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Elena Corazzolla (Laborfonds
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Sustainability in uncertain scenarios
Challenges and opportunities for the financial sector INVESTIRE IN FIA
“Negli ultimi sette anni, l’economia reale ha attratto, in termini di commitment circa 216 milioni, poco meno dell’8,5% sul NAV di luglio in termini nominali”
Elena Corazzolla
RESPONSABILE FUNZIONE FINANZA, LABORFONDS
Con quattro linee d’investimento, Laborfonds conta a oggi 133 mila iscritti e un patrimonio di poco inferiore ai 3,5 miliardi.
U
na tendenza di crescita costante, nonostante il Covid e le difficoltà del mercato del lavoro. È la constatazione di Elena Corazzolla, responsabile funzione finanza di Laborfonds, in merito all’andamento degli ultimi anni del Fondo Pensione per i lavoratori dipendenti da datori di lavoro che operano nel territorio del Trentino-Alto Adige. Nato nel 1998, con numero di iscrizione Covip 93, il fondo ha spento quest’anno 24 candeline con circa 133 mila iscritti e un patrimonio a fine luglio di poco inferiore ai 3,5 miliardi di euro (fonte Laborfonds). A sostenere uno sviluppo solido negli anni la presenza capillare sul territorio di riferimento, per cui l’adesione è promossa dalle aziende contributrici al fondo e dai patronati. “In Trentino, il tasso di adesione alla previdenza complementare è più alto rispetto alla media nazionale sia per la tipologia di fondo (territoriale), sia per il progetto Pensplan, la società per azioni istituita nel 2000 dalla Regione per promuovere la previdenza complementare tra i cittadini e i lavoratori del Trentino, che si occupa di fornire servizi amministrativi a titolo gratuito ai fondi aderenti al progetto”. Si configura, dunque, un profilo di utenti diverso, in cui sono coinvolti sia lavoratori pubblici sia privati con un comune denominatore: l’essere dipendenti di un datore che opera nel territorio regionale.
LE QUATTRO LINEE
Da un punto di vista di patrimonio, il fondo vede una ripartizione in quattro linee di investimento: Garantita, Prudente-Etica, Bilanciata e Dinamica. La linea Garantita gestita, da Amundi SGR, “accoglie gli aderenti che non fanno un’esplicita scelta, e prevede la garanzia di restituzione del capitale versato”, specifica Corazzolla. Dal 1° settembre 2022 il comparto è soggetto a una piccola rivoluzione, in quanto non sarà più dotato di un benchmark ma si baserà su una gestione total return (sempre affidata ad Amundi) che prevede un investimento massimo del 15% in azionario sempre con la garanzia del 100% del capitale versato. Diverso peso dell’equity e, al contempo, diversi profili di rischio, caratterizzano le altre tre linee. “A partire dalla Prudente-Etica, comparto articolo 8 gestito da Allianz Global Investors GmbH, in cui l’asset allocation comprende una componente azionaria pari al 20%; per arrivare alla linea Dinamica, in capo a BlackRock – continua l’esperta –, che è diventato un comparto azionario nel 2020 e la cui asset allocation strategica prevede una componente equity pari al 60% (il minimo di investimento azionario è comunque il 50%)”. Tra i due poli, in termini di rischio di portafoglio, si colloca la linea Bilanciata (gestita in tandem da Eurizon Capital e BlackRock). “Il Bilanciato è il comparto storico di Laborfonds. Il fondo, infatti, è diventato multi-comparto nel 2008. Fino ad allora esisteva una sola linea, istituita nel 2000”. La linea bilanciata, appunto. “A oggi questo comparto è anche quello che conta il numero più alto di aderenti, circa il 75% degli iscritti al fondo, e il patrimonio più elevato, quasi 2,6 miliardi”.
Le masse e l’anzianità della linea Bilanciata hanno contribuito, nel tempo, ad accrescerne la diversificazione. Ricade qui la scelta di definire un portafoglio a gestione diretta in cui la funzione finanza tiene conto delle indicazioni strategiche del CdA e in cui collocare un massimo del 10% dell’asset allocation strategica in FIA. “Il primo investimento di questo tipo risale a febbraio 2015, con un fondo di private debt territoriale (Fondo strategico del Trentino Alto Adige)”. L’investimento si suddivide in due comparti rivolti, rispettivamente, alla Provincia di Trento e a quella di Bolzano, e ha visto una sottoscrizione totale per 53 milioni. “Negli anni successivi si sono aggiunti investimenti in private equity, energie rinnovabili, social housing, infrastrutture sia equity sia debito, e in fondi di fondi di infrastrutture”, per arrivare al 2021 con l’adesione al progetto economia reale promosso da Fondo Italiano di Investimento e Assofondipensione. “Da ultimo, a giugno di quest’anno si è aggiunto un investimento territoriale nel Fondo PMI. Si tratta di un altro fondo di private debt che subentra a quello sottoscritto nel 2015, ormai avviato verso la scadenza naturale”. Negli ultimi sette anni, conclude Corazzolla, “l’economia reale ha attratto, in termini di commitment circa 216 milioni, poco meno dell’8,5% sul NAV di luglio in termini nominali”.