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Nella sua “amata ma angusta valle” un giovane operaio stagionale delle seggiovie scopre l’amore per la corsa e in pochi anni si impone per le sue straordinarie qualità atletiche. Un personaggio sopra le righe, assai lontano dallo snobismo che serpeggia nell’ambiente, e per questo spesso sottovalutato dai suoi avversari. Ma il suo nome incute rispetto: vincitore di molte classiche, primo all’Himalaya Marathon, primo (e tutt’ora imbattuto) recordman nella salita al Monviso.
La sua autobiografia sportiva racconta le vittorie e le sconfitte, e ne trae spunto per riflettere sull’ambizione umana, il sentimento che lo spinge a voler superare i propri limiti durante le competizioni. Dopo una vita di successi e soddisfazioni riesce a trasmettere l’ingenuità e l’entusiasmo con cui viveva le sfide agonistiche.