VERTICAL FARM NON SONO PIU´ SOLO NICCHIA Kilometro Verde di Giuseppe Battagliola ha inaugurato la maxi farm di Verolanuova (BS). Un altro attore, e che attore, entra così nel segmento delle insalate da vertical farming, sempre più presenti sugli scaffali della Gdo IDEE TENDENZE MERCATI BUSINESS
ELNATHEDITORE
N.45 l NOVEMBRE 2023 l TRIMESTRALE
Editoriale
| Eugenio Felice
Lollo, che sorpresa! “Il progetto di funivia delle mele è un esempio virtuoso di come vanno investiti i fondi PNRR: garantisce infatti un vantaggio organizzativo, risponde alle esigenze di un territorio complesso di montagna, dimostra l’importanza di investimenti intelligenti e lungimiranti nel settore agricolo. E, cosa ovviamente non secondaria, assicura benefici ambientali per nulla trascurabili. Agli ideatori del progetto e a tutta Melinda non può che andare il nostro plauso. Siamo certi che questa iniziativa sarà da stimolo per l’intero sistema Italia”, A parlare è il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, lo scorso 17 novembre, quando il colosso trentino delle mele ha presentato il progetto della funivia delle mele, il primo al mondo, che permetterà di evitare 6.000 viaggi di camion su gomma ogni anno. Nella foto qui sotto il ministro stringe la mano al presidente di Melinda, Ernesto Seppi. La sorpresa è quindi questa: finalmente un ministro dell’Agricoltura che partecipa alle fiere in Italia e all’estero -
a Fruit Attraction non era mai andato nessun ministro italiano prima di lui -, che va a visitare le aziende, che non perde occasione per manifestare tutto il suo sostegno al settore primario. “Siamo percepiti come la nazione della qualità - ha dichiarato il ministro, nonché compagno della sorella di Giorgia Meloni, durante la presentazione a Doha di Macfrut 2024 lo scorso 11 ottobre - questo ci dà valore aggiunto rispetto anche a produzioni massive di altre parti d’Europa o del mondo, che hanno più volumi ma non la nostra eccellenza produttiva. Dobbiamo saper difendere l N.45 l NOVEMBRE 2023
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questa nostra potenzialità, dobbiamo saperla raccontare, continuare a fondare il nostro sistema anche sulla sicurezza alimentare, puntando a dare cibo a tutti, ma senza arrenderci a non dare buon cibo a tutti. Dobbiamo essere orgogliosi, ma soprattutto consapevoli di quello che il nostro potenziale può rappresentare in termini di crescita economica, per le imprese, per lo Stato, per raggiungere quella ricchezza che solo allora potremo redistribuire senza far debito e senza dover vendere i nostri asset strategici, come spesso è stato fatto in passato”. Ci spostiamo nel Bresciano. Il 6 ottobre è stata inaugurata la maxi vertical farm di Kilometro Verde. A un certo punto sul palco è salita, con jeans e t-shirt bianca, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini: “Sono qui per dire che crediamo nelle start-up del settore primario e per dire che stiamo mettendo il mondo della ricerca e delle università al servizio delle imprese. Dobbiamo creare degli ecosistemi per fare di nuovo grande l’Italia nel mondo”. Si è collegato poi da Roma il ministro Lollobrigida: “Il Governo ha scelto di investire nel settore primario che è tornato centrale nell’economia del Paese”. Insomma, i presupposti ci sono. Lo Stato, finalmente, c’è.
FRUITBOOKMAGAZINE
controeditoriale
| Eugenio Felice
In TV lo sfruttamento dei
lavoratori al nord certificato 10
Rumeni, moldavi, nordafricani, extracomunitari senza permesso di soggiorno, rifugiati scappati dalla guerra in Ucraina. Indiani e pakistani. Sono queste le persone intervistate dalla reporter Chiara Proietti D’Ambra nei vigneti della Valpolicella, terra dell’Amarone, in provincia di Verona, durante l’ultima vendemmia. Storie di ordinario sfruttamento: negli orari, nelle retribuzioni, nella sicurezza e nelle condizioni di lavoro. Il Nord Italia non è diverso, in questo, dal Meridione. Il servizio “Vendemmia italiana” è andato in onda il 21 settembre nel popolare programma televisivo Piazzapulita condotto da Corrado Formigli. Due giorni dopo, sabato 23 settembre, usciva sul giornale locale L’Arena l’articolo “Controlli dell’Arma sul lavoro agricolo, scattano le denunce”, in cui si parla di stranieri impiegati irregolarmente nei campi, prelevati letteralmente dalla strada e privi di qualsiasi formazione professionale. Ancora una volta sotto accusa sono le cooperative di lavoro a cui si appoggiano le aziende agricole. Nella seconda parte del servizio, le telecamere di Piazzapulita entrano in alcuni container fatiscenti adibiti a ricovero per alcuni lavoratori stranieri impiegati da un’azienda agricola di Belfiore, sempre in provincia di Verona, che si occupa di produrre ortofrutta fresca, in particolare mele e zucchine. “Questi sono i container dove vivono i braccianti, sono proprio all’interno dell’azienda, dentro c’è un odore di muffa incredibile, non si respira”, commenta la reporter Chiara Proietti D’Ambra mentre nelle immagini si vedono persone sdraiate per terra. Uno di loro dichiara FRUITBOOKMAGAZINE
di guadagnare 6 euro all’ora e di lavorare tutti i giorni. I container si trovano proprio a ridosso del magazzino dell’azienda agricola di Belfiore (Vr). Segue l’intervista a quello che viene definito “il padrone”, il titolare dell’azienda, che si difende: “Ma chi le ha detto che dormono per terra? Io gli ho dato la casa perfetta. Tu hai sbagliato a interpretare le cose”. Il servizio termina con la battuta della reporter: “Secondo me il cane che avete là ha la cuccia più bella“. Sullo sfondo, la villa dell’imprenditore agricolo. Al di là del caso specifico, di quanto sia o meno veritiera la narrazione del servizio di Piazzapulita, non si può nascondere che ci siano situazioni di sfruttamento della manodopera nel settore agricolo, sia nel Nord Italia che nel Meridione, a più riprese descritti dagli organi di stampa, situazioni che si trasformano in concorrenza sleale nei confronti degli operatori che invece, le regole, le rispettano. C’è anche il nodo delle certificazioni. La grande distribuzione le pretende, le aziende si adeguano e le ottengono, pagando gli enti di certificazione. Ma chi controlla i certificatori? Come può una certificazione avere valore se i certificatori sono pagati dalle aziende che devono essere certificate? Guardiamo il caso specifico dell’azienda di Belfiore (Vr) di cui ha parlato Piazzapulita: è fornitore diretto di zucchine di un primario gruppo discount presente in tutta Italia, è aderente a una OP - Organizzazione di Produttori ed è certificato GlobalGAP GRASP, uno standard volontario internazionale che garantisce - o meglio dovrebbe garantire - le buone pratiche sociali all’interno dell’azienda agricola...
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PAG. EDITORIALE LOLLO, CHE SORPRESA!
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CONTROEDITORIALE IN TV LO SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI AL NORD CERTIFICATO
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IMMAGINI
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22 BUONE NOTIZIE UE, RIDUZIONE DEL 50% DEI FITOFARMACI POSTICIPATA AL 2035 24 MARKETING SE IL PRODUTTORE CI METTE LA FACCIA SI CREA EMPATIA 26 GREEN GRUPPO ORSERO CON RECUP COMBATTE LO SPRECO ALIMENTARE 28 FIERE LOLLOBRIGIDA PLAUDE AL MACFRUT: FIERA UNICA, LA FILIERA FA SISTEMA 30 PROGETTI SAICHÉ: LE VELLUTATE GOURMET DI RIVERFRUT IN BICCHIERE TAKE AWAY 34 INNOVAZIONE SOLARELLI, IL MINI PEPERONE SNACK ANGELLO CONQUISTA LA GDO 36 ANNIVERSARI LA GRANDE BELLEZZA ITALIANA VALORIZZA LA PERA MANTOVANA IGP 40 PERCORSI BIO “A OGNI MELA LA SUA STAGIONE” STORIA DI GUSTO TRA VIP E NATURASÌ 42 NEURONEWS NEUROMARKETING: COME PUÒ CAMBIARE L’ESPERIENZA UTENTE 44 NORMATIVE IMBALLAGGI E NUOVA NORMATIVA CASELLI: «FACCIAMO CHIAREZZA» 46 MERCATI MELAGRANE DELL’ETNA BARBERA E IL PLUS DELL’INSACCHETTAMENTO 48 IL LIBRO ESSELUNGA E LA FAMIGLIA CAPROTTI RACCONTATI IN UN SAGGIO STORICO 54 LA NOVITÀ ORTOROMI: NUOVO PACK ECOLOGICO E NUOVE REFERENZE PER LE ZUPPE 56 PRIMATI MELINDA, NASCE IN VAL DI NON LA PRIMA “FUNIVIA DELLE MELE” 58 MERCATI OTTIMA PARTENZA PER IL CARCIOFO SARDO DE L’ORTO DI ELEONORA 62 HI-TECH PLANET FARMS APRE A LONDRA ORA VALE OLTRE MEZZO MILIARDO 66 MENS SANA DIETE E ATTIVITÀ FISICA PER IL BENESSERE A 360 GRADI PANORAMA
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iFRESH
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CONTENUTI
68 / ASPIAG SERVICE SPINGE SULLA PRIVATE
LABEL. CRESCE S-BUDGET
76 / GRUVENTA ITALIA, IL SERVIZIO CHE PIACE AI SUPERMERCATI
80 / GULLINO - DONNE 84 / NOCE DI ROMAGNA DELL’ORTOFRUTTA: «PIÙ FIORE ALL’OCCHIELLO
CORAGGIO PER CAMBIARE»
DI NEW FACTOR
90 / CARMELO ARRIGO: 94 / SE MUTANO «VI SPIEGO I PLUS DI LE STAGIONI DOVREBBERO FRESÓN DE PALOS»
ADEGUARSI I VOLANTINI
FRUITBOOKMAGAZINE
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ELNATHEDITORE Direttore responsabile Eugenio Felice Hanno collaborato: Carlotta Benini, Valentina Bonazza, Salvo Garipoli, Irene Forte, Alice Gelmetti, Anna Parello, Matteo Sgaravato, Marco Zanardi
98 / KILOMETRO VERDE, 102 / KIKOKÀ, IL KIWI IL VERTICAL FARMING GIALLO DI RIVOIRA PRONTO
NON È PIÙ NICCHIA
A CONQUISTARE I MERCATI
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Redazione e Pubblicità Via Poiano 53 37029 - San Pietro in Cariano (Vr) Tel. 045.6837296 redazione@fruitbookmagazine.it adver@fruitbookmagazine.it Abbonamenti Spedizione in abbonamento postale Abbonamento Italia: 50,00 euro abbonamenti@fruitbookmagazine.it Graphic designer Marco Fogliatti Fotolito CianoMagenta Stampa Color Art Spa - Via Industriale 24/26 25050 - Rodengo Saiano (Bs) Carta Magno Volume - 115 gr - Sappi 100% biodegradabile e riciclabile Tiratura numero novembre 2023: 8.000 copie
104 / LA SCIENZA PER 108 / CARTON PACK, DARE VALORE ALLE MELE NUOVE SOLUZIONI DELLA VAL VENOSTA
GRAZIE ALLE PARTNERSHIP
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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Madrid uber alles Madrid, 5 ottobre 2023 Si è svolta dal 3 al 5 ottobre a Madrid la 15.esima edizione di Fruit Attraction, fiera che negli anni ha raccolto adesioni crescenti fino a diventare per numerosi operatori la rassegna preferita del trade ortofrutticolo. Ben 104 mila i visitatori, contro i 64 mila di Fruit Logistica 2023: I numeri parlano chiaro: vince Madrid.
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A tutta mdd Padova, 12 ottobre 2023 Si è svolto alla Fiera di Padova l’evento Expo Despar 2023, promosso da Aspiag Service in collaborazione con Despar Italia e rivolto ai circa 300 imprenditori affiliati. Protagonista assoluta la private label, o mdd (marca del distributore), cui è stato dedicato un supermercato da 200 mq allestito ad hoc dentro la fiera.
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La prima volta Milano, 15 novembre 2023 Il Merlata Bloom aperto il 15 novembre è stato definito il più grande progetto di trasformazione urbanistica in Italia. Al suo interno 210 spazi commerciali, tra cui 43 punti ristoro per tutti i gusti, e un superstore Esselunga con una superficie di vendita di 3.181 mq: è il primo all’interno di una galleria commerciale.
buone notizie |
Valentina Bonazza
Ue: riduzione del 50% dei fitofarmaci posticipata al 2035 22
La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, all’interno della strategia “Farm to Fork”, ha deciso di far slittare il dimezzamento dell’uso dei fitofarmaci al 2035 (anziché al 2030) e di abbassare al 35% i target di riduzione obbligatori. Soddisfazione da parte degli agricoltori che lamentavano le tempistiche strette con cui si chiedeva loro di abbattere l’uso dei pesticidi pur in assenza di rimedi alternativi Il 10 ottobre la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha approvato con 26 voti a favore, tre astenuti e nove contrari - lo slittamento al 2035 del dimezzamento dell’uso dei fitofarmaci (inizialmente doveva avvenire entro il 2030) e ha abbassato al 35% i target di riduzione obbligatori a livello nazionale. Una decisione che ha soddisfatto molti agricoltori, che hanno così più tempo per abbattere l’uso dei fitofarmaci nei campi, e che anticipa di poco un altro voto atteso e delicato, quello sul rinnovo dell’autorizzazione europea del glifosato, l’erbicida più usato a livello mondiale, per altri dieci anni, su cui Bruxelles si esprimerà il prossimo novembre. “Dimostra come quando il confronto si concentra sul merito delle questioni, superando posizioni ideologiche e polarizzazioni inutili, si posFRUITBOOKMAGAZINE
sono raggiungere accordi pragmatici e in grado di trovare un equilibrio tra i tre livelli di sostenibilità: ambientale, sociale ed economica”, ha commentato Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo. “Un approccio pragmatico che, data l’impossibilità di arrivare a un rigetto della proposta, ha portato a prevedere un calendario più realistico”. “Non solo - ha aggiunto De Castro - gli Stati membri ottengono un certo margine di flessibilità, con target di riduzione obbligatori a livello nazionale del 35%. I negoziati hanno portato a un cambiamento del periodo di riferimento per il calcolo della riduzione che tiene meglio conto degli sforzi già fatti da alcuni Stati membri, in particolare l’Italia, nella riduzione dell’uso di fitofarmaci: dal triennio 2011-2013 ad oggi, i nostri agricoltori hanno già ridotto di oltre il 20% l’utilizzo della chimica”. “Tutto ciò, insieme alla clausola di revisione che ne valuterà la fattibilità, rende più realistico e raggiungibile l’obiettivo al 2035, ma solo se accompagnato da un importante sforzo in innovazione, che metta a disposizione alternative concrete per contrastare le fitopatie, a partire dalle Tea, le nuove biotecnologie sostenibili”, ha concluso l’eurodeputato Pd. In effetti, come dimostra anche il primo report dell’Osservatorio Agrofarma, l’Italia è il Paese che, in Europa, vanta il minor livello di residui di agrofarmaci negli alimenti, in continua diminuzione: nel 2021, al 99,3% di campioni pienamente regolari. l N.45 l NOVEMBRE 2023
marketing |
Salvo Garipoli*
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I dati di consumo Cso su dati Gfk, non lasciano dubbi: l’ortofrutta italiana ha vissuto un annus horribilis sul fronte degli acquisti domestici nel 2022. E il primo semestre 2023, non ci fornisce prospettive migliori, con un -10% a volume e -1% a valore. Siamo di fronte ad un futuro incerto, volatile, sfidante Diventa sempre più necessario individuare fattori di innesco utili ad ingaggiare il consumatore sul fronte del valore veicolato, al fine di mantenerne viva l’attenzione a partire dal punto vendita. Sappiamo che il consumatore aumenta la frequenza d’acquisto, non esclude a priori il discount, riduce il numero di referenze acquistate e non vuole generare scarti. Diventa dunque necessario, in particolare per l’ortofrutta, riuscire a generare esperienze di consumo rilevanti nella logica del “pagopretendo”. Il punto vendita orienta infatti il comportamento quando è in grado di offrire assortimento, varietà e servizio ma, sempre di più, anche informazione e comunicazione utile. In tale contesto, il tema centrale è rappresentato dal valore della filiera produttiva, quale cardine che lega indissolubilmente il consumatore al distributore e al prodotto. Fonte SGMarketing, è infatti pari al 20% di italiani la quota di coloro i quali identificano nella “provenienza locale o regionale” il driver di scelta per l’ortofrutta, con il 15% che rileva come significativa la sostenibilità dei metodi produttivi utilizzati. Alla base di tutto, la “stagionalità”, che muove l’azione del 52% di consumatori e che rappresenta ancora oggi un’area di lavoro significativo con un gap comunicativo da colmare che impatta sul 24% di italiani. L’approfondimento delle tematiche relative alla proFRUITBOOKMAGAZINE
duzione è, inoltre, fattore utile a sostenere il posizionamento di prezzo in store: la tracciabilità, il localismo e le vocazioni regionali, spuntano volontà a pagare il 20% in più del prezzo, rispettivamente da parte del 16%, 17% e 14% dei consumatori intervistati. Allora, quali strade intraprendere? Interessante, in tal senso, l’esperienza vissuta da shopper in un Ipercoop di Alleanza 3.0 a fine settembre, all’insegna del “locale”. Dentro il reparto, una testata dedicata a tale segmento d’offerta rilancia un claim accattivante che recita, coerentemente con i valori dell’insegna, “…Per cambiare il mondo partiamo da vicino…”. Quello che colpisce di più è il volto dei contadini che diventano partner del progetto e alleati del retailer e, indirettamente, di chi fa la spesa. L’indicazione dell’azienda agricola e della sua localizzazione è molto chiara e impattante. L’effetto, pur nella sua semplicità, offre una discontinuità visiva in grado di attirare e coinvolgere il cliente. Un’attiva-
zione positiva utile in chiave ispirazionale: è necessario lavorare nella direzione di comunicare quei valori che fanno della categoria elemento di attrazione e generazione di valore, consapevoli che, sempre di più, a ogni azione corrisponderà una reazione. l N.45 l NOVEMBRE 2023
*direttore SGMarketing
Se il produttore ci mette la faccia si crea empatia
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Valentina Bonazza
Gruppo Orsero con Recup combatte lo spreco alimentare 26
Che fine fa l’ortofrutta che rimane invenduta agli stand dei mercati ortofrutticoli? Lo abbiamo potuto vedere di persona al mercato ortofrutticolo di Milano, grazie all’invito di Gruppo Orsero e Recup, a ridosso della Giornata Internazionale della consapevolezza sulle perdite e sprechi alimentari del 29 settembre. Nel 2022 Gruppo Orsero, a livello generale, ha recuperato più di 856 tonnellate di frutta e verdura L’ortofrutta rimasta invenduta nei Mercati all’ingrosso a fine giornata viene devoluta a chi ne ha bisogno. Come? Un esempio virtuoso viene da Gruppo Orsero e Recup, l’associazione a promozione sociale (APS) che opera nei mercati ortofrutticoli recuperando frutta e verdura prima che venga buttata via, salvando ciò che è ancora in buono stato e riducendo, così, lo spreco. È dal 2021 che Gruppo Orsero collabora con Recup. La partnership prende vita nel mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Milano, dove ogni settimana (solitamente il giovedì e il venerdì) riesce a recuperare dalle 2 alle 5 tonnellate di ortofrutta al giorno grazie a un team di volontari dell’associazione che di fatto sopperisce a quello che è l’anello mancante della catena: Recup infatti recupera dai vari stand del mercato l’ortofrutta invenduta, pesa le cassette e FRUITBOOKMAGAZINE
i pallet di ortofrutta che arrivano allo stand, si occupa della parte più laboriosa e complessa, ovvero smistare l’ortofrutta guasta da quella ancora buona, pesa le cassette di ortofrutta recuperata e infine la dona a varie associazioni che si occupano di consegnare questi prodotti a chi ne ha bisogno. Il tutto tenendo traccia delle effettive quantità recuperate grazie a un programma messo a punto con l’università di Milano. Ad esempio, nella mattinata del 14 settembre organizzata per la stampa, Recup e Gruppo Orsero sono riusciti a ricevere in donazione 4,7 tonnellate di prodotti ortofrutticoli, che hanno smistato e selezionato, riuscendo a recuperarne 3,5 tonnellate, che sono poi state date alle associazioni di beneficenza. In effetti la lotta allo spreco alimentare è il nocciolo anche del Piano Strategico di Sostenibilità di F.lli Orsero. Un piano che si articola in quattro aree strategiche: il valore delle persone, le filiere responsabili, l’alimentazione sana e sostenibile e, infine, l’impatto sul pianeta. A questo si aggiunge il fatto che coinvolge ogni attore lungo la filiera ortofrutticola, dall’agricoltore al consumatore finale. Nel corso del 2022 Gruppo Orsero, a livello generale, ha recuperato più di 856 tonnellate di frutta e verdura. Si tratta di una minima percentuale se consideriamo il volume totale movimentato (è di circa lo 0,11%), ma corrisponde a 4.153.208 di porzioni di frutta e verdura donate (623 tonnellate, per un controvalore in termini di costo di 606.000 euro); e a 233 tonnellate di prodotto recuperato e destinato a filiere diverse da quella dell’alimentazione umana. Gruppo Orsero lavora in tale direzione con un doppio approccio: da un lato la prevenzione dello spreco, dall’altro il contrasto allo spreco e agli scarti. l N.45 l NOVEMBRE 2023
fiere |
Carlotta Benini
Lollobrigida plaude al Macfrut: “Fiera unica, la filiera fa sistema” 28
È stata presentata il 10 ottobre a Expo Doha 2023 la 41.esima edizione di Macfrut (Rimini, 8-10 maggio 2024). Fra conferme e novità, si va rafforzando la presenza estera della fiera, che ora si apre anche a una Academy online e che punta sempre più in alto. Piraccini: “Ci aspettiamo una crescita del 15%”. Lollobrigida plaude alla crescita della fiera, esempio di evento su cui investire salvaguardare il made in Italy “C’è sete e fame di Italia”, siamo percepiti in tutto il mondo come paradigma della qualità. Occorre allora difendere e valorizzare questa qualità pianificando investimenti strategici su iniziative e manifestazioni come Macfrut, fiera unica nel suo genere, che rappresenta tutta la filiera in un unico blocco. “Un’importante vetrina di promozione dell’agro biodiversità italiana, le cui varietà e dimensioni rendono la nostra Nazione unica al mondo”. Con queste parole il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha manifestato il suo sostegno alla fiera ortofrutticola pensata nel quartier generale di Cesena e realizzata a Rimini, che nel 2024 festeggia la sua 41.esima edizione. 8- 10 maggio, Rimini Expo Centre: queste le date da segnare in calendario per FRUITBOOKMAGAZINE
toccare con mano tutte le novità della filiera, dalle tecnologie al packaging, dal seme allo scaffale. Dopo essere stato plaudito per la sua puntuale e generosa presenza negli spazi italiani a Fruit Attraction a Madrid il ministro Lollobrigida ha dimostrato anche a Doha l’interesse ad essere vicino al settore. “Siamo percepiti come la nazione della qualità, questo ci dà valore aggiunto rispetto anche a produzioni massive di altre parti d’Europa o del mondo, che hanno più volumi ma non la nostra eccellenza produttiva”, ha detto durante il suo intervento”. Dobbiamo saper difendere questa nostra potenzialità, dobbiamo saperla raccontare, continuare a fondare il nostro sistema anche sulla sicurezza alimentare, puntando a dare cibo a tutti, ma senza arrenderci a non dare buon cibo a tutti”. “Questo investimento si fa guardando a quello che verrà, immaginando, pianificando, facendo ricerca, facendo sistema, lavorando su iniziative come Macfrut, eccezionale momento di raccordo fra i vari ambiti di un sistema che si rafforza”. Una fiera che racchiude “tutta la filiera in un unico blocco, che si racconta e che si rafforza in quest’ottica”. “Abbiamo scelto di continuare a scommettere sulla filiera affiancando al business la conoscenza, con un’operazione di b2b che nessun’altra fiera fa”, ha dichiarato il presidente di Macfrut Renzo Piraccini. Macfrut ha un terzo di espositori esteri: “Ci aspettiamo una crescita del 15% - rivela Piraccini -, non maggiore solo perché, per questione di spazi, al momento non possiamo allargarci e avere più padiglioni”. l N.45 l NOVEMBRE 2023
progetti |
Carlotta Benini
SaiChé: le vellutate gourmet di Riverfrut in bicchiere take away 30
Da settembre in alcune principali insegne della Gdo italiana c’è una novità firmata Riverfrut che porta innovazione nel banco frigo dell’ortofrutta: si tratta di una linea di vellutate fresche gourmet nel rivoluzionario packaging a bicchiere. La linea si chiama SaiChé ed è composta da sei referenze che abbinano verdure di stagione a legumi e superfood. Alberto Bertuzzi: “Una proposta healthy e ad alto contenuto di servizio” Una vellutata al bicchiere, da consumare “on the go”, con la stessa praticità di un caffè di Starbucks? Ora esiste e si può trovare da settembre nei supermercati di alcune principali insegne della Gdo italiana. Si chiama SaiChé ed è la nuova proposta firmata Riverfrut a marchio Cottintavola: si tratta di una linea di vellutate fresche di verdure, legumi e super-
food pronta a rivoluzionare il banco frigo del reparto ortofrutta. Una proposta gourmet, composta da sei referenze che abbinano gusto e salutismo, pratica da consumare ovunque grazie all’esclusivo formato della confezione. ““Abbiamo scelto un packaging completamente nuovo sul mercato italiano per la categoria piatti FRUITBOOKMAGAZINE
pronti, e in particolare per vellutate, zuppe e minestre - spiega Alberto Bertuzzi, responsabile marketing di Riverfrut -. Per l’insegna è pratico e di impatto a scaffale, ottimale per il posizionamento display e poco ingombrante, oltre a essere eco-sostenibile con materiali 100% riciclabili. Per il consumatore si rivela ideale per il take away, consentendo di fruire il contenuto ovunque, non solo seduti a tavola”. Le referenze della nuova linea SaiChé sono sei, tutte in monoporzione da 400g - anche questa è una novità -, 100% naturali e prive di conservanti e additivi. Sono arricchite ognuna dalla presenza di spezie, aromatiche e superfood, pensate per un consumatore in cerca di proposte healthy, al contempo gratificanti e ricercate nel gusto e, non da ultimo, ad alto contenuto di servizio. La nuova linea di vellutate gourmet al bicchiere è stata messa a punto da Riverfrut coinvolgendo una biologa nutrizionista, per bilanciare le ricette in ottica healthy, uno chef con esperienza pluriennale in alta cucina per creare ricette raffinate ad hoc, un’agenzia di comunicazione tra le 50 più influenti in Italia in ambito food&beverage e un legale esperto in diritto agroalimentare, per garantire la conformità alla normativa nazionale e comunitaria dei “claim salutistici”. “SaiChé è un progetto in continua evoluzione, pensato per intercettare le nuove tendenze e le nascenti esigenze dei consumatori italiani di oggi”, conclude Bertuzzi, rivelando che presto arriveranno sugli scaffali altre referenze e tante novità. l N.45 l NOVEMBRE 2023
lo studio |
Irene Forte
Solo due quinti dell’ortofrutta venduta oggi genera profitti 32
Mentre tre quinti - ovvero il 60% - della frutta e della verdura fresca commercializzata in tutto il mondo oggi vengono venduti a un prezzo in perdita o in pareggio. È quanto emerge dalla indagine condotta in primavera e pubblicata dalla Global Coalition of Fresh Produce sui crescenti costi di produzione di frutta e verdura a livello globale, e sul loro impatto sull’intera filiera ortofrutticola e sui consumatori finali La Global Coalition of Fresh Produce, realtà che riunisce le associazioni dei prodotti freschi di tutto il mondo, ha pubblicato il 19 settembre i risultati finali della sua indagine sui crescenti costi della produzione ortofrutticola in tutto il mondo e sul loro impatto sull’intera filiera e sui consumatori finali. L’indagine, condotta la scorsa primavera, mette in luce come i produttori di frutta e verdura fresca di tutto il mondo abbiano registrato aumenti senza precedenti dei costi di produzione e operativi durante la pandemia, indipendentemente dalla regione in cui operano. Gli aumenti sono stati guidati dai fertilizzanti (aumento del 60% a livello mondiale), dall’edilizia (48%), dal carburante e dal gas (41%), dalle spedizioni (40%) e dall’energia elettrica (40%). La maggior parte degli operatori è riuscita ad aumentare i prezFRUITBOOKMAGAZINE
zi di vendita, con aumenti dell’11% in Europa, del 13% in Oceania e Sud America, del 14% in Nord America e del 23% in Africa. Tuttavia, questi aumenti non sono stati sufficienti a compensare l’incremento dei costi di produzione e operativi, lasciando quasi i tre quinti dell’industria globale a vendere in perdita o in pareggio. L’aumento dei costi ha influenzato le scelte strategiche e operative. Alcuni produttori hanno ridotto la produzione, mentre alcuni commercianti hanno ridotto le attività di esportazione. L’80% dei produttori intervistati dichiara inoltre di avere ritardato o annullato gli investimenti nelle proprie attività, non solo in capitale e attrezzature ma anche in innovazione ed espansione. Ciò significa che gli effetti dell’aumento dei costi si faranno sentire anche negli anni a venire. “Abbiamo condotto questo sondaggio globale per far luce sulle sfide incontrate dagli attori della filiera dei prodotti freschi in tutto il mondo - ha affermato Ron Lemaire, presidente della Global Coalition of Fresh Produce -. Il quadro evidenziato in questo rapporto aiuterà l’industria, i suoi partner e tutti i livelli governativi a comprendere gli attuali impatti dell’aumento dei costi di produzione e operativi e a lavorare insieme per affrontarli”. La Global Coalition of Fresh Produce riunisce associazioni di prodotti freschi di tutto il mondo, sulla base della loro visione comune di creare catene del valore globali resilienti per frutta e verdura che apportino benefici economici, ambientali e sociali. Gli attuali membri della coalizione sono Afruibana, l’Associazione degli esportatori di banane dell’Ecuador (AEBE), l’Australian Fresh Produce Alliance, AUSVEG e la Canadian Produce Marketing. l N.45 l NOVEMBRE 2023
innovazione |
Carlotta Benini
Solarelli, il mini peperone snack Angello conquista la Gdo 34
Apofruit sta investendo sempre di più su Angello, il mini peperone snack sviluppato da Syngenta Vegetable Seeds e commercializzato in esclusiva con il marchio Solarelli, al fine di soddisfare la domanda crescente del mercato e renderlo disponibile sui banchi per 12 mesi l’anno. Grazie alla sua dolcezza e all’assenza di semi - caratteristica unica nel suo segmento - è un prodotto che va incontro ai nuovi trend Piccolo, dolce, senza semi, dal gusto delicato, ora anche multicolor: Angello Solarelli, il peperone snack sviluppato da Syngenta Vegetable Seeds e commercializzato da Apofruit Italia, conquista tutti, consumatori e distributori. Sarà per la sua unicità - è l’unico peperone seedless nel segmento mini -, sarà per il suo carattere innovativo, sia in termini di forma, che di colore e gusto: fatto sta che “attualmente la domanda supera l’offerta”. Lo rivela Gianluca Casadio, responsabile marketing di Apofruit, che ha scommesso su questa referenza “che a livello nazionale non ha concorrenti - dice - e che va incontro ai nuovi trend, unendo l’aspetto healthy alla praticità di consumo”. Apofruit produce Angello prevalentemente in Sicilia, dove viene coltivato sotto serra, e in Romagna in FRUITBOOKMAGAZINE
campo aperto, durante il periodo estivo. La finestra commerciale copre circa 10 mesi, ma l’obiettivo è di renderlo disponibile sul mercato tutto l’anno: per questo la cooperativa sta progettando di svolgere nuovi test in altre aree produttive. L’unicità di Angello sta nell’assenza di semi: grazie all’innovazione genetica messa a punto da Syngenta ha una particolare dolcezza e un’elevata digeribilità, per un morso croccante, delicato, pieno di gusto e proprietà salutistiche. Il mini peperone seedless, presente sui banchi della Gdo italiana con il marchio in co-branding Angello - Solarelli, oggi ha una carta in più per conquistare nuovi consumatori: il colore. All’ibrido rosso è infatti stata di recente affiancata la varietà gialla Angelloro, che rende la confezione più accattivante e vivacizza i display dei reparti ortofrutta. Inoltre Syngenta sta completando la messa a punto della varietà arancione. “Grazie al suo formato snack, Angello è accattivante anche per quelle persone generalmente poco propense al consumo di questo ortaggio spiega Mirko Carozza, value chain coordinator di Syngenta Vegetables Seeds per l’Italia -. Inoltre è un prodotto anti spreco, di cui si mangia tutto, requisito rilevante in questo momento. Non da ultimo, è made in Italy: frutto di una ricerca globale, ma con adattamenti alle condizioni di coltivazione locali”. l N.45 l NOVEMBRE 2023
anniversari |
Eugenio Felice
La Grande Bellezza Italiana valorizza la Pera Mantovana Igp 36
La Grande Bellezza Italiana ha festeggiato il 13 ottobre i primi 5 anni di attività, con un evento nella suggestiva cornice di Corte Borghetti in Valpolicella. 150 i professionisti arrivati da tutta Italia. L’offerta si arricchisce con la Pera Mantovana Igp, un frutto di nicchia, coltivato dai soci della cooperativa Corma. L’obiettivo per i prossimi anni rimane il rafforzamento della marca puntando a filiere di eccellenze Era l’autunno del 2018 quando La Grande Bellezza Italiana fece il suo debutto nel panorama ortofrutticolo italiano. Sei aziende, altamente specializzate nella produzione di alcune tipologie di frutta e ortaggi - Bergonzoni, Coofrutta, OP Joinfruit, OP Geofur, Odorizzi e Perusi - con magazzini nelle aree a maggiore vocazione in Italia, decisero di mettersi insie-
me in una rete di imprese, per valorizzare a livello commerciale il meglio della propria produzione, con la grande ambizione di far diventare un marchio appena nato, La Grande Bellezza Italiana appunto, in una marca riconosciuta dal mercato e dal consuFRUITBOOKMAGAZINE
matore finale. Un’idea di Leonardo Odorizzi, che è stata portata avanti con grande entusiasmo e affiatamento dai soci fondatori, con il supporto di SG Marketing, società specializzata in food strategy. Senza aver paura di osare, basti pensare alla scatola in cartone contenente tre pere Abate. Il 13 ottobre nella suggestiva cornice di Corte Borghetti in Valpolicella, i “retisti” hanno invitato giornalisti e stakeholder da tutta Italia per festeggiare i primi 5 anni di attività. Nel corso della serata è stata annunciata una novità: l’ingresso nel paniere prodotti della Pera Mantovana Igp, un’eccellenza coltivata da oltre 500 anni nella parte destra del Po che confina con l’Emilia Romagna. Grazie al sodalizio tra la cooperativa Codma, che fornisce il prodotto, e la rete de La Grande Bellezza Italiana che mette a disposizione i magazzini di lavorazione, questo frutto pregiato potrà essere valorizzato a livello commerciale, raggiungendo gli scaffali della GDO. “Riceviamo tutte le settimane proposte di collaborazione, ma questa mi stupì perché conteneva non una ma due follie”, ha dichiarato nell’occasione il direttore di SG Marketing Salvo Garipoli. “L’intenzione di lanciare una marca tutta nuova nel mercato italiano e la volontà di operare con un modello inedito, quello della rete di imprese, che non implica mischiare i conti economici ma significa collaborare attraverso uno schema che lavora per scopo”. l N.45 l NOVEMBRE 2023
frontiere |
Carlotta Benini
Orto Franco, a Trieste la prima vertical farm in zona franca 38
A Trieste, nell’area industriale delle Noghere, per la prima volta al mondo il regime di punto franco sarà applicato all’agricoltura. Nasce così Orto Franco, una piattaforma per l’innovazione nella filiera agricola nella free zone del porto, con vertical farming, orti urbani e un’area specifica per la produzione di energia pulita. Il progetto è promosso dall’Autorità Portuale Adriatico Orientale, Coselag e Comune di Muggia Una vertical farm unica al mondo in una “free zone” al porto di Trieste, dove i vantaggi del regime di punto franco si abbinano a un nuovo concetto di agricoltura 2.0, all’insegna dell’innovazione e della massima sostenibilità. Il nome è già presente nella parola stessa, che se vogliamo l’anticipa: “(P)Orto Franco”. Si tratta del progetto di recupero a Trieste di un’area di grandi dimensioni nella valle delle Noghere, presentato a ottobre dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, insieme al Consorzio di Sviluppo Economico Locale dell’Area Giuliana (Coselag) e il Comune di Muggia. Il progetto mira ad applicare - ed è il primo caso nel mondo - il concetto di agricoltura al porto franco, equiparandolo a una lavorazione industriale. Il progetto Orto Franco propone il recupero di un’area ampia di 31,3 FRUITBOOKMAGAZINE
ettari, tramite un progetto di sviluppo delineato da CRA (Carlo Ratti Associati). Tre sono le destinazioni d’uso principali: la prima è il parco dell’innovazione con l’area di zona franca, una vera e propria piattaforma per l’innovazione nella filiera agricola. Poi è prevista la realizzazione di un parco dell’energia che sarà sviluppato tramite il recupero e la riconversione delle cisterne presenti nel sito, trasformandole in batterie naturali che funzionano attraverso l’acqua e il solare, in linea con quanto già avviene in Svizzera con i laghetti alpini. Infine sorgeranno nell’area degli orti urbani destinati tanto alla produzione, quanto all’utilizzo da parte delle associazioni già attive in tal senso a Trieste. La zona verrà inoltre - ed è nuovamente un unicum in una zona industriale - riaperta al pubblico con piste ciclabili e pedonali. Il progetto “verde” tiene conto dello stato attuale dei terreni, caratterizzati da degrado, ed è stato studiato considerando che il vertical farming non utilizza il terreno e pertanto risulta particolarmente adatto nel recupero di aree inquinate. Nelle colture idroponiche il consumo di suolo viene radicalmente ridotto, così come quello di acqua, diminuendo del 98% i consumi idrici rispetto all’agricoltura tradizionale; inoltre questo tipo di coltivazione consente l’introduzione di tecnologie innovative e sostenibili, con notevole riduzione dell’uso di pesticidi e fitofarmaci. Il progetto Orto Franco è partito a inizio 2022; non c’è ancora un business plan vero e proprio, ma solo un piano di recupero da proporre a investitori interessati. Le aree sono in via di acquisizione da parte dell’Authority coi 60 milioni originariamente destinati, tramite PNRR, all’acquisto degli ettari necessari alla realizzazione del piano; fondi utilizzati anche per la bonifica dei terreni inquinati. l N.45 l NOVEMBRE 2023
percorsi bio |
Eugenio Felice
“A ogni mela la sua stagione” storia di gusto tra VIP e NaturaSì 40
VIP, in collaborazione con NaturaSì, ha avviato “a ogni mela la sua stagione”, innovativo progetto volto a far conoscere l’ampia selezione di mele bio della Val Venosta e l’importanza della loro stagionalità: è importante educare il consumatore finale che ogni varietà ha il suo momento di eccellenza in termini di caratteristiche organolettiche e gusto. Eberhöfer: “Vogliamo collaborare con le insegne per stimolare i consumi” Ha preso il via nel mese di settembre presso la rete vendita di NaturaSì “a ogni mela la sua stagione”, un innovativo progetto sviluppato da VIP volto a far conoscere l’ampia selezione di mele biologiche della Val Venosta e l’importanza della loro stagionalità. Oltre alle mele tradizionali già in assortimento, infatti, da questa campagna sono disponibili 12 mesi all’anno anche le mele premium. In questo senso, ora più che mai, è fondamentale riconoscere che ogni varietà ha il suo momento di eccellenza in termini di caratteristiche organolettiche e di gusto. “Dobbiamo riconsiderare i paradigmi del consumo di mele, perché ognuna ha delle particolarità e un periodo di inserimento a scaffale più adatto a valorizzarne le qualità”, ha sottolineato il responsabile marketing di VIP Benjamin Laimer. “Dare informazioni per supportare la scelta che tra tutte le nuove varietà risponde di più al gusto del consumatore, è dunque fondamentale. FRUITBOOKMAGAZINE
Se manca questo passaggio, la mela resta un frutto banale, una commodity che non riesce a interpretare e comunicare i plus intrinseci, limitando la valutazione del consumatore all’aspetto esterno. Non solo: dobbiamo iniziare a presentare la mela in modo ancora più attrattivo e accattivante, invogliando all’assaggio delle nuove varietà sia il consumatore tradizionale sia quello sensibile ai nuovi trend”. L’iniziativa ha preso il via il primo weekend di settembre con SweeTango e si chiuderà a giugno con Cosmic Crisp, passando per Ambrosia, Envy, Pinova e Kanzi. Anche per le nuove varietà, VIP racconta la storia di ogni produttore grazie al progetto Biography, che offre informazioni sulla provenienza di ciascuna mela, con tanto di foto e racconti accessibili tramite un pratico qr code stampato in etichetta. “Il progetto - ha commentato la responsabile busness unit ortofrutta di NaturaSì Martina Rainieri - vuole anche portare consapevolezza rispetto ai gusti e ai sapori delle diverse varietà a cui spesso non si fa attenzione”. “Pensiamo sia responsabilità anche delle insegne stimolare i consumi attraverso iniziative relative a innovazione varietale, marketing e servizio al cliente”, ha sottolineato il responsabile per le produzioni bio di VIP Gerhard Eberhöfer. Questo progetto va proprio in questa direzione e si propone di sostenere la domanda di biologico”. l N.45 l NOVEMBRE 2023
neuronews |
Matteo Sgaravato*
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Abbiamo già parlato dell’importanza dell’ottimizzazione dei siti web, per migliorare esperienza utente, velocità e accessibilità, ma anche per promuovere un futuro più sostenibile legato al digitale. Ora ci concentriamo su come un approccio neuroscientifico possa offrire siti più fruibili, intuitivi e navigabili L’interesse di porre l’utente, le sue esigenze e i suoi comportamenti al centro delle ricerche sta diventando un aspetto sempre più importante e di fondamentale importanza al fine di realizzare siti ottimizzati ed efficienti. Un ottimo alleato, per migliorare l’esperienza utente può essere il supporto neuroscientifico. Più nello specifico, una scienza che può venire incontro alle esigenze del momento, è il neuromarketing. Il fascino di questa recente disciplina, che unisce il mondo della neuroscienza a quello dell’economia, risiede nel fatto che è volta ad individuare ed analizzare ciò che accade nel cervello dei consumatori per poterne comprendere i processi decisionali. Il neuromarketing impiega una serie di tecniche e metodi al fine di rendere la navigazione dell’utente, all’interno di un sito, migliore. Tra queste, una delle più utilizzate, è sicuramente l’eye tracking. In breve, questa metodologia consente di rilevare e registrare la dilatazione e la contrazione delle pupille e in generale l’intero percorso effettuato dall’occhio durante la visione, per fornirci successivamente una serie di informazioni relative ai processi cognitivi. Le proposte di valore del neuromarketing sono molteplici: grazie alle numerose tecniche scientifiche è possibile analizzare in che modo l’utente si approccia ad un sito web e migliorarne l’eFRUITBOOKMAGAZINE
sperienza di navigazione, capire quali sono gli elementi, all’interno della pagina, sui quali si focalizza di più. È inoltre possibile esaminare le risposte cognitive ed emotive di fronte a diversi stimoli per fornire alle aziende quelle che sono le vere esigenze, bisogni e desideri degli utenti e anche per comprendere in che modo i clienti decidono i loro acquisti. Il neuromarketing, oltre a essere predittivo, in quanto permette di presuppore alcune attitudini nei comportamenti degli utenti, si rivela essere una scienza efficiente, perché intervenendo e identificando i problemi sin dalle prime fasi di ideazione e prototipazione consente di ottimizzare investimenti e risorse. L’insieme delle informazioni ricavate tramite l’approccio neuroscientifico consente di ottimizzare la presenza online in maniera tale da favorirne la navigazione, rispondere alle esigenze degli utenti, eliminare e/o migliorare gli aspetti o gli elementi meno considerati.
Il tutto per avere azioni comunicative maggiormente ottimizzate e fruibili in accordo con le nuove linee guida, come quelle di Google, che puntano a garantire un’esperienza utente sempre più efficiente, intuitiva ed immersiva. l N.45 l NOVEMBRE 2023
*amm. delegato Sgaravato Srl
Neuromarketing: come può cambiare l’esperienza utente
normative |
Carlotta Benini
Imballaggi, L’UE ha votato: confezioni monouso salve 44
Il Parlamento Europeo ha votato il 22 novembre sul Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio, chiamato PPWR, facendo passare a larga maggioranza un testo più morbido rispetto alla proposta iniziale della commissione. In particolare sono stati accolti alcuni emendamenti italiani che rivedono il target di riuso e i divieti per gli imballaggi monouso: l’ortofrutta potrà essere imballata, anche sotto un kg Il dossier imballaggi giunge finalmente a un dunque e con prospettive migliori rispetto a quanto paventato negli ultimi mesi. Il Parlamento Europeo ha deliberato il 22 novembre sulla cosiddetta PPWR - Packaging & Packaging Waste Regulation, facendo passare a larga maggioranza - con 426 voti favorevoli, 125 contrari e 74 astenuti - un testo più morbido rispetto alla proposta iniziale della commissione. Diversi emendamenti, presentati dai gruppi di maggioranza, sono infatti passati prima del voto finale sulla proposta di regolamento. Il Parlamento ha sostenuto obiettivi generali di riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi proposti nel regolamento: il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. I deputati hanno poi proposto obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% enFRUITBOOKMAGAZINE
tro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040). Quanto agli emendamenti, in particolare sono state accolte diverse modifiche sostanziali agli articoli 22 e 26 del regolamento, andando a rivedere i target di riuso e i divieti sul monouso. Nell’articolo 22 è stato modificato l’allegato 5 in funzione del principio di sicurezza alimentare e tutela della salute pubblica, rivedendo drasticamente l’elenco degli imballaggi monouso vietati dalla Commissione. La gran parte degli imballaggi monouso a contatto con gli alimenti resterà quindi sul mercato unico europeo: anche il packaging per ortofrutta, dunque, è salvo, a prescindere dal peso del prodotto. È stato infatti riconosciuto come certi tipi di confezione monouso siano più efficienti dell’imballaggio riutilizzabile, anzitutto sul piano della sicurezza alimentare, ma anche per quanto riguarda la lotta allo spreco alimentare. “Come Areflh, siamo estremamente soddisfatti del voto di oggi e ringrazio tutti i deputati, in particolare dei Comitati Agri e Itre, oltre che coloro che hanno votato oggi gli emendamenti da noi sostenuti, per averci ascoltati”, è il commento a caldo di Simona Caselli, presidente di Areflh, che fin dall’inizio del dossier imballaggi si è spesa alacremente a tutela del settore ortofrutticolo tenendo contatti regolari con la Commissione europea e il Parlamento europeo. “Ora abbiamo una normativa europea chiara e non vessatoria - continua Caselli - che aiuterà a raggiungere risultati concreti e importanti nella riduzione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio, senza effetti collaterali indesiderati sullo spreco alimentare e la sicurezza dei prodotti. Le aziende del settore ortofrutticolo potranno operare finalmente con regole certe e questo è molto importante”. l N.45 l NOVEMBRE 2023
mercati |
Irene Forte
Melagrane dell’Etna Barbera e il plus dell’insacchettamento 46
Coltivate alle pendici dell’Etna, nella piana di Catania, in una terra generosa capace di esaltare le caratteristiche qualitative del prodotto, le melagrane Barbera si distinguono per il loro colore rosso intenso e il gusto forte e deciso. La campagna è partita con le primizie intorno al 20 settembre; il cuore della raccolta è iniziata il 25 ottobre, con 10 giorni di ritardo a causa del caldo torrido. Frutti disponibili fino a Natale A metà ottobre nella piana di Catania si registravano ancora punte di 32-33 gradi. “A causa della stagione caldissima, stimiamo volumi inferiori fino al 40% rispetto alla norma, ma con una qualità dei frutti molto alta”, dichiara Alessandro Barbera, titolare e direttore generale del Gruppo con sede ad Adrano in provincia di Catania specializzato nella produzione e commercializzazione dei migliori frutti siciliani. Grazie alla fertilità del terreno di natura vulcanica, le melagrane sono vigorose e intensamente colorate. Concorre a questa qualità l’esperienza del Gruppo Barbera, che le coltiva con sapienza e, soprattutto, le raccoglie solo quando il colore ha raggiunto una pigmentazione rosso vivo e la maturazione il grado giusto, con un Brix minimo di 16 gradi e un basso livello di acidità. FRUITBOOKMAGAZINE
A fare ancor più la differenza, poi, è la selezione Barbera: non esistono in commercio melagrane Barbera di categoria 2. Questo frutto per sua natura tende a rovinarsi facilmente e in vendita è facile vedere melagrane con la buccia segnata, ammaccata, graffiata. “Non quelle Barbera - precisa Alessandro -. La nostra selezione è accuratissima ed inoltre ogni frutto, durante la sua maturazione sulla pianta, viene avvolto in una carta pergamenata che lo protegge dalle scottature solari e dall’attacco di insetti. Questa pratica, detta dell’insacchettamento, contribuisce ad elevare la qualità delle nostre melagrane”. Vengono destinati alla commercializzazione solo frutti che presentano difetti minori e nessuna fessurazione della buccia. Inoltre, ogni frutto è identificato da un bollino che ne segnala l’origine 100% Italia. “Chiaramente un impegno come questo comporta costi molto alti, ma li sosteniamo volentieri, per offrire a clienti solo i frutti migliori”, dichiara il manager. Il Gruppo siciliano, inoltre, ha sviluppato una particolare tecnica di conservazione che permette di aumentare la conservazione delle melagrane e quindi consente all’azienda di garantire continuità della fornitura a lungo, fino al periodo natalizio e anche oltre. Questo valore aggiunto è fonte di consenso e approvazione da parte della distribuzione, che sa di poter contare su un partner affidabile e in grado di rifornirla per mesi senza soluzione di continuità. Le melagrane sono valorizzate da confezioni da 8, 10 o 12 pezzi che sottolineano il forte legame identitario con il territorio. l N.45 l NOVEMBRE 2023
il libro |
Valentina Bonazza
Esselunga e la famiglia Caprotti raccontati in un saggio storico 48
La storia della famiglia Caprotti, conflitti familiari inclusi: a raccontarla è il primogenito di Bernardo, Giuseppe Caprotti, nel libro “le ossa dei Caprotti”. Un saggio storico che attraversa 300 anni di attività della famiglia brianzola fino al nonno Peppino che, grazie alle sue capacità e ai finanziamenti del piano Marshall, costruirà la fortuna della famiglia, ovvero la partecipazione alla costituzione di Supermarkets Italiani Bernardo Caprotti non è stato l’artefice della nascita di Esselunga. L’azienda è stata fondata da un gruppo di manager americani capitanati da Nelson Rockefeller, consigliato a sua volta dalla Cia. Certo, Bernardo contribuisce in modo determinante alla crescita di Esselunga, ma solo in un secondo momento. E con il tempo, metterà in ombra tutti coloro che l’hanno resa grande con lui: soci, figli e altri familiari. Con “Le ossa dei Caprotti”, edito da Feltrinelli, per la prima volta Giuseppe Caprotti, primogenito di Bernardo, allontanato dall’azienda nel 2004, dopo molti anni di silenzio si espone e dice la sua verità. Ne esce un ritratto inedito del padre, verso il quale, da un lato, l’autore è molto riconoscente per il bene ricevuto, in termini di educazione, orizzonti e benessere economico. Al tempo stesso, però, gli imputa non solo la perdita di una parte della propria vita ma anche di un pezzo di identità, sia come uomo che come manager, capace di dare un importante contributo allo sviluppo del colosso della grande distribuzione. Il volume però non è solo questo. È anche la storia di una grande famiglia che dalla Brianza crea un impero imprenditoriale. Non un libro di attualità, né un pamphlet o tantomeno un romanzo. Bensì un saggio storico sui Caprotti, ricco e ben documentato. L’autore lo fa usando la forza dei fatti, attraverso i quali ripercorre le vicende familiari e imprenditoriali dei FRUITBOOKMAGAZINE
suoi antenati che hanno inizio oltre 300 anni fa. Le ossa dei Caprotti deve il suo titolo alla passione-ossessione di Bernardo per ossa e cimiteri, al punto che spesso la domenica portava i figli nella chiesa di San Bernardino alle Ossa a Milano, il cui santuario è decorato con ossa e teschi di molti secoli, dal Duecento in poi. Il libro si snoda in “Le ossa dei Caprotti”, di un racconto brillanGiuseppe Caprotti, 400 pag., te, denso di visioni 20,00€, Feltrinelli Editore, imprenditoriali, pubblicato il 17 ottobre 2023 documenti storici, ricordi personali e conflitti laceranti. Con notizie e informazioni inedite. Non mancano neppure storie surreali, come i pranzi di Natale durante i quali Bernardo preferiva ai cori natalizi i discorsi del Duce. Non certo per una vena nostalgica, quanto per stupire e provocare. O come la richiesta della perizia psichiatrica da parte di Bernardo Caprotti per il figlio Giuseppe. Le ossa dei Caprotti non è la storia di Esselunga. È il ritratto di due secoli di storia italiana, con forti “ingerenze” americane. C’è naturalmente Bernardo, che sarà il personaggio principale degli anni’60, ’70 e ’80. Nel libro vengono ricostruite anche le faide familiari, ricorrenti e dolorose. Fra queste, le più drammatiche sono quella del bisnonno Bernardo contro il fratello Emilio, quando i Caprotti erano industriali del cotone, seguita decenni dopo dal padre di Giuseppe, Bernardo, con i fratelli Guido, Claudio e la mamma Marianne. E infine il contrasto tra lo stesso Bernardo e i figli Giuseppe e Violetta: conflitti mai risolti, dai quali l’autore si congeda con dispiacere. l N.45 l NOVEMBRE 2023
retail |
Eugenio Felice
Aldi continua l’espansione in Italia: ora ha 170 supermercati 50
Tra fine ottobre e inizio novembre sono stati aperti tre punti vendita Aldi Italia. Dal 2018, anno dell’ingresso di Aldi sul mercato italiano, sono già 170 i negozi aperti e circa 3.200 le persone impiegate. I nuovi negozi offrono alla clientela un assortimento compatto e completo e sono organizzati in modo efficace e intuitivo per offrire un’esperienza di acquisto sempre più “smart” per una spesa rapida e al giusto prezzo Aldi, parte del Gruppo Aldi Sud, realtà multinazionale di riferimento della grande distribuzione organizzata, ha consolidato a fine ottobre la presenza in Emilia-Romagna e Lombardia con l’inaugurazione di due nuovi punti vendita a Bologna, via Dozza, e Lonato del Garda (BS). Con 82 punti vendita totali nelle due regioni, e il Centro Logistico di Landriano
(PV), Aldi rafforza ulteriormente il proprio piano di sviluppo nel nord Italia, con la sua offerta di qualità e la convenienza del “Prezzo Aldi”. A inizio novembre è stato aperto anche il nuovo negozio di Torino, strada di Settimo 6, nel quartiere Barriera di Stura. Nella provincia torinese sono ora 11 i punti vendita inaugurati, 22 in Piemonte. I nuovi negozi offrono ai clienti un assortimento compatto e completo e sono organizzati in modo effiFRUITBOOKMAGAZINE
cace e intuitivo per offrire un’esperienza di acquisto sempre più “smart” pensata per rispondere alle moderne esigenze dei consumatori e permettere ai clienti di fare la spesa rapidamente, con semplicità e al giusto prezzo, senza rinunciare alla qualità made in Italy. Guardiamo nello specifico il punto vendita di Lonato (BS): aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8:00 alle 20:30 e la domenica dalle ore 8:30 alle 20:00, il negozio si estende su una superficie commerciale di 990 mq, è certificato con classe energetica A4 ed è dotato di un impianto fotovoltaico con una portata di 80 kWp. A disposizione della clientela anche 115 parcheggi gratuiti. Un’attenzione particolare è stata, inoltre, dedicata alla riqualificazione dell’ambiente circostante, con la realizzazione di una rotatoria all’ingresso costruita con l’obiettivo di migliorare la viabilità e facilitare l’accesso allo store. A conferma dell’attenzione per l’ambiente da parte dell’azienda, è stata realizzata anche un’area verde di 2.418 mq in cui sono stati piantumati nuovi alberi che contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria. Alleato delle famiglie italiane, il “Prezzo Aldi” rappresenta una garanzia di qualità made in Italy all’insegna della convenienza, espressa attraverso una selezione virtuosa di prodotti composta da circa 130 referenze di frutta e verdura e 30 marche. Il tutto, con una forte connotazione tricolore. l N.45 l NOVEMBRE 2023
la notizia |
Giancarlo Sbressa
Bonifiche Ferraresi mette 25 milioni nel capitale di NaturaSì 52
Il 17 novembre è stata annunciata un’alleanza tra Bonifiche Ferraresi ed EcorNaturaSì, la holding del gruppo distributivo leader in Italia nel biologico. L’accordo commerciale prevede l’acquisto e la distribuzione, da parte di Naturasì, dei prodotti biologici del Gruppo BF, che metterà sul piatto 25 milioni di euro per un aumento di capitale riservato di NaturaSì, in cambio dell’11,27% di quote societarie BF Spa, holding dell’agroalimentare che vede in Bonifiche Ferraresi la sua anima agricola, ha reso noto di aver sottoscritto il 17 novembre un accordo di investimento con EcorNaturaSì e le sue società azioniste volto a sviluppare sinergie commerciali tra NaturaSì, le sue società controllate e collegate (il “Gruppo NaturaSì”) e le società del Gruppo BF, in una logica di integrazione dell’intera filiera produttiva e distributiva, basata sul collegamento organizzativo delle fasi produttive lungo tutto il processo dalla produzione del seme alla coltivazione fino alla trasformazione e alla commercializzazione del prodotto alimentare biologico offerto al consumatore finale. Questa unione dà immediatamente i suoi frutti con la creazione di BF Bio, nuova società del Gruppo BF Spa, che adotterà i più innovativi principi scientifici e le più moderne FRUITBOOKMAGAZINE
tecnologie dell’agricoltura di precisione e dell’allevamento nella produzione biologica. NaturaSì, catena leader del biologico, del biodinamico e dei prodotti naturali, è presente oggi sul territorio nazionale con oltre 320 negozi. Nel 2022 il Gruppo NaturaSì ha registrato un valore della produzione consolidato di circa 406 milioni di euro, un Ebitda consolidato di circa 15,2 milioni di euro e una posizione finanziaria netta consolidata di circa 54,8 milioni di euro. L’Accordo prevede la stipula tra BF e Naturasì di un accordo commerciale avente ad oggetto l’acquisto e la distribuzione, da parte di NaturaSì, dei prodotti biologici prodotti e/o commercializzati dal Gruppo BF. Per fare questo viene sottoscritto un aumento di capitale a pagamento scindibile di NaturaSì destinato a BF, o ad una società dalla stessa controllata, per un importo complessivo di 25 milioni di euro, per effetto del quale il Gruppo BF acquisirà una partecipazione rappresentativa dell’11,27% del capitale sociale di NaturaSì. “Potremo così ridurre ulteriormente la dipendenza da approvvigionamenti esteri e far fronte alle carenze dovute soprattutto agli effetti dei cambiamenti climatici - ha spiegato Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì -. Ma non solo. È stata fondata BF Educational, scuola di formazione e specializzazione per preparare i giovani e mettere le basi per una sana agricoltura del futuro. EcorNaturaSì contribuirà con la propria esperienza quarantennale in agricoltura biologica e biodinamica. Un’alleanza economica e culturale allo stesso tempo con un obiettivo comune, quello di contribuire all’evoluzione di un sistema agricolo nazionale, e non più solo di nicchia, in grado di assicurare la cura del nostro Pianeta e un cibo sano a una fascia sempre più ampia di persone”. l N.45 l NOVEMBRE 2023
la novità |
Eugenio Felice
OrtoRomi: nuovo pack ecologico e nuove referenze per le zuppe 54
Le Zuppe Fresche OrtoRomi affrontano la stagione invernale in una veste rinnovata, con un nuovo pack ecologico, un unicum sul mercato, e ricette ancor più gustose. OrtoRomi amplia inoltre l’assortimento con tre nuove referenze e lo riorganizza su tre linee: tradizione, benessere e gourmet. Boromello: “Abbiamo rinnovato anche la grafica per differenziare il prodotto a scaffale, con i claim nutrizionali ben visibili” OrtoRomi innova l’assortimento delle Zuppe Fresche a partire dal packaging. Da sempre attenta a tutelare l’ambiente, la Cooperativa Agricola OrtoRomi propone un pack inedito, non ancora visto nella categoria, che riduce fortemente l’impatto ambientale: “Abbiamo deciso di eliminare il cartoncino esterno che avvolgeva le nostre zuppe dichiara Martina Boromello, responsabile marketing e comunicazione OrtoRomi -. Le informazioni che prima si trovavano sul cartoncino, sono state trasferite su un’etichetta che, grazie a particolari processi di stampa, diventa parte integrante della vaschetta. Abbiamo rinnovato anche la grafica che personalizza il top pelabile delle zuppe in modo originale, per differenziare il prodotto a scaffale e con i claim nutrizionali ben visibili. Il risultato è un FRUITBOOKMAGAZINE
pack accattivante, moderno e distintivo, con un elevato beneficio in termini di riduzione degli imballi e con zero sprechi”. Particolarmente ricco di proposte, l’assortimento si amplia ulteriormente raggiungendo le 16 referenze, suddivise in tre nuove categorie: “Linea tradizione: gustose ricette tipiche regionali” - Minestrone di verdure, Zuppa Pugliese, Zuppa Toscana, la nuova Zuppa Contadina, Pasta e fagioli e Purè di patate -; la “Linea benessere: piatti equilibrati per l’alimentazione quotidiana” - Passato di verdure, Passato di zucca, Scarola e fagioli, Zuppetta di fave e piselli, Zuppa di lenticchie e cereali -; e infine la “Linea gourmet: le combinazioni più originali create con gli chef” - Zuppa di carciofi, Zuppa cicoria e patate, Vellutata di fagioli e radicchio, Vellutata di funghi misti con porcini, Passato di rucola. E l’innovazione non si ferma qui: ogni ricetta è stata rivisitata calibrando al meglio gli ingredienti di qualità scelti, per offrire un prodotto ancor più buono e gustoso, sempre senza l’aggiunta di conservanti e glutammato. Infine, su ogni confezione, sono stati inseriti i consigli dello chef, uno strumento utile al consumatore per una degustazione ottimale di zuppe, vellutate e purè. Il consumatore di oggi, particolarmente attento a scegliere prodotti capaci di coniugare al meglio gusto e benessere, può contare così su un pasto sano ed equilibrato ma anche molto gustoso; confezionato in un pack altrettanto di qualità, ancor più sostenibile”, conclude Martina Boromello. l N.45 l NOVEMBRE 2023
primati |
Irene Forte
Melinda, nasce in Val di Non la prima “funivia delle mele” 56
È stato annunciato il 17 novembre alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il progetto di impianto a fune che ha vinto il bando PNRR per la logistica agroalimentare. Unica al mondo, la funivia collegherà uno degli stabilimenti di Melinda con la miniera Rio Maggiore in Val di Non, dove le mele vengono stoccate. Entro il 2024 permetterà di trasportare 40 mila tonnellate di frutta su fune ogni anno Ridurre i veicoli su gomma per il trasporto delle merci e sostituirli con soluzioni a minore impatto ambientale è un obiettivo indispensabile per avvicinarsi agli obiettivi di riduzione delle emissioni CO2. Un progetto importante per ogni parte d’Italia ma ancor di più in territori complessi come quelli alpini. Finora, però, nessuno, né in Italia né in Europa, era
riuscito a sostituire i camion con una funivia. La prima a ospitare un impianto a fune totalmente dedicato alle mele sarà la Val di Non in Trentino. Lo hanno annunciato il 17 novembre i vertici di Melinda, consorzio che riunisce oltre 4 mila famiglie di melicoltori trentini, in occasione della conferenza FRUITBOOKMAGAZINE
stampa con il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida presso il MASAF a Roma. Il progetto di funivia, ideato dalla stessa Melinda, ha ufficialmente vinto il bando dedicato alle migliori idee per lo sviluppo della logistica agroalimentare, classificandosi al 2° posto su un totale di oltre 100 proposte che accederanno ai fondi PNRR. Grazie alla sua innovatività, usufruirà di un contributo a fondo perduto di poco più di 4 milioni di euro, che servirà a coprire il 40% della spesa complessiva di 10 milioni necessari per realizzare l’impianto. Dal punto di vista tecnico, la funivia sarà un impianto monofune ad agganciamento automatico a tre piloni con 11 piloni di sostegno (di cui 6 in galleria) della lunghezza di 1300 metri e dislivello di 87 metri, capace di trasportare ogni ora 460 bins, alla velocità di 5 metri al secondo. Partirà dalla sala di lavorazione di Predaia e arriverà fino alla Miniera di Rio Maggiore, all’interno delle cave realizzate per estrarre la roccia dolomia. Qui il suo percorso proseguirà per altri 430 metri all’interno di una galleria per raggiungere le celle ipogee: un “frigorifero naturale” a temperatura controllata che permette di risparmiare il 30% di corrente elettrica rispetto a un magazzino tradizionale, evitando di dover costruire nuovi edifici in superficie. Un gioiello avveniristico presentato al Parlamento europeo come buona pratica di sostenibilità ambientale ed economica. l N.45 l NOVEMBRE 2023
mercati |
Carlotta Benini
Ottima partenza per il carciofo sardo de L’Orto di Eleonora 58
È partita con i migliori auspici la campagna del carciofo di Agricola Campidanese, che con il brand L’Orto di Eleonora commercializza un prodotto top di gamma 100% senza glifosato che in Sardegna esprime una qualità top. Lotta: “Prezzi di inizio campagna interessanti”. Tra i fiori all’occhiello della OP di Terralba c’è lo Spinoso sardo, proposto anche nella linea premium Cuori di Carciofo - Passione Gourmet Novembre, tempo di carciofi in Sardegna. Quest’anno la campagna è partita con un certo ritardo a causa dell’eccessivo caldo estivo, con temperature sopra la media anche a settembre e ottobre, ma ora la campagna commerciale dell’ortaggio top di gamma di Agricola Campidanese a marchio L’Orto di Eleonora è nel vivo. “Le cose a metà novembre stanno andando per il meglio, anche se la stagione carciofi è ancora tutta da scoprire - esordisce Salvatore Lotta, direttore commerciale della OP di Terralba (OR), primo player ortofrutticolo dell’isola -. Pare che a livello nazionale quest’anno gli ettari siano inferiori rispetto allo scorso anno e con l’attuale scarsità d’offerta sul mercato i prezzi che stiamo spuntando sono interessanti”. Anche per Agricola Campidanese i volumi al momento non sono eccessivi a causa delle condizioni climatiFRUITBOOKMAGAZINE
che non favorevoli dei mesi scorsi. Per quanto riguarda le superfici, si registra quest’anno un calo del 10%, ma il carciofo resta comunque una produzione centrale per la OP: oggi sono 400 gli ettari dedicati a carciofi, tutti in Sardegna, un territorio particolarmente vocato dove eccellenze come lo Spinoso sardo - ma non solo, anche il carciofo Terom, attualmente in raccolta, e il Romanesco, che arriverà sul mercato entro inizio dicembre - esprimono il meglio delle loro caratteristiche. Prosegue anche il progetto di valorizzazione del prodotto premium Cuore di Carciofo - Passioni Gourmet, la referenza mondata e privata delle brattee esterne, promosso a scaffale anche dal co-marketing con il territorio sardo, valorizzato nello speciale packaging in cartone, personalizzato sul fondo con le immagini fotografiche delle principali bellezze storiche e paesaggistiche dell’isola. Un carciofo top di gamma, quello a marchio L’Orto di Eleonora, coltivato nel massimo rispetto della sostenibilità e della sicurezza alimentare: oggi tutta la produzione è infatti senza glifosato, come attesta l’apposita etichetta apposta sulle confezioni. l N.45 l NOVEMBRE 2023
formazione |
Eugenio Felice
Gestione dei rischi: a Verona un corso per gli agricoltori 60
Tra ottobre e novembre Codipa, l’Università di Verona e Vol Ortofrutta hanno organizzato un corso di perfezionamento e aggiornamento professionale sulla gestione dei rischi in agricoltura per fornire ai partecipanti una conoscenza approfondita delle principali fonti di rischio in campo agricolo e sulle misure efficaci di prevenzione e protezione dal rischio. Un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato
coltura e di come adottare misure efficaci di prevenzione e protezione dal rischio. Il corso ha inteso inoltre formare gli esperti in gestione assicurativa e consulenza per le imprese del settore agricolo, fornendo una approfondita conoscenza dei rischi operativi, strategici, finanziari e di natura ambientale, nonché ha voluto approfondire la legislazione vigente in materia di gestione assicurativa, bancaria e operativa di questi rischi. Nel dettaglio il corso si è articolato in tre fasi. La prima fase ha approfondito il processo di gestione dei rischi in agricoltura: rischio climatico, rischi strategici operativi e finanziari, processo di gestione del rischio e modelli gestionali di riferimento, tecniche di stima e modelli parametrici per l’agricoltura. La seconda fase ha anaHa preso il via marlizzato gli aspetti tedì 17 ottobre il corlegali e assicurativi. so di perfezionamenLa terza e ultima fato e aggiornamento se si è occupata inprofessionale “GeRischioin corso di perfezionamento e aggiornamento professionale vece della gestione stione dei rischi in Corso di perfezionamento di fondi e soluzioni agricoltura”, ideato e aggiornamento professionale: di trattamento assie avviato dal Consorcurativo e bancario: zio Codipa Verona Gestione dei rischi in agricoltura gestione dei fondi in in collaborazione con Dipartimento di Management Direttore del Corso: Santa Marta Prof.ssa Barbara Gaudenzi agricoltura, gestiol’Università degli Via Cantarane, 24 Verona Coordinatore organizzativo: ne dei prodotti banstudi di Verona e con Dott. ssa Elena Claire Ricci DURATA cari e finanziari per il supporto di VOL DEL CORSO: La docenza sarà curata Da martedì 17 ottobre 2023 dai migliori professionisti, l’agricoltura e, infiOrtofrutta, azienda a giovedì 30 novembre 2023 esperti e docenti accademici > 40 ore di formazione del settore ne, l’analisi di casi leader nella fornitued esperienze. Al sura di ortaggi per la peramento dell’esagrande distribuziome finale è stato rine. Il corso, presso il lasciato un attestadipartimento di Mato per l’aggiornanagement dell’Unimento professionale. “Un ringraziamento speciale lo versità di Verona, è durato fino al 30 novembre per devo a due figure professionali che sono da sempre più di 40 ore di formazione. Le lezioni sono state conI vicine al nostro Consorzio - ha commentato il diretdotte dai migliori professionisti, esperti e docenti del tore di Codipa Verona Lucio Fedrigo -: Oscar Sambusettore. garo, titolare di VOL Ortofrutta e sponsor del corso, Il corso ha inteso formare figure esperte in gestione e Diego Begalli, prorettore dell’universita di Verona, del rischio in agricoltura. In particolare, ha voluto che ci ha accolto il primo giorno del master ribadenfornire agli imprenditori agricoli una conoscenza do di credere fortemente in questo progetto”. approfondita delle principali fonti di rischio in agriFRUITBOOKMAGAZINE
l N.45 l NOVEMBRE 2023
hi-tech |
Eugenio Felice
Planet Farms apre a Londra Ora vale oltre mezzo miliardo 62
Planet Farms ha annunciato a novembre di avere chiuso un nuovo aumento di capitale per 40 milioni di dollari, che serviranno a sostenere la crescita. Entro fine estate 2024 sarà operativo il sito di Cirimido (CO), mentre un anno più tardi sarà la volta della farm a nord di Londra. Intanto dopo l’estate c’è stato il rebranding in Italia della linea di insalate: Frescaah intende esaltare il gusto e l’elevata qualità dei prodotti Continua a premere l’acceleratore sulla crescita Planet Farms, azienda italiana specializzata dal 2018 nel vertical farming e leader a livello globale nel settore dell’agricoltura in ambiente controllato. Come dichiarato in una nota ufficiale, la società fondata a Milano da Luca Travaglini e Daniele Benatoff (in foto), dopo il finanziamento di 17,5 milioni di
euro ottenuto a fine 2022 da Unicredit e Sace, ha chiuso una nuova iniezione di capitale per 40 milioni di dollari statunitensi (circa 36,7 milioni di euro). Questa operazione fa crescere - continua la nota - il valore di Planet Farms oltre 500 milioni di dollari. L’aumento di capitale ha come obiettivo primario FRUITBOOKMAGAZINE
quello di continuare i piani di espansione della società in Italia e anche all’estero. Parte dei fondi sarà infatti utilizzato per completare la costruzione del nuovo stabilimento di Cirimido (CO), che sarà operativo a fine estate del 2024. La nuova struttura avrà una superficie di crescita di 20 mila mq, posizionandosi tra le più grandi vertical farm a livello globale. L’impianto incrementerà ulteriormente la penetrazione di Planet Farms sul mercato italiano e consentirà all’azienda di esplorare nuove applicazioni. La raccolta di capitale contribuirà, inoltre, all’ingresso di Planet Farms sul mercato britannico, nel quale la società sta iniziando a commercializzare i propri prodotti tramite le maggiori catene GDO, aprendo la strada alla costruzione di un nuovo stabilimento che sorgerà a nord di Londra e sarà operativo nella seconda metà del 2025. Intanto a fine estate tutta la linea delle insalate è stata rivisitata in Italia con il debutto del marchio unico Frescaah e una grafica più intuitiva per il consumatore finale. Il lancio è stato sostenuto da una campagna pubblicitaria in televisione e su piattaforme digital e social. Il nome della nuova linea - Frescaah - veicola in modo semplice e diretto una caratteristica fondamentale per il consumatore della categoria, la freschezza, che viene spesso associata al gusto e all’alta qualità. Con il lancio di Frescaah è stata introdotta la nuova referenza Misticanza (foto a lato), sempre da “agricoltura verticale”. l N.45 l NOVEMBRE 2023
strategie |
Giancarlo Sbressa
Tra origine, stagioni e gusto Marlene è un viaggio culinario 64
Unisciti a noi in un viaggio culinario: è questo il messaggio scelto da VOG per la comunicazione della campagna in corso che mette al centro la ruota degli aromi, lanciata in primavera, e la affianca alla ruota degli abbinamenti, in collaborazione con chef stellati, per un vero viaggio culinario a tutto tondo “Non ci limitiamo a distribuire mele, ma ci assumiamo la responsabilità dell’intera categoria e ci facciamo portavoce dell’arte di gustare le mele nel mondo - ha spiegato Hannes Tauber, responsabile marketing VOG -. Il posizionamento di base di Marlene resta il racconto dell’origine e del suo mondo, con il claim Figlia delle Alpi e il concetto delle 4 stagioni. Il focus di quest’anno, insieme alla ruota degli aromi, invita il consumatore all’azione, per spingerlo a scoprire le varietà e la complessità delle mele e creare nuovo valore intorno al prodotto”. Il primo passo è l’evoluzione della ruota degli aromi. Al fianco della ruota lanciata nei mesi scorsi, che racconta in modo visuale aromi, consistenze e gusti delle 5 varietà Marlene, si aggiunge la ruota degli abbinamenti. Sul sito marlene.it, scegliendo una varietà e uno dei quattro gusti di base - dolce, acido, amaro e salato - il consumatore può scoprire gli ingredienti con cui abbinare la mela, insieme alle ricette dello chef Norbert Niederkofler (nella foto a lato) e di 4 giovani chef internazionali scelti da lui per interpretare la Figlia delle Alpi e le sue stagioni. A supporto del concept e delle vendite di Marlene, il Consorzio VOG ha in programma una campagna media nei principali Paesi, con flight autunnali e primaverili in televisione, out of home, canali digitali, FRUITBOOKMAGAZINE
social e stampa al consumatore. Molto importanti saranno anche le iniziative sui punti vendita, dove la ruota degli aromi aiuterà i consumatori a scegliere la varietà di mela più adatta a loro, anche attraverso innovativi sampling. Nella seconda parte della stagione, un’iniziativa legata alla ruota degli aromi porterà alcuni fortunati consumatori direttamente in Alto Adige - Südtirol, per una cena di gala all’insegna del gusto e del territorio. “Con la campagna di quest’anno puntiamo a valorizzare ciascuna varietà di mela Marlene - ha sottolineato Tauber -: sulla base del percorso di altri prodotti, come il vino e i formaggi, daremo al consumatore strumenti semplici e diretti per costruire una cultura della mela ed entrare in un mondo di gusti, aromi e consistenze diversi. Il posizionamento Figlia delle Alpi rimane la nostra storia di base, mentre la ruota degli aromi ci consente di espandere la narrazione per rendere accattivante un prodotto che è solo
apparentemente semplice, come la mela. L’obiettivo - ha concluso Tauber - è quello di aumentare i consumi di tutta la categoria, per questo siamo pronti a mettere un grande sforzo in nuove formule di degustazione e di presentazione sul punto vendita”. l N.45 l NOVEMBRE 2023
mens sana |
Alice Gelmetti (dietista)
Dieta e attività fisica per il benessere a 360 gradi 66
Lo stile di vita sano passa dall’alimentazione e dall’esercizio fisico. Entrambi dovrebbero rappresentare la base per il benessere della persona a 360 gradi! A prescindere dal tipo di sport va considerata la costanza nel farlo. Scegliete quindi ciò che vi piace e fatelo stabilmente e, con la dieta giusta, i risultati saranno eccezionali, sia fisicamente che per la salute! Partiamo dall’attività fisica. Qual è la migliore? In generale si può distinguere lo sport in due grandi mondi: l’attività aerobica e quella anaerobica. La prima può essere svolta dalla totalità delle persone di ogni età e i limiti sono veramente pochi. L’attività aerobica a bassa intensità e lunga durata favorisce il consumo di grassi ed è utile per le persone che vogliono perdere peso, al diabetico e a chi ha valori alti di colesterolo e trigliceridi. Gli sport e l’attività aerobica più praticati sono la corsa, il ciclismo, il nuoto a bassa intensità, lo sci di fondo e in palestra la cyclette e il tapis roulant. L’attività anaerobica invece è un’attività di potenza in cui si utilizza spesso la cosiddetta “forza esplosiva”. In un breve lasso di tempo ci si sottopone a uno sforzo intenso, tecnicamente chiamato “massimale”, che ha la caratteristica di non poter essere prolungato a lungo nel tempo per la comFRUITBOOKMAGAZINE
parsa di uno sgradito ospite: l’acido lattico. Sport ad attività anaerobica sono, ad esempio, il sollevamento pesi, la corsa veloce sui 100 metri, atletica pesante, tutti gli sport che impongono una prestazione al top in tempi rapidi. L’attività anaerobica è necessaria in tutti gli sport per aumentare la massa muscolare. In generale quindi il modo migliore di allenarsi per mantenersi in forma sarebbe quello di unire le due attività. Fare una camminata, una corsa, una bella nuotata aiuta a bruciare tante calorie e mantenere in salute il sistema cardiovascolare, la parte di tonificazione invece aiuta a mantenere integra la parte muscolo-scheletrica. Come gestire la dieta in base all’attività fisica? Per mangiare i livelli adeguati di energia bisogna partire calcolando il metabolismo basale, ossia l’energia indispensabile ogni giorno per svolgere tutte le funzioni vitali. Da lì poi si aggiungeranno le calorie necessarie per l’obiettivo di aumento di massa. A grandi linee (poi il piano andrebbe specificato sulla persona perché ognuno di noi è diverso), ci si orienta in questo modo: per gli sport aerobici priorità ai carboidrati, dato l’elevato consumo energetico; per gli sport anaerobici priorità alle proteine, dato il catabolismo muscolare. E l’acqua? è l’elemento principe nella dieta: a tutto si può rinunciare ma non a una corretta idratazione, che va raddoppiata o triplicata in ragione delle esigenze legate alla fatica, all’ambiente in cui ci si allena e alla sudorazione. Degli studi dimostrano che la disidratazione può interferire per l’80% sul buon esito della performance sportiva, quindi è fondamentale quanto la dieta. Ricordiamoci che durante l’attività non bisogna superare i 250 ml di acqua per volta ogni 15 minuti, che è il tempo di svuotamento gastrico. l N.45 l NOVEMBRE 2023
Aspiag spinge sulla private label Cresce S-Budget Nei primi 8 mesi del 2023 S-Budget è cresciuto del 43% Eugenio Felice
Aspiag Service ha allestito, in occasione dell’evento Expo Despar 2023, dedicato agli imprenditori affiliati e che si è svolto alla Fiera di Padova il 12 ottobre, un supermercato di 200 mq con 3.160 prodotti (di cui 220 referenze di freschissimi e 870 di freschi), tutti a marchio del distributore. Zoccarato: “Gli affiliati hanno a disposizione uno dei più grandi assortimenti di prodotti a marchio della GDO, circa 6.000 referenze”. Cresce il marchio di convenienza S-Budget
500 persone hanno partecipato il 12 ottobre presso la Fiera di Padova all’evento Expo Despar 2023, organizzato da Aspiag Service per stringere ulteriormente il legame con i circa 300 imprenditori affiliati, con l’obiettivo dichiarato di estendere la numerica presente nei punti vendita delle cosiddette mdd, cioè le marche (o i marchi) del distributore, uno dei fiori all’occhiello del distributore che affonda le sue radici in Austria. Con un beneficio consistente per gli affiliati, potendo garantire maggiore differenziazione e marginalità, con innovazioni in ambito di prodotti, filiere, packaging e trend di mercato. “I clienti possono trovare i prodotti a marchio solo nei vostri punti vendita a insegna Despar -
hanno detto i vertici Aspiag Service durante l’incontro padovano questo vuol dire fidelizzarli”. Per dare concretezza alle parole, nel padiglione 11 della Fiera di Padova, è stato allestito un vero e proprio punto vendita di 200 mq interamente composto da referenze a marchio, a sottolineare come la vastità e profondità dell’assortimento mdd di Despar sia tale da permettere di coprire qualsiasi tipo di merceologia, prezzo ed esigenza specifica del mercato e della clientela. Oltre all’allestimento del punto vendita, erano presenti più di 35 stand di fornitori di prodotti a marchio (nessuno di ortofrutta fresca). “Scegliere Despar nel proprio percorso imprenditoriale hanno sottolineato i vertici di Aspiag Service nel corso dell’incontro - significa offrire ai propri clienti un ampio assortimento di prodotti locali e a marchio di circa
Nelle foto a lato alcuni momenti dell’evento Expo Despar 2023 svoltosi a Padova il 12 ottobre. Fm è stata l’unica testata giornalistica del settore ortofrutta a essere invitata. Nella foto in alto i tre amministratori delegati Aspiag Service sul palco: Christof Rissbacher, Francesco Montalvo e Massimo Salviato. Nella foto in basso Davide Minotto, category ortofrutta di Aspiag Service.
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Il prodotto a marchio dà misura dell’indipendenza “dall’industria di marca e della fidelizzazione del
cliente, perché se vuole trovare quei prodotti deve per forza venire da noi. L’mdd dà marginalità più elevata rispetto ai prodotti a marca industriale ” Arianna Zoccarato (resp. prodotti a marchio Aspiag)
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Nella foto in alto il direttore acquisti freschi Nicola Zanchin e il category ortofrutta Davide Minotto nel supermercato da 200 mq 100% mdd allestito in fiera a Padova. Qui sopra Arianna Zoccarato, responsabile dei prodotti a marchio di Aspiag Service. FRUITBOOKMAGAZINE
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IL MARCHIO S-BUDGET IN NUMERI anni di età
marchio esclusivo di Aspiag Service
6.000 referenze, dai più classici ai più esclusivi, tutti sinonimo di qualità”. “Il prodotto a marchio misura l’indipendenza dall’industria di marca e la fidelizzazione del cliente perché se vuole trovare quei prodotti deve per forza venire da noi”, ha spiegato Arianna Zoccarato, responsabile dei prodotti a marchio di Aspiag Service. Oggi la quota di mercato delle mdd del gruppo dell’abete operante nel Nord Italia è importante, segmentata e diversificata su molte linee. “Nei punti di vendita diretti, compresi i prodotti a peso variabile sempre difficili da valutare, abbiamo registrato, nel periodo gennaio-agosto 2023, una quota del 31%. Una quota - ha precisato Arianna Zoccarato - destinata a crescere ulteriormente, che oltre a vendite e marginalità, va letta anche come fattore di indipendenza dall'industria di marca e capacità di fidelizzazione nei confronti della clientela”. Tra i protagonisti dell’evento di Padova c’è stato il marchio di convenienza S-Budget, un’esclusiva di Aspiag Service, che festeggia proprio nel 2023 i 15 anni. Per intenderci, è un marchio che non si può trovare nelle insegne Despar del Sud Italia. “S-Budget è una proposta di primo prezzo che risponde al cambiamento di mercato e all’ascesa dei discount”, ha dichiarato Arianna Zoccarato. “Non ci stiamo concentrando solo sulle nuove referenze ma anche sul packaging e sulla grafica, con ricerche di merl N.45 l NOVEMBRE 2023
referenze di ortofrutta milioni di euro fatturato 2022
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prodotti food e no-food
% crescita primi 8 mesi del 2023
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cato per trovare le migliori soluzioni alle esigenze dei clienti”. Nella sua presentazione Arianna Zoccarato ha mostrato delle immagini per far vedere come la grafica dei prodotti S-Budget si sia evoluta nel tempo diventando sempre più accattivante. “Negli ultimi anni la crescita di questo marchio è stata significativa. Nel 2020 S-Budget ha fatturato nei punti vendita diretti Aspiag Service 42,9 milioni di euro, nel 2022 55,6 milioni di euro, mentre nei primi 8 mesi del 2023 ha già raggiunto i 49,1 milioni di euro, in crescita del 42,6% rispetto
allo stesso periodo del 2022”. Insomma, il messaggio è chiaro: nella rete Aspiag Service, che sia diretta o in franchising, si può trovare il “filetto” delle linee Premium ma anche ottimi prodotti di convenienza che non fanno rimpiangere i discount. Tra le nuove referenze S-Budget ci sono anche quelle del reparto ortofrutta, ad esempio le verdure grigliate sottovuoto, i minestroni di verdura, la pasta e fagioli. “Stiamo lavorando su calibri, grammature, packaging per cercare di dare un prodotto che sia con la qualità giusta a un prezzo accessibile a tutti”, ci hanno dichiarato il direttore acquisti freschi Nicola Zanchin e il category ortofrutta Davide MinotFRUITBOOKMAGAZINE
Tra le novità S-Budget ci sono le verdure grigliate “sottovuoto, i minestroni freschi di verdura, la pasta
e fagioli. Stiamo lavorando su calibri, grammature e packaging per cercare di dare un prodotto che sia con la qualità giusta a un prezzo accessibile a tutti ” Nicola Zanchin e Davide Minotto (Aspiag Service)
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to. “Nel 2022 abbiamo registrato una contrazione importante nei volumi di ortofrutta con prezzi crescenti. Quest’anno stiamo registrando in alcune settimane dati di deflazione. Rileviamo poi una contrazione delle vendite proprio verso fine mese, a indicare un periodo di oggettiva difficoltà delle famiglie”. Nel supermercato 100% mdd allestito alla Fiera di Padova le referenze di ortofrutta erano 80. “Tra le nostre linee mdd, S-Budget cresce attorno al 20%, siamo a 50 referenze in ortofrutta ma presto dovremmo arrivare a 60, e stanno dando risultati soddisfacenti anche Despar Premium così come i FRUITBOOKMAGAZINE
prodotti a indicazione geografica protetta, quelli locali e i cosiddetti super regionali. Parlando sempre di ortofrutta, il mainstream soffre invece una contrazione dei volumi”, sottilineano Nicola Zanchin e Davide Minotto. “Rispetto alle altre categorie dei freschi e freschissimi, in questi anni di inflazione crescente e incertezza economica, l’ortofrutta sta soffrendo più dei formaggi e della gastronomia, ma meno della carne rossa, che è la categoria in maggiore difficoltà a
causa di un rapporto prezzo / kg penalizzato rispetto, ad esempio, alla carne bianca”. E per il futuro cosa si devono aspettare i fornitori? “è partito in ortofrutta il progetto controllo qualità, che parte dal campo e arriva al negozio”, ci riferiscono Nicola Zanchin e Davide Minotto. “In tempi di cambiamenti climatici si è reso necessario un maggiore controllo alla fonte, dove frutta e verdura vengono prodotte, e lungo le filiere. Perché il cliente finale chiede il prezzo, sì, ma se lo deludiamo sulla qualità abbiamo perso, tutti, in partenza”.
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Un decimo dell’export italiano di ortofrutta passa da Lidl Eugenio Felice
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Anche Lidl Italia partecipa al trimestre anti-inflazione e propone un carrello tricolore che contiene alcuni beni alimentari di prima necessità venduti a un prezzo complessivo di 20 euro, invariato fino a fine anno. Inoltre il colosso tedesco della Gdo si impegna a mantenere bassi e fissi i listini di numerosi prodotti, rafforzando un impegno già intrapreso da mesi con l’adesione alla carta Dedicata a Te, “iniziativa sulla quale avevamo creduto al punto da aggiungere un 15% di sconto sui singoli prodotti”, ha spiegato il presidente di Lidl Italia Massimiliano Silvestri in un’intervista esclusiva uscita il 9 ottobre nell’inserto Economia del Corriere della Sera. “Complessivamente per Lidl è stato un investimento di 2 milioni di euro. è la dimostrazione di quanto crediamo nella responsabilità sociale”. Per il colosso tedesco della Gdo l’Italia rappresenta il quinto mercato per fatturato. “Esportiamo dall’Italia nel nostro network internazionale 2,3 miliardi di euro di prodotti agroalimentari e il 10% dell’ortofrutta made in Italy che va all’estero passa da noi”. Eppure c’è chi guarda all’escalation del discount con sospetto, paventando il rischio di perdita di identità alimentare per il nostro Paese. Secondo il presidente di Lidl non c’è da avere alcun timore su questo, la crescita della quota del discount va tutt’altro che a discapito della dieta mediterranea: non a caso, dice, l’insegna collabora con Coldiretti e Gambero Rosso. FRUITBOOKMAGAZINE
Il presidente di Lidl Italia Massimiliano Silvestri in una intervista pubblicata a ottobre su Corriere Economia, ha rimarcato il ruolo chiave dell’insegna nel valorizzare l’ortofrutta (e non solo) made in Italy all’estero. Per il colosso tedesco della Gdo, l’Italia rappresenta il quinto mercato per fatturato. “Esportiamo dall’Italia nel nostro network internazionale 2,3 miliardi di euro di prodotti agroalimentari e il 10% dell’ortofrutta made in Italy che va all’estero passa da noi”, ha dichiarato Silvestri
Certo negli ultimi tempi sono cambiati i consumatori - e anche il loro portafoglio. Oggi il cliente tipo di Lidl è la “famiglia media italiana”. “Siamo saliti verso l’alto - sottolinea Silvestri -. Chi era scettico si è avvicinato. Del resto ci sono primarie industrie che lavorano per la nostra private label e a Milano, per fare un esempio, ci siamo posizionati in strade di facile accesso e di grande visibilità. Il resto l’ha
fatto l’innovazione”. Innovazione che, nel linguaggio di Lidl, significa carta fedeltà, prodotti biologici, proteici, funzionali e free from. E attenzione allo spreco, vedi il nuovo sacchetto che valorizza la frutta non più perfetta. A fine ottobre è stato presentato anche il report di sostenibilità, a sottolineare l’impegno e l’assunzione di responsabilità di Lidl Italia nei confronti del Pianeta e delle persone. l N.45 l NOVEMBRE 2023
Gruventa Italia, il servizio che piace alla Gdo La società cresce con la Gdo valorizzando la produzione Eugenio Felice
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Corretto rapporto qualità / prezzo, consegne in giornata AxA, rigoroso controllo qualità, rapporti diretti e consolidati con produttori di diverse aree a elevata vocazione ortofrutticola in Europa e in Nord Africa: sono questi i punti di forza che hanno permesso a Gruventa Italia di crescere nel rapporto con la grande distribuzione nazionale con un fatturato che nel 2023 dovrebbe raggiungere i 35 milioni di euro. Bagnara: “La soluzione vincente? Un mix di origini in continua evoluzione” Trovandosi all’incrocio delle autostrade del Brennero (direttrice nord-sud) e Serenissima (direttrice ovest-est), nonché all’incrocio delle corrispondenti linee ferroviarie, Verona rappresenta il più importante snodo logistico italiano per il trasporto delle merci. Se allarghiamo l’orizzonte all’Europa, Verona si trova esattamente nel punto in cui si intersecano il corridoio 5, Lisbona-Kiev, e il corridoio 1, Palermo-Berlino. Non è un caso, quindi, che qui abbiano sede primari gruppi della grande distribuzione alimentare, come Eurospin e Lidl Italia. Solo per citare le più rilevanti per fatturato. Dove si fa la logistica a Verona? Soprattutto al Quadrante Europa, un sistema infrastrutturale di 10 milioni di metri quadrati, primo interporto in Italia per volumi di traffico combinato di merci, dove ha sede anche Veronamercato, tra i maggiori centri agroalimentari in Italia. Da Verona passa buona parte dell’ortofrutta che poi finisce sugli scaffali dei supermercati in Europa. Allo stesso modo, Verona è un importante hub per tutta l’ortofrutta di FRUITBOOKMAGAZINE
importazione. Tra queste ultime sicuramente la Spagna, che rappresenta il maggior produttore ed esportatore di ortofrutta del continente. Tutto questo per spiegare come mai scegliere Verona, per fare logistica e servizio, può dare degli indubbi vantaggi a quei gruppi che poi l’ortofrutta devono fornirla alla GDO. 100 anni di esperienza. Gruventa Italia è stata fondata nel 2015 proprio a Verona come piattaforma logistica al servizio della grande distribuzione italiana, canale che rappresenta il suo core business. Daniele Bagnara, Antonino Agosta e Andrea Incardona sono le figure di riferimento che guidano l’azienda: messi insieme sommano circa 100 anni di esperienza nella commercializzazione di ortofrutta. I prodotti arrivano dalle aree più vocate d’Europa: Spagna, Italia, Marocco e Olanda, ma anche Francia, Belgio e Polonia. Con i produttori l N.45 l NOVEMBRE 2023
Foto: NextVideoProduction.com
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partner si fanno programmi precisi, in modo da non far mai mancare la merce. Per questo Gruventa Italia ritira anche la merce di seconda, che viene solitamente valorizzata attraverso Veronamercato, dove l’azienda ha la sua sede operativa. Con i produttori si decidono le coltivazioni da mettere a dimora e le tecniche colturali, i trattamenti fitosanitari e i tempi di raccolta, il confezionamento e la strategia commerciale. Per questo l N.45 l NOVEMBRE 2023
Daniele Bagnara, Antonino Agosta e Andrea Incardona sono spesso in viaggio per l’Europa e il Nord Africa per avere il contatto diretto con la produzione. Sono circa 20 gli articoli trattati, soprattutto ortaggi, tutto l’anno, ma anche agrumi, frutta estiva e fragole. L’origine più rilevante in termini di volumi è la Spagna, al secondo posto c’è l’Italia. Nel 2022 il fatturato è stato di 24 milioni di euro. Servizio al top e prezzo corretto. “Siamo bravi a soddisfare le esigenze dei clienti, fornendo i prodotti con il corretto rapporto quaFRUITBOOKMAGAZINE
La sede operativa di Gruventa Italia si trova a Veronamercato, tra le più grandi piattaforme logistiche italiane per l’ortofrutta, grazie alla posizione geografica unica. “Abbiamo una sala dedicata al controllo qualità di ogni singolo collo, per garantire ai clienti della grande distribuzione che la merce arrivi sempre in ordine”, ci spiega Daniele Bagnara, nella foto sotto al centro. Alla sua destra Andrea Incardona, alla sua sinistra Antonino Agosta. Daniele Bagnara ha una più che trentennale esperienza nel settore ortofrutticolo e nel curriculum c’è anche il Gruppo Bocchi.
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lità / prezzo e senza mai far mancare la merce. Piuttosto di farla mancare siamo disposti a rimetterci”, ci spiega Daniele Bagnara di Gruventa Italia, che siamo stati a trovare un pomeriggio poco prima di Ferragosto. Dagli uffici del primo piano erano ben visibili i tanti pallet pronti per essere inviati ai vari ce.di. dei gruppi distributivi serviti del Centro - Nord Italia. “Gli ordini arrivano la mattina, in poche ore prepariamo i pallet misti, dopo aver accuratamente controllato la merce in una sala con personale dedicato, e tra il pomeriggio e la sera dello stesso giorno andiamo in consegna, AxA. Il controllo qualità è tra gli elementi che ci contraddistinguono. Prendiamo l’esempio delle fragole spagnole: in piena campagna movimentiamo migliaia di colli ogni giorno e controlliamo ciascuno di essi per assicurarci di consegnare merce in orFRUITBOOKMAGAZINE
dine. Il cliente alza il telefono alla mattina, ci fa l’ordine di fragole spagnole, noi consegniamo lo stesso giorno, AxA. I resi per problemi di qualità sono una rarità. Il gruppo distributivo italiano potrebbe rivolgersi direttamente al produttore spagnolo? Sì, ma non potrebbe mai avere questo servizio, i tempi di consegna sono almeno AxB e il trasporto può incidere su un frutto così delicato”. La soluzione vincente. Gruventa Italia apre alle 3:30 della mattina e chiude quando va bene alle 19:00, quando serve anche all’1:00 di notte. “Negli anni abbiamo acquisito diversi clienti - dichiara Daniele Bagnara - grazie al nostro servizio a valore aggiunto. La piat-
taforma più a sud che serviamo oggi si trova a Roma. Avevamo provato anche a fare la Sicilia ma la logistica era penalizzante, quindi abbiamo preferito rinunciare. Quest’anno prevediamo di raggiungere i 35 milioni di euro di fatturato”. Ogni giorno Gruventa Italia muove 8-10 mila colli di ortofrutta. Tra il venerdì e il sabato si raggiungono picchi anche di 20 mila colli giornalieri, a seconda del periodo dell’anno. Senza considerare l’attività commerciale svolta nel Mercato all’ingrosso di Verona per la merce di seconda. Uno dei periodi più intensi, ad esempio, è quello delle fragole spagnole. La Spagna rappresenta, come scrivevamo, la prima origine dell’ortofrutta commercializzata da Gruventa Italia. “Il nostro lavoro è valorizzare l’ortofrutta coltivata dai nostri produttori partner - precisa Daniele Bagnara - ovunque essi si trovino. Nonostante le indagini di mercato segnino l’origine come uno dei principali driver d’acquisto, per l’esperienza diretta che abbiamo maturato possiamo dire che, soprattutto in questo periodo, vincono il rapporto qualità / prezzo e la bontà di ciò che viene messo nel carrello, un requisito fondamentale per fidelizzare il cliente. Per raggiungere questo risultato, la soluzione vincente si raggiunge con un mix di origini in continua evoluzione ed è su questo che ci siamo specializzati negli anni”.
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Donne dell’Ortofrutta: Gullino: «Più coraggio per un cambiamento nel settore» La nostra intervista a Maria Carola Gullino, neo presidente de Le Donne dell’Ortofrutta Carlotta Benini
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Costi di produzione alle stelle, carenza di manodopera e sconvolgimenti climatici: il settore ortofrutticolo è sotto scacco. Questo può fare paura, ma occorre andare avanti. “È tempo di alzare il tono di voce ed essere più audaci e coraggiose, per fare da traino al cambiamento”: Carola Gullino, neo presidente delle Donne dell’Ortofrutta, racconta obiettivi e sfide future dell’associazione e lancia un appello per l’empowerment al femminile Si è svolta il 22 e 23 settembre scorso nelle Marche l’assemblea annuale dell’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta, prima e ad oggi unica realtà associativa in Europa delle professioniste del settore, che si sono ritrovate nella provincia di Ascoli Piceno per fare il punto sull’attività svolta nel corso dell’anno e per condividere nuovi obiettivi e progetti, che spaziano tra comunicazione, innovazione, produzione e consumo. A lanciare un appello sull’empowerment al femminile è stata Maria Carola Gullino, managing director della Gullino Srl di Salluzzo (Cuneo), da sei mesi alla guida dell’associazione come presidente. L’imprenditrice piemotnese ha preso il testimone da Alessandra Ravaioli che delle Donne dell’Ortofrutta è stata la mente e la prima promotrice - e oggi ha il compito di traghettare questa realtà verso nuove sfide. FRUITBOOKMAGAZINE
Cresciuta nell’ortofrutta ai piedi del Monviso. Laureata in economia aziendale, dopo alcune esperienze lavorative esterne nel 2010 Maria Carola Gullino è entrata a lavorare nell’azienda di famiglia, fondata nel 1969 dal padre Attilio. Specializzata nel bio dagli anni ’90, la Gullino Srl di Saluzzo (Cn) ha aziende agricole in Piemonte e nel Lazio che producono kiwi, mele, susine, pesche e mirtilli e una società commerciale che si occupa della lavorazione e della vendita in Italia, Europa e oltreoceano. Oggi è alla seconda generazione, rappresentata da Carola e dal fratello Giovanni, che hanno il timone in qualità di amministratori delegati.
Come sono stati questi primi sei mesi da presidente? Sono stati mesi molto intensi. Gli inizi sempre un po’ complicati, c’è la burocrazia, ci sono i vari passaggi di consegna: non è facile ricordarsi di tutto. Inoltre l’inevitabile confronto con chi prima di te aveva il testimone porta con sé una certa ansia da prestazione e la paura di non soddisfare le aspettative. Ma le difficoltà iniziali sono state ben presto superate e ora sono contenta di aver accettato questo ruolo, che è un’esperienza molto stimolante che mi sta arricchendo sia dal punto di vista professionale che umano. Mi permette di mettermi in discussione e di superare quelli che spesso, in passato, sono stati dei limiti. E poi mi piace far parte della comunità delle donne dell’ortofrutta, quando ci riuniamo sprigioniamo energia positiva e credo che questo sia percepibile da tutti. Com’è andata la due giorni nelle Marche e cosa è emerso dal confronto con le altre socie? L’assemblea è un importante momento di confronto e di relazione, nonché occasione di conoscere le aziende della regione che ogni anno ci ospita: in questo caso le Marche e l’azienda Orsini & Damiani di Monteprandone (AP). Dalla due giorni nel piceno è emerso che l N.45 l NOVEMBRE 2023
Un focus importante nel 2024 sarà dedicato alla “prevenzione dei femminicidi e della violenza di genere, con una speciale sesta edizione del Premio Danila Bragantini che per la prima volta va oltre l’ortofrutta, rivolto a tutte le imprenditrici, socie e non” Carola Gullino (presidente Le Donne dell’Ortofrutta)
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abbiamo bisogno di incontrarci, di parlarci e di confrontarci maggiormente. Dalle discussioni nascono idee e progetti, per questo abbiamo pensato che il prossimo anno l’assemblea inizierà nel primo pomeriggio, in modo da avere più tempo a disposizione. L’associazione sta crescendo, è in continua evoluzione, e per questo con il passare del tempo stiamo modificando l’operatività. Nuovi obiettivi? Ci occupiamo di ortofrutta e cerchiamo di diffondere la nostra voce attraverso convegni e seminari. Abbiamo tante idee che speriamo di riuscire a condividere con una platea sempre più ampia. Inoltre come associazione vogliamo tutelare il ruolo della donna in ogni ambito, lavorativo e familiare. Credo sia molto importante incontrarsi di persona per creare un legame di fiducia indispensabile per poter collaborare e l N.45 l NOVEMBRE 2023
far crescere l’associazione. A questo proposito sarà importante anche il ruolo delle coordinatrici regionali. E nuovi progetti in vista? Proseguiranno nel corso del 2024 i corsi di formazione e di empowerment femminile, per diffondere una maggiore consapevolezza nelle donne e sensibilizzare su temi quali il rispetto della libertà altrui e la gestione dei momenti di frustrazione e sconfitta. Un focus importante nel 2024 sarà inoltre dedicato alla prevenzione dei femminicidi e della violenza di genere, con una speciale sesta edizione del Premio Danila Bragantini che per la prima volta si apre oltre l’ortofrutta. L’invito è rivolto a tutte le imprenditrici, socie e non: per partecipare occorre presentare un progetto di tipo sociale, comunicativo o relativo alla sicurezza che possa essere un aiuto concreto alla prevenzione dei crimini contro le donne. FRUITBOOKMAGAZINE
Cerchiamo di diffondere la nostra voce attraverso “incontri pubblici. Abbiamo tante idee che vorremmo condividere con una platea sempre più ampia. Inoltre come associazione vogliamo tutelare il ruolo della donna in ogni ambito, lavorativo e familiare ” Carola Gullino (presidente Le Donne dell’Ortofrutta)
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Parlando del settore ortofrutticolo, in che modo le Donne dell'Ortofrutta possono farsi promotrici di un cambiamento? L’ortofrutta - e tutto il settore agricolo in generale sta attraversando un periodo molto complicato. Costi di produzione esagerati, carenza di manodopera e problemi climatici. Credo che tutti possiamo fare qualcosa, ma ci vuole un supporto maggiore da parte delle istituzioni che devono incentivare gli investimenti in innovazione e ricerca e supportare le aziende economicamente. C’è bisogno di programmazione, di una visione strategica d’insieme, di analisi accurate dei terreni e del clima che sta stravolgendo la stagionalità dei prodotti a cui eravamo abituati. Zone che 40 anni fa erano vocate per determinate colture oggi non lo sono più. Siamo di fronte a un cambiamento epocale e il cambiamento come si sa fa “paura”, ma non bisogna restare legati al passato, il cambiamento è in atto e non ci si può fermare. Il settore primario è il settore economico che raggruppa tutte le attività legate allo sfruttamento delle risorse naturali e delle materie prime basilari per la vita degli esseri umani, vogliamo che scompaia? Vogliamo vivere di importazioni o di prodotti sintetici? Io no e non vorrei che i miei figli dovessero farlo un giorno. Per questo c’è bisogno che tutti facciano la loro parte, i lavoratori, le aziende i consumatori e le istituzioni. Come procede la promozione di Fertile? Il docufilm girato dal regista Alessandro Quadretti è stato selezionato per partecipare a nove festival cinematografici nazionali e internazionali, l’ultimo a Cipro a ottobre. Sempre il mese scorso si sono tenute alcune proiezioni in pubblico nel corso del festival dell’agricoltura di San Michele in Puglia e nuove proiezioni si terranno nel corso del 2024, in occasione di fiere, o nelle università, per far conoscere in modo chiaro e diretto ai giovani il nostro settore e avvicinarli al lavoro dell’agricoltore, cercando di trasmettere non solo i dolori ma anche i piaceri e le soddisfazioni che possono arrivare da questo mestiere. Da poco inoltre abbiamo pubblicato Fertile su YouTube, in modo da diffonderlo il più possibile, mentre sugli altri FRUITBOOKMAGAZINE
canali social vengono pubblicate periodicamente delle clip con le interviste alle protagoniste. Un desiderio per l’ortofrutta del domani? La presenza femminile nel settore ortofrutta è molto più diffusa di quanto si possa pensare. Nonostante questo ancora oggi la nostra figura fa fatica a emergere e quando lo fa desta scalpore, o viene comunque percepita come un’eccezione. Ecco cosa vorrei, che fosse la normalità vedere una donna ai vertici aziendali, vorrei che non esistessero più associazioni di genere e che gli uomini non avessero più timore di noi: sì, perché quando sono in minoranza e si trovano davanti il nostro gruppo, si percepisce in tanti il disagio. Vorrei che le donne imparassero davvero a fare squadra e ad appoggiarsi le une alle altre, perché spesso siamo noi stesse a metterci i bastoni tra le ruote. Inoltre quello che mio auspico è una maggiore considerazione da parte delle istituzioni e anche da parte dei consumatori. è un settore fondamentale, il nostro, ed è giusto che ogni attore della filiera venga rispettato e riesca ad avere la giusta soddisfazione e remunerazione che merita.
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Noce di Romagna fiore all’occhiello di New Factor La nostra visita all’Azienda Agricola San Martino e a New Factor Eugenio Felice
Foto: NextVideoProduction.com
Nell’ampio mercato della frutta secca, c’è un esempio virtuoso che non ha eguali in Italia. Si tratta della Noce di Romagna, frutto di un progetto di filiera, chiamato In Noce, che parte dai 500 ettari a noce delle 23 aziende agricole emiliano-romagnole coinvolte, per arrivare a un prodotto finito dalle eccellenti qualità organolettiche, proposto ora anche sgusciato nel pratico bicchiere da 125 grammi. Capofila di tale progetto è la New Factor Spa di Rimini della famiglia Annibali
è il 10 ottobre quando dalla Valpolicella prendiamo l’autostrada in direzione Forlì. Una bella giornata soleggiata, tecnicamente saremmo in autunno ma le temperature in pieno giorno sono ancora ben al di sopra dei 20 gradi e si protendono verso i 30. Alle 9.30 arriviamo presso l’Azienda Agricola San Martino, di proprietà della famiglia Annibali. Un’azienda modello per la produzione delle noci, che crescono su una superficie di ben 75 ettari. Ad accoglierci c’è Francesco Perego, direttore commerciale di New Factor. Mentre ci muoviamo verso un noceto per vedere la fase di raccolta con macchine specifiche - ci sono quelle che scuotono gli alberi e quelle che raccolgono da terra le noci dentro al mallo - incro-
ciamo una scolaresca che sta uscendo dallo stabilimento dove le noci vengono portate per il lavaggio, la smallatura, la selezione con calibratrici di ultima generazione, l’essicazione e il controllo qualità. Ottobre è il mese della raccolta delle noci, in questa parte dell’Emilia -Romagna, ma questo è un anno particolare, in cui le condizioni climatiche avverse e straordinarie si pensi all’inondazione di maggio - determineranno un calo del raccolto stimabile oltre il 30%. La visita è proseguita presso lo stabilimento New Factor di Rimini, dove avviene tutto il confezionamento, azienda nota al consumatore finale per il brand Mister Nut, altamente specializzata nella frutta secca, proposta in numerosi formati anche sotto forma di barrette, e distributore esclusivo in Italia di Wonderful, il più grande brand al mondo di mandorle e pistacchi.
L’Azienda Agricola San Martino si trova a San Martino in Strada di Forlì e possiede 75 ettari coltivati a noceto specializzato intensivo irriguo, con cultivar Chandler, Lara, Howard e Tulare. I primi noceti sono stati piantati nel ’98. Qui si trova anche lo stabilimento New Factor per lo stoccaggio e la lavorazione. Il confezionamento avviene nello stabilimento New Factor di Rimini.
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lenta essiccazione, il giusto grado di umidità, “perLa esaltare il sapore del gheriglio, e l’italianità
sono, e saranno, gli elementi distintivi delle nostre Noci di Romagna, in grado di differenziarle dalla grande moltitudine di offerte presenti sul mercato ” Francesco Perego (direttore comm.le New Factor)
Nella foto, da destra, Alessandro Annibali e Francesco Perego. Sono rispettivamente amministratore delegato e direttore commerciale di New Factor Spa, azienda specializzata nella frutta secca, con 8.000 tonnellate di prodotto lavorato e 40 milioni di confezioni preparate ogni anno. La sede principale è a Cerasolo di Rimini, mentre lo stabilimento dedicato alla Noce di Romagna si trova a Forlì, presso la Azienda Agricola San Martino, di proprietà della famiglia Annibali, visibile dall’alto nella foto della pagina a lato.
Foto: NextVideoProduction.com
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XIX Giornata della Noce. Il cambiamento climatico e gli impatti sulla coltivazione della noce sono stati al centro dell’evento che si è svolto lo scorso 6 ottobre nell’azienda Agricola San Martino di San Martino in Strada di Forlì ed organizzato da New Factor. Operatori ed esperti del settore e rappresentati delle istituzioni si sono incontrati per analizzare la situazione e ragionare insieme su possibili soluzioni e prospettive per il futuro. Colonna portante dell’evento è stato il convegno La Noce di Romagna FRUITBOOKMAGAZINE
e il cambiamento climatico. “La noce di Romagna è un prodotto di alta qualità e continua a ricevere sempre più apprezzamento fra i consumatori”, ha dichiarato Alessandro Annibali, amministratore delegato di New Factor. “La gelata tardiva in primavera, l’inondazione di maggio, la grandinata, la tempesta di vento di luglio, la siccità e l’anomalo caldo autunnale hanno inciso sulla quantità del
raccolo di questa stagione. Prevediamo un calo di almeno il 30% della produzione rispetto alla scorsa stagione con un ritardo nei tempi di raccolta a causa del caldo di queste giornate. Una situazione che, viste le previsioni non incoraggianti sul riscaldamento globale e il clima, comporta la necessità di trovare velocemente nuove soluzioni e strategie. La giornata della noce si conferma quindi come occasione importante al fine di mettere a sistema azioni concrete in piena sinergia fra privato e pubblico”. Fra i temi al centro del dibattito la sostenibilità occupa una posizione importante. Pratiche agricole virtuose sono un valore aggiunto nei processi di produzione e lavorazione della Noce di Romagna. “Ricordiamo che uno studio realizzato nella nostra azienda con l’Università di Bologna, ha evidenziato che un ettaro di noceto, durante il proprio ciclo vitale, evita l’emissione in atmosfera di 32 tonnellate di CO2 influendo positivamente sulla salubrità dell’ambiente”, ha sottolineato Jasmina Annibali, responsabile marketing e comunicazione di New Factor. “In un’ottica di economia circolare abbiamo avviato un investimento che servirà a riutilizzare gran parte dell’acqua utilizzata nel processo di prima lavorazione delle noci fresche, la smallatura. Inoltre, abbiamo avviato un percorso per il riutilizzo dei gusci in altri ambiti e in chiave di sostenibilità abbiamo inaugurato un nuovo impianto di confezionamento per le noci sgusciate che ci l N.45 l NOVEMBRE 2023
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ettari coltivati
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varietà principali: Lara e Chandler
permetterà di utilizzare bicchieri in rPET riciclato e riciclabile. L’azien-da agricola San Martino, di proprietà della famiglia Annibali, da un anno si è certificata GlobalGAP per l’adozione di buone pratiche agronomiche nel massimo rispetto dell’ambiente e della salute del cittadino, per la produzione di noci di Romagna, e New Factor ha ottenuto la certificazione di custodia GlobalGAP”. “Come ogni ottobre sale giorno dopo giorno il fermento per l’avvio della nuova campagna commerciale, che quest’anno, a fronte della minore quantità di noci, si presta a essere particolarmente frizzante”, ha evidenziato Francesco Perego, direttore commerciale di New Factor. “Per la stagione entrante continueremo a puntare molto sul confezionato, sia a marchio Noci di Romagna sia con marchi del distributore, in modo da valorizzare appieno il valore aggiunto della filiera nazionale. La lenta essiccazione, il giusto grado di umidità per esaltare il sapore del gheriglio e l’italianità sono, e saranno, gli elementi distintivi del nostro prodotto, in grado di differenziarlo dalla moltitudine di offerte presenti sul mercato”. Nel corso della XIX Giornata della Noce è intervenuto anche l’agronomo di fama internazionale Federico López Larrinaga, che ha tracciato le prospettive e le possibili tecniche da adottare per combattere il cambiamento climatico in atto. Nella giornata è stato anche presentato il nuovo numero della Ril N.45 l NOVEMBRE 2023
aziende agricole coinvolte
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magazzino di confezionamento: New Factor
regione interessata: l’Emilia-Romagna
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delle X umidità noci vs. quelle importate
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Foto: NextVideoProduction.com
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IL PROGETTO DI FILIERA IN NOCE IN NUMERI
vista della filiera italiana della noce di New Factor, uno strumento per conoscere il mondo della noce in tutti i suoi aspetti. La Noce di Romagna si produce nell’ambito del progetto di filiera In Noce caratterizzato dalla collaborazione fra 23 aziende agricole emiliano-romagnole, per un totale di 500 ettari
coltivati. Il progetto, di cui è capofila New Factor, storica azienda riminese alla costante ricerca delle migliori materie prime che trasforma utilizzando tecniche altamente innovative, offre un percorso che va dal campo, alla lavorazione, fino al confezionamento e al posizionamento a scaffale delle noci. FRUITBOOKMAGAZINE
Mammut rappresenta una selezione di pistacchi, mandorle e anacardi dal calibro particolarmente grande e di altissima qualità. Provengono dalla collaborazione di lunga data di New Factor con i migliori fornitori globali certificati che garantiscono standard elevati continuativi. La linea Mammut è proposta in bicchieri di plastica riciclata e riciclabile rPET studiati per dare risalto all’elevata qualità dei frutti contenuti. Nella foto sotto, la linea Noci di Romagna nel bicchiere rPET da 125 grammi e nei più tradizionali pack da 125 (sgusciate) e 500 grammi (con guscio).
Foto: NextVideoProduction.com
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Il bicchiere. La Noce di Romagna, frutto del progetto di filiera In Noce, è il prodotto di punta della proposta New Factor, un esempio di eccellenza del made in Italy che grazie alle sue caratteristiche distintive riesce a spuntare prezzi a scaffale sensibilmente superiori rispetto alle noci di importazione. A distribuzione e consumatore finale sono garantite un’esperienza ventennale e il controllo dell’intera filiera, dai noceti di proprietà fino al confezionamento. Le migliori pratiche agronomiche e le più evolute tecnologie di essicazione e lavorazione assicurano qualità organolettiche superiori. “L’umidità della Noce di Romagna è mediamente su valori doppi rispetto a FRUITBOOKMAGAZINE
una noce di importazione. Questa caratteristica dona alla noce una diversa consistenza e un aroma più intenso”, ci spiega Francesco Perego, direttore commerciale di New Factor. La Noce di Romagna viene raccolta in autunno e proposta per dodici mesi l’anno, fino ad esaurimento scorte. “Quest’anno precisa Perego - difficilmente avremo il prodotto per 12 mesi, avendo un raccolto più basso a causa delle avversità climatiche. Siccità prolungata, temperature anomale, fenomeni estremi, insetti alieni dannosi, malattie fungine, riduzione
dei principi attivi ammessi, sono tutte avversità cui dobbiamo costantemente confrontarci”. Tra le novità della campagna 2023 -2024 della Noce di Romagna c’è il bicchiere, una confezione da 125 grammi per il prodotto sgusciato, utilizzata anche su altre linee di New Factor. “Si tratta di una novità assoluta nel mercato della frutta secca, studiata per dare risalto all’alta qualità delle noci contenute, la chiusura con peel-off e atmosfera modificata ne garantisce la freschezza, con attenzione alla sostenibilità grazie all’utilizzo di plastica riciclata e riciclabile rPET con il minor spessore possibile”.
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Carmelo Arrigo: «Vi spiego i plus di Fresón de Palos» Continuano gli investimenti nella sostenibilità ambientale e sociale Eugenio Felice
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Fresón de Palos è il maggiore produttore d’Europa di fragole. Abbiamo chiesto al responsabile commerciale per il mercato italiano, Carmelo Arrigo, di darci qualche anticipazione sulla campagna 2024. I volumi potrebbero essere penalizzati dalla siccità e dalle limitazioni che le amministrazioni locali hanno posto alle irrigazioni. Le vendite sul mercato italiano dovrebbero iniziare verso metà dicembre, grazie a una nuova varietà precoce dalle eccellenti qualità organolettiche “La campagna 2023 si è conclusa con un calo di produzione di circa il 12% dovuto a una combinazione di alti e bassi climatici: un forte freddo a inizio anno ha rallentato la produzione e un caldo eccessivo nel mese di aprile che ha avuto un impatto negativo sulla stessa. Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre di quest’anno abbiamo iniziato a piantare le fragole di una varietà precoce, dalle eccellenti quasslità organolettiche, quindi la campagna 2024 potrà partire già alla fine di quest’anno e durerà fino a giugno circa”, ci spiega Carmelo Arrigo, che da marzo 2023 è il responsabile commerciale Italia di Fresón de Palos. “Va sottolineato che il rinnovamento varietale su cui ci concentriamo oggi è quello che meglio si adatta alla situazione climatica, un chiaro impegno per l’innovazione attraverso il monitoraggio costante dei diversi programmi varietali nei nostri campi prova. Una ricerca incessante verso nuovi progressi che ci permette di continuare a ottenere le piante che meglio si adattano, in ogni momento, sia alle esiFRUITBOOKMAGAZINE
genze dei nostri clienti, nei diversi mercati, sia ai cambiamenti climatici in atto”. “La situazione per la prossima campagna, ormai alle porte - specifica il responsabile commerciale Italia di Fresón de Palos - appare complicata in termini di volumi di produzione. La motivazione è sostanzialmente riconducibile alle risorse idriche: il cambiamento climatico ha determinato una siccità che influisce sulle coltivazioni perché le amministrazioni locali hanno stabilito delle limitazioni alle irrigazioni. Meno irrigazioni si traducono in minori produzioni. Ciò nonostante, la previsione è che arriveremo con le fragole sul mercato italiano dalla fine dell’anno, probabilmente dalle settimane 51-52, anche se tutto dipenderà dall’evoluzione delle condizioni meteorologiche”. “Per questa nuova campagna avremo diverse novità che ci permetteranno di promuovere il consumo in l N.45 l NOVEMBRE 2023
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diversi momenti della stagione, come San Valentino con un design del packaging adattato al periodo più romantico dell’anno oltre a una promozione incentrata sui consumatori più piccoli con i protagonisti dei cartoni animati, seguendo la linea delle precedenti campagne in cui abbiamo collaborato con marchi molto conosciuti come Disney o Minions e che speriamo possano ripetere il grande successo ottenuto negli anni passati”. l N.45 l NOVEMBRE 2023
I punti di forza. “Fresón de Palos è il principale produttore di fragole in Europa, con quasi 70.000 tonnellate di frutta all’anno. Inoltre commenta Carmelo Arrigo - controlliamo il processo dall’inizio alla fine, a partire dai nostri vivai, dalla semina nei campi dei nostri soci, alla cura nella raccolta, alla manipolazione, la conservazione a freddo e nella logistica fino alle piattaforme dei nostri clienti. Il tutto, supportato da una qualità capace di deliziare i palati più esigenti. Infatti, selezioniamo ogni frutto solo nel punto di raccolta ottimale e secondo un rigoroso proFRUITBOOKMAGAZINE
Con una produzione di quasi 70 mila tonnellate “all’anno di fragole e piccoli frutti, Fresón de Palos è
il maggiore produttore di fragole in Europa. Dai vivai alla logistica, controlliamo il processo dall’inizio alla fine, con grande attenzione alla sostenibilità ” Carmelo Arrigo (resp. comm.le Italia Fresón de Palos)
Carmelo Arrigo (cmarrigo@fresondepalos.es)
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tocollo di qualità sul campo e nelle nostre strutture. Tutto questo nel rispetto delle certificazioni più esigenti presenti sul mercato. La produzione sostenibile è un’altro dei nostri plus. Ci prendiamo cura della nostra impronta idrica e di carbonio per produrre la nostra frutta nel modo più sostenibile possibile, riducendo anche l’uso della plastica e creando progetti di economia circolare. E infine non dobbiamo dimenticare che siamo una cooperativa con 150 soci e più di 40 anni di vita. Non siamo un fondo di investimento e non dipendiamo da nessuno: siamo proprietari dei nostri terreni, dei nostri frutti e della nostra cooperativa”. FRUITBOOKMAGAZINE
La notorietà del brand. “Il prodotto che vendiamo, la fragola, potrebbe essere classificato come una commodity, cioè un frutto difficilmente differenziabile dalle fragole di altri produttori. Tuttavia, fin dall’inizio, Fresón de Palos ha marcato una differenza molto importante con il resto dei suoi concorrenti, basata su un marchio molto conosciuto in tutto il mondo che, grazie al lavoro di marketing e pubblicità, ha ottenuto il riconoscimento e la consapevolezza del marchio da parte dei consumatori
finali. Tutto questo, supportato, ovviamente, da una qualità squisita in grado di convincere il consumatore più esigente e da un impegno per la sostenibilità dei processi e la cura per l’ambiente”, sottolinea Arrigo. Nielsen è la società di consulenza leader a livello mondiale per ricerche e analisi di mercato. Nel 25. esimo Congresso Ortofrutticolo dell’AECOC, tenutosi a Valencia il 6 e 7 giugno 2023, ha presentato una analisi intitolata “Il mercato dei consumatori e dell’ortofrutta” realizzata dal suo retailer services manager José Ramón Díaz. In esso è stato evidenziato che il 48% dei consumatori preferisce acquistare l N.45 l NOVEMBRE 2023
La diversificazione è una parte fondamentale del presente e del futuro di Fresón de Palos. L’obiettivo come produttori e commercianti non è solo quello di somministrare un prodotto di qualità e sostenibile ai clienti, ma anche quello di diventare il fornitore di riferimento di frutti di bosco durante tutto l’anno. Per questo Fresón de Palos sta avanzando continuamente con indagini e ricerche di varietà che le permettono di estendere il calendario produttivo praticamente a tutto l’anno, tanto per le fragole quanto per i mirtilli che per lamponi e more.
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prodotti di un marchio noto nella categoria frutta. Tra questi, i primi 5 marchi riconosciuti dai consumatori includono Plátanos de Canarias, Zespri, Fresón de Palos, Bollo e Marlene. Senza dubbio, un grande riconoscimento che evidenzia la necessità di differenziarsi in un mercato sempre più esigente”. La sostenibilità. “Fresón de Palos, nella sua politica di impegno nell’offrire ai propri clienti un prodotto di qualità, nella sua sensibilità per la protezione dell’ambiente e nella sua insistente preoccupazione per la sicurezza alimentare spiega Arrigo - è soggetto a una serie di normative che contribuiscono a questo scopo, come le certificazioni: IFS, GlobalGAP, Spring, Grasp. La sostenibilità non è un concetto vuoto per Fresón de Palos. Per quanto riguarda l’uso dell’acqua, attraverso il modulo GlobalGAP Spring garantiamo che il 100% dei nostri soci facciano un uso sostenibile delle risorse idriche applicando efficacemente un programma di irrigazione sostenibile che riduce al minimo la nostra impronta idrica”. Un altro pilastro - continua il responsabile commerciale Italia di Fresón de Palos - della sostenibilità per la cooperativa è il controllo biologico. è il metodo di disinfestazione prioritario della cooperativa, con l’obiettivo di evitare trattamenti con pesticidi di origine chimica, rispettando i requisiti dell’Unione Europea del 2030. Continuiamo con un altro punto fondamenl N.45 l NOVEMBRE 2023
tale della nostra sostenibilità che prevede la riduzione della plastica. Lavoriamo costantemente per ridurre l’uso della plastica prodotta dalle serre nelle aziende agricole dei nostri partner (oltre il 30% nelle ultime due campagne) e per la riduzione della plastica nei nostri imballaggi. E, ultimo ma non meno importante, l’economia sociale. Il nostro modello di business è quello della cooperativa sociale attraverso l’integrazione dei produttori agricoli”. “Promuoviamo le buone pratiche sociali sul campo - conclude Arrigo
- attraverso il componente aggiuntivo GlobalGAP Grasp, che garantisce il nostro impegno per la salute, la sicurezza e il benessere dei lavoratori poiché le buone pratiche agricole non si concentrano solo sui prodotti, ma anche sulle persone. E, ancora, con il Prelsi, il piano di responsabilità etica, lavorativa, sociale e di uguaglianza di Interfresa, l’Associazione Interprofessionale delle Fragole, che risponde all’esigenza di comprensione, assistenza e promozione di buone pratiche per elevare il benessere socio -lavorativo di tutte le parti che partecipano alla campagna dei frutti rossi all’interno della cooperativa”.
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Stagioni e stagionalità stanno mutando, le promo devono adeguarsi Nella prima metà di ottobre non si era mai rilevato un caldo così persistente Anna Parello - consulente di marketing e comunicazione per l’ortofrutta
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Cambiano le stagioni: nel mese di ottobre si è registrato un caldo record, con temperature sopra i 30 gradi in diverse città italiane. Cambia anche la stagionalità, per effetto delle importazioni e dell’innovazione, ma anche per via dello stesso cambiamento climatico. Ma allora bisogna cambiare anche le attività promozionali: che senso hanno volantini con offerte sulle castagne in un ottobre con 30 gradi? Perché il clima influenza la produzione ma influenza in egual misura anche il consumo “Non esistono più le stagioni!” quante volte e da quanti anni sentiamo questa affermazione. I 30 e passa gradi registrati nella maggior parte delle città italiane nella prima metà di ottobre non fanno che confermare questo adagio. Inutile dire qui ad un pubblico di operatori del settore che aumentano i giorni di caldo estivo e diminuiscono quelli di freddo invernale e provare ad elencare le cause. Forse è meno inutile ricordare che non esiste più neanche la stagionalità dei prodotti ortofrutticoli e non da ora. Ha senso continuare a parlare di stagione delle mele o dei broccoli? Forse per alcuni prodotti, collegando la stagionalità all’origine, come nel caso dei kiwi, ma poi ecco che arriva il brand italiano presente 12 mesi l’anno col prodotto d’oltreoceano o quello d’oltreoceano che per 7-8 mesi commercializza prodotto coltivato in Italia. Quanti responsabili acquisti sono così attenti da controllare l’origine, oltre al prezzo, alla freschezza e a tutto il resto? Ha senso entrare in un punto vendita e trovare cartellonistica che cerca di incaselFRUITBOOKMAGAZINE
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Penso che in futuro, lato distribuzione, sarà pre“miato chi saprà aggiornare il calendario delle pro-
mozioni, lavorando in stretto raccordo con i fornitori e chi sposterà il più possibile le offerte dal classico volantino istituzionale alle offerte spot settimanali ” Anna Parello (consulente marketing e comunicazione)
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lare frutta e verdura nelle quattro stagioni? Che utilità ha una tale informazione per le persone, se poi trovano quasi tutto quasi sempre sui banchi di vendita? Basti pensare alle fragole, disponibili ormai quasi 12 mesi l’anno sempre con origine Italia, ai meloni, alla zucca, ai broccoli… La stagionalità dell’ortofrutta sta diventando sempre più un nonsense, non solo per effetto del cambiamento climatico che altera i ritmi delle piante e i tempi della raccolta, ma anche grazie alla lunghezza del nostro Paese che può vantare areali produttivi con scalarità di maturazione, alle importazioni da altri emisferi, all’innovazione varietale, l N.45 l NOVEMBRE 2023
che proprio sull’anticipo e sul ritardo di maturazione e di raccolta tanto ha puntato, e alla tecnologia produttiva (si pensi a serre e vertical farming). A puntare il dito sull’uso inappropriato del termine stagionalità nel reparto ortofrutta è stata Manuela Soressi, giornalista professionista per il Sole 24 Ore, esperta di food & beverage, che giustamente in un recente articolo ha invitato gli operatori del settore a riscrivere “l’agenda dell’ortofrutta destinata ai consumatori finali”. Specifiche-
rei che all’invito sono chiamati, oltre a produttori e distributori, anche chi si occupa di marketing e comunicazione. Al di là del recente uso di una pesca in uno spot pubblicitario in un momento molto vicino alla fine della campagna, bisogna fare attenzione anche nelle indagini di mercato, perché che senso ha per esempio continuare a inserire la stagionalità tra le variabili nei sondaggi consumer? Si sa che la domanda orienta e a volte devia la risposta. Le domande devono essere aggiornate alla situazione di oggi, non allo scenario di 20 anni fa, altrimenti si alimenta indirettamente una informazione non del tutto corretta. FRUITBOOKMAGAZINE
Il commento: “ Le promozioni di castagne con 30 gradi hanno senso, perché i mercati ne sono pieni e il prezzo è molto accessibile per via del caldo e del poco consumo. D’altronde un’offerta su meloni e pesche si può fare in ottobre senza prodotto? ” Alessandro Andretta (fondatore Ale Fresh Market)
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Ma se le stagioni non esistono (quasi) più e la stagionalità dei prodotti è molto cambiata e andrebbe riscritta, bisogna cambiare anche le promozioni! Che senso leggasi che effetto sulle vendite hanno volantini con offerte sulle castagne in un ottobre con 30 gradi? Vedo foto di bellissime esposizioni con i prodotti tipici autunnali, come castagne, zucche, melagrane, uva. Bene per gli ultimi due prodotti, ma chi consuma calde arrosto o risotto alla zucca con temperature quasi estive? Vero che le persone saranno stufe di capresi e insalate di riso, ma forse la spinta di tali iniziative su vendite e consumi sarebbe molto magFRUITBOOKMAGAZINE
giore tra un paio di settimane con le temperature tornate nella norma. So bene che occorre programmazione sia per le offerte, che per le esposizioni scenografiche, ma l’ortofrutta è “viva” e più di altri prodotti è influenzata dall’andamento meteorologico, sia lato produzione, sia lato consumi. A tal proposito, sottolineo che dare uno sguardo alle previsioni meteo è strategico anche per le attività promozionali guidate da promoter. Chiaro che, se nevica, non ci sarà molto afflus-
so di pubblico né in un supermercato, né in un Mercato ortofrutticolo all’ingrosso, così come in questi weekend caldi e soleggiati, in cui le persone approfittano per gite fuori città. Chiaro che, se la primavera è fredda e piovosa, la propensione all’acquisto, per esempio, di fragole non sarà alta neanche se qualcuno ti fa assaggiare un buon prodotto. Anche per le in store promotion, dunque, può essere utile ri-programmare l’attività per aumentarne il ritorno economico. Penso che in futuro, lato distribuzione, sarà premiato chi saprà aggiornare il calendario delle promozioni, lavorando in stretto raccordo con i fornitori, e chi sposterà il più possibile le offerte dal volantino istituzionale (strumento rigido) alle offerte spot settimanali per essere più aderente alla reale disponibilità di mercato del prodotto in promo, all’andamento meteo e dunque alla sua maggior potenzialità di acquisto / consumo. E ovviamente sarà premiato chi saprà comunicare meglio il valore dell’ortofrutta, che è molto più di mera convenienza di prezzo e stagionalità. Ciò vale sia per i retailer, sia per i produttori, che faticano a trovare un linguaggio nuovo, capace di trasferire in maniera efficace i tanti plus del paniere di prodotti e la realtà della filiera ortofrutticola ai consumatori. Che sia il caso di trovare ispirazione nel mondo della moda, abituato a cimentarsi col cambio di stagione?
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Kilometro Verde, il vertical farming non è più nicchia Inaugurata il 6 ottobre la vertical farm di Verolanuova (BS) Eugenio Felice
Un nuovo attore entra nelle insalate da vertical farming. E che attore. Si tratta di Kilometro Verde di Giuseppe Battagliola, già fondatore, assieme al fratello Domenico, di La Linea Verde, tra le aziende leader della quarta gamma in Italia. La nuova vertical farm si trova a Verolanuova (BS) in una ex fabbrica dismessa ed entrerà a regime entro Natale. All’inaugurazione hanno partecipato il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini e il presidente Coldiretti Ettore Prandini
è stata inaugurata il 6 ottobre a Verolanuova (BS) la vertical farm di Kilometro Verde dedicata alla produzione dell’insalata Petali, prodotto pronto al consumo definito “rivoluzionario” nel panorama italiano per la durata, il gusto e la croccantezza decisamente superiori alla media, coltivato utilizzando una tecnologia innovativa a zero impatto ambientale. L’entrata in funzione vera e propria dello stabilimento è programmata entro Natale 2023, mentre ora la produzione destinata ad alcuni supermercati selezionati viene dal laboratorio di Manerbio (BS). La vertical farm di Kilometro Verde, definita “la più grande d’Europa per metri quadrati coltivati”, si configura come una nuova frontie-
ra dell’agricoltura sostenibile, un complesso indoor dove le colture crescono in verticale in strutture chiuse in un habitat completamente controllato, senza l’impiego di fitofarmaci. La vertical farm di Kilometro Verde è totalmente automatizzata, si basa sulla coltura fuorisuolo indoor, che fa leva su valori quali sostenibilità, salvaguardia dell’ambiente, etica e salubrità. L’idroponica consiste nella coltivazione delle piante fuori suolo, ovvero senza terra e grazie all’acqua, nella quale vengono aggiunti sali minerali che apportano nutrienti alle piante. Questa tecnica di coltivazione permette un notevole risparmio energetico e idrico. Attraverso la coltura idroponica le piante hanno il giusto nutrimento e viene assicurata la salubrità del prodotto. La qualità è garantita per tutto l’anno, non essendo il prodot-
Le insalate da vertical farm sono considerate ideali per la GDO, come spiegato da Vitangelo Di Pierro di AgeonTech durante l’inaugurazione di Kilometro Verde: “Il fuori suolo garantisce maggior produttività e migliore qualità, costante per tutto l’anno, una shelf life nettamente superiore rispetto alle isalate di quarta gamma tradizionali, assenza di pesticidi e corpi estranei”.
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La vertical farm di Verolanuova (BS) produrrà Petali, una linea esclusiva di ortaggi a foglia, pronti al consumo, da alcuni mesi in fase di test presso alcuni supermercati selezionati. Viene denominata insalata teen leaf di calibro medio, con foglia più spessa, asciutta, consistente e molto croccante. Nella foto sotto, il taglio del nastro da parte di Giuseppe Battagliola, al centro, nel corso dell’evento di inaugurazione della vertical farm di Verolanuova lo scorso 6 ottobre, cui ha partecipato attivamente anche il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
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to soggetto a variazioni climatiche, come pure la freschezza, grazie ai pochi minuti che trascorrono dal momento della raccolta a quello del confezionamento. Elemento distintivo è la possibilità di coltivare in qualsiasi area, sia essa inadatta alla coltivazione tradizionale o addirittura dismessa e abbandonata, come per esempio la superficie su cui sorge Kilometro Verde, che ha riqualificato la sede di Agiesse, storica azienda di abbigliamento sportivo. Inoltre, la collocazione dell’impianto in prossimità dei centri urbani rende la produzione virtualmente a chilometro zero. Decisivo l’utilizzo dell’illuminazione artificiale con kilometri di lampade led - 15 milioni di led si è detto nel corso dell’evento di ottobre - che costituisce anche l’investimento più importante delle vertical farm. FRUITBOOKMAGAZINE
Petali: l’insata che non c’era. La vertical farm di Verolanuova (BS) produrrà Petali, una linea esclusiva di ortaggi a foglia, pronti al consumo. Un’insalata teen leaf di calibro medio, con foglia più spessa, asciutta, consistente e molto croccante. Nasce da un seme non trattato e da un processo controllato in tutte le sue variabili. Per sua natura questa tipologia di prodotto non necessita di lavaggio, e quindi la foglia non subisce i conseguenti danni meccanici che ne deriverebbero. Il confezionamento è immediato, subito dopo il taglio, così il prodotto rimane fresco e buono per più tempo, migliorando la shelf life, ovvero la durata sullo scaffale, che è sorprendente.
Giuseppe Battagliola, fondatore di Kilometro Verde, con una pluriennale esperienza maturata nel settore della quarta gamma in ambito ortofrutticolo, ha così commentato: “Siamo emozionati e orgogliosi di presentare un progetto così rivoluzionario e innovativo, che nasce da un punto fermo. Si può fare innovazione nel settore agri-food in modo sostenibile, qualitativamente eccellente e focalizzato sui desideri ed esigenze del consumatore di oggi. Consapevole, etico, attento all’ambiente. Petali è tutto questo e anche di più. L’insalata del presente e del futuro. Un vero prodotto di qualità che unisce forma e gusto”. Il progetto ha già ricevuto l’interesse di importanti soggetti finanziari e industriali. Kilometro Verde ha avuto fin dall’inizio l’obiettivo di essere affiancata in questo progetto da partner istituzionali di livello, e ha trovato in Ismea Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare - un interlocutore fondamentale. Kilometro Verde ha infatti partecipato con successo a un bando dedicato alle start-up indetto da Ismea, che ha portato lo scorso febbraio a un investimento in Kilometro Verde di 6 milioni di euro con la sottoscrizione di un aumento di capitale e l’erogazione di un prestito obbligazionario convertibile per la durata di 8 anni, a fronte di un progetto di investimento di complessivi 19 milioni di euro.
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KiKoKà, il kiwi giallo globale di Rivoira è pronto a conquistare i mercati Le varietà selezionate piacciono ai produttori essendo produttive e resilienti a moria e batteriosi Eugenio Felice
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Si chiama Kikokà il kiwi giallo di cui Rivoira Group ha la masterlicense a livello globale. Il brand ideato da Robilant è stato svelato a Madrid il 4 ottobre nel corso della fiera Fruit Attraction. Un brand colorato e fresco, che identifica, come per il progetto Samboa per le mele, non una singola varietà ma più varietà dalle caratteristiche simili. Quella in corso è la prima stagione commerciale, con 450 tons di prodotto raccolto. Kikokà sarà disponibile tutto l’anno, grazie all’Emisfero Sud Dopo la presentazione del progetto lo scorso maggio a Macfrut, è stato svelato a Madrid, il 4 ottobre in occasione di Fruit Attraction, il nuovo brand Kikokà che identificherà nel mondo i kiwi di cui Rivoira Group ha la masterlicence globale. Un progetto ambizioso, con produzioni in entrambi gli Emisferi e disponibilità per dodici mesi l’anno, grazie all’elevata conservabilità che contraddistingue le varietà selezionate. Due per ora, ma ce ne sono altre sei in fase di test, di cui una a polpa arancione e gusto che richiama il mango. Parliamo di kiwi dalle caratteristiche top, per quanto riguarda la sostanza secca, il grado zuccherino, la succosità e l’aroma, che non potranno che conquistare il consumatore finale. Anche perché, come ha sottolineato il project manager Gerhard Dichgans (al centro, nella foto a lato) durante la presentazione, i kiwi gialli sono un segmento in crescita costante a livello mondiale, grazie alla dolcezza e al valore salutistico. Tanto per dirne una, i kiwi contengono più vitamina C delle arance. FRUITBOOKMAGAZINE
In più sono varietà di kiwi che fanno contenti i produttori, essendo incredibilmente produttive e resilienti a batteriosi e moria, due flagelli che hanno portato la produzione italiana dalle quasi 600 mila tons del 2015 alle 310 mila tons previste per il 2023. Un progetto ambizioso anche nei numeri: se in questa campagna saranno raccolti tra Grecia e Latina 450 tonnellate di prodotto, l’obiet-
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Il grande punto di forza del progetto Kikokà è di “avere due varietà di kiwi giallo di elevata qualità e
a lunga conservazione, il che ci permette di coprire facilmente le vendite fino a metà maggio, come dimostrato dai test fatti nel corso di 2022 e 2023” Marco Rivoira (ceo Gruppo Rivoira)
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tivo è di arrivare a piantare 1.900 ettari in Europa, 500 ettari in Usa, 750 ettari in Cile, 200 ettari in Sudafrica e 50 ettari in Australia. Angelo Ferrara di Robilant (in foto, a destra) - nel portafoglio clienti ci sono nomi importanti come Fiat, Campari, Barilla e Nike - ha spiegato la genesi del brand Kikokà, un brand fresco e colorato che crea empatia ed entusiasma. “Ki” sta per kiwi, “ko” sta per cool, “kà” sta per candy, a richiamare la dolcezza tipica delle caramelle. I frutti saranno proposti sui banchi di vendita sempre pronti al consumo, maturi al punto giusto, un key point fondamentale del progetto. Come ha sottolineato Marco Rivoira (nella foto, a sinistra), ceo di l N.45 l NOVEMBRE 2023
Rivoira Group, “il grande punto di forza della nostra proposta è quello di avere due varietà di alta qualità e a più lunga conservazione, il che ci permette di coprire facilmente le vendite fino a metà maggio, come dimostrato dai test svolti nella scorsa campagna. Lo sviluppo commerciale è in piena attività - ha aggiunto - con 140 ettari piantati nel 2022, 220 ettari nel 2023 e altri 200 ettari previsti per il 2024. Ciò dimostra la grande fiducia che i nostri partner hanno riposto nel progetto”. 1.500 ettari sono stati concessi in Europa a 12 azien-
de: Arta Gold (Arta, Grecia) e Agrihold (Valencia, Spagna), Apo Scaligera (Verona), Clementi (Bolzano), Innatis (Angers, Francia), Kiwi Uno (Cuneo), Peviani (Pavia), Savajols (St.Rambert d’Albon, Francia), Surexport (Siviglia, Spagna), Zeus Kiwi (Katerini, Grecia), Zeoli Fruit (Latina). Anche OP Armonia (Salerno) si è unita al progetto con 50 ettari per la sola produzione bio. Tra i prossimi step c’è la creazione del consorzio europeo, in cui i partner saranno azionisti pro quota sugli ettari autorizzati. Il consorzio sarà l’unico responsabile della commercializzazione di KiKoKà.
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Mela Val Venosta la scienza per dar valore alla frutta Il food pairing per valorizzare al meglio le tante varietà di mele Valentina Bonazza
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Degustare una mela come un sommelier fa con un vino. Laimer: “Con tutte le varietà di mele disponibili oggi, il consumatore può trovarsi spaesato. Per questo abbiamo creato degli strumenti, su base scientifica, con la nutrizionista esperta Chiara Manzi, per orientare il consumatore a compiere la scelta migliore per le sue necessità”. La nuova frontiera è il food pairing, per abbinare sapori e cibi diversi tra loro con equilibrio. Pinzger: “Da qui al 2030 non svilupperemo ulteriori varietà” “Abbiamo constatato come oggi il consumatore acquista le mele secondo tre parametri: il colore del frutto, il fattore promozionale /prezzo e l’abitudine, che a volte per noi può essere anche una buona cosa”, spiega Benjamin Laimer, responsabile marketing di VIP, nel corso di un press tour organizzato nel “paradiso delle mele” il 26 e 27 ottobre. “Oggi in assortimento, come VIP, abbiamo più di 18 tipologie differenti di mele: a ogni consumatore quindi possiamo offrire la mela più adatta a lui. Questa ampia scelta può però creare confusione al consumatore, per questo abbiamo creato degli strumenti per indirizzarlo nella scelta”, sottolinea Laimer. Un esempio sono i totem interattivi in GDO per orientare all’acquisto il cliente, lanciati da VIP, ma a questi si aggiungono altre iniziative che vanno nella stessa direzione: orientare il consumatore per guidarlo in una scelta corretta. Un primo, importante, passo VIP l’ha compiuto il 23 febbraio 2021, con il lancio de La Saporeria. Di fatto si tratta di un nuovo modo di FRUITBOOKMAGAZINE
vedere, selezionare, mangiare le mele. “Quanti di voi sanno che le mele possono contenere circa 300 aromi differenti? Ecco quindi che abbiamo portato avanti un’analisi sensoriale di ogni singola nostra varietà con il supporto della scienziata sensoriale svizzera Christine Brugger, con la quale abbiamo individuato le singole caratteristiche di ogni varietà”, spiega Laimer. Altro passo volto a far conoscere le mele in base alla stagionalità e quindi poterne assaporare anche il gusto, è il progetto avviato da VIP con NaturaSì, volto a far conoscere l‘ampia selezione di mele biologiche della Val Venosta e l’importanza della loro stagionalità. “Ogni varietà di mela ha delle particolarità e un periodo di inserimento a scaffale più adatto a valorizzarne le qualità - sottolinea il responsabile marketing di VIP Benjamin Laimer -. Quindi, dare informazioni per supportare la scelta che tra tutte le nuove varietà risponde di
L’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta viene fondata nel 1990, riunisce sette cooperative e 1.460 frutticoltori (1.170 a produzione integrata, 290 a produzione bio), con 5.200 ettari di terreno per 320 mila tonnellate di mele raccolte mediamente ogni anno. Nella foto sopra le mele varietà club envy pronte per la raccolta in Val Venosta.
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più al gusto del consumatore, è fondamentale. Altrimenti il frutto resta una commodity”. Le mele non si distinguono solo per il loro aroma o croccantezza ma anche per le loro proprietà. In effetti il modo di dire “una mela al giorno toglie il medico di torno” ha dei fondamenti di verità: “La mela è considerata da decenni un superfood. Se le proprietà benefiche di questo frutto vengono abbinate a particolari alimenti, il risultato sarà un l N.45 l NOVEMBRE 2023
concentrato di puro benessere, oltre che di gusto”, fa sapere la dottoressa Chiara Manzi, nutrizionista esperta con la quale VIP ha avviato una collaborazione per l’analisi nutrizionale e l’individuazione dei valori peculiari di ogni singola mela. Si partirà con le varietà tradizionali a marchio Val Venosta: Golden Delicius, Red Delicius, Pinova, Gala, Fuji e Granny. Infatti, le proprietà delle mele, se abbinate sapientemente ad altri alimenti che hanno all’interno altre proprietà, non fanno altro che valorizzarsi in un circolo “virtuoso” di benessere e gusto che aiuta FRUITBOOKMAGAZINE
Benjamin Laimer, responsabile marketing VIP, stringe la mano alla dottoressa Chiara Manzi, fondatrice della prima accademia in Europa di Medicina Culinaria, ambassador social per EFSA, specializzata in nutrizione anti-aging, nonché fondatrice dell’associazione no profit Sicurezza e nutrizione a tavola. Il sodalizio ha come obiettivo quello di studiare l’abbinamento della mela e delle sue proprietà, sia da fresca che cotta, con altri alimenti che potenziano le proprietà e le qualità sia gustative che nutrizionali, per aumentarne così le occasioni di consumo.
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VIP - STIMA RACCOLTA MELE 2023 PER VARIETA’ unità: tons
Golden Delicious Red Delicious Gala Pinova Ambrosia Scilate - Envy Cosmic Crisp Kanzi Fuji SweeTango Jonagold Braeburn Granny Smith Bonita Altre Produzione Bio Industria TOTALE
2021 177.929 34.160 19.984 13.468 7.925 4.531 vedi altre 4.151 4.143 vedi altre 2.560 1.968 1.305 1.159 3.429 49.292 21.419 347.412
anche a non vedere la mela come un semplice frutto da mangiare a merenda “quando si è a dieta”. “Il progetto che sto portando avanti con VIP - conclude la dottoressa Manzi - è volto a studiare l’abbinamento della mela e delle sue proprietà, sia da fresca che cotta, con degli altri alimenti che potenziano le proprietà e le qualità sia gustative che nutrizionali. Il tutto ovviamente con un metodo scientifico che vada a individuare quelle che sono le basi a supporto di questi accostamenti culinari”.
Varietà. Dal 2013 al 2025 le mele club sono cresciute molto in Val Venosta. Infatti, se il 99,7% della produzione al 2013 era composto da mele tradizionali contro uno 0,3% della varietà Kanzi, nel 2019 la percentuale di mele tradizionali si è abbassata al 95,3% lasciando posto per il restante 4,7% a nuovi progetti varietali come Ambrosia, envy, Kissabel, yello, Cosmic Crisp e SweeTango. Entro il 2025 la percentuale di mele club sarà del 16%.
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2022 130.016 30.824 17.172 11.946 8.501 6.019 vedi altre 3.917 3.934 vedi altre 1.230 1.535 691 1.274 4.708 40.116 35.394 297.276
2023 173.201 27.179 18.740 13.828 10.705 6.973 6.544 5.963 4.515 1.707 791 1.413 1.261 1.269 2.241 48.103 20.599 345.032
“Oggi possiamo dire che non abbiamo intenzione di sviluppare ulteriori progetti varietali perché abbiamo di fatto mele per venire incontro a tutte le esigenze dei consumatori. Per questo ora vogliamo focalizzarci sulle mele che abbiamo e funzionano e su come comunicare questo ai consumatori”, sottolinea Martin Pinzger, direttore generale di VIP. “Noi di VIP - precisa Pinzger - siamo specializzati nella produzione di Golden Delicious, tanto che sulla nostra produzione complessiva di mele - secondo il metodo della lotta integrata -, il 55% è coperto dalla Golden Delicious: una percentuale che sarà però destinata a scendere al 48-49% entro il 2030. Siamo leader in Italia per quanto riguarda la Red Delicious e forti nella Gala che è la principale mela consumata a livello mondiale. Anche Fuji resta nell’assortimento di base e la Pinova rimane una specialità per la seconda parte della stagione. Le varietà club si svilupperanno ulteriormente nei prossimi anni. Ci confermiamo leader anche nella produzione biologica”. A una produzione d’alta qualità nel rispetto dell’ecosistema circostante si affianca un’attenzione all’efficienza e quindi anche all’ambiente in ogni fase e processo della filiera, scelte che vanno di pari passo con la responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e dei produttori della Val Venosta ai quali VIP vuole dare un futuro sostenibile.
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Carton Pack, sempre nuove soluzioni per i clienti grazie al valore delle partnership Carton Pack ha presentato a Fruit Attraction 2023 le ultime soluzioni di imballaggio Irene Forte
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Carton Pack da più di 50 anni nel settore del packaging per ortofrutta e per l’industria alimentare, mette a valore il suo know-how offrendo sul mercato nuove soluzioni per il confezionamento, garantendo un servizio specifico e specializzato e un ricchissimo assortimento di contenitori, sacchetti e buste, con un’ampia possibilità di personalizzazione, per qualsiasi esigenza e necessità. Nuove soluzioni arrivano dall’acquisizione di Smilesys, come le etichette richiudibili 20-25 volte Attualmente l’attenzione crescente verso la sostenibilità e il benessere fa crescere la domanda di imballaggi in carta, leggeri, riciclabili o compostabili al fine di ridurre l'impatto ambientale, economico e funzionale. Il ruolo del packaging è quello di stare al passo con i tempi per presentare al meglio ogni prodotto. Sostenibilità significa, per Carton Pack, impiegare tecnologie intelligenti nei consumi di energia e materie prime e salvaguardare l’ambiente in ogni fase del processo produttivo e distributivo. Carton Pack, oltre al suo assortimento in plastica, è sempre pronta a fornire soluzioni alternative, sia in carta e cartone, sia in polpa, che in altri materiali compostabili, ma continua a sostenere che la soluzione migliore risieda nell’offrire un giusto mix di prodotti che siano coerenti con la storia e la vita del prodotto da confezionare, che tengano in considerazione la shelf life e la protezione del prodotto durante il trasporto e l’esposizione. Il Gruppo Carton Pack sta vivendo un periodo di forte espansione nel FRUITBOOKMAGAZINE
mercato anche attraverso importanti acquisizioni che aggiungono nel portafoglio aziendale sempre più conoscenze e nuove soluzioni, come per la nuova arrivata nel gruppo, Smilesys Spa, azienda italiana specializzata nella produzione di etichette richiudibili, che ha portato nell’assortimento prodotti unici e innovativi dal grande potenziale commerciale. Smilesys ha brevettato una tecnologia per eti-
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Carton Pack fornsce materiali alternativi alla plastica ma ritiene che la soluzione migliore risieda nell’offrire un giusto mix di prodotti, coerenti con la storia e la vita del prodotto da confezionare, che tengano in considerazione la shelf life e la protezione del prodotto durante il trasporto e l’esposizione.
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chette, che permette di aprire e richiudere il packaging più di 20/25 volte, grazie a un film top seal applicabile su diversi tipi di materiali, sia eco-sostenibili come carta, cartoncino e polpa, che plastici. Il risultato è un packaging richiudibile, riciclabile, sostenibile e molto facile da utilizzare e smaltire dopo il consumo. La finitura si presenta rigida e stabile, in grado di offrire una buona protezione alla manipolazione e agli urti. La richiusura offre al consumatore una esperienza d’uso piacevole, evitando di dover rompere il pacchetto e permettendone il dosaggio. Richiudendo il pacco, il prodotto confezionato, rimane sigillal N.45 l NOVEMBRE 2023
to mantenendosi fresco per molto più tempo, evitando il decadimento e lo spreco di cibo. Tutti i film e le etichette possono essere microperforati al laser oppure macroforati e sono dotati di trattamento anti-fog . I packaging Carton Pack richiudibili con la tecnologia Smilesys permettono una interessante comunicazione sulla confezione e ne aumentano il livello di sostenibilità in termini di riciclo, riduzione delle emissioni di CO2 per l’otti-mizzazione del processo produttivo e di trasporto, creando allo
stesso tempo un’ottima barriera all’umidità e alle polveri e dove richiesto riducendo le quantità di plastica immesse nel mercato. Un’altra forte innovazione arriva anche dal fronte carta, con un nuovo prodotto, Papersys, un flowpack 100% in carta, completamente personalizzabile, sia nella forma, che nelle stampe, con alte prestazioni in termini di saldatura, compatibile con il confezionamento sulle macchine flowpack orizzontali per la plastica, un prodotto che risponde alle esigenze del mercato europeo che richiede fortemente soluzioni di questo genere.
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F R A G O L E A P OF R UI T , F OR N A R I : «OT T IM A Q U A LI T À , C A M P A G N A P R O M E T T E N T E »
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È entrata nel vivo già a fine novembre la campagna della fragola di Apofruit per la stagione 2023/24, con i primi quantitativi commercializzati attraverso i marchi Solarelli e Piraccini. Si tratta di prodotto 100% made in Italy, proveniente dalla Basilicata - nello specifico dagli areali di Policoro e di Scanzano Jonico – dove la cooperativa negli ultimi anni ha operato forti investimenti, a partire dal nuovo magazzino di lavorazione a Scanzano Jonico, attivo 12 mesi l’anno. “Abbiamo inaugurato la stagione con un buon anticipo - ha spiegato Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo Apofruit - e soprattutto con un’ottima qualità di prodotto, grazie alle performance produttive che ci stanno garantendo le piantine a cima radicata della varietà Marimbella, messe a dimora già a metà settembre”. A fine ottobre sono stati completati anche i trapianti delle piantine fresche, che hanno visto un notevole aumento delle superfici. Nel giro di un solo anno si è passati da 119 a 124 ettari, ovvero da 9,20 a oltre 10,2 milioni di piantine. Di queste, i due terzi sono costituiti dalla varietà Sabrosa, svilup-
D I M M I D I S Ì P R E S EN T A I L N U O V O R I S O T T O C ON R A D IC C HIO E N OC I Quest’autunno una proposta ricca e gustosa amplia la nuova linea dei Risotti Freschi firmati DimmidiSì che in pochi mesi ha già riscosso grandi consensi. A distanza di pochi mesi dal lancio, la linea di risotti si è infatti arricchita del Risotto con
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pata dalla spagnola Planasa e nota commercialmente come Candonga, mentre il restante terzo è rappresentato da piantine di Rossetta, altra proposta di Nova Siri Genetics. “Abbiamo davanti una nuova stagione commerciale che presenta ottimi presupposti per ripetere gli eccellenti risultati della scorsa campagna. Molto dipenderà ovviamente dall’andamento climatico”, ha concluso Ernesto Fornari.
Radicchio rosso e Noci. Spinta dall’ottimo riscontro del mercato, La Linea Verde, sempre attenta a cogliere i food trend emergenti, continua a investire in un segmento vivace e dinamico. Il gusto amarognolo del radicchio è ammorbidito dalla presenza dei formaggi stagionati e dalla croccantezza delle noci, che rendono la proposta bilanciata e ricca di sapore. La granella di noci valorizza al meglio la materia prima, donando alla ricetta un effetto crunchy gradevole al palato. Il radicchio rosso attentamente selezionato, grazie al taglio julienne dona a tutta la preparazione la giusta identità di sapore garantendo al tempo stesso un ottimo impatto visivo. La modalità di consumo è pratica e veloce, perfetta anche per la pausa pranzo in ufficio: infatti, bastano pochi minuti in microonde per portare in tavola un piatto buono e genuino come fatto in casa. Il Risotto con Radicchio rosso e Noci va ad aggiungersi alle altre tre ricette della gamma: Risotto agli Asparagi, Risotto ai Funghi e Risotto allo Zafferano. Tutte referenze a base di riso 100% italiano, impreziosito con un delicato soffritto di cipolla e ingredienti selezionati. La referenza è proposta in una comoda vaschetta microondabile con film pelabile nel formato da 250 grammi. l N.45 l NOVEMBRE 2023
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Carlotta Benini
Nasce Enny, prima app b2b2c per fruttivendoli e altri negozi 112
Ideato da Ennevolte e disponibile nei prossimi mesi, Enny è un nuovo strumento smart che consente da un lato ai negozianti di prossimità - quindi anche i fruttivendoli - di ampliare la propria clientela facendosi conoscere, dall’altro alla community degli iscritti di godere di vantaggi e opportunità nelle attività aderenti e vicino alla propria posizione, visualizzate in modo intuitivo, tramite geolocalizzazione Aumentare la propria clientela e incrementare il proprio business facendosi trovare dai clienti. è questo lo scopo di Enny, la nuova app per smartphone ideata e realizzata da Ennevolte, il marketplace specializzato in convenzioni aziendali, che si presenta come il primo strumento smart b2b2c che consente da un lato ai negozianti di prossimità - quindi anche i fruttivendoli - di ampliare la propria clientela facendosi conoscere, dall’altro alla community degli iscritti di godere di vantaggi e opportunità nelle attività aderenti e vicine alla propria posizione. Basato su geolocalizzazione, si tratta di un sistema rapido, affidabile e sicuro, dal funzionamento molto semplice. Il negoziante che decide di aderire si iscrive gratuitamente sul sito e accede a una pagina dedicata, una vera e propria vetrina virtuale dove sono raccolte una serie di info utili, come per esempio i dati di contatto, una descrizione dello store, il volto e la presentazione del titolare o del responsabile del punto vendita, il vantaggio offerto al consumatore e la modalità di fruizione. Infine, a completare la vetrina, una gallery fotografica utile per individuare meglio e prima lo store. “Con Enny vogliamo ancora una volta essere a fianco dei negozianti e supportarli nell’attività di tutti i giorni, offrendo loro uno strumento concreto - affermano i due soci fondatori di Ennevolte, Corrado Tonello ed Emanuele Bonazzi -. Il negozio fisico si FRUITBOOKMAGAZINE
sta lentamente riaffermando dopo la pandemia ma nelle piccole città, di cui il nostro Paese è pieno, si registra ancora una certa fatica. Complice l’incremento del commercio elettronico favorito anche da un sistema logistico in costante sviluppo. La app Enny in questo senso aiuta il negoziante a farsi conoscere dall’utente che in quel momento si trova nelle immediate vicinanze ed è alla ricerca di un prodotto o di un servizio. Con l’ulteriore vantaggio di poter usufruire di uno sconto immediato”. Lato negoziante la app consente agli store che aderiscono di entrare in contatto con la community di Ennevolte, costituita dai dipendenti delle aziende convenzionate (1.700 in tutto, di cui il 36% multinazionali e il restante 64% Pmi), mettendo loro a disposizione una serie di proposte dedicate, con sconti e trattamenti speciali da usufruire presentando, all’atto del pagamento in cassa, l’app con il relativo QR code o codice a barre. Lato cliente, la app è lo strumento che permette di usufruire di privilegi e sconti nei negozi aderenti e disponibili nelle immediate vicinanze in modo semplice e immediato, tramite il proprio smartphone. “Il vantaggio di Enny - proseguono i due soci - oltre al fatto di essere gratuito, è che permette al negozio di essere visualizzato nell’istante stesso in cui l’utente accede alla App. Un’occasione importante per ampliare il proprio business”. l N.45 l NOVEMBRE 2023