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Ilaria Michelini (Banca Aletti
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Sustainability in uncertain scenarios
Challenges and opportunities for the financial sector DECORRELAZIONE
“Selezioniamo quei gestori che riescono meglio di altri a cogliere le esigenze di un mercato che ha cambiato aspetto in maniera evidente nell’ultimo anno in seguito al mutato scenario”
Ilaria Michelini
FUND SELECTOR, BANCA ALETTI
In un contesto di mercato complesso, queste strategie offrono liquidità giornaliera, diversificazione e buoni risultati nel tempo.
S
e c’è una cosa ben chiara per Ilaria Michelini, fund selector di Banca Aletti, è che, ad oggi, le strategie decorrelate sono pressoché indispensabili. Una novità non da poco, nel suo lavoro giornaliero. “È fondamentale – ribadisce – selezionare quei gestori che riescono meglio di altri a cogliere le esigenze di un mercato che ha cambiato aspetto in maniera evidente nell’ultimo anno in seguito al mutato scenario”. Gli esempi sono lampanti. “Le strategie obbligazionarie legate ai benchmark di riferimento quest’anno non hanno portato alcun valore aggiunto nel preservare il capitale dei sottoscrittori. Un generico indice delle emissioni governative globali ha realizzato, da inizio anno, circa -18% in USD: solo chi ha operato in maniera decorrelata, puntando su duration corte e su una attenta diversificazione valutaria è riuscito nell’intento di non distruggere valore e in alcuni casi di creare valore per l’investitore obbligazionario in euro”, spiega l’esperta. “Allo stesso modo nell’azionario: quei gestori blend che sono rimasti legati ai benchmark di riferimento non sono riusciti a beneficiare della forte rotazione fattoriale che è avvenuta nell’ultimo anno”.
STRATEGIE SLEGATE DAL BENCHMARK
Non è un caso, dunque, che i prodotti più ricercati dal team di fund selection di Banca Aletti siano prodotti alternativi. Parliamo di strategie con liquidità giornaliera, diversificate e con buoni risultati nel tempo. “Come team il nostro obiettivo è quello di identificare strategie che comportino risultati robusti tempo per tempo: è quella che io chiamo la costanza della generazione dell’alpha. Il secondo obiettivo è quello di riuscire a selezionare strategie alternative che lavorino su mercati diversi quindi, ad esempio, fornire un’ampia gamma di prodotti dal long short equity, al long short credit, all’event driven, al global macro, al multistrategy”.
AZIONI GLOBALI CON STILE VALUE
L’obiettivo primario, insomma, è quello di slegarsi dal contesto di mercato attuale, complesso sia sull’asset class azionaria che obbligazionaria. Anche se, secondo Michelini, l’allocazione preferita sul medio periodo, al momento, rimane quella azionaria, in maniera molto selettiva. “Il posizionamento è a favore delle azioni globali con stile value che tendono a performare meglio del mercato quando le curve dei rendimenti obbligazionari incorporano tassi in aumento. È necessario investire in strategie azionarie a dividendo con l’obiettivo di conseguire ritorni reali positivi”. Per quanto riguarda, invece, l’allocazione geografica la professionista consiglia l’area dell’Asia Pacifico. E per alcuni motivi ben precisi: “le valutazioni fondamentali si collocano ai minimi degli ultimi venti anni e l’area è relativamente distante dagli eventi bellici”, dice. “Inoltre valutiamo positivamente il contesto demografico che rappresenta un consistente supporto di lungo termine”. View positiva anche per le commodities e per gli investimenti infrastrutturali. Anche l’investimento nelle energie rinnovabili è presente all’interno delle scelte di selezione, mentre per quanto riguarda l’asset class obbligazionaria, il team di Banca Aletti continua a privilegiare duration brevi, prevalentemente governative e concentrate su emissioni inflation linked per difendere i nominali.
QUESTIONARIO DI SOSTENIBILITÀ
Col boom dei fondi sostenibili e una normativa sempre più avanzata, i criteri di selezione sono via via cambiati. Come racconta Michelini, fin da prima dell’avvio della SFDR, per comprendere l’approccio ESG dei loro asset manager partner, la banca ha ideato un questionario di sostenibilità ad hoc. Da una parte si verificano gli aspetti decisionali e strategici della società, dall’altra ci si focalizza sui prodotti e i processi di investimenti ESG. “L’esito, ricondotto ad una scala valutativa di 4 livelli, è integrato nel nostro processo di selezione e solo i prodotti degli asset manager che ottengono i due livelli più alti possono accedere alla nostra selezione ESG”, dice l’esperta. “Il secondo momento che caratterizza la selezione dei prodotti avviene attraverso un’analisi qualitativa dei processi a livello di singola strategia analizzata”, continua. “È anche vero che alla luce delle evoluzioni normative, in particolare MiFID II, e della disponibilità crescente di dati dei data provider ESG, stiamo lavorando a un sistema di classificazione che si basa sulla misurazione di diversi attributi del singolo prodotto quali eco-sostenibilità, sostenibilità e gestione dei Principles Adverse Impact. Ecco allora che l’attività di selezione verrà sempre più integrata con tali informative che renderanno più completa l’analisi ESG sull’asset manager e sul prodotto consentendo quindi anche un maggior presidio di fenomeni di greenwashing”, conclude Michelini.