I grandi consorzi del Trentino Alto Adige hanno riacceso i riflettori sulla mela Golden Delicious. Nonostante la quota crescente delle numerose nuove varietà immesse negli ultimi anni, resta la varietà più prodotta e più consumata in Italia
N.49 l NOVEMBRE 2024 l TRIMESTRALE
Editoriale
| Eugenio Felice
Ritorno a porti sicuri?
Era il 2018 quando alla fiera Interpoma di Bolzano si è raggiunto forse il picco dell’attenzione verso il rinnovamento varietale nel comparto melicolo. Eppure, già ci si iniziava a interrogare: saranno troppe? A distanza di sei anni, dal nostro punto di osservazione, possiamo fare alcune considerazioni.
Il rinnovamento, a parte alcuni casi isolati come Inored Story, è stato trainato dalle varietà club, da varietà quindi per cui bisogna avere una licenza, al fine di tenere sotto controllo la produzione, con una politica di marketing unica. Ebbene, ci si è resi conto che lo sforzo per far conoscere al mercato ogni singola nuova varietà va parametrato alle risorse a disposizione - proporzionali ai volumi prodotti - e queste sono insufficienti per raggiungere lo scopo. Meglio quindi concentrarsi su meno varietà o brand per avere una maggiore “potenza di fuoco”.
Anche perché in questi sei anni è cambiata molto anche la situazione nei frutteti. Le nuove varietà devono conoscerle
i mercati, ma devono conoscerle anche i coltivatori, che per decenni sono stati abituati a produrre le “solite” varietà tradizionali - come Golden, Red Delicious e Gala - e adesso si trovano a dover affrontare sfide cruciali come il cambiamento climatico, il reperimento di manodopera, il passaggio generazionale, la produzione sostenibile Il rinnovamento varietale va ad aggiungersi e a complicare la situazione, oltre a far lievitare ulteriormente i costi
Va detto poi che negli ultimi anni le liquidazioni ai produttori sono generalmente scese, in modo consistente anche
per alcune varietà club, mentre l’inflazione in Italia nel solo triennio 2021-23 è stata del 16,5%. Quindi si sono erosi i margini. Un esempio che riguarda il Consorzio Melinda: nella campagna 2021-22 ai produttori è stato riconosciuto mediamente il 25% in meno rispetto alla precedente campagna (anche se hanno ottenuto forti ristorni da Condifesa di Trento per i danni subiti dalle grandinate).
Quindi la linea sembra tracciata Da una parte spingere su alcune varietà club - come una delle ultime immesse sul mercato, Cosmic Crisp - o su alcuni brand che racchiudono diverse varietà con caratteristiche molto simili, come la Samboa di cui ha la master licence il Gruppo Rivoira o la Dolcevita di cui è titolare il Consorzio Melinda Dall’altra tornare a promuovere e quindi valorizzare le mele tradizionali, quelle che tutto sommato sono ancora di gran lunga le più consumate in Italia in termini di volumi Insomma la regina resta sempre la Golden
E non è un caso che nell’ultima edizione di Fruit Attraction proprio il Consorzio Melinda, nel corso della sua conferenza stampa, non abbia mai nemmeno menzionato le nuove varietà, ma anzi ha presentato il nuovo progetto per rendere la Golden una sorta di club premium, che si distingue dalle altre certo per la qualità ma anche per l’origine
controeditoriale
| Eugenio Felice
Fruit Attraction vola, ma il cielo è grigio sopra Madrid
Fruit Attraction, con l’edizione 2024, la 16 ma, si conferma la fiera più visitata e apprezzata d’Europa per il settore ortofrutticolo. Nonostante la più grande in termini di superficie espositiva rimanga Fruit Logistica a Berlino. Già nell’edizione 2023 Fruit Attraction aveva registrato 104 mila presenze (+16% sul 2022) mentre Fruit Logistica nel febbraio 2024 non ha superato i 66 mila visitatori. Distacco che aumenta con l’ultima edizione di Fruit Attraction: 117 mila visitatori Insom i termini di apprezzamento Madrid v ce a mani basse su Berlino Basta parlarne con gli operatori del resto per averne riscontro. “è stata veramente una bellissima e intensa edizione”, ci ha commentato a fine rassegna il responsabile marketing di un primario gruppo italiano.
Negli anni sono cresciuti anche gli investimenti delle aziende su Fruit Attraction e di pari passo sono migliorati gli allestimenti e la qual dell’offerta espositiva. Tra gli itali segnalare il debutto del Gruppo Battaglio e Don Camillo con uno stand ampio ed elegante tra i padiglioni 8 e 10. Di grande impatto poi lo stand su due piani di Del Monte, con i riflettori puntati sull’ananas extra premium Rubyglow che fa il suo debutto in Europa. Mentre continua a non piacerci la collettiva dell’Ice, sembra di entrare in un allevamento intensivo; molto meglio la collettiva del Cso
piace per il periodo dell’anno in cui si svolge, l’inizio di ottobre, perfetto per programmare le campagne dei prodotti autunno-invernali come mele, kiwi e agrumi, oppure pomodori, carciofi e radicchi; piace perché si svolge in casa del più grande esportatore europeo di ortofrutta, una vera potenza, quindi i buyer di tutta Europa ci vanno in modo copioso. Un esempio? Conad vi ha partecipato con quasi 20 dei suoi responsabili ortofrutta, guidati dal direttore acquisti freschissimi Daniele Furlani e dal responsabile acquisti nazionale ortofrutta Gianmarco Guernelli.
La fiera piace perché si svolge a Madrid, una grande capitale ricca di servizi e attrazioni, nonostante i prezzi di hotel e ristoranti siano lievitati in modo esagerato; piace perché è a una fermata di metro dall’aeroporto internazionale Barajas e quindi si può visitare anche in giornata dall’Italia;
Le fiere servono anche per carpire il termometro del settore E di certo questo non è un periodo particol nte favorevole Nonostante i selfie e strette di mani di molti operatori taliani con il sorridente ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ci sono criticità che rendono sempre più complicato il lavoro di chi opera nel settore ortofrutticolo. Tra i nodi maggiori ci sono il cambiamento c l i m a t i c o , c o n u n M e r i d i o n e senz ’ acqua - critica la situazione in Sicilia - e un Nord Italia sovente sotto alluvioni e altri fenomeestremi. C’è poi il problema del reento della manodopera, nei campi, nei magazzini e negli uffici. L’effetto combinato è una minore produzione - a metà settembre ad esempio c’è stata una drammatica carenza di alcuni ortaggi - e un aumento dei costi. C’è poi il tema del passaggio generazionale per le tante imprese a conduzione familiare: chi si mette in gioco nei campi e nei frutteti se è diventato così difficile produrre? Che prospettive possono dare gli imprenditori agricoli ai propri figli?
EDITORIALE
RITORNO A PORTI SICURI? IMMAGINI
BUONE NOTIZIE
PESCA DI VERONA IGP: IL RILANCIO FUNZIONA, VOLUMI QUINTUPLICATI
MARKETING
ATTIVARE IL PRIMO ACQUISTO STANDO DALLA PARTE DEL CONSUMATORE
LA LETTERA
IL FRUTTIVENDOLO: “AMBULANTI FAR WEST, COSÌ CI FANNO CHIUDERE” ANNIVERSARI
NATURASÌ, 40 ANNI A TUTTO BIO
NEL 2024 BOOM DI VENDITE
LA NOTIZIA
BONDUELLE, INSALATE IN PERDITA: CESSIONI IN FRANCIA E GERMANIA ECCELLENZE
PER MELINDA UN G7 DA RECORD UN SUCCESSO IL TEATRO IMMERSIVO CRONACA
IL MELOGRANO, DOPO IL FALLIMENTO ACCUSA DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA NEURONEWS
NEUROSCIENZE E COMUNICAZIONE
DI SUCCESSO: IL BUON ADVERTISING
PERCORSI BIO
CAMBIA IL CLIMA, IL BIO È SOTTO STRESS? VAL VENOSTA RISPONDE FIERE
MACFRUT 2025 AL VIA IL MARTEDÌ NOVITÀ THE HEALTHY FOOD SHOW
IL LIBRO
CALCOLARE LE CALORIE? OBSOLETO È ORA DI GUARDARE AI NUTRIENTI
FRUTTA SECCA
“TI AFFIDO UN NOCE”: NEW FACTOR PORTA IL CONSUMATORE NEI NOCETI ECCELLENZE
CARCIOFO VIOLÌ: INNOVAZIONE VARIETALE E QUALITÀ AL TOP MENS SANA
LE NOCI: PREZIOSA FONTE DI SALUTE
MA ATTENZIONE A NON ECCEDERE
PANORAMA
iFRESH
C O NTE N UTI
68 / CHEF IN CAMPO PER VALORIZZARE LE MELE TRADIZIONALI
76 / RIVOIRA, LA MELA SAMBOA ENTUSIASMA OLTRE OGNI ASPETTATIVA
84 / CARREFOUR, PIÙ MADE IN ITALY E ACCORDI DI FILIERA
74 / VIP VAL VENOSTA, ATTENZIONE A GIOVANI E RISORSE UMANE
80 / KIWI, GULLINO: “RACCOLTO IN CALO, MA LA QUALITÀ È ALTA”
88 / LIDL, 70 MILIONI PER IL NUOVO POLO IN SARDEGNA
Foto di copertina: mele Golden Delicious pronte per essere raccolte in un frutteto della Val di Non di un socio del Consorzio Melinda
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102 / PLANET FARMS TORNA IN DISTRIBUZIONE E GUARDA ALL’EUROPA
Direttore responsabile
Eugenio Felice
Hanno collaborato: Carlotta Benini, Salvo Garipoli, Maddalena De Franchis, Irene Forte, Alice Gelmetti, Giancarlo Sbressa, Matteo Sgaravato, Giovanni Turrino
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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
m m a g i n i
Gran Tour Italia
Bologna, 5 settembre 2024
L’avventura di Fico è finita. Era un flop annunciato. Ora si riparte con Gran Tour Italia: 50 mila mq di parco che celebra la biodiversità culturale e gastronomica delle 20 regioni italiane (nella foto la Sicilia) Oscar Farinetti ci ha messo la faccia e il portafoglio sanando i debiti di Fico e investendo ulteriori 15 milioni. i
Mela tristellata
Brunico (BZ), 14 settembre 2024
Le ricette vincitrici sono state rivisitate dallo chef tristellato Norbert Niederkofler e condivise con gli stessi vincitori e la stampa in una serara di gala a Brunico. i m m a g i n i
Grande successo per il concorso Marlene che ha premiato cinque delle 432 ricette raccolte con il contest che ha coinvolto i consumatori finali di 10 Paesi in Europa
m m a g i n i
Melinda Theatre
Siracusa, 28 settembre 2024
15 mila persone, tra cui molti bambini, hanno esplorato il Melinda Theatre che è stato allestito in occasione del G7 Agricoltura, il grande evento internazionale di Ortigia che ha accompagnato il vertice dei ministri dell’Agricoltura dei “sette Grandi” In foto, il ministro Lollobrigida all’interno del “teatro immersivo”.
buone notizie | Eugenio Felice
Pesca di Verona I G P, il rilancio funziona: volumi quintuplicati
Il rilancio della Pesca di Verona IGP sotto la regia della rete di imprese La Grande Bellezza Italiana ha dato buoni frutti in questa seconda campagna commerciale, con volumi quintuplicati da 27 a 130 tonnellate. Soddisfatti per la remunerazione i produttori, passati da 4 a 14 nell’ultimo anno, e soddisfatti per la qualità i consumatori, grazie a un disciplinare stringente. Odorizzi: “Si vince facendo squadra con la GDO”
La Pesca di Verona ha ottenuto il riconoscimento IGP nel 2000. Nei 20 anni successivi la superficie dedicata a pesche e nettarine è cal a t a d r a s t i c a m e n t e così come l’interesse per l’IGP, tanto che in anni recenti, in assenza prolungata di adesioni da parte d e i p r o d u t t o r i , i l Consorzio di tutela è stato chiuso Sembrava che il percors o d e l l ’ I G P , p e r i l prelibato frutto scaligero, fosse giunto al termine. Invece no: nel 2021 è stato istituito il Gruppo di lavoro della Pesca di Verona e nel 2023 quattro produttori hanno deciso di certificarsi, con la regia della rete di imprese La Grande Bellezza Italiana La prima stagione si può definire un caso di studio, con 27 tonnellate commercializzate in un solo punto vendita in un mese, quello della Grande Mela del Gruppo Rossetto, con elevata rotazione del pro-
dotto e remunerazioni soddisfacenti per i coltivatori Nel 2024, il secondo anno di campagna per la “rinata” Pesca di Verona IGP, i produttori aderenti sono diventati 14. Il volumi di vendita sono passati da 27 tonnellate a 130, aumentando quindi di 5 volte, un risultato straordinario considerando il trend sia in produzione che in consumo per le pesche e nettarine made in Italy Oltre al Gruppo Rossetto, è stato attivato Migross, entrambi gruppi distributivi che affondano le radici a Verona Infine è stato fatto un test con alcuni Mercati all’ingrosso per testare la risposta di questo canale ai prodotti IGP.
La campagna è iniziata il 6-7 luglio ed è terminata verso il 20 agosto, con un ’ equa ripartizione tra pesche e nettarine a pasta gialla. “La GDO si conferma il miglior veicolo per valorizzare i prodotti IGP”, dichiara Leonardo Odorizzi, amministratore de La Grande Bellezza Italiana. “Con Rossetto e Migross abbiamo condiviso la strategia commerciale, da un lato per garantire la giusta remunerazione al produttore, dall’altro per favorire il consumo, limitando i ricarichi e dando un ’adeguata visibilità nel punto vendita”
“Da rilevare - continua Odorizzi - l’interessamento da parte di molte altre aziende agricole per il progetto della Pesca di Verona IGP. Ci aspettiamo quindi per il prossimo anno un ulteriore incremento nei volumi commercializzati. Ritengo - conclude Odorizzi - che la pesca sia oggi una grande opportunità per i frutticoltori di Verona, la coltura frutticola con le migliori prospettive future Una cosa impensabile solo due anni fa”
marketing |
Salvo Garipoli*
Attivare il primo acquisto stando
dalla par te del consumatore
Pur in un contesto di ripresa di fiducia il consumatore manifesta un comportamento fuori e dentro il punto vendita che polarizza l’approccio allo scaffale e nel complesso razionalizza il paniere di acquisto. Per ingaggiarlo è necessario allargare lo sguardo ad altri comparti più maturi, competitivi e sfidanti
è il caso di dire “niente di nuovo sotto questo cielo”. Il consumatore in questi anni ci ha abituato a una capacità adattiva mossa da situazioni contingenti che ne hanno minato il potere d’acquisto e ridotto la propensione a fare la spesa
In tale scenario, strutturalmente emerge la figura di un consumatore sempre più votato a vedersi garantito il “valore della spesa ” Tale valore, da un lato, si nutre della capacità da parte delle aziende di emergere e raccontarsi in un contesto competitivo sempre più denso di promesse e soluzioni prê t -àport e r e, dall’altro, si fonda su una relazione fiduciaria che va costruita e mantenuta nel medio periodo e che, sia ben inteso, si rischia di perdere con poco
Risulta dunque strategicamente rilevante riuscire a toccare le corde dello s h o p p e r i d e n t i f i c a n d o u n t e r r e n o comune attraverso cui costruire relazioni basate su fatt i concreti e al contempo in grado di stimolare gli impulsi di sopravvivenza votati al v alue for mone y
Non è un caso se le ultime indagini consumer a firma Nielsen evidenzino che la quasi totalità dei consumatori ha cambiato abitudini di acquisto per tenere sotto controllo la spesa e che ogni acquirente metta in campo 3,6 strategie di risparmio differenti Siamo al cospetto di un presente-lungo in cui il ruolo della promozione
diventa traino per la marca, si sperimentano nuovi luoghi d’acquisto e l’attitudine alla prova di nuovi prodotti rischia di essere compromesso se non adeguatamente supportato da strategie e meccanismi di promo-comunicazione ingaggianti, coinvolgenti e caratterizzati da una promessa di valore riconoscibile
Ed è proprio in queste occasioni che lo sguardo ha bisogno di essere allargato ad altri comparti più maturi, più competitivi e dunque più sfidanti. In tal senso, fra gli scaffali degli yogurt, vi segnalo una dinamica promozionale votata a una promessa che si annuncia incredibilmente accattivante: il rimborso del 100% di quanto speso a fronte della piena soddisfazione e di un credito di fiducia misurato con l’acquisto di due confezioni di prodotto. In questo caso, l’attività è supportata da una evidenziazione di prodotto fuori banco e una cartellonistica semplice ma efficace perché chiara e leggibile. Il rimborso è pre-
visto una sola volta, entro 5 giorni dall’acquisto, attraverso una piattaforma di cas h-back è così che il piacere di gusto si mixa al ben-essere, e che si crea empatia strizzando l’occhiolino allo s hoppe r sempre e solo, ben inteso, fino a prova contraria...
la lettera | Eugenio Felice
Il fruttivendolo: “Ambulanti far west, così ci fanno chiudere”
Riceviamo e pubblichiamo il contenuto di una e-mail ad oggetto “far west”, ric e v u t a a i n i z i o a g o s t o d a u n o p e r a t o r e del settore ortofrutticolo che riguarda il dettaglio specializzato, in particolare gli ambulanti di origine extracomunitaria. L’operatore denuncia il non rispetto delle regole e quindi una concorrenza sleale nei confronti di chi lavora in modo onesto e fa appello alle autorità preposte perché facciano i dovuti controlli
“La presente - scrive l’operatore - per segnalarvi una s i t u a z i o n e c h e h a d e l l ’ i n v e r o s i m i l e p e r q u a n t o riguarda la presenza di extracomunitari sui mercati settimanali, dove possono fare quello che vogliono e non subiscano alcun controllo, vendono ortofrutta a 1 euro al kg in barba a tutti i regolamenti sulla distribuzione al dettaglio. Sembra surreale che, non emettendo scontrini, non dichiarando prezzi e origine dell’ortofrutta e probabilmente acquistando “in nero ” la merce, possano continuare indisturbati in tal modo L’aumento di questo fenomeno, sta dan giando gravement aziende oneste, co le nostre, che seg no scrupolosamen tutte le indicazio n o r m a t i v e , d a n d garanzie sulla di stribuzione, pagan do le tasse etc”.
“Noi - continua l’operatore - abbiamo su tutte le t r a n s a z i o n i e confezioni, l’orig i n e d e l l ’ o r t ofrutta, loro di-
stribuiscono origini di dubbia provenienza e se dovesse succedere che delle persone dovessero stare male, sarebbe impossibile risalire alla fonte del problema, perché non esiste una rintracciabilità. Non ne parliamo di igiene, solo a pensarci si rabbrividisce! Mettono grandi mucchi di frutta e verdura, dove una moltitudine di mani, tocca, smucchia, palpa etc Sintetizzando: comprano l’ortofrutta in nero; non emettono quasi mai scontrini, quindi evasione; non esiste rintracciabilità dell’ortofrutta; non espongono, come richiesto dalla legge, origini e prezzi dell’ortofrutta; non esiste igiene”.
“Inoltre - sottolinea l’operatore - credo, ma va indagato, ci sia anche presenza di truffa, perché espongono cartelli con scritto “Tutto a 1 euro ” e poi in certa ortofrutta mettono piccolissimi cartelli con 1,50 euro o 2,00 euro; pesando tutto assieme, credo che non ap p l i ch i n o i p r e z zi c o rr e tt i N a tu r a l me nt e, n o n emettendo scontrino, la gente a casa non può nemmeno controllare”. “Se qualcuno non arriva a mettere uno stop - osserva l’operatore - gli operatori seri, p r o f e s s i o n i s t i c h e g a r a n t i s c o n o c o s a m a n g i a l a gente, che seguono le regole per la sicurezza alimentare, che pagano le tasse, chiuderanno! Cosi, sui mercati rimarranno praticamente solamente loro, con evoluzioni sconosciute per il commercio dell’ortof ” “Mi ll ll utorità preposte - conclude ossano indagare e sollevahe politicamente il problema, affinché si possa fermare subito questo virus! Non ho niente contro gli extracomunitari che vogliono intrap r e n d e r e a t t i v i t à i n Italia, ma anche loro devono operare seguendo le regole”. “Augurandomi che, almeno voi, possiate portare alla luce questo grave problema - così termina l’e-mail - vi saluto coralmente”
anniversari
NaturaSì, 40 anni a tutto bio Nel 2 024 boom di vendite |
NaturaSì ha festeggiato a fine settembre i 40 anni di attività. La prima bottega cooperativa nasceva infatti nel 1985 a Conegliano Veneto. Oggi, con 320 negozi, 1.200 collaboratori, 300 aziende a g r i c o l e s u l t e r r i t o r i o i t a l i a n o e 5 0 0 prodotti a marchio, NaturaSì è una delle più importanti realtà in Europa nella produzione e distribuzione di prodotti biologici e biodinamici, con un fatturato 2023 di circa 415 milioni di euro
“Quello che abbiamo vissuto in questi due giorni non è solo una festa, ma ha un significato più importante. Abbiamo condiviso il senso e il valore della comunità, la nostra comunità, del cibo sano e della sana agricoltura. Questo perché le nostre scelte quotidiane, come consumatori consapevoli, possono fare la diff e r e n z a S o s t e n e r e chi pratica un ’agric o l t u r a r i s p e t t o s a della salute del Pianeta è un ’azione concreta verso la creazione di un sistema agricolo capace di nutrire l’umanità e rigenerare la terra. Solo attraverso una collaborazione tra agricoltori, negozianti e consumatori potremo g a r a n t i r e c i b o s a n o p e r l e g e n e r a z i o n i f u t u r e , costruendo insieme una comunità del cibo più giusta Produrre cibo non può esser considerato il lavoro di un singolo, ma fa parte di un sistema virtuoso
Giancarlo Sbressa
che va alimentato, anche economicamente. Tutti dobbiamo e possiamo fare la nostra parte ogni giorno, scegliendo i prodotti coltivati nel rispetto della terra e del lavoro delle persone ” Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì, non nasconde la soddisfazione per le due giornate di festa di Jesolo. Un evento organizzato da NaturaSì per un t r a g u a r d o i m p o r t a n t e : q u a r a n t ’ a n n i d i a t t i v i t à all’insegna dell’agricoltura biologica e biodinamica e del rispetto per l’ambiente e le persone L'azienda, nata nel 1985 come una piccola bottega cooperativa a Conegliano Veneto, è oggi uno dei principali attori europei nel settore biologico, con oltre 300 aziende agricole collegate, 320 punti vendita e una base di clienti fedeli che supera le 300 mila persone. L’evento, cui ha partecipato attivamente l’attore e appass i o n a t o d i n a t u r a Giovanni Storti (in fot o), è stato anche l’occasione per NaturaSì di tracciare un primo bilancio economico per l’anno in corso: fino ad agosto l ’ i n c r e m e n t o d e l l e vendite è stato del 10,3% Il 2023 ha chiuso il bilancio con un fatturato consolidato di circa 415 milioni di euro.
In un contesto economico segnato dall’inflazione, il settore biologico ha dimostrato una solida crescita Questi dati infatti riflettono una crescente consapevolezza dei consumatori italiani sull'importanza di scelte alimentari sostenibili e salutari, confermato da un incremento del +8% nei volumi di vendita nei primi mesi dell'anno. Nel 2023 il 90% della popolazione (tra 18 e 65 anni) ha acquistato almeno un prodotto alimentare bio.
percorsi
| Irene Forte
Patfrut, nuovo stabilimento per la quar ta gamma a Medicina
È stato inaugurato a Medicina (Bo), il 18 settembre, il nuovo impianto da oltre 1.500 metri quadri destinato a sviluppare soluzioni ad alto contenuto di servizio per la ristorazione. Rizzoglio, presidente della cooperativa Patfrut: “Investimento importante in un’area strategica per i nostri soci. Così cresce anche il territorio”. Ferri, direttore gene ra le di Na turita li a : “ Q ua rta g a mma opportunità per innovare l’offerta”
1 500 metri quadri dedicati principalmente a patate, carote e zucche di IV gamma destinate al canale Horeca, settore in crescita e con interessanti possibilità di sviluppo futuro: parte da qui il nuovo capitolo della storia di Patfrut, cooperativa del gruppo Naturitalia che ha inaugurato a Medicina (BO), nel cuore di un territorio fortemente vocato per questi prodotti,
il nuovo stabilimento specializzato nella lavorazione degli ortaggi dei propri soci in formati ad alto contenuto di servizio, destinati ai professionisti della ristorazione Al taglio del nastro presenti anche l’assessore a l l ’ A g r i c o l t u r a R e g i o n e E m i l i a - R o m a g n a A l e s s i o Mammi e il sindaco di Medicina Matteo Montanari
“Questo impianto non rappresenta soltanto un traguardo importante per la cooperativa ma anche un significativo investimento per lo sviluppo del territorio - ha commentato Aldo Rizzoglio, presidente di Patfrut -: abbiamo scelto di puntare su un ’ area strategica dal punto di vista produttivo e logistico, con la certezza che il nuovo stabilimento contribuirà in modo sensibile a promuovere il patrimonio agroalimentare locale In questa struttura trova concreta applicazione quell’impegno nella valorizzazione delle produzioni dei nostri soci e nello sviluppo delle filiere che è parte del nostro dna e che consideriamo tassello fondamentale per il futuro della cooperativa”. Il nuovo stabilimento vanta linee di lavorazione e pelatrici all’avanguardia che permetteranno a Naturitalia, che distribuisce sul mercato nazionale i prodotti di IV gamma di Patfrut, di soddisfare le esigenze della ristorazione collettiva, sia quella di grandi dimensioni che quella gourmet: “Oltre a offrire prodotti di alta qualità, vogliamo che siano anche versatili e pronti all’uso, per semplificare il lavoro dei professionisti della ristorazione e garantire un ’esperienza culinaria sempre più ricca e gustosa - ha spiegato Gabriele Ferri, direttore generale di Naturitalia. In questo senso, i prodotti di IV gamma rappresentano una risorsa strategica sempre più importante per il settore e un ’opportunità per innovare l’offerta, rispondendo alle nuove esigenze del mercato e creando valore per le nostre aziende agricole”
Irene Forte
aziende Kilometro Verde, piani ambiziosi Nuove ver tical farm all’estero |
Giuseppe Battagliola in un’intervista sul Corriere della Sera rivela gli ambiziosi piani di sviluppo di Kilometro Verde, dinamica realtà del vertical farming sempre più presente in Gdo con le sue insalate “mai viste prima”. L’obiettivo è raggiungere nel 2025 un fatturato a prezzi costanti di 16-18 milioni: il che significa raddoppiare la produzione. Nei piani c’è l’apertura di nuove vertical farm all’estero, tra Europa e...
Con le sue insalate “che non c ’ erano ” mira a offrire un prodotto di qualità, salubre e sostenibile, a prezzi accessibili, diffondendo così la cultura - e anche la coltura - dell’idroponica e del vertical farming. Giuseppe Battagliola ha le idee chiare sugli sviluppi futuri della sua Kilometro Verde: “Quest’anno prevediamo di chiudere con ricavi a 6,5 milioni - dichiara in un’intervista sul Corriere Economia del 26 agosto - L’obiettivo è raggiungere nel 2025 un fatturato a prezzi costanti di 16-18 milioni e il pareggio di bilancio (nel 2023 la perdita è stata di 2,3 mili i) con un margine rativo lordo del 33%”. Tradotto: r doppiare la prod zione, e anche oltr Battagliola di Kil metro Verde è pre sidente e azionista d i m a g g i o r a n z a , con il 69,7% delle quote, mentre il 30,3% è di Ismea. L’azienda, che a oggi conta 30 dip e n d e n t i , c o n agronomi e in-
gegneri, è entrata lo scorso maggio nel programma Elite di Borsa Italiana, il percorso per l’accesso delle piccole e medie imprese al mercato dei capitali, ma Battagliola su questo punto è cauto: “Valuteremo più avanti, ma solo quando potremo confermare con i numeri la produzione”.
Lo stabilimento di Verolanuova, in provincia di Brescia, è in corso di ampliamento, con una seconda sala di produzione attiva dal mese di ottobre “Porterà all’incremento di fatturato mantenendo un prezzo del prodotto accessibile”, spiega l’imprenditore nella sua intervista. Ma i piani di sviluppo di Kilometro Verde sono ancora più ambiziosi: “Vogliamo realizzare altre vertical farm, almeno due: una in Europa entro la seconda metà del 2025 e una negli Emirati Arabi o negli Stati Uniti nel 2026-27”, rivela il Battagliola
Le insalate di Kilometro Verde hanno fatto il loro debutto in Gdo in Coop, insegna che per prima ha sposato l’ambizioso progetto di Battagliola. Prima i Petali sono arrivati in alcuni punti vendita del bolognese, a maggio 2023, poi Coop ne ha fatto una linea a marchio proprio, a dicembre scorso. Oggi, oltre che in Coop, le insalate di Kilometro Verde si possono trovare nei supermercati Tigros e Iperal, con la Lombardia e Milano bacini principali d’acquisto
P il f B li l a valutando di coinvolgere ribuzione nell’azionariato. mo due progetti. Il primo è una joint venture con una grossa catena distributiva o, in generale, un socio sinergico, abbiamo già contatti Il secondo è il consolidamento della società”. I Petali di Kilometro Verde, dunque, piacciono alla Gdo e piacciono anche e soprattutto al consumaore finale, come rivalano i ati sui riacquisti dell’inalata a punto vendita
Turrino
Bonduelle, insalate in perdita: cessioni in Francia e Germania la notizia | Giovanni
Bonduelle, brand leader in Italia nelle
i n s a l a t e i n b u s t a p r o n t e a l c o n s u m o , ha dichiarato di voler cedere le attività delle insalate in Francia e in Germania
e s s e n d o i n p e r d i t a d a d i v e r s i a n n i e n o n i n t r a v e d e n d o a l c u n a p o s s i b i l i t à d i miglioramento. Il colosso transalpino
h a a v v i a t o d e l l e t r a t t a t i v e c o n l ’ a m e r icana Taylor Farms per la Germania, con Les Crudettes per le attività in Francia.
P e r o r a r e s t a t u t t o i n v a r i a t o i n I t a l i a
Bonduelle ha annunciato il 29 agosto con un comunicato stampa di voler vendere la propria attività in perdita di insalate confezionate e pronte al consumo - le c o s i d d e t t e i n s a l a t e di quarta gammain Francia e Germania, cosa che consentirà al gruppo di concentrarsi sulla parte profittevole del proprio business
I l g r u p p o f r a n c e s e s p e c i a l i z z a t o n e l l e verdure trasformate ha comunicato inoltre l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Saint Mihiel, nel dipartimento della Mosa, dove lavorano circa 160 persone e per il quale “sta cercando innanzitutto un acquirente, mentre allo stesso tempo sarà avviato un dialogo per sostenere ogni dipendente”, ha detto il direttore delle comunicazioni di Bonduelle, Celine Barral, all’agenzia di stampa Afp Sono escluse dalla vendita le attività in Italia e Usa
Sono circa quaranta i dipendenti interessati anche da un piano di uscite volontarie presso la sede centrale di Bonduelle Frais, che riunisce le attività di insalata in busta e ristorazione, un segmento quest’ultimo in forte espansione. Inoltre, ha aggiunto la società nel comunicato, è stata avviata “ una trattativa esclusiva” con Les Crudettes del gruppo LSDH per la cessione del comparto delle insalate in busta in Francia e con il colosso americano Taylor Farms in Germania Le unità Bonduelle negli Stati Uniti e in Italia, ha fatto sapere il gruppo, sono escluse dai progetti di cessione. Con tali operazioni il gruppo, sottolinea ancora la nota, intende “accelerare le sue attività sul mercato europeo della ristorazione fresca, dello scatolame e dei surgelati”.
Le vendite delle insalate in busta Bonduelle, lanciate nel 1997, sono in calo da almeno 10 anni, c o n u n a r i d u z i o n e del 15% negli ultimi sette anni, secondo i d a t i u f f i c i a l i d e l gruppo In Francia e Germania si parla quindi di un declino strutturale, esacerbato - in tal modo si parla nel comunicat o s t a m p a d e l 2 9 agosto - “dall’inflaz i o n e e d a l l a c r escente competizione della private label” Tali operazioni si rendono quindi necessarie per proteggere il futuro a lungo termine di Bonduelle. Come dire: non siamo più disposti a perdere soldi con le insalate in busta. Una decisione sorprendente considerando che Bonduelle è il brand leader nelle insalate di quarta gamma, anche in Italia, Paese dove per ora il gruppo francese sta registrando un andamento positivo
Per Melinda un G7 da record
Un successo il teatro immersivo eccellenze | Eugenio Felice
15 mila persone, tra cui molti bambini, hanno esplorato l’originale e suggestivo Melinda Theatre allestito dal Consorzio in occasione del G7 Agricoltura, l’evento internazionale di Siracusa che ha accompagnato il vertice dei ministri dell ’ A g r i c o l t u r a d e i “ s e t t e G r a n d i ” , a f i n e settembre. Il teatro permette di fare un’esperienza immersiva in Val di Non. L’idea è di p ortarlo anche in altre città italiane. Il plauso delle Istituzioni
Una presenza forte e originale, un grande successo, certificato dalle migliaia di visitatori accolti nella propria installazione immersiva, un ’esperienza che ha suscitato l’entusiasmo dei turisti oltre al plauso delle istituzioni e del mondo agricolo. è un bilancio davvero lusinghiero quello della partecipazione di Melinda all’Expo Divinazione, la rassegna delle ec-
cellenze agroalimentari italiane svoltasi a Ortigia, in concomitanza con il G7 dell’Agricoltura di Siracusa, che si è concluso il 29 settembre Pienamente raggiunto, dunque, l’obiettivo dichiarato alla vigilia: coinvolgere un pubblico internazionale in modo insolito e suggestivo Un traguardo cen-
trato grazie all’originalità del Melinda Theatre, la sorprendente struttura esperienziale ispirata alle celle ipogee, per raccontare la frigoconservazione naturale delle mele nel cuore della montagna Qui, nei nove giorni della manifestazione, sono stati addirittura 15 mila - tra cui 2.500 bambini - i visitatori che a Siracusa hanno varcato l’ingresso della struttura dove è stato posizionato un contapersone nella centralissima Piazza Minerva per vivere un ’esperienza davvero curiosa e inedita
Ad attenderli, infatti, una visita guidata e approfondita per cogliere l’identità della realtà cooperativa di Melinda. Ma anche, e soprattutto, un viaggio immersivo multimediale che ha consentito agli ospiti di seguire il percorso della Funivia delle mele - l’impianto a fune di prossima inaugurazione che costituirà una soluzione logistica a basso impatto unica al mondo - fino alle stanze naturali di roccia dove la frutta si conserva con un impiego ridotto di energia
Una solu-zione efficiente che, in un contesto internazionale particolarmente prestigioso, ha suscitato curiosità e ammirazione anche da parte dei molti turisti stranieri provenienti da ogni parte del mondo. Il Melinda Theatre ha potuto inoltre contare su un ’ampia presenza istituzionale di primissimo piano. Tra i visitatori anche la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e il presidente della Camera Lorenzo Fontana
cronaca
| Giancarlo Sbressa
Il Melograno, dopo il fallimento accusa di bancarotta fraudolenta
Il Melograno è al centro dell’operazione “Sunflower” della Guardia di Finanza c h e h a p o r t a t o a l s e q u e s t r o p r e v e n t i v o di ben 41 immobili tra capannoni, uffici e terreni, per un valore totale di 17 milio ni di e uro . L’Ad de ll’a zie nda di Rimini specialista della quarta gamma, chiusa senza preavviso nel 2023 e successivamente dichiarata fallita, ora è indagato dalla GdF insieme ad altri tre imputati per bancarotta fraudolenta
Un anno fa la notizia dell’improvvisa interruzione dell’attività Adesso si aprono nuovi risvolti nelle vicende de Il Melograno, azienda di Santarcangelo di Romagna (Rn) che per anni si è distinta in Gdo fra i principali copacker per le insalate pronte al consumo e altri prodotti di quarta gamma. L’azienda, fondata nel 1987 da Claudio Coli, ha abbassato le saracinesche il 27 giugno del 2023, senza preavviso, lasciando a casa 72 dipendenti Questa decisione improvvisa ha fatto emergere un quadro di debiti accumulati nel corso degli anni, nascosti sot il velo di un ’azienda fino a quel mome sembrava in salu Quindi il 14 dice bre 2023, a segui della sentenza d giudice Francesc Miconi, Il Melogra no è stata messa i n l i q u i d a z i o n e , dando il via a un iter “rocambolesco ” che ha finito per attirare l’attenzione della Procura
è stato proprio su input dell’autorità giudiziaria riminese che le Fiamme Gialle hanno cominciato a indagare sulla parabola discendente dell’azienda, trovando, secondo le accuse, “ben più di qualche seme marcio”. “In particolare - si legge in una nota diffusa dalla GdF, a seguito de ll’ormai irreversibile stato di crisi aziendale della società riminese, l’amministratore si è rivolto ad un gruppo di consulenti finanziari con sede in Svizzera ed Emirati Arabi, ma operativi anche sul territorio nazionale, i quali, attraverso una complessa operazione di “cartolarizzazione immobiliare”, hanno trasferito, pochi mesi prima della dichiarazione di fallimento, tutti gli immobili a una società neocostituita, una cosiddetta “ società veicolo”. Gli iniziali accordi sottostanti all’operazione di cartolarizzazione, che prevedevano il collocamento di titoli obbligazionari su mercati finanziari esteri, in particolare sulla piazza di Dublino, al fine di raccogliere nuova liquidità necessaria alla società riminese, non sono però stati attuati e di conseguenza la stessa, nel frattempo dichiarata fallita, è stata svuotata dell’intero patrimonio immobiliare senza ricevere alcun corrispettivo”.
L’operazione “Sunflower” - come è stata nominata l’indagine dei finanzieri del Comando provinciale di Rimini - ha portato all’esecuzione di un decreto di i di b n 41 immobili riconducibiMelograno tra capannoni, terreni, per un valore totale stimato in 17 milioni di euro. Quattro le persone ora indagate per bancarotta fraud o l e n t a , t r a l e q u a l i spicca il nome del fondatore Claudio Coli, in qualità di amministratore delegato della società Il Melograno. Insieme a lui sono sotto indagine i tre onsulenti finanziari che vrebbero collaborato nelle perazioni criminose
neuronews | Matteo Sgaravato*
Neuroscienze e comunicazione di successo: il buon adver tising
Quello ortofrutticolo è un settore competitivo, nel quale il più delle volte i prodotti sono percepiti come “commodity”, privi di una differenziazione reale e/o percepita e quindi facilmente sostituibili in base alle logiche di disponibilità e di prezzo. L’adozione delle neur o s c i e n z e n e l l a s t r a t e g i a c o m u n i c a t i v a rappresenta un’opportunità da non sottovalutare per influenzare le decisioni d'acquisto dei consumatori finali
N e l c o n t e s t o d e l l e campagne pubblicitarie, catturare l’attenzione dei consumatori e stimolare la risposta emotiva è fondamentale per il s u c c e s s o L a c o mprensione delle reaz i o n i d e l c e r v e l l o umano agli stimoli pubblicitari, specialmente nel settore ortofrutta, rappresenta un elemento decisivo per la creazione di messaggi efficaci Le neuroscienze, in questo senso, offrono uno strumento prezioso. Un aspetto cruciale è proprio l’impatto delle emozioni, dimostrato dall’influenza che colori e immagini hanno sull’attrattiva visiva e sulle risposte neurologiche. Per esempio, il verde è collegato a salute e freschezza, attivando aree del cervello legate alla percezione del gusto e dell’olfatto Questo da un lato suggerisce freschezza, dall’altro evoca esperienze piacevoli legate al consumo di frutta e verdura
Anche il potere delle narrazioni riveste un’importanza notevole. Raccontare storie, come quella del produttore o delle pratiche di coltivazione, attiva il sistema limbico, responsabile delle emozioni e della memoria. Quando i consumatori si identificano con una storia, si creano connessioni emotive più forti, aumentando la probabilità che ricordino il marchio e scelgano i suoi prodotti
Le esperienze sensoriali multi-modalità amplificano ulteriormente l’efficacia delle campagne pubblicitarie. Le neuroscienze suggeriscono che coinvolgere più sensi contemporaneamente potenzia l’impatto pubblicitario. Ad esempio, un video che mostra persone mentre gustano frutta fresca, corredato da suoni evocativi e colori vivaci, stimola non solo la vista ma anche l’udito e il gusto, creando un ’ es p e r i e n z a p o s i t i v a associata al marchio e influenzando le decisioni d’acquisto. In ‘fine, la chiarezza nell’invito all’azione è fondamentale Un messaggio semplice e diretto facilita una risposta immediata, permettendo ai cons u m a t o r i d i a g i r e senza esitazioni. Utilizzando gli strumenti giusti, i professionisti del marketing possono quind i r e a l i z z a r e c a mpagne più efficaci e significative, soprattutto in un mercato affollato dove comprendere il comportamento dei consumatori diventa non solo vantaggioso, ma essenziale per il successo delle aziende. In questo contesto, l’applicazione delle neuroscienze si configura come un approccio innovativo che mira a migliorare la comunicazione e rafforzare il brand, consentendo di rispondere in modo più mirato al mercato
percorsi bio
| Eugenio Felice
Cambia il clima, il bio è sotto stress? Val Venosta risponde
Per gli addetti ai lavori non è un segreto, il cambiamento climatico in corso sta mettendo sotto stress le produzioni di ortofrutta, in particolare quelle bio. Se in diverse aree produttive in Europa c’è quindi una conversione “al contrario” da bio a convenzionale, questo non sta succedendo in Val Venosta. A spiegarci il motivo è Patrik Gamper, presidente dell’associazione bio Val Venosta nonché agricoltore biologico dal 1993
VIP - Val Venosta detiene il più grande areale produttivo di mele bio in Europa con circa 1 000 ettari di meleti certificati Continuerà a detenere questo primato, nonostante il cambiamento climatico che sta comportando non pochi problemi alle produzioni agricole? Non ha dubbi in merito Patrik Gamper, che è il presidente dell’associazione bio Val Venosta
nonché agricoltore biologico dal 1993 (in fot o). I motivi sono almeno due: “Il territorio a grande vocazione melicola, che continua a godere di un clima relativamente secco, grazie alla sua altitudine, con una migliore capacità di controllo delle malattie fungine L’escursione termica e le notti mediamente molto
fresche, inoltre, aiutano nella gestione dei parassiti”. Il secondo vantaggio competitivo delle mele bio della Val Venosta è relativo alla rete di collaborazione e condivisione tra i soci Gli agricoltori biologici del Consorzio sono formati e aggiornati, grazie a un confronto costante e costruttivo sia con il Centro Sperimentale di Laimburg sia con il dipartimento qualità di VIP. “Un approccio che - commenta Gamperritengo di fondamentale importanza oltre che l’unico possibile in ottica di crescita e sviluppo”.
“Come me, tutti i 280 produttori di mele bio in valle - conclude Patrik Gamper - sono consapevoli di dover essere flessibili e di ampie vedute Mai pensare che le cose siano immutabili Non si può sapere cosa accadrà tra 10 anni Ecco perché bisogna sempre cercare nuove opportunità, ponderando con attenzione ogni scelta, perché l’agricoltura biologica non fa sconti. Una mentalità propositiva è fondamentale per affrontare al meglio variabili quali la fluttuazione dei prezzi delle materie prime, come è accaduto, e le inevitabili conseguenze sui costi di produzione e sui prezzi al consumo Dunque, per affrontare scenari in continuo divenire l’unica strada è legata a un approccio serio e professionale, e qui in valle ne siamo davvero capaci!”
Campagna 2024-25. La continuità dell’offerta bio nei 12 mesi si conferma, a livello commerciale, il punto di forza di VIP. Dalla nuova stagione bio, in Val Venosta si attende un -10% sui volumi dell’anno scorso, contro un calo ancora maggiore in Europa, dove il raccolto 2023 di mele bio era già stato sotto la media Le prospettive sono quindi molto positive
Giancarlo Sbressa
retail Nordovest, Crai si riorganizza: Codè e Gruppo Abbi insieme |
Codè Crai Ovest insieme al Gruppo Abbi dà vita a Distribuzione Nord Ovest, una nuova società che mira a consolidare il posizionamento dell’insegna come leader nel mercato della prossimità. La collaborazione strategica prevede un volume d’affari superiore a 1,5 miliardi di euro e la gestione di oltre 500 punti vendita. Codè Crai Ovest, nel 2022, aveva un indebitamento di 80,5 milioni di euro, di cui 51,7 verso i fornitori
CraiFutura, il progetto strategico del Gruppo Crai che mira a consolidare il posizionamento dell’insegna come leader nel mercato della prossimità, procede con una nuova operazione: è stata infatti annunciata a settembre la nascita di Distribuzione Nord Ovest, società nata dall’evoluzione del modello cooperativistico di Codè Crai Ovest, storica azienda di Crai che opera con 330 punti di vendita in Piemonte, Lombardia, Liguria e Val d’Aosta L’operazione mira a rafforzare la posizione finanziaria di Codè Crai Ovest, che nel 2022 ha r e g i s t r a t o u n v a d e l l a p r o d u z i o n e 364 milioni di eu una perdita di 1 milioni di euro e d biti per 80,5 milio di euro, di cui 51 verso i fornitori
L a n u o v a r e a l t à vede l’ingresso del Gruppo Abbi, con consolidata esperienza nella gestione della rete e nello sviluppo di format, che p e r m e t t e r à d i
imprimere un ’accelerazione al business, mettendo a fattor comune competenze, risorse e capacità d’innovazione “La nuova società e Codè stanno avviando una serie di operazioni economico-giuridiche che consentiranno di riorganizzare l’attività d’impresa in modo solido e sostenibile, a tutela di tutti gli stakeholder”, ha dichiarato il gruppo Crai su LinkedIn. Questa collaborazione strategica coinvolgerà un volume d’affari di oltre 1,5 miliardi di euro e più di 500 punti vendita e permetterà una gestione più agile ed efficiente, grazie alla semplificazione della struttura societaria e all’implementazione del modello di business del Gruppo Abbi, caratterizzato da una forte attenzione all’ottimizzazione dei costi e all’innovazione.
Tra gli obiettivi principali dell’operazione: la creazione di valore e soddisfazione per i clienti e per tutte le persone che vivono il mondo Crai, il consolidamento del posizionamento dell’insegna come la realtà di riferimento locale nel panorama della distribuzione, lo sviluppo di un modello di servizio innovativo per la rete, la crescita della redditività dei punti vendita e la creazione di nuove opportunità di sviluppo per il territorio.
Il piano prevede importanti investimenti e nuove aperture di punti vendita, anche a gestione diretta, l’ bi i di modello virtuoso per tutti ondere le “best practices” servizio di prossimità sempre più vicino alle persone e di valore per le comunità.
“Si apre una nuova pagina nel panorama della distribuzione organizzata, all’insegna della collaborazione e della volontà di crescere insieme, sotto l’egida di un progetto strategico ambizioso come quello di Crai Futura”, a commentato Giangiacoo Ibba, Ad Gruppo Crai.
fiere |
Carlotta Benini
M a c f r u t 2 0 2 5 a l v i a i l m a r t e d ì
Novità The Healthy Food Show
Egitto partner internazionale, Lazio Reg i o n e p r o t a g o n i s t a e p a t a t a p r o d o t t o simbolo. Il simposio mondiale sulle
B i o t e c n o l o g i e e f o c u s t e m a t i c i c o n l a new entry di “The Healthy Food Show” presentato in modo innovativo e spettacolare. Sono solo alcune delle novità della 42.esima edizione di Macfrut, in programma dal 6 all’8 maggio 2025 a Rimini. Il taglio del nastro sarà anticipato al martedì anziché il mercoledì
La 42 esima edizione di Macfrut, in programma al Rimini Expo Centre dal 6 all’8 maggio 2025, si p r e a n n u n c i a s e mpre più ambiziosa e dalla vocazione int e r n a z i o n a l e L ’ 1 1 settembre a Il Cairo sono state svelate le principali novità della fiera, che il prossimo anno avrà prop r i o l ’ E g i t t o c o m e Paese partner Una fiera di filiera, vetrina globale dell’agritech, che ora vuole fare un passo ulteriore, facendo assaggiare l’ortofrutta e rendendola anche spettacolare. “Se vuoi sapere dove va il mondo dell’ortofrutta, devi venire in fiera”. è questo lo slogan che ha accompagnato le ultime edizioni di Macfrut Lo ha ricordato il presidente Renzo Piraccini, questo slogan - una sorta di mantra, durante la presentazione a Il Cairo La prima grande novità è l’anticipo del taglio del nastro al martedì: “Il venerdì
si è rivelata a volte una giornata un po ’ difficile, soprattutto per gli internazionali che devono rientrare - ha spiegato Piraccini. Vogliamo vedere se funzionerà meglio questa nuova formula, già testata in edizioni passate in cui Macfrut si è svolto a settembre”
L’Egitto sarà il protagonista internazionale di Macfrut 2025 Paese strategico nell’area del Mediterraneo, da tempo ha scelto Macfrut quale vetrina di riferimento mondiale per la crescita del suo sistema ortofrutticolo. Nel corso della tre giorni fieristica l’Egitto sarà protagonista con eventi, degustazioni, incontri e presentazioni internazionali. Il Lazio sarà al centro della 42esima edizione della manifestazione fieristica: una degna cornice per un comparto che vale oltre 1 miliardo di euro, in una regione conosciuta per la specializzazione dei suoi distretti produttivi di frutticoltura (10 mila ettari di kiwi a Latina, 24 mila ettari di nocciola a Viterbo) e di orticoltura, con quasi 9 mila ettari in serra e oltre 18 mila ettari in pieno campo, tra Latina, Litorale Romano e Viterbese Il prodotto simbolo di Macfrut 2025 sarà la patata: in fiera sarà ospitato il simposio internazionale. Grande novità sarà poi la spettacolarizzazione dell’ortofrutta attraverso aree tasting, panel test di prodotti, show cooking, storytelling, eventi immersivi e tanto altro. Le novità si potranno toccare con mano soprattutto nel The Healthy Food Show, il salone dedicato a prodotti e tecnologie di trasformazione sostenibili per la produzione di alimenti funzionali ad elevato valore nutrizionale
Giancarlo Sbressa
Il calcolo delle calorie? Obsoleto È ora di guardare ai nutrienti il libro |
Un viaggio di rinnovamento del pensiero scientifico, applicato all’alimentazione quotidiana. Conoscere il nostro corpo s i g n i f i c a s a p e r s c e g l i e r e c o m e n u t r i r l o per proteggerlo e prevenire invecchiamento, obesità e insorgenza di patologie. È la conoscenza che genera salute. “La Nuova Scienza dell’Alimentazione” è un libro facile e documentatissimo per chi voglia sapere tutto sui princip i di un’alimentazione sana ed equilibrata
Il dottor Pier Luigi Rossi è senz ’altro uno dei più ascoltati e stimati specialisti italiani della scienza dell’alimentazione Negli ultimi anni i suoi insegnamenti, i suoi principi per una nutrizione consapevole e misurata, hanno incontrato un ascolto sempre più vasto e attento. Molti ormai ne riconoscono il magistero e le formidabili capacità di medico e divulgatore Il volume “La Nuova Scienza dell’Alimentazione” rappresenta un approccio consapevole al cibo e al suo rapporto con il nostro corpo Ci siamo ormai resi conto che, nell’ultimo secolo, il valore nutrizionale di ciò che abbiamo messo sulla nostra tavola, purtroppo, è diminuito: gli alimenti, manipolati e processati dalla tecnologia industriale, ottenuti da un ’agricoltura estensiva e da allevamenti animali intensivi hanno perso i requisiti di sicurezza e qualità che garantiscono una dieta sana ed equilibrata e sono sempre più saturi di molecole dannose per la nostra salute è fondamentale comprendere il funzionamento del nostro organismo e quel che accade al suo interno quando mangiamo: solo così potremo superare la visione “termica” basata sul calcolo giornaliero delle calorie, ormai obsoleta, e passare a una visione “sistemica” basata sullo studio delle molecole, che privilegia la corretta combinazione dei nutrienti contenuti negli alimenti, per riallineare l’asse che collega l’intestino al cervello ristabilendo così un
dialogo biologico tra i singoli organi corporei L’autore, Pier Luigi Rossi, medico con più di trent’ann i d i e s p e r i e n z a , ideatore del metodo m o l e c o l a r e d i a l imentazione con sapevole, ci guida in un nuovo e definitivo viaggio di conoscenza con i piedi ben piantati nella terra della scienza. Ci fornisce tutti gli strumenti per organizzare i pasti quot i d i a n i , a t t r a v e r s o semplicissimi schemi e tabelle, guidandoci passo passo in un viaggio controcorrente. Il suo metodo alimentare si configura, infatti, non solo come un percorso individuale, ma piuttosto come un progetto culturale e comunitario, e promuove un approccio One He alt h, in cui la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente viene finalmente riconosciuta come un ’unica entità interconnessa.
“La nuova scienza dell’alimentazione”, autore Pier Luigi Rossi, Aboca Edizioni, 19,50€, 240 pagine, pubblicato il 20 settembre 2024
Ma chi è Pier Luigi Rossi? Laureato in medicina chirurgia, è specialista in scienza dell’alimentazione e specialista in igiene e medicina preventiva è stato primario presso la ASL di Arezzo, servizio sanitario della Toscana, per 22 anni, direttore della U O direzione sanitaria della stessa ASL, dove ha creato e diretto l’ambulatorio di nutrizione clinica. è stato docente dal 1995 al 2009 di scienza dell’alimentazione presso l’Università degli Studi di Siena. è autore di un considerevole numero di ricerche scientifiche pubblicate in riviste italiane e internazionali e autore di libri Ha fondato la Scuola di Alimentazione Consapevole ed elaborato la Dieta Molecolare
frontiere | Giancarlo
Sbressa
Z e r o p a c k r i p a r t e c o n l e c l i p
b i o b a s e d e b i o d e g r a d a b i l i
A seguito dell’acquisizione degli asset
d i B i o - o n d a p a r t e d e l G r u p p o M a i p nel giugno dello scorso anno, Zeropack fa il suo ritorno sul mercato con una strategia rafforzata che punta su innovazione e sostenibilità. In occasione di Fruit Attraction l’azienda ha presentato a l c u n e s o l u z i o n i p e r r i v o l u z i o n a r e i l settore ortofrutticolo con prodotti 100% biobased e biodegradabili in tutti gli ambienti, controllati e non controllati
Ogni anno nel mondo vengono prodotte circa 450 milioni di tonnellate di plastica, con un rilascio nell’ambiente compreso tra 27 e 35 milioni di tonnellate. Una porzione significativa di questo inquinamento deriva dal settore agricolo e ortofrutticolo, dove l’uso di prodotti in plastica convenzionale genera enormi quantità di microplastiche. Queste particelle, attraverso il suolo e gli agenti atmosferici, penetrano in vari ecosistemi, causando danni irreparabili all’ambiente e alla catena alimentare “La nuova Direttiva CE del 23 ottobre 2023 impon i gide restrizioni su lascio di micropla che e individua al ni settori princip sui quali porre massima attenzi ne, inclusi i prodot ti utilizzati in agri coltura”, dichiara l’ing. Martini, amministratore del e g a t o d i Z e r opack, insieme a M a r c o R i v o i r a di RKG “Ecco perché in que-
sto contesto, Zeropack si propone di fornire una risposta concreta e sostenibile a questa emergenza, sposando una visione di un ’agricoltura priva di inquinamento Una visione dove ogni coltivazione non solo rispetta, ma contribuisce attivamente a rigenerare il suolo e l’ambiente circostante”.
Zeropack è impegnata nello sviluppo e nella commercializzazione di una gamma diversificata di prodotti sostenibili per il settore ortofrutticolo. Questi prodotti sono progettati per sostituire completamente le plastiche a base fossile con alternative biobased e biodegradabili, in linea con i più elevati standard di sostenibilità Tra le novità, spiccano le nuove clip (in fot o) basate su IamNature: una linea di prodotti che “ provengono dalla natura e ritornano alla natura”. Le clip di Zeropack sono realizzate con IamNature, un materiale a base di poliidrossialcanoato (PHA), poliestere naturale prodotti da alcuni microorganismi attraverso la fermentazione di zuccheri e scarti agricoli Questo materiale è certificato Tuv Ok Bio Based 4 stelle, la massima certificazione disponibile, e Tuv Ok Compost, Tuv Soil etc. che ne attestano la compostabilità e biodegradabilità. Grazie a queste caratteristiche, anche in caso di dispersione accidentale nel terreno, i prodotti Zeropack si degradano completamente in modo naturale senza rilasciare microl i h ib d lla fertilità del suolo nni di esperienza nel “adcompounding” del Gruppo Maip con la ricerca all’avanguardia di Bioon sui PHA. Questi prodotti vantano caratteristiche uniche: 100% realizzati da materiali naturali rinnovabili; utilizzano biomassa di seconda generazione, che non compete con le risorse alimentari; supportano a biodiversità; sono, infie, totalmente privi di deriati fossili.
segmenti | Irene Forte
Candine raggiunge i 2 00 ettari
Candine, la mela club di Apofruit prodotta in diverse regioni italiane, ha raggiunto i 200 ettari con la prospettiva di aumentare ulteriormente le superfici grazie a delle qualità ormai riconosciute da produttori e mercato: buona resistenza alla ticchiolatura, ottima pezzatura, elevata percentuale di prodotto di prima qualità (in media l’80%), niente alternanza. Inoltre shelf-life notevole e può essere gustata appena colta
Arrivano sempre più responsi positivi dai campi sul progetto Candine, l’innovativa mela club di Apofruit che oggi conta già 200 ettari messi a dimora in diverse regioni italiane, ma c h e i n p r o s p e t t i v a può arrivare ad aumentare considerevolmente le superfici. A fare il punto d e l l a s i t u a z i o n e è Ernesto Fornari, direttore generale di Apofruit, all’indomani di due Candine Days svoltisi in provincia di Trento e di Rovigo, rispettivamente presso le aziende “Bottura Giuseppe e Figli”, che ha un impianto alla quinta foglia, e “Crema Andrea e Lucio” di Giacciano con Baruchella, alla terza foglia. “Pochi anni fa quello di Candine era solo un progetto sulla carta, seppur molto promettente - spiega Fornari, ma oggi lo possiamo confermare: tra le innumerevoli varietà presenti oggi sul mercato, questa mela ha
davvero caratteristiche eccezionali, che la candidano a un futuro dinamico”. Candine, infatti, offre al produttore diverse caratteristiche ottimali, come il periodo di raccolta a partire da metà settembre, una buona resistenza alla ticchiolatura, un ’ottima pezzatura e un ’elevata percentuale di prodotto di prima qualità, che si attesta in media all’80%, rispetto al 50% della Fuji, di cui è una discendente
La varietà, inoltre, non presenta alternanza nella produttività e i suoi frutti si distinguono per un ’elevata brillantezza. Oltre alle sue qualità in campo, Candine è apprezzata dal consumatore per la sua croccantezza, la dolcezza, la succosità e l’aromaticità, unite a una notevole shelf life “Ciò che rende unica questa mela, e che ne fa un progetto molto valido anche in ottica futura, sono le sue qualità intrinseche anche nel post raccolta - aggiunge For-
n a r i. R i s p e t t o a molte altre cultivar, infatti, è pronta per il consumo appena colta dalla pianta, e non necessita quindi di essere affinata in frigorifero. Inoltre, se correttamente conservata, può e s s e r e c o m m e r c i alizzata fino a maggio”
“ I n s o m m a , q u e l l o c h e s e m b r a v a u n buon progetto, e che oggi conta già 200 ettari in diverse zone d’Ita lia, adattandosi perfettamente a vari ambienti, dalla pianura alla montagna, sta rivelando risultati ben oltre le nostre aspettativeconclude il direttore generale di Apofruit - Molti produttori, soci della nostra OP e non solo, hanno potuto constatarlo durante i recenti Candine Days, visitando impianti alla terza e alla quinta foglia”
frutta secca | Maddalena De
Santis
“Ti affido un noce”: New Factor por ta nei noceti il consumatore
Tra le imprese leader in Italia nel setto re de lla frutta se c c a e disidra ta ta , la romagnola New Factor ha celebrato il 10 e 11 ottobre l’inizio della campagna della noce 2024/2025. Nel corso dell’evento l’azienda ha lanciato “Ti affido un noce”, un concorso attivo dal 15 o t t o b r e c h e p e r m e t t e d i “ a d o t t a r e ” u n albero, pensato per coinvolgere direttamente i consumator i nelle varie fasi in campo e nella lavorazione, tutto l’anno
Da più di vent’anni, nella prima decade di ottobre, celebrano l’inizio del raccolto con un evento dedicato, la “Giornata della noce ” : è in questa occasione che l’azienda romagnola New Factor, specializzata nella lavorazione e commercializzazione di frutta secca e disidratata, invita giornalisti e stakeholder ad assistere alla raccolta meccanizzata dei nuovi frutti e
alle varie fasi di lavorazione (smallatura, essiccazione e selezione). Il processo si svolge interamente all’interno dell’azienda agricola San Martino, appena fuori dalla città di Forlì: i terreni adibiti alla nocicoltura - da cui provengono, ogni anno, 200 tonnellate di noci - appartengono da generazioni alla fami-
glia Annibali, proprietaria di New Factor Dal 1992, Alessandro Annibali guida l’azienda in qualità di amministratore delegato
In occasione della “Giornata della noce ” 2024, tenutasi il 10 e 11 ottobre, l’azienda ha lanciato il progetto “Ti affido un noce ” , con l’obiettivo di far vivere un ’ esperienza unica ad alcuni fortunati estimatori e sensibilizzarli sull’importanza di pratiche agricole responsabili e rispettose del territorio L’iniziativa offre, infatti, l’opportunità di conoscere dal vivo tutti i controlli di qualità e le buone tecniche agronomiche Il progetto coinvolge anche i consumatori, grazie a un concorso attivo dal 15 ottobre: chi vincerà potrà “adottare” un albero. Per 12 mesi, il noce riporterà su una targa il nome dell’affidatario, che potrà andare a trovarlo, durante tutto l’anno, per assistere alle diverse fasi del suo accrescimento, fino alla maturazione dei frutti Per partecipare al contest basta acquistare una confezione di “Noci di Romagna” in guscio - il brand delle noci New Factor - da 500gr “La Romagna, grazie alla vocazione dei suoi terreni, alle capacità e all’intraprendenza dei suoi agricoltori, rappresenta un ’ area strategica in cui sviluppare la filiera della noce. New Factor garantisce l’acquisto del prodotto e la commercializzazione su tutti i canali della distribuzione moderna, per garantire ai soci conferitori il massimo ricavo per il loro impegnativo lavoro”, ha spiegato il ceo Alessandro Annibali (ne lla fot o s opra a s inis t ra, con Carlo Mangini)
progetti | Irene
Forte
Dulcis, il kiwi verde ma dolce a suo agio col clima che cambia
Con l’avvio della nuova stagione del kiwi Dulcis, produttori e soci delle cooperative coinvolte si sono riuniti in occasione di Dulcis Field Day. L’incontro ha offerto un’occasione per approfondire le peculiarità di questa varietà di actinidia 100% made in Italy, sviluppata da New Plant in collaborazione c o n l e U n i v e r s i t à d i U d i n e e B o l o g n a , e prodotta e commercializzata da Aleg r a , A p o f r u i t I t a l i a e O r o g e l F r e s c o
Durante la giornata in campo, sono state illustrate alcune peculiarità di Dulcis dal punto di vista agronomico, che ne fanno un vero e proprio unicum dal punto di vista della rusticità e dell’adattamento al cambiamento climatico. è stato rimarcato che il suo germogliamento anticipa di qualche giorno Hayward e la fioritura è piuttosto abbondante, tanto che la vigoria della pianta produce una quantità di fiori tripli che devono essere diradati Invece, per quanto concerne gli impollinanti, sono in corso di test il 378-07 e Zuva, perché molto probabilmente du pollinanti diversi sono garantire per mance migliori. N da ultimo, a tali ratteristiche si a giungono la sua m it a t a s en sib i l i t a PSA e una facil p o t a t u r a , p e r c h é la precocità della p i a n t a p r o d u c e un buon quantitativo di legno da rinnovo, molt o i m p o r t a n t e p e r l a p r o d u -
zione dell’anno successivo. Nel corso della visita agli impianti, realizzati nel 2021 e allevati secondo la tradizionale forma a pergoletta, i produttori hanno potuto apprezzare il vigoroso equilibrio vegeto-produttivo della pianta, in netta contrapposizione alla cultivar Hayward, che quest’anno faticherà a raggiungere le 15 tonnellate per ettaro.
La prima vera campagna commerciale del kiwi Dulcis si preannuncia quindi con prospettive molto positive “Nel 2024 - spiega Mirco Montefiori, direttore di New Plant e presidente di Dulcis Kiwifruit Company - i primi impianti di Dulcis, al quarto anno di crescita, stanno già mostrando eccellenti performance, con frutti omogenei, di cui l’80-90% supera i 115 grammi. In piena produzione, che prevediamo per il prossimo anno, puntiamo a raggiungere le 35 tonnellate per ettaro, con frutti che rispettino le caratteristiche qualitative che abbiamo identificato (e che il mercato e i consumatori hanno apprezzato) Attualmente, ci posizioniamo tra le 25 e le 31 tonnellate per ettaro, con frutti di ottima qualità, un risultato già molto soddisfacente”.
Riguardo agli obiettivi futuri, Montefiori aggiunge: “I risultati ottenuti finora, con circa 2.000 quintali prodotti, sono stati molto incoraggianti, sia sul mercato italiano che presso la Gdo estera. Quest’anno zie allo sviluppo dei nuovi in produzione Ad oggi vi à 280 ettari a dimora, con l’obiettivo di raggiungere i 500 ettari entro il 2026”. La particolarità di Dulcis è di essere un kiwi a polpa verde, ma con le caratteristiche qualità di dolcezza e di acidità tipiche dei kiwi gialli Il payoff è infatti “La dolcezza che conquista”. La produzione e istribuzione commerciale esclusiva mondiale di Duls Kiwifruit Company.
Carlotta Benini
iLcamone, un pomodoro unico La campagna promette bene |
Agricola Campidanese è l’unica azienda autorizzata alla coltivazione in Sardegna de iLcamone, brand che identifica l’autentico Camone made in Italy: un pomodoro con una personalità unica e spiccata, dal gusto inconfondibile e italiano a l 1 0 0 % . “ L a s t a g i o n e è e n t r a t a n e l vivo a ottobre, la qualità del prodotto è ottima e i prezzi sono sostenuti”, rivela Salvatore Lotta, direttore commerciale della OP di Terralba (Or)
è un pomodoro unico per aspetto e gus t o , c a r a t t e r i z z a t o da un perfetto equilibrio tra note fresche, dolci e salate, che si sprigionano al p a l a t o a d d e n t a n d o la sua polpa soda e croccante Si distingue a prima vista sui b a n c h i p e r l a s u a particolare colorazione rosso scuro, con striature verde intenso, e ha anche un altro pregio: la shelf life Rimane infatti sempre intensamente colorato, croccante e buono da mangiare, “fino a 20 giorni in punto vendita”. è “iLcamone, quello vero ” , l’autentico pomodoro Camone made in Italy coltivato in esclusiva da quattro aziende selezionate delle Isole fra cui Agricola Campidanese, unica azienda autorizzata per la produzione in Sardegna
re commerciale della grande OP di Terralba (Or) - e nella prima decade di ottobre siamo entrati nel vivo della produzione. La qualità del prodotto è ottima. Tutta la categoria pomodoro, in generale, ha sofferto quest’anno per le temperature molto elevate di luglio e agosto, che hanno contribuito a una perdita dei primi stacchi di prodotto Anche noi abbiamo avuto una piccola perdita produttiva e la campagna è iniziata in ritardo di 15-20 giorni Ma a metà ottobre la situazione di mercato era positiva e i prezzi alti e sostenuti”.
“La nuova stagione del pomodoro Camone è iniziata a fine settembre - esordisce Salvatore Lotta, diretto-
Agricola Campidanese ad oggi ha 5 ettari dedicati al pomodoro Camone, tutti in serra. Il prodotto è valorizzato sul mercato con il brand in co-marketing “iLcamone, quello vero ” , ma viene commercializzato anche con la marca del distributore delle insegne partner. “Con il prodotto siam o p r e s e n t i n e l l e p r i n c i p a l i i n s e g n e della Gdo italiana”, precisa Lotta “Quello de iLcamone è un progetto che ci sta dando molta soddisfazione - continua in merito alla scommessa sul pomodoro premium creato e selezionato da Syngenta -: il consumatore ha imparato a riconoscere le sue caratteristiche uniche che lo distinguono da ogni altro pomodoro insalataro e ad apprezzare le sue qualità organolettiche e la sua bontà. La sua lunga vita di scaffale è il plus valore”. Agricola Campidanese con il brand L’Orto di Eleonora commercializza anche altri ortaggi, distribuiti nelle principali catene della Gdo sarda e nazionale, ma anche all’estero: carciofi, finocchi, melanzane, carote e - novità - le brassiche (cavolfiori e broccoli)
eccellenze
| Carlotta Benini
Carciofo Violì: innovazione varietale e qualità al top
Violì è un progetto nato da imprese leader del settore ortofrutticolo per valorizzare e promuovere un prodotto dell’eccellenza italiana: il carciofo. Sotto un unico marchio sono racchiuse tutte le tipologie “tenere” coltivate nelle aree più vocate: il Violetto, il Morello e il Romanesco. Questa realtà è l’unica in grado di offrire alla Gdo carciofi di filiera di qualità garantita e costante durante l’arco di tutta la stagione
Violì è sinonimo di carciofo di filiera Il gruppo rappresenta infatti la più grande concentrazione di superficie coltivata a carciofo del panorama italiano, nonché l’unico progetto che può offrire alla grande distribuzione prodotto nazionale di qualità garantita e costante durante l’arco di tutta la stagione. L’innovazione è al primo posto: le aziende che fanno parte della rete si impegnano costantemente in progetti di ricerca varietale per portare sugli scaffali un carciofo di qualità superiore
La produzione di Violì si sviluppa su tre diversi areali potendo quindi coprire tutto il calendario produttivo e differenziando il rischio climatico. Inoltre questa peculiarità consente di testare in tempi brevi le nuove genetiche in diverse condizioni pedoclimatiche. Diverse sono le varietà di carciofo che il gruppo sta testando: una in particolare spicca per le sue caratteristiche qualitative superiori in termini di qualità
interna. Si tratta di Green Queen, una tipologia di carciofo che vanta fra le sue peculiarità una maggiore parte edibile grazie alla riduzione del pappo, più tenerezza e un sapore più intenso Inoltre ha bisogno di meno defogliazione, richiedendo quindi minor tempo di lavorazione è in fase di roll out invece il progetto del Romanesco Cilentum che negli anni scorsi è stato testato dal gruppo e che in questa campagna è pronto con la sua precocità e qualità ad avere un ruolo importante all’interno dell’assortimento Violì. Violì valorizza solo carciofi dal “ seme ibrido” e coltivati seguendo accurati disciplinari di produzione e piani di controllo che, insieme al sapore, ne preservano l’integrità in ottica fitosanitaria, il calibro e la qualità costante e le proprietà salutistiche Il tutto garantendo la massima tracciabilità di filiera, dall’origine, alla raccolta fino alla distribuzione.
L’esperienza di coltivatori aperti a ricerca e innovazione rende possibile oggi una calendarizzazione del carciofo più ampia e permette di essere presenti sul mercato per nove mesi l’anno, sia come prima gamma che come prima gamma evoluta
Alice Gelmetti (die t is t a)
Le noci: preziosa fonte di salute ma attenzione a non eccedere mens sana |
Arriva l’autunno, stagione della frutta secca. È d’obbligo quindi dedicare attenzione a uno dei frutti a guscio più consumati e amati al mondo: la noce. Originaria dell’Asia, la noce è ricca di grassi: sono quelli buoni, quindi meglio non eccedere: la dose consigliata è di 30 grammi al dì. A livello nutraceutico le noci vantano numerosissime proprietà: grazie agli omega 3, ad sempio, hanno un forte potere antinfiammatorio
Le noci a livello nutrizionale appartengono al gruppo dei grassi, tanto che sarebbe corretto chiamarle “frutti oleosi” e non “frutta secca ” Se le frullassimo per lungo tempo infatti, ne otterremo un olio, come per i semi di girasole, arachidi e altri appartenenti alla stessa famiglia. è doveroso quindi sottolineare che la quantità di noci va limitata. è vero che le noci sono ricche di grassi buoni, ma sempre di grassi si tratta: le linee guida consigliano un uso giornaliero di frutta e semi oleosi di circa 30 grammi al giorno A livello nutrizionale le noci contengono 700kcal per 100 gr mi in base alla va tà. Il principale grediente come de è il grasso (circa 7 grammi su 100), an che se circa 60 d questi grammi so no dati da grassi poliinsaturi o insaturi. A livello n u t r a c e u t i c o l e noci vantano num e r o s i s s i m e proprietà: contengono argini-
na, che previene problemi cardiaci e rafforza la salute del cuore; grazie agli omega 3, le noci hanno un forte potere antinfiammatorio e sono quindi indicati per tutte quelle malattie che terminano in -ite; contengono polifenoli, che sono potenti antiossidanti; grazie alla vitamina E migliorano la salute neurologica Ancora: l’azione dei grassi delle noci permette di ridurre l’assorbimento dello zucchero, vengono quindi prescritte in regimi alimentari per diabetici, soprattutto negli spuntini Contengono inoltre melatonina, un ormone noto per il rilassamento e implicato nel sonno. Molti studi, infine, hanno dimostrato che il consumo giornaliero di frutta oleosa riduce il rischio di malattie tumorali.
In qualsiasi dieta le noci vengono consigliate tra le varietà di frutta oleosa Il consiglio di noi nutrizionisti è di inserirle come spuntino durante la mattinata o il pomeriggio, magari associate a della frutta, per ridurre il senso di fame e modulare i picchi glicemici. Sono anche utili a colazione, associate a una fonte di carboidrati e una di proteine, per partire con una colazione completa di tutti i nutrienti e a basso impatto glicemico: una fetta di pane di segale con ricotta e noci per esempio può essere una combinazione perfetta per una colazione bilanciata Per chi fa fatica a dormire invece si rivelano utili se consumate d b ll camomilla o tisana rilassarle tostate o cotte: l’alta atura ne riduce i benefici, a c a u s a d e l l ’ o s s i d azione dei grassi poliinsaturi contenuti che sono sensibili al calore Vanno infine ricordati due aspetti delle noci da tenere in considerazione: il rischio, in taluni casi, di reazioni allergiche e il quantitativo calorico, perché, come si dicev a , i g r a s s i i n g r a s s a n o , uindi non bisogna eccedee con le quantità
C h e f i n c a m p o per valorizzare le mele tradizionali
Non solo torte di mele: la mela si scopre versatile in cucina Eugenio Felice
Negli ultimi 10 anni le grandi organizzazioni di produzione di mele del Trentino Alto Adige hanno spinto forte sulle nuove varietà. I consumatori italiani però hanno dimostrato, ancora, un grande legame con le mele tradizionali, come la Golden Delicious o la Gala. E dato che co n le avversità climatiche i costi sono lievitati e i margini si sono compressi, è iniziata un’operazione corale di valorizzazione per stimolare la domanda. Come? Aumentando le occasioni di consumo
Per riscoprire il valore delle mele tradizionali, in particolare Golden Delicious, Gala, Granny Smith e Red Delicious, non c’è modo migliore che recarsi in un frutteto in Alto Adige e addentare la mela appena colta dall’albero è quello che è successo a un gruppo di giornalisti, compreso chi scrive, nel mese di settembre, su invito di VOG, il Consorzio delle Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige Un viaggio nei territori e nelle tradizioni culinarie dell’area più importante al mondo per la produzione di mele. Il campo in oggetto era della varietà Gala, dato il periodo e l’altitudine sui 700 s.l.m., e dobbiamo ammettere che una Gala così buona in termini di croccantezza, succosità, dolcezza e aromi, non la
avevamo mai mangiata è questo episodio che ci ha fatto capire in modo chiaro come gli sforzi messi in campo dalle grandi organizzazioni di produzione del Trentino Alto Adige per rendere più attraenti le varietà tradizionali non sono e non saranno vani Anche perché le varietà tradizionali, che nel caso di VOG sono vendute con il brand Marlene, sono ancora di gran lunga le più acquistate dagli italiani.
Le ricerche. La mela accompagna le vite dei consumatori italiani, sempre più interessati a esplorare i sapori e gli aromi delle diverse varietà, anche in cucina è quanto emerge da due ricerche commissionate da Marlene, su un totale di 1.500 persone dai 25 ai 65 anni. I risultati del sondaggio fotografano una realtà in linea con la campagna della “Figlia delle Alpi”, che
L’insalata di cavolo cappuccio viola con Fuji, primosale al sesamo e nocciole è una delle cinque ricette vincitrici del contest Marlene Esperienza Culinaria 2 0, lanciato nella primavera 2024 per invitare i consumatori a creare la propria ricetta gourmet con le mele Le ricette vincitrici sono state selezionate da una giuria composta anche dallo chef tristellato Norbert Niederkofler
VOG è il Consorzio delle Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige Nato nel 1945, è composto da 11 cooperative che riuniscono 4 600 aziende famigliari. Oltre 10 mila mani, che mettono in campo valori quali origine, expertise, sostenibilità, prodotti e marchi, per produrre ogni anno 500 mila tonnellate di mele di alta qualità, destinate a 75 mercati di tutto il mondo Oltre 30 le varietà dell’assort imento VOG, fra cui spiccano i brand Marlene, Mela Alto Adige IGP, Pink Lady, Kanzi, envy, yello, Jazz, Joya, SweeTango, RedPop, Giga, Cosmic Crisp e Crimson Snow Nel 2025 Marlene festeggerà le 25 candeline
Produzione di mele per varietà in Italia
ITALIA
Tonnellate
Golden Del. Red Del Imperatore
Gala
Granny
Annurca
Cripps
TOT. Mele da tavola
dalla Ruota degli Aromi al contest
Marlene Esperienza Culinaria 2 0 sta raccontando il mondo gourmet e la cultura del gusto che sta dietro una mela.
Prima di tutto, è un frutto che fa parte della quotidianità: è tra gli acquisti del 96,4% dei nuclei familiari, di cui due terzi lo acquistano una o più volte a settimana Ogni momento è buono per gustare una mela: viene consumata a colazione nel 19% dei casi, come spuntino alla mattina nel 32%, a fine pranzo nel 49%, come spuntino pomeridiano nel 48% e dopo cena nel 38% dei casi. Per il 16% degli intervi-
stati può addirittura essere sostitutiva di un pasto. Questa diffusione riflette l’importanza della mela n e l l ’ a l i m e n t a z i o n e , c o n s i d e r a t a elevata dal 71% degli intervistati. Anche l’aspetto del gusto è fondam e n t a l e : l a p r i m a m o t i v a z i o n e d’acquisto - per 4 italiani su 5 - è “ sono buone” Il gusto, con il 34%, è il primo fattore di scelta, seguito dalla varietà con il 32%. Il 95% degli intervistati indica gusto e aroma intenso tra le caratteristiche di
una mela moderna. Se il consumo principale della mela è da sola, a spicchi o intera, ben il 71% degli italiani la usa anche come ingrediente in cucina
“Marlene è un brand di riferimento per le mele in Italia, per questo abbiamo reso la “Figlia delle Alpi” apripista di un nuovo modo di parlare di mela - commenta Hannes
Tauber, responsabile marketing di VOG - Home of apples - Per fare questo, è fondamentale ascoltare il consumatore Le nostre ricerche ci rivelano un forte interesse per i valori di Marlene, come l’origine, il gusto e la qualità”.
cooperative in Alto Adige 11
10700 4000
nasce Marlene 1995 + +
A confermare il legame tra Marlene e i consumatori, quasi la totalità del campione conosce il brand, con una awareness in aumento.
Più di 4 su 5 hanno dichiarato l’intenzione di acquistare la mela Figlia delle Alpi. Piace anche lo spot incentrato sul viaggio culinario:
quasi il 90% ha dimostrato di gradirlo, mentre due terzi del campione ha dichiarato di essere stato invogliato a comprare la mela Figlia delle Alpi dopo averlo visto
La partecipazione al contest corrobora questi dati e la centralità della mela nelle cucine dei consuma-
tori italiani: 256 partecipanti hanno caricato la loro ricetta gourmet a base di mele, per provare a vincere una delle cinque esperienze culinarie in Alto Adige in palio Oltre 42 mila sono state invece le giocate all’instant win che ha messo in palio 100 pacchetti gourmet. Con questi numeri, l’Italia rappresenta oltre la metà delle partecipazioni internazionali.
“Il successo del contest dimostra come gli italiani abbiano apprezzato il concetto di viaggio culinario - sottolinea Hannes Tauber (ne lla fot o de lla pagina affianco) - I dati ce lo confermano ulteriormente: per molti la Ruota degli Aromi è un veicolo di approfondimento sul mondo delle mele, il tema degli abbinamenti raccoglie una grande curiosità e 1 italiano su 5 afferma di avere visitato l’Alto Adige dopo avere visto lo spot Marlene in tv. Possiamo quindi dire che la nostra comunicazione ha avuto un impatto positivo non solo sulla marca, ma anche sulla categoria mela e sul nostro territorio di origine”
La storia gourmet di Marlene si arricchisce costantemente di nuovi capitoli, per offrire al consumatore nuovi spunti di approfondimento sul mondo della mela. Se tre quarti degli italiani pensano alla mela anche come ingrediente da abbinare ad altri alimenti, la Figlia delle Alpi è pronta ad aiutarli nella scelta Per farlo, ha chiesto aiuto allo chef Norbert Niederkofler, che ha radunato una squadra decisamente gourmet: la sommelier di vino Valeria Hinna Danesi,
“
le idee di abbinamento stanno dando dei riscontri molto positivi. Marlene, che l’anno prossimo farà 30 anni, è stato un brand pioniere e anche oggi fa da apripista a un nuovo modo di raccontare la mela ” Hannes Tauber (responsabile marketing VO G)
il maestro pasticciere Alessio Billeci, l’affinatore di formaggi Hansi Baumgartner e il maestro macellaio Oscar Saxl “Gli approfondimenti dei sommelier della mela e l e i d e e d i a b b i n a m e n t o s t a n n o dando riscontri molto positivi tra i consumatori - aggiunge Hannes Tauber. Marlene, che l’anno prossimo compirà 30 anni, è stato un brand pioniere e anche oggi fa da apripista a un nuovo modo di raccontare la mela, un’ispirazione per tutto il settore”
Le ricette gourmet. Con il contest lanciato la primavera scorsa Marlene, la Figlia delle Alpi, ha invitato i consumatori a creare la propria ricetta gourmet con le mele, per aggiudicarsi 5 esperienze culinarie in Alto Adige - Südtirol di una settimana per due persone Il contest Marlene Esperienza Culinaria 2.0 ha raccolto 432 ricette da 10 Paesi inviate dagli utenti tramite sito web, oltre a quasi 80 mila partecipazioni alla modalità instant win, da 19 Paesi
La mela è un frutto presente in tutte le culture culinarie al mondo, protagonista di una molteplicità di abbinamenti e tipologie di piatto. Marlene ha voluto esplorare questa ricchezza culturale, per ispirare tutti gli amanti del gusto a realizzare le proprie creazioni Per avere nuove idee, gli appassionati di cucina hanno potuto contare sulla Ruota degli Aromi, la guida ai gusti, aromi e consistenze delle diverse varietà Marlene e sui food pairings consigliati da Marle-
ne, abbinamenti dai più classici ai più innovativi per valorizzare la versatilità della mela
Il contest Marlene Esperienza Culinaria 2 0 ha portato questo desiderio di esplorare direttamente nelle case dei partecipanti, che hanno inviato le loro creazioni originali a base di mela. Cinque di queste si sono distinte per creatività, bilanciamento dei sapori e originalità Lo Sgombro affumicato con Granny Smith (fot o pagina a lat o) di Ellen Maria Dijkman unisce il gusto intenso del pesce alla freschezza della mela, mentre l’Insalata di cavolo cappuccio viola con mele Fuji, Primosale al sesamo e nocciole di Ilaria Cappellacci è una esplosione di colori e leggerezza Con la Crema di Red Delicious e
sedano con uovo in camicia, scaglie di prosciutto e fiori di mela, Inmaculada Calvo ha realizzato un sorprendente piatto unico. Il Panino bao al vapore con manzo speziato e la mela Royal Gala glassata al miele grigliata di Esther Sijben richiamano gli aromi della cucina asiatica Nella Tatin di porri e Golden Delicious con caramello al miso, infine, Aurora Sorgato (fot o pagina a lat o) ha creato un dessert con ingredienti che non ti aspetti.
Ora, con l’avvio della nuova campagna, Marlene è pronta ad aggiungere un nuovo capitolo dedicato all’arte e all’ispirazione, che nel 2025 porterà a iniziative speciali per i 30 anni del brand, con sempre al centro il consumatore, con cui Marlene vuole ulteriormente rafforzare il legame emozionale.
Il tema del passaggio generazionale e del reperimento di manodopera specializzata per dare un futuro solido alla frutticoltura della Val Venosta diventa centrale per VIP “Dobbiamo reagire per rendere la nostra a ttività e il nostro ambiente ancora più attrattivi di quanto non lo siano già”, ha dichiarato in merito il direttore generale del Consorzio, Martin Pinzger “Abbiamo valori, una forte identità legata al territorio, una grande specializzazione - precisa - ma sbaglieremmo se non facessimo una riflessione su questi argomenti. Rispetto a l l a m a n o d o p e r a , s e v o g l i a m o , abbiamo una fortuna: la parcellizzazione delle nostre aziende agricole con 1 600 unità produttive su 5 200 ettari La piccola azienda di famiglia può assorbire meglio di qualsiasi altra lo stress da carenza di manodopera portando avanti con le sue forze molte delle attività e cercando un sostegno esterno solo nei picchi della raccolta. Viene in aiuto anche l’ampio assortimento varietale che abbiamo in Valle e che permette di diluire nel corso dei mesi la raccolta Per sostenere i nostri programmi e avere un futuro dobbiamo contare, qui come in tante altre zone produttive, sul fatto che i giovani si mettano in pista, consapevoli che, nonostante tutte le innovazioni e le tecnologie, da ultima l’intelligenza artificiale, che vengono in aiuto, la melicoltura non è una passeggiata” Sono diversi i plus che VIP può garantire ai giovani. “Siamo in grado di adattarci con elasticità e tempe-
Va l Ve n o s t a , f o c u s
su giovani e risorse umane per il futuro della frutticoltura
Giancarlo Sbressa
VIP, il consorzio che riunisce cooperative e frutticoltori della Val Venosta, guarda ai giovani per dare un futuro importante alla frutticoltura della Val Venosta e pone il tema delle risorse umane tra i suoi obiettivi strategici. Il direttore Martin Pinzger: “Dobbiamo essere realisti e riconoscere che al tema del cambiamento climatico si abbina la criticità che possiamo chiamare demografica o v v e r o r e l a t i v a a l l e p e r s o n
n agricoltura, a cui dare solide prospettive economiche”
stività alle evoluzioni del mercato - ha sottolineato Martin Pinzgercogliendo le opportunità a beneficio degli associati. Inoltre, non ci muoviamo da soli ma nell’ambito del sistema cooperativistico in cui la grande maggioranza del settore melicolo italiano si riconosce avendo tematiche analoghe da gestire e affrontare: dobbiamo fare perno sulle OP e rafforzare i legami attorno ad Assomela in prospettiva
futura. Infine c’è un elemento caratterizzante della Val Venosta che ha a che fare con le tematiche ambientali: crediamo nel futuro del biologico - conclude Pinzger - e nel continuare ad affermare la nostra posizione di leader in Europa per quantità, qualità e servizio. Difendiamo le superfici dedicate al bio e possiamo dire che, usciti da una fase non facile, la nostra fiducia nel bio è stata premiata”
Ri voi ra , Sa m boa
e n t u s i a s m a o l t r e
o g n i a s p e t t a t i v a
Ma preoccupa la geopolitica internazionale
Eugenio Felice
La campagna melicola 2024-25 è partita molto bene, grazie a una produzione europea stimata in contrazione dell’11% rispetto al raccolto 2023. Calo deciso in Austria e Germania, ancora più marcato in Polonia con un -20%. Per gli operatori italiani le prospettive sono positive, anche l’industria sta pagando piuttosto bene. Sarà quindi una campagna con i fiocchi? In realtà non mancano elementi di criticità. Ne abbiamo parlato con Marco Rivoira, ceo del Gruppo Rivoira di Saluzzo (Cn)
Export complicato La campagna 2023-24 è stata per le mele italiane positiva, ha avuto mediamente un buon ritorno alla produzione. “è stata una campagna molto performante nei primi 4 mesi fino a gennaio - commenta Marco Rivoiracon un mercato attivo e in crescita: bene le precoci come Gala mentre le tardive hanno sofferto un po ’ il caldo Poi da fine gennaio con la guerra in Israele e il conseguente blocco del canale di Suez abbiamo perso mercati di sbocco come India e Far East. Eravamo arrivati a fare 3-400 container per l’India, la scorsa campagna ne abbiamo fatti circa 20 Quindi abbiamo avuto la necessità di rimodulare la campagna Sono stati due anni complicati, prima la crisi in Ucraina, poi Israele. Non avere l’India come mercato di sbocco è un problema. I transit time si allungano oltre i 50 giorni, bisogna scegliere tra circumnavigare o fare trasbordi complicati In un anno solo abbiamo perso share di mercato rilevanti a scapito di Turchia e Paesi limitrofi e non sarà facile recuperare. Anche l’Arabia Saudita è diventata più lontana, da
10 a 20 giorni, questo sicuramente complica, anche a livello di costi. Abbiamo perso competitività a livello logistico Il Medio Oriente si sta complicando molto, ogni anno è più price sensitive e meno attrattivo Si fa fatica a valorizzare prodotti di valore. Basti pensare che fino a 7-8 anni fa negli Emirati si spediva un sacco di prodotto, mentre oggi praticamente gli italiani non caricano più, caricano i Paesi dell’Est, dove la frutta ha una qualità intrinseca in termini gustativi che va in secondo piano, magari è bella ma non altrettanto buona”.
Il Brasile, in estate! “Lo scenario è q u i n d i p r e o c c u p a n t e - c o n t i n u a Marco Rivoira. La geopolitica delle mele sta cambiando piuttosto rapidamente anno dopo anno Se il Medio Oriente e il Far East deludono, in questi anni quello che ci dà più soddisfazione è il Centro e Sud America, come il Brasile che sta performando molto bene. Anche
loro stanno soffrendo il cambiamento climatico, hanno temperature più alte di notte e così, in pochi anni, sono passati da 1,5 milioni di tonnellate di mele a 7-800 mila tonnellate. Quindi per mancanza di freddo hanno produzioni più basse Anche il Cile ha ridotto molto le esportazioni, per la crisi dei trasporti e per la crisi energetica del 2021, con una riduzione del 3540% delle superfici e un output che è sceso sotto il milione di tonnella-
te da 1,3 a 1,4 milioni di tonnellate di qualche anno fa Come consorzio Crimson Snow, in piena campagna di produzione dell’Emisfero Sud, da maggio a luglio, in estate, abbiamo mandato più di 3,4 milioni di chili in Brasile, un volume impensabile solo pochi anni fa, sono quasi 200 container in un momento in cui c’è produzione locale ma manca pezzatura (producono in altitudine per reagire al cambiamento climatico) è stato per noi stupefacente. Crimson Snow sta andando bene, è sostenibile, dà ritorni alla produzione, ha tanti mercati soprattutto in estate”.
“ Le varietà club oggi sono numerose ma solo poche stanno avendo successo. La chiave non è limitare gli ettari, ma avere un progetto commerciale alle spalle e una mela dalle eccellenti caratteristiche in campo, in conservazione e che sia entusiasmante al palato ”
M a r c o R i v o i r a ( c e o G r u p p o R i v o i r a )
Il futuro è club? Per Marco Rivoira non è questione di varietà club o meno: “Poche stanno avendo successo, la chiave non è limitare gli ettari, ma avere un progetto commerciale alle spalle. Per Samboa abbiamo numeri pazzeschi, mai visti prima, sono scioccato dai volumi e dalle richieste che abbiamo Succosità, croccantezza e il gusto ne fanno un prodotto altamente premium Mi svincolo dal discorso della varietà club, fino a quando hai 50 camion decide il compratore, ma poi hai bisogno del consumatore, se il prodotto non funziona non lo vendi Il concetto è che dobbiamo cercare di generare valore considerando il sistema costi che abbiamo e le problematiche che abbiamo La mela deve essere premium da mangiare, non basta che sia un club, deve essere costante nei mesi, non avere dei sobbalzi.
Ci vogliono progetti avvolti da una strategia marketing che crei attenzione sul prodotto Altrimenti non siamo competitivi con i Paesi dell’Est Europa che non possono produrre grande qualità gustativa ma hanno costi più bassi e grande quantità di prodotto. Per questo da 15 anni, penso ad Ambrosia, abbiamo deciso di intraprendere questa strategia per avere un prezzo medio per i produttori che possa giustificare gli investimenti che fanno e dare loro una gratificazione economica”.
Samboa: in fase di decollo. “Al momento abbiamo 200 ettari piantati in Piemonte da Rivoira, poi Clementi ha la licenza per piantarne
altri 200 tra Emilia-Romagna, Veneto e Alto Adige. Anche loro hanno da quest’anno i primi chili e sono molto contenti dei primi riscontri commerciali Sono peraltro licenziatari anche del kiwi Kikokà Altri partner si stanno aggiungendo: il progetto Samboa sta crescendo, Gerhard Dichgans sta lavorando per creare il network globale”, specifica Marco Rivoira “Samboa ha messo al centro dell’attenzione il gusto del prodotto, con un grande riscontro da parte del consumatore Cito un esempio: con Ambrosia facciamo due volantini promo all’anno, con sconto del 40%, a metà novembre e a fine febbraio, per due settimane. In pieno inverno quindi, quando maggiore è il consumo di mele Con Samboa abbiamo deciso di fare un test, un volantino con sconto 30% e non 40, dal 9-10 settembre, con scaffali ancora pieni di frutta estiva: abbiam o p r a t i c a m e n t e p e r f o r m a t o i volumi di Ambrosia in inverno, è stata una sorpresa incredibile, vuol dire che il consumatore ha provato il prodotto e nelle due settimane di promo è tornato a comprare Ancora: in alcuni negozi di Milano abbiamo riscontrato che capita che manchi il prodotto, quindi rompe lo stock, il cliente compra più di quanto il negozio ordini. Questo fa capire il potenziale Mai vista una reazione a consumo del genere La campagna terminerà presto, il 15 ottobre eravamo già oltre la metà delle 3.700 tonnellate previste”.
Kiwi, Gullino: «Raccolto in calo ma la qualità è alta» Accordo con Jingold
Il 50% della produzione di kiwi di Gullino Group è oggi biologica
Carlotta Benini
È iniziata a metà settembre con la raccolta della varietà precoce Green Light la nuova campagna del kiwi di Gullino Group, da più di 50 anni punto di riferimento per questo frutto, commercializzato in tutto il mondo. Se il core business è sul kiwi verde, l’azienda di Saluzzo (Cn) sta ampliando i propri orizzonti, anche nell’ottica di rispondere alle nuove sfide del comparto “Va in tal senso l’accordo con Jingold per la messa a dimora dei primi 50 ettari di Jintao”, ci spiega Giovanni Gullino
Gullino Group, storica azienda piemontese specializzata nella frutta fresca, è una realtà di riferimento nel nostro Paese per la produzione di kiwi: da olt re 50 anni lo coltiva in modo sostenibile e lo esporta in tutto il mondo. Il core business è il kiwi a polpa verde, ma l’azienda di Saluzzo (Cuneo) si sta aprendo a nuovi orizzonti, per diversificare l’offerta e anche per fare fronte al generale calo dei volumi che riguarda in particolare la produzione di Hayward, minata dalla cosiddetta “moria”. Ne abbiamo parlato con Giovanni Gullino, managing directo r e titolare - insieme alla sorella Maria Carola - dell’azienda di famiglia
“Le prospettive sono difficili in questo momento da decifrare. Da parte nostra c’è ottimismo su quello che sarà il valore al chilo del prodotto, mentre sul fronte dei volumi ormai c’è un pessimismo generalizzato Le stime le lasciamo a chi le fa di mestiere, ma è sotto gli occhi di tutti il calo progressivo del kiwi Hayward, che ha sempre rappresentato per l’Italia uno dei frutti di maggiore importanza, specie
per il Piemonte e il Lazio, ma anche per l’Emilia Romagna e il Veneto”, dichiara Giovanni Gullino. “La batteriosi in prima istanza e la moria in seconda - sottolineas t a n n o p r o g r e s s i v a m e n t e d i m inuendo la produzione italiana di kiwi: anche le nostre rese per ettaro sono diminuite drasticamente. Tuttavia, a fronte di un calo dei volumi, assistiamo a un generale aumento del livello qualitativo: ci si concentra infatti maggiormente sul calibro, sulla raccolta al giusto grado di maturazione, che aiuta a migliorare la qualità organolettica dei frutti. Quindi sì, manca il prodotto ma la qualità è migliore: da qui un maggiore ottimismo sul fronte dei prezzi”.
Gullino Group ha aziende di proprietà in Piemonte e a Latina, nel Lazio, dove opera in modo diretto Inoltre storicamente acquista prodotto da tutta Italia. La produzione s i c o n c e n t r a s u l k i w i a p o l p a verde. Oltre all’Hayward, che rap-
Giovanni Gullino, managing director e titolare, assieme alla sorella Maria Carola, di Gullino Group che da oltre 50 anni coltiva kiwi e lo esporta in tutto il mondo
presenta il suo core business, ha una produzione minore di Green Light, un kiwi verde precoce derivato da una mutazione gemmaria di Hayward, che matura un mese e mezzo prima. Inoltre, dalla prima settimana di ottobre, Gullino raccoglie il kiwi a polpa gialla, che conferisce interamente a Zespri, tramite un ’azienda terza, una cooperativa che ha un contratto in essere con la multinazionale neozelandese. Sul giallo, inoltre, ci sono delle novità.
“Abbiamo 330 ettari di kiwi: per gestire al meglio tutta la produzione - spiega Giovanni Gullino - abbiamo investito nell’ampliamento del calendario di raccolta, affinché si spalmasse su tre mesi. è un modo anche per diversificare l’offerta, specie in considerazione delle ormai note problematiche che riguardano oggi l’Hayward Va in questo senso l’accordo recentemente stipulato con Jingold, per la messa a dimora dei primi 50 ettari della sua innovativa varietà a polpa gialla Jintao. L’accordo coinvolge sia i
nostri produttori del Cuneese che le aziende di Latina di nostra proprietà e darà lavoro anche alla struttura logistica, confezionatrice e commerciale che abbiamo nei nostri magazzini. Il contratto stipulato con Jingold prevede che, al raggiungimento di volumi significativi, il prodotto venga lavorato nel nostro stabilimento di Manta (Cn), dotato di tecnologie di ultima generazione per la lavorazione e il confezionamento dei frutti”. “Nuove varietà sì, ma delocalizzazione produttiva fuori dai confini nazionali no. La nostra missionspecifica Giovanni Gullino - vede al centro la frutta italiana Da sempre intendiamo valorizzare la forte valenza del made in Italy, promuovere una produzione agricola sostenibile e innovativa, che ha alle spalle un know how pluridecennale, quasi secolare, e che è un marchio di qualità in tutto il mondo”.
Il 50% del kiwi prodotto da Gullino è biologico Purtroppo però il prodotto viene spesso “declassato” a convenzionale, perché il mondo del bio non risponde sempre in modo adeguato. “è un peccato - commenta Giovanni Gullino - perché parliamo di un frutto che ha le stesse caratteristiche organolettiche ed estetiche del kiwi convenzionale, ma con il plus di essere stato coltivato in modo più naturale”.
Gullino Group esporta in Europa, in UK e oltremare: nel corso degli anni ha toccato un po ’ tutte le destinazioni, dalle Americhe, al Medio Oriente, all’Asia “Taiwan e Hong Kong sono mercati molto interessanti. Anche il Canada è un Paese strategico per l’export dei nostri kiwi. In generale - conclude Giovanni - il nostro business si concentra all’estero, soprattutto per ragioni logistiche, essendo vicini al porto di Genova e lontani dalle piattaforme della Gdo nazionale”
Il 9 ottobre, durante un evento che ha fatto il pienone di partecipanti, organizzato in occasione di Fruit
Attraction a Madrid, Marco Rivoira, ceo del Gruppo Rivoira e master licenziatario mondiale di Kikokà, ha fatto il punto sul progetto del nuovo kiwi giallo costituito in Italia, lanciato ufficialmente proprio a Madrid un anno fa. Nel frattempo Rivoira e gli 11 partner europei hanno fondato il Consorzio Europeo Kikokà, dando il via alla prima campagna commerciale di questo kiwi dalla polpa gialla dalle caratteristiche superiori, che piace sia ai produttori per la produttività e la tolleranza / resistenza alle principali malattie, sia al consumatore per le sue qualità organolettiche, senza dimenticare la lunga conservabilità
Durante l’evento, Andrea Peviani, presidente del consorzio, ha evidenziato la visione di unità, cooperazione e sviluppo congiunto di tutti i soci licenziatari del marchio. Si tratta di 11 partner con licenza completa - Apo Scaligera, Clementi, Innatis, Kiwi Uno, Op Armonia, Peviani, RK Hellas, Savajols, Surexport, Zeolifruit e Zeus Kiwi - a cui si aggiungono due gruppi di coltivatori come Arta Gold e Agrihold. Questa forte rete rappresenta la produzione in quattro Paesi europei, con una superficie gestita totale di diverse categorie di frutti che supera gli 8 mila ettari e più di 1 500 lavoratori “Insieme - ha sottolineato Peviani - i partner di Kikokà detengono diritti di produzione per 1.150 ettari in Italia, 400 in
K i ko k à p u n t a a e s s e r e un brand memorabile
c
o n 15 m i l a t o n n e l l a t e raccolte entro il 2 026
Giancarlo Sbressa
Arriva sugli scaffali Kikokà, il kiwi giallo brevettato dalla Università di Udine di cui il Gruppo Rivoira di Verzuolo (Cn) ha la master license mondiale. Sono 2 mila le tonnellate raccolte nel 2024, con l’obiettivo di arrivare in due anni a quota 15 mila tonnellate. A Fruit Attraction il punto sul progetto, con il management del consorzio europeo che vede Andrea Peviani presidente, Fabio Zanesco ceo e Gerhard Dichgans global project manager. Kikokà è un brand che racchiude diverse varietà
Grecia, 300 in Francia e ettari in Spagna”. Un totale di 2.050 ettari, che dimostrano l’entusiasmo dei soci e la serietà del progetto. Fabio Zanesco, recentemente entrato a far parte del consorzio europeo come ceo, ha aggiunto: “La nostra visione e i nostri valori sostengono l’aumento e la promozione della produzione e del consumo di Kikokà, sostenendo al tempo stesso la creazione di valore per
tutte le parti interessate, dai consumatori ai produttori. Il progetto Kikokà garantisce una stagione più lunga della produzione locale europea del kiwi giallo, consentendo ai consumatori di continuare a gustare questi fantastici frutti anche durante la primavera”. Gerhard Dichgans, global project manager di Kikokà, ha sottolineato la prospettiva mondiale del progetto e annunciato le prime piantagioni in Cile
Carrefour, più bio made in Italy e accordi di filiera
Firmato un accordo con Ortomì, Libretti e Colle d’Oro
Eugenio Felice
Si è svolto il 25 e 26 settembre a Milano il nono Salone Ca rre fo ur, c o n c irc a 170 e spo sito ri su 15 mila me tri quadrati. All’ingresso grande spazio per l’ortofrutta fresca, proprio come accade in un supermercato. “Nel 2024 stiamo rafforzando ulteriormente il nostro impegno nella valorizzazione del made in Italy e nella ricerca continua dell’innovazione, intesa anche come qualità che deve essere percepita dal consumatore”, ha dichiarato il ceo di Carrefour Italia, Christophe Rabatel
Ha avvolto circa 3.000 operatori la nona edizione del Salone Carrefour che si è svolto il 25 e 26 settembre a Rho Fiera Milano, un evento che chiama a raccolta partner, fornitori e tutta la rete dei punti vendita diretti e in franchising per discutere insieme delle strategie future dell’azienda e per scoprire le ultime innovazioni, tendenze e soluzioni sostenibili nel mondo del retail e della grande distribuzione organizzata Circa 170 gli espositori su un ’ area di 15 mila metri quadrati “Il Salone Carrefour rappresenta per noi un appuntamento di grande importanza, dove si concretizza il dialogo e la collaborazione con imprenditori, partner, fornitori e collaboratori - ha dichiarato Christophe Rabatel, ceo di Carrefour Italia
nel corso di una conferenza stampa - Quest’anno rafforziamo ulteriormente il nostro impegno nella valorizzazione del made in Italy e nella ricerca continua dell’innovazione, confermando con determinazione il nostro ruolo di attori responsabili e sostenibili sul mercato Il futuro del settore, come dimostra la partecipazione sempre più ampia e appassionata al Salone, si costruisce insieme, attraverso il confronto e la condivisione di valori comuni”.
Centrale nell’edizione del Salone 2024 il tema della valorizzazione del made in Italy, che conferma l’impegno dell’azienda nello sviluppo di attività di promozione dei prodotti del territorio, sostenendo attivamente numerosi piccoli e medi fornitori locali e regionali e collaborando con tutti gli attori della filiera per il raggiungimento di standard sempre più elevati in ter-
Si è svolta il 25 e 26 settembre a Rho Fiera Milano, su un ’ area di 15 mila metri quadrati con oltre 170 stand, la nona edizione del Salone Carrefour, rivolto a partner e imprenditori in franchising provenienti da tutta Italia I focus di quest’anno sono stati su italianità, sostenibilità ed economia circolare, accordi di filiera, sviluppo della strategia franchising e innovazione digitale
“ Con tale accordo ambo le par ti hanno raggiunto un traguardo rilevante: da ottobre a giugno forniremo pomodori senza preoccuparci delle fluttuazioni del mercato e concentrandoci sulla produzione, mentre Carrefour è cer ta di avere la fornitura del prodotto” Joseph Fortunato (responsabile marketing Ortomì)
mini di qualità, tracciabilità, sostenibilità e tutela del consumatore Un impegno che si traduce in relazioni consolidate per Carrefour con oltre 11 mila produttori locali, tra cui oltre 8.500 realtà solo per i prodotti a marchio Filiera Qualità Carrefour, circa 200 di Terre d’Italia e oltre 1.300 tra locali e regionali di altre marche con un’importante attenzione alla linea Carrefour BIO, che ha accolto quest’anno un nuovo spazio di rilievo in occasione del Salone confermandosi cent r a l e n e l l a s t r a t e g i a a z i e n d a l e . Rabatel nel corso della conferenza stampa ha chiamato sul palco i fornitori Canova del Gruppo Apofruit, Brio, Melinda e Colle d’Oro, che hanno sottolineato l’importanza di posizionare a punto vendita i prodotti bio affianco a quelli convenzionali per dare al consumatore finale la possibilità di scelta.
Annunciata anche la crescita del numero di fornitori coinvolti nello sviluppo del marchio Filiera Qualità Carrefour, che, con oltre 100 prodotti realizzati grazie a metodi di produzione sostenibili per un ’ agricoltura e una zootecnica rispettose dell’ambiente, garantisce alti standard di tracciabilità. Rabatel, il ceo di Carrefour Italia, ha chiamato sul palco le aziende siciliane Ortomì, Libretti e Colle d’Oro Joseph Fortunato, nato in Usa da emigranti ma da tempo rientrato in Italia e oggi responsabile marketing di Ortomì, ha sottolineato l’importanza di aver raggiunto per ambo le parti un traguardo importante: da ottobre a giugno le tre aziende potranno fornire pomodori
senza preoccuparsi delle fluttuazioni del mercato e concentrandosi sulla produzione, mentre Carrefour è certa di avere la disponibilità del prodotto, anche in periodo di penuria Più programmazione e meno pensieri, in sostanza, con prezzi fissi e dignitosi che partono dall’analisi dei costi industriali e la ricerca delle cultivar più appropriate per il periodo e territorio di coltivazione “è un traguardo che a mio avviso resterà nella storiaha dichiarato Joseph Fortunatoun impegno serio del retailer che, nella buona e nella cattiva sorte, è con il produttore per affrontare il mercato. Sono sicuro che sarà un successo ” . Confermati anche i numeri relativi all’export di eccellenze italiane vendute negli oltre 14 mila punti vendita Carrefour in 40 Paesi in tutto il mondo. Nel 2023 erano stati venduti prodotti per un valore di 1,15 miliardi di euro (+40% sul 2021) e anche il primo semestre del 2024 si è chiuso con un trend in linea con il risultato registrato lo scorso anno Evidente, anche nell’edizione 2024 del Salone, la centralità della strategia di svil u p p o d e l f r a n c h i s i n g , c h e p e r Carrefour Italia si traduce in una q u o t i d i a n a c o l l a b o r a z i o n e c o n circa 450 imprenditori distribuiti su tutto il territorio nazionale e nell’impegno dell’azienda per favorire la loro crescita gestionale e imprenditoriale, anche attraverso la Scuola dei Leaders Franchising.
Lidl, 70 milioni per il nuovo polo in Sardegna
Non solo un polo logistico ma anche una Direzione Regionale
Eugenio Felice
Lidl Italia accorcia le distanze e aumenta l’efficienza con la realizzazione di un polo logistico e direzionale in Sardegna al servizio dei 23 negozi dell’isola. Il nuovo polo logistico, che stabilisce nuovi standard in termini di efficienza e sostenibilità, ha richiesto un investimento di 70 milioni di euro e ha permesso la creazione di 140 nuovi posti di lavoro. Nel frattempo continua il piano d i s v i l up p o d e l l ’ i n s e g n a i n I t a l i a : s a r a n n o c i r c a 4 0 g l i store aperti entro marzo 2025, di cui due in Sardegna
Lidl Italia, gruppo distributivo con 750 punti vendita a gestione diretta su tutto il territorio nazionale, ha inaugurato il 12 settembre la sua prima Direzione Regionale in Sardegna, ad Assemini, in provincia di Cagliari. La struttura, realizzata grazie a un investimento sul territorio di 70 milioni di euro, ospita il dodicesimo centro logistico di Lidl in Italia Oltre a generare un indotto significativo, questo progetto ha contribuito alla creazione di più di 140 nuovi posti di lavoro per un organico complessivo di circa 650 persone impiegate dall’insegna in tutta l’isola Questo importante investimento si colloca all’interno di un percorso di crescita aziendale che prevede, entro marzo 2025, un investimento complessivo di 400 milioni di euro per l’apertura di 40 nuovi punti vendita in Italia.
Massimiliano Silvestri, presidente di Lidl Italia, ha così commentato: “Siamo molto orgogliosi di inaugurare oggi la Direzione Regionale di Assemini, abbiamo realizzato ques t o s t r a o r d i n a r i o p r o g e t t o c o n grande determinazione alla luce
della rilevanza strategica che riveste per noi e per la comunità sarda. Il primo punto vendita di Lidl in Sardegna è stato aperto nel 2002 e da allora il riscontro dei clienti è sempre stato molto positivo portandoci ad ampliare la nostra presenza. Con questa nuova struttura vogliamo dare ulteriore slancio al nostro sviluppo sull’isola perseguendo una crescita responsabile che unisce innovazione e sostenibilità Ringrazio tutte le persone che hanno reso possibile tutto questo: dai preziosi partner esterni, alle istituzioni locali con cui abbiamo collaborato proficuamente, e non per ultimi, tutti i colleghi che hanno dato il loro fondamentale contributo”.
La realizzazione della nuova Direzione Regionale nasce dall’esigenza di Lidl Italia di far fronte alla continua espansione sul territorio e consentirà di accorciare le distanze e ridurre significativamente i km percorsi per l’approvvigiona-
ta di oltre 37.000 mq, ha una capacità di stoccaggio di 25 000 posti pallet, oltre a disporre di 101 baie di carico e 45 posti TIR
mento degli attuali 23 punti vendita sardi, con un conseguente risparmio in termini ambientali. La struttura, che è operativa dal primo ottobre, permetterà di migliorare il servizio al cliente finale e allo stesso tempo di compiere un passo in avanti verso una logistica sempre più sostenibile ed efficiente con un risparmio di più di 5 000 tonnellate di CO2.
Il centro logistico si estende su una superficie complessiva coper-
Il progetto, inoltre, risponde ai criteri di uno sviluppo edilizio sostenibile. La nuova Direzione Regionale, infatti, è dotata di un impianto fotovoltaico da 2.688 kW in grado di coprire circa il 50% del fabbisogno energetico del centro, ovvero l’equivalente dell’energia utilizzata da 1 350 abitazioni L’edificio è alimentato con energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili e dispone di un sistema per il recupero delle acque piovane. In-
Net-zero entro il 2050. Lidl ha dichiarato che raggiungerà il net-zero entro il 2050 in tutte le sue business unit e catene di fornitura In linea con questo obiettivo ridurrà le proprie emissioni di gas serra avvicinandosi il più possibile allo zero considerando anche le emissioni dello Scope 3, ovvero quelle legate alla catena del valore a monte e a valle di Lidl, in cui si genera oltre il 90% delle emis sioni totali dell’insegna. Tra i numerosi interventi: entro il 2034 Lidl mira a ridurre del 42,4% le proprie emissioni di gas serra in agricoltura, inoltre l’azienda ha deciso di non trasportare frutta e verdura per via aerea
fine, il rivestimento esterno è frutto di uno studio che permette di mitigare anche l’impatto visivo della struttura all’interno del contesto circostante.
L’apertura della piattaforma di Assemini rappresenta un miglioramento sostanziale per la rete vendita sarda e quindi per i clienti finali di Lidl Prima la rete dell’isola era servita dalla piattaforma di Pontedera, in provincia di Pisa, con le complicazioni del caso sulla velocità di rispondere ai clienti e sulla freschezza dei prodotti. Il primo punto vendita in Sardegna è stato aperto nel 2002 a Carbonia, la rete ora è composta da 23 negozi, altri due saranno aperti entro fine anno
Nella nuova piattaforma un ’attenzione particolare è riservata all’ortofrutta. “La logistica è fondamentale per garantire freschezza e qualità tutti i giorni, un ingranaggio in
cui deve funzionare tutto alla perfezione”, ci ha spiegato Luca Ros, direttore logistica di Lidl Italia nel corso dell’inaugurazione del polo di Assemini “Lavoro in Lidl da più di 20 anni, ho visto tante aperture, ma quando si apre un nuovo polo logistico c’è sempre tanta emozione. Per il mondo del retail la logistica svolge e svolgerà sempre di più un ruolo cruciale. Qui abbiamo 25 mila posti pallet di cui oltre 7 mila a temperatura controllata Inoltre potremo gestire il 100% del nostro assortimento, questo è un grande vantaggio Hub moderno, all’avanguardia, che ci permette di ridisegnare l’assetto logistico anche delle altre 11 piattaforme presenti in Italia. C’era la necessità di m i g l i o r a r e l a c o m p e t i t i v i t à p e r
servire meglio i negozi e il servizio ai clienti. Ora potremo fare rifornimenti sotto le 24 ore Un ulteriore passo avanti per una logistica sempre più efficiente e sostenibile” “Per quanto riguarda l’ortofruttaci ha specificato Luca Ros - l’area dedicata all’interno della piattaforma di Assemini, a temperatura controllata, è di 1.000 metri quadrati circa, con 1 500 posti pallet e 6 baie di carico dedicate Ricezione e stoccaggio avvengono tutte nella stessa area Ci sono poi due sottocelle, una a 4 gradi per i prodotti più deperibili, come fragole e insalate, una a 14 gradi. Da segnalare anche che i prodotti sono stoccati con una umidità controllata tra l’80 e il 90% per evitare il calo peso e il deperimento Nella piattaforma si fa anche il controllo qualità, a campione, sulla merce L’area ortofrutta è aperta h24, l’accettazione si fa dalle 6.00 della mattina alle 15.00 del pomeriggio, poi si prepara la merce con la consegna che avviene a punto vendita il giorno successivo, la mattina presto, prima dell’apertura Un unico camion potrà portare tutte le merceologie, grazie al rimorchio che può gestire al suo interno temperature differenti”.
E a proposito di trasporti, grande attenzione viene data anche alle persone, come gli autisti dei camion: nella nuova piattaforma di Assemini possono trovare una sala lounge con vending machine, wi-fi e persino le docce.
Cresce Primo Sole: nuovi prodotti, nuovo brand e fatturato al top
La sede operativa dell’Op sarà spostata in un ’antica masseria del Seicento ora in fase di restauro
Carlotta Benini
La Op di Montescaglioso (Mt) si appresta a chiudere un 2024 di soddisfazioni, con tante novità e un fatturato che, per la prima volta, raggiungerà la soglia dei 20 milioni. Dal nuovo brand “Greentose” che valorizza gli o r t a g g i d i s t a g i o n e , a i c i n q u e a n n i d i D o l c e L u c a n o , alla nuova sfida su meloni e angurie: Primo Sole guarda al futuro forte di una visione giovane e dinamica e nel 2025 inaugurerà un nuovo spazio aziendale dove sarà attivo un piccolo laboratorio per la quarta gamma
Valorizzare il territorio, le sue eccellenze e le sue tradizioni, nel segno di un ’agricoltura sostenibile, nel senso più ampio del termine. Buona per l’ambiente e per le persone - quelle che lavorano in azienda e quelle che i prodotti li acquistano e li consumano, ma buona anche per i produttori, che rappresentano il primo anello della filiera e che vanno tutelati, insieme al loro reddito. Su questi valori Op Primo Sole ha fondato fin dagli esordi la propria attività, costruendo in questi ultimi otto anni una realtà solida e virtuosa, che o ggi raggruppa oltre 30 soci produttori nelle zone più vocate di Basilicata, Puglia, Calabria e Abruzzo e che guarda al futuro con determinazione, forte di una visione giovane e innovativa. “Stiamo crescendo in modo positivo - esordisce Francesca Appio, responsabile amministrativa e comunicazione di Primo SoleQuest’anno contiamo di chiudere il bilancio raggiungendo la soglia dei 20 milioni di fatturato”
Exploit di meloni e mini anguria. Storicamente vocata alla produ-
zione di finocchio - Dolce Lucano è il brand premium, ma anche di brassiche e ortaggi, oltreché di fragole Made in Lucania, negli ultimi anni Primo Sole ha investito risorse per ampliare il proprio calendario produttivo, introducendo nuove referenze per coprire anche l’estate. “Abbiamo concluso una campagna meloni e angurie che ci ha dato molta soddisfazione - rivela Francesca Appio - Ci siamo dotati di una linea Unitec dedicata e abbiamo lavorato su tutta la gamma, con melone retato, gialletto e Piel de Sapo e mini anguria, che abbiamo proposto in Gdo anche in formati inediti”. In due insegne del Nord Est, alcuni weekend, era infatti possibile acquistare una box da quattro frutti con le tre tipologie di melone più l’anguria baby, disponibile anche nello shop online di Primo Sole “Il lavoro che abbiamo fatto quest’anno ha aperto la strada al brand anche nel comparto delle cucurbitacee”, aggiunge.
Op Primo Sole è stata fondata nel 2016 dal suo amministratore, Giuseppe Appio, unendo le esperienze ventennali di due cooperative del territorio: oggi al suo fianco, alla guida di questa dinamica realtà produttiva, ci sono anche le figlie, Francesca e Rosangela Appio (nella foto), che in azienda ricoprono rispettivamente i ruoli di responsabile amministrativa e comunicazione e di responsabile commercial e
“Greentose”, cresce il nuovo brand. La mission di Primo Sole è quella di dare valore a coltivazioni identitarie del territorio lucano e del Sud Italia, al contempo valorizzando le produzioni dei soci. Nasce anche con questo obiettivo Greentose, il nuovo brand di ortaggi di stagione che partendo dalle brassiche, una produzione in cui la Op di Montescaglioso è specializzata da anni, intende valorizzare anche le referenze più di nicchia. Per la stagione autunno-invernale la proposta per la Gdo sono le rosette di brocc o l o , d i c a v o l o r o m a n e s c o e d i cavolfiore bianco, e il mix colorato bianco, viola e arancione: si tratta di prodotti di prima gamma evoluta, nelle vaschette da 400 o 500 grammi a seconda della referenza. L’offerta si completa poi con le cime di rapa, mentre dalla prossima primavera saranno introdotte altre referenze, come il peperone friggitello
Come si evince anche dal naming, la sostenibilità è il caposaldo di questo nuovo marchio di ortaggi, unitamente al carattere dinamico dell’azienda lucana, ben rappre-
sentata dalle due sorelle Appio, che sono protagoniste anche nella grafica e nel logo: ci mettono letteralmente la faccia, oltre che i valori che portano avanti in azienda, facendosi paladine dell’ortofrutta, determinate, con i loro “ super poteri”, a dare nuovo impulso ai consumi, specie parlando di ortaggi che fino a ieri sono stati bistrattati o poco valorizzati sui banchi.
Il progetto antica masseria. “è un progetto in cui crediamo tanto, la potenzialità di sviluppo del brand è ampia Si può anche pensare a una sua declinazione in chiave didattica, prendendo le protagoniste del brand Greentose come testimonial di uno stile di vita sano e sostenibile, per parlare ai consumatori - specie ai più piccoli - del valore di frutta e verdura e dell’importanza di consumare prodotti freschi e di stagione” Con queste parole Francesca Appio descrive le potenzialità del nuovo mar-
chio, che rispecchia un’intera filosofia aziendale Quella di coinvolgere in modo diretto il consumatore con un racconto dell’ortofrutta che faccia comprendere fino in fondo cosa sta dietro ad ogni singola referenza è infatti la grande sfida che l’azienda della famiglia Appio persegue da sempre, anche attraverso una comunicazione sui social fresca e ingaggiante “Ma il consumatore deve anche vedere con i propri occhi tutta la fatica e i valori che stanno dietro a un prodotto”: per questo il nuovo progetto in cui si è avventurata Op Primo Sole è il restauro di un ’ antica masseria del Seicento, che sorge nei terreni di proprietà “Sarà un ampliamento della sede aziendale ma anche uno nuovo spazio per i consumatori - spiega Francesca Appio. L’idea è quella di accogliere qui i visitatori, le famiglie, le scuole, per mostrare alle persone tutti gli step della filiera, dal seme al prodotto finito” Una sorta di polo didattico-informativo che farà da congiunzione fra produzione e consumo, dove ci sarà anche una parte dedicata alla degustazione fina-
Nella foto qui a lato Dolce Lucano, il brand del finocchio premium di Op Primo Sole che dalla sua nascita, nel 2019, ha vissuto un ’escalation in Gdo, raccogliendo il consenso dei buyer e soprattutto conquistando il consumatore finale Per festeggiare questo primo traguardo l’azienda di Montescaglioso ha organizzato il 25 ottobre scorso un evento esclusivo finalizzato a far scoprire tutte le caratteristiche uniche di questo ortaggio.
L’evento si è concluso con una cena d’autore con piatti gourmet preparati dello chef stellato Vitantonio Lombardo Nella foto sotto la box con meloni e anguria baby lanciata la scorsa estate
le del prodotto, un po ’ come si fa nelle cantine vinicole, in sostanza Da qui un’importante novità: il restauro prevede anche la realizzazione di un piccolo laboratorio di quarta gamma, dove saranno lavorate le referenze di Primo Sole. “Il prodotto sarà destinato principalmente alle degustazioni sul posto, ma avremo anche uno spaccio per la vendita locale - conclude - Sarà anche un piccolo test, per valutare un eventuale futuro sviluppo sulla quarta gamma, con l’introduzione di una linea industriale”.
Dolce Lucano: 5 anni e torna in tv. Festeggia cinque anni il brand del finocchio premium di Op Primo Sole che dalla sua nascita, nel 2019, ha vissuto un ’escalation in Gdo, raccogliendo il consenso dei buyer e soprattutto conquistando il consumatore finale. Per festeggiare
questo primo traguardo l’azienda di Montescaglioso ha organizzato il 25 ottobre scorso un evento esclusivo finalizzato a far scoprire tutte le caratteristiche uniche di questo ortaggio: il territorio in cui nasce, la cultura da cui deriva e le incredibili qualità che sa esprimere in tavola. L’evento, organizzato in collaborazione con Nest Italy, ha visto la partecipazione di diverse food blogger e si è concluso con una cena d’autore nell’Abbazia di San Michele Arcangelo di Montescaglioso, durante la quale gli ospiti sono stati deliziati dai piatti preparati dallo chef stellato Vitantonio Lombardo, a base Dolce Lucano naturalmente. Il finocchio premium di Primo Sole torna anche protagonista in tv: lo
vedremo infatti nella nuova stagione della serie crime Imma Tataranni, a cui Primo Sole ha nuovamente partecipato con un placement di prodotto: la fiction di Rai Uno, ambientata a Matera, andrà in onda nel 2025. Nel frattempo Dolce Lucano è comparso a fine ottobre nella prima puntata della seconda stagione de “L’Orto di Carlotta”, il programma di Food Network Italia (canale 33) con l’influencer culinaria Carlotta Perego
Calendario più ampio L’ultima novità di Dolce Lucano riguarda la finestra commerciale, che si amplia con la produzione della Val d’Agri. “Abbiamo investito tanto negli ultimi due anni per cercare di allungare il calendario commerciale di Dolce Lucano - dice in conclusione Francesca Appio - e avere il prodotto sui banchi in modo continuativo. Abbiamo fatto dei test nei territori più a ovest, nel Potentino, dove la latitudine e anche il microclima sono simili a quelli del Fucino, culla d’eccellenza del finocchio estivo Anche il finocchio della Val D’Agri si dimostra un buon prodotto, dopo due anni di coltivazione test, quest’anno per la prima volta lo abbiamo tagliato e lavorato, immettendolo sul mercato dai primi di ottobre e riuscendo così ad anticipare l’avvio della campagna di Dolce Lucano Siamo soddisfatti di questi primi risultati e lavoreremo per cercare di anticipare ulteriormente l’inizio della raccolta”.
Mioorto mette un piede nel vertical farming. L’azienda di Carobbio degli Angeli (Bg) ha presentato infatti a Fruit Attraction (Madrid, 810 ottobre) la linea “Più Natura, No Pesticidi”, con due referenze: il Lattughino e il Lattughino Mix, in busta di polipropilene 100% riciclabile da 80 grammi. La busta si distingue nettamente dagli altri prodotti Mioorto per grafica e cromie Tra gli elementi che saltano all’occhio ci sono la coccinella, le diciture “95% di acqua in meno ” e “lavato pronto al consumo ” e il qr code che rimanda alla pagina web dedicata. La shelf-life è di 8 giorni. La linea viene prodotta in collaborazione con Pezzoli Soc. Agricola, la vertical farm si trova a Cene, a 20 chilometri dalla sede di Mioorto
L’insalata, una volta sfalciata, viene portata nello stabilimento di Carobbio degli Angeli per essere lavata e confezionata. “Rispetto ad altri prodotti da vertical farm, abbiamo scelto di lavare le insalate, per dare ai consumatori finali un prodotto garantito al 100% in termini di salubrità”, ci spiega Marco Bertoli, presidente di Mioorto. “Le qualità organolettiche sono le stesse della coltivazione tradizionale, a cambiare è il metodo di produzione, in ambiente totalmente protetto, senza uso di pesticidi, e con controllo di tutti i parametri vitali delle piante, così da non essere più soggetti ai fattori climatici La luce è artificiale, con lampade led, e avviene in un capannone che era in disuso, senza quindi consumo di
Mioor to presenta a Madrid le insalate Più
N a t u r a , N o P e s t i c i d i da ver tical farming
Eugeno Felice
Mioorto, tra le aziende leader in Italia e in Europa nelle insalate pronte al consumo, nei piatti pronti freschi a base vegetale e nelle zuppe fresche, ha presentato alla fiera Fruit Attraction di Madrid la linea di insalate da vertical farming “Più Natura, No Pesticidi”, con due re fe re nze da 80 g ra mmi, il La ttu g hino e il La ttug hino Mix La shelf life è di 8 giorni, il prodotto è lavato La linea è frutto della collaborazione con Pezzoli Soc. Agr. Bertoli: “No a conversione totale al vertical farming”
nuovo suolo Partiamo con due referenze”. “Ma attenzione - specifica - non prevedo in futuro una conversione totale al vertical farming, vanno considerati i costi e il fatto che certe colture come la rucola difficilmente puoi produrle in vertical farm L’agricoltura tradizionale, o naturale come la chiamo io, ha raggiunto livelli di eccellenza, non impoverisce i terreni e usa la chimica solo se strettamente necessario”.
Entro fine anno sarà portato a termine intanto il processo di aggregazione con SAB Ortofrutta, con un sito completamente rinnovato con quattro linee dedicate al bio e dove si faranno ciotole arricchite e piatti pronti freschi Anche lo stabilimento delle zuppe è in fase di messa a punto. è infine al vaglio del Ministero delle Imprese un progetto di filiera da 50 milioni di euro che permetterebbe il raddoppio
I n s a l a t e i n b u s t a
e zuppe pronte: comode sì, ma...
I risultati di un’indagine sul consumatore di AstraRicerche
Giancarlo Sbressa
Un’indagine delinea le abitudini di consumo e le principali convinzioni degli italiani sui prodotti ortofrutticoli di IV gamma. Il 78% degli intervistati li acquista spesso perché sono comodi, fanno risparmiare tempo ed evitano gli sprechi. Permangono però pregiudizi ed errori nella gestione di questi prodotti: più della metà del campione interrompe la catena del freddo non utilizzando la borsa frigo nel tragitto supermercato-casa e il 75% ritiene - a torto - che contengano conservanti
Comodi, buoni e antispreco: i prodotti di IV gamma sono molto apprezzati dagli italiani, ma i consumatori hanno ancora pregiudizi e convinzioni sbagliate sulla categoria è questo, in sintesi, quanto si evince dall’indagine che Unione Italiana Food ha commissionato ad AstraRicerche. Lo studio è stato fatto nell’estate 2024 su un campione di 1 000 persone, rappresentativo della popolazione italiana 18-75enne
Ver du r a , f ru tta , or t ag g i f r e sc h i confezionati in busta o in vaschette e pronti per il consumo: questa è la definizione di IV gamma. Ma non tutti hanno familiarità con questa terminologia: il 57% del campione intervistato, infatti, sostiene di non aver mai sentito questo nome, il 29% lo ha sentito ma non ne conosce il significato Nonostante ciò, sono molto apprezzati dalle famiglie italiane: il 78% del campione, infatti, li acquista spesso: il 33% 2-3 volte al mese, il 45%
tutte le settimane I consumi più elevati si rilevano tra gli uomini 30-39enni (abitualmente 61%), nell e g r a n d i c i t t à , n e l l e f a m i g l i e numerose e con 0-17enni in famiglia. Solo il 4% degli intervistati dichiara di non acquistarli mai e, tra le ragioni del non acquisto, più della metà (55%) sostiene che sono migliori gli ortofrutticoli freschi e il 31% adduce come motivazione la presenza di conservanti. Questa sembra essere una delle principali opinioni errate diffuse anche tra chi dichiara di acquistarli: il 75% del totale degli intervistati sostiene, infatti, che contengano conservanti, dato che sale addirittura all’87% nella fascia d’età 18-29
“In realtà nei prodotti di IV gamma non vengono aggiunti conservanti. Quelli eventualmente presenti riguardano gli ingredienti vegetali non freschi o gli ingredienti non vegetali contenuti in alcuni prodotti, come ad esempio le olive o il formaggio presenti nelle ciotole pronte al consumo ” , commenta Andrea Battagliola, presidente del Gruppo Prodotti Ortofrutticoli di IV Gamma di Unione Italiana Food.
Molto più di un burger: il tortino. La Linea Verde amplia la gamma di piatti pronti freschi targata DimmidiSì con i nuovi tortini di verdure
Una proposta unica, semplice e genuina, preparata con solo pochi ingredienti, pensata per soddisfare le esigenze dei consumatori che prediligono cibi sani ed equilibrati e al tempo stesso appaganti in termini di gusto e pratici da portare in tavola. Tre le refe renze, ognuna con una verdura protagonista: Tortini di Spinaci, di Zucca e di Broccoli La ricetta è semplice: verdure fresche, pangrattato e un filo di olio extravergine di oliva sono gli elementi caratterizzanti di ogni referenza
IV Gamma vs I Gamma, cosa pensano gli italiani
Quale ti aiuta meglio a ridurre gli sprechi alimentari?
Non saprei 4%
Qual è più sicura igienicamente?
Non saprei 6%
Fonte: UIF / AstraRicerche
“Il freddo - aggiunge - è l’unico elemento utilizzato per preservare la freschezza e la qualità dei prodotti Proprio per questo ci preoccupa il dato dell’indagine che ci rivela che più della metà dei consumatori (63%) interrompe la catena del freddo non utilizzando la borsa frigo per il trasporto del prodotto nel tragitto supermercato-casa”
Quale necessita meno acqua per il lavaggio?
saprei 7%
Quale contiene più nutrienti?
Il prodotto di IV gamma preferito dagli italiani è l’insalata in busta, acquistata dal 73% del campione, s e g u i t a d a l l e v e r d u r e i n b u s t a pronte da cuocere (acquistate dal 67% del campione), dalle insalate in ciotola (36%), da zuppe e vellutate pronte (30%) e da frutta lavata e tagliata (29%). Per quanto riguarda zuppe e vellutate pronte, il 12% dichiara di comprarle abitual-
mente/tutte le settimane; il 29% abbastanza spesso/2-3 volte al mese; il 42% occasionalmente/1 volta al mese o meno, mentre solo il 17% dichiara di non acquistarle mai In relazione a luoghi e modalità di consumo, l’87% del campione sostiene di consumare i prodotti di IV gamma a casa.
Planet Farms torna in distribuzione e guarda all’Europa
A settembre è entrata in produzione la vertical farm di Cirimido
Eugenio Felice
Planet Farms, l’azienda hi-tech specializzata nella produzione di insalate e aromatiche da agricoltura verticale, è tornata a settembre sugli scaffali della Gdo, con sei referenze di insalate e due di pesto. A un evento presso Identità Golose a Milano abbiamo partecipato a un blind test per assaporare al meglio le nuove insalate e avuto modo di confrontarci con il presidente Marco Bordoli e il ceo Mara Valsecchi per capire le potenzialità del sito di Cirimido e i piani dell’azienda per il futuro
Da metà settembre le insalate da a g r i c o l t u r a v e r t i c a l e d i P l a n e t Farms sono tornate, con una gamma rinnovata di sei referenze, sugli scaffali di alcune primarie inseg n e d e l l a g r a n d e d i s t r i b u z i o n e , grazie all’entrata in produzione del nuovi ssimo stabilimento di Cirimido (Como), terminato in tempi record e in anticipo di sei mesi rispetto ai programmi Per quasi nove mesi le forniture erano state interrotte a causa dell’incendio, devastante, che a gennaio ha interessato lo stabilimento di Planet Farms a Cavenago (Monza Brianza), proprio in una fase in cui l’azienda hi-tech era nel pieno dell’espansione
“è stata una mazzata fortissimaha dichiarato il presidente di Planet Farms, Marco Bordoli - ma grazie alla tenacia e alla passione di tutto il gruppo, a partire dai due co-founder, Luca Travaglini e Daniele Benatoff, siamo riusciti a ripartire, senza fare cassa integrazione e con un prodotto migliorato, sotto ogni punto di vista. La tecnologia si è evoluta e per questo lo stabilimento di Cirimido (Como) è
più avanzato ed efficiente di quello di Cavenago (Monza Brianza), con una capacità produttiva che a regime sarà superiore di quattro volte è stato uno sforzo pazzesco, anche per tutti i fornitori, che ringrazio”
“ L o s t a b i l i m e n t o d o v e v a e s s e r e pronto tra sei mesi - ha sottolineato Marco Bordoli - ma visto quanto accaduto a Cavenago abbiamo accorciato i tempi La parte “ core ” è finita, alcune cose le stiamo ultimando, la produzione è partita Nei mesi di stop tutte le funzioni aziendali hanno lavorato per arrivare con un prodotto ancora migliore sul mercato, in termini di bontà e croccantezza. Per chi assaggia le nostre insalate per la prima volta c’è un effetto “ wow ” , poi abbiamo degli elementi valoriali distintivi rispetto alle insalate di quarta gamma tradizionali, in termini di sostenibilità - molta meno acqua e molto meno suolo - e di sicurezza alimentare”.
Il 27 settembre abbiamo fatto parte, assieme ad altri giornalisti, di un blind test presso Identità Gol o s e a M i l a n o p e r s a g g i a r e l e nuove referenze di insalate e pesto Planet Farms. Il locale è un concept unico, un hub internazionale della gastronomia, un teatro degli chef che ospita ogni settimana alcuni dei più prestigiosi protagonisti della cucina d’autore. Al suo interno, peraltro, si trova una vertical farm di Planet Farms, affianco
ai murali refrigerati dedicati al vino Durante il blind test i vari giornalisti sono stati concordi su una cosa: a spiccare tra le teen leafnon più baby quindi - sono la croccantezza, a un livello che mai si era sentito in un’insalata in busta, e la bontà, nel senso che le insalate hanno un sapore spiccato, con proposte per tutti i gusti, che vanno dal dolce all’amaro, dal salato al piccante (una referenza ha le foglie di senape)
All’evento di Milano ha partecipato anche il ceo di Planet Farms, Mara Valsecchi, che ha fatto un riferimento al caso di possibile liste-
“ Ci siamo fermati in produzione per via dell’incendio della ver tical farm di Cavenago, abbiamo dovuto rivedere i nostri piani, ma con il sito di Cirimido (Co) siamo ripar titi più for ti che mai, sicuri di avere un prodotto vincente: è buono, è sano, è sostenibile ”
Mara Lucilla Valsecchi (ceo di Planet Farms)
ria che ha colpito il settore delle insalate di quarta gamma nel mese di settembre, con il ritiro del prodotto presso diverse insegne “Da noi una cosa del genere non può succedere, semplicemente perché nessuno tocca il prodotto dal momento della semina al momento de l confezionamento e nessun patogeno può entrare in contatto con le insalate, dato che produciamo in ambiente chiuso e protetto: questo è uno dei punti di forza dell’agricoltura verticale Evidenziamo anche sul packaging che le insalate sono prive di pesticidi”.
“Dobbiamo ringraziare anche i nostri clienti - ha precisato il ceo di Planet Farms - perché nessuno di loro ci ha voltato le spalle dopo
quanto accaduto a Cavenago e ora stiamo riprendendo le forniture con tutti loro Inoltre stiamo stringendo accordi commerciali anche con nuovi gruppi distributivi, per cui andremo a rafforzarci nel Nord Italia e andremo a essere presenti anche nel Centro e nel Meridione, grazie a insegne presenti a livello nazionale Inizieremo anche a lavorare con il marchio del distributore, la cosiddetta private label, ma solo con linee premium, per non togliere valore al prodotto”.
“Nei prossimi mesi potremo anche ufficializzare gli accordi con pri-
mari retailer inglesi - ha aggiunto Mara Valsecchi - che serviremo con la nuova vertical farm di Londra: i lavori partiranno nel 2025 mentre l’avvio della produzione è previsto per l’anno successivo, il 2026 Nel frattempo forniremo il mercato inglese dall’Italia, grazie alla vertical farm di Cirimido Le esportazioni riguarderanno anche il vicino mercato svizzero e l’Olanda. Insomma ci siamo fermati in produzione per via dell’incendio del sito di Cavenago, abbiamo dovuto rivedere i nostri piani, ma stiamo ripartendo più forti che mai, sicuri di avere un prodotto vincente: buono, sano e sostenibile”.
Lattughino, Balsamica e Piccante: questi i nomi delle nuove insalate di IV gamma 100% italiane e completamente sostenibili da ottobre disponibili sugli scaffali di MD, un’insegna che ha fatto della proposta di frutta e verdura uno dei suoi punti di forza. Fresche e di alta qualità, come da abitudine di MD, queste insalate sono pronte da consumare e sono green anche nella confezione: vaschette trasparenti in plastica riciclata e riciclabile al 100%
Per il tipo di coltivazione, le tre referenze sono totalmente prive di nichel e metalli pesanti, cresciute senza l’esposizione a insetti, malattie e sostanze inquinanti, consumabili senza lavaggio preventivo e tracciabili al 100% La coltivazione aeroponica è un metodo altamente sostenibile: le piante crescono senza alcun substrato, con le radici completamente libere che vengono irrorate con acqua ricca di minerali essenziali e in ambienti controllati in cui anche luce, temperatura e umidità vengono regolati per ottimizzarne la crescita e garantire una produzione costante e di alta qualità. Questo approccio r i d u c e d e l 9 5 % i l c o n s u m o d i acqua rispetto ai metodi tradizionali. Le tre nuove insalate MD sono inoltre coltivate in vertical farm, un ’agricoltura che consente di massimizzare l’uso dello spazio
“Abbiamo dimostrato ancora una volta che è possibile coniugare qualità e rispetto per l’ambiente e che ‘La Buona Spesa non solo a parole’ non è solo uno slogan, ma una mis-
M D, la prima insegna
d i s c o u n t a m e t t e r e a s c a f f a l e l e i n s a l a t e
d a v e r t i c a l f a r m i n g
Irene Forte
Tre nuove referenze innovative e sostenibili hanno fatto il loro ingresso nel progetto “La Buona Spesa non solo a parole”, che punta a offrire prodotti di alta qualità ottenuti attraverso metodi e tecnologie che preservano risorse e ambiente. Le tre referenze, composte da lattughino, lattuga, basilico viola e senapi piccanti, sono coltivate in aeroponica, un metodo di produzione fuori suolo che azzera il ricorso a pesticidi e contaminanti. Il fornitore è Zero, una deep-tech company friulana
sione che MD porta avanti con passione e dedizione”, dichiara Maria Luisa Podini, amministratore delegato di MD Spa. “La coltivazione aeroponica consente di raddoppiare la vita media dei prodotti, renderli disponibili 365 giorni l’anno, indipendentemente dal clima e dalla stagione e prevederne la domanda, ottimizzando la produzione e riducendo così lo spreco alimentare. Queste prime tre referenze di
ortaggi aeroponici rappresentano solo l’inizio di un progetto destinato ad espandersi su tutta la rete MD”
Il marchio - diretto, intuitivo e facilmente riconoscibile - è “This is Frank”, brand realizzato dal famoso creativo Silvio Meazza, per Zero Srl, azienda tecnologica friulana che realizza e gestisce vertical farm caratterizzate da grandi contenuti di innovazione
I produttori dell’associazione Pink Lady Europe prevedono quest’anno una stagione eccellente con un raccolto previsto di oltre 220.000 tonnellate, che rappresenta un aumento pari al 5% a volume rispetto alla scorsa stagione. Il segno più si spiega con gli investimenti in nuove superfici di coltivazione, per cui è previsto un raccolto di 250 mila tonnellate entro il 2027.
La fiera Fruit Attraction, dove Pink Lady si è presentata con uno stand “vestito” dal designer italiano Francesco Poroli, è stata l’occasione di fare il punto sulla nuova campagna. “Nella precedente campagna - ci spiega la responsabile comunicazione Julia Savin - abbiamo aumentato le vendite del 24% nella distribuzione moderna italiana grazie a un’intensa attività promozionale. Vogliamo continuare il trend di crescita anche per questa campagna. Una delle novità è la collaborazione con Disney. La partnership è duplice: sia con una collaborazione tra PinKids e il Re Leone, sia tra Pink Lady e Topolino e i suoi amici. Una collaborazione tra due marchi forti, premium, amati dalle famiglie e che condividono gli stessi
valori di sostenibilità. Non mancheranno poi gli spot in televisione, a inizio campagna a novembre e poi come da tradizione nel periodo di San Valentino a febbraio”.
Si confermano poi le operazioni promozionali di punta: “Adotta un Albero“, “Pink Chefs” e “Bee Pink” si rinnovano con una nuova direzione artistica per continuare a creare legami sempre maggiori con i consumatori evidenziando i valori e gli impegni del marchio.
Ha preso il via nell’ultima settimana di settembre la raccolta del kiwi Jingold nell’emisfero nord, che si è aperta con i primi stacchi di Exotic Red, la più precoce delle varietà innovative di kiwi di cui l’azienda italiana detiene la licenza esclusiva per la produzione e commercializzazione nei mercati
mondiali. Un frutto unico e dalle caratteristiche straordinarie, che si distingue - oltre che per il colore della sua polpa, dal cuore rosso brillante - per la sua grande dolcezza, il retrogusto esotico e l’eccellente shelf life.
“La raccolta del kiwi rosso Exotic Red è iniziata il 23 settembre con il prodotto più precoce della Basilicata e dell’Emilia Romagna - spiega Cristina Fabbroni, technical manager di Jingold -. Si proseguirà quindi con la raccolta nel Lazio, in Piemonte, in Veneto e in tutti gli altri areali vocati”. Sul fronte dei volumi, Jingold prevede per questa nuova stagione un’importante crescita sul kiwi a polpa rossa, nell’ordine del 20% a volume. Il core business dell’Exotic Red è in Italia. Jingold ha inoltre un trial in Portogallo ed è stata avviata una produzione di Exotic Red in Grecia, dove la raccolta è più tardiva.
“I volumi in aumento di Exotic Red ci permettono di meglio soddisfare il grande interesse manifestato da parte di distributori e, soprattutto, consumatori. Anche per quest’anno prevediamo importanti campagne promozionali per far conoscere e apprezzare le sue caratteristiche uniche e aumentare ulteriormente la sua penetrazione in Italia e all’estero”, dichiara Federico Milanese, marketing manager di Jingold.
Nuovi investimenti per L’Insalata dell’Orto, che si dota di nuove strutture per la conservazione degli ortaggi, sviluppa ancora l’autoproduzione di energia green e amplia le serre di produzione per sfalciati e fiori eduli nel quartier generale di Mira (Venezia).
“Durante l’estate sono entrate in funzione le nuove celle refrigerate: quattro strutture realizzate a supporto del nostro stabilimento per la lavorazione degli ortaggi a foglia - informa Cinzia Busana, amministratore delegato de L’Insalata dell’Orto -. Abbiamo così incrementato la capacità di stoccaggio di insalate e radicchi con 6.000 metri cubi a disposizione. Un investimento strategico pianificato per lo sviluppo del segmento delle insalate adulte: queste nuove celle refrigerate a temperatura positiva sono dotate di un moderno impianto frigorifero a glicole e ci consentono di difendere la qualità del prodotto, che raccogliamo nel suo perfetto stadio di maturazione. Soprattutto in estate queste strutture consentono di abbattere la temperatura degli ortaggi, preservando la qualità organolettica e rendendo le successive fasi di lavorazio-
Fatturato a quota 56 milioni di euro (+11% rispetto allo scorso anno) e consolidamento dei volumi venduti: è positivo il bilancio di Brio, società del Gruppo Alegra specializzata nell’ortofrutta biologica. Un risultato importante e in netta controtendenza rispetto all’andamento nazionale del settore che
ne più semplici e veloci: se la merce entra in stabilimento fredda dà massima resa e bontà”.
L’impresa veneta ha poi realizzato un nuovo impianto fotovoltaico da 300 Kw, che si aggiunge ai 600 Kw già installati sulle coperture dello stabilimento. Inoltre sono stati realizzati 4 ettari di serre dedicati a sfalciati e fiori eduli, di cui L’Insalata dell’Orto è il maggior produttore europeo. Complessivamente l’azienda ha investito 1,5 milioni di euro.
registra una generale stagnazione dei consumi. A trainare gli indici verso l’alto contribuiscono anche l’ottima performance sui mercati esteri e la sinergia vincente con Alce Nero, brand che continua a incrementare la propria notorietà e che si prepara a lanciare nuovi formati di ortofrutta biologica con grammature più in linea con le richieste del mercato.
“Marca, dimensioni strutturali e garanzie qualitative sono i fattori cruciali per il successo, in particolare in uno scenario complesso come quello che vive attualmente il mondo del biologico - commenta Gianni Amidei, presidente di Brio -. Anno dopo anno, Brio ha saputo dimostrarsi partner affidabile per la Gdo italiana ed estera, confezionando a marchio del distributore per le principali insegne europee”.
“Le scelte strategiche aziendali e di gruppo, come l’allargamento della base produttiva nelle regioni del sud da parte della nostra cooperativa Agrintesa - spiega Amidei - ci hanno permesso di essere sempre più riconosciuti come fornitori d’eccellenza, in grado sia di garantire qualità e quantità lungo una finestra commerciale sempre più ampia sia di mitigare il rischio climatico coltivando in aree diverse. La nostra crescita a doppia cifra accredita sempre di più Brio come motore per lo sviluppo e la ripartenza del bio nazionale”.
Èiniziata il 10 ottobre la campagna cachi 2024 per il Gruppo Alegra. Con un leggero anticipo rispetto allo scorso anno, la stagione di questo tipico frutto autunnale - di cui il Gruppo è un punto di riferimento a livello nazionale ed europeo - è pronta a partire con una disponibilità di circa 3.000 tonnellate di Loti di Romagna e 4.000 tonnellate di Rojo Brillante, che saranno commercializzate fino alla prima settimana di dicembre. Con un’importante base produttiva in Romagna e nuovi impianti in Calabria e Campania - tutti areali vocati alla produzione di cachi - il Gruppo Alegra gestisce volumi interessanti e programmazioni con le principali catene distributive, sia in Italia che all’estero.
“Per noi è un must l’ingresso sul mercato solo con frutti arrivati alla maturazione ottimale: la qualità prima di tuttospiega Mauro Laghi, direttore generale di Alegra -. Con le aziende del gruppo abbiamo segmentato l’offerta: puntiamo sulla distintività di un prodotto made in Italy con Alegra, rimarchiamo la territorialità con il Loto tipico di Romagna, la cui richiesta sta crescendo, e con una linea premium a
marchio Valfrutta Fresco, e copriamo anche il segmento biologico con i prodotti gestiti da Brio”.
Il Loto di Romagna sta vivendo una seconda giovinezza: il frutto morbido - un vero e proprio dessert naturale al cucchiaio - è al centro di una riscoperta sia nel nostro Paese che in piazze strategiche come Svizzera e Francia. L’export dei cachi del Gruppo Alegra vale circa il 30% dei volumi complessivi di questo frutto.
Dal rispetto della natura e dal lavoro quotidiano con le oltre 60 aziende agricole conferitrici, deriva l’alta qualità dei prodotti che Agricola Don Camillo, da 20 anni, commercializza sull’intero territorio italiano e che comprendono, oltre a meloni, angurie e agrumi, le zucche, categoria di cui l’azienda è
vera specialista. Proprio la zucca, da prodotto stagionale, sempre più narra al cliente finale una storia di bontà che dall’autunno prende vita per durare 12 mesi, grazie a proposte differenti, dall’alto potenziale d’acquisto e con utilizzi sempre più sfiziosi.
“Questo è il periodo clou - spiega il direttore commerciale Walter Benelli -, momento nel quale tutte le zucche di Agricola Don Camillo sono disponibili: Delica, Violina, Hokkaido, Zuccurì, Muscade e Halloween sono pronte a caratterizzare i reparti ortofrutta della distribuzione moderna e a sorprendere i consumatori finali, con la loro ricchezza di colori, forme e gusti”. Tra le varietà disponibili spicca la zucca Delica, disponibile tutto l’anno. Agricola Don Camillo per tutte le varietà di zucca applica il metodo di produzione integrata, impegnandosi a ridurre al minimo l’uso di sostanze chimiche a vantaggio di ambiente e consumatore.
“Andando incontro a una sempre maggiore domanda di comodità di utilizzo da parte del consumatore - commenta l’amministratore delegato Andrea Benelli - da quest’anno commercializzeremo senza interruzioni anche le zucche nelle versioni pronte all’uso: la cubettata, la cubettata a residuo zero, la tagliata a metà e la tagliata a fette”.
Al via un autunno ricco di novità e gusto con Dole Italia, leader nella produzione e distribuzione di frutta fresca di qualità premium. Dopo aver animato le principali spiagge italiane con il successo dell’evento itinerante Dole Summer Vibes, il vivace e coloratissimo van 100% elettrico brandizzato Dole prosegue il suo viaggio con una serie di attività promozionali che da Nord a Sud toccheranno diverse città italiane. Le iniziative si svolgono in alcuni mercati ortofrutticoli e in punti vendita selezionati della Gdo, per portare in tutta la penisola la freschezza e la bontà inconfondibile della frutta Dole. Con questa attività on-field, l’azienda intende entrare in diretto contatto con il proprio pubblico, facendogli vivere un’esperienza immersiva, originale e divertente e conducendolo direttamente nel cuore del brand. Ogni tappa del viaggio offre un’opportunità unica per scoprire e approfondire i benefici della frutta fresca: attraverso momenti informativi e interattivi, gli utenti possono esplorare le qualità nutrizionali dei prodotti Dole e il loro contributo al benessere quotidiano.
Quella del 2024 è stata per Unitec un’edizione di Fruit Attraction particolare. Non tanto per lo spirito con cui ha partecipato, che è quello di sempre, di costante e maniacale attenzione nell’innovazione che si traduce in risultati concreti, ma anche perché è arrivata a seguito di un momento difficile per
“Attraverso questa attività, desideriamo accrescere il valore del mondo ortofrutta, oltre che delle strutture e degli store che ci accolgono, raccontando la bontà e l’eccellente qualità dei nostri prodotti in modo originale, impattante e gioiosoafferma Cristina Bambini, responsabile marketing di Dole Italia -. Ogni incontro diventa così un momento di partecipazione attiva da parte degli utenti e di interazione diretta ed autentica con il nostro brand”.
la sua terra, la Romagna, colpita a settembre dall’alluvione. Questo evento ha messo alla prova Unitec, ma, paradossalmente, nella difficoltà l’azienda di Lugo (Ra) si è sentita ancor più connessa all’industria ortofrutticola mondiale.
“We work for your results è stata la nostra bussola durante l’alluvione - dichiara Angelo Benedetti, presidente di Unitec -. Il nostro mantra, la soddisfazione del cliente, unito allo spirito di squadra che è il modello di Unitec da sempre, ci ha dato la forza di rialzare la testa e riprendere in tempi record il lavoro sulle linee grazie alla forza e alla tenacia di tutti i nostri collaboratori, a cui va tutta la mia stima e riconoscenza. Abbiamo pensato alle consegne impellenti e questo ci ha permesso di non farci sopraffare da quanto ci stava accadendo intorno”.
“È proprio l’automazione che rappresenta oggi una risposta efficace alla crescente difficoltà delle centrali ortofrutticole di reperire manodopera, grazie a soluzioni che migliorano l’efficienza e la produttività”, dichiara Nour Abdrabbo, direttore commerciale del gruppo. “Su questo e su molte altre innovazioni, dai sistemi di classificazione della qualità esterna e interna alla robotica, Unitec ha orientato la sua presenza a Fruit Attraction”.
| Carlotta Benini
Alfonsino investe sulla logistica e la profittabilità si avvicina iFresh
Alfonsino, società quotata in Borsa del food delivery, attiva anche nella consegna della spesa online per la Gdo, ha chiuso il primo semestre 2024 con risultati oltre le aspettative. A fronte di ricavi in calo, l’Ebitda ha registrato un +124% raggiungendo per la prima volta terreno positivo, per 132 mila euro.
A d a r e i m p u l s o a l b u s i n e s s , è s t a t a l a svolta nell’ambito della logistica, con il supporto della app Rushers.io
Alfonsino Spa, innovativa Pmi del food delivery operativa principalmente nei centri di provincia, ha archiviato i primi sei mesi del 2024 con ricavi in calo m a e b i t d a i n c r e s c i t a . L a s o c i e t à , q u o t a t a s u Euronext Growth Milan, al 30 giugno scorso registra ricavi pari a 1,5 milioni di euro (-36%), mentre l’Ebitda ha registrato il +124% raggiungendo terreno positivo per 132 mila euro, contro i -500 mila euro del pari periodo precedente Grazie a una gestione oculata e all’introduzione di un nuovo modello logistico, Alfonsino chiude dunque la semestrale con risultati oltre le aspettative: in miglioramento anche la perdita netta, che è passata da 800 mila a 256 mila euro.
“Nel mondo delle piattaforme di food delivery, il raggiungimento di risultati economici positivi è una sfida che pochi operatori sono riusciti a superare - si legge in una nota di Alfonsino - La forte competizione e la necessità di investire continuamente in tecnologia, logistica e marketing hanno reso arduo per molte aziende del settore raggiungere la sostenibilità finanziaria. Secondo gli ultimi dati di settore, diverse piattaforme leader internazionali, pur avendo ampliato notevolmente la loro base di utenti, continuano a registrare perdite annuali consistenti” Alfonsino ha sviluppato una strategia che valorizza la conoscenza delle realtà di provincia, offrendo un servizio su misura orientato al benessere dei suoi
clienti e collaboratori. Uno dei fattori chiave del recente cambio di rotta è stato il supporto di Rushers Srl, la società di logistica del gruppo Alfonsino Rushers io è un ’ app che connette fattorini indipendenti, alle aziende e ai loro clienti, consentendo una riduzione significativa dei costi operativi e un miglioramento della qualità del servizio. Grazie all’ottimizzazione delle operazioni di consegna e all’integrazione tecnologica, Rushers.io ha permesso di accelerare il percorso di Alfonsino verso la sostenibilità finanziaria
“Guardiamo alla seconda parte dell’anno con grande fiducia - ha commentato Carmine Iodice, amministratore delegato di Alfonsino, certi di aver costruito una proposta di valore sostenibile nel tempo. I nostri obiettivi sono chiari: espandere la nostra presenza in nuovi mercati, anche attraverso alleanze strategiche, e innovare per garantire un servizio sempre più affidabile e omnicanale”
Oltre ai risultati economici positivi, Alfonsino ha puntato sulla diversificazione della propria offerta, incrementando notevolmente gli accordi commerciali con aziende della grande distribuzione organizzata. Questo rafforzamento ha permesso di consolidare e ampliare il servizio di spesa online, rendendo Alfonsino un punto di riferimento non solo per il food delivery, ma anche per la consegna a domicilio di beni di prima necessità