Évolution et idéologie Evoluzione e ideologia
definizione
Che cos’è il terrorismo ?
Di Jean-Michel Dasque, ex diplomatico ed ex rappresentante permanente della Francia presso l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, autore di Géopolitique du terrorisme (Ellipses, 2013).
Foto sopra : Il 10 gennaio 2016, i francesi hanno partecipato ad un tributo nazionale alle vittime del terrorismo tenutosi a Parigi. Particolarmente colpita dal terrorismo jihadista nel 2015 (oltre 140 morti), la Francia ha subito, fin dal 1950, attacchi terroristici di vario genere. Il più mortale di quelli che erano stati finora commessi fu perpetrato nel 1961 dall’Organizzazione dell’Esercito Segreto (OAS), per difendere la presenza francese in Algeria, che uccise 28 persone facendo esplodere una bomba su un treno in corsa.(© Xinhua/ Xavier de Torres)
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Il concetto di terrorismo è difficile da spiegare e suoi contorni sono piuttosto vaghi. Pur essendo la questione clou del XXI secolo, non se ne ha ancora una definizione chiara e universalmente accettata. Ma se ciò è vero, allora si pone la questione della violenza legittima e quella dell’etichetta «terrorista» che è sempre contestata da quelle organizzazioni designate come tali?
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e la parola «terrore», dal latino «terror» («panico») è antica, il termine terrorismo è apparso per la prima volta nel 1793 negli scritti dei giornalisti e nei discorsi politici. Indicò il sistema che ha operato tra il 5 settembre 1793 e il 28 luglio 1794 (9 Termidoro) per reprimere senza pietà gli esponenti contro rivoluzionari e i federalisti. Sono stati qualificati come «terroristi» i sostenitori di questa forma di governo. Questa parola appare ancora con questo significato nel Supplemento al Dizionario dell’Accademia di Francia nel 1798. Nei primi anni del XIX secolo, il termine designato individuò i gruppi che volevano rovesciare violentemente i regimi monarchici. Successivamente è stato applicato indiscriminatamente agli insorti della Polonia, dell’Italia o dell’Irlanda, ai russi nichilisti, agli anarchici, ai nazionalisti in lotta contro il regime coloniale, all’estremismo di destra o sinistra. I leader politici hanno avuto la tendenza ad estendere all’infinito questo concetto e usarlo senza preoccuparsi se fosse davvero appro-
I Grandi Dossier di Diplomazia n° 1 Settembre - Ottobre 2016
priato. E Silvio Berlusconi, all’epoca presidente del Consiglio dei Ministri italiano, non ha esitato a descrivere come «terroristi» i no-global che protestavano contro il Summit del G8 a Genova. Attualmente, anche Assad è definito terrorista, nonché i jihadisti del Daesh, come anche i sunniti salafiti e l’opposizione democratica in Siria. Una definizione è tanto più difficile se consideriamo che la parola è chiaramente connotata e porta una certa carica emotiva. Si è spesso, non a caso, sfruttata e usata per screditare gli avversari. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza in Francia è stato diffamato come terroristi da parte del regime di Vichy, prima di essere salutato come liberatori qualche tempo dopo. Più di recente, i guerriglieri dell’Esercito di liberazione del Kosovo sono stati accusati di terrorismo, anche da funzionari occidentali, prima di essere riconosciuti come autentici rappresentanti del popolo kosovaro. Come dice il proverbio, il terrorista di ieri è il partigiano di domani.