Fruitbook Magazine 46

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AVOCADO SUPER STAR: E´IL FRUTTO CHE CRESCE DI PIU´ Secondo Ismea nel 2023 la frutta in Italia ha registrato nei primi 9 mesi un calo a volume del 2%. Solo l’esotico è in controtendenza, con il +4,5%. La vera star è l’avocado, che in Conad in 10 anni è cresciuto di ben 20 volte a valore IDEE TENDENZE MERCATI BUSINESS

ELNATHEDITORE

N.46 l FEBBRAIO 2024 l TRIMESTRALE











Editoriale

| Eugenio Felice

Educazione alimentare: è ora? è strano. Perché a scuola ormai si insegna di tutto, fin dalla scuola dell’infanzia, eppure l’educazione alimentare resta un tabù. è strano perché la spesa sanitaria per la cura delle malattie legate alla cattiva alimentazione - tutte le principali cause di morte: cancro, infarto e ictus - sono elevatissime e quindi incidono in modo significativo sulle finanze dello Stato. è un po’ meno strano, però, se si pensa che il junk food - tutti quegli alimenti che non fanno bene al nostro organismo, letteralmente “cibo spazzatura” - è in mano a multinazionali come Ferrero, Nestlè, Coca-Cola, Mars e McDonald’s che hanno soldi e quindi potere, anche di influenzare le decisioni politiche. Intanto due studi da poco pubblicati da Crea e Ceinge, gettano nuova luce sulla “neofobia” alimentare che limita la dieta, soprattutto dei figli unici, e proprio sul dilagante consumo del junk food. Un trend in crescita, che apre la strada alle allergie alimentari. I bambini, si sa, preferiscono mangiare alimenti ultra-processati, poveri di nutrienti

ma ricchi di grassi, sale e zuccheri. Alimenti non solo più buoni, ma anche più comodi e veloci, che portano però al sovrappeso e all’obesità. Abitudini alimentari malsane che tendono a mantenersi tali anche in età adulta. Che poi, sono gli stessi giovani a chiedere di ricevere una educazione alimentare, come emerge da due sondaggi condotti sulla generazione Z (giovani di età compresa tra i 13 e i 24 anni) da Webboh (community numero 1 in Italia sul target GenZ, che conta oltre 1,7 milioni di utenti solo su Instagram). Da questi sondaggi emerge proprio, come riporta l N.46 l FEBBRAIO 2024

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l’Ansa l’8 gennaio, “l’elevato bisogno di informazioni in merito alla corretta alimentazione espresso dall’89% degli utenti, con addirittura un 34% che riterrebbe opportuno inserire l’educazione alimentare nei programmi scolastici”. Che poi, se ci pensiamo bene, è assurdo che a scuola non si insegni la corretta alimentazione. Chi lo dovrebbe fare? I social network? Chiudiamo con un segnale positivo che arriva dal Regno Unito, Paese che da tempo ha dichiarato guerra all’obesità infantile. Dopo analoghi provvedimenti assunti dalla capitale, Londra, e da Bristol, che hanno vietato la pubblicità di junk food alle fermate dei mezzi pubblici e sui taxi, ora sono Brighton e la vicina Hove a varare analoghe misure restrittive, estendendole ulteriormente. Il consiglio comunale (unico per entrambe le cittadine dell’East Sussex) ha approvato infatti a dicembre il divieto di pubblicità di qualunque alimento o bevanda contenga elevate concentrazioni di grassi, sale e zucchero e anche dei ristoranti che li propongono non solo alle fermate dei mezzi, ma in qualunque luogo dove si svolgano attività che possano coinvolgere bambini e ragazzi. Ministro Giuseppe Valditara, se ci sei, batti un colpo, sono i giovani italiani a chiederlo!

FRUITBOOKMAGAZINE


controeditoriale

| Eugenio Felice

Il vero problema oggi? è la manodopera che non si trova 10

Manca giusto una settimana al Natale, giorno di grandi abbuffate e scambio di regali. Sarà forse un Natale vissuto con una certa parsimonia, dato che l’inflazione pesante degli ultimi due anni ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie italiane? è questo che ci chiediamo mentre nel buio e nella nebbia ci dirigiamo lungo le stradine di campagna che da San Bonifacio scendono verso il Castello di Bevilacqua, un comune della Bassa Veronese sul confine con la provincia di Padova. Proprio qui, dentro le mura del castello trecentesco, il 14 dicembre si è riunita Fruitimprese Veneto per la cena di Natale e il tradizionale scambio di auguri. A fare gli onori di casa il presidente Stefano Pezzo. Una cinquantina le persone intervenute, anche da fuori regione. Ma cos’è Fruitimprese? è bene ricordarlo agli addetti ai lavori. Si tratta dell’associazione nazionale delle imprese ortofrutticole, con sede a Roma e diversi distaccamenti regionali, nata nel 1949 con il nome di Sindacato nazionale importatori ed esportatori ortofrutticoli e agrumari. Comprende aziende che fatturano da 5 milioni di euro fino ai pesi massimi da qualche centinaio di milioni di euro, aziende in particolare focalizzate sull’import e sull’export di ortofrutta. Tra queste citiamo Orsero Spa, la più grande, quotata anche in borsa. Aziende, o meglio imprese, che si occupano anche direttamente o indirettamente di produzione di ortofrutta, come ha specificato durante l’incontro il suo direttore Pietro Mauro. “Non siamo solo commercianti”, ha dichiarato. Il fatturato delle aziende associate vale 8 miliardi di euro. FRUITBOOKMAGAZINE

Durante la serata abbiamo modo di conversare con vari imprenditori veneti. In particolare con uno di questi, che ci spiega come sta andando, per sommi capi, il settore ortofrutticolo: “Negli ultimi anni è cambiato tutto, certi prezzi rasoterra non li vedremo mai più. Basta guardare adesso cosa sta succedendo con diverse orticole. Anche prodotti poveri come patate e cipolle hanno prezzi impensabili solo pochi anni fa. Troviamo patate in alcuni supermercati con prezzi / kilo superiori alle mele. Prodotti di importazione come i pomodori del Marocco hanno prezzi astronomici, mai visti prima. Questo sì per l’inflazione, ma anche perché è diventato sempre più difficile produrre, a causa del cambiamento climatico e delle tante malattie e parassiti che compromettono il raccolto, con la possibilità di usare sempre meno fitofarmaci”. La serata Fruitimprese Veneto è stata sponsorizzata dalla BCC di Verona e Vicenza. Un suo analista ha trasmesso un segnale di fiducia alla platea: il termometro dell’inflazione in Italia e in Europa si è raffreddato negli ultimi mesi, tanto che la Banca Centrale Europea ha fatto sapere che non rialzerà ulteriormente i tassi e anzi ci possiamo attendere nel 2024 l’inizio di un progressivo allentamento di cui non potrà che beneficiarne l’economia. è l’ora di brindare? Non ancora, ci vuole prudenza. Anche perché alcuni nodi sono irrisolti. “Per il settore ortofrutta - ci puntualizza l’imprenditore di cui sopra - il vero problema oggi è il reperimento della manodopera, tanto nei campi di raccolta, quanto nei magazzini di confezionamento”.

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PAG. EDITORIALE EDUCAZIONE ALIMENTARE: È ORA?

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CONTROEDITORIALE IL VERO PROBLEMA OGGI? È LA MANODOPERA CHE NON SI TROVA

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IMMAGINI

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22 BUONE NOTIZIE L’INFLAZIONE IN ITALIA RALLENTA E SCENDE AL 5,7% NEL 2023 24 MARKETING IN UN MERCATO COMPLESSO VANNO PROFILATE MEGLIO LE INFORMAZIONI 26 INSIDER VIENTO TROPICAL: “TRUFFATI DA UN FORNITORE CON AVOCADO MARCI” 30 RAPPORTI RACCOLTO DI AGRUMI BASSO IN UE LA SPAGNA SCENDE, L’ITALIA SALE 32 CONTROCORRENTE C’È ANCORA UN FUTURO PER IL KIWI HAYWARD IN ITALIA? PER APOFRUIT SÌ 34 INNOVAZIONE OP ARMONIA: “COLTIVIAMO LE CLEMENTINE DEL FUTURO” 38 BILANCI EUROSPIN, NEL 2O22 FATTURATO A 9,3 MILIARDI CON 1.189 NEGOZI 40 PERCORSI BIO NUOVO PACKAGING PREMIUM PER CONSUMATORI CONSAPEVOLI 42 NEURONEWS POSIZIONARE CON SUCCESSO UN BRAND NEL SETTORE ORTOFRUTTA 46 FRONTIERE ALLEANZA TRA MUSK E I PRODUTTORI DI MURCIA PER COLTIVARE SU MARTE 46 MERCATI MELAGRANE DELL’ETNA BARBERA E IL PLUS DELL’INSACCHETTAMENTO 48 IL LIBRO PAM, “PIÙ A MENO” DA 65 ANNI LA SPESA DEGLI ITALIANI 50 SCENARI CRISI DI SUEZ, L’ORTOFRUTTA MADE IN ITALY RISCHIA MEZZO MILIARDO 54 FORMAZIONE EDUCAZIONE ALIMENTARE A SCUOLA LO CHIEDE LA GENERAZIONE Z 56 CAMPAGNE GAVINA ED ELEONORA, UNA NUOVA NARRAZIONE PER LE ANGURIE TOP 58 AZIENDE DONNALIA, NUOVO STABILIMENTO GREEN PER LA FRUTTA PREMIUM 60 MENS SANA DIETA VEGETARIANA O VEGANA? SÌ, MA NEL MODO CORRETTO PANORAMA

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iFRESH

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CONTENUTI

62 / CONAD SUPERA QUOTA 20 MILIARDI MA NON LE BASTA

68 / MDD A QUOTA 31,5 DEBUTTA L’INSALATA DA VERTICAL FARMING

72 / DIMMIDISÌ: CON 74 / JINGOLD, EXPLOIT LE LATTUGHELLE AUMENTA PER IL KIWI ROSSO: IL VALORE PERCEPITO

STAGIONE MOLTO POSITIVA

76 / MELE, CI SONO 80 / FEDRIZZI (MELINDA): TROPPE VARIETÀ? SÌ, NO «POLITICHE DI MARCA DIPENDE...

SOLO SU ALCUNE VARIETÀ»

FRUITBOOKMAGAZINE

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ELNATHEDITORE Direttore responsabile Eugenio Felice Hanno collaborato: Carlotta Benini, Salvo Garipoli, Maddalena De Franchis, Irene Forte, Alice Gelmetti, Massimiliano Lollis, Giancarlo Sbressa, Matteo Sgaravato Redazione e Pubblicità Via Poiano 53 37029 - San Pietro in Cariano (Vr) Tel. 045.6837296 redazione@fruitbookmagazine.it adver@fruitbookmagazine.it

82 / «CASSE RICICLATE? 86 / KIWI PASSION, PIù SOSTENIBILI DI CRESCONO I VOLUMI, SI QUELLE RIUTILIZZABILI»

PARTE COL SUD AMERICA

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Abbonamenti Spedizione in abbonamento postale Abbonamento Italia: 50,00 euro abbonamenti@fruitbookmagazine.it Graphic designer Marco Fogliatti Fotolito CianoMagenta Stampa Color Art Spa - Via Industriale 24/26 25050 - Rodengo Saiano (Bs) Carta Magno Volume - 130 gr - Sappi 100% biodegradabile e riciclabile Tiratura numero novembre 2023: 8.000 copie

88 / MACFRUT ACADEMY 90 / SPREAFICO SVELA E IL MERCATO EUROPEO A MARCA LA RINNOVATA

DI AVOCADO E MANGO

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Registrazione Tribunale di Verona n. 1962 del 6 novembre 2012

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Pubblicità AGRICOLA LUSIA AGRYPACK ALEGRA AMBROSIA APOFRUIT ITALIA BARBERA INT. BONOMO BRIO / ALCE NERO CAMPIDANESE CARTON PACK CONAD COSMIC CRISP DOLE DON CAMILLO DONNALIA FRANCESCON FRUITBOOKMAGAZINE

57 47 93 83 45 11 35 25 6-7 37 27 IFC 2-3 23 OFC-1 41

FRESÓN DE PALOS GANDINI ANTONIO JINGOLD JUNGHEINRICH KIWI PASSION LA LINEA VERDE LA TRENTINA MACFRUT MELINDA OPAL ORSERO ORTOROMI RETARDER RICHEL GROUP ROSARIA SAMBOA

29 33 53 12 IBC 55 39 31 51 49 87 4-5 81 73 8 43

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Accordo stellare New York, 6 dicembre 2023 Proexport, l’associazione dei coltivatori ed esportatori di Murcia, ha siglato a New York un accordo con Elon Musk di partnership strategica per esplorare la possibilità di coltivare gli ortaggi su Marte e ipotizzare così le condizioni agricole che un giorno potrebbero consentire l’insediamento degli umani sul pianeta.



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2.000 mq di Aldi Milano, 28 dicembre 2023 Aldi ha aperto a Milano, in Viale Monza 267, nel quartiere Precotto, il più grande supermercato del gruppo in Italia, con una superficie commerciale di quasi 2.000 metri quadrati su due livelli. Aldi ha raggiunto così il traguardo dei 177 supermercati aperti in Italia al 2023 per un totale di 3.172 persone impiegate.



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Logistica ko Mar Rosso, 11 gennaio 2024 Il numero dei container via nave sul Mar Rosso, a inizio gennaio, è crollato del 70% rispetto al traffico del periodo, per via dei numerosi attacchi del gruppo Houthi dello Yemen alle navi mercantili. La rotta alternativa passa dal Sudafrica e significa 20 gioni in più di navigazione e un costo container quasi triplicato.



buone notizie |

Eugenio Felice

L’inflazione in Italia rallenta e scende al 5,7% nel 2023 22

Secondo le stime diffuse dall’Istat il 5 gennaio, l’inflazione in Italia è scesa al +5,7%, in calo rispetto al +8,1% del 2022. In due anni i prezzi in Italia sono saliti mediamente del 14,3%. Questo andamento favorevole si spiega principalmente con il venir meno delle tensioni sull’energia. Basti pensare che il gas è sceso da agosto 2022 a dicembre 2023 del 75%. Continuano a correre invece i generi alimentari Secondo le stime preliminari pubblicate dall’Istat il 5 gennaio, nel 2023 in media i prezzi al consumo hanno registrato una crescita del 5,7%, in netto rallentamento dall’8,1% del 2022. In due anni il rialzo dei prezzi è stato quindi del 14,3%. Nel mese di dicembre l’inflazione è stata ancora in calo, scendendo al +0,6% annuo rispetto al +0,7% di novembre. Nello specifico, secondo i dati provvisori, nel mese di dicembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua. “Questo andamento - scrive l’Istat - ha risentito principalmente del venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni energetici regolamentati”. In particolare il gas quotava a dicembre 2023 a -75% rispetto ad agosto FRUITBOOKMAGAZINE

2022. Oltre ai beni energetici regolamentati (che passano da -34,9% a -41,7%), contribuiscono al rallentamento dell’inflazione anche i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +3,6%) e i beni alimentari lavorati (da +5,8% a +5,0%). Sostiene, invece, la dinamica inflattiva l’attenuarsi del calo dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -22,5% a -21,1%) e l’accelerazione di quelli dei beni alimentari non lavorati (da +5,6% a +7%). In generale, i prezzi nel comparto alimentare evidenziano un’accelerazione della crescita media annua (+9,8%, da +8,8% del 2022), nonostante l’attenuazione della loro dinamica tendenziale (da +5,4% a +5,3%), evidenziata nella seconda metà dell’anno, al pari dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,6% di novembre a +4,4%). Si arresta la discesa dell’inflazione a dicembre invece nell’Eurozona. Secondo la stima flash di Eurostat, a dicembre l’indice che misura l’andamento dei prezzi al consumo si è attestato al +2,9% rispetto al +2,4% di novembre e al +9,2% dello stesso mese del 2022. A incidere sull’andamento dell’inflazione soprattutto una riduzione dei prezzi dell’energia meno marcata. L’aumento più forte è stato invece quello dei prezzi di alimentari, alcolici e tabacco (più 6,1% rispetto a dicembre 2022 contro il +6,9% che si era registrato a novembre 2023). Insomma, sia in Europa che in Italia il carrello della spesa alimentare continua a marcare prezzi in crescita significativa, nonostante iniziative come il trimestre antiinflazione (che non sarà rinnovato nel 2024). l N.46 l FEBBRAIO 2024



marketing |

Salvo Garipoli*

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In un mercato che è sfidante, l’analisi SGMarketing presentata a Marca Fresh ha identificato tre profili di buyer personas, tre sensibilità e comportamenti di acquisto e di consumo, che produzione e distribuzione hanno il compito di presidiare al meglio, per sostenere posizionamento e performance

che ricerca servizio e sostenibilità, che incorpora la fascia più giovane (quota 18-35 anni 24% vs 19% media campione), più orientato ad acquistare on line (9% vs 4%). In questo caso l’appeal della categoria e i nuovi linguaggi del digitale sono elementi imprescindibili per ingaggiarlo dentro e fuori il punto vendita. Abbiamo poi il profilo del consumatore essenziale: rappresenta il 44% del mercato, acquista in prevalenza I gamma e vive il rapporto con la categoria in maniera qualificata. Ha un approccio più legato ai consumi casalinghi e tradizionali e predilige il canale moderno per fare gli acquisti (85% vs 82% media campione). Manifestando un approccio più orientato alla ricerca del value for money, vuole essere rassicurato attraverso una comunicazione snella e chiara su origine e certificazioni di qualità. A completare il quadro, un terzo del campione (30%) che dichiara comportamenti di acquisto e consumo più spiccatamente responsabili considerandone in maniera rile-

I dati fonte CSO-Gfk Italia non lasciano dubbi sul fatto che il 2023, sul fronte degli acquisti domestici di ortofrutta, si è chiuso con il segno meno. Tra gennaio e ottobre, le evidenze numeriche certificano performance positive sul fronte della spesa pari a +2,8% del tutto insufficienti a sostenere perdite a volume pari al -7%. Lo scenario appare dunque complesso e le dinamiche in atto ci obbligano a intercettare al meglio fattori d’innesco e driver significativi utili ad approcciare le sfide preComunicazione desiderata per tipologia acquirente senti e future. 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% Un contributo per fare chiarezza sul Origine tema è l’annuale analisi consumer Stagionalità del prodotto SGMarketing effettuata su un camProvenienze locali/km 0 pione di 1.000 consumatori e acquiSostenibilità delle coltivazioni renti della categoria. I dati sono inCertificazione della qualità Innovativo controvertibili: la frutta e la verdura Modalità produttive rappresentano la base dell’alimentaBenefici e valori nutrizionali Essenziale zione degli italiani, guidandone il paInfo su produttore/marca sto con rispettivamente 5,6 e 5,1 atti Sostenibilità delle confezioni Responsabile di consumo settimanali. Per di più la Provenienza da territori vocati categoria nel complesso vive un posiCaratteristiche organolettiche zionamento distintivo del tutto pecuRicette/consigli di consumo liare, è considerata quella più in graQuantità consigliata per porzione do di incorporare salubrità, piacere di Base: acquirenti di ortofrutta; target Innovativo (260), Essenziale (438), Responsabile (302) gusto e abitudine quotidiana. L’analiFonte: SGMarketing si ci restituisce un quarto del camvante l’impatto su società e ambiente. Ama scegliere, pione che è costituito dal cosiddetto profilo innovatimixa i canali di acquisto affiancando alla Gdo (77%) vo: un acquirente ortofrutta che vive la sua contemi canali più tradizionali (66% vs 57%), da ingaggiare poraneità in maniera attiva, che acquista prodotti di attraverso story-telling su provenienza, stagionalità IV e V gamma e ha una propensione maggiore al cone metodi produttivi. sumo destrutturato e quindi fuori casa. è un buyer FRUITBOOKMAGAZINE

l N.46 l FEBBRAIO 2024

*direttore SGMarketing

In un mercato complesso vanno profilate meglio le informazioni



insider |

Eugenio Felice

Viento Tropical: “Truffati da un fornitore con avocado marci” 26

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Giorgio Mancuso, amministratore unico di Viento Tropical Srl, specializzata nell’importazione e distribuzione di frutta esotica. L’azienda lavora con vari fornitori internazionali e proprio con uno di questi, in Olanda, è incappata in un episodio negativo legato alla fornitura di avocado in avanzato stato di maturazione. Un episodio che ha portato anche alla revoca dei fidi “Questa è una brutta storia”, esordisce Giorgio Mancuso. “Penso di conoscere Fabricio da circa dieci anni. Ho iniziato a collaborare con la sua ditta in Olanda quando lavoravo come agente ed ero il suo referente in Italia. Nel corso di questa collaborazione ho accompagnato Fabricio in Italia a visitare clienti e a sviluppare e consolidare il lavoro acquisito. Nel corso di questa visita viene presentato da me alla sua attuale moglie, con cui adesso ha due meravigliosi bambini cui auguro ogni bene. Sono stato invitato al suo matrimonio, qualche anno fa, e gli sposi mi chiamavano affettuosamente il “Cupido” del loro amore”. “In seguito il mio lavoro con la ditta olandese è scemato, anche perché Fabricio ha iniziato a vendere direttamente a qualche cliente, evitando la mia provvigione, ma pazienza, queste cose capitano spesso agli agenti di FRUITBOOKMAGAZINE

commercio. Nel 2015 fondo con altri soci Viento Tropical Srl, e talvolta compro qualcosa dalla ditta olandese di Fabricio. Fin qui tutto tranquillo, anzi molto bello”. “Lo scorso settembre, la ditta olandese di Fabricio, tramite il suo collaboratore Salvo, chiede un aiuto per vendere avocado Hass brasiliano “un po’ maturi”. Siamo sempre disponibili ad aiutare e collaborare scrive l’amministratore unico di Viento Tropical Srl - pertanto arrivano due pallet di questa merce. Purtroppo, però, la merce è in stato di avanzatissima maturazione e riusciamo a ricavare molto poco. Avvisiamo Salvo della situazione ed egli accetta. In seguito comunichiamo che possiamo pagare la merce 1 euro al collo, ma ci viene risposto che è troppo tardi e che hanno già fatturato a prezzo pieno, nonostante le nostre segnalazioni. Procediamo a pagare la fattura per quanto ci è possibile, mantenendo aperta la nostra richiesta di nota di credito per 1.925 euro”. “Al momento della discussione Fabricio si trovava in Brasile. Al suo ritorno parlo direttamente con lui, che come titolare è responsabile di ciò che accade nella sua azienda, prende tempo per capire bene cosa è successo, e infine mi dice che non è possibile fare alcuna nota di credito e che procederà per vie legali”. “Il 29 dicembre - continua Giorgio Mancuso - una compagnia leader nella assicurazione del credito, in seguito alla denuncia dell’azienda olandese, ci cancella i fidi che abbiamo in Europa, poiché siamo segnalati come cattivi pagatori. Noi ci facciamo un vanto di avere sempre pagato puntualmente i fornitori. Da quando Viento Tropical Srl è nata, non abbiamo un solo fornitore che si lamenta nemmeno di un ritardo nei pagamenti. E ora ci ritroviamo questa beffa? Per 1.925 euro!? Dopo tutti i rapporti intercorsi!?” l N.46 l FEBBRAIO 2024



fiere |

Irene Forte

Italian Fruit Village, l’eccellenza nazionale a Berlino su 400 mq 28

Il successo dell’Italian Fruit Village, format di promozione e internazionalizzazione del prodotto fresco italiano, ideato dal consorzio Edamus, conferma e amplia il suo posizionamento strategico a Fruit Logistica 2024, nel cuore della hall 4.2 di Messe Berlin. Dopo Berlino, l’Italian Fruit Village farà tappa a Biofach, Cibus, Dmed, Summer Fancy Food Show. Dopo l’estate sarà la volta di Fruit Attraction e Sial L’Italian Fruit Village torna protagonista a Berlino dal 7 al 9 febbraio 2024. Il format di promozione e internazionalizzazione del prodotto fresco italiano, ideato dal consorzio Edamus, conferma e amplia il suo posizionamento strategico a Fruit Logistica, nel cuore della hall 4.2. Negli oltre 400 metri di superficie di IFV trovano posto organizzazioni di categoria, aziende, consorzi di tutela di prodotto IGP e DOP, nonché Organizzazioni di Produttori, provenienti da numerose regioni italiane. Tra gli espositori dell’Italian Fruit Village troviamo Coldiretti, CIA, l’Unione Nazionale Italia Ortofrutta, le OP Terra Orti, La Deliziosa, AOA, Costieragrumi, Amico Bio, Campania Felix, Aroma Domus, La Palma, Assodaunia, Galletto e Terra del Sole, l’AOP Europae, i Consorzi di Tutela Rucola IGP della Piana FRUITBOOKMAGAZINE

del Sele, Carciofo di Paestum IGP e Limone Costa d’Amalfi IGP, le aziende agricole Cerro, FeolFruit, La Reggia, B&B Frutta, Paolillo, Napolitrans, Senese e D’Acunto. Tra i media partner c’è anche Fm. Per promuovere il sistema agroalimentare italiano viene allestita un’area eventi con ristobar, in cui si svolgono talk con i principali player istituzionali della filiera, ma anche presentazioni in grado di valorizzare i prodotti e i progetti delle aziende partecipanti. Il tutto alternato da degustazioni e cooking show, per esaltare, anche in cucina, le qualità del prodotto italiano. “A Berlino riparte la nostra attività fieristica per sostenere l’internazionalizzazione del prodotto italiano. Nel 2024 abbiamo incluso nuove manifestazioni - dichiara il presidente del Consorzio Edamus, Emilio Ferrara - per favorire sempre più l’incontro tra mondo produttivo, decisori politici e buyer, affinché il lavoro delle aziende e la qualità delle produzioni italiane possano essere valorizzati, ampliando il loro posizionamento nel mercato globale”. Dopo Fruit Logistica, l’Italian Fruit Village farà tappa, nella sua versione organica, al Biofach di Norimberga in Germania. A maggio sarà la volta di Cibus a Parma e, sempre in Italia, della terza edizione del Salone della Dieta Mediterranea (Dmed). A giugno l’Italian Fruit Village volerà negli Stati Uniti al Summer Fancy Food Show di New York mentre, a ottobre si tornerà, come di consueto, alla fiera Fruit Attraction di Madrid. Ultimo appuntamento dell’anno sarà a Parigi in occasione del SIAL. l N.46 l FEBBRAIO 2024



rapporti |

Irene Forte

Raccolto di agrumi basso in Ue La Spagna scende, l’Italia sale La combinazione di siccità, limitazioni nell’irrigazione e temperature elevate in maniera anomala, durante le fasi di fioritura e allegagione, hanno limitato il potenziale produttivo di agrumi in Europa nella campagna in corso, potenziale che si dovrebbe mantenere su livelli simili a quelli del raccolto 2022/23 Secondo un rapporto dell’Usda pubblicato a dicembre, nella campagna commerciale 2023/24 la produzione totale di agrumi nell'Ue dovrebbe ammontare a 9,9 milioni di tonnellate, molto simile ai livelli della campagna precedente, ma inferiore alla media storica della produzione. Tuttavia, la stabilità prevista per la produzione totale di agrumi dell’Ue nasconde tendenze divergenti tra le diverse categorie

di agrumi. Arance e mandarini, che insieme rappresentano quasi l’85% della produzione di agrumi dell’Ue, registrano rispettivamente un calo del 2 e del 5%. Al contrario, per i pompelmi si prevede una crescita del 6% e, soprattutto, per i limoni si prevede un aumento della produzione nel 2023/24 di oltre il 15%. La riduzione complessiva della produzione nella campagna 2023/24 dovrebbe concretizzarsi in Spagna, Grecia e Portogallo, mentre per l’Italia si prevede un raccolto totale di agrumi maggiore rispetto alla scarsa produzione registrata nel 2022/23. Secondo il rapporto dell’Asda, nella stagione in corso gli agricoltori di tutta l’Ue continueranno a dovere affrontare un aumento dei costi, da quelli energetici (carburante ed elettricità) ai fertilizzanti e ai prodotti fitosanitari. Una nota positiva è rappresentata dall’aumento dei prezzi alla produzione, che potrebbe contribuire a migliorare i margini dei produttori e a compensare l’impatto negativo del basso raccolto.

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Pompelmi

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EUROPA • Zona coltivata ad agrumi (1.000 ettari)

EUROPA: Produzione di agrumi e zone coltivate 2011-2023 EUROPA • Produzione agrumi (milioni di tonnellate)

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Fonte: FAS EU posts. FRUITBOOKMAGAZINE

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controcorrente |

Irene Forte

C’è ancora un futuro per il kiwi Hayward in Italia? Per Apofruit sì 32

Il futuro di Hayward, di cui l’Italia è fra i maggiori produttori dell’emisfero nord, è stato al centro di un incontro organizzato da Apofruit, il 20 dicembre, nella sede di San Pietro in Vincoli (Ra). L’evento ha visto la presenza di più di settanta produttori, chiamati a valutare le opportunità che offre ancora questa coltura, per promuovere nuovi impianti. Laghi: “La produzione è in calo, ma sul mercato è ancora molto richiesta” A illustrare perché Apofruit Italia ritiene ancora vantaggioso pensare ad Hayward per eventuali nuovi impianti è stato Massimiliano Laghi, direttore tecnico della cooperativa, che ha spiegato: “Oggi siamo in una situazione in cui questa cultivar sta subendo una forte contrazione nella produzione nel nostro Paese. Dato tale contesto, si stanno creando però interessanti opportunità di mercato, perché si tratta di una varietà comunque ancora molto richiesta da clienti e consumatori, essendo anche la più tradizionale. Per questa ragione, crediamo sia molto interessante valutare l’opportunità di nuovi impianti”. Nello specifico, il territorio romagnolo presenta anche particolari vantaggi per lo sviluppo di Hayward. In molte zone, esso ha infatti una buona disponibilità di acqua per l’irrigazione e, soprattutto, non è stato interessaFRUITBOOKMAGAZINE

to da quei fenomeni di moria che si sono manifestati in altri areali di produzione come in Veneto, Piemonte e Lazio. Ultimo ma non meno importante, le opportunità riguardanti il kiwi verde tradizionale toccano anche l’aspetto economico. “Oltre al classico strumento OCM - conclude Laghi - il produttore che sceglie di fare nuovi impianti di Hayward viene sostenuto anche da un intervento straordinario disposto dalla cooperativa che durerà per tutto il 2024 e che è legato agli aiuti per le zone alluvionate. Grazie a queste misure, il contributo sull’investimento iniziale può arrivare fino al 75%”. La situazione italiana. In Europa la produzione stimata globale di kiwi per il 2023 è di circa 755 mila tonnellate, il 4% in meno sul 2022, e in Italia di circa 311 mila tonnellate, dato che conferma il nostro Paese secondo player mondiale, come complesso di tutte le cultivar presenti, che segna un 7% in meno sul 2022. Le previsioni sono emerse dalla 42.ma conferenza IKO - International Kiwifruit Organization, tenutasi a Curicò in Cile tra il 12 e il 14 settembre. Concentrandoci sulle previsioni per l’Italia, la diminuzione è dettata ancora una volta proprio dalla riduzione della produzione del kiwi verde, pari al 15% rispetto al 2022, a causa dei danni da gelo, della contrazione delle superfici, ma soprattutto dell’impatto della morìa che incide anche sulle rese produttive delle piante. La morìa, diffusasi inizialmente dieci anni fa nel Veneto, ha poi interessato e via via fortemente penalizzato anche altre importanti aree di coltivazione del kiwi: si stima che dal 2012 ad oggi abbia interessato oltre 8.600 ettari. Sempre in ascesa il kiwi giallo, con 103 mila tonnellate e un +12% sul 2022, grazie ai nuovi impianti. l N.46 l FEBBRAIO 2024



innovazione |

Maddalena De Franchis

Op Armonia: “Coltiviamo le clementine del futuro” 34

Marco Eleuteri, presidente dell’organizzazione di produttori Armonia, con sede a Battipaglia e soci in tutto il Sud Italia, fa il punto sulla campagna delle clementine, in parte condizionata dal clima, e rilancia su ricerca e innovazione varietale come strumenti fondamentali per selezionare frutti migliori e più resilienti: come la clementina Perrina, varietà tardiva che è partita ufficialmente proprio a gennaio 2024 Le chiamano “le clementine del futuro”, perché si sono dimostrate più resistenti al cambiamento climatico e salveranno, probabilmente, la produzione italiana di questo frutto uno dei più amati della stagione invernale, assieme alle arance - negli anni a venire. Sono le varietà tardive, sviluppate grazie a un investimento costante nella ricerca scientifica e nella selezione genetica delle piante migliori: un investimento cui ha contribuito Op Armonia, una delle maggiori realtà produttive del nostro Mezzogiorno. Ne abbiamo parlato con il presidente, Marco Eleuteri. “Visto il persistere del caldo anomalo per quasi tutta la stagione autunnale, temevamo un forte scadimento della qualità, che fortunatamente non si è verificato - esordisce Eleuteri -. Siamo ottimisti poi sulle varietà tardive, che ci consenFRUITBOOKMAGAZINE

tiranno di proseguire con la raccolta addirittura fino ai primi di aprile”. Tra le varietà tardive su cui Op Armonia ha puntato da tempo c’è Perrina, così chiamata dal nome del suo scopritore, Francesco Perri, agronomo calabrese specializzato in agrumi. Fin dalla metà degli anni Novanta, l’esperto ha lavorato, con Op Armonia e il Crea-Ofa di Acireale (ente pubblico e principale centro di ricerca agrumicola nazionale), a un programma di miglioramento genetico della clementina italiana. Un progetto lungo e impegnativo, finanziato da investimenti ingenti e con centinaia di ibridi ancora in osservazione. Un primo risultato, però, è stato proprio la Perrina, varietà stabile, sicura e molto più resistente alle avversità atmosferiche, che ha cominciato ad aggiudicarsi prestigiosi riconoscimenti internazionali prima ancora di essere lanciata sul mercato: la produzione entrerà a regime proprio all’inizio del 2024, dopo anni di sperimentazione. “La ricerca in agricoltura - spiega Marco Eleuteri - è l’unica soluzione finora percorribile per fronteggiare un cambiamento climatico ormai inevitabile”. L’agricoltura tradizionale, intesa come coltivazione di varietà comuni e orientata più al prezzo che alla qualità - sottolinea il presidente di Op Armonia - risulta sempre meno competitiva sul panorama internazionale. Garantisce profitti minori e, in prospettiva, non assicurerà il futuro dell’agricoltura nazionale, anzi, ne mette a rischio la sopravvivenza”. Non basta lavorare bene in campo, insomma: occorre investire su prodotti ad alto valore aggiunto. l N.46 l FEBBRAIO 2024



trend |

Eugenio Felice

Lollobrigida autorizza 4 nuovi insetti nei prodotti alimentari 36

Dalla fine di dicembre, anche in Italia possono essere in commercio prodotti alimentari che contengono quattro tipi di insetti: larva gialla, locusta migratoria, grillo domestico e verme della farina minore. I prodotti possono contenere insetti congelati, essiccati o in polvere come già avviene negli altri Paesi Ue I quattro decreti autorizzativi - firmati dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, dal Ministero delle Imprese e del made in Italy e dal Ministero della Salute - discendono da altrettanti regolamenti di esecuzione vincolanti per gli Stati Membri. Le confezioni contenenti prodotti a base di farine di insetti devono presentare le seguenti informazioni: tipologia di insetto presente, con nome scientifico, “ma anche, per volontà del Governo italiano, con la traduzione in italiano”, ha spiegato Lollobrigida. Le etichette riportano inoltre la quantità di insetti utilizzata e presente nei prodotti alimentari e deve essere espresso anche il Paese di origine dell’insetto. “Il decreto sul grillo domestico andato in Gazzetta ufficiale il 29/12/2023 - precisa Roberto Pinton, esperto di diritto alimentare, interpellato da Il Fatto Alimentare - risale al 6 aprile 2023. Per otto mesi il ministro ha sperato che per miracolo se ne potesse evitare la pubblicazione. Quindi non è per volontà del governo italiano che, assieme al nome scientifico, va indicato il nome in italiano”. “Sono i regolamenti Ue - continua Pinton - più precisamente il numero 882/2021 a stabilire l’obbligo della denominazione larva gialla della farina, 188/2022 e 5/2023 a stabilire l’obbligo di dettagliare grillo domestico, 58/2023 a stabilire quello per il verme della FRUITBOOKMAGAZINE

farina minore. Per la locusta migratoria (regolamento Ue 1975/2021) il nome scientifico - che è in latino - corrisponde al nome italiano e non serve traduzione. Il governo italiano non poteva fare altrimenti, l’obbligo deriva dai regolamenti, gerarchicamente superiori ai decreti di Lollobrigida, Urso e Schillaci. Per via di quanto ha precisato, il ministro Lollobrigida è stato quantomeno impreciso”. Lollobrigida ha poi sottolineato quanto è ormai riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale e cioè che “gli insetti sono degli elementi naturali presenti nell’alimentazione di altre popolazioni. Noi non li abbiamo tra gli elementi principali della nostra dieta, ma ritengo che non mettano in pericolo il nostro modello”. Cartelli al supermercato per gli insetti. Al fine di evitare commistioni con altri alimenti, il Governo ha deciso di regolamentare la vendita, prevedendo com-

parti separati, appositamente segnalati con una specifica cartellonistica. Per onor di cronaca va detto che la farina del coleottero Tenebrio molitor è stato il primo “novel food” autorizzato, nel 2021, da Efsa per la Commissione Europea. l N.46 l FEBBRAIO 2024



bilanci |

Giancarlo Sbressa

Eurospin, nel 2022 fatturato a 9,3 miliardi con 1.189 negozi 38

I dati 2022 sono riportati nel secondo bilancio di sostenibilità presentato da Eurospin, gruppo leader della distribuzione moderna italiana. Il fatturato di 9,3 miliardi di euro è superiore a quello generato da Esselunga nello stesso anno. Il 93% dei freschi e freschissimi arriva da fornitori italiani. Il report approfondisce l’approccio dell’insegna alla sostenibilità. L’energia rinnovabile copre la metà del fabbisogno energetico Eliminare qualsiasi spreco di risorse, per reinvestirle in un’offerta migliore. Ha un’identità precisa il percorso sostenibile di Eurospin, specialista italiano del canale discount, che nella seconda edizione del bilancio di sostenibilità, “Dentro la Spesa Intelligente” racconta come si concretizza il suo approccio alla sostenibilità, in linea con il suo posizionamento di massima efficienza. “Il nostro percorso di sostenibilità è un viaggio “Dentro la Spesa Intelligente”, perché nasce da una scelta razionale, quella di assicurare alle persone un’alimentazione di buon livello qualitativo tutti i giorni spiega Alessandro Penasa, presidente Eurospin Italia -. I nostri impegni nascono dalla volontà di evitare tutti quegli sprechi che non aggiungono valore, ma anzi tolgono risorse che vogliamo investire in un’offerta migliore”. FRUITBOOKMAGAZINE

Il secondo report, pubblicato dall’insegna a metà dicembre, declina i risultati in sei pilastri: identità, con 1.189 punti vendita, l’insegna Eurospin ha generato nel 2022 ricavi per 9,3 miliardi di euro, confermando la solidità economica dell’impresa; persone, offerta di lavoro in crescita del 13%, con 18.633 dipendenti; filiera produttiva, 93% acquisti di freschi e freschissimi da fornitori italiani; clienti, +96% aumento delle vendite dei prodotti della linea Amo Essere, dedicata a ogni esigenza alimentare, rispetto al 2021; ambiente, con il 44% del fabbisogno energetico coperto da energia rinnovabile (+24% sul 2020) e territorio, con 3,5 milioni di euro donati a sostegno di iniziative solidali. L’ottimizzazione della logistica ha inoltre permesso di evitare 9.245 viaggi in un solo anno, pari a 1.118.695 km, l’equivalente di 28 giri del mondo. I sistemi di telegestione usati da Eurospin nel 2022 hanno permesso di ridurre dell’8% il consumo elettrico necessario ai sistemi di refrigerazione nei punti vendita e la scelta di pesare l’ortofrutta in cassa ha evitato la stampa di 197 milioni di etichette in plastica. Sul tema della plastica, uno dei rifiuti considerati più temibili a livello ambientale, gli impegni presi da Eurospin negli ultimi due anni hanno permesso di evitare l’utilizzo di 3.600 tonnellate di plastica vergine. Importanti passi avanti sono stati fatti anche nel risparmio di carta: la stampa dei volantini, infatti, è passata da 278 milioni di copie l’anno nel 2021 a 261 milioni nel 2022, con una diminuzione del 6% a favore della versione digitale. “Garantire ai consumatori una spesa conveniente e di qualità - si legge nel bilancio di sostenibilità - questa è la sfida dal 1993. Ci impegniamo a soddisfare i consumi in evoluzione, riducendo l’impatto sull’ambiente”. l N.46 l FEBBRAIO 2024



percorsi bio |

Eugenio Felice

Nuovo packaging premium per consumatori attenti e consapevoli 40

VIP - Mela Val Venosta si è presentata alla fiera Marca di metà gennaio con una nuova proposta pensata per la linea bio in grado di rispondere alle esigenze di un target sempre più attento e consapevole. Si tratta di un packaging premium in carta con rete in lino, 100% stampabile, dotato di qr code associato al progetto Biography: il cliente potrà così conoscere esattamente il contadino che ha prodotto quelle mele

piano, permettendo ai consumatori di farne assaporare qualità e freschezza ancora prima dell’assaggio. Leggerissimo, non pesa né sull’ambiente né nella borsa della spesa. è dotato di qr code, associato al progetto Biography che, scansionato, porta il consumatore sulla pagina web dedicata al contadino “che ha scritto la storia” delle mele che sta per gustare. “Innovare - afferma il responsabile marketing di VIP Benjamin Laimer - non vuol dire solamente coprire il mercato 12 mesi all’anno con la mela giusta per ogni periodo e, aspetto altrettanto importante, andando soddisfare una molteplicità di gusti dei consumatori, ognuno dei quali può trovare la sua mela preferita. Innovare vuol dire anche presentare al consumatore le mele in modo nuovo e distintivo e in questo il packaging ha Non è semplicemenun ruolo cruciale. te un packaging preUna confezione premium nuovo, dedicatto Tutto il nostro amore per le mele e il rispe mium come quella to alle mele biologiper l’ambiente in un pack 100% ECOSOSTENIBILE che abbiamo presenche, il primo di quetato a Marca è in sto tipo nel mondo grado di attirare l’atdelle mele. è un nuo100% tenzione e rispondevo modo di relaziocarta re alle aspettative narsi con un consudel consumatore in matore sempre più Comunicazione termini di innovaattento, consapevole impattante zione, sostenibilità e desideroso di esseRete in lino e contenuto di inforre informato e rassicon mele a vista mazione”. curato. Parliamo del Marca è stata anconuovo pack che VIP 2-3gr ra una volta per VIP - Mela Val Venosta peso del pack l’occasione per rinha presentato alla saldare il rapporto fiera Marca di metà con la Gdo, strategigennaio: è 100% di camente cruciale sia carta, per una scelta per i prodotti a marchio VIP sia per quelli a marchio green che risponde alle aspettative di clienti e condel distributore, che spesso si fanno essi stessi porsumatori sempre più sensibili ai temi della sostenitatori d’innovazione e qualità. “Ai clienti che sono bilità ambientale ed è 100% stampabile, dando la interessati - conclude Laimer - diamo la possibilità di possibilità di inserire contenuti informativi su tutta installare nel reparto un totem digitale che permette la superficie, importante per un pubblico desideroso al consumatore finale, con la lettura del qr code sulla di conoscere quanto più possibile sul prodotto e la sua confezione, di conoscere il contadino che ha prodotto origine. Dotato di una rete in lino, rende ben visibili quelle mele, in modo altamente emozionale”. le mele all’interno della confezione e le mette in primo FRUITBOOKMAGAZINE

l N.46 l FEBBRAIO 2024



neuronews |

Matteo Sgaravato*

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Nel settore ortofrutticolo il branding è ancora un fenomeno poco conosciuto. Questo termine fa riferimento ad un ramo del marketing che si occupa di dare un volto al brand e al prodotto per renderli riconoscibili, unici e attrattivi Brand image è il termine inglese che possiamo tradurre nella serie di associazioni, simboli e immagini che nel tempo sono stati collegati a una marca. In altre parole, è il modo con cui i clienti percepiscono il brand e i suoi prodotti. Questo aspetto è di fondamentale importanza per posizionarsi sul mercato. Non dimenticandoci di un’altra disciplina che gioca un ruolo fondamentale nello studio dei processi decisionali inconsci, ovvero quelli alla base delle scelte di acquisto o delle preferenze per un marchio: il neuromarketing. Ma cosa si intende con “posizionamento”? Si tratta di un asset strategico che, alla comparsa di qualche bisogno nella mente del possibile cliente, va a richiamare in maniera diretta uno specifico brand. Gli elementi che differenziano il proprio marchio dai competitor è ciò che consente di stabilire il dove posizionarsi. La domanda da porsi, all’origine di questo processo, è “Come si presentano e si posizionano il marchio e i prodotti che offro agli occhi del pubblico target?” Durante una serie di ricerche effettuate in questo settore, alla domanda “Qual è la marca che le viene in mente pensando a frutta e verdura?” la maggior parte degli intervistati non ha saputo riportare alcun brand name. Questo significa che non c’è stata nessuna associazione mentale spontanea, come ci suggerisce il neuromarketing e rende chiaro il fatto che c’è ancora molto lavoro da fare nell’ambito dell’ortofrutta. FRUITBOOKMAGAZINE

Gli step da seguire per migliorare la notorietà di un brand sono i seguenti: definire il contesto e identificare i brand più importanti, annotando per ciascuno di loro i punti di forza. Successivamente, delineare i valori e le peculiarità che rispecchiano gli ideali dell’azienda e con i quali può rendersi riconoscibile e conosciuta dai consumatori. Bisogna far emergere quel valore aggiunto che nessun’altro concorrente era riuscito finora a offrire. Subentra inoltre il bisogno di sfruttare le tecniche di neuromarketing fondamentali per comprendere quelli che sono i processi mentali che orientano il consumatore e che agiscono sul suo coinvolgimento emotivo nei confronti di un brand e creare così categorie mentali spontanee. Solo in tal modo si riuscirà a “posizionarsi” in maniera forte e distintiva nella mente del consumatore. Una volta che la strategia di posizionamento è pronta resta solo da applicarla per rendere il messaggio e la comunicazione del brand coerenti, persuasivi e capaci

di catturare l’attenzione del pubblico target. Sul prossimo numero vedremo il concetto di persuasione applicato alle scoperte in ambito di neuromarketing e l’impatto che questa può avere sulla comunicazione. l N.46 l FEBBRAIO 2024

*amm. delegato Sgaravato Srl

Posizionare con successo un brand nel settore ortofrutticolo



retail |

Irene Forte

Aldi, a Milano il supermercato record da 2 mila metri quadri 44

Aldi ha aperto il 28 dicembre a Milano in Viale Monza 267, nel quartiere Precotto, il più grande supermercato del gruppo in Italia, con una superficie commerciale di quasi 2.000 mq su due livelli. La promessa del “Prezzo Aldi” continua a registrare successi in Lombardia, dove ora sono 61 i negozi aperti di cui 13 nella provincia di Milano. Aldi ha raggiunto così il traguardo dei 177 store aperti in Italia dal 2018 Aldi Italia, parte del Gruppo Aldi Süd, ha inaugurato giovedì 28 dicembre un nuovo punto vendita a Milano, in Viale Monza 267. Il nuovo negozio, il più grande dall’arrivo di Aldi nel mercato italiano nel 2018, vanta una superficie di vendita di 1.997 mq, che si estende su due livelli, e propone uno store concept pensato per rispondere alle moderne esigenze dei consumatori. “L’apertura di questo nuovo punto vendita a Milano rappresenta una milestone davvero importante per il nostro piano di crescita in Italia, a chiusura di un 2023 che ci ha visti sempre più vicini alle esigenze dei nostri clienti”, ha affermato Michael Gscheidlinger, country managing director Aldi Italia. “Questo nuovo negozio è infatti una ulteriore conferma del nostro supporto al territorio, che si esprime non solo attraverso un’offerta che punta tutto su quaFRUITBOOKMAGAZINE

lità e convenienza, ma anche sulla possibilità di fornire concretamente un nuovo impulso all’economia locale e agli scenari occupazionali”. Aperto dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 21:00 e la domenica dalle ore 9:00 alle 20:30, il punto vendita offre un’esperienza di acquisto sempre più “smart” grazie a un assortimento compatto e completo. Il nuovo negozio si estende su due piani, in un’area precedentemente utilizzata come attività commerciale, e sorge all’interno di una piccola galleria dove sono presenti anche servizi bar, parrucchiere, estetista, ottico e lavanderia. Il negozio dispone di un parcheggio da 56 posti auto dedicati ai clienti Aldi e gratuito per i primi 90 minuti. Il punto vendita è organizzato in modo efficiente e intuitivo per permettere ai clienti di riempire il proprio carrello di valore, facendo la spesa rapidamente e con semplicità. Al piano terra i clienti possono esplorare l’ampia area dedicata a frutta e verdura, all’assortimento food già confezionato, come tramezzini, prodotti da frigo in formato convenienza e insalate, oltre a bevande, prodotti per la cura della persona, della casa e degli amici a quattro zampe. Al piano interrato, invece, collegato al resto dello store da tre ascensori, si sviluppa la parte di assortimento dedicato a secchi e dispensa, ai banchi frigo dedicati a carne, pesce, prodotti freschi e surgelati. Grande attenzione è dedicata all’angolo vinoteca, che offre un’accurata selezione di vini, e all’area “Pan del Dì” (pane e prodotti da forno). Inoltre il nuovo negozio vanta una zona dedicata alle promozioni e alle offerte su abbigliamento, giocattoli, accessori per la casa e tanto altro, molto più ampia rispetto ai negozi standard, per soddisfare qualsiasi esigenza attraverso una vasta selezione di prodotti di qualità a prezzi competitivi. l N.46 l FEBBRAIO 2024



frontiere |

Massimiliano Lollis

Alleanza tra Musk e i produttori di Murcia per coltivare su Marte 46

Portare l’uomo su Marte è da tempo uno degli obiettivi più ambiziosi di Elon Musk, l’istrionico patron milionario di SpaceX e Tesla. Per ipotizzare la sopravvivenza umana sul pianeta Musk ha stretto un’alleanza con gli agricoltori ed esportatori di Murcia dell’associazione spagnola Proexport. Una partnership dal sapore fantascientifico che può avere però importanti e concreti sviluppi anche sulla Terra Portare l’uomo su Marte è notoriamente uno dei sogni più ambiziosi di Elon Musk, l’istrionico patron milionario di Tesla e SpaceX, la società californiana che sta rivoluzionando la produzione di razzi e i servizi di trasporto spaziale. Certo, nella comunità internazionale di esperti e scienziati non manca chi nutre forti dubbi che l’obiettivo sia davvero alla portata dell’uomo nel prossimo futuro, o che perlomeno sia auspicabile raggiungerlo nell’interesse reale dell’umanità. Se però l’uomo riuscirà a coltivare sul pianeta rosso, forse il merito sarà anche dei coltivatori ed esportatori di Murcia. Come annunciato dalla spagnola Proexport, l’associazione dei coltivatori ed esportatori di Murcia che riunisce oltre 50 gruppi di aziende agricole, cooperative e grossisti dediti alla produzione e commerciaFRUITBOOKMAGAZINE

lizzazione di ortofrutta, lo scorso dicembre Musk ha stretto con l’associazione una partnership strategica per esplorare le possibilità di coltivazione di ortaggi su Marte e ipotizzare così le condizioni agricole che un giorno potrebbero consentire l’insediamento di esseri umani sul pianeta. Un giorno che, stando alle ultime dichiarazioni di Musk - che però, va detto, non è affatto nuovo a provocazioni e smentite - potrebbe arrivare entro il 2030. “Siamo entusiasti di questa collaborazione - afferma il ceo di Proexport Fernando Gómez -. Le condizioni estreme di aridità del suolo e di perenne siccità, insieme alle forti restrizioni sull’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari che devono affrontare i nostri agricoltori nel sud-est della Spagna, hanno convinto Elon Musk e i nostri colleghi di SpaceX che siamo nella posizione migliore per affrontare l’incredibile sfida di produrre lattuga, broccoli, pomodori o peperoni su Marte in futuro”. Una partnership dal sapore fantascientifico che può avere importanti e concreti sviluppi anche sulla terra. “Il progetto - dichiarano i rappresentanti di SpaceX - non fornirà solamente conoscenze cruciali per il successo delle nostre future missioni spaziali, ma promuoverà anche la ricerca scientifica nell’agricoltura di precisione e il reperimento di soluzioni agli effetti del cambiamento climatico sulla produzione di frutta e verdura”. Esperti di agronomia e tecnologia spaziale provenienti da Spagna e Stati Uniti faranno parte del team, che si avvarrà del meglio delle competenze locali e internazionali. l N.46 l FEBBRAIO 2024



il libro |

Giancarlo Sbressa

Pam, “più a meno”, da 65 anni la spesa degli italiani 48

Pam Panorama, storica azienda italiana protagonista della grande distribuzione, in occasione del 65.esimo anniversario dalla sua fondazione, ha scelto di raccontare la sua storia attraverso il libro “La spesa degli Italiani”, presentato a Milano il 28 novembre. Attraverso testi e tante immagini, a colori e in bianco e nero, si documenta un rito quotidiano che rispecchia anche, nei decenni, un cambiamento sociale e di stile di vita La storia di Pam è inevitabilmente intrecciata con la Storia del Paese. è costituita dalle storie delle persone che l’hanno prima creata e poi gestita, a loro volta influenzate da una serie di eventi e sviluppi che si sono susseguiti nel tempo, dai cambiamenti della società, delle abitudini e del modo di vivere. Esiste tuttavia un filo conduttore che aiuta a spiegare come Pam si sia sviluppata nel corso degli anni. Valori come correttezza, rispetto, professionalità e meritocrazia hanno permesso a Pam Panorama, fin dall’apertura del primo punto vendita a Padova nel 1958, di creare un’impresa che ad oggi rappresenta uno dei punti di riferimento nel panorama delle aziende italiane, consentendole di rimanerne al passo e spesso di anticipare i tempi, adattando con successo il proprio modello ad un mondo sempre più in rapida evoluzione. “Il successo dei supermercati Pam, è contenuto in una promessa: Più A Meno. In una parola, Pam. Ogni giorno, dalla sua fondazione a oggi, le donne e gli uomini di Pam fanno la spesa con gli italiani e si impegnano a mantenere questa promessa”, ha dichiarato Andrea Zoratti, direttore generale Pam Panorama, nell’incontro con la stampa di Milano del 28 novembre scorso. “Ed è proprio alle persone che hanno fatto grande Pam e che ancora oggi collaborano in sinergia con forte coinvolgimento ed entusiasmo che è dedicato questo volume. Abbiamo scelto di farlo FRUITBOOKMAGAZINE

nell’anno in cui tagliamo l’importante traguardo dei 65 anni di storia, per condividere la nostra ricca componente valoriale fatta di passione e cultura aziendale e che rappresenta oggi un’enorme conquista di fiducia da parte dei clienti che continuano a scegliere la nostra insegna come alleato fedele per la spesa quoti“La spesa degli Italiani”, testi diana”. di Silvia Cadrega, 208 pagine, L’autrice del libro è 35,00€, Mondadori Editore, Silvia Cadrega, mipubblic. il 28 novembre 2023 lanese, ricercatrice specializzata in storia contemporanea e sociale e nel racconto delle storie di impresa. Il volume rientra tra le iniziative che Pam Panorama ha avviato per festeggiare il suo 65.esimo anniversario e che ha visto Pam diventare “Marchio Storico di Interesse nazionale”, l’attestazione promossa dallo Stato italiano e gestita dall’Ufficio Marchi e Brevetti, che premia i marchi nazionali con almeno 50 anni di storia ed espressione di eccellenza del made in Italy. Dalla sua nascita, il marchio Pam è diventato sin da subito sinonimo di qualità, tradizione, e soprattutto italianità. Dai prodotti selezionati con cura, alle persone che con dedizione contribuiscono ogni giorno al successo dell’azienda, ogni elemento di Pam è intrinsecamente legato al ricco patrimonio italiano. L’impegno di restare al fianco dei clienti con prezzi sempre più convenienti, con prodotti di qualità, servizi sempre nuovi e una rete capillare di negozi vicina alle persone, rappresenta l’essenza di Pam pronta ad affrontare le nuove sfide del futuro con ancora più coraggio e la solita passione viva, nata 65 anni fa. l N.46 l FEBBRAIO 2024



scenari |

Eugenio Felice

Crisi di Suez, l’ortofrutta italiana rischia mezzo miliardo di euro 50

Prezzi triplicati per le navi cargo e viaggi più lunghi di 15-20 giorni: la crisi del Mar Rosso di gennaio cambia il commercio internazionale. Gli attacchi degli Houthi dello Yemen contro le navi commerciali e la risposta di Stati Uniti e Regno Unito preoccupano molto gli esportatori di ortofrutta: sono a rischio i commerci di mezzo miliardo di prodotti made in Italy destinati a India, Sudest Asiatico e Medio Oriente Bab el-Mandeb (foto a lato) è una piccola strozzatura geografica nel Mar Rosso che ha un’influenza enorme sull’economia mondiale: è un punto chiave per il controllo di quasi tutte le spedizioni tra l’Oceano Indiano e il Mar Mediterraneo attraverso il canale di Suez. Gli attacchi alle navi commerciali a Bab el-Mandeb da parte delle forze Houthi dello Yemen

hanno avuto come conseguenza l’arrivo di navi da guerra di diversi Paesi a pattugliare l’area, mentre molte navi commerciali hanno scelto di percorrere la rotta più lunga - più costosa e molto più pericolosa intorno all’Africa per raggiungere il Mediterraneo. Un’analisi del Wci-World Container Index elaborata da Drewry illustra con un grafico gli effetti che la crisi nel Mar Rosso sta avendo sui prezzi delle merci FRUITBOOKMAGAZINE

che viaggiano su nave, nello specifico sul costo del trasporto per i container da 40 piedi, l’unità di misura principale. Da inizio dicembre, quando si sono intensificati gli attacchi Houthi, l’andamento dei noli marittimi dall’Asia verso l’Europa e il Mediterraneo si è impennato: i prezzi a metà gennaio erano più che triplicati (da 1.373 a 5.213 dollari) da Shanghai a Genova e hanno fatto quasi altrettanto (da 1.171 a 4.406 dollari) per Rotterdam. Del resto circumnavigare l’Africa è molto più oneroso, oltre a richiedere 15-20 giorni in più di navigazione. La situazione è grave, perché mette a rischio la supply chain in Europa, provocando un’inevitabile impennata dei prezzi dei prodotti, tanto da rendere più difficile un taglio dei tassi di interesse in primavera, come ha fatto intendere Christine Lagarde, che guida la Bce. Quali saranno le conseguenze per l’ortofrutta? Secondo la Coldiretti, con le tensioni nel mar Rosso, già a gennaio si registrava un aumento dei costi stimabile in 6/7 centesimi per ogni chilogrammo di merce trasportata, cosa “che incide sulla competitività delle esportazioni nazionali”. Nel complesso, sempre secondo Coldiretti, le difficoltà alla navigazione provocate dagli attacchi degli Houthi dello Yemen contro le navi nel Mar Rosso mettono a rischio circa mezzo miliardo di esportazioni di frutta e verdura made in Italy dirette in Medio Oriente, India e Sudest Asiatico. Parliamo di oltre 200 mila tonnellate di ortofrutta. A essere maggiormente penalizzate sono le mele, che pesano per il 90% dei traffici verso oriente. l N.46 l FEBBRAIO 2024



analisi |

Giancarlo Sbressa

Nel 2024 l’ortofrutta torna nel carrello ma con sobrietà 52

A dicembre l’Ufficio Studi Coop ha realizzato una survey su consumi e abitudini di spesa degli italiani, che restituisce la fotografia di un Paese in pausa e proiettato sul presente. Vita low budget e senza progetti e tavola sobria ed healthy sono i trend del 2024, un anno che vedrà comunque una ripresa dei consumi alimentari con l’ortofrutta in prima posizione nella top cinque dei prodotti in aumento nel 2024 Reduci da un anno difficile e a tratti drammatico dal nuovo scenario di guerra israelo-palestinese, alle catastrofi climatiche, fino alla concreta perdita di potere d’acquisto - gli italiani si affacciano con una salda imperturbabilità sull’orlo di un 2024 in cui tra incerte tornate elettorali, nuove tensioni geopolitiche e il rallentamento delle economie globali, saranno ancora molte le occasioni che potrebbero cambiare i destini del mondo. La fotografia scattata dal Rapporto Coop Winter Edition, la nuova survey sui consumi e le abitudini di spesa degli italiani condotta lo scorso dicembre dall’Ufficio Studi Coop, ci consegna l’immagine di un Paese in pausa, annidato nel proprio presente, dove non albergano rabbia o disperazione ma dove anzi persistono, in linea con l’ultimo anno, stati d’animo positivi. A forza di rinvii e rinunce, gli italiFRUITBOOKMAGAZINE

ani si acconciano ad una vita fatta di piccole cose, obbligati ad avanzare giocoforza per sottrazione più che per aggiunte e il futuro del Paese si contrae in una dinamica temporale dominata dal presente. In questo contesto in cui molte variabili di miglioramento delle proprie vite sono indisponibili, l’attenzione non può che essere riposta appunto sulla cura degli affetti, di sé e degli altri. Tra le due sole voci di spesa in cui il numero di italiani che prevedono per il 2024 un aumento supera quanti prevedono una riduzione compaiono proprio le spese per salute e benessere (in aumento per il 24% del campione) e quelle per il consumo alimentare domestico (16%). Il cibo resta centrale nelle scelte di consumo, ma anche a tavola la tenuta della spesa si sposa con la sobrietà. Infatti, quasi un terzo degli italiani (31%) dichiara che dedicherà più tempo alla preparazione domestica del cibo (il modo più semplice per coniugare qualità e risparmio) e in ogni caso i principali driver di acquisto sono il rapporto qualità prezzo al primo posto (almeno per il 66% degli italiani), la convenienza e il risparmio (50%) e la salute e il benessere (41%). Torna nel carrello anche l’ortofrutta, che nell’estate sembrava essere stata al centro di grandi rinunce da parte degli italiani. Nella top 5 dei prodotti in aumento nel 2024 compaiono proprio frutta e verdura al primo posto e poi subito dopo il pesce. Tra i prodotti di cui gli italiani prevedono di poter ridurre i consumi spiccano invece i dolci (li ridurrà il 41% del campione), le carni rosse (34%), i salumi e affettati (37%) e superalcolici (33%). Sul fronte macroeconomico, se la recessione appare oramai come scongiurata, le previsioni 2024 ci riportano in un’Italia dello zero virgola con una crescita del PIL che è stimata allo 0,5%. l N.46 l FEBBRAIO 2024



formazione |

Matteo Sambugaro

Educazione alimentare a scuola Lo chiede la generazione Z 54

Generazione Z e abitudini alimentari: secondo alcune ricerche, realizzate da Ipsos e dal portale Webboh, i giovani under 26 hanno una forte sensibilità per l’educazione alimentare. Un terzo di loro vorrebbe che il tema fosse trattato all’interno dei programmi scolastici. Il cibo è anche socialità: più dei due terzi degli intervistati mangia fuori casa una o due volte a settimana, prediligendo (un terzo di loro) il made in Italy Quando si parla di giovani, spesso, si tende a lasciarsi trasportare dai preconcetti o, molto più semplicemente, ad evidenziare il distacco tra un passato e un presente, con frasi del tipo: “Quando ero giovane io”. Il tutto per creare un divario e, come spesso accade, per giustificare (forse inconsciamente) una diminutio valoriale tra le “vecchie” generazioni e le nuove. A scapito ovviamente di queste ultime. La verità, stando ai dati oggettivi che emergono da ricerche e studi che spaziano su diversi ambiti, dimostra invece delle tesi ben diverse da quelle, spesso preconcette, che si hanno verso le nuove generazioni. Potremmo riassumere il tutto così: le nuove generazioni hanno una maggiore sensibilità. Oltre che per i temi sociali, civili ed ecologici, anche verso il cibo e FRUITBOOKMAGAZINE

l’educazione alimentare. Ad esempio, secondo una ricerca Ipsos, le ragazze e i ragazzi under 26 hanno maturato una forte sensibilità ambientale con ricadute sulle scelte alimentari. Dati alla mano: il 38% di loro cerca prodotti made in Italy e il 27% vuole alimenti prodotti in modo sostenibile e senza l’uso di antibiotici oppure ormoni. Il 26% rifiuta i prodotti che provengono da allevamenti che non rispettano il benessere degli animali. I bio dipendenti sono il 20%, una preferenza che scavalca l’interesse per il Km0 (18%). Ma chi sono questi giovani? Sono la generazione Z (GenZ), costituita da ragazzi e ragazze di età compresa tra i 13 e i 24 anni. Una generazione che rappresenta un campione sempre più interessante per l’industria alimentare, in quanto ormai copre un buon 30% della popolazione mondiale. Ad entrare nel merito dell’analisi del rapporto con il cibo dei giovanissimi e della cosiddetta Dieta Z, tra il 30 dicembre 2023 e il primo gennaio 2024, ci ha pensato Webboh (community numero 1 in Italia sul target GenZ, che conta oltre 1,7 milioni di utenti solo su Instagram). Dai dati scaturiti dall’indagine emerge l’elevato bisogno di informazioni in merito alla corretta alimentazione espresso dall’89% degli utenti, con addirittura un 34% che riterrebbe opportuno inserire l’educazione alimentare nei programmi scolastici. Altra nota positiva è la bassa percentuale di persone che ricorrono regolarmente a bevande energetiche, dolcificanti e snack come sostituti dei pasti o per aumentare la concentrazione. l N.46 l FEBBRAIO 2024



campagne |

Eugenio Felice

Gavina ed Eleonora, una nuova narrazione per le angurie top 56

Agricola Campidanese, la maggiore OP della Sardegna, con sede a Terralba, nel Medio Campidano, sta preparando la campagna della frutta estiva, che vedrà nuovamente tra i suoi prodotti di punta l’anguria mini Gavina, introdotta nel 2005 e affinata anno dopo anno, e l’anguria midi Eleonora, che in pochi anni si è ritagliata un’importante fetta di estimatori in Italia e all’estero. Lotta: “Rivoluzioneremo la comunicazione” L’agricoltura italiana sta vivendo anni difficili, tra cambiamento climatico, fenomeni estremi sempre più frequenti, legislazioni via via più restrittive sull’uso di fitofarmaci, manodopera che scarseggia, costi crescenti che il mercato spesso non vuole riconoscere, concorrenza delle produzioni estere. Agricola Campidanese, la maggiore OP della Sardegna, con

sede a Terralba nel Medio Campidano, reagisce a tale situazione come ha sempre fatto: investendo in innovazione, lungo tutta la filiera dal campo alla consegna del prodotto alle piattaforme della Gdo, innovazione che va di pari passo con l’impegno per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. “In questi FRUITBOOKMAGAZINE

anni le superfici agricole si stanno contraendo, per questo la distribuzione sta cercando fornitori italiani affidabili con cui fare programmi precisi per assicurarsi il prodotto da vendere sui banchi e, allo stesso tempo, per tenere sotto controllo l’inflazione che colpisce il nostro settore”, spiega Salvatore Lotta, direttore commerciale dell’OP sarda. La prossima estate i prodotti di punta saranno nuovamente l’anguria midi Gavina e l’anguria midi Eleonora. Gavina è dolce, croccante e con pochi semi, prodotta anche sotto serra per anticipare la campagna: è stata introdotta nel 2005 in modo pionieristico e affinata anno dopo anno per raggiungere caratteristiche organolettiche top, un prodotto premium che è entrato recentemente anche nella linea a marchio di un primario gruppo distributivo. Eleonora è invece una anguria midi a buccia nera, tra le più apprezzate del mercato, grazie al grado brix elevato e alla qualità costante nel corso della campagna. “Sono entrambe varietà che produciamo in esclusiva in Italia - afferma Salvatore Lotta - e proprio per esaltare la loro unicità abbiamo deciso di rompere gli schemi e rivoluzionare la comunicazione, che sarà sempre declinata sia sui canali tradizionali come radio, periodici e televisione su scala nazionale, sia sui mezzi digital come i social, tra cui TikTok con cui siamo partiti lo scorso anno. I prodotti nel 2024 tornano insomma protagonisti, con tutte le loro qualità e i valori di cui sono portatori lungo la filiera”. l N.46 l FEBBRAIO 2024



aziende |

Maddalena De Franchis

Donnalia, nuovo stabilimento green per la frutta premium 58

È entrato a pieno regime a inizio 2024 l’opificio appena realizzato a Delia (CL) dall’azienda agricola Di Pasquale Ortofrutta, che da tre generazioni valorizza i frutti simbolo della Sicilia, dagli agrumi alle pesche, commercializzandoli con il brand premium Donnalia. “È un segnale di fiducia per tutto il territorio” “L’agricoltura, oggi, ha bisogno di eroi”. Non c’è niente di più vero nell’affermazione di Vincenzo Di Pasquale, che a Delia (Caltanissetta) gestisce, assieme al fratello Angelo, la storica azienda che porta il loro cognome, specializzata nella produzione e commercializzazione delle eccellenze ortofrutticole locali, dall’Arancia Rossa Igp, alla Pesca di Delia Igp fino a quella tardiva di Sicilia, tutte specialità a marchio Donnalia. C’è qualcosa di eroico, in effetti, in questo restare tenacemente abbarbicati al destino dei frutti, stagione dopo stagione, tra avversità climatiche sempre più frequenti, patologie spesso ignote e tutti i mali quelli sì, ancestrali e tristemente noti - che affliggono territori costantemente relegati “ai margini”. Eppure, ascoltando Di Pasquale si fa strada la convinzione che un segnale di speranza e fiducia nel futuro è possibile: è esattamente con queste parole che il responsabile commerciale dell’azienda di famiglia, attiva da tre generazioni, si sofferma sul recente investimento in un grande stabilimento per la lavorazione della frutta, che entra a pieno regime a inizio 2024. “Abbiamo investito 4 milioni di euro nella realizzazione di questo stabilimento, un opificio di 3 mila metri quadrati per la lavorazione di frutti di elevata qualità, dalle pesche alle albicocche, fino all’uva da tavola - dichiara -. Un grosso sostegno è arrivato FRUITBOOKMAGAZINE

dalle banche, in particolare dal gruppo Bcc Iccrea, che ci ha concesso un finanziamento di 2,7 milioni di euro, e da Banca San Francesco, che è stata al nostro fianco in tutte le fasi connesse al finanziamento dell’opera”. La struttura è stata realizzata con l’obiettivo di accrescere la quantità del prodotto fino a 7 mila tonnellate all’anno, per rispondere alle esigenze della grande distribuzione - l’azienda è tra i fornitori di colossi come Esselunga - e ampliare la quota di export sui mercati esteri, attualmente pari al 10%. “Al momento, i nostri mercati principali sono Germania e Francia - argomenta Di Pasquale -, ma intendiamo ritagliarci ulteriori fette di mercato anche in altri Paesi”. Il nuovo stabilimento rappresenta anche un deciso passo avanti in ottica “green”, essendo munito di un impianto fotovoltaico da 300 Kwp (chilowatt di picco) che lo renderà completamente autonomo dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico.

Vincenzo e Angelo Di Pasquale non hanno ancora compiuto 40 anni, lavorano in azienda fin da ragazzini e hanno saputo imprimerle un cambio di passo decisivo, con un marketing più audace e la creazione del brand Donnalia, ormai conosciuto in tutta Italia. l N.46 l FEBBRAIO 2024



mens sana |

Alice Gelmetti (dietista)

Dieta vegetariana o vegana? Sì, ma nel modo corretto 60

L’anno nuovo è solitamente un punto di ripartenza. Arrivano i buoni propositi e almeno uno di noi ha pensato di ripartire proprio con una dieta più sana. Che dire della dieta vegetariana, tanto in voga negli ultimi anni? Andiamo a scoprirlo insieme, partendo subito con una distinzione: vegetariano è chi consuma cibi vegetali e che derivano da animali (come uova, latticini, miele, ecc), mentre i vegani si nutrono solo di vegetali La dieta vegetariana in verità è alla base di quasi tutte le società, anche la nostra. Quando in passato la disponibilità economica era limitata e le fonti animali molto più difficili da reperire (i supermercati non erano così diffusi), il consumo di pesce e carne era veramente ridotto. Normalmente le famiglie avevano un orto, proprio o comune, che produceva tutti i mesi verdure fresche. Il prezzo di pane, pasta, polenta e prodotti simili era contenuto e il loro consumo permetteva di sfamare con poco famiglie anche molto numerose. Mangiare carne o pesce era in pratica un evento eccezionale. Se ci pensiamo, tutti i piatti della tradizione sono prevalentemente vegetariani: pasta e fagioli, riso e piselli, la ribollita, la polenta, ecc. A livello di salute e prevenzione il consumo di vegetali è assolutamente consigliato. Nel mondo vegetale infatti FRUITBOOKMAGAZINE

troviamo tutte le vitamine, i sali minerali, gli antiossidanti e le fibre fondamentali per evitare l’invecchiamento cellulare, rafforzare il sistema immunitario, prevenire malattie cronico-degenerative. Abbiamo visto molti dei benefici della dieta vegetale, accennando anche alla longevità. Vi ricordo infatti che le popolazioni più longeve al mondo (le famose “zone blu”) tra le caratteristiche similari hanno proprio il prevalente consumo di carboidrati vegetali, frutta e verdura; ma ci sono degli aspetti negativi nella dieta vegetariana/vegana? Il primo punto a sfavore è sicuramente l’apporto di proteine. Le proteine sono uno dei tre macronutrienti fondamentali, insieme a carboidrati e grassi. La loro funzione è quella plastica/strutturale: capelli, muscoli, ossa, cartilagini, organi, ecc. sono tutti costruiti a partire da questo nutriente. Per non andare incontro a un “deperimento”, bisogna quindi imparare bene a inserire alimenti vegetali con buone quote proteiche. Soprattutto in fasi delicate della vita, come l’infanzia, la gravidanza, l’anzianità o situazioni particolari (fratture, ustioni, malattie metaboliche) è obbligatorio raggiungere una quota di proteine consona alla crescita e al catabolismo dei tessuti. Per le linee guida la quota di proteine ideale da assumere giornalmente è di circa 0,8 grammi per kg di peso corporeo ideale. Per farlo bisogna conoscere bene le fonti “alternative”: uova e formaggi per i vegetariani e i legumi per chi è invece vegano. Vegetariani non significa erbivori: il piatto deve comunque essere bilanciato e completo: a ogni pasto quindi oltre alla verdura, vanno aggiunti i carboidrati, le fonti proteiche e i grassi buoni. Per concludere, una scelta vegetariana o vegana è sicuramente uno stile di vita bilanciato, salutare e sostenibile, ma va fatto nel modo corretto. l N.46 l FEBBRAIO 2024




Conad supera quota 20 miliardi ma non le basta Dati e curiosità dalla conferenza di fine anno di Conad Eugenio Felice

Con una rete di 3.951 punti vendita e una quota di mercato del 15% sul totale Italia, Conad si conferma l’insegna leader della Gdo italiana e chiude il 2023 con un fatturato di 20,2 miliardi di euro (+9,1% sul 2022). Cresce il fatturato dei prodotti a marchio e la quota nel canale super. L’insegna mira a mantenere la leadership, pianificando 2 miliardi di euro di investimenti per il triennio 2023-2025. Ecco alcuni spunti raccolti alla conferenza stampa di fine anno di Milano

Conad è per il quinto anno consecutivo il primo operatore della Gdo italiana. È quanto emerge dalla presentazione dei dati di preconsuntivo 2023, con l’insegna che registra un fatturato complessivo di circa 20,2 miliardi di euro, in crescita del 9,1% sul 2022. È la prima insegna in Italia a superare la soglia dei 20 miliardi di euro di fatturato. Le principali evidenze sono state illustrate nel corso della conferenza stampa di fine anno del 19 dicembre scorso dal presidente Mauro Lusetti e dal direttore generale operativo Francesco Avanzini e mostrano come Conad abbia consolidato la propria quota di mercato, ora pari al 15,0% sul totale Italia, con una crescita delle vendite del 9,6% (+7,9% a parità

di rete). In questo scenario hanno performato particolarmente bene i concept (+15%), come Parafarmacia, Ottico e PetStore Conad, e i Conad Superstore (+12%), mentre continuano a crescere il format dei supermercato Conad (+8,7%), le insegne di prossimità TuDay Conad e Conad City (+8,5%), così come le grandi superfici Spazio Conad (+7,7%). “Pur in un contesto di grande difficoltà per l’intero settore della grande distribuzione, Conad conferma la sua leadership, grazie alla forza di un modello di business basato su partecipazione e condivisione e che consente di mettere i nostri clienti nelle condizioni di fare una spesa conveniente, di qualità e privilegiando prodotti italiani - ha commentato Mauro Lusetti, presidente di Conad -. Il 2023 è stato un annus horribilis dal punto di vista dei consumi, con volumi

La consapevolezza della dirigenza Conad, come sottolineato da Francesco Avanzini, è che la competizione con i discount nel business tradizionale, nella vendita di “scatolette” per capirci, sarà sempre più spinta, richiedendo investimenti crescenti in efficientamento dei processi, in ammodernamento della rete (in alcuni casi down-sizing) e nell’aumento dell’offerta di servizi.

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Il 2023 è stato per l’Italia un annus horribilis dal “punto di vista dei consumi con volumi in contrazione

e un tasso di inflazione che ha toccato, in alcune rilevazioni mensili, anche la doppia cifra. Detto ciò, scorgiamo all’orizzonte dei segnali di ripartenza ” Mauro Lusetti (presidente di Conad)

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La solidità del sistema Conad 20,2

*

18,49 17,0

Fatturato Rete Conad (euro/miliardi) Quota MDD Conad (% su Lcc) Patrimonio Netto Aggregato (euro/miliardi)

8,8

20,4

1,2

9,3

21,7

1,4

9,8

22,6

1,5

10,2

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11,6

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12,2

12,4

13,0

13,5

14,2

15,95

33,5

23,7

1,6

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1,7

26,2

1,9

26,4

2,0

26,4

2,1

27,1

2,2

28,4

29,2

30,0

30,9

31,0

32,2 3,30

2,4

2,5

2,6

2,91

3,1

**

*

3,25

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 * Fonte: elaborazione dati interni Conad, stima dicembre 2023 ** Fonte: Circana, aggiornamento I° semestre 2023 in contrazione e un tasso di inflazione che ha toccato in alcune rilevazioni mensili anche la doppia cifra. Ciò nonostante, vediamo all’orizzonte dei segnali di ripartenza: dalla resilienza economica del Paese a spiragli di apertura per il recupero del potere d’acquisto grazie al comportamento responsabile di tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione. Conad, in quanto insegna leader della grande distribuzione in Italia, vuole continuare a fare la propria parte in questo senso, difendendo il potere d’acquisto dei clienti e delle famiglie italiane. Lo facciamo grazie all’impegno dei soci e delle cooperative, ofFRUITBOOKMAGAZINE

frendo prodotti e servizi di qualità a prezzi competitivi e sostenendo la filiera agroalimentare nazionale”. Fiore all’occhiello dell’impegno di Conad per la difesa del potere d’acquisto delle famiglie è Bassi & Fissi, iniziativa con cui dal 2013 viene offerto un paniere di prodotti indispensabili di alta qualità e al miglior prezzo possibile. Nel 2023, hanno fatto parte del paniere Bassi & Fissi oltre 600 prodotti, rappresentativi di 115 categorie mer-

ceologiche, con un risparmio medio per i consumatori pari al 27,8%. Per il primo trimestre del 2024, Conad si impegnerà a tenere ancora bloccati i prezzi dei prodotti del paniere, contribuendo al raffreddamento del caro vita con azioni concrete. Probabile, ha precisato il direttore generale operativo Francesco Avanzini, un ribasso in alcune merceologie come i derivati del grano (farina, pasta, biscotti, panificati, etc.). In un contesto economico e sociale difficile, Conad conferma il piano di investimenti nel triennio 20232025 di quasi 2 miliardi di euro, secondo un’agenda strategica caratterizzata da due priorità - “consolidare il presente” e “gettare le basi l N.46 l FEBBRAIO 2024


9,1 15 33,5 2

CONAD - CONSORZIO NAZIONALE DETTAGLIANTI IN CIFRE

20 6

miliardi fatturato 2023

sul 2022

% quota

canale super

% quota di mercato su totale Italia

miliardi investimenti 2023-2025

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Francesco Avanzini (in piedi) con Mauro Lusetti (seduto)

miliardi il fatturato della mdd

% crescita

per il futuro” - e dai cinque pilastri strategici dell’insegna: efficienza, canalizzazione, digitalizzazione, sviluppo delle competenze e sostenibilità, insita da sempre nel modo di fare business di Conad, e che si concretizza attraverso la strategia di sostenibilità concreta “sosteniamo il futuro”. “Il Sistema Conad ha potuto continuare a crescere nel 2023 grazie alle strategie e agli investimenti effettuati negli scorsi anni. Per questo motivo - ha aggiunto Avanzini - intendiamo continuare a spingere sull’acceleratore degli investimenti nonostante il contesto economico particolarmente sfidante. l N.46 l FEBBRAIO 2024

Dall’omnicanalità, ai prodotti a marchio del distributore, alla sostenibilità fino alla digitalizzazione, con l’ampliamento della piattaforma HeyConad a nuove tipologie di servizi. Questi sono i driver che ci consentiranno di continuare a crescere e di recuperare efficienza, gettando le basi per un futuro solido e che apra anche al settore del beyond trade. Da qui al 2025, prevediamo una crescita media superiore al tasso di inflazione di circa il 5%, che ci consenta di con-

solidare il nostro ruolo di leader della Gdo italiana”. Nel 2023 ha mantenuto il proprio ruolo di leadership anche la marca del distributore di Conad, che ha toccato quota 33,5% nel canale super sul totale del largo consumo confezionato a livello Italia, con un fatturato di 6 miliardi di euro (+12,9% a valore). Si tratta di un risultato importante raggiunto grazie alle linee strategiche di sviluppo dei prodotti a marchio Conad: convenienza, attenzione alla salute e al benessere, impegno per la sostenibilità ambientale, valorizzazione del servizio e consolidamento dell’offerta premium. FRUITBOOKMAGAZINE


i fornitori parleremo sempre meno di prezzi “e Con sempre più di progetti e sostenibilità. La risorsa

umana non sarà sprecata su attività che possono essere fatte meglio dall’AI, ma orientata su ascolto delle esigenze dei clienti e lettura del cambiamento” Francesco Avanzini (dir. generale operativo Conad)

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ca 200 metri quadrati ed è a elevata automazione, con assenza del personale di cassa. “Anche l’e-commerce - ha aggiunto Avanzini - lo presidiamo, è già attivo in tutta Italia, ma resterà una nicchia. Se ne parla da anni ma ovunque in Europa è al 3% se escludiamo i grandi contesti urbani come Londra”.

Obiettivo 20%. Conad ha raggiunto nel 2023 una quota di mercato del 15% sul totale Italia. Francesco Avanzini ha così commentato: “Noi guardiamo all’Europa. In Paesi come Germania e Regno Unito i primi 5 attori controllano almeno il 70% del mercato. In Italia siamo ancora attorno al 50%. Essere i primi del Paese non ci basta. Ma non è una questione muscolare: vogliamo raggiungere dimensioni europee, perché questo significa avere la forza per fare quegli investimenti in innovazione ed efficientamento che ci permettono di restare competitivi. Siamo al 15% di quota di mercato, vogliamo arrivare almeno al 20%. Nel 2024 ci aspettiamo una crescita attorno al 5% - ha continuato Avanzini - di cui il 3,5% sarà inflazione e l’1,5% crescita vera del business”. FRUITBOOKMAGAZINE

Tuday: sarà una nicchia. Durante la conferenza stampa Conad di Milano è stato mostrato un video dello store a insegna Tuday aperto a Verona l’8 novembre. È presto per fare un bilancio ma le idee sono chiare: “Tuday non rappresenta il supermercato del futuro di Conad”, ha messo in chiaro Avanzini. “Di sicuro è un format che continueremo a sperimentare, ne apriremo altri, va bene solo per le piccole metrature, sarebbe impensabile in un ipermercato, e lo vediamo adatto a quei contesti in cui si fa fatica a reperire la manodopera, come le vallate montane”. Il Tuday di Verona, gestito dalla cooperativa DAO di Trento, ha una superficie di cir-

I buyer? Sostituiti dall’AI. L’intelligenza artificiale - AI è considerata la più grande rivoluzione dall’avvento di internet, destinata a influenzare pesantemente l’economia e la società in cui viviamo. Diversi attori della Gdo, come Eurospin e la stessa Conad, stanno già sperimentando l’AI nei riordini. Si occupa quindi l’intelligenza artificiale di mettere a sistema tutti i dati e in modo ottimale mandare la comunicazioni di riordino ai fornitori. Questo varrà anche per i listini. “Con i fornitori parleremo sempre meno di prezzi e sempre più di progetti e sostenibilità”, ha dichiarato Avanzini. “L’intelligenza umana non sarà sprecata su attività che possono essere fatte meglio dall’AI, ma orientata sull’ascolto delle esigenze dei clienti e sulla lettura del cambiamento in corso”. Di sostenibilità, peraltro, durante l’incontro con la stampa si è parlato parecchio e si è aggiunta nella piramide strategica - intesa come gli elementi caratterizzanti del mondo Conad - agli altri due pilastri: il socio e l’insegna.

l N.46 l FEBBRAIO 2024



Mdd a quota 31,5 Debutta l’insalata da vertical farming Continua a crescere la marca del distributore in Italia Eugenio Felice

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Con un fatturato complessivo record di 25,4 miliardi di euro nel 2023, i prodotti a marca del distributore (Mdd) rappresentano oggi il 31,5% dell’intero giro d’affari del mercato della distribuzione moderna in Italia, compresi i discount. Nel 2019 era al 28,3%. Nel frattempo a ridosso del Natale hanno debuttato sia in Conad che in Coop le insalate da vertical farming: a marchio Sapori &Idee con fornitore Zero per Conad, a marchio FiorFiore e in collaborazione con Kilometro Verde per Coop Con un fatturato complessivo record di 25,4 miliardi di euro nel 2023, i prodotti a marca del distributore - Mdd rappresentano oggi il 31,5% dell’intero giro d’affari del mercato della distribuzione moderna in Italia, compresi i discount nel 2019 era al 28,3% -, affermandosi come strumento fondamentale delle imprese della distribuzione moderna per sostenere il potere di acquisto delle famiglie, offrendo qualità e convenienza. I dati sono pubblicati nell’analisi “Marca del distributore e made in Italy: il ruolo della distribuzione moderna” realizzata da The European House Ambrosetti per ADM - Associazione Distribuzione Moderna, che è stata presentata il 16 gennaio durante il convegno inaugurale di Marca by BolognaFiere 2024 e che, per la prima volta, prende in considerazione anche il segmento discount. “La distribuzione moderna ha contribuito anche quest’anno in maniera significativa e con grande senso di responsabilità a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, contenendo la spinta inflattiva e FRUITBOOKMAGAZINE

sostenendo soprattutto le fasce di reddito più basse, che soffrono in maniera particolare l’aumento dei prezzi al consumo”, ha commentato Mauro Lusetti, presidente ADM. “L’impegno delle nostre aziende ha limitato l’aumento del prezzo medio di vendita, assorbendo parte dei rincari ricevuti sui prodotti del largo consumo dell’industria di marca. Da gennaio 2019 la distribuzione moderna ha registrato aumenti inferiori dei prezzi di vendita di 6 punti percentuali rispetto all’industria di marca. I prodotti a marca del distributore, garantendo un’offerta che coniuga qualità e convenienza, si sono dimostrati uno strumento efficace e molto apprezzato dagli italiani nel contrastare l’aumento dei prezzi. Il settore distributivo si conferma come un asset strategico dell’economia del Paese, sia per il valore aggiunto che riesce a generare sia per il contributo all’occupazione e il sostegno alle filiere made in Italy”. l N.46 l FEBBRAIO 2024


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“Oltre l’80% dei consumi alimentari degli italiani passa dalla distribuzione moderna - ha commentato Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House - Ambrosetti - che genera occupazione per oltre 438 mila persone. Si è appena chiuso un 2023 complesso, che ha visto una riduzione dei volumi di vendita in tutti i canali distributivi, dal discount ai supermercati fino al piccolo servizio, dovuta alla pressione dell’inl N.46 l FEBBRAIO 2024

flazione sulle famiglie con effetti asimmetrici: la spesa incomprimibile pesa 21 punti percentuale in più sul bilancio familiare del quintile più povero. In un contesto in cui i consumi alimentari sono già immobili da oltre un decennio, è necessario un cambio di rotta per salvaguardare i consumi, alimentari e non, che generano il 60% del PIL italiano”. La distribuzione moderna è l’attivatore di una filiera lunga e articolata e abilita la creazione di circa il 12% dell’intero PIL italiano, oltre 200 miliardi di euro di cui 30 miliardi generati direttamente dalla distribuzione moderna. FRUITBOOKMAGAZINE


Cosa chiedono oggi le persone alla distribuzione moderna protagonista della loro spesa alimentare? Di non costringerle alla scelta tra qualità e prezzo di fronte alle strette economiche attuali. A questo risponde il nuovo marchio privato che MD ha presentato a Marca 2024: “Buona Spesa Italia”. Un marchio che oggi si concretizza in una linea che vede i primi 150 prodotti protagonisti della spesa quotidiana, dalla pasta, ai biscotti, ai pelati, ai salumi e formaggi, selezionati sulla base di plus distintivi per la categoria mercelogica che rendono ancora più forte il loro value for money.

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Il vertical farming di Conad. Il 12 dicembre scorso Conad ha annunciato una importante novità nella sua offerta di prodotti a marchio del distributore, ovvero l’introduzione dell’innovativa linea di insalate da vertical farm Sapori&Idee. “Il vertical farming è una tecnica di coltivazione fuori suolo che permette alle piante di crescere in ambienti controllati e protetti, che consentono un uso più razionale di risorse preziose come suolo e acqua - riporta la nota stampa di Conad -. Questa tecnica di coltivazione permette, inoltre, di selezionare le varietà migliori dal punto di vista organolettico e di avere il controllo sull’intero ciclo di vita dei prodotti. La crescita in ambienti sterili e la mancanza di contaminazioni esterne consente di evitare l’utilizzo di fitofarmaci e mantiene il prodotto al riparo da inquinamento e metalli pesanti. Grazie FRUITBOOKMAGAZINE

a queste caratteristiche, si hanno così prodotti pronti al consumo che non necessitano di ulteriori lavaggi o trattamenti, mantenendo una maggiore freschezza, croccantezza e un ciclo di vita più esteso”. Partner di Conad in questa innovazione di prodotto è Zero, azienda che si occupa di sviluppo di tecnologia nell’ambito del vertical farming applicato al settore alimentare, cosmetico e farmaceutico, con impianti produttivi a Capriolo (Bs) e Figline Valdarno (Fi) collocati in spazi industriali rigenerati e alimentati da energia rinnovabile. “L’innovazione, di canale, di servizio e di prodotto, è una delle direttrici strategiche di Conad. Introduciamo, in una selezione di nostri negozi, una linea di prodotti a mar-

ca Sapori&Idee che offre ai clienti un’esperienza unica, sia dal punto di vista gustativo, sia da quello produttivo”, ha affermato il direttore generale operativo di Conad, Francesco Avanzini. “L’obiettivo di questo lancio è creare ulteriore valore nella cosiddetta IV gamma, segmentando l’offerta verso proposte premium con un prodotto innovativo, di qualità e con un minor consumo di suolo e di acqua rispetto a prodotti tradizionali, in coerenza con le linee guida di sviluppo della Mdd e con la nostra strategia “Sosteniamo il Futuro”. “La partnership con Conad consente alla nostra azienda di portare vicino a milioni di famiglie il nostro impegno per un’agricoltura che unisca innovazione, qualità, salute e gusto, una nuova eccellenza del made in Italy”, ha sottolineato Daniele Modesto, amministratore delegato e co-fondatore di Zero. l N.46 l FEBBRAIO 2024


DM ha contribuito nel 2023 in modo decisivo “e La con senso di responsabilità a sostenere il potere

d’acquisto delle famiglie. Da gennaio 2019 la DM ha registrato aumenti inferiori dei prezzi di vendita di 6 punti percentuali rispetto all’industria di marca ” Mauro Lusetti (presid. Ass. Distribuzione Moderna)

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Nel 2023 il fatturato e la quota di mercato della MDD hanno raggiunto il valore record degli ultimi 5 anni Fatturato e quota di mercato della Marca del Distributore in Italia per la Distribuzione Moderna e il perimetro esteso ai Discount (miliardi di Euro e valori %), 2019 -2023e*

28,3%

28,7%

29,0%

30,4%

31,5%

19,5%

20,0%

19,8%

20,9%

22,2%

24,8

25,4

21,0

21,9

10,8

11,8

11,7

13,1

13,7

2019

2020

2021

2022

2023e*

19,2

Per la prima volta, l’analisi della quantificazione del mercato della Marca del Distributore in Italia include anche il canale dei Discount *e = stima Fatturato MDD (Distribuzione Moderna + Discount)

Fatturato MDD (Distribuzione Moderna

Quota MDD (Distribuzione Moderna + Discount)

Quota MDD (Distribuzione Moderna)

Fonte: elaboraz. The European House - Ambrosetti su dati ADM e IRI, 2023 Il vertical farming di Coop. Al via il 14 dicembre la distribuzione dell’insalata di Kilometro Verde di Giuseppe Battagliola in oltre 700 negozi Coop con il marchio Fior Fiore. Una collaborazione che nasce dalla sinergia di valori comuni, con l’obiettivo di offrire al consumatore finale un prodotto sostenibile, etico, distintivo e soprattutto l N.46 l FEBBRAIO 2024

buono. Claudio Mazzini, responsabile freschissimi di Coop Italia , ha precisato: “Abbiamo creduto fin da subito al valore del progetto e deciso di sposare l’idea e la realizzazione di Kilometro Verde annoverandolo da subito nella linea Fior Fiore, dei nostri prodotti a marchio, ovvero la linea che accoglie l’eccellenza della produzione. Ci

hanno convinto la forza innovativa e la capacità di usare la tecnologia in chiave sostenibile, ma soprattutto la bontà e croccantezza del prodotto, la sua distintività rispetto alle insalate di quarta gamma, la straordinaria tenuta della qualità fino all’ultimo giorno”.

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Lattughelle DimmidiSì con pack in carta: La Linea Verde eleva il valore percepito Eugenio Felice

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La nuova linea Lattughelle di DimmidiSì è fatta di varietà che nascono da una filiera 100% italiana, il cui altissimo livello qualitativo comincia in campo, con l’adozione di metodi agronomici di capillare precisione secondo il modello dell’agricoltura 4.0 adottato ormai da tempo da La Linea Verde. È grazie anche alla collaborazione con le più importanti e innovative aziende sementiere europee che lo specialista di Manerbio (Bs) può produrre questa insalata esclusiva con foglie dolci e croccanti. Una garanzia di gusto e di texture, ma anche di maggiore shelf life a vantaggio del consumatore e della riduzione degli sprechi. Le varietà scelte resistono più delle altre insalate al calore. Questo apre all’utilizzo come ingrediente per wrap, piadine e burger, tutti pasti veloci e gustosi, molto in voga sia nella ristorazione che in trend come nuove occasioni di consumo a casa. Due le varietà proposte, accomunate dalla stessa altissima qualità, in grado di contribuire a definire l’identità cromatica della pietanza in cui sono inserite: verde brillante e rosso intenso, entrambe a foglia intera, si prestano a essere gustate come insalata, ma danno il meglio come ingrediente di piatti più articolati. Con Le Lattughelle La Linea Verde compie un passo importante mettendo a servizio tutta la sua expertise e il suo dna innovativo per ampliare la sua proposta e, nel contempo, il valore percepito del prodotto “insalata in busta”. Lo fa aprendo a nuove ocFRUITBOOKMAGAZINE

La Linea Verde ha presentato a Marca by Bologna Fiere - Salone Internazionale dedicato ai prodotti a marca del distributore (Mdd) svoltosi il 16-17 gennaio a Bologna - una novità assoluta, risultato di un lungo lavoro di ricerca e sviluppo: le Lattughelle DimmidiSì, dalle foglie intere, dolci e croccanti, una nuova linea di insalate fresche in busta riciclbile nella carta, frutto del programma agronomico interno a La Linea Verde che coinvolge i migliori attori di tutta la filiera di IV gamma

casioni di consumo, nuovi modi di interpretare questo prodotto semplice eppure con un grande potenziale, nuovi canali. Sono proposte in due pratici formati: la busta da 80 gr. per il consumo casalingo e quella da 200 gr. dedicata alla ristorazione. Una novità che risponde ai valori de La Linea Verde riassunti nel claim “Il nostro impegno per un futuro più buono”, nel segno della sostenibilità a 360 gradi: dal

campo fino al packaging in carta, riciclabile nella carta. La busta, frutto del lavoro di design del Packaging Solutions Team interno, diventa veicolo di diversi messaggi: la qualità del prodotto che si mostra dall’ampia finestra, le occasioni d’uso inedite suggerite, la distintività grazie ad aspetto, colore e texture che lo rendono impattante e lo fanno spiccare rispetto alle altre confezioni del banco fresco. l N.46 l FEBBRAIO 2024



Jingold: exploit per il kiwi a polpa rossa Exotic Red. «Stagione molto positiva» Nel mese di gennaio si sono svolte attività promozionali in 16 mercati ortofrutticoli italiani Irene Forte

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Lo specialista globale del kiwi fa il punto sull’andamento della campagna nell’Emisfero Nord, per una stagione che vede un exploit del kiwi a polpa rossa Exotic Red: +50% i volumi, per una produzione di circa 2 mila tonnellate. Parallelamente, con 20 mila tonnellate raccolte e destinate al mercato, si consolida la presenza sui banchi del kiwi a polpa gialla Jingold, che registra sempre un grande interesse da parte del consumatore e prende via via quote dal mercato del kiwi verde Jingold consolida la sua presenza sui mercati, confermando un percorso di crescita costante sia in Europa che a livello internazionale. A fine gennaio, nel clou della campagna nell’Emisfero Nord, lo specialista globale del kiwi ha fatto il punto sull’andamento commerciale, per una stagione che ha preso il via in modo molto positivo. “L’Europa si conferma il principale mercato per i nostri kiwi a polpa gialla e rossa - dichiara Moreno Armuzzi, sales manager di Jingold ma si sta consolidando anche la presenza nei mercati d’oltremare, a cui attualmente destiniamo il 15% della produzione”. La stagione nell’Emisfero Nord si è aperta molto bene per la varietà Exotic Red, il kiwi a polpa rossa e dalle note tropicali che va incontro ai nuovi trend di consumo. “Registriamo quest’anno una crescita del 50% nei volumi produttivi del kiwi rosso, per un totale di circa 2 mila tonnellate raccolte e destinate al mercato”, rivela Armuzzi. Segno del crescente interesse da parte dei consumatori - anche quelli più giovani - per questo kiwi innovatiFRUITBOOKMAGAZINE

vo e di qualità premium. La sua dolcezza distintiva e la consistenza cremosa della sua polpa hanno infatti contribuito a un elevato tasso di riacquisto, dimostrando che questo frutto non solo piace, ma si distingue nel mercato. Positiva anche la stagione del kiwi a polpa gialla Jingold, core della produzione del gruppo, che registra sempre un grande interesse da parte del consumatore e consolida la sua presenza sul mercato, prendendo via

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L’Europa si conferma il principale mercato per i “nostri kiwi a polpa gialla e rossa ma si sta consoli-

dando anche la presenza nei mercati d’oltremare. Registriamo una crescita del 50% nei volumi prodotti di kiwi rosso, per un totale di circa due mila tons ” Moreno Armuzzi (sales manager Jingold)

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via quote da quello del kiwi verde. “Per questa stagione la produzione di kiwi a polpa gialla Jingold nell’Emisfero Nord ammonta a circa 20 mila tonnellate”, conclude Armuzzi. Jingold dal 7 al 9 febbraio è a Fruit Logistica con uno spazio espositivo nella Hall 2.2, stand A10. La partecipazione alla fiera è un’occasione di incontro e confronto con clienti e operatori del settore per fare un primo bilancio della campagna in corso e guardare con ottimismo alla seconda parte della stagione. Promozioni e marketing. “La stagione in corso è molto positiva dal punto di vista commerciale - dichiara Federico Milanese, marketing manager di Jingold -. I risultati ottenuti fino ad oggi sono frutto di strategie di marketing mirate e promozioni innovative che hanno subito conquistato i consumatori. Queste iniziative hanno aperto le porte delle case dei consumatori, contribuendo al successo iniziale della stagione”. “Un focus particolare è stato rivolto al mercato tedesco, nostro primo mercato di riferimento - continua Milanese -. Le ultime due settimane di novembre sono state caratterizzate da attività promozionali instore e passaggi pubblicitari in televisione che hanno contribuito a consolidare la presenza di Jingold nel cuore dei consumatori tedeschi”. Guardando al mercato italiano, a gennaio i kiwi Jingold sono stati protagonisti di una serie di attività promozionali nei mercati ortol N.46 l FEBBRAIO 2024

frutticoli, in 16 piazze strategiche da Nord a Sud. In corner dedicati, presidiati da hostess, sono state realizzate degustazioni mirate del prodotto; inoltre per fruttivendoli e grossisti erano a disposizione gadget e materiale informativo da regalare ai propri clienti, nonché kit per rendere più attrattiva l’esposizione nello spazio di vendita. A fine gennaio l’attività nei mercati ortofrutticoli si è poi spostata in Fran-

cia, con lo stesso format: corner dedicato con hostess, per degustazioni e promozioni in loco. Inoltre si segnalano attività promozionali in store anche nella Gdo d’oltremare, in Paesi strategici per i kiwi Jingold in America e in Asia. “L’obiettivo di Jingold è quello di proseguire nel proprio impegno per offrire kiwi di qualità premium, fare innovazione nelle strategie di marketing e mantenere alta la fiducia dei consumatori di tutto il mondo”, conclude Federico Milanese.

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Mele, sul mercato troppe varietà? Sì, no, dipende... A Marca Fresh un convegno ha analizzato il mercato delle mele Eugenio Felice e Carlotta Benini

Ci sono troppe nuove varietà sul mercato e il consumatore è disorientato? Nonostante tutti i nuovi inserimenti le mele tradizionali, Golden in primis, sono ancora di gran lunga le più acquistate dagli italiani. Se ne è parlato in un convegno organizzato da SGMarketing a Marca il 16 gennaio. Sul palco anche quattro esponenti della Gdo, ma assente la produzione. L’ampia scelta è un problema per la distribuzione se le proposte sono tutte uguali, ma diventa un’opportunità per distinguersi

In occasione della fiera Marca Fresh, lo scorso 16 gennaio a Bologna, si è tenuto un convegno specialistico dedicato alla categoria delle mele, la più importante nel basket ortofrutta dello shopper nazionale. Una categoria che negli ultimi anni ha registrato una dinamica assortimentale guidata dall’innovazione varietale e che vive oggi una concreta esigenza di qualificazione dell’offerta. Ad aprire il convegno è stato Roberto Rainò, data analyst di SGMarketing, che ha fornito un approfondimento sui temi dell’assortimento, della segmentazione e della valorizzazione della categoria, per indagare qual è il rapporto del consumatore con il prodotto, quali sono i driver che lo guidano all’ac-

quisto ma anche i freni. Una categoria, la mela, che oggi muove 354 mila tonnellate di prodotto venduto, per 566 milioni di euro in termini di acquisti domestici, e che rappresenta l’11% del valore generato dalla categoria frutta nei reparti della Gdo. Categoria che oggi “performa molto bene, considerando il prezzo medio salito del 9% in questo periodo - ha evidenziato Rainò - e tiene stabili le vendite a volume, generando una crescita netta a valore anch’essa del 9%”. Oggi il prezzo medio di una mela in Gdo è di 2,34 euro al chilo. Per i consumatori intervistati a campione la mela risulta un frutto dal consumo routinario: sono in media 3 le occasioni di consumo settimanale. Con questi numeri, la categoria si conferma la più importante nel carrello ortofrutta dello shopper nazionale. La mela piace, tanto e a tanti, piace perché è

All’Eurospar del centro commerciale Adigeo (Verona) il 21 gennaio 2023 abbiamo contato 15 referenze di mele, di cui ben 6 Golden Delicious e solo 2 mele club: Pink Lady ed envy, questa in offerta a -40%, con prezzo di 1,79 euro al kg. I prezzi oscillano dalle Golden in sacco a 0,99 euro al kg alle stesse Golden biologiche, in vassoio in cartone da 4 frutti, a 3,11 euro al kg.

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Più che troppe varietà, vedo troppe proposte poco “distintive. Ci attendono anni interessanti in cui ci sarà

bisogno di approfondire il lavoro di collaborazione con la GDO, di ridefinizione dello scaffale, di scelta infine delle referenze, tra premium e mainstream ” Fabio Zanesco (product manager mele club VIP)

78 Golden Del. Fuji Renetta Red Delicious Stark Annurca Granny Smith Gala Morgenduft Pinova Braeburn

63% 58% 45% 45% 34% 29% 27% 29% 17% 15% 12%

24% 27% 38% 30% 30% 32% 32% 27%

Fonte: SGMarketing salutare e gustosa, piace perché saziante. I principali driver di scelta sono l’origine italiana, la varietà e il prezzo. Tra i fattori che disincentivano l’acquisto spiccano l’aspetto del frutto, il prezzo se alto, una certa confusione espositiva e la scarsa pulizia nel reparto. A completare questa panoramica di mercato, SGMarketing ha realizzato uno studio sulla gestione della categoria in store, effettuato nel mese di dicembre su 25 punti vendita di 19 catene della Gdo. Il primo dato che salta all’occhio è una complessità assortimentale dettata, in primis, dal numero di referenze medie trattate in reparto in relazione allo spazio disponibile. Sono 19 in media le referenze rilevate dall’analisi, ma ci sono dei buyer che dicono di averne quasi il doppio. L’offerta è segmentata in cinque sotto categorie: la categoria mainstream, che pesa quasi la meFRUITBOOKMAGAZINE

Consumo

6% 2%

1%

Brand

Varietà

Varietà e brand conosciuti dal consumatore finale Melinda Marlene Val Venosta Pink Lady Mela Più Ambrosia Envy Kanzi Sweetango Joya Yello Kissabel Rock it

90% 74% 58% 47% 13% 25% 12% 24% 8% 19% 8% 15% 6% 15% 15% 14% 11% 11%

Conosco, ma non consumo

tà delle referenze (46%), l’economica (20%), le mele premium (16%), le specialità (10%) e il bio (8%). Ogni categoria si propone come confezionata o sfusa, ad eccezione dell’economica. In più ci sono le marche, dei produttori e della Gdo. In merito alla notorietà, le varietà Golden e Fuji sono quelle con il punteggio più alto. Per le marche, Melinda, Marlene e Val Venosta guidano la classifica. Da ultimo è emerso che la complessità assortimentale, affiancata a un’innovazione poco valorizzata sul punto vendita, fa sì che la mela Golden rimanga la mela maggiormente consumata, lasciando poco spazio alle novità varietali. “Bisogna lavorare sull’assortimento - ha concluso Roberto Rainò -, il consu-

29% 28%

64% 9% 1% 3%

Non conosco

Top of mind

10% 21%

matore oggi ha bisogno di una bussola per orientarsi di fronte a un’offerta così variegata”. Fornire maggiori informazioni gustative, anche sul punto vendita, potrebbe risultare strategico per dare nuova linfa ai consumi. Inoltre è fondamentale comunicare, parlare al consumatore di sostenibilità, di territorio, perché l’aspetto del salutismo da solo non basta. A conclusione del convegno c’è stata la tavola rotonda con la Gdo: Gianmarco Guernelli, responsabile acquisti ortofrutta di Conad; Germano Fabiani, responsabile reparto frutta di Coop Italia; Giancarlo Amitrano, responsabile acquisti ortofrutta di Cedi Gros; Manuel Bonadio, buyer ortofrutta del Gruppo Poli. I rappresentanti della Gdo hanno illustrato le performance del comparto nelle rispettive insegne e hanno detto la loro sul tema dell’innovazione varietale. l N.46 l FEBBRAIO 2024


I CONSUMI DI MELE IN ITALIA - I NUMERI NEI 12 MESI

354

9

mila tonnellate

% crescita

a valore

0

“Di fronte a un proliferare di nuove mele - ha spiegato Guernelli di Conad - l’intenzione di Conad è quella di mantenere il presidio delle varietà mainstream, con attenzione alle varietà innovative e premiando quelle che davvero sono distintive. Questo ovviamente comporta delle scelte di riduzione o chiusura rispetto a certe tipologie di mele che non ci hanno dato riscontri in termini commerciali”. “La proliferazione varietale di questi ultimi anni vivacizza la proposta commerciale e ci differenzia dal discount, permettendoci di fare l’entry level, il primo prezzo e altre offerte - ha dichiarato Germano Fabiani di Coop -. Ma attenzione: quando un armadio è troppo pieno, occorre togliere dei capi per metterne dei nuovi. La preoccupazione è quella di dover inziare a de-assortire. Tutti lo dovremo fare, prima o poi. Allora dovremo essere bravi a farlo in un’ottica di prospettiva, lavorando insieme ai fornitori e concentrandoci sulla piacevolezza dei prodotti. Perché la gratificazione del consumatore finale è l’obiettivo universale”. “L’obiettivo è far conoscere al cliente quante più varietà possibili ha sottolineato Giancarlo Amitrano di Cedi Gros - fargli scegliere la mela che più si avvicina ai suoi gusti, al contempo creando un’esperienza d’acquisto capace di essere memorabile. Il cliente memorizza meglio l’esposizione teatralizzata che il prezzo impattante. I flussi in reparto aumentano, e anche quelli in cassa. In merito alle nuove val N.46 l FEBBRAIO 2024

566

milioni di euro

% crescita

a volume

11

% market share

2,34

in ortofrutta

euro è il prezzo medio al kilo

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rietà, bisogna essere in grado di veicolare gli aspetti gustativi, i retrogusti, le caratteristiche peculiari, così come avviene per le degustazioni nel mondo del vino”. Nei punti vendita del Gruppo Poli, presente in Trentino Alto Adige e Veneto, a farla da padrona è la Golden, che incide del 40-45% sull’assortimento. Le varietà club arrivano al 20% e il confezionato sta prendendo sempre più quote sullo sfuso, attualmente è al 70%. “Ma in prospettiva - ha puntualizzato Manuel Bonadio - non credo che le varietà classiche o mainstream che si voglia abbiano ancora lunga vita. Fra le leve per qualificare meglio l’offerta c’è la formazione dei

capi reparto: è fondamentale ed è in grado di spostare l’acquisto del cliente”. Alla tavola rotonda è mancato però un attore della filiera, la produzione, e quindi il suo punto di vista. In proposito, alcuni spunti sono arrivati dai social. Riportiamo quello di Fabio Zanesco, product manager mele club di VIP: “Più che troppe varietà, ci sono forse in distribuzione troppe proposte poco distintive e certamente una naturale selezione si farà sul mercato, come dopo ogni fase di esplosione dell’innovazione settoriale. Ci attendono anni interessanti in cui si approfondirà il lavoro di collaborazione con la Gdo, di ridefinizione dello scaffale e di scelta delle referenze tra premium e mainstream”.

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Fedrizzi (Melinda): «Politiche di marca sì, ma solo su alcune delle nuove varietà» Eugenio Felice

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A Marca un convegno ha analizzato il comparto delle mele - ne parliamo nelle pagine che precedono e si è tornati a parlare dell’innovazione varietale che ha portato sul mercato tante nuove mele, con parte della grande distribuzione che si dichiara in difficoltà perché non riesce a trovare sugli scaffali posto per tutte quante. Abbiamo chiesto un parere ad Andrea Fedrizzi, responsabile marketing di Melinda: “Il tema della numerosità delle varietà di mela oggi presenti sul mercato è discussione che dura da anni. I colleghi delle altre organizzazioni di produzione ne hanno parlato in modo attento, dicendo cose vere e condivisibili, in particolare quando affermano che bisogna cercare di prevedere con professionalità come si svilupperà il mercato anche nei prossimi 20 anni. Sappiamo tutti infatti che inserire una nuova varietà sul mercato costa molto, sia in termini di risorse che di tempo, dal campo a tutta la fase di messa in commercio e distribuzione”. “Un aspetto per me importante, di cui si parla poco però - sottolinea Fedrizzi - è la differenza fra varietà e brand / denominazioni. Credo infatti che, se da un lato, le nuove varietà contribuiranno ad aiutare i consumi, avvicinando le mele soprattutto alle persone più giovani, dall’altro non è ipotizzabile rendere note e riconoscibili decine di nuove varietà attraverso decine di ipotetici brand che rimarranno invece in gran parte solo dei “nomi”. Per questo credo che la parola FRUITBOOKMAGAZINE

Nel corso di un convegno della fiera Marca di metà gennaio si è parlato del proliferare di nuove varietà di mele e della difficoltà di gestione da parte della Gdo. Abbiamo chiesto un parere al responsabile marketing di Melinda, Andrea Fedrizzi: “Non è ipotizzabile rendere note e riconoscibili decine di nuove varietà attraverso decine di ipotetici brand che rimarranno invece in gran parte solo dei “nomi” identificativi. Per questo credo che la parola chiave oggi sia razionalizzare”

chiave oggi sia razionalizzare, cercando di fare focus e politiche di marca solo su alcune delle nuove mele oggi proposte sul mercato, puntando su quelle che in questi ultimi anni dimostrano di poter avere un futuro roseo, già identificate da produttori e distributori quali mele ad alto potenziale. Certo in questo le nuove varietà proposte da Melinda hanno il vantaggio di partire già da un brand ricono-

sciuto che vanta un’altissima credibilità e fiducia nei confronti dei consumatori che sono dunque molto ben predisposti a provare nuove proposte firmate Melinda”. “Quello che dovremo cercare di fare tutti insieme a livello di settore, è trovare il modo di stimolare i consumi di mele e frutta che sono costantemente ed in modo molto preoccupante in tendente calo”, conclude Fedrizzi. l N.46 l FEBBRAIO 2024



«Le casse riciclate? Più sostenibili di quelle riutilizzabili» Conip lo dimostra con uno studio comparativo Giancarlo Sbressa

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CO.N.I.P (Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica) ha condotto uno studio di LCA per conoscere in dettaglio l’impatto medio delle casse “Usa e Recupera” prodotte dai consorziati. Lo studio, riferendosi a sua volta a una ricerca condotta dal Politecnico di Milano per conto di CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), rivela che le cassette per ortofrutta 100% riciclate del sistema consortile Conip sono più sostenibili delle casse in plastica a sponde abbattibili riutilizzabili Il contesto e orientamento normativo europeo sugli imballaggi, oltre al proliferare di studi e campagne informative dai contenuti spesso incompleti o fuorvianti sulla sostenibilità di una soluzione di packaging rispetto ad altre, ha portato CO.N.I.P - il Consorzio Nazionale Imballaggi in Plastica, primo sistema collettivo in Europa a produrre casse in materiale poliolefinico riciclabile e riciclato al 100% e primo anche a realizzare una propria rete di raccolta a livello nazionale - a interrogarsi e ritenere necessaria una quantificazione degli impatti ambientali del packaging prodotto dai propri consorziati, per poi operare una valutazione della sostenibilità degli impatti del loro ciclo di riciclo rispetto alle ipotesi di rigenerazione e riuso. A tal fine il Consorzio ha commissionato uno studio alla società Valore Sostenibile ESG Consulting per quantificare e valutare gli impatti ambientali relativi alla fase d’uso e di rigenerazione di una cassetta riutilizzabile rispetto all’impatto dell’intero ciclo di vita delle casse 100% riciclate a marchio FRUITBOOKMAGAZINE

Conip. Tutto parte da uno studio di LCA avente come oggetto le casse in plastica a marchio Conip, che ha visto a ottobre 2023 la pubblicazione della relativa EPD (Environmental Product Declaration) di settore S-P-09896 Cassette in polipropilene (PP) riciclato “Usa e Recupera” 360g. Tali studi hanno consentito al Consorzio di conoscere in dettaglio l’impatto medio delle casse “Usa e Recupera” (UER) prodotte dai consorziati. Più sostenibili fino al +140%. Nello studio citato sono stati messi a confronto gli impatti del ciclo di vita delle casse UER, così come identificati nella EPD di Settore Conip, con gli impatti delle fasi d’uso e rigenerazione di casse in polipropilene a pareti abbattibili. Per determinare tali impatti si è fatto riferimento allo studio “Mappatura delle pratiche di riutilizzo degli imballaggi in Italia: valutazione LCA della pratica di riutilizzo delle cas-

Il Consorzio Nazionale Imballaggi in Plastica - CO.N.I.P è un consorzio volontario che ha come scopo quello di garantire la produzione ecosostenibile degli imballaggi di sua competenza e la loro corretta ed efficace gestione ambientale, in tutta Italia. Il CO.N.I.P opera mediante il closed loop che garantisce l’approvvigionamento, la ripresa e il recupero delle casse del circuito consortile.

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sette a sponde abbattibili per il settore ortofrutticolo”, realizzato dal gruppo di ricerca AWARE del Politecnico di Milano - Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale per conto di CONAI e relativo alle pratiche di riutilizzo degli imballaggi in Italia. Il confronto con gli impatti della fase di uso e rigenerazione è molto significativo in quanto essi si riproducono a ogni ciclo di riuso e sono indipendenti dal numero stimato di riutilizzi. l N.46 l FEBBRAIO 2024

Lo studio comparativo ha dimostrato come l’impatto GWP (climate change) della sola fase d’uso e rigenerazione delle casse riutilizzabili risulta maggiore del 32,9% rispetto all’intero ciclo di vita delle casse a marchio Conip (0,401kg CO2e) per lo Scenario 1 (dati dello studio AWARE integrati in modo conservativo per le fasi del ciclo di vita non considerate dallo studio del Politecnico) e del 139,9% per lo Scenario 2 (dati studio AWARE integrati con dati primari di azienda utilizzatrice delle casse che opera la rigenerazione). “I risultati di impatto mostrano come questi dipenFRUITBOOKMAGAZINE


Le casse Usa e Recupera sono utilizzate nei mercati generali, nel normal trade, nei piccoli supermercati, nonché per l’export di ortofrutta. Lo studio evidenzia che il ciclo chiuso di riciclo gestito da Conip per tali casse è meno impattante da un punto di vista ambientale rispetto a qualsiasi ipotesi di loro riuso.

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dano principalmente dai trasporti, dai consumi energetici e dal reintegro delle casse disperse - spiega il presidente di Conip, Domenico D’Aniello -. Secondo tali risultati, il ciclo chiuso di riciclo gestito dal Consorzio per le casse Usa e Recupera risulta essere meno impattante da un punto di vista ambientale rispetto a qualsiasi ipotesi di loro riuso”. Closed loop in economia circolare. Riconosciuto come Consorzio fin dal 1999 dal Ministero dell’Ambiente, oggi il Conip è una realtà che movimenta oltre 78 mila tonnellate di casse in plastica, il 73% FRUITBOOKMAGAZINE

delle quali vengono recuperate e avviate al riciclo, per un totale di 57 mila tonnellate di imballaggi gestiti in modo sostenibile. Tornando allo studio comparativo sull’impatto delle due diverse tipologie di cassa, occorre sottolineare che, nel calcolo della sostenibilità complessiva di un packaging rispetto a un altro, vanno tenuti in considerazione molti altri fattori che portano un utilizzatore a scegliere un determinato tipo di imballaggio. Infatti la valutazione di

impatto ambientale del ciclo di vita di una particolare tipologia di packaging, mentre da un lato restituisce un quadro fedele degli impatti diretti associati al prodotto, dall’altro non considera le motivazioni che hanno indotto l’utilizzatore a preferirlo, quali, ad esempio, la necessità di conservare nella giusta modalità un alimento ed evitare spreco alimentare e rischi per la salute pubblica, oppure il dover servire un mercato polverizzato dove non è possibile recuperare in maniera efficiente i contenitori per un eventuale rigenerazione e riuso. “Nel nostro caso, ad esempio, da l N.46 l FEBBRAIO 2024


CONIP - CONS. NAZIONALE IMBALLAGGI IN PLASTICA in cifre

1998 230 o

viene costituito

temperatura stampaggio

100 400

% cassette riciclabili

+

tipi di casse

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igiene

piattaforme

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tempo i produttori e gli utilizzatori di casse per ortofrutta già differenziano, a ragione, il tipo di casse utilizzate in funzione dei mercati serviti - precisa il presidente di Conip -. Mentre le casse a pareti abbattibili vengono impiegate per servire clienti grandi e centralizzati (packer, GDO) le casse Usa e Recupera hanno un mercato completamente diverso fatto di distributori e mercati generali che, a loro volta, distribuiscono il prodotto a dettaglianti, piccoli supermercati e a tutto il mondo horeca, senza considerare tutta l’ortofrutta che viene esportata in tali casse. Sarebbe pertanto difficile sostituire le casse usa e recupera con quelle riutilizzabili, in un mercato così capillare dove si sovrappongono diverse figure e dove il loro ritiro per la rigenerazione diventerebbe alquanto improbabile, con il rischio che vadano in gran parte disperse”. Il mercato delle casse a pareti abbattibili è contraddistinto da bassi tassi di dispersione (circa 2% dell’immesso al consumo) e da percorrenze elevate per raggiungere i clienti. Il primo fattore (bassi tassi di dispersione del prodotto) è dovuto al fatto che il rapporto con il cliente è one to one ed è agevole mantenere una corretta logistica e gestione delle casse inviate e delle casse stoccate per la restituzione finalizzata alla rigenerazione. Riguardo invece le percorrenze elevate delle casse riutilizzabili, in tale mercato esse sono dovute al fatto che i clienti (soprattutto pa-

100 128

%

cker) sono lontani dalle aree di produzione ortofrutticola e si trovano spesso all’estero. “Perfettamente speculari sono invece le caratteristiche del mercato delle casse Usa e Recupera, contraddistinto da elevati tassi di dispersione (circa 25% dell’immesso al consumo) e basse percorrenze sottolinea Fabiola Mosca, direttrice di Conip -. Pertanto in uno scenario così delineato, dove, a causa della tipologia di clienti serviti, un alto tasso di dispersione della casse è praticamente fisiologico, immaginare l’ipotesi del loro riuso,

anche al di là dei risultati di impatto ambientale definiti dallo studio citato, sarebbe alquanto avventato: ad ogni ciclo di rigenerazione almeno il 25% delle casse immesse al consumo dovrebbe essere prodotto di nuovo per ricostituire lo stock iniziale - conclude la direttrice del Consorzio - e, trattandosi di casse destinate al riuso, non sarebbero realizzate come le attuali Usa e Recupera ma sarebbero molto più pesanti e impiegherebbero plastiche vergini, con un conseguente aumento dell’impatto ambientale complessivo, sicuramente insostenibile rispetto al ciclo attuale di riciclo gestito da Conip”.

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Kiwi Passion, crescono i volumi, a maggio arriva anche il prodotto in controstagione Giancarlo Sbressa

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Il kiwi sta vivendo una seconda giovinezza grazie alle nuove varietà inserite nel mercato negli ultimi anni, in particolare quelle a polpa gialla e rossa. Tra le più apprezzate ci sono il Red Passion e il Gold Passion del Consorzio Kiwi Passion. Con le scorte a disposizione, la commercializzazione del rosso termina a fine febbraio, un risultato eccellente in termini di qualità e conservabilità, mentre il giallo è disponibile fino a marzo a causa delle quantità ancora limitate, che aumenteranno però significativamente con l’entrata in produzione di nuovi impianti la prossima stagione. Anche la produzione biologica ha dato risultati positivi. La domanda è stata forte da diversi mercati europei e da alcune aree d’oltremare. “Abbiamo raggiunto con successo Brasile, Messico, Stati Uniti e Emirati Arabi - fa sapere il Consorzio - importanti destinazioni che hanno ulteriormente rafforzato la presenza del nostro marchio sui mercati internazionali siglando partnership di importazione e distribuzione con i leader di settore nella categoria. Questo conferma che anche il nostro kiwi rosso può viaggiare in mercati premianti praticamente in tutto il mondo”. “Garantire la qualità - sottolinea il Consorzio Kiwi Passion - è la nostra missione principale, ma lo scopo finale è quello di dare un contributo alle persone e all’ambiente per poter crescere e prosperare attraverso un’agricoltura responsabile”. Una sfida ambiziosa che in questi anni si è tradotta in numeri FRUITBOOKMAGAZINE

Si conferma un grande successo il progetto Kiwi Passion, che fa capo a un consorzio - che porta lo stesso nome - che raggruppa più di 120 produttori in tutta Europa, 200 ettari di kiwi rosso e 80 di gold e 13 magazzini di confezionamento. Sostenute le vendite, anche nel bio. Il prossimo anno aumenterà sensibilmente la produzione di giallo. Intanto a maggio - giugno arriveranno anche i primi kiwi raccolti in Sud America. Continua la ricerca di nuove varietà capaci di entusiasmare i consumatori

significativi: più di 120 produttori in tutta Europa, 200 ettari di kiwi rosso e 90 di gold, 13 magazzini di confezionamento in Italia, Grecia, Spagna, Francia e Portogallo. Tra maggio e giugno saranno inoltre disponibili le prime produzioni del Sud America. “Il nostro obiettivo - dice il Consorzio - è sviluppare e valorizzare varietà speciali di kiwi; in linea con questa politica, siamo costante-

mente impegnati nella ricerca di nuove varietà per ampliare il portafoglio e offrire ai partner e ai consumatori frutti di qualità superiore che sappiano distinguersi e rispondano alle sempre maggiori aspettative di gusto e qualità dei mercati europei e mondiali. La nostra promessa è un’esperienza di gusto extrasensoriale, che tocca i desideri del subconscio, evoca emozioni e seduce i sensi”. l N.46 l FEBBRAIO 2024



Macfrut Academy, viaggio nel mercato europeo di avocado e mango Del Bravo (Ismea): “Nel 2023, con un +4,5%, l’esotico è l’unico segmento che cresce a volume” Maddalena De Franchis

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Cresce ed è in costante evoluzione il mercato europeo di avocado e mango: i due frutti esotici sono tra i protagonisti di Macfrut Academy, l’innovativa piattaforma digitale di Macfrut, dedicata alle filiere ortofrutticole nazionali e internazionali. Oltre a una panoramica dei numeri fatti registrare dai due frutti, nel decennio 2012-2022, la videolezione offre spunti di riflessione interessanti sui trend di mercato e le stime di crescita futura. Con un capitolo speciale riservato all’Italia Sono versatili, ricchi di proprietà nutrizionali e ben si abbinano a una varietà pressoché infinita di ingredienti, sia dolci che salati: ecco, in sintesi, alcune ragioni del successo planetario di avocado e mango. Le traiettorie commerciali seguite dai due frutti sono uno dei temi al centro delle videolezioni di Macfrut Academy, il nuovo format divulgativo realizzato dalla fiera cesenate per avvicinare il maggior numero di utenti alla filiera ortofrutticola. La videolezione è disponibile on-demand da metà gennaio. Dopo il focus dedicato alla filiera della patata, i riflettori si sono accesi sui due frutti esotici che, almeno nel nostro Paese, hanno trovato l’affermazione in un tempo relativamente recente rispetto ad altri best-seller tropicali di lungo corso, come banana e ananas: eppure, nell’arco di soli dieci anni (dal 2012 al 2022), mango e avocado sono riusciti a ritagliarsi fette di mercato sempre più ampie. Ciò vale in particolare per l’avocado, superfood che sta vivendo un vero e proprio momento d’oro, complici i social network e il boom di piatti FRUITBOOKMAGAZINE

Macfrut Academy è l’innovativa piattaforma formativa digitale di Macfrut, che mette a disposizione dei professionisti del settore ortofrutticolo video-lezioni volte ad approfondire tematiche di interesse globale, singole filiere, tecniche produttive e tecnologie, creando un hub per rimanere connessi con il settore a livello internazionale 365 giorni all’anno. Macfrut 2024 si svolgerà a Rimini dall’8 al 10 maggio.

come l’avocado toast, il sushi e le pokerie thailandesi, assai diffusi nel consumo fuori casa: solo negli ultimi 5 anni, la domanda nel nostro Paese è schizzata del +179%. Il viaggio di Macfrut Academy nel mondo della produzione e distribuzione dei due frutti comincia con un puntuale inquadramento sulla produzione globale e sui flussi commerciali di avocado e mango. Dal 2012 al 2022 la produzione globale di avocado è aumentata con un tasso di crescita annuo del 7% (fonte: Fao, Usda - World Avocado Map by Rabobank Group), raggiungendo un totale di 8,4 milioni di tonnellate. Oggi il mercato dell’avocado vale 18 miliardi di dollari. Tra i primi 10 Paesi produttori ci sono: Messico, Colombia, Perù, Indonesia, Repubblica Dominicana, Kenya, Brasile, Cile, Israele, Etiopia. Il Messico è anche il principale esportatore, seguito da Perù e Spagna, con un’importante crescita dei Paesi africani come Kenya, Marocl N.46 l FEBBRAIO 2024


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co e Sudafrica. I maggiori importatori sono Stati Uniti, Paesi Bassi, Spagna e Francia. L’incremento della produzione di avocado in Paesi con stagioni di raccolta complementari fa sì che il prodotto sia disponibile tutto l’anno nei mercati chiave come Stati Uniti, Europa e mercati asiatici. In particolare, i dati Fao confermano che l’Unione Europea ha la capacità di assorbire volumi pari a 580 mila tonnellate di avocado all’anno. La domanda europea di avocado continua a crescere e la Francia è il principale mercato di commercializzazione, ma il consumo pro capite più elevato si trova nei Paesi scandinavi. Quanto al mango, frutto la cui prol N.46 l FEBBRAIO 2024

duzione mondiale è attestata a quota 57 milioni di tonnellate (dati Fao), i principali produttori mondiali sono India, Cina e Indonesia, che però riforniscono esclusivamente il proprio mercato interno. I principali Paesi esportatori verso l’Europa sono, invece, Messico, Perù e Brasile, ma di recente sono cresciuti sia i Paesi africani, in primis Costa d’Avorio, Mali, Burkina Faso e Senegal, sia Spagna e Israele, nel bacino del Mediterraneo, con volumi di produzione sempre più importanti. I driver d’acquisto più

rilevanti sono il colore rosso della buccia, il calibro (dal 9 al 12) e la giusta morbidezza al tatto. Nei dieci anni presi in esame, la preferenza dei consumatori è passata da varietà fibrose a quelle senza fibra, più piacevoli al palato, come il Kent e il Palmer. In Spagna la produzione va da agosto a novembre, con la varietà Austin; mentre il Kent arriva via aerea. Da gennaio a luglio il mango viene fornito dal Brasile, con la varietà Palmer, trasportata in prevalenza via mare, e dall’Africa. In Francia, la varietà preferita è il Kent via aerea. Va detto che il trasporto aereo è quello più idoneo a preservare gusto e caratteristiche organolettiche del mango: per queFRUITBOOKMAGAZINE


In occasione della ventesima edizione della fiera Marca, Spreafico Francesco e F.lli, azienda leader nel mondo dell’ortofrutta da oltre 65 anni, con una grande specializzazione anche sulla frutta esotica, si è presentata con una nuova brand identity, che contraddistinguerà la strategia e la comunicazione rivolta ai clienti e ai consumatori. La nuova immagine nasce dall’unione di tre elementi chiave nello storytelling dell’azienda: la frutta, l’amore e l’esperienza. Questa novità porta l’azienda ad affiancare all’attività sul fronte b2b quella relativa al mondo b2c.

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TOP 10 Paesi esportatori di avocado 2012 VS. 2022 Messico Perù Spagna Kenya Columbia Cile Sudafrica Repubblica Dominicana Israele Marocco

2012 2022

0

0,2

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Milioni

1,2 di tonnellate

Fonte: FAO, USDA - World Avocado Map by Rabobank Group

sto, il prodotto premium, pronto per il consumo, in prevalenza Kent, bollinato singolarmente e con imballaggio telescopico, segue solo questa modalità di trasporto. Via mare arrivano prodotti di qualità comunque buona, commercializzati a prezzi inferiori. Il 2023 ha registrato una contrazione dell’offerta mondiale di mango - con conseguente rialzo dei prezzi - soprattutto a causa delle difficoltà all’origine, tra cui le gravi perdite di raccolto in Perù, dovute a El Niño (che ha influenzato lo sviluppo dei fiori), e in Spagna, dovute alla siccità ostinata, che ha interrotto anzitempo la stagione e causato una riduzione del 70% dei volumi di produzione nazionale. Il focus fa anche un approfondimento relativo ai trend commerciali e distributivi dei due prodotti nei principali mercati europei, ovvero Spagna, Francia e Italia. FRUITBOOKMAGAZINE

Per quello spagnolo, a parlare è Cristophe Laffon, commercial director Fernandez - Gruppo Orsero, dal mercato ortofrutticolo più importante del Paese, il Mercabarna di Barcellona; Federic Moulin, chief operating officer Blampin Gruppo Orsero interviene invece dal mercato di Rungis di Parigi; successivamente, alcuni rivenditori di Orsero, fra cui Elena Gasparini dall’Ortomercato di Milano e Stefano Posillico dal Car di Roma, illustrano le caratteristiche del mercato italiano. Per quel che riguarda l’avocado, ciò che accomuna tutti i mercati è la straordinaria richiesta della varietà Hass, dalla buccia marrone e già pronto per il consumo: in pochi anni, ha sbaragliato la concorrenza delle al-

tre varietà, tra cui la Fuerte, dalla buccia verde, lucida e sottile, sia per le sue qualità visive e organolettiche, sia per la resa ottima anche alla cottura (richiesta in alcune ricette gourmet). In Spagna la fornitura di avocado si basa principalmente sulla produzione nazionale (che copre un arco temporale da novembre ad aprile), ma è coperta anche da importazioni provenienti da Perù, Israele, Messico e Colombia. La varietà privilegiata è la Hass di calibri grandi (12/14/16). In Spagna - primo produttore europeo di avocado - questo frutto si coltiva con risultati ottimi da circa trent’anni e ha come storico mercato di sbocco quello francese. La Francia (dove il consumo procapite arriva a 2,3 kg all’anno) è infatti il più grande e antico mercato europeo per la commercializzazione di avocado. Nel Paese c’è una grande attenzione per i frutti di qualità destinati alla ristorazione: proprio i fast food e le catene di sushi e poké salad hanno contribuito a incrementare le vendite e, conseguentemente, l’import da Spagna e Marocco. Proprio il Marocco ha investito molto sul miglioramento del proprio prodotto e riesce oggi a garantire una qualità assai più elevata che in passato. Quanto all’Italia, il consumo procapite di avocado (principalmente Hass) arriva a 0,8 kg all’anno (fonte Cso). Dal mercato di Milano il gruppo Orsero conferma un “esotico in crescita per tutti i prodotti, avocado Hass in primis”. Fondal N.46 l FEBBRAIO 2024


Dal 2012 al 2022, l’esotico è cresciuto complessi“vamente di 5 volte a volume ma nel 2023 abbiamo

assistito a una lieve battuta d’arresto del mango (-1%), mentre l’avocado ha segnato una crescita del 22%, superando persino le vendite dell’ananas ” Daniele Furlani (dirett. acquisti freschissimi Conad)

mentale il ruolo degli imballaggi, che devono rispondere sia a standard di sostenibilità - sempre più richiesti dal consumatore - sia di qualità, per adattarsi al trasporto e alla conservazione in magazzino. Proprio “qualità” è la parola chiave per assicurare il successo dell’esotico: una ragione in più per effettuare una rigorosa selezione dei fornitori e incentivare, nel mediolungo periodo, la produzione nazionale di avocado, che sta pian piano prendendo piede in Sicilia (sempre con la varietà Hass, da novembre a febbraio). Tornando al mango, nel nostro Paese è ancora considerato un prodotto di nicchia, sebbene sia uno dei frutti esotici più conosciuti dagli italiani, nel 2023 ha visto diminuire il numero di acquirenti, presumibilmente in un’ottica di risparmio. Successivamente, Fabio Del Bravo di Ismea espone i risultati di un’indagine sui consumi italiani di avocado e mango: “Nel 2023 l’ortofrutta ha registrato un calo delle vendite dello 0,5% - spiega -, con una flessione più pesante per la frutta (-2% nei primi 9 mesi), mentre il tropicale è l’unico segmento in crescita (+4,5%). L’avocado ha confermato il suo ruolo di superfood, con import in crescita del +120%. Gli acquisti di questo prodotto sono più frequenti nelle famiglie giovani e con figli adolescenti. Per il mango troviamo invece un mercato differente, poiché non ricopre un ruolo di superfood come l’avocado ed è percepito come un acquisto voluttuario. Viene scelto in prevalenza l N.46 l FEBBRAIO 2024

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da famiglie con responsabili d’acquisto superiori ai 64 anni e redditi medio-alti. Nel breve e medio periodo ci attendiamo lo sviluppo del mercato di entrambi i prodotti”. Infine, la video-lezione di Macfrut Academy esamina i trend commerciali della frutta esotica nella distribuzione italiana con la testimonianza di Daniele Furlani, direttore acquisti freschissimi di Conad. “Dal 2012 al 2022, l’esotico è cresciuto complessivamente di 5 volte a volume - dichiara - ma nel 2023 abbiamo assistito a una lieve battuta d’arresto del mango (-1%),

mentre l’avocado ha segnato un +22%, superando le vendite dell’ananas. In dieci anni, l’avocado è cresciuto di ben 20 volte a valore”. Furlani sottolinea, infine, che in alcuni punti vendita l’avocado è stato collocato, in via sperimentale, nell’area delle verdure: scelta che si è dimostrata, finora, vincente, dato l’uso frequente di questo frutto in insalate e altre ricette salate. Inoltre, Conad valorizza avocado e mango anche attraverso la piattaforma online proprietaria “Saporie. Le eccellenze in cucina”, in cui sono disponibili centinaia di videoricette preparate dagli chef con i prodotti a marchio premium “Sapori e dintorni” e “Sapori e idee”.

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UN IT E C A S UP P OR T O D E L M ON D O D E L L A C A S T A G N A : IL C A S O M A S T R OG R E G O R I

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Andamenti climatici sempre più imprevedibili come quelli che hanno caratterizzato la campagna castanicola del 2023, con una primavera troppo piovosa e un autunno troppo secco, hanno condizionato i raccolti ma, fatto ancora più grave, hanno prodotto una variabilità qualitativa sulla produzione disponibile che, senza l’ausilio delle tecnologie Unitec, rischiava di compromettere il valore commerciale del prodotto fino a impedirne addirittura la vendita. La testimonianza arriva dall’azienda castanicola Mastrogregori, che, nel cuore dei Monti Cimini, coltiva, raccoglie e commercializza 6.500 tonnellate l’anno di castagne e marroni freschi. “Da quest’anno - spiega il titolare Aroldo Mastrogregori - con l’installazione di Chestnut Vision, la soluzione interamente sviluppata da Unitec dedicata alla classificazione della qualità esterna delle castagne, abbiamo fatto un grandissimo salto in avanti in quanto, malgrado l’elevata percentuale di difettosità, siamo riusciti a ottenere una qualità costante, su quantitativi elevati, lavorati in pochissimo tempo e questo ci ha permesso di offrire ai nostri clienti un prodotto qualitati-

A R A NC IA R O S A R IA , C R E S C O N O G L I E T T A R I L O S P O T T V A R R I V A A N C H E I N S C A N D I NA V I A “Sono entusiasta di questa edizione di Marca, che mi ha permesso di incontrare tutti i partner della grande distribuzione, rafforzare i rapporti e raccontare la nostra vocazione di marca”. Aurelio Pannitteri, patron del celebre brand Arancia

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vamente conforme alle richieste e, soprattutto, di abbattere drasticamente i costi, in primis quelli di manodopera per la selezione del prodotto”. “Unitec - conclude Mastrogregori - è per noi sinonimo di alta qualità ed efficienza nel settore della selezione e della calibratura, quindi non abbiamo avuto dubbi, non ci siamo rivolti verso nessun’altra azienda. Siamo entrati in rapporto con Unitec e da subito ci siamo capiti”.

Rosaria e presidente dell’omonima Organizzazione di Produttori di Belpasso (CT), esprime piena soddisfazione per la kermesse bolognese, alla quale ha partecipato col suo stand nella piazza di Marca Fresh. Periodo positivo per l’azienda, che continua il suo percorso di espansione: “Nell’ultimo anno, la famiglia Pannitteri ha acquistato 137 nuovi ettari di terreni, tutti già ‘agrumetati’ e in produzione”, dichiara il manager. Ettari che si vanno ad aggiungere ai 1.700 ettari complessivi dell’OP, una realtà che conta 300 dipendenti e 30.000 tonnellate di arance commercializzate in sei mesi di attività annuale. Tra le novità, una importante riguarda la comunicazione: il pluripremiato spot pubblicitario realizzato con l’agenzia di comunicazione integrata PubliOne sbarca all’estero. Verrà diffuso sulle principali emittenti TV dei Paesi Scandinavi. “Una scelta che consolida la nostra posizione di leadership anche in questi mercati”, dichiara Pannitteri. I prodotti di punta del periodo, accanto al Tarocco Rosaria, fiore all’occhiello dell’offerta dalla seconda settimana di dicembre sono Nova, clementina tardiva che cresce sulla costa jonica, e Taclè, ibrido derivante dall’incrocio tra Tarocco e clementina che racchiude il meglio degli agrumi da cui proviene. l N.46 l FEBBRAIO 2024



L ’ I N S A L A T A D E L L ’ O R T O C R ES C E A D O P P I A C I F R A E RAGGIUNGE I 50 MILIONI DI FATTURATO

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L’Insalata dell’Orto, azienda veneta specializzata in produzione, confezionamento e commercializzazione di ortaggi a foglia di I e IV gamma, nonché maggiore produttore europeo di fiori eduli, archivia un 2023 con una crescita a doppia cifra, sfondando per la prima volta i 50 milioni di euro di fatturato. L’impresa continua a investire per migliorare e ampliare i propri stabilimenti, nonché per sviluppare nuovi prodotti assecondando i trend di consumo e le esigenze della distribuzione italiana ed estera. La produzione di referenze a marca del distributore rappresenta il suo core business. “Abbiamo recentemente ottenuto la certificazione per la linea Natura Chiama Selex - spiega Sara Menin, product development manager de L’Insalata dell’Orto - confermando così il nostro ruolo di fornitori di prodotti Mdd, su cui mettiamo a disposizione il nostro completo controllo di filiera e la nostra specializzazione nel biologico e nel residuo zero. L’azienda ha partecipato alla fiera Marca di metà gennaio, dove ha proposto i fiori eduli disidratati della gamma Miscele& Snack. “Abbiamo realizzato il primo palbox brandizzato Funny

D OL E IT A L I A È I L N UO V O OF F IC I A L F R E S H F R U I T S U PP L I E R D E L L ’ I NT E R FC Internazionale Milano e Dole Italia hanno annunciato di aver siglato un accordo che vede l’azienda leader nella produzione e distribuzione di frutta fresca di qualità premium official fresh fruit supplier e official women partner per le

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Veg, realtà specializzata nella cucina vegana: anche queste originali e innovative referenze possono ampliare l’offerta di prodotti a marchio del distributore”, commenta Sara Menin. Il 2024 per L’Insalata dell’Orto si aprirà con i lavori di ampliamento: nel quartier generale di Mira (VE) saranno realizzate nuove celle per lo stoccaggio della materia prima e nuove aree di movimentazione del prodotto finito.

prossime due stagioni sportive. Dole Italia ha scelto il club nerazzurro per consolidare la propria presenza nel mondo dello sport ai massimi livelli. Questa partnership unisce due brand caratterizzati dalla stessa attenzione al benessere delle persone e dal blasone internazionale: entrambe le realtà sono infatti riconosciute globalmente come eccellenze dei propri settori. “Da anni noi di Dole coltiviamo uno stretto legame con lo sport di élite, al quale ci legano forti valori e principi quali sacrificio, rispetto, condivisione, lavoro di squadra oltre che naturalmente la grande attenzione verso la corretta e sana nutrizione - commenta Giusto Curti, general manager di Dole Italia -. È pertanto con grandissimo orgoglio che annunciamo la partnership con l’Inter, una società che è vanto sportivo dell’Italia intera, e in particolare siamo entusiasti di supportare per la prima volta anche un team femminile, con il quale siamo certi percorreremo un cammino appassionante e vincente”. Dole Italia è presente nelle sale hospitality dello Stadio San Siro in occasione delle partite casalinghe dell’Inter: gli ospiti del club nerazzurro trovano i prodotti del nuovo official fruit supplier nel menù proposto nel prepartita delle gare di Serie A e Coppa Italia. l N.46 l FEBBRAIO 2024


AGRYPACK OTTIENE LA CERTIFICAZIONE VAS C H E T T E BE S T A C K: “ È UN S E GNA L E ” Sul mercato c’è una nuova certificazione che attesta la qualità e la sicurezza del packaging a contatto con gli alimenti: Vaschette Bestack, marchio volontario che il Consorzio Bestack mette a disposizione di tutti coloro che vendono vaschette in cartone ondulato per ortofrutta e superano il protocollo di autocontrollo per il rispetto dei parametri di alimentarietà definiti dalla Legge. La prima certificazione concessa all’esterno del consorzio - con il codice B001 - è andato all’azienda scaligera Agrypack. Ma andiamo con ordine. Prima il marchio FSC sugli imballaggi cellulosici, a garanzia che la materia prima vergine utilizzata per realizzare le confezioni proviene da foreste gestite in modo responsabile, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Poi la certificazione IFS Pack Secure, standard che valuta i processi e le specifiche dei materiali di confezionamento in termini di sicurezza, qualità, rintracciabilità, trasparenza e conformità alle normative e ai requisiti dei clienti. Ora una nuova, importante certificazione che attesta la qualità e la sicurezza del packaging a contatto con gli alimenti: Vaschette Bestack. “Per noi è un cerchio che si chiude”, esordisce Simone Turrini, titolare di Agrypack, azienda di Verona specializzata da tre decenni nella ricerca e sviluppo di prodotti e soluzioni per l’imballaggio di qualità e al tempo stesso ecosostenibili: è la prima real-tà italiana esterna al Consorzio attiva nel settore del packaging a ottenere la nuova certificazione Be-stack. Oggi Turrini rappresenta la seconda generazione di Agrypack, fondata nel 1992 dal padre Efrem allo scopo di soddisfare - oggi come allora - le esigenze della clientela che opera nel settore agroalimentare, in collaborazione con produttori e commercianti e con un’attenzione particolare, come detto, al rispetto dell’ambiente. “La nostra attività parte con il plateaux - racconta Turrini -, poi via via abbiamo inserito negli anni i materiali plastici, dai cestini agli alveoli. Sei anni fa, con il progressivo spostamento nelle scelte di consumo verso il packaging cellulosico, abbiamo deciso di investire in questo materiale e abbiamo inserito delle linee di formatura per fare le vaschette in carl N.46 l FEBBRAIO 2024

tone”. Mercato di riferimento il Nord Italia principalmente, fra aziende confezionatrici di frutta e grande distribuzione organizzata. “Oggi la nuova certificazione Bestack va a garantire gli elevati standard qualitativi e di sicurezza delle nostre vaschette in microonda - continua Turrini -. Crediamo molto in questo progetto, è un segnale importante per il mercato”. Una linea di demarcazione nel mercato stesso, se vogliamo, che separa chi sceglie la strada della qualità e della serietà e decide di sottoporsi a controllo per certificare i propri prodotti e processi, e chi invece non lo fa e continua a operare come ha sempre fatto. “Da parte nostra è una sfida - sottolinea il titolare di Agrypack - e un impegno a fare sempre meglio, per mantenere alti i nostri standard e dare garanzie di qualità e sicurezza ai nostri clienti: alle aziende, alla Gdo, ma anche e soprattutto al consumatore finale”.

“Il marchio Vaschette spiega il direttore di Bestack Claudio Dall’Agata - è disponibile per tutte le aziende, socie e non, che vendono vaschette in cartone ondulato e che si impegnano applicando volontariamente il protocollo di verifica delle conformità alimentari, al fine di dare valore al mercato portando un beneficio a tutta la filiera. Il marchio ha una specifica codifica alfanumerica: ABXXX per le aziende socie e BXXX per quelle non socie. Ad Agripack, con l’onere e l’onore di essere stata la prima azienda esterna, toccherà la codifica B001 Vogliamo creare una comunità ‘dei più bravi’, quelli cioè che decidono di auto controllarsi, dimostrando di avere un approccio commerciale di un certo tipo”. Le analisi e le verifiche vengono effettuate da laboratori terzi e accreditati. FRUITBOOKMAGAZINE

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iFresh |

Matteo Sambugaro

Italiani e spesa online, nel 2023 frutta e verdura in pole position 96

Italiani e spesa online: il report annuale di Everli, tra i principali marketplace italiani della spesa a domicilio, ha svelato come sono cambiate le abitudini di consumo nel 2023. Quali sono le tre categorie di prodotto più comprate nel 2023? Frutta e verdura, acqua minerale e latte e yogurt. Nella top 10 dei prodotti più comprati, crescono i prodotti per la cura della persona e quelli per un’alimentazione più salutare La spesa online rimane al centro dell’attenzione sia per i gruppi della grande distribuzione che dei produttori di generi alimentari e non. Dopo il boom del Covid, però, non c’è stato il mantenimento delle quote raggiunte e diversi esperti - tra cui il direttore generale operativo di Conad, Francesco Avanzini - si aspettano che la spesa online non superi nei prossimi anni la soglia del 3-4% in termini di quota di mercato. Ma come è andato l’anno appena chiuso? Salubrità e cura personale sono le parole chiave della spesa online degli italiani nel 2023: frutta e verdura hanno continuato a trainare gli acquisti, ma nella top ten dei prodotti più acquistati rispetto all’anno precedente sono cresciuti i prodotti per un’alimentazione più equilibrata (come cereali e legumi) e quelli per la cura personale (con i tonici per il viso al primo posto della classifica). Questo quanto emerge dal Report Annuale di Everli - il marketplace italiano della spesa online, già Supermercato24 - che, a partire dagli acquisti realizzati sul sito e via app, ha fotografato i trend che hanno caratterizzato la spesa online degli italiani negli scorsi dodici mesi. La tendenza “healthy”, in crescita già dal 2022, si riflette anche in nuove abitudini alimentari: lo scorso anno farro, quinoa, cereali, prodotti vegani e legumi hanno occupato buona parte della top 10 dei prodotti il cui acquisto è aumentato maggiormente riFRUITBOOKMAGAZINE

spetto al 2022 con variazioni tra il 9 e il 13%. Ad accompagnarli, qualche coccola, o comfort food per dirla con un termine inglese, come vino rosé (+19% sul 2022) e dolci (+14%), e la cura personale, come i tonici per il viso (+20%). Come due anni fa, anche il settore pet care si conferma in crescita, in particolare gli snack per gatti (+12%). L’anno delle bevande e delle categorie verticali. I dati di Everli mostrano come lo scorso anno gli italiani abbiano scelto la spesa online anche per l’acquisto di bevande: frutta e verdura, acqua minerale, carne e pesce, latte e yogurt si confermano i grandi classici che guidano gli acquisti sulla piattaforma. Al tempo stesso, come detto, le referenze per l’igiene e la cura della persona crescono fino ad occupare il settimo posto della classifica generale, e il primo in quella dei prodotti più acquistati anno su anno, con i tonici per il viso, così come con gli erogatori spray. Tra i grandi assenti della top 10 generale? Il vino e la birra. Le abitudini di acquisto. Secondo i dati di Everli, nel 2023 gli acquisti hanno registrato un picco nella parte iniziale dell’anno, quella che va da gennaio e marzo, con una seconda crescita importante a ottobre. Il venerdì e il lunedì si confermano i momenti più gettonati per dedicarsi alla spesa online.. l N.46 l FEBBRAIO 2024




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