REGIONE MARCHE
Giunta Regionale
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5a EDIZIONE
n°11 Novembre 2008 Anno IX
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La fiera ssull’attenzione socia ambientale sociale, e sull’economia solidale MOSTRE CONVEGNI SPETTACOLI BIMBOPOLI
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n°
11
NOVEMBRE
2008 Anno IX €
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n°11 Novembre 2008 anno IX
In copertina: Il Palazzo dell’Alvorada di Oscar Niemeyer a Brasilia e il Trofeo ideato dal famoso architetto per il GP di F1 del Brasile
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CAMBIAMENTI CLIMATICI
Molta attesa per i provvedimenti dell’Amministrazione Barack Obama U.S.A. al “verde” Investimenti per 150 miliardi di $ e 5 milioni di nuovi posti di lavoro in 10 anni
12 Presentati i dati del Reporting UNFCCC 2008 Le emissioni continuano a crescere In Asia preoccupa il fenomeno delle “nuvole marroni”
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MANIFESTAZIONI E CONVEGNI
Cremona, 9-10 ottobre 2008 Forum Internazionale degli Acquisti Verdi “Compraverde-Buygreen” Politiche, progetti, beni e servizi di Green Procurement pubblico e privato a cura di Micaela Conterio
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Verona, 21-23 ottobre 2008 CREA 2008: una positiva seconda edizione Alto interesse a Veronafiere per l’Expo Business Forum di Diana Comari
20 Rimini, 5-8 novembre 2008 ECOMONDO 2008: successo oltre le più rosee aspettative 64.858 visitatori (+12% sul 2007) a cura di Vinicio Ruggiero
24 Palermo, 2-5 dicembre 2008 ECOMEDITERRANEA Fiera Internazionale dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile dei Paesi del Mediterraneo a cura di Fabio Bastianelli
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ECOMONDO 2008 Attività convegnistica a cura di Alberto Piastrellini e Donatella Mancini
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SERVIZI AMBIENTALI
FISE UNIRE “L’Italia del recupero” Presentato a ECOMONDO l’annuale studio
44 PolieCo Ribadita a ECOMONDO l’importanza della formazione per una rinnovata coscienza ambientale “Intercettare i materiali prima che divengano rifiuti” di Alberto Piastrellini
48 COSMARI “Selezione della specie”: provincia di Macerata al 45% nella raccolta differenziata
Fiera di Ancona, 6-8 dicembre 2008 “ECO&EQUO” presenta il più grande farmer’s market delle Marche
di Luca Romagnoli a cura di Micaela Conterio
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EQUITÀ E SOSTENIBILITÀ
È entrata in vigore il 26 settembre la nuova Direttiva UE Pile e batterie Raccolta e riciclaggio, ma soprattutto prevenzione e informazione
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UNO SPAZIO DEDICATO A...
di Roberto Paoloni
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INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO
Presentato il Rapporto sulle Plastiche in Europa Plastica: ha più di cent’anni, ma non li dimostra! “Di forma in forma, di vita in vita”
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Una risorsa chiamata riciclo Economia e ambiente beneficiano delle buone pratiche di Alberto Piastrellini
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Comune di Monsano (AN) Registrazione EMAS: Traguardo raggiunto dopo un coerente percorso di gestione ottimale del territorio e di salvaguardia dell’ambiente
AGENDA 21
Verso una produzione e un consumo sostenibili: imprese, consumatori e Pubbliche Amministrazioni insieme per la sostenibilità a cura di Luna Beggi, Antonio Kaulard e Daniela Malavolti
ACQUISTI E SERVIZI VERDI ED ECOSOSTENIBILI
AMBIENTE E ARTE
“8/Huit/Eight” Dalla Dichiarazione dell’ONU di New York al Festival del film di Roma
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AMBIENTE E SPORT
Cresce l’interesse dell’Automotive per le bioplastiche Al GP del Brasile un trofeo in polietilene “verde” Il famoso architetto Oscar Niemeyer, non finisce di stupire di Massimo Lombardi
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€CO-FINANZIAMENTI
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I QUESITI DEL LETTORE
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AGENDA - Eventi e Fiere AMBIENTE ABRUZZO NEWS
CAMBIAMENTI CLIMATICI
Molta attesa per i provvedimenti dell’Amministrazione Barack Obama
U.S.A. AL “VERDE”
Investimenti per 150 miliardi di $ e 5 milioni di nuovi posti di lavoro in 10 anni
“Non possiamo permetterci ulteriormente la stessa irresoluta politica quando il futuro del nostro pianeta è in gioco. Il riscaldamento globale non è un problema rinviabile, bensì attuale. Stiamo già battendo i record dell’intensità delle nostre tempeste, del numero degli incendi boschivi, dei periodi di siccità. Entro il 2050 la fame potrebbe entrare nelle case di 250 milioni di individui… Le calotte glaciali polari si stanno sciogliendo più velocemente di quanto si fosse mai previsto… Non è questo il futuro che voglio per le mie figlie. Non è questo il futuro che qualcuno di noi vuole per i propri figli. E se agiamo ora e agiamo con coraggio, esso non ha motivo di essere.” (Barack Obama)
con i cittadini, c’è stato, per la prima volta, un uso massiccio di Internet con e-mail, blog e video su You Tube, che ha permesso di raggiungere capillarmente l’elettore, permettendo anche di rimpinguare con modeste, ma numerosissime, offerte e donazioni di cittadini la somma a disposizione per la costosa macchina propagandistica. Oltre a queste ed altre ulteriori ragioni, a noi piace pensare che un peso rilevante nella vittoria di Obama abbia avuto la sua ferma intenzione di “fare della lotta al riscaldamento globale una priorità assoluta”, come è scritto nel preambolo del suo Programma. Peraltro, quale Senatore aveva dimostrato in diverse questioni il suo impegno per la salvaguardia ambientale, sponsorizzando la proposta di Legge “Climate Security Act” presentata nel 2007 dal Senatore Indipendente Democratico del Connecticut, Joe Liebermann e dal Senatore Repubblicano della Virginia, John Warner. Tentativo bipartisan di dare una risposta all’aumento incontrollato delle emissioni di gas serra negli USA, la Liebermann-Warner, denominata “Cap and Trade” (Taglia e Vendi) si propone di tagliare del 19% le emissioni totali di gas serra statunitensi entro il 2020 e del 63% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2005, introducendo tasse e acquisti di crediti di carbonio sul mercato globale, per un avvicinamento degli USA ad obiettivi e limiti del Protocollo di Kyoto. Come, con altrettanta forza, Obama aveva sostenuto precedentemente “The Climate Stewardship and Innovation Act” (2003), bocciata dal Senato per pochi voti, egualmente bipartisan, presentata dal Senatore Repubblicano dell’Arizona, John McCain (sì, proprio il rivale di Obama per la Presidenza) e lo stesso Joe Liebermann, popolare e singolare figura politica di Democratico che dopo aver appoggiato la guerra in Iraq, è divenuto Indipendente, pur votando su ogni questione come i Democratici, eccezion fatta per le misure relative alla sicurezza nazionale, ma che ha finito, poi, per appoggiare McCain nella corsa alla Casa Bianca.
Questo stralcio del discorso tenuto a Portsmouth (NH), il 10 agosto 2007 dal nuovo Presidente USA, in occasione delle Primarie per il Partito Democratico, è sufficiente a giustificare la decisione di aprire questo numero e questa rubrica con l’elezione del Senatore dell’Illinois alla Casa Bianca. In queste circostanze si sprecano articoli che rasentano il “servo encomio” di manzoniana memoria. Per non essere tacciati di piaggeria verso l’uomo o il partito vincitore, ricordiamo che in passato avevamo dedicato alla clamorosa rielezione di Arnold Schwarzenegger a Governatore della California un articolo altrettanto favorevole che si concludeva con “Peccato che la legge americana non consenta ad un cittadino che non è nato negli USA di candidarsi alla Presidenza!” (cfr: “L’ambientalismo torna alla ribalta della politica americana. Significativa rielezione del Governatore della California” in Regioni&Ambiente, n. 12, dicembre 2006, pag. 37 e segg.), a dimostrazione che la nostra attenzione si concentra in modo bipartisan sui personaggi che più di altri dimostrano con azioni e proposte di voler assumere un significativo ruolo per contrastare il riscaldamento globale e promuovere lo sviluppo sostenibile. Molti editorialisti e commentatori hanno messo in risalto la “storicità” dell’elezione di Obama, perchè: - è il primo Presidente di colore e di umili origini che ha rinverdito il “mito americano” per cui in questo Paese chiunque, dotato di coraggio e di spirito d’iniziativa, può conseguire il successo; - è stato eletto tramite una consultazione che ha visto una partecipazione al voto senza precedenti a cui ha contribuito, specialmente, quella fascia di cittadini meno abbienti che in altre occasioni si erano astenuti dal voto, nella convinzione che la loro vita non sarebbe cambiata qualunque candidato avesse vinto; - il Partito del Presidente eletto si è aggiudicato maggioranza e seggi in alcuni Stati dove mai, finora, l’“Asinello” era prevalso; - la metodologia elettorale attuata è risultata innovativa dal momento che, oltre ai comizi e al rapporto “porta a porta”
Abbiamo stralciato alcune parti del Programma elettorale di Obama - Biden (Joe Biden è il nuovo Vicepresidente), relative a “Promozione di un ambiente sano” e “Nuova energia per l’America”, al fine di analizzare gli orientamenti del nuovo Presidente in tema ambientale. Ridurre le emissioni di carbonio Le emissioni di carbonio dovranno essere ridotte attraverso obiettivi graduali dell’80% entro il 2050, come indicato dagli scienziati, rispetto ai livelli del 1990 che dovranno essere raggiunti già nel 2020. Come si può osservare, la proposta è in sintonia con gli obiettivi del “Pacchetto Energia” dell’Unione europea, connotato nei suoi aspetti più rilevanti dal numero 20 (20%
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di riduzione dei gas climalteranti; 20% di energia da fonti rinnovabili: 20% di risparmio energetico, entro il 2020), tanto che, incuriositi da questa insolita ricorrenza, avevamo scomodato la Numerologia (Gemetria in ebraico), per dargli un valore simbolico (“Il numero 20: dai sogni all’azione”, in Regioni &Ambiente, n.4 aprile 2007, pag. 31 e segg.). Il Programma di Obama è scandito sorprendentemente da un altro numero: il 10 (10 anni per porre fine alla dipendenza dal petrolio; 10 anni per ridurre del 15% i consumi energetici; 10% di energia da fonti rinnovabili da produrre entro il 2012). Così, anche in questa occasione, abbiamo indagato e scoperto che il numero 10 corrisponde alla jota greca e all’ebraico yod, che significano la mano di Dio ed esotericamente la perfezione. Che sia di buon auspicio? Anche lo strumento proposto per raggiungere quegli obiettivi ricalca l’Emission Trading Scheme (ETS) europeo, con la differenza che il “Cap and Trade” di Obama impone alle industrie il pagamento delle quote ad emettere, penalizzando ovviamente quelle del carbone e petrolio, mentre tutti i crediti derivanti
dalla riduzione delle rispettive quote saranno messi all’asta. Il Dipartimento del Commercio dovrà monitorare ogni due anni se il livello dei tagli è stato coerente con gli obiettivi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), al fine di impedire ogni pericolosa interferenza di origine antropica con il sistema climatico. Investire in economia pulita e creare nuovi posti di lavoro In 10 anni saranno investiti oltre $150 miliardi nel settore dell’innovazione e delle tecnologie per ridurre il consumo energetico e le emissioni di carbonio, in grado di creare 5 milioni di nuovi posti di lavoro. Le entrate derivanti dai permessi alle emissioni saranno interamente investite per sostenere lo sviluppo e la diffusione delle fonti energetiche pulite, conseguire efficienza energetica e aiutare le famiglie nella loro bolletta energetica. Sotto la regia di un Corpo Federale appositamente istituito per i “Green Jobs”, verrà svolto un programma di istruzione, formazione e addestramento per nuovi addetti nel settore, compresi gli 837.000 veterani dell’Afghanistan e
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Iraq che rientreranno al ritmo di una o due brigate al mese entro il 2010 e che dovranno intraprendere nuove attività e carriere. Ridurre la dipendenza energetica dai combustibili fossili e il consumo dei carburanti Entro 10 anni dovrà essere risparmiato più petrolio di quanto ne viene attualmente importato dal Medio Oriente e Venezuela insieme. A tal fine, oltre alle implementazioni delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica, entro il 2015 si dovrà avere una produzione interna di un milione di auto ibride all’anno, offrendo crediti di imposta fino al $ 7.000 per l’acquisto di veicoli a tecnologia avanzata, in grado di consumare meno carburante. Quale best practice, entro il 2012, il 50% dei veicoli acquistati dal Governo federale sarà costituito da veicoli ibridi o elettrici. I fornitori di carburanti dovranno immettere sul mercato prodotti in grado di ridurre del 10% la produzione di carbonio (Low Carbon Fuel Standard). Un’apposita Autorità nazionale controllerà l’adeguamento delle compagnie. Entro il 2030 saranno prodotti biocarburanti sostenibili per 230 miliardi di litri, investendo risorse federali. Alle compagnie petrolifere verrà imposto di sviluppare l’estrazione dei 68 milioni di acri (40 milioni sono off-shore) dei quali hanno concessioni e affitti, ma che non sono ancora coltivati, senza che debbano essere intraprese nuove perforazioni in aree protette. Anche in questo caso un’Authority sovrintenderà alla produzione interna di petrolio e gas naturale, individuando tempestivamente causa dei ritardi nell’attività di estrazione. Priorità assoluta verrà data alla costruzione del metanodotto dell’Alaska che, proposto addirittura nel 1976, ha avuto uno stanziamento dal Congresso di $18 miliardi nel 2004, senza che vi sia stato alcun progresso nella costruzione di questa infrastruttura strategica per la sicurezza energetica del paese, che creerà anche migliaia di nuovi posti di lavoro. Diversificare le nostre fonti energetiche Il 10% dell’energia consumata nel 2012 dovrà essere prodotta da fonti di energia sostenibile, come solare, eolica e geotermica. Anche se molti Stati si sono incamminati già lungo questo percorso, in questo settore la leadership che verrà assunta dal Governo federale tramite la gestione di un apposito fondo (Renewable Portfolio Standard) stimolerà gli investimenti dei privati, dando vita a nuove opportunità di lavoro, specialmente nelle zone agricole del Paese. Per incentivare, inoltre, la produzione di energia rinnovabile, il credito di imposta (Production Tax Credit) verrà prorogato per cinque anni. Sviluppare e implementare la tecnologia pulita del carbone. Le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio hanno notevole potenziale di riduzione delle emissioni. L’Amministrazione Obama prevede incentivi per accelerare gli investimenti del settore privato, creando partenariati pubblico-
privati per 5 impianti pilota di energia prodotta dal carbone, con contemporanea cattura e stoccaggio del carbonio. Energia nucleare prudente e in sicurezza. L’energia nucleare rappresenta oltre il 70% di produzione energetica libera da emissioni, non si può pensare di raggiungere gli obiettivi di contrasto ai cambiamenti climatici, rinunciando all’opzione nucleare. Tuttavia, prima di incrementare l’energia nucleare, debbono essere risolte alcune questioni, come la sicurezza del combustibile e delle scorie, lo stoccaggio delle scorie e la proliferazione nucleare. Il Governo federale si impegnerà a trovare soluzioni basate sulle migliori tecnologie disponibili, a stoccare le scorie in siti scientificamente idonei e a proteggere il materiale nucleare per evitare che possa cadere in mano a terroristi. Ridurre i consumi e i costi dell’energia Distribuire le più economiche, più pulite, più immediate fonti di energia e di efficienza energetica Mentre i dati attestano come dal 1973 ad oggi il consumo di energia del Paese è triplicato, Obama intende fare degli USA lo Stato più efficiente del mondo. Il Dipartimento di Energia dovrà ridurre la domanda energetica del 15% entro il 2020, obiettivo che potrà essere raggiunto fissando limiti alla domanda annuale ed imponendo standard di efficienza. Edilizia sostenibile Entro il 2030 tutti gli edifici dovranno essere carbon neutral e nel prossimo decennio i nuovi edifici dovranno migliorare l’efficienza energetica del 50% e quelli già esistenti del 25%. Il Governo federale darà esempio, realizzando nei prossimi cinque anni nuovi edifici che aumenteranno del 40% di efficienza energetica e del 25% in quelli esistenti, in modo da ridurre i consumi energetici del 15% entro il 2015, anziché al 2020. Rilanciare gli incentivi per le società energetiche di pubblico servizio Agli Stati che richiederanno incentivi per attuare i cambiamenti verrà offerta un’assistenza tecnica mirata. Di tali misure beneficeranno le società pubbliche che miglioreranno l’efficienza energetica piuttosto che incentivare il consumo di energia. Questa “equità regolatoria” inizierà con il disaccoppiamento dei profitti dall’aumentato uso di energia che incentiverà le compagnie ad associarsi con i consumatori e con i governi statale e federale per ridurrre mensilmente le bollette energetiche delle famiglie e delle imprese. Il governo federale avrà un ruolo importante e positivo di rilanciare il modello di profitto verso il settore pubblico in modo che i profitti delle azioni siano basati sull’affidabilità e le prestazioni rispetto alla produzione totale. Preservare la nostra Terra Abbiamo la responsabilità di lasciare ai nostri figli questa Terra migliore di come l’abbiamo trovata. Tutti gli americani hanno il dovere di proteggere e mantenere i nostri insostituibili “tesori” nazionali. È altrettanto
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vitale che siano pulite l’acqua potabile e l’aria. C’è bisogno di una nuova visione per proteggere il suolo pubblico e risanare foreste, praterie e zone umide per le future generazioni di statunitensi. Fare degli USA il paese leader della lotta ai cambiamenti climatici Per sviluppare un equo ed efficace programma di contrasto al global warming, gli USA si impegneranno a fare riferimento alle decisioni in merito dell’UNFCCC, Forum deputato ad affrontare la questione, assumendosi la responsabilità di sollecitare tutti i principali Paesi emettitori ad unire gli sforzi per ridurre le emissioni climalteranti.
L’elezione di Barack Obama ha suscitato un po’ ovunque fervore e interesse politici quali non se ne vedevano da tempo. Ad attrarre sembra essere soprattutto la sua visione globale per uno futuro diverso e migliore ( la parola tedesca weltanschauung esprime meglio il sentimento che è riuscito ad ingenerare). Anche se nell’azione di governo Obama dovrà trovare soluzioni di mediazione, che in democrazia sono inevitabili, non potrà affievolire i punti chiave della sua campagna, pena la perdita di consenso di quella base elettorale che l’ha sostenuto e senza il cui appoggio non potrà essere realizzato alcun cambiamento che, peraltro, i cosiddetti “poteri forti” cercheranno di contrastare.
Ovviamente, tra i più entusiasti per la vittoria di Obama è stato Yvo de Boer, Segretario esecutivo dell’UNFCCC che si è subito affrettato a dichiarare alla stampa di aspettarsi di trovare in Polonia, dove a Poznañ dal 1° al 12 dicembre 2008 si svolgerà la 14a Conferenza delle Parti, una delegazione statunitense che in qualche modo rappresenti anche le posizioni del neo-Presidente, visto che il Capo delegazione Paula Dobrianski, ancor prima del voto aveva annunciato che “sarebbe stata in stretto contatto con il team del Presidente subentrante” (AFP, 5 novembre 2008).
Se ha una sua ragione l’aforisma di Harry S. Truman, 13° Presidente degli USA (1945-1953), “Un altro problema che abbiamo… nell’anno elettorale ci comportiamo un po’ come fanno i popoli primitivi durante la luna piena”, è altrettanto vero che l’Amministrazione Bush ha offuscato l’immagine del Paese alla cui azione si guarda come punto di riferimento, e… dopo l’eclissi lunare, totale o parziale, c’è sempre il plenilunio!
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Presentati i dati del Reporting UNFCCC 2008
LE EMISSIONI CONTINUANO A CRESCERE In Asia preoccupa il fenomeno delle “nuvole marroni”
Anticipando di qualche settimana la pubblicazione dell’annuale Rapporto sulle emissioni, come previsto dalla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, sono stati resi noti a Bonn i dati sull’andamento delle emissioni prodotte dai 40 Paesi industrializzati, inclusi nell’Allegato I della Convenzione stessa, 37 dei quali sottoposti a quote obbligatorie. Le motivazioni sono abbastanza ovvie: c’è bisogno di avere per tempo un documento propedeutico per la Conferenza delle Parti (COP 14) che si svolgerà Poznañ (Polonia) dal 1° al 12 dicembre 2008, tappa intermedia sullo stato dei negoziati per la predisposizione di un nuovo Accordo sulla riduzione delle emissioni di gas serra che sostituisca il Protocollo di Kyoto alla sua scadenza, dopo un anno dall’avvio del Piano di azione (Road Map) definito nella Conferenza di Bali (2007) e ad un anno dalla Conferenza di Copenhagen (2009), allorché i negoziati stessi dovranno essere conclusi. Il Report si basa sull’informazione degli inventari nazionali di gas serra che il segretariato riceve annualmente entro il 15 settembre e che si riferiscono all’intervallo compreso tra il 1990 (anno di riferimento sul quale devono essere verificati gli obiettivi di riduzione del Protocollo di Kyoto) e i due anni precedenti (2006) la data di presentazione. Le comunicazioni si riferiscono a: - gas responsabili diretti nel provocare il riscaldamento globale e il cambiamento climatico (GHGs): CO2 (biossido di carbonio), C4 (metano), N2O (protossido di azoto), PFC (perfluorocarburi), FHC (idrofluorocarburi) e SF6 (esafluoruro di zolfo); - gas che svolgono un’azione indiretta: SO2 (anidride solforosa), NOX (ossidi di azoto), CO (monossido di Carbonio), COVNM (composti organici volatili non metanici). Poiché le attività legate all’uso del suolo e ai cambiamenti nell’uso del suolo (urbanizzazioni, coltivazioni, pascoli,
deforestazione e riforestazione ecc.), i dati presenti nel Report includono od escludono i LULUCF (Land Use, Land Use Change and Forestry). Nel presentare il Rapporto, il Segretario esecutivo UNFCCC Yvo de Boer ha sottolineato “il momento critico per i governanti perché i prossimi negoziati sul clima costituiscono il processo più complicato che il mondo abbia mai affrontato”. Riferendosi, poi, all’attuale crisi economica ha osservato: “È chiaro che la crisi finanziaria e il successivo rallentamento della crescita economica avranno implicazioni sui negoziati pri-
fonte: UNFCCC - Emissions Reporting 2008
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ma, ci vorrà tempo per vedere come. In ogni caso, spero che il mondo si unisca sugli obiettivi climatici, basandosi su azioni politiche e non sul totale rifiuto economico”. Giustamente, non è possibile individuare ora quali ripercussioni si potrebbero avere sull’andamento delle emissioni a seguito di un rallentamento delle produzioni industriali, indotto dalla diminuzione dei consumi per la crisi finanziaria in atto; come, non è altrettanto automatico che la diminuzione del prezzo del petrolio possa indurre alcuni Paesi a continuare a fare affida-
mento sui combustibili fossili. Perciò, è meglio uscire dalla crisi riorientando l’economia ed investendo subito su innovazione e tecnologie “verdi”, piuttosto che rimanere più o meno a lungo in “stand by”, stretti tra incertezza ed irresolutezza che potrebbero risultare gravi colpe agli occhi delle future generazioni. Dal documento si evince che nel periodo 1990-2006 le emissioni di gas serra sono diminuite del 4,7%, ma nel periodo 2000-2006 sono aumentate del 2,3%. Tale dato è solo apparentemente contraddittorio perché, come messo in luce nel comunicato stampa diffuso, il calo nel decennio 1990-2000 era imputabile al crollo industriale dei Paesi dell’Est europeo (-37,6%), così come l’aumento nel periodo 2000-2006 deve essere interpretato con la ripresa economica di questi stessi Paesi che ha determinato una crescita delle emissioni (+7,4%). Rispetto al 2005, nel 2006 i 40 Paesi industrializzati oggetto di indagine
hanno ridotto soltanto dello 0,1% le loro emissioni, percentuale così irrisoria che, seppur significativa, non può certo far ben sperare per il conseguimento degli obiettivi previsti per il 2012, anche in considerazione che non ci sono i dati di due giganti emettitori di gas serra, quali Cina e India, le cui economie negli ultimi anni hanno continuato a crescere con numeri a due cifre. Dai dati del Rapporto si osserva che l’Unione Europea, complessivamente, nel periodo 1990-2006 ha ridotto del 2,2% le sue emissioni; l’Italia le ha aumentate del 9,9%. Molti altri Paesi europei hanno fatto ancora peggio: Turchia (+95,1%), Spagna (+50,6%), Portogallo (+40%), Grecia (+27,3%), Irlanda (+25,6%); mentre sono risultati virtuosi, oltre i Paesi dell’ex blocco sovietico per le motivazioni sopra accennate e la stessa Russia (-34%), Germania (-18,2%), Gran Bretagna (-15,1%), Svezia (-8,6%), Belgio e Croazia (-5,2%), Francia (-3,5%).
Quasi in contemporanea con la diffusione di tali dati, il Vice segretario esecutivo dell’UNFCCC Richard Kinley, parlando a Beverly Hills (California) alla Conferenza “Governors’ Global Climate Summit”, dichiarava che, “invitato a parlare sulla necessità di agire”, purtroppo doveva cambiare il tema “in necessità di agire maggiormente”. Ribadendo che il mondo scientifico ha fatto chiaramente intendere che 2050 le emissioni globali dovranno essere ridotte del 50%, Kinley ha sottolineato che “i Paesi industrializzati devono fare di più, mentre i Paesi in via di rapido sviluppo, come Cina e India, debbono accettare di rallentare la crescita delle emissioni di biossido di carbonio e di altri gas ad effetto serra”. Si è poi complimentato con i Governatori e gli Amministratori locali che, a suo dire, sono i veri leaders delle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici, osservando che “i Governi locali possono influenzare i Governi statali, attraverso l’attività di regolamentazione delle fonti di emissione e l’azione di cooperazione e di reciproco sostegno, che possono costituire un vero modello di cooperazione globale. Il Summit, al quale hanno preso parte i Governatori di 12 Stati statunitensi e alcuni loro colleghi di Canada, Messico, Brasile ed Indonesia, era stato organizzato dal Governatore repubblicano della California Arnold Schwarznegger con lo scopo, come lui stesso ha dichiarato all’Associated Press, di dimostrare che le emissioni possono essere tagliate senza danneggiare l’economia. Ricordando che da quando ha assunto l’incarico nel 2003 ha dato vita a partenariati avviati con Capi di Governo di 7 Paesi occidentali e Governatori di 4 Province del Canada, nello sforzo comune di aiutare le industrie inquinanti ad acquistare crediti derivanti da altre aziende che sono state in grado di ridurre le proprie, il Governatore ha sottolineato che la tecnologia “verde” che in California è stata diffusa quale risposta ai cambiamenti climatici, sta generando occupazione e gettito fiscale: “Possiamo farlo con giustizia ed equità, in modo che tutte le economie prosperino, evitando che qualcuno si tiri indietro. Dobbiamo far entrare la gente in questo dibattito. Non c’è scelta. Alla fine, ci accingiamo a distruggere il mondo!”. Qualche giorno prima, l’ONU, in questa occasione l’Agenzia UNEP (United Na-
fonte: UNFCCC - Emissions Reporting 2008
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tions Environment Programme), aveva diffuso “Atmospheric Brown Clouds ABC”, Rapporto con focus sulla regione asiatica del fenomeno delle “Nubi Marroni” che, studiato circa 10 anni fa, aveva dato avvio nel 2002 ad uno specifico progetto, INDOEX (Indian Ocean Experiment), con lo scopo di verificare e monitorare l’impatto che la formazione di queste dense nubi provoca sulla Terra, impedendo alla luce del sole di raggiungere la superficie terrestre, rischiando di cambiare i modelli meteorologici globali, di minacciare la salute umana e l’approvvigionamento alimentare. Le brown clouds sono il risultato dell’effetto combinato del rilascio in atmosfera di gas serra e della combustione di fonti energetiche fossili e di biomasse. Achim Steiner, Direttore esecutivo UNEP, presentando a Pechino il Rapporto ha dichiarato che “la lotta contro il crescente livello di CO2 e i cambiamenti climatici è la miglior scommessa mondiale per la crescita dell’economia
verde, compresi i nuovi posti di lavoro e le nuove imprese. I paesi sviluppati devono agire in fretta, aiutando anche le economie in via di sviluppo con finanziamenti e tecnologie puliti, necessari per far crescere l’economia e generare energia pulita”. “Uno dei mandati principali dell’UNEP è la precoce attenzione, basata su dati scientifici di serie e significative sfide ambientali - ha proseguito Steiner ora mi aspetto che la relazione odierna costituisca un punto fermo di azione della comunità internazionale”. L’Asia Meridionale è la regione più colpita dal fenomeno, sia perché il suo clima è estremamente variabile, anche a causa dei monsoni, sia perché vi vive circa la metà della popolazione mondiale ovvero perché è l’area dove la crescita economica è stata più forte. Sono soffocate dalle ABC tredici metropoli, di cui undici in Asia: Bangkok, Beijing (Pechino), Dhaka (Dacca), Karachi, Kolkata (Calcutta), Mumbai
fonte: NASA
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(Bombay), New Delhi, Seoul, Shanghai, Shenzhen (vicino a Hong Kong) e Theran; altre due in Africa: Cairo e Lagos. Tuttavia, secondo il Rapporto le ABC coinvolgono molte altre aree continentali come il Medio Oriente, l’Africa australe, il Nord America, lungo la fascia costiera orientale e la stessa Europa, Pianura Padana inclusa. Secondo il Prof. Veerabhadran Ramanathan, Direttore del gruppo di ricerca dell’UNEP, “Il Rapporto preliminare del 2002 ha creato sensibilizzazione ma anche scetticismo. Crediamo che la relazione odierna porti maggior chiarezza sul fenomeno delle ABC, in grado di contrastare l’aumento delle emissioni di gas serra che è ad esso associato, a causa di uno sviluppo insostenibile”. Ecco alcuni aspetti salienti che emergono dal Rapporto. Effetto oscuramento L’oscuramento prodotto dalle ABC su
alcune regioni agisce in termini di riduzione delle precipitazioni ed aumento di fenomeni estremi. Se le nuvole incriminate sparissero nel giro di una notte, si potrebbe verificare un rialzo di temperatura globale di 2 °C. Tale “mascheratura” potrebbe, oltre che spiegare lo scarso aumento della temperatura in India, durante la stagione secca (gennaio-maggio), rispetto agli anni di metà del XX secolo, occultare gli impatti del global warming tra il 20% e l’80%. Impatto su ghiacciai e idrografia Le particelle carboniose che si depositano sulla superficie dei ghiacciai riducono il loro effetto riflettente ed assorbono di più i raggi solari. Questo fenomeno, combinato con le emissioni di gas serra, determina uno scioglimento più rapido dei ghiacciai dell’Hindu Kush-HimalayaTibet, che hanno un ruolo determinante nell’equilibrio dei sistemi idrografici della regione, tra cui i fiumi Gange, Brahmaputra, Yangtze e Mekong.
Impatto sull’agricoltura Nella relazione si afferma che le ABC determinano un maggior livello di ozono al suolo, che incide sulle colture, con una diminuzione delle produzioni di grano, riso, mais e soia tra il 10% e il 40%, che un recente studio sulle perdite economiche per Cina, Corea e Giappone sono state stimate in 5 miliardi di euro all’anno. Se alcuni cultivar tipici della regione sono più sensibili al fenomeno, in generale tutte le produzioni agricole risentono negativamente delle ABC, sia per i danni relativi al deposito sulle piante di acidi e particelle tossiche sia per i ridotti livelli di fotosintesi a causa dell’oscuramento. Impatto sulla salute L’esposizione all’aerosol tossico e cancerogeno, nonché le concentrazioni di particolato atmosferico (PM) inferiore a 2,5 micron, dovuti alle ABC, potrebbero provocare circa 340.000 morti all’anno in Cina ed India, che si assommereb-
La stazione Pyramid sul Monte Everest a 5.079 metri s.l.m. (fonte: Comitato Ev-K2-CNR)
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bero agli oltre 780.000 decessi previsti dall’OMS per l’uso domestico di combustibili solidi (carbone e biomasse legnose). La perdita economica causata dall’esposizione alle ABC, correlata al PM 2,5 è stata stimata pari al 3,6% del PIL per la Cina e del 2,2% per l’India. Le ABC, sono ritornate alla ribalta a seguito del Rapporto presentato a Pechino dall’UNEP, ma in realtà, come si accennava, sono oggetto di studio da oltre un decennio, grazie al progetto INDOEX (Indian Ocean Experiment), supportato dai Governi di Italia, Svezia, Stati Uniti. Fondamentali a tal riguardo sono le stazioni di monitoraggio climatico-ambientale collocate in alta quota e facenti parte dell rete SHARE (Stations at High Altitude for Research on Environment), che forniscono indicazioni uniche perché provenienti da punti di osservazione privilegiati per descrivere i meccanismi e le entità di trasporto degli inquinanti a scala globale sulle montagne, che costituiscono ben il 25% delle terre emerse. A questa rete dà un contributo diretto il Comitato Ev-K2-CNR, in particolare il Laboratorio-Osservatorio Piramide in Nepal (Nepal Climate Observatory Pyramid), installato a quota 5.079 metri s.l.m. che ne è un Complementary Site, che registra in modo continuativo i dati atmosferici, meteorologici e degli inquinanti dell’Himalaya e dell’Asia Centrale, fornendo indicazioni proprio sull’area interessata dalle “nubi marroni”. Proprio per la comprovata esperienza acquisita dal Ev-K2-CNR, l’UNEP ha chiesto al Comitato di cordinare e implementare quella parte del Progetto ABC che riguarda le aree montane e a volere quale membro del Science Team il Prof. Sandro Fuzzi dell’ISAC-CNR di Bologna. In occazione dell’inaugurazione dell’Anno Internazionale del Pianeta Terra (IYPE), svoltasi il 30 maggio scorso ai Giardini del Quirinale, durante il collegamento in diretta con la stazione meteorologica di monitoraggio, installata a 8.000 metri di quota sul monte Everest, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha sottolineato che: “L’attività del Comitato Ev-K2-CNR riempie di orgoglio, fa onore all’Italia e regala una speranza di salvezza al Pianeta Terra. È bello sapere che grazie alla nostra stazione, l’Italia sarà in grado di dare un grosso contributo all’impegno per conoscere e fronteggiare le emergenze climatiche ambientali”.
MANIFESTAZIONI E CONVEGNI
Cremona, 9-10 ottobre 2008 Forum Internazionale degli Acquisti Verdi
Politiche, progetti, beni e servizi di Green Procurement pubblico e privato a cura di Micaela Conterio
Si è chiusa con un bilancio oltremodo positivo la II edizione di “CompraVerdeBuyGreen”, Forum Internazionale degli Acquisti Verdi, raccogliendo ampi consensi presso gli operatori del settore e notevole interesse da parte del pubblico. L’innovativa Mostra-convegno dedicata al Green Procurement pubblico e privato, svoltasi alla Fiera di Cremona lo scorso 9 e 10 ottobre, ha visto in rassegna oltre 100 realtà rappresentate (Comuni, Province, Regioni, Associazioni, Reti e Coordinamenti, Aziende e Associazioni di imprese,...) in un calendario di 35 appuntamenti culturali tra Convegni, Seminari e Workshop, con più di 200 relatori. Ancora, ci sono state presentazioni di libri, laboratori interattivi per sensibilizzare sui temi anche i più piccoli, mostre sul riciclo, vita degli oggetti in plastica, utilizzo di energie rinnovabili, architettura sostenibile... “CompraVerde-BuyGreen” è stato promosso da Provincia di Cremona, Coordinamento Nazionale delle Agende 21 Locali Italiane, Regione Lombardia insieme a Ecosistemi-SDI Group e Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c.,
con la collaborazione e il patrocinio di numerose e importanti realtà, tra cui l’Ufficio del Parlamento europeo per l’Italia, il Comune di Cremona, ANCI Lombardia, UNCEM e con il patrocinio di Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, CONSIP. Il Forum è stato scelto da molte realtà della Pubblica Amministrazione come vetrina d’eccellenza per presentare nuovi progetti ed esperienze di Green Public Procurement (GPP), ma è stato anche un’occasione per confrontarsi e fare il punto della situazione rispetto all’attuazione del Piano d’Azione Nazionale (PAN) per il GPP, di recente approvazione in Italia (ndr: per un’analisi approfondita si veda “Un altro passo verso la sostenibilità” e l’Inserto normativo relativo, in Regioni&Ambiente, n. 5 maggio 2008, pag 34 e segg.). Proprio a Cremona la Rete GPPnet, il gruppo di lavoro sugli acquisti verdi del Coordinamento nazionale Agenda21 Locali, si è presentata ufficialmente nel
proprio ruolo di attore e promotore del PAN, con l’obiettivo di “vigilare” sulla realizzazione del PAN stesso. Oggi alla rete aderiscono: 193 realtà, tra cui 58 comuni, 21 province, 7 regioni, 4 parchi, 2 comunità montane, 4 reti e unioni comunali, 12 ARPA, 2 PP.AA. centrali, 3 centrali di committenza, 6 agenzie pubbliche, 7 università, 8 scuole ed enti di formazione, 14 imprese e associazioni di categoria, 1 banca, 28 realtà di consulenza e servizi, 12 associazioni del terziario, 4 persone fisiche. Il Forum e il suo dibattito culturale, si sono inevitabilmente allargati all’Europa, grazie anche alla partecipazione di rappresentanti internazionali. “Non sono immediati i tempi per una delibera europea che renda obbligatori gli acquisti verdi per la Pubblica Amministrazione - ha dichiarato Herbert Aichinger, della Direzione generale Ambiente della Commissione europea, intervenuto al Forum - C’è forte attenzione: sono state disegnate le linee guida e intensa è stata la spinta da parte della Commissione europea per promuovere una cultura e sensibilizzare gli enti a
muoversi in tale direzione, ma ad oggi ancora non esistono vincoli”. “A giugno 2009 le elezioni europee rinnoveranno il Parlamento, perciò occorrerà attendere la prossima Commissione per sapere se sarà vincente la linea della obbligatorietà - ha aggiunto Aichinger, sottolineando che importante passo nella direzione - sarà la Direttiva sull’efficienza energetica dei prodotti, un pacchetto in approvazione entro aprile 2009, in cui sarà, intanto, inserita una clausola che definisce un livello minimo di efficienza energetica dei prodotti acquistati dalla PA”. Lo scorso luglio la Commissione europea ha presentato una serie di proposte sul consumo e sulla produzione sostenibili che contribuiranno a elevare le performance dei prodotti e ad aumentarne la domanda, insieme a quella di nuove tecnologie sostenibili. Si tratta del Sustainable Consumption and Production Action Plan. Anche rispetto all’Ecolabel europeo la Commissione sta intensificando i propri sforzi. Se si pensa poi che gli acquisti della PA italiana ammontano oggi a 130 miliardi di euro l’anno (pari al 17% del PIL, rispetto a un 16% della media europea) e che il 30% di questi dovrà essere convertito in acquisti verdi - come indicato dalla Commissione europea quale obiettivo da raggiungere entro il 2009 - saranno mobilitati 40 miliardi di euro l’anno, cosa che avrebbe evidenti note-
voli effetti sull’economia sostenibile. “Comprare verde”, insomma, è una pratica che può riguardare tutti (pubblica amministrazione, imprese e società civile), ma gli enti pubblici, di fatto, sono da tempo tra i principali soggetti coinvolti: e a Cremona a più voci si è messo in risalto come incentivare gli acquisti verdi nella PA possa incrementare il mercato sostenibile e stimolare le imprese a innovare se stesse e i propri prodotti. Numerosi gli enti che già stanno inserendo nei propri bandi di gara e nelle procedure di acquisto di prassi i criteri ambientali. A loro è stato dedicato il “Premio annuale Compraverde per il miglior bando verde e la migliore politica per il GPP”, teso a valorizzare le pubbliche amministrazioni che attivamente hanno contribuito alla diffusione degli Acquisti Verdi. Quattro i vincitori e dodici le menzioni speciali dell’edizione 2008. A vincere per la miglior politica di GPP in Lombardia è risultato il Comune di Brescia, per la forte attenzione a sensibilizzare agli Acquisti verdi e a ridurre gli impatti ambientali dei consumi all’interno dell’amministrazione, l’attento monitoraggio dei risultati, infine la predisposizione alla messa in rete delle esperienze con altri enti. Il Comune, nel corso del 2007, ha visto crescere i propri acquisti verdi fino al 31,64% sul totale degli acquisti, pari a 1.341.074,00 euro (escluse le forniture informatiche). Segnalazione speciale per questa sezio-
ne al Comune di Seriate (Bergamo). È stato premiato per il miglior bando in Italia, il Comune di Avigliana (Torino) per l’affidamento del servizio di pulizia dei locali comunali attraverso un bando che integra i criteri ambientali e che denota attenzione alle tematiche etico-sociali. La miglior politica in Italia per l’attuazione del protocollo Acquisti Pubblici Ecologici (a cui aderiscono ben 23 enti del territorio che si sono impegnati a inserire criteri ecologici nei bandi per l’acquisto di 10 tipologie di prodotto: dalla carta agli alimenti, dagli edifici ai motoveicoli) è risultata quella della Provincia di Torino che nel 2006 ha speso 4,6 milioni di euro per prodotti che rispettano i criteri definiti dal protocollo, pari al 66% dei prodotti acquistati per quelle tipologie. Anche il Comune di Reggio Emilia è stato premiato per l’integrazione dei criteri ecologici nelle procedure di gara e per le azioni di sensibilizzazione sugli acquisti verdi e il consumo sostenibile rivolte sia all’interno che all’esterno dell’ente, in particolare con progetti rivolti alle scuole (2007: 27 scuole primarie per 5.250 bambini coinvolti). È la Toscana la regione con il maggior numero di progetti partecipanti, seguiti da Emilia-Romagna, Piemonte, Marche e Veneto. La III edizione di “CompraVerde-BuyGreen” è già in calendario per l’8-10 ottobre 2009.
Verona, 21-23 ottobre 2008
CREA 2008:
UNA POSITIVA SECONDA EDIZIONE Alto interesse a Veronafiere per l’Expo Business Forum Internazionale Condizionamento Riscaldamento Energia Ambiente di Diana Comari Ufficio Stampa EIOM
La seconda edizione di CREA - Expo Business Forum Internazionale Condizionamento, Riscaldamento, Energia, Ambiente - focus EA Energia e Ambiente, svolta a Verona dal 21 al 23 ottobre 2008, ha confermato i consensi già espressi nella prima edizione per format e modalità specifiche di svolgimento. Ben 6.021 sono risultati gli operatori qualificati giunti in fiera, a Verona, nei tre giorni di manifestazione (11.690 erano stati invece i preregistrati on-line), un dato per cui EIOM anche per il 2008, a garanzia di aziende ed operatori partecipanti, ha richiesto la certificazione alla ISF (Istituto di Certificazione Dati Statistici Fieristici). Il dato dei partecipanti conferma l’elevato interesse dei visitatori per la manifestazione e per il format, anche grazie alle strette sinergie tra gli eventi in programma e i collegati settori di attività, e risulta ancora più importante considerando il target molto qualificato degli operatori in visita (CREA si rivolge, infatti, ad un pubblico di soli operatori professionali, quali progettisti, ingegneri, impiantisti, integratori di sistema, prescrittori, distributori, imprese edili ecc.). Tra gli eventi verticali che si sono svolti in concomitanza con CREA/ EA, sempre organizzati nella modalità della Mostra Convegno, ricordiamo Home and Building (Building Technologies), SAVE/ SAF (Automazione, Strumentazione, Sensori), MCM (Manutenzione Industriale), Futurelab (Laboratorio Chimico).
I riscontri da parte degli operatori, arrivati in fiera di Verona sia per gli appuntamenti in programma (convegni e workshop a cura di associazioni ed aziende) che per i tanti approfondimenti con i partecipanti, sono stati positivi. Tante le tematiche specifiche trattate, come i nuovi sviluppi e le applicazioni dell’idrogeno (in un approfondimento a cura di H2IT - Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile) o delle biomasse e delle bioenergie (in un incontro organizzato da FAST - Federazione Nazionale Associazioni Scientifiche e Tecniche); oppure la digestione anaerobica in relazione alla produzione di energia (AIAT Associazione degli Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio) e ancora le problematiche della certificazione energetica degli edifici, (ANIT -Associazione Nazionale Isolamento Termico). Di grande rilievo anche i due appuntamenti mcTER, a cura del CTI Comitato Termotecnico Italiano), dedicati alle opportunità per la cogenerazione nell’attuale panorama energetico (il giorno 22 ottobre) e agli aspetti normativi del risparmio energetico e il condizionamento estivo dell’aria (23 ottobre). Hanno riscosso un elevato interesse anche un momento di approfondimento dedicato alle tecnologie, normative e applicazioni del solare fotovoltaico (CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano), così come i convegni incentrati sulla Building Automation per il risparmio energetico, organizzato da ANIPLA (Associazione Nazionale per l’Auto-
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mazione) e l’efficienza energetica in un progetto di building automation (curato da LonMark Italia). Senz’altro positivi anche i riscontri delle 98 aziende espositrici, con importanti presenze anche dall’estero (10 i Paesi di provenienza), che in occasione del CREA 2008 hanno organizzato ben 21 workshop tecnico applicativi, molto apprezzati dagli operatori e le cui tematiche hanno spaziato dalla cogenerazione alle energie rinnovabili (solare fotovoltaico, solare termico, biomasse), dalla teleclimatizzazione al risparmio energetico, fino alla strumentazione e componentistica per impianti. L’appuntamento con la nuova edizione di CREA è dal 20 al 22 ottobre 2009 presso i padiglioni di Fiera Verona.
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Rimini, 5-8 novembre 2008
ECOMONDO 2008: SUCCESSO OLTRE LE PIÙ ROSEE ASPETTATIVE 64.858 visitatori (+12% sul 2007) a cura di Vinicio Ruggiero
È calato il sipario sulla grande kermesse dell’ambiente. Dal 5 all’8 novembre Rimini Fiera ha ospitato la XII edizione di ECOMONDO, Fiera internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo sostenibile. Alessandra Astolfi, Project manager della Manifestazione, ha commentato: “Le rosee aspettative della vigilia sono state ampiamente superate. Rivolta sia agli addetti ai lavori, sia al pubblico, la manifestazione ha ospitato 1.000 aziende su 70.000 metri quadrati, articolati in 13 padiglioni: la più ampia gamma di opportunità tecnologiche, sistemi, attrezzature e servizi che, partendo da una vetrina dedicata al tema centrale del recupero e riutilizzo dei rifiuti, si è allargata ad ampio raggio su tutte le tematiche ambientali e della sostenibilità, con approfondimenti dedicati ai singoli temi”. In contemporanea a ECOMONDO si sono svolti SA.L.VE, III Salone triennale del vei-
colo per l’ecologia; la IV edizione di RI 3 (RIgenera RIcarica RIusa) sul recupero dei rifiuti informatici e la II di KEY ENERGY sull’Energia sostenibile. In totale, la Fiera ambientale di Rimini Fiera ha richiamato 64.858 visitatori (+12% sul 2007). Grandi sono risultati anche i numeri dei media: 429 i giornalisti accreditati in sala stampa (381 nel 2007); copertura totale della stampa specializzata; grande e quotidiana attenzione della stampa locale e regionale; platea mediatica nazionale d’eccezione; telecamere delle reti nazionali e regionali. “ECOMONDO - aveva ricordato al taglio del nastro il Presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni - è l’evento fieristico leader italiano dedicato all’ambiente, punto di riferimento per il recupero e riuso di materia ed energia, organizzato in collaborazione con i più alti organismi istituzionali e associativi, a cominciare dal Ministero dell’Ambiente
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e la Tutela del Territorio e del Mare e dal CONAI. Una fiera del fare, il termometro di un’economia italiana che ha consolidato saperi e tecnologie e che è orientata all’innovazione”. L’onore di aprire la Manifestazione è toccato a Roberto Menia, Sottosegretario di Stato all’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare, che ha dichiarato: “Il mio apprezzamento per questa Manifestazione è sincero, si tratta infatti della fiera del fare, come ha ricordato giustamente ed efficacemente il Presidente Cagnoni, che tocca temi fondamentali per il nostro presente e per il nostro futuro. Ognuno di noi ha un impegno verso l’ambiente e, quindi, verso i nostri figli. Dobbiamo non solo tutelare il territorio, ma anche valorizzarlo. In questo senso il Salone che oggi inauguriamo è da guardare con ammirazione e da invidiare, perché vanta il grande merito di portare alla ribalta le soluzioni ad uno dei problemi più importanti del
mondo contemporaneo, quello appunto della sostenibilità. Qui si dimostra con i fatti come i problemi possono diventare opportunità”. Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’emergenza rifiuti in Campania, Guido Bertolaso, presente anche lui alla inaugurazione, ha tenuto a precisare che “Oggi sono qui come cittadino di un paese che in questo settore deve crescere e capire che è proprio attraverso queste tematiche che si gioca il nostro futuro”. Il Senatore Antonio D’Alì, Presidente Commissione Territorio e Ambiente al Senato della Repubblica, ha sottolineato che “gli industriali di questo comparto mostrano le loro grandi capacità e la loro encomiabile creatività. Assicuro anche l’impegno della Commissione che presiedo affinché siano esaminati con attenzione i tanti provvedimenti allo studio in materia ambientale”. Lino Zanichelli, Assessore all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile Regione Emilia-Romagna, ha portato i saluti della Regione Emilia-Romagna, del Presidente Errani e di tutta la Giunta, esprimendo “l’orgoglio per questa fiera organizzata da 12 edizioni con successo crescente sul nostro territorio e che, ogni anno di più, aiuta a focalizzare meglio l’attenzione sulle tematiche del riuso, per un futuro davvero sostenibile”.
Gianni Silvestrini, Coordinatore Comitato Scientifico Key Energy, ha osservato che “Ora che sappiamo chi è il nuovo presidente degli Stati Uniti, dobbiamo tutti sentirci stimolati ad incrementare l’uso delle energie rinnovabili. Obama ha infatti fortemente sostenuto nel suo programma elettorale il rilancio delle fonti alternative, prevedendo un incremento del 25% del loro sfruttamento entro il 2020. L’Europa deve saper accogliere questa sfida virtuosa e credo che ECOMONDO e Key Energy possano dare una spinta decisiva in tal senso”. Luciano Morselli, Coordinatore Comitato Scientifico ECOMONDO, che per questa edizione ha scelto come indicatore biologico rappresentativo dell’ambiente degradato l’ape verde, terza mascotte dopo la rana blu e la rondine rossa delle precedenti edizioni declinata anche in un gadget realizzato appositamente in collaborazione con la Tetra Pak, ha precisato che in futuro “Focalizzeremo la nostra attenzione sull’ecodesign, nuovo paradigma del riciclo dei materiali e sulla responsabilità, cultura da diffondere come comportamento etico che si affina nelle tecniche qui in esposizione. Il tutto per arrivare ad un’Europa del recupero che qui è già ben rappresentata dagli studenti di alcuni corsi ambientali organizzati da famose università di Spagna, Romania,
Germania e Austria”. I GRANDI PERCORSI A TEMA Queste in sintesi le principali novità tematiche dell’edizione 2008. COOPERAMBIENTE: è stata la prima Fiera dell’offerta cooperativa di energia e servizi per l’ambiente, in collaborazione con Legacoop e che ha ospitato il prestigioso intervento dell’economista Jeremy Rifkin. RECLAIM EXPO: il primo Salone italiano sulle bonifiche ambientali che ha fatto il punto su due recenti novità sul piano istituzionale-normativo che hanno dato impulso ad un’attività per la quale sono stati stanziati oltre tre miliardi di euro. ORO BLU: il primo Salone dedicato alle tecnologie di recupero e riuso delle acque. INERTECH: focus ocus sul mercato delle demolizioni e grandi riqualificazioni ni del riciclaggio dei materiali da costruzione e loro reimpiego, dove uso lo è stato diffuso studio di Prometeia ometeia sul mercato dei rifiuti da costruzione one e demolizione che
nel 2007 ha messo insieme circa 57 m milioni di tonnellate. L’ISOLA DEGLI ACQUISTI SOSTENIL’ISO BILI: uno straordinario arcipelago di BILI aziende produttrici di prodotti green azien per il consumo quotidiano, un importante mo momento di inconìtro tra l’offerta di acquisti i verdi e la domanda da parte della P.A. e delle Aziende private. METAL-ECO: la Mostra-convegno dove il mondo dei metalli ferrosi e non ferrosi, ha discusso il miglior utilizzo degli scarti di produzione e del reimpiego dei materiali riciclati, presentando le tecnologie più innovative dei sistemi di recupero. CITTÀ SOSTENIBILE: tema discusso nei suoi molteplici aspetti, da quello legato alla quotidianità fino all’abbattimento delle emissioni in atmosfera per un rapporto più equilibrato tra industria e ambiente, che ha presentato una ricca vetrina di progetti, tecnologie, materiali, metodologie e buone pratiche presentata a professionisti e amministratori pubblici per pianificare, progettare e realizzare interventi ed opere basati sulla tutela del paesaggio, il risparmio energetico e lo sviluppo consapevole. Area RAEE: dove i Consorzi nati di recente e i produttori ed importatori di apparecchiature elettriche ed elettro-
niche si sono dati appuntamento per presentare un sistema efficiente e selettivo di raccolta e riciclaggio di tali rifiuti. I SEMINARI SCIENTIFICI Molto soddisfatto il prof. Morselli, per l’attenzione e la partecipazione che si sono registrate nei numerosissimi appuntamenti proposti nei quattro giorni di Fiera: 250 relazioni scientifiche (15% di carattere internazionale), 700 relatori e oltre 100 istituzioni rappresentate fra dipartimenti universitari, centri ricerche e istituzioni nazionali. “ECOMONDO ha centrato l’obiettivo - ha commentato il Coordinatore scientifico - nello scegliere una mission alta riguardante la cultura della responsabilità. I contributi offerti contenevano in gran parte il messaggio riguardante la necessità di un ambiente sostenibile, solidale ed etico che preveda l´adozione di modelli innovativi a carattere sociale, giuridico ed economico derivanti da una nuova cultura della responsabilità tra ambiente, tecnica ed etica. Alcuni passaggi, penso agli interventi di Jeremy Rifkin e Giorgio Celli, hanno ulteriormente sottolineato questo passaggio culturale”. Da rammentare, anche, i dibattiti e le
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presentazioni di libri che si sono alternati, fuori da formalismi, pubblico ed esperti internazionali su temi emergenti della società contemporanea, all’interno di Caffè Scienza (Hall Sud) il cui geniale allestimento, sponsorizzato dal PolieCo (Consorzio per il Recupero e Riciclaggio di beni in polietilene), è stato particolarmente apprezzato. Simone Castelli, Direttore business Unit 2 di Rimini Fiera, ha ricordato come la chiave del successo per ECOMONDO è l’orizzonte estero. “È una priorità sia per l’attività che svolgiamo in funzione dei nostri prodotti fieristici interni, con la presenza organizzata in fiera di numerose delegazioni straniere, così come per l’attività esterna con le edizioni tradizionali di ECOMONDO in Russia e in Cina. Ora pensiamo a Dubai, dove abbiamo già l´esperienza maturata con Sia Guest, per rendere disponibile alle aziende una formidabile opportunità di business. Sono quindi orgoglioso dei risultati ottenuti da ECOMONDO, oggi la prima fiera italiana del settore”. La prossima edizione di ECOMONDO si svolgerà sempre a Rimini Fiera dal 28 al 31 ottobre 2009.
Palermo, 2-5 dicembre 2008
ECOMEDITERRANEA
Fiera Internazionale dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile dei Paesi del Mediterraneo a cura di Fabio Bastianelli
La società moderna è caratterizzata da un costante aumento di rifiuti immessi sul suolo e in atmosfera, dovuto non solo ad un aumento dei consumi per un cresciuto benessere, ma anche a modelli di comportamento poco responsabili e rispettosi dell’ambiente, e alla diffusione di prodotti usa e getta, quasi tutti scarsamente biodegradabili e, quindi, con tempi di decomposizione lunghissimi. In Italia, in particolare, si producono circa 33 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno la maggior parte dei quali potrebbe in vario modo essere riciclata, mentre purtroppo moltissimi di questi materiali vengono destinati alla discarica. Proprio per questo è necessario promuovere una cultura consapevole dei problemi che esistono e rispettosa dell’ambiente, favorendo tutte le iniziative volte a diffondere una coscienza ambientale nelle Pubbliche Amministrazioni e nei cittadini. In quest’ottica, si terrà a Palermo, dal 2 al 5 dicembre 2008, presso l’Ex deposito delle locomotive di Sant’Erasmo, la II edizione di Ecomediterranea, Fiera Internazionale dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile dei Paesi del Mediterraneo. Ecomediterranea 2008 è a Zero Emissioni di CO2 grazie al progetto di Efficienza energetica Stufe a Basso Consumo, realizzato da co2balance in Kenya. La Manifestazione si propone come vetrina delle tecnologie, delle realtà industriali, delle politiche e dei programmi a favore dell’ambiente e come luogo di incontro per gli operatori del settore. Nel corso della Fiera si terranno convegni e workshop relativi alla tutela dell’ambiente, durante i quali saranno affrontate le tematiche che più da vicino riguardano le realtà dei Paesi dell’area mediterranea: dal corretto smaltimento dei rifiuti, alla pianificazione di uno sviluppo sostenibile, fino all’agricoltura e alle energie alternative. Ecomediterranea 2008 si rivolge alle Aziende, alle As-
sociazioni e agli Enti pubblici, che operano nell’ambito dell’agricoltura, dell’ambiente, delle energie alternative ed in generale a tutto ciò che è collegato alla qualità della vita, ospitando varie categorie di operatori di settori quali riciclaggio, trattamento delle acque, mobilità sostenibile, parchi e natura, ingegneria ambientale. Grande attenzione verrà riservata anche ai più giovani: ad essi, infatti, è dedicata la II edizione di “AmbienteMediterraneo”, Concorso regionale rivolto alle scuole primarie, medie e superiori. Saranno inoltre attivati laboratori educativi e percorsi didattici per le scuole. Lo svolgimento della Fiera sarà supportato ed accompagnato da una serie di attività di comunicazione e pubbliche relazioni, coniugando mezzi tradizionali e tecniche più avanzate di advertising; è già attiva e consultabile una pagina web dedicata all’edizione in corso, visionabile al seguente indirizzo: www.areasicilia.com/ecomediterranea.htm. Il Programma di Ecomediterranea, scaricabile dal sito, prevede, oltre all’esposizione ed alle mostre permanenti, convegni, workshop e diverse attività collaterali di notevole interesse per il pubblico e per gli addetti ai lavori: - 2 dicembre, Convegno “Le energie alternative: convenienza ed opportunità per uno sviluppo sostenibile” e la Mostra-workshop “Architettura naturale = vivere sostenibile” a cura di ANAB; - 3 dicembre, Convegno “Agricoltura e salute….. L’importanza di mangiare bene”; - 4 dicembre, Convegno “Pianificazione e sviluppo sostenibile: i parchi del Mediterraneo- II edizione”; - 5 dicembre, Premiazione del Concorso “AmbienteMediterraneo”, il Convegno “La situazione dei rifiuti nei paesi del Mediterraneo: quali prospettive” e, nuovamente, la Mostraworkshop “Architettura naturale = vivere sostenibile”.
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Segreteria organizzativa: A.R.E.A. Srl Via Houel, 17 - 90138 Palermo Tel. 0916196242 - Fax 0916196235 info@areasicilia.com - www.areasicilia.com
Fiera di Ancona, 6-8 dicembre 2008
“ECO&EQUO” PRESENTA IL PIÙ GRANDE FARMER’S MARKET DELLE MARCHE Si parlerà di “Cibo, prezzi, ambiente” con i produttori e consumatori in un incontro moderato dal giornalista e conduttore della trasmissione “Racconti di vita”, Giovanni Anversa a cura di Micaela Conterio
Prodotti di alta qualità, al giusto prezzo, offerti direttamente al consumatore e a basso impatto ambientale, sono quelli garantiti dai “farmer’s markets”, i mercati di vendita dai produttori ai consumatori. Sarà questa la novità della V edizione di “Eco&Equo”, la Fiera dell’attenzione sociale, ambientale e dell’economia alternativa e solidale. Organizzata dall’Assessorato ai Servizi sociali, Cooperazione allo sviluppo, Immigrazione e Ambiente della Regione Marche, in collaborazione con l’Ente regionale per le manifestazioni fieristiche (ERF), si svolgerà dal 6 all’8 dicembre dalle 9.30 alle 21 alla Fiera di Ancona ad ingresso gratuito.
“Nelle scorse edizioni vissute in crescendo - ha osservato l’Assessore, Marco Amagliani - la Manifestazione ha cercato di mettere radici alla pianta della sostenibilità e dell’equità sociale, volontà che proseguirà anche nell’edizione 2008 con un padiglione pieno di espositori per continuare a sensibilizzare ed educare i giovani alla tutela del nostro Pianeta, all’uguaglianza fra i popoli, alla solidarietà e al rispetto dei diritti umani”. Ricordando una frase del poeta e scrittore cubano José Martì (1853-1895), considerato il più grande eroe nazionale: “Una trincea di idee vale più di una trincea di pietre”, l’Assessore ha dichiarato che su tale valore “ad Eco&Equo verrà celebrato il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ponendo ancora maggiore attenzione al sostegno di ogni forma di lotta contro il razzismo la xenofobia e tutte le forme di discriminazione”. La filiera corta o a circuito breve ovvero quell’insieme di attività che prevedono un rapporto diretto tra produttore e consumatore, singolo o associato, riducendo il numero degli intermediari commerciali e diminuendo il prezzo finale, avrà l’occasione ad “Eco&Equo”, di presentarsi con circa 100 produttori dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica e di Coldiretti Marche. In questa che sarà il più grande Farmer’s Market delle Marche, sarà possibile fare una spesa a chilometri zero acquistando frutta, verdura, latte, formaggi, salumi, conserve, miele, olio della propria terra direttamente dai produttore, sia biologici sia convenzionali. E di “Cibo, prezzi, ambiente” si parlerà nella Tavola rotonda
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di sabato 6 dicembre, alle 9.30 all’Auditorium della Fiera, in cui si confronteranno le esperienze di chi ha fatto sua la necessità di un nuovo stile di vita sia nella produzione agricola sia nel consumo consapevole. “Vogliamo far passare il messaggio - spiega Marco Amagliani - che è possibile realizzare esperienze di produzione e di consumo di prodotti di qualità, economiche e a bassissimo impatto ambientale”. L’incontro sarà moderato da Giovanni Anversa, giornalista, autore e conduttore del programma televisivo di Rai Tre, “Racconti di vita”. Oltre all’Assessore Amagliani, vi parteciperanno Paolo Petrini, Vicepresidente della Giunta regionale con delega all’Agricoltura, Giannalberto Luzi, Presidente di Coldiretti Marche, Luigi Pelliccia, Responsabile Ufficio studi Federalimentare, Vladimiro Rapini, Direttore Area Sud divisione Ipermercati Coop Adriatica, Andrea Ferrante, Presidente federale AIAB, Paola Cicchese, Presidente Consorzio Farmer market di Fermo, Floro Bisello, Responsabile Adusbef Marche, Caterina Francioni, Gruppo di Acquisto Solidale (GAS). La tavola rotonda, grazie alla collaborazione di Etv Marche, sarà in collegamento con gli stand dei produttori presenti ad “Eco&Equo”. Per chi visiterà la Fiera, ci sarà inoltre la possibilità di bere latte crudo alla spina a chilometri zero. Sarà presente, infatti, un distributore dal quale, portando una bottiglia da casa o prendendo quella in vetro regalata dall’Assessorato regionale all’Ambiente e da Coldiretti Marche, i visitatori potranno acquistare latte prodotto sul nostro territorio a un euro al litro. In Italia, sono sempre più diffusi i distributori alla spina di latte crudo, tramite i quali il consumatore con la sua bottiglia, porta sulla tavola latte di alta qualità, prodotto sul proprio territorio, riducendo anche l’impatto ambientale per le basse
emissioni, grazie alla minore distanza e ai minori passaggi tra produzione e consumo, nonché per la riduzione dei rifiuti perché viene riutilizzato lo stesso contenitore. Nelle Marche, ci sono 25 distributori del latte: 5 in provincia di Ancona, 6 a Macerata, 6 ad Ascoli Piceno e 8 in provincia di Pesaro e Urbino. “Eco&Equo” dedicherà spazio ai giovanissimi e ai bambini, che saranno al centro della Manifestazione e protagonisti nel padiglione espositivo dove sarà allargata l’area dedicata a “Bimbopoli” con laboratori e attività ludiche per tutta la durata della Fiera. Si potranno inoltre visitare mostre fotografiche, fra cui “Il mondo in una regione” prima e unica del suo genere, presentata in esclusiva, che raccoglie una selezione di foto sull’immigrazione, realizzate da Daniele Maurizi, per raccontare gli aspetti culturali, sociali e religiosi delle tante comunità di migranti presenti sul territorio. In visione ci sarà anche la mostra “Amazzonia, quale futuro per i suoi abitanti e le sue risorse naturali” composta da 24 pannelli di grandi dimensioni con fotografie del WWF. Greenpeace sarà presente con una mostra che testimonia gli effetti dell’incidente nucleare dell’incidente di Chernobyl sulla popolazione. “Eco&Equo” sarà anche musica e spettacolo: - sabato 6 dicembre, alle 21.15 ci sarà il concerto spettacolo de “I notte fonda”, con un omaggio a Fabrizio de André nel 10° anniversario della scomparsa del cantautore genovese; - domenica 7 dicembre, andrà in scena “Il gesto, il suono, la parola”, un’improvvisazione fra teatro, danza e musica dell’Associazione Teatro Terra di Nessuno; - lunedì 8 dicembre, è la volta di “Dedicato (... a tutte le donne)”, ideato e messo in scena da un Ponte tra le culture per far riflettere sulla Campagna promossa da Amnesty International “Mai più violenza sulle donne!”.
Eco&Equo è “100% Energia Pulita” Eco&Equo sarà la prima Fiera delle Marche ad essersi certificata “100% Energia Pulita Multiutility”. Questo significa che tutta l’energia elettrica, utilizzata per le varie fasi di preparazione e svolgimento dell’intero evento, proviene esclusivamente da fonti energetiche rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico etc.). L’importante certificazione, curata e gestita dalla Multiutility S.p.A. di Verona, sarà consegnata all’Assessore all’Ambiente della Regione Marche, Marco Amagliani, il prossimo 4 dicembre, in occasione della Conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2008 di Eco&Equo.
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ECOMONDO 2008
ATTIVITÀ CONVEGNISTICA a cura di Alberto Piastrellini e Donatella Mancini
L’attività convegnistica di ECOMONDO 2008, svoltasi durante i quattro giorni della Manifestazione, è stata ampia e intesa: 250 tra Conferenze, Convegni, Seminari e Workshop, a cui hanno dato il proprio contributo 700 oratori. Le tematiche hanno spaziato su tutto il fronte delle emergenze ambientali e delle pratiche per la sostenibilità. Non è stato possibile seguire tutti gli eventi. Abbiamo concentrato la nostra presenza, in special modo, su quelli che si sono svolti nella Sala Convegni dell’Area Abruzzo e Area Marche. Per quanto riguarda altri eventi, oltre quello di apertura, di cui diamo ampio spazio qui di seguito, si rinvia ad altre pagine di questo stesso numero: “L’Italia del recupero”, Rapporto 2008 di FISE UNIRE, vedi pag. 40 e segg. “Aspetti pratici in materia di disciplina dell’ambiente - Tendenze del diritto comunitario e domestico in materia di rifiuti”, Seminario a cura del Consorzio PolieCo, vedi pag. 44 e segg.; “Verso una produzione e un consumo sostenibili. Imprese, consumatori e Pubbliche Amministrazioni insieme per la sostenibilità”, Convegno a cura della Regione Emilia-Romagna, vedi pagg. 50-51.
EMERGENZA RIFIUTI: RIPARTIRE DA MODELLI TECNICI, ECONOMICI E COMPORTAMENTALI L’evento di apertura di ECOMONDO 2008, a firma CONAI e MATTM ha proposto nuove strategie per combattere l’emergenza rifiuti di Alberto Piastrellini Al Seminario: “Il Sud oltre l’emergenza: modelli tecnici, economici , comportamentali”, a cura di CONAI e Rimini Fiera, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sono stati, ancora una volta, i numeri a parlar chiaro e a definire i contorni di un’emergenza diffusa, non solo localizzata nella tor-
mentata Regione Campania. L’alternarsi storico di innumerevoli regimi commissariali per quanto riguarda la gestione dei RSU non è ancora riuscita ad allineare su un unico dato i tre “motori” del Bel Paese, che, a tutt’oggi, viaggiano ancora a tre velocità: un Nord virtuoso che si attesta sugli 84,3 Kg di imballaggi raccolti e riciclati per abitante in un anno; un Centro piuttosto variegato ma che arriva ai 48,1 Kg/ abitante ed un Sud ancora più indietro con solo 27,9 Kg/abitante. Molto emblematica la situazione dei costi sostenuti dallo stato centrale per il funzionamento dei regimi commissariali: in 14 anni sono stati erogato circa 2.200 milioni di Euro e ne sono stati spesi 1.880, peccato che in quasi nessuna delle Regioni beneficiate sono stati raggiunti dei risultati soddisfacenti. Sono cifre che fanno male a guardarle, e, ancora di più se si pensa in termini di occasioni sprecate, infatti se la raccolta degli imballaggi al Sud arrivasse al 15%, grazie ai corrispettivi che CONAI riconosce alle Amministrazioni comunali ed ai costi non sostenuti per il mancato conferimento in discarica, queste regioni potrebbero beneficiare di 411 milioni di Euro, che salirebbero a 547 milioni qualora la raccolta raggiungesse la percentuale del 20%! È a partire da questa disamina dei dati forniti dal CONAI che il Seminario inaugurale di ECOMONDO 2008 ha preso il via, dopo l’introduzione di Jacopo Giliberto, giornalista de Il Sole 24 Ore e i saluti introduttivi di Lorenzo Cagnoni, Presidente Rimini Fiera. “Oggi la situazione è sotto controllo e sono tranquillo per il futuro” ha affermato Guido Bertolaso, Sottosegretario per l’emergenza dei rifiuti in Campania, portando l’attenzione della platea alla problematica che, oggettivamente, ha catalizzato per molto tempo l’attenzione dei media nazionali. “Oggi - ha proseguito - anche grazie al lavoro splendido delle forze delle Forze Armate, sono state realizzate varie discariche che sono la prima medicina
per la cura del male”. “Ora stiamo guardando oltre - ha continuato - i prossimi obiettivi saranno i termovalorizzatori nelle provincie di Napoli, Salerno e Caserta; gli impianti di compostaggio e l’avvio della raccolta differenziata”. Ricordando come, nel territorio campano esistano anche amministrazioni virtuose che risultano dalla nota competizione ambientale de: “I Comuni Ricicloni”, il sottosegretario Bertolaso ha ammesso che, in Campania: “il problema principale è Napoli… Bisogna lavorare duro e sodo per far funzionare il sistema”. Se “Da gennaio partirà l’inceneritore di Acerra - come ha tenuto a ricordare e i nuovi impianti di termovalorizzazione saranno garantiti dai finanziamenti del CIP6 - il sogno che ci prefiggiamo è quello di avviare la raccolta differenziata nel comune di Napoli e portarla al 50%”. Questo obiettivo ambizioso, secondo Bertolaso, si raggiungerà con: “il coinvolgimento serio dei cittadini, il miglioramento delle infrastrutture e il collegamento più forte tra cittadini ed istituzioni”. “Oggi c’è voglia di differenziare e termovalorizzare - ha dichiarato Bertolaso - quindi c’è un terreno fertile per affrontare e risolvere i problemi; ovvio che le Istituzioni non devono deludere i cittadini”. In questo senso, anche “il provvedimento del Governo che manda a casa i sindaci inadempienti, sarà un ottimo deterrente - ha dichiarato avviandosi alla conclusione del suo intervento - in una regione dove per 14 anni è successo di tutto, non ci sono provvedimenti eccessivi, neanche quelli che coinvolgono direttamente le famiglie”. “Sulla nuova normativa - gli ha fatto eco Roberto Menia, Sottosegretario MATTM - viene introdotto un meccanismo premiale per chi ricicla”. “Con il primo decreto sull’emergenza rifiuti - ha proseguito - abbiamo lavorato per risolvere una situazione di gravita in appena 58 giorni; però è evidente che tolti i rifiuti dalla strada, abbiamo la necessità di eliminare quelli stoccati,
oltre 7 milioni di ecoballe”. “Non è pensabile che ci si possa approcciare alla problematica dei rifiuti con modelli comportamentali vecchi e superati - ha concluso il Sottosegretario - con questo nuove decreto, tentiamo, anche attraverso l’introduzione di meccanismi premiali, di riconquistare delle virtù civiche”. Qualche perplessità è stata sollevata dal Presidente CONAI, Piero Perron, che tuttavia ha ribadito la volontà del Consorzio di supportare le amministrazioni locali nei processi di raggiungimento degli obiettivi di raccolta ed avvio al riciclaggio. “Occorre, prima di tutto, definire le singole responsabilità della gestione di rifiuti di Regioni, Province, Comuni, ATO e Consorzi di Bacino - ha affermato Perron - senza prescindere da una concreta pianificazione, che si traduca in regole, progetti, da realizzare con l’obiettivo di valorizzare al massimo i materiali riciclabili, da un lato, e abbattere il ricorso alla discarica, dall’altro, così da consentire il raggiungimento degli obiettivi di legge”. “La sfida è grande - ha proseguito perché si chiede ad un sistema che lavora “all’ingrosso” di organizzare una raccolta “al dettaglio”… tuttavia non dobbiamo deludere i cittadini e il CONAI farà tutto quello che è in suo potere per raggiungere gli obiettivi”. Su quest’ultimo punto è intervenuto anche il Presidente Legacoop Nazionale, Giuliano Poletti, il quale ha tenuto a precisare che: “i cittadini non sono mai da soli… è vero che c’è un problema di rapporto fiduciario da riconquistare e pertanto dobbiamo puntare tutti al coinvolgimento del cittadino”. “In questo senso - ha concluso - Legacoop può essere un valido strumento di tramite”. Anche gli Enti Locali sono entrati nel dibattito, grazie all’intervento di Filippo Bernocchi, delegato ANCI nazionale alle politiche ambientali. A partire da un esame dell’Accordo ANCI-CONAI (nato nel ´99 per sviluppare la raccolta differenziata degli imballaggi
su tutto il territorio nazionale), che sta dando risultati positivi se è vero che negli ultimi quattro anni l’incremento dei rifiuti di imballaggio raccolti e riciclati a livello urbano è stato di quasi 1 milione di tonnellate, con un aumento del 40% dei quantitativi di imballaggi conferiti al sistema consortile, Bernocchi ha sottolineato che: “L’esperienza è indubbiamente positiva e siamo pronti ad intervenire con maggiore forza nelle realtà locali in cui i risultati non sono ancora soddisfacenti, ma ricordiamoci che il problema della raccolta differenziata è anche un problema di risorse”. “8 miliardi di euro l´anno - ha ricordato - vengono spesi dai Comuni per la RD e il contributo CONAI è una cifra minima nel totale delle spese sostenute dai Comuni”. Sull’evoluzione del fronte normativo nazionale e comunitario, la riflessione è stata condotta dal Presidente della Commissione Territorio e Ambiente al Senato della Repubblica, Antonio D’Alì, il quale ha rimarcato come: “La nuova Direttiva Comunitaria su sottoprodotti e materiali da riciclo presenta un’apertura maggiore per una loro diffusione attraverso il riutilizzo nei cicli produttivi, per quanto riguarda la riforma del D. Lgs n. 152/2006 abbiamo individuato un doppio binario: da una parte la delega al Governo per i necessari correttivi migliorativi, dall’altra, interventi parlamentari più rapidi per risolvere aspetti puntuali di maggiore urgenza”. “Contiamo di approvare il decreto nei tempi più rapidi consentiti dalla Costituzione - ha dichiarato - per poi andare sul campo e misurare la normativa, e aggiornarla, alla prova dei fatti”. Le conclusioni del Seminario sono state affidate al Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roberto Menia, il quale ha ricordato come nel nostro Paese, si cresciuta l’attività di riciclo, tuttavia, contestualmente sia cresciuta anche la capacità di produrre rifiuti pro-capite. “Oggi ognuno di noi produce 550 kg
di rifiuto l’anno - ha dichiarato - oltre alla Campania ci sono regioni del Sud, come Puglia, Calabria e Lazio, che sono in emergenza da lungo tempo e ancora non ne sono uscite nel loro complesso”. In questo contesto, “L’approccio alla raccolta differenziata è culturale, ma anche economico”, ha affermato, e ancora: “Ci sono mercati potenziali del riciclo che funzionano, per esempio quello della carta di cui l’Italia è diventata addirittura esportatrice, ma ci sono anche circuiti virtuosi di Comuni che differenziano, ma il cui rifiuto differenziato finisce comunque negli inceneritori o in discarica perché il sistema si ferma alla raccolta differenziata”. Riportando la discussione alla novità offerta dal nuove Decreto per l’emergenza rifiuti in Campania, il Sottosegretario Menia ha puntualizzato come: “Il nuovo Decreto per la Campania che sarà tra poco all’esame del Governo punta molto sugli aspetti culturali e comportamentali, per esempio introducendo la possibilità di un meccanismo che premia in termini concreti i cittadini che smaltiscono in modo corretto i loro imballaggi e incentivando le attività di informazione e di educazione nelle scuole del territorio, dando maggior risalto a tutte le attività svolte e ai servizi attivati a favore della popolazione”. Allo stesso tempo, lo strumento normativo, “contiene sanzioni forti per le amministrazioni inadempienti e provvedimenti restrittivi molto pesanti per chi commette il reato di abbandono di rifiuti”. Avviandosi alla conclusione del suo intervento, Menia ha voluto anche fare una battuta esplicativa sul processo di revisione-modificazione del Testo Unico Ambientale: “Sulla revisione del 152 credo sia importante mettere mano subito a quelle norme che creano conflitto e incomprensione… il meccanismo di delega potrebbe essere pericoloso perché andrebbe a rallentare il lavoro e forse occorrerebbe agire subito per via parlamentare”.
A seguire viene dato il resoconto dell’attività convegnistica dell’Area Marche.
Seminario DAMAC - ARPAM “ADRIATICO: UN PORTO CON TANTE BANCHINE” di Donatella Mancini L’inquinamento del mare non è legato solo ai grandi disastri ecologici causati dal naufragio delle petroliere, che è l’aspetto più eclatante del problema, ma anche agli inquinamenti giornalieri, ossia i rifiuti di ogni genere scaricati in mare dalle navi, che sono altrettanto pericolosi quanto lo sversamento di idrocarburi. Naturalmente, non va sottovalutato il potenziale pericolo di affondamento di navi che trasportano carichi nocivi, soprattutto nell’Adriatico, area particolarmente vulnerabile dal punto di vista ambientale per la caratteristica di mare chiuso. Dalla necessità di porre un freno agli scempi ecologici che si compiono in ambito marittimo, a sostegno di uno sviluppo sostenibile, è nata l’iniziativa D.A.M.A.C. (Difesa Ambientale Mare Adriatico e Comunicazione), con lo scopo di avviare interventi concreti tra la zona costiera marchigiana e quella croata. Questa iniziativa, promossa dalla Regione Marche e dalla Contea di Zara, è composta da tre progetti concatenati tra loro e finanziati dall’Unione Europea, che prevedono: • l’attivazione di Sistemi di Sicurezza per la Difesa Ambientale del Mare Adriatico (SecurSea); • la costruzione di un ponte strategico di telecomunicazioni tra Ancona, Sebenico e Zara (TacLine); • la formazione di personale italiano e croato per la gestione di SecurSea e Tac Line (Task - Force). Di “Nuovi piani e metodologie per la protezione dall’inquinamento marino”, si è parlato nel corso del seminario organizzato da DAMAC e ARPAM, svoltosi presso la Sala Convegni dell’Area Marche. “L’Adriatico - ha detto Leonardo Polonara, Dirigente P.P. Difesa e Sicurezza del Mare, Regione Marche - è un porto con tante banchine che si affacciano sulla costa. La maggior parte dei porti non sono attrezzati a ricevere le acque di zavorra e le acque di sentina (oil spills) che generalmente vengono scaricate in acqua. Per quanto riguarda le acque di zavorra, queste andrebbero riversate in acqua fuori dal canale di Otranto, in modo da non far entrare in Adriatico agenti estranei. La Riviera del Conero (AN), infatti, a fine stagione è stata colpita dalla presenza dell’alga tossica Ostreopsis Ovata, tipica dei mari tropicali”. Di seguito ha preso la parola Gisberto Paoloni, Direttore generale ARPA Marche.
Ing. Leonardo Polonara, Dirigente P.P. Difesa e Sicurezza del Mare, Regione Marche
“L’Ostreopsis Ovata - ha commentato - è arrivata nel Mediterraneo negli anni ’90. Nel 2005 ha creato grossi problemi al litorale ligure creando disturbi respiratori ai bagnanti, soprattutto nella zona di Genova. Nelle coste marchigiane è stata avvistata nel 2006, è ricomparsa nel 2007 ed è esplosa nel 2008. Poi esiste il problema dell’inquinamento da idrocarburi. Nella Primavera del 2007 lungo la costa che va da Falconara Marittima (AN) a Senigallia (AN), la raffineria Api ha provocato lo sversamento di alcune tonnellate di greggio. La stagione balneare sembrava compromessa, ma l’intervento della Protezione Civile è stato provvidenziale. L’impiego di centinaia di operatori per la bonifica ha consentito la ripulitura totale del litorale interessato, prima dell’inizio dell’Estate”. È poi intervenuto Nazareno Re, Responsabile della Comunicazione ARPAM, il quale ha posto l’attenzione sul sistema di monitoraggio del Mar Adriatico. “Esistono - ha informato - due tipi di radar di rilevamento da oil spills: orizzontale e verticale. Mentre quello orizzontale è statico, il verticale è in grado di identificare l’inquinatore nel momento in cui commette il reato. Si sta, dunque, cercando di costruire un sistema di sensori per la tutela dell’Adriatico. I porti vanno attrezzati per ricevere non solo gli oil spills, ma anche i normali rifiuti”. In definitiva, dai risultati di 3 anni di studio e confronti interdisciplinari dell’iniziativa italo-croata DAMAC, sono emerse le Linee Guida per una proposta di gestione integrata del Bacino adriatico-ionico: • istituzione delle Autostrade del Mare con corsie separate, ben definite in modo che le navi siano maggiormente controllate; • completamento dell’oleodotto che dai terminali petroliferi del Mar Nero arrivi fino a Trieste, in modo da ridurre il traffico delle petroliere in Adriatico; • completamento dell’Autostrada Adriatica Est per collegare Dalmazia, Albania e Grecia (il tratto Trieste-Spalato è già pronto);
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• raddoppio della linea ferroviaria Ancona-Roma Civitavecchia.
L’unione fa… la costa FORUM TEMATICO SULLA GESTIONE INTEGRATA DEL MARE ORGANIZZATO DALLA REGIONE MARCHE di Donatella Mancini La Regione Marche ha organizzato a ECOMONDO, per la seconda volta consecutiva, Giovedì 9 Novembre presso la Sala Città Sostenibile, un forum tematico sulla gestione integrata delle coste per discutere circa gli strumenti a disposizione delle Regioni della fascia adriatica e ionica per affrontare, in maniera sinergica, l’argomento della difesa delle spiagge, della qualità ambientale e delle acque costiere, nonché contrastare il fenomeno dell’erosione Il problema è diventato più preoccupante quando lo Stato ha trasferito le competenze alle Regioni, senza però destinare loro fondi. L’incontro è stato aperto dall’Assessore Lavori pubblici, Difesa del Suolo e della Costa della Regione Marche, Gianluca Carrabs. “Fino a qualche anno fa - ha detto - la manutenzione del territorio non veniva considerata opera pubblica. Ora, invece, è possibile reperire fondi CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) per il territorio con i quali è necessario avviare dei progetti interregionali per pianificare interventi strategici. Nelle Marche, una delle regioni col maggior numero di Bandiere Blu, il 70% della popolazione vive sulla costa e il 12% del PIL regionale deriva dal turismo, quindi per noi risulta vitale la difesa della costa. I sistemi dinamici naturali non funzionano più, per cui il ripascimento della costa deve essere per forza artificiale”. Per la Regione Puglia era presente l’Assessore Lavori pubblici, Difesa del Suolo e Risorse naturali, Onofrio Introna. “La Puglia è una penisola - ha osservato - con 700 km di costa che presenta una casistica molto varia legata alla diversità del suolo. Ad esempio lungo l’alta costa del Gargano, connessa a fenomeni carsici, Mattinata (FG) è particolarmente soggetta al rischio di erosione, mentre la Grotta Palazzese di Polignano a Mare (BA) è a rischio crolli. A Marina di Lesina (FG) il fenomeno di intrusione delle acque marine nella roccia determina lo scioglimento del gesso, provocando delle voragini, una delle quali si è aperta la scorsa Estate davanti al sagrato della chiesa del paese. Lo scorso anno, durante ECOMONDO 2007, avevamo lanciato, un progetto di un accordo di programma tra le regioni dell’Adriatico per la difesa della costa, ma il cambio di Governo non lo ha fatto progredire, tuttavia con la Regione Basilicata stiamo discutendo circa un progetto per l’intero arco ionico”. “La Protezione civile non finanzia più interventi di manu-
L’Assessore Lavori pubblici, Difesa del Suolo e della Costa della Regione Marche, Gianluca Carrabs (a destra) con accanto l’Ing. Vincenzo Marzialetti - PF Difesa della Costa
tenzione della costa: le Regioni sono state lasciate da sole! Il Governo, a caccia di risorse, ha utilizzato il FAS (Fondo per le Aree Sottoutilizzate) per compiti e competenze che non si riconducono alla missione di questi fondi, come il salvataggio - ha concluso - del Comune di Catania”. L’ing. Donato Grieco, Dirigente della Regione Basilicata, ha illustrato la situazione della costa lucana. “La Basilicata - ha detto - ha un litorale molto meno esteso rispetto a quello pugliese, ma nonostante la brevità della costa è bagnata da due mari, Tirreno e Ionio, e presenta una situazione di erosione tra le più accentuate d’Italia. Il fenomeno è stato causato da diversi fattori: • costruzione di dighe con conseguente riduzione del trasporto di ghiaia da parte dei fiumi; • sistemazione idraulico-forestale che nonostante abbia diminuito il fenomeno delle frane ha però ridotto l’apporto al mare; • la costruzione di nuove strade che ha richiesto l’estrazione di ghiaia dai fiumi”. “Tra il 1987 ed il 1997 c’è stata un’accelerazione del fenomeno dell’erosione con un arretramento anche di centinaia di metri della costa in alcune zone, tanto da portare alla creazione di un apposito Ufficio del Genio civile per gli interventi. La Basilicata ha promosso un gemellaggio con l’Emilia Romagna con tanto di proposta al Ministero dell’Ambiente, al fine di ottenere finanziamenti da investire nella risoluzione del problema, ed auspica - ha concluso - che la stessa cosa sia realizzabile anche con Marche, Puglia, Calabria e Campania”. Era presente al forum Francesco Ciaprini dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ex APAT, con il quale le Marche hanno firmato un protocollo di intesa per la realizzazione degli interventi per la salvaguardia della costa, avallato dal Ministero dell’Ambiente e
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della Difesa del territorio e del Mare. “Il primo intervento di ripascimento lungo la costa marchigiana - ha detto Ciaprini - è stato realizzato utilizzando sabbia sottomarina. Ora è in corso di realizzazione un secondo intervento lungo la Riviera del Conero con l’impiego di ciottoli e ghiaia”.
Camera di Commercio di Ancona IMPRESE CON I PIEDI PER TERRA di Donatella Mancini La Camera di Commercio di Ancona, habituèe di ECOMONDO, ha organizzato, Giovedì 7 Novembre presso la Sala Convegni dell’Area Marche, una Tavola rotonda nel corso della quale Luca Pagliari, giornalista RAI esperto in tematiche ambientali, ha cercato di capire, attraverso domande agli imprenditori presenti, gli equilibri che regolano la crescita sostenibile delle Aziende. L’incontro è stato aperto da un video nel quale il protagonista Ferruccio De Bortoli, Direttore del Sole24Ore, ammonisce i cittadini a non inquinare, attribuendo poi la colpa esclusivamente alle aziende. Luca Pagliari ha domandato ad alcuni ospiti presenti quale fosse la loro opinione in proposito. Ecco come hanno risposto: Luca Alfieri - Gruppo Gola Della Rossa (Attività estrattiva).
“La mia azienda lavora all’interno di un Parco, quindi il rispetto della natura è implicito”. Rossana Cerioni - SIBE Srl (Sistemi Innovativi Biomasse Energetiche) “L’ambiente è l’oggetto della nostra attività. L’azienda nasce all’interno della Facoltà di Agraria, quindi a contatto diretto e continuo con l’ambiente. Per quanto riguarda l’atteggiamento dei cittadini, ancora non c’è abbastanza rispetto nei confronti dell’ambiente”. Poi, Pagliari ha chiesto a Laura Filonzi del Consorzio Intercomunale CIR33 (Gestione Rifiuti Urbani) quali sono state le reazioni dei cittadini all’introduzione del sistema di raccolta “Porta a porta”. “Gli abitanti coinvolti nella raccolta “Porta a porta” - ha risposto - sono circa 120.000 che ancora non dimostrano, però, una totale consapevolezza della necessità di questo sistema. Molti lo vivono come una costrizione. Stiamo lavorando nelle scuole con i bambini in modo da far percepire fin dalla tenera età l’importanza della Raccolta Differenziata”. A Marcello Romagnoli di Atena Snc (Costruzioni Tecnologiche), il giornalista RAI ha chiesto se per gli acquirenti di abitazioni l’uso del materiale riciclato è importante. “Il cliente - ha commentato - oltre ad essere molto interessato al prezzo e al tipo di mattonelle, segue la moda. Ora, ad esempio, il pannello solare è molto trendy, ma noi cerchiamo di far capire che è inutile installarlo se poi la casa risulta dissipatrice di calore”. A Gabriele Litargini di Litargini Teloneria (coperture in pvc, gazebo, tensostrutture) è stato chiesto come ha fatto un’azienda
nata nel 1968, periodo in cui vigeva l’anarchia nel campo del rispetto dell’ambiente, ad adeguarsi a parametri di sostenibilità. “Ci siamo evoluti nel tempo - ha risposto - tanto che oggi usiamo membrane riciclabili al 100%”. Di seguito ad Alessandro Aquilini di Andelini Spa (prodotti eco-compatibili, biodegradabili e compostabili) è stato domandato in che modo l’azienda si è adeguata alle nuove norme ambientali. “Le grandi multinazionali - ha detto - stanno andando via non solo dall’Italia, ma anche dall’Europa con conseguente mancata produzione di materia prima nel vecchio continente vanno trovate, quindi, delle alternative a questa carenza. Dal 2010, ad esempio, non sarà più possibile produrre gli shopper tradizionali, ma solo biodegradabili”. A questo punto è stato mandato in onda il video con il Senatore Antonio Dalì, Presidente della Commissione Ambiente del Senato, il quale ha messo in relazione la tutela dell’ambiente ed il risparmio economico. Allora Pagliari provocatoriamente ha chiesto a Litargini: “Il profitto può essere legato al rispetto dell’ambiente?”. “Il profitto - ha asserito - non va sempre visto in un’ottica negativa, perché può essere ottenuto nel modo giusto, cercando di sottrarre il meno possibile all’ambiente”. Alla questione “Esistono sistemi per riciclare gli scarti?”, Alfieri ha risposto: “l’attività estrattiva del passato è stata ridotta ed ora si pensa anche alla possibilità di poter utilizzare il carbonato di calcio”.
Rivolgendosi, quindi, a Romagnoli, Pagliari ha chiesto “Qual è la sfida di Atena?”. “Innanzitutto, ridurre la produzione dei rifiuti - ha detto. Noi utilizziamo il legno, ad esempio, perché è un materiale che dura per secoli. Alcuni importanti traguardi sono già stati raggiunti, tanto che siamo in grado di costruire case dove non è necessario l’impianto di riscaldamento, a patto che l’inquilino collabori ad evitare dispersioni di calore. L’edilizia del futuro è nel passato: dobbiamo creare una casa che si comporti come un albero”. Di nuovo De Bortoli, in un altro video, sottolinea che una volta l’ecologia era appannaggio di una minoranza, ora fortunatamente non è più una questione elitaria: il rispetto dell’ambiente sta diventando uno status. Pagliari chiede, quindi, dove si indirizzi la ricerca. “Oltre al settore primario - ha risposto Rossana Cerioni - ci stiamo occupando di produzione di biocombustibili a livello sperimentale”. “Verso la produzione di bioplastiche - ha detto Aquilini dobbiamo competere con il mercato asiatico, perché dal 2009 tutte le multinazionali andranno via dall’Europa”. “Come far capire alla gente la necessità della raccolta Porta a porta?”, chiede, infine, Pagliari. “Siamo all’inizio - ha affermato Filonzi - di un cambiamento culturale: tra 10 anni la Raccolta Differenziata diventerà naturale, come già accade in alcune realtà più avanzate”.
Nelle pagine seguenti viene dato spazio ad alcune delle attività convegnistiche svoltesi all’interno dell’Area Abruzzo.
FONTI RINNOVABILI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE La Regione Abruzzo porta ad ECOMONDO l’esperienza maturata all’interno dei suoi progetti specifici. di Alberto Piastrellini Anche quest’anno, ad ECOMONDO, si è distinta la presenza puntuale della Regione Abruzzo che, all’interno dell’Area appositamente dedicata, ha promosso l’incontro e il dialogo, non solo al suo “interno”, grazie al confronto continuo fra Istituzioni ed Enti Locali, imprese e cittadini, ma anche all’esterno, mercè la volontà di creare occasioni di contatto con il più vasto pubblico. In questo senso va intesa la volontà dell’Assessorato Parchi,
Dott.ssa Iris Flacco, Dirigente del Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria, Inquinamento Acustico, Elettromagnetico, Rischio Ambientale, SINA
Territorio, Ambiente, Energia, che, tramite il Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria, Inquinamento Acustico, Elettromagnetico, Rischio Ambientale, SINA ha voluto promuovere, nella giornata del 5 novembre, il forum tematico: “Lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile nella Regione Abruzzo: Autorizzazione generalizzata per lo sviluppo del fotovoltaico e distributori di idrogeno sotto casa”. Da tempo, la “Regione Verde d’Europa” ha intrapreso un cammino di rinnovamento e adeguamento normativo e tecnologico per allinearsi agli standard nazionali ed europei, soprattutto nel settore rifiuti ed energia. Quest’ultimo punto rappresenta, infatti, il fiore all’occhiello dell’imprenditoria abruzzese, attenta alle novità, soprattutto quando quest’ultime rappresentano la soluzione giusta per integrare le esigenze dell’esercizio d’impresa con la tutela del patrimonio naturale e del territorio.
In attesa di un nuovo Piano Energetico Regionale, tuttavia, la programmazione e la progettazione volte nella direzione di accettare le nuove sfide nel campo della ricerca energetica e dell’innovazione per il conseguimento dello sviluppo sostenibile, sono già partite e hanno dato i loro frutti, soprattutto su tre fronti: 1. Energia fotovoltaica “pronta all’uso”. In Abruzzo sono stati tolti tutti gli impedimenti per la realizzazione degli impianti fotovoltaici di potenza tra 20 e 200 kWp. Basta una semplice comunicazione da inviare al Servizio Regionale competente e si possono immediatamente realizzare gli impianti fotovoltaici da installare su elementi di arredo urbano e viario, sulle superfici esterne degli involucri di edifici, di fabbricati e strutture edilizie di qualsiasi funzione e destinazione, anche non integrati ai sensi del D. M. 19/02/2007. Una importante azione varata dalla Giunta Regionale nella seduta del 12/08/2008 per sviluppare la produzione di energia da fonti rinnovabili. 2. Lo sviluppo dell’idrogeno. La Regione Abruzzo, in applicazione delle politiche energetiche regionali e delle esigenze di risanamento della qualità dell’aria in ambito urbano (soprattutto tenendo conto della procedura di infrazione comminata alla Regione per l’area ChietiPescara), ha predisposto un Accordo di Programma per l’utilizzo dell’idrogeno nella mobilità urbana. L’accordo è di immediata applicazione in quanto prevede l’utilizzo di tecnologie mature ed economicamente sostenibili. Le azioni previste dall’Accordo sono: la costituzione di una rete di distributori di carburante multifuel compreso idrogeno puro e miscele metano-idrogeno, diffusione di una mini flotta di autoveicoli alimentati a miscela metano-idrogeno, produzione dell’idrogeno in loco da fonte rinnovabile. 3. La partenership ai 3 Progetti Comunitari: ENERSUN, PROBIO e BIOGAS REGIONS. Il primo è rivolto allo sviluppo e alla sperimentazione congiunta di un sistema di generazione e stoccaggio di energia dal sole, favorendo la cooperazione fra gli Enti pubblici, le imprese e le associazioni dei Paesi transfrontalieri (Albania e Slovenia). Il secondo, incoraggia l’integrazione tra produzione e consumo nella catena del biodiesel tramite lo sviluppo di iniziative concrete di mercato a livello locale, attività di promozione e formazione. Il terzo progetto intende sviluppare una strategia per la diffusione del biogas attraverso attività di sensibilizzazione e formazione, nonché promuovere strumenti decisionali atti alla creazione di nuovi impianti di digestione anaerobica per la produzione di biogas nelle regioni partecipanti.
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“In Abruzzo, già da tre anni, è operativo, per una utenza didattica, il primo impianto nazionale per la produzione/ stoccaggio di idrogeno che utilizza una tecnologia fuel-cell per generare circa 7kW”, così ha dichiarato in apertura del Forum, la Dott.ssa Iris Flacco, Dirigente del Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria, Inquinamento Acustico, Elettromagnetico, Rischio Ambientale, SINA. Parlando di come la Regione Abruzzo abbia già da tempo individuato nella filiera dell’idrogeno puro e in miscela, una soluzione sostenibile per la risoluzione parziale dei problemi legati alle emissioni derivanti dal traffico veicolare, la Flacco ha spiegato che: “Per diffondere questa tecnologia è necessario risolvere il problema dello stoccaggio e della compressione del gas, processi che finora non sono normati da apposite validazioni nazionali”. “Inoltre - ha proseguito - non è ancora possibile omologare l’autoveicolo che utilizzi questo carburante, di fatto si potrebbe circolare solo con una targa di prova e, pertanto, il problema si sta cercando di affrontarlo in sede comunitaria, anche nell’ambito della strategia 20-20-20”. Tuttavia, ha tenuto a ricordare la dott.ssa, “Da aprile 2008 anche le Regioni possono, con lo Stato, scrivere le regole ed applicare autonomamente le Direttive EU, ed è per questo che l’Unione ha sottoscritto un Accordo con le Regioni europee che, di fatto, si ritrovano ad essere protagoniste in prima linea nel cambiamento verso le nuove strategie energetiche da implementare nei rispettivi Paesi”. Entrando nello specifico dell’idrogeno per autotrazione, la Dirigente regionale ha precisato come: “prima di parlare di piattaforma dell’idrogeno, occorra sviluppare una apposita rete di distributori che stimoli il mercato automobilistico e gli acquirenti, ad investire su automezzi innovativi”. “Per andare in questa direzione - ha continuato - proprio in Abruzzo abbiamo ipotizzato di installare questi termina-
li di distribuzione nelle stazioni che già distribuiscono il classico metano”. “Non solo - ha proseguito, ulteriormente - grazie alla collaborazione con Fiat ricerche e Fiat-Iveco, stiamo sperimentando la possibilità di immettere auto a trazione diretta e bi-fuel che, grazie all’utilizzo della miscela metano-idrogeno, sarebbero in grado di abbattere del 40% le emissioni derivanti dal traffico veicolare”. Anticipando un progetto che potrebbe vedere la luce entro pochi mesi, la dott.ssa Flacco ha concluso il suo intervento spiegando che: “già per il 2009, in occasione dei Giochi del Mediterraneo, vorremmo mettere in mostra due impianti di distribuzione e alcuni automezzi, onde concorrere, seppur in maniera marginale al miglioramento della qualità dell’aria della nostra area costiera, soggetta a procedura di infrazione per la quantità di particolato atmosferico”. Il Forum, è poi proseguito con gli interventi tecnici delle dott.sse Assunta Iacco, che ha relazionato sulla Autorizzazione Unica - DGR n. 760 del 12 agosto 2008 e Alessandra Fantini che ha compiuto una puntuale panoramica dei Progetti comunitari che vedono partner istituzionale la Regione Abruzzo stessa.
ACIAM SpA LA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI NELLA MARSICA di Donatella Mancini Venerdì 7 Novembre, presso la Sala Convegni dell’Area Abruzzo, si è svolto il Seminario informativo dal titolo “La Gestione dei rifiuti urbani nella Marsica: assetto impiantistico attuale e sviluppi futuri”, curato da ACIAM S.p.A., Servizi Energetici Ambientali, ed Enìa S.p.A, operante
in Emilia Romagna, che fornisce servizi di pubblica utilità. Nel corso del Convegno è stato tracciato lo scenario attuale del trattamento rifiuti nell’Impianto di Compostaggio di Aielli e le future implementazioni impiantistiche per il recupero dei gas di processo all’interno dello stesso impianto. Per conto di Enìa è intervenuto l’Ing. Nicola Castellini che ha decritto il funzionamento e le potenzialità dell’impianto di Termovalorizzazione di Parma, sia in termini di smaltimento che di recupero energetico, attraverso il teleriscaldamento. All’Ing. Antonello Di Matteo è spettato il compito di descrivere l’attuale quadro impiantistico della Marsica e il suo funzionamento. “ACIAM Spa - ha detto - copre il servizio di trattamento rifiuti per 37 Comuni della provincia dell’Aquila, di cui Avezzano è il più esteso, per un totale di circa 120.000 utenti. Attualmente su un totale di 55.000 ton/a di RSU il 90% è destinato alla discarica con obbligo di trattamento (D.Lgs 13/01/2003, n. 36) che riduce la pericolosità del rifiuto. L’impianto di Aielli adotta il Trattamento Meccanico Biologico (TMB), una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati che sfrutta l’abbinamento di processi meccanici a processi biologici. Appositi macchinari separano la frazione umida dalla frazione secca che viene in parte riciclata (metalli) e/o usata per produrre combustibile derivato dai rifiuti (CDR). Ciò che rimane viene smaltito in discarica. Con l’avvio della Raccolta Differenziata in Abruzzo, il quantitativo di rifiuti da trattare dovrebbe diminuire. Uno degli obiettivi di ACIAM è di produrre materiale ammendante, quindi, la società dovrà iscriversi al “Registro dei fabbricanti di fertilizzanti” e tenere un sistema di registrazione al fine di garantire la tracciabilità dei fertilizzanti prodotti”. “I punti di forza dell’impianto di Aielli - ha dichiarato l’Amministratore delegato ACIAM, Alberto Torelli - sono: • la produzione di un compost di qualità; • la capacità di poter trattare le due frazioni, umida e secca, con lo stesso sistema tecnologico (biocelle ed aia di maturazione); • la posizione baricentrica rispetto al bacino di produzione dei rifiuti della provincia e degli scarti agroindustriali del Fucino; • è facilmente raggiungibile dal sistema di comunicazione stradale; • dispone un’area attigua per eventuali ampliamenti”. “È in progetto - ha proseguito - l’integrazione dell’impianto di Aielli con una linea di digestione anaerobica che è un processo di degradazione della sostanza organica ottenuta dagli scarti alimentari e dai rifiuti umidi e di trasformazione in un gas contenente metano ed anidride carbonica, il quale, inviato ad un cogeneratore, produce energia elettrica e calore, attraverso 4 fasi:
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spremitura; digestione; spillatura biogas e cogenerazione; disidratazione”.
“Il punto debole della provincia dell’Aquila - ha concluso - è la mancanza di impianti capaci di trattare i percolati”. L’ing. Nicola Castellini della società Enìa ha presentato, poi, il progetto PAI (Polo Ambientale Integrato) di Parma, una sorta di sede centralizzata di tutto lo smaltimento rifiuti che, localizzata su un’area di circa 58 ettari, includerà sia un impianto TMB (Trattamento Meccanico Biologico), sia un termovalorizzatore cogenerativo per la produzione annua di energia termica, utilizzata per il teleriscaldamento, e di energia elettrica da immettere nella rete di distribuzione. “Tutto è iniziato - ha commentato - il 22 Marzo 2005 quando venne approvato il Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti che prevede una RD media provinciale del 56,4% entro il 2012 e la realizzazione di un impianto dedicato all’utilizzo energetico della frazione residua. Per la realizzazione del progetto è previsto un investimento di 135 milioni di Euro di cui il 78% andranno alla costruzione del termovalorizzatore che dovrà garantire l’autosufficienza energetica alla provincia di Parma. In Europa, tutti quegli Stati che come la Germania e la Svezia costituiscono un esempio di sostenibilità, hanno una media molto alta di RD ed utilizzano termovalorizzatori al posto delle discariche. Nel rapporto del Ministro tedesco per l’ambiente (Settembre 2005) si legge che in Germania le emissioni da inceneritori, rispetto a quelle prodotte da altre attività sono: • diossine meno dell’1%; • particolato meno dell’1,75%, • metalli pesanti meno dello 0,02%”. “In definitiva, l’impatto dei termovalorizzatori sull’ambiente e quindi sulla salute è ininfluente rispetto alle altre fonti di inquinamento. Le stesse considerazioni possono essere applicate - ha concluso - anche al termovalorizzatore di Bolzano”.
L’ECCELLENZA DI ARTA ABRUZZO AD ECOMONDO L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale fa il punto sullo stato dell’arte del monitoraggio e dei controlli ambientali. di Alberto Piastrellini L’importanza e l’unicità del Sistema Agenziale per la protezione dell’ambiente, organo terzo di supporto tecnico per gli Enti territoriali, è una prerogativa tutta italiana, una eccellenza particolare in un settore - quello ambientale - che
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• Funzioni inerenti le attività di laboratori deputati al controllo ufficiale dell’acqua destinata ad uso umano; • Gestione del sistema telematico di documentazione legislativa e tecnico-scientifica in materia di prevenzione e tutela dell’ambiente; • Prestazioni a favore di privati purchè le stesse non risultino incompatibili dal punto di vista dell’imparzialità che l’Agenzia è tenuta a garantire nell’esercizio dei compiti di istituto; • Erogazione di servizi per il conseguimento dei fini istituzionali anche in rapporto a progetti predisposti da Enti territoriali che prevedono oneri a carico dell’utente.
spesso non brilla, almeno nel nostro Paese, per vivacità e attenzione da parte degli organi competenti. Tuttavia, in questi anni in cui il sistema APAT (oggi ISPRA) ARPA - APPA ha avuto modo di svilupparsi e radicarsi nel territorio, sono cresciute tante competenze e tante professionalità al servizio del monitoraggio e del controllo ambientale. Ne è un esempio l’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente della Regione Abruzzo, ARTA, che, già con L. R.. 64/98 ha visto riconosciute le attività di prevenzione, protezione e tutela ambientale nello specifico delle seguenti competenze istituzionali: • Compiti e funzioni in materia di controlli e monitoraggio ambientale di fattori fisici, chimici, geologici e biologici, in materia di rifiuti, inquinamento acustico, di qualità dell’aria, delle acque e del suolo; • Compiti e funzioni in materia di formazione ed educazione ambientale; • Predisposizione di studi, ricerche, pareri in materia di prevenzione, protezione e tutela ambientale anche in collaborazione con le Università della Regione, in applicazione del D.P.R. 203/88, del D.Lgs. 22/97, del D. Lgs. 152/99 ecc.; • Attività di studio, ricerca e controllo dell’ambiente marino e costiero; degli aspetti fitosanitari del verde pubblico e delle Aree Naturali Protette nonché dei prodotti agricoli esposti ad inquinamento; • Svolgimento di attività di supporto tecnico scientifico per conto della Regione, Enti Locali (Province e Comuni), per le attività connesse all’approvazione di progetti e al rilascio di autorizzazioni in materia ambientale; • Rilascio di certificazioni ambientali quali: EMAS, ISO 14001, V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica), V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale; • Collaborazione con l’ANPA e partecipazione a programmi comunitari e nazionali di ricerca e sviluppo in campo ambientale;
Quest’anno, per la seconda volta, l’ARTA ha voluto essere presente alla manifestazione ECOMONDO di Rimini, attraverso un evento seminariale ospitato all’interno dell’Area Abruzzo. Scopo del Seminario, come ricordato dal dott. Raimondo Micheli dell’ARTA: “Presentare una panoramica delle attività e dei risultati ottenuti dall’Agenzia Regionale in questi due ultimi anni di attività”. In questo senso, ad aprire i lavori della mattinata, non poteva non essere che il Direttore Generale ARTA Abruzzo, Dott. Gaetano Basti, il quale, pur sottolineando con una nota di amarezza “la mancanza di presenze istituzionali e decisori politici, senza i quali noi non possiamo andare molto lontano”, ha voluto comunque rimarcare come: “La forza del Sistema Agenziale risisede tutta nella capillarità dei laboratori che consentono ovunque un monitoraggio efficace”. “Come Agenzia - ha ricordato il Direttore Generale - abbiamo la capacità di ottenere dati certificati che sono una garanzia per gli utenti e le amministrazioni, le quali, senza dati, non possono, ad esempio, neanche far partire le bonifiche qualora se ne presenti l’opportunità e la necessità”. Avviandosi alla conclusione del suo intervento, il dott. Basti ha voluto riportare la discussione sul terreno più congeniale della situazione ambientale regionale: “L’Abruzzo - ha chiosato - è stato considerato per troppo tempo una sorta di tappeto sotto il quale nascondere i rifiuti indesiderati, però, lo stesso Abruzzo si presenta come Regione Verde d’Europa… Questa contraddizione ci stimola a prendere coscienza di una problematica per risolverla al più presto”. “Infatti - ha concluso - fra la grandi opere strutturali che la Regione deve mettere al più presto in cantiere, la più importante è la bonifica del suolo e del territorio”. A questo punto, esaurita la sessione istituzionale, il seminario ha assunto definitivamente la sua configurazione informativa per macro aree di interesse. Il primo intervento, legato alla disamina dello stato dell’arte del rilevamento e bonifica amianto in Abruzzo, è stato curato dai Dott.ri Mauro Campanella e Pierino Di Pietro.
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Sviluppando la tematica relativa al sistema dei controlli ambientali per la rilevazione dell’amianto, il dott. Campanella ha fatto il punto degli effetti sulla salute derivanti dall’esposizione all’elemento e sulle normative di riferimento. “Negli ambienti di lavoro outdoor - ha affermato Campanella - non esiste alcuna normativa che preveda l’accertamento di questo elemento”. “ARTA Abruzzo, in collaborazione con l’Università di Bologna, ha messo a punto una metodologia, attualmente in fase di brevetto, per il rilevamento di tali fibre nel suolo”. Tale metodologia, che consiste nella determinazione di basse concentrazioni di amianto crisotilo nel suolo mediante diffrazione a raggi X (XRD) e spettroscopia infrarossa (FTIR), è stata illustrata dal dott. Di Pietro, che ne ha sottolineato l’efficacia, anche alla luce del T. U. Ambientale. Altra attività pressa in esame dal Seminario ARTA è stata quella relativa alla mappatura del radon nel territorio abruzzese. “L’esposizione prolungata alle radiazioni emesse dal decadimento del radon - ha ricordato il dott. Sergio Palermi - è responsabile del 10% dei casi di tumore nel nostro Paese, per un totale di 3.000 casi censiti”. “La legislazione italiana ha fissato dei limiti per quanto concerne l’ambiente di lavoro, purtroppo tali limiti non esistono per le abitazioni”. “A breve - ha spiegato Palermi - una Direttiva europea colmerà questo vuoto e l’Italia dovrà recepirla”. Analizzando i dati raccolti a livello nazionale e scendendo nello specifico della realtà abruzzese, Palermi ha ricordato dapprima come la campagna di misurazione del radon sia iniziata alla fine degli anni ’80, poi, analizzando i rilevamenti attuati dall’ARTA in Abruzzo, ha chiarito che: “nella nostra regione i dati sono molto confortanti; pochi i punti caldi, ubicati soprattutto nelle zone interne montuose e collinari”. Tuttavia, malgrado una importante diversificazione sia riscontrabile fra zona costiera e zona appenninica, il dott. Palermi ha voluto sottolineare come: “anche all’interno dell’area più soggetta alla presenza di questo gas nel sottosuolo, sia riscontrabile una forte variabilità, anche fra aree vicine”. Di qui la necessità di effettuare controlli e monitoraggi di cui l’ARTA si fa carico. Terzo argomento toccato dai tecnici dell’Agenzia è stato quello relativo alle discariche per rifiuti solidi urbani, valutazione delle volumetrie residue e ipotesi di saturazione; relazione a cura dell’Ing. Marco Giansante. Dopo una panoramica sulla metodologia di calcolo e la presentazione dei dati, così come derivati dall’analisi dei MUD e dal catasto regionale dei rifiuti su format APAT-ISPRA, l’ing. Giansante ha dichiarato che: “con i dati attualmente disponibili circa le volumetrie ancora disponibili nelle discariche ancora attive, sarà possibile conferire nei siti appositi fino al prossimo 31/05/2011”.
Un dato di per sé piuttosto allarmante che assume ulteriore pesantezza se si pensa che: “i dati vanno letti per ATO e, da questo punto di vista la situazione è molto più grave, soprattutto per la provincia di Teramo”. A conclusione della panoramica, non poteva mancare una trattazione relativa al monitoraggio delle acque superficiali, argomento sviluppato dal dr. Pierluigi Tribuiani e dai dott.ri a Giovanna Mancinelli e Giovanni Desiderio, che, nello specifico, hanno curato la relazione relativa al monitoraggio delle sostanze pericolose, prodotti fitosanitari e direttiva nitrati.
MAIO GUGLIELMO L’ACCETTAZIONE DEI RIFIUTI IN DISCARICA LE RESPONSABILITÀ DEL GESTORE DELL’IMPIANTO di Donatella Mancini Il Gruppo Maio ha organizzato un seminario, svoltosi Sabato 8 Novembre presso la Sala convegni Area Abruzzo, per analizzare il tema controverso dell’accettazione dei rifiuti in discarica, analizzando, in particolar modo, le implicazioni che deriveranno dall’entrata in vigore del D.M. 03/08/2005. Il seminario “L’accettazione dei rifiuti in discarica: il passaggio dalla delibera 27/07/1984 e s.m.i. al D.M. 03/08/2005 i limiti e le eventuali deroghe. Profili di responsabilità per il gestore dell’impianto” è stato introdotto e moderato da Camillo Romandini, Magistrato presso il Tribunale di Pescara che ha osservato come in materia di rifiuti regni una grande confusione nell’interpretazione della normativa, soprattutto
per quanto riguarda quella dell’Unione Europea. Di seguito Mauro Sanna, Chimico esperto in materia ambientale, ha introdotto il discorso sui limiti italiani ed europei per i rifiuti ammissibili in discarica. “Gli adempimenti previsti dalla Direttiva del Consiglio 26 Aprile 1999/31/CE - ha detto - relativa alle discariche di
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rifiuti, al fine di uniformare in tutta l’Unione europea gli impianti già esistenti alla sua entrata in vigore, si articolano in 3 momenti distinti, ma tra loro complementari: • adeguamento progressivo degli impianti; • trattamento dei rifiuti prima della loro collocazione in discarica; • rispetto dei criteri di ammissione specifici”. “I rispetti dei limiti dell’accettabilità è competenza del gestore della discarica, infatti, sebbene è il detentore a catalogare i rifiuti è poi il gestore che ne dichiara la conformità. Prima bisogna verificare che i rifiuti siano ammissibili da un punto di vista giuridico e poi appurare che non siano pericolosi. L’individuazione del codice e della tipologia del rifiuto è molto importante, tanto che alcune vicissitudini processuali scaturiscono proprio - ha concluso - da una mancata individuazione del prodotto”. Secondo Giuseppe Mininni, Dirigente di Ricerca del CNR, la disciplina è particolarmente lacunosa sui rifiuti biodegradabili. “Si assiste - ha commentato - ad un sostanziale stallo nell’applicazione delle nuove norme per effetto delle proroghe che sono state di anno in anno concesse allo smaltimento nelle discariche già autorizzate con la preesistente disciplina. Entro il 16 Luglio 2003 si sarebbe dovuto provvedere all’elaborazione di una strategia nazionale per la riduzione dello smaltimento in discarica di rifiuti biodegradabili, mentre il 16 luglio 2009 è il termine ultimo per l’adeguamento alla nuova disciplina delle discariche esistenti. L’art. 7 definisce la disciplina per i rifiuti che possono essere ammessi in discarica: in primo luogo, tutti i rifiuti devono essere preventivamente trattati, con la sola eccezione dei rifiuti inerti il cui trattamento non sia tecnicamente fattibile, e di tutti gli altri rifiuti il cui trattamento non contribuisca al perseguimento degli obiettivi del decreto stesso. Nelle discariche di rifiuti non pericolosi non possono essere smaltiti rifiuti biodegradabili, con l’eccezione di quelli urbani trattati, ne consegue il divieto di smaltimento nelle discariche di rifiuti non pericolosi di tutti i rifiuti biodegradabili, e tra questi della frazione organica stabilizzata (FOS), nonché dei fanghi di depurazione, sia urbani che industriali. Si registra al riguardo un vero paradosso: il rifiuto urbano per essere smaltito in discarica deve essere preventivamente trattato. Dopo il trattamento sarebbe consentito lo smaltimento, tuttavia, la FOS non può più essere codificata come rifiuto urbano (CER 20) bensì con il codice 19, perdendo così la corsia preferenziale che soltanto i rifiuti urbani hanno per lo smaltimento in discarica senza preventiva caratterizzazione. Il pericolo è che i rifiuti interdetti dallo smaltimento in discarica, siano comunque smaltiti in forme incontrollate con maggior danno per l’ambiente”. A questo punto del seminario, ha preso la parola Pasquale Fimiani, Magistrato presso la Corte di Cassazione.
“Una norma incerta - ha dichiarato - crea interpretazioni difficili e di conseguenza il giudice deve trovare soluzioni di buonsenso. Fino al 2003, la tutela delle regole di gestione delle discariche era affidata esclusivamente alla contravvenzione di violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione. Con il D.lgs. n. 36 sono state introdotte altre figure di illecito: • violazione dei criteri di ammissibilità in discarica; • violazione delle procedure di ammissione dei rifiuti in discarica; • violazione dei divieti di diluizione o miscelazione dei rifiuti al solo fine di renderli conformi ai criteri di ammissibilità”. “L’onere di classificare il rifiuto - ha osservato il Magistrato - grava sul produttore, ma il detentore-trasportatore deve farsi carico del controllo almeno documentale. La difficoltà consiste nel riuscire a conciliare la normativa europea con quella nazionale, che a volte è anche più severa, ma difficilmente applicabile. Poi si tende ad essere poco indulgenti nei confronti dei gestori onesti, mentre dalla produzione al conferimento del rifiuto esistono delle zone grigie in cui agisce la malavita, ma che sfuggono al controllo” “Ed è proprio lì - ha concluso - che dovrebbe focalizzarsi l’attenzione degli investigatori”. L’intervento conclusivo è stato affidato all’Avv. Michele Laforgia, esperto di Diritto ambientale. “Nel 2007 - ha commentato - sono stati smaltite in discarica 17 milioni di tonnellate di rifiuti che corrispondono al 54% del totale: anche se la percentuale dei rifiuti conferiti in discarica diminuisce, la quantità aumenta. In Italia non c’è un’emergenza rifiuti che possa prescindere dall’utilizzo delle discariche. Nel 1999, l’Europa, prima, e l’Italia, poi, hanno enunciato il principio secondo il quale è necessario produrre meno rifiuti e soprattutto usare meno le discariche, ma questo concetto è stato applicato soltanto nel 2005. Nell’attuazione del D.lgs. n. 36 si è andati oltre la richiesta ed i limiti per il conferimento in discarica sono molto rigorosi, ma in Italia sono proliferate le discariche abusive. La vicenda campana è stata gestita con le deroghe, applicando una disciplina diversa dal resto dell’Italia: alla fine tutta la nazione è stata condannata a pagare. La legge italiana non è chiara nel ripartire le responsabilità e alla fine chi rimane con il rifiuto in mano, quindi il gestore della discarica, paga tutte le conseguenze di un eventuale percorso non a norma. Se la legge equipara l’attività normale con quella abusiva o addirittura illecita, chi svolge un’attività corretta finisce con il correre gli stessi rischi del disonesto”.
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SERVIZI AMBIENTALI
“L’ITALIA DEL RECUPERO” Presentato a ECOMONDO l’annuale studio Anche quest’anno FISE (Federazione Imprese di Servizi) ha presentato a ECOMONDO il 7 novembre 2008 “L’Italia del recupero” l’annuale Rapporto sullo stato del riciclo dei rifiuti in Italia, giunto alla sua IX edizione. Promosso dall’UNIRE (Unione Imprese di Recupero), l’Associazione che aderisce a FISE, lo studio è stato realizzato con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dello Sviluppo economico e dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti e con il contributo di CONAI ed ECOMONDO. Traendo occasione dalle innovazioni introdotte dalla nuova Direttiva UE sui Rifiuti (ndr: non c’è ancora la numerazione poiché al momento non è stata ancora pubblicata sulla GUE, essendo stata approvata definitivamente dal Consiglio europeo il 20 ottobre 2008) che mira a considerare i rifiuti non più come un costo, bensì come una risorsa preziosa in sostituzione delle materie prime, “FISE UNIRE ha scelto di far precedere gli approfondimenti settoriali (carta, plastica, acciaio, alluminio, legno, gomma, batterie, rifiuti inerti) da uno studio intersettoriale che metta in risalto il contributo che ciascun settore del riciclo offre al sistema economico nazionale, nel suo complesso e per ciascuno comparto produttivo - ha osservato nella premessa del Rapporto il Presidente UNIRE Corrado Scapino Dallo studio si evince come l’industria del riciclo rappresenti un importante settore dell’economia nazionale con una dinamica in crescita, strettamente legata ai settori produttivi che riutilizzano le materie seconde. I settori del riciclaggio si devono confrontare con nuovi prodotti per utilizzare al meglio le opportunità di uso di un materiale recuperato sempre più conveniente in un mercato mondiale che negli ultimi anni ha mostrato una crescita della domanda e dei prezzi delle materie prime,
e che ha conseguentemente incentivato le materie prime seconde”. Aumentano i quantitativi di rifiuti avviati al riciclo; continuiamo ad importare dall’estero “materie prime riciclate”; il settore dei “recuperatori” conferma un ruolo strategico per lo sviluppo dell’industria nazionale, ma oggi sta già subendo i primi effetti negativi della crisi dei prezzi delle materie prime. È questa, in sintesi, la fotografia del comparto del recupero che emerge dallo studio. Il Rapporto evidenzia l’importanza del settore del riciclo, confermata dalla sua continua crescita: se negli ultimi anni la produzione industriale ha subito una contrazione dell’1,6%, le attività di recupero sono cresciute complessivamente dell’8,2%. Il mercato del riciclo produce ogni anno 35 milioni di tonnellate di materiali recuperati sostitutivi delle materie prime vergini e di cui, in particolare: 20 sono costituiti da metalli; 5,5 da carta e cartone; 4,8 da legno; 1,8 da vetro; 1,3 da plastica. I recuperatori privati agiscono su un quantitativo di rifiuti raccolti di oltre 23 milioni di tonnellate. L’Italia si conferma anche nel 2007 un Paese importatore di materie prime seconde riciclabili. I quantitativi di rifiuti avviati a recupero sono, infatti, ancora superiori al totale della raccolta differenziata in quasi tutti i settori industriali; discorso a parte vale per la carta, comparto in cui da qualche anno si registra un’esportazione del macero raccolto. La costante importazione dei materiali recuperati indica che esistono ulteriori spazi per lo sviluppo della raccolta dei rifiuti. Inoltre, le alte percentuali di riutilizzo del materiale recuperato rispetto a quello vergine (generalmente più costoso sia economicamente che in termini di impatto ambientale) segnalano che il settore del recupero costituisce un giacimento potenzialmente in forte
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crescita di materie seconde, che occorrerebbe altrimenti importare. “Se dobbiamo fare raccolte differenziate per poi mandarle in Cina, è meglio che facciamo altro - ha osservato polemicamente il Presidente FISE UNIRE - il settore del recupero delle frazioni che provengono dalla raccolta dei rifiuti nella loro totalità è la miniera del nostro paese povero di materie prime. Il problema sta allora nell’alimentare un mercato interno capace di assorbire quello che proviene dalle raccolte differenziate, che rappresenterebbe anche un sistema garanzia delle variazioni di mercato e delle crisi congiunturali”. Il settore del recupero è oggi rappresentato soprattutto da imprese di medio-piccole dimensioni che necessitano di adeguate regole di mercato e di garanzie su condizioni di libera concorrenza per potersi sviluppare. La diffusa prassi da parte degli enti locali di affidare servizi in maniera non trasparente (tramite applicazioni distorte dell’affidamento in-house) continua, invece, a condizionare la presenza sul mercato degli operatori privati, come testimonia anche la recente indagine conoscitiva sul settore degli imballaggi da parte dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato. “A fronte di un quadro tendenzialmente positivo nel recente passato - dichiara Corrado Scapino, Presidente di FISE UNIRE - le imprese del settore vivono oggi criticità legate alla situazione di mercato, contraddistinta da forti flessioni nelle quotazioni delle materie prime, che stanno determinando condizioni di incertezza per il futuro del settore. Alla luce della crisi attuale, è evidente che il mercato non può costituire l’unico volàno per lo sviluppo di questo comparto: appare, quindi, ancor più necessario puntare sull’efficienza, sulla qualità, sul contenimento dei costi dei servizi e considerare per le filiere di recupero la cui responsabilità ricade sui produttori iniziali dei beni più stringenti meccanismi di “polluter pays” (chi inquina
dizioni per favorire questa crescita: normative e procedure chiare e stabili per l’export, infrastrutture logistiche, in particolari portuali, adeguate ed efficienti. Sono queste le principali condizioni necessarie per la crescita e la competitività delle imprese italiane in questo settore, sempre più globalizzato ed esposto alla concorrenza mondiale.
paga) e, comunque, basati sul principio di sussidiarietà”. Queste le principali evidenze (in cifre) emerse dal Rapporto per i singoli settori: Carta Come per l’Europa, anche per l’Italia il 2007 è stato un anno positivo per raccolta e recupero. Il settore dei maceri è in forte espansione a livello mondiale, trainato dalla crescente raccolta differenziata dovuta a obiettivi ambientali sempre più ambiziosi in tutti i paesi europei e dalla forte crescita del settore packaging nel Far East. La tendenza generale dei principali Paesi occidentali è un focus sempre maggiore sull’export, anche per godere dei prezzi più
elevati che finora questi mercati hanno assicurato. Solo la Germania sta puntando maggiormente sulla nuova capacità produttiva a base di macero domestico e meno sull’export. In Italia il mercato negli ultimi anni sembra assestarsi progressivamente verso un maggior equilibrio. Lo sviluppo dell’export non pare avere portato sensibili rischi sugli approvvigionamenti di maceri per l’industria italiana, grazie alla crescita della raccolta, all’effetto di stabilizzazione della raccolta differenziata, alla domanda interna costante (delocalizzazione delle produzioni). Se da un lato, le imprese del settore necessitano di maggiori dimensioni, di nuove strategie e di migliori livelli manageriali, dall’altro, il sistema italiano deve creare le con-
Plastica Nel 2007 circa 598.000 tonnellate di materie plastiche post-consumo sono state avviate a recupero in Italia, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Per ogni tonnellata di plastica avviata a riciclo si evita la produzione di circa 3 tonnellate di CO2 equivalenti rispetto all’incenerimento, o si evita la produzione di circa 2 tonnellate dello stesso gas rispetto all’avvio a discarica. Non mancano difficoltà e contraddizioni, con riferimento al riciclo meccanico di materie plastiche, quale l’applicazione del Regolamento europeo REACH. Se, infatti, il REACH esclude espressamente i rifiuti dal campo di applicazione non è chiaro come esso si applichi a materiali derivanti dalle operazioni di recupero. Nel caso che le materie prime secondarie non fossero escluse con chiarezza dagli obblighi di registrazione, una corretta attività di reciclo della plastica risulterebbe problematica, se non addirittura proibitiva. Acciaio A fronte di un immesso a consumo nel 2007 di imballaggi in acciaio pari a 563.000 tonnellate, i quantitativi di acciaio raccolti hanno raggiunto le 411.000 tonnellate, con un avvio al riciclo di 391.000 tonnellate e una crescita, rispetto al risultato ottenuto nel 2006, di circa 22.400 tonnellate (pari al 6%). Il riciclo in Europa di circa 2,5 milioni di tonnellate di imballaggi in acciaio ha evitato il rilascio nell’ambiente di circa 4,7 milioni di tonnellate di CO2,
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sul totale degli imballaggi in legno circolanti sul territorio nazionale nel 2007 (2.859.574 tonnellate). Tali quantitativi superano ampiamente quelli indicati dalla legge (35%). I risultati di recupero attesi per il 2008 lasciano presagire quantitativi in linea con quanto conseguito nel 2007, con un leggero calo dell’immesso a consumo.
equivalenti più o meno a quelle emesse da 2 milioni di auto guidate per 15.000 chilometri.
Gomma La situazione italiana dei pneumatici fuori uso nel 2007, al pari di quella europea, mostra un trend stabile rispetto a quello dello scorso anno, con circa 400.000 tonnellate di pneumatici fuori uso prodotti. Di queste il 24% è avviato a recupero energetico, il 12,5% serve come materia prima seconda, il 2% viene esportato, il 12,5% viene utilizzato per la ricostruzione e il 49% non viene trattato o è soggetto a destinazioni non censite. Dal riciclaggio dei pneumatici non si producono pneumatici, ma una nuova materia prima: un granulato di gomma, materia prima ecologica ed impiegata in molteplici settori, dall’industria edilizia, dall’arredo urbano allo sport. Batterie Nel 2007 la raccolta di batterie a fine vita avviate a riciclo dal COBAT si è attestata sulle 187.623 tonnellate, con un calo pari al 2% rispetto all’anno precedente. Le ragioni della riduzione devono essere ricercate non solo nel-
Alluminio A fine 2007 la quota di recupero di imballaggi di alluminio ammonta al 59% dell’immesso al consumo, pari a 43.400 tonnellate di materiale di alluminio, 38.600 delle quali riciclate come materia prima. Il riciclo, giunto al 52,5% dell’immesso al consumo, è cresciuto di oltre il 15% nell’ultimo biennio. Grazie alle quantità riciclate sono state evitate emissioni serra per 400.000 tonnellate di CO2 e risparmiata energia pari a 144.000 tep (tonnellate equivalenti petrolio). Legno In Italia sono state recuperate complessivamente 1.739.205 tonnellate di rifiuti da imballaggio in legno, pari al 60,82%
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Rifiuti tecnologici Il quantitativo totale di RAEE di provenienza urbana recuperati nell’anno 2006 è stato di 107.000 tonnellate, con una crescita continua negli anni; tuttavia esso è ancora lontano dall’obiettivo di 4 kg/abitante/anno da raggiungere a fine 2008 pari a circa 240.000 tonnellate, secondo la Direttiva europea RAEE. Con il D. Lgs. 151/05 si è avviato un nuovo sistema di gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici che ha rivoluzionato le condizion di mercato, in particolare di quelli domestici. A differenza di quanto finora riscontrato per altre categorie di rifiuti sono nati numerosi consorzi di gestione dei RAEE che, tramite un accordo con l’ANCI, potrà essere messa pienamente a regime. I grandi elettrodomestici (come frigoriferi, congelatori, lavatrici etc.) costituiscono la parte preponderante (40% circa). Rifiuti inerti In Italia vengono prodotte annualmente circa 46 milioni di tonnellate di rifiuti inerti. Di questi, solo il 10% viene riciclato. L’introduzione di un obiettivo di riciclaggio a livello comunitario pari al 70% appare oggi difficilmente raggiungibile, anche nei tempi lunghi (2020) previsti dalla Commissione europea. la riduzione dell’immesso al consumo ma anche dalla quotazione del piombo che ha determinato la presenza di raccoglitori esterni al Consorzio il cui gettito complessivo di batterie esauste è stato pari a 10.675 tonnellate, dato ben più alto di quello rilevato nel 2006, che indicava per la raccolta di terzi un gettito di circa 5.840 tonnellate. La totalità delle batterie conferite copre solo parzialmente la capacità di trattamento degli impianti. Le batterie avviate a riciclo producono piombo oltre il 40% del fabbisogno nazionale e la reimmissione nel circuito industriale si traduce in un risparmio annuale di circa 200 milioni di euro.
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PolieCo
RIBADITA A ECOMONDO L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE PER UNA RINNOVATA COSCIENZA AMBIENTALE “Intercettare i materiali prima che divengano rifiuti”
di Alberto Piastrellini
La 12a edizione di ECOMONDO 2008, la Fiera Internazionale del Recupero di Rifiuti, Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile, si è svolta sotto la risonanza mediatica della neo-licenziata nuova Direttiva europea sui rifiuti, punto di riferimento per i 27 partner di “Eurolandia”, nonché di tutto il sistema produttivo e della filiera del recupero, trattamento, riciclo e riutilizzo. In questo contesto, tenuto conto che il diritto ambientale del nostro Paese è direttamente subordinato alle indicazioni di Strasburgo e che, qualsiasi recepimento nel diritto nazionale, qualora non fosse confacente al dettato europeo, dovrebbe essere disapplicato, grande attenzione, da parte degli operatori della filiera dei rifiuti, è stata posta al dibattito iniziato all’indomani
dell’approvazione definitiva della normativa, dibattito rinfocolato dai nuovi provvedimenti d’urgenza per la regione Campania che potrebbero essere applicati anche in altri territori del Bel Paese. In questo scenario che si apre ad un futuro incerto su cui la crisi economica e la conclamata recessione hanno posto una pesante ipoteca, le politiche ambientali abbisognano di nuovo entusiasmo e il comparto produttivo si dimostra ogni giorno di più attento alle problematiche dell’ambiente e della sostenibilità, non fosse altro che per una semplice risposta strategica alle difficoltà incontrate durante l’attività d’impresa. Ora, in Italia, già nel 1997 il “Decreto Ronchi”, aveva riconosciuto quello che
la cultura mediterranea aveva prodotto nei secoli: il concetto di consortium quale singolare raggruppamento di imprese che si mettevano insieme per raggiungere un obiettivo comune. Quindi, nello specifico dell’ambiente erano stati creati i Consorzi per la raccolta, recupero e riciclaggio, operanti a più livelli nei vari settori della società, con le relative specifiche merceologiche. Fra questi, il Consorzio PolieCo - Consorzio Nazionale per il Riciclaggio dei Rifiuti di Beni in Polietilene è quello che, più di ogni altro ha avuto una storia di difficile implementazione, ma, forte delle capacità imprenditoriali della sua base e delle professionalità tecniche dei propri vertici, ha saputo sempre mantenere una posizione di prima linea
nel dibattito nazionale ed europeo sul riciclo delle materie plastiche e, pur lavorando in un sistema-Paese che non sempre ha appoggiato e sostenuto adeguatamente i processi virtuosi della filiera dei rifiuti, ha sempre raggiunto e superato ampiamente gli obiettivi di riciclaggio imposti dalla normativa di riferimento. Tutto questo è stato possibile, non solo grazie alla scelta di non intervenire direttamente nella gestione del benerifiuto (gestione che viene lasciata alla responsabilità dell’imprenditoredetentore), bensì di garantire tutti quei servizi di coordinamento, informazione, formazione, necessari al buon andamento della filiera stessa che raccoglie professionalità diverse nei comparti della produzione, del recupero, del trasporto e del riciclo. Orbene, stante una normativa “domestica” che sin dal suo licenziamento, nel 2006 (D. Lgs n. 152 - Testo Unico Ambientale) ha prodotto sconcerto e difficoltà interpretative negli stakeholders della filiera, si è reso necessario implementare non solo la formazione della base imprenditoriale coinvolta dalla normativa, ma anche un rinno-
vato processo di dialogo e confronto costruttivo con le Istituzioni e gli Organi di controllo, promotrici, le prime, delle norme applicative, esecutori e verificatori, i secondi, della corretta applicazione delle norme stesse. In questo senso, con lungimiranza, il PolieCo, già dall’autunno del 2007, proprio in occasione dell’11a edizione di ECOMONDO, aveva intuito la necessità di creare una piattaforma formativa da offrire ai portatori di interesse della filiera, implementando l’operato del proprio Centro Studi PolieCo e attivando, all’uopo, una proficua collaborazione fra questo e “Diritto all’Ambiente - Corsi & Formazione”. Dall’esperienza di fine 2007, è scaturito, pochi mesi dopo, un ciclo di Formazione che ha toccato 7 Capoluoghi di Provincia per 8 Giornate di Formazione e, contestualmente, si è proceduto alla trasformazione del Centro Studi PolieCo nella nuova struttura denominata: Fondazione Santa Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente. È con questo “pedigree” e con la forza dei numeri scaturiti dal Report 2008
(che fa riferimento ai dati 2007), dove si evidenzia l’avvenuto riciclaggio di oltre 350.000 tonnellate dell’immesso al consumo di polietilene a livello nazionale), che il PolieCo, si è presentato alla quattro giorni di Rimini. Parola d’ordine per l’edizione 2008 di ECOMONDO era: “Industriarsi correttamente” e per PolieCo questo slogan si è tradotto nel doppio percorso dell’essenzialità legata all’immagine, (veicolata quest’anno dalla sponsorizzazione della prestigiosa Area Caffè Scienza e da un accogliente spazio istituzionale all’interno dell’Area del Riciclo) e dalla buona pratica della formazione (grazie al corposo seminario: Aspetti pratici in materia di disciplina dell’ambiente - Tendenze del diritto comunitario e domestico in materia di rifiuti, offerto ai propri Soci e agli Organi di controllo, durante l’intera giornata del 7 novembre). Oltre 300 le presenze registrate dalla Segreteria Organizzativa al desk della Sala Neri 1, una platea titolata formata da Imprenditori, agenti della Guardia di Finanza, dei Comandi Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente (ex NOE), del Corpo Forestale dello Sta-
to, senza contare i tanti Professionisti del Diritto dell’ambiente, i Consulenti e i Rappresentanti delle Istituzioni. “I nostri Corsi di Formazione nascono dall’esigenza di creare un dialogo positivo fra Aziende e Organi di controllo - ha dichiarato in apertura Claudia Salvestrini, Direttore PolieCo; Fondazione S. Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente in Roma e Bruxelles - e proprio per meglio conseguire questo risultato che il Consorzio si è dotato della nuova struttura di Fondazione”. Sottolineando, quindi, i risultati raggiunti nell’ultimo anno, la dott.ssa Salvestrini ha puntualizzato come: “malgrado la situazione contingente nel comparto del recupero/riciclo, siamo riusciti a riciclare una ingente quantità di polietilene, sottraendola a flussi poco virtuosi verso l’estero e contenendo, nel contempo, la spesa complessiva nell’ordine dei due milioni di Euro”. “La questione ambientale è la vera sfida di questo secolo “ ha dichiarato nel suo intervento Tommaso Marvasi, Avvocato del Foro di Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma; Fondazione S. Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente in Roma e Bruxelles, che, rimarcando come proprio da un rinnovato approccio culturale alle tematiche ambientali nascano le risposte giuste alle problematiche contingenti, ha proseguito nel suo intervento affermando: “è un onore presentare la Fondazione Santa Chiara che rappresenta il risultato finale di un percorso virtuoso. Dal Centro Studi PolieCo, nato per promuovere cultura ambientale, alla Fondazione che raccoglie l’esperienza e la professionalità
di tanti addetti ai lavori che si sono messi insieme creando un’equipe unica nel panorama nazionale, soprattutto in riferimento a quanto altri Consorzi analoghi al PolieCo, non sono riusciti a costruire”. A portare la voce delle massime Istituzioni nazionali è stato l’On. Angelo Alessandri, Presidente VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, che ha ricordato ai presenti come: “L’obbligo assunto da questo Governo è quello di conseguire un benessere diffuso, affinché si persegua il binomio salute-ambiente” “Non abbiamo molte risorse da destinare ai vari settori - ha ricordato dobbiamo certamente fare i conti con le spese fisse, tuttavia, ci sono tante risorse di privati che possono intervenire nel settore pubblico, a patto che il pubblico sappia dettare regole chiare, condivise e non frapponga impedimenti politici o vincoli”. “Dobbiamo dare modo agli attori del settore di operare correttamente e tempestivamente”, ha dichiarato il Presidente PolieCo, Enrico Bobbio, sottolineando come: “il problema della raccolta differenziata debba essere affrontato a priori, recuperando i diversi materiali prima che questi divengano rifiuti”. “Abbiamo 3.500 operatori disposti a lavorare in questo senso ha ricordato il Presidente a chiusura del suo intervento - consentendo pure un sostanziale abbattimento dei costi”. Voce dell’Associazionismo ambientale è stato Gaetano Benedetto, esponente del WWF Italia che, ha iniziato il suo intervento affermando che: “Quello dei
rifiuti è un settore strategico offuscato da 4 normative molto farraginose e poco interpretabili… Molte norme, quand’anche giuste, non risolvono il problema se, all’aumentare della capacità di recupero in termini di RD, aumentano anche le quantità di rifiuti immessi sul mercato”. “Dobbiamo ripartire da una rinnovata cultura ambientale - ha proseguito - e da un diverso senso di responsabilità che deve interessare, in primo luogo, le Pubbliche Amministrazioni, che, in questi ultimi anni,sono state deresponsabilizzate”. “Se non si avrà la capacità di creare meccanismi di mercato che invoglino le imprese e le PP. AA. ad interessarsi dei prodotti derivanti dal riciclato - ha concluso - non si realizzerà mai una corretta filiera del rifiuto”. In seguito, è intervenuto Salvatore Adamo, Assistente tecnico dell’On. Marcello Vernola - Vice Capodelegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo, che ha spostato l’attenzione dell’uditorio sugli aspetti innovativi che le redigende nuove normative europee in materia ambientale, porteranno al settore. A questo punto, è intervenuto, fuori programma, l’ex Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Alfonso Pecoraro Scanio, che ha voluto portare un suo messaggio nel merito dell’auspicabile aderenza delle norme nazionali sull’ambiente, ai dettati che pervengono dall’UE. “Certi meccanismi e certi privilegi vanno superati - ha affermato l’ex Ministro - tuttavia, l’esperienza e l’iniziativa del PolieCo, dimostrano che qualcosa di buone c’è nel sistema”.
Concluso l’ultimo intervento istituzionale, l’incontro è entrato nel vivo del suo oggetto, con la lunga teoria di interventi mirati. Ad aprire i lavori è stato Maurizio Santoloci, Magistrato di Cassazione, già Membro della Commissione Ministeriale per la revisione del Testo Unico Ambientale; Consulente Giuridico del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per la criminalità ambientale, nonché Direttore della testata giornalistica on-line: www.dirittoambiente.net, il quale ha relazionato sul profilo penalistico (deviato) del rifiuto, a partire dalle sollecitazioni del D. Lgs. n. 152/2006 così come modificato dal D. Lgs. n. 4/2008. A seguire, la gradevole, seppur tecnica, trattazione sulla concorrenza nella gestione dei rifiuti, a partire dall’esperienza del PolieCo, svolta dal prof. Franco Silvano Toni di Cigoli, Università degli Studi di Padova - British Institute of International and Comparative Law (BIICL) di Londra - Fondazione S. Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente in Roma e Bruxelles. La sessione pomeridiana della Giornata di Formazione, si è aperta con la prolusione del Presidente PolieCo, Enrico Bobbio, il quale, ha inquadrato il focus della discussione riportando l’attenzione dei presenti alle problematiche che vive il comparto del riciclo. “La grande differenza delle regole e la diversa interpretazione delle stesse, sconcerta il mondo dell’impresa”, ha affermato e, alludendo alla nuova Direttiva europea sui rifiuti, si è chiesto come questa sarà recepita nell’ordinamento italiano.
“Ci aspetta una stagione interessante dal punto di vista politico - ha proseguito - speriamo che non trascorra inutilmente”. Tornando sulla questione della riduzione dei rifiuti, di cui i soli imballaggi rappresentano 1/3 della quantità totale prodotta in Italia, il Presidente Bobbio ha riportato, a titolo di esempio: “come il 30% del costo riferibile al food, sia imputabile alla sola massa degli imballaggi”. “Se l’intero sistema della grande distribuzione, finora, ha beneficiato dei vantaggi degli imballaggi - ha dichiarato - è il caso che lo stesso sistema intervenga nel ciclo dei rifiuti prodotti e, in questo senso, i nostri operatori sono pronti a collaborare”. Concludendo il suo intervento con una nota propositiva, il Presidente PolieCo ha ribadito l’impegno del Consorzio a lavorare affinché i proprio associati siano stimolati a captare i materiali prima che questi diventino rifiuti a tutti gli effetti. “Come per certi alimenti le organizzazioni sindacali di categoria stanno promuovendo il cibo a Km zero - ha concluso il Presidente Bobbio - anche per quanto concerne i rifiuti, il nostro sistema industriale è pronto a rinunciare al “turismo dei rifiuti””. Successivamente i lavori della seconda parte della giornata sono proseguiti con gli interventi in programma, a partire da quello dell’ing. Ernesto dello Vicario, Coordinatore Area Rifiuti www.dirittoambiente.net - testata giornalistica on line; Dirigente Area Ambiente del Comune di Fiumicino, che ha relazionato sul recupero dei rifiuti in procedura semplificata.
A proseguire, è stato il dott. Roberto Rossi, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari Fondazione S. Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente in Roma e Bruxelles, che ha portato la propria esperienza di Pubblico Ministero nel merito del diritto penale nelle spedizioni transfrontaliere di rifiuti. Infine, a cura del dott. Alberto Pierobon, Consulente ambientale; Componente della Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; Fondazione S. Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente in Roma e Bruxelles, è stata sviluppata una corposa trattazione delle questioni relative all’assimilabilità nella gestione dei rifiuti, ponendo l’accento sulle problematiche della disciplina di riferimento e sulle questioni operative. A conclusione della giornata la Dott. ssa Claudia Salvestrini ha tenuto a precisare come: “con l’incontro di oggi si chiude il Ciclo di Formazione 2008 che, nelle sue varie declinazioni locali ha riscosso, ovunque, un grande successo in termini di presenze”. “Se durante l’anno in corso - ha proseguito - abbiamo privilegiato i Capoluoghi di Provincia quali luoghi dove proporre i nostri Corsi, a partire dal 2009, cercheremo di arrivare più a fondo nel cuore del territorio del Paese”. “Vogliamo raggiungere controllati e controllori, là dove essi operano quotidianamente - ha concluso, infine - e proprio per questo intendiamo ripetere il nostro ciclo formativo con un nuovo calendario che sarà comunicato quanto prima”.
COSMARI
“SELEZIONE DELLA SPECIE”: PROVINCIA DI MACERATA AL 45% NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA di Luca Romagnoli
Raccolta differenziata: 45% su base provinciale. Con questo risultato il COSMARI e la Provincia di Macerata si pongono a livelli altissimi sia a confronto delle altre province marchigiane sia delle altre dell’Italia centrale, raggiungendo, in anticipo, quelli che sono i limiti fissati dalla legge. Questo importante risultato si deve ad una politica dei rifiuti congegnata in maniera unitaria tra Provincia, Comuni e COSMARI, ma deve essere ascritto, soprattutto, ai 15 Comuni dell’ATO, che hanno avviato sul proprio territorio il servizio di raccolta “porta a porta”, promuovendo una vera e propria rivoluzione nel modo di pensare ai rifiuti. I cittadini, infatti, hanno ben compreso come plastica, carta e cartone, vetro, alluminio, barattolame metallico, contenitori in tetrapak, organici e oli vegetali esausti possono essere una risorsa, ossia materiale da riciclare e riutilizzare, con innegabili vantaggi per l’ambiente. A conferma di ciò c’è il dato oggettivo che i Comuni che hanno adottato il “porta a porta”, stanno raggiungendo percentuali comprese tra il 56% e l’80%. È da sottolineare, inoltre, che con questa nuova metodologia di differenziazione e raccolta domiciliare si è riusciti ad invertire i risultati raggiunti con il tradizionale sistema di
raccolta effettuata con i cassonetti stradali. Acquisendo conoscenze ed esperienze nell’utilizzazione di sacchetti blu, per il multimateriale leggero (plastica, alluminio e barattolame metallico), sacchetti di carta (carta, cartone e tetrapak), sacchetti in mater-bi (rifiuti organici) e sacchetti gialli (tutto quello che non si può ricilare), i cittadini, di fatto, adottano con grande scrupolo quelle buone pratiche utili per far funzionare il sistema: - aumento della percentuale di raccolta differenziata; - mantenimento della pulizia nella propria città; - riduzione della produzione pro-capite di rifiuti. La sensibilità dei Cittadini, l’identità di politica gestionale tra Comuni e Consorzio, la stretta collaborazione tra gli Assessorati all’Ambiente della Regione Marche e della Provincia di Macerata, i servizi di qualità erogati da Sintegra e dalle Cooperative sociali coinvolte, associate al sistema integrato di trattamento e smaltimento dei rifiuti praticato con la complessa e moderna impiantistica del COSMARI, tutte queste azioni disegnano il quadro completo di un modello che viene osservato e analizzato da più parti con estrema attenzione. Non è casuale che alcune importanti città degli Emirati Arabi e dell’Albania, oltre a terrritori di altre regioni italiane,
Gli attori degli eccellenti risultati conseguiti dal COSMARI
Il Presidente del COSMARI, Fabio Eusebi riceve dall’Assessore all’Ambiente della Regione Marche, il Premio Comuni Ricicloni
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abbiano chiesto al COSMARI di ideare specifici progetti volti a migliorare il loro sistema di conferimento e raccolta dei rifiuti. Anche nel corso di ECOMONDO, la Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, che si tiene ogni anno a Rimini, il COSMARI è stato al centro di diverse iniziative promosse con l’intento di presentare ad un vasto pubblico il 2° Rapporto sulla raccolta differenziata “porta a porta”. Non meno importante è risultato il Convegno promosso con l’obiettivo di far conoscere la “Proposta di nuova legge regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti”, che ha visto la partecipazione e gli interventi di Marco Amagliani Assessore alle Politiche Ambientali della Regione Marche, dei Consiglieri regionali Francesco Comi e Franco Capponi relatori della legge, rispettivamente, per la maggioranza e minoranza, di Carlo Migliorelli Assessore all’Ambiente della Provincia di Macerata, di Fabio Eusebi Presidente COSMARI, di Isarema Cioni Dirigente Servizio Ambiente Regione Marche e di Giuseppe Giampaoli Direttore COSMARI. Molto seguita è stata pure la Premiazione dei Comuni Virtuosi nella raccolta differenziata “porta a porta” che ha visto la consegna di importanti riconoscimenti a tutti i Comuni del maceratese che si sono distinti per i risultati raggiunti. Erano presenti a ECOMONDO molti amministratori e tecnici dei Comuni che hanno potuto vivere un momento privilegiato di confronto e di studio, così da approfondire tutti gli argomenti e tutte le esperienze presentate dalle varie realtà italiane. Anche gli studenti di scuole elementari, medie e superiori, provenienti dalla provincia di Macerata, hanno affollato durante i 4 giorni di fiera lo stand del COSMARI e l’Area
Marche. In definitiva, questo 2008 che sta per chiudersi ha registrato nuovi record e ottime performances in diversi ambiti, confermando il COSMARI come realtà in continua crescita ed evoluzione, sempre al passo con i tempi, che ha saputo investire adeguatamente ed opportunamente per l’ammodernamento degli impianti e il miglioramento dei servizi erogati. Questa dinamica realtà, sempre pronta a rispondere ai bisogni dei cittadini e dei Comuni soci, è ormai preparata per intraprendere collaborazioni e sperimentazioni insieme a Università, Enti e Partner privati. La riconferma del Consiglio d’Amministrazione e del Presidente Fabio Eusebi, la nomina a Vicepresidente di Daniele Sparvoli consentiranno di elaborare nuove strategie e il nuovo piano industriale, proseguendo, ovviamente, lungo la strada già intrapresa di ampliare il servizio di raccolta differenziata “porta a porta” ad altri Comuni maceratesi. Dopo il completamento a Civitanova Marche e Recanati nei primi mesi del 2009, il servizio verrà esteso ai Comuni di Treia, Castelraimondo, Morrovalle e Monte San Giusto. Tutto questo per un unico obiettivo: migliorare la “selezione della specie”... dei rifiuti ovviamente... riciclando sempre più plastica, carta, vetro, alluminio e organico.
Consorzio Obbligatorio Smaltimento Rifiuti Sede legale e operativa Loc. Piane di Chienti - 62029 Tolentino (MC) Tel. 0733 203504 - fax 0733 204014 cosmari@cosmari.sinp.net - www.cosmari.sinp.net
I Sindaci dei Comuni della Provincia di Macerata che sono stati premiati da “Comuni ricicloni” di Legambiente per l’eccellenza nella raccolta differenziata, insieme al Presidente Fabio Eusebi e all’Assessore all’Ambiente Carlo Migliorelli
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EQUITÀ E SOSTENIBILITÀ
È entrata in vigore il 26 settembre la nuova Direttiva UE Raccolta e riciclaggio, ma soprattutto prevenzione e informazione Il Consiglio dei Ministri ha approvato in data 23 Settembre 2008 il D. Lgs. che recepisce la Direttiva europea 2006/66/CE sulla raccolta e il riciclaggio delle pile e batterie, che abroga la precedente Direttiva 91/57/ CEE (cfr: “Nuovo corso per pile e accumulatori” in Regioni&Ambiente n. 10 ottobre 2006, pag. 46 e segg.). La nuova Direttiva fissa obiettivi rigorosi per gli Stati membri che debbono: - riciclare almeno il 25% entro il 2012 e il 45% entro il 2016 delle pile e batterie immesse sul mercato; - vietare lo smaltimento in discarica o negli inceneritori delle pile industriali e batterie delle automobili; - imporre un uso ridotto di mercurio e cadmio nelle pile portatili. L’Italia ha licenziato il Decreto di attuazione in extremis (la scadenza era prevista per il 26 Settembre), ma passerà altro tempo prima che si concluda l’iter legislativo. Si sono adeguati finora solo 7 paesi e altri 4 hanno recepito solo parzialmente la Direttiva, tanto che la Commissione ha lasciato intendere che concederà ancora qualche settimana di tempo, per poi intervenire con le procedure di messa in mora nei confronti dei ritardatari. Il 20 Ottobre 2008 la Commissione UE ha approvato un provvedimento che introduce espressamente nella direttiva succitata l’obbligatorietà del ritiro dal mercato di pile e accumulatori immessi sul mercato solo dopo il 26 Settembre 2008, non rispondenti alle nuove caratteristiche costruttive, mentre quelli immessi prima di tale data potranno
continuare ad essere commercializzati. Nel frattempo la Commissione stessa con decisione del 29 Settembre 2008 (G.U.E. n. 262/L del 1° Ottobre 2008) in ottemperanza all’Art. 10, par. 4, lettera b), ha definito la metodologia comune per calcolare le vendite annuali di pile e accumulatori portatili agli utilizzatori finali in un determinato anno nel territorio. Gli Stati membri dovranno calcolare le vendite senza tener conto delle pile e batterie portatili, uscite dal loro territorio in un determinato anno, prima di essere vendute agli utilizzatori finali. Il suddetto calcolo serve per stabilire la cifra a cui applicare le percentuali di raccolta delle pile vendute. Elemento innovativo della Direttiva 2006, così come modificata dalla Direttiva 2008/12 (G.U.E. n. 76/L del 19/3/2008), è l’obbligo derivante agli Stati membri di provvedere, mediante adeguate campagne, ad informare gli utilizzatori finali su: • potenziali effetti sulla salute umana e sull’ambiente delle sostanze utilizzate nelle pile e negli accumulatori; • necessità di non smaltire i rifiuti di pile e accumulatori come rifiuti urbani non differenziati e di partecipare alla raccolta differenziata in modo da agevolare il trattamento e riciclaggio; • sistemi di raccolta e riciclaggio a loro disposizione; • ruolo che essi possono svolgere nel riciclaggio dei rifiuti di pile e accumulatori;
• significato del simbolo raffigurante il bidone della spazzatura con ruote barrato da una croce, riportato nell’allegato II, e dei simboli chimici Hg (Argento), Cd (Cadmio) e Pb (Piombo). Inoltre, i singoli Stati possono imporre agli operatori economici di fornire interamente o parzialmente le informazioni sopra elencate. Qualora gli Stati membri impongano ai distributori di recuperare i rifiuti di pile e accumulatori portatili a norma dell’articolo 8, essi assicurano che detti distributori informino gli utilizzatori finali della possibilità di lasciare presso i loro punti vendita i rifiuti di pile e accumulatori portatili. Gli Stati membri debbono esigere che i produttori, ovvero terzi che agiscono per loro conto, prendano a proprio carico tutti i costi netti delle campagne pubbliche d’informazione sulla raccolta, il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti di pile e accumulatori portatili. Se l’informazione sulla pericolosità per la salute e per l’ambiente dei componenti di pile e batterie, qualora questi siano abbandonati sul terreno o conferiti in discarica, è essenziale per permetterne la raccolta differenziata e, quindi, sottoporli a riciclaggio e smaltimento appropriati, non c’è dubbio che la prevenzione ed il corretto utilizzo sono ancora più importanti. È bene sapere che la piccola batteria o bottone del nostro orologio ha lo stesso impatto ambientale della batteria di un
camion, ma è altrettanto necessario che gli utilizzatori sappiano usarle correttamente ed evitare che finiscano nelle discariche o inceneritori. Negli USA dove è stata promulgata nel 1996 la legge per ridurre i metalli pesanti delle pile e sulla loro raccolta, smaltimento e riciclaggio (Rechargeable Battery Management Act), l’EPA (Agenzia di Protezione Ambientale) ha calcolato che nel Paese ogni anno: • gli Americani acquistano 3 miliardi di pile di cui 350 milioni ricaricabili; eliminano 180.000 tonnellate nellate di cui 14.000 tonnellate a fine vita; • 99 milioni di batterie prodotte per auto ed imbarcazioni, prevalenterevalentemente a celle acide che contengono ontengono dal 60% all’80% di piombo bo e il restante plastica, riciclabibili. L’EPA ha avviato accordi con l’organizzazione Earth 911 che gestisce un sito web creato da Chris J. Warner, per diffondere, inizialmente, le informazioni per i residenti dell’Arizona in modo di permettere alle persone di contribuire attivamente alla sostenibilità. ibilità. Il suo ideatore prima dii morire lo scorso anno aveva dichiarato rato che “la missione più importante di queste reti è quella di responsabilizzare re e coinvolgere il pubblico a pensare globalmente e agire localmente”. A poco a poco si è esteso nei vari Stati limitrofi, per poi coprire l’intero i terrii torio statunitense, dal 2000 anche in Canada, per distribuire informazioni a livello locale, nonché promuovere conoscenze su tematiche ambientali. Earth 911 funziona anche come partenariato pubblico-privato, tramite accordi con enti pubblici per mettere insieme risorse e servizi, che il privato (Earth 911), offre ad un ente pubblico (EPA ad esempio), ma anche del settore privato che offrono sponsoriz-
zazioni, senza alcun costo per l’utente o il contribuente o con Associazioni di categoria per educare i propri membri sulle migliori pratiche e raggiungere un più vasto pubblico su tematiche ambientali. L’innovazione che ne ha decretato il successo consiste, non solo nell’offrire informazioni per la sostenibilità, ma sul suo sito web si svolgono servizi rivolti agli utenti che digitando la propria città o il codice di avviamento postale, per identificare più dettagliatamente la
zona, è possibile individuare i depositi di riciclaggio più vicini e anche i luoghi per il riutilizzo dei vari tipi di rifiuti prodotti. Inoltre, mette a disposizione i suoi esperti per convegni e seminari e fornisce elementi contenutistici per articoli e redazionali per i media su temi ambientali. Nel mese di ottobre è stato pubblicato un vademecum di “8 azioni verdi” per
utilizzare al meglio le batterie, che fa parte della serie “Green Eight”, dove si propongono 8 consigli “verdi” per vari settori di attività, in modo da creare meno rifiuti di questi importanti prodotti che ci permettono di far funzionare vari dispositivi mobili, dall’auto al telefono cellulare, i cui componenti, però hanno effetti devastanti, se abbandonati sul terreno o conferiti in discarica. 1. Sostituirle una alla volta Se il dispositivo ha smesso di funzionare e necessita di 4 batterie zionar si acquistano AA. Probabilmente P 4 nuo nuove batterie per reinserirle in luogo di quelle. In realtà solo una potrebbe essere esausta. Comperanpotreb do un tester per batterie, si potrebbe individuare quali batterie non hanindivid no car carica e rimpiazzare solamente quelle. Alcune pile sono immesse quelle sul me mercato anche hanno anche il tester sulla batteria stessa. teste 2. Miscuglio di metalli pesanti Nella maggior parte dei casi, la riNel cerca di un prodotto con minor ce numero di materiali pericolon ssi risulta più sostenibile. Nel ccaso di batterie, i componenti pericolosi fanno aumentare le per possibilità di trovare opzioni di ripossib ciclaggio. Si consideri che: ciclagg • le batte batterie per auto contengono piombo e a acido solforico e hanno una percentuale di riciclaggio attorno al percen 90%; • le l b batterie monouso a cella asciutta sono state private del mercurio negli ultimi anni ed ora è assai più difficile trovare siti dove vengono riciclate rispetto a quelle ricaricabili; Se le batterie hanno elementi quali piombo, mercurio o litio, ci sarà maggiore vantaggio per un riciclatore che può recuperare questi metalli. Si deve fare in modo di tenerli fuori dalla portata dei bambini e degli animali domestici.
3. I computer portatili non sono adatti per stare sulle ginocchia Come ben si sa le batterie e il calore non vanno d’accordo. Ebbene, il computer genera internamente una congrua quantità di calore che è il motivo per cui viene dotato di un ventola. Utilizzando il computer portatile su una superficie morbida (come ad esempio le ginocchia) si limita il flusso d’aria, determinando il riscaldamento della batteria. 4. Tenere le batterie al freddo È possibile aver sentito dire che le batterie devono essere messe nel frigorifero o nel congelatore per renderle più longeve. Sebbene questo sia possibile, dovranno essere scongelate prima di usarle per evitare la condensa nei dispositivi. Indipendentemente si dovrebbe evitare di conservare le batterie in luoghi caldi, perché potrebbero perdere i fluidi. 5. Attendere per aver una buona ricezione “Mi senti ora?”. Questo è l’atteggiamento più diffuso quando si usa un cellulare. Quando il cellulare ha una scarsa ricezione utilizza maggior potenza della batteria per ricercare segnali più forti. Attendere per avere una ricezione migliore, permetterà alla batteria del cellulare di durare più a lungo. 6. Isolare la batteria dell auto dell’auto Si rifletta sul fatto che un’auto subisce più variazioni di temperatura di qualsivoglia altro oggetto personale. Affronta condizioni di tempo o cald caldo l o e ffreddo reddo do o viene vie i nee rriscaldata ri scal sc cal alda daata t e rraffreddata affr af fred fr ed dd daaata t ta durante dura du rant ra ant nte ogni nte og o gni ni viagvia ag g-gio gi o e fi ffinisce ini niiscee col
trascorrere la notte in un garage non ben isolato (se è fortunata). Si potrebbero trovare coperture di isolamento per consentire alle batterie di adeguarsi meglio alle diverse condizioni di temperatura. Quando capita di aprire il cofano si verifichi se la batteria è isolata o la si faccia controllare ad un professionista qualificato. 7. Avviare manualmente le batterie I tempi per generare potenza con le manovelle sono trascorsi. O no? È possibile attualmente trovare dei congegni manuali per ricaricare ogni dispositivo, dai cellulari ai lettori mp3. Oltretutto è possibile fare un piccolo esercizio. Un’altra soluzione consiste nel ricaricare il gadget con l’energia solare. Sono entrambe forme di energia rinnovabile in modo da non dover utilizzare energia elettrica non rinnovabile per dare potenza alle batterie. 8. Optare per un inserimento alla corrente Molti dispositivi sono dotati di compartimenti a batterie e di un trasformatore di corrente A/C, incluse sveglie e lampade. Si può risparmiare energia adoperando batterie, ma si producono rifiuti quando le batterie si esauriscono. Non si dimentichi che si deve consumare energia anche per ricaricare le
batterie. Se se ne ha l’opportunità l’inserimento alla rete elettrica farà risparmiare risorse. Sempre sul sito di Earth 911 ci sono le informazioni sulle varie tipologie e caratteristiche di composizione di pile e batterie è presupposto determinante per il loro corretto smaltimento e riciclaggio. Le pile contengono sostanze tossiche e le ricaricabili, metalli pesanti come il cadmio. Alcuni di questi metalli contenuti nelle pile possono provocare danni all’ambiente, ma negli USA non tutti gli Stati li considerano rifiuti pericolosi. La prima distinzione da fare è tra: - Batterie monouso (Primarie) • Alcaline • Carbonio-zinco e cloruro di zinco • Litio-manganese • Zinco • Ossido di argento e ossido di mercurio - Batterie ricaricabili (Secondarie) • Nichel-cadmio • Nichel metallico • Litio ioni e Litio ioni-polimeri • Piombo Primarie Le alcaline sono le batterie più scelte dai consumatori. Durano più a lungo ed hanno un rendimento migliore ad alte e basse temperature. Si conservano per due anni a temperatura ambiente e trattengono il 90% della loro potenza originale. Inizialmente erano più costose degli altri tipi, ma ora la loro maggior produzione ha fatto abbassare i prezzi in modo tale da renderle competitive con le altre. In commercio ne esistono due tipi: • alcaline standard, usate per dispositivi a bassa-moderata potenza come radio portatili, scanner e comandi a distanza;
• alcaline premium, utilizzate in dispositivi che necessitano di maggior potenza come fotocamere digitali e lettori CD. La riduzione del loro contenuto in mercurio iniziata nel 1984, ha fatto sì che oggi le batterie alcaline contengano 1/10 del mercurio presente in precedenza ed alcune sono addirittura mercury-free. Tuttavia, secondo l’EPA, l’idrossido di potassio, l’alcale contenuto nell’interno può fuoriuscire se le pile vengono danneggiate o usate male, causando gravi ustioni chimiche se la sostanza entra in contatto con la pelle e gli occhi. Le pile al carbonio-zinco e cloruro di zinco sono batterie che vengono ormai sostituite dalle alcaline, dal momento che non hanno una lunga durata e soffrono le alte e basse temperature. Vengono utilizzate per lo più per strumenti ad uso intermittente come flash, calcolatrici, giocattoli, ed essendo poco costose, sono scelte dai produttori di strumenti venduti con incluse le batterie. Lo zinco contenuto in queste batterie può essere opportunamente riciclato. Le pile al litio-manganese, a forma per lo più di bottone, hanno una maggior durata rispetto alle altre pile e offrono prestazioni di gran lunga superiori, non risentendo di temperature estreme. Sono molto utilizzate in dispositivi esterni (meteorologici) o interni (pacemaker) e soprattutto in prodotti di basso spessore (videogiochi palmari, rasoi, spazzolini da denti elettrici). Il litio e il manganese in esse contenuti possono essere recuperati. Le pile zinco-aria si differenziano, oltre che dalle ridotte dimensioni, dalla necessità di ossigeno esterno per poter
funzionare, riducendo notevolmente i componenti, ma si decurta notevolmente la loro durata qualora non esposte all’aria prima della loro utilizzazione o quando necessita. Anche in questo caso il metallo può essere ritrattato. Le batterie all’ossido di argento e ossido di mercurio. Le prime sono utilizzate in orologi analogici digitali, quelle con l’idrossido di sodio, e in orologi con mercury free LCD (idrossido di potassio), in apparecchi acustici, calcolatrici, in cercapersone, nelle telecamere elettroniche e nelle macchine fotografiche. L’argento contenuto, poiché costoso, dopo che sono stati neutralizzati gli elettroliti, può essere recuperato. Le seconde dovrebbero essere via via eliminate, per essere sostituite da quelle a zinco-aria e all’ossido di argento. Il loro smaltimento deve essere effettuato in sicurezza. Secondarie Le batterie al nichel-cadmio (NiCd) sono state le prime batterie ricaricabili immesse sul mercato a prezzi ragionevoli e disponibili nelle dimensioni cilindriche standard (AA, AAA, ecc.). Sono di due tipi: - con cellula a sfiato, che debbono essere posizionate in modo da poter essere rimboccate con acqua per la loro manutenzione; - a cellule sigillate, che non hanno bisogno di manutenzione e, quindi, di un adeguato posizionamento. Vengono utilizzate le prime per applicazioni militari, mentre le seconde in dispositivi che necessitano di scarsa potenza quali scanner, radio portatili cordless ed utensili elettrici domestici. Contenendo cadmio, un metallo pesante tossico, richiedono un corretto smaltimento, tanto che negli USA vi è una tassa inclusa nel
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prezzo di queste batterie, classificate come rifiuti pericolosi e con l’obbligo del riciclaggio per recuperare i metalli utilizzati per la produzione di acciai. La principale differenza tra le batterie a nichel-cadmio e quelle nichel metallico (NiMH) è la sostituzione del cadmio con idruro metallico. Sono anche queste disponibili nella forma cilindrica standard e sono due-tre volte più durevoli di quelle al nichel-cadmio, ma devono essere ciclicamente scaricate per evitare un rapido degrado delle prestazioni (lazy-battery). Vengono utilizzate in dispositivi portatili, come computer, fotocamere digitali, telefoni cellulari. Le batterie a litio-ioni (Li-ion) e al litio-ioni polimeri possono essere ricaricate prima di essere completamente scariche, senza compromettere la loro capacità energetica. Di forma cilindrica o rettangolare sono più piccole e più leggere ed in grado di fornire maggior potenza di quelle al cadmio-nichel e nichel idruro metallico. Sono impiegate per lo più in telefoni cellulari, dispositivi portatili computerizzati, che non debbono essere lasciati in auto durante l’estate, perché raggiungendo elevate temperature, le batterie possono incendiarsi o esplodere. Per cui non è opportuno manometterle od intaccarne il telaio. Sono riciclabili e il metallo può essere opportunamente recuperato. Le batterie al piombo-acido sono state le prime ad essere ricaricabili, tuttavia non dovrebbero mai essere completamente scariche perché ciò potrebbe comprometterne il funzionamento. Sono le batterie utilizzate per le auto e per le imbarcazioni e quantunque il loro recupero e riciclaggio siano stati i programmi più riusciti al mondo (negli USA viene riciclato il 97% delle batterie immesse sul mercato), è auspicabile che la tecnologia sia in grado di sostituirle per il rischio che il loro improprio smaltimento possa provocare gravi danni ambientali.
UNO SPAZIO DEDICATO A...
Comune di Monsano (AN)
REGISTRAZIONE EMAS:
TRAGUARDO RAGGIUNTO DOPO UN COERENTE PERCORSO DI GESTIONE OTTIMALE DEL TERRITORIO E DI SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE di Roberto Paoloni
La sezione EMAS Italia del Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit, nella seduta del 19 Settembre, ha deliberato la Registrazione EMAS (n. IT-000968 con validità fino al 28 Febbraio 2011) del Comune di Monsano. Si tratta di un grande, prestigioso traguardo, conseguito attraverso la realizzazione di un percorso virtuoso, iniziato alcuni anni fa, attento alle tematiche ambientali e alla gestione del proprio territorio: dal Biodiesel utilizzato per gli automezzi comunali alle iniziative sul risparmio energetico rivolte ai cittadini, dal fotovoltaico nella scuola materna ed il 65% di raccolta differenziata raggiunto con il sistema di raccolta degli RSU attraverso il metodo “Porta a porta”. In Italia, lo scorso Giugno circa un migliaio tra Imprese ed Enti locali hanno ottenuto la Registrazione EMAS, tra cui 92 Comuni. Il Comune di Monsano è il primo nella provincia di Ancona ad ottenere questo importante, significativo risultato; nelle Marche segue alle Registrazioni di Camerino e Pievebovigliana. Socio fondatore della “Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi”, Monsano raggiunge così anche l’altro Comune socio, Ponte nelle Alpi (BL), certificato EMAS e fresco vincitore del Premio nazionale “Comuni a 5 stelle”, svoltosi a Capannori (LU) lo scorso Settembre. “Con la registrazione EMAS abbiamo raggiunto un eccellente risultato – afferma il Sindaco Gianluca Fioretti, nonché Presidente dell’Associazione - Monsano, pur trovandosi, ancora a gestire un grave caso di inquinamento da cromo nella zona industriale rientrante nell’AERCA (Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale) della bassa e media Vallesina, riuscendo a certificarsi EMAS ha dimostrato di saper gestire al meglio il proprio territorio. Ringrazio naturalmente la Giunta, il personale comunale e la precedente
Amministrazione, che aveva già intrapreso il percorso verso EMAS”. Al Sindaco e alla Giunta sono arrivati, inoltre, gli apprezzamenti e le congratulazioni della Sen. Silvana Amati, la quale ha detto: “così si conferma la buona, anzi ottima, gestione del territorio realizzata dall’Amministrazione da Lei presieduta, requisito essenziale per ottenere l’adesione”. Introdotto dal Regolamento (CE) n 761 del 2001, EMAS (Eco Management and Audit Scheme - Sistema Comunitario di Ecogestione e Audit) si presenta come uno strumento formidabile ad ampio spettro per attuare concretamente i principi dello sviluppo sostenibile. Si propone, infatti, l’obiettivo di favorire, su base volontaria, una razionalizzazione delle capacità gestionali dal punto di vista ambientale delle organizzazioni, basata non solo sul rispetto dei limiti imposti dalle leggi, che rimane comunque un obbligo dovuto, ma sul miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali, sulla creazione di un rapporto nuovo e di fiducia con le istituzioni e con il pubblico e sulla partecipazione attiva dei propri dipendenti. Per arrivare alla Registrazione EMAS, il Comune di Monsano ha intrapreso questo percorso: • redazione di una Analisi Ambientale con la quale è stata stabilita la posizione iniziale dell'organizzazione rispetto alle condizioni ambientali; • redazione e pubblicazione del documento di Politica Ambientale, cioè gli obiettivi e i principi generali di azione rispetto all'ambiente, con la definizione del quadro di riferimento per fissare obiettivi specifici e target; • elaborazione del Programma Ambientale, con una descrizione delle misure adottate per raggiungere gli obiettivi specifici ed i target, conseguenti alla politica ambientale;
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• redazione e attuazione del Sistema di Gestione Ambientale (SGA), cioè quella parte del sistema complessivo di gestione (struttura, pianificazione, responsabilità, pratiche, procedure, processi e risorse) che consente di sviluppare, mettere in atto, realizzare e mantenere la Politica ambientale. • effettuazione di auditing: (valutazione sistematica, periodica, documentata e obiettiva delle prestazioni dell'organizzazione, del SGA e dei processi destinati a proteggere l'ambiente); • redazione della Dichiarazione Ambientale pubblica, che comprende la Politica ambientale, una breve descrizione del SGA, dell'organizzazione, degli aspetti ambientali significativi, degli obiettivi e target ambientali ed in generale delle prestazioni ambientali dell’Ente. L’adesione ad EMAS da parte del Comune di Monsano produrrà una serie di vantaggi, tra cui: • riorganizzazione interna e conseguente crescita dell'efficienza; • riduzione dei costi a seguito di una razionalizzazione nell'uso delle risorse e nell'adozione di tecnologie più pulite; • creazione di un rapporto di maggiore fiducia con gli organismi preposti al controllo ambientale e con quelli che rilasciano le autorizzazioni; • riduzione delle probabilità di eventi che possono arrecare danno all'ambiente; • maggiori garanzie in termini di certezza del rispetto delle normative ambientali; • riconciliazione con i cittadini che percepiscono l'impegno al miglioramento ambientale da parte dell'organizzazione; • crescita delle conoscenze tecnico-scientifiche e loro uso per il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali;
• riequilibrio sul territorio tra necessità di sviluppo e difesa dell'ambiente; • maggiori garanzie di successo nelle azioni che vengono intraprese in materia ambientale, a seguito di una più attenta valutazione;
• incremento del valore patrimoniale per la garanzia di una corretta gestione ambientale che ne esalta la valutazione.
DICHIARAZIONE AMBIENTALE - ASPETTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI Area/ U.O.
Tipo di Aspetto
1
Tecnica/ A-E
D
Acque
2
Tecnica/ E
D
Sversamenti di sostanze pericolose (Cr6+, Cr Incremento concentrazione inquinanti nel terSuolo ed acque sotterranee: Totale, metalli, ecc.) derivanti dal ciclo produt- reno, nelle acque sotterranee, superficiali e in Uso e Contaminazione tivo di origine industriale/artigianale pubblica fognatura
3
Tecnica/ E
IT
Rifiuti
Tecnica/ D
D
Suolo: Uso e ContaminaDestinazione d’uso delle aree come da PRG zione
Variazione assetto territorio, impermeabilizzazione del suolo
N
Tecnica/ D-E
D
Questioni locali
Potenziale impatto negativo delle costruzioni a carico delle matrici ambientali suolo, acqua, aria, paesaggio
N
D
Dispersione nel suolo di sostanze inquinanti Aumento della concentrazione di sostanze Suolo: Uso e Contamina- derivanti dalla gestione ex discarica. inquinanti nel suolo. zione Scarico di acque reflue da sedimentazione Inquinamento dei corsi d’acqua o della falda primaria di percolato
N
D
Energia
Consumo di energia elettrica
Sfruttamento di risorse non rinnovabili
N
D
Suolo, Ambiente e Sicurezza
Sversamento di sostanze pericolose in officina
Inquinamento del suolo, pericolo di incendio/ esplosione
A
Comparto Ambientale
Descrizione aspetto
Descrizione impatto
Condizioni (N/A/E)
Ristagno di acqua nel parco urbano in via Puglie
Saturazione del terreno, impraticabilità ed insalubrità dei luoghi, allagamento dei parcheggi circostanti
N
Produzione rifiuti solidi urbani derivanti dalle Aumento della quantità dei rifiuti nell’ambiente attività della popolazione residente
4
5
6 7
Tecnica/ E Tecnica/ E Tecnica/ G
Pianificazione territoriale
A/E
N
8
Tecnica/ E
IT
Rumore
Rumore prodotto da macchinari e attrezzature durante il ciclo produttivo, industriale, agricolo, Aumento dell’inquinamento acustico traffico, manifestazioni, lavori stradali, ecc.
N
9
Tecnica/ E
IT
Rifiuti
Aumento della quantità dei rifiuti pericolosi Produzione rifiuti abbandonati pericolosi e non nell’ambiente, potenziale rischio di formazione derivanti dalle attività industriali/artigianali di siti inquinati
N
Il Certificatore Baldoni: “EMAS un autorevole riconoscimento per l’impegno dell’Amministrazione” La tutela dellíambiente e del paesaggio necessita di attenzione continua per il territorio e i suoi abitanti. Ma occorrono strumenti adeguati per la gestione dei rapporti e delle responsabilità dei diversi interlocutori pubblici e privati, quali il Comune, la Provincia e ARPA Marche da un lato e le aziende produttive e di servizio ma anche i cittadini, i sindacati e le aziende extraterritoriali dallíaltro lato. La Registrazione EMAS prevista dal Regolamento CE 761/01, strumento della Comunità Europea, conseguita dal Comune di Monsano mediante líavvenuta convalida della Dichiarazione Ambientale da parte del Verificatore Accreditato, poi confermata dal Comitato EMAS (composto da rappresentanze di 4 Ministeri), anche tramite il controllo di ARPA Marche, rappresenta líautorevole riconoscimento allíimpegno dellíAmministrazione comunale che ha voluto avviare un percorso impegnativo, basato sui fatti, verificato da una parte terza e verificabile dallíopinione pubblica. L’impegno dell’Amministrazione comunale di dotarsi di regole interne per il rispetto delle leggi ambientali, l’organizzazione interna delle attività, il miglioramento di alcune importanti caratteristiche ambientali del territorio e la comunicazione ai Cittadini della qualità ambientale del loro territorio, rappresenta un significativo atto a tutela del territorio e della popolazione.
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INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO
Presentato il Rapporto sulle Plastiche in Europa
PLASTICA: HA PIÙ DI CENT’ANNI, MA NON LI DIMOSTRA! “Di forma in forma, di vita in vita”
Il ssuo obiettivo era di trovare un sostituto della gommalacca, una resina termoplastica naturale che veniva prodotta dalle un secrezioni della femmina di un coleottero (Kerria lacca) che sec vive nel Sud-Est asiatico e prelevata sulla corteccia degli viv alberi dove venivano depositate. alb Baekeland chiamò il prodotto OxybenzylmethylengeycoBa lanhydride, depositandone il brevetto il 13 luglio 1907, lan riconosciutogli il 7 dicembre 1909 e subito commercializzato ric con il conosciutissimo marchio Bakelite (Bachelite). co Non è stata la prima “plastica” ad essere utilizzata, ma è stato No il primo p prodotto sintetico, antenato delle moderne plastiche che si sono imposte sui mercati internazionali nei decenni ch successivi e divenute simboli dei consumi di massa. suc Seguiranno cellophane, rayon, polivinilcloruro (PVC), naySeg lon, polistirene e EPS (polistirolo espanso), polietilene e lon polipropilene, conosciuto in Italia come moplen e nato dalle po intuizioni di Giulio Natta che per questa scoperta, effettuata int nel 1954, ebbe nel 1963 il premio Nobel per la Chimica. ne Insomma l’elenco delle plastiche esistenti sarebbe difficilIns mente contenibile in poche righe. me Tu Tutte hanno in comune il fatto che sono costituite da polimeri artificiali, cioè da molecole lunghe come catene, i cui me aanelli sono altrettante unità chimiche. I polimeri si dividono in: • termoindurenti (con l’aumentare della temperatura passano dalla plasticità alla durezza), oggi meno utilizzati; • termoplastiche (la plasticità acquisita alle alte temperature diminuisce in fase di raffreddamento) che sono ormai domid nanti.
Telefono in bakelite su mobile (1926)
Quando Leo Hendrick Baekeland, chimico belga trasferitosi alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti, riuscì nel 1907, dopo varie sperimentazioni, a miscelare ad alte temperature, controllandone la pressione di reazione, fenolo e formaldeide, non pensava certo che la sua invenzione avrebbe dato l’avvio a una vera e propria rivoluzione nel modo di vivere delle persone conosciuta con l’Età delle Materie Plastiche.
Qu Quantunque l’innovazione nelle plastiche di base può considerarsi conclusa, quella relativa alle plastiche speciali co sembrano avere un futuro altrettanto secolare. Ci riferiamo sem alle plastiche biodegradabili e a quelle connesse a settori all chiave delle biotecnologie e nanotecnologie, dei processori chi e ccristalli liquidi, che avranno un ruolo determinante nel ridurre le emissioni in atmosfera, e approntare a fonti alterrid native di energia e nel produrre strumenti e apparecchiature nat nel campo medico. ne Per molti, ancora, sono pregiudizialmente odiate, quale Pe simbolo di inquinamento, poiché essendo indistruttibili sim determinano un notevole impatto ambientale per la loro de persistenza nei luoghi dove vengono smaltite. Non sono tuttavia le plastiche che vanno demonizzate, ma il loro cattivo uso. Proprio la loro durevolezza consente alle plastiche di poter essere riciclate senza perdere caratteristiche, trasformandosi in materia prima secondaria per tutta una serie di applicazioni: dall’edilizia all’industria tessile; dagli arredi urbani ai sacchetti della spazzatura; dai mobili ai parchi giochi; dalle moquette agli oggetti sportivi e di design (non
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“Fit Feet”, teli da bagno portatili in polipropilene della Armor
Domanda di plastiche da parte dei Paesi ttrasformatori rasformatori europei (i migliaia (in i li i di tonnellate/anno) t ll t / )
dobbiamo dimenticare che la plastica è stato il materiale più utilizzato da quel movimento artistico del Novecento, denominato Art Déco). Le plastiche sono come l’araba Fenice, in grado di rinascere a nuova vita dopo la morte. Viene in mente lo slogan, ben ideato per il PolieCo (Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclaggio dei Rifiuti di Beni in Polietilene) con il quale viene sottolineata l’importanza e la necessità del recupero e riciclaggio del polietilene, ma vale per tutte le plastiche in generale, che passa “Da forma a forma, di vita in vita”. L’importanza e la dinamicità del settore delle Plastiche, vengono ben sintetizzate in “The Compelling Facts About Plastics 2007”, il 18° Rapporto sulla produzione, domanda e recupero delle plastiche in Europa, presentato il 21 ottobre 2008 e prodotto in collaborazione tra PlasticsEurope, EuPC, EuPR e EPRO, le Associazioni europee dei produttori, trasformatori, recuperatori e riciclatori delle materie plastiche.
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Percentuali di riciclaggio e recupero energetico nei Paesi europei
Dal rapporto, infatti, si evidenzia che: • la produzione mondiale annua è stata pari a 260 milioni di tonnellate con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente; • la domanda di materie plastiche è cresciuta del 3% rispetto al 2006, superiore quindi alla crescita del PIL; • la maggior parte (50%) dei polimeri processati sono stati poliolefine: 29% polietilene (17% LLDPE - LDPE e 12% HDPE) e 18% polipropilene; seguono con il 12% il PVC, con l’8% polistirene e EPS, al 7% il PET e al 7% è anche il poliuretano. • i settori principali d’impiego delle materie plastiche risultano essere stati: - imballaggi (37% del totale); - edilizia e costruzioni (21%); - automotive (8%); - elettrico-elettronico (6%). • 27 Paesi membri dell’UE, più Svizzera e Norvegia, hanno trasformato 52,5 milioni di tonnellate di materie plastiche in crescita del 3%, con Germania e Italia che si confermano principali Paesi di consumo (40% ciascuno della produzione europea);
• 27 Paesi UE + CH e NO hanno prodotto 65 milioni di tonnellate, con Germania in testa (7,5% della produzione mondiale), seguita da Benelux (4,5%), Francia (3%) e Italia (2%); • l’industria del settore ha raggiunto un fatturato di 300 miliardi di euro, dando lavoro a 1,6 milioni di addetti distribuiti su circa 50.000 imprese (soprattutto piccole e medie imprese di trasformazione); • il tasso di recupero post-consumo è cresciuto di un punto percentuale, raggiungendo il 50% tra recupero energetico (+3%) e riciclaggio vero e proprio (+11%), su un totale di 24,6 milioni di tonnellate di rifiuti plastici (23,7 milioni nel 2006); • in 9 Paesi (Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia, Svizzera) che rappresentano il 29% della popolazione interessata dall’indagine, si è recuperato oltre l’80% dell’immesso a consumo, avvicinando l’obiettivo di zero rifiuti plastici in discarica, mentre la metà dei Paesi membri dell’UE non arriva a recuperare il 30%; • la quantità di rifiuti in plastica finita in discarica è stata pari a 12,4 milioni di tonnellate, cifra pressoché uguale all’anno precedente, anche se c’è stato un aumento nei consumi di polimeri;
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Produzione e ripartizione mondiale delle plastiche
• continua a crescere l’esportazione di rifiuti plastici post consumo, che ha toccato le 650.000 tonnellate (+3% rispetto all’anno precedente). Importante, seppur poco conosciuto, è il contributo che le industrie delle plastica danno all’uso sostenibile delle risorse e alla riduzione delle emissioni di gas serra, grazie al loro riutilizzo. Purtroppo, le imprese non riescono a dialogare, efficacemente sul questo aspetto con i vari stakeholders e, soprattutto, non riescono a comprendere che le azioni basate sul principio fondamentale dello sviluppo sostenibile e quelle per una adeguata e corretta informazione sono fondamentali per sviluppare ed attuare efficaci strategie di mercato per affrontare le sfide globali ed ambientali.
“Slim”, sedie prodotte da Softline in Luran, fabbricato dalla BASF (foto BASF 2007)
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AGENDA 21
VERSO UNA PRODUZIONE E UN CONSUMO SOSTENIBILI. IMPRESE, CONSUMATORI E PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI INSIEME PER LA SOSTENIBILITÀ a cura di Luna Beggi e Antonio Kaulard gruppo di lavoro Vetrina della Sostenibilità, e Daniela Malavolti Serv. Comunicazione, Educazione alla sostenibilità della Regione Emilia-Romagna
Esiste una galassia di realtà imprenditoriali, di ricerche sul campo, di progetti già operativi che hanno messo al centro l’azione sostenibile. Esperienze innovative virtuose e buone pratiche che dimostrano come si possano orientare produzioni e consumi in una direzione responsabile, solidale e attenta all’ambiente. È un coro di voci, eterogenee e a volte poco conosciute, quello messo insieme dalla Regione Emilia-Romagna in occasione dell’incontro “Verso una produzione e un consumo sostenibili. Imprese, consumatori e pubbliche amministrazioni insieme per la sostenibilità”. L’incontro, tenutosi il 5 novembre ad ECOMONDO, è stato introdotto dall’assessore regionale all’Ambiente e sviluppo sostenibile, Lino Zanichelli, che ha illustrato i punti qualificanti del Piano di Azione Ambientale 2008-2010, sottolineando come “lo sviluppo sostenibile sia il pilastro fondamentale del futuro della nostra regione”. Con la formula di brevi interviste, curate dal giornalista di E’TV, Stefano Catellani, si sono succeduti imprenditori, docenti universitari, associazioni dei consumatori e ambientaliste, ma anche
attori pubblici e privati che propongono buone pratiche per raccontare “cosa” e “come” si può fare sostenibile. “Tante belle storie lungo la Via Emilia - commenta il giornalista - tante eccellenze dove si coniuga sostenibilità con business. Ma molte di queste ancora si conoscono troppo poco.” È il caso di Landi Renzo spa, azienda di Cavriago (RE) fondata nel 1954 ed oggi quotata in borsa, realtà di primo piano a livello internazionale nella produzione di sistemi di alimentazione alternativi a gpl e metano per autotrazione e che collabora con le più importanti case automobilistiche mondiali, cui fornisce componenti o sistemi completi. Corrado Storchi, Marketing & Communication Manager dell’azienda: “Il futuro è l’idrogeno per alimentare un motore elettrico; ci stiamo lavorando e nel frattempo abbiamo investito in ricerca e sviluppo per l’impiego di metano e gas per trazione. I frutti di questo impegno li raccogliamo soprattutto all’estero, dove maggiore che in Italia sembra essere la capacità di intraprendere scelte importanti per la sostenibilità. Alcuni esempi: il programma di metanizzazione voluto da
Numerosa la partecipazione al convegno
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Chavez per contrastare l’inquinamento atmosferico o il caso del Pakistan dove in 5 anni i veicoli a metano sono passati da 300.000 a 1.600.000, pari al 20% del parco auto circolante, mentre in Italia siamo fermi all’1%.” Altrettanto stimolante il percorso di Arturo Malagoli, Italgraf-Raggio Verde, che ha raccontato come dall’esigenza concreta di abbattere i costi per l’acquisto della carta sia arrivata l’idea di produrre in proprio la materia prima reintroducendo la coltivazione della canapa, di cui l’Emilia-Romagna era, fino al secondo conflitto mondiale, uno dei principali produttori mondiali. Dalla canapa oggi è possibile ricavare ben 150 prodotti con applicazioni che spaziano dal packaging al mondo della moda alla cosmesi. Estremamente interessanti le buone pratiche nate all’interno delle università emiliano romagnole. In particolare, alla facoltà di Agraria di Bologna, il Last Minute Market, “che - come ha spiegato il suo ideatore, Andrea Segrè - agisce all’interno di un fallimento del mercato: ciò che viene buttato via è un’offerta con un meno davanti, con un costo
energetico e di risorse; c’è anche una domanda negativa: quella del consumatore indigente. Lo sforzo è quello di incrociare le due curve creando un nuovo legame (p, il prezzo, esce dal circuito) che è la reciprocità: tutti gli stakeholder coinvolti hanno un piccolo tornaconto. Da qui la lezione per far crescere la sostenibilità, ovvero sia il business che la solidarietà: è fondamentale il coinvolgimento di tutti gli attori”. L’altro esempio è la collaborazione sperimentale tra il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università di Modena e Reggio Emilia e due aziende, Relight srl, impianto di trattamento rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, e Polis Manifatture Ceramiche spa. “Da questa collaborazione - spiega Luisa Barbieri nasce una piastrella in gres porcellanato smaltato, contenente uno smalto composto dal 40% di vetro ad alte prestazioni tecniche di lampade fluorescenti ‘a fine vita’ bonificate, che unisce l’alta qualità del prodotto con un ridotto impatto ambientale (riduzione sfruttamento materie prime, trasporti, consumo energia e smaltimento rifiuti, recupero materiali di alta qualità) in linea con la Politica Integrata dei Prodotti (IPP)”. Le piastrelle Relux della Polis hanno ottenuto quest’anno la certificazione Ecolabel mentre nel 2007 hanno ricevuto una menzione speciale, quale Miglior Prodotto, nell’ambito del Premio Impresa Ambiente promosso dal Ministero dell’Ambiente (selezione italiana dell’European Business Awards for the Environment istituito dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea nel 1987). Interessanti anche le testimonianze sul fronte del turismo sostenibile. Luigi Rambelli, presidente Legambiente Emilia-Romagna: “347 sono gli associati a Legambiente Turismo tra alberghi, bed&breakfast e campeggi in 14 regioni per un totale di 55.000 posti letto e 5.000.000 di presenze annue. Legambiente Turismo è socia della rete europea VISIT e insieme lavoriamo anche con associazioni egiziane e brasiliane. Non seguiamo una logica di command&control ma ci avvaliamo di protocolli di intesa con operatori turistici ed enti locali, assumendo il ruolo di mediatori tra imprese ed ente di governo
del territorio. Nel 2006 il risparmio in termini di CO2 ottenuto dagli operatori turistici nostri associati è stato di circa 20.000 TEP, ottenuto proprio applicando il codice di comportamento per qualificarsi come ‘Albergo consigliato da Legambiente”. Originale il nuovo progetto nato dalla collaborazione tra Provincia di Rimini, Federalberghi e le Associazioni Albergatori del territorio e presentato da Luca Cevoli, direttore dell’Associazione Albergatori di Riccione: “Gli Acquisti Verdi degli Alberghi sono un gruppo di acquisto sul web per operatori e gestori turistici, che diffonde e facilita il rifornirsi di prodotti sostenibili: riduce i tempi e le distanze e abbassa anche i costi.” Nell’ambito del Green Public Procurement, Anna Fiorenza, direttore dell’agenzia Intercent-Er, ha illustrato le politiche in materia di acquisti di beni e servizi per la pubblica amministrazione con parametri ecosostenibili, iniziative che hanno permesso anche una razionalizzazione della spesa pubblica, con un risparmio del 19%. Alessandro Bosso di ERVET spa, presenta Emas Club: “Si tratta di una iniziativa della Regione e di Confindustria Emilia-Romagna che si pone l’obiettivo di valorizzare le imprese certificate EMAS, promuovendo i marchi EMAS ed Ecolabel e facendo rete, grazie anche ad un sito internet dedicato e a strumenti quali un software per facilitare l’adozione della certificazione EMAS”. Anche le Associazioni dei consumatori sono impegnate in importanti iniziative, realizzate in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna (Campagna ConsumAbile), per sensibilizzare ed orientare i cittadini all’uso attento ed al risparmio delle risorse, in particolare sui temi acqua ed energia. Mauro Zanini, portavoce di 7 sigle consumeristiche, ha affermato che il consumo responsabile e sostenibile è centrale anche per affrontare la crisi economica in corso. È toccato, quindi, a Fabio Iraldo della Scuola superiore di Studi Universitari Sant’Anna di Pisa, il compito di tirare le fila: “Non è più necessario stimolare la sostenibilità dell’economia: gli esempi, le buone pratiche ci sono e hanno di-
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mostrato di funzionare. Quattro sono le condizioni per muovere l’intero sistema economico italiano verso un modello di business sostenibile, superando una certa rigidità del mondo imprenditoriale fin qui mostrata nel fare sistema sulla sostenibilità: 1) convenienza economica: gli strumenti volontari devono diventare opportunità di sviluppo strategico; 2) il mercato va orientato: un grande operatore come il pubblico muove un importante (quantitativamente) segmento della domanda complessiva e, inoltre, può con le sue scelte dare il buon esempio, ovvero facilitare il percorso ad altri soggetti; 3) correttezza e trasparenza: ovvero concorrenza reale per trovare un giusto equilibrio tra prezzo, qualità e sostenibilità del prodotto; la sostenibilità oggi non è una variabile di scelta ma è una variabile di soddisfazione: non è un fattore fondamentale e quindi rimane riservato a una nicchia di consumatori; 4) coinvolgimento dei consumatori: consumatore consapevole non si nasce, si diventa. Il consumatore va educato (magari con uno strumento efficace come l’IVA agevolata sui prodotti ecologici). In particolare su quest’ultimo punto, dove il Piano d’Azione UE presenta vistose lacune, deve subentrare il governo nazionale. In tal senso, il ruolo delle Regioni sarà cruciale nell’attivare le leve capaci di orientare al consumo sostenibile.” “Una cosa è bene chiarire: noi non siamo missionari dell’ecologia… Ma il fatto è che in questo caso c’è una magnifica coincidenza tra interesse collettivo e interesse privato, ed è sorprendente che tanti ancora non se ne siano accorti. Non è generosità, è business.” Sono le parole dell’Ing. Pasquale Pistorio, presidente onorario STMicroelectronics, riportate dall’Assessore all’Ambiente e sviluppo sostenibile della Regione Emilia-Romagna, Lino Zanichelli, in chiusura del proprio intervento. Per maggiori info: vetrinasostenibilita@ regione.emilia-romagna.it
ACQUISTI E SERVIZI VERDI ED ECOSOSTENIBILI
UNA RISORSA CHIAMATA RICICLO Economia e ambiente beneficiano delle buone pratiche di Alberto Piastrellini
La notizia non è certo di quelle da prima pagina, nel senso che, qualche ecologista da sempre in prima linea e diversi organi di informazione impegnati su questo fronte, già da parecchi anni riempivano comunicati stampa e colonne di articoli, riflessioni ed appelli per il “rilancio”, o meglio, il “lancio” del riciclo. Convegni, Seminari, Tavole Rotonde, dibattiti pubblici e concertazioni private, sin dai primi anni ’90 hanno sviscerato la questione da tutti i punti di vista possibili, limitandosi, però, molto spesso, a produrre semplici dichiarazioni di intenti e tonitruanti slogan buoni solo per riempire striscioni, manifesti, o la cassetta delle lettere di cittadini locupletati dalle possibilità lasciate intravedere da amministratori locali, magari pure interessanti, in linea di principio, tuttavia impegolati in mille questioni burocratiche e di ordine politico. Eppure, già con la ratifica del Protocollo di Kyoto (nel 2002) il nostro Paese si è impegnato a ridurre la propria quota di emissioni di gas-serra e, una delle strategie perseguibili, accanto alla riduzione dei consumi energetici, al rinnovamento delle fonti energetiche stesse, ad una ridefinizione dei livelli di mobilità secondo logiche di sostenibilità ambientale, è proprio quella del riciclo, inteso come opportunità di captazione di materiale da reintrodurre nei cicli produttivi, senza partire dall’acquisto e dalla trasformazione di nuova materia prima (con enorme dispiego di energia). Se per troppo tempo il settore pubblico ha peccato di ritardi, mancati incentivi economici e propulsivi (si pensi all’enorme ritardo con cui l’Italia ha recepito e reso operativa la Direttiva UE sul Green Public Procurement o “Acquisti Verdi” che dir si voglia), è pur vero che una spinta alla buon pratica del riciclo è venuta proprio dal settore privato, da quel comparto industriale ed artigiano, che, anche solo per mere questioni di risparmio e profitto, da sempre cerca di ottimizzare i costi, producendo anche benefici ambientali. Col tempo anche gli Enti Locali, ormai gestiti come vere e proprie imprese pubbliche, hanno intuito la necessità di spingere verso questa pratica, non foss’altro che per migliorare i propri servizi di nettezza urbana ed incidere meno invasivamente sulle tasche dei cittadini. Ebbene, nel mese di ottobre è stato presentato il Rapporto: Il riciclo ecoefficiente: performance e scenari economici, ambientali ed energetici, di cui riportiamo una sintesi ragionata, tentando di offrire ai lettori del Notiziario una più ampia informazione circa lo stato dell’arte del riciclo nel Bel Paese.
Il riciclo ecoefficiente: performance e scenari economici, ambientali ed energetici Il Rapporto, curato da Duccio Bianchi, dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia nell’ambito di Kyoto Club e promosso da CIAL, COBAT, COOU, CNA, COREPLA, FEDERAMBIENTE, FISE UNIRE e MP AMBIENTE, in collaborazione con la XIII Commissione Ambiente, Territorio e Beni Ambientali del Senato della Repubblica, è stato presentato il 21 ottobre presso la Sala dell’ex Hotel Bologna (Roma) e consta di una ricerca sull’economia del riciclo nel mercato globale, in riferimento alla situazione italiana. Orbene, dallo studio emerge che l’industria del riciclo italiana, nel 2007 è cresciuta del 17,2%, in netta controtendenza con gli altri comparti e, nel quinquennio 2000-2005, ha visto aumentare le imprese del 13%. Se queste si attestano, oggi, sulle 2.500 unità, anche dal punto di vista occupazionale i trend sembrano seguire le più rosee previsioni, infatti i 13.000 occupati nel settore nell’anno 2005, sono aumentati, nel 2007, del 47%. “Le attività di recupero e riciclo costituiscono oggi una risorsa fondamentale del sistema industriale, a livello italiano ed internazionale - si legge nella sintesi del Rapporto – negli ultimi anni si è assistito a un vero e proprio “boom” della commercializzazione delle “materie prime secondarie” e, grazie agli effetti della globalizzazione dei mercati, alla nascita di un flusso di esportazione di queste ultime verso i Paesi emergenti (Cina e India fra tutti)”. Sempre secondo il Rapporto, i dati 2007 vedono, nel nostro Paese, avviate a recupero e riciclo circa 52 milioni di tonnellate di rifiuti (una cifra pari al doppio della quantità di RSU prodotti annualmente). Sono evidenti, a questo punto, i vantaggi per l’ambiente derivanti dalla riduzione indotta di risorse rinnovabili e non, dalla riduzione di consumi energetici e idrici utilizzati nei processi produttivi, e dalla riduzione delle emissioni climalteranti, più o meno direttamente imputabili a questi ultimi. “Basti pensare - cita il Rapporto - che per la produzione di acciaio, alluminio piombo e carta, oltre il 50% degli input produttivi è costituito da scarti o rifiuti avviati a riciclo, mentre per alcuni tipi di vetro si può raggiungere anche il 95%”. Analizzando, poi, i dati relativi all’incidenza che la filiera del recupero/riciclo determina sui consumi energetici, il Rapporto indica che la quantità di rifiuti avviati a recupero e riciclo sono equivalenti ad un minor consumo di energia per 15 milioni di TEP (tonnellata di petrolio equivalente)
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che si traducono in minori emissioni di CO2 per 55 milioni di tonnellate equivalenti. Spingendosi oltre, lo studio “Il riciclo ecoefficiente” prende in considerazione gli apporti decisivi che l’attività virtuosa potrebbe garantire in vista degli ambiziosi obiettivi stabiliti per l’Italia dal programma “20-20-20” dell’Unione Europea. Infatti, ipotizzando per il 2020 un ulteriore sviluppo dell’intero comparto e dei suoi volumi con una crescita del 15% rispetto ai livelli attuali, si potrebbe raggiungere al seguente doppio risultato: • riduzione dei consumi energetici di oltre 5 milioni di tep, pari al 32% dell’obiettivo nazionale di efficienza energetica al 2020; • riduzione delle emissioni di CO2 di oltre 17 milioni di tonnellate, p pari al 18% dell’obiettivo nazionale ale di riduzione delle emissioni oni al 2020. “Il sistema del recuperoriciclo - ha sostenuto Duccio Bianchi - ha dato vita ad un vero e proprio comparto industriale, tecnologicamenteeambientalmente avanzato, in grado di coniugare le esigenze della tutela con quelle dello sviluppo”. Andando ad analizzare l’intero comparto europeo, il curatore dello studio, ha dichiarato che l’industria del riciclo: “nel el solo continente europeo è cresciuta, dal 2000 ad oggi, di oltre 50 punti percentuali, a ritmi mi tre volte superiori rispetto all’indice della produzione industriale nello stesso periodo”. “Il Rapporto - ha, infine, concluso Bianchi - analizza per ciascun materiale i risultati delle analisi ambientali e del ciclo di vita, evidenziando, inoltre, il contributo che il riciclo nel suo complesso può garantire all’Italia nel compimen-
to degli obblighi comunitari e in termini di beneficio per l’ambiente”. Anche il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo, nella sua prefazione al Rapporto ha sostenuto che: “i dati di questo studio evidenziano come l’economia del riciclo contribuisca in maniera sostanziale all’ecoefficienza generale del sistema. Le politiche messe in atto dal nostro Paese, per il raggiungimento di obiettivi di tutela ambientale nel settore del recupero e del riciclo, hanno saputo trasformare potenziali vincoli in straordinarie opportunità sul versante industriale. Tutto questo determina, non solo l’espansione del settore riciclo in termini di fatturato, ma anche una grande opportunità di crescita dell’occupazione”. Concetti,, q questi, ribaditi anche da Mo Carlo Montalbetti, Direttore Generale COMIECO, nonché coordinatore del Gruppo di coordi Lavoro Recupero e Riciclo Lavo di Kyoto Club, il quale, aalla presentazione dello Studio, ha dichiarato: “L’economia del r ecuper o-riciclo contribuisce in maniera sostanziale all’esigenza dello sviluppo economico, alla tutela dell’ambiente ed è in linea con gli obiettivi previsti dalla comunità eeuropea”. “Il sistema dettagliatam tamente analizzato nel Rapporto - ha proseguito Rappo determina significativi risparmi determin energetici e di uso di risorse non rinnovabili e, contemporaneamente, c consente notevoli riduzioni di emissioni di anidride carbonica”. “È necessario - ha infine concluso - che le istituzioni diano il giusto sostegno a un comparto industriale che fa bene all’ambiente e contribuisce allo sviluppo del Paese”.
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AMBIENTE E ARTE
Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio Dalla Dichiarazione dell’ONU di New York al Festival del film di Roma
È stato presentato a Roma (23-24-25 ottobre 2008), nel corso del Festival Internazionale del Film, “8/Huit/Eigth”, una serie di cortometraggi (8) che alcuni noti cineasti hanno dedicato ad ognuno degli 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals). Nel 2000, 191 capi di Stato si sono impegnati a dimezzare entro il 2015 la povertà mondiale, fissando degli obiettivi il cui raggiungimento dovrebbe migliorare le condizioni di vita della popolazione più povera del mondo. Ad otto anni di distanza dalla sottoscrizione della Dichiarazione dell’ONU, il traguardo è ancora molto lontano e non contribuirà di certo ad avvicinarlo, l’attuale crisi economicofinanziaria che rischia di far rinchiudere nei propri egoistici interessi, quei Paesi che più di altri potrebbero offrire risorse e strumenti. A tal fine, alcuni registi sono stati contattati dai due produttori francesi, Marc Oberon e Lissandra Haulica (LDM Productions in associazione con ACE & Company), per realizzare un progetto di otto vicende che, girate in varie parti del mondo tra il luglio del 2005 e il marzo del 2008, avessero per filo conduttore la comune passione per un futuro migliore a cui gli obiettivi del millennio dovrebbero dare adeguata risposta. I cortometraggi, della durata tra gli 8 e i 15 minuti, hanno permesso ai singoli registi di esprimere il proprio punto di vista su ognuno degli Obiettivi, con stili diversi, ma in piena libertà, come hanno tenuto a sottolineare i produttori, presenti a Roma, insieme ai registi, che non è stata condizionata neppure quando “le Nazioni Unite hanno tolto il bollino che
indica il patrocinio dell’ONU al nostro film”. “Ritenendo offensivo per l’Islam l’episodio diretto da Mira Nair - hanno proseguito i produttori - ci è stato stato intimato di eliminarlo e di trasformare 8 in 7. Ma l’intento dell’operazione era di realizzare un film collettivo sugli 8 Obiettivi del millennio, pertanto non abbiamo accettato la richiesta. Così abbiamo eliminato il patrocinio, pur affrontando argomenti così importanti e delicati, segnalati proprio dall’ONU”.
I registi di “8” presenti a Roma. Da destra: Wim Wenders, Mira Nair, Jane Campion, Gael García Bernal, Abderrahmane Sissako, Gaspar Noè
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È un film di denuncia, se si vuole engagé, ma anche di sollecitazione affinché vengano intraprese concrete azioni per risolvere i gravi problemi umani, sociali e civili, che affliggono nel XXI secolo una parte notevole della popolazione mondiale: “everybody knows, nobody worries” (tutti ne sono a conoscenza, nessuno se ne preoccupa), come riassume efficacemente lo slogan del film. 8 OBIETTIVI - 8 REGISTI 1. Sradicare la povertà estrema e la fame “Il sogno di Tiya”: in una piccola scuola di campagna dell’Etiopia, agli scolari costretti a dividersi fra il lavoro e la scuola, vengono spiegati gli Obiettivi del Millennio. Tiya, una piccola alunna, si distrae e guarda fuori dove altri bambini stanno giocando a rugby. Girato ad Addis Abeba, dal francese, nativo della Mauritania, Abderrahmane Sissako, riassume un po’ le motivazioni del film: “Si fanno poche cose per cambiare il sistema - ha
affermato il regista - Questo film non cambierà il destino dell’Africa, ma forse scuoterà qualche coscienza. La ricchezza del mondo non è condivisa e il segnale arriva direttamente dalla crisi finanziaria in corso”. 2. Garantire l’istruzione elementare per tutti “La lettera”: mentre un padre islandese va al lavoro gli viene consegnata una lettera in cui il figlio, dal lontano Nepal, ricorda il suo primo giorno di scuola. Girato a Reykjavik dal messicano Gael García Bernal, utilizzando la voce fuori campo di un uomo e lo sfondo di una luminosa giornata islandese, il corto sottolinea che l’istruzione è il solo strumento che rende liberi. 3. Promuovere l’uguaglianza fra i sessi “Come può accadere?”: è la storia vera di Zainab, donna musulmana che vive con il marito e il figlio a Brooklin e che compie la difficile, quanto coraggiosa, scelta di lasciare la sua vita protetta per seguire il suo cuore e perseguire i valori delle pari opportunità. Girato a New York dall’indiana Mira Nair, il cortometraggio è stato al centro delle polemiche cui si accennava. La regista ha ridimensionato la querelle con l’ONU, dichiarando che: “Se si vuole promuovere l’uguaglianza fra i sessi, bisogna raccontare che la libertà non si consegna a domicilio, ma procura dolore e rimorso. Volevo comunicare che sotto il burqa ci sono esseri umani vitali. Molti, anche all’ONU, mi hanno appoggiato. È stata la dannosa decisione di una sola funzionaria”. 4. Ridurre la mortalità infantile “La casa sulla collina”: propone immagini di giovani americani spensierati che si godono la libertà e il divertimento del passatempo preferito, lo skateboard, contrapposte alle didascalie dei dati tragici della mortalità infantile. È stato girato a S. Francisco (USA), dallo statunitense Gus Van Sant. 5. Migliorare la salute delle gestanti “La storia di Panshin Beka”: la protagonista che vive nella foresta amazzonica avrà presto un figlio. Una mattina avverte forti dolori e con il marito e la nonna si dirige in barca verso la città, con poco carburante, poco denaro e tanta strada da fare. Girato in bianco e nero nell’Amazzonia peruviana dall’olandese Jan Kounen, il corto fa luce sulla difficile condizione delle gestanti che vivono in povertà.
“La storia di Panshin Beka” di Jan Kounen
6. Combattere l’AIDS, la malaria e altre malattie “SIDA” (ndr: è l’acronimo francofono dell’AIDS): un africano ammalato del terribile virus, confida in prima persona alla macchina da presa, le sue paure.
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È stato girato a Cooma (Nuovo Galles del Sud - Australia) dalla neozelandese Jane Campion.
“SIDA” di Gaspar Noè
“Il diario dell’acqua” di Jane Campion
Girato in uno ospedale di Ougadougou (Burkina Faso), dall’argentino Gaspar Noè. 7. Assicurare la sostenibilità ambientale “Il Diario dell’Acqua”: in un riarso pezzo di terra australiana, l’undicenne Ziggy scrive sul suo diario gli episodi più drammatici, intervenuti durante una tremenda siccità che ha rischiato di mandare sul lastrico gli agricoltori, insieme ai suoi sogni ricorrenti sulla pioggia.
8. Collaborazione globale per lo sviluppo “Da uomo a uomo”: durante il G8 svoltosi in Germania, i manifestanti sono indignati per le promesse non mantenute dai più potenti leader del pianeta. In una sala di regia di un canale televisivo, tra immagini di archivio (disordini, concerti benefici, dichiarazioni di Bono degli U2), una redazione sta preparando un servizio “manipolato” sullo stato dell’arte degli Obiettivi del Millennio. Girato a Berlino dal famoso regista Wim Wenders, il corto offre una soluzione appoggiando il micro credito, ideato e realizzato dall’economista e banchiere bengalese Muhammad Yunus, Premio Nobel per la Pace -2006 (ndr: per un profilo di Yunus e delle motivazioni del Premio, confronta “Il banchiere dei poveri”, in Regioni&Ambiente n. 11 novembre 2006, pagg. 76-77). Questo episodio, che chiude il film, è più laborioso, ma anche più graffiante, come è nello stile di Wenders che, come al solito, non ha guardato in faccia a nessuno: “Se ci pensate, il nostro è persino un tema un po’ deprimente. Parliamo di chi ha promesso il contributo dello 0,7% del proprio bilancio nazionale per lo sviluppo mondiale e non arriva neanche allo 0,2%”. “Il microcredito, la partnership mondiale, è invece, una buon notizia da cui dovremmo imparare - ha sottolineato il regista tedesco - il microcredito funziona bene perché sono coinvolte persone che prestano soldi ai poveri. Se i Paesi e le Aziende si comportassero come le persone, non avremmo il problema della fame. La mia paura è che a pagare il prezzo della crisi saranno sempre i poveri: alcuni Stati potrebbero essere meno disponibili a mantenere le promesse”.
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AMBIENTE E SPORT
Cresce l’interesse dell’Automotive per le bioplastiche
AL GP DEL BRASILE UN TROFEO IN POLIETILENE “VERDE” Il suo ideatore, il famoso architetto Oscar Niemeyer, non finisce di stupire
di Massimo Lombardi
Architects) che si svolge ogni 3 anni e che è stato assegnato per la XIII edizione alla città di Torino (29 giugno-3 luglio 2008), è stata allestita una Mostra dedicata al Maestro che si è chiusa il 30 settembre, in cui hanno trovato ampio spazio le opere italiane. Poiché il tema del Congresso è stato “Transmetting Architecture” (Comunicare l’Architettura) con l’obiettivo di chiamare un più vasto pubblico alla conoscenza, consapevolezza e domanda di buona architettura, aver rivolto un omaggio a Niemeyer non poteva essere più pe pertinente, visto che la sua opera ha sempre richiesto il coinvolgimento del pubblico che è rich anche la sua originalità culturale: concezione an ampia dello spazio e funzione sociale. a Nella Mostra i visitatori hanno potuto conoN sc scere anche la produzione scultorea, di arredo
Oscar Niemeyer ancora sorprendentemente al lavoro nonostante la venerabile età di 100 anni
“Non è l’angolo retto che mi attrae, e nemmeno la linea retta, dura e inflessibile, opera dell’uomo. Quel che mi attrae è la linea curva, libera e sensuale, la curva che incontro nelle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde del mare, sul corpo della donna prediletta. Di curve è fatto tutto l’universo, il curvo universo di Einstein.” Così riassumeva in “Poema da Curva” (19 febbaraio 1988) il suo amore per le forme il più importante e riconosciuto personaggio dell’architettura moderna: il brasiliano Oscar Niemeyer. L’amato discepolo di Le Corbusier continua ancora a “creare sorpresa, spavento ed emozione”, come lui stesso ha definito la sua attività, quando in febbraio ha presentato, alla venerabile età di 100 anni, il progetto di un nuovo edificio da erigere a Brasilia: una torre alta 170 m dalla forma di un fiore che è già stata ribattezzata la “Torre Eiffel di Brasilia”, la capitale dove ha sede il Congresso brasiliano, sorta dal nulla dal 1957 al 1963, e l’impronta architettonica di Niemeyer è evidente dappertutto. Anche in Italia non mancano le sue opere: dalla sede di Fata Engineering alle Cartiere Burgo, entrambe in provincia di Torino; dalla sede dell’Editrice Mondadori di Segrate all’Auditorium di Ravello (SA), non ancora terminato. Così, nel corso del Congresso IUA (International Union of
Brasilia, Palazzo dell’Alvorada, dalle avveniristiche colonne curve residenza ufficiale del Presidente del Brasile
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e oggettistica, che, meno nota al grande pubblico, esalta tutta la capacità creativa di Niemeyer. Dopo aver trepidato per l’emozionante conclusione del Gran Premio del Brasile di Formula 1, corsa svoltasi il 2 novembre sul circuito di Interlagos (San Paolo) e vinta dal ferrarista brasiliano Felipe Massa, ma che ha assegnato a Louis Hamilton su Mc Laren il titolo del Campionato Mondiale Piloti, molti telespettatori si saranno meravigliati della strana forma di quel trofeo che, oltre al vincitore, è stato consegnato anche al secondo (Fernando Alonso) e al terzo (Kimi Raikkonen) arrivati. Ebbene quella coppa dalla forma innovativa è stata ideata proprio da Niemeyer. Quel trofeo ha costituito pure un evento “storico” per la Formula Uno, perché per la prima volta è stato creato con materiale rinnovabile.
Si tratta di un polimero (polietilene) ottenuto dall’etanolo ricavato dalla canna da zucchero, una fonte di energia rinnovabile, fabbricato dal gigante petrolchimico Braskem, leader del settore nell’America Latina e terzo nel mondo per le resine termoplastiche. La Società, che produce 200.000 t all’anno di polietilene HDPE e LDPE e 12.000 t di questa plastica “verde” ad altissimo peso molecolare (UHMWPE), ha annunciato che nel 2011 aprirà un nuovo impianto a Triunfo (Rio Grande do Sul), per la produzione di questo innovativo polimero chiamato UTEC®, messo a punto dal proprio Centro per la Tecnologia e l’Innovazione, dove lavora un team di ben 170 esperti. Oltre al “polietilene verde”, la Braskem è anche la prima azienda a garantire una produzione su larga scala di polipropilene ottenuto con materia prima rinnovabile, come ha annunciato lo scorso aprile la Società in occasione della
Felipe Massa vincitore del Gran Premio del Brasile di Interlagos (San Paolo) alla guida della Ferrari F2008
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certificazione ottenuta dalla Beta Analytic, uno dei principali laboratori internazionali, che il suo polietilene lineare, il segmento più grande del mercato degli imballaggi flessibili (film) che serve principalmente per l’industria alimentare, è ottenuto con materie prime rinnovabili al 100%. “È motivo di orgoglio per la nostra Società aver risposto adeguatamente alla crescente domanda di clienti sensibili alla sostenibilità ambientale”, ha dichiarato l’Amministratore delegato della Braskem, Bernardo Gradin che ha tenuto a sottolineare come gli investimenti in materia di innovazione consentono una maggiore competitività per l’intera produzione di prodotti chimici e materie plastiche. La decisione di promuovere UTEC sul podio della Formula Uno è scaturita a seguito del crescente interesse per le bioplastiche manifestato dal settore automotive, come dimostra anche l’accordo commerciale, firmato in settembre da Braskem con la Toyota Tsusho Corporation, per la distribuzione del prodotto sul mercato asiatico. Quando gli è stata presentata l’idea, Niemeyer si è subito entusiasmato, nonostante l’età così avanzata, testimoniando ulteriormente la sua intatta lucidità e riconosciuta creatività, ed ha realizzato il 15 secondi, secondo quanto riferito dalla Braskem, il bozzetto del trofeo che è stato poi sottoposto
all’approvazione della FIA (Federazione Internazionale Automobilistica). “L’architettura segue il percorso di un’opera d’arte e ciò che caratterizza l’opera d’arte è l’emozione, la sorpresa - ha affermato il Maestro, intervistato dalla televisione brasiliana Ho pensato subito al Palacìo da Alvorada perché è qualcosa di molto brasiliano ed è stato copiato in tutto il mondo” (il Palazzo dell’Alvorada, una delle opere più conosciute di Niemeyer, realizzata nel 1957 a Brasilia con l’avveniristica struttura portante curva, è la residenza ufficiale del Presidente del Brasile). “Avrei potuto fare il trofeo in qualsiasi forma, quadrata o rettangolare, senza alcuna complessità, ma ho optato per questa forma insolita che ancora non era stata utilizzata”, ha proseguito Oscar Niemeyer, indicando come la forma circolare del trofeo venga associata al volante delle vetture di Formula Uno. La lucidità e creatività del Maestro sono ancora intatte e ci auguriamo che possa continuare ulteriormente a sorprenderci, dando altre lezioni a tutti coloro che, diffondendo l’opinione che i prodotti sostenibili siano qualitativamente ed esteticamente inferiori, continuano a produrre e commercializzare quelli derivati da materie prime e fonti energetiche non rinnovabili.
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Questo mese vengono segnalate due misure. La prima, di livello europeo, avrà importanti ripercussioni economiche ed energetiche che finanzia la ricerca tecnologica per sistemi di mobilità basati sull’idrogeno. La seconda, a carattere regionale, costituisce un valido esempio di riqualificazione ambientale e risparmio energetico.
COMMISSIONE EUROPEA Direzione generale della ricerca Bando “Celle a Combustibile e Idrogeno” (G.U.E. n. 262 del 15/10/2008) La Direzione generale della Commissione UE ha pubblicato l’avviso a presentare proposte nell’ambito del Piano di attuazione dell’impresa comune “Celle a Combustibile e Idrogeno”. Si tratta del primo bando a sostegno delle attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (RST) delle nuove tecnologie. Il 30 maggio 2008, il Consiglio dei Ministri UE ha adottato il Regolamento per questa iniziativa tecnologica congiunta (ITC) pubblicoprivata, per la quale sarà investito 1 miliardo di euro in 10 anni. Tali esperienze di ricerca tecnologica su “motori” ad idrogeno e “sistemi” di mobilità basati sull’idrogeno, a scala locale e regionale, sono ritenute infatti dalla Commissione UE strumenti fondamentali per anticipare il cambiamento e mettere in moto i necessari processi di Janez Potočnik, riconversione. Commissario UE alla Scienza e Ricerca “Per investire in tale progetto così orientato scientificamente - ha dichiarato il Commissario UE alla Scienza e Ricerca Janez Potočnik - stiamo mettendo denaro con lo scopo di sviluppare nuove tecnologie energetiche che sono fondamentali per poter rispettare gli obiettivi per affrontare i cambiamenti climatici e le sfide energetiche. Aver messo insieme tutti gli attori, dalle multinazionali alle piccole imprese, dalle università agli istituti di ricerca, è quindi un grande successo”.
Tipo di finanziamento Sovvenzione Finanziamento Vengono messi a disposizione per questo primo bando 28,1 milioni di euro, così suddivisi: Infrastrutture per il trasporto e il rifornimento di idrogeno 8,9 milioni di euro 1 Demonstration of hydrogen fuelled road vehicles and refuelling infrastructure 2 Preparation for large-scale vehicle demonstrations in Europe 3 European fuel cell stack cluster 4 Compressed hydrogen onboard storage Produzione e distribuzione dell’idrogeno 2,9 milioni di euro 1 Efficient PEM electrolysers 2 Efficient alkaline electrolysers 3 Water decomposition with solar heat sources Generazione stazionaria di energia e cogenerazione (CHP) 12,0 milioni di euro 1 Operation diagnostics and control for stationary applications 2 Component and system improvement for stationary applications 3 Degradation and lifetime fundamentals Mercati iniziali 2,6 milioni di euro 1 Portable generators, backup and UPS power systems 2 Fuel supply technology for portable and micro Fuel Cells Questioni trasversali 1,7 milioni di euro 1 Planning of socio-economic activities 2 Technology monitoring and assessment (TMA) 3 Life Cycle Assessment (LCA) Beneficiari Persone giuridiche Scadenza 15 gennaio 2009 La documentazione (in inglese) è disponibile sul sito: http://cordis.europa.eu/
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stipula della convenzione ex art.35, L.865/1971; - i privati cittadini possono partecipare limitatamente agli immobili di proprietà. A pena di non ammissione della proposta di intervento, i soggetti partecipanti devono avere la disponibilità dell’immobile secondo i precedenti commi.
REGIONE MARCHE Bando di Concorso “Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile” (B.U.R. 18 settembre 2008) Obiettivi Riqualificazione quartieri caratterizzati da disagio abitativo, degrado edilizio e dei servizi mediante la realizzazione di alloggi da cedere in locazione a canone calmierato, e a migliorare la rete infrastrutturale. “Questo intervento - sottolinea l’Assessore Lavori Pubblici, Difesa del Suolo e della Costa della Regione Marche, Gianluca Carrabas - coniuga perfettamente l’ecologia con l’economia. Infatti, oltre a dare una risposta sociale, creando nuove abitazioni da assegnare in locazione a un canone calmierato, promuove Gianluca Carrabs, la riqualificazione amAssessore Lavori Pubblici, Difesa del Suolo bientale e il risparmio e della Costa della Regione Marche energetico”. In merito alla riserva di finanziamenti prevista per i Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, l’Assessore ha evidenziato che si tratta di “un segnale importante che recepisce le esigenze dei piccoli Comuni delle nostre aree interne, che finalmente non concorreranno con i Comuni più grandi, quasi tutti distribuiti sulla fascia costiera. Attraverso scelte simili si afferma il riequilibrio territoriale fra costa ed entroterra”. Beneficiari Possono beneficiare dei finanziamenti del programma: - i Comuni, gli ERAP, le imprese di costruzione, le cooperative edilizie di abitazione, le fondazioni bancarie, nonché i consorzi o le persone giuridiche da questi costituiti; - i soggetti pubblici possono partecipare limitatamente agli immobili di proprietà o di cui dispongano di titolo valido per l’esecuzione delle opere o altro titolo che dimostri la disponibilità o l’obbligo alla cessione da parte del proprietario; - gli operatori privati possono partecipare limitatamente agli immobili in proprietà, o con contratto preliminare/ promessa di futura vendita registrati, o concessi in diritto di superficie, o assegnati dal Comune nelle more della
Finanziamento Il bando è finanziato con: - l’importo di Euro 5.324.759,26 quale apporto statale attribuito alla regione Marche con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti in data 28 marzo 2008 n. 2295; - l’importo di Euro 1.597.427,78, quale quota regionale pari al 30% delle risorse statali attribuite alla Regione con il richiamato D.M. 28 marzo 2008 n. 2295; - il complessivo finanziamento Stato-Regione è pertanto pari ad Euro 6.922.187,04; - i Comuni cofinanziano il programma con una quota pari ad almeno il 14% del finanziamento complessivo StatoRegione assegnato al singolo programma selezionato; in alternativa all’apporto economico, i Comuni possono mettere a disposizione, previa cessione o assegnazione non onerose per almeno 25 anni e adeguata valutazione economica dei benefici che gli operatori potrebbero trarre, beni immobili per la realizzazione di interventi di tipo prevalentemente residenziale; - i fondi di cui al precedente comma sono utilizzati in ciascun programma per finanziare interventi finalizzati ad incrementare la disponibilità di alloggi da offrire in locazione a canone sociale o moderato, favorendo il risparmio energetico e le tecnologie della bioedilizia, per una quota non inferiore al cinquanta per cento del costo complessivo del programma, e le urbanizzazioni funzionali agli obiettivi del programma stesso; - una quota non inferiore a Euro 1.384.437,41 (pari al venti per cento del complessivo apporto Stato/Regione) è destinata al finanziamento delle proposte presentate dai Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti. Il vincolo di destinazione della quota non opera qualora nessun Comune con popolazione fino a 15.000 abitanti sia ammesso a finanziamento; - ulteriori risorse destinate al programma possono essere apportate da altri soggetti pubblici e/o privati partecipanti al programma mediante fondi propri o finanziamenti di altra natura già disponibili. La destinazione e l’entità delle risorse incidono sulla valutazione della proposta. Localizzazione dei programmi I programmi di riqualificazione urbana devono essere localizzati all’interno di quartieri degradati già segnalati dai Comuni ai sensi dell’art.4 della L.R. 23 febbraio 2005, n.16 alla data
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di scadenza del presente bando, ovvero in aree PEEP. È esclusa la localizzazione anche parziale, all’interno di aree già oggetto di finanziamenti per programmi complessi di riqualificazione urbana e similari. Non sono ammesse proposte di programmi che interessano aree agricole o aree equivalenti comunque denominate negli strumenti urbanistici comunali o che interessano in prevalenza aree non urbanizzate. Caratteristiche dei programmi I programmi sono predisposti dai Comuni e hanno le seguenti caratteristiche: a) conformità agli strumenti urbanistici vigenti o adottati; b) ciascuna proposta di intervento potrà essere oggetto di cofinanziamento pubblico (Stato/Regione) fino ad un massimo di 10 milioni di euro; c) il costo complessivo di ciascun programma (comprensivo di tutti gli interventi anche non finanziati) non potrà essere inferiore a 1,5 milioni di euro nei Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti e a non meno di 5 milioni di euro per i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti; il dato relativo alla popolazione residente è desunto dall’ultimo aggiornamento della statistica ufficiale ISTAT alla data di pubblicazione del presente bando; d) gli alloggi da realizzare o da recuperare devono raggiungere un comportamento prestazionale, in termini di rendimento energetico, superiore almeno del 30 per cento di quello previsto dalla vigente normativa. I programmi prevedono il recupero o la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale sociale, intendendosi sia alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata che agevolata, destinando a tal fine una quota non inferiore al 50% del costo complessivo di ciascuna proposta. I programmi contribuiscono all’incremento della dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati mediante la realizzazione di urbanizzazioni primarie e secondarie, come definite dai commi 7 e 8 dell’art.16, D.P.R. 6.06.2001, n. 380, a servizio delle unità abitative da realizzare o recuperare. Le urbanizzazioni sono comunque incluse nella zona oggetto di riqualificazione. Oltre che per le finalità di cui ai punti 2 e 3, i programmi possono essere volti a: - recuperare/valorizzare la qualità edilizia offuscata dal degrado o dalla presenza di elementi incongrui: - rinnovare i caratteri edilizi degli immobili privi di valore architettonico; - ridurre il rischio sismico; - incrementare la funzionalità del contesto urbano assicurando, nel contempo, il risparmio nell’uso delle risorse naturali disponibili ed in particolare il contenimento delle risorse energetiche,
- accrescere la dotazione dei servizi, del verde pubblico e delle opere infrastrutturali occorrenti al fine di migliorare l’integrazione all’interno del quartiere e con la città; - migliorare la qualità abitativa ed insediativa attraverso il perseguimento di più elevati standards anche di tipo ambientale. Deve essere garantita la completa funzionalità degli interventi previsti nel programma. È escluso il finanziamento di operazioni di compravendita di abitazioni tra gli ERAP ed i Comuni. Contributi concedibili per i singoli interventi Tutti gli interventi di edilizia sovvenzionata e le urbanizzazioni sono finanziabili nei limiti di costo dell’edilizia sovvenzionata di cui alla D.G.R. n. 1499 del 28 dicembre 2006 (B.U.R. n. 5 del 12 gennaio 2007). Tali interventi possono essere realizzati da Comuni ed ERAP nei limiti delle rispettive competenze. Gli interventi di edilizia agevolata, usufruiscono di un contributo pari al 50% del costo convenzionale dell’alloggio determinato ai sensi della D.G.R. n.1499 del 28 dicembre 2006 (B.U.R. n.5 del 12 gennaio 2007). In ogni caso il contributo massimo per ciascun alloggio non può superare l’importo di Euro 70.000,00. Per gli interventi di acquisto con demolizione e ricostruzione i massimali di costo sono quelli previsti per gli interventi di acquisto/recupero con riferimento alle superfici di progetto. Presentazione delle domande e procedure per l’attuazione Le domande, corredate della documentazione prevista, devono essere presentate, utilizzando l’apposito modello allegato al bando, entro il 17 marzo 2009 alla Regione Marche P.F. Edilizia Privata, Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale - via Palestro n.19 - Ancona. Per maggiori informazioni e per scaricare gli allegati si rinvia al sito: www.regione.marche.it, settore “Bandi”.
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i quesiti dei lettori: L’ESPERTO RISPONDE In quali circostanze un piano regolatore generale può qualificare come area boscata una superficie privata sulla quale insistono essenze arboree piantate dal proprietario? In un recente pronunciamento, la giurisprudenza amministrativa (T.A.R. Piemonte, Sez. I, sentenza 30 ottobre 2008, n. 2723), nel dichiarare l’illegittimità per travisamento dei fatti e per difetto di istruttoria di un progetto preliminare di P.R.G., ha avuto occasione di affermare che la nozione di bosco deve essere riferita non soltanto ai terreni completamente coperti da boschi o foreste, ma anche, per identità di ratio, a tutte le aree parzialmente boscate, a condizione che siano concretamente inserite in un contesto forestale; tuttavia, se il coefficiente minimo della natura boscata di un’area è la sua caratteristica di area parzialmente boscata, sempre che inserita in un contesto forestale, deve escludersi in radice la qualificabilità in termini di bosco di un terreno utilizzato per l’impianto di specie arboree ornamentali o di pregio ad opera dello stesso proprietario e dotato di dispositivi artificiali di irrigazione. Un simile terreno, infatti, presenta caratteristiche che lo pongono al di fuori di una nozione intrinseca e costitutiva di bosco per ascriverlo, invece, più correttamente, ad una nozione di giardino privato. Il proprietario di un cane di grossa taglia che lo affida ad altra persona risponde dei danni causati dal cane a terzi? Sì. In generale, ai sensi dell’art. 2052, il proprietario di un animale, o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse
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sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito. La Corte di Cassazione ha ritenuto che il proprietario di un pitbull, qualora lo affidi ad altra persona, non deve solo fornire all’affidatario il guinzaglio e/o la museruola (cautele minime prescritte), ma deve necessariamente scegliere l’affidatario, tenendo anche conto della stazza fisica del cane, con l’esclusione di persone inidonee a contenere eventuali reazioni dell’animale (Cassazione Penale, Sez. IV, sentenza 8 settembre 2008, n. 34765). A quale ente compete il risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica? Alla Regione. Lo ha ribadito la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione con sentenza n. 8953 del 7 aprile 2008. La Suprema Corte, infatti, ha confermato il principio di diritto, già enunciato in passato (Cass. 24/10/2003, n. 16008; Cass. 24/09/2002, n. 13907), secondo cui, sebbene la fauna selvatica rientri nel patrimonio indisponibile dello Stato, la Legge 11 febbraio 1992, n. 157 (recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”), attribuisce alle Regioni a statuto ordinario l’emanazione di norme relative alla gestione ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica (art. 1, comma 3°) e affida alle medesime (cui la legge n. 142 del 1990, nel definire i rapporti tra Regioni, Provincie e Comuni, ha attribuito la qualifica di ente di programmazione e di coordinamento) i poteri di gestione, tutela e controllo, riservando invece alle Province le funzioni amministrative in materia di caccia e di protezione della fauna ad esse delegate ai sensi della legge n. 142 del 1990 (art. 9, comma 1°). Ne consegue che la Regione, in quanto obbligata ad adottare tutte le misure idonee ad evitare che la fauna selvatica arrechi danni a terzi, è responsabile ex art. 2043 cod. civ. dei danni provocati da animali selvatici a persone o a cose, il cui risarcimento non sia previsto da specifiche norme.
Eventi e Fiere
Palermo, 2-5 dicembre 2008 ECOMEDITERRANEA - Fiera internazionale dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile dei Paesi del Mediterraneo Sede: Ex Deposito locomotive S. Erasmo Organizzazione: A.R.E.A. srl Informazioni: Tel. 091 6196241 - fax 091 6196235 info@areasicilia.com - www.areasicilia.com Ancona, 6-8 dicembre 2008 ECO&EQUO - Mostra mercato dei prodotti ecosostenibili ed equosolidali Sede: Fiera Ancona - Largo Fiera della Pesca Organizzazione: Assessorato ai Servizi sociali, Organizzazione e
Ambiente della Regione Marche in collaborazione con ERF Informazioni: Tel. 071 8062718 - fax 071 8062720 Tel. 071 58971 - fax 071 5897213 - www.ecoandequo.it Roma, 10-11 dicembre 2008 BICA - Biennale Internazionale Comunicazione Ambientale Sede: Casa dell’Architettura - P.zza Manfredo Fanti, 47 Organizzazione: FederAmbiente - Via Cavour, 179/a - Roma Tel. 06 47865300 - fax 06 47865310 Segreteria organizzativa: Extra comunicazione e marketing Via G. Vitelleschi, 26 - Roma - Tel. 06 45427860 - fax 06 45427864 bica2008@extracomunicazione.it
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NOVEMBRE 2008
In copertina: Zafferano (Crocus sativus). La produzione dello zafferano è una delle eccellenze della Regione Abruzzo i cui fiori si raccolgono nel mese di ottobre In retro copertina: stigmi essiccati dei fiori di zafferano
INDICE Regione Abruzzo Il sistema regionale abruzzese per la governance sostenibile del territorio p.
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di Donatella Mancini
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L’approfondimento Conoscere il Sistema INFEA della Regione Abruzzo
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Istituzioni Gestione rifiuti: cambiare mentalità di Alberto Piastrellini
Eco-News Da metà ottobre è attivo CARIREAB di Alberto Piastrellini
Istituzioni Informazione e formazione per il governo sostenibile del territorio
Istituzioni Energia: per non consumare a credito di Alberto Piastrellini
Energia - Progetti Due progetti integrati per la diffusione del biogas e del biodiesel nel territorio abruzzese di Vinicio Ruggiero
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TERAMO AMBIENTE Grande successo conseguito anche fuori regione p.
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Provincia di Teramo Il Piano della Mobilità Sostenibile della Provincia di Teramo a cura del Servizio Pianificazione e Gestione delle Risorse Energetiche ed Atmosferiche
GRUPPO MAIO La condivisione delle conoscenze alla base della creazione del valore a cura dell’Ufficio Comunicazione del Gruppo Maio
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DECO SPA La tecnologia ambientale abruzzese approda oltre i confini nazionali a cura di Nicola Bianco
TERRA VERDE SRL La valorizzazione energetica dei rifiuti in Abruzzo: il progetto Terra Verde di Sergio Bucceri
ACIAM SPA La differenziata “in fermento”
RIEPILOGO AZIENDE AREA ABRUZZO Regione Abruzzo - Assessorato Parchi, Territorio, Ambiente, Energia Albo Gestori Ambientali Provincia di L’Aquila Provincia di Chieti Provincia di Pescara Provincia di Teramo ARTA Cirsu Sogesa Attiva Spa Ambiente Spa Deco Spa S.E.AB. Srl Te. Am. Teramo Ambiente Spa A.C.I.A.M. SpA Tekneko Sistemi Ecologici Srl Eco-Compost Marsica Srl Gruppo Maio Srl Itrofer Srl Poliservice Spa Terra Verde Srl
1 - GRUPPO MAIO srl 2 - S.E.AB. Srl 3 - ARTA 4 - REGIONE ABRUZZO - Albo Gestori Ambientali 5 - SOGESA - CIRSU 6 - FREE SERVICE 7 - AMBIENTE Spa 8 - PROVINCE AQ - TE - CH - PE 9 - ATTIVA Spa - TERRA VERDE Srl 10 - ITROFER Srl 11 - A.C.I.A.M. Spa - TEKNEKO SISTEMI ECOLOGICI Srl ECO-COMPOST MARSICA Srl 12 - TE. AM. TERAMO AMBIENTE Spa 13 - DECO Spa 14 - POLISERVICE Spa
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ISTITUZIONI
ECOMONDO 2008 IL SISTEMA REGIONALE ABRUZZESE PER LA GOVERNANCE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO L’Assessorato regionale all’Ambiente, le Province e le Imprese del territorio, presentano, ad Ecomondo 2008, lo stato dell’arte delle relative best practices per la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile
L’esigenza di una corretta informazione ambientale non è dettata dal solo scopo di comunicare lo stato dell’arte, le problematiche, le difficoltà incontrate nel cammino intrapreso verso lo sviluppo sostenibile da parte di un’impresa o di un Ente preposto alla governance del territorio. Essa risponde ad un preciso diritto della popolazione europea, il quale, sancito a livello comunitario dalle Direttive CE 90/313 e 4/2003Il 25, deriva dalla “Convenzione sull’accesso all’informazione, sulla partecipazione del pubblico al processo decisionale e sull’accesso alla giustizia in materia ambientale” firmata nel giugno 1998, ad Aarhus, in Danimarca da 39 Paesi del mondo e dall’UE. Ebbene, stante la volontà di esprimere al meglio e veicolare più compiutamente, anche attraverso la vetrina offerta dalla manifestazione internazionale ECOMONDO di Rimini, ecco che la Regione Abruzzo, ha inteso, anche per l’anno in corso, promuovere la partecipazione della massima Istituzione ambientale regionale, accanto agli Enti Provinciali e al sistema di imprese virtuose, che, insieme hanno creato un “sistema” volto alla governance sostenibile del territorio. Le tematiche inerenti il ciclo dei rifiuti; la loro ri-collocazione sul mercato come risorsa di materia; l’energia, intesa nelle sue declinazioni di risparmio energetico e produzione da fonti rinnovabili, l’educazione ambientale, per la crescita consapevole delle nuove generazioni, saranno tematiche sviluppate da più angolazioni durante i quattro giorni della kermesse. L’Area Abruzzo a ECOMONDO 2008, si configura, quindi, come un luogo privilegiato per gli stakeholders abruzzesi e i vari frequentatori della Fiera di Rimini, una valida occasione di incontro fra Amministratori ed Operatori, che troveranno, qui, il momento più opportuno per condividere strategie politiche, esperienze, competenze maturate, nonché conoscere le applicazioni tecnologiche e strutturali, proposte dal mondo dell’impresa e della ricerca. Per meglio favorire l’incontro e la condivisione di esperienze, oltre che per promuovere un’adeguata formazione/ informazione sulle tematiche in oggetto, nell’Area Abruzzo troveranno la giusta collocazione, non solo i vari soggetti che hanno scelto di aderire fisicamente (ndr: per l’elenco dei quali si rimanda alla pagina precedente), ma anche una serie di iniziative ed eventi che animeranno lo Stand dedicato.
ATTIVITÀ CONVEGNISTICA ALL’INTERNO DELL’AREA ABRUZZO Sala Convegni Area Abruzzo (Pad D5 - Stand 041) MERCOLEDÌ 05 NOVEMBRE ore 15.00 Seminario “Lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile nella Regione Abruzzo: Autorizzazione generalizzata per lo sviluppo del fotovoltaico e distributori di idrogeno sotto casa” A cura della Regione Abruzzo - Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria, Inquinamento Acustico, Elettromagnetico, Rischio Ambientale, SINA Relatore: Dott.ssa Iris Flacco, Dirigente del Servizio GIOVEDÌ 06 NOVEMBRE ore 15.00 Forum Tematico “Per un metodo nazionale di calcolo della raccolta differenziata” A cura della Regione Abruzzo - Direzione Parchi Territorio Ambiente Energia - Servizio Gestione Rifiuti e Legambiente VENERDÌ 07 NOVEMBRE ore 15.30-17.30 Convegno “La gestione dei rifiuti urbani nella Marsica: assetto impiantistico attuale e sviluppi futuri” A cura di ACIAM SpA Relazioni • “Il trattamento del rifiuto tal quale ed il compostaggio di qualità” • “L’implementazione di sistemi per il recupero energetico: utilizzo del gas di discarica e digestione anaerobica delle matrici organiche” • “La Termovalorizzazione dei rifiuti urbani: il caso dell’impianto di Parma” SABATO 08 NOVEMBRE ore 9.0-10.00 Seminario “Ambiente Abruzzo: rifiuti, acque, aria, inquinamento, amianto, radon” A cura di ARTA ABRUZZO SABATO 08 NOVEMBRE ore 10.0-13 Convegno “L’accettazione dei rifiuti in discarica: il passaggio dalla Delibera 27/07/1984 e s.m.i. al D.M. 03/08/2005, i limiti e le eventuali deroghe. Profili di responsabilità per il gestore dell’impianto” A cura di GRUPPO MAIO Moderatore Camillo Romandini - Magistrato presso il Tribunale di Pescara Intervengono • Pasquale Fimiani - Magistrato presso la Corte di Cassazione • Michele Laforgia - Avvocato, Esperto di diritto ambientale • Giuseppe Mininni - Dirigente di Ricerca CNR IRSA • Mauro Sanna - Chimico, ARPA Regione Lazio
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ISTITUZIONI
GESTIONE RIFIUTI: CAMBIARE MENTALITÀ Intervista al Dott. Franco Gerardini, Dirigente del Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo di Alberto Piastrellini
di informazione e formazione, per fare “sistema”. In questa strada - intrapresa con l’approvazione del nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - si sta indirizzando la Regione Abruzzo, grazie soprattutto alle attività e capacità espresse dal suo Servizio Gestione Rifiuti. Al Dott. Franco Gerardini, Dirigente del Settore, abbiamo rivolto alcune domande per avere un quadro più esaustivo della situazione abruzzese.
Di sicuro, seguire le problematiche della gestione dei rifiuti, non è incarico invidiabile in un momento in cui l’emergenza che sembrava coinvolgere solo la Regione Campania, in realtà si sta rivelando molto più diffusa anche il altri territori. Anche se non ha ancora acquistato le dimensioni che hanno messo in grave difficoltà le istituzioni campane, non c’è dubbio che quello dei rifiuti deve essere individuato come problema nazionale. Per anni si è sottovalutato l’incremento della produzione dei rifiuti a cui si è cercato di trovare soluzione con le discariche, mentre la raccolta differenziata rimaneva marginale e limitata ad alcune “virtuose” comunità. Ora, anche per gli ambiziosi obiettivi che vengono imposti dalla nuova Direttiva europea sui rifiuti, si deve cambiare gli indirizzi strategici per operare un vero e proprio cambiamento di mentalità nel modo di considerare i rifiuti - da peso indesiderato a risorsa preziosa - e per dare maggior importanza alla prevenzione e al recupero di materiali. Affrontare le criticità che si evidenziano permette anche di operare introducendo efficaci criteri (nuovi o già sperimentati), coinvolgendo consapevolmente tutti i soggetti in un’attività
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Dott. Gerardini, qual è attualmente la situazione dei rifiuti nel territorio abruzzese? La Regione Abruzzo presenta criticità del sistema di smaltimento dei rifiuti urbani in alcune aree (in particolare nelle Province di L’Aquila e Teramo) a causa della saturazione di alcune discariche esistenti. Si è lavorato, in questi mesi, per realizzare nuove disponibilità volumetriche sia con la previsione di ampliamenti (Atri, Tortoreto e Fara Filorum Petri) che con nuove discariche (Gioia dei Marsi, Capistrello, Collecorvino e Notaresco/Loc. Casette di Grasciano). La realizzazione di queste nuove volumetrie consentirà di uscire, entro il 2009, dalle attuali difficoltà. C’è bisogno del massimo impegno e disponibilità da parte di tutti gli attori del sistema (Enti Locali, Consorzi, ecc.). Quale ruolo sta giocando la comunicazione ambientale nella partita intrapresa dalle Amministrazioni Locali per raggiungere una quota significativa di raccolta differenziata dei RSU? La comunicazione è assolutamente fondamentale per l’implementazione corretta ed efficace delle politiche ambientali, soprattutto nel campo della riduzione, delle raccolte differenziate e del riciclo dei rifiuti. La Regione
Abruzzo, con il bando sulla riorganizzazione dei servizi di RD ha stanziato specifiche risorse finanziarie (sino ad un max del 20% dei circa 5 mil di Euro di contributi assegnati), proprio per la comunicazione ambientale. Quali nuovi strumenti telematici, codesto Servizio ha messo a disposizione delle AA. LL. per censire in tempo reale la produzione/raccolta di RSU nei vari Comuni della Regione? È stato avviato in questi giorni il sistema web application n denominato “CARIREAB” (N.d.r.: per una trattazione più approfondita dell’argomento, si veda l’articolo a pag. 8), elaborato dai validissimi collaboratori dell’Osservatorio Regionale Rifiuti (ORR). Il nuovo sistema rappresenta un salto di qualità enorme nella nostra Regione per garantire un’efficiente gestione dei dati e delle informazioni nel ciclo integrato dei rifiuti e garantirà anche l’applicazione delle norme della Legge n. 133/08 “taglia carta”, sulla riduzione del consumo di carta negli enti. I C Comuni i potranno t effettuare ff tt comunii cazioni mensili via web dei dati e ciò permetterà una migliore programmazione di tutte le attività (RD, rapp pporti annuali, ecotassa, comunicazione ambi am bien enta tale le,, pr p og gra ramm mmii op per erat ativ ivii, ecc.), aspetto questo previsto dalla L. R. 45/ 45/20 2007 07 che che ha ha ap appr prov ovat ato o il nuo nuovo vo Pian Pi ano o Re Regi g on gi onal alee di G Ges esti tion onee de deii Ri Rifi fiut utii (PRGR). Un bel risultato. Come procede il percorso di formazion i e//educazi d ione deii d docenti ti e de degl glii st stud uden enti ti a abr bruz uzze zesi si c cir irca ca lle e prob pr oble ob lema le mati ma tich ti che ch e le lega gate ga te a all lla ll a co corr rret rr etta et ta gest ge stio ione ne d dei ei rrif ifiu iuti ti?? Mo olt lto o be bene ne e. L’ L Ac Acco cord co rdo rd o Qu Quad adro ad ro o con o il CONAI prevede una serie di attività ità d dii infformaziione e fformazione i di docenti con il progetto “Riciclando si impara”. Sono stati effettuati n. 4 inconttrii con inco con un un co coiinvo invollgi lgimen imentto to di di ol oll-
tre un centinaio di docenti. Inoltre è stato avviato un tavolo di confronto con il “Parlamento regionale degli studenti”. Un momento di confronto ed approfondimento con le nuove generazioni sulle tematiche regionali emergenti nel settore dei rifiuti. Con la realizzazione di un marchio del Compost di Qualità creato in Abruzzo, quali opportunità si sono create per gli operatori agro-silvopastorali del territorio? Il “Marchio di qualità - Compost Abruzzo” è un percorso iniziato oltre un anno fa in collaborazione con il Consorzio Italiano Compostatori (CIC). Nell’ambito dell’Accordo di Programma con lo stesso è previsto che nei prossimi mesi siano attuate le iniziative di sensibilizzazione degli operatori del settore agricolo, vivaistico, ecc. Tutto ciò sarà supportato anche da risorse regionali per l’acquisto di attrezzature da parte degli operatori come previsto dalla L.R. 17.07.2007, n.22. Gli operatori potranno contare sulla disponibilità di un prodotto di qualità in grado di garantire la tutela della fertilità dei suoli. È un programma a cui annettiamo la massima importanza per “chiudere” in positivo il ciclo della gestione delle “frazioni organiche” ed attuare il Programma regionale per i Rifiuti Urbani Biodegradabili (cd. RUB). Dott. Gerardini, per la seconda volta, Amministratori Pubblici e Privati hanno scommesso sulla visibilità e sulle opportunità di crescita intellettuale e professionale offerta dalla partecipazione alla Fiera ECOMONDO di Rimini. Cosa si aspetta da questa edizione? Una conferma del buon lavoro che si sta portando avanti nel settore dei rifiuti nella logica di “Sistema Abruzzo”. La collaborazione piena fra tutti i soggetti coinvolti è indispensabile
per un salto di qualità culturale ed operativo. La “scintilla” di questa iniziativa è stata la disponibilità e professionalità dello Staff dirigenziale e Tecnico di “Regioni & Ambiente” che ha avuto il merito di “guidarci” nel percorso realizzativo dell’Area Abruzzo ad ECOMONDO. Sono sicuro che da questa edizione sarà ulteriormente rafforzato il concetto di “Squadra” unita e vincente. Quali problematiche porterete sul tavolo di confronto e quali strumenti conoscitivi e di socializzazione promuoverete in loco? Ad ECOMONDO l’Area Abruzzo ospiterà alcuni eventi su temi come: il ruolo e le attività del sistema regionale INFEA dei Centri di Educazione Ambientale (CEA). Affronterà anche alcune problematiche collegate alle iniziative i campo energetico delle fonti rinnovabili e quelle collegate alle metodologie di calcolo delle percentuali di raccolta differenziata, problema rimasto in sospeso da anni per mancanza di un decreto ministeriale che ne fissa i criteri generali. Un mix di iniziative, insomma, che riassume l’impegno a largo raggio della Regione Abruzzo per affermare efficaci politiche ambientali e da condividere con gli attori del sistema.
• realizzare un sistema impiantistico integrato, innovativo ed efficiente (BAT - migliori tecnologie) che porti alla residualità delle discariche nel ciclo dei rifiuti; • implementare concretamente nel territorio le politiche avviate nel settore della riduzione della produzione dei rifiuti e delle raccolte differenziate secondo sistemi integrati “domiciliari”; • realizzare la chiusura del cerchio dei flussi delle frazioni organiche (compost qualità), del sistema CONAI (riciclaggio), delle frazioni secche (produzione ed utilizzo del CDR. In sintesi, fare della gestione dei rifiuti un avanzato settore eco-industriale, funzionale ad una modernizzazione del sistema socio-economico della nostra Regione. L’impegno è assicurato!
Quali sfide, infine, vi attendono per conseguire, dal punto di vista della gestione dei rifiuti, una politica integrata e diffusa di sostenibilità nel territorio? Le sfide sono tante e tutte molto impegnative, ne riassumo alcune sinteticamente: • promuovere buone pratiche ambientali tra i cittadini e gli operatori che crei una cultura diffusa e migliori la qualità della vita; • superare le attuali difficoltà nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani;
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ECO-NEWS
Rifiuti
DA METÀ OTTOBRE È OPERATIVO CARIREAB
Grazie al nuovo Catasto Telematico dei Rifiuti della Regione Abruzzo, le Amministrazioni Locali potranno comunicare in tempo reale i dati della loro raccolta differenziata di Alberto Piastrellini
“Finalmente anche la Regione Abruzzo si è dotata di uno strumento innovativo in grado di rinnovare il proprio knowhow di dispositivi tecnici al servizio della comunità e del cittadino”. È questo l’entusiastico commento del Dott. Franco Gerardini, Dirigente regionale del Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo, all’indomani dell’annuncio della prossima entrata a regime del nuovo Catasto Telematico Gestione Rifiuti, CARIREAB. “Grazie a questo supporto tecnologico – ha dichiarato in seguito – si procede di un passo ulteriore nella riconfigurazione del sistema di gestione, raccolta e trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani, così come previsto nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti”. Ma vediamo in dettaglio la notizia. A partire dal giorno 15 ottobre è entrato in funzione, in via sperimentale, il Catasto Telematico Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo, una web-application ideata e progettata dall’Osservatorio Regionale dei Rifiuti, in collaborazione con la Struttura Speciale di Supporto informativo della Regione Abruzzo, l’ARTA-SIRA Abruzzo e gli Osservatori Provinciali dei Rifiuti abruzzesi. “Il sistema web CARIREAB – ha spiegato il Responsabile Tecnico del progetto, Dott. Gabriele Massimiani – è stato progettato con l’obiettivo di gestire con efficacia, efficienza e puntualità il patrimonio informativo del ciclo integrato della gestione dei rifiuti su base regionale, in modo da garantire un reale sostegno alle attività di pianificazione e gestione della Giunta Regionale, nonché agli enti Locali interessati”. Il Catasto, infatti, avrà il compito di gestire: • I dati sui quantitativi raccolti in modo differenziato ed avviati ad effettivo recupero per la determinazione delle percentuali di raccolta differenziata sul territorio regionale. • I dati qualitativi e quantitativi dei rifiuti prodotti, recuperati e smaltiti comunicati al sistema camerale attraverso il Modello Unico di Di-
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chiarazione Ambientale (MUD). • I dati relativi alle autorizzazioni regionali di cui agli artt. 208, 209, 210, 211, 212 del D. Lgs 152/2006 (Testo unico Ambientale) e s.m.i. • Tutte le informazioni relative alle imprese che svolgono operazioni di recupero dei rifiuti in procedura semplificata di cui al D. M. n. 186 del 5/04/2006 e già operative alla data di entrata in vigore del Testo Unico Ambientale • I dati realtivi alle comunicazioni effettuate in procedura semplificata di cui agli artt. 214, 215, 216 del D. Lgs 152/2006 (Testo unico Ambientale) e s.m.i. • I dati anagrafici relativi ai soggetti coinvolti nel ciclo di gestione dei rifiuti contenuti nel Registro delle Imprese e forniti da Unioncamere. “Nella fase iniziale – ha dichiarato Massimiani, citando il PRGR, Legge Regionale n. 45 del 19/12/2007 – sarà operativo il modulo software che consentirà ai Comuni di effettuare le dichiarazioni mensili sui quantitativi raccolti in modo differenziato ed avviati ad effettivo recupero per la determinazione delle percentuali di raccolta differenziata sul territorio regionale”. In particolare, si evince che CARIREAB sarà uno strumento software che agevolerà i Comuni ad assolvere il compito previsto dalla Legge Regionale di riferimento all’art. 6, comma c: “i comuni devono mensilmente fornire alla Provincia i dati della raccolta e della produzione dei rifiuti urbani ed assimilati nonché tutte le informazioni sulla gestione dei rifiuti, per consentirne l’elaborazione e la trasmissione all’ORR, all’ONR ed all’ARTA”. Pertanto, grazie alla nuova web application, tutte le Amministrazioni Locali, accedendo al’apposita sezione riservata, potranno dichiarare i dati inerenti le schede-tipo per la dichiarazione dati sulla produzione dei Rifiuti Urban e le raccolte differenziate.
“L’acquisizione dei flussi di informazione dichiarati attraverso il programma – ha spiegato, inoltre, Massimiani – sarà valicata dagli OPR e ORR e verificata ai fini dei controlli dall’ARTA-SIRA e, successivamente, resi disponibili ai diversi soggetti coinvolti nel ciclo integrato della gestione dei rifiuti”. Nella fase attuale il sistema è utilizzato, in via sperimentale, da quattro Comunipilota selezionati appositamente dagli OPR abruzzesi: • Castel Frentano (CH) • Pineto (TE) • Tocco da Casauria (PE) • Villa Sant’Angelo (AQ) Nel frattempo, gli OPR, con il supporto della Regione Abruzzo, stanno organizzando Corsi di Formazione rivolti ai Comuni, al fine di poter utilizzare al meglio questo strumento. Inoltre, è in fase di sviluppo il modulo software per la gestione dell’impiantistica regionale dei RSU e dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non Pericolosi, nonché le attività di controllo a loro connesse.
ISTITUZIONI
INFORMAZIONE E FORMAZIONE PER IL GOVERNO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO La Dirigente del Servizio Politiche per lo Sviluppo Sostenibile, Dott.ssa Franca Chiola, fa il punto della situazione regionale di Donatella Mancini
L’esigenza, non più procrastinabile di tradurre in azioni concrete e comportamenti quotidiani tutte le sfumature sottese al concetto di Sviluppo Sostenibile, obbliga tutti i soggetti della società ad un generale salto di qualità nell’assumere responsabilmente comportamenti virtuosi. Le Pubbliche Amministrazioni, in questo senso, hanno un doppio dovere: pianificare e proporre interventi, da un lato; vigilare, affinché gli stessi vengano applicati, dall’altro. Non solo, è proprio alle Pubbliche Amministrazioni che i cittadini e gli imprenditori guardano quando si tratta di verificare lo stato di applicazione di quelle regole che apparentemente sembrano imposte dall’alto e non vengono percepite dalla collettività come proposte per il bene comune. In questo senso, le dinamiche di partecipazione democratica “dal basso” (Agenda 21) nei processi di pianificazione e governance del territorio e l’esigenza di informare e formare i cittadini, soprattutto quelli di domani, sono direttrici da percorrere per raggiungere l’obiettivo dello sviluppo sostenibile. Per approfondire l’argomento e calarlo nella realtà abruzzese, abbiamo intervistato la Dott.ssa Franca Chiola, Dirigente del Servizio Politiche Ambientali per lo Sviluppo Sostenibile.
flusso veicolare. In questo senso finanziare i Piani Urbani del Traffico, attuare gli stessi , elaborare i Piani Provinciali di Mobilità Sostenibile previsti dalla normativa Europea, sono tutte azioni che vanno nella direzione di un approccio nuovo alla logistica del traffico. Certamente, tutto questo dovrà confrontarsi ed interfacciarsi con il nuovo Piano Regionale dei Trasporti per avere una sostanziale incisività sulla realtà quotidiana. Non è un caso, infine, che proprio nella fase di redazione di questi strumenti di pianificazione, la Regione abbia ritenuto fondamentale inserire la partecipazione attiva dei Processi di Agenda 21.
Risparmio energetico, mobilità sostenibile, adattamento ai cambiamenti climatici, sono le azioni prioritarie che ogni amministrazione dovrebbe implementare per assicurare la governance sostenibile, la tutela del territorio e la salute dei cittadini. Come si è inteso dare corpo a questi concetti? La Regione sta dimostrando molto interesse nei confronti di queste tematiche e pertanto si sta già muovendo nel solco di queste prospettive. Ad esempio nei confronti del risparmio energetico, il Servizio che si occupa di energia ha implementato azioni mirate di sensibilizzazione, informazione e sostegno a tutte le iniziative che vanno nella direzione del consumo di risorse energetiche rinnovabili. Anche per quanto riguarda la mobilità sostenibile, sia per la sua declinazione prettamente ambientale di riduzione delle emissioni, sia per quanto concerne la parte logistica del problema, legato alla gestione dei trasporti, la Regione si è impegnata nel sostenere ogni azione che va verso una riduzione dell’uso eccessivo dei mezzi di trasporto privato, per sostenere, viceversa, una mobilità pubblica sostenibile. Sappiamo, da diversi acclarati studi, che è proprio dal traffico veicolare che derivano i più pesanti contributi all’inquinamento atmosferico degli ecosistemi urbani. Fra le azioni mirate alla riduzione degli apporti inquinanti della mobilità, una riguarda espressamente l’implementazione di strategie volte a dare una maggior scorrevolezza al
Attuare queste strategie significa avere dalla propria parte un bacino d’utenza molto ben formato ed informato. Come si sta operando per informare i cittadini adulti, quindi già coscienti, e le fasce rappresentate dai cittadini di domani? É chiaro che nel caso di una pianificazione, l’informazione sottesa sta in capo a quei soggetti che redigono ed approvano il Piano stesso. Come Regione, più che altro, facciamo azioni di informazione di tipo molto più generale, come, ad esempio l’uso corretto delle risorse, la necessità di utilizzare il mezzo pubblico rispetto a quello privato… Viceversa, per quanto concerne la comunicazione relativa a precise pianificazioni, allora, strategie e risorse per questa azione specifica sono contenute e previste dal documento stesso.
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Al di là degli adeguamenti strutturali volti alla maggior fluidità dei flussi di traffico, sono previsti, nei redigendi Piani, azioni specifiche volte alla riduzione del trasporto privato, tipo: car sharing e bike sharing? Certamente, di queste soluzioni si è già discusso e, una volta redatti i Piani, andremo ad individuare quelle zone dove è possibile partire con una sperimentazione in questo senso. Non solo, abbiamo anche in animo di dare un sostegno economico a quei Comuni che implementeranno l’uso di biciclette per il trasporto collettivo.
Tuttavia, un discorso a parte merita il lavoro di formazione che la Regione promuove per le generazioni più giovani. Beh, questa è proprio una delle attività peculiari del Servizio di cui sono dirigente; l’attività rivolta alle Scuole. Vede, è proprio con il contatto con le scuole che si riesce a raggiungere il più gran numero di ragazzi e, attraverso attività didattiche mirate, si riesce a far passare concetti e contenuti di forte incidenza sulle questioni ambientali e della sostenibilità.
Grazie ai nostri Centri di Educazione Ambientale, i temi e le riflessioni individuate, sono veicolati nelle scuole attraverso azioni specifiche, raccolte e selezionate in una apposita pubblicazione che, poi, viene inviata alle scuole stesse per una scelta. Ritengo che i futuri cittadini debbano da subito prendere coscienza di emergenze quali: il ciclo dei rifiuti; il risparmio idrico e, quello energetico; la sostenibilità delle azioni quotidiane; necessità, queste, a cui i bambini, se ben stimolati, sanno dare adeguate e significative risposte. Basti dire che lo scorso anno, con le proposte dei nostri CEA, abbiamo raggiunto oltre 12.000 bambini e quest’anno, ad una prima stima, il numero sembrerebbe aumentare. Al di là dei numeri, avete avuto un riscontro di come le Scuole che hanno partecipato alle attività dei vari CEA, hanno risposto agli stimoli offerti? Innanzi tutto abbiamo fatto un monitoraggio coinvolgendo tutti i soggetti che hanno aderito alle varie attività.
È stata consegnata, infatti, una scheda di valutazione delle attività proposte, di come queste sono state svolte, dell’eventuale arricchimento personale riscontrato in termini di informazioni e consapevolezza, chiedendo, infine, se vi fossero suggerimenti da proporre per migliorare il servizio. Le risposte pervenuteci sono state molte e, proprio in questi giorni, stiamo procedendo ad una catalogazione ed analisi dei dati, anche perché sarebbe inutile riproporre un’azione senza aver prima valutato obiettivamente i risultati ottenuti in precedenza da un’azione simile. Per ora le riposte pervenuteci dalle scuole sono state soddisfacenti. Sono state valutate positivamente le modalità di trattazione delle tematiche proposte e l’adeguatezza del personale docente, con una particolare attenzione da parte dei più piccoli verso le esperienze didattiche pratiche svolte presso i Centri stessi.
Il Centro di Educazione Ambientale “Il Grande Faggio” di Pretoro (CH) nel Parco della Majella
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L’APPROFONDIMENTO
CONOSCERE IL SISTEMA INFEA DELLA REGIONE ABRUZZO INFEAbruzzo è il sistema regionale per l’informazione, formazione ed educazione ambientale ed è gestito dall’Ufficio di coordinamento in materia di Educazione Ambientale - Servizio Politiche per lo Sviluppo Sostenibile della Direzione Parchi, Territorio, Ambiente, Energia della Regione Abruzzo. L’infe@bruzzo è parte della Rete Nazionale del SISTEMA INFEA (Informazione, Formazione ed Educazione ambientale) che nasce dal Programma Nazionale 1994-96 per l’Educazione Ambientale del Ministero dell’Ambiente, quando si sono compiuti i primi passi verso la realizzazione di un sistema nazionale, basato sulla consapevolezza che la ricchezza e la varietà dell’offerta formativa ed educativa sia una risorsa per il territorio-ambiente, inteso come sistema di relazioni connesse. Con i documenti “Linee di indirizzo per una nuova programmazione concertata tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in materia di IN.F.E.A.” del 23 novembre 2000 e “Nuovo Quadro programmatico Stato-Regioni per l’Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità” del 1 Agosto 2007, il sistema INFEA nazionale assume un ruolo strategico e fondamentale per l’Educazione allo sviluppo sostenibile e affida alla rete dei sistemi regionali il compito di diffondere la cultura della sostenibilità, ciascuno con la propria caratterizzazione e autenticità. In Abruzzo il sistema INFEA è regolato dalla Legge Regionale n.122/99, che disciplina gli interventi in materia di Educazione Ambientale e nasce dalla volontà di promuovere una cultura della
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tutela dell’ambiente. Il sistema è costituito da un complesso di strutture e servizi pubblici o privati, che vanno a formare insieme la rete regionale dei Centri di Educazione Ambientale di interesse regionale (L.R. 122/99). INFEA - COSA FACCIAMO L’infe@bruzzo realizza i suoi interventi attraverso il Programma Regionale per l’Educazione Ambientale, di durata triennale, alla cui progettazione partecipano l’ufficio di coordinamento INFEA e il Comitato Regionale per l’Educazio-
ne Ambientale (C.R.E.A.). Il programma è lo strumento principale di riferimento e di raccordo per le politiche regionali in materia di EA e diventa occasione per creare una struttura sistemica di dialogo
e cooperazione tra le parti. All’ufficio, centro di coordinamento regionale, spetta l’assolvimento di tutti i compiti in materia di Educazione Ambientale e opera nella convinzione che l’educazione ambientale sia parte integrante di tutte le politiche pubbliche e private. L’INFEAbruzzo, inoltre, parte dal presupposto fondamentale che non sia sufficiente considerare solo la fase conclusiva di un percorso educativo attivato, ma è indispensabile porre l’attenzione sull’intero processo formativo. In particolare l’ufficio: - organizza e regola il Sistema Regionale INFEA; - coordina la rete dei Centri di educazione ambientale e segue gli adempimenti per il riconoscimento dei Centri di interesse regionale; - promuove, monitora e gestisce i progetti definiti dal programma regionale; - partecipa a progetti interregionali, nazionali e internazionali - attiva la partecipazione ai processi di Agenda 21, di cui verifica la realizzazione; - tesse relazioni con il sistema degli Enti Locali, delle Aree Protette, della Scuola e delle Università, delle imprese e delle associazioni. COSA SONO I CEA I Centri di Educazione Ambientale (CEA) vanno a costituire un punto di riferimento unico in materia di educazione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile per la cittadinanza, le scuole, le agenzie educative, gli Enti locali e le aziende che vogliono confrontare la propria competenza con i temi della sostenibilità. I CEA sono strutture che,
in aderenza ai principi ispiratori dello sviluppo sostenibile, realizzano progetti di educazione all’ambiente con particolare riferimento ai contesti territoriali in cui sono inseriti. I CEA, distribuiti sul territorio, sono riconosciuti di interesse regionale, in base alla L.R. n.122/99. Ciascuno con un propria metodologia nel proporre i temi della sostenibilità, vanno a costituire insieme la rete dei Centri di educazione Ambientale della Regione Abruzzo. Le opportunità che offrono I centri realizzano percorsi educativi, soggiorni didattici, iniziative di formazione, materiali didattici e divulgativi e si occupano di documentazione e ricerca, di comunicazione e informazione. Le loro attività sono rivolte a tutta la comunità locale, avendo come obiettivo fondante quello di promuovere e gestire spazi di progettazione partecipata e condivisa, condizione essenziale per un processo di apprendimento complesso e sistemico in interscambio con l’ambiente circostante. I Centri di Educazione ambientale sono gli attori che, all’interno del sistema regionale, operano direttamente sul territorio e si fanno responsabili della promozione di un’educazione ad un agire sistemico che tenga conto del passaggio dal locale al globale. Essi operano con le scuole, con i privati e con gli Enti Locali, venendo così ad essere punto di riferimento per l’intera comunità. La loro attività viene monitorata dagli organi del Sistema Regionale per un continua azione di qualità. Attualmente i CEA riconosciuti dalla Regione sono 38, essi hanno una propria vocazione territoriale trovandosi in zone collinari, montane, costiere, urbane. Tale eterogeneità porta a pensare che la diversità vada promossa e incentivata. Suddivisi per province, i CEA risultano in numero di: 14. nella Provincia di Chieti 11. nella Provincia di L’Aquila 8. nella Provincia di Teramo 5. nella Provincia di Pescara
IL PROGRAMMA TRIENNALE La Regione Abruzzo, facendo bagaglio fondamentale di questi anni di esperienza e di formazione a livello interregionale, nazionale e internazionale, al termine di un processo di ripensamento e riqualificazione delle azioni, decide di intervenire in materia con un rinnovato approccio, che tiene conto di tutte le sfere di interventi possibili alla luce dell’esperienza pregressa. Con Deliberazione 28.12.2007 n. 1386 è stato approvato il PROGRAMMA REGIONALE DI EDUCAZIONE AMBIENTALE 2008 - 2010. Il nuovo Programma triennale regionale per l’educazione ambientale 2008-2010 andrà ad essere il punto di riferimento unico per gli attori che sul territorio sono coinvolti nel processo poiché esso delinea l’idea condivisa di Educazione Ambientale dalla e nella Regione Abruzzo, definisce nuove sfere di azioni e di relazioni, individua criteri e indicatori per un agire di qualità, impegna risorse finanziarie per promuovere processi partecipati e di formazione continua. È la proposta di un’azione programmata che sarà valutabile e valutata, non per mero giudizio quantitativo, ma come occasione per proporre nuovi modelli e migliorare il proprio agire. Nello specifico: ANNUALITÀ 2008 Le aree di intervento fondamentali e propedeutiche alle successive annualità di programmazione, sono costituite: - dalla formazione ai referenti dei CEA di interesse regionale - dalla formazione agli operatori - dal progetto DI SCUOLA IN CEA, non solo come forma di finanziamento ai CEA, ma soprattutto come strumento per attivare processi di dialogo e di sensibilizzazione sul territorio - dalla qualità della rete attraverso l’applicazione di alcuni degli indicatori di qualità definiti. Dunque formazione - azione - valutazione per un agire di qualità. GLI OBIETTIVI a) prevedere momenti di formazione,
come strumento per migliorare la qualità dei soggetti, per creare occasioni di confronto e crescita, per diffondere l’idea di Educazione ambientale definita nel Programma; b) favorire la progettualità dei CEA rivolta alle scuole; c) applicare gli indicatori di qualità previsti dal Programma. LE AZIONI PROGETTO DI SCUOLA IN CEA I EDIZIONE 2007-08 Perché a scuola La scuola è un attore sociale capace di attivare molteplici forme di metacomunicazione e di interagire con il contesto territoriale in cui si trova, puntando alla progettazione di nuove situazioni di lavoro e considerandole occasioni di stimolo per gli insegnanti e gli alunni. E lo sviluppo sostenibile ha bisogno di questo modo di pensare, di questo modo di agire. Necessità di un legame tra Scuola & Territorio L’obiettivo è dunque quello di costruire una interazione con il territorio andando a formare una rete tra i diversi attori sociali che assicuri concretezza e rilevanza all’azione educativa. Si vogliono mettere a disposizione della scuola le risorse che il territorio offre perché si colga l’importanza che assume il rapporto tra l’individuo, la società e l’ambiente circostante. Il Catalogo raccoglie i progetti che ogni Centro di Educazione Ambientale propone. Tipi di attività realizzate: - PROGETTI DIDATTICI - ESPERIENZE RESIDENZIALI DESTINATARI 1° ANNO: primaria e secondaria di I grado Progetti presentati: 71 Scuole aderenti: 110 su 200 tra direzioni didattiche, istituti comprensivi, scuole medie n. iscrizioni: 145 classi coinvolte: 470
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numero alunni sul territorio: circa 12.000 AZIONE DI MONITORAGGIO Le scuole hanno partecipato rispondendo ad una scheda di valutazione, apprezzando il progetto e chiedendo il coinvolgimento di più alunni. II EDIZIONE 2008-09 In risposta all’azione di monitoraggio avviato, si è proceduto a garantire: l’apertura delle iscrizioni a tutte le scuole statali di ogni ordine e grado; i progetti presentati sono 106 per 33 cea, 35 in più rispetto allo scorso anno e un coinvolgimento maggiore dei CEA. Le iscrizioni sono state aperte fino al 10 ottobre 2008.
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Manifesto per il DESS-UNESCO (decennale dell’Educazione allo Sviluppo sostenibile 2005-2014)
ISTITUZIONI
ENERGIA: PER NON CONSUMARE A CREDITO Intervista alla Dott.ssa Iris Flacco, dirigente del Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria, Inquinamento acustico ed elettromagnetico, Rischio ambientale, SINA della Regione Abruzzo di Alberto Piastrellini
La corsa allo sviluppo sostenibile, passa inevitabilmente attraverso un approvvigionamento energetico razionale, non scevro da severe politiche di risparmio, e strategie di produzione/distribuzione attraverso filiere corte ed economicamente sostenibili. Tuttavia, e lo dicono tutti gli studi volti al monitoraggio e alla limitazione dei danni del global warming, uno sviluppo sostenibile vero e proprio non si avrà se non con la sostituzione dei vettori energetici: dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. In mancanza di una reale politica e strategia energetica a livello nazionale, sono le Regioni, quelle emanazioni del Governo centrale, che possono fare molto per conseguire, sul territorio locale, quei risultati che, più ampiamente, stentano a trovare una realizzazione. Per conoscere meglio cosa si sta realizzando nel territorio abruzzese, abbiamo intervistato la Dott.ssa Iris Flacco, Dirigente del Servizio Politica Energetica, Qualità dell’Aria, Inquinamento acustico ed elettromagnetico, Rischio ambientale, SINA della Regione Abruzzo.
Dott.ssa Flacco, la Regione Abruzzo partecipa per la terza volta alla Fiera ECOMONDO di Rimini e, quest’anno la riflessione sottesa alla manifestazione è quella di ingegnarsi alla sostenibilità. Come si pone la Regione Abruzzo all’interno di questa riflessione? Quali strategie propone, in questo senso, alle imprese che operano sul territorio? Guardi, al giorno d’oggi la produzione di energia è privatizzata ed è applicata come tale, e la produzione di energia è qualificata come industria! Essa è una delle prime attività del comparto industriale e, la più produttiva. È ovvio, quindi, che le varie aziende si stiano muovendo in questa direzione. In Abruzzo, le aziende, organismi
energivori per eccellenza, stanno cominciando a diversificare il proprio approvvigionamento. Abbiamo già autorizzato parecchie aziende ad autoprodurre energia, non solo attraverso la co-generazione, ma anche implementando l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Inoltre stanno nascendo nuove imprese finalizzate alla produzione di energia attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili e, attorno a questo settore, si sta incrementando tutto un indotto fatto di tecnologia, di forniture, di impianti e di manutenzione, senza contare l’implementazione dei processi di progettazione. Pochi mesi fa, il Servizio che lei dirige, ha organizzato un Workshop dedicato all’implementazione della miscela metano-idrogeno per autotrazione. Cosa è cambiato da allora nel territorio? La FIAT sta già lavorando su una serie di autoveicoli prodotti in un impianto della nostra regione che utilizzeranno proprio questa tipologia di vettore energetico. Da parte nostra abbiamo individuato l’area dove saranno realizzati i primi impianti di distribuzione, in collaborazione con l’ENI e, fra poco tempo si realizzerà un incontro con alcuni imprenditori privati della provincia aquilana che vogliono ampliare l’offerta del proprio impianto di distribuzione metano, con la possibilità di distribuzione della nuova miscela. Il nostro progetto inviato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per ottenere un co-finanziamento, relativo alla realizzazione della flotta di Panda ad alimentazione metano-idrogeno e relative stazioni di servizio, è stato già valutato positivamente e siamo in attesa di una risposta in tempi brevi. In ogni caso, a prescindere dalla presenza o meno del Ministero, siamo intenzionati a portare avanti il progetto. È vero che un parere positivo del Ministero darebbe un impulso diverso al
progetto, dal momento che una vera strategia dell’idrogeno, in Italia, è assente. Tant’è che, in questo senso sono più attive le Regioni che il Governo centrale. Verrebbe da dire che forse, a livello nazionale, manca proprio una strategia unitaria sull’energia… Effettivamente ancora non c’è, ma qualche decisione sta andando in questa direzione. Poi, c’è poco da fare: sull’energia le Regioni legiferano in modo concorrente, cioè applicano direttamente le Direttive europee e queste, sull’energia, hanno già detto tutto, per cui non si dovrebbero avere troppi dubbi sul da farsi. Occorre semplicemente sviluppare le fonti di energia rinnovabile entro il 2012, tenendo presente che la nostra inadempienza darà luogo non solo ad un aumento delle emissioni inquinanti (per cui pagheremmo come cittadini da un punto di vista ambientale), ma anche a costi aggiuntivi per l’approvvigionamento energetico e per le multe che ci ritroveremmo a pagare. Dott.ssa, torniamo per un attimo al workshop di cui si parlava poc’anzi. Nel corso dei lavori lei accennava al fatto che la Regione Abruzzo, tra le tante partnership e strategie di collaborazione che ha attivato per conseguire una politica energetica efficiente, è entrata a far parte di un organismo internazionale che vede proprio le regioni europee impegnate in prima linea per l’applicazione delle istanze comunitarie. Può parlarci di questa esperienza? Molto volentieri, anzi , proprio ieri c’è stata una riunione del gruppo di lavoro su questa attività. In verità è nato proprio un nuovo organismo con questa mission: assistere e lavorare insieme alla Commissione Europea per sviluppare la strategia dell’idrogeno. L’Europa ha già delle strutture: una
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piattaforma che riunisce varie grandi imprese che già producono idrogeno e procedono alla sua distribuzione per fini industriali. Tuttavia per arrivare ad uno sviluppo plausibile della filiera dell’idrogeno, da qui al 2020, è necessario radicare queste attività a livello locale. Pertanto, col forte coinvolgimento della Regione Abruzzo che fa parte del core group dei primi 8 soggetti che hanno formato questa struttura, si sta stilando le prime regole che indicheranno la strada da seguire per collaborare con la Commissione Europea per realizzare una strategia condivisa dell’idrogeno. Quali saranno i primi step che verranno affrontati? Intanto si inizierà a monitorare tutti gli impianti esistenti, non solo quelli di grande dimensione, e la loro funzionalità. Poi, si cercherà di capire come approvvigionarsi di idrogeno e come produrlo (cosa che ha un notevole impatto economico sullo sviluppo della filiera stessa). Infine, si verificherà la validità delle leggi, poiché esistono, infatti, grossi vincoli normativi all’uso della strategia dell’idrogeno, che devono essere necessariamente superati. Infine, verrà messa a regime una programmazione di finanziamento regionale a lungo termine (non soltanto co-finanziamento di progetti comunitari). Qual è lo stato di attuazione delle tecnologie per la produzione di energia alternativa nel territorio abruzzese? Abbiamo una buona produzione, per quanto riguarda l’energia elettrica prodotta da vettore eolico. C’è ancora una buona possibilità di sviluppare il cosiddetto micro-eolico e qualche ulteriore passo da compiere per quanto riguarda l’idroelettrico da acqua fluente (senza, cioè intervenire con ulteriori canalizzazioni a depauperamento dei corsi d’acqua) e mini-idroelettrico sulle condutture. Un’ottima possibilità di espansione ha la tecnologia del fotovoltaico. Abbiamo in itinere una grande quantità di richieste di autorizzazioni per impianti dedicati e lo stesso dicasi per le biomasse. Recentemente il Governo è tornato indietro sull’obbligo della
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certificazione energetica degli edifici. Cosa comporterà questa azione per le pratiche di contenimento dell’energia nelle nuove strutture urbane abruzzesi? Guardi, noi abbiamo l’obbligo dal 1991 di verificare la dispersione energetica degli edifici e su questa tematica sono sempre girate certificazioni standard e “non reali”. Il D. Lgs. n. 192, prevede, in applicazione della Direttiva Europea, uno studio reale e puntuale dell’organismo edificio e del suo fabbisogno energetico. Di fatto la problematica esiste, non c’è ancora un modo di affrontare il problema in maniera consolidata, tale per cui si possa rilasciare una certificazione univoca. Forse in questo frangente una sospensione che permetta di resettare le regole non è del tutto sbagliata, ma deve essere una sospensione molto breve… Cambiamo argomento. Fra i compiti del suo Servizio c’è anche quello relativo alla qualità dell’aria. Si sono avuti dei miglioramenti circa l’inquinamento dei centri urbani nella seconda parte dell’anno? Sulla qualità dell’aria è stata fatta un’azione di forte contenimento delle emissioni, soprattutto per quanto concerne il rilascio delle autorizzazioni alle industrie e piccole e medie imprese. Sono orgogliosa di affermare che, nel nostro territorio, abbiamo imprese che si fregiano, in questo senso, di processi produttivi di prim’ordine per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente e della qualità dell’aria. Soprattutto i nuovi impianti rispettano valori molto inferiori rispetto a quelli previsti dalle linee guida europee, è ovvio che quelli esistenti si stiano adeguando. Qualche problema lo sta dando il traffico e la mobilità in generale, soprattutto per quanto riguarda la congestione della fascia costiera rispetto all’entroterra e la stagionalità dei flussi turistici. Tuttavia stiamo cercando di rispondere con strategie di pianificazione mirate, soprattutto con Piani Urbani del Traffico. Non solo, una quota notevole di inquinanti viene immessa in atmosfera dai sistemi di riscaldamento domestico. Anche in questo caso la Regione si è messa in gioco proponendo 3 bandi
per la sostituzione del vecchio “parco-caldaie” con nuovi apparecchi più performanti ed in grado di ottimizzare il livello di emissioni. Sono piccoli passi, ma cominciano a dare i loro frutti, al punto che, anche l’area Chieti-Pescara, censurata dall’UE per il livello di inquinanti in atmosfera, già nella seconda parte dell’anno, sta mostrando delle migliorie a livello di dati. Per quanto riguarda il SINA, cosa può raccontarci del lavoro svolto in Abruzzo? Nella Regione abbiamo attivato il Sistema Informativo Regionale Ambientale (SIRA), di nostra competenza, ma attribuito all’ARTA, la quale deve monitorare ed analizzare tutti i dati relativi all’ambiente. Il problema maggiore, come riscontrato anche a livello nazionale, è proprio ottenerli, questi dati ambientali. Occorre individuare quei dati-traccia che sono condivisi a livello europeo con un sistema informatico in grado di colloquiare sia con l’elemento puntuale, sia con il sistema stesso, regionale e nazionale. Dott.ssa Flacco, cosa si aspetta dalla partecipazione ad ECOMONDO 2008 e cosa vorrebbe portare con sé da questa manifestazione? Credo moltissimo in questi momenti di visibilità e di confronto perché da soli e nel nostro microcosmo non riusciremmo a realizzare “macroazioni”. Abbiamo bisogno di conoscere sempre più il lavoro dei nostri vicini e le loro buone pratiche, altrimenti non appronteremmo alcuna strategia. Da ECOMONDO mi aspetto una più completa ed aggiornata panoramica della tecnologia disponibile e delle best practices applicate e, naturalmente una informazione puntuale ed aggiornata di quello che viene realizzato da Pubbliche Amministrazioni ed Aziende.
ENERGIA-PROGETTI
Energia
DUE PROGETTI INTEGRATI PER LA DIFFUSIONE DEL BIOGAS E DEL BIODIESEL NEL TERRITORIO ABRUZZESE di Alberto Piastrellini
La questione della dipendenza energetica del Paese da produttori esteri di fonti primarie e le conseguenze di una politica energetica troppo miope nella storia recente dell’Italia, assumono connotati sempre più drammatici allorquando, come si è verificato negli ultimi mesi, l’aumento del prezzo del greggio fa innalzare il costo nazionale per l’approvvigionamento di petrolio e derivati; costo che inevitabilmente si ripercuote sulle tasche dei cittadini. Senza contare che i continui ritardi circa la diffusione capillare e l’implementazione di buone pratiche energetiche e fonti alternative, pesano non solo sui costi economici attuali, bensì mettono una ipoteca sulla qualità della vita nel futuro (in primo luogo in termini economici per quanto riguarda la quota di emissioni che il nostro Paese si ritroverà a pagare, prima o poi, per l’inadempienza degli impegni sottoscritti col Protocollo di Kyoto; in secondo luogo, per tutti gli effetti derivanti del global warming del quale in una certa misura siamo responsabili). Se a livello nazionale, di fatto, manca una strategia univoca in campo energetico, è pur vero che, dal punto di vista della pianificazione, le Regioni hanno una certa autonomia (sulla quale si potrà pure discutere), che consente, in certi casi, di mettere in campo iniziative lodevoli e mirate, la cui somma avrà sicuramente degli effetti benefici a livello più ampio. Per quanto concerne la Regione Abruzzo, a quasi un anno dalla loro istituzione, ci piace ricordare due Progetti di respiro europeo che rientrano nella strategia UE Intellingent Energy Europe: Biogas Regions e ProBio. BIOGAS REGIONS Il Progetto, della durata di 30 mesi, a partire dalla data del 30 novembre 2007, vede la partecipazione della ARAEN - Regional Energy Agency della Regione Abruzzo, in collaborazione di numerosi partner europei: • Rhônalpénergie-Environnement RAEE, Francia (in qualità di Lead partner); • Biogas e Bioenergie Kompetenzzetrum IBBK, Germania (in qualità di Experinced partner); • LandesEnergie Verein Steiermak LEV, Austria (in qualità di Experinced partner); • Ente Regional del la Energia del Castilla y Leon EREN, Spagna • Malopolska regional Energy Agency MAES, Polonia; • Centre Wallon de Recherché agronomique CRA-W, Belgio; • Agricoltural Institute of Slovenia AIS, Slovenia; • Severn Wye Energy Agency Limited SWEA, Gran Bretagna; • FEDARENE European Federation of Regional Energy and Environment Agencies, Belgio Obiettivi del Progetto: sviluppare uan strategia per la diffusione della produzione di Biogas da digestione anaerobica
di reflui zootecnici, residui alimentari e colture energetiche, attraverso attività di sensibilizzazione e formazione, nonché attivare strumenti decisionali atti alla creazione di nuovi impianti di biogas nelle regioni partecipanti. Per realizzare gli obiettivi di cui sopra i Partners intendono promuovere le seguenti attività: • Creazione di uno strumento di lavoro per i politici locali che stimoli gli agricoltori e gli altri portatori di interesse a realizzare impianti di digestione anaerobica per la produzione e la valorizzazione energetica del biogas; • Campagna di sensibilizzazione ed informazione rivolta agli stakeholders locali, coinvolgendo le Associazioni degli agricoltori; • Corsi di formazione per professionisti che operano nel settore delle energie rinnovabili e per i tecnici consulenti; • Individuazione di siti per l’installazione di impianti di digestione anaerobica. Il programma di lavoro è stato suddiviso in 6 work packages complementari: WP1 Coordinamento e management L’obiettivo di questo step è quello di garantire un management efficiente del Progetto, in modo da mettere tutti i Partner nelle condizioni di attuare il programma di lavoro con il maggior impatto possibile nelle Regioni partecipanti. WP2 Stato dell’arte e buon pratiche Tale WP ha lo scopo di raccogliere e studiare lo stato dell’arte sulla produzione di biogas nelle Nazioni partner. Oltre allo studio delle condizioni tecniche amministrative e normative, ogni partner elaborerà una road map locale allo scopo di superare gli ostacoli e le barriere individuate e di creare un contesto favorevole allo sviluppo di questa tecnologia. Verranno individuate e documentate le best practice nelle aree partner. WP3 Sensibilizzazione e formazione A seconda delle barriere identificate verranno portate avanti attività di sensibilizzazione presso i target group. Queste attività includeranno l’organizzazione di seminari informativi, stampa di pieghevoli, brochure, linee dedicate e newsletter elettroniche. WP4 Piani di sviluppo ed investimento per rimpianti di biogas Il cuore di questo WP consiste nella ricerca di siti potenziali in modo da preparare il terreno per potenziali investimenti. Questo processo si divide in due fasi: nella prima fase si analizzano i siti potenziali attraverso uno “studio di opportunità”, nel caso di riscontro positivo si passa allo studio di fattibilità per un impianto di biogas. Gli ezperienced partner
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forniranno tutti i dettagli degli studi di opportunità svolti già precedentemente, successivamente adattati dai promotion partner, a seconda delle specifiche esigenze locali. WP5 Partneship per gli impianti e trasferimento di tecnologia La priorità, in questo caso, è quella di coinvolgere la maggior parte degli attori principali e degli stakeholders nella promozione della tecnologia del biogas in ogni nazione partecipante. Incontri regolari di uno speciale Gruppo di Lavoro (Advisory Commitee), garantiranno questo coinvolgimento. La partnership degli impianti ha un ruolo chiave per il successo del progetto. Lo scopo è ristudiare diverse possibili partnership in modo da facilitare il successo dell’impianto di biogas. WP6 Promozione e disseminazione Lo scopo è di aumentare il numero di impianti di biogass in funzione nella ree esistenti e non solo. I risultati ottenuti dai diversi WP saranno resi disponibili e diffusi con lo
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scopo di incoraggiare i target group a seguire l’esempio ed implementare gli impianti di biogas su larga scala. Le attività di disseminazione si concentreranno su 4 modi efficienti di diffondere il messaggio: promozione su internet, organizzazione di seminari di disseminazione e cooperazione con altri canali media. Per quanto concerne il Gruppo di Lavoro, esso è formato da stakeholders locali che hanno il compito di definire le priorità e gli obiettivi per l’ottimale svolgimento delle attività di progetto. Per la Regione Abruzzo, fanno parte del Gruppo di lavoro le rappresentanze di: • Regione Abruzzo Servizio Politiche Energetiche; • Regione Abruzzo Direzione Agricoltura; • CIA - Confederazione Italiana Agricoltori; • ARSAA Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo; • ARA Associazione Regionale Allevatori Confindustria
La prima azione dell’Advisory Commitee, che ha funzione consultiva e operativa sugli aspetti tecnici come: raccolta, acquisizione ed analisi dati, nonché funzione propositiva per creare l’ambiente ideale per la diffusione del biogas in Abruzzo, sarò quella di individuare le barriere tecniche, legislative e amministrative che ostacolano lo sviluppo di questa risorsa e, in seguito, formulare una strategia efficace e mirata al territorio abruzzese per lo sviluppo della produzione e consumo del biogas da digestione anaerobica. PROBIO Il Progetto, che ha durata di 30 mesi, a partire dalla data del 30 gennaio 2007, raccoglie la parnership dei Soggetti seguenti: • Agenzia per l’Energia di Burgos, Province di Ávila ed Huelva (Spagna); • Agenzia per lo Sviluppo Locale della Regione Pomurje e Università di Maribor (Slovenia); • Regione Abruzzo e Università degli Studi di Teramo Dipartimento di Scienze degli Alimenti Obiettivi del Progetto: incoraggiare l’integrazione tra produzione e consumo nella catena del biodiesel nelle nazioni europee. Questo obiettivo verrà raggiunto tramite una triplice strategia basata sullo sviluppo di iniziative concrete di mercato a livello locale, attività di promozione e formazione con lo scopo di rafforzare i punti deboli della filiera del biodiesel. Il lavoro complessivo si articola su 4 obiettivi specifici così elencati: 1. migliorare la disponibilità di materie prime per la produzione del biodiesel; 2. sostenere attività di formazione per gli agricoltori e per gli addetti del settore agricolo 3. nuove iniziative di mercato riguardanti il biodiesel; 4. promozione del consumo finale del biodiesel tra gli utenti finali. Anche in questo caso lo svolgersi del progetto prevede una suddivisione in Work packages: 1. Coordinamento, management e valutazione 2. Analisi delle attuali barriere legali, tecniche e di mercato, 3. miglioramento nella fornitura di materie prime agli impianti per la produzione del biodiesel; 4. creazione ed implementazione di nuove iniziative di mercato; 5. campagna di sensibilizzazione; 6. comunicazione e disseminazione 7. disseminazione europea. Entro la fine del Progetto, i Partner coinvolti intendono raggiungere dei risultati diretti che possono essere sintetizzati nello schema seguente:
• delineare un quadro dell’attuale utilizzo nelle regioni partecipanti e delle barriere locali, legali e di mercato, che si frappongono ad u n migliore e maggiore uso del biodiesel nelle aree interessate. Ciò permetterà la formulazione di una strategia per integrare tutte le fasi; dalla coltivazione all’uso finale. La strategia si concentra su tre aspetti: mercato, promozione e formazione. • Individuazione dei principali punti di debolezza degli attuali sistemi di raccolta di oli domestici nelle regioni partecipanti, analizzando le migliori pratiche da implementare in altre nazioni. • Individuazione delle diverse colture energetiche atte alla produzione di biodiesel nei Paesi partecipanti. • Organizzazione di corsi di formazione orientati al mercato del biodiesel, in particolare nel settore agricolo, che presenti le colture energetiche come una alternativa interessante. • Creare un mercato stabile per incrementare le colture energetiche e l’uso del biodiesel a livello locale, coinvolgendo le Amministrazioni Locali come attori fondamentali. Un esempio potrebbe essere la promozione di contratti commerciali tra le Amministrazioni Locali e i distributori di biodiesel per diffondere i punti vendita di biodiesel nelle aree interessate. • Aumentare il consumo del biodiesel attraverso contratti commerciali tra gli stakeholders del mercato del biodiesel (Associazioni degli Agricoltori, Associazioni di tassisti, Autolinee regionali, ecc.). • Aumentare la consapevolezza per quanto concerne i benefici dell’uso del biodiesel tra i gruppi target e la popolazione, attraverso una mostra itinerante che toccherà i capoluoghi di provincia abruzzesi, in luoghi centrali e facilmente accessibili al pubblico. Anche per questo Progetto è prevista la costituzione di un Panel Control formato da stakeholders locali che definisca priorità ed obiettivi per l’ottimale svolgimento delle attività del progetto complessivo stesso. In questo senso, per quanto concerne la Regione Abruzzo, fanno parte del Panel Control le Rappresentanze di: • Regione Abruzzo Servizio Politiche Energetiche; • Regione Abruzzo Direzione Agricoltura; • Università di Teramo Dipartimento di Scienze degli Alimenti; • Fox Petroli; • Comunità Montana Medio Sangro; • ARSSA Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo; • Confagricoltura; • ARPA Autolinee Regionali Pubbliche Abruzzesi; • Comune di Pizzoferrato.
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PROVINCIA O C DI TERAMO O
IL PIANO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE DELLA PROVINCIA DI TERAMO a cura del Servizio Pianificazione e Gestione delle Risorse Energetiche ed Atmosferiche
La mobilità è un tema sempre più importante perché condiziona in modo decisivo la qualità della vita di una comunità, coinvolgendo tutti i soggetti che ne fanno parte. Si ripercuote sui cittadini, in qualunque situazione sociale si trovino e di qualunque ceto facciano parte: bambini, giovani e anziani, studenti e lavoratori, sani e malati, uomini e donne; riguarda le imprese, che hanno tutto da guadagnare se possono operare in un contesto efficiente, economico e di sviluppo; interessa le Pubbliche Amministrazioni, il cui obiettivo di fondo è tutelare e promuovere il benessere e le opportunità di sviluppo dell’intera comunità. La mobilità delle persone e delle merci nelle società aperte è in continua crescita e in mancanza di un’adeguata gestione, si rischia che gli effetti negativi sovrastino quelli positivi. Il tema della Mobilità coinvolge vari ambiti: da quello sociale (dare a tutti la possibilità di fruire di beni e servizi variamente dislocati sul territorio e di riappropriarsi di spazi progressivamente sottratti ai cittadini) a quello ambientale sino ad arrivare all’ambito sanitario. La crescita incontrollata della mobilità privata determina maggiori costi economici per tutti: dalla monetizzazione del tempo perso in code estenuanti alle spese sanitarie per malattie e/o disturbi generati da inquinamento da traffico,
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ai maggiori costi energetici e del disinquinamento delle aree urbane. Il progetto In tale contesto si inserisce il Piano per la Mobilità Sostenibile della Provincia di Teramo, finanziato dalla Regione Abruzzoo nell’ambito del Piano Triennale Regionale di Tutela e Risanamento Ambientale 2006-2008 (art. 225 L.R. 15/2004) il quale si pone i seguenti obiettivi: a) attivare e promuovere gli strumenti di mobility management; b) integrare le politiche dei vari settori e dei diversi livelli di governo; c) promuovere strumenti, tecniche e tecnologie a minor impatto ambientale, relativi anche agli aspetti energetici; d) attivare, di concerto con la Regione Abruzzo e le altre Province abruzzesi, un’azione pilota dimostrativa. Considerando le particolari relazioni esistenti tra i territori della Regione Abruzzo, particolare attenzione sarà posta nei confronti dell’integrazione dei vari Piani Provinciali della Mobilità Sostenibile. Ciò potrà essere facilitato dalle attività
della Rete delle Agende 21 della Regione Abruzzo che su tali aspetti potrà organizzare appositi forum interprovinciali. Altro livello di integrazione nei confronti del quale il Piano della Mobilità Sostenibile Provinciale porrà particolare attenzione è quello dell’integrazione della pianificazione dei vari livelli di governo, da quello Regionale a quello Comunale, dagli strumenti specifici sulla mobilità e trasporti, quali il Piano Regionale Integrato dei Trasporti, il Piano di Bacino del Trasporto Pubblico Locale, i Piani Urbani della Mobilità e del Traffico, ai Piani per la Grande Distribuzione Organizzata. Il Piano della Mobilità Sostenibile della Provincia di Teramo tenderà a perseguire tale obiettivo primario quale garanzia di una reale sostenibilità delle scelte, cercando di valorizzare gli studi, le ricerche, i piani e le programmazioni poste in essere, integrandole ove necessario, ed evitando inutili e costose duplicazioni. Le azionii che saranno svolte per raggiungere gli obiettivi sopra descritti sono le seguenti: 1. realizzazione forum provinciali e interprovinciali per il coinvolgimento degli stakeholder e la raccolta dati;
2. raccolta dati, analisi e organizzazione; 3. redazione di un documento di analisi e di sintesi. Le attività saranno svolte dal personale della Provincia ed in particolare dal gruppo di lavoro di Agenda 21 locale. I risultati attesi sono i seguenti: - Piani degli Spostamenti Casa-Lavoro; - Profili di Accessibilità per i principali poli provinciali (Amministrazioni Pubbliche, Università, Aziende Sanitarie ed Ospedali, ecc.); - Convenzioni con il Trasporto Pubblico Locale; - Comunicazione adeguata alle esigenze. Relativamente all’azione pilota dimostrativa, alla fine del primo anno di attività e sulla base dei risultati delle attività di studio, sarà avviata un’azione sperimentale pilota per dare concreta attuazione alle azioni di piano. Tale azione sarà scelta in accordo con i partner del territorio con il coordinamento della Regione Abruzzo, in sintonia con eventuali analoghe iniziative intraprese nelle altre Province.
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TERAMO AMBIENTE
GRANDE SUCCESSO CONSEGUITO ANCHE FUORI REGIONE A Termoli (Molise) la società gestirà la raccolta dei rifiuti
La Teramo Ambiente Spa si è aggiudicata a Maggio 2008 l’appalto per gestire la raccolta dei rifiuti del Comune di Termoli per i prossimi sette anni, per un importo complessivo di 21.892.000,00 euro. Il progetto della società mista pubblico-privata di Teramo è risultato vincitore, tra quelli che avevano partecipato al bando di gara indetto dal Comune, tra i quali molti erano quelli presentati dalle aziende specializzate di settore di livello nazionale. Al servizio raccolta rifiuti aveva provveduto per circa un quinquennio, sino al momento dell’aggiudicazione della gara d’appalto, un’azienda locale con più di 40 dipendenti, il cui personale è stato riassorbito da Teramo Ambiente per svolgere compiti di Igiene Urbana e Ambientale nel comune molisano. È il primo appalto che Teramo Ambiente (ha gareggiato in collaborazione con la società Poliservice) si aggiudica fuori regione. L’esportazione in Molise del modello di servizi nato e sviluppato a Teramo, è ulteriore conferma della sua validità. Un modello dimostratosi vincente in più circostanze e che ora si misura in una realtà con caratteristiche che per la società TeAm sono del tutto nuove: Termoli conta infatti 32mila abitanti, che raddoppiano nel periodo estivo per l’abbondante flusso turistico, e presenta una significativa realtà industriale, tra cui lo stabilimento della FIAT.
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“Siamo orgogliosi, soddisfatti e concentrati” ha commentato Lanfranco Venturoni, Presidente della Teramo Ambiente Spa. “Orgogliosi - ha spiegato - perché abbiamo sbaragliato la concorrenza e per la prima volta lavoriamo fuori regione; soddisfatti, perché sette anni di affidamento e 22 milioni di euro di fatturato assegnato sono un risultato di tutto rispetto, ambito da molti; infine, siamo concentrati perché è nello stile di Teramo Ambiente non perdere tempo e cominciare subito a lavorare, come abbiamo fatto, per mostrare le nostre capacità”. “È evidente - dicono con orgoglio alla Teramo Ambiente che questo risultato fuori regione costituirà il nostro biglietto da visita anche per i Comuni della provincia di Teramo che oggi, più che mai, sanno di poter contare sulla Teramo Ambiente”. E di “lavoro” e di “servizi” da avviare subito a Termoli ce ne erano, visto che la stagione turistica era già partita quando, il 1° Agosto 2008 Teramo Ambiente Spa è entrata in azione. L’Amministrazione comunale ha chiesto e subito ottenuto un cambiamento nella gestione dei rifiuti: l’abbandono del sistema stradale dei cassonetti di grosse dimensioni per l’avvio della raccolta domiciliare “spinta” col sistema del Porta a porta per alcune tipologie di rifiuti. Grande era la speranza da una parte, ma altrettanto grande
era la preoccupazione, dall’altra. L’avventura di Teramo Ambiente a Termoli era cominciata, infatti, tra sensazioni contrastanti, che si sono risolte nella certezza dei risultati a distanza di qualche giorno. I termolesi hanno visto subito realizzarsi la speranza di ricominciare a vedere la città pulita. Dopo anni di difficoltà e un appalto rescisso dal Comune la scelta di affidare ad una ditta esterna la gestione dei rifiuti è risultata vincente. La Teramo Ambiente Spa, infatti, in poco più di un mese, aveva già reso percepibili in città i risultati del lavoro sia nei servizi di igiene urbana che ambientale. Veniva superata anche la preoccupazione per le due feste di grande richiamo nel cartellone estivo di Termoli: il 2 Agosto per Santa Maria degli Angeli e il 5 Agosto per San Basso immediatamente a ridosso dell’appalto. In ambedue le occasioni i servizi di Teramo Ambiente sono stati impeccabili, con una città riconsegnata pulita e ordinata il giorno dopo i festeggiamenti. Era trascorso poco più di un mese dall’avvio della nuova gestione del servizio di igiene urbana e ambientale, affidato alla ditta Teramo Ambiente SpA, ma i dati registrati dall’Amministrazione comunale di Termoli dimostravano già l’efficienza del servizio. Fin dal primo giorno di attività, tutti i 43 operatori sono stati presenti e attivi sul territorio, invertendo così il “trend” di assenteismo che nella precedente gestione raggiungeva, secondo stime di Teramo Ambiente, anche il 40 per cento giornaliero. L’azienda ha impiegato da subito tutti i mezzi a disposizione, con un deciso incremento dello spazzamento stradale, con l’impegno di tre spazzatrici ogni giorno in un doppio turno quotidiano (mattina e pomeriggio) su tutto il territorio comunale, nel quale alcune vie non venivano spazzate da oltre un mese. L’altra novità ha riguardato il lavaggio delle strade, effettuato ogni giorno, non più saltuariamente come avveniva in precedenza. In sinergia con l’Assessorato ai Lavori Pubblici e con l’Assessorato all’Ambiente, si è provveduto al posizionamento di 40 nuovi cestini getta-carte nelle principali vie del centro cittadino. Teramo Ambiente ha utilizzato speciali enzimi “abbatti-odori” nei cassonetti situati nelle zone più critiche del centro cittadino. Gli operatori, quindi, hanno sostituito i cassonetti rotti o senza coperchio con nuovi contenitori. È stato attivato immediatamente il servizio di svuotamento delle campane della raccolta differenziata, con
pulizia di tutte le piazzole ecologiche limitrofe, trascurate da settimane dalla precedente gestione. Emanuela Lattanzi, Assessore all’Ambiente e alla Salute Pubblica, ha commentato così i primi risultati di Teramo Ambiente: “Termoli è decisamente una città più pulita da quando sono stati avviati i nuovi servizi di spazzamento e lavaggio stradale. L’efficienza del servizio si è resa evidente già nei primi giorni di attività, durante i quali gli uomini e i mezzi di Teramo Ambiente hanno saputo far fronte in modo egregio alla Fiera del primo giorno del mese (impiegati 12 operatori, 2 spazzatrici, 1 camion, 2 porter), alla Festa di S. Maria degli Angeli e alla Festività di San Basso, nonostante i tempi estremamente ravvicinati dell’avvio della nuova gestione”. Ai cittadini e agli esercenti commerciali, inoltre, Teramo Ambiente Spa ed Amministrazione comunale hanno rivolto un appello a contribuire al decoro cittadino con l’applicazione del regolamento comunale, riveduto e corretto, sullo smaltimento dei rifiuti. Il Comune di Termoli e Teramo Ambiente SpA, con una squadra di tecnici della ERICA, cooperativa piemontese incaricata della capillare comunicazione della campagna Porta a porta, efficace solo se c’è la consapevolezza e la partecipazione dell’utenza, hanno incontrato i rappresentanti di diverse categorie istituzionali, economiche e sociali del Termolese, per illustrare nel dettaglio le novità del servizio, che - anche grazie all’esperienza già accumulata a Teramo con il sistema della raccolta differenziata integrata e personalizzata - è stato tarato sulle specifiche esigenze del Comune molisano. È partita, dunque, anche la campagna di comunicazione (con la collaborazione della Fondazione Iacovitti) sulla raccolta differenziata “Porta a porta”, affidata in via definitiva alla cooperativa piemontese, specializzata in comunicazione ed educazione ambientale. Il Sindaco di Termoli, Vincenzo Greco, e l’Assessore all’Ambiente, Emanuela Lattanzi hanno commentato soddisfatti: “Con l’aggiudicazione del nuovo servizio di igiene urbana alla ditta Teramo Ambiente, siamo giunti a una tappa importante per introdurre nella nostra città un sistema di raccolta di rifiuti efficiente e al passo coi tempi, che ha nella raccolta differenziata Porta a porta la sua punta di eccellenza”.
Te.Am. Teramo Ambiente spa 64100 Teramo Sede legale: C.so San Giorgio, 135 Tel. 0861 43961 - fax 0861 211346 Servizio Clienti: 800 253230 www.teramoambiente.it
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GRUPPO MAIO
LA CONDIVISIONE DELLA CONOSCENZE ALLA BASE DELLA CREAZIONE DEL VALORE a cura dell’Ufficio Comunicazione del Gruppo Maio
Guglielmo Maio
Un Gruppo imprenditoriale che sposi una filosofia di responsabilità sociale, adottando un comportamento conseguente, ha sempre l’obiettivo di creare valore e valori per le persone e per il brand che rappresenta. In questo campo specifico la condivisone delle informazioni e delle conoscenze rappresenta il plus strategico che fa la differenza fra un’impresa che si limita a governare il presente e un’impresa che, contemporaneamente, si prepara a costruire, volendo esserne protagonista, il futuro. È qui che ciò che altri hanno definito “economia della conoscenza” e “fabbrica dell’immateriale” acquista il senso profondo del proprio ruolo nella creazione del valore, che non è più semplicemente valore economico ma valore nel senso più ampio e nobile del termine. Diventa indispensabile che il trasferimento della conoscenza cominci a far parte dei processi organizzativi dell’impresa e quindi questa possa essere immediatamente disponibile nel momento in cui è necessaria. Per questo motivo la conoscenza, e quindi, i sistemi di Knowledge Management, devono essere integrati nei sistemi a supporto alle decisioni (DSS) e nei sistemi gestionali. Di più, è necessario che il patrimonioconoscenza dell’impresa (in termini
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manageriali, sociali, culturali, organizzativi) diventi patrimonio condiviso con l’esterno. Indubbiamente con le nuove tecnologie l’aspetto comunicativo ha dato un impulso notevole alle possibilità di condivisione delle conoscenze: posta elettronica, portali con relativi forum, comunità virtuali che consentono di condividere ciò che accade all’interno di una determinata area. Proprio le comunità virtuali, anche definite comunità di pratica, sono un elemento vincente nella strategia di condivisione della conoscenza, da cui anche l’interesse del Gruppo Maio allo sviluppo di sistemi di networking sul web come quello rappresentato da EnviConcept. com, un nuovo brand del Gruppo che si occupa in modo specifico di comunicazione creativa attraverso linguaggi, forme di espressione e contenuti correlati e riferibili alla valorizzazione e alla tutela ambientale. Ma la vera e più radicale rivoluzione risiede nell’idea che bisogna operare la transizione dal Knowledge Mana-
gement, classicamente inteso come gestione interna delle conoscenze, a un nuovo concetto di Knowledge NetManagement. Un patrimonio di modelli culturali e organizzativi di riferimento e uno sforzo comune di trasferimento e di divulgazione dei saperi specifici che consenta, attraverso modalità e accessibilità varie, un background comune di cultura e valori condivisi. Alla luce di queste considerazioni, che delineano e inquadrano una più vasta e sofisticata filosofia aziendale, capace di intercettare, secondo modalità, sensibilità e specificità proprie, le nuove frontiere del networking, dell’intelligenza collettiva e del più vasto scenario tech-culturale targato “2.0”, acquistano pienezza di senso e verità sostanziale tutte quelle politiche e azioni rivolte negli ultimi anni alla formazione permanente (life long learning), al training on the job, al learning by doing, che hanno caratterizzato le più illuminate scelte di politica formativa aziendale.
La natura dei processi educativi, iniziali e permanenti, e in particolare di quelli finalizzati a professioni connesse con attività di innovazione e di ricerca, è sempre più dominata da meccanismi di grande interazione, a fronte di un sistema scientifico che presenta una crescente complessità e una forte reciproca interdipendenza delle diverse componenti. Una delle soluzioni più indicate è quella di favorire la realizzazione di attività formative intraprese da più soggetti in cooperazione, il moltiplicarsi di connessioni, di relazioni in partnership e di iniziative didattiche per la ricerca e per la divulgazione. Se questo è l’orizzonte socio-culturale nel quale siamo già chiamati a impegnarci, come è nostra convinzione, è facile comprendere la natura e le finalità delle azioni di formazione e informazione che il Gruppo Maio sta mettendo in campo con sempre maggiore convinzione negli ultimi anni e che vanno, convergendo, nella direzione della comunicazione e della
formazione interna e nella direzione della relazione sempre più sistemica con l’esterno. In questa ottica s’inquadrano il processo di Registrazione EMAS, la pubblicazione dei Bilanci Ambientali (2006 e 2007) della discarica per rifiuti industriali non pericolosi gestita a Canosa di Puglia (BA), la partecipazione alle più significative fiere specializzate, l’organizzazione di seminari su argomenti specifici che possano fornire utili strumenti di conoscenza e costituire interessanti momenti di confronto fra esperienze, visioni, competenze diverse. Proprio questi ultimi due aspetti, la partecipazione in fiera e il momento formativo-informativo, rappresentano una convergenza strategica di questo periodo poiché con la prossima, imminente, partecipazione del Gruppo Maio alla XII edizione di ECOMONDO - Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile (Rimini, 5-8 Novembre 2008) e con la partecipazione alla 1a
edizione di SUSTEXPO (Lanciano, 2830 Novembre 2008), manifestazione fieristico-convegnistica dedicata alle fonti rinnovabili, all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale, si arricchisce di tappe preziose quel percorso sopra descritto. Mentre resta ancora da definire nei dettagli la natura dell’appuntamento convegnistico previsto per SUSTEXPO, si è già definito il tema-quadro e il panel dei relatori, di altissimo profilo tecnico e scientifico, che il Gruppo Maio ha programmato per ECOMONDO 2008 (Sabato, 8 Novembre p.v.). A trattare nei vari aspetti strategici il tema “L’accettazione dei rifiuti in discarica: il passaggio dalla Delibera 27/07/1984 e s.m.i. al D.M. 03/08/2005, i limiti e le eventuali deroghe. Profili di responsabilità per il gestore dell’impianto” interverranno, infatti, il Dott. Pasquale Fimiani (Magistrato presso la Corte di Cassazione), l’Avv. Michele Laforgia (Avvocato, Esperto di Diritto ambientale), l’Ing. Giuseppe Mininni (Dirigente di Ricerca CNR IRSA), il Dott. Mauro Sanna (Chimico - ARPA Regione Lazio) e il Dott. Camillo Romandini (Magistrato presso il Tribunale di Pescara), nelle vesti di moderatore.
Gruppo MAIO Centro Direzionale: Zona Industriale snc 66034 Lanciano (CH) Tel. +39 0872 72251 info@gruppomaio.com - www.gruppomaio.com Franco e Valentina Maio
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DECO SPA
LA TECNOLOGIA AMBIENTALE ABRUZZESE APPRODA OLTRE I CONFINI NAZIONALI Riconoscimento internazionale per il gruppo Deco, che in collaborazione con la Socobat - attraverso la società Ecoti - gestirà discariche e centri di trasferimento rifiuti in tre importanti città tunisine a cura di Nicola Bianco Ingegnere Deco S.p.A.
L’aggiudicazione di una gara d’appalto per la gestione di 3 Discariche e 13 Centri di trasferimento rifiuti in Tunisia è il segno della ormai riconosciuta competenza professionale e tecnologica della abruzzese Deco S.p.A. che dal 1989 opera nel settore ambientale, attraverso la progettazione, la costruzione e la gestione di importanti impianti di smaltimento rifiuti con annesse attività di recupero energetico. Con i suoi tre impianti di “Colle Cese” di Spoltore, “Casoni” di Chieti e “Cerratina” di Lanciano, la Deco si è da sempre contraddistinta quale una delle più qualificate aziende a livello regionale e nazionale nel settore della gestione dei rifiuti. Il punto di forza della società è indubbiamente la crescente attenzione rivolta all’integrazione dei sistemi di smaltimento rifiuti con tecnologie di trattamento finalizzate al recupero degli stessi, utilizzando sistemi e criteri di qualità volti a minimizzare gli impatti ambientali. Non a caso, gli sforzi profusi in tal senso hanno portato a gratificazioni e riconoscimenti internazionali, consentendo alla Deco di aggiudicarsi una gara d’appalto, quale quella in Tunisia, a cui hanno partecipato note società italiane e francesi. Per la partecipazione alla gara è stata costituita una società - la ECOTI S.A. - tra la Deco (per il know-how nel settore ambientale) e la tunisina Socobat (nota società facente parte del gruppo Al Badr che, tra le altre attività, si occupa di costruzioni di opere civili, industriali, idrauliche, gasdotti e centrali elettriche, oltre che di estrazione e lavorazione marmi). Determinante per il superamento da parte della Deco dei requisiti tecnici richiesti dal bando, è stata l’ottimale gestione dei propri impianti abruzzesi, riconosciuti dal Ministero dell’Ambiente Tunisino come modelli da riproporre in Tunisia al fine di elevare
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ulteriormente il proprio standard qualitativo nella gestione rifiuti del Paese nord africano. Più precisamente, il bando prevedeva la gestione di tre discariche site nelle località di Sousse e Monastir - note località turistiche tunisine - e Kairouan - la più antica città musulmana dell’ Africa - oltre che la gestione di 13 Centri di trasferimento rifiuti, ubicati in più località del territorio tunisino. La discarica di Sousse, la più grande, ha una capacità complessiva di oltre 1.100.000 metri cubi e serve, tramite 3 centri di trasferimento, 15 Comuni del governatorato omonimo per un bacino d’utenza di ca. 600.000 abitanti, dove si conferiscono mediamente 630 tonnellate/giorno di rifiuti, per un totale annuo complessivo di ca. 230.000 ton. La discarica di Monastir ha invece
una capacità complessiva di oltre 900.000 metri cubi e serve, tramite 4 centri di trasferimento, 25 Comuni del governatorato omonimo per un bacino d’utenza di ca. 450.000 abitanti: vi si conferiscono mediamente 450 tonnellate/giorno di rifiuti, per un totale annuo complessivo di ca. 170.000 ton. Infine, la discarica di Kairouan, la più piccola, ha una capacità complessiva di oltre 300.000 metri cubi e serve, tramite 6 centri di trasferimento, 7 Comuni del governatorato omonimo per un bacino d’utenza di ca. 150.000 abitanti, con un conferimento medio di 150 tonnellate/giorno di rifiuti, per un totale annuo complessivo di ca. 60.000 ton. In definitiva saranno gestiti ca. 460.000 tonnellate/anno di rifiuti di un bacino di utenza di oltre 1.200.000 abitanti,
poco meno dell’intero ciclo di gestione dei rifiuti urbani della Regione Abruzzo, corrispondente a ca. 530.000 tonnellate/anno di rifiuti ed un bacino di utenza di oltre 1.300.000 abitanti. La durata dell’appalto è di 5 anni, legata alle capacità previste delle discariche. Le attività sono state avviate all’inizio di Luglio ed attualmente sono impiegate 120 unità lavorative, prevedendo di raggiungere a regime la soglia delle 150 unità. La Tunisia è la prima esperienza internazionale della Deco ma i progetti oltre i normali confini sono tanti ed ambiziosi, ma tutti alla portata di una Deco sempre più qualificata e ricca di esperienze.
DECO spa 66020 San Giovanni Teatino (CH) Italy via Salara, 14/bis Tel. +39 085 440931 - fax +39 085 44093200 info@decogroup.it - www.decogroup.it
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TERRA VERDE SRL
LA VALORIZZAZIONE ENERGETICA DEI RIFIUTI IN ABRUZZO: IL PROGETTO TERRA VERDE di Sergio Bucceri Amministratore Delegato di Terra Verde
In seguito alla collaborazione del Gruppo Lafarge, leader mondiale nella produzione di materiali da costruzione, e della Essecielle, società operante da diversi anni nel settore ambientale e dei servizi ecologici innovativi, nel corso del 2006 è nato il progetto TERRA VERDE. Il progetto si inserisce nella realtà industriale abruzzese e si pone come soluzione al problema del trattamento dei rifiuti speciali non pericolosi e alla produzione dei combustibili da rifiuti alternativi (cdr), in linea con l’impegno della Regione Abruzzo nell’ambito delle nuove politiche ambientali finalizzate alla promozione del riciclaggio dei rifiuti, nonché all’utilizzazione della frazione non altrimenti riciclabile degli stessi come vettore energetico, nell’ottica del protocollo di Kyoto. Il Gruppo Lafarge può vantare una grande esperienza nella valorizzazione dei combustibili alternativi nei forni cementieri dal momento che tale attività è stata avviata nel 1974 in nord America e in Svezia e successivamente negli altri paesi del nord Europa, in particolare Svizzera, Germania e Francia. L’attività di lavorazione e produzione del CDR di Terra Verde viene svolta in uno stabilimento industriale di circa 2.000 m2 nelle vicinanze di Pescara, attraverso un impianto di triturazione e di macinazione fisso con bassa velocità di rotazione e a singolo albero, dotato di pettine gestito idraulicamente, in grado di realizzare un quantitativo annuale di CDR di circa 40.000/50.000 tonnellate. Punto di forza dell’intero progetto è l’attività di produzione
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svolta attraverso successivi cicli di lavorazione automatizzati, che garantiscono un adeguato potere calorifico del prodotto finale (CDR –Codice Europeo Rifiuto 191210) e riducono, attraverso successive fasi di selezione e cernita, la presenza di materiale metallico, vetri, inerti e materiale putrescibile. I materiali in ingresso da cui parte l’attività industriale di Terra Verde, provenienti principalmente dal territorio regionale Abruzzese, sono rappresentati da scarti di imballaggi, frazione secca pretrattata, scarti di lavorazione da aziende operanti nel settore della plastica e della gomma e della produzione di pannolini, tutti attentamente selezionati e controllati. Altro punto di forza dell’intero processo è proprio la selezione dei materiali trattati, che arrivano presso lo stabilimento di Terra Verde già trattati e puliti, con elevate caratteristiche chimiche e organolettiche fondamentali per la produzione di un prodotto di elevatissima qualità e a ridotto impatto ambientale. Nella fase finale del processo di lavorazione il materiale viene infine triturato per essere ridotto alla pezzatura idonea e inviato al recupero energetico presso i cementifici e/o i termovalorizzatori della regione Abruzzo, in sostituzione dei combustili fossili. Dal trattamento dei materiali in ingresso, si otterrà solo un 3%-7% di rifiuti non recuperabili che verranno inviati allo smaltimento in discariche autorizzate e alla vendita di materiale ferroso alle ferriere e/o acciaierie.
Promuovere la diffusione di impianti per la produzione di CDR, sia da parte del sistema pubblico che privato di trattamento dei Rifiuti Urbani, risponde in parte alla necessità della riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti, in attuazione alla pianificazione regionale, e si inserisce nella volontà di realizzare una filiera industriale di recupero e/o riciclaggio degli PFU del territorio regionale. Il progetto di Terra Verde va dunque a costituire un tassello fondamentale del Sistema Integrato di gestione dei Rifiuti abruzzese sull’importante fronte del recupero sostenibile dei rifiuti come energia, come attività complementare al riciclaggio. Il recupero dei prodotti dalle attività industriali ed urbane risponde al principio dell’ecologia industriale il cui utilizzo in impianti tecnologicamente idonei a recepirli per tipologia di processo, consente di conseguire molteplici vantaggi per l’ambiente e per la comunità, quali il risparmio di risorse naturali, la valorizzazione dei materiali residui senza provocare emissioni gassose più gravose rispetto ai combustibili tradizionali, la riduzione delle emissioni ed in particolare della CO2 (sia perché i residui utilizzati come aggiunte consentono di ridurre il contenuto di clinker nel cemento, sia perché alcuni combustibili alternativi contengono biomasse che hanno un fattore di emissione di CO2 pari a zero). Il CDR rappresenta un prodotto in grado di eliminare la problematica dei rifiuti urbani. La produzione dei rifiuti urbani raggiunge in media quota 532 Kg/ab nel paese e
circa 521 Kg/ab. in Abruzzo. Secondo le statistiche dell’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici) nel 2004 in Italia sono state prodotte 553 tonnellate di CDR, per un potenziale stimato di 2.600.000 tonnellate (40 Kg/ab.). L’obiettivo di Terra Verde è quello di divenire il punto di riferimento in Abruzzo per la produzione di CDR con una buona capacità produttiva ed una flessibilità che gli consentano di assecondare le esigenze che si manifestano sul territorio, fornendo sempre un prodotto controllato e di alta qualità.
Sede Legale Via Raiale, 32 65100 Pescara Stabilimento Via dell’Industria, 10 65013 - Città Sant’Angelo Pescara Tel./Fax 085 9690025
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ACIAM SPA
LA DIFFERENZIATA “IN FERMENTO”
Nuove servizi, nuovi impianti e nuovi progetti per il riciclaggio di Germano Contestabile Responsabile Comunicazione ACIAM spa
A testimonianza dell’impegno profuso dall’azienda nelle attività di gestione rifiuti e della sensibilità delle Amministrazioni locali per la diffusione della cultura del riciclaggio, stanno nascendo nella Marsica nuovi impianti e molteplici iniziative di raccolta differenziata. La raccolta dell’organico Sulla scorta della prossima attivazione dell’impianto di compostaggio di Aielli, si stanno diffondendo rapidamente sul territorio marsicano le raccolte del rifiuto organico e dei rifiuti verdi in generale. Dopo l’attivazione del servizio domiciliare nel Comune di Avezzano, è ora la volta dei Comuni di Ovindoli, Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio. Si tratta di un progetto redatto dall’Aciam e finanziato dalle rispettive Amministrazioni Comunali con la compartecipazione di fondi Regionali (D.G.R. 1090 del 12/10/2006). La gestione del servizio affidata ad Aciam S.p.A. prevede il coinvolgimento di tutte le famiglie residenti (circa 2.000) e più di 100 utenze aziendali (ristoranti, alberghi, ortofrutta, fiorai, vivai, ecc). A ciascun nucleo famigliare verrà distribuito un secchiello con coperchio antirandagismo, sacchetti in mater-bi ed idoneo materiale informativo. I residenti saltuari (oltre 10.000 in un territorio a spiccata vocazione turistica) potranno ritirare il kit di raccolta domiciliare direttamente presso le sedi Comunali. Servizi analoghi sono previsti nei Comuni di Celano e Cappadocia, nel Carseolano e nel comprensorio della Vallelonga. Il Porta a porta alle famiglie Per rispondere alle sollecitazioni dell’utenza, sempre più orientata ai servizi domiciliari, più comodi e quindi più produttivi, Aciam S.p.A. sta progettando, nel Comune di Avezzano, l’attivazione di nuove raccolte Porta a porta. Si tratta di un progetto pilota che interesserà il quartiere di Scalzagallo, zona residenziale di circa 500 nuclei famigliari che, per il particolare assetto urbanistico, ben si presta a tale sperimentazione. Il progetto, in fase avanzata di sviluppo, prevede la distribuzione di mastelli domiciliari per ogni tipologia di materiale (carta, plastica, vetro-metallo, organico ed indifferenziato), con l’esposizione degli stessi secondo un calendario settimanale prestabilito. Sarebbe in tal modo possibile parametrare l’ammontare del tributo per il servizio di igiene urbana all’effettiva produzione di rifiuto, realizzando il tanto declamato principio del chi inquina paga oltre a quello di equità fiscale. Innegabili sarebbero inoltre i vantaggi ambientali espressi in termini di quantità di materiale intercettato per il riciclo rispetto a quello da avviare a smaltimento. Infine anche la qualità del materiale separato in casa dalle famiglie subirebbe un sicuro miglioramento grazie al controllo puntuale esercitato sul rifiuto all’atto del ritiro. Sarà per Aciam e Comune una nuova sfida che richiederà la collaborazione di tutta la popolazione coinvolta.
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I servizi alle imprese Parallelamente ai servizi alle famiglie, al fine di dare risposta alle esigenze di smaltimento delle imprese ed allo stesso tempo intercettare importanti quantità di rifiuto riciclabile, molto si sta facendo nella Marsica nella gestione dei rifiuti assimilabili da negozi ed aziende. Così per i locali pubblici (bar, ristoranti) e per le vetrerie sono state predisposte campane ad uso esclusivo, per i negozi al dettaglio (farmacie, alimentari, ferramenta, empori, ecc) sono attivi servizi di ritiro a domicilio di imballaggi in cartone, alle attività di ristorazione e quelle floro-vivaistiche sono stati consegnati contenitori per la raccolta del rifiuto organico. Inoltre l’apertura dell’impianto di compostaggio di Aielli, offre alle aziende agricole l’opportunità di smaltire correttamente gli scarti di lavorazione ed i prodotti invenduti, potendo utilizzare il compost da essi derivante come fertilizzante biologico dei terreni. La gestione dei RAEE Aciam gestisce nella Marsica Fucense 2 importanti impianti a servizio delle raccolte differenziate: la Piattaforma Ecologica di Aielli e la Stazione Ecologica di Cerchio (quest’ultima utilizzata anche come struttura di supporto nella gestione dei rifiuti agricoli). In tali impianti si effettua la messa in riserva, oltre che delle tipiche matrici differenziate urbane (carta, plastica, vetro, pneumatici, legno, ecc.), anche dei rifiuti ingombranti raccolti con servizi a domicilio presso le famiglie dei Comuni affiliati. Una porzione cospicua di tali rifiuti è costituita dai cosiddetti RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) la cui gestione è disciplinata dal D.Lgs 151/2005. I due impianti soddisfano a pieno i requisiti fissati dalla norma per l’individuazione dei Centri di Raccolta Comprensoriali ed è in fase di ultimazione l’iter procedurale per la loro iscrizione al Centro di Coordinamento Nazionale. Quando il sistema sarà a regime, permetterà l’abbattimento per i Comuni dei costi di smaltimento e consentirà di migliorare ulteriormente il servizio di ritiro dei RAEE ed il loro avvio alle opportune operazioni di recupero.
Azienda Consorziale Igiene Ambientale Marsicana Via Oslavia 6 67051 Avezzano (AQ) Tel 0863 441345 - 444261 Fax 0863 440651 Numero Verde: 800 220403
ENTE ABRUZZO NEWS DIREZIONE PARCHI TERRITORIO AMBIENTE ENERGIA - Servizio Gestione Rifiuti Via Passolanciano, 75 - Pescara - Tel. 085.7671 - Fax 085.767.2585 - www.regioneabruzzo.it Regione Abruzzo
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REGIONE MARCHE
Giunta Regionale
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5a EDIZIONE
n°11 Novembre 2008 Anno IX
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La fiera ssull’attenzione socia ambientale sociale, e sull’economia solidale MOSTRE CONVEGNI SPETTACOLI BIMBOPOLI
Con il patrocinio di
Evento certificato
In collaborazione con
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Assessorato ai Servizi sociali, Cooperazione allo sviluppo, Immigrazione e Ambiente
n°
11
NOVEMBRE
2008 Anno IX €
7,00
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