svolgono attività di vendita: dal negozio al supermercato, al salone di vendita di un mobilificio o di un concessionario. Il D.Lgs. 114/1998 prevede i limiti di 150 mq nei comuni con meno di 10.000 abitanti. L’espressione “due volte superiore” contenuta nell’art. 195, comma 2, lett. e) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. induce a ritenere che i limiti da prendere in considerazio-

ne per il divieto di assimilazione nelle strutture di vendita siano rispettivamente di 450 m2 e 750 m2. Nella tabella seguente è illustrata la corretta applicazione del quadro normativo vigente in materia di assimilabilità dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani in riferimento alla tipologia di rifiuti, alle superfici interessate ed alla loro estensione. “La Regione Abruzzo ha ritenuto necessario ribadire che siano attivate, da parte di ogni Comune del territorio, tutte le iniziative finalizzate alla rispondenza dei regolamenti comunali vigenti alle norme sopra richiamate” - ha dichiarato l’Assessore regionale all’Ambiente, avv. Mauro Di Dalmazio. “Vi era la necessità di chiarire, come richiesto da alcune Province, anche l’effettiva entrata in vigore delle disposizioni previste dall’art. 195 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., un aspetto per certi versi non del tutto chiarito anche per diversi pronunciamenti giurisprudenziali in materia, oltre alla atavica mancanza di un decreto attuativo del MATTM che fissi i criteri per l’assimilabilità dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani” - ha dichiarato il dott. Franco Gerardini, dirigente del Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo.

Tab. 1 - Criteri applicativi per l’assimilabilità dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani. Rifiuti assimilabili di servizi

Rifiuti prodotti da attività

sanitarie agricole commerciali con superficie inferiori a: - 450 mq nei comuni con popolazione < 10.000 ab. - 750 mq nei comuni con popolazione > 10.000 ab.

Fonte: Servizio Gestione Rifiuti.

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Criteri di assimilazione Rifiuti non assimilabili Aree produttive (tutte le aree dove avvengono attività di trasformazione industriale e artigianale) Fino all’emanazione del decreto sui criteri qualitativi e qualiquantitativi di assimilazione continuano ad applicarsi i criteri di cui alla delibera 27 luglio 1984

Rifiuti prodotti in

Strutture di vendita con superfici superiori a: - 450 mq nei comuni con popolazione < 10.000 ab. - 750 mq nei comuni con popolazione > 10.000 ab.


COGESA srl

BREVE VIAGGIO NEL SISTEMA INTEGRATO DI GESTIONE DEI RIFIUTI di Oreste Federico Responsabile R&S di COGESA Srl

Ci sono tanti modi per rappresentare un sistema complesso qual è il COGESA S.r.l. Un modo consiste nel fornire una lista di indicatori e di valori, una sorta di cruscotto, quale esempio: Comuni Soci

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Popolazione residente nel territorio dei Comuni Soci COGESA (31/12/2010)

53.680 abitanti

Superficie totale del territorio dei Comuni Soci

899.69 kmq

Comuni non Soci che conferiscono agli impianti COGESA (a ottobre 2011)

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Rifiuti trattati nella piattaforma di tipo A (stima al 31/12/2011)

4.200 t/anno

Rifiuti conferiti all’impianto di trattamento meccanico biologico (stima al 31/12/2011)

48.000 t/anno

Fatturato anno 2011 (stima al 31/12/2011)

7.600.000 €

………..

…….

Petunie sulla gradinata dell’Annunziata

Ma il potere di sintesi di una tabella si paga con la cancellazione di molteplici dati, attori e interazioni. Un altro modo, più alla buona, è quello di un turista che raccoglie immagini e impressioni dei luoghi che visita. Ogni foto cattura tratti di paesaggio, di popolo, di cultura. Studiando ciascuna foto, il turista ha modo di cogliere i dettagli, gli insiemi di dettagli e le relazioni tra i dettagli. Non solo; osservando le foto disposte su un tavolo può costruire relazioni tra cose apparentemente diverse. E da questo incessante lavoro di collegamento nasce e si rafforza l’idea che ogni cosa è in relazione con molte altre, forse con tutte le altre cose del Mondo. Provo a imitare il modus operandi del turista. Foto 1: Sinergie Questa estate, a Sulmona, sui gradini del Palazzo dell’Annunziata e nei suoi cortili interni, c’era una novità: tanti vasi di petunie policrome. Nei vasi, oltre ai fiori, anche dei cartellini che ne raccontavano una storia: quei vasi erano stati posati là da Link Futuro (Associazione di cittadini); i fiori erano stati coltivati dagli allievi dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente (l’IPAA) di Pratola Peligna in serra e con compost forniti da COGESA, società che opera nel settore dei rifiuti. Dunque, un’associazione di cittadini, una scuola e un’azienda che gestisce rifiuti urbani hanno mostrato come, con un po’ di fantasia, il rifiuto organico diventi compost, il compost costituisca materiale didattico e le esercitazioni svolti all’interno di una serra scolastica possano diventare ornamento di un centro storico.

Analizzando ulteriormente in dettaglio il “compost”, si appura che esso è prodotto dall’impianto ACIAM SpA di Aielli e certificato col marchio Compost Abruzzo dal Consorzio Italiano Compostatori, valido per ogni pratica agricola, ma soprattutto in agricoltura biologica. In questo modo un altro link parte dal sistema di gestione rifiuti e stavolta va in direzione del settore agricolo. Per produrre quel compost, però, occorre partire da rifiuto organico con elevato grado di purezza, criterio valido per tutti i materiali che si vogliono sottrarre alla discarica (l’infame sorte dell’inutile) per dar loro la dignità di materia prima seconda, cioè di cosa utile alle attività umane. Ora, per ottenere materie prime seconde in maniera sostenibile è necessario che i materiali siano tenuti separati sin dal momento della produzione, cioè tra le mura domestiche e negli esercizi commerciali. Operando questa separazione, l’utente si viene a trovare nella duplice veste di cliente e di co-produttore del servizio, ruolo quest’ultimo a cui ci stiamo avvezzando: lo scaffale del supermercato, il bancomat, il distributore automatico del carburante ... Sulla via della co-produzione gli utenti possono andare ancora oltre: possono diventare trasformatori del rifiuto e utilizzatori dei prodotti originati dal trattamento, allorché praticano il compostaggio domestico e utilizzano il compost nel loro orto, o giardino ovvero nei vasi con piante ornamentali. Questo comportamento ha indubbi vantaggi ambientali ed economici. Nei Comuni Soci, COGESA diffonde, dovunque possibile, il compostaggio domestico, nell’ambito dell’iniziativa “Dalla Natura … alla Natura – la buona pratica del compostaggio domestico,” progetto attuato in collaborazione con Ecogest nell’ambito di un Protocollo d’Intesa tra Regione Abruzzo e COGESA, per mezzo del quale gli utenti, sotto forma individuale oppure associata, diventano promotori del cambiamento verso modelli e stili di vita sostenibili, come fa l’Associazione Terra di Domani nei Comuni dell’Alto Sangro.

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L’obiettivo di mantenere separati i materiali fa spostare la nostra attenzione sul modo in cui avviene la loro raccolta. Passiamo, quindi, alla successiva foto. Foto 2: le Raccolte domiciliari Nei Comuni serviti da COGESA si va diffondendo un sistema integrato di gestione dei rifiuti finalizzato a minimizzarne la produzione e a massimizzare il recupero di materiali. Il modello è centrato sui servizi di raccolta porta a porta e sulla apertura di ecocentri. La modalità domiciliare dei servizi crea e attiva sul territorio una rete estesissima di attori, i cui gangli sono tanti quanti gli utenti. Raccolta porta a porta C’è da osservare che la qualità dei materiali raccolti dipende anche dalle indicazioni fornite agli utenti, perciò comunicazione, formazione e informazione assumono un ruolo strategico. Di qui la necessità di allargare la rete, connettendosi alle varie agenzie formative e utilizzando tutti i media disponibili. In merito, COGESA, attraverso iniziative che vanno dalle comunicazioni sui periodici locali, agli incontri con la popolazione, alla partecipazione a conferenze, ai suggerimenti degli operatori, scambia incessantemente informazioni tra e con gli utenti. Di conseguenza si modifica e amplia anche il ruolo del personale aziendale, sia operativo che di supporto. Così, la chiave del successo del sistema integrato di gestione dei rifiuti attuato da COGESA è insita nei valori, negli schemi mentali e nei comportamenti che vengono assunti dagli utenti e dal personale dell’azienda. Con il “porta a porta” si hanno altri benefici, tra cui la migliorata qualità ambientale dei comuni serviti, dovuta anche all’uscita di scena dei cassonetti stradali, fattore critico per tanti graziosi borghi antichi abruzzesi con vocazione turistica. In questo modo, in sordina, il sistema di gestione ambientale opera in sinergia con il sistema turistico. La diffusione delle raccolte domiciliari deve, perciò, confrontarsi con le caratteristiche del territorio abruzzese su cui opera, caratterizzato per lo più da una bassa densità abitativa e da notevoli distanze su una rete stradale prevalentemente di montagna. Da questa circostanza, dalla stagionalità dei cicli di produzione dei rifiuti e dall’ampio ventaglio di materiali da movimentare (carta e cartone, vetro, plastica, alluminio, banda stagnata, legno, RAEE, ingombranti, ecc .) nasce la necessità di ottimizzare l’intero sistema logistico, di cui diamo di seguito qualche indicazione, osservando la successiva foto. Foto 3: Logistica inversa, Ecocentri e SIT La raccolta dei rifiuti è un tipico esempio di logistica inversa, ovvero di un modo di pianificare, controllare l’efficienza delle risorse dal punto di vista di raccolta e recupero al punto di origine, al fine di ridare valore ai materiali che hanno esaurito il loro ciclo di vita. Nel caso dei Comuni serviti da COGESA (dove i bacini di raccolta sono determinati dalla configurazione plano-altimetrica del territorio) il modello più funzionale è risultato quello per hub and spokes (modello a rete integrata): i nodi di più basso livello sono i

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luoghi di produzione dei rifiuti; i nodi terminali sono le attività che riutilizzano i materiali recuperati o i siti di smaltimento, i nodi intermedi sono prima gli ecocentri e, a seguire, gli impianti di trattamento. L’ottimizzazione delle raccolte richiede più operazioni. In primo luogo vanno ottimizzati i circuiti di raccolta, operazione agevolata da strumenti GIS per la localizzazione dei nodi e la determinazione dei circuiti ottimali. I Sistemi Informativi Territoriali (SIT) fanno parte, da anni, dell’armamentario COGESA. In secondo luogo serve l’uso di veicoli di ingombro limitato e buona capacità di carico (satelliti a vasca con sistemi di compattazione) cioè idonei sia alla raccolta del rifiuto organico e vetro che alla raccolta di materiale a basso peso specifico (cartone, plastica e residuo). In terzo luogo, e qui siamo sul versante dei controlli delle operazione, serve l’uso di sistemi RFID installati sui contenitori e di sistemi GPS installati sui mezzi di raccolta. I flussi delle informazioni transitano per le reti telematiche e, in parallelo, i flussi di materiali transitano per la rete degli ecocentri. Questi, previsti in numero di 5, sono così localizzati: 3 nella Valle Peligna; 1 nella Valle del Sagittario; 1 nella Valle Subequana. Gli ecocentri già attivi sono attrezzati con contenitori idonei ai diversi tipi di rifiuti che l’ecocentro può ricevere e che generalmente sono cassoni scarrabili semplici o compattanti.

L’ecocentro di Raiano I trasporti in uscita dagli ecocentri è effettuato con veicoli ad alta capacità di trasporto, cioè complessi veicolari idonei alla movimentazione di cassoni scarrabili. Le mete dei trasporti sono gli impianti di trattamento per il recupero o per lo smaltimento e il principale impianto per il trattamento dei materiali secchi è rappresentato nella foto successiva. Foto 4: la Valorizzazione dei materiali I materiali secchi recuperabili sono selezionati e, in certi casi, pressati all’interno della Piattaforma di tipo A, localizzata a Sulmona, che ha una capacità di 20.000 t/anno, parzialmente impegnata dai conferimenti dei Comuni Soci e di Comuni della provincia di Chieti. I flussi in ingresso sono sia monomateriale che multimateriale ( leggero o pesante).

Interno della piattaforma di tipo A Come le altre parti del sistema integrato, anche la Piattaforma di tipo A è nodo di una rete molto estesa e la sua vita dipende da molte sinergie: da una parte la rete degli utenti, che si impegna a conferire i rifiuti in maniera dif-


ferenziata; dall’altra la rete delle cartiere, delle vetrerie, delle fonderie, ecc., cioè il mondo del recupero composto dai Consorzi di filiera CONAI. All’interno della piattaforma di tipo A avviene la selezione dei materiali, al fine di renderli idonei alle successive fasi di recupero, e lo stoccaggio dei materiali, prima del loro conferimento agli impianti di successivo trattamento. Ciò che residua dalle raccolte differenziate (per questo è chiamato rifiuto residuo) si presenta sotto forma di miscuglio di materiali che viene conferito presso l’impianto della prossima foto.

COGESA nel corso degli anni ha progressivamente sviluppato le sue attività, attivando, fin dagli anni ’90, raccolte stradali e con lo smaltimento in discarica, sviluppandole in seguito lungo il percorso che conduce alle raccolte domiciliari e al recupero dei materiali. Gli effetti del progressivo sviluppo delle attività ha prodotto un aumento del volume di affari come mostra il grafico 1 del fatturato.

Foto 5: Il Trattamento meccanico biologico del rifiuto residuo I rifiuti residui costituiscono l’input dell’impianto di trattamento meccanico biologico, localizzato a Sulmona e gestito da Daneco Impianti Srl e, al presente, la cui capacità di trattamento attualmente è saturata per intero dai rifiuti conferiti dai Comuni soci e da Comuni terzi tra i quali L’Aquila, parte dei Comuni dell’Aquilano e da Comuni dell’area Alto Sangro - Piano delle Cinquemiglia. Gli output dell’impianto sono metalli ferrosi, Frazione Organica Stabilizzata (FOS) e sovvallo.

Grafico 1: fatturato COGESA anni 2001 - 2010

Il ragno del TMB mentre carica rifiuto residuo Allo smaltimento in discarica è assegnato un ruolo residuale (per questo non c’è una foto). Mi limiterò, quindi, a dire che l’impianto di discarica di COGESA è autorizzato per una capacità totale pari a 300.000 mc, suddiviso in quattro lotti, di cui uno è saturo; uno è in coltivazione; due sono ancora da realizzare. Per un argomento residuale è già troppo. Per passare dalle istantanee al quadro d’insieme e abbozzare una parte delle Aree Strategiche di Affari (ASA) può essere utile una matrice offerta/clienti di tabella 1. CLIENTI

RD autocompostaggio RD stradale RD domiciliare RD ecocentro Sanificazione contenitori Spazzamento

ASA 9

Valorizzazione RD

ASA 10

Selezione stabilizzazione rifiuto residuo Smaltimento Materie Prime Seconde Compost

Settore agricolo

ASA 4 ASA 6 ASA 8

Settore recupero MPS

ASA 1 ASA 2 ASA 3 ASA 5 ASA 7

privati

collettività

Raccolta presso utenze non domestiche

SERVIZIO/PRODOTTO

Raccolta presso utenze domestiche

Comuni

ASA 11 ASA 12

ASA 13

ASA 14

Il grafico mostra una traslazione verso il basso a partire dal 2008, dovuta alla riduzione della tariffa di conferimento per i Comuni Soci, resa possibile dall’apertura degli impianti COGESA ai rifiuti di Comuni non Soci. Ma i fattori che hanno determinato lo sviluppo di COGESA sono molteplici. Per citarne alcuni: - l’allineamento alle pianificazioni regionale e provinciale e la collaborazione con gli Enti Locali; - la definizione di una strategia aziendale coerente sia con la forte richiesta di tutela ambientale necessaria ad un territorio denso di Aree Protette e di prestigiosi centri storici, sia alla domanda di occupazione determinata da un progressivo smantellamento degli insediamenti industriali; - la capacità di collegamento con le imprese e i soggetti funzionalmente connessi alle attività di COGESA; - l’interazione serrata con gli stakeholders. L’attenzione è stata rivolta a costruire e ottimizzare l’intero sistema di gestione dei rifiuti dal conferimento da parte degli utenti fino alle attività terminali di avvio a recupero o smaltimento passando per le fasi intermedie di raccolta, trasporto e trattamento. Il sistema integrato di COGESA cambia nel tempo, evolvendosi insieme all’ambiente con cui interagisce. Pertanto, se la rappresentazione fornita vi è sembrata mossa o sfocata, questo dipende non solo dai miei limiti di fotografo, soprattutto dalla rapidità con cui il COGESA si muove, che è appunto un indicatore della complessità, dinamicità e vitalità dell’azienda.

ASA 15 ASA 17

Tabella 1: matrice offerta/clienti

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ACIAM S.p.A.

DAL RIFIUTO ALLA TERRA: IL FUCINO FA IL PIENO DI COMPOST Il compost di ACIAM SpA commercializzato con il marchio “Compost Abruzzo”, conquista gli agricoltori di Germano Contestabile

A quasi 3 anni dall’attivazione, l’impianto di selezione RSU e stabilizzazione della frazione organica sito in Aielli (AQ) procede a pieno regime; le due linee di lavorazione, una di rifiuto tal quale, l’altra di matrici organiche selezionate, soddisfano le esigenze di trattamento di tutti i Comuni soci di ACIAM S.p.A., con un bacino di utenza di circa 200.000 abitanti. LINEA TAL QUALE La linea tal quale lavora 70.000 tonnellate di rifiuti indiffe-

renziati all’anno che sono sottoposti ad un trattamento di selezione ed stabilizzazione biologica, prima di essere avviati nelle discariche dentro e fuori regione. Il trattamento di stabilizzazione, obbligatorio per legge, dà luogo ad una riduzione in peso del rifiuto di circa il 20% ed in volume del 5-10%. LINEA DI COMPOSTAGGIO Ancora più rilevante è la funzione ambientale svolta dalla linea selettiva dell’umido per la produzione di compost di qualità. Dal settembre 2010 all’agosto 2011 sono state 11.626 le tonnellate di materiale organico, derivanti da raccolta differenziata introdotte nell’impianto. Si è trattato di scarti di cucina, avanzi di cibo, sfalci, potature e altri rifiuti vegetali provenienti dagli oltre 50 Comuni conferenti di tutta la Regione Abruzzo. La trasformazione aerobica delle matrici organiche, attraverso la maturazione in biocelle, la successiva stabilizzazione in aie insufflate e la raffinazione finale, ha prodotto nel medesimo periodo circa 3.000 tonnellate di compost di qualità.

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Durante le fasi di trattamento il materiale organico perde gran parte del contenuto di umidità e subisce una consistente riduzione sia in peso che in volume. Gli scarti di raffinazione finale, costituiti da materiali organici non ancora completamente compostati, vengono reinseriti nel ciclo di lavorazione per compiere un ulteriore periodo di biodegradazione. Il compost finale ottenuto è un materiale certificato che può fregiarsi del marchio “Compost Abruzzo” in virtù di uno specifico protocollo operativo siglato tra CIC (Consorzio

Italiano Compostatori), Regione Abruzzo e ACIAM S.p.A.. Esso è utilizzato nelle lavorazioni agricole in sostituzione o integrazione dei tradizionali concimi di origine chimica o anche in quelle floro-vivaistiche, in combinazione con la torba. Tutto il compost prodotto nell’impianto di Aielli viene ceduto alle aziende agricole del Fucino con risultati molto soddisfacenti a detta degli stessi agricoltori. Sono circa 50 le aziende agricole e florovivaistiche che nel corso del 2011 hanno acquistato il compost direttamente presso l’impianto. L’agronomo Liberato Iacobacci titolare, di una delle migliori realtà aziendali del Fucino è stato uno dei primi a scommettere sul Compost di qualità prodotto nell’impianto ACIAM di Aielli. Avendo richiesto di una sua valutazione circa l’efficacia del “Compost Abruzzo”, introdotto nei suoi campi, ha risposto che: “da agronomo sono sempre stato fermamente convinto dell’efficacia dell’ammendante compostato misto purché sia di buona qualità; d’altro canto, però, non avevo mai avuto modo di testarne personalmente


la validità. Così, nel 2009, con l’attivazione dell’impianto di Aielli e la successiva assegnazione al prodotto del marchio di qualità “Compost Abruzzo”, ho deciso di implementare sui terreni della mia azienda questa tecnica di concimazione del tutto nuova per la zona, confortato dalle garanzie offerte al progetto dall’ARSSA (Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo della Regione Abruzzo), dal CIC e dalla Regione stessa. L’impiego di ammendante compostato misto, mi ha consentito di ridurre significativamente l’utilizzo dei fertilizzanti chimici tradizionali con risultati molto soddisfacenti; su una superficie di circa 3 ettari coltivati a patate, ho sperimentato le differenze di resa tra l’utilizzo di concime minerale chimico e quello trattato con il compost di qualità. Ebbene, l’uso del compost combinato con i tradizionali fertilizzanti chimici, mi ha consentito una considerevole riduzione di questi ultimi (-30 unità per ettaro di azoto; -15 di fosforo; -40 di potassio). I risultati sono stati, quindi, a dir poco soddisfacenti: la produttività dell’area sottoposta a trattamento combinato (compost + concime minerale) è stata di circa il 20% superiore a quella dell’area trattata

za ancora maggiore in un periodo in cui la disponibilità di impianti di smaltimento costituisce una forte criticità per il ciclo integrato dei rifiuti nell’intera regione Abruzzo. In termini di emissioni di CO2, poi, il trattamento dei terreni con ammendante di origine organica favorisce il progressivo accumulo di carbonio nel suolo, contribuendo a ridurre la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera e adempiendo ad una funzione fondamentale nella lotta all’effetto serra. A ciò va aggiunta la mancata emissione di CH4 in atmosfera, che si sarebbe generata con la fermentazione dei rifiuti organici all’interno delle discariche.

esclusivamente con concime minerale chimico. Vantaggi ulteriori potrebbero derivare dall’utilizzo del compost di qualità prodotto da ACIAM S.p.A. sui campi nei campi riservati a coltura biologica, per i quali, sussistono restrizioni per i fertilizzanti chimici. In ogni caso, l’utilizzo di ammendante organico (che sia compost o letame), serve al terreno per mantenere nel tempo la giusta combinazione di sostanze nutritive, mentre, al contempo, il minor utilizzo di fertilizzanti chimici, unito all’approvvigionamento di compost a buon mercato, comporta una sensibile riduzione dei costi di processo”.

opera dei camion che trasportano rifiuti, si è rivelata di scarso impatto, così come non hanno trovato fondamento le iniziali preoccupazioni di inquinamento olfattivo che potessero pregiudicare la qualità dell’aria nelle vicinanze della struttura. Anche le supposte ripercussioni sulle riserve idriche sotterranee si sono rivelate prive di fondamento, a tutto vantaggio degli agricoltori che hanno potuto continuare tranquillamente ad usare quell’acqua per l’irrigazione dei terreni della zona.

Da un primo bilancio ambientale si evidenziano rilevanti benefici sull’ambiente sia in termini di minore conferimento in discarica che di riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera: il mancato conferimento in discarica delle circa 11.626 tonnellate di rifiuto organico lavorate in un anno da ACIAM S.pA. ha dato luogo ad un risparmio di quasi 15.000 m3 di volumetria disponibile. Tale dato assume una rilevan-

Si stima che la lavorazione del solo rifiuto organico nell’impianto di ACIAM S.p.A. ed il conseguente utilizzo del compost di qualità sia in agricoltura che nel florovivaismo, generi ogni anno una riduzione totale di CO2 equivalente in atmosfera pari a circa 200.000 kg. Infine, occorre segnalare come la paventata congestione della viabilità extraurbana che conduce all’impianto, ad

Azienda Consorziale Igiene Ambientale Marsicana Via Edison 25 (N. Ind.le) 67051 Avezzano (AQ) Tel 0863 441345 - Fax 0863 440651 info@aciam.it - www.aciam.it - Numero Verde: 800 220403

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ECONEWS

“Direttiva regionale per la gestione dei rifiuti accumulatisi sulle spiagge marittime”

RIFIUTI SPIAGGIATI: SELEZIONARE,RICICLARE E PRESERVARE LA RISORSA “SABBIA”!! Emanate linee guida per i Comuni per una migliore gestione dei rifiuti spiaggiati. di Silvia Barchiesi

L’impegno della Regione Abruzzo verso la corretta gestione dei rifiuti non risparmia neanche le spiagge e i litorali, visto che tonnellate e tonnellate di rifiuti finiscono anche nel mare. Ecco allora che plastica, gomma, vetro, legno, metalli e detriti di ogni tipo, dai fiumi (eventi alluvionali) e dal mare (soprattutto a seguito di mareggiate), si riversano e si accumulano anche sulle spiagge che finiscono per diventare vere e proprie “discariche a cielo aperto”, in particolare in inverno quando gli arenili non vengono puliti. Capita così che a ridosso dell’apertura della stagione balneare l’urgenza della pulizia e la fretta della bonifica della spiaggia finisca per produrre una mole di rifiuti indifferenziati che sacrifica, invece, la risorsa “sabbia”, oltre che la raccolta differenziata. Di qui la necessità di emanare delle linee guida e di indirizzo, rivolte ai Comuni, per una corretta gestione dei rifiuti spiaggiati. Sono quelle emanate dalla Regione Abruzzo con la Circolare n.1/2011, “Direttiva regionale per la gestione dei rifiuti accumulatisi sulle spiagge marittime”. Tra gli scopi della Circolare: - migliorare l’organizzazione dei servizi di igiene urbana dedicati alle spiagge marittime; - preservare prioritariamente la risorsa naturale “sabbia”; - garantire una distinta gestione delle diverse frazioni di rifiuti e promuovere il recupero/riciclo degli stessi per contribuire al raggiungimento degli obiettivi definiti dalla normativa regionale (PRGR) e dagli strumenti di pianificazione provinciali (PPGR). Nel dettaglio, la Circolare fornisce ai Comuni e agli operatori del settore indicazioni sull’opportuna selezione dei rifiuti spiaggiati e sulla loro corretta e preventiva differenziazione. L’obiettivo è duplice: avviare prioritariamente al recupero e al riciclo la maggiore quantità di rifiuti (materiali riciclabili) e allo stesso tempo tutelare e preservare la “risorsa naturale” per evitare che quantità consistenti di sabbia finiscano in discarica e vengano smaltite assieme ai rifiuti, ottenendo così anche consistenti economie di spesa per i servizi d’igiene dei Comuni. In attuazione alla Circolare, gli operatori incaricati della pulizia del litorale, dovranno pertanto: 1. provvedere a effettuare una preventiva selezione delle frazioni omogenee riciclabili (es. plastiche, vetro, legno, metalli, ecc.) per promuovere ed incentivare le operazioni di raccolta differenziata/trasporto/recupero degli stessi e contribuire al raggiungimento degli obiettivi definiti dalla normativa nazionale, regionale e dagli strumenti di pianificazione provinciale (PPGR);

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2. effettuare la raccolta e l’eventuale trattamento dei quantitativi di rifiuti residui dalle operazioni di selezione, mediante operazioni (es. “vagliatura”), con adeguati automezzi ed attrezzature che dovranno assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e consentire il permanere in loco del maggior quantitativo possibile della risorsa naturale “sabbia”. Per eventuali presenze di “ghiaie”, anche in relazione alla loro quantità, queste dovranno essere gestite secondo le disposizioni impartite dalle Autorità competenti. Per ottimizzare le operazioni di raccolta e di trasporto dei rifiuti spiaggiati, la Circolare prevede anche la possibilità per i Comuni di istituire, tramite apposite ordinanze, “punti temporanei di raccolta e/o centri di trasbordo”, in cui poter “parcheggiare” in via provvisoria i rifiuti, ma in cui questi non possano sostare oltre le 48 ore (D.Lgs. 152/2006). Oltre a frazioni omogenee di rifiuti (vetro, plastica, legno, ecc.), tra i materiali spiaggiati che si accumulano lungo i litorali ci sono, però, anche alghe, posidonie, foglie o altri fenomeni naturali che finiscono per ricoprire gli arenili di vere e proprie “coperte vegetali” , la cui rimozione comporta anche il successivo avvio allo smaltimento/recupero in impianti autorizzati. Recentemente, infatti, oltre all’interramento e al conferimento in discarica delle alghe, sono applicabili misure innovative per il recupero delle biomasse di origine algale spiaggiate come, ad esempio il loro utilizzo in processi basati su frazioni legno-cellulosiche per la produzione di carta, in processi aerobici per la produzione di compost e in processi anaerobici per la produzione di biogas, oltre che la possibilità del loro recupero energetico, di fronte all’impossibilità del recupero di materia: processi di recupero energetico indiretto (pirolisi, gassificazione e digestione anaerobica della biomassa algale) e processi di recupero energetico diretto (termovalorizzazione). La Circolare, che “fornisce indirizzi operativi ai Comuni, secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, per una corretta gestione dei rifiuti spiaggiati sul demanio marittimo”, è un ulteriore passo in avanti della Regione Abruzzo nella realizzazione di una gestione integrata dei rifiuti urbani: “questo provvedimento - ha dichiarato il Dirigente del Servizio Gestione Rifiuti, Franco Gerardini - in linea con le politiche regionali di massimizzazione del recupero dei RU e in conformità con gli obiettivi della normativa regionale (PRGR), sta dando dei buoni risultati per i Comuni, in termini ambientali ed economici. I dati saranno pubblicati nel ‘6° Rapporto sulle Raccolte Differenziate’, in fase di elaborazione”.


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