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MARZO 2008
INDICE ARPAM Rifiuti urbani La situazione nelle Marche di Gisberto Paoloni
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Provincia di Macerata - Assessorato all’Ambiente Uso sostenibile del territorio e delle sue risorse di Alberto Piastrellini
PICENAMBIENTE SPA “15 minuti… da non buttare via” di Donatella Mancini
ASTEA SPA Una lunga storia di Donatella Mancini
Seminario in Regione “La tutela della piccola fauna: verso una Legge Regionale per le Marche” di Donatella Mancini
ARPAM
RIFIUTI URBANI La situazione nelle Marche di Gisberto Paoloni Direttore generale ARPA Marche
ARPAM contribuisce a raccogliere - attraverso un software dedicato, di nome ORSO- i dati che annualmente confluiscono nel Rapporto Rifiuti pubblicato a cura dell’APAT. Per facilità di lettura, i dati regionali, riferiti agli anni 2005 e 2006, sono raggruppati per Comune (sono riportati i soli capoluoghi di provincia) e per Provincia. Sono inoltre riportati i dati nazionali e della Regione Marche a partire dal 2000, per gli opportuni raffronti.
Quanti rifiuti producono i marchigiani? Come li raccolgono? Dove vanno a finire? Quali sono i progetti in cantiere? In queste settimane il dibattito e l’attenzione dei cittadini, e dei mezzi di comunicazione, si sono fatti più intensi a seguito dell’emergenza scoppiata nel napoletano. Dai dati che pubblichiamo emerge una situazione marchigiana non certo allarmante, ma che non lascia dormire sugli allori. La produzione media pro capite di rifiuti delle Marche è leggermente più alta della media nazionale, mentre la percentuale di raccolta differenziata è decisamente inferiore a quella italiana. Nel nostro territorio, dove esistono grandi differenze tra le province, la situazione è migliore in quelle che sono più avanti nell’attuazione dei Piani Provinciali di Gestione dei Rifiuti e nella costituzione dei Consorzi obbligatori. Inoltre, l’analisi dei risultati del premio “Comuni Ricicloni”, giunto ormai alla VII edizione, quindi con una significativa mole di dati da interpretare, dimostra che le migliori performance nella Raccolta Differenziata e nel recupero di materia si ottengono in quei Comuni in cui il tema dei rifiuti è assunto dall’ente pubblico come una priorità a cui assegnare risorse in termini di personale, tecnologie e comunicazione. Queste risorse sono in realtà un investimento remunerativo, poiché i risparmi che si ottengono dalla riduzione drastica dei conferimenti in discarica sono rilevantissimi per le casse comunali. Per quanto riguarda le discariche, la situazione nelle Marche è lontana dall’emergenza, anche se non va dimenticato che questi siti rappresentano sempre una soluzione antieconomica nella gestione dei rifiuti. Agli altissimi costi di gestione degli impianti vanno aggiunti quelli affrontati dai Comuni per la raccolta e il conferimento, che hanno come conseguenza, la salatissima Tarsu a carico delle famiglie. Per fortuna nella Marche (primi dati 2007 emersi al premio “Comuni Ricicloni”), sembra essersi avviata finalmente la stagione della raccolta differenziata su tutto il territorio.
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Comune di:
Pesaro
Ancona
Macerata
Ascoli Piceno
RU (kg/abitante) 2006
740,20
589,62
534,20
604,20
RU (kg/abitante) 2005
734,09
571,17
512,34
569,92
% RD 2006
30,64%
19,83%
31,45%
24,39%
% RD 2005
27,63%
20,00%
32,87%
25,95%
Provincia di:
Pesaro e Urbino
Ancona
Macerata
RU (kg/abitante) 2006
609,5
581,5
528,12
541,01
RU (kg/abitante) 2005
600,6
569,2
524
590,3
% RD 2006
18,2
18,31
26,1
25,67
% RD 2005
14,98
17,68
24,16
15,41
Ascoli Piceno
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Marche kg/ab
515
532
535
534
543
573
569
%RD Marche
9,7
11,9
14,9
14,9
16,2
17,6
20,2
Italia kg/ab
501
516
521
524
533
539
550
%RD Italia
14,4
17,4
19,2
21,1
22,7
24,3
25,8
RU-rifiuti urbani
RD - raccolta differenziata
I siti marchigiani Nelle Marche sono attivi 15 siti per il conferimento dei rifiuti più un impianto di trattamento, il Cosmari di Tolentino. Ad Ascoli Piceno, in località Alto Bretta, si trova la discarica per rifiuti speciali pericolosi, mentre a Maiolati Spontini questo tipo di rifiuti viene conferito in un’apposita area della discarica di Cornacchia. Come si evince dalla tabella, nella provincia di Macerata è presente una sola discarica, di supporto all’impianto del Cosmari, perché qui è stato costituito ed è operante da tempo un Consorzio obbligatorio tra tutti i Comuni della provincia, che conferiscono al Cosmari gli RSU. La costituzione dei Consorzi d’ambito o di bacino è prevista dal Piano regionale dei rifiuti, varato dal Consiglio Regionale ormai sette anni fa, ma ancora la situazione sul territorio non
RIFIUTI, LE DISCARICHE NELLE MARCHE Provincia di Pesaro e Urbino COMUNE
LOCALITÀ
TIPOLOGIA RIFIUTI TIPOLOGIA ABBANCATI
GESTORE
CORINALDO
San Vincenzo
RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi A.S.A.
CASTELCOLONNA
Via San Pietro
RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi Castelcolonna Ambiente srl
MAIOLATI SPONTINI Moie-Cornacchia RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi SO.GE.NU.S.
MAIOLATI SPONTINI Moie-Cornacchia Speciali Pericolosi
Discarica Rifiuti pericolosi
SO.GE.NU.S.
Provincia di Ancona COMUNE
LOCALITÀ
TIPOLOGIA RIFIUTI TIPOLOGIA ABBANCATI
GESTORE
PORTO S.ELPIDIO
CASTELLANO RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi ECOELPIDIENSE Srl
FERMO
S.BIAGIO
RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi ASITE Srl
TORRE S. PATRIZIO S.PIETRO
RSU-RSA
Consorzio smalt. rifiuti tra i di Torre San Patrizio, Discarica Rifiuti non pericolosi comuni Monte San Pietrangeli, Rapagnano e Francavilla d’Ete
ASCOLI PICENO
RELLUCE
RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi Ascoli Servizi Comunali Surl
ASCOLI PICENO
ALTO BRETTA Speciali Pericolosi
Discarica Rifiuti pericolosi
GETA Srl
Provincia di Macerata COMUNE
LOCALITÀ
TIPOLOGIA ABBANCATI
RIFIUTI TIPOLOGIA
GESTORE
Tolentino
Contrada Collina
RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi
CO.SMA.RI.
Tolentino
Piane di Chienti
RSU-RSA
Termovalorizzatore
CO.SMA.RI.
Provincia di Ascoli Piceno COMUNE
LOCALITÀ
FANO
Monteschiantello RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi ASET Spa
TAVULLIA
Ca’ Asprete
RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi ASPES
MONTECALVO IN FOGLIA Ca’ Mascia
RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi SIS
BARCHI
Ca’ Rafaneto
RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi Comunità Montana del Metauro Zona E - Fossombrone
URBINO
Ca’ Lucio
RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro
CAGLI
Ca’ Guglielmo
RSU-RSA
Discarica Rifiuti non pericolosi NATURA SpA
RSU-rifiuti solidi urbani RSA-assimilabili agli rsu
TIPOLOGIA RIFIUTI TIPOLOGIA ABBANCATI
GESTORE
è omogenea: in provincia di Ancona si sono costituiti due consorzi, Cir33 e ConeroAmbiente, in provincia di Ascoli Piceno un solo Consorzio tra quattro piccoli Comuni, mentre la provincia di Pesaro non ne ha ancora avviato la costituzione. Al recente convegno per il conferimento dei premi ai “Comuni Ricicloni”, la Dirigente del Servizio rifiuti della Regione Marche ha esortato a seguire l’esempio maceratese perché, non casualmente, in quel territorio è necessaria una sola discarica, per di più temporanea, e la percentuale di raccolta differenziata è di gran lunga maggiore che nelle altre province.
Premio “Comuni Ricicloni 2007”: una buona annata Oltre 170 i Comuni marchigiani che hanno aderito all’iniziativa, i cui dati sulla produzione e gestione dei rifiuti sono stati raccolti online, grazie anche alla preziosa collaborazione di Gestori, Consorzi, Comunità Montane e/o Unioni Comuni, attraverso le schede del sistema O.R.So. (Osservatorio Rifiuti Sovraregionale) adottato dall’ARPAM. Tale sistema di raccolta dati, informatizzato ed omogeneo sul territorio, è in grado di tracciare l’intero percorso e l’effettiva destinazione dei rifiuti, nonché di fotografare l’intera situazione del ciclo rifiuti, rappresentando un data base sempre aggiornato, alla luce del quale dirigere tempestive politiche di intervento.
ARPA Marche Via Caduti del Lavoro, 40 int. 6 60131 Ancona Tel. 071 2132720 - fax 071 2132740 arpa.direzionegenerale@ambiente.marche.it www.arpa.marche.it
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PROVINCIA DI MACERATA - ASSESSORATO ALL’AMBIENTE
USO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO E DELLE SUE RISORSE Oculata gestione dei rifiuti, implementazione delle energie rinnovabili, interventi sulle bonifiche e l’urbanistica, sono le eccellenze della politica ambientale della Provincia di Macerata di Alberto Piastrellini
Accanto alle problematiche ambientali ormai “storiche” e pregresse nel tempo (soprattutto quelle che riguardano l’inquinamento delle falde acquifere della valle del Chienti), il territorio della provincia di Macerata, può vantare, da alcuni anni a questa parte, alcune eccellenze a livello regionale, tali che, anche un occhio poco attento ai particolari riesce a cogliere che trattasi del più “verde” e tutelato delle Marche. Sarà, forse perché, in parte, è posto sotto la gestione dell’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ma, accanto alla ricchezza in termini di biodiversità delle Oasi faunistiche, alla vocazione agro-silvo-pastorale delle sue comunità, all’urbanistica tradizionale che si traduce nella sobria e pulita venustà dei suoi mille borghi, non possono essere sottaciute le lungimiranti scelte politiche ed amministrative che, nel tempo hanno contribuito a contenere gli impatti ne-
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gativi delle attività antropiche, tentando il difficile connubio tra sviluppo economico e benessere diffuso. In quest’ottica va ricordata la grande attenzione posta alla spinosa questione della gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani (RSU). Grazie alla profonda interconnessione fra l’Ente Pubblico e il Consorzio Smaltimento Rifiuti (Cosmari) si è passati in brevissimo tempo da una media provinciale di raccolta differenziata del 24% all’ottimo risultato del 35%. Tale obiettivo è stato raggiunto grazie ad una raccolta differenziata spinta “porta a porta” che finora interessa circa 50.000 utenze, ma che sarà presto estesa ai Comuni di Corridonia, San Severino Marche e Tolentino) per un bacino complessivo di 320.000 abitanti. I numeri dei risultati raggiunti parlano chiaro, Potenza Picena ha raggiunto il 72%, San Ginesio il 61%, Urbisa-
glia il 72%, Appignano il 72%, Loro Piceno il 58%, Montelupone il 76%, Civitanova Marche (dove il porta a porta viene effettuato solo in due quartieri), il 42%. Numeri significativi di gestione del ciclo dei rifiuti, che affiancano la Provincia di Macerata alle sempre più famose e citate province del Nord e del Nord Est. L’obiettivo finale è quello di ridurre di 1/3 la quantità di rifiuti che normalmente vengono portati in discarica: per intenderci, 40.000 tonnellate invece delle attuali 120.000, nel giro di due anni. Accanto ad un ovvio e migliore servizio di igiene urbana e di gestione dell’intero ciclo dei RSU, con un conseguente miglioramento della tutela del territorio e nella minimizzazione delle risorse naturalistiche, la politica della Provincia e dell’Assessorato all’Ambiente mira, attraverso l’implementazione
della raccolta differenziata “porta a porta”, anche alla creazione di micro-economie di scala: Infatti, la differenziazione costituisce anche una fonte di reddito, poiché dalla vendita dei materiali di risulta, a valle della differenziata e del trattamento, il Consorzio a partecipazione pubblica, raggiunge introiti considerevoli. Se poi si considera che le nuove discariche hanno un costo sociale ed ambientale piuttosto alto (si pensi che il solo studio relativo all’individuazione del sito e il relativo progetto di fattibilità costano oltre 300.000 Euro!), considerando il periodo di vita massima previsto dalla legge per 30 anni e il costo della bonifica a fine-vita a fronte di polizze fideussorie ed assicurazioni dai costi notevoli, ecco che puntare su poche discariche dove va solo il necessario, costituisce non solo una dinamica virtuosa per l’ambiente, ma anche, e soprattutto, per il portafoglio della cittadinanza. Quando si parla di risparmi, il riferimento al settore energetico è d’obbligo. Anche in questo senso, la Provincia di Macerata, tramite l’Assessorato all’Ambiente, ha predisposto diversi atti e ha in progetto diverse azioni prioritarie da realizzare. Per l’implementazione delle tecnologie legate al solare termico e fotovoltaico, la Provincia ha messo a disposizione oltre 1.200.000 Euro per finanziare 150 progetti di altrettanti soggetti privati e 15 di diverse Amministrazioni comunali (si veda il box alla pagina accanto). Il percorso verso la realizzazione nel 2008 di un Piano Energetico Provinciale è già iniziato con una apposita Delibera di Giunta Provinciale che prevede; l’istituzione di un gruppo di studio e un apposito finanziamento. Allo studio, inoltre, ci sono: • un progetto di “campo solare” di oltre 20 ettari nel territorio di Tolentino che, nel caso fosse realizzato, sarebbe il più grande del centro Italia; • la realizzazione di alcuni impianti eolici; • la sostituzione-rottamazione delle vecchie caldaie .
Dati complessivi relativi al primo Bando di Finanziamento per l’implementazione dell’Energia Solare di cui alla Delibera di Giunta Provinciale n. 773 del 2005 Si premette che i contributi sono stati assegnati in due tranches; la prima, pari a 350.000 Euro fa riferimento alle assegnazioni comunicate agli interessati nel settembre 2006, la seconda, a seguito di ri-finanziamento del dicembre 2006 (pari a 300.000 Euro) fa riferimentoi a comunicazioni effettuate a febbraio 2007. Inoltre sono state effettuate durante il periodo 2006-2007 ulteriori assegnazioni a seguito di nuove disponibilità nel fondo dovute a rinunce di alcuni assegnatari e di richieste di riduzioni di contributo per impianti fotovoltaici dal 50% al 20%. Numero complessivo delle domande ammesse a contributo Totale domande Soggetti privati ammessi: 107 Totale domande Enti pubblici ammessi: 14 Totale domande impianti solari termici: 61 (Enti Pubblici: 3) Totale domande impianti fotovoltaici: 50 (Enti Pubblici: 11) La prima tranche del finanziamento ha interessato 47 Soggetti Privati ed 8 Enti Pubblici (specificando che il solo Comune di Mogliano ha ottenuto 2 finanziamenti). Le domande ammesse a contributo dopo le rinunce e/o richieste di riduzione, relative al periodo novembre/dicembre 2006, hanno interessato: 7 Soggetti Privati (di cui 5 per impianti solari termici e 2 per impianti fotovoltaici). Le domande ammesse dopo il ri-finanziamento di dicembre 2006 hanno interessato 41 Soggetti privati e 6 Enti Pubblici. Le nuove assegnazioni finanziarie del maggio 2007 hanno interessato 12 Soggetti Privati (di cui 5 per impianti solari termici e 7 per impianti fotovoltaici ). Distribuzione delle domande ammesse per territori comunali (tra parentesi figurano i numeri relativi alle domande per solare termico) • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
Macerata: 16 (8) Urbisaglia: 1 Treia: 5 (3) Porto Recanati: 5 (3) Mogliano: 8 (3) Matelica: 2 Corridonia: 8 (4) Apiro: 1 Tolentino: 13 (7) Recanati: 2 (1) Petriolo: 2 (1) San Severino Marche: 5 (4) Pollenza: 12 (8) Cingoli: 6 (3) Camerino: 7 (2) Sant’Angelo in Pontano: 1 Morrovalle: 1 (1) Montecosaro: 4 (1) Montecassiano: 2 (1) Potenza Picena: 5 (2) Sarnano: 3 (3) Camporotondo: 1 (1) Colmurano: 1 (1) Pievebovigliana: 2 (1) Caldarola: 1 Castelraimondo: 2 (1)
Alla data del 18 marzo 2008 risultano già erogati 119. 669,12 Euro di cui: • 41.906,80 per impianti solari termici • 55.762,32 per impianti fotovoltaici (si informa che entro marzo 2008 scadrà il termine per la realizzazione degli impianti ammessi a contributo con il primo finanziamento) Il nuovo Bando di finanziamento per l’implementazione di impianti solari termici e fotovoltaici destinato alle micro-imprese ha già visto pervenire ben 154 domande di cui 107 per impianti fotovoltaici e 46 per impianti solari termici (1 domanda è risultata essere priva di specificazione)
Non è nascosta, inoltre, la volontà di intervenire sulla modifica dei nuovi regolamenti edilizi secondo logiche più
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attente alle problematiche ambientali quali: la mobilità, il risparmio e l’efficienza energetica, il basso impatto sul territorio, la garanzia dei servizi locali. Non solo, per il 2008 è previsto un Accordo con Casa Clima di Bolzano per la certificazione energetica dei nuovi edifici che si andranno a realizzare. Sulla questione della bonifica del basso Bacino del Chienti, è stato prodotto, secondo le indicazioni ministeriali, un Protocollo di intesa che dovrebbe costituire la base per l’azione di bonifica. Si tratta di un accordo di programma fra le parti: Regione, Provincia, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Aziende private locali, finalizzato ad individuare le risorse economiche per realizzare una barriera per emungere acqua dalla falda senza inquinarla e depauperarla ulteriormente. L’Accordo è funzionale al primo anno di vita dell’impianto, poi occorrerà lavorare per trovare le risorse economiche legate alla gestione degli anni successivi. La Provincia ha stanziato 500.000 euro per intervenire ma non nasconde le sue
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preoccupazioni in merito, in quanto il costo del progetto, presentato da ARPA Marche, prevede un costo compreso fra i 3 e i 4 milioni di euro. Un altro termine sulla strada dello sviluppo sostenibile intrapresa dalla Provincia di Macerata, sarà posto con
la realizzazione di un progetto pilota, per ora in itinere, legato al bike sharing, servizio che verrà svolto nei tre maggiori comuni costieri. Insomma, già ai primi mesi del 2008, la “carne al fuoco” sembra essere molta, eppure, a ben guardare, se è vero che c’è ancora molto da fare, è altrettanto inconfutabile che tanto è già stato fatto, e i risultati, lo dimostrano!
PICENAMBIENTE SPA
“15 MINUTI… DA NON BUTTARE VIA”
L’iniziativa di Educazione Ambientale dedicata quest’anno alle scuole materne di Donatella Mancini
PicenaAmbiente SpA ha presentato per la 4a volta un progetto didattico indirizzato alle scuole. Seguendo il principio della continuità, dopo aver rivolto i primi tre progetti alle elementari e alle scuole secondarie di 1° grado, il 2008 viene ora dedicato alle scuole materne, localizzate nei 35 Comuni di pertinenza. L’iniziativa, che si avvale anche quest’anno della collaborazione di Legambiente, denominata “15 minuti… da non buttare via”, ha lo scopo di consolidare ed incoraggiare esperienze di educazione all’ambiente. L’insegnante dovrà coinvolgere, sensibilizzare e spingere alla riflessione tutti i piccoli scolari del proprio plesso mediante tecniche e metodologie di libera scelta: dall’attività manipolativa alla grafica, dalla pittura al teatro, dalla musica allo sport. Rimangono vincolanti solo gli argomenti: • il rifiuto con particolare riferimento alla sua trasformazione in materia da riutilizzare o come mezzo per
reinventare e riprodurre oggetti, giochi, utensili, strumenti di uso comune ecc; • i rifiuti visti come il risultato del nostro stile di vita e che, in quanto tali, presuppongono l’uso di comportamenti corretti onde evitare di esserne sommersi; • il rifiuto e la raccolta differenziata come azione virtuosa di tutela ambientale, come recupero delle materie prime e, infine, come potenziale fonte di energia. I lavori prodotti o inscenati dalle scuole potranno essere presentati durante la festa di fine anno che ogni plesso solitamente organizza o, in alternativa, in uno spazio appositamente adibito per l’occasione.
In 15 minuti, i bambini, coadiuvati dalle loro maestre, presenteranno il risultato della loro creatività che potrebbe tradursi in una esposizione pittorica, in una scena teatrale, in una sfilata di moda o altro, sempre all’insegna del tema sui rifiuti. La partecipazione per le scuole è completamente gratuita, inoltre PicenaAmbiente garantirà al plesso ospitante un simbolico contributo economico da spendere in sussidi didattici, materiale ad uso scolastico o interventi di rilevanza ambientale. Con questo progetto, PicenaAmbiente intende consolidare i legami tra Istituzioni, mondo del lavoro, Associazioni onlus e mondo della cultura, oltre ad incoraggiare un’istruzione di qualità che persegua lo sviluppo sostenibile, anche stimolando cambiamenti individuali e globali.
Contrada Monte Renzo, 25 63039 S. Benedetto del Tronto - Ascoli Piceno Tel. 0735 757077 - fax 0735 652654 www.picenambiente.it - info@picenambiente.it
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ASTEA SPA
UNA LUNGA STORIA di Donatella Mancini
La costituzione ad Osimo dell’Azienda Speciale dell’Impianto Idroelettrico risale al 19 Gennaio 1906, quando il Consiglio comunale deliberò che il servizio dell’acquedotto e dell’illuminazione pubblica e privata fosse assunto direttamente dal Comune mediante un’Azienda speciale, secondo la disciplina e le cautele indicate dalla legge. A distanza di un secolo ad occuparsi dei servizi di pubblica utilità ad Osimo, ma non solo, c’ è ASTEA S.p.A., nata nel 2003 dalla fusione tra ASPEA SpA di Osimo ed AST SpA di Recanati., aziende specializzate nel settore della distribuzione dell’energia elettrica e dell’acqua potabile, nell’ambito dei rispettivi territori. Inoltre, gli interessi delle due Aziende erano rivolti anche verso altri servizi quali: • la distribuzione del gas metano; • la raccolta e lo smaltimento maltimento dei rifiuti (solo ASPEA) EA) • gli impianti di depurazione delle acque reflue; e; • la produzione di calore ed energia elettrica, tramite mite la Centrale di cogenerazione realizzata ealizzata ad Osimo nel 1991 (solo ASPEA) SPEA) Questa fusione in un’unica struttura ha significato garantire all’utenza maggiori vantaggi in terminii sia qualitativi che quantitativi. Le principali societàà attraverso le quali ASTEA opera sul territorio erritorio sono: • Adriatica Energia rgia Servizi Srl (AES) deputata alla vendita del gas e dell’energia elettrica ttrica sul libero mercato; • Geos Ma.Ver per er la manutenzione del verde pubblico co e delle strade; • Ambiter Scrl perr la gestione del servizio IU nel Comune une di Fabriano; • Nova Energia Srl rl per lo sviluppo di energie rinnovabili; bili; • ASP Srl per la distribuzione stribuzione di gas ed energia elettrica ca nel Comune di Polverigi. L’attuale compagine ine so-
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cietaria di ASTEA vede come socio privato, con una quota del 21%, il GPO (Consorzio delle imprese IRIDE di Genova-Torino, AGSM e AMIA di Verona), mentre le restanti quote, sono ripartite tra i Comuni serviti (vedi tabella), tra i quali i Comuni di Osimo e Recanati che detengono il maggior numero di quote.
ASTEA S.p.A. mantiene attivo, aggiornato e documentato un Sistema di gestione per la qualità aziendale in accordo con la norma UNI EN ISO 9001:2000, al fine di assicurare che i servizi erogati al cliente siano conformi ai requisiti normativi. Naturalmente, per l’Azienda il conseguimento della Certificazione ISO 9001 non rappresen-
ta un punto di arrivo, ma di partenza nello spirito volto ad un miglioramento continuo finalizzato ad accrescere la con ssoddisfazione dei clienti e l’efficienza dei sistemi gestionali. L’Azienda dispone di diversi canali di contatto con i clienti: l’accesso ai servizi erogati è garantito dalle attività svolte presso gli sportelli i cui orari di apertura al pubblico sono reperibili presso tutte le sedi, in bolletta e sul sito Internet. Per conoscere più da vicino questa importante realtà aziendale, abbiamo rivolto alcune domande all’Amministratore delegato ASTEA a SpA, ing. Fabio Giuseppini. SpA Ing Giuseppini, quali vantaggi soIng. no derivati dalla fusione tra ASPEA eA AST? La fusione tra Aspea e AST è stata una risposta efficace alle sfide di mercato, risp sia nel settore dei servizi amministrati cche liberalizzati, poichè si è subito tradotta nella riduzione dei costi metrad di unitari, u le cosiddette economie di scala ed economie di scopo, derivanti sca dall’offerta congiunta di servizi. Ciò ha dal comportato un incremento della capacicom tà economica e e finanziaria a vantaggio di maggiori m possibilità di investimento
e di standard di servizio sempre più elevati. Alla luce delle vicende di cronaca sulla questione dell’emergenza rifiuti in Campania, quali consigli si sente di dare alle Regioni in difficoltà per la realizzazione di una corretta gestione dei rifiuti che possa portare l’Italia a raggiungere i parametri di Raccolta Differenziata richiesti dall’UE? La situazione Italiana presenta delle profonde diversità tra le varie regioni sulla organizzazione per la gestione dei rifiuti e, pertanto, è difficile poter dare dei consigli su un argomento così delicato e così legato alle diverse condizioni territoriali. Nella nostra realtà, seppur con problemi legati principalmente alla realizzazione degli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, la situazione è piuttosto buona sia a livello regionale in cui il livello della raccolta differenziata si attesta su discrete percentuali, sia nei Comuni gestiti da ASTEA, dove le percentuali di raccolta differenziata raggiungono valori prossimi a quelli previsti dalla normativa vigente. In particolare ad Osimo nel 2007 si è giunti al 32%, valori su cui stiamo lavorando per migliorarli, ma di cui, al momento, possiamo ritenerci soddisfatti. Sicuramente un’attività su cui si dovrebbe lavorare sempre con molta attenzione è la formazione e l’informazione dei cittadini. Come si rapporta ASTEA Spa con le energie rinnovabili? Prima della fusione, ad Osimo l’Azienda Idroelettrica Municipale produceva energia elettrica da fonte rinnovabile tramite l’utilizzo della centrale idroelettrica di Sambucheto. Nel tempo, ASTEA ha affiancato all’idroelettrico altre fonti da energia rinnovabile come l’eolico ed il fotovoltaico. Inoltre va sottolineata l’innovazione rappresentata dalla costruzione ad Osimo dell’impianto di cogenerazione per la produzione combinata di energia elettrica e calore per teleriscaldamento. ASTEA, effettuando un repowering della centrale idroelettrica di Sambucheto, ha ottenuto Certificati Verdi sul surplus di produzione che è passato da 1.1 milioni di kwh a 1.5 milioni di kwh ed ha sfruttato l’opportunità del Conto energia, costruendo una centrale fotovoltaica per alimentare il depuratore di Porto Recanati. Inoltre, l’Azienda sta par-
tecipando insieme ad una società di Milano alla realizzazione di un parco eolico in Sicilia. Quali sono i futuri progetti di ASTEA SpA? Considerato che ASTEA rappresenta una vera multiutility attiva a livello regionale in tutti i servizi a rete nella produzione di energia elettrica e nel servizio di igiene urbana, le finalità strategiche sono in primis il consolidamento e la razionalizzazione dei servizi gestiti e la valorizzazione del radicamento territoriale, anche attraverso altre operazioni di aggregazione. Altro elemento cardine dello sviluppo del Gruppo ASTEA è l’attività di vendita di energia elettrica e gas attraverso la società controllata Adriatica Energia Servizi. Nel mercato energetico, ormai completamente liberalizzato, Adriatica Energia Servizi unisce alla propria
pluriennale esperienza il know how industriale di Iride, primario player nazionale del settore, nato dalla fusione tra le utilities di Genova e Torino.
ASTEA spa Sede amministrativa Via Guazzatore, 163 60027 Osimo (AN) Tel. 071 72471 - fax 071 7247214 Sede legale Via Lorenzo Gigli, 32 (Zona Chiarino) 62019 Recanati Tel. 071 711131 - fax 071 7247214
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CONVEGNI E MANIFESTAZIONI
Seminario in Regione
“LA TUTELA DELLA PICCOLA FAUNA: VERSO UNA LEGGE REGIONALE PER LE MARCHE” di Donatella Mancini foto David Fiacchini
Accanto alla fauna tradizionalmente conosciuta, esiste una fauna così detta minore, dove l’aggettivo minore si riferisce alle dimensioni, ma non all’importanza che essa riveste nell’ambito del funzionamento dei sistemi naturali. Fanno parte della piccola fauna gli invertebrati, alcuni pesci, gli anfibi, alcuni rettili ed i piccoli mammiferi, come i toporagni, i moscardini, i pipistrelli, ecc. Anche la piccola fauna è a rischio estinzione, perché alla scomparsa degli habitat, all’eccessivo sfruttamento del territorio da parte delle popolazioni per scopi produttivi ed all’inquinamento si sono aggiunti: l’introduzioni di specie esotiche, la frammentazione degli habitat superstiti ed il cambiamento climatico. Il fenomeno dell’introduzione di specie alloctone si è intensificato negli ultimi decenni con la globalizzazione degli scambi commerciali, che ha introdotto molte specie in modo accidentale. Quando una specie animale esotica entra in un ecosistema, compete con le specie autoctone per il cibo, i rifugi e i luoghi per la riproduzione, fino ad arrivare, a volte, ad eliminare parte della fauna residente. “La tutela della piccola fauna: verso una legge regionale per le Marche” è il titolo di un seminario svoltosi presso la sede della Regione Marche, rivolto al personale interessato delle Autonomie locali, del Corpo Forestale dello Stato, delle Associazioni ambientaliste, animaliste e di volontariato. Sul tema della tutela della fauna minore, infatti, la Regione Marche ha elaborato una proposta di legge che ha già iniziato il suo iter legislativo. Claudio Zabaglia, Dirigente PF Tutela degli Animali e Rete Ecologica Regionale, ha portato i saluti dell’Assessore all’Ambiente della Regione Marche, Marco Amagliani, mentre, il
dott. David Fiacchini ha portato i saluti del Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Alfredo Fermanelli. Era presente al seminario, Davide Belfiori, Direttore Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca, che ha parlato dell’importante ruolo rivestito da tutte le aree protette delle Marche. “Stiamo affrontando - ha detto - la questione della tutela della fauna minore dentro il Piano di Gestione, partendo dalla conoscenza dei dati relativi alla riserva. La piccola fauna va considerata alla stregua di aironi e caprioli. A Ripa Bianca è presente un Centro di Recupero Animali Selvatici, unico nelle Marche e di media importanza a livello nazionale. Lo sviluppo di progetti per la piccola fauna sono collegati all’aspetto normativo, ma anche alla didattica e alla ricerca”. Di seguito ha preso la parola Maria Balsamo del Centro di Ricerche per la biodiversità e la conservazione dell’Università degli Studi di Urbino che da anni collabora con la Regione Marche. “Le Università - ha affermato - rivestono un ruolo tecnico-scientifico, ritenuto molto importante dall’UE. Sia l’Università che la Regione raccolgono dati sulla distribuzione della piccola fauna, ma sarebbe necessario uniformare i protocolli di rilevamento. Le Marche ospitano ambienti di piccole dimensioni, quindi particolarmente idonei per la vita della piccola fauna. Nel redigere la legge inerente, vanno presi in considerazione gli elementi positivi delle leggi promulgate nelle altre Regioni e, naturalmente, la normativa europea. Inoltre dovrebbe avere la caratteristica di una legge in grado di esercitare un controllo sistematico su una realtà che muta continuamente. Infine, al di là della legislazione, è fondamentale formare delle figure professionali in questo settore”. Sebastiano Salvidio ha portato le conoscenze della Societas herpetologica Italica (SHI) dell’Università degli Studi di
Ortottero
Rhinolophus ferrumequinum
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Genova con particolare riferimento ai rettili e agli anfibi. “Nel pianeta - ha detto - esistono all’incirca 2 milioni di specie animali conosciute, di cui almeno il 70% appartengono agli invertebrati. Tra i vertebrati circa il 25% sono costituiti da rettili ed anfibi, animali determinanti nell’ambito della piccola fauna, in quanto rappresentano i principali predatori. Le variazioni di piovosità, dovute ai cambiamenti climatici, esercitano una forte pressione ambientale sugli anfibi al punto che attualmente il 32% è a rischio estinzione, contro il 12% degli uccelli ed il 23% dei mammiferi. Le cause del declino delle specie sono dovute a: alterazione degli habitat; inquinamento; incendi; presenza di specie invasive; patologie. Mentre per limitare le perdite sarebbe necessario adottare le seguenti misure: tutela dei siti; studio degli ambienti; studio dei cambiamenti climatici; studio delle nuove patologie; controllo dello sfruttamento del territorio;
controllo dell’inquinamento; favorire la riproduzione in cattività; disincentivare l’introduzione di specie alloctone; incentivare il mantenimento a basso costo di habitat umidi da parte dei privati. Vincenzo Ferri, Responsabile stazioni sperimentali regionali per lo studio e la conservazione degli anfibi in Lombardia, ha portato l’esperienza della sua regione. “Nel ’93 non esisteva ancora in Italia - ha sostenuto - una Legge nazionale sulla tutela della piccola fauna, mentre le prime leggi regionale si preoccuparono di tutelare gli interessi economici, legati alla fauna minore, piuttosto che la fauna stessa. La legge della Lombardia (1977) è stata preceduta da quella del Veneto (1973), ma è stata la prima ad inserire nomi specifici concentrandosi, soprattutto, sulla formica rufa e sul gambero di fiume. Dal 1977 ad oggi la legge ha subito delle modifiche, ma soltanto ora è sottoposta ad un profondo ammodernamento che tenga conto dei seguenti parametri: aggiornamento dell’elenco delle specie; modalità di applicazione e controllo; potenziamento delle iniziative di prevenzione e di sensibilizzazione.
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Oltre alla normativa, c’è la necessità dei controlli e dell’applicazione delle sanzioni, soprattutto in una zona come la Lombardia, dove il bracconaggio è molto diffuso. Le migliori leggi sulla tutela della piccola fauna sono state realizzate dalle Regioni Abruzzo e Toscana”. Di seguito ha parlato Monica Palazzini Assessorato all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile - Servizio Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia Romagna. “La legge dell’Emilia Romagna - ha sostenuto - è una delle più recenti, risale al 2006, ma è stato molto difficile attuarla perché promossa da 2 consiglieri regionali, anziché dalla Giunta e questo ha reso difficoltoso il finanziamento. La legge regionale è conforme all’art. 6 della Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica, firmata a Berna il 19 Settembre 1979 e ratificata alla Convenzione di Rio De Janero nel Giugno del 1992. In sintesi, la legge (ndr: consultabile sul sito della Regione Emilia Romagna) prevede: un monitoraggio integrato tra Regione, Province ed Aree protette; interventi sugli habitat anche attraverso investimenti sul programma rurale; lotta agli alloctoni; disciplina per le specie di interesse alimentare, come rane e chiocciole; promozione di studi e ricerche; informazione ed educazione al cittadino”.
Speleomantes italicus
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Alla stesura della legge per la tutela della piccola fauna della Regione Marche ha collaborato anche Roberto Nardi in qualità di Responsabile NIPAF (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale) Comando provinciale CFS Macerata. “Allo stato attuale - ha affermato - non esistono misure di salvaguardia definitiva, perché le continue modifiche legislative hanno ripercussioni negative sul sistema di vigilanza. L’individuazione delle aree è poco chiara, inoltre non esiste una definizione inequivocabile dei comportamenti illeciti, per questo motivo le sanzioni finiscono quasi sempre nel nulla. Il Corpo Forestale dello Stato si rende disponibile per applicare le misure di prevenzione, per l’attività di vigilanza, ma anche di monitoraggio”. A seguire, ha preso la parola Jacopo Angelici, Vicepresidente regionale WWF. “La presenza di aree protette nelle Marche - ha detto - è consistente, ma gran parte delle biodiversità vive negli Appennini. Nelle Marche troviamo specie d’interesse comunitario (ndr: Direttiva 92/43/CEE) come geotritoni, ululoni (sempre più rari), tritoni italici, testuggini e serpenti cervoni (molto minacciati dagli incendi). Mentre la costa è ancora poco monitorata dal punto di vista di rilevamento della fauna”. Il seminario si è concluso con l’intervento di Claudio Zabaglia. “Questo seminario - ha affermato - è stato organizzato per raccogliere dai rappresentanti di altre Regioni ed esperti del settore informazioni e proposte sulle strategie da mettere in
atto per tutelare la piccola fauna. Gli animali di maggiori dimensioni, in quanto ai vertici delle catene biologiche, occupano areali vasti e fino ad un certo punto possono sottrarsi più agevolmente alle minacce. Diversa è la situazione degli animali di dimensioni ridotte con scarsa possibilità di movimento che subiscono fortemente gli effetti di tali interferenze e modificazioni ambientali: eppure la “piccola fauna” interessa la quota preponderante della fauna italiana e riguarda gli organismi che sono i principali componenti delle catene alimentari e svolgono un ruolo essenziale per la regolazione dei cicli biologici. La proposta di legge predisposta da parte della Posizione di Funzione Tutela degli animali e Rete ecologica regionale dell’Assessorato all’Ambiente, intende salvaguardare specie appartenenti a tali classi di animali. Una prima lista è stata stilata sulla base di documenti scientifici a disposizione relativamente alle conoscenze tassonomiche e allo status conservazionistico, in collaborazione con le Associazioni ambientaliste e le Società scientifiche: l’elenco è stato suddiviso in due parti a diverso regime di tutela e indirizzi di gestione. Sono previste norme che tutelano tali specie sia con azioni dirette sui singoli individui (divieto di uccisione, ferimento cattura, raccolta, maltrattamento, ecc..) sia attraverso l’intro-
duzione nei piani e nei progetti di soluzione atte a garantire la salvaguardia della “piccola fauna” (ad esempio limitando gli impatti prodotti dalle infrastrutture stradali che interrompono le rotte migratorie di alcuni tipi di anfibi). In tal senso la proposta di legge si affianca e va a completare la normativa regionale sulla protezione della fauna selvatica omeoterma (mammiferi ed uccelli), la L.R. 7/95 e successive modifiche e sulla pesca nelle acque interne (L.R. 11/03)”. “Le varie specie animali di interesse conservazionistico, ma peculiari anche come endemismi o elementi faunistici di importanza biogeografica, meritano speciale attenzione proprio per il loro valore locale e, in quanto indicatrici dello status di conservazione di un ambiente, offrono - ha concluso - un importante riscontro per programmare l’uso delle risorse verso uno sviluppo sostenibile” . L’Assessorato all’Ambiente della Regione Marche, inoltre, ha promosso monitoraggi naturalistici relativi alla vegetazione e alla fauna prevalentemente all’interno dei Parchi e dei Siti natura 2000. I dati sono stati archiviate in un database GIS, messo a disposizione degli Enti gestori di tali aree che possono, pertanto, implementare nel tempo il patrimonio di conoscenze.
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