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Luca Colussa (Generali Investment Partners
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Sustainability in uncertain scenarios
Challenges and opportunities for the financial sector I VINCOLI
“La composizione del fondo si basa su un’ottimizzazione del portafoglio che tiene conto dei fattori finanziari e non finanziari ESG, a cui vengono applicati una serie di vincoli”
Luca Colussa
FUND MANAGER, GENERALI INVESTMENT PARTNERS
NEL MEDIO E LUNGO PERIODO PAGA LA “CONSISTENZA DELL’APPROCCIO”
Il fondo Generali Investments SICAV SRI World Equity, che ha ottenuto Rating FundsPeople 2022, nasce “con un imprinting globale” e un forte orientamento ESG.
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antenere un’esposizione all’equity globale e alle componenti ESG in quanto “tematiche secolari, che non andranno a esaurirsi al netto di un anno difficile”. L’obiettivo è chiaro per Luca Colussa, fund manager del Generali Investments SICAV SRI World Equity, fondo ESG azionario globale che ha ottenuto Rating FundsPeople 2022. Raggiunto da FundsPeople per approfondire la gestione del prodotto e le prospettive alla luce della tempesta sui mercati, il fund manager di Generali Investment Partners rimarca la ratio alla base del comparto, che nasce “con un imprinting globale” e un forte orientamento ESG (è un articolo 8 SFDR), e reca in dote un vantaggio di diversificazione “molto evidente quando si vanno a vedere le statistiche storiche di performance e di rischio tra un fondo world e un fondo europeo classico: negli ultimi 20 anni abbiamo avuto una sovraperformance annua di circa due punti percentuali (6% vs 4%) e una minore volatilità”. La componente USA, che ha un peso di circa il 70%, ha inoltre “un’importanza legata non soltanto alla diversificazione nel ciclo economico, ma anche per il ruolo fondamentale giocato dalla valuta”. Il portafoglio vede poi un 8% degli asset in euro, mentre si arriva al 17% con tutti gli asset del Vecchio Continente.
LA COMPONENTE ESG
La composizione del Generali Investments SICAV SRI World Equity, si basa su una “ottimizzazione del portafoglio che tiene conto dei fattori finanziari e non finanziari ESG, a cui vengono applicati una serie di vincoli: un tracking error limitato rispetto al benchmark, migliori score ESG, un’esposizione più alta a società quality, oltre a quelli legati alla view geografica, settoriale e valutaria”. Certo, prosegue il gestore, “alcuni settori tendono a essere favoriti in un posizionamento ESG, in particolare quello tech e quello dei finanziari, e c’è un bias soprattutto nella parte insurance, noi abbiamo comunque la possibilità di effettuare dei lievi tilt settoriali, sempre all’interno del margine di tracking error che ci siamo posti”. All’analisi quantitativa, infatti, si affiancano input di tipo qualitativo “sulla base delle indicazioni del comitato investimenti, che si riunisce mensilmente, possiamo decidere di avere sovrappesi o sottopesi regionali, valutari e settoriali”. Un fattore che ha contribuito a mitigare le perdite quest’anno è stato poi l’assenza di un bias verso lo stile growth. “Nell’ottimizzazione mettiamo un vincolo che annulla il bias verso il value e verso il growth. Questo ci ha permesso di contenere la sottoperformance che hanno subito quest’anno altri fondi ESG con uno spiccato orientamento growth”.
Nonostante la diversificazione geografica favorevole, infatti, il comparto è stato interessato anch’esso da una performance negativa nel 2022 (Classe BX a -10,3% da inizio anno al 16 settembre, fonte GIP). La sottoperformance dell’1,5% (incluse le fees) rispetto al benchmark del fondo, l’indice MSCI World, è spiegata interamente dalla sottoperformance del comparto ESG “che ha affrontato un anno piuttosto difficile dopo un 2021 eccezionale”. Tuttavia, rimarca Colussa, nel lungo periodo, proprio questa componente può giocare a favore del fondo”.
Nel dettaglio della selezione ESG, il fondo si affida a quattro indicatori target: carbon intensity, independence del board of directors, percentuale di donne impiegate nell’azienda e limitazione delle controversie in ambito lavorativo. “Per ciascuno di questi indicatori c’è uno score impostato come target (in particolare ci impegniamo sui primi due indicatori). Per garantire che il fondo riesca a essere stabilmente migliore in questi indicatori immettiamo vincoli nell’ottimizzazione quantitativa. Si tratta di un lavoro ex ante e semplifica la vita del gestore”. Una volta definito lo score, il team di gestione esegue un check dell’universo investibile, con l’obiettivo di rimanere consistenti con i vincoli imposti. Al di là della situazione di mercato contingente, dunque, “è la consistenza dell’approccio nel medio e lungo periodo che paga. Quindi – conclude Colussa – se si cerca esposizione al mercato equity globale e si è interessati ai fattori ESG il fondo è stato pensato esattamente con questo obiettivo”.