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Imparare ad ascoltare il ritmo dei propri passi

Tutti i miei progetti più impegnativi sono nati dopo camminate intense e faticose e a ognuno di questi ho legato un luogo e un’immagine.

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a mia passione per il camminare è qualcosa di più del mero esercizio fisico: percorrendo quasi 5 mila chilometri all’anno ho imparato ad ascoltare il ritmo dei miei passi, ad apprezzare il valore del tempo e la pazienza necessaria a raggiungere i traguardi, quelli importanti. È una ricetta sana per uscire dal mondo virtuale e ritrovare il piacere anche di semplici gesti come il saluto.

Inizialmente non mi ero dato un obiettivo da raggiungere entro la fine della giornata, semplicemente volevo evitare di “dipendere” dall’auto o dai mezzi pubblici per i miei spostamenti quotidiani. Ma con il passare del tempo questa mia nuova abitudine si è trasformata in una vera e propria passione. Ho la fortuna di abitare non distante dall’ufficio di Milano ma, nonostante questo, preferisco percorsi più lunghi e meno trafficati perché mi consentono di pensare in serenità, conversare con me stesso e preparare in modo adeguato meeting e presentazioni. Tutti i miei progetti più importanti sono nati dopo camminate intense e faticose e a ognuno di questi ho legato un luogo e un’immagine che mi piace riscoprire successivamente.

Ho scoperto che il mio corpo è molto più affidabile rispetto alla metropolitana o ai tram, spesso soggetti a inconvenienti come scioperi o guasti, e ne sono molto grato. Ossigenarsi un po’ le idee almeno due volte al giorno lo reputo benefico. Soprattutto la sera, al termine di una giornata impegnativa in ufficio, mi capita di essere scarico di energie e camminare verso casa mi aiuta ad allentare le tensioni accumulate durante il giorno, mentre la mattina la passeggiata ha l’effetto di un caffè in più e arrivo in ufficio più carico per affrontare la giornata lavorativa.

Ho un sogno nel cassetto, che è quello di fare il giro d’Italia a piedi: sì, certo, molto ambizioso ma mi piace prefissarmi obiettivi stimolanti e difficili da raggiungere, altrimenti che gusto ci sarebbe? Sto studiando possibili percorsi con relative tappe e ipotizzando diverse tabelle di marcia, compatibilmente con impegni familiari e professionali.

In questi anni “a piedi” mi sono sorpreso a osservare di più il passare delle stagioni, ad apprezzare una bella giornata di sole in inverno quando il tepore è molto lieve ma pur sempre percettibile. Un suggerimento che mi è stato molto utile quando ho deciso di intraprendere questa attività è quello di un anziano maratoneta, che mi disse: “Non pensare ma vai... Una volta partito poi avrai tutto il tempo per pensare”. Ecco, io ho cominciato proprio così.

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