3 minute read
Marco Deroma (Efpa Italia
This marketing communication is for professional clients only.
Sustainability in uncertain scenarios
Challenges and opportunities for the financial sector
PATRIMONIO IN CRESCITA
“Nei quattro anni di presidenza, abbiamo fatto il 139% di quello che è stato accantonato nei 16 anni precedenti di vita della fondazione”
Marco Deroma
PRESIDENTE, EFPA ITALIA
Negli ultimi quattro anni, la fondazione ha visto una crescita esponenziale sia in termini numerici che patrimoniali. Adesso, con la riconferma di Deroma, nuove sfide si aprono all’orizzonte.
T
utto merito della buona gestione. Un po’ come far di conto in seno alla propria famiglia, il presidente di Efpa Italia tira le somme degli ultimi anni di mandato. E lo fa “con grande soddisfazione”, sottolinea. Bastano due dati, d’altronde, per capire come il lavoro degli ultimi quattro anni sia stato fondamentale per la fondazione. Da un lato la crescita numerica: da circa 5700 professionisti certificati si è passati ai 9032 a fine 2021. Dall’altro la crescita di patrimonio: “nei quattro anni della mia presidenza abbiamo fatto il 139% di quello che è stato accantonato nei 16 anni precedenti di vita della fondazione”, afferma Marco Deroma. E questo in un periodo nel quale la crisi pandemica ha creato non poche difficoltà, impedendo anche l’organizzazione dei meeting, da sempre principale fonte di ricavo per la fondazione.
Non è un caso, quindi, se lo scorso luglio il Consiglio di Amministrazione si è espresso all’unanimità per la sua rielezione, nel segno della continuità a riconoscimento degli ottimi risultati della gestione che si è appena conclusa. “Abbiamo ottenuto risultati importanti, frutto di un grande lavoro di squadra”, ricorda.
Alla crescita numerica e patrimoniale, durante il suo primo mandato si affianca anche una crescita tecnologica. “Se in passato abbiamo sempre svolti gli esami di certificazione in presenza, con la pandemia abbiamo dovuto sviluppare una metodologia e un processo interamente digitale”, spiega il presidente. “Siamo riusciti a mettere in piedi, in tempi molto rapidi, un processo simile a quello che si utilizza nelle università con un doppio canale di monitoraggio e lo abbiamo fatto fin da subito. Essere arrivati in estremo anticipo rispetto agli standard di mercato ha certamente favorito la fondazione, permettendo anche delle proficue collaborazioni coi principali enti di formazione per gli intermediari, come ad esempio Assoreti o Abi, a conferma del buon lavoro svolto”. D’altronde il ruolo di orientamento per la formazione qualificata e permanente del settore rimane prioritario nella mission di Efpa.
I PROSSIMI QUATTRO ANNI
Adesso, però, come confessa Deroma, l’obiettivo per il secondo mandato è ben più ampio: arrivare al grande pubblico. “Il brand è ormai ben conosciuto all’interno del settore, meno invece tra i risparmiatori e gli investitori. Abbiamo quindi molta strada da fare perché Efpa Italia arrivi al grande pubblico”. L’idea, insomma, è che siano gli stessi risparmiatori a chiedere a gran voce la consulenza di professionisti certificati, che grazie alle loro conoscenze possano affrontare le complessità dei mercati, soprattutto in questo periodo di guerra e inflazione. “Per noi l’elemento caratterizzate del consulente finanziario è la conoscenza. E non parlo solo di conoscenza tecnica (che è il pilastro della certificazione Efpa), ma di tutto ciò che riguarda la capacità del professionista di farsi capire e capire il cliente, di saper assumersi la responsabilità delle scelte di investimento e di saper orientare il cliente nel miglior modo”.
Un tassello da aggiungere, poi, riguarda il futuro. Il meeting di Firenze, appena concluso, racconta di un Metaverso e di un Leonardo da Vinci con degli occhiali per la realtà aumentata.
“Bisognerà certamente indossare un vestito digitale”, commenta Deroma. “C’è ancora tutto un mondo da esplorare su questo tema e qualcuno comincia a sollevare l’ipotesi che un domani i clienti possano ritrovarsi sul Metaverso. Direi, quindi, che è giusto proiettarsi verso questa evoluzione, però vogliamo allo stesso tempo rimanere coi piedi per terra. È difficile che, attraverso una relazione a distanza, digitale, si possa raggiungere quella fiducia tra professinista e cliente che sta alla base del rapporto di consulenza”, conclude il presidente di Efpa Italia.