Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n.4 al n. 1/2 Gennaio-Febbraio 2010 di Regioni&Ambiente - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DGB Ancona
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Sezione Carrozzieri Veicoli Industriali
systems for environmental projects
SostenibilitĂ per una nuova economia Fiera di Padova, 21-24 aprile 2010 www.seponline.it
In copertina: “Parco le Colombare” (foto di Alex Raimondi) In retro copertina: Bassa veronese
INDICE Regione Veneto Ambiente: un traguardo da raggiungere insieme Intervista all’Assessore Regionale alle Politiche Ambientali, Giancarlo Conta di Alberto Piastrellini
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L’Approfondimento Prioritario armonizzare il rapporto fra gestione pubblica e privata L’On. Giovanni Fava, membro della Commissione Bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, fa il punto dello stato dell’arte in Italia di Alberto Piastrellini
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Manifestazioni e convegni Enti pubblici ed aziende si confrontano sulla gestione sostenibile dei rifiuti e le prospettive del mercato Il Comune di Cerea (VR) e il Consorzio Cerea hanno promosso un evento formativo per l’implementazione della sinergia fra settore pubblico e privato nel passaggio fra la gestione di una diffusa problematica ambientale e la spinta verso nuove opportunità economiche di Silvia Barchiesi
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Comune di Cerea (VR) L’eccellenza dei piccoli centri Sindaco, Vicesindaco e Assessore all’Ecologia, fanno il quadro dello stato dell’arte del settore ambientale nel Comune di Cerea di Fabio Bastianelli
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Consorzio Cerea Spa Impresa e professionalità a favore del territorio Il Presidente del Consorzio Cerea Spa racconta l’esperienza positiva della struttura industriale a 10 anni dalla sua fondazione di Alberto Piastrellini
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REGIONE VENETO
AMBIENTE: UN TRAGUARDO DA RAGGIUNGERE INSIEME
Intervista all’Assessore Regionale alle Politiche Ambientali, Giancarlo Conta di Alberto Piastrellini
Malgrado l’ambiente in generale e le politiche ad esso connesse, in particolare, rappresentano ancora un interesse troppo debole in tutti i livelli della società, accade sovente che, a livello locale e regionale, si sviluppino strategie atte a coniugare sviluppo economico, equità sociale e tutela del territorio in una sorta di ideale di “buon governo”. La Regione Veneto, in questo senso, ha da tempo intrapreso un cammino volto non solo alla tutela del patrimonio naturalistico tout court, ma anche alla garanzia dello sviluppo sostenibile grazie scelte mirate quali: implementazione spinta della raccolta differenziata; ciclo integrato di gestione dei rifiuti urbani ed industriali; chiusura delle discariche a fine vita; bonifica dei siti inquinati; incentivazione delle forme energetiche alternative. Persino la scelta di puntare sulla termovalorizzazione di alcune frazioni di RSU, peraltro criticata da alcuni, ha permesso di raggiungere positivi risultati, così come previsto negli strumenti di pianificazione regionale. Certamente, alcune questioni rimangono ancora in itinere (ad esempio, il problema della mobilità nelle grandi città), tuttavia appare chiara la volontà di proseguire nel cammino intrapreso dall’Amministrazione regionale. Per saperne di più e conoscere meglio cosa “bolle in pentola”, a margine del Convegno “Da rifiuto a risorsa” (del quale si dà maggiore informazione alle pagg. 8 e 9 di questo numero), abbiamo rivolto alcune domande all’Assessore Regionale allo Politiche Ambientali, On. Giancarlo Conta.
Assessore, può farci il quadro generale del settore ambiente nella regione Veneto? Diciamo che, per fortuna, non abbiamo emergenze particolari. Abbiamo raggiunto, proprio due mesi fa una media del 52% regionale riferita alla raccolta differenziata, e stiamo spingendo molto in questo senso, coinvolgendo sindaci e cittadini, affinché la strategia regionale verso la corretta gestione dei rifiuti, parta proprio dalla differenziazione casalinga.
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Il nostro obiettivo è raggiungere il 65% di media regionale al 2012. Tale risultato non è poi lontano dall’essere raggiunto, dal momento che stiamo avendo buoni risultati nelle maggiori città; l’esempio di Verona in questo senso è eclatante: 50% di RD raggiunto in pochi mesi. Sulla questione relativa alla gestione dei rifiuti, la politica regionale ha fatto una scelta precisa: puntare alla RD spinta; diminuire la presenza di discariche sul territorio ed arrivare alla chiusura di quelle esistenti. Ovviamente c’è un gran lavoro per il ricollocamento dei materiali riciclabili sul mercato e, accanto a ciò, una visione favorevole per quanto riguarda la valorizzazione energetica delle frazioni residue, come peraltro accade in tante parti del mondo e in Europa. Il Piano regionale prevede la termovalorizzazione con 6 impianti ed attualmente ne abbiamo 4 in funzione, mentre il quinto (Verona) è in fase di attuazione ed è appena stata fatta una gara per la trasformazione dei forni a griglia. Probabilmente, visto che in dieci anni è cambiata molto la tipologia di rifiuti conferiti, con un ultimo impianto riusciremo a raggiungere l’autonomia regionale per quanto riguarda quel 50% di rifiuto che non viene garantito con la RD, contestualmente si ricaverà energia elettrica, calore per usi domestici, ecc. Non nascondo che vi sono delle voci contrarie e che le difficoltà che troviamo sul territorio aumentano sempre più… La cattiva informazione in campo ambientale gioca a sfavore quando si tratta di questo tipo di iniziative, tuttavia a livello regionale si è intrapresa questa strada e siamo intenzionati a proseguire. Non è un caso che non abbiamo grosse emergenze per quanto riguarda i rifiuti urbani. Ovviamente, per quanto riguarda la gestione dello smaltimento dei rifiuti speciali ed industriali il problema è sempre quello: si riscontrano grosse resistenze sul territorio, a partire dai Sindaci e dalla cittadinanza. Per ovviare a questo gap culturale stiamo investendo molto sulla formazione con appositi progetti mirati, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado per favorire la circuitazione di corrette informazioni non solo sulla problematica dei rifiuti, ma anche sull’inquinamento dell’aria, dell’acqua e dell’ambiente in generale. Crediamo fermamente che quando ci si confronta con l’ambiente occorre non solo dare le giuste informazioni, ma fornire ai cittadini le giuste garanzie per ciò che riguarda controlli e monitoraggi ambientali. Del resto, oggi le tecnologie hanno fatto passi da gigante per quanto riguarda processi ed emissioni e, d’altro canto,
ci permettono di fornire il giusto controllo sui parametri degli inquinanti. Può farci un esempio a riguardo? Guardi, abbiamo attivato un progetto di monitoraggio unico in Italia, con la collaborazione della Guardia di Finanza e dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE), abbiamo effettuato la misurazione del calore del sottosuolo riscontrando circa 500 siti (verificati anche attraverso misurazioni satellitari), caratterizzati da un gradiente termico diverso rispetto alle aree adiacenti. Guarda caso in questi siti, 30 - 40 o addirittura 50 anni fa, sorgevano delle discariche che hanno influenzato negativamente la qualità delle falde. Questo problema è ben più grave rispetto alle emissioni dei camini dei termovalorizzatori attualmente in uso. Tra l’altro, vorrei ricordare che l’incidenza del traffico veicolare stimata nella misura del 30%, delle emissioni del riscaldamento domestico che corrispondono ad un altro 30%, a quelle dell’attività industriale che pesano per un ulteriore 30% e quelle relative alle attività legate all’agricoltura, quasi un 10%, l’apporto di inquinanti dei camini dei termovalorizzatori è stimato in un circa 0,6%. Si vede bene, quindi, come la facile strumentalizzazione dei dati, porta alla difusione di cattive informazioni e alimenta ingiustificate paure nei cittadini. Poi è chiaro che una amministrazione locale fa fatica a relazionarsi con forme estreme di protesta, soprattutto quando si tocca il tasto della salute; è per questo che la nostra azione di governo punta molto sull’informazione preventiva. Intervenire a posteriori, in campo ambientale, è sempre controproducente. Tuttavia, il nostro programma che mira all’autosufficienza energetica regionale va avanti: chi governa ha l’onere di prendere anche decisioni apparentemente scomode e noi abbiamo sempre sostenuto la “politica del fare”. Sarebbe ingiusto tirarsi indietro proprio adesso che abbiamo raggiunto la posizione leader nella classifica italiana della raccolta differenziata e che abbiamo valutato a breve la chiusura delle discariche ancora attive, se dovessimo fermare il progetto di attivazione degli altri temovalorizzatori. Del resto, voglio ricordare la nostra lungimiranza, dieci anni fa, quando abbiamo realizzato il primo rigassificatore off shore al mondo… Assessore, può farci un quadro per quanto riguarda le problematiche energetiche della regione e quali strategie sono state adottate? Anche questo è un settore delicato. Ovviamente non abbiamo petrolio, non siamo in grado di
produrre elettricità da combustibili fossili, né attraverso il nucleare. Stiamo pagando, in tal senso, il frutto di scelte che ho reputato sbagliate già vent’anni fa; tra l’altro, occorre considerare che mentre l’Italia ha rinunciato all’energia nucleare, nel resto d’Europa le centrali attive sono ben 196, delle quali 29 posizionate nei pressi dei nostri confini ed è un bel paradosso che, in caso di incidente, sarebbe proprio la Pianura Padana quella più esposta al fall-out radioattivo. Premesso ciò, come Regione, abbiamo attivato tutte le progettualità possibili per implementare il ricorso ad energie alternative: principalmente l’idroelettrico, data la ricchezza idrica del nostro territorio, poi le biomasse. Purtroppo le caratteristiche del nostro territorio non ci permettono di utilizzare l’energia eolica, dal momento che il flusso dei venti non è costante tutto l’anno, però qualche opportunità in più l’abbiamo con il solare, sia termico che fotovoltaico. Stiamo incentivando le singole industrie affinché prendano in considerazione queste tecnologie per coprire almeno il fabbisogno industriale di energia, dando, al contempo, una mano all’ambiente e al Paese. Ripeto, l’attenzione al problema è alta in tutti i settori, anche quello tradizionalmente più obliquo (parlo del mondo agricolo) che sta cominciando a valutare positivamente il discorso delle biomasse. Se dovessi giudicare lo state dell’arte a partire dall’analisi del numero di progetti dedicati alla produzione e al risparmio energetico che arrivano in regione, direi che l’interesse dei cittadini è alto. Anche su questo abbiamo attivato appositi programmi di formazione ed informazione che interessano tutta la cittadinanza a partire dalle scuole. Stesso discorso può essere applicato a quanto attiene al problema della dispersione idrica, che con quella energetica, rischia di essere la principale fonte di consumo del Paese. Anche per questo abbiamo attivato progetti di informazione diffusa. Credo, in conclusione, che quando si tratta di risolvere problematiche ambientali di questa portata non siano solo i grandi progetti e le grandi scelte programmatiche ad avere un peso determinante, bensì la somma di tutte le piccole azioni quotidiane che ogni singolo cittadino deve saper compiere consapevolmente nella certezza del suo ruolo all’interno della comunità, del territorio… del Pianeta.
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L’APPROFONDIMENTO
Gestione dei rifiuti
PRIORITARIO ARMONIZZARE IL RAPPORTO FRA GESTIONE PUBBLICA E PRIVATA L’On. Giovanni Fava, membro della Commissione Bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, fa il punto dello stato dell’arte in Italia di Alberto Piastrellini
Da tempo il Governo italiano è impegnato nella riforma della normativa nazionale di riferimento e nel tentativo di recepire le istanze europee che, al momento, sembrano essere piuttosto “avanti” rispetto al proverbiale immobilismo italiano e, al contempo, tenta di far luce su inadempienze, storture ed illeciti nel ciclo dei rifiuti attraverso apposite strutture di indagine, fra le quali la Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Ad un autorevole Membro della Commissione, l’On. Giovanni Fava, intervenuto al Convegno “Da rifiuto a risorsa” (Cerea, 27 novembre 2009), abbiamo rivolto alcune domande per meglio conoscere la situazione attuale e le prospettive.
Quello dei rifiuti è un problema connaturato con lo sviluppo “insostenibile” che per troppo tempo ha caratterizzato una visione miope dell’esistenza e della società dei consumi. Tuttavia, grandi passi sono stati compiuti, pur fra mille difficoltà, per addivenire ad una prospettiva diversa, dove, ad esempio la problematica del fine vita dei manufatti viene affrontata sin dalla loro progettazione e perseguita durante tutto il loro life cycle assessment (LCA), oppure allorquando si considerano le possibilità di risparmio di materie prime e processi utilizzando le cosiddette materie prime secondarie e i prodotti del riciclo. Ovviamente tutte queste scelte prevedono costi di gestione, cicli e flussi di materie, soggetti pubblici e privati deputati, i primi al controllo e al monitoraggio a salvaguardia della salute pubblica e della qualità dei processi, i secondi, alla gestione dei materiali e alla loro corretta utilizzazione nei processi e nei flussi.
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La gestione dei rifiuti è un’attività che storicamente vede l’Italia in primo piano proprio per la sua connaturata mancanza di materie prime. Oggi la gestione dei rifiuti assume ancor maggior rilevanza per i continui cambiamenti delle normative di riferimento. Cosa sta succedendo a livello italiano con la riscrittura del D. Lgs 152/2006 e conseguentemente con il recepimento della Direttiva europea n. 98/2008 che entra ancora più in merito al problema con degli indirizzi più precisi? La riscrittura della Legge 152 rientra in un meccanismo di delega specifica che il Ministro Prestigiacomo ha chiesto e ottenuto dal Parlamento e che la vede impegnata da qualche mese su un testo base che attualmente non è ancora di dominio pubblico. Pertanto non sono ancora in grado di pronunciarmi sulle indicazioni che provengono da questo lavoro che la struttura del Ministero sta svolgendo.
Posso invece annunciare le idee che stiamo discutendo. Vorremmo infatti cercare di far comprendere anche a quella parte politica che è un po’ più rigida da questo punto di vista, che l’attività di smaltimento dei rifiuti è un’attività industriale come molte altre. Oggi viviamo una situazione paradossale rispetto alla quale l’attività di smaltimento rifiuti, laddove non sia gestita dal pubblico, è considerata come border line , al confine tra la legalità e l’illegalità. Questa concezione è figlia di una visione antica, ormai da superare. Devo ammettere che gli operatori ci hanno messo del loro affinché questa concezione si radicasse negli anni. Questa visione non è, infatti, solo frutto di pregiudizi, ma il prodotto di una serie di attività condotte a volte con una certa superficialità. Vorremmo far comprendere al Ministro che l’attività di smaltimento dei rifiuti è una vera e propria attività e pertanto deve avere la stessa dignità e decoro di altre attività. Se si parte da questo presupposto, tutto il resto diventa più semplice. Questa è la nostra visione. Le Direttive comunitarie da questo punto di vista ci aiutano. Con l’introduzione della Direttiva comunitaria comincia a delinearsi uno scenario abbastanza chiaro e semplice. Noi ci auguriamo che il Ministero non apponga forzature dal punto di vista della semplificazione delle procedure. Credo che sia giusto porre attenzione sul tema dei controlli ambientali, anche se credo, tuttavia, che il sistema attuale sia discretamente efficace. Nutro, invece, qualche perplessità rispetto all’ipotesi di gestione informatizzata in ambito nazionale. Sappiamo infatti che il flusso di gran parte dei rifiuti si dirige all’estero e
un sistema informatizzato che si limiti al territorio del nostro Paese sarebbe sicuramente un discrimine rispetto ad un mercato che è aperto ai 27 Paesi dell’Unione Europa.
sistema di autosufficienza dei bacini a prescindere dalla loro dimensione, lontani da ogni logica di armonizzazione delle tariffe, del prezzo e dell’impatto ambientale.
Pensa che spingere o aprire alla termovalorizzazione dei rifiuti possa essere una sorta di deterrente all’esportazione illecita? Ovviamente la termovalorizzazione è un obiettivo. I Paesi europei di riferimento del nord Europa, la Francia per esempio, ci insegnano che le tecnologie da adottare devono essere migliori e le più compatibili dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista economico. Credo che vada spinta la termovalorizzazione là dove sia utile e proficuo e là dove il conto ecologico ambientale da un lato e quello economico dall’altro si reggano in un sostanziale equilibrio. D’altra parte ritengo che la politica debba pianificare, ma non occuparsi della tecnologia in modo specifico. Se la termovalorizzazione è la tecnologia migliore rispetto all’incenerimento tradizionale, in grado di offrire migliori risultati in termini di ritorno ambientale e in termini di garanzie sui numeri, credo che tutte le strade debbano essere percorse. Personalmente, sono favorevole al fatto che si allarghi la maglia dei termovalorizzatori. Stiamo attenti però che il risultato potrebbe essere opposto a quello voluto. Il rischio è che ci siano tanti micro impianti senza economie di scala, a differenza delle strutture impiantistiche complesse, anche di grandi dimensioni. Questa idea di “bacini fai da te”, di piccole dimensioni, di micro impianti da 30-50-90 mila tonnellate non vanno, invece, in questa direzione, bensì piuttosto verso un sostanziale
Ci sono voluti diversi anni per rendere attuativo il decreto sul “Green Public Procurement”. Lei crede che sia giunto il momento per le pubbliche amministrazioni di scendere in campo ed essere protagoniste del mercato del riciclo? Personalmente, credo che le Pubbliche Amministrazioni facciano anche troppo in questo Paese. Ritengo che le Pubbliche Amministrazioni debbano operare sul fronte della programmazione, del controllo, del mercato, mentre il mercato dovrebbe essere libero in modo che le amministrazioni efficaci ed efficienti possano confrontarsi con privati, altrettanto efficaci ed efficienti. Occorre, piuttosto, consolidare le strutture pubbliche che già esistono per fare in modo che diventino parte integrante del mercato. Stiamo attenti, però, perché un eccesso di presenza del pubblico in determinati settori ha creato scompensi di altra natura. Io sono per un’armonizzazione del rapporto tra pubblico-privato in un’ottica dove al pubblico compete il controllo e la proprietà degli impianti e delle reti. Per quanto riguarda la gestione, penso sia giusto il principio per il quale, questa debba essere affidata a chi riesce tra pubblico e privato a fare meglio.
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MANIFESTAZIONI E CONVEGNI
Da rifiuto a risorsa
ENTI PUBBLICI ED AZIENDE SI CONFRONTANO SULLA GESTIONE SOSTENIBILE DEI RIFIUTI E LE PROSPETTIVE DEL MERCATO
Il Comune di Cerea (VR) e il Consorzio Cerea spa hanno promosso un evento formativo per l’implementazione della sinergia fra settore pubblico e privato nel passaggio fra la gestione di una diffusa problematica ambientale e la spinta verso nuove opportunità economiche di Silvia Barchiesi
Tendere ad un graduale ed improrogabile cambio di prospettiva nell’approccio alla gestione dei rifiuti, in generale, e delle materie prime seconde, in particolare, secondo l’ottica dell’opportunità economica e, confermare la storica leadership italiana nelle strategie di riciclo, recupero e riutilizzo delle materie derivanti dai processi produttivi o dal fine vita dei prodotti. È stato questa la linea d’indirizzo emersa dai lavori del Convegno e della successiva Tavola Rotonda: “Da rifiuto a risorsa” che ha avuto luogo venerdì 27 novembre, presso la Sala Convegni dell’Hotel “Pergola” di San Pietro di Legnago (VR). L’evento, organizzato dall’Amministrazione Comunale di Cerea, in collaborazione con il Consorzio Cerea Spa ed il supporto tecnico-scientifico della Fondazione Santa Chiara per lo studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente, ha riunito una folta platea (oltre 150 presenze registrate) di addetti ai lavori: Operatori del settore, Produttori, Tecnici, rappresentanti delle Pubbliche Amministrazioni e degli Organi di controllo, a testimonianza dell’enorme interesse che, tanto il settore pubblico, quanto quello privato hanno nei confronti delle problematiche connesse alla gestione sostenibile dei rifiuti (urbani e speciali). “Il Comune di Cerea, da sempre dimostra una forte sensibili-
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tà verso le tematiche dell’ambiente – ha ricordato il Sindaco, Paolo Marconcini – e, forte dell’esperienza maturata negli anni nell’ambito dell’implementazione di processi di interlocuzione fra Ente pubblico e privati, non ha avuto alcun dubbio circa la possibilità di mettersi in gioco con questo evento”. “Quello di oggi non è un evento episodico – ha dichiarato Enrico Bobbio, Presidente del Consorzio PolieCo (Consorzio per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene) e della Fondazione Santa Chiara – bensì rientra in un progetto di formazione che le strutture che mi onoro di presiedere, da due anni a questa parte stanno incrementando sul territorio nazionale al fine di colmare il gap che nel tempo si è venuto a creare fra Aziende, Legislatore e Organismi deputati al controllo e alla verifica dei processi”. Nel proseguire col suo intervento, il Presidente PolieCo ha introdotto le questioni legate al mercato del riciclo e del riciclato, sottolineando le difficoltà degli operatori, le discrasie del mercato stesso (spesso ingenerate da interpretazioni personalistiche) e la necessità, infine, di regole chiare ed omogenee che riportino le Aziende del Paese a confrontarsi da pari con i partner e i concorrenti europei. L’esperienza specifica nelle politiche di gestione dei rifiuti sul territorio della regione Veneto è arrivata dall’On. Giancarlo
Conta, Assessore Regionale all’Ambiente che ha ricordato come: “Da alcuni anni a questa parte, come Amministratori del territorio, preferiamo, nel riferirci ai rifiuti, parlare di opportunità più che di problema”. Ricordando la scelta operata dalla Regione alcuni anni fa di rinunciare allo smaltimento in discarica, aumentando nel contempo le dinamiche di raccolta differenziata fino al punto di portare la media regionale al 53% (picco nazionale), l’Assessore si è detto profondamente colpito da quanto: “in questo settore giochi a sfavore di scelte tecnologicamente compatibili, la cattiva informazione”. In questo senso, il riferimento era alla scelta della termovalorizzazione di alcune frazioni di rifiuti che, ad ogni modo è stata compiuta nel pieno rispetto dei parametri della qualità dell’aria e della salute dei cittadini. “Rifiuto come risorsa è la parola d’ordine per conseguire lo sviluppo della collettività – ha dichiarato l’Assessore Regionale – e i protagonisti di questa svolta devono essere necessariamente le imprese e le aziende”. Una riflessione è arrivata anche dall’On. Giovanni Fava, della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, il quale, nel sottolineare come: “in questo settore, purtroppo, la confusione regna sovrana da diversi anni”, ha pure rimarcato la responsabilità di una corretta informazione e comunicazione scevra da pregiudizi e preconcetti ideologici. Sottolineando ulteriormente le scadenze che il Legislatore deve tener presente oggi per dare risposte certe a tutto il comparto; riscrittura del D. Lgs n. 152/2006 (Testo Unico Ambientale) e recepimento della nuova Direttiva europea sui rifiuti (98/2008/CE), l’On. Fava ha spronato le aziende ad “utilizzare tutte le strutture e le possibilità in vostro possesso per far circuitare un messaggio positivo, dal momento che al di là di definizioni normative e procedure tecniche, il vero problema è quello della divulgazione di dati corretti e messaggi veritieri”.
Ad aprire la sessione dedicata agli approfondimenti tecnici è stata la relazione del dott. Alberto Pierobon, Consulente del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il quale, a partire dall’analisi dei costi imputabili ai soggetti pubblici e a quelli privati per la gestione dei rifiuti, ha fatto una disamina dei vizi di mercato ingenerati nelle lacune dei vari passaggi. Successivamente, a cura del dott. Roberto Rossi, Sostituto Procuratore della Repubblica preso il Tribunale di Bari, nonché membro della Fondazione Santa Chiara per lo Studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente, è stata presentata la relazione “I possibili crimini nella produzione delle materie prime secondarie: fattispecie, sanzioni, ipotesi”, che ha permesso il chiarimento di alcuni dubbi diffusi circa casi e comportamenti scorretti. L’adattamento del diritto domestico con riguardo alla gestione dei rifiuti, riservato al sistema consortile, tra mercato e concorrenza, è stato al centro della trattazione a cura del prof. Franco Silvano Toni Di Cigoli, Università degli Studi di Padova; British Institute of International and Comparative Law (Londra) e Fondazione Santa Chiara; mentre Roberto Quaresmini, Funzionario ARPA Lombardia di Brescia, ha approfondito la tematica delle ispezioni, controlli, prelievi e analisi in materia di rifiuti, in particolare delle materie prime secondarie. Ha chiuso la teoria degli interventi Giulio Angelucci, Dirigente della Provincia Autonoma di Bolzano, illustrando alcuni case history relativi alle esperienze innovative del recupero e delle materie prime secondarie nel territorio di competenza. Al termine della sessione tecnica, una Tavola Rotonda moderata dalla dott.ssa Chiara Miele, Consulente Ambientale ha permesso alla vivace platea di intervenire con quesiti mirati e richieste di approfondimento.
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COMUNE DI CEREA (VR)
LʼECCELLENZA DEI PICCOLI CENTRI Sindaco, Vicesindaco e Assessore all’Ecologia, fanno il quadro dello stato dell’arte del settore ambientale nel Comune di Cerea di Fabio Bastianelli
Piccola città del Veneto, situata nella bassa veronese, Cerea ha una popolazione che supera i 15.000 abitanti. La superficie di competenza dell’Amministrazione copre un’area di 70,4 Km2 per una densità abitativa di circa 216,68 abitanti/Km2. Risultano insistere sul territorio del Comune 900 attività industriali con 3.149 addetti pari al 48,50% della forza lavoro occupata, 411 attività di servizio con 1.172 addetti pari al 18,05% della forza lavoro occupata, altre 369 attività di servizio con 1.288 addetti pari al 19,84% della forza lavoro occupata e 79 attività amministrative con 884 addetti pari al 13,61% della forza lavoro occupata. Complessivamente risultano occupati 6.493 individui, che rappresentano il 42,57% del totale degli abitanti. Il Comune è “Amico del Turismo Itinerante” e, in quanto rientrante nella Regione Agricola n. 9 - Pianura di Legnago, è membro dell’Associazione “Strada del Riso Vialone Nano Veronese IGP”. Per meglio conoscere alcuni aspetti ambientali specifici del territorio, abbiamo incontrato il Sindaco, Paolo Marconcini; il Vicesindaco, nonché Assessore all’Edilizia, all’Urbanistica e alla Mobilità,Vittorio Facchinetti; infine, l’Assessore all’Ecologia e alla Cultura, Rosetta Salmaso, che hanno risposto alle nostre domande.
gode di alcuni impianti alquanto significativi ed importanti. Proprio quest’anno, se non ricordo male, festeggiamo il decennio di una collaborazione importante fra l’Amministrazione comunale di Cerea e il Consorzio Cerea Spa. Questo impianto lavora diverse tonnellate l’anno di materiali ed è il fiore all’occhiello del territorio per quanto riguarda il recupero di materiali inerti e credo di poter affermare che tale collaborazione sia la perfetta realizzazione di quanto gia ipotizzato dal Legislatore allorquando si è inteso implementare le possibili sinergie fra ruolo pubblico delle istituzioni e vivacità imprenditoriale privata. Al nostro territorio, tale sinergia ha portato indubbi vantaggi e grandi soddisfazioni, sia in termini di operatività, sia in termini di ritorno economico derivante dal recupero dei materiali inerti. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani in generale, a parte qualche piccola dispersione dovuta più alla mancanza di una diffusa cultura ecologica, devo dire che l’aver puntato ormai da diversi anni ad un sistema di raccolta differenziata porta a porta, abbastanza spinta, ci ha permesso di raggiungere risultati ottimali dell’ordine del 60 – 65%, con un ragguardevole contenimento dei costi della tariffa applicata ai cittadini.
Sindaco, qual è la situazione del Comune di Cerea per ciò che concerne le problematiche ambientali in generale, e per quelle direttamente imputabili alla gestione dei rifiuti, in particolare? Sostanzialmente, valuto in modo alquanto positivo la nostra situazione per quanto riguarda, in generale, le problematiche afferenti al settore ambientale e, in particolare, per ciò che riguarda raccolta e trattamento dei rifiuti. Su quest’ultimo punto, credo sia utile specificare che il Comune di Cerea
Nel corso del Convegno che si andrà a sviluppare domani, si cercherà di riflettere sulle possibilità economiche vantaggiose offerte da una gestione oculata dei rifiuti e dei materiali da esse derivanti. Come si è attrezzata, in questo senso, l’Amministrazione di Cerea? Vi sono già realizzazioni mirate, ad esempio, alla valorizzazione energetica dei rifiuti o alla valorizzazione dei materiali in apposite filiere dedicate, sino al ricorso al cosiddetto Green Public Procurement? Devo ammettere che, soprattutto sulla
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valorizzazione energetica dei rifiuti, il bagaglio culturale è piuttosto di basso profilo. Stiamo affrontando diverse problematiche per l’inserimento, nel nostro territorio, di alcune centrali per la produzione di energia alternativa e, purtroppo, constato che i cittadini guardano con un certo sospetto ed allarme a questo tipo di approccio che, viceversa, considero piuttosto una opportunità. Per quanto riguarda il mio aggiornamento personale, su queste questioni, mi ispiro molto a quanto accade quotidianamente nei Paesi del Nord Europa, dove quello che abitualmente viene considerato rifiuto viene sostanzialmente recuperato o sotto forma di materiale o sotto forma di energia. Su questo punto credo sia fondamentale operare verso uno sforzo culturale che tenda a superare i falsi timori. Abbiamo a disposizione tecnologie importanti e di qualità. Ripeto, è l’approccio culturale che va rinnovato. Per ciò che concerne l’operato della nostra Amministrazione, ad esempio, ci stiamo adoperando per l’installazione di pannelli fotovoltaici. Abbiamo già installato alcuni impianti in diversi plessi scolastici intraprendendo un cammino volto non solo alla produzione di energia da una fonte pulita e rinnovabile, ma anche al successivo reinvestimento dell’economia prodotta dal risparmio, in azione volte al contenimento dei costi energetici negli edifici pubblici. Assessore Salmaso, piuttosto inusuale la doppia delega che riveste… Anzi, stanno benissimo insieme. Secondo me, Cultura ed Ambiente rappresentano una simbiosi perfetta, anche perché, nel nostro territorio, caratterizzato da una lunga storia di rapporto con la terra, è già perfettamente inserita una cultura di amore e rispetto per l’ambiente ed il territorio. Non abbiamo bisogno delle Associazioni che ci insegnano ad amare l’ambiente, perché tale sentimento è
già presente nel nostro animo. Mi permetta di sottolineare che già dai percorsi scolastici cerchiamo di stimolare la coscienza e la cultura ambientale dei nostri giovani, attraverso attività formative e percorsi didattici. Avete dei Centri di Educazione Ambientale attivi nel vostro territorio? Dunque, i percorsi educativi partono dalla Scuola primaria e arrivano fino alla Scuola Media; in questi percorsi è espressamente prevista l’educazione ambientale nel programma didattico annuale. Facile, a questo punto creare un rapporto di sinergia fra l’Assessorato di cui sono titolare e gli insegnanti che approntano specifici percorsi didattici. Credo che tale facilità di rapporto sia fondamentale per stimolare una crescita culturale nei più giovani, che poi si riflette positivamente nel quotidiano allorché, nelle famiglie, si affrontano le piccole questioni legate alla raccolta differenziata, al riciclaggio, al riutilizzo. Devo dire che il Consorzio Cerea, in questi percorsi ci ha dato una mano notevole, dal momento che ogni anno ospita varie classi e gruppi di studenti nella sua struttura dove c’è una apposita area dedicata all’educazione ambientale. Tuttavia, almeno da quanto si legge nei quotidiani, cultura ed ecologia rappresentano interessi deboli per quanto riguarda la destinazione di risorse pubbliche nei bilancio degli enti locali. Com’è la situazione nel Comune di Cerea? Ammetto che dal punto di vista della cultura il Comune di Cerea ha investito parecchio nella valorizzazione dei propri programmi, forse di più, o almeno altrettanto, di tanti altri Centri vicini. Per quanto riguarda il settore ambiente ricordo che il nostro territorio si fregia di un’Oasi protetta, di un Parco di recente istituzione, e di una buona rete
di piste ciclabili. Quindi si può notare l’impegno che l’Amministrazione di Cerea ha riversato per la tutela del suo territorio. Un curiosità: durante l’annuale “pedalata ecologica”, guarda caso, una delle tappe è situata proprio presso il Consorzio Cerea Spa. Assessore, lei accennava poc’anzi alla storicamente forte vocazione agricola del territorio. Come si sta lavorando per gestire i rifiuti prodotti dalle lavorazioni agricole e come avete approcciato il problema della valorizzazione della frazione organica ? Per quanto riguarda questa tipologia di rifiuti, c’è una ditta specializzata sul nostro territorio, che si occupa di produrre compost e lo rivende agli agricoltori della zona. Per tutte le altre tipologie di rifiuti prodotti dalle attività agrozootecniche, applichiamo le norme contenute nell’apposito Regolamento regionale. Esiste un problema legato all’inquinamento delle acque? Intanto va detto che questa è una zona molto ricca di falde per cui non esiste difficoltà di approvvigionamento idrico. Sono pochissimi i pozzi che presentano qualche problema. (a questo punto interviene l’Assessore Facchinetti) Per quanto riguarda le acque pubbliche siamo coperti dal Consorzio Valli Grandi (che si è riunito da poco con altre due strutture analoghe formando “Consorzi Riuniti”), il quale ha sempre avuto una grande importanza per quanto concerne la gestione dell’acqua pubblica, che per gli usi irrigui e le vie d’acqua. C’è ovviamente un forte legame fra il mondo agricolo e questo Consorzio che da sempre rappresenta la conditio sine qua non per il lavoro agricolo.
(interviene il Sindaco) Non ci sono situazioni critiche, anzi avere una struttura deputata alla gestione pubblica delle acque ci permette di avere un monitoraggio continuo e di fornire alla cittadinanza la sicurezza richiesta in merito a qualità delle acque. Per fortuna, malgrado il nostro territorio sia caratterizzato da agricoltura intensiva, con utilizzo di fitofarmaci e varie sostanze, non abbiamo problemi di particolari sforamenti alla normativa prevista. Assessore Facchinetti, com’è percepita la questione della mobilità nel vostro territorio? Certamente quello della mobilità, in un Paese come il nostro, caratterizzato dalla confluenza, quasi al centro del tessuto urbano delle due maggiori arterie viarie del territorio, è un problema abbastanza sentito dalla popolazione locale. La nostra città, infatti, è stata costruito proprio sull’incrocio degli assi Verona-Legnago e Mantova-Legnago e, di fatto, il traffico veicolare costituisce un problema pressante per la nostra Amministrazione. Insieme con gli altri Enti territoriali, Provincia e Regione, stiamo cercando di esplorare tutte le soluzioni possibili a questo problema, magari interessando Veneto Strade, che ha in progettazione e, si spera, in breve, l’imminente realizzazione di una variante alla Statale 10 che, nel caso fosse realizzata, porterebbe un grande beneficio in termini di qualità della vita al nostro Paese. L’eliminazione del problema rappresentato dal traffico nel centro cittadino, ci permetterebbe, non solo di diminuire la quantità degli apporti inquinanti nell’aria, ma di poter oltremodo usufruire del contesto urbano per iniziative, eventi, manifestazioni e servizi a maggior beneficio della popolazione.
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Visto che fra le deleghe di sua competenza c’è quella relativa all’edilizia e dal momento che il Consorzio Cerea è nato proprio per il trattamento/smaltimento dei rifiuti derivanti dagli inerti di demolizione, può raccontarci come è nato, nella vostra Amministrazione, l’interesse particolare per questa tipologia di rifiuti, dal momento che spesso, gli amministratori pubblici si confrontano maggiormente con RSU? L’interesse è nato dal fatto che il Comune di Cerea, alcuni anni fa, era di-
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venuto proprietario di un insediamento rappresentato da una vecchia fabbrica di fosfati, in seguito recuperata in toto, fino ad essere trasformata nell’attuale Centro Espositivo di Cerea. Ebbene, dalla demolizione parziale ed il relativo smaltimento dei rifiuti inerti derivati, si è pensato di costituire un Consorzio pubblico/privato che desse la possibilità al territorio di un riciclo immediato e con costi abbastanza contenuti di questa tipologia di rifiuto. Certo, in seguito, tale Consorzio è diventato il punto di riferimento non sono per i cittadini di Cerea, ma anche
per quelli delle conurbazioni limitrofe, sia per quanto riguarda gli inerti da demolizione, sia per quanto concerne altre tipologie di rifiuti.
CONSORZIO CEREA SPA
IMPRESA E PROFESSIONALITÀ A FAVORE DEL TERRITORIO Il Presidente del Consorzio Cerea Spa racconta l’esperienza positiva della struttura industriale a 10 anni dalla sua fondazione di Alberto Piastrellini
Andrea Faccio, i quali, al termine del Convegno organizzato e promosso il giorno 27 novembre, ci hanno dedicato un po’ del loro tempo per rispondere alle nostre domande. Quando nasce il Consorzio, su quali bisogni nasce e di cosa si occupa? Il Consorzio è nato nel 1998. È stato uno dei primi impianti nati con dal Decreto Ronchi. È stata una novità. Abbiamo sempre lavorato con continuità, sempre crescendo. Siamo partiti da 10 operatori, oggi possiamo invece contare su ben 90 persone che lavorano all’interno del Consorzio. Ora che abbiamo ottenuto un ampliamento autorizzativo abbiamo ritenuto opportuno far conoscere la nostra realtà e i nuovi servizi che possiamo dare agli utenti. Qual è il bilancio di questa importante giornata di formazione che ha visto in prima linea il Consorzio? La giornata di oggi è andata benissimo. Ho sentito che tutti i partecipanti sono rimasti soddisfatti. Quando si considera l’opportunità di allocare un impianto industriale per il trattamento di particolari tipologie di rifiuti, quasi sempre si nota un certo disagio misto a preoccupazione, nella popolazione di un territorio, frutto di sospetti ed incertezze neanche tanto immotivate, stante episodi poco piacevoli che, nel tempo, hanno creato pregiudizi e paure. Tuttavia, quanto l’impresa è valida e le persone hanno a cuore, non solo il profitto, ma anche il benessere dei dipendenti e dei cittadini, allora nasce quel connubio virtuoso fra attività industriale, sviluppo e tutela del territorio che fanno dell’impresa stessa il punto focale attorno al quale si muovono politiche e dinamiche di governo. È il caso del Consorzio Cerea Spa, nato dalla volontà dell’Amministrazione comunale e dalla lungimiranza di alcuni imprenditori locali, per risolvere il problema della selezione, cernita e lavorazione di rifiuti inerti derivanti dall’abbandono indiscriminato di detriti da demolizione sul territorio. Vero e proprio riferimento locale per la gestione di varie tipologie di rifiuti, il Consorzio Cerea Spa è diventato, in appena dieci anni, una realtà dinamica ed in continua evoluzione, capace di investire in infrastrutture, innovazione tecnologica, risorse umane qualificate e comunicazione/formazione rivolte alla cittadinanza. Per analizzare ed approfondire l’esperienza di questa crescita, abbiamo intervistato il Presidente, Giuseppe Tavellin, ed il responsabile della Direzione Ambiente,
Presidente, quali sono le problematiche del vostro settore? Per un po’ di anni le procedure sui rifiuti sono state un po’ troppo “fai da te”. Di qui il proliferare di tanti piccoli impianti che non hanno osservato le normative e le procedure. Negli ultimi anni ci stiamo invece accorgendo che quello che abbiamo fatto fino ad oggi ci sta dando ragione: investimenti nelle infrastrutture, nel personale e nella formazione. Tengo, inoltre a precisare che abbiamo investito tutto sempre all’interno della nostra attività. Questa scelta, dopo 10 anni di intenso impegno e lavoro sta dando ora i primi frutti. Ad oggi mi sento soddisfatto perché abbiamo la possibilità di mostrare la nostra realtà a porte aperte senza dover nascondere niente. Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto fino ad oggi. Con il nostro lavoro puntiamo a ridare dignità all’intero settore. Questo è il nostro impegno. Fino ad oggi la dignità nel settore rifiuti è stata troppo spesso svenduta e logorata. Ora occorre invertire la rotta. Qual è il rapporto tra la popolazione locale che di solito considera un impianto di trattamento o di deposito con un po’ di sospetto e paura? Siamo fortunati perché siamo ben inseriti nel territorio in cui operiamo.
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Ci sono voluti ben due anni per trovare il sito idoneo per la nostra attività. Adesso siamo soddisfatti perché il sito si trova in un’area che non reca disturbo, dal momento che l’agglomerato più vicino si trova a 15 km ed è costituito da un quartiere a bassa densità, i cui abitanti sono molto contenti e soddisfatti del nostro operato. Abbiamo, infatti, sempre mantenuto ciò che abbiamo inizialmente promesso: lavorare con serietà e non arrecare problemi alla popolazione. Cosa chiedete per continuare il vostro lavoro? Quali sono le vostre istanze? Quali sono le vostre richieste al legislatore? Chiediamo di unire le forze con realtà serie, chiediamo di poter crescere nella politica per qualificare questo lavoro che purtroppo è stato per troppo tempo considerato come un lavoro di facili guadagni. Non è invece così: se si lavora il rifiuto come si dovrebbe, osservando tutte le procedure di legge, non si può contare su ingenti guadagni, ma solo su grandi opportunità e garanzie di lavoro, poiché il rifiuto viene continuamente prodotto. Si tratta di una garanzia non di poco conto, vista l’incertezza di lavoro degli ultimi tempi.
urbana, ad oggi pervengono, anche per il solo primo trattamento, 58 Comuni della Provincia. Per quanto riguarda invece i rifiuti da demolizione? Per i rifiuti da demolizione l’area è ovviamente più locale. Come impianto misto pubblico-privato abbiamo la missione per cui la demolizione può essere conferita gratuitamente. Anche per i rifiuti da termovalorizzazione lavoriamo sul locale e serviamo le Provincie di Verona, Vicenza, con qualche sforamento verso Brescia e qualche impianto, siccome siamo considerati specialisti, un po’ più distante, ma sempre nell’ambito veneto, al più lombardo. Nel vostro curriculum ci sono molte certificazioni… Abbiamo investito fin da subito nelle certificazioni. Ad oggi abbiamo certificazioni ISO 9000, ISO 14000 e OHSAS 18000 per la sicurezza. Inoltre, tutti i prodotti sono dotati di marchiatura CE, secondo la Direttiva CPD (89/106/CEE) dei prodotti in costruzione. Non si tratta mai di autocertificazioni, ma sono sempre enti esterni, spesso anche europei, quelli che certificano la fine del rifiuto che diventa prodotto. Nel vostro ciclo produttivo avete previsto una qualche strategia per l’abbattimento dei costi circa l’approvigionamento energetico? Se il sito non pone problemi di impatti , è pur vero che questo è mal posizionato per quanto riguarda l’energia. Infatti, ad oggi produciamo noi l’energia che utilizziamo per circa un megawatt, non con gruppi dell’ultima generazione ma con gruppi diesel. Stiamo pensando a cosa si può fare per migliorare questa situazione.
Direttore, può darci un’idea delle dimensioni del centro? Nel nostro centro vengono convogliate 300mila tonnellate all’anno di rifiuti inerti e circa 30mila tonnellate di rifiuti di carta e plastica. Per la carta e plastica che costituiscono la parte “pubblica”, proveniente dalla raccolta differenziata
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CONSORZIO CEREA Spa è una società consortile pubblico-privata Cenni storici Alla fine degli anni ’90 il Sindaco di Cerea pro tempore proponeva ad alcuni imprenditori di realizzare un centro per la selezione, cernita e lavorazione di rifiuti inerti quale soluzione all’abbandono indiscriminato dei detriti da demolizione sul territorio (cosiddetti rifiuti da C&D). A tal fine esisteva la possibilità di accedere al finanziamento parziale a cura della Comunità Europea. Del primo gruppo di imprenditori locali, prevalentemente operanti nel campo edile, rimanevano a sostenere l’iniziativa la ditta Tavellin Luigi Snc del luogo e la modenese Baraldi F.lli Spa. La Regione Veneto nel 1998 autorizzava l’impianto Consorzio Cerea Spa al trattamento dei materiali inerti (rifiuti da C&D, scorie di acciaieria, refrattari e altro): si trattava del primo impianto regionale autorizzato in via ordinaria al recupero di inerti, con la sottoscrizione delle garanzie fideiussorie e l’impegno a conseguire la certificazione di qualità ed ambientale, ciò che è in seguito avvenuto. L’esperienza imprenditoriale del partner di riferimento Tavellin Luigi Snc viene dal settore del trasporto di materiali agricoli ai quali si accompagna presto la raccolta dei teli in Polietilene utilizzati in agricoltura (da cui l’adesione al Consorzio PolieCo). L’impostazione dell’azienda è ambiziosamente indirizzata verso la produzione di un aggregato riciclato che possegga le caratteristiche di idoneità all’uso per sottofondi, rilevati e per la produzione di calcestruzzo, che raggiunga in tempi brevi le certificazioni di qualità più importanti e che riesca a conseguire la marcatura CE 2+ (certificazione di prodotto rilasciata da Ente terzo). Con notevole sforzo, date le piccole dimensioni, gli obiettivi sono stati raggiunti, fino al recente brevetto di processo depositato ed efficace sul territorio europeo. È stato altresì depositato il nome (In.Ar.Co.®) del prodotto generato dal trattamento di recupero di materia prima secondaria e le certificazioni, conseguite e mantenute, sono: - Certificazione ISO EN 9001-2000 - rilasciata da CSQ; - Certificazione ISO EN 14001 - rilasciata da CSQ; - Certificazione ISO EN 18001 - 2007 - (H&S OHSAS) rilasciata da CSQ; - Certificazione In.Ar.Co® CE 2+ rilasciata da DNV per la certificazione di rispondenza alle norme di settore EN 12620 EN 13139 EN 13242 riguardanti gli aggregati per il calcestruzzo, per le malte, per componenti idraulici di ingegneria civile e costruzione strade. Il Consorzio Cerea Spa si è dotato di Piano di Gestione e Controllo, ai sensi della Legge Regione Veneto n.3/2000, con nomina del controllore indipendente. Dopo la messa a regime del trattamento per i rifiuti inerti, Consorzio Cerea Spa ha allargato la propria attività anche al campo della selezione e del recupero di carta e plastica, ottenendo l’autorizzazione nel 2004 e operando quale centro di cernita (CC) per il COREPLA, per la parte dedicata agli imballaggi in plastica, e quale centro di messa in riserva per il Polietilene, da cui la registrazione al PolieCo. Ad oggi oltre 50 comuni della bassa veronese, compreso il capoluogo, confluiscono al centro di Cerea per la selezione della raccolta differenziata. Potenzialità attuali delle linee di trattamento: - Carta-plastica 24.700 ton/anno; - Inerti 261.625 ton/anno. Consorzio Cerea Spa ha in itinere la procedura VIA (Valutazione Impatto Ambientale) per l’ottenimento dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) ed ha superato positivamente il parere della Commissione Provinciale e della Commissione Regionale VIA (a novembre 2009). L’area interessata dall’insediamento (comprese le aree produttive proprie di Tavellin Luigi Snc) si estende per circa 100.000 mq con l’impiego, complessivamente, di 94 addetti (impiegati ed operai).
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