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Il PNRR spingerà Piazza Aff ari?
ETF
ETF AZIONARI ITALIA PER PATRIMONIO GESTITO
ISIN BENCHMARK MORNINGSTAR ANALYST RATING MORNINGSTAR RATING PERF. % YTD PERF. % 1 ANNO
SPESE CORRENTI % AUM
Lyxor FTSE MIB (DR) ETF Dist A/I FR0010010827 FTSE MIB NR EUR Negative ÙÙÙ 14,84 28,88 0,35 869.285.716,00
iShares FTSE MIB ETF EUR Acc IE00B53L4X51 FTSE MIB NR EUR ÙÙÙ 15,05 29,08 0,33 389.492.167,00
Lyxor FTSE Italia PMIPIR 2020 DR ETF Acc FR0011758085 FTSE Italia PIR PMI NR EUR ÙÙÙ 27,33 46,87 0,40 355.987.057,00
iShares FTSE MIB ETF EUR Dist IE00B1XNH568 FTSE MIB NR EUR Negative ÙÙÙ 14,98 28,96 0,35 164.458.006,00
Amundi IS FTSE MIB ETF-C LU1681037518 FTSE MIB TR EUR ÙÙÙ 14,69 28,04 0,18 69.921.668,00
Xtrackers FTSE MIB ETF 1D LU0274212538 FTSE MIB NR EUR ÙÙÙ 15,03 28,95 0,30 45.498.059,00
iShares FTSE Italia Md-Sm Cp ETF EUR Acc IE00BF5LJ058 FTSE Italia PIR Mid Small Cap GR EUR
Lyxor FTSE Italia AllCap PIR2020DR ETFC€ LU1605710802 FTSE Italia PIR All Cap Net Tax TR EUR ÙÙÙ 27,66 47,03 0,33 34.780.875,00
ÙÙÙ 18,38 34,09 0,35 12.765.912,00
Dati in euro al 14 luglio 2021. Fonte: Morningstar Direct.
IL PNRR SPINGERÀ PIAZZA AFFARI?
Per chi crede che la rinascita del mercato italiano sia solo all’inizio, gli strumenti non mancano. Gli ETF, in questo caso, pagano la loro sovraesposizione alle large cap. Per chi volesse puntare sulle PMI non quotate, poi, ci sono diverse strade percorribili.
La pandemia ha avuto sull’economia italiana un impatto maggiore rispetto a quanto successo in altri Paesi europei. L’anno scorso, il prodotto interno lordo italiano si è contratto dell’8,9%, a fronte di un calo medio nell’Unione Europea del 6,2%. La crisi sanitaria si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Tra il 1999 e il 2019, il Pil in Italia è cresciuto in totale del 7,9%. Nello stesso periodo in
Germania, Francia e Spagna, l’aumento è stato rispettivamente del 30,2, del 32,4 e del 43,6%.
Tra le cause del deludente andamento della produttività c’è sicuramente l’incapacità di cogliere le molte opportunità legate alla rivoluzione digitale. Questo ritardo è dovuto sia alla mancanza di infrastrutture adeguate, sia alla struttura del tessuto produttivo, caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese, che non sempre sono state in grado di adottare nuove tecnologie. Ora, i Paesi europei si accingono a scrivere un nuovo capitolo. L’Ue ha, infatti, risposto alla pandemia con il Next Generation EU,
INDICI A CONFRONTO
MORNINGSTAR EUROZONE NR EUR MORNINGSTAR GBL MKTS NR EUR MORNINGSTAR ITALY NR EUR
5.000
4.000
3.000
2.000
1.000
1/4/20 12/7/21
Fonte: Morningstar.
un programma di fi nanziamenti mai visto prima. L’Italia, dal canto suo, è la prima benefi ciaria di tale affl usso di denaro con oltre 200 miliardi di euro in arrivo. Un’opportunità unica.
Dopo un lavoro comune che ha riguardato sia gli obiettivi qualitativi sia quelli quantitativi, l’Ue ha dato il via libera al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sostanzialmente il programma che spiega come il governo italiano intende utilizzare questi capitali. Già entro ferragosto, a quanto pare, saranno versati nella casse italiane i primi 25 miliardi del Recovery Fund. La speranza è che il PNRR, spinto dai fondi del Next Generation EU, rimetta fi nalmente in moto l’economia italiana, aumentandone la produttività. Ovviamente, un evento di tale portata viene seguito da vicino anche dagli investitori internazionali, che vedono nell’Italia un’opportunità per i prossimi anni.
COSA ASPETTARSI
Secondo le stime dell’OCSE, l’economia italiana dovrebbe crescere più di quella della zona euro nel suo complesso nel 2021 (4,5% contro 4,3%) e viaggiare sullo stello livello nel 2022 (+4,4%). L’agenzia di rating sul debito DBRS Morningstar, invece, ha stimato una crescita del Pil italiano nel 2021 che dovrebbe oscillare tra il 2% (nello scenario peggiore, in cui una terza ondata porterebbe a nuove retrizioni) e il 5% (in uno scenario in cui già nel corso di quest’anno si possa far ripartire l’economia).
Dal primo aprile 2020 (superato il tremendo crollo di marzo) al 12 luglio 2021, l’indice Morningstar Italy NR ha guadagnato il 51,4%, contro il 55,7% del
A PIAZZA AFFARI CI SONO SOLO OTTO ETF DEDICATI AL MERCATO AZIONARIO ITALIANO È DIFFICILE, PER LA GESTIONE PASSIVA, FAR MEGLIO DELLA CATEGORIA
Morningstar Eurozone NR Index e il 56,4% del Morningstar Global Markets NR Index. Insomma, i mercati hanno già prezzato buona parte della ripresa economica, anche di quella europea. Cosa aspettarsi, quindi, per i prossimi anni?
“Gli interventi europei avranno un impatto positivo sia sul sistema Italia sia sul mercato azionario italiano nel suo complesso, per diversi anni a venire”, commenta Luigi Degrada, responsabile fondi italiani di Fideuram AM SGR (premiato anche nel 2021, per il quinto anno di fi la, con il Morningstar Fund Award per la categoria Azionari Italia). “Il PNRR e il Next Generation EU hanno già avuto e avranno un impatto positivo sul sistema Italia e il mercato azionario italiano. Ci sono evidenti e immediati benefi ci anche a livello borsistico per le società presenti nei settori destinatari dei fondi europei. Tra questi, spiccano le utilities protagoniste della transizione energetica, il comparto delle costruzioni grazie al piano di nuove infrastrutture e le società coinvolte nel processo di trasformazione digitale”, afferma il gestore. Altro punto importante è che “le riforme
in programma intervengono su annose questioni, come le problematiche della giustizia civile, della pubblica amministrazione e del sistema degli appalti, che da sempre bloccano la crescita e rappresentano un grandissimo freno agli investimenti soprattutto esteri”, conclude Degrada.
ETF IN BORSA
Attualmente sono disponibili otto ETF dedicati al mercato azionario italiano. Di questi, due sono coperti dalla ricerca di Morningstar, entrambi con un Analyst Rating negativo (vedi tabella in prima pagina).
Secondo i nostri analisti, infatti, è diffi cile per un ETF fare meglio della categoria (che comprende anche fondi attivi) su un intero ciclo di mercato. La ragione principale risiede nella concentrazione e sovraesposizione dei benchmark alle società a larga capitalizzazione e al settore fi nanziario.
A differenza di un replicante, infatti, un gestore ha maggiore fl essibilità di ricercare opportunità tra le aziende a medio-piccola capitalizzazione, che sono fuori dal FTSE Mib e che spesso fanno la differenza.
In effetti, le società a media capitalizzazione si sono rivelate l’ago della bilancia del mercato italiano: non presentano il rischio in eccesso tipico delle small cap e allo stesso tempo offrono statistiche di performance superiori rispetto alla large cap. E le commissioni
decisamente più basse degli ETF non sono suffi cienti a controbilanciare questo aspetto.
ECONOMIA REALE
Ormai da tempo il legislatore italiano sta cercando di invogliare i risparmiatori a investire direttamente nell’economia dello Stivale, puntando fortemente sugli incentivi fi scali. Perciò negli ultimi anni sono stati creati strumenti accessibili a tutti che possono dare esposizioni a PMI (anche non quotate) in cerca di un canale di fi nanziamento alternativo a quello bancario. Essendo queste aziende la spina dorsale dell’economia italiana, sono teoricamente in prima linea per benefi ciare del PNRR.
PIR (Piani individuali di risparmio), PIR alternativi ed ELTIF sono tre prodotti d’investimento sviluppati in questa logica e disponibili anche ai privati di cui si è parlato molto negli ultimi anni.
In particolare i PIR alternativi devono dedicare il 70% del proprio patrimonio a strumenti di imprese diverse da quella quotate sul Ftse Mib e sul Ftse Mid Cap o su indici equivalenti, in pratica aziende piccole e non quotate (contro il 3,5% dei PIR tradizionali). Gli sgravi fi scali su capital gain e dividendi sono invece gli stessi per chi li tiene almeno cinque anni. In linea generale, i PIR alternativi puntano su investimenti più illiquidi e alzano l’asticella del rischio, oltre a rivolgersi naturalmente a una clientela con disponibilità ben più importanti (istituzionali e High Net Worth Individual).
L’ELTIF (European Long Term Investment Fund), dal canto suo, è un contenitore normativo istituito nel 2015 a livello europeo e recepito nel nostro ordinamento nel 2018 e che consente di investire in strumenti non quotati (private equity e private debt) e che può prendere la forma di un PIR alternativo.
L’OPINIONE DI
VINCENZO SACCENTE Head of Sales per Lyxor ETF in Italia
LA SPINTA DEI GREEN BOND SOVRANI
L’impegno dei governi e dell’Unione Europea per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica, l’intensifi carsi delle azioni a favore del clima, i piani di stimolo volti a favorire un’economia più verde e obiettivi di sviluppo più sostenibili, dovrebbero accelerare la crescita del mercato dei green bond sovrani. Inoltre, l’entrata in vigore di nuovi regolamenti dell’UE dovrebbe altresì favorire il suo sviluppo. Secondo la Climate Bonds Initiative, il numero di emittenti sovrani di green bond a livello globale è più che raddoppiato nel 2020, raggiungendo quota 18 Paesi. Alla fi ne del 2020 le emissioni di obbligazioni sovrane “Green, Sustainability e Social”, hanno raggiunto i 97,7 miliardi di dollari e 22 Paesi emittenti. La CBI prevede, inoltre, una crescita dell’80% del mercato globale dei green bond nel 2021 rispetto all’anno precedente, mercato che ha raggiunto oggi 1,27 trilioni di dollari di emissioni complessive a livello globale. Lyxor è stato pioniere del mercato degli ETF sulle obbligazioni verdi con la quotazione del primo ETF sui green bond nel 2017, e in un contesto contrassegnato da una forte crescita del mercato delle obbligazioni verdi governative, ha recentemente quotato il primo ETF al mondo che replica i green bond sovrani della zona euro, per consentire agli investitori di perseguire i loro obiettivi di neutralità carbonica anche nella loro allocazione principale di obbligazioni sovrane.