Ambiente Marche News n. 10 Settembre 2008

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Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 10 al n. 9 Settembre 2008 di Regioni&Ambiente - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DGB Ancona

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SETTEMBRE 2008



INDICE Regione Marche L’ambiente nella contabilità della Regione Marche a cura della Regione Marche

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Progetto di Rete Ecologica Marchigiana a cura di Claudio Zabaglia e Edoardo Biondi

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Energia: contributi per gli Enti pubblici a cura della Regione Marche

p. 11

Provincia di Ancona “Tutte le energie della Marca anconetana” di Leonardo Badioli

p. 12

ARPA Marche Il Progetto preliminare redatto dall’ARPAM per la bonifica del basso bacino del fiume Chienti di Gisberto Paoloni p. 14 OMEC srl Azienda leader nel settore del noleggio delle piattaforme aeree p. 17 ASTEA spa Piattaforma per il recupero di rifiuti non pericolosi a cura di Donatella Mancini

p. 18

PULI ECOL RECUPERI srl Recupero rifiuti da frigoriferi e materiale elettronico di Duilio Compagnucci

p. 20

COSMARI Impianto di produzione di gasolio da rifiuti di Luca Romagnoli

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SOMACIS pcb industries Analisi delle prestazioni ambientali di Paride Piancatelli

p. 24

api Benvenuta “Tramontana” di Donatella Mancini

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Convegni e Manifestazioni Registrazione EMAS e Dichiarazione ambientale di Donatella Mancini p. 27 Informazione Nel 2009 il 12% delle acque interne delle Marche sarà fuorilegge

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REGIONE MARCHE

LʼAMBIENTE NELLA CONTABILITÀ DELLA REGIONE MARCHE Calcolo della spesa regionale per la protezione dell’ambiente e per l’uso e la gestione delle risorse naturali a cura della Regione Marche

La Regione Marche ha elaborato e approvato, per prima in Italia, una contabilità ambientale coerente con il sistema europeo di raccolta dell’informazione economica sull’ambiente (SERIEE). La necessità di approvare una contabilità ambientale delle spese regionali è stata sancita dall’articolo 18 della legge regionale n. 19 del 27 dicembre 2007 (legge finanziaria 2008). La contabilità ambientale è stata così inserita nel rendiconto del bilancio 2007, approvato dal Consiglio regionale con legge n. 24 del 29 luglio 2008. Il progetto, realizzato grazie alla preziosa collaborazione con l’Istat, ha riscosso grande attenzione in occasione del Forum P.A. (Roma, maggio 2008) dove è stato presentato come progetto ad alto grado di innovazione. Contabilità ambientale in linea con il sistema europeo Il primo bilancio ambientale della Regione Marche, riferito al 2007, è focalizzato sulle spese ambientali effettuate dall’amministrazione nell’esercizio 2007. Esso si sostanzia nel conto consuntivo economico delle spese ambientali sostenute. È un conto “economico” nel senso che è basato sul principio della competenza economica. Tale principio comporta la rilevazione dei costi intesi come valorizzazione monetaria dell’utilizzazione delle risorse, laddove la contabilità finanziaria dei bilanci pubblici si fonda sul concetto di spesa (più propriamente uscita), ossia l’esborso monetario legato all’acquisizione delle risorse medesime. Il conto consuntivo delle spese ambientali della Regione Marche è quindi coerente con il conto economico delle amministrazioni pubbliche

elaborato dall’Istat e con i regolamenti comunitari che lo disciplinano: il Regolamento UE n. 2223/96, che ha istituito il Sistema europeo dei conti economici nazionali e regionali SEC95, ed il Manuale sul disavanzo e sul debito pubblico, che disciplina il trattamento delle operazioni relative al settore delle amministrazioni pubbliche. In questo modo gli aggregati relativi alle spese ambientali risultano coerenti con le regole contabili previste per il calcolo dei parametri di riferimento per il Patto di stabilità e crescita. Le principali categorie di spesa in cui si articola il conto economico sono riassunte nella tabella a pie’ di pagina. Per quanto riguarda la dimensione “ambientale” della spesa, il punto di riferimento metodologico è costituito dal sistema europeo SERIEE (Système Européen de Rassemblement de l’Information Economique sur l’Environnement), che include conti ambientali di tipo “satellite”, ovvero esterni rispetto al nucleo centrale dei conti economici nazionali ma coerenti con esso. I conti satellite del SERIEE descrivono le spese sostenute dall’economia per la protezione dell’ambiente e per l’uso e la gestione sostenibile delle risorse naturali, fornendo un insieme articolato di aggregati economici che viene generalmente interpretato come descrittivo della “risposta” del sistema socio-economico ai problemi di inquinamento, degrado ambientale ed esaurimento delle risorse naturali. Nel contesto del SERIEE si individuano due distinti conti satellite:

USCITE IN CONTO CAPITALE

USCITE CORRENTI

LE PRINCIPALI CATEGORIE DI SPESA DEL CONTO ECONOMICO DELLE SPESE AMBIENTALI

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Spesa per consumi finali spesa sostenuta dalle Amministrazioni pubbliche per beni e servizi utilizzati per soddisfare i bisogni individuali e collettivi che possono essere prodotti direttamente dalle Amministrazioni pubbliche o acquistati dai altri produttori. Nel caso di beni e servizi prodotti direttamente dalle Amministrazioni pubbliche - come ad esempio i servizi di amministrazione, regolamentazione e controllo nelle varie materie ambientali - la spesa consiste nei vari costi di produzione sostenuti (spese per il personale, acquisto di beni e servizi, ammortamenti, imposte). Le Amministrazioni pubbliche possono acquistare beni e servizi per la collettività prodotti da terzi, come nel caso, ad esempio, di servizi ambientali affidati in outsourcing ad altri soggetti Contributi alla produzione trasferimenti correnti a favore dei produttori residenti allo scopo di influenzarne il livello di produzione, i prezzi, o la remunerazione dei fattori della produzione. Si tratta essenzialmente di trasferimenti alle imprese Trasferimenti correnti Altri trasferimenti correnti trasferimenti correnti diversi dai contributi alla produzione (per settore di contropartita: enti pubblici, famiglie, imprese, istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie) Investimenti fissi lordi acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso che consiste nei beni materiali o immateriali che rappresentano il prodotto dei processi di produzione e sono utilizzati più volte o continuamente nei processi di produzione per più di un anno Trasferimenti in conto capitale contributi agli investimenti alle imprese (costituiscono un sostegno all’ampliamento della capacità produttiva) ed alle famiglie (tipicamente per l’acquisto, costruzione e ristrutturazione di abitazioni) che vengono effettuati allo scopo di finanziare in tutto o in parte i costi per l’acquisizione di capitale fisso e di altri trasferimenti in conto capitale che comprendono tutte le operazioni di trasferimento, operando una redistribuzione del risparmio o della ricchezza verso gli altri settori istituzionali


• il conto satellite delle spese per la “protezione dell’am-

biente” (EPEA - Environmental Protection Expenditure Account), dedicato alle spese per le attività e le azioni il cui scopo principale è la prevenzione, la riduzione e l’eliminazione dell’inquinamento (emissioni atmosferiche, scarichi idrici, rifiuti, inquinamento del suolo, ecc.), così come di ogni altra forma di degrado ambientale (perdita di biodiversità, erosione del suolo, salinizzazione, ecc.); • il conto satellite delle spese per l’“uso e la gestione delle risorse naturali” (RUMEA - Resource Use and Management Expenditure Account), dedicato alle spese per le attività e le azioni finalizzate all’uso e alla gestione delle risorse naturali (acque interne, risorse energetiche, risorse forestali, fauna e flora selvatiche, ecc.) e alla loro tutela da fenomeni di depauperamento ed esaurimento. Nell’ambito del SERIEE viene quindi operata una distinzione netta fra due campi afferenti la salvaguardia dell’ambiente naturale: tutto ciò che riguarda la qualità dell’ambiente, cioè la prevenzione e l’eliminazione dell’inquinamento e degli altri fenomeni di degrado ambientale, viene fatto rientrare nel campo della protezione dell’ambiente (conto satellite EPEA); invece, tutto ciò che riguarda la disponibilità quantitativa delle risorse naturali (acqua, risorse energetiche, fauna e flora selvatiche, ecc.) e, quindi, il loro sfruttamento e le misure finalizzate ad evitare o ad attenuare il loro depauperamento, viene fatto rientrare nel campo dell’uso e gestione delle risorse naturali (vedi conto satellite RUMEA del sistema europeo SERIEE).

Ai fini del bilancio ambientale della Regione Marche, si è fatto riferimento al sistema dei conti del SERIEE per quanto riguarda in particolare la classificazione delle attività e delle spese della Regione secondo le diverse “finalità ambientali”. Le attività e le spese per la “protezione dell’ambiente” oggetto del conto EPEA sono classificate secondo la classificazione internazionale CEPA 2000 (Classification of Environmental Protection Activities and expenditure). Adottata come standard di riferimento dalle Nazioni unite, l’OCSE, l’Unione europea, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, la CEPA è anche recepita nell’ambito della più ampia classificazione delle funzioni della pubblica amministrazione COFOG (Classification Of Functions Of Government), adottata nell’ambito del regolamento comunitario sul Sistema europeo dei conti SEC95. A livello nazionale inoltre, da alcuni anni, a seguito della riforma del bilancio dello Stato (L. 94/1997), la COFOG è recepita nell’ambito del Rendiconto Generale dell’Amministrazione dello Stato ai fini della classificazione dei capitoli di spesa per funzione-obiettivo. Per il conto RUMEA non è ancora stata definita in ambito internazionale una classificazione di riferimento. In Italia viene adottata la classificazione CRUMA (Classification of Resource Use and Management Activities and expenditure), sviluppata dall’Istat e proposta nelle sedi internazionali competenti. La classificazione delle attività e delle spese ambientali adottata ai fini del bilancio ambientale della Regione Marche si presenta dunque come illustrato nella tabella sottostante.

I CONTI SATELLITE DEL SISTEMA EUROPEO SERIEE Sistema

Conto satellite EPEA Environmental Protection Expenditure Account

SERIEE Système Européen de Rassemblement de l’Information Economique sur RUMEA l’Environnement Resource Use and Management Expenditure Account

Dominio di analisi protezione dell’ambiente tutela da fenomeni di inquinamento e degrado (aspetto qualitativo) uso e gestione delle risorse naturali tutela da fenomeni di esaurimento delle risorse (aspetto quantitativo)

Classificazione CEPA 2000 Classification of Environmental Protection Activities and expenditure CRUMA Classification of Resource Use and Management Activities and expenditure

CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ E DELLE SPESE AMBIENTALI(*) CEPA, Classificazione delle spese per la protezione dell’ambiente (conto Epea)

CRUMA, Classificazione delle spese per l’uso e la gestione delle risorse naturali (conto Rumea)

1 Protezione dell’aria e del clima

10 Uso e gestione delle acque interne

2 Gestione delle acque reflue

11 Uso e gestione delle foreste

3 Gestione dei rifiuti

12 Uso e gestione della flora e della fauna selvatiche

4 Protezione del suolo delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie

13 Uso e gestione delle materie prime energetiche non rinnovabili (combustibili fossili)

5 Abbattimento del rumore e delle vibrazioni

14 Uso e gestione delle materie prime non energetiche

6 Protezione della biodiversità e del paesaggio

15 R&S per l’uso e la gestione delle risorse naturali

7 Protezione dalle radiazioni

16 Altre attività di uso e gestione delle risorse naturali

8 R&S per la protezione dell’ambiente 9 Altre attività per la protezione dell’ambiente (*)

La classificazione è organizzata in modo tale che in ciascuna delle classi 1-7 e 10-14 sono classificate tutte le tipologie di attività di protezione dell’ambiente e di uso e gestione delle risorse naturali nei casi in cui riguardano esclusivamente il singolo problema di inquinamento/degrado o la singola risorsa naturale cui è dedicata la classe, ad eccezione delle attività di Ricerca e Sviluppo che sono tutte raggruppate nelle classi 8 e 15. Le attività di programmazione, pianificazione, regolamentazione e amministrazione nonché quelle di istruzione, formazione e informazione quando riguardano un singolo problema di inquinamento/degrado o una singola risorsa naturale sono classificate nella voce “altre attività” della classe pertinente (fra le classi 1-7 o 10-14); quando riguardano due o più problemi di inquinamento/degrado o due o più risorse naturali sono classificate rispettivamente nella classi 9 e 16.

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Il conto economico delle spese ambientali della Regione Marche si articola dunque secondo due dimensioni fondamentali: • una dimensione economica, costituita dagli aggregati economici calcolati secondo le categorie di spesa del SEC95; • una dimensione funzionale, rappresentata dalle finalità ambientali della spesa, secondo le classificazioni CEPA e CRUMA. La collaborazione tra Regione Marche e Istat L’Istat (Direzione centrale della contabilità nazionale) ha

elaborato le Linee guida per riclassificare i rendiconti delle amministrazioni pubbliche e sta procedendo alla riclassificazione delle spese ambientali di tutte le regioni italiane. Nell’ambito di questa attività si è attivata, per prima in Italia, la collaborazione con la Regione Marche. La Regione ha così fornito all’Istat il rendiconto dettagliato a livello di singolo capitolo di spesa, che l’Istat ha provveduto a riclassificare sulla base delle procedure e delle serie storiche. La costruzione di un conto economico delle spese ambientali richiede infatti una doppia riclassificazione del bilancio: • una riclassificazione economica, finalizzata a selezionare le uscite finanziarie che rientrano nelle categorie di spesa da contabilizzare e all’applicazione del principio della competenza economica; • una riclassificazione funzionale, finalizzata ad individuare, nell’ambito delle uscite selezionate in base alla riclassi-

Categorie di spesa Finalità ambientale della spesa secondo le classificazioni CEPA e CRUMA

Trasferimenti correnti

Investimenti fissi lordi Trasferimenti in conto capitale

Protezione dell’aria e del clima Gestione delle acque reflue Gestione dei rifiuti … Protezione della biodiversità e del paesaggio … Uso e gestione delle acque interne … Uso e gestione delle materie prime energetiche …

Totale uscite - Euro (correnti e investimenti)

Settori ambientali 1

Protezione dell’aria e del clima

3.012.670,29

2

Gestione delle acque reflue

8.849.845,13

3

Gestione dei rifiuti

12.299.199,89

4

Protezione del suolo delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie

25.236.584,42

5

Abbattimento del rumore e delle vibrazioni

1.136.880,34

6

Protezione della biodiversità e del paesaggio

6.876.704,79

7

Protezione dalle radiazioni

1.391.634,51

8

R&S per la protezione dell’ambiente

9

Altre attività per la protezione dell’ambiente

2.452.309,38

10

Uso e gestione delle acque interne

8.874.399,25

11

Uso e gestione delle foreste

3.496.426,98

12

Uso e gestione della flora e della fauna selvatiche

1.934.558,55

13

Uso e gestione delle materie prime energetiche non rinnovabili (combustibili fossili)

3.300.876,38

14

Uso e gestione delle materie prime non energetiche

15

R&S per l’uso e la gestione delle risorse naturali

16

Altre attività di uso e gestione delle risorse naturali

695.693,42

25.000,00 843.550,39 0,00 Totale

6

80.426.333,73


ficazione economica, le spese a finalità ambientale e a classificarle in base alla CEPA e alla CRUMA. Tale processo ha messo in evidenza una serie di capitoli di spesa per i quali il processo di riclassificazione non poteva essere portato a compimento senza l’analisi di informazioni di ulteriore dettaglio in possesso della Regione stessa. Queste ulteriori analisi sono state effettuate direttamente dalla Regione Marche, consentendo di completare il processo di riclassificazione in maniera tempestiva ed accurata e di procedere quindi alla successiva elaborazione del conto economico da parte dell’ISTAT. L’aspetto innovativo è costituito non solo dal fatto che si tratta della prima contabilità ambientale a livello regionale conforme agli standard europei, ma anche nella tempestività dell’operazione che ha consentito di allegare il bilancio ambientale 2007 all’interno del rendiconto relativo al medesimo anno.

I risultati Vengono riportati alcuni valori relativi alla spesa ambientale, in termini assoluti (tabella nella pagina accanto) e in termini percentuali (grafico sottostante), sulla base dei settori di intervento. In questa sede è utile ricordare che le spese ambientali comprendono risorse di origine regionale, statale ed europea, sostenute sia dal Servizio Ambiente e Paesaggio che dalle altre strutture della Regione Marche. Per poterne effettuare un’analisi qualitativa ponderata è necessario attendere l’uscita dei dati relativi ad altri anni o di quelli delle altre Regioni, nonché procedere ad una classificazione più aggregata degli stessi, riferibili ai macroobiettivi programmatici della legislazione regionale. Per chi fosse interessato a un maggior approfondimento del tema, si riporta il collegamento alle linee guida ISTATMATTM per la riclassificazione dei bilanci pubblici: http://www.istat.it/dati/catalogo/20070212_00/

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PROGETTO DI RETE ECOLOGICA MARCHIGIANA

Analisi della Biodiversità e Cartografie della Vegetazione, degli Habitat e del Paesaggio vegetale delle Marche

a cura di Claudio Zabaglia (Dirigente PF Tutela degli animali e Rete ecologica regionale) e Edoardo Biondi (Università politecnica delle Marche, Dip.to Scienze ambientali e Produzioni vegetali)

La Regione Marche a partire dai primi anni del 2000 ha realizzato con la collaborazione dell’Università Politecnica delle Marche, dell’Università degli Studi di Camerino e dell’Università degli Studi di Urbino, approfondimenti considerevoli nella conoscenza del proprio ambiente naturale, ottenendo strumenti di fondamentale importanza per la programmazione e la gestione del territorio che sono ora disponibili per tutti gli enti pubblici e per la comunità regionale. Le cartografie, completamente informatizzate, sono state ottenute mediante complesse analisi condotte a diverse scale di approfondimento e sulla base di definizioni metodologiche integranti vari aspetti delle qualità ambientali; presentano pertanto un’ampia fruibilità per ulteriori elaborazioni ed applicazioni. Le logiche di archiviazione nel database appositamente progettato, costituente il Sistema Informativo Ambientale per la Rete Ecologica delle Marche, permettono inoltre di realizzare cartografie tematiche specifiche correlando diversamente la grande varietà di dati inseriti. È stata questa la fase di avvio del progetto REM, promosso dall’Assessore all’Ambiente Marco Amagliani, e dai dirigenti Arch. Antonio Minetti e il Dr. Claudio Zabaglia del Servizio Ambiente e Paesaggio, mentre altri esperti regionali hanno collaborato nelle fasi di gestione e archiviazione dei dati. Attraverso la conoscenza puntuale del territorio sotto gli aspetti floristici, vegetazionali e di ecologia del paesaggio vegetale, frutto di un percorso scientifico e metodologico condotto ormai da alcuni decenni con assiduità dalle citate Università marchigiane, si è giunti all’acquisizione e alla cartografazione dei dati riguardanti la presenza e la distribuzione delle piante, la loro associazione in comunità (associazioni vegetali) e caratterizzazione in successioni dinamiche correlate all’evoluzione naturale e alla pressione antropica (unità funzionali di paesaggio). Le ricerche analitiche da parte delle

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tre Università hanno ricevuto un forte impulso nel 2004 con il progetto Rete Ecologica Marchigiana (R.E.M.) avviato dalla Regione per conservare la biodiversità regionale in attuazione del progetto europeo Rete Natura 2000 di cui alle Direttive Habitat e Uccelli e di precedenti iniziative legislative di livello regionale, L.R. 52/77 relativa alle Aree floristiche e L.R. 15/94 relativa alle Aree Protette: su tali basi è stato definito il sistema naturalistico marchigiano comprendente i Siti di importanza comunitaria (SIC) e le Zone di protezione speciale (ZPS), le Aree Floristiche Protette, i Parchi e le Riserve Naturali Regionali che in estrema sintesi individuano la struttura delle “core areas” e dei corridoi ecologici della Rete. La Rete Natura 2000 assume un ruolo rilevante con 29 ZPS e 80 SIC che complessivamente ricoprono il 14,1% del territorio regionale, distribuito sia all’interno che al di fuori dei Parchi e delle Riserve naturali. La nostra Regione, considerando anche le caratteristiche geomorfologiche e agronomiche del suo territorio, partecipa in forma equilibrata alla Rete Natura 2000 italiana attualmente costituita da 589 ZPS e 2.283 SIC, che coprono complessivamente il 20,6% dell’intero territorio nazionale. L’analisi dei territori compresi nelle aree SIC e ZPS, così come richiesto dal Ministero dell’Ambiente e dall’U.E., è stata condotta dall’equipe delle università su alcune macro-aree pilota facenti capo alla Rete Natura 2000. Quale elemento preliminare operativo per l’avvio del progetto è stato predisposto un processo metodologico per conseguire l’integrazione dei dati di natura biologica (flora, vegetazione, fauna) e fisica (geomorfologia, clima). Alcuni prodotti derivanti dalle varie fasi di analisi sono entrati nella banca dati della biodiversità ad hoc predisposta (tabelle fitosociologiche, campioni d’erbario, carte distributive delle specie della flora, carte della vegetazione

e carte degli habitat), mentre le elaborazioni cartografiche desumibili dal database possono essere utilizzate per l’esecuzione dei monitoraggi, per la gestione degli habitat e delle specie, per la pianificazione territoriale, ecc. In particolare le carte fitosociologiche, sinfitosociologiche e geosinfitosociologiche descrivono rispettivamente le combinazioni ripetitive di piante in un certo areale (associazioni), l’insieme di tutte le associazioni legate da rapporti dinamici attraverso un processo evolutivo o regressivo (serie di vegetazione), le diverse serie di vegetazione presenti in una unità omogenea di paesaggio. Di particolare importanza per la mappatura, l’archiviazione e l’analisi integrata dei dati vegetazionali è risultato l’ausilio fornito dal Sistema Informativo Geografico (GIS), appositamente predisposto per il progetto REM. La mappatura degli elementi vegetali si è arricchita di un importante elemento qualitativo e quantitativo acquisito non solo dalla mera fotointerpretazione, ma anche da una accurata esplorazione del territorio con la raccolta di dati floristici e vegetazionali seguita da elaborazioni statistiche per il riconoscimento delle associazioni vegetali su base fitosociologica. Dall’interrogazione del sistema informativo territoriale è possibile ottenere una molteplicità di informazioni visualizzabili sia come dato alfanumerico (es. aggregazioni delle superfici secondo tipologie vegetazionali o strutturali, degli habitat comunitari o non comunitari, ecc.) sia cartografico con tematizzazioni diverse. Tra le numerose correlazioni possibili tra i dati e le risposte cartografiche, per ogni SIC e ZPS monitorato sono state prodotte, alla scala 1:10.000, sia su supporto informatico che cartaceo, la Carta della vegetazione (fitosociologica), la Carta del paesaggio vegetale (geosinfitosociologica), la Carta degli Habitat. Le cartografie ricavate dal monitoraggio delle comunità vegetali consentiranno


di rilevare attraverso ulteriori indagini le variazioni che interesseranno i siti nel tempo. Le relazioni descrittive e le cartografie sopra richiamate sono state inserite nel sito della Regione Marche www. ambiente.marche.it - sezione PF Tutela degli animali e Rete ecologica regionale. Alle analisi per il monitoraggio dei siti-pilota (SIC e ZPS) è seguita la produzione di una Carta della vegetazione e di una Carta del paesaggio vegetale dell’intero territorio regionale, prodotte entrambe attraverso analisi speditive e alla scala nominale 1:50.000, al fine di avviare anche un’azione di pianificazione del sistema regionale di Rete Ecologica (R.E.M.). La R.E.M., in quanto strumento che interpreta gli elementi costitutivi dei sistemi di paesaggio in funzione del mantenimento delle sue componenti ecologiche e della riduzione della loro frammentazione, dovrebbe “informare” e permeare tutte le attività di pianificazione territoriale; è quindi evidente

che del mosaico di unità di paesaggio vegetale e della correlata presenza di specie animali si dovrà tener conto nella definizione di strategie pianificatorie e gestionali, integrandole con aspetti diversi concorrenti alla definizione della complessità paesaggistica: storici, economici e insediativi. La carta della vegetazione delle Marche, alla scala di riferimento 1:50.000, è stata realizzata mediante il metodo di studio della fitosociologia integrata con un dettaglio riguardante la superficie minima cartografata di 3 ha. Come nello studio dei SIC e delle ZPS, la realizzazione di una cartografia dinamica della vegetazione dell’intero territorio regionale ha richiesto il riconoscimento delle successioni seriali. Per le correlazioni tra tipologie vegetazionali e geologia ci si è avvalsi della carta geologica delle Marche alla scala 1:10.000, mentre per quella con il clima è stato necessario realizzare la Carta del Bioclima delle Marche. Dall’integrazione tra questi elementi è stata ottenuta la distribuzione degli

elementi di paesaggio o geosigmeti, modelli di paesaggio vegetale ad alta predittività, i quali integrano aspetti diversi di vegetazione reale in funzione della geologia e della bioclimatologia che interessa il territorio. Oltre al valore scientifico di tipo conoscitivo, insito nella Carta della vegetazione reale e nella Carta degli elementi di paesaggio vegetale (geosigmeti) (vedi figura), la realizzazione di questi documenti acquista un significato di particolare importanza in quanto rappresentano il primo vero censimento cartografico delle risorse vegetazionali di tutto il territorio regionale, funzionale alle attività di pianificazione, valutazione e gestione di aspetti qualitativi del territorio regionale. Ai dati sulle comunità vegetali è stato possibile correlare i rilevamenti relativi alla presenza e alla distribuzione dell’avifauna (eseguiti negli anni 2004 e 2005, in SIC e ZPS) ed è quindi stato possibile realizzare per alcune specie di

(omissis) ( i i ) Carta degli elementi di paesaggio (geosigmeti) e stralcio della legenda. Per un'analisi approfondita della carta e per la legenda completa si rimanda al sito internet www.ambiente.marche.it

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interesse comunitario la distribuzione reale all’interno delle aree pilota e collegarla alla variazione e variabilità degli habitat presenti. Mediante la caratterizzazione degli habitat utilizzati per specie, sono stati inoltre studiati gli habitat potenziali delle specie all’interno delle aree indagate. Questo lavoro ha consentito la realizzazione di un confronto tra la distribuzione reale della specie (ottenuta attraverso i dati di monitoraggio) e la disponibilità di habitat utilizzabili per zona, per singola specie. La metodologia ha consentito di realizzare credibili mappe di distribuzione potenziale delle specie di uccelli, perché collegate alla presenza reale della specie e al reale utilizzo degli habitat presenti in relazione alle intrinseche caratteristiche ecologiche ed etologiche delle singole specie valutati in relazione alla bibliografia scientifica.

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Altri esempi dell’utilizzo operativo di queste applicazioni possono essere tratti da progetti attualmente in corso di realizzazione da parte dell’Università di Camerino per il territorio della Provincia di Macerata, come la “Carta della Capacità di Carico Teorica degli Ecosistemi Forestali” in relazione al capriolo (Capreolus capreolus) e le “Carte del Valore pastorale, della Produttività e della Capacità di Carico Teorica dei Sistemi Pastorali dell’Appennino Maceratese e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini”. Più in generale la Carta della vegetazione e la Carta degli elementi di paesaggio vegetale (scala 1: 50.000) possono costituire documenti conoscitivi del territorio capaci di orientare la pianificazione a livello di rete ecologica e confluire anche tra gli elementi fondanti del nuovo P.P.A.R. in corso di

aggiornamento. Tali cartografie infatti integrando aspetti diversi di carattere ambientale sono espressione di modelli ad alta predittività, definiti con dati reali e di elevata significatività statistica, capaci di orientare le scelte pianificatorie. Per gli stessi motivi, le cartografie indicate e il ricco database possono rappresentare un fondamentale supporto per la realizzazione dei piani di sviluppo agricolo che sempre più sottolineano l’esigenza di produrre attraverso il rispetto delle risorse ambientali secondo il principio generale dell’eco-condizionalità in agricoltura. La conservazione della biodiversità coinvolge quindi direttamente le attività economiche di tipo agricolo, quale uno dei principali obiettivi della strategia europea, sempre più importante nelle politiche generali dello sviluppo rurale.


Approvato il primo bando regionale del POR 2007-2013 a cura della Regione Marche

Sono pari a 7 milioni di Euro le risorse disponibili per l’uso efficiente dell’energia da parte degli Enti pubblici grazie al nuovo bando emanato dalla Regione Marche. Province, Comuni, Comunità montane, Consorzi ecc. possono ottenere fino all’80% del costo per impianti di cogenerazione (produzione di calore e di elettricità), trigenerazione (elettricità, calore e freddo) e reti di teleriscaldamento. In occasione dell’approvazione del bando, l’assessore all’ambiente Marco Amagliani ha espresso grande soddisfazione: “Siamo certi che il nuovo bando del POR dedicato all’efficienza energetica ripeterà il successo dei precedenti bandi del Docup per interventi simili. Grazie a questa misura, perfettamente in linea con le indicazioni strategiche del Piano energetico ambientale regionale, si produce energia con minor impiego di materie prime esauribili, centrando così il duplice obiettivo del PEAR: la riduzione del deficit elettrico della nostra regione e la riduzione delle emissioni che causano il riscaldamento globale.” Il bando appartiene al più genera-

le Piano operativo regionale per la competitività e l’occupazione POR 2007-2013, in particolare all’asse dedicato all’energia che promuove l’efficienza energetica, il risparmio energetico e l’impiego delle fonti rinnovabili, proprio come indicato negli assi prioritari del PEAR. Possono presentare domanda gli Enti locali (Province, Comuni, Comunità montane) e gli Enti pubblici che svolgono attività di interesse pubblico non economico, sia singoli che associati. Possono essere finanziati gli impianti per la produzione combinata di energia elettrica e di calore (cogenerazione) o per la produzione combinata di energia elettrica, calore e freddo (trigenerazione) con eventuale rete di distribuzione (teleriscaldamento). Possono essere finanziati anche singoli impianti di teleriscaldamento. Altri bandi, volti alla promozione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica negli usi finali, sono previsti entro i prossimi mesi. “Attraverso il risparmio energetico, l’uso efficiente delle materie prime e l’impiego delle fonti rinnovabili - ha sottolineato l’assessore Amagliani - si

riduce il deficit elettrico della nostra regione. Allo stesso tempo si riduce la nostra dipendenza dalle fonti non rinnovabili e soprattutto ci ripariamo dai contraccolpi dovuti all’inarrestabile aumento del prezzo del petrolio e, conseguentemente, delle altre fonti energetiche esauribili”. “Se davvero vogliamo perseguire la sostenibilità della nostra economia - ha concluso Amagliani - non possiamo allontanarci dalla strada segnata dal PEAR che, in linea con gli indirizzi europei, persegue una gestione dell’energia compatibile con gli obiettivi di Kyoto per contrastare i cambiamenti climatici in atto. Tanto più se si tiene conto che la politica europea è andata oltre Kyoto, fissando l’obiettivo più ambizioso di ridurre le emissioni del 20% entro il 2020”. Il bando è scaricabile dai siti internet www.ambiente.marche.it e www. europa.marche.it ed è stato pubblicato sul BUR del 24 luglio. La scadenza per la presentazione delle domande è il 22 Dicembre 2008.

Lavori di realizzazione della rete di teleriscaldamento a Camerino (MC)

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PROVINCIA DI ANCONA

“TUTTE LE ENERGIE DELLA MARCA ANCONETANA” Intervista a Marcello Mariani, Assessore all’Ambiente ed Energie Rinnovabili della Provincia di Ancona di Leonardo Badioli

Commissionato all’Università Politecnica delle Marche la redazione del Programma Attuativo Provinciale (PAP) del Piano Energetico Ambientale delle Marche (PEAR). Come possiamo trarre il meglio dal risparmio delle energie fossili e dall’investimento sulle rinnovabili. Uno strumento dal carattere marcatamente applicativo per una produzione energetica diversificata e più vicina al luogo del suo utilizzo. Intervista a Marcello Mariani all’assessore all’Ambiente ed Energie rinnovabili della Provincia di Ancona. Assessore Mariani, da qualche tempo il linguaggio amministrativo italiano si è arricchito di una nuova voce: PAP-PEAR. Vuole spiegarne il significato ai nostri lettori e il fondamento legislativo che l’ha generata? L’acronimo “PEAR”, già noto ad esperti e non è il Piano Energetico Ambientale Regionale. Mentre “PAP” sta per Programma Attuativo Provinciale. Quello perciò che abbiamo avviato è il Programma attuativo del piano regionale nella Provincia di Ancona. Allo scopo di metterlo a punto, la Provincia di Ancona ha sottoscritto, usando la mia penna, un accordo con l’Università Politecnica delle Marche. Quali indicazioni la Provincia di Ancona intende trasmettere a chi lavorerà alla redazione del PAP? Il riferimento più alto riguarda l’obiettivo della UE indicato come “20-20-20”: raggiungimento del 20% della produzione energetica da fonti rinnovabili; miglioramento del 20% dell’efficienza nelle fossili; taglio del 20% alle emissioni di anidride carbonica. Obiettivi che dovranno essere conseguiti entro il 2020. Localmente, dovremo attivare tutte le potenzialità energetiche presenti nel territorio e farne un insieme sostenibile che permetta di raggiungere gli obiettivi, producendo vantaggi per l’economia e l’ambiente. Sì, però lo stesso piano energetico regionale PEAR si trova in questo periodo al centro di una serie di considerazioni… ... che sostanzialmente girano intorno alla possibilità di realizzare due centrali elettriche da parte dell’API di Falconara. A meno di un suo stravolgimento, il PEAR non prevede realizzazioni di simile potenza. Il PEAR, infatti, non prevede che la produzione di energia avvenga in modo concentrativo, ma socialmente e territorialmente distribuito. E se anche parte del mondo industriale si dichiara ufficialmente a favore della proposta API, molti imprenditori marchigiani la considerano, come noi, un ritardo rispetto alle prospettive che le forze attive nel nostro territorio sanno di poter aprire. Si può dire che in questo modo i poteri forti cercano di forzare decisioni politiche già assunte? Veramente un buon amministratore pubblico non dovrebbe

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nemmeno conoscere poteri più forti di quelli che rappresentano la collettività. Io mi limito a trattare gli argomenti: non è vero, come alcuni sostengono, che l’elettricità costa nelle Marche più che in altre regioni. Basta guardare i dati. Quelli più recenti sono forniti da Confartigianato di Mestre: le Marche sono quartultime nella graduatoria dei costi per l’energia. Non esiste nella nostra regione una particolare crisi nella produzione di energia. È vero, invece, che a tutti gli italiani l’energia costa molto, anche se in questi anni sono state costruite molte centrali elettriche che vanno a metano, con tutti i vantaggi e tutti i problemi che questa alimentazione comporta. Sta di fatto che nella trasformazione del metano in elettricità adesso siamo leader in Europa... Questo ritratto di un’Italia a tutto gas riesce anche a descrivere la situazione della provincia di Ancona? Direi di sì. Nelle nostra provincia ci sono due centrali elettriche: la Turbogas di Jesi (da 125 MW) e quella di Falconara (da 260 MW), che brucia gli scarti della raffineria), oltre alla centrale di picco ENEL di Camerata Picena. Tra Jesi e Falconara si concentra la gran parte della produzione provinciale e non solo. Se consideriamo che le due centrali richieste dall’API (per complessivi 580 MW elettrici) andrebbero ad insediarsi in un’area AERCA, cioè Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, è presto individuata una delle ragioni della contrarietà. Lo scopo del PEAR, invece, è di frazionare, diversificare, decentrare le fonti di energia e i luoghi della loro trasformazione sull’intera mappa territoriale, ossia di avvicinare la produzione al suo utilizzo. Allora, se ancora prevale l’uso del metano, servirà anche nelle Marche un rigassificatore... Noi ci muoviamo su due direttrici: usare al meglio le energie rinnovabili; ampliare il più possibile l’accesso a quelle rinnovabili. Se dalle valutazioni emergerà che ci vuole un rigassificatore, e che questo debba essere realizzato off-shore la costa della nostra provincia, ne inseriremo la realizzazione sul PAP. Ma le strategie nazionali sembrano divergere da quelle che prevedono da noi grandi centrali: non per nulla tra poco potrà essere definitivamente approvato il progetto dell’elettrodotto sottomarino che collegherà la Croazia ad Ancona e importerà in Italia 1.100 MW di elettricità prevalentemente di origine idroelettrica. Vedremo, quindi, e valuteremo con spirito pragmatico. Cosa significa allora questo frazionare, diversificare, decentrare di cui ha parlato? Significa redistribuzione di pesi e benefici su tutto il territorio provinciale. Oltre a quello della bassa Vallesina, il distretto industriale di Fabriano è l’altro centro produttivo, che risulta sprovvisto di fonti energetiche autoprodotte. Lì dovremo certamente prevedere interventi. C’è la montagna,


e registriamo grandi interessi per le biomasse. Ma di tutto questo tratteremo, anche coordinandoci coi Piani Energetici Comunali. A proposito di biomasse... A proposito di biomasse, la proposta che ci viene dalla riconversione dello zuccherificio SADAM non ci fa fare salti di gioia. L’idea di utilizzare biomasse prodotte in Indonesia o in Malesia, attraverso l’abbattimento della foresta primaria, non lascia pensare a saldi energetici troppo positivi. Controllare invece la competizione tra agricoltura per fini energetici e agricoltura per fini alimentari in un territorio circoscritto, vicino e ben governato, è un po’ più facile. Il punto di riferimento prevalente resta comunque chiuso nel principio che abbiamo enunciato: non forzare,ma utilizzare quello che abbiamo; scarti agricoli, reflui di stalla e rifiuti umidi domestici compresi. E cosa si prevede dunque per il risparmio delle risorse non rinnovabili? Lavorare su cogenerazione e trigenerazione per teleriscaldamento, raffrescamento e applicazioni connesse. Qui il sostegno pubblico può avere una parte importante. E poi incentivare al massimo le cosiddette buone pratiche, che responsabilizzano tutti i cittadini al bene comune. Tra le rinnovabili, quale spazio può essere riservato al solare, dal momento che il PEAR non ha previsto la

realizzazione di centrali fotovoltaiche nella regione. Il PEAR non aveva previsto centrali solari, perché non erano ancora state approvate le normative che le incentivano. Il PAP, dunque, potrebbe introdurre un’attualizzazione di quel piano. A questo proposito la Provincia sta elaborando le regole che indicheranno dove si potranno realizzare impianti solari di grande taglia (a terra, nelle ex-discariche o cave abbandonate, o meglio integrato nelle coperture artigianali e siti industriali) e dove, al contrario, non potranno essere insediati. I mezzi finanziari per la realizzazione ? Anche lo stimolo di accordi con le banche può essere previsto nel piano. E la ricerca? Difficile parlare di ricerca in presenza di un piano attuativo; anche perché ci sono sponde temporali al nostro operare, mentre la ricerca vuole essere libera e comprovata. Ma certo il compito di chi attua è cercare soluzioni. Ne troveremo di sicuro. Compreso l’idrogeno? Su questo punto, la pensiamo come Jeremy Rifkin. Il sole è il nostro petrolio e l’idrogeno rappresenta il futuro. Fin d’ora possiamo dire che è il vettore migliore. Se le esperienze di Pisa e Arezzo daranno risultati incoraggianti, saremo pronti a seguirne l’esempio.

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ARPA MARCHE

IL PROGETTO PRELIMINARE REDATTO DALL’ARPAM PER LA BONIFICA DEL BASSO BACINO DEL FIUME CHIENTI di Gisberto Paoloni Direttore generale dell’ARPAM

Nel 1991 il Servizio multizonale della Asl n. 15 di Macerata - ora ARPAM - evidenziava per la prima volta l’inquinamento della falda idrica della bassa valle del fiume Chienti, causato da tricloroetano e percloroetilene. Dal 1997, a seguito di una convenzione con la Provincia di Macerata, il monitoraggio dell’inquinamento è diventato costante e sistematico. Nel 2001 l’area è stata inserita tra i “siti inquinati di interesse nazionale” con un decreto del Ministero dell’Ambiente.

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Nel 2003, con un successivo decreto, il Ministero dell’Ambiente fissava la perimetrazione del sito inquinato (fig 1). L’area perimetrata del sito è situata nel territorio delle province di Macerata e Ascoli Piceno (ora Fermo) e comprende in totale una porzione di territorio di 26 kmq: • una zona di sinistra idrografica di 16 kmq ricade nei territori di Morrovalle, Montecosaro e Civitanova Marche; • zona di destra idrografica di 10 kmq


si colloca nei territori dei comuni di Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare. Nella perimetrazione è inclusa anche l’area marina prospiciente quella terrestre, che ha un’ampiezza complessiva di 1200 ha e si estende, partendo da sud, dall’estremità del centro abitato di Porto Sant’Elpidio fino al porto di Civitanova Marche, per una lunghezza di circa 4 km lungo la costa e di 3 km verso il largo. Del lungo e complesso iter amministrativo che dovrà concludersi con l’avvio della bonifica del sito, vanno segnalate le tappe principali. Nel corso della Conferenza dei Servizi del 22 febbraio 2006 il Ministero dell’Ambiente richiedeva formalmente alla Regione Marche, alle Province di Macerata e Ascoli Piceno, ai Comuni interessati e all’ARPAM di far conoscere “la propria disponibilità per la predisposizione di progetti unitari di messa in sicurezza d’emergenza e successiva bonifica delle acque di falda e per il relativo coordinamento in fase di esecuzione”. Grazie alle competenze tecniche e scientifiche del Dipartimento di Macerata, l’ARPAM, partecipava, con Provincia e Regione, alla redazione del progetto preliminare di bonifica della falda che qui si illustra per sommi capi. Indispensabili per la stesura del piano sono stati i dati ottenuti dal monitoraggio della falda effettuato dall’ARPAM dal 1997 al 2005, dalle analisi delle acque sotterranee eseguite dall’Agenzia su richiesta del Ministero dell’Ambiente,

del Consorzio di Bonifica delle valli del Potenza, Musone, Alto Nera e Fiastrone e della Provincia di Macerata, relativamente ai pozzi ad uso irriguo nonchè dai risultati delle attività di

validazione effettuate dall’ARPAM sui campioni di controllo prelevati durante le attività di caratterizzazione svolte dai soggetti privati obbligati. Tenuto conto del fatto che lo stato delle cono-

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scenze in merito alla contaminazione del sito è in continua evoluzione, il progetto preliminare è stato aggiornato sulla base degli ulteriori elementi disponibili derivanti dall’attività di caratterizzazione. È previsto, infine, che progetto preliminare e progetto definitivo da esso derivante siano oggetto dell’Accordo di Programma pubblico/ privato (Regione Marche, Province di Macerata e Ascoli Piceno, Comuni interessati e Associazioni di categoria in rappresentanza dei soggetti privati obbligati), finalizzato alla bonifica della falda del basso bacino del Chienti. Tale accordo è ad oggi in discussione tra le parti interessate. Il progetto prevede la suddivisione del sito in 4 aree di intervento, in relazione al tipo di contaminanti riscontrati. L’Area 1 corrisponde a tutte le zone risultate sorgenti di contaminazione da idrocarburi alogenati. L’intervento che si prevede di attuare consiste nell’installazione di 8 barriere idrauliche attraverso le quali emungere l’acqua da inviare a un impianto di trattamento a carboni attivi.(fig 2). L’Area 2 è rappresentata dalle zone a contaminazione passiva in cui risulta presente un inquinamento diffuso da idrocarburi clorurati derivante dal trasporto in falda delle sostanze inquinanti, a valle idrogeologica delle sorgenti di contaminazione. Per tale area si prevede l’applicazione della tecnologia basata sull’uso di pozzi-barriera idraulica collegati a un impianto di trattamento delle acque di falda emunte. L’Area 3 corrisponde alla zona caratterizzata da inquinamento da idrocarburi di origine petrolifera. Le azioni di messa in sicurezza di emergenza che si prevede di attuare consistono nell’asportazione dell’eventuale fase libera presente in falda e nell’installazione di un sistema Pump&Treat (fig. 3). L’Area 4 è formata dalle tre discariche

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di Montecosaro, Civitanova Marche e Sant’Elpidio a Mare. Sulla base dei dati forniti dalla caratterizzazione, si prevede un intervento esclusivamente a valle della discarica di Sant’Elpidio a Mare, con un sistema di messa in sicurezza d’emergenza costituito da una trincea drenante collegata a un impianto di trattamento chimico fisico. In sintesi, è prevista l’installazione di barriere idrauliche, per un totale di 3690 m di lunghezza, costituite da 62 pozzi di emungimento delle acque contaminate da inviare a impianti che tratteranno dai 450mila ai 550mila mc/ anno. Per quanto riguarda le acque trattate, queste potranno subire una diversa destinazione a seconda delle necessità locali e di conservazione della risorsa, sulla base dei sondaggi freatimetrici condotti periodicamente. Relativamente agli emungimenti nell’Area 2, dove sono presenti acquedotti comunali, le acque trattate potranno essere reimmesse, viste le esigenze dei gestori del servizio idrico, nella rete acquedottistica, fermi restando i requisiti previsti dalla vigente normativa per le acque destinate al consumo umano. Le acque emunte dalle barriere idrauliche nell’Area 1 potranno essere, soprattutto nei periodi estivi di siccità, utilizzate in agricoltura a fini irrigui, nel rispetto delle specifiche normative di settore; stesso discorso vale per le aziende del comprensorio, che potranno utilizzare le acque trattate per usi igienici e/o industriali. Ai fini della tutela della risorsa idrica e del mantenimento dell’equilibrio idrogeologico, l’esubero di acqua derivante dal trattamento può essere reimmesso a monte del punto di prelievo, nel senso di flusso della falda. I vantaggi di tale tecnica definita di presa-resa, sono: • a monte della sorgente inquinante si diluisce l’inquinamento sia per l’arrivo di acqua nuova più pulita

sia per la maggiore dispersione provocata dal crearsi di un gradiente inverso; • a valle si crea una depressione piezometrica che diminuisce la dispersione trasversale del flusso inquinante e funge da barriera idraulica alla propagazione della contaminazione. Va inoltre precisato che le barriere idrauliche sono previste anche a valle delle aziende che attuano autonomamente la messa in sicurezza della falda, allo scopo di favorire e accelerare la decontaminazione delle acque sotterranee. L’avvio della realizzazione di questo progetto di bonifica ha un costo stimabile attorno ai 3 milioni di Euro e la ripartizione di tale somma tra i soggetti interessati è uno dei nodi dell’Accordo di Programma.

ARPA Marche Via Caduti del Lavoro, 40 int. 6 60131 Ancona Tel. 071 2132720 - fax 071 2132740 arpa.direzionegenerale@ambiente.marche.it www.arpa.marche.it


OMEC SRL

AZIENDA LEADER NEL SETTORE DEL NOLEGGIO DELLE PIATTAFORME AEREE OMEC, società con sede ad Ancona, fondata nel 1989 da Gianfranco Bronzini, che ne è Amministratore unico, opera nel settore della manutenzione di macchinari ed apparecchiature costituenti impianti chimica, alimentari, petrolchimici, saccariferi, dell’industria cartaria e dei cantieri navali. L’Azienda fa parte del C.I.M. Gianfranco Bronzini Amministratore unico della OMEC srl srl, società consortile costituita nel 1985 per favorire e coordinare le attività delle aziende socie, nei rapporti con Enti e Aziende, sia pubblici che privati, e in particolare con l’Api Raffineria di Falconara Marittima. Attività primarie della OMEC, per le quali l’azienda vanta esperienza e specializzazione ventennali, sono: la manutenzione di macchine rotanti e parti automatizzate di impianti industriali, la loro modifica e revisione, nonché la realizzazione di particolari componenti specifici. Inoltre, la sua struttura organizzativa e operativa permette di garantire al cliente, in caso di stati di emergenza, risposte rapide ed efficaci capaci di ridurre al minimo il tempo di fermo macchina. Altra attività in cui la OMEC negli ultimi 9 anni ha investito tempo, risorse e know-how, è la “divisione noleggi” di macchinari, attrezzature per lavorazioni specifiche, soprattutto di Piattaforme Aeree e macchine per il sollevamento di cose. Lo sviluppo di tale settore è stato tale che in meno di 8 an-ni, l’azienda ha decuplicato ill proprio parco macchine, forte e

delle 800 unità attuali, ed è in continua e rapida espansione. Oggi, la OMEC è in grado di offrire ai propri clienti una scelta completa ed esauriente per tutte le tipologie di intervento richieste. La Sociètà prevede, proprio nel settore del noleggio macchinari, una netta crescita del valore dell’attività grazie ad una forte diffusione su tutto il territorio nazionale. Tra i clienti che si pregia di annoverare c’è il Gruppo Cosmi di Ravenna, azienda che opera nel campo della progettazione, realizzazione, riammodernamento e manutenzione di impianti petroliferi. Tutte le piattaforme aeree JLG (Indutries Italia Srl) utilizzate dal Gruppo Cosmi nei suoi cantieri, infatti, sono state noleggiate dalla OMEC. Vogliamo sottolineare che recentemente, è stato siglato un accordo di partnership, che le ha coinvolte in una relazione molto stretta, orientata ad una logica di sinergia, affinché entrambe possano crescere grazie al reciproco contributo sul piano dell’assistenza, della gestione ricambi e della formazione. L’attività della OMEC è al momento così fiorente che per il 2009 è prevista l’apertura di 3 nuove filiali, mentre per il 2010 l’ampliamento del parco macchine raggiungerà le 1.000 unità. “La scelta logistica di creare più sedi - ha detto Bronzini punta a migliorare la rete dei servizi per il cliente ed anche ad ottimizzare i flussi organizzativi interni proprio tra OMEC e JLG (il più grande produttore di piattaforme americano)”.

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ASTEA SPA

PIATTAFORMA PER IL RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI a cura di Donatella Mancini

Astea Spa ha presentato un progetto relativo ad un piattaforma adibita all’attività di recupero di rifiuti non pericolosi. La piattaforma sarà realizzata su un’area delimitata all’interno del Centro Ambiente già autorizzato dalla Provincia di Ancona (Aut. N. 96/2007 del 18/09/2007) e sarà attrezzata al fine di svolgere attività di recupero dei rifiuti (R3-R4-R5 e R13) conferiti direttamente dall’Astea o da terzi. I rifiuti conferiti alla piattaforma potranno provenire da raccolte differenziate degli urbani e assimilati e da attività produttive e commerciali (rifiuti speciali). La piattaforma effettuerà l’attività di recupero su rifiuti provenienti, per la maggior parte, dalla Provincia di Ancona. Tale attività resterà ben distinta da quella del Centro Ambiente e il conferimento dei rifiuti raccolti presso quest’ultimo, sia dalle utenze domestiche sia dagli operatori, alla piattaforma sarà sempre accompagnato da uno specifico documento. Ognuno dei due settori registrerà i propri flussi di rifiuti. La piattaforma sarà dotata delle attrezzature e degli impianti necessari a garantirne l’agibilità, la sicurezza e l’igiene nel rispetto delle norme vigenti. L’attività della piattaforma si concentrerà sulla selezione dei rifiuti solidi non pericolosi e sulla valorizzazione delle varie componenti quali carta, plastica, legno, metalli ferrosi e non ferrosi, macerie, ecc. Nel caso della carta e della plastica (per quest’ultima esclusi i rifiuti da imballaggi in plastica provenienti da raccolte differenziate e inseriti nel circuito Corepla) si arriverà a produrre Materie Prime Secondarie da inviare all’utilizzatore finale: alle cartiere, nel caso della carta; ai granulatori nel caso della plastica. Nel caso, invece, del legno, dei metalli e delle macerie l’attività di recupero sarà limitata ad una sele-

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zione per tipologia consegnando, poi, i rifiuti ottenuti a centri specializzati nel loro recupero. Per quanto riguarda il ciclo produttivo possiamo distinguere fondamentalmente le seguenti fasi: - selezione; - confezionamento; - stoccaggio. Nella figura che segue abbiamo una sintesi dell’attività che la piattaforma andrà a svolgere.

La piattaforma sorgerà su una parte dell’area di 16.500 mq già dedicata a piazzola ecologica ed autorizzata dalla Provincia di Ancona. Dell’area dedicata alla piattaforma di recupero 1.380 mq circa saranno occupati da una struttura prefabbricata (m. 46x30) alta circa 10 metri, all’interno della quale saranno posizionati l’impianto di cernita e la pressa, l’area di lavorazione dei rifiuti in ingresso e parte dei prodotti della selezione. La scelta degli impianti e del loro posizionamento tiene conto di possibili ampliamenti e/o integrazioni future. Tutte le attrezzature sono nuove di fabbrica e costruite nel rispetto della normativa CE. Per l’impianto di cernita si è scelto un sistema di selezione di tipo manuale

adatto ai rifiuti speciali, in quanto è la tipologia che presenta le maggiori quantità sul mercato. In ogni caso se aumenteranno le raccolte differenziate multi materiali sarà possibile integrare l’impianto con i macchinari per la selezione automatica di alcune componenti. Nell’impianto previsto l’unico flusso intercettato in automatico sarà quello delle parti ferrose che verranno captate dal deferrizzatore. La seconda attrezzatura specifica per questa attività è la pressa per imballare

alcuni materiali come la carta, il cartone, la plastica. È il macchinario più importante dell’impianto: completamente automatico, gestisce il flusso dei materiali immessi nella tramoggia, la compattazione, la legatura e l’espulsione della balla. L’impianto può lavorare circa 25.000 ton all’anno di rifiuti. Il quantitativo massimo di rifiuti in giacenza può essere previsto in: - 100 ton in ingresso; - 120 ton in uscita destinati sia allo smaltimento (sovvalli di cernita) sia al recupero in altri impianti specializzati nei singoli materiali (metalli, legno, ecc) Per quanto riguarda le MPS può essere previsto un quantitativo massimo in giacenza di 500 ton., anche in consi-


derazione di periodi particolari come Agosto e Dicembre. I rifiuti che arrivano all’impianto possono essere conferiti sia dall’Astea sia da terzi (direttamente o tramite vettori). In entrambi i casi possono essere rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata degli urbani e assimilati o rifiuti speciali raccolti non in regime di privativa. Quando arrivano alla piattaforma i rifiuti vengono pesati e controllati al fine di stabilirne l’accettabilità o meno. Se accettati, vengono destinati alle aree di lavorazione. Possiamo distinguere i rifiuti in ingresso in due tipologie principali: • i rifiuti già distinti per tipologia (carta, cartone, plastica). Tra questi particolare è il percorso dei rifiuti di imballaggi in plastica provenienti dalla raccolta differenziata e destinati al circuito del Corepla che devono subire solo un processo di pressatura. Sulle balle che escono dalla pressa viene attaccata un’etichetta che riporta il nome del convenzionato COREPLA; • i rifiuti misti che vanno distinti tra: 1. rifiuti di diversa natura che vengono mescolati per esigenza del produttore e/o del trasportatore; 2. rifiuti composti, per loro natura, da materiali diversi.

Minime sono le quantità di rifiuti pericolosi derivanti dalla manutenzione dei macchinari: olio, filtri e batterie che vengono stoccati su un bacino di contenimento. In ogni caso si seguono i limiti posti dalla normativa. Usciranno dall’impianto come Materia Prima Secondaria: • la carta da macero che sarà destinata alle cartiere o ad altri impianti che la utilizzeranno come materia prima per produrre altri beni (ad esempio cartongesso, pannelli, solette, ecc.); • la plastica da macero che sarà destinata ai granulatori. Usciranno dall’impianto, ancora classificati come rifiuti e destinati ad altri centri di recupero specializzati nei singoli materiali: • metalli ferrosi; • metalli non ferrosi; • legno • vetro

I rifiuti, dal momento dell’ingresso in piattaforma al momento dell’uscita ancora come rifiuto o come MPS, saranno sempre controllati. Accertata la qualità del rifiuto in ingresso e stabilito il tipo di lavorazione da effettuare, tutte le operazioni di trattamento e movimentazione saranno eseguite con il duplice obiettivo della massima sicurezza per gli operatori e per l’ambiente. La movimentazione e lo stoccaggio dei rifiuti solidi o liquidi saranno effettuati con cautela onde evitare contaminazione del suolo o dei contenitori in caso di rottura o sversamento. Il personale addetto alla gestione del Centro verrà dotato dei dispositivi di protezione a norma.

ASTEA spa Sede amministrativa Via Guazzatore, 163 60027 Osimo (AN) Tel. 071 72471 - fax 071 7247214 Sede legale Via Lorenzo Gigli, 32 (Zona Chiarino) 62019 Recanati Tel. 071 711131 - fax 071 7247214

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PULI ECOL RECUPERI SRL

RECUPERO RIFIUTI DA FRIGORIFERI E MATERIALE ELETTRONICO di Duilio Compagnucci

Puli Ecol recuperi srl, con sede a San Severino Marche (MC), costituita nel 2000 come soggetto addetto alla raccolta, trattamento rifiuti e servizi aggiuntivi, si colloca tra le aziende che si adoperano per il trattamento dei rifiuti con il recupero di materie prime seconde al fine di diminuire i rifiuti che finiscono in discarica ed ottimizzare il recupero dei materiali, secondo quanto previsto dal T.U.A. 152/06 e successive modifiche ed integrazioni. A tal fine, l’Azienda si è dotata di: • un centro presso cui operare il disassemblaggio manuale dei rifiuti obsoleti con lo scopo di separare i materiali recuperabili (ferro, legno, plastica, carta, …) con conseguente diminuzione dei materiali da avviare in discarica; • un impianto a ciclo completo per il trattamento delle apparecchiature contenenti CFC; • un impianto per la separazione dei cavi elettrici (plasticarame; rame-alluminio); • una attrezzatura per il trattamento dei tubi catodici provenienti dal disassemblaggio di televisori e monitors; • Un impianto per la triturazione della plastica. L’azienda, certificata UNI ENI ISO 14001 e UNI ENI ISO 9001 dal Gennaio 2006, svolge la sua attività su un’area complessiva di 5.500 mq con un organico di 14 operai generici, 5 autisti e 3 impiegate, oltre al titolare che presta la sua opera in maniera continuativa. Per quanto riguarda le pratiche autorizzative e contabili si avvale di due studi esterni. La ditta ha in essere una convenzione con il Consorzio RILEGNO, di cui è piattaforma di conferimento, per il ritiro e trattamento imballaggi e rifiuti in legno.

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L’azienda è inserita nell’elenco dei centri di raccolta autorizzati per CFC/HCFC all’interno del sito del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del Mare in base ad un Accordo di Programma stipulato nel 2002. Descrizione del processo produttivo: Con l’entrata in vigore del D.lgs 151/05(RAEE) l’impianto della Puli Ecol Recuperi srl è diventato ancora più efficiente poiché si è immediatamente adeguato alle prescrizione dettate dalla nuova legge. I rifiuti quando arrivano all’impianto sono già separati per tipologia, vengono pesati e messi in riserva in attesa del trattamento. Frigoriferi Si passa poi alla successiva fase la “messa in sicurezza” con l’asportazione delle componenti ambientalmente critiche che per i frigoriferi sono principalmente 2: la canaletta di rame contenente CFC e il compressore il cui interno e pieno di olio clorurato. Il CFC/HCFC viene aspirato tramite impianto e stoccato su apposite bombole, il compressore viene bonificato e l’olio recuperato. Manualmente vengono anche asportate tutte quelle cosiddette parti mobili quali ad esempio griglie, cassetti o sportelli in legno. a questo punto il frigo che è diventato carcassa viene avviato all’impianto di triturazione, il quale provvederà a sminuzzare e separare i vari componenti rimasti e soprattutto a recuperare tutto il freon contenuto all’interno delle schiume poliuretaniche tramite criogenerazione. Alla fine di tutto il procedimento avremo i seguenti materiali con all’incirca queste percentuali


Ferro (lamierino) Ferro (parti mobili) Plastica (polistirolo) Rame e alluminio Poliuretano Vetro Cavi elettrici Compressori Olio CFC

MPS

MPS

46,0% 3,0% 10,5% 4,0% 12,0% 1,5% 2,0% 19,0% 1,2% 0,8%

Tutti questi materiali, fatta eccezione del poliuretano che smaltiamo , vanno a recupero. Nello specifico, i cavi vengono ancora lavorati per ottenere un prodotto privo di scarti e molto più appetibile nel mercato delle materie prime seconde . Materiale elettronico Al momento dell’entrata in impianto, i televisori e le altre apparecchiature elettroniche, quali ad es. videoregistratori, stampanti, fotocopiatrici etc., vengono stoccati in appositi contenitori prima di subire un disassemblaggio . Il disassemblagggio consiste nella separazione manuale dei vari componenti presenti nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche quali plastica (avviata poi ad ulteriore trattamento nell’impianto della plastica), metalli ferrosi, alluminio, cavi elettrici, vetro, schede, legno. Il tubo catodico intero, subisce un ulteriore trattamento in quanto la ditta è dotata di un impianto che separa il vetro anteriore dal vero posteriore potendo così aspirare le polveri pesanti contenute al suo interno e smaltirle in modo corretto. Nel corso del 2006 sono stati trattati 2.237.788 kg di frigoriferi e 564.164 kg di apparecchiature elettriche ed elettroniche

dei rifiuti, ha inoltre in essere rapporti con i più importanti sistemi collettivi di sviluppo venutisi a creare dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. 152/06. Trasporto La ditta Puli Ecol ha un esperienza decennale sul trasporto dei rifiuti e si avvale di personale molto qualificato. L’azienda ha le autorizzazioni necessarie per il trasporto di rifiuti sia pericolosi che non. Ha mezzi di proprietà con cui gestisce il servizio di logistica dei propri clienti per tutte le tipologie di rifiuti in autorizzazione.

AUTORIZZAZIONI •

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La ditta è iscritta alla C.C.I.A.A. di Macerata al n. 01391280433 per i servizi di nettezza urbana e collaterali e trasporto di cose conto terzi. CODICE ISTAT 37.202. È in possesso dell’autorizzazione Prov.le ai sensi dell’art. 33 del D.Lgs. 22/97 all’attività di recupero di rifiuti non pericolosi n. 82 SUCCESSIVE MODIFICHE ED INTEGRAZIONI DEL 22.01.04. È in possesso dell’autorizzazione Prov.le ai sensi dell’art. 27 e 28 del D.Lgs. 22/97 all’attività di trattamento e recupero dei materiali e rifiuti pericolosi D.D. 336 del 13.12.07 È in possesso di autorizzazione al trasporto per le categorie 2;4;5; classe D. n. AN 902/O/S del 14.02.06. È in possesso dell dell’autorizzazione autorizzazione al trasporto per la cat.1 classe D n. AN902/O/S del 03.11. 06.

Puli Ecol recuperi srl ha in essere numerose Convenzioni ed Accordi commerciali con Enti pubblici, Società miste ed Aziende private che operano nel settore della raccolta Puli Ecol recuperi srl via A. Merloni, sn Zona ind.le Taccoli 62027 San Severino Marche (MC) Tel. 0733 645643 - info@pulirec.it

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COSMARI

Convenzione tra COSMARI e CNR

IMPIANTO DI PRODUZIONE DI GASOLIO DA RIFIUTI di Luca Romagnoli

COSMARI ha firmato una convenzione con il CNR, su richiesta di questo stesso ente, per la sperimentazione di un impianto di produzione di gasolio da rifiuti solidi urbani. Nell’incontro tenutosi a Roma presso la Direzione Generale del Comitato Nazionale Ricerche, il Presidente Ing. Fabio Eusebi ed il Direttore Ing. Giuseppe Giampaoli hanno avuto un lungo colloquio di carattere tecnico con il Dott. Bruno Commini, coordinatore del progetto. Il processo industriale proposto e valutato nelle precedenti settimane dal COSMARI, consiste nella demolizione a temperature relativamente basse di molecole organiche di varia natura (conosciuto come craking) è stato ottimizzato a livello sperimentale per la produzione di carburante da rifiuti e, successivamente, industrializzato con la realizzazione di un primo impianto di produzione che deve ora essere opportunamente testato. Il CNR è fortemente interessato a COSMARI affinché il consorzio installi il primo impianto da testare, poiché ritiene che COSMARI abbia maturato un’ampia esperienza nelle tecniche di trattamento, disponendo contestualmente ad oggi delle conoscenze necessarie per effettuare prove nelle condizioni di carico più varie e aven-

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do a disposizione diverse tipologie di materiale organico derivato da rifiuti (frazione organica stabilizzata, compost, combustibile da rifiuti, rifiuto tal quale). Il processo sembrerebbe avere impatti ambientali assolutamente trascurabili e rappresenta di fatto la possibile applicazione di processi chimico fisici realizzati solo in laboratorio, considerati favorevolmente dagli ambientalisti e conosciuti sino ad oggi come “dissociazione molecolare”. Nei prossimi giorni verranno intensificati i rapporti tra i due enti al fine della stipula di una convenzione che regoli procedure e relative responsabilità anche al fine di giungere velocemente al conseguimento della necessaria autorizzazione regionale. Con ogni probabilità nel progetto entrerà quanto prima anche l’ENEA (Ente Nazionale Energie Alternative). È forte la soddisfazione del COSMARI per un’attività scientifica che il Consorzio si appresta a svolgere congiuntamente a due enti che rappresentano l’eccellenza nazionale nella sperimentazione scientifica e nelle energie alternative. Sul fronte della raccolta differenziata, COSMARI prosegue a registrare ampi margini di crescita anche in virtù dei

diversi Comuni maceratesi che stanno aderendo, in maniera volontaria, al progetto di raccolta differenziata domiciliare, denominato “Porta a porta”. Sono sempre di più i cittadini maceratesi che, ogni giorno, sono coinvolti in una gestione particolare del rifiuto che prevede la separazione spinta della frazione organica, della carta, del cartone, del vetro, della plastica, dei materiali poliaccoppiati come il tetrapak, dell’alluminio e del barattolame metallico, dai rifiuti solidi urbani. Nei mesi estivi il trend di crescita della raccolta differenziata è stato costante tanto che a giugno è salito al 35,88% (28.08%), nel giugno del 2007) e nel mese di luglio ha raggiunto il 39,63% (28,11%, a luglio del 2007) su base provinciale. Tanti sono ormai i Comuni che viaggiano sopra il 60% di raccolta differenziata, con punte stabilmente vicine in alcuni mesi all’80%. Tra i numerosi vantaggi che si sono registrati: • maggior coinvolgimento della popolazione, sia in ambito familiare che per quanto riguarda le utenze non domestiche; • minor produzione di rifiuti (smaltire costa anche fatica); • inversione delle percentuali di rifiuti da portare in discarica in confronto


a quanto differenziato (ora si conferisce in maniera separata e quindi si recupera e ricicla quella parte che invece fino a qualche mese fa veniva portata in discarica). A tutto questo vanno aggiunte le economie di scala offerte dal recupero economico delle materie riciclabili e del minor utilizzo della discarica, oltre agli innegabili vantaggi ambientali e di decoro pubblico nelle città dove sono praticamente scomparsi i cassonetti ed i raccoglitori stradali di grande dimensione. Il prossimo 27 ottobre il servizio sarà esteso a Porto Recanati ed alle frazioni di Colbuccaro e San Claudio di Corridonia, mentre nel mese di dicembre sarà completato il servizio nel territorio di Civitanova Marche.

Il Direttore Giampaoli, invece, ha approfondito tutte le tematiche inerenti le procedure sostenute dal Consorzio per il rilascio della Registrazione EMAS e della Certificazione ISO 14001. Inoltre molto spazio nel workshop è stato dedicato a presentare il progetto di raccolta differenziata “Porta a porta” ed i risultati sinora raggiunti. Continuano le iniziative promozionali avviate dal COSMARI con l’intento di sensibilizzare ed educare i cittadini, specialmente i giovani. Con lo slogan “Aiutaci a fare la diffe-

renza! Perchè noi abbiamo a cuore il nostro territorio”, il COSMARI parteciperà a diverse manifestazioni fieristiche tra cui “Carta Canta”, in programma dall’8 al 12 ottobre a Civitanova Marche, ripetendo la positiva esperienza di scambio “carta = piantina fiorita” (chi porta carta e cartone da riciclare riceve in cambio una piantina), a “Tolentino Expo”, dal 16 al 19 ottobre, la Rassegna dedicata alle eccellenze del territorio ed ovviamente ad ECOMONDO, la Fiera Internazionale dell’Ambiente e dell’Energia che si terrà a Rimini all’inizio del mese di novembre.

Il Presidente del COSMARI Fabio Eusebi ed il Direttore Giuseppe Giampaoli sono stati invitati dall’Università di Foggia a tenere una lezione al Master della Scuola EMAS all’interno del corso di “Management delle imprese di servizi energetici ed ambientali”, riservato a laureati in ingegneria ed economia. La collaborazione tra l’Università di Foggia ed il COSMARI è stata avviata già lo scorso anno con l’applicazione di un progetto che ha consentito a due giovani studenti di effettuare un periodo di stage all’interno del Consorzio tolentinate. Nella lezione tenuta, il Presidente Eusebi ha illustrato la storia del COSMARI, i servizi offerti e le diverse problematiche che vengono normalmente affrontate nell’erogazione dei servizi ai Comuni soci.

Consorzio Obbligatorio Smaltimento Rifiuti Sede legale e operativa Loc. Piane di Chienti - 62029 Tolentino (MC) Tel. 0733 203504 - fax 0733 204014 cosmari@cosmari.sinp.net - www.cosmari.sinp.net

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SOMACIS pcb industries

ANALISI DELLE PRESTAZIONI AMBIENTALI Dentro la politica verde di una società del settore elettronico leader nella produzione di circuiti stampati di Paride Piancatelli Responsabile Ambiente & Sicurezza SOMACIS pcb industries

La società SOMACIS pcb industries, il cui quartier generale è a Castelfidardo (pr. di Ancona), è giunta al suo sesto anno di Certificazione Ambientale, in accordo con la norma UNI EN ISO 14001:04. Nel giugno 2008, l’Ente certificatore (TÜV Italia) ha sottoposto l’azienda all’audit per il secondo rinnovo (ndr: il certificato ha validità 3 anni) che ha comportato la verifica del 100% dei punti norma. Si è trattato di fatto di un vero e proprio screening di tutto il lavoro compiuto fino ad oggi, dei risultati conseguiti nel tempo, degli obiettivi di miglioramento perseguiti e centrati e dei nuovi ancora in via di definizione. Desideriamo ora proporre all’attenzione un particolare aspetto dell’audit, che ha avuto al centro l’analisi delle prestazioni ambientali, intese come consumo di risorse naturali.

(utilizzata come lavaggi in tutti i processi ad umido) rappresenta una risorsa naturale fondamentale, con un consumo che nel 2007 è stato di 75.500 mc, circa 340-350 mc al giorno. Da questi dati si evince che, anche migliorando il consumo di pochi punti percentuali, si possono ottenere vantaggi e benefici sia a livello ambientale che economico; nel 2007 il fabbisogno di acqua per la produzione si è ulteriormente abbassato sia come valore assoluto che come valore indicizzato alla produzione. Il grafico sottostante, relativo all’indice di prestazione, dimostra e rafforza il principio teorico che si possono ottenere buoni risultati solo attraverso controlli semplici ma puntuali (come il costante controllo dei flussimetri a bordo linea), senza dover cercare soluzioni tecnologiche che, pur ingegnose, non sono economicamente vantaggiose.

CONSUMO DI RISORSE NATURALI Acqua emunta da pozzo artesiano Per il processo di costruzione dei circuiti stampati, l’acqua

É da sottolineare che nel 2001 si è proceduto al primo controllo relativo ai flussimetri mentre nel 2004 sono state aggiunte delle nuove linee di produzione

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Energia elettrica L’energia elettrica è la voce dei consumi più onerosa, con costi che superano il milione di euro l’anno e un consumo che nel 2007 è stato di circa 8,5 milioni di KWh. Purtroppo, è anche la voce rispetto a cui, anche attraverso la buona prassi o i piccoli accorgimenti per il suo risparmio, si può fare relativamente poco in quanto i macchinari dell’azienda hanno un proprio consumo energetico e le ore di funzionamento sono vincolate alla produzione. Perciò, solo attraverso il miglioramento degli ON/OFF degli

Gas metano Per il consumo di gas metano, c’è da considerare che l’indice di prestazione non rappresenta da solo un valore assoluto da poter riferire alla sola produzione, in quanto il suo utilizzo e consumo è strettamente collegato alle diverse condizioni meteorologiche stagionali che variano di anno in anno. Per esempio, nel corso dell’inverno 2005 (uno degli inverni più freddi e nevosi degli ultimi 10 anni) l’aumento di metano per il solo riscaldamento degli ambienti interni subì un aumento di circa il 15%.

Da notare che nel 2000 è stato costruito un nuovo stabilimento produttivo e nel 2001 c’è stato il primo controllo relativo ai consumi energetici

impianti produttivi e l’accurata gestione della temperatura degli ambienti interni, si è potuto intervenire, ottenendo un risultato soddisfacente. Anche nel 2007, così come accaduto negli ultimi anni, il trend dei consumi ha registrato un ulteriore piccolo miglioramento che ha portato l’azienda al risparmio di circa 0,5 milioni di KWh l’anno e di qualche decina di migliaia di euro.

Tra il 2001 e il 2007 (in condizioni meteo standard) l’indice di consumo è passato da 3,8 mc di metano per ogni mq di prodotto costruito, a 3,4 con un decremento di circa il 10%. Il consumo del 2007 è stato di circa 245.000 mc. Conclusioni I dati raccolti testimoniano ulteriormente il costante impegno di SOMACIS nel perseguire una politica verde rispettosa dell’integrità dell’ambiente esterno e attenta alla sicurezza dell’ambiente di lavoro interno.

Via Jesina, 17 - 60022 Castelfidardo (AN) - Italia Tel. (+39) 071721531 - Fax (+39) 07172153239/ 07172153242 www.somacis.com

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api

BENVENUTA “TRAMONTANA” La nuova motonave al servizio dell’ambiente di Donatella Mancini

Dal Nord viene il suo armatore l’olandese Peter Vroon, ma per il resto l’imbarcazione “Vos Tramontana”, nonostante il nome che rievoca l’omonimo vento proveniente da settentrione, è un “prodotto” assolutamente locale. Si tratta del nuovo mezzo natante, costruito dal Cantiere C.P.N. di Ancona per conto di Vroon Offshore Italia, che l’Api di Falconara Marittima utilizzerà per le operazioni di recupero in mare di oil spill. Il varo si è svolto Giovedì 11 Settembre presso il Porto Turistico Marina Dorica di Ancona: dopo la benedizione del parroco don Davide Duca, la madrina Cristiana Belardinelli, Amministratore del Cantiere che ha realizzato la motonave, ha “tenuto a battesimo” Tramontana con il classico rituale del lancio della bottiglia di champagne. Vos Tramontana è un battello polifunzionale che garantisce assistenza e sicurezza sia alle navi, sia alle piattaforme nelle manovre di carico e scarico, oltre ad essere impiegata per l’assistenza ai terminali petroliferi dell’impianto Api e per il servizio Rec-Oil e antinquinamento.

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È dotata di casse riscaldate per il recupero dei prodotti con una capacità di trasporto di circa 75 tonnellate. Questa motonave non si limita, quindi, alla rimozione dalla superficie del mare degli oli minerali, ma li trasporta fino al rientro alla base, fungendo, così, da discarica. A fare gli onori di casa è stato Ennio Molinelli, Amministratore delegato di Marina Dorica, il quale ha ricordato che Tramontana va a sostituire Grecale I, la gloriosa imbarcazione di proprietà della S.A.L.M. (Società Armamento Lavori Marittimi) di Ancona, che ha prestato servizio fin dal 1976. “Tramontana è la prima imbarcazione recoil costruita in Italia - ha detto Elisa Manetti, Amministratore delegato di Vroon Italia - dalla Società armatrice che rappresento. Rispetto al nostro standard, la nave è di piccole dimensioni, ma dotata di impianti sofisticati e tecnologicamente avanzati”. Erano presenti alla cerimonia del varo, oltre al Presidente Peter Vroon: • Ing. Mario Citrolo, Direttore generale Api Falconara

• l’On. Renato Galeazzi, Presidente di Marina Dorica; • Ing. Alberto Mori, realizzatore del progetto. • Pierfrancesco Benadduci, Assessore alle Attività portuali del Comune di Ancona; • Matteo Astolfi, Assessore Lavori pubblici e Ambiente del Comune di Falconara M.; • Loredana Pistelli, Assessore regionale Marche alle Attività marittime; • Ammiraglio Antonio Pasetti, Comandante della Capitaneria di Porto di Ancona; • Gisberto Paoloni, Direttore generale ARPAM.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI Lunghezza Larghezza Altezza Alt 3.50 m

32.40 m 7.90 m

Stazza lorda internazionale: 199 GT Navigazione: Internazionale (entro 20 miglia) Equipaggio: 6 persone Trasportabili: 12 persone Velocità massima: 13.75 kN


CONVEGNI E MANIFESTAZIONI

Camera di Commercio Ancona

REGISTRAZIONE EMAS E DICHIARAZIONE AMBIENTALE di Donatella Mancini

La Camera di Commercio di Ancona ha presentato ufficialmente, presso la sede della Loggia dei Mercanti il 3 Luglio u.s., l’avvenuta Registrazione EMAS e la Dichiarazione Ambientale, documento convalidato da Certiquality che fornisce informazioni circa lo status degli indicatori e dei progetti ambientali, nonché i risultati conseguiti dall’Ente in questo ambito. Ricordiamo, inoltre, che lo stesso Ente, oltre ad essere la prima Camera di Commercio ad aver ottenuto la Registrazione EMAS, aveva costituito per primo in Europa nel 2001 la scuola EMAS per consulenti e revisori ambientali. Il Presidente della Camera di Commercio, Giampaolo Giampaoli, portando i suoi saluti al pubblico presente in sala, ha dichiarato che “l’ente si sta trasformando e questa trasformazione va comunicata all’esterno”. “La Registrazione EMAS - ha aggiunto - oltre a portare dei vantaggi dal punto di vista ambientale, fa risparmiare sul piano economico”. Il Vicepresidente Rodolfo Giampieri ha detto che per ottenere la Registrazione EMAS è necessario dimostrare una maggiore efficienza organizzativa dell’azienda, conseguibile anche attraverso una razionalizzazione dei comportamenti dei dipendenti. Di seguito ha preso la parola Michele De Vita, Segretario generale della Camera di Commercio che ha presentato una relazione sul percorso compiuto per ottenere la Registrazione. “La Camera di Commercio - ha detto - all’inizio si è posta alcune domande:

• cosa possiamo fare per migliorare la sostenibilità del nostro territorio? • quale può essere il nostro ruolo come ente pubblico? • come possiamo accompagnare le imprese nel percorso della sostenibilità ambientale? Secondo i dati Unioncamere, di 324 realtà imprenditoriali socialmente responsabili, 30 si trovano nella provincia di Ancona. Le aziende del territorio anconetano registrate ISO 14001 sono 149, a fronte di un valore medio regionale di 79 unità per provincia”. “La Camera di Commercio di Ancona - ha continuato De Vita - ha intrapreso il percorso di sostenibilità attraverso la creazione di: • Scuola EMAS (2001); • Sportello di Responsabilità Sociale (2005); • Bilancio Sociale (2007)”. “Nel 2000 in Italia c’erano 42 organizzazioni registrate EMAS di cui nessuna nelle Marche - ha osservato il Segretario - Nel 2008 risultano 910 organizzazioni registrate EMAS di cui 25 nelle Marche. Dal 2001 si sono svolte 3 edizioni dei corsi di scuola EMAS dai quali sono usciti 67 diplomati, ora è in corso la 4a edizione”. “La Camera di Commercio, inoltre, eroga contributi alle piccole e medie imprese della Provincia di Ancona per l’adozione di

Da sinistra Massimo Sbriscia, Achille Napolitano, Giampaolo Giampaoli, Michele De Vita e Gisberto Paoloni

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Sistemi di Gestione ambientale - ha affermato con orgoglio De Vita - Dal 2005 sono pervenute 29 richieste di contributo delle quali ne sono state finanziate 15, per un totale di 72.000 Euro. Dal 2004, ogni edizione del Premio Unioncamere nazionale per le imprese innovative di successo ed attente allo sviluppo sostenibile, ha visto premiate le imprese della Provincia di Ancona”. Dopo aver rammentato che la Camera di Commercio di Ancona è giunta alla 4a edizione di “Impronta d’impresa”, concorso che premia le aziende femminili che con le loro scelte virtuose contribuiscono ad innalzare gli standard di qualità, De Vita ha osservato come la presenza per il secondo anno consecutivo alla Fiera ECOMONDO di Rimini conferma l’impegno e l’attenzione della Camera di Commercio di Ancona al tema della sostenibilità del modello di sviluppo locale, indicandone i principali obiettivi:

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• la riduzione di tutti i consumi (acqua, elettricità, carta, ecc.); • la propensione agli acquisti di prodotti verdi ; • la diffusione di comportamenti virtuosi sul territorio provinciale e nel sistema camerale; • la creazione di un Osservatorio Brevetti Ambientali”. “La Registrazione EMAS - ha concluso De Vita - non rappresenta un punto di arrivo, ma di partenza e sarà fondamentale sul piano della competitività tra le imprese”. Achille Napolitano, Responsabile Ambiente-Sicurezza Certiquality, dopo aver presentato la sua Azienda, ha dichiarato che Certiquality ha verificato la completezza e la veridicità dei dati presenti nella Dichiarazione Ambientale, ricordando che, una volta ottenuta la Registrazione, si devono superare, poi, le verifiche ispettive.


Per Antonio Tencati dell’Università Bocconi di Milano, “l’intervento della Camera di Commercio di Ancona ha coinvolto l’intero territorio, promuovendo un modello di sviluppo diverso da quello tradizionale”. “La Camera di Commercio anconetana - ha detto - ha individuato una responsabilità più ampia rispetto al proprio mandato per rispondere alle esigenze di un contesto locale in forte evoluzione, quindi ha introdotto il Bilancio Sociale per una politica etica ed impegnata nei confronti dell’ambiente”. “Il passo successivo sarà quello della realizzazione e presentazione, nel 2009, del Bilancio di Sostenibilità, sintesi strategica - ha concluso -tra il bilancio sociale e la Registrazione EMAS”. Gisberto Paoloni, Direttore ARPAM, si è complimentato con la Camera di Commercio per il fatto di essere l’unica in Italia ad aver creato una scuola EMAS.

“Nelle Marche - ha sottolineato - esistono 28 Organizzazioni e 37 Siti registrati EMAS (vedi tabelle) e 3 pratiche in corso. Registrarsi EMAS è conveniente perché fa risparmiare. Ormai le aziende non possono più basarsi solo sulle regole del mercato, ma devono mirare anche alla sostenibilità, perché da un ambiente sano possono nascere degli ottimi prodotti”. All’incontro era presente anche Massimo Sbriscia, Dirigente Provincia Ancona, per il quale “il concetto di crescita legato al PIL è limitato perché considera soltanto l’aspetto economico di una società”. “Il livello di benessere percepito dai cittadini - ha continuato - è diverso da quello che emerge dal PIL. Se facciamo riferimento al PIL, la quantità di territorio pro capite per sostenere il livello di vita degli italiani dovrebbe essere di 5 volte superiore rispetto a quella reale”.

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INFORMAZIONE

Dossier sullo stato di salute dei fiumi marchigiani

NEL 2009 IL 12% DELLE ACQUE INTERNE DELLE MARCHE SARÀ FUORILEGGE

L’indagine rientra nell’ambito di “Fiumi Informa Marche 2008”, la campagna per la qualità delle acque di Legambiente Marche Il 12% delle acque dei fiumi marchigiani sarà fuorilegge nel 2009. Questo è quanto emerge dal DOSSIER FIUMI INFORMA MARCHE 2008 di Legambiente sullo stato di salute delle acque marchigiane. L’indagine, rientra nell’ambito di “Fiumi Informa Marche 2008”, la campagna per la qualità delle acque presentata a Luglio nel corso di una conferenza stampa presso la sede del Circolo “Il Pettirosso” di Tolentino a cui hanno preso parte: • Carlo Migliorelli, Assessore all’Ambiente della Provincia di Macerata; • Alessandro Bruni, Assessore all’Ambiente del Comune di Tolentino; • Fabiola Serenelli, Responsabile del Servizio acqua del Dipartimento di Macerata dell’ARPAM; • Andrea Gismondi, socio del “May Fay Club” di Corridonia (MC); • Marina Benadduci, Presidente del circolo “Il Pettirosso” di Tolentino; • Leonello Negozi, Responsabile settore fiumi di Legambiente Marche.

tro il 31 Dicembre 2016 raggiungere o mantenere lo stato ambientale “buono” e mantenere, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale “elevato”. Con la situazione attuale (nessun corso d’acqua con giudizio elevato, 29 con giudizio buono, 59 con voto sufficiente, 6 scadente e 6 pessimo) è facile prevedere che al 1° Gennaio 2009 il 12% delle acque saranno fuori norma; mentre al 1° Gennaio 2016 questa percentuale salirà al 71%! Nella classifica dello stato ambientale dei 28 corsi d’acqua presi in esame nel Dossier di Legambiente, quelli con il giudizio migliore sono il Burano, Fiastra, Fiastrone, Fluvione, Nera, Sentino e Tennacola (classe media 2,0) mentre il Tavollo (PU) e l’Ete Vivo sono a i peggiori - classe media 5,0.

Per quanto riguarda l’idoneità dei fiumi alla via dei pesci salmonicoli o ciprinicoli, 13 Comuni della regione Marche non hanno corsi d’acqua idonei alla vita dei pesci: • Arzilla (Fano); • Aso (Pedaso); • Conca (Sassofeltrio); • Giano (Fabriano); • Ete Vivo (Fermo); • Foglia (Pesaro); • Nevola (Rosora); • Aspio (Numana); • Musone (Numana); • Tavolo (Gabicce Mare); • Tenna (Fermo e Porto Sant’Elpidio); • Tesino (Grottammare); • Tronto (Monsampietro, Morico e San Benedetto del Tronto).

Il dato allarmante è stato evidenziato dalla rete dei monitoraggi effettuati dall’ARPAM sulle acque superficiali interne, che comprende 60 stazioni di campionamento posizionate sui principali corsi d’acqua e 3 stazioni collocate sui laghi più rilevanti: Gerosa, Fiastrone e Castreccioni. La normativa del Piano di Tutela delle Acque prevede che entro il 31 Dicembre 2008 ogni tratto debba rientrare almeno nella classe “sufficiente” ed enLeonello Negozi consegna la targa all’Assessore Carlo Migliorelli

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Nelle Marche una Provincia sembra aver imboccato la strada giusta grazie al miglior livello, incrementandolo pure, di qualità ambientale delle acque nel 2007: Macerata, premiata con una targa consegnata all’Assessore all’Ambiente Carlo Migliorelli.

“I corsi d’acqua rappresentano un patrimonio importantissimo per la nostra regione - ha detto Leonello Negozi - che, purtroppo, sono sempre più trascurati”. “Confesso - ha concluso Negozi - che il mio sogno è quello di poter ritorna-

re a fare il bagno al fiume: in questo senso la campagna “Fiumi Informa”, che riporta l’attenzione proprio verso gli ecosistemi fluviali ed il loro stato di salute può essere un primo passo”.

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ENTE MARCHE NEWS


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