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Pierluigi Ansuinelli (Franklin Templeton
Per i portafogli multi-asset i primi sei mesi dell’anno sono stati i più difficili. Nella seconda parte sarà possibile tornare verso una diversificazione di portafoglio più tradizionale, soprattutto se i dati relativi all’inflazione dovessero testimoniare il superamento della fase di picco. A dirlo è Pierluigi Ansuinelli, che spiega: “Nel breve periodo, le obbligazioni governative resteranno molto volatili ma offriranno protezione rispetto all’azionario; le obbligazioni societarie invece offrono spread interessanti ma anche un rischio di credito crescente se l’economia è effettivamente avviata verso un forte rallentamento”. PARTNER
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VICE PRESIDENT, PORTFOLIO MANAGER, FRANKLIN TEMPLETON INVEST. SOLUTIONS
POCHE ALTERNATIVE
“La prima metà del 2022 ha reso la liquidità la migliore asset class, con poche eccezioni come le materie prime, i settori energetici, il dollaro USA e i titoli legati all’inflazione”
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olte incertezze e di difficile lettura. Tra queste figurano l’andamento e il prezzo delle materie prime e le crisi geopolitiche alle quali si è assistito. Il 2022 si è presentato così. Per questo è necessario mantenere un atteggiamento “paziente e soprattutto flessibile per abbracciare nuovi scenari che potrebbero emergere” esordisce Pierluigi Ansuinelli, portfolio manager di Franklin Templeton.
Si lasciano alle spalle anni di politica monetaria non convenzionale e livelli di liquidità record immessa nel sistema finanziario per effetto dello scoppio della pandemia da COVID-19. “Possiamo dire di trovarci in un ciclo economico molto particolare rispetto a quelli precedenti, ma in ogni caso abbiamo superato la fase ‘matura’ e stiamo entrando nella fase finale. Di norma, un’economia che cresce molto può generare alcuni eccessi come l’aumento dell’inflazione, i livelli di debito elevati, i prezzi di asset reali eccessivi e le banche centrali si muovono per riportare la situazione alla ‘normalità’, vale a dire a una crescita che si può sostenere senza creare sbilanci nelle dinamiche economiche” spiega l’esperto.
IL RUOLO DELLE BANCHE CENTRALI
Come noto, si è assistito a una crescita economica molto elevata grazie ai supporti monetari e fiscali varati per combattere gli effetti della pandemia, “ma l’effetto combinato di una domanda di beni e servizi elevata, problemi di approvigionamento, prezzi in aumento ed eventi geopolitici come quello dell’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina, rendono oggi molto difficile il processo di normalizzazione. Il livello dell’inflazione è troppo elevato per essere ignorato dalle banche centrali, che hanno il dovere di riportarla verso livelli più accettabili” commenta il professionista di Franklin Templeton. È effettivamente possibile che le banche centrali spingano l’economia in recessione? Se alla fine del primo trimestre di quest’anno “nessuno avrebbe dato risposta positiva a questo questito, oggi tale possibilità è enormemente cresciuta. In primo luogo, di fronte a shock come quelli attuali le banche centrali hanno scarso potere di influire sulle dinamiche dei prezzi se non togliendo benzina al motore dell’economia, ossia spingendo per un rallentamento economico” riflette Ansuinelli.
Al momento comunque, nemmeno i banchieri centrali stanno escludendo la possibilità che si realizzi una recessione. “L’inflazione è talmente elevata che è necessaria un’azione tempestiva e pesante. I mercati finanziari hanno iniziato a scontare uno scenario di leggera recessione e di recente lo hanno fatto anche i rendimenti a lungo termine, che sono scesi molto” commenta il portfolio manager. Va inoltre detto che è molto complicato innescare un rallentamento così significativo dell’economia per poi fermarlo subito prima che diventi una recessione, “se non altro perchè le dinamiche economiche e finanziarie hanno tempistiche molto differenti che è difficile armonizzare, ma che al momento puntano verso un peggioramento”.
IL FUTURO DEI PORTAFOGLI MULTI-ASSET
Secondo Ansuinelli, per i portafogli multi-asset la fase peggiore è stata quella del primo semestre, caratterizzato da forti perdite sulle obbligazioni governative sicure, dalle economie in rallentamento e, come si diceva prima, dal rischio geopolitico. “La prima metà del 2022 ha reso la liquidità la miglior asset class, con poche eccezioni quali materie prime, settori energetici, dollaro USA, titoli legati all’inflazione” registra il portfolio manager.
L’esperto di Franklin Templeton è persuaso che nella seconda parte dell’anno si possa tornare verso una diversificazione di portafoglio più tradizionale, soprattutto se, come crede, i dati relativi all’inflazione dovessero testi-
TRA I MERCATI AZIONARI, LA PREFERENZA VA A STATUNITENSE E GIAPPONESE. IL PRIMO PER MOTIVAZIONI STORICHE, IL SECONDO PER I FONDAMENTALI
moniare il superamento della fase di picco. “Nel breve periodo, le obbligazioni governative resteranno molto volatili ma offriranno protezione rispetto all’azionario; le obbligazioni societarie offrono spread interessanti ma anche un rischio di credito crescente se l’economia è effettivamente avviata verso un forte rallentamento” prosegue. Ansuinelli preferisce, tra i mercati azionari, quello statunitense e quello giapponese, “il primo in quanto storicamente ha fatto bene nelle fasi di rallentamento del ciclo economico e il secondo in virtù dei suoi fondamentali. La Cina può aiutare la performance del portafoglio grazie al suo potenziale di recupero nel secondo semestre” spiega. Allungando ancor più l’orizzonte temporale e nell’ipotesi di avere solo una recessione mite o nessuna recessione, “le obbligazioni societarie diventano interessanti, soprattutto alla luce di banche centrali meno aggressive, come lo diventano le obbligazioni dei Paesi emergenti. Sul fronte azionario, il potenziale maggiore è invece in Europa e nei Paesi emergenti. Crediamo ci sia valore in alcuni settori eccessivamente penalizzati, come la tecnologia e in alcuni temi di largo respiro come le infrastrutture o altri di lungo termine, a esempio il cambiamento climatico” conclude Ansuinelli.