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Andrea Mariani (Fondo Pegaso

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Il fondo ha avviato le proprie attività nel 2000, fino a superare il miliardo e 250 milioni di patrimonio gestito per circa 34 mila iscritti.

Andrea Mariani

DIRETTORE GENERALE, FONDO PEGASO

L’INTEGRAZIONE DEI CRITERI ESG NEGLI INVESTIMENTI ILLIQUIDI

Il fondo crede profondamente sulla necessità di integrare i fattori ESG nella propria politica di investimenti.

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egaso è il fondo pensione rivolto ai dipendenti delle imprese dei servizi di pubblica utilità e ha avviato le proprie attività nel 2000, sviluppandosi gradualmente fino a superare il miliardo e 250 milioni di patrimonio gestito per conto dei propri iscritti, che sono prossimi a raggiungere il valore di 34 mila unità (circa il 60% del bacino dei potenziali aderenti).

In questo percorso Pegaso si è dotato di un’offerta articolata in tre comparti di investimento (Dinamico, Bilanciato e Garantito), consentendo ai propri iscritti di suddividere la posizione fra due comparti e introducendo una strategia automatica ciclo di vita o life cycle, che accompagna il lavoratore alla pensione riducendo gradualmente il rischio dell’investimento.

GESTIONE DEI COMPARTI

La selezione dei gestori per l’affidamento dei mandati di gestione segue le linee guida stabilite dal legislatore e dall’autorità di vigilanza, costituendo uno dei capisaldi dell’operatività dei fondi pensione contrattuali e vedendo il coinvolgimento attivo degli advisor finanziari. “Si analizzano le caratteristiche delle offerte presentate in base a un questionario approfondito, all’offerta economica e a ulteriori elementi che possono essere acquisiti in una fase di confronto diretto con i candidati ritenuti più meritevoli”, spiega Andrea Mariani, direttore generale di Fondo Pegaso. “Il fondo crede profondamente sulla necessità di integrare i fattori ESG nella propria politica di investimenti, così come è testimoniato dal fatto di essere stato il secondo fondo pensione italiano ad aderire ai PRI nel 2014, di essere presente nel Consiglio del Forum per la Finanza Sostenibile e di essersi dotato recentemente di una nuova politica di sostenibilità. Inoltre è necessario individuare le modalità corrette per esplicitare tale impegno in modo efficace, dal momento che il ruolo di regista assegnato al fondo pensione dal legislatore rende la prospettiva diversa da quella di altri sistemi dove i fondi pensione hanno strutture molto più imponenti e investono direttamente le proprie risorse”, spiega.

INVESTIMENTI ILLIQUIDI

Analogamente a quanto appena richiamato nel caso della sostenibilità, il fondo pensione si è impegnato nel trovare un modo efficace per investire nelle classi di attività illiquide, dal momento che le risorse limitate e la necessità di salvaguardare la diversificazione potevano costituire un serio ostacolo a questa tipologia di investimenti. “Tuttavia, lavorando insieme ad altri fondi pensione, si è riusciti a trovare delle modalità condivise che hanno condotto il fondo pensione a investire in private equity il 3% delle risorse del comparto Bilanciato (progetto Iride), a breve nel private debt il 4% delle risorse del comparto Dinamico del comparto Bilanciato (progetto Zefiro) e in entrambe le classi di attività già richiamate il 10% del comparto Dinamico (progetto Economia Reale)”, spiega il direttore.

“Nei prossimi anni, vi sarà il completamento dell’introduzione delle classi di attività illiquide, la sempre maggiore integrazione dei fattori di sostenibilità nella gestione finanziaria e, ultimo ma non meno importante, il rinnovo delle convenzioni di gestione in essere, con una particolare attenzione al tema del comparto Garantito, che sta creando non pochi grattacapi all’intero settore dei fondi pensione contrattuali”.

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