Green Governance Marzo 2009

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Supplemento al numero odierno de “il Resto del Carlino�

Introduzione: Mario Tozzi Erosione costiera: Interventi e finanziamenti Diritto alla casa: Investiti 200 milioni di euro Informatizzazione: Piano Telematico Regionale Green building: Legge regionale per l’edilizia sostenibile Manutezione del territorio: Stanziati 23,6 milioni di euro Sport: Riqualificazione delle strutture sul territorio


INDICE

Editoriale

Tutela e valorizzazione del territorio: priorità strategiche del Governo regionale di Gian Mario Spacca p. 3

“Programmare una governance che abbia caratteristiche verdi, avendo compreso che altre non portano, alla lunga, alcun vantaggio” di Mario Tozzi

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Carrabs: “Il problema dell’erosione delle coste è sotto la costante attenzione della Regione perché priorità infrastrutturale” Assessorato ai Lavori Pubblici e Difesa della Costa

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Piano casa della Regione Marche 200 milioni di investimenti per assicurare un diritto Assessorato ai Lavori Pubblici e Edilizia Pubblica

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Le Marche: una regione “connessa” Assessorato ai Lavori Pubblici e Sistemi Telematici ed Informativi, Società dell’Informazione

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Le Marche in prima linea per l’edilizia sostenibile Assessorato ai Lavori Pubblici e Edilizia Pubblica

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Incentivare la cooperazione agroforestale è una scelta strategica Assessorato ai Lavori Pubblici e Territori Montani e Politiche per la Montagna

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La Regione Marche per la promozione dello sport e per il potenziamento delle strutture sul territorio Assessorato ai Lavori Pubblici e Sport

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Mentre gli effetti della crisi economica globale palesano i limiti di una economia virtuale (basata su esclusive speculazioni finanziarie); mentre le grandi potenze del mondo rileggono la loro programmazione in chiave più sostenibile, invocando, per la prima volta, le strade della green economy e delle best practices for sustainability, anche un piccolo territorio come una Regione - non a caso organismo privilegiato delle politiche europee - può essere protagonista della “rivoluzione verde”. In questo senso, salutiamo la nascita di Green Governance, esperimento editoriale a cura del mio assessorato, che intende veicolare i risultati raggiunti finora e i traguardi futuri. Si evidenzierà il frutto di 4 anni di lavoro, che in maniera specifica per ogni tipologia di intervento, è stato capace di sperimentare nuove procedure per reperire risorse statali ad hoc attraverso “Accordi di Programma” per investimenti su tutto il territorio regionale in settori talvolta considerati residuali, ma strategici in una visione integrata che punta alla tutela dell’ambiente, al diritto al lavoro, al diritto alla casa, al riequilibrio territoriale e al presidio antropico delle aree interne. Colgo l’occasione per ringraziare in primis il Governatore Gian Mario Spacca e i miei colleghi, i dirigenti e tutti gli uffici regionali che hanno permesso non solo la programmazione, ma anche la reale e concreta realizzazione delle opere a solo pochi mesi dalla loro pianificazione, così da rendere efficace ed efficiente l’azione di governo della Giunta Regionale. Questo è un rinnovato stimolo a pensare insieme il “governo verde” del territorio; non a caso, questo primo numero si apre con un articolo esclusivo del ricercatore Mario Tozzi, conosciuto dal largo pubblico per le trasmissioni “Geo & Geo” e “Gaia il Pianeta che vive” che condividendo le iniziative intraprese ha voluto esprimere il suo apprezzamento. Buona lettura.

Gianluca Carrabs

Assessorato Lavori Pubblici, Edilizia Pubblica, Difesa del Suolo e della Costa, Territori montani e Politiche per la Montagna, Sistemi Telematici e Informativi Palazzo Li Madou -Via Gentile da Fabriano, 2/4 - Tel 071.8064344 - Ancona

Green Governance è consultabile e scaricabile dal sito: www.gianlucacarrabs.it


TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO: PRIORITÀ STRATEGICHE DEL GOVERNO REGIONALE

L’ambiente naturale è la nostra casa comune, il luogo entro cui viviamo e lavoriamo, in cui dovranno vivere e lavorare le generazioni di marchigiani che seguiranno la nostra. L’ambiente è una delle risorse principali che definiscono l’identità della nostra regione e la rendono attrattiva, gradevole ed ad elevata qualità della vita: accanto al primato per la speranza di vita, sia per le donne che per gli uomini, le Marche nel 2008 hanno registrato anche la crescita più elevata della popolazione, indice eloquente della qualità territoriale che si sperimenta nella nostra regione. La Regione Marche è da tempo ampiamente sensibile alle problematiche ambientali, che sono in cima all’agenda dei lavori dell’Unione Europea e ora anche degli Stati Uniti. La tutela e la valorizzazione del territorio, fin dall’inizio legislatura, è stata una delle quattro priorità strategiche dell’azione del governo regionale, attraverso il patto con i cittadini delle Marche di condivisione di un autentico sistema di valori. Lo abbiamo evidenziato con la “carta delle ga-

ranzie” del programma di governo, che richiama grandi impegni soprattutto per la promozione della qualità ambientale. Di fronte all’ambiente, infatti, non possiamo tenere un atteggiamento indifferente o passivo. Ci siamo proposti una “politica attiva” a favore del territorio, diretta a curare la sua manutenzione, a contrastare gli abusi, a tutelare questo immenso patrimonio di risorse naturali, proprio perché è la nostra casa comune. Molteplici le linee di azione ed i progetti portati avanti dalla Regione in questa direzione: l’integrazione ambientale nelle politiche regionali; la tutela della salute della popolazione; la difesa della qualità di acqua, aria e suolo da ogni forma di inquinamento, anche con specifici accordi di programma; una decisa azione integrata di riequilibrio territoriale a favore della montagna e delle aree interne più svantaggiate; l’attuazione della programmazione energetica ambientale regionale; la definizione di nuovi strumenti di indirizzo territoriale; la promozione dell’edilizia sostenibile; la valorizzazione del sistema regionale naturalistico; l’ottimizzazione del sistema di gestione dei rifiuti e l’incentivazione della raccolta differenziata. I dati e gli indicatori di qualità ambientale delle Marche suggeriscono che abbiamo saputo tradurre nel concreto tale impegni. Alcuni esempi per tutti indicano una qualità diffusa del territorio e dell’ambiente, dalla costa all’entroterra: le Marche oggi sono la regione in Italia con il maggior numero di bandiere blu e verdi, e con ben 16 bandiere arancioni. Nell’ultima classifica sulla qualità della vita tutte le province marchigiane sono cresciute, rientrando tra le prime trenta in Italia. L’Irpet, Istituto di ricerca della Regione Toscana, pone le Marche al primo posto per indice di benesse-

re, costruito sulle variabili territoriali integrate con quelle economiche più tradizionali. È questa la vera sfida del futuro, anche per fronteggiare al meglio la crisi dell’economia e tutelare il lavoro ed il reddito dei marchigiani con nuove opportunità di occupazione: integrare le risorse ambientali con quelle culturali e turistiche, per promuovere un secondo motore di sviluppo regionale, capace di affiancarsi al tradizionale comparto manifatturiero nel trainare la crescita qualitativa della comunità marchigiana. In questa prospettiva si colloca l’idea ed il progetto della Regione di uno sviluppo sostenibile e duraturo delle Marche, legato alla valorizzazione integrata del patrimonio naturale, delle risorse rinnovabili e dei luoghi della cultura, al potenziamento della mobilità della comunità attraverso reti immateriali accanto a quelle materiali, alla tutela e promozione dei diritti alla salute, al lavoro, alla casa ed alla sicurezza sociale dei cittadini. Questa sfida è da affrontare insieme, con tutti i territori e le comunità delle Marche.

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di Gian Mario Spacca Presidente Regione Marche


“PROGRAMMARE UNA GOVERNANCE CHE ABBIA CARATTERISTICHE VERDI, AVENDO COMPRESO CHE ALTRE NON PORTANO, ALLA LUNGA, ALCUN VANTAGGIO” Secondo il divulgatore scientifico e noto conduttore di “Gaia. Il Pianeta che vive” di Mario Tozzi

Non sappiamo che domande si sia posto l’indigeno dell’ultima tribù dell’isola di Pasqua mentre tagliava l’ultimo albero dell’ultima foresta. Né come pensasse di sopravvivere, avendo appena cancellato la base stessa della propria sussistenza. Ma ci sono molte possibilità che stiamo commettendo lo stesso errore e che, invece, qualche domanda ce la dovremmo porre. E che, magari, ci sarebbe pure una risposta unitaria che risolva l’attuale crisi ambientale e economica nello stesso tempo. E che può essere l’ecologia a fornire una via d’uscita, purché si prenda atto della situazione e ci sia una volontà politica diffusa di cambiamento serio. E che, infine, governare e programmare un territorio signifca acquisire consapevolezza che non ci si può più muovere come in passato. Intanto sappiamo benissimo cosa non può più funzionare, la crescita senza limiti. Uno sviluppo infinito non è, per definizione, possibile, come non lo è una crescita esponenziale del PIL, non sono più questi i veri parametri da tenere in considerazione. Varrebbe la pena di ricordare che l’economia è un sottosistema della biosfera e quando l’espansione economica attacca l’ecosistema, si sacrifica un capitale naturale che ha un valore superiore al capitale generato. Si tratta in definitiva di una crescita che produce più svantaggi che vantaggi e che impoverisce invece di arricchire, una specie di antieconomia (come la definisce l’economista Herman Daly). Ma qualunque sottosistema, come quello economico, deve smettere di crescere e adattarsi alle leggi delle fisica che regolano il mondo naturale: un’economia in crescita perenne è semplicemente un’impossibilità biofisica. Purtroppo, alcuni economisti pensano ancora che il capitale prodotto dagli uomini sia un sostituto del capitale naturale e non, come è, semmai complementare. L’esempio della pesca è illuminante: la quantità di pesce oggi pescabile non è limitata dal capitale umano del numero delle navi da pesca disponibili, ma dal capitale naturale costituito dalla quantità di pesce che c’è in mare: se costruisco più navi non otterrò più pesci! Per secoli gli uomini si sono comportati come se l’ambiente fosse una semplice risorsa, il mero contenitore fisico dei minerali, delle riserve, dell’acqua o del paesaggio, lo scenario di cui fanno parte le piante e tutti gli animali. Abbiamo creduto che l’ambiente fosse il luogo dove vive l’uomo, non il sistema cui l’uomo indissolubilmente appartiene: una visione distorta che si è tramutata in un tragico errore di prospettiva. Forse un tempo l’uomo - pur già producendo cultura - è stato parte armonica del sistema Terra, quando la popolazione del pianeta non aveva raggiunto i sei miliardi di individui e non si era ancora dimostrata clamorosamente vera la visione mal-

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thusiana per cui le risorse si accrescono con una proporzione matematica, meno produttiva di quella geometrica secondo la quale, invece, cresce la popolazione. Oggi - diciamo a partire dal XIX secolo - l’attività produttiva dell’uomo è diventata un vero e proprio assalto che il pianeta non riesce più a sostenere e che, inoltre, non crea ricchezza che per pochi e impoverisce la Terra nel suo complesso. Non è questione di ambientalismi che privilegino il panda rispetto all’uomo: è la sopravvivenza stessa della specie Homo sapiens che viene messa in pericolo, non della Terra, che continuerà verosimilmente a fare il suo mestiere con o senza uomini. D’altro canto non sembra neppure più il tempo del cosiddetto sviluppo sostenibile, perché nessuna crescita attuale può essere ormai sostenuta da una sola Terra: se tutti gli uomini raggiungessero il benessere/spreco dei più ricchi, già oggi di pianeti ce ne vorrebbero altri tre. I sistemi economici moderni non producono e distribuiscono beni, come avveniva nelle società primitive, ma accumulano un capitale economico che - visto che si fonda su quello naturale - non può crescere in maniera indefinita. Chi sostiene che l’economia viene prima dell’ambiente dovrebbe ricordare che la biosfera è sempre esistita, anche senza l’economia, mentre è impossibile che avvenga il contrario. Detto questo, qualcosa si può ancora fare, visto che, a differenza degli altri viventi, abbiamo il vantaggio di poter scegliere di modificare abitudini e esigenze e di riconvertire le attività industriali inquinanti. Tutto sta a convincersi che la natura non è una produzione dell’uomo e che senza un ambiente in buona salute non ci sarà nessuna attività produttiva, almeno non su questo pianeta. Gli obiettivi sono molto chiari: - ridurre le quantità di energia utilizzata e stabilizzare i consumi di materie prime al minimo, aumentando l’efficienza organizzativa e sociale; - proteggere natura e territorio dai rischi naturali e dalle speculazioni; - garantire l’integrità dei sistemi naturali; coniugare sviluppo intelligente e ambiente. Qui si può inserire il ruolo delle corporation multinazionali o delle ditte locali, che, in alcune realtà economiche lo hanno già ben compreso: Du Pont ha aumentato la sua produttività del 30% negli ultimi dieci anni riducendo del 7% il consumo di energia e del 72% (!) le emissioni di gas-serra, mentre IBM e Bayer hanno risparmiato oltre due miliardi di dollari abbassando le emissioni del 60%. Nella Regione Marche, un gruppo di eccellenza come Loccioni ha messo in funzione un condominio ecologico che produce zero emissioni e che rappresenta un esempio mondiale. In tutti i casi un guadagno “verde”. Decisivo, anche in questo caso, il ruolo dei decisori politici, specie a livello locale: sta a loro comprendere i termini reali della questione economica e ecologica e programmare una governance che abbia caratteristiche “verdi”, avendo compre-


La difesa del territorio dai rischi naturali In Italia avviene, in media, uno smottamento ogni 45 minuti e periscono, per frana, sette persone al mese. Già questo è un dato poco compatibile con un Paese moderno, ma se si scende nel dettaglio si vede che, dal 1918 al 2004, si sono riscontrate addirittura 15.000 gravi frane. Praticamente in tutta Italia, e non solo frane, ma anche alluvioni (oltre 5.000 le gravi, sempre dal 1918), spesso intimamente connesse agli smottamenti. Questo accade, nonostante oggi la protezione civile sia molto più efficiente di venti anni fa. Un bacino come quello del Po avrebbe bisogno di 3 miliardi di euro per essere sistemato, circa 2 ne sarebbero necessari per il Tevere, da sommare a tutti quelli che occorrerebbero per le decine di bacini minori. Le frane sono un fenomeno naturale, ma non lo sono le migliaia di morti né le azioni dell’uomo che le innescano al di là delle condizioni naturali. Secondo il progetto Aree Vulnerate Italiane (AVI) del CNR il totale del territorio a rischio di frane, o comunque vulnerabile dal punto di vista idrogeologico, in Italia, è pari al 47,6%. Circa il 15% del totale nazionale delle frane e quasi il 7% delle inondazioni avviene in Campania (1.600 in 75 anni), il Trentino sfiora l’86% (in vetta alla graduatoria), le Marche arrivano all’85%. Una frana è uno spettacolare esempio di un fenomeno geologico del tutto naturale che porta al trasferimento di materiale dall’alto in basso grazie alla forza di gravità. È anche questo il modo in cui le montagne diventano pianure. Le cause generali delle frane sono molte, ma, in tutto il mondo, la forza di gravità, la presenza di acqua, l’acclività dei versanti e l’intervento dell’uomo giocano un ruolo fondamentale. Le piogge e le inondazioni riducono gli attriti interni che tengono insieme i terreni poco coerenti fino alla saturazione e allo scivolamento. L’intervento dell’uomo, infine, agisce sull’acclività dei pendìi e sulle acque, permettendo l’azione della gravità e peggiorando il tutto con disboscamenti, costruzioni e abbandono delle campagne. L’impatto sociale delle frane è elevato, anche se non necessariamente negativo, come quando diventa una forma di reazione e uno slancio per la ricostruzione (anche ideale). Era appena passata la Grande Crisi del 1929, quando F. D. Roosvelt lanciò il New Deal. Fra le tante iniziative, il Presidente commissionò lo studio e il controllo dei bacini montani statunitensi a migliaia di giovani e disoccupati. Ecco un esempio di governance che si prese cura dell’ambiente anche quando le tematiche ecologiche non erano all’ordine del giorno. A livello regionale, l’esempio delle Marche è degno di nota perché prende atto di una realtà territoriale fragile, in cui le basi per la tutela del territorio dai rischi naturali sono la conservazione delle montagne e la difesa delle linee di costa, due settori solo apparentemente lontani dai dissesti idrogeologici. Gli ambienti di montagna sono quelli che hanno più duramente subito l’abbandono degli ultimi anni, l’incuria e gli assalti speculativi al patrimonio boschivo attraverso disboscamenti indiscriminati e incendi. Tutelare la montagna significa garantirsi un futuro in pianura. D’altro canto, anche gli ambienti costieri debbono essere protetti, anzituttto impedendo insediamenti fuori pianificazione e manutenendo le protezioni naturali esistenti (cordoni dunari e vegetazione mediterranea). Il secondo fattore degno di rilievo è la prevenzione: un euro speso in prevenzione evita di spenderne cinque in emergenza, concetto semplice, ma di difficile attuazione, visto che ancora viene messo in pratica pochissimo. Muoversi in questa prospettiva è il primo passo concreto in termini di governace ecologica e permette quella sicurezza che è necessaria a tutte le attività produttive.

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so che altre non portano, alla lunga, alcun vantaggio. A livello internazionale la cosa sembra essere stata compresa soprattutto con le recenti elezioni negli Stati Uniti. Prima o poi si faranno affari sulla mitigazione del cambiamento climatico, e forse allora si darà inizio alla ristrutturazione ecologica del pianeta. Ma già ora, l’incremento nell’uso delle energie rinnovabili promesso da Obama comporterà ricerca, innovazione e riduzione dei prezzi, dunque accessibilità più vasta. Per il Sud del mondo questa è l’occasione concreta di affrancamento: oltre un miliardo di persone che non ha mai visto un interruttore potrebbe avere accesso all’energia elettrica autroprodotta (attraverso mini eolico e solare) e rendersi indipendente energeticamente. E proprio in questa direzione va anche l’Unione Europea, che sta per varare nuove direttive sull’efficienza energetica degli edifici, sul trasporto e sulle emissioni industriali. Ma se questi sono gli input istituzionali e industriali, il resto tocca alla nostra volontà di cambiare scelte e abitudini per un futuro migliore. Il peso dei cittadini del mondo si fa già sentire imponendo alle corporation prodotti ecosostenibili: in British Columbia il 33% delle grandi foreste primarie è finalmente protetto dal “taglio a raso” delle multinazionali grazie al fatto che nessun canadese comprerebbe legno non certificato. Così, possiamo scegliere elettrodomestici efficienti, installare lampadine a basso consumo, usare meno l’auto, mangiare meno carne e pesce, riusare, ristrutturare e riparare oggetti e immobili. La riconversione ecologica del pianeta conviene agli uomini, all’ambiente e all’economia, basterebbe volerlo. Una green governance permetterebbe, oltretutto, di cimentarsi in un’impresa non più procrastinabile, quella della tutela della ricchezza della vita sulla Terra. Purtroppo, quando tira aria di crisi economica il primo a rimetterci è l’ambiente (e, alla fine, l’uomo, tanto per chiarire subito che i due aspetti sono legati). Cinquant’anni fa, nessuno se ne accorgeva, oggi, invece, il consumo di territorio e la distruzione della biodiversità sono diventati emergenza internazionale che va ben al di là delle polemiche politiche. Come è noto, la biodiversità è, in buona sostanza, la ricchezza della vita e produce beni indispensabili per l’uomo a costo zero, purché si abbia l’accortezza di difenderla. Uno dei pochi modi per conservarla e tutelarla è quello di istituire parchi e aree protette che permetteano oasi di ripopolamento per impedire estinzioni di massa sempre in agguato. Le specie viventi conosciute sono forse un paio di milioni, ma si calcola che si potrebbe tranquillamente arrivare a oltre 15 milioni: della maggior parte delle specie non sappiamo nulla; di altre prendiamo conoscenza un attimo prima di perderle per sempre, come nel caso della rana dalla cova gastrica scoperta negli anni Settanta ed estinta un decennio dopo o la “dea del Fiume Azzurro”, il famoso delfino bianco di fiume, che ha definitivamente cessato di alimentare le leggende del popolo cinese, di fatto incapace di conciliare l’antica tradizione nazionale con un progresso sempre più squilibrato e dannoso per l’ambiente. L’uomo si adatta molto bene all’ambiente, ma lo fa a spese degli habitat di altri animali e della loro sopravvivenza e non è vero che ciò non comporti conseguenze anche per l’uomo stesso. Così la ricchezza della vita viene incredibilmente depauperata e i servizi che la biosfera gratuitamente fornisce all’umanità diminuiscono, quando non scompaiono del tutto.


Interventi e finanziamenti di difesa della costa

CARRABS: “IL PROBLEMA DELL’EROSIONE DELLE COSTE È SOTTO LA COSTANTE ATTENZIONE DELLA REGIONE PERCHÉ PRIORITÀ INFRASTRUTTURALE” Stanziati quasi 60 milioni di euro

Assessorato ai Lavori Pubblici b e Difesa della Costa

Attualmente l’erosione del litorale marittimo deldella linea di costa rapla Regione Marche, che, presenta la maggiore a poco meno di un anno minaccia per le risorse dalla firma, sono già in naturali ed economiche esecuzione”. delle aree costiere con Gli interventi interessano conseguente crescenuna parte rilevante del lite necessità di attuare torale marchigiano e sono efficaci misure di procaratterizzati da interventezione. ti a basso impatto, dal La vita marchigiana momento che vengono ha uno stretto rapporrealizzati prevalentemento con la costa, per la te ripascimenti di spiaggia pesca ieri, per l’elevata con materiale compatibiaffluenza turistico balle con le caratteristiche neare, oggi. della spiaggia emersa e La difesa della costa sommersa. è quindi un tema di Nello specifico sono 5 le interesse per molti tipologie di intervento stakeholders in ambito che vengono attuate sulla amministrativo, turistico e ambientale, anche in conside- base delle caratteristiche morfologiche e granulometriche razione del fatto che il turismo contribuisce in maniera della spiaggia emersa: significativa alla formazione del Prodotto Interno Lordo - la prima prevede interventi di ripascimento con sabbia della Regione Marche. sottomarina in alcuni tratti di litorale a sud di Civitanova “Per affrontare questo problema la Regione ha varato il PiaMarche (MC) fino a Grottammare (AP); no di gestione integrata della costa - afferma l’Assessore ai - la seconda prevede, invece, il ripascimento con materiale Lavori Pubblici e Difesa della Costa, Gianluca Carrabs ghiaioso sabbioso di origine alluvionale, lungo il tratto strumento che individua per ogni chilometro della costa di costa dei Comuni di Sirolo e Numana (AN) e di Porto l’intervento di difesa costiera appropriato. Il fabbisogno per Recanati (MC); l’attuazione di questo piano ammonta a più di 200 milioni - la terza consiste nel ripascimento con sabbie provenienti dal di euro, a totale carico della Regione dato che le competenze dragaggio del porto di Ancona, che sarà realizzato lungo tratti sulla difesa costiera sono state trasferite dallo Stato senza di costa della provincia di Ancona, nei comuni di Ancona nessuna copertura finanziaria, tanto che la Giunta ha stan(Torrette), Falconara M.ma e Senigallia. ziato fondi propri per 6 milioni di euro all’anno”. - la quarta è articolata in una fase di individuazione, lun“Grazie alla sintonia politica tra il precedente Governo go l’asta del fiume Esino, di zone di sovralluvionamento Nazionale e la Giunta Regionale - ha continuato Carrabs e di successiva valutazione della possibilità di prelievo - l’anno scorso sono per ripascere il litorale di state attivate risorse per Marina di Montemarciano 33,5 milioni di euro, (AN); attraverso il Protocollo - l’ultima, relativa d’Intesa firmato dal all’intervento in provincia Presidente della Redi Pesaro di Fiorenzuola gione Marche Gian di Focara di Pesaro lunMario Spacca e il go la falesia del S. Bartolo, Ministro dell’Ambienconsiste in opere di difesa te Alfonso Pecoraro costiera al piede del verScanio, per l’attuaziosante, al fine di ricostituire ne di un programma la spiaggia, e sul pendio, di interventi urgenti per contenere il fenomeno di salvaguardia, tutela, franoso che lambisce la fariqualificazione e valolesia e minaccia l’abitato. Alfonso Pecoraro Alf P SScanio, i Gi Gian M Mario i SSpacca, Gi Gianluca l C Carrabs b rizzazione ambientale Oltre agli interventi del

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dispone ulteriori risorse economiche per i Comuni danneggiati. Il provvedimento sollecita i Comuni a quantificare, entro trenta giorni, le spese fatte nell’immediatezza dell’evento e quelle approntate per i danni subiti dalle attività produttive. Inoltre, gli stessi, una volta raccolta la documentazione dei danni subiti dai singoli privati, dovranno inviare il tutto al Dipartimento per le Politiche Integrate di Sicurezza e per la Protezione Civile della Regione Marche. “È stato un segnale di responsabilità da parte del Governo nazionale - aggiunge Carrabs - I fondi che saranno assegnati alle Marche andranno ad aggiungersi ai 6 milioni di euro già stanziati dalla Regione stessa per sostenere gli oneri e le spese affrontate per gli interventi di somma urgenza e messa in sicurezza delle aree maggiormente colpite. Infatti sono stati già trasferiti 1 milione di euro a Porto Recanati e 1,7 milioni di euro a Montemarciano, Comuni che, insieme a Sirolo e Numana (i cui progetti sono già in esecuzione), sono stati i più colpiti dalle ultime mareggiate”. Per garantire la più completa compatibilità ambientale, per ogni progetto sono stati previsti studi ambientali pre e post operam realizzati da Enti terzi alla Regione Marche quali l’ex ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare), ora ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e l’ARPAM (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche).

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Protocollo, l’Assessorato alla Difesa della Costa ha realizzato interventi di difesa marittima, manutenzione delle scogliere e ripascimenti del litorale con le risorse ordinarie annuali del bilancio regionale per circa 24.000.000,00 di euro. “Oggi, la difesa della costa è una priorità per la Regione Marche - dichiara l’Assessore Carrabs - Negli ultimi 3 anni abbiamo posizionato oltre 15 Km di scogliere con un primato significativo Uno scorcio di Portonovo per la riqualificazione e la valorizzazione ambientale, avendo in attivo 150 interventi realizzati ad hoc, riscuotendo grande successo e apprezzamenti dagli operatori turistici e dalle amministrazioni locali”. Negli ultimi mesi del 2008, oltretutto, la costa marchigiana è stata colpita da forti mareggiate che hanno inflitto un duro colpo ai 23 comuni del litorale. Anche in questo caso, tuttavia, la Giunta Regionale, in collaborazione col Dipartimento della Protezione Civile, non si è fatta trovare impreparata. Avendo fatto immediata richiesta dello Stato di Emergenza, la Regione Marche si è vista accogliere dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri tutti gli emendamenti che aveva proposto nel corso di alcune riunioni in merito. Così, con Ordinanza n. 3734 del 21 gennaio la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha disposto i primi interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi atmosferici che hanno colpito il territorio nazionale nei mesi di novembre e dicembre scorsi. L’Ordinanza, inoltre, nomina il Presidente della Regione quale Commissario delegato per l’attuazione delle opere di ripristino, dà la possibilità di accelerare le procedure amministraSSan Benedetto d d dell T Tronto tive (autorizzazioni) e


PIANO CASA DELLA REGIONE MARCHE 200 MILIONI DI INVESTIMENTI PER ASSICURARE UN DIRITTO Assessorato ai Lavori Pubblici b e Edilizia Pubblica

Il detto “casa dolce casa”, oggi sembra trasformarsi nel poco rassicurante “casa cara casa”, poiché più della metà del reddito netto delle famiglie italiane è infatti destinato all’affitto o al mutuo della casa che abitano, con i relativi prezzi che continuano a salire. L’emergenza casa costituisce un problema sociale che non riguarda soltanto le grandi metropoli del nostro Paese o gli immigrati che vi hanno trovato occupazione, ma anche realtà provinciali come le nostre. Nelle Marche, pur esistendo un’alta percentuale di famiglie proprietarie della casa in cui vivono, l’abitazione costituisce un problema inesorabile per quella fascia di popolazione cosiddetta “grigia” che è fuori dall’emergenza, ma che non ce la fa più a pagare un affitto o a comprare una casa. I più colpiti da questa situazione sono: lavoratori in mobilità, giovani con contratti atipici, famiglie monoparentali o monoreddito, anziani con pensioni minime e immigrati. In una situazione globale così difficile il Governo Regionale ha focalizzato e concentrato le risorse approvando nel corso di questa ultima legislatura, ben 2 Piani Casa, per un impegno complessivo pari a 200 milioni di euro. Nel febbraio 2005 è stato approvato il Piano Casa Regionale per il biennio 2004/2005. Gli obiettivi che il Piano si prefiggeva erano i seguenti: - incrementare l’offerta di alloggi pubblici (ERP) da assegnare alle categorie sociali più deboli; - incrementare l’offerta di alloggi a canone moderato; - favorire l’accesso alla proprietà della prima casa, in particolare per le giovani coppie; - riqualificare le aree più degradate dei

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comuni marchigiani, mediante interventi che migliorino la qualità edilizia ed ambientale, l’integrazione sociale dei quartieri e valorizzino il patrimonio storicoarchitettonico; - finanziare interventi di edilizia sperimentale che migliorino la qualità dell’abitare, mediante la bioarchitettura, l’abbattimento delle barriere architettoniche e lo studio di nuove tipologie residenziali. A circa 4 anni dal varo del Piano Regionale, è possibile fare un primo consuntivo di quanto è già stato realizzato o messo in cantiere: - 2.080 alloggi programmati, di cui il 55% già iniziati ed il 21% ultimati, per un investimento complessivo pari a 82 milioni di euro; - 6.900 famiglie hanno beneficiato dei contributi per il sostegno alla locazione, per un importo globale di 7,7 milioni di euro, messo a disposizione dalla Regione; - 5 Comuni della Regione (uno per ogni Provincia) hanno ottenuto finanziamenti per riqualificare zone urbane degradate, per un investimento globale di 36,5 milioni di euro; - finanziati 3 progetti di edilizia sperimentale, per la realizzazione di alloggi ad elevata sostenibilità ambientale e a facile accessibilità architettonico-funzionale e per residenze miste studenti/anziani. Nel giugno 2007 è stato approvato il Piano Casa Regionale per il triennio 2006/2008, che costituisce il primo “Piano casa”, approvato dopo l’entrata in vigore della Legge Regionale 16 dicembre 2005, n. 36 che ha definito in modo sistematico le strategie del settore, le categorie degli interventi, le funzioni degli enti locali, i beneficiari, i requisiti d’accesso.


Come si può constatare la Regione Marche intende promuovere in ogni modo l’edilizia di qualità e le tecniche più avanzate per garantire un notevole risparmio energetico degli edifici.

PROVINCIA DI ANCONA Programma Provinciale di Edilizia Residenziale 2006/2008 EDILIZIA SOVVENZIONATA EDILIZIA AGEVOLATA BUONI-CASA FONDI DI GARANZIA SUSSIDIARIA TOTALE RISORSE

Importo concesso € 7.640.000 3.700.000 2.000.000 1.000.000 14.340.000

N. Alloggi 73 108 156 buoni (in media) 20 mutui (in media) 357

PROVINCIA DI ASCOLI PICENO Programma Provinciale di Edilizia Residenziale 2006/2008 Importo concesso € N. Alloggi EDILIZIA SOVVENZIONATA EDILIZIA AGEVOLATA BUONI-CASA FONDI DI GARANZIA SUSSIDIARIA

3.335.000 720.000 2.240.000 375.000

TOTALE RISORSE

6.670.000 151

48 10 86 buoni (in media) 7 mutui (in media)

PROVINCIA DI FERMO Programma Provinciale di Edilizia Residenziale 2006/2008 EDILIZIA SOVVENZIONATA EDILIZIA AGEVOLATA BUONI-CASA FONDI DI GARANZIA SUSSIDIARIA TOTALE RISORSE

Importo concesso € 2.400.000 570.000 1.510.000 300.000 4.780.000

N. Alloggi 26 10 57 buoni (in media) 5 mutui (in media) 98

PROVINCIA DI MACERATA Programma Provinciale di Edilizia Residenziale 2006/2008 Importo concesso € N. Alloggi EDILIZIA SOVVENZIONATA EDILIZIA AGEVOLATA BUONI-CASA FONDI DI GARANZIA SUSSIDIARIA TOTALE RISORSE

5.200.000 1.694.000 3.840.000 586.000 11.320.000

--128 buoni (in media) -128

PROVINCIA DI PESARO/URBINO Programma Provinciale di Edilizia Residenziale 2006/2008 Importo concesso € N. Alloggi EDILIZIA SOVVENZIONATA EDILIZIA AGEVOLATA BUONI-CASA FONDI DI GARANZIA SUSSIDIARIA TOTALE RISORSE

5.877.000 3.003.800 3.850.000 329.200 13.060.000

40 84 149 buoni (in media) 8 mutui (in media) 281

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Green Governance

Le strategie del nuovo Piano possono così sintetizzarsi: - incremento dell’offerta di alloggi pubblici (ERP), da assegnare alle categorie sociali più deboli; - sostegno alla locazione, mediante incremento dell’offerta di abitazioni a canone moderato e mediante contributi alle famiglie per le quali il rapporto canone/reddito risulti particolarmente gravoso; - agevolazioni per l’accesso alla proprietà della prima casa, mediante contributi (buoni casa) per giovani coppie; - istituzione di un fondo di garanzia per mutui accesi da giovani coppie con contratti di lavoro precario o atipico; - riqualificazione del patrimonio abitativo pubblico, tramite interventi di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici abitati da famiglie con persone aventi disabilità motorie permanenti; - elevata qualità del prodotto edilizio (nuovi alloggi ERP accessibili al 100%, parametri obbligatori di bioedilizia, sperimentazione di soluzioni di edifici autosufficienti energeticamente e forme organizzative nuove di autocostruzione in cooperative miste italiani - immigrati). A poco più di un anno dall’approvazione del Piano, lo stato di attuazione è il seguente: - circa 1.450 alloggi programmati o interessati da interventi di riqualificazione, di cui il 12% già iniziati ed il 3% ultimati, per un investimento complessivo di 110 milioni di euro; - consegnati 434 buoni casa per giovani coppie da un minimo di 10.000 ad un massimo di 30.000 euro; - 9.200 famiglie hanno beneficiato dei contributi per il sostegno alla locazione per un importo globale, messo a disposizione dalla Regione, di 10,7 milioni di euro, oltre all’annualità 2008, pari a 6,7 milioni di euro ancora da ripartire; - programmati 2 interventi di edilizia sperimentale per la realizzazione di alloggi energeticamente autosufficienti e in autocostruzione ad opera di cooperative miste italianiimmigrati; - finanziato 1 fondo di garanzia per mutui prima casa, accesi da giovani coppie di lavoratori precari che hanno difficoltà di accesso al credito; Questi, in sintesi, sono gli aspetti qualificanti del nuovo Piano di edilizia residenziale pubblica 2006-2008. “Il nuovo Piano - ha spiegato l’Assessore all’Edilizia Pubblica Gianluca Carrabs - oltre a confermare le scelte di fondo di politica abitativa indicate dalla Legge 36/2005, introduce importanti novità, come l’obbligo per le nuove costruzioni di raggiungere un grado di sostenibilità edilizia superiore ai regolamenti vigenti, i buoni casa per le giovani coppie, il fondo di garanzia per i mutui prima casa delle giovani coppie con contratti di lavoro atipico, il sostegno alla costituzione di agenzie comunali per la locazione”. Un altro punto qualificante del Piano è poi il programma sperimentale in tema di autosufficienza energetica e di nuove modalità organizzative per l’autocostruzione in cooperative edilizie miste tra italiani ed extracomunitari. “Con questo piano - prosegue Carrabs - tutti gli interventi di nuova costruzione, dovranno raggiungere un grado di sostenibilità edilizia in termini di limitazione dei carichi ambientali e di consumo delle risorse energetiche. Se la costruzione raggiunge un grado di sostenibilità maggiore sono previsti contributi aggiuntivi”.


La “banda larga”

LE MARCHE: UNA REGIONE “CONNESSA” Assessorato ai Lavori Pubblici bb e Sistemi Telematici ed Informativi, Società dell’Informazione

Oggi la competitività di un Paese si misura attraverso la disponibilità di tecnologie che i cittadini possiedono e utilizzano al fine di migliorare la qualità della vita. C’è il rischio tangibile, però, che questa tecnologia non sia presente in maniera uniforme su tutto il territorio creando un divario di dotazione tecnologica tra le diverse aree territoriali (Digital Divide). La diffusione delle infrastrutture delle reti di telecomunicazione su tutto il territorio marchigiano, è un fattore decisivo per il superamento di questa limitazione. Occorre pertanto assicurare elementi di contesto (politico, economico, normativo, ecc.), affinché la diffusione della banda larga e il potenziamento delle carenze tecnologiche-infrastrutturali possano realmente incidere sulla competitività e sullo sviluppo di tutta la comunità. Al fine di procedere in questa direzione, la Regione Marche, su proposta dell’Assessore ai Sistemi Informativi e Telematici, Gianluca Carrabs, ha elaborato il 1° “Piano Telematico Regionale per lo sviluppo della Banda Larga ed il superamento del Digital Divide”, approvato dall’Assemblea Legislativa delle Marche con Deliberazione n. 95 del 15/07/2008, che costituisce un punto centrale delle politiche di innovazione della Regione Marche. Che la Regione Marche abbia ben individuato in tale azione uno dei punti qualificanti della sua attività di Governo, viene indirettamente confermato dalla Commissione europea che, sulla base del “Pacchetto per la ripresa economica”, approvato dal Consiglio europeo nel dicembre 2008, ha presentato il 2 febbraio 2009 alcune proposte di investimento in progetti che sono ritenuti fondamentali per il futuro dell’economia europea, tra cui figura lo stanziamento di un miliardo di euro per implementare “La mappa europea della banda larga, al fine di offrire anche alle comunità che ne erano sprovviste l’opportunità di utilizzare le autostrade informatiche”, secondo le dichiarazioni fatte dal Presidente José Manuel Barroso. Il nuovo Piano telematico regionale interessa 147 Comuni

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con la posa di 714 Km di fibra ottica; una vera e propria novità che mira a riequilibrare le infrastrutture e gli accessi informatici, dando a tutti i territori identici servizi. “L’obiettivo - spiega l’Assessore Carrabs - è quello di portare anche nei piccoli comuni decentrati servizi digitali avanzati, indispensabili ai cittadini che vorranno utilizzare strumenti di e-government, come la certificazione telematica, autorizzazioni, pagamenti, informazioni sulle pratiche, internet veloce e posta elettronica, ma anche di supporto ai servizi del mondo imprenditoriale regionale”. Un investimento complessivo di 45,5 milioni di euro derivanti dall’Accordo di Programma sottoscritto lo scorso marzo tra il Presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca e il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Le infrastrutture a rete sono ormai opere strategiche, come negli anni ’70 lo furono quelle viarie e idriche necessarie per assicurare un servizio indispensabile per una comunità evoluta. Oggi, la banda larga può essere classificare come l’“opera pubblica” del III millennio, poiché permetterà a tutti i cittadini marchigiani e a tutte le fiorenti aziende regionali di essere in rete con il resto del mondo e di comunicare più velocemente. La realizzazione degli interventi prevede due fasi, congiunte ma imprescindibili l’una dall’altra. La prima fase consiste nell’eliminare il digital divide entro il 2010, puntando a rendere disponibile al 100% dei cittadini e delle imprese marchigiane l’accesso a banda larga, con un livello di servizio base (almeno 4 Mbps) in grado di poter accedere ai servizi più avanzati. La seconda mira, invece, a favorire l’accelerazione della diffusione della banda larga di seconda generazione, abilitando il 100% dei cittadini e delle imprese marchigiane ad un livello di servizio di almeno 20 Mbps e anticipandone la chiusura al 2012. La necessità di operare parallelamente su questo secondo obiettivo si spiega con la forte accelerazione sul fronte dei nuovi servizi basati sulla banda larga che evidenziano assorbimenti sempre crescenti, trasversali RAGGIUNGIMENTO

TIPO DI INTERVENTO

BREVE PERIODO

- creazione di un sistema di accesso di tipo wireless nelle aree marginali del territorio regionale per ridurre il “digital divide”

MEDIO PERIODO

- interconnessione in fibra e potenziamento delle centrali telefoniche degli Operatori di Telecomunicazione non ancora connesse, per ridurre il “digital divide”

LUNGO PERIODO

- costituzione di una dorsale in fibra ottica per ridurre il “digital divide” - interconnessione in fibra e potenziamento delle centrali telefoniche degli Operatori di Telecomunicazione non ancora connesse, per ridurre il “digital divide”

Tabella 1. Tipi di intervento previsti dal Piano Telematico di potenziamento della Rete.


ed interni a tutti i segmenti del mercato. L’evoluzione tecnologica dei servizi e delle applicazioni di telecomunicazione, intrattenimento, sanità e pubblica amministrazione è molto rapida: tra qualche anno 4 Mbps non saranno più sufficienti e raggiungere almeno i 20 Mbps sarà un passaggio fondamentale per poter implementare le componenti residue di applicazioni e servizi che caratterizzano la Società dell’informazione pienamente integrata ed evoluta. Nel piano sono previsti tre tipi d’intervento che dovranno servire a superare il “digital divide” (vedi tabella). Le azioni di fatto hanno preso avvio nel dicembre 2008, quando la Giunta Regionale ha affidato a Infratel Italia spa (Agenzia che gestisce gli investimenti e lo sviluppo delle imprese nel campo delle infrastrutture a larga banda sul territorio nazionale) le funzioni di stazione appaltante. Infratel ha succesivamente pubblicato un bando di gara, per individuare il soggetto che effettuerà i lavori di “progettazione esecutiva e realizzazione di infrastrutture costituite da impianti in fibra ottica per una rete a banda larga, comprensiva della fornitura e posa in opera del relativo cavo in fibra ottica e della successiva manutenzione dell’infrastruttura” nel nostro territorio, con particolare attenzione ai Comuni in maggiore difficoltà. Parallelamente, è stata avviata dalle strutture regionali una rilevazione presso i Comuni del territorio per capire quali infrastrutture civili già esistenti potrebbero essere utilizzate per la posa della fibra ottica, al fine di evitare, dove possibile, lo scavo. Molti Comuni hanno già fornito delle risposte e si è in attesa del completamento di questa fase.

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Green Governance

Gianluca Carrabs, Paolo Gentiloni, Gian Mario Spacca

Con la collaborazione delle Province si è dato, quindi, inizio ai sopralluoghi sul territorio, a partire dalla Provincia di Ancona (giovedì 12 febbraio è stata presa in esame la tratta “Diramazione Jesi-Moie/Staffolo”). All’inizio di marzo verranno raggiunti anche i territori di Macerata, Pesaro-Urbino e Ascoli Piceno. Si prevede che i primi cantieri verranno aperti a maggio/giugno 2009. In sintesi, le Marche si caratterizzano: - nella fascia costiera per una sufficiente infrastrutturazione e grado di copertura a banda larga (con alcune aree localizzate, non trascurabili, in cui tuttavia il servizio non è disponibile); - nella fascia appenninica per una scarsa infrastrutturazione e grossi problemi di copertura. “L’estensione della banda larga rappresenta una condizione essenziale per favorire l’inclusione sociale, lo sviluppo economico e la diffusione della conoscenza nella comunità marchigiana - afferma l’Assessore Carrabs - Il raggiungimento di questi traguardi richiede il superamento degli squilibri esistenti in termini di infrastrutture e accessi informatici”. “Il Piano telematico regionale mira a ridurre la perifericità economica e sociale accertata, frenare lo spopolamento delle aree interne, valorizzare le potenzialità storico-culturali e ambientali locali, favorire la nascita e il rafforzamento delle iniziative imprenditoriali - conclude l’Assessore - La diffusione della banda larga, in definitiva, porta nei piccoli comuni montani le stesse potenzialità tecnologiche che assicurano il riequilibrio territoriale fra costa ed entroterra”.


Green building

LE MARCHE IN PRIMA LINEA PER L’EDILIZIA SOSTENIBILE Assessorato ai Lavori Pubblici b e Edilizia Pubblica

Una casa più sana e piacevole da abitare, a misura d’uomo, ma anche di Pianeta, che utilizza la luce per dare elettricità e il sole per riscaldare, che costa poco all’ambiente e al portafoglio di chi ci vive: è questa la casa che tutti i marchigiani potranno costruirsi, dopo l’approvazione della Legge Regionale “Norme per l’edilizia sostenibile”. Tale Legge (pubblicata sul BUR n. 59/2008 del 26/06/2008) che prende spunto dalla proposta tipo elaborata dal gruppo di lavoro dell’Istituto per l’innovazione, la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale (ITACA) è stata fortemente voluta dall’Assessore ai Lavori Pubblici e all’Edilizia Pubblica, Gianluca Carrabs. “La qualità abitativa - tiene a precisare l’Assessore - non riguarda più solo gli aspetti estetici e formali dell’architettura, ma acquistano una maggior rilevanza gli aspetti inerenti il risparmio delle risorse ambientali e il benessere psicofisico degli utenti”. Chi non vorrebbe abitare in una casa senza sostanze inquinanti, illuminata naturalmente, con l’isolamento acustico e il recupero delle acque piovane? Per rispondere a queste nuove esigenze la Regione Marche (tra le prime in Italia) ha approvato un testo di legge, affinché ci sia una normativa quadro per la regolamentazione e diffusione a tutto campo di un modo di progettare, costruire e abitare più attento al comfort abitativo, alla qualità ambientale e al risparmio delle risorse, in primo luogo quelle energetiche. La normativa si pone come strumento di regolamentazione dei princìpi fondamentali della sostenibilità in edilizia, a partire dalla pianificazione urbanistica (art. 5), ponendo al centro la certificazione della sostenibilità energetico ambientale degli edifici (art. 6) e le azioni di promozione e propulsione per la sostenibilità delle costruzioni, da attuare attraverso una serie di incentivi ed agevolazioni, anche economici (art. 9 e 10), quali gli sconti sugli oneri di urbanizzazione, l’esclusione, tramite modifica dei regolamenti edilizi e RET, dal calcolo dei parametri edilizi di maggiori spessori e volumi derivanti dalla migliore qualità dell’edificio (murature più spesse, sistemi passivi di captazione della luce e del calore e similari) o la possibilità di usufruire di finanziamenti/contributi che possano coprire gli iniziali maggiori costi. La Legge contiene, oltre alle caratteristiche del singolo fabbricato, altri importanti elementi di sostenibilità ambientali, quali, promozione del ricorso abituale a fonti di energia rin-

novabile, solare termico e fotovoltaico, biomasse, minieolico e alla co-trigenerazione (art. 2), definizione dei princìpi di qualità dei materiali da costruzione (art. 3), risparmio idrico e mantenimento della permeabilità dei suoli (art. 7). La parte fondamentale della Legge riguarda il sistema di certificazione della sostenibilità degli edifici e delle modalità tecniche di conoscenza e di controllo del livello di prestazione da questi raggiunto, definendo i principi generali per le procedure di certificazione (art. 8). “L’edilizia - spiega l’Assessore Carrabs - è da sempre tra le attività economiche quella che produce maggiore alterazione dell’ambiente, sia per gli effetti del consumo energetico che per le emissioni in atmosfera di ossido di carbonio a esso connesse”. Ben il 45% dell’energia primaria prodotta in Europa viene utilizzata dal sistema edificio, dalla produzione dei materiali al loro trasporto alla loro collocazione. “L’edilizia impegna i 2/3 del budget energetico nazionale sottolinea l’Assessore - spesso sprecato per la scarsa efficienza energetica degli edifici. È lo stesso quantitativo che il nostro paese importa come fonti fossili dall’estero. Incidendo sul risparmio energetico delle costruzioni si interviene sullo spreco, riducendo i consumi e di conseguenza la spesa economica delle famiglie marchigiane”. Gli edifici tradizionali impegnano 20 litri di gasolio per m2, mentre quelli realizzati con la Bioedilizia, nella fattispecie, quelli in classe C ne consumano 6, quelli in classe B 3, quelli in classe A 1,5 litri, e, addirittura 0 quelle passive. L’energia prodotta e non consumata può essere rivenduta, a dimostrazione che la più importante fonte energetica è il risparmio. “Dobbiamo comprendere che è giunto il momento di cambiare rotta, individuando sistemi ecosostenibili del costruire e dell’abitare - conclude l’Assessore Carrabs - Progettare e costruire edifici che non comportino sprechi e non esercitino gravi effetti negativi sull’ambiente e sulla salute di coloro che vi abitano è l’obiettivo primario che si prefigge appunto la Legge Regionale sull’edilizia sostenibile”. Grande è la soddisfazione, quindi, per aver realizzato nelle Marche, Regione capofila, uno strumento che ha visto il coinvolgimento partecipe delle altre regioni che hanno condiviso i princìpi di carattere ambientale e di risparmio energetico in edilizia, che, finalmente, allinea il nostro Paese all’Europa, anticipando alcuni contenuti della Legge nazionale in materia.


Stanziati 23,6 milioni di euro dalla Regione Marche

INCENTIVARE LA COOPERAZIONE AGROFORESTALE È UNA SCELTA STRATEGICA Carrabs: così si tutela il presidio antropico delle aree montane

La montagna non è un acqua potabile, di buona problema, ma una risorsa qualità, alla maggior parte che merita una costante dei centri urbani, costieri attenzione, con il suo pae vallivi. trimonio di civiltà, cultura Tutelare e valorizzare la ed economia, da tutelare. montagna significa proL’attenzione ai problemuovere la conservazione mi della montagna e, in della naturalità anche attraparticolare, delle aree apverso lo sviluppo di attività penniniche della nostra socio economiche compaRegione è testimoniata tibili come l’ecoturismo e da numerosi passaggi la produzione di prodotti amministrativi e, soprattipici e di qualità legate tutto, dalla sottoscrizione al territorio e all’ambiente della Carta di Fonte Avelsilvo-pastorale e forestale. lana (1996), documento La manutenzione del Da sinistra: Salvatore Frigerio, Gian Mario Spacca, Adriano Cardogna, Gianluca Carrabs strategico per lo sviluppo territorio deve essere dei territorio montani. del territorio e di prevenire o limitare il considerata una vera e propria infraL’impegno preso allora dalla Regione più possibile il rischio idraulico, idroge- struttura di primaria importanza alla Marche è stato onorato attraverso iniziati- ologico e degli incendi boschivi”. pari della costruzione di una scuola, ve di sensibilizzazione alle problematiche “È nostra convinzione, inoltre, che la tu- di una strada o di un ospedale, fonte della montagna legate al presidio del ter- tela del territorio, delle risorse naturali e di occupazione locale che contrasta lo ritorio e alla sua valorizzazione culturale della biodiversità in un’ottica di sviluppo spopolamento stesso della montagna. e paesistico-ambientale. sostenibile non può prescindere, specie “Gli investimenti pubblici in questo L’attenzione a questi territori è testimo- nelle aree montane, dal presidio da parte settore sono una scelta strategica che niata, inoltre, dal trasferimento di circa dei residenti e, quindi, dalla concerta- coniuga l’ecologia e l’economia per 17 milioni di euro (2005-2008). zione e sussidiarietà tra gli operatori e le uno sviluppo sostenibile di un paese L’ultima tappa è rappresentata dalla istituzioni locali per mantenere l’occupa- all’avanguardia - osserva l’Assessore firma dell’Accordo di Programma Qua- zione e preservare l’ambiente”. Carrabs - Inoltre l’attuazione di indro per la difesa del suolo sottoscritto L’Appenino è da tutelare in quanto terventi di prevenzione permette un dal Presidente della Giunta regiona- sede di importanti serbatoi di risor- risparmio di risorse economiche di le Gian Mario Spacca e dal Ministro se idriche che alimentano il sistema circa dieci volte di quanto necessario dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio idrogeologico montano e vallivo e per ripristinare le condizioni di sicureza Portonovo (AN) che ha stanziato 6,6 garantiscono l’approviggionamento di za post-calamità. Infine, obiettivo non milioni di euro. meno importante, il man“Questo accordo - dichiatenimento e lo sviluppo del ra l’Assessore ai Territoni patrimonio agroforestale Montani e Politiche per dell’area appenninica la Montagna Gianludella Regione Marche conca Carrabs - prevede tribuisce, con la riduzione la realizzazione nelle di immissione in atmosfera di CO2, alla realizzazione aree montane di un programma d’interventi degli obiettivi previsti dal finalizzati al recupero Procollo di Kyoto”. “Pertanto - conclude Care mantenimento delle condizioni di equilibrio rabs - promuovere ed dinamico dei sistemi naincentivare la cooperazione turali, utilizzando le più agroforestale, è una scelta avanzate tecniche di innaturale per chi crede nella gegneria naturalistica, in tutela ambientale, nel diritto modo da monitorare coal lavoro e nel presidio anstantemente l’evoluzione tropico delle aree interne”. Gian Mario Spacca e Alfonso Pecoraro Scanio (in primo piano) Gianluca Carrabs (al centro)

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Green Governance

Assessorato ai Lavori Pubblici b e Territori Montani e Politiche per la Montagna


LA REGIONE MARCHE PER LA PROMOZIONE DELLO SPORT E PER IL POTENZIAMENTO DELLE STRUTTURE SUL TERRITORIO Assessorato ai Lavori Pubblici b e Sport

Intendere lo Sport come una semplice e meccanica attività fisica è sicuramente un modo semplicistico per definire la pratica sportiva. L’importanza che lo sport, inteso nel suo senso più ampio, ha nella vita di tutti coloro che lo praticano abitualmente non riguarda unicamente la salute fisica, ma anche mentale e sociale. Lo sport, infatti, sia esso singolo o di squadra, è una fondamentale “palestra” per la formazione morale della persona, in grado di trasmettere importanti valori come lo spirito di gruppo e di sacrificio, l’abitudine al lavoro e alla fatica, senza dei quali non si raggiunge alcun obiettivo. Risulta chiaro che lo sport non significa solo fare del mero movimento, ma fare sport, prima di tutto, vuol dire “crescere”. Su questi principi si è basata la

Campagna di promozione sportiva, promossa dall’Assessore allo Sport della Regione Marche Gianluca Carrabs, svolta durante il periodo in cui ne ha assunto la delega. In soli tre anni, dal 2005 (Anno Internazionale dello Sport e dell’Educazione Fisica, come proclamato dall’ONU) fino al 2008, il Governo delle Marche ha promosso il rilancio dello sport nella Regione, sia attuando Progetti di educazione e promozione dello sport, sia attraverso l’adeguamento e la costruzione di impianti sportivi. Tali Progetti sono stati finanziati grazie alla riforma della Legge Regionale 47/97 sullo Sport, per l’adeguamento delle strutture “non a norma”, il potenziamento dell’impiantistica sportiva, nonché, la realizzazione di impianti sportivi, soprattutto nei piccoli comuni.

Da sinistra: Bruno Conti, Adriano Panatta, Gianluca Carrabs, Yuri Chechi

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Gli interventi sono stati avviati, sulla base della sensibilità ambientale che contraddistingue l’attività dell’Assessorato, ponendo, quindi, l’attenzione alla sostenibilità urbana e alla promozione delle energie rinnovabili, attraverso un specifico riconoscimento per quei progetti che, oltre a ristrutturare gli impianti sportivi, ne migliorano la funzionalità energetica e il contesto urbano. Il potenziamento dell’impiantistica sportiva (necessario al fine di permettere ai cittadini di elevare la propria qualità della vita e di fare aggregazione) viene attuato anche attraverso la firma di una Convenzione con l’Istituto di Credito Sportivo, al fine di fornire consulenze sulla riqualificazione degli impianti alle Pubbliche Amministrazioni e alle Società Sportive interessate. Tale accordo, infatti,


permette di rendere più agevoli i finanziamenti, rappresentando un valido strumento per sostenere i piccoli comuni e favorire l’accesso all’attività sportiva da parte di tutta la popolazione. In particolare, con la Delibera 925 del 1/08/07 sono stati definiti i criteri e le modalità di finanziamento degli impianti sportivi per l’anno 2007 (prorogato in seguito fino a dicembre 2008). Sono risultati ben 45 i beneficiari che hanno potuto godere di finanziamenti per il ripristino delle strutture sportive, per la manutenzione, adeguamento, ristrutturazione e il recupero delle strutture preesistenti e per l’acquisto di attrezzature. Grande attenzione la Regione ha rivolto anche all’educazione e alla tutela della salute, tramite la disciplina sportiva. “Oggi, sempre più bambini preferiscono stare in casa a giocare e vedere la TV - sostiene l’Assessore Carrabs - Spetta, quindi, alle istituzioni promuovere lo sport all’aria aperta”. Manifestazioni come “Un campione per amico” e “Sport in Gioco”, sono state patrocinate proprio con l’intento di combattere la sedentarietà dei giovanissimi e far capire loro il benessere che conseguono, giocando all’aperto. Lo Sport (non quello agonistico), per un giorno è approdato a San Bene-

detto del Tronto, Ancona ed Urbino con ambasciatori d’eccezione: Adriano Panatta, per il tennis; Andrea Lucchetta, per la pallavolo; Bruno Conti, per il calcio; Jury Chechi, per la ginnastica. Questi maestri-atleti hanno dato dimostrazioni pratiche dei rispettivi sport, impartendo piccole nozioni delle loro discipline a più di 3.000 bambini delle scuole elementari e medie. Nella consapevolezza che l’attività sportiva è momento di promozione, protagonismo, aggregazione ed in-

tegrazione sociale, per sviluppare le attitudini in un contesto sano, salutare e giocoso, la Regione Marche ha promosso un’altra importante iniziativa dal titolo “Sport in Gioco” che ha visto come testimonial il comico Giobbe Covatta. “L’obiettivo del Progetto è quello di promuovere il valore del gioco per i più piccoli e riconoscere i bambini come attori principali nei processi di trasformazione urbana - ha sottolineato Carrabs - Attraverso il diritto al gioco, che è anche il primo approccio alla pratica sportiva, i bambini sperimentano occasioni di socializzazione, solidarietà, spirito di squadra e stili di vita attivi; valori imprescindibili per diventare cittadini consapevoli domani”. “Siamo certi - ha concluso l’Assessore - che l’interesse verso le esigenze del mondo dell’infanzia è un impegno sociale e politico del Governo del territorio, tramite, anche la creazione di spazi verdi sempre più vicini alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie”.

Gianluca Carrabs con la Coppa del Mondo

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Green Governance

Un momento della Manifestazione sportiva “Un campione per amico”, ad Ancona


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