CULTURA nelle 20 REGIONI ITALIANE
Rivista20
N°1- gennaio-febbraio 2013 Mensile di arte e cultura
Giovanni BELLINI a Milano MIRO’a Genova
DE NITTIS a Padova
GUTTUSO a Roma
VERMEER
Edito dal Centro Culturale ARIELE
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Enzo Briscese opere 2012
Rivista 20 MENSILE DI INFORMAZIONE CULTURALE
Direttore responsabile: Paola Simona Tesio
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Caporedattore: Nicoletta Balani Art director: Giovanna Alberta Arancio Redazione: Gianguido Oggeri Breda Paolo Durandetto Giuseppe Drammi Valentina Savastano Virgilio Patarini Emanuela Romano Michele Govoni Angelo Andriuolo Ilario D’Amato Annamaria Parlato Maria Arcella Tommaso Evangelista Impaginazione: Enzo Briscese Silviu Tanasa Segreteria: Rosaria Di Dio
Le tre torri - tecnica mista su tela
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Rivista20 del Centro Culturale Ariele Presidente: Enzo Briscese Vicepresidente: Giovanna Alberta Arancio
La torre - tecnica mista su tela
----------------------------------------------------* PIEMONTE * LOMBARDIA * LIGURIA * VALLE D’AOSTA * VENETO * Provincia di TRENTO * Provincia di BOLZANO * FRIULI VENEZIA GIULIA * EMILIA ROMAGNA * TOSCANA * UMBRIA * MARCHE * MOLISE * LAZIO * ABRUZZO * PUGLIA * BASILICATA * CAMPANIA * CALABRIA * SICILIA * SARDEGNA
L’editoriale di PAOLA SIMONA TESIO
Creare un sistema di “arte accessibile”? Aprire “Rivista20” con il primo editoriale dell’anno non è cosa facile, soprattutto quando si inizia con alle spalle un periodo di insicurezza che per il nostro paese non è ancora terminato, e pesa come un bagaglio ingombrante, carico della zavorra del passato e di quella del presente, e forse anche dell’incertezza del futuro . In tale contesto termini che dovrebbero essere investiti di responsabilità corrono sempre più il pericolo di impoverirsi ulteriormente, svuotandosi di senso. La cultura, figlia di quel verbo essenziale che in latino significava “coltivare” e che in epoca contemporanea indica l’insieme di conoscenze (tramandate e acquisite con l’esperienza) che concorrono a formare la personalità di un individuo (e quindi anche della collettività) consentendo di raggiungere un più alto grado di consapevolezza, rischia di diventare un involucro. Senza cultura non c’è arte, poiché si annichiliscono le forme creative di espressione estetica che attingono proprio da quel bagaglio di conoscenze che sta scomparendo, e che andrebbe appunto, come ben suggerivano gli antichi, “coltivato” e come mi sento di suggerire “condiviso”. Immaginiamo quindi la cultura come un germoglio che necessita di cure amorevoli e preziose per svilupparsi e crescere rigoglioso, sino a diventare una robusta e secolare pianta, dai molteplici rami, la cui linfa vitale è l’elemento comune che genera numerose forme. Una metafora in cui radici e diramazioni assurgono altresì a quel compito “di fare rete”, che ci siamo preposti, con l’intento di portare avanti un progetto editoriale che abbia come caratteristica tale imprescindibile finalità. In questo numero ho cercato di coinvolgere tra gli attori anche le associazioni che a vario titolo operano nel campo dell’arte, cercando di contattarne almeno una per ogni regione. Interessante anche il significato ampio che riveste il termine “associazione”, che possiamo intendere come compresenza, unione. Promuovere gli eventi di ogni località, farli conoscere al pubblico attraverso il ruolo che rivestono assessori, critici, curatori, galleristi, a cui oggi aggiungiamo le già citate associazioni. Vorrei rendere ancora più stimolante il loro compito, chiedendo a tutti, per il prossimo numero, di parlarci del tessuto in cui operano, di dirci cosa esattamente si muove nell’ambito artistico e cosa invece può essere migliorato in quanto statico. Non è certo un incarico facile ma ci permetterà di valutare le virtù e rafforzare le debolezze di un organismo pulsante che fa parte di quel magnifico albero che è la cultura. Vorrei infine evidenziare un ulteriore proposito e chiedere se è possibile, secondo voi, creare un sistema di “arte accessibile” in un duplice senso: da un lato permettendo agli artisti di trovare un terreno fertile in cui far crescere la loro voce liberandoli, almeno ogni tanto, dalle costrizioni monetarie, e dall’altro consentire ai fruitori di accedere a spazi altrettanto gratuiti. Un sogno? Una pazzia? Oppure un orizzonte condivisibile in cui tramandare e trasmettere la conoscenza? Pensiamo quindi a un modo per unirci, e creare una mostra annuale che si dirami contemporaneamente in ogni regione. L’unico ostacolo? Trovare luoghi adatti a creare questo sistema di “arte accessibile”. Possiamo farcela, semplicemente coltivando insieme il seme della cultura. direttore.rivista20@mail.com
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
PIEMONTE
Assessore Michele Coppola
RIFLESSI D'ORIENTE
Lo specchio cinese e la sua diffusione dal VI secolo a.C. all’epoca moderna dal 23 novembre 2012 al 24 febbraio 2013 Forse nessun altro oggetto artistico della Cina riesce a racchiudere meglio dello specchio la storia delle concezioni estetiche e cosmologiche, lo sviluppo dei motivi decorativi ed iconografici, gli interessi e le aspirazioni della società cinese di ogni epoca. Questi oggetti di uso pratico e rituale, carichi di implicazioni magiche e simboliche, ebbero grande diffusione nei paesi circonvicini grazie alla tecnica eccellente della loro fusione, alla bellezza e al mistero delle decorazioni raffigurate sul retro della faccia riflettente. La mostra organizzata dal Museo d'Arte Orientale, la prima del suo genere in Italia, intende far conoscere al grande pubblico il fascino e l'importanza di questi capolavori di tecnica metallurgica, che non si limitano a costituire uno dei più importanti capitoli della storia artistica cinese ma stimolano la riflessione sulle differenze e i parallelismi tra Oriente e Occidente in un ambito culturalmente
significativo. Lo specchio è un oggetto da toeletta comunemente adoperato dalle più diverse culture del pianeta, ognuna delle quali lo ha caricato – nel corso del tempo e in misura diversa l'una dall'altra – di significati e implicazioni simboliche che finiscono per esulare dall'uso pratico e sconfinano spesso nel campo delle superstizioni, della magia, della psicologia, della spiritualità. Ovunque nel mondo, sono ovviamente le stesse proprietà riflettenti dello specchio, la sua capacità di essere un universo 'altro', simile e allo stesso tempo profondamente diverso da quello nel quale viviamo, a facilitare parallelismi e analogie, a stimolare fantasie, a suscitare timori o fascinazioni. Nella sola cultura occidentale, la parola 'specchio' comporta un'infinità di associazioni mentali in campo mitologico, letterario, artistico, religioso quali pochi altri oggetti della
nostra vita quotidiana possono vantare. Possiamo facilmente immaginare come in altri universi culturali, come quello asiatico, le implicazioni possano essere altrettanto ricche e complesse. Ma si dimentica spesso che lo specchio è composto da un recto e da un verso, il secondo di solito non dotato delle qualità riflettenti del primo e quindi meno carico, almeno in Occidente, di implicazioni simboliche. In Asia orientale invece si è prestata eguale attenzione ad entrambe le facce, con il retro che diventa il supporto privilegiato per raffigurazioni che dialogano – seppur su piani concettuali e formali diversi – con la simbologia inespressa della parte specchiante.
Lo specchio cinese e la sua diffusione dal VI secolo a.C. all’epoca moderna A cura di Marco Guglielminotti Trivel MAO Museo d’Arte Orientale Via San Domenico 11 - Torino Orario: martedì-domenica ore 10-18 - chiuso il lunedì Ingresso al museo: intero € 10, ridotto € 8 gratuito ragazzi fino ai 18 anni INFO: tel. 011 4436927 e-mail mao@fondazionetorinomusei.it sito: www.fondazionetorinomusei.it Fonte: Fondazione Torino Musei - info@fondazionetorinomusei.i
Tesori del patrimonio culturale albanese 24 gennaio - 7 aprile 2013
La mostra propone un itinerario attraverso il patrimonio storicoculturale dell’Albania dalla Preistoria al XVII secolo e consente di riscoprire le componenti europee di alcune delle civiltà formatesi sulla costa orientale del mare Adriatico. Per conoscere le attività e le visite guidate per il pubblico organizzate in occasione della mostra clicca qui. L’esposizione è promossa dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero del Turismo, Cultura, Gioventù e Sport della Repubblica d’Albania con l’Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri italiano, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Città di Torino. Come ci hanno insegnato i grandi storici delle Annales, molti dei luoghi che il Novecento ci ha abituato a percepire come barriere e come confini politici tra le nazioni, sono stati invece per secoli luoghi di incontro e di scambio tra diverse civiltà, aree di incubazione di nuove culture scaturite dall’intreccio dei linguaggi, delle tradizioni, delle idee. È con questo spirito che dobbiamo oggi guardare al Mediterraneo e a quello stretto ramo di mare che si insinua tra la costa orientale italiana e la penisola balcanica, l’Adriatico, in passato collegamento diretto con le coste dell’Albania e della Grecia, ponte verso le grandi civiltà dell’Oriente. Le 150 opere raccolte nella mostra “Tesori del patrimonio culturale albanese”, organizzata per il centenario dell’indipendenza dell’Albania (1912), raccontano la millenaria vicenda della sedimentazione e della trasformazione della cultura di un popolo che affonda le sue radici nell’età preistorica per poi aprirsi alle influenze greco-ellenistiche, a quelle della Roma imperiale e, nel medioevo, accogliere i segni della
PALAZZO MADAMA Museo Civico d’Arte Antica Sala del Senato Piazza Castello, Torino 24 gennaio - 7 aprile 2013 Ingresso: intero € 10 ridotto € 8, gratuito ragazzi minori di 18 anni Orario del museo: martedìsabato 10-18, domenica 10-19, chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima Informazioni per il pubblico Tel. 011 4433501 palazzomadama@fondazione torinomusei.it www.palazzomadamatorino.it civiltà dei comuni italiani, fino all’ingresso nell’orbita dell’impero ottomano (1479). Le tracce di questa lunga trama storica sono documentate da reperti archeologici di uso comune (vasellame, scultura, bronzi, gioielli) e da oggetti di culto (tra cui uno splendente nucleo di icone) che vanno dal neolitico al XVIII secolo della nostra era e che consentono di ripercorrere idealmente anche i comuni destini dei popoli insediati sull’altra sponda dell’Adriatico, in quella penisola che oggi chiamiamo Italia. Se la mostra rappresenta, da un lato, un’occasione per riscoprire le radici europee dell’Albania, dall’altro intende delineare l’antico e profondo rapporto con l’Italia, che da secoli dialoga e collabora con l’Albania e ne accoglie le comunità in diaspora. Il percorso espositivo, organizzato cronologicamente e curato dal prof. Apollon Baçe, Direttore dell’Istituto dei Monumenti della Repubblica d’Albania, prende avvio dalla Preistoria, con oggetti in ceramica, gioielli, armi, statue dell’Antico Neolitico, dell’età del
bronzo, dell’età del ferro e del periodo arcaico; vasi, manufatti, statue, ritratti, monete, stele istoriate illustrano l’Antichità, dal periodo ellenistico e romano, sino ad arrivare all’Alto Medioevo. Gran parte di questo tesoro è stato portato alla luce grazie all’opera di ricerca e scavo di archeologi albanesi ed europei, tra cui anche alcuni italiani, come Luigi Ugolini (1895–1936). Il percorso giunge infine all’epoca bizantina presentando al pubblico una selezione di oggetti della liturgia bizantina, molti dei quali esposti per la prima volta in Italia e realizzati tra il XII e il XVIII secolo: pur nella fissità dei modelli figurativi, le icone presenti in mostra illustrano la ricezione della pittura italiana del Trecento e le trasformazioni apportate dal maestro Onufri e dalla sua scuola, confermando l’estrema permeabilità della cultura albanese.
Fonte: Fondazione Torino Musei - info@fondazionetorinomusei.i
Giorgio Ramella a Oriente verso Sud Dopo un lungo silenzio, come se rispondesse a un importante quesito che la notte, i suoi antenati e le speranze gli rivolgevano disse: “Oggi ho portato il mondo intero sulla testa�. Ben Okri, La via della fame
Piccoli elefanti - olio su tela - 2007- dim. cm 60x80 “Gli elefanti in Africa non li ho mica mai visti!”, dice ridendo Giorgio Ramella mentre mi mostra i suoi ultimi quadri. Ma io già lo sapevo che più che di viaggi qui si sarebbe parlato di miraggi. Per tutti coloro che si avvicinano alle sue tele è subito chiaro che l’altrove di Ramella, la sua Africa, il suo Oriente da Mille e una notte sono proprio, come le storie raccontate da Shehrazad al sultano, magnifiche invenzioni letterarie. Per salvarsi la vita. Certo, anche loro sono nate per questo. O comunque per renderla meno claustrofobica, per permettere alla mente e all’occhio di attraversare spazi lontani e incantati, assaggiandoli, annusandoli, ascoltandone il suono misterioso. Per condurci nel più sorprendente dei viaggi e dei miraggi, quello dell’artista che incontra il mondo nel proprio studio e lo irradia di luci. Perché se è vero quello che dice Paul Nizan, mai troppo ottimista né felice, che il viaggiatore è un amante senza amore, il pittore che lascia andar via una parte di sé e con l’altra aspetta i risultati di quell’escursione, il bottino di
immagini, leggende, miti, sogni, incubi e fantasie per mettere in scena un mondo che possa placare la nostra nostalgia dell’assoluto, questo sicuramente ha a che fare con le trame sotterranee della passione. E della felicità. Nelle ultime opere di Ramella riemergono i colori, i profumi, il lessico di un Oriente lontano e di un Africa di abiku, spiriti bambini che anche quando inquietano sembrano più burloni che feroci. Ma non è solo una questione di linguaggio, di fonemi che si aggregano per costruire immagini che hanno quel sapore lì. Non basta a suggerire paralleli, a tessere rapporti un immaginario di cupole, di minareti, di palme e di elefanti che ovviamente possiede una potente e perentoria convinzione visiva. È anche un questione di forma. La costruzione di queste opere evoca proprio l’espediente narrativo della Mille e una notte, la scatola preziosa che contiene un involucro da aprire, il quale ne trattiene un altro ancora. Il racconto nel racconto. Lì c’è un narratore che dà la parola alla
fanciulla che intrattiene il sultano, la quale la cede ai protagonisti delle sue storie che a loro volta ne hanno di nuove da narrare… Proprio come succede qui. C’è un’opera felicemente astratta che si apre a mostrare un altro piccolo mondo di animali e piante, di tramonti e luci. Ma lontano c’è ancora una porta davanti alla quale passano impassibili gli elefanti altalenando sulle loro grosse zampe. Oppure sul fondo ecco spazi infiniti, improvvise accensioni di colore saturo, ma anche profonde oscurità in cui la luna si prende la sua rivincita di latte e porporina. Opere come La Grande nuvola, La Caccia, Orizzonte blu, L’elefante e la palma hanno un prologo di sapienti tessiture, labirinti di decorazioni dove è possibile far viaggiare lo sguardo in una caccia gioiosa di emozioni visive. Ma Ramella suggerisce una finestra, apre uno spazio su una nuova storia, ci conduce letteralmente dentro la pittura. E così, dietro queste pareti colorate, tappezzerie brillanti di polveri argentate, di incastri tra triangoli, rombi e righe in cui pare sia
Re e regina - olio su tela - 2004 - dim. cm 120x180 esploso l’arcobaleno, aldilà di un sipario che sembra tessuto di argille e di terre, si acquatta un altro racconto, declinato per paesaggi incantati con il vento che agita le palme e lascia vagare le nuvole. Proprio queste si possono seguire di quadro in quadro. È facile riconoscerne l’andamento dondolante che somiglia in un modo imprevedibile a quello delle proboscidi degli elefanti. Sono loro la guida migliore attraverso le narrazioni dell’artista. Alla fine ti conducono in una Notte di pesci volanti, l’ultima opera realizzata per questa mostra che inaugura probabilmente il prossimo capitolo del romanzo figurato di Ramella. Un’oscurità, quella abitata dai pesci che si squarcia in un cromatismo abbagliante. “Il colore nuota” scriveva Nico Orengo qualche tempo fa a proposito dell’artista. E i pesci allora volano. Si potrebbe chiamare Africa e nuvole, parafrasando Paolo Conte, questa avventura del vedere per strati
sovrapposti in chi sta di fronte al suo quadro, instillandogli goccia a goccia la sua magica pozione visionaria. Un distillato in cui le odalische di Matisse si incrociano con gli animali del Doganiere Rousseau e con lo spazio metafisico dei dioscuri della pittura italiana - De Chirico e Savinio - capaci di inventare luoghi in cui interno ed esterno non sono più separati, ma si confondono in un cortocircuito destinato a infuocare l’immaginazione. Anche qui succede qualcosa del genere: la luna sembra essersi affacciata nella stanza della danzatrice che proietta la sua ombra rossa come fosse una roccia. E lei l’ha rincorsa fuori, nella notte degli elefanti e delle donne che sognano, con i profili impassibili, gli occhi allungati, dee di pietra, maestose e appagate, vestali di un rituale di fertilità che elargisce stelle. Viene in mente Antonio Debenedetti e il suo “cuore nebbioso di torinese” in cui la luce del Sud si fa spazio “con soffi di tramontana”. C’è sempre un po’ di brezza da queste
parti. Anche quando la belva sta per saltare addosso alla fanciulla che, come Panchaali, la protagonista del Palazzo delle illusioni di Chitra Benerjee Divakaruni, “ possiede una carnagione talmente cupa da essere definita blu”, un colore diffuso dappertutto come fosse un virus in un’atmosfera che ha qualcosa di sinistro. Quell’arco sul fondo sembra graffiato dagli artigli dell’animale che sta per sferrare il suo attacco, L’agguato. Eppure non riusciamo a sentire un presagio di morte. Non è possibile tra queste opere, anche quando diventano “più cattive”, come definisce l’artista quelle ispirate all’Africa, percepire soltanto il senso di perdita, di sconfitta. E così qui, in questo dipinto che intimorisce e attrae con un altrove che sa di pericolo, sembra che alla fine il contatto tra la bestia e la donna sfocerà, come nella migliori tradizioni mitologiche e fiabesche, in una trasformazione. Immaginiamo l’animale che si tramuta in principe come fosse un comune rospo da favola? O è più probabile che sarà lei, la
Abbraccio - olio su tela - 2004 - dim. cm 130x180
Africa - olio su tela - 2004 - dim. cm 120x180 languida ragazza che solleva il mento in un gesto orgoglioso della propria sensuale indolenza ad affilare le unghie? Chissà. Ciò di cui possiamo essere certi è che il loro avvicinarsi li renderà armonicamente simili. D’altra parte la Donna con gatto non sembra inscenare proprio questo lieto fine? Mentre qualcuno intorno a loro ha rastrellato e portato lì tutte le nuvole del cielo, loro due, idoli immobili ed eterni, mostrano il filo impalpabile e indistruttibile di una vera comunione. Armonia è una parola da usare per queste opere. Anche quando a dare il ritmo è uno strumento a corde, da pizzicare come la kora circondata da un coro di percussioni. Perché è evidente che queste tele un suono ce l’hanno. Come possiedono un odore e un sapore. Anzi tanti. Olga Gambari ha definito “fatta di spezie” la tavolozza di Ramella. E in effetti quel giallo sa di zafferano, l’ocra è di curry, il rosso è succo di melograno. Mentre di verdi ce ne sono pochi, e quando appaiono sono trasfigurati dentro mari di lavanda blu. E a far la differenza, guarda caso, è proprio
Donna che sogna 2 - olio su tela - 2004 - dim. cm 160x200
Africa 1 - olio su tela - 2004 - dim. cm 120x180
il colore. Cioè il gusto delle cose. Prendiamo la Donna che sogna, un quadro del 2004 nato da quello che il musicista africano Ali Farka Touré definirebbe “un incontro importantissimo nel regno del cuore della luna”, un’opera di versi notturni, dove anche la palma sembra fatta della “luna del Sud” di kleeiana memoria. Ramella lo ha ripreso, guardato, studiato e ripensato. “Mi piace rifare i quadri dopo un po’ - afferma - per vedere come cambiano dentro di me. D’altra parte Luigi Carluccio diceva che con un altro colore modifichi completamente una tela”. Ma certo, il colore è l’andamento musicale: pianissimo, vivace, allegro con brio, andante sostenuto, adagio. E infatti ecco la versione diurna dello stesso idolo femminile costruito di raggi di sole. Se uno è la notte assoluta, l’altro è l’estate assolata. Dietro, in entrambi i casi, in bianco e nero, c’è tutto l’immaginario di Ramella come fossero fotogrammi di un racconto. Anche qui, come in Nuvole o in Abbraccio, c’è uno sfondo teatrale in cui si muovono, o meglio sono fissati per
sempre in un compiuto gesto perfetto, i suoi protagonisti. Se fai uno zoom su uno dei particolari che si affaccia da lì dietro puoi vedere i quadri che verranno. Come L’elefante e la palma, in cui l’animale è solo. E a me piace pensare di aver ritrovato qui quello di un racconto di Murakami Haruki. L’elefante scomparso dal sobborgo di Tokyo che si era dileguato diventando sempre più piccolo. E aveva un solo amico, il suo guardiano, l’uomo che alla domanda su come facesse a dargli ordini e far spostare a suo piacimento quella massa pigra e imponente, poteva rispondere semplicemente: “È tanto tempo che stiamo insieme…” come fossero una vecchia coppia. E sono sicura che è stato il dondolare della sua proboscide, la stessa attraverso cui esprimeva a “colpetti leggeri sulla schiena” l’affetto per il vecchio guardiano, ad aver creato l’apertura sullo schermo colorato che lo nascondeva. Per invitarci a guardare dentro. E a seguirlo a raccogliere nuvole. Lea Mattarella
OPERE SCELTE JAVIER GARCERA'
10 gennaio 2013 - 23 febbraio 2013
Senza Titolo, 1998, 43x120cm, mista su tela su tavola La Galleria Opere Scelte ospita la mostra che rende omaggio al giovane artista spagnolo Javier Garcerà, attraverso opere di differente formato che spaziano dai paesaggi manipolati (fotografia emulsionata su tela), legati al periodo romano, alle grandi tele quadrate della fase successiva (dopo il 2000). Le tele esposte mostrano la visione dell'artista inerente alla relazione natura/spazio urbano ed il problema della rappresentazione della natura all'interno dello stesso: nelle opere del primo periodo lo spazio urbano è rappresentato da frammenti dello studio dell'artista che vengono evocati come apparizioni, all'interno delle quali si trasfigura il paesaggio naturale per mezzo della fotografia che viene manipolata con differenti tecniche, creando così paesaggi evanescenti ed evocativi. Lo spazio urbano prende poi il sopravvento all'interno delle grandi tele di formato quadrato in cui capannoni industriali, spazi in disuso o abbandonati, simboleggiano il fallimento della rivoluzione industriale e dell'era della macchina. L'elemento naturale è qui un mondo distante, casuale, inserito all'interno del relitto urbano. Le opere mostrano l'utilizzo della tecnica fotografica tradizionale su cui poi interviene pittoricamente l'artista a mezzo di colori acrilici, matite, cera ed olio, che spaziano dal bianco al nero. Il colore serve anche a rafforzare alcune zone delle tele emulsionate inserendovi una manualità che completa la colorazione delle stesse tele. Artista fra i più affermati dell'arte spagnola contemporanea, fortemente legato all'Italia dove ha vissuto, prima a Roma e poi a Milano. Le opere esposte in questa mostra sono state infatti tutte realizzate in Italia e per questo motivo ci è sembrato giusto esibirle. Successivamente, infatti, l'artista modifica la propria espressività introducendo il colore mantenendo, però, sempre la sua continuità stilistica.
Galleria Opere Scelte / via Matteo Pescatore 11D, 10124 Torino / T. 011 5823026 - M. 3493509087 sito: www.operescelte.com - mail: info@operescelte.com orario di apertura: martedì-sabato 15.30-20
L’opinione di PAOLA SIMONA TESIO Emila Sirakova Il suo è un operare alchemico si dipana tra molteplici situazioni: performance, disegno, moda, fotografia digitale e illustrazioni che si compenetrano in un’evoluzione stilistica senza eguali. Ma quello che più sorprende in questa straordinaria artista è la capacità di avvincere attraverso il suo segno inconfondibile. L’importanza del disegno nella costruzione dell’opera d’arte è fondamentale, e lei mediante i suoi lavori lo esalta appieno, anche intervenendo con sovrapposizioni di strati di carta ed elaborazioni che assurgono a flussi di coscienza, istinti, ricordi. Un figurativo che talvolta si veste di un sapore melanconico. Il passato emerge come un’eco, pare addirittura di percepire, simile ad una reminiscenza, la mirabile descrizione che il filosofo Walter Benjamin aveva saputo tracciare sull’Angelus Novus di Klee . Mirabili linee si dipanano nella realizzazione dei suoi soggetti, densi di “pathos espressivo” e quasi sempre dai lineamenti femminili, come se fosse immersa in una sorta di riflessione autobiografica . Per Vasari il disegno è anima, fondamento di tutte le arti, ed è proprio questo sentire che emerge dalle opere di Emila Sirakova. Ella è in grado di cogliere e sintetizzare la realtà esterna facendo delle sfumature che incontra e delle apparenze che l’attraversano, incisive forme visive, che trasmettono appieno concetti, idee, moti interiori e lancinanti fisionomie. Del resto, come sosteneva Vasari, il disegno è «padre delle tre arti nostre, architettura, scultura e pittura, procedendo dall’intelletto cava di molte cose un giudizio universale, simile a una forma o vero idea di tutte le cose della natura, la quale è regolarissima nelle sue misure, di qui è, che non solo ne corpi umani e degl’animali, ma nelle piante ancora e nelle fabriche e sculture e pitture, cognosce la proporzione che ha il tutto con le parti e che hanno le parti fra loro e col tutto insieme». Era un tempo antico in cui lo studioso si esprimeva, ma che riassume appieno il significato dell’estetica di questa straordinaria creativa. Chi guarda le sue ideazioni, sin dal primo acchito, apprende che il Disegno è la scenografia predominante e contemporaneamente il protagonista di tutta la sua pittura. In lavori come “Can’t Leave Can’t Stay” la plasticità del corpo, l’evidenza della muscolatura e delle vene degli arti superiori possono in parte rievocare l’espressività di alcune delle più intense opere di Egon Schiele, sebbene la risultante sia del tutto personale e le incursioni di spruzzi e macchie di colore donino all’insieme un’ ulteriore ed elevata drammaticità. Interessante, come già accennato, l’incursione di tecniche differenti, quali la fotografia e le inscrizioni che compendiano i dipinti con intento didascalico. Si evince la capacità dell’artista di indagare gli stati più profondi dell’umano, di carpirne le sofferenze e intesserne fili di panorami, come in una fitta struttura che incarna il contesto in cui il soggetto raffigurato vive. In “I mille nomi”, descrive il legame indissolubile che unisce gli esseri umani al respiro della madre terra. D’impatto le striature rosse che nell’immaginario rievocano il fluttuare sanguigno, o le infinite radici degli organi della respirazione. Possiamo avere molteplici lingue, ma una e soltanto una è la matrice di derivazione: la linfa vitale comune da cui tutte le creature provengono
CARATTERI LIMINARI DELLA NON FIGURAZIONE dal 23 febbraio AL 9 MARZO 2013
A cura di Giovanna Arancio espongono:
MARTINA BUZIOI PIERA BESSONE
LIVIO LOPEDOTE ITALO ZOPOLO
inaugurazione: sabato 23 febbraio, ore 18.00
LA TERRA E LO SLANCIO VITALE di Sergio Turtulici Etica del viandante. Così il Romanticismo e Nietzsche definivano la filosofia di vita di chi sta nellla “terra desolata”, come poi l’avrebbe cantata il poeta Eliot, con animo attento e sereno, con attesa e passione, nonostante tutto. E’ un elemento che corre sotto traccia nei lavori dei sei artisti in mostra collettiva a Torino, alla galleria Ariele dal 2 al 16 febbraio 2013. Cinque piemontesi di Pinerolo e dintorni - Pierantonio Masotti, Antonella Avataneo, Alessio Mezzalama, Enrico Challier, Beatrice Botto - e il siciliano di Siracusa Danilo Ricciardi. Etica del Viandante come fedeltà alla terra e all’umano, esplorazione con l’intelligenza e il cuore dello spazio oltre i ristretti orizzonti, guardando in faccia l’indecifrabilità del destino, abitando il mondo nella casualità della sua innocenza; come sacralità dell’eros; come slancio vitale che lega in continuità l’evoluzione creatrice, i processi del vivere e convivere da un tempo all’altro, da una generazione all’altra, il presente al passato e fa meno oscuro il futuro. Ha spiegato Filiberto Menna in un suo saggio storico-critico che una linea analitica tendente a concettuale caratterizza l’arte moderna. Le opere di questa collettiva rispondono a un assetto di costruzione formale, a un’estetica del bello e al contempo sono il calco della mente, di un pensiero profondo, rivelano un’esperienza del mondo che è il riflesso di un’esperienza di sé. E’ il modo moderno, contemporaneo di fare arte.
Danilo Ricciardi
Alessio Mezzalama
Enrico Challier
Beatrice Botto
Pierantonio Masotti
Antonella Avataneo
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
LOMBARDIA
Giovanni Bellini, dall'icona alla storia: dal 9 novembre 2012 al 25 febbraio 2013 09/11/2012 - Museo Poldi Pezzoli La mostra illustra l’evoluzione formale dell’iconografia della Pietà nella produzione artistica di Giovanni Bellini tra il 1457 circa e il 1470 attraverso l’esposizione di quattro straordinari capolavori dell’artista raffiguranti questo soggetto conservati al Museo Poldi Pezzoli, all’Accademia Carrara di Bergamo, al Museo Correr di Venezia e al Museo della Città di Rimini. Nelle quattro opere l’artista modifica e sviluppa progressivamente lo schema figurativo dell’Imago Pietatis – nato in ambito bizantino e riprodotto senza modifiche per tutto il Medioevo – raffigurando in maniera naturalistica il corpo di Cristo, aggiungendo il paesaggio come sfondo della scena e introducendo altri personaggi sacri accanto alla figura di Cristo. Il confronto fra queste opere permette di comprendere pienamente e analizzare la maturazione del linguaggio artistico di Giovanni Bellini, dall’iniziale influsso di Mantegna e Donatello alla piena formulazione del suo stile personale. Le opere stimoleranno riflessioni sul valore della bellezza in Giovanni Bellini e si declinerà anche in un percorso di carattere religioso, che toccherà i temi della pietas, della devozione e della penitenza. La mostra è stata preceduta da un’attenta campagna di studi e di analisi scientifiche, per indagare la storia delle opere esposte, chiarendo alcuni aspetti legati alla loro storia collezionistica, alla cronologia e al ruolo della bottega. I dipinti selezionati vennero tutti realizzati per la devozione privata: le ricerche svolte in occasione della mostra hanno riguardato le vicende collezionistiche e le committenze originarie delle opere per ricostruire il contesto culturale in cui esse nacquero e per approfondire il tema della riscoperta della pittura del Rinascimento veneziano, e di Giovanni Bellini in particolare, nel corso dell’Ottocento, nell’ambito del culto per le glorie patrie che tanta voga ebbe negli anni dei moti risorgimentali. Nella mostra saranno presentate al pubblico e valorizzate anche le opere del Rinascimento veneto del Museo Poldi Pezzoli, realizzate nella seconda metà del Quattrocento, quali laMadonna in trono con il Bambino e angeli di Antonio Vivarini, la piccola Deposizione dipinta su pergamena di Lazzaro Bastiani, la Madonna con il Bambino dello stesso artista e laCrocefissione di Alvise Vivarini, figlio di Antonio: opere che dimostrano quanto l’innovativo linguaggio artistico belliniano influenzò gli altri maestri veneziani suoi contemporanei. Questi dipinti furono acquistati da Gian Giacomo Poldi Pezzoli tra il 1855 e il 1879: la mostra sarà anche l’occasione per approfondire e mettere meglio a fuoco il gusto e gli interessi collezionistici del nobile milanese, intimamente legati alla parallela riscoperta del Rinascimento veneto da parte della nascente disciplina storico-artistica. Per informazioni: Museo Poldi Pezzoli Via Manzoni 12 - 20121 Milano Tel. 02 796334 | 02 794889 http://www.museopoldipezzoli.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
Dipinti, sculture e disegni del Novecento Mantova, Fruttiere di PALAZZO TE Dal 11 novembre 2012 al 24 febbraio 2013
Esperienze di collezionismo nelle raccolte della Banca Monte dei Paschi di Siena e della Fondazione Banca Agricola Mantova Palazzo Te, a Mantova, ospita dall’11 novembre 2012 al 24 febbraio 2013 una esposizione di opere che mette in luce due esperienze di “collezionismo” bancario italiano. Documentare stili e gusti del Novecento artistico italiano sotto la lente curiosa e avvertita di un sapiente collezionismo. Nasce da questo assunto la sorprendente mostra, dal titolo “Dipinti, sculture e disegni del Novecento. Esperienze di collezionismo delle raccolte della Banca Monte dei Paschi di Siena e della Fondazione Banca Agricola Mantovana”, che i due enti promotori allestiscono a Mantova, nelle Fruttiere della villa gonzaghesca, dall’11 novembre 2012 al 24 febbraio 2013, e nella quale saranno presentati artisti tra i più autorevoli del XX secolo, da Carlo Carrà a Ottone Rosai, da Giorgio Morandi a Filippo De Pisis, da Gino Severini a Giorgio De Chirico. La mostra, a cura di Barbara Cinelli e Donatella Capresi, con la collaborazione di Daniela Sogliani per la sezione mantovana, promossa da Comune di Mantova, Museo Civico di Palazzo Te, Banca Monte dei Paschi di Siena e Fondazione Banca Agricola Mantovana, con il patrocinio della Regione Lombardia, è organizzata dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te e dalla stessa Banca Monte dei Paschi di Siena.
Orario: lunedì: 13:00-18:00 da martedì a domenica: 9:00-18:00 Mantova, Palazzo Te, Viale Te 13 Telefono: 199 199 111
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Milano, Galleria Zamenhof Koinè
mostra collettiva a cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini Opere di Salvatore Alessi, Giorgio Ballerani, Marco Bellomi, Walter Bernardi, Marina Berra , Alberto Besson, Marta Boccone, Andrea Boldrini, Fiorenzo Bordin, Andrea Borghi, Simone Boscolo, Ivano Boselli, Marco Bozzini, Annamaria Bracci, Vito Carta, Anna Cesi, Alfredo Colombo, Lorenzo Curioni, Francesco De Raffaele, Giuseppe De Michele, Bruno De Santi, Laura Di Fazio, Isa Di Battista, Siberiana Di Cocco, Daniela Doni, Paolo Facchinetti, Carlo Fontanella, Massimo Gasperini, Silvio Gatto, Michelle Hold, Angela Ippolito, Angela keller, Toshiko Kitatani, Paolo Lo Giudice, Claudia Margadonna, Maeva Marrone, Franco Maruotti, Eleonora Mazza, Natalia Molchanova, Maurizio Molteni, Bruno Moretti Sanlorano, Silvio Natali, Giuseppe Orsenigo, Beatrice Palazzetti, Domenico Paolo, Alessandro Pedrini, Gabriele Perissinotto, Angelo Petrucci, Luigi Profeta, Emanuele Racca, Michele Recluta, Marialuisa Ritorno, Alessandro Rossi, Imerio Rovelli, Luciana Schiazza, Susanna Serri, Rosa Spina, Catherine Schmid, Claudia Strà, Mariangela Tirnetta, Luciano Valensin, Federica Vairani, Lydmila Vasileva, Jarmila Vesovic, Gianfranco Zazzeroni.
Com’è ormai d’abitudine, fin dal primo anno di programmazione, la Galleria Zamenhof ha un appuntamento fisso con quella che potremmo definire “la mostra delle mostre”. “la mostra delle mostre”. Tutti gli anni infatti, a fine stagione o al principio della stagione successiva, c’è questa specie di rito che consiste nell’allestire una specie di riassunto delle puntate precedenti: una mostra che riassuma e sintetizzi, in qualche modo, la programmazione della stagione appena conclusa. Al tempo stesso è un’occasione per fare il punto di un anno di lavoro e per meglio comprendere, forse, il senso di quello che si è fatto. Per i visitatori è un’occasione per vedere opere e artisti che magari erano sfuggiti. Per noi, fin dal principio è stato chiaro che significava anche mettere a fuoco la nostra idea di arte contemporanea: quello che ci sembrava rilevante, e accostando un autore all’altro, spesso apparentemente diversissimi, provare a capire se qualcosa ci fosse in comune e cosa e se questo “qualcosa”, questo terreno comune fosse la possibile base, il possibile punto di partenza per definire i termini e la sintassi di una lingua comune dell’arte contemporanea. In greco antico infatti col termine “koinè” si indicava la lingua comune dei greci, al di là delle differenze dei dialetti e delle lingue locali (l’attico, il dorico, ecc.). Ora più che mai è evidente la necessità di definire se ci sia un minimo comun denominatore nell’infinità di variabili dell’arte contemporanea, al di là delle mode o dei fenomeni di superficie, al di là di inutili distinzioni tra generi, figurazione e astrazione, tra moderno e contemporaneo.
L’opinione d i Vi r g i l i o P a t a r i n i
L’informale è come l’acqua alle montagne. In territorio americano poi le precoci esperienze di Arshile Gorky della fine degli anni trenta sono come un piccolo torrente di montagna che percorre a lungo territori brulli e aridi senza incontrare altri corsi d’acqua, così come in Italia il Fontana dei primi Concetti spaziali o il Burri delle Muffe e dei Catrami. E poi c’è l’Informale segnico europeo che è come un grande fiume che nasce dal confluire di tanti fiumi impetuosi come Mathieu, Soulages, Jorn, Riopelle, Hartung… O la cosiddetta “Pittura d’inazione”, ramo importante dell’Informale americano, che è come un grande placido lago che nasce dal confluire della pittura di Ad Reinhardt, Clifford Still, Mark Rothko, Barnett Newmann… E così via. Quanto poi al paesaggio italiano i corsi d’acqua maggiori sono l’Astrazione Lirica di Afro, che è un fiume di luce che scivola tra colline dalle forme arrotondate, l’Espressionismo Astratto di Vedova, che è un torrente in piena irruente e vorticoso, l’Informale Materico di Burri, che è un largo fiume di pianura che ha esondato e trascina con se materiali di ogni tipo, e l’Ultimo Naturalismo di Morlotti, che è un ruscello di montagna che rispecchia e deforma il paesaggio che attraversa… e questi quattro fiumi principali, a cui occorre aggiungere numerosi altri affluenti e fiumiciattoli paralleli… ebbene ognuno di questi sfocia in un mare che tutt’ora lambisce ampie spiagge dell’Arte Italiana. (da “La via italiana all’Informale. Da Afro, Vedova, Burri alle ultrime tendenze”, a cura di V. Patarini, nelle migliori librerie a partire dalla metà di febbraio, l’ed. Giorgio Mondadori)
Paolo Facchinetti
Ma chi l’ha detto che un movimento artistico, un’Avanguardia o altro, debba avere sempre e necessariamente una nascita, uno sviluppo e una morte, secondo un modello di tipo “biologico”? Le articolate vicende dell’Informale, piuttosto che la consueta metafora dell’organismo biologico sembrerebbero semmai suggerire altro: una metafora “fluviale”, ad esempio, o piuttosto “acquatica”. Ci sono false e precoci partenze che sono come sorgenti che sgorgano in luoghi remoti tra le montagne e che non confluiscono in nient’altro che nel proprio alveo circoscritto. Altre che si inabissano e riaffiorano altrove, portando acqua e linfa vitale ad altri corsi d’acqua. Poi ci sono sorgenti che scorrono e si trasformano in veri e propri torrenti che poi s’incontrano con altri torrenti e danno origine a fiumi più grandi e che infine sfociano in mari e oceani… Ecco il punto forse è proprio qui: nello sfociare nel mare. E il mare non finisce. Il mare non muore. Anche i fiumi non muoiono: possono andare in secca per certi periodi o affondare nella terra per divenire sotterranei e riaffiorare chilometri lontano. Ma l’acqua non si ferma. L’acqua continua a scorrere. L’acqua non muore. L’Informale è come l’acqua. L’Informale non muore. L’Informale continua a scorrere. Parlando dell’Informale in territorio europeo, ad esempio, possiamo pensare a Kandinsky e Mirò come a due veri e propri anticipatori: due sorgenti che zampillano tra le rocce del paesaggio surrealista, scorrono impetuose in quel territorio, per poi inabissarsi, divenire corsi d’acqua sotterranea e riaffiorare poi anni dopo e alimentare il largo fiume dell’Informale Europeo che attraversa Parigi. In questo senso si può ad esempio interpretare la mostra retrospettiva dedicata a Kandinsky nel 1946, a Parigi, nella galleria di Renè Drouin: un riaffiorare del fiume sotterraneo Kandinsky che porta acqua e linfa vitale al nascente Informale europeo. Così come analogo era stato il ruolo della retrospettiva dedicata a Cezanne nel 1906, sempre a Parigi, per la nascita del Cubismo. L’ esperienza in ambito Dada di Schwitter invece, tanto straordinariamente precoce e anticipatrice di tanto informale “materico” successivo quanto fenomeno senza riscontri nel suo tempo, ci appare come una sorgente isolata, sperduta in mezzo
Alex Kanevsky Doppio sogno 15 novembre 2012 – 13 gennaio 2013 inaugurazione giovedì 15 novembre alle ore 18 Via dell’orso, 12 (entrata via Ciovasso, 3) - 20121 - Milano La Barbara Frigerio Contemporary Art è lieta di presentare per la prima volta in Italia una personale dell’artista di origine russa Alex Kanevsky, i suoi dipinti, realizzati con la tradizionale tecnica dell’olio su tela, sono costruiti come pseudonarrazioni attorno alle quali la realtà pare assurda nel senso narrativo convenzionale. Le immagini colpiscono l’osservatore scatenando risposte emotive precise senza che persista l’ideale narrativo, mettendo in luce il fattore interpretativo, non la storia in sé. I ricordi sfumati , le macchie di colore e la specularità dell’immagine sembrano rimandare al test psicologico di Rorschach, richiedendo così espressamente l’intuizione personale del pubblico, avvolto dall’acceso cromatismo. L’artista per realizzare un suo dipinto parte da una suggestione che non è sempre esplicitata nel titolo ma risulta l’elaborazione psicologica di ricordi e risposte emotive, amplificando l’effetto dell’interpretazione personale e la ricerca di immagini che possano rappresentarle nella realtà. L’obbiettivo prefissato da Kanevsky è quello di giungere ad una maggiore chiarezza interpretativa attraverso la natura assurda degli eventi, approfondendo i vari aspetti nei suoi dipinti. Le sue tele risentono della tradizionale pittura figurativa contaminata allo stesso tempo da una forte presenza astratta, elementi che si mescolano ad una più contemporanea tecnica gestuale.
SPIRITO ITALIANO è un progetto di FABBRICA BORRON Fabbrica Borroni è nata e si è sviluppata come una struttura culturale indipendente e autofinanziata che ha come oggetto il sostegno e lo sviluppo della giovane arte italiana. L'origine e l'idea fondante è naturalmente la Collezione Borroni, ormai nota a livello nazionale, e lo sviluppo quasi ovvio è stato di organizzare una lunga serie di mostre rivolte ai giovani e giovanissimi talenti italiani. Tutto ciò con l’intervento di giovani o giovanissimi curatori, anche alle prime armi, proprio per dimostrare la verità di quello che sosteniamo da sempre: dare la possibilità ai giovani di crescere e di prendere consapevolezza dell’importanza che rivestono per la società. www.spiritoitaliano.org www.fabbricaborroni.it Facebook: Spirito Italiano Arte Twitter: SI_arte Per informazioni: info@spiritoitaliano.org tel. 02.36507381 – 02.36507046 (fax)
Fabbrica Borroni Bollate Via Matteotti 19 – 20021 Bollate (MI)
13 febbraio - 5 aprile 2013 Serata di inaugurazione del progetto Spirito Italiano e presentazione dell’atto I di Spirito Italiano. Artisti in mostra: Guido Airoldi, Diego Mazzaferro, Davide Paglia
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
LIGURIA
Miró! Poesia e luce 5 ottobre 2012 – 7 aprile 2013
Genova, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge
Palazzo Ducale ospita dal 5 ottobre 2012 al 7 aprile 2013 una rassegna esaustiva dell’opera di Joan Miró (18931983), il grande artista catalano che lasciò un segno inconfondibile nell’ambito delle avanguardie europee. La mostra, dopo il successo della prima tappa espositiva a Roma, presso il Chiostro del Bramante, giunge a Genova nell’Appartamento del Doge e presenta oltre 80 lavori, tra cui 50 olii di sorprendente bellezza e di grande formato, ma anche terrecotte, bronzi e acquerelli. Si potranno ammirare tra i capolavori, gli olii Donna nella via (1973) e Senza titolo (1978); i bronzi come Donna (1967); gli schizzi tra cui quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University, tutti provenienti da Palma di Maiorca dove la Fundació Pilar i Joan Miró detiene molte opere dell'artista, concesse in via del tutto eccezionale per questa esposizione. Promossa dal Comune di Genova e dal Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, la mostra Miró! Poesia e luce è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Fundació Pilar i Joan Miró e Ajuntamento De Palma De Mallorca. La curatrice è María Luisa Lax Cacho, ritenuta a livello internazionale tra i maggiori esperti dell'opera di Miró, la quale ha voluto illustrare l'ultima fase della produzione della lunga vita dell'artista, quando finalmente concretizzò a Maiorca nel 1956 un suo grande sogno: un ampio spazio tutto suo, dove lavorare protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli. In occasione della mostra, lo studio che Miró aveva tanto desiderato è stato ricostruito scenograficamente all'interno degli spazi espositivi. Orario: da martedì a domenica 9-19; lunedì 14-19.00 Biglietti (audioguida e microfonaggio obbligatorio inclusi) € 13 intero € 10 ridotto € 10 ridotto Gruppi (pren. obbligatoria min 15 max 25 persone) € 5 scuole € 13 Biglietto Speciale Aperto € 16 cumulativo con la mostra Steve McCurry Dal 6 al 14 ottobre possessori del biglietto del Salone Nautico (6-14 ottobre 2012) entrano con biglietto ridotto. I gruppi che prenoteranno entro il 4 ottobre 2012 potranno accedere alla mostra dal 5 ottobre al 4 novembre 2012 con uno sconto speciale. Informazioni e prenotazioni: 0109868057 Informazioni e prenotazioni scuole: 0105574 004 biglietteria@palazzoducale.genova.it http://www.palazzoducale.genova.it www.mostramiro.it www.facebook.com twitter.com/miro_genova www.arthemisia.it Joan Miró Senza Titolo, 1978 Olio su tela, Fundació Pilar i Joan Miró, Mallorca © Successió Miró by SIAE 2012 Foto: © Joan Ramón Bonet & David Bonet / Cortesía Archivo Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca A cura di María Luisa Lax Cacho Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
L’opinione d i Va l e n t i n a S a v a s t a n o ANDREA CUCCHI
La poliedrica collezione di Andrea Cucchi, frutto di una produzione irrequieta e caotica, mescola con gusto sicuro esperienze artistiche e culturali tra le più diverse ottenendo un mélange grafico di grande sostanza. Le opere si alterneranno tra: legni incisi, tele dipinte con colori acrilici e smalti, i “quadri-scultura tridimensionali” e oggetti decorativi frutto dei medesimi grafismi presenti nelle tele. Nella sua ricerca si intravedono esperienze formative dell’astrattismo classico, dell’espressionismo, ricordi più recenti che arrivano dalla pratica della grafica, del design e dell’illustrazione; tutto miscelato con un pizzico di arte brut si esprime attraverso una forte gestualità, la riscoperta del segno e della sintesi iconografica, in colori decisi e primari. Il risultato è di grande energia. Di ritorno da New York, dove nel mese di ottobre ha esposto alla Broadway Gallery per “Politics, Practices and Emotions”, presenterà per il suo primo solo show Bolognese alcune tele più tre installazioni site specific volte a ricreare un’ambiente suggestivo e fantastico con cui si potrà avere contatto diretto con I pensieri dell’artista nel suo momento Creativo ironicamente definito “periodo digestivo” . Immancabili saranno le produzioni tridimensionali, gli elefantini, I colori e le forme che contraddistinguono la continua ricerca di media espressivi al di fuori della tela tradizionale. Tutto frutto dell’assiduo lavoro estivo e del bagaglio emozionale portato dalla recente esperienza Americana. Andrea Cucchi, 1974, designer di professione ha collaborato con importanti agenzie di pubblicità e studi grafici tra cui InArea a Roma e Forchets a Milano, attualmente vive a Bologna e si occupa della direzione creativa per una delle maggiori web agencies italiane. Nel 2006 è stato selezionato da ADI, IED e BMW tra i migliori designer under 35 operanti nel territorio italiano per partecipare alla seconda edizione del Mini Design Award e conseguente esposizione alla Triennale di Milano, recentemente ha esposto a New York per la mostra collettiva Politics, Practices and Emotions @ Broadway Gallery. Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati su Arkitip (USA), Rojo Magazine (BCN) e Urban (ITA).
Galleria ANTIGONE Direzione artistica CLAUDIO MARCIANO
Arte antica e moderna da tutto il mondo, sculture e pitture.
Spazio disponibile per allestimenti di personali e collettive, su selezione. Operte in permanenza dei seguenti artisti: Briscese Enzo, Fiorini Felice. Marciano Claudio, Raffaele Capuana, Sante Battaglia. Angela Merli, Claudine Poinsard, Giglioli Marco, Chiappalone Saverio, Sergio Longhi, Normanno Locci, Curioni.
Via castello, 46 - 18035 - Dolceacqua - (Imperia) tel. 0184.20 69 69 mail: marciano.claudio@libero.it www.claudiomarciano.altervista.org
BEATRICE BOTTO
Galleria “La Confraternita degli Artisti”, via Trento 91 - Pinerolo
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
VALLE D’AOSTA
Aperto al pubblico il Castello Gamba
Sabato 27 ottobre 2012, il Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Augusto Rollandin e l’Assessore all’istruzione e cultura, Laurent Viérin, hanno inaugurato, davanti ad un folto pubblico, il Castello Gamba di Châtillon, una nuova realtà museale dedicata all’arte moderna e contemporanea, dotata di caratteri peculiari, che si inserisce all’interno del sistema di valorizzazione e fruizione pubblica delle dimore storiche e dei castelli valdostani. All'inaugurazione sono intervenuti, oltre al Presidente e all'Assessore, il Soprintendente per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d'Aosta, Roberto Domaine, il Sindaco di Châtillon Henry Calza e Rosanna Maggio Serra, curatrice del percorso espositivo. In occasione dell’apertura del castello, è stata inaugurata la mostra Italo Mus (1892 - 1967) nelle collezioni della Regione autonoma Valle d’Aosta, a cura di Sandra Barberi, dedicata all’artista simbolo della Valle d’Aosta e allestita nello spazio destinato alle esposizioni temporanee e nell’altana panoramica al terzo piano del castello. Castello Gamba Località Cret de Breil 11024 Châtillon http://www.castellogamba.vda.it/
Orari: OTTOBRE-MARZO 9.30 – 13.00 / 14.00 – 17.30 chiuso mercoledì, 25 dicembre e 1° gennaio APRILE-SETTEMBRE 10.00 – 18.00 Ingresso intero € 5,00 Ingresso ridotto € 3,00
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Terra ALL’UOMO
Yann Arthus-Bertrand
DALLA
un ritratto aereo dell’uomo
Gli incredibili ritratti aerei del fotografo-registra francese Yann Arthus-Bertrand dedicati ai profondi e inquietanti cambiamenti ambientali del pianeta sono al centro del nuovo grande evento espositivo del Forte di Bard, Dalla Terra all’Uomo, visitabile dal 7 dicembre 2012 al 2 giugno 2013 nelle sale delle Cannoniere. L’esposizione si pone l’obiettivo di presentare in chiave artistica e divulgativa la migliore produzione dell’artista. Si tratta della prima retrospettiva italiana a lui dedicata.
LA TERRA VISTA DAL CIELO Il percorso espositivo presenta oltre cento fotografie di grandi dimensioni che rappresentano la migliore produzione del progetto “La terra vista dal cielo – La Terre Vue du Ciel” realizzato sotto l’Alto patronato dell’Unesco e sostenuto da Air France comprese le più recenti immagini scattate nel corso degli ultimi viaggi dell’artista e quindici fotografie realizzate site specific sulla Valle d’Aosta. HOME Alle fotografie, che sono corredate da didascalie ricche di contenuti, si affiancano spettacolari film realizzati da ArthusBertrand, tutti proiettati in alta definizione e su maxi schermi. Il film “Home” viene per la prima volta proposto con la voce narrante di Isabella Rossellini. La pellicola, presentata nel 2009 in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente e realizzata con la collaborazione di Luc Besson e François Henri Pinault, vuol essere una fotografia dello stato di salute del pianeta e dei problemi cui l’umanità deve fare fronte. VU DU CIEL VAL D’AOSTE In mostra anche il nuovissimo video “Vu du ciel Val d’Aoste”, incredibile viaggio sulle montagne più spettacolari delle Alpi. La produzione dell’artista è accompagnata dalle straordinarie musiche originali di Armand Amar, compositore israeliano, autore di numerose colonne sonore per il teatro, il cinema e la televisione. Armand Amar ha vinto il Premio César nel 2010 per la miglior colonna sonora per il film Il Concerto. 7 MILIARDI DI ALTRI Una sezione del percorso è dedicata al progetto della Fondazione GoodPlanet presieduta da Arthus-Bertrand, dal titolo “7 miliardi di Altri” che, rifocalizzando l’attenzione dalla Terra all’Uomo, raccoglie decine di interviste realizzate in 84 paesi che raccontano esperienze di vita, sentimenti e valori, dando così testimonianza dell’universalità e dell’individualità che caratterizzano tutti gli uomini. Si tratta di un’installazione di grande effetto, suggestiva e immersiva, che pone i visitatori di fronte a immagini giganti raffiguranti testimoni reali di ogni razza del pianeta: dal pescatore brasiliano all’artista tedesco, all’agricoltore afgano. Ognuno ha risposto alle stesse domande in merito alle proprie paure, ai propri sogni, alle proprie speranze per il futuro. Il progetto “7 miliardi di Altri” è stato realizzato dalla Fondation GoodPlanet con il sostegno di BNP Paribas. Prezzi: Intero: 6,00 € Ridotto/Ragazzi: 4,00 € Orari: dal mercoledì al venerdì 10.15 | 18.00 sabato, domenica e festivi: 10.15 | 19.00 Info: + 39 0125 833811 www.fortedibard.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
ALESSANDRO ROSSI
ALESSIA BROZZETTI
LAURA SCARINGI
ALBERTO BESSON
CONSUELO RODRIGUEZ
ANGELA IPPOLITO
ANGELO PANTALEO
GAETANO FIORE
MILENA PEDROLLO
GALLERIA ARIELE - Via Lauro Rossi, 9c - 10155 - Torino - Tel. 011.20 73 952
L’opinione di Nicoletta Balani Influenze artistiche contemporanee Come viene influenzato un artista al giorno d’oggi? Come e cosa l’inconscio elabora in un mondo così caotico di immagini che provengono da ogni luogo? Come valutare l’originalità di un lavoro? L’artista è bombardato incessantemente da milioni d’informazioni e d’immagini che, volente o nolente, contribuiscono al personale percorso artistico-culturale. Stili e tecniche diversi si propongono sulla scena ormai composta da piccoli pixel che viaggiano instancabilmente in tutto il globo terrestre. E’ sufficiente cliccare sull’immagine, osservare, valutare, appropriarsi di ciò che impressiona. L’opera non è più “per pochi”, anzi è volutamente catapultata in uno spazio culturale aperto, dove circola liberamente, senza limiti. I dati vengono così elaborati consciamente e inconsciamente, andando a infittire quel bagaglio culturale specifico di ogni artista che con il tempo e con il costante apprendimento contribuisce a formare un determinato stile. Gli influssi sono sempre esistiti anche se in maniera assolutamente differente nel corso dei secoli. Con la fotografia prima e il cinema poi, ma più in generale con l’avvento della società industriale, l’opera d’arte entra, come afferma Benjamin, nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica). La prepotente affermazione di internet provoca un radicale cambiamento nella "identità" stessa delle immagini, provocando una conseguente fruizione immediata e universale. La circolazione di dati diventa caotica e dispersiva ma anche foriera d‘idee e di spunti per una nuova creazione. L’artista può arrivare a una peculiare cifra stilistica e spesso ciò è il risultato di molteplici influenze, di tecniche e stili interiorizzati, di figurazioni fatte proprie. Ora è quanto mai difficile per i critici identificare ciascun condizionamento artistico in un tale magmatico flusso d’informazioni. Il contatto critico-artista è sempre stato di fondamentale importanza per comprendere appieno il retaggio del passato, i legami con altri artisti, gli influssi ambientali e culturali e non solo. E' sempre stato necessario instaurare un proficuo scambio tra queste due figure ma ora per chi analizza è indispensabile più che mai esaminare direttamente le creazioni, contestualizzandole. Occorre “vedere e rivedere” (A. Venturi), indagare in modo approfondito attraverso uno studio incessante dei documenti e delle opere d’arte, analizzando ogni influenza e condizionamento possibile. In tal modo, nella frastornante diffusione di espressioni artistiche, forse si riesce a cogliere l’originalità e la peculiarità del lavoro di un artista.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
VENETO
GIUSEPPE DE NITTIS 19 gennaio - 23 maggio 2013 120 capolavori provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni pubbliche italiane e francesi costituiranno il percorso espositivo della più importante mostra mai realizzata su uno dei protagonisti assoluti della pittura dell’Ottocento europeo. Prendendo avvio da quanto emerso dalla rassegna che, tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, il Petit Palais di Parigi ha riservato all’artista, l’iniziativa segnerà una svolta negli studi e nella valorizzazione internazionale del pittore pugliese, grazie anche al recupero di lavori non presenti in quella occasione, alcuni dei quali ignoti alla critica, altri assenti dall’Italia da molto tempo, come quelli che appartengono al ciclo delle vedute londinesi. Le opere arriveranno dalle maggiori istituzioni francesi, tra cui il Petit Palais di Parigi, il Musée Carnavalet di Parigi, il Musée des Beaux-Arts di Reims, e dai più importanti musei e gallerie pubbliche italiane: oltre alla Pinacoteca De Nittis di Barletta, che possiede la straordinaria raccolta di dipinti rimasti nell’atelier dell’artista dopo la sua morte precoce, l’elenco dei prestatori può contare sull’apporto della Pinacoteca Provinciale “C. Giaquinto” di Bari, della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, delle Raccolte Frugone di Genova, della Galleria d’Arte Moderna di Milano, del Museo di Capodimonte di Napoli, della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, del Civico Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna di Trieste, della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia. Incisivo è stato il contributo di prestigiose raccolte private, di storici collezionisti di De Nittis, da cui provengono i dipinti meno noti, capolavori assoluti riproposti al pubblico in questa occasione. Padova - Palazzo Zabarella, - Fondazione Bano, Via degli Zabarella 14 Orario: Dal martedì alla domenica 9.30 – 19.00 Chiuso i lunedì non festivi Aperto lunedì 1 e 29 aprile Tel. 049 8753100 info@fondazionebano.it - info@palazzozabarella.it http://www.zabarella.it/
VISITE GUIDATE E GRUPPI Gruppi € 110.00, scuole € 50.00 (tariffa non applicata a scuole di specializzazione e scuole di adulti; per visite effettuate il sabato e la domenica viene applicata la tariffa dei gruppi) Scuole fino a 25 alunni visita € 50.00 + € 6.00 biglietto singolo partecipante + € 1 di prevendita + 2 gratuità per gli insegnanti senza prevendita. (tot 27 pax) Gruppi da 15 a 25 persone max , visita € 110.00 + € 9.00 biglietto singolo partecipante + € 1 di prevendita + 1 gratuità per capogruppo senza prevendita Con esclusione delle scuole, le visite guidate per i gruppi verranno effettuate con l’ausilio di un apparato microfonico e cuffie personalizzate. Questo servizio è compreso nel costo della visita guidata. Per i gruppi con guida propria è obbligatorio il noleggio di apparecchiature audio per un costo di € 50.00 *Le scuole che non si servono per le visite di personale incaricato dalla Fondazione Bano devono avvalersi del proprio personale docente. Non sono consentite visite guidate se non autorizzate dalla Direzione. GUARDAROBA Gratuito. Obbligatorio per valigie, borse, zaini, caschi, ombrelli e oggetti il cui ingombro sia ritenuto pericoloso dal personale di sorveglianza. Non sono ammessi all’interno delle sale passeggini, animali, cibi e bevande.
Giornata d’inverno, 1882 Pastello, cm. 150x89 Barletta, Pinacoteca Giuseppe De Nittis
I pioppi Olio su tavola, cm. 40,7x32,4 Collezione privata
AUDIOGUIDE È disponibile il servizio di noleggio audioguide in italiano e inglese al costo di € 5.00 (audioguida singola); € 8.00 (audioguida doppia)
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI CALL CENTER Tel. +39 049 8753100 Fax +39 049 8752959 prenotazioni@palazzozabarella. it www.zabarella.it
In riva al lago, 1875 Olio su tela, cm. 64x75,5 Collezione privata, courtesy Società di Belle Arti, Viareggio
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IL MELONE arte contemporanea - Rovigo - via Oberdan, 31
L’opinione di Sergio Turtulici AKELO - ANDREA CAGNETTI
L’ORO ETRUSCO E LA MATERIA COSMICA
Ha scritto Nietzsche nella Gaia scienza che è veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con il suo tempo e, in quanto aderisce ad esso e, insieme, ne prende le distanze, ne percepisce più degli altri il senso. Andrea Cagnetti, in arte Akelo ( Corchiano di Viterbo -1967), orafo e scultore, dice di sé di essere un’anima antica, un uomo del Rinascimento che vive nel 21° secolo. Studioso tra i maggiori al mondo dell’Oro degli Etruschi, Akelo ne ripete nel suo lavoro le tecniche di lavorazione e scultura dell’oro e del ferro, sue opere sono state acquistate negli USA dal Museum of Fine Arts di Boston dal Newark Museum del New Jersey, dal Museum of Art and Archaelogy,University of Missouri. C’è una corrispondenza simbolica tra i monili d’oro, gli “object o virtue” nella tecnica etrusca di Akelo orafo e le sue “sculture antropomorfiche”, gli “strani meccanismi” nella materia del ferro lavorato con ossidi. Forme plastiche di frammenti assemblati in cotte e volute di maglie metalliche, così come nelle lavorazioni orafe si legano insieme gli anelli di una catena, di una parure. I monili, gli oggetti preziosi appaiono come reperti archeologici di un tempo del mito e della storia e la stessa valenza di significato, epifanie emerse da lontananze di tempo e di spazio tra remote e cosmiche, hanno le sculture antropomorfiche dI ferro. Hanno un fascino strano ed inquietante, metafisico, come molti reperti della statuaria etrusca che appaiono così arcaici e così ultramoderni, con quelle loriche ferrate come tute spaziali. Così pure gli “strani meccanismi” vivono di un’ambivalenza semantica arcana, di macchine, oggetti non identificati provenienti da altri mondi, da lontananze cosmiche, dal futuro. Hanno la malia di certe figurette dipinte di Klee, come marziani approdati ad osservare la terra che si dice abbiano ispirato l’ET del film di Steven Spielberg. Cos’è la suggestione del nostro tempo per le fiction sospese tra tempo remoto e futuribile così frequentate dal cinema statunitense se non il segno di un disagio della civiltà? Una scultura come lo “Strange mechanism” del Museum del Missouri è simbolica di questo dualismo tra passato remoto e proiezione fantastica di una nuova frontiera futura. Consistente com’è – è stato ben notato – di “un turbinio molecolare di particelle che compongono la materia del cosmo, sospese nel vuoto, in attesa di essere plasmate in entità superiori”.
DIANA RAMA mostra personale
, , , SARKA MRAZOVA mostra personale
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
I silenzi della neve
dal 24 novembre al 3 marzo 2013 Dalle immagini di Faganello, Gadenz, Perdomi, Pedrotti, Rensi e Vender affiorano le differenti sensibilità davanti al bianco della neve e alle sue forme, le loro modalità di cogliere i dettagli in un mondo che muta il proprio aspetto per una stagione o solo per qualche giorno, e di compiere sperimentazioni su ombre e di luci sfuggenti. Torre Vanga, piazza della Portela n. 1 Chiuso il lunedì, il 25 dicembre ed il 1° gennaio 2013. Orario 10.00 - 18.00 Ingresso gratuito tel. 0461 492100 sopr.storicoartistici@provincia.tn.it
Evidence
Mostra fotografica di Fabio Bucciarelli Iran, Birmania, Sud Sudan, Libia e Siria: 70 fotografie suddivise in 5 reportages, un excursus sui conflitti che hanno attanagliato il mondo durante gli ultimi anni, esposte alle Gallerie di Piedicastello. Il fotografo è il testimone e le sue immagini la prova di quello che i suoi occhi hanno visto. La guerra vissuta dal di dentro, dalla parte degli ultimi, con gli sguardi di coloro che la soffrono: il dolore, gli scontri, i profughi e i civili che continuano la loro vita sotto le bombe, sono i personaggi dell’esposizione di Bucciarelli. Personaggi che attraverso la sua macchina fotografica prendono vita, tornano a respirare per presentarsi, più attuali che mai, al loro pubblico. Fabio Bucciarelli, prima di diventare fotoreporter si è laureato in Ingegneria delle telecomunicazioni nel 2006 presso il Politecnico di Torino. Durante gli studi universitari ha frequentato la Univiersidad Politecnica di Valencia dove si è specializzato nello studio delle immagini digitali. Dal 2009 si dedica completamente alla fotografia e comincia a lavorare come fotografo di staff per l’agenzia LaPresse/Ap. Bucciarelli ha vinto diversi premi internazionali e il suo lavoro è stato pubblicato dal New York Times, Stern, The Times, The Guardian, The Wall Street Journal, LA Times, Foreign Policy, The Telegraph, Vanity Fair, La repubblica, La stampa, Le Monde. Negli ultimi anni ha documentato i più grandi conflitti mondiali soffermandosi sugli effetti della guerra sulla popolazione civile. Recentemente ha affiancato alla fotografia il giornalismo scritto. Nel 2012 ha pubblicato il libro ‘L’odore della guerra’ sul conflitto libico.
Museo Le Gallerie, Piedicastello, Trento fino al 27 gennaio 2013 - ingresso libero orario: da martedì a domenica ore 9.00-18.00 email: info@museostorico.it
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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO Assessore Christian Tommasini
Presentata la mostra del Guercino a Bolzano: arte e solidarietà 05.12.2012 - 27.01.2013 Palazzo Mercantile Inaugurazione: 4 dicembre ore 18.00 "Più dell'aiuto economico, che resta di importanza vitale, emoziona l'abbraccio con cui ci accoglie il mondo dell'arte e l'amicizia e il sostegno, anche morale, che ci arriva dalle altre città, come Bolzano dimostra" ha commentato Piero Lodi, sindaco della città emiliana di Cento, duramente colpita dal terremoto, questa mattina, alla presentazione della mostra "Guercino da Cento a Bolzano" che avrà luogo a Palazzo Mercantile dal 5 dicembre 2012 al 27 gennaio 2013. "Del resto l'arte è sempre stata un grande veicolo di scambio culturale tra i popoli - aggiunge Lodi - e lo stesso Guercino, come dimostra la sua storia e la presenza di sue opere locali ovunque portiamo la nostra mostra, è stato anche da vivo un grande ambasciatore culturale". Son ben dieci dipinti del Guercino e della sua bottega che arriveranno nel capoluogo altoatesino per essere esposti a Palazzo Mercantile a partire dal 05 dicembre 2012, con inaugurazione della mostra il 4 dicembre alle ore 18.00. Duplice l'obiettivo dell'esposizione che terrà aperti i battenti fino al 27 gennaio 2013: da un lato far conoscere alla popolazione e a quanti prenderanno parte all'evento le opere dell'artista emiliano Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, vissuto tra il 1591 e il 1666, e dei suoi due nipoti, Cesare e Benedetto Gennari. Dall'altro raccogliere fondi da destinare alla città di Cento (Fe), fortemente colpita dal terremoto del 20 maggio 2012. Nove dei dieci dipinti sono prestati dalla Pinacoteca di questa città emiliana che, a causa dei danni riportati, subirà una chiusura di almeno due anni. Una pala, invece, quella rappresentante la Visione di Soriano, proviene dalla Chiesa dei Domenicani di Bolzano e fu commissionata al Guercino dal Magistrato Mercantile nel 1654 per abbellire l'altare della cappella, fatta erigere proprio per volere di quest'istituzione cittadina all'interno dei Domenicani. […] L'evento è curato dalla Cooperativa Talia, in collaborazione con il Comune di Cento, la Provincia di Ferrara, l'Azienda Autonoma di Soggiorno e la Camera di Commercio di Bolzano, con la partecipazione del Comune di Bolzano e dell'assessorato alla Cultura italiana della Provincia. Preme sottolineare il fatto che una parte dei soldi ricavati dal biglietto d'ingresso e dagli sponsor sarà devoluta in beneficenza per contribuire alla ricostruzione della Pinacoteca di Cento. Informazioni www.taliabz.org COOPERATIVA TALIA Attività e servizi culturali Viale Druso 281 a - 39100 Bolzano Tel. 0471 502028, 339 1003619, 333 8786117 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Provincia
Antonella Avataneo esposizione presso la galleria Ariele di TORINO via Lauro Rossi, 9c - tel 011.20 73 905 www.galleria-ariele.com mail:galleriariele@gmail.com
CURIONI LORENZO
Centro cittĂ
Strutture urbane
Ritrovo in piazza
Taxi
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA
FRIULI VENEZIA GIULIA
"I colori della seduzione. Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese" dal 17/11/2012 al 1/4/2013
Dal 17 novembre 2012 al 1° aprile 2013 nella Galleria d’Arte Antica di Udine si terrà la mostra I colori della seduzione. Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese, organizzata dai Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte di Udine in occasione della quarta edizione della “Giornate del Tiepolo”. La mostra espone per la prima volta riunite le due tele che compongono il Mosè salvato dalle acque di Giambattista Tiepolo, opera tagliata negli anni ‘20 dell’800 e mai ricomposta. Sarà così possibile vedere il quadro nella sua composizione originaria, riaccostando il Mosè delle National Galleries di Edimburgo con l’Alabardiere della collezione Agnelli di Torino, così come viene documentato da una copia coeva attribuita a Giandomenico Tiepolo della Staatsgalerie di Stoccarda. Ideale risulta qui l’accostamento al Mosè salvato dalle acque di Paolo Veronese dei Musées des Beaux Arts di Dijon, sia per rilevare le assonanze ma anche la personale soluzione adottata da Tiepolo. Dal confronto diretto tra le due opere, nasce il senso dell’esposizione che vuole riportare l’attenzione
sullo speciale rapporto intessuto da Tiepolo con uno dei più importanti esponenti della tradizione pittorica veneziana del Cinquecento. La mostra si articola in quattro sezioni nelle quali Tiepolo e Veronese vengono messi a confronto nella trattazione di alcuni temi religiosi, mitologici e della storia antica: il Ritrovamento di Mosè, il Ratto d’Europa, le Cene e i Banchetti, l’Adorazione dei Magi e le pale d’altare. A partire dagli affreschi della galleria del Palazzo arcivescovile di Udine (databili intorno alla metà del terzo decennio del Settecento), che fornisce una sorta di prologo e punto di partenza della mostra, Tiepolo intraprende un percorso di ‘emulazione’ di Veronese destinato a maturare nei decenni successivi. Tale accostamento non sfuggì ai contemporanei, soprattutto al critico Francesco Algarotti, che definì l’amico Tiepolo ‘l’emulo di Paolo’. Al di là di puntuali derivazioni di forme e motivi, per Tiepolo guardare a Veronese significa
sia rivisitarne l’interpretazione di temi religiosi o della storia antica, mediante scenografiche impostazioni di natura teatrale, prospettive architettoniche e opulenza decorativa, sia appropriarsi di una tavolozza squillante di colori puri e ombre colorate. L’esposizione, che si avvale di un Comitato scientifico costituito da Svetlana Alpers, William L. Barcham, Linda Borean, Caterina Furlan, Vania Gransinigh, Peter O. Krückmann, Giuseppe Pavanello e Catherine Whistler, sarà curata da William L. Barcham, Linda Borean e Caterina Furlan.
Castello di Udine Piazzale castello - Udine - tel +39 0432 271 591 http://www.udinecultura.it/ Orari 10.30 - 17.00 (orario continuato) - chiuso lunedì sabato e domenica servizio gratuito di bus navetta (ore 10.30 - 12.30 e 14.30 - 16.30 da piazza Libertà al Castello) Info PuntoInforma - tel +39 0432 414 717 puntoinforma@comune.udine.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
ALESSIA ZOLFO
BANAFSHEH RAHMANI
ROSSELLA FAVA
MAX GASPARINI
ALESSANDRA LAMPIASI
CLAUDIA PICCOLO
FEDERICA MIANI
ANNA GRITTI
DOMENICO LASALA
GALLERIA ARIELE - Via Lauro Rossi, 9c - 10155 - Torino - Tel. 011.20 73 952
PIERANTONIO MASOTTI
L’opinione di Giovanna Arancio
LUOGHI FISICI E MENTALI DEL PAESAGGIO Questa mostra si apre al femminile presentando cinque artiste che partecipano con lavori caratterizzati da poetiche e tecniche diverse ma tutte interne al variegato panorama dell’arte astratta e informale. E’ una proposta espositiva che intende testimoniare la vivacità di due generi artistici, originati da contesti storici novecenteschi, scelti e rielaborati dalle nuove leve; tale passaggio generazionale comporta anche la perdita di una certa aura avanguardistica a vantaggio di un novello sviluppo di senso, lasciato libero di crescere e di sprigionare differenti forme espressive. Le indagini e i problemi di oggi si spostano su altri terreni di analisi. Anzitutto non vanno dimenticati la notorietà e il successo finanziario dell’arte neo oggettuale. Si tratta dell’estetica del kitsch che è anche essa una filiazione del Novecento. Anche se cavalca l’onda della fama il kitsch rimane soltanto una parziale rappresentazione del mondo artistico. La sua forza è nella provocazione che ha origine dal processo dissacratorio attraverso il quale estremizza il concetto di oggetto merce, defunzionalizzandolo definitivamente; l’oggetto viene irriso come feticcio e nello stesso tempo sfornato in tutti i comparti, specie in quelli di moda e costume. La storica contestazione di Duchamp è stravolta e l’anticonformismo di facciata del neo oggettuale è aristocratica presa di distanza dalla “massa” attraverso una denuncia barbina. Il neo astrattismo e il neo informale restano invece capaci di uno sguardo critico, a partire dalle rispettive scelte, pronto a confrontarsi con la tecno arte che mette a disposizione la sua interattività, le sue continue evoluzioni declinabili con ogni forma artistica che si metta in gioco. E’ anche da sottolineare l’abbattimento degli steccati che opponevano in passato gli artisti figurativi a quelli che non lo erano: le difficoltà restano, ma la comunicazione e gli scambi sono più fluidi e si può accennare ad una estetica eclettica, aperta, ad un’arte totale che era già il vecchio sogno dei
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
Women in Fluxus & Other experimental Tales. Reggio Emilia, Palazzo Magnani, fino al 10 Febbraio 2013. A Fluxus parteciparono, come raramente accade nella storia dell’arte, diverse donne, artiste provenienti da luoghi e percorsi disparati - Yōko Ono, Charlotte Moorman, Alison Knowles, Shigeko Kubota, Takako Saito, Mieko (Chieko) Shiomi - oltre a figure che incrociarono Fluxus nel corso di un cammino artistico e teorico individuale, come Kate Millet, femminista ed attivista, Simone Forti e Carolee Schneemann attive al Judson Dance Theater di New York all’inizio degli anni Sessanta. Ed è proprio da questa angolazione, ampliata ad una ricostruzione genealogica dell’intero percorso artistico, che la mostra WOMEN IN FLUXUS & Other Experimental Tales - promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia dal 10 novembre al 10 febbraio - intende raccontare la storia e la filosofia Fluxus. Due saranno i percorsi tematici di lettura proposti dall’esposizione: da un lato l’aspetto (proto)concettuale del fenomeno sperimentale, già implicito nel termine ‘Concept Art’ coniato da Henry Flynt che prese corpo nei concerti di Musica Antiqua et Nova (s)coordinati da George Maciunas nella AG Gallery (New York, 1961); dall’altro, la selezione di opere di artiste che indaga(ro)no, parallelamente all‘implicita critica al sistema dell’arte, nuovi concetti di identità considerando il ruolo e pertanto l’immagine femminile come prodotti dalla realtà sociale e culturale – identità non più solo scritte, ma anche scriventi, in senso linguistico e performativo. Fondazione Palazzo Magnani Avde Iris Giglioli. “In questo territorio, infatti, tra Reggio Emilia e Cavriago, ebbe vita per un ventennio uno dei poli del gruppo, intorno all’attività editoriale e di organizzazione di eventi Pari&Dispari di Rosanna Chiessi. Qui arrivano tutti i grandi protagonisti europei di Fluxus, proponendo, all’insegna di Tutto è arte, azioni dirompenti che restano ancora ben vive nei racconti di paese. E, per sottolineare il taglio critico scelto dalla mostra di Palazzo Magnani, non a caso a guidare a Cavriago questa . colonia di artisti e intellettuali è stata una donna Rosanna Chiessi” Caratterizzate da un atteggiamento anti-artistico e di rivolta, non è un caso che le serate Fluxus a New York, in Giappone ed in Europa vedano protagonisti una serie di eventi definiti neodadaisti: concerti collettivi e performance brevi quanto semplici, dissacranti quanto divertenti. Già il fatto che nei decenni successivi al 1961-2 si sarebbe spesso discusso intorno alla fatidica domanda su chi o cosa sia (stato) Fluxus, letto a posteriori, è alquanto sintomatico dell’anti-poetica fluxista. Profondamente guidato da principi antielitari, volti ad instaurare una relazione con la realtà sociale e quotidiana, Fluxus si oppose così fortemente ai fenomeni di mercificazione dell’arte nella società capitalista del dopoguerra da arrivare a ribaltarne completamente la definizione stessa: attraverso la presentazione di azioni, materiali ed eventi normalmente considerati comuni, banali, di routine quotidiana; ma anche attraverso una concezione aperta e collettiva sia della produzione che della distribuzione artistica, in opposizione alla concezione dell’atto creativo quale prodotto di un genio individuale (e virile).
Negli anni Settanta anche Reggio Emilia, come già ricordato, è stata teatro di questa esperienza così importante per quel cambio paradigmatico ed interdisciplinare dei linguaggi e delle forme creative, in particolare attraverso l’apporto di Rosanna Chiessi.
Nonostante Tutto. Bologna 26 Gennaio - 13 Marzo 2013 La mostra Nonostante tutto, che si apre il 26 gennaio 2013 alla Galleria OltreDimore di Bologna, mette in scena le opere Maria Crispal, Silvia Giambrone, Chiara Mu, Francesca Romana Pinzari, Francesca Pizzo con l’intento di sottolineare soprattutto uno stato di generosità irremunerabile, in un contesto di degrado che fino a qualche anno fa era impensabile. Nonostante tutto, a cura di Raffaele Gavarro, è il lavoro corale di cinque giovani artiste italiane che hanno scelto di raccontare il loro “stare ostinato nel mondo” attraverso le tracce che vi lasciano, sapendo di donare anche quando il dono non è stimato come tale. Una mostra al femminile, ma non sulla e della femminilità in alcun senso. Perché concepire e donare al mondo è un gesto profondamente femminile, di cui tutti oggi abbiamo bisogno. Di cui è importante anche solo ricordarne il valore fondativo. La mostra collettiva raccoglie le opere video, le foto, i disegni e le installazioni nello spazio della galleria, mentre in occasione dell’opening del 26 gennaio in tutto lo spazio dello showroom Dimore, attiguo alla galleria, e nella galleria stessa, ogni artista agirà in una performance appositamente elaborata per Nonostante tutto. La mostra è alla Galleria OltreDimore, Piazza San Giovanni in Monte, 7 Bologna. Ulteriori informazioni al sito www.oltredimore.it
ALESSIO MEZZALAMA Umano
1 - Sguardo blu -2011 - t.m. su legno - cm 122 x 122 2 - Visibile 3 - 2009 - t.m. su tavola - cm 60 x 111,5 3 - Umano - 2011 - - t.m. su tavola - cm 123 x 61 4 - Tracce - 2011 - - t.m. su tavola - cm 61 x 123
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L’opinione Michele Govoni presenta
Marcello Carrà Sembra muoversi su due direzioni l’arte del pittore ferrarese Marcello Carrà. Classe 1976, Carrà si è di recente dedicato alla realizzazione di disegni di animali su fogli di grandi dimensioni (fino a 8 metri di lunghezza), utilizzando unicamente la penna Bic. Da un lato (ed è questa la prima direzione) Carrà ha deciso di dedicarsi al disegno in maniera precisa e tecnicamente unica, realizzando opere di grande impatto mimetico che riprendono in maniera quasi maniacale l’aspetto naturale degli animali rappresentati. Dall’altro (ed è questa la seconda direzione) l’artista intende muoversi sul terreno concettuale legato alla caducità dell’esistenza animale. Proprio in questa direzione Carrà ha realizzato in passato una straordinaria serie di disegni dedicata agli insetti. Più recenti sono, invece, e opere dedicate a scrofe e maiali, di cui ha indagato, anche in questo caso la caducità. Nell’ultimo l’artista si è invece concentrato, grazie anche alla collaborazione con una biologa marina della Nuova Caledonia, su di una nuova serie di opere che riflettono sui pericoli che l’attività antropica sta determinando per la fauna marina tropicale. L’artista, che ha sviluppato una sua propria “maniera” incentrata sull’uso della penna e con il solo ausilio di una sottile quadrettatura, ha esposto nel 2011 alla Galerie Antonio Nardone di Bruxelles, alla Biennale di Venezia e ad ArteFiera a Bologna; nel 2010 a Ferrara (MLB home gallery, Museo di Storia Naturale, Museo Casa Ludovico Ariosto), a Bologna, Broni (Villa Nuova Italia), Milano. Nel corso del 2012 sue personali sono state presenti a Berlino e Barcellona.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
TOSCANA
Assessore Cristina Scaletti
THE DALI’ UNIVERSE FLORENCE Dal 1° febbraio al 25 maggio 2013 Più di 100 opere del Maestro del Surrealismo in un’esposizione unica, in programma dal 1° febbraio al 25 maggio 2013 a Palazzo Medici Riccardi, “The Dalí Universe Florence”. La mostra interamente dedicata a Salvador Dalí è un’occasione davvero speciale, che permette al pubblico di avvicinarsi agli aspetti meno noti del lavoro del grande artista, scoprendo collezioni ancora poco conosciute, un’ampia selezione di diverse opere rare tra cui sculture in bronzo, oggetti in vetro, collages e raccolte grafiche che illustrano i grandi temi della letteratura. “The Dalí Universe” intende rivelare la fonte di ispirazione del genio di Salvador Dalí e, per promuovere la comprensione della vita e dell’arte di questo artista, consentirà ai visitatori di immergersi nel labirinto della mente del Maestro e di ammirare i risultati creativi della sua infinita immaginazione. Palazzo Medici Riccardi apre le porte ad una mostra unica nel suo genere, curata dal Presidente della Fondazione Ambrosiana Beniamino Levi, uno dei personaggi che ha conosciuto più da vicino l’opera di Dalí, venendo a contatto personalmente con lui e con il suo entourage fin dagli anni Sessanta, incontrandolo personalmente nelle sue residenze di Parigi, New York e nella sua terra natale, la Spagna. È proprio da questa serie di incontri col carismatico ed eccentrico artista che visse e applicò alla sua vita i principi del Surrealismo, che è nata l’ispirazione di Levi nel raccogliere le sue opere, formando negli anni una delle più ricche e interessanti collezioni del Maestro Catalano esistenti al mondo. La mostra evidenzia due aspetti particolarmente importanti della creatività di Dalí, che hanno avuto poche occasioni di essere visti e apprezzati nel passato: la scultura tridimensionale e le rare opere grafiche che illustrano temi importanti della letteratura.
Palazzo Medici Riccardi Via Camillo Cavour, 1 Firenze Tutti i giorni 9.00 - 19.00 T +39 02 893 56256 info@thedaliuniverse.com Costo biglietto: - Intero 10 € - Ridotto 9 € con Flyer e brochure - Ridotto 8 € - Ridotto 5 Euro per convenzioni particolari - Ingresso gratuito (Bambini sotto i 6 anni) Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
IL VOLTO E LA MASCHERA
Marta Gierut. Il volto e la maschera - Sculture Dipinti Disegni Poesie - a cura di Giovanni Faccenda Pietrasanta (Lucca) - Palazzo Panichi 10 febbraio – 3 marzo 2013 La retrospettiva di Marta Gierut, giovane poetessa e artista scomparsa nel 2005, svela per la prima volta in modo esaustivo il suo percorso creativo fatto di sculture (tra cui quelle dedicate al ciclista Marco Pantani e al letterato Piero Bigongiari) e di dipinti, dove emergono intensi autoritratti, tratti dalle serie denominate “Camminando in un’Anima” e “Farfalle”, oltre che alcune grafiche. Sono esposte altresì duecento liriche, selezionate tra il corpus delle seicento ritrovate dopo la sua scomparsa e raccolte nel volume di recente pubblicazione “Il volto e la maschera, poesie e opere”, edito nel novembre 2012, da Giorgio Mondadori, che accompagna la mostra, con testi di Manlio Cancogni, Giovanni
Faccenda, Rosangela Mura e Roberto Valcamonici. Marta Gierut è nata a Pietrasanta, in Provincia di Lucca, nel 1977 ed è deceduta per propria volontà a Massarosa nel 2005. Allieva del pittore e scultore Franco Miozzo, ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte “Stagio Stagi” di Pietrasanta e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Ha studiato a fondo l’attività di alcuni dei più interessanti creativi tra cui Vladimir Majakovskij, Vincent Van Gogh, Hermann Hesse. Le sue opere sono state acquisite da istituzioni pubbliche quali il Museo dei Bozzetti di Pietrasanta, quello della Resistenza a Sant Anna di Stazzema, il Telesia Museum di San Roberto, e i comuni di
Forte dei Marmi e di Cascina oltre che essere acquisite in collezioni private. Di sua ideazione è il monumento intitolato “Il volto e la maschera” posto in Marina di Pietrasanta ed inserito nel “Parco della Scultura”, accanto a lavori di Fernando Botero, Pietro Cascella, Novello Finotti, Jean Michel Folon, Franco Miozzo, Igor Mitoraj, Francesco Messina, Kan Yasuda e altri ( www.museodeibozzetti.com). Le liriche di Marta Gierut sono raccolte altresì nei volumi editi dall’omonimo Comitato Artistico Documentario che la ricorda: “Camminando in un’Anima” e “In Franco Miozzo”, nonché contenute nell’e-book “La valigia. Trentacinque poesie” consultabile su you tube.
L’opinione “MOTHERBOARDS PROJECT A full immersion in multimedia arts… FINALMENTE!!!..”
VANESSA RUSCI INCONTRA FRANCESCO BAIOCCHI Francesco Baiocchi classe 1982, inizia a suonare da bambino e oggi padroneggia chitarra acustica, basso elettrico e batteria, nonché molti software per la produzione di musica. Cresce in una famiglia d’artisti: il padre Giancarlo Baiocchi è pittore affermato, come il fratello Emiliano che attualmente vive ed espone a Berlino. Si laurea nel 2008 in Filosofia a Firenze ed è li che inizia il suo percorso artistico: dipinge e produce musica. Numerose le mostre in patria e all’estero, negli ultimi anni si sposta tra l’Italia e Berlino e i suoi lavori , come le sue performance vengono esposte in molte gallerie e luoghi d’arte. (www.francescobiocchi.com). Le sue tele raccontano paesaggi che nascono dalla rivisitazione grafica di moduli di schede madre e componenti elettronici. Il suo progetto artistico diventa Motherboards Project quando le tele si incontrano con le sue performance video e musicali che realizza con una crew di musicisti (Fabio Contorni e Stefano Forti). Viene recensito da molte testate italiane, notato da figure clou del mondo artistico delle nuove avanguardie e nel 2012 partecipa a un grande evento a Malta: si cimenterà in un live painting, concerto con arte visual e istallazione audio in una performance che durerà 9 ore durante la Notte Bianca della Valletta insieme alla sua compagna Consuelo Bambagioni, che sarà parte attiva e fondamentale in tutto il progetto. Quello che colpisce di Francesco è la complessità della sua ricerca, resa però facilmente fruibile allo spettatore: le sue opere sono intrise di impegno civile, culturale, sociale, politico, indaga la sinestesia e la materia, fondendo materia e sensazioni, suoni e azioni, cerca il pubblico, desidera un contatto sensoriale totale. Studia e sperimenta: il suo è un fare colto e curioso. La sinestesia diventa comprensibile, la riflessione davanti alle sue performance scatta automatica. Il suo lavoro ci racconta la nostra società, i suoi deliri, i suoi paesaggi alienanti, ma anche la bellezza e la grandezza della natura sottolineando la potenza dei nuovi mezzi di comunicazione. C i avvolge e ci investe, rendendoci forse, per la durata delle sue performance, consapevoli. Una promessa brillante del panorama artistico italiano che come molti giovani artisti trova molte più conferme e stimoli all’estero, dove si è più svincolati dalla produzione del mero oggetto vendibile e si lascia più spazio, si presta più attenzione alla fruizione dell’opera. Attualmente in mostra fino al 7 febbraio nella collettiva Dialogho al Museo di arte mineraria ad Abbadia San Salvatore (Si).
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
UMBRIA
Spoleto: Giuseppe De Gregorio. Opere 1935-2004 Dal 15 Dicembre 2012 al 27 Gennaio 2013
Spoleto è incentrata sull'artista spoletino, nato nel 1920 e scomparso nel 2007, inserito nel contesto storico-artistico del proprio tempo. La prima sezione è legata agli inediti figurativi realizzati in giovane età e quelli di poco successivi legati a tematiche d'impegno sociale. La seconda sezione è dedicata alla stagione informale che dalle influenze romane passa a quelle dell'ultimo naturalismo. Nodo cruciale della vicenda è il Premio Spoleto, evento nato per volontà degli stessi spoletini nel 1953, grazie al quale Francesco Arcangeli, critico d'arte già assistente di Longhi a Bologna, arriva in città come membro della giuria portando le sue teorie e alcuni esponenti di quella tendenza che stava teorizzando come Ennio Morlotti e Mattia Moreni.Tali influenze portarono De Gregorio a cambiare in parte il proprio orientamento, ma ciò non coinvolse solo lui poiché accanto aveva altri amici pittori con i quali aveva instaurato un sodalizio artistico: Filippo Marignoli, Bruno Toscano, Ugo Rambaldi, Piero Raspi, Giannetto Orsini. Proprio Arcangeli compatterà questi giovani che si costituirono in un vero e proprio gruppo artistico che si presentò per la prima volta nel 1954 a Roma: il Gruppo di Spoleto. La mostra indaga quindi non solo De Gregorio, presentato con un centinaio di opere, molte inedite, ma anche le esperienze del gruppo dedicando ad essa una sezione con due opere ciascun artista; l'altra presenta gli artisti che grazie ad Arcangeli presero parte al Premio Spoleto nell'arco di undici anni dal 1953 al 1963 le cui opere vincitrici di premi sono rimaste nella raccolta della galleria Civica di Palazzo Collicola. Luogo che oggi, grazie a questa mostra, rivive quel fermento che portò Spoleto a non essere più una solo un'illustre città di provincia, ma un vero e proprio luogo privilegiato per le arti visive contemporanee. Dopo tale sezione storica, che culmina con le opere del 1964 di De Gregorio, quelle che parteciparono alla Biennale di Venezia, la mostra inizia un percorso suddiviso per tematiche poiché l'artista, per tutta la sua intensa attività, lavorò ad alcuni soggetti privilegiati: La natura, sia vegetale che animale, quindi alberi, foglie, colline e quant'altro; il mare e le sue creature, particolarmente affascinato da mondo dei fondali con i suoi crostacei, conchiglie e molluschi o il mondo dei pescatori, con le loro barche e reti da pesca, spesso tradotte nella condizione decadente del "rottame"; poi altre suggestioni come quelle legate alla magia e credenze popolari: in mostra si trovano infatti opere ispirate al malocchio, alle fattucchiere e a tutto quel mondo nascosto che si cela nei riti e nel mito, richiamato quest'ultimo attraverso riferimenti al minotauro e ai tanti bucrani che nel tempo dipinse. La storia è un altro argomento privilegiato di De Gregorio, fatto di soldati e antichi duchi longobardi come Teodelapio o Faroaldo, entrambi legati alla storia di Spoleto. Chiude infine una sezione legata alle opere ispirate all'arte sacra [...]. Questa di Spoleto è la prima mostra antologica dopo la scomparsa avvenuta nel 2007.
Dal 15 Dicembre 2012 Orari: 10 - 13 / 14.30 - 17 Chiuso il: martedì, 25 Dicembre, 1 e 14 Gennaio Dal 7 al 27 Gennaio aperto dal giovedì alla domenica Palazzo Caligola Spoleto (Perugia) Per informazioni: tel. 0743 46434 mostra.degregorio@gmail.com
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DOMENICO LASALA
Galleria ARIELE Arte Contemporanea QUESTO SPAZIO E’ RISERVATO ALLE GALLERIE D’ARTE DELL’UMBRIA, PER MAGGIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI A: redazione@rivista20.com
ROSSELLA FAVA - CATROUGE
L’opinione d i Va l e n t i n a G r e c c o
Savino Letizia, artista torinese, dopo circa trent’anni dedicati alla pittura tradizionale, sente di nuovo il bisogno di palpare la materia, di assecondarla nella sua utilità, di sentirla così viva fino a toccarla con mano. Ed ecco che la Forbice diventa l’unico strumento di realizzazione. Il taglio è netto, unico, preciso e segue una linea senza ripensamenti su materiale in pvc, atta a produrre un effetto di tridimensionalità. Letizia, padrone dell’attrezzo, lavora a mano libera e non conosce confini nella gamma delle forme e dimensioni. La sua arte, istintiva e irruente, ma mai aggressiva, celebra la bellezza di svariate opere con una manuale genialità creativa.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
MARCHE
“De rerum fabula” L’antologica di Valeriano Trubbiani alla Mole Vanvitelliana
(Ancona, Banchina G. da Chio, 28. 20 ottobre 20 | 17 marzo 2013) Guai a definirlo semplicemente scultore. Perché, per Valeriano Trubbiani, la scultura è solo un pretesto per introdurre l’ignaro spettatore in mondi fiabeschi in cui regnano e dominano animali e cose strane. Un mondo fatto di visioni, suoni, odori, percorsi labirintici, foreste di plastica e vegetazione metallica. La mostra, curata da Enrico Crispolti in collaborazione con Simone Dubrovic e magistralmente allestita da Massimo di Matteo e Mauro Tarsetti, guida i sensi del visitatore attraverso un percorso di 20 ambientazioni disposte secondo un asse cronologico e suddivise per cicli tematici. Sculture sì, dunque, ma anche installazioni ambientali, disegni, pirografie e scenografie vere e proprie, memori di una nostalgica “Dolce Vita” che Trubbiani rivive durante la collaborazione al film “E la nave va” di Federico Fellini fra il 1981-’83. Una mostra per cui si consiglia di raddoppiare (ma anche moltiplicare) la visita e fare, una delle due (o più), tassativamente con gli occhi chiusi perché, l’intento pienamente riuscito del Museo tattile statale Omero, promotore della mostra, è proprio quello di permettere anche ai non vedenti di vivere le opere e le ambientazioni attraverso il tatto, gli odori, i suoni e i fruscii, nonché i diversi tipi di pavimentazione che ingannano e sorprendono il fruitore, che non è più solo un freddo utente e spettatore, ma si trasforma in un “camminatore di fiabe”, fra poesie volanti, animali appesi e micro mondi tutti da scoprire.
Notizie in breve Ancora pochi giorni per visitare la LXII Rassegna d’arte del “Premio G. B. Salvi” di Sassoferrato (quest’anno conferito all’artista jesina Simona Bramati). Degna di merito la retrospettiva dedicata all’artista Guelfo da Fabriano con opere databili fra il 1957 e il 1997. In mostra anche alcune opere di Pablo Picasso, René Magritte e André Masson appartenute all’artista e provenienti dal Museo Guelfo di Fabriano.
Sempre a Fabriano è stata inaugurata sabato 27 ottobre, presso la Pinacoteca B. Molajoli la mostra “Ri-cicli, bici d’autore” a cura di Giuseppe Salerno in collaborazione con INarte. La mostra resterà aperta fino a domenica 11 novembre.
L’opinione Laura Coppa
“troviamo il tempo per accorgerci che il tempo passa”. “twentytwoDecember2012” - Attinia solo show - a cura di Franko B alla Quattrocentometriquadri gallery di Ancona Installazioni, oggetti, sculture e cose. I lavori di Attinia sono scenari che appaiono silenziosi “blocchi scultorei” saturi di senso. Un’implosione di concetti che, colti all’interno degli oggetti simbolici che li racchiude, si svelano urlando, dentro quel mondo a parte che li confina dal restante spazio di una semplice sede espositiva. Solo uno sguardo disconnesso dalla ragione e l’assenza di una semplice domanda può disorientare perché, accendendo l’interruttore input, il senso è quanto mai evidente. Così vale per uno degli ultimi lavori quali “Spirito di conservazione” dove 193 barattoli da confettura vuoti, ordinati - ma separati - da una rete metallica per lavorazione edile, rappresentano gli Stati riconosciuti dall’ONU all’Ottobre 2011. Sono barattoli/stati ben confezionati, ma che, sotto i colori di una bandiera che fa da scudo, nascondono fragilità e nessun contenuto. Un insieme strutturato di colori ai cui singoli elementi la rete impedisce il reale contatto. Ancora più diretto è il concetto dell’ultima “impresa” di Attinia. Un’installazione il cui titolo ne dichiara già il senso: “twentytwoDecember2012”. Il fatidico giorno dopo. 356 formelle in cemento di 21x14 cm ciascuna, una per ogni giorno dal primo gennaio al 21 dicembre 2012. La previsione Maya che tanto ha fatto discutere e pensare, il terrore generato dal preavviso, seppur incerto, del giorno in cui verrà quell’ineluttabile fine. Attinia lavora proprio su questo: sul valore del tempo a nostra disposizione, quello perso e quello che verrà e che solo la paura di non averne più permette di rivalutare.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
MOLISE
Nascita di un museo in tempo di crisi. Il Museo Nazionale di Castello Pandone.
Il 18 dicembre 2012 presso il castello Pandone di Venafro (IS) è stato inaugurato il nuovo museo, Museo Nazionale di Castello Pandone, voluto dalla soprintendenza per i beni storico-artistici e che presenta un affascinante percorso nella pittura molisana e centro-meridionale. A Venafro, “porta del Molise” nel punto di incontro con Lazio, Campania e Abruzzo, si ha così un museo frutto del lavoro delle strutture territoriali del Ministero per i beni e le attività culturali. Il percorso museale ha inizio con le più antiche testimonianze pittoriche molisane, i frammenti di affresco del VII secolo da Santa Maria delle Monache di Isernia, e prosegue con opere medievali quali l’affresco con i Santi Bartolomeo e Michele dalla chiesa di San Michele di Roccaravindola e la scultura trecentesca della Madonna con Bambino da Santa Maria della Strada di Matrice. Il polittico con scene della Passione di Cristo, realizzato in alabastro nel XV secolo da una bottega inglese di Nottingham, è indicativo di una committenza esigente, tutt’altro che estranea all’internazionalità del gusto, ruotante intorno alla chiesa dell’Annunziata di Venafro e all’importante Confraternita dei Flagellanti. Opere prodotte a Napoli per il Molise o da artisti molisani formatisi a Napoli nel Sei e Settecento sono state poste ‘in dialogo’ nel percorso museale con dipinti provenienti da importanti musei statali: Museo Nazionale di Capodimonte e Museo Nazionale di San Martino, Napoli; Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini, Roma; Palazzo Reale, Caserta. Scaturisce un itinerario nella pittura centro-meridionale al cui interno è possibile notare la Madonna con Bambino e santi dalla Chiesa del Carmine di Venafro,
che il raro pittore napoletano Simone Papa, allievo di Belisario Corenzio, firmò e datò 1612 influenzato dalla pittura tardo manierista e dal realismo caravaggesco. Raccoglie disegni e stampe appartenenti a famiglie di artisti provenienti dal centro molisano di Oratino – i Brunetti, i Falocco, seguaci di Francesco Solimena – la collezione di Giacomo e Nicola Giuliani, di cui viene esposta una selezione illustrante disegni di soggetti sacri decorazioni per edifici civili e arredi. Spicca la qualità del San Sebastiano curato da Irene, proveniente dalla Chiesa Parrocchiale di Gildone, del caravaggesco Giuseppe Di Guido, in precedenza detto “Maestro di Fontanarosa”, che si esalta nel confronto con l’Andata al Calvario di Pacecco De Rosa, (Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli), in cui il realismo caravaggesco – che ispirò anche due suoi maestri, Massimo Stanzione e Filippo Vitale - si coniuga con il classicismo emiliano e romano. Per la pittura della fine del Seicento e del Settecento due artisti napoletani furono punto di riferimento per l’Italia e l’Europa. Uno è Luca Giordano, l’altro è Francesco Solimena, che sviluppò uno stile tra il naturalismo e il barocco di Giovanni Lanfranco e Mattia Preti, concreto e definito come nella Madonna con Bambino della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini di Roma, ove è quella saldezza formale ricorrente in pale d’altare e decorazioni scenografiche. Con i due citati protagonisti della scena pittorica si confrontarono inevitabilmente gli altri artisti, interpretandone le novità e diffondendole nei diversi territori. Per il Settecento spiccano per qualità a Venafro la Madonna con Bambino e san Nicola da Tolentino, dalla Chiesa di Sant’Agostino in Venafro, opera di Nicola Maria Rossi, molto influenzato da Solimena, oppure i Misteri del Rosario di un Seguace di Francesco De Mura, dalla Chiesa di Sant’Agostino in Venafro. A suggerire il gusto per la pittura di genere, che probabilmente caratterizzò le dimore della nobiltà napoletana in Molise, sono state esposte nature morte di Gaetano Cusati (Museo Nazionale di San Martino, Napoli), che contribuì a evolvere tali soggetti dal naturalismo al barocco, e Baldassarre De Caro (Palazzo Reale, Caserta), dai densi bagliori e ombre che riflettono l’influsso di Solimena. Orari di apertura: martedì-sabato 9.00-13.00 domenica e festivi 9.00-13.00 e 15.00-19.00 Info e contatti: http://www.molise.beniculturali.it/
"OLTRE LO SGUARDO" di Enrica Caula
a cura di Alessandra Signorile 5/24 gennaio 2013 Inaugurazione sabato 5 gennaio 2013 ore 18.30 Officina Solare Gallery Via Marconi, 2 Termoli (Italy)
Ogni forma d’arte necessita di strumenti specifici per essere attuata e questi strumenti non possono che essere cercati nel contesto storico in cui quell’opera si trova a nascere. Questa è la regola, vale per tutto, è la condizione propria dell’impulso creativo, a dispetto di ogni archetipo passatistico. Se l’America fosse stata scoperta due giorni fa, verosimilmente a nessuno verrebbe in mente di onorarla con statue o bandiere stelle e strisce, ma possiamo sicuramente dilettarci ad immaginare l’America simboleggiata da un video testimoniante la sua scoperta ad esempio, oppure da una carta geografica manipolata digitalmente da sembrare magari un puzzle. Le idee di Enrica Caula sono un bellissimo esempio di contemporaneità, di adeguamento al presente…E solo quando il presente è vissuto a tutto tondo, scevro dai legamenti con il passato, può ben dirsi eterno, rivelandosi così, pienamente compatibile con il carattere eterno della creatività. Eterno sì, perché è vero che un’opera è realizzabile con strumenti specifici ma è ancor più vero che questi strumenti rimangono tali, hanno un fine puramente utilitaristico che la stessa opera, una volta partorita, tenderà a trascendere e ad oscurare con la sua grande dose di universalità. In sintesi: Il romanticismo esiste ancora, l’arte digitale è sempre esistita e l’inverno di Enrica Caula esiste anche in estate.
L’opinione di
To m m a s o E v a n g e l i s t a Nicola Dusi Gobbetti. Mappe Cognitive. … Una mappa cognitiva nasce da un procedimento semi-meccanico di fissazione per contatto; c’è una matrice, forse litografica, che accoglie del colore (rosso), un supporto (la tovaglia di lino) e un’azione. Tale azione non è mai del tutto casuale in quanto è pianificata sul momento dall’artista che è capace, con un procedimento volutamente tenuto nascosto, di indirizzare in parte i segni e le macchie formando appunto un palinsesto di memorie. Attraverso lo svolgere del lenzuolo, quindi, Dusi compie un viaggio sulla superficie che avanza e che man mano accoglie delle tracce, e all’interno di se stesso, tra memorie e segnali. E’ il tentativo di strutturare una conoscenza segnica tanto labile che ha bisogno di ancorarsi lentamente al supporto prelevando frammenti cognitivi, appunto, dal colore esclusivamente rosso. Si tratta di un’esigenza, di un voler superare il confine nel tentativo di incanalare flussi e impressioni su un piano mobile e volubile come può essere la trama di un lenzuolo. Ecco allora che leggiamo macchie, campiture, linee, solchi, spazi bianchi, interruzioni, mancanze, saturazioni come “eventi” accaduti nell’attimo della fissazione e per questo da considerare non come forme casuali o caotiche bensì come estreme composizioni e riflessioni sullo spazio. L’immagine di fronte, infatti, solo apparentemente può ritenersi astratta in quanto parte sempre dal tentativo di fornire un paesaggio intimo eppur così connaturato al reale. E’ lo stesso artista che, parlando delle sue superfici, le accosta a delle reti neurali organizzate nella plasticità delle sinapsi oppure ai canali e alle vallate di un pianeta, come vengono letti da un telescopio (i canali di Marte visti da Schiapparelli), o ancora a immagini elettroniche, segnali radar o sistemi cibernetici. Dal micro, quindi, si arriva al macro ma si ha di fronte pur sempre uno spazio saturo di tracce che deve essere messo a fuoco da un oggetto meccanico (microscopio o telescopio) per svelare i suoi meccanismi e i suoi collegamenti che altrimenti rimarrebbero celati alla vista. L’artista compie proprio questo processo di avvicinamento. C’è così, all’inizio, sempre un’idea approssimativa della composizione che andrà delineandosi solo attraverso l’intervento di riproduzione dalla e sulla matrice tanto che solo a posteriori è possibile intuire nei lenzuoli appesi ipotesi di paesaggi o di vedute aeree, di torri enigmatiche e inquietanti funghi atomici. E’ l’immagine che emerge dall’intricato lavorare sul dettaglio, con anche l’artista come inconsapevole artefice di ipotesi di significato… Tommaso Evangelista Tratto dal testo Il senso dell’impronta. Tracce e svelamenti nell’idea delle Mappe cognitive. Info: http://www.studiodartedusi.it
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
LAZIO
Johannes Vermeer
Scuderie del Quirinale - 27 settembre 2012 – 20 gennaio 2013 Finalmente a Roma una rassegna su Johannes Vermeer, massimo esponente della pittura olandese del XVII secolo e non rappresentato nelle collezioni italiane. La mostra delle Scuderie del Quirinale include, infatti, un’accurata selezione di opere di Vermeer – rarissime e distribuite nei musei di tutto il mondo - e all’incirca cinquanta opere degli artisti olandesi suoi contemporanei. Il visitatore potrà, quindi, non solo familiarizzare con questo genio artistico dalla vita ancora oggi avvolta dal mistero, a cominciare dalla sua data di nascita tuttora sconosciuta, ma anche comprendere come l’opera del maestro di Delft si sia rapportata con gli altri artisti attivi nella sua città natale e nei vicini centri di fermento culturale quali Amsterdam, Haarlem e Leida. In anni recenti l’arte olandese è stata abbondantemente e universalmente studiata e diverse rassegne espositive le sono state dedicate in Inghilterra, Olanda, Germania, Giappone, Spagna e Stati Uniti tutte memorabili ma lontane, nel tempo e nello spazio. Oggi, le Scuderie del Quirinale sono orgogliose di poter offrire questa mostra straordinaria e il suo catalogo che aiuteranno a comprendere e conoscere la pittura olandese e questo grande, indiscusso e assoluto maestro.
Biglietti
Intero € 12,00 Ridotto € 9,50
Orario
Da lunedì a giovedì dalle 10.00 alle 20.00 venerdì dalle 10.00 alle 22.30 sabato dalle 9.30 alle 22.30 domenica dalle 9.30 alle 20.00
Aperture straordinarie del periodo natalizio 2012
Lunedì 24 dicembre: 10.00 - 15.00 - Martedì 25 dicembre: 16.00 - 20.00 mercoledì 26 dicembre9.30 - 20.00 - Lunedì 31 dicembre: 10.00 - 15.00 Martedì 1 gennaio: 16.00 - 20.00 (L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura) Le immagini e i testi di queste pagine sono prelevati dal sito della Regione
Renato Guttuso 1912-2012 5 ottobre 2012 - 3 febbraio 2013
Roma, città in cui Renato Guttuso visse per oltre cinquant'anni lo celebra, in occasione del centenario dalla nascita, con una grande mostra: cento dipinti rappresentativi dell'intero arco creativo dell'attività del maestro siciliano.Per capire Guttuso è fondamentale poter approfondire la sua straordinaria capacità di intessere rapporti con altri artisti, anche impegnati in discipline diverse. Scrittori come Moravia, scultori come Moore, Manzù, poeti come Pasolini e Neruda, registi come Visconti, ebbero con lui rapporti di feconda collaborazione da cui sono nate illustrazioni per libri, scenografie, sodalizi talvolta sviluppatisi in movimenti artistici. Guttuso, stabilì nella capitale il centro nodale delle sue relazioni e la dipinse, rappresentandone l'aspetto più intenso e profondo, sociale, politico, ma anche religioso. Attraverso le sue visioni del Colosseo, dei Tetti di Via Leonina, delle misteriose presenze nei giardini pensili romani, che emergono nella Visita della sera, scopriamo una Roma diversa, vibrante. Fabio Carapezza Guttuso - Enrico Crispolti ORARIO: aperto tutti i giorni Lun.-Giov. 9.30-18.30; Ven.-Sab. 9.30-22.30; Dom. 9.30-19.30 TARIFFE: l’ingresso € 12,00 - ridotto € 8,50
ROBERTO BORRA
les deus mistères - 2012 - digital-art - 50x70cm
L’uomo del lago - 2012 - digital-art - 50x70cm
l’unità ritrovata- 2012 - digital-art - 50x70cm
incontri naturali - 2012 - digital-art - 50x70cm
Galleria ARIELE Arte Contemporanea QUESTO SPAZIO E’ RISERVATO ALLE GALLERIE D’ARTE DELLA SARDEGNA, PER MAGGIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI A: redazione@rivista20.com
L’opinione di Angelo Andriuolo !En Busca de la gente....! PABLO SOLARI, Artista Plastico Una visione del silenzio, lacerante come un urlo. Piramidi d’umanità composte e silenti, unite nel tormento da aneliti di universale fratellanza. Il racconto pittorico di Pablo Solari si snoda attraverso parabole costruite senza parole, in cui i personaggi usano solo gli occhi, lo sguardo e la postura per dialogare col mondo. Fissità sofferenti che si spiegano alla comprensione con la poderosa voce dell’immagine. Poesia dipinta. L’arte rivelata ne diventa quasi “Mater Dolorosa”, pietà espressa, aiuto compassionevole. Il peso della vita, insopportabile gravame, viene stemperato dal colore sempre vivido e capace di ingentilire e, alla fine,rasserenare. Quello che l’Artista ricerca è la comprensione del profondo essere “persona”. Uomini e donne che vivono la loro normale esistenza, vanno al mercato, lavorano i campi, raccolgono l’uva, viaggiano o semplicemente aspettano. A volte soli, a volte affastellati uno sull’altro, ma in ogni caso isole, remoti luoghi in cui solo la nave della tolleranza può condurci. Gli sguardi,volutamente, non si incrociano mai, sempre rivolti
verso un altrove che non sono i personaggi intorno,compagni solo casuali di avventura. E anche nell’unico caso in cui questo sembra non accadere, c’è una maschera (verde come la speranza) a nascondere la direzione degli occhi. L’obiettivo fissato è ben fuori dalla tela. E’ la gente. Causa e rimedio alla disperazione e all’apatia. L’uomo è solo una canna, la piú fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d’acqua bastano a ucciderlo (blaise pascal) E’ chiaro che senza la pratica dell’indulgenza il viaggio e l’incontro, allora, non sono pienamente possibili. Si resterà in ogni caso incantati negli ipnotici grovigli di uomini e cose che la mano magistrale di Solari sa creare, ma per apprezzare appieno e godere la narrazione occorrerà animo puro. Sarà necessario cercarlo, questo sguardo, che non è distratto e vacuo ma attento e indagatore. Alla ricerca di chi vuol vedere. Alla ricerca di chi sa capire. (angelo andriuolo)
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
ABRUZZO
Museo D'Arte "Costantino Barbella" Il museo d'arte "Costantino Barbella" e' ubicato nell'ala nobile del palazzo Martinetti-Bianchi, che sorge nel cuore di Chieti, accanto al Teatro Marruccino. Le sue collezioni si sono formate a partire dalla seconda meta' del XIX secolo per il desiderio di preservare dalla dispersione i beni provenienti dalle soppressioni degli ordini religiosi e si sono progressivamente arricchite durante il secolo XX, grazie agli oculati acquisti delle amministrazioni locali (Comune e Provincia di Chieti, amministrazioni proprietarie del museo) e alle generose donazioni di artisti e di nobili famiglie teatine. Seguendo un criterio cronologico, l'esposizione procede dagli affreschi e dalle tavole risalenti ai secoli XIV-XVIII e all' ottocento abruzzese, che vede un consistente gruppo di opere di Costantino Barbella e dei maggiori artisti abruzzesi del periodo, quali Francesco Paolo Michetti, Filippo Palazzi, Basilio Cascella. Nel percorso, si inseriscono due sale dedicate in maniera specifica alle opere su carta (tra le quali e' il manoscritto originale della “Figlia di Iorio� di Gabriele D'annunzio) e alle ceramiche provenienti dalla donazione del Prof. Raffaele Paparella-Treccia (1992) Con l'obiettivo di rendere piu' incisivo il ruolo del museo,inteso come istituzione aperta verso l'esterno e pronta ad introdurre un pubblico sempre piu' vasto alla conoscenza del proprio patrimonio artistico, nell' anno 2000 sono stati istituiti i Servizi Educativi del Museo Barbella. Essi si svolgono non solo al mondo della scuola, ma a tutti i visitatori, singoli o in gruppi, appartenenti ad ogni fascia di eta', che abbiano desiderio di conoscere il museo, le sue collezioni e il patrimonio artistico abruzzese. L' attivita' educativa promossa dal museo si articola in una serie di servizi estremamente differenziati fra loro
Museo d'Arte "Costantino Barbella"
Palazzo Martinetti-Bianchi Via De Lollis, 10 Tel. 0871.330873 - 0871.4083352 Fax 0871.349961 E-mail (direzione) bm.deluca@provincia.chieti.it (servizi) museo.barbella@provincia.chieti.it Orari di apertura (ingresso gratuito): dal martedi' al sabato 9,00 - 13,00 martedi' e giovedi' 16,00 - 19,00 prima domenica del mese 9,00 - 12,00 Chiuso il Lunedi'
CITTÀ DI CARTA E DI TELA. STORIA DELL'ABRUZZO ATTRAVERSO I CARATTERI DELLA CARTA GEOGRAFICA
Si inaugura il 16 Dicembre 2011 alle ore 17.00 presso l’Auditorium Enrico Fermi a Celano (L’Aquila) la mostra “Città di Carta e di Tela” che rimarrà aperta fino al 26 febbraio 2012 (prorogata fino al 13 maggio 2012) Organizzata dall’Associazione Culturale Antiqua e dal Comune di Celano, l’esposizione cartografica ha l’intento di ripercorrere la storia d’Abruzzo, e in particolar modo della Marsica, attraverso antiche carte geografiche e vedute. Una particolare sezione sarà dedicata al viaggio letterario degli scrittori del Settecento e dell’Ottocento, tra cui Edward Lear e Alexander Dumas, grazie ai cui racconti rivivranno i luoghi illustrati nelle carte esposte. Si tratta di una mostra che racconta l’Abruzzo, da prima ancora che fosse regione, nel suo divenire; un excursus storico geografico, dalle carte tolemaiche del XV secolo sino alle raffigurazioni del XXI secolo, che narra l’evoluzione della geografia di un territorio, spesso illustrato in modo diverso o poco rispondente a come oggi lo conosciamo, e che chiarisce, al tempo stesso, la cultura, le conoscenze e i mezzi a disposizione di coloro che si sono ingegnati per rappresentarle. L’esposizione si è resa possibile grazie alla preziosissima collaborazione della Società Geografica Italiana, della Biblioteca Nazionale di Napoli, delle Biblioteca Provinciale dell’Aquila, della Biblioteca di Santa Maria di Valleverde, della collezione privata di Fiorenzo Amiconi e di Telespazio. "Città di Carta e di Tela", un’esposizione insolita con un accattivante allestimento, nasce con l’intento di essere apprezzata dagli appassionati del genere ma anche di coinvolgere un pubblico ampio e i visitatori di tutte le età. (Sofia Leocata) DATA: 16 dicembre 2011 - (26 febbraio 2012) PROROGATA FINO AL 13 MAGGIO 2012 ORARI: Tutti i giorni escluso il lunedì, 16.00 – 19.00 (Mattina solo su prenotazione) INGRESSO GRATUITO Associazione Culturale Antiqua, Tel. 349 4542826 - 339 4098861 E-mail: info@associazioneantiqua.it Sito: www.associazioneantiqua.it
LORIS LOMBARDO
www.lorislombardo. altervista.org
L’opinione di Giovanna Arancio ATTUALI RIMANDI NOVECENTESCHI L’ attuale mostra da’ spazio interamente alla pittura: pittura “a tutto tondo”. Il secolo che si conclude rappresenta un’epoca fertile per le arti visive e per il contesto artistico in generale. E’un periodo che rivoluziona la percezione del tempo in arte accelerando in misura esponenziale il ricambio delle sperimentazioni e mettendo a dura prova il senso di durata, modificato rispetto a quello che, sempre quasi uguale, accompagnava i cambiamenti epocali precedenti. La nuova rapidità’ con cui si esauriscono i vari passaggi della ricerca disorienta non poco perchè il periodo massimo di sviluppo e decadenza delle correnti nel Novecento diventa il decennio: le innovazioni declinanti imparano a convivere e a giocare sottotraccia con le risorse creative emergenti. Tanta ricchezza ideativa stratifica la storia delle arti visive del secolo scorso rendendone impossibile un’analisi lineare, pena distorcere o perdere qualcosa. E’ permesso pertanto parlare di un retaggio novecentesco complesso e articolato che dapprima inventa e sradica e, nella seconda parte del secolo, ricuce e rinnova il suo rapporto con la tradizione. I lasciti al nuovo millennio sono disparati ne’ si potrebbe concepire gran parte dell’ arte contemporanea senza fare i conti con l’irrequieto e caleidoscopico secolo che ci precede. Oggi i mutamenti repentini e l’ evoluzione delle ricerche diventano ancora più compositi e i processi in corso smaterializzano, fluidificano e consumano con velocità sempre maggiore le esperienze visive. L’ attualità’ e’ fermento, abbondanza di stimoli, storia e, nel contempo, appronta rischi che vanno affrontati. Gli artisti in mostra ci ricordano da dove veniamo ma i rimandi novecenteschi che lasciano intravvedere vivono di grande libertà’ rielaborativa e ci riconfermano l’irripetibilità dell’ opera d’arte.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
PUGLIA
Il giardino segreto. Opere d'arte dell'ultimo cinquantennio nelle collezioni private baresi. Seconda edizione della mostra, promossa dall’Accademia di Belle Arti di Bari, è curata da Lia De Venere in collaborazione con Antonella Marino ed è stata cofinanziata dall’Assessorato alla Cultura della Regione Puglia nell’ambito del P.O. FERS Puglia 2007-2013- Asse IV- Linea di intervento 4.3. Alla realizzazione dell’iniziativa ha contribuito la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia e hanno offerto il proprio sostegno MARINO Automobili dal 1953 e Stella All in one. La mostra Il giardino segreto. Opere d’arte dell’ultimo cinquantennio nelle collezioni private baresi. Seconda edizione, fa parte di un ampio progetto che ha l’obiettivo di mappare la presenza di opere d’arte contemporanea nelle collezioni private della Puglia. Nel gennaio 2011 era stata allestita presso l’ex Convento di Santa Scolastica la mostra Il giardino segreto. Opere d’arte dell’ultimo cinquantennio nelle collezioni private baresi, curata da Lia De Venere in collaborazione con Antonella Marino, in cui erano stati presentati i risultati della ricognizione effettuata su oltre una decina di collezioni di arte contemporanea presenti a Bari e provincia. La mostra, promossa dall’Accademia di Belle Arti di Bari e cofinanziata dalla Regione Puglia, aveva riunito ben 78 lavori di 70 artisti italiani e stranieri – dipinti, sculture, foto, disegni, installazioni – offrendo una campionatura significativa di opere realizzate dagli anni 60 del Novecento al 2010 da artisti appartenenti a diverse generazioni e tendenze, molti dei quali di fama internazionale e già presenti nei manuali di storia dell’arte. Per la prima volta in Puglia opere di proprietà privata e in numero piuttosto consistente venivano presentate in un sede pubblica e con il sostegno delle istituzioni. Un’ulteriore mappatura eseguita tra il 2011 e il 2012 su sedici raccolte private di Bari e provincia ha portato all’individuazione di circa 60 lavori di artisti italiani e stranieri – dipinti, sculture, foto, disegni, installazioni, video – consentendo la realizzazione della seconda edizione della mostra. Inaugurazione: mercoledì 23 gennaio 2013, ore 18,oo - Presso la sala Bona Sforza.
Bari, Castello Svevo n. 23 - Piazza Federico II Telefono: 080 5286210 - E-mail: ad.artes@fastwebnet.it Data: 23 gennaio 2013 - 24 febbraio 2013 Costo del biglietto: 3,00; Riduzioni: 1,50 da 18 a 25 anni ingresso gratuito sino a 18 anni e dopo i 65 anni. Orario: tutti i giorni 10,30-19,30. Chiuso il mercoledì. La biglietteria chiude alle 18,30. Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
RES EXTENSA 09 FEBBRAIO – 05 MARZO 2013 Inaugurazione SABATO 9 FEBBRAIO ore 19:30
A cura di Dores Sacquegna "L’accordo fra res cogitans (pensiero) e res extensa (materia) - che è negato alla limitata potenza di pensare e di agire dell’uomo - fa parte della natura divina perché le idee e le cose derivano dalla medesima potenza di Dio, che è potenza di pensare e potenza di agire. SPINOZA La mostra d’arte contemporanea “RES EXTENZA”, esula da schemi convenzionali, siano essi classici che contemporanei, e si caratterizza per la sua natura fortemente visiva e narrativa, includendo nella sua espressione il segno, l’amorfo, il sè, il mondo, l’altro, il sacro, il profano, la narrazione nell’arte contemporanea. Res extensa è il mondo materiale entro il quale i corpi e gli oggetti occupano un certo spazio e vivono una certa temporalità; una sostanza oggettiva. Secondo il filosofo Merleau-Ponty, sia la superficie del nostro corpo che le textures degli oggetti che ci circondano fanno parte della stessa ‘carne’, dove tutti gli elementi si intrecciano e fanno eco gli uni agli altri. Res Extensa è una ricerca sospesa tra vista e tatto. Il progetto di mostra esplora la connessione tra il corpo e lo spazio attraverso tracce, segni, rituali quotidiani e introspettivi. In mostra opere di pittura, scultura, installazione, fotografia, mix media, video arte. ARTISTI IN MOSTRA GIOVANNI ALFONSETTI(Brindisi), FATMA ALMAZROUIE (Emirati Arabi), MAGDA APOSTOLOU (Grecia), GIORGIO CARLUCCIO(Brindisi), RODRIGO DE TOLEDO (Brasile), TANIA DIMITRAKOPOULOU(Grecia), ALFONSO FUNES(Venezuela), MATTHEW GIUFFRE’(Usa), LUKE GROTHE (Usa), THOMAS KABELITZ (Germania), MOTOKO HUYSVELD (Francia), DONATO BRUNO LEO (Brindisi), DARIO MANCO(Lecce), KATELYNE OSTYN (Francia), HELLE RASK CRAWFORD (Danimarca), NADINE ROLLAND (Francia), STUART ROSS SNIDER (Usa), LAURA VICTORE (Usa), NEL TEN WOLDE (Australia).
Primo Piano LivinGallery Viale G. Marconi 4 Lecce, Italy 73100 tel/fax: 0832.30 40 14 giorni e orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 11-13/16-19:30 Sabato: 17-19
www.primopianogallery.com primopianogallery@libero.it
ADSUM
Artecontemporanea
via Marconi, 5 (Palazzo della Meridiana) – Terlizzi(BA)
NICOLA FILAZZOLA
Oli e ceramiche 2009-2012 Presentano Mario Colonna e Rocco Brancati Intervengono Ninni Gemmato sindaco di Terlizzi, Salvatore Adduce sindaco di Matera, Gianni Pittella vice presidente del parlamento europeo, Luigi Dello Russo critico e storico dell’arte. Vernissage della mostra sabato 12 gennaio 2013 ore 18,30.
visitabile dal 12 al 26 gennaio 2013 orario: dal lunedì al sabato dalle ore 10.00-12.30 18.30Sabato 12 gennaio la galleria ADSUM ospiterà i dipinti e le ceramiche di Nicola Filazzola, noto artista Materano, nato a Ferrandina. Vive e lavora tra Matera e Grizzana Morandi, piccolo centro dell’Appennino emiliano, con lo studio a La Scola, antico borgo medievale.Agli inizi degli anni ’70 l’attività artistica incrocia la passione politica e l’impegno civile. Risale a quell’epoca l’incontro con artisti come Ennio Calabria e Vittorio Basaglia, esponenti di rilievo della “Nuova figurazione” con i quali stabilisce saldi legami di amicizia. Ha tenuto mostre personali nelle maggiori città italiane ed estere. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Tra le personalità che hanno scritto di Filazzola si ricordano: Ernesto Treccani, Dario Micacchi, Francesco Vincitorio, Elisa Acanfora. Della sua grafica si segnala la cartella di acqueforti-acquetinte del 1978: Violenza e politica in provincia di Matera, 1902-1940. Così come da ricordare sono i ritratti di Don ABBONDIO, Padre Pirrone, Don Traiella, raccolti nel quaderno :”Poesie del disamore e della paura” una riflessione crudele sui rapporti clero e potere. Nel 1998 pubblica :”Il fante di Tursi”, opera grafica e ragionata nata dalla lettura dei monumenti di guerra della Basilicata. Nel 2004 nella Sala Museale del Baraccano di Bologna, espone il ciclo pittorico dedicato alle trasformazioni della campagna meridionale. Ha realizzato opere per le sale consiliari dei Comuni di Montescaglioso e Pisticci. Da alcuni anni, negli ipogei del suo studio, situati nel cuore del Sasso Caveoso di Matera, promuove interessanti incontri culturali, ultimo, quello con le opere di Tonino Guerra. In questa mostra saranno esposte 15 grandi tele e altrettante ceramiche queste ultime realizzate in collaborazione con la ditta dei fratelli D'Aniello di Terlizzi. ADSUM artecontemporanea Art director : MARIA BONADUCE e GIOVANNI MORGESE Critico e storico dell’arte : LUIGI DELLO RUSSO Comunicazione e marketing : FRANCESCO PARISI Ufficio stampa: NICOLO’ MARINO CECI Collaboratori: GIANRAFFAELE PORFILIO – NICOLA MASTANDREA - SABRINA VENDOLA.
Comune di Matera
Comune di Terlizzi
L’opinione di Angelo Andriuolo !NAVIGATORE D’OMBRA Valerio de Filippis Navigare le Ombre,e farlo bene, non è da tutti...è un’arte rara e ormai perduta. Occorrono anni ed anni di preparazione.Un applicazione costante e maniacale, quasi monastica. Occorre farne uno scopo di vita. La parola più consona e usuale è... Sacrificio.Il possibile errore, che vanifica tutto e ci perde, è dietro l’angolo. In agguato. Navigarla, l’Ombra, significa, però, anche restare in Luce. Dominarla, l’Ombra, significa non esserne posseduti. Un percorso senza fine che si sviluppa, e ci avviluppa, in infinite ricorrenti visioni. Incessanti e pressanti ma tutte meravigliosamente necessarie.Per un Artista è facile essere luce o essere ombra...Ci si abbandona all’una o all’altra con estatica tranquillità...quasi senza sforzo. Valerio de Filippis ha scelto,invece, la via più dura. Sulla linea di confine,sempre, vive la sua Arte ogni volta con l’intensità dell’ultima volta.Come se poi mai più dovesse dipingere. Ogni sua opera è il suo “Jisei no ku”, la sua Poesia Finale. Quello che la sua mano crea ha radici profonde nel suo Io, non nasce da un desiderio ma da una necessità.Valerio è un Navigatore d’Ombra. Uno che la conosce bene, e bene conosce le rotte per navigarla. Senza perdersi e confondersi nell’abbraccio soffocante della tenebra. Un nichilista si! Ma fornito di una certa dose di istintiva speranza. Alcune sue figure sembrano disfarsi mentre vivono nella metamorfosi latente del decadimento che ogni giorno prende i nostri corpi e di cui non ci accorgiamo....Il distacco finale avverrà improvviso, durerà un attimo soltanto.Ma il cammino per arrivarci durerà una vita.... e , in questo vivere, ci daranno forza le nostre poesie, di parole o di colori. La pittura di de Filippis, per sua stessa natura, cambia. Varia come varia l’umore...A volte è possente e materica,come i personaggi che dipinge,con Rossi e Bruciati che dominano la scena. Altre volte è tenue e sfumata con personaggi eterei e situazioni surreali in cui i Gialli e gli Azzurri danno all’opera la dimensione del sogno. Non varia però il messaggio simbolico,sempre potente, sempre penetrante. E’ il linguaggio dell’ Artista da onirico diventa reale, da impalpabile diventa sostanza, materia,nuovo territorio,mare sconfinato....mare d’ombra. Diventa Dipinto. (angelo andriuolo) verso un altrove che non sono i personaggi intorno,compagni solo casuali di avventura. E anche nell’unico caso in cui questo sembra non accadere, c’è una maschera (verde come la speranza) a nascondere la direzione degli occhi. L’obiettivo fissato è ben fuori dalla tela. E’ la gente. Causa e ri-
medio alla disperazione e all’apatia. L’uomo è solo una canna, la piú fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d’acqua bastano a ucciderlo (blaise pascal) E’ chiaro che senza la pratica dell’indulgenza il viaggio e l’incontro, allora, non sono pienamente possibili. Si resterà in ogni caso incantati negli ipnotici grovigli di uomini e cose che la mano magistrale di Solari sa creare, ma per apprezzare appieno e godere la narrazione occorrerà animo puro. Sarà necessario cercarlo, questo sguardo, che non è distratto e vacuo ma attento e indagatore. Alla ricerca di chi vuol vedere. Alla ricerca di chi sa capire.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
BASILICATA
MUSMA
MUSEO DELLA SCULTURA CONTEMPORANEA DI MATERA Il MUSMA (Museo della Scultura Contemporanea. Matera) è il più importante museo italiano interamente dedicato alla scultura. Inserito nella suggestiva cornice del seicentesco Palazzo Pomarici, il MUSMA è l'unico museo "in grotta" al mondo dove si sperimenta una perfetta simbiosi tra le sculture e alcuni tra i più caratteristici luoghi scolpiti nel cuore dei Sassi. Gli spazi museali, infatti, coprono non solo le aree edificate del palazzo, ma anche gli ampi ipogei scavati, dove la vasta collezione di opere d'arte viene rigenerata dalla forza degli ambienti rupestri. Il visitatore può quindi sperimentare un'integrazione ideale, di intenso impatto emotivo, tra gli ambienti secolari "cavati" dall'uomo e la scultura contemporanea. La programmazione delle attività museali, che si articola tra il percorso espositivo della Collezione permanente e le mostre temporanee, le attività didattiche e le iniziative promosse dal Museo, rispecchiano la vocazione del MUSMA a essere non solo luogo di conservazione ed esposizione del patrimonio, ma anche centro promotore di cultura e di educazione a tutte le forme artistiche contemporanee.
Lacerba. Un centenario
Disegni, opere grafiche, immagini e documenti 1913 - 1915 Sabato 19 gennaio 2013, alle ore 17.30 al MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea di Matera, sarà inaugurata la mostra “Lacerba. Un centenario”. Le Sale della caccia di Palazzo Pomarci ospiteranno sino al 1° marzo 2013, disegni, opere grafiche, immagini e documenti per ripercorrere la storia del periodico d’avanguardia dal 1913, quando il 1° gennaio è stato fondato a Firenze da Ardengo Soffici e Giovanni Papini, al 1915, anno in cui si conclude la parabola della rivista con la guerra ormai alle porte.
Palazzo Pomarici - Via San Giacomo (Matera) Tel.
366 9357768 - Web
http://www.musma.it
21 ottobre 2012 - 1 marzo 2013 10.00 - 14.00 (apertura pomeridiana per gruppi e su prenotazione) Aperto dal martedì alla domenica. Giornata di chiusura il lunedì (escluso i giorni festivi) Biglietto intero € 5,00 - Ridotto € 3,50 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
ENZO BRISCESE
Paesaggio torinese - omaggio a Casorati 60x70 cm - t.m. su tela - 2011
Galleria ARIELE Arte Contemporanea QUESTO SPAZIO E’ RISERVATO ALLE GALLERIE D’ARTE DELLA BASILICATA, PER MAGGIORIINFORMAZIONI RIVOLGERSI A: redazione@rivista20.com
Associazione culturale “Napoli Nostra L’associazione culturale “Napoli Nostra” iscritta nell’Albo Regionale Campano del Volontariato, intende promuovere tra gli associati, gli artisti ed i cittadini la cultura intesa come momento di crescita e di sviluppo morale e sociale della popolazione, realizzando mostre di pittura, scultura e grafica in Italia e all’estero e pubblicazioni di cataloghi e testi di storia dell’arte. Oltre alle esposizioni personali promuove anche numerose collettive, come le consuete “Arte in Vetrina” e “Arte fra la Gente”, grazie alle quali talenti di differenti stili e correnti possono esprimere il loro sentire, liberando voci molteplici. Si tratta di iniziative patrocinate dal comune di Napoli, che mettono a disposizione degli artisti luoghi inusuali, quali possono essere quelli delle vetrine degli esercizi commerciali, la magnifica scalinata liberty in via dei Mille, la splendida Galleria Umberto I, che da salotto della città si trasforma così in una gigantesca location espositiva. Dall'ottobre del 1997 ad oggi sono state organizzate numerose collettive anche in prestigiose sedi internazionali, come il Museo Etnografico di San Pietroburgo, teatro dell’evento "Stagioni Italiane" e di recente l'Art Centre di Silkeborg Bad in Danimarca e la Maison d'Italie presso la Cité Internationale Universitaire de Paris, che ha ospitato la mostra itinerante dal titolo "Luci, Colori e Forme del Terzo Millennio. Da segnalare inoltre l’ideazione del prezioso testo di storia dell’arte “Fra tradizione e innovazione, artisti italiani da non dimenticare” che costituisce il secondo volume di un’opera enciclopedica che ha già visto pubblicare il primo tomo, dedicato agli artisti del mezzogiorno, e darà a breve alla luce il terzo, che riguarderà quelli europei. Quest’ultimo è attualmente in fase di ultimazione è sarà costituito da oltre cinquecento pagine in cui ogni artista verrà storicizzato dal professor Rosario Pinto, storico dell’arte e docente presso rinomate università ed accademie. L’opera sarà inoltre utilizzata come materiale di studio dagli studenti universitari. La finalità è quella di avviare una ricerca scientifica, che prevede l’inserimento gratuito degli artisti, ed instaura una collaborazione con il Metropolitan Museum of Art di New York, che conserva l’enciclopedia nella biblioteca Thomas John Watson. Il terzo volume sarà presentato a Parigi presso la Citè Internazionale Universitaire. Tra le prossime esposizioni di rilievo quella che verrà realizzata dal 16 al 23 marzo 2013 presso la galleria “La Pigna” di proprietà del Vaticano e sede dell’ Ucai (Unione cattolica artisti italiani) di Roma, sita in via della pigna 13/a, nel seicentesco Palazzo Pontificio Maffei Marescotti. La mostra, aperta a differenti discipline come pittura, scultura e grafica sarà intitolata “Linee artistiche a confronto”; le selezioni sono ancora aperte e l’intento è quello di promuovere, in un contesto d’eccellenza, un insieme di voci capaci di compenetrarsi in un’esperienza estetica aperta a molteplici incursioni.
ASSOCIAZIONE CULTURALE “NAPOLI NOSTRA” vico Berio, 4 (di fronte Galleria Umberto I, via Toledo) - 80132 – Napoli tel.081/4249786, tel-fax 081/415123 www.napolinostra.com info@napolinostra.com Direttore Artistico Ingegner Gennaro Corduas cell. 3393218464, 3349273338
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L’opinione di Giovanna Arancio
NUOVE POETICHE ASTRATTO-INFORMALI Questa mostra si apre al femminile presentando cinque artiste che partecipano con lavori caratterizzati da poetiche e tecniche diverse ma tutte interne al variegato panorama dell’arte astratta e informale. E’ una proposta espositiva che intende testimoniare la vivacità di due generi artistici, originati da contesti storici novecenteschi, scelti e rielaborati dalle nuove leve; tale passaggio generazionale comporta anche la perdita di una certa aura avanguardistica a vantaggio di un novello sviluppo di senso, lasciato libero di crescere e di sprigionare differenti forme espressive. Le indagini e i problemi di oggi si spostano su altri terreni di analisi. Anzitutto non vanno dimenticati la notorietà e il successo finanziario dell’arte neo oggettuale. Si tratta dell’estetica del kitsch che è anche essa una filiazione del Novecento. Anche se cavalca l’onda della fama il kitsch rimane soltanto una parziale rappresentazione del mondo artistico. La sua forza è nella provocazione che ha origine dal processo dissacratorio attraverso il quale estremizza il concetto di oggetto merce, defunzionalizzandolo definitivamente; l’oggetto viene irriso come feticcio e nello stesso tempo sfornato in tutti i comparti, specie in quelli di moda e costume. La storica contestazione di Duchamp è stravolta e l’anticonformismo di facciata del neo oggettuale è aristocratica presa di distanza dalla “massa” attraverso una denuncia barbina. Il neo astrattismo e il neo informale restano invece capaci di uno sguardo critico, a partire dalle rispettive scelte, pronto a confrontarsi con la tecno arte che mette a disposizione la sua interattività, le sue continue evoluzioni declinabili con ogni forma artistica che si metta in gioco. E’ anche da sottolineare l’abbattimento degli steccati che opponevano in passato gli artisti figurativi a quelli che non lo erano: le difficoltà restano, ma la comunicazione e gli scambi sono più fluidi e si può accennare ad una estetica eclettica, aperta, ad un’arte totale che era già il vecchio sogno dei secessionisti di fine Ottocento.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
CAMPANIA
Metro Art Tour NAPOLI
Le Stazioni dell’Arte nascono da un progetto promosso dall’amministrazione comunale per rendere i luoghi della mobilità più attraenti e offrire a tutti la possibilità di un incontro con l’arte contemporanea. Gli spazi interni ed esterni delle stazioni hanno accolto, con il coordinamento artistico di Achille Bonito Oliva, oltre 180 opere di 90 tra i più prestigiosi autori contemporanei, costituendo uno degli esempi più interessanti di museo decentrato e distribuito sull’intera area urbana, un museo che non è spazio chiuso, luogo di concentrazione delle opere d’arte, ma percorso espositivo aperto, per una fruizione dinamica del manufatto artistico. La realizzazione delle stesse stazioni, affidata ad architetti di fama internazionale ha rappresentato un momento di forte riqualificazione di vaste aree del tessuto urbano. Ogni martedì visite guidate alle stazioni dell'arte L'appuntamento è alle ore 10.30 presso l'atrio stazione Toledo (ingresso tornelli) per proseguire poi su Università, dove la visita avrà termine (durata complessiva circa 90 minuti). I partecipanti dovranno essere muniti del titolo di viaggio. Non è necessaria la prenotazione. Contatti: infoarte@metro.na.it Metro Art Tour è un'occasione di viaggio inedita, tra arte e architettura. L'iniziativa punta a favorire la conoscenza del ricco patrimonio di arte contemporanea presente nelle stazioni del metrò di Napoli. Un vero e proprio museo aperto a tutti, in cui gli spazi funzionali ed eleganti, progettati da architetti di fama internazionale, si fondono con i lavori dei massimi esponenti dell'arte contemporanea mondiale
FRANCO SENESI “FINE ART” SPAZI ESPOSITIVI
CAPRI Via V.Emanuele 50 - 80073 Capri (NA)
Tel +39 081 837 8828
Situato nel cuore del centro storico in una delle vie più eleganti ed esclusive di Capri, a pochi passi dal famigerato “piazzetta”. La galleria promuove ad una clientela selezionata di opere d’arte da collezione uniche di artisti italiani di riconoscimenti nazionali e internazionali.
POSITANO MAIN gallery
Via dei Mulini 16 - 84017 Positano (SA)
Tel +39 089 875 257
Nel pieno centro di Positano, la galleria offre uno spazio ampio ed accogliente dove si ha il piacere di trovare mostre personali e collettive di artisti contemporanei importanti e ricercati sia su scala nazionale e internazionale. Si tratta di un punto di riferimento fondamentale a Positano per tutti i collezionisti e appassionati d’arte.
RAVELLO Piazza Duomo, 10 - 84010 Ravello (SA)
Tel +39 089 85833
Nella panoramica piazza del Duomo a Ravello, un luogo di incontro storico per entrambi gli artisti e intellettuali. La galleria offre al visitatore un pennello raffinato seducente con arte.
galleria MONTEOLIVETO espone
Gino Quinto alias Anonimo Napoletano (nome d’arte) testo critico di Gianni Nappa
Le esperienze degli ultimi trenta anni dell’arte meridionale si sono consumate nella ricerca di un innovazione da sondare soprattutto nelle nuove e tecnologiche evidenze. Queste hanno suggestionato le forme pittoriche, sfruttando non solo i tagli fotografici, ma anche una cromia che spesso è priva di emozioni. Le raffigurazioni risultano così appiattite su una ridondanza di messaggi da cronaca, che se pur importante precisazione di un sentire le problematiche sociali, non sembra avere quella semplicità espressiva che ogni artista dovrebbe possedere nel cogliere gli aspetti quotidiani. In definitiva si assiste ad un rimescolare di modalità e linguaggi che non offrono nulla di nuovo in grado di interpretare le istanze che dalla Pop Art e dalle sperimentazioni era stato trasmesso alle nuove generazioni. Al contrario, Gino Quinto, alias Anonimo Napoletano, già dalla scelta del suo pseudonimo dà un primo messaggio che si svincola dal contesto globale della personalità, tanto propagato anche sul web, come recupero di un identità condivisa e condivisibile con i più: lui la annulla già in partenza, con una firma che diventa opera essa stessa. L’artista decide istintivamente di dare spazio alla sua memoria e di operare nel recupero di concetti ed oggetti che sono ormai sorpassati e non devono cadere nell’oblio della dimenticanza. Soltanto attraverso la nostra storia recente possiamo rielaborare l’esperienza sociale di mode, usi, nonché di un tempo che ci apparteneva e dove eravamo protagonisti nel partecipare, non solo nell’apparire. Giocattoli che rimandano agli anni Settanta ed Ottanta recuperati dalle discariche o da altre fonti, che si pongono come archetipi che sanno essere nuove ipotesi per rileggere un pensiero passato, da riattivare sia in forma di denuncia sia di approccio visivo. Per far questo, l’artista scava nella sua indole, prima ancora che nella sua psiche, per operare in sintesi una serie di ipotesi che da una parte si agganciano alla Pop Art per la riproducibilità del significato degli oggetti stessi, e dall’altra alle sperimentazioni che in ambito spaziale sono da recuperare per formulare opere suggestive, piene del pathos partenopeo e dalla capacità di saper offrire l’aspetto ludico e quello tragico. Si recupera l’idea della teca, che a Napoli è la scarabattola di memoria presepiale, per sacralizzare le composizioni in esse contenute ed i contenuti stessi espressi. Tutta la produzione indica la capacità di estrema sintetizzazione, di arguta impostazione nelle scelte compositive e dell’opportunità di creare opere uniche che proprio nel recupero dei giocattoli si pongono come memoria individuale di nuovo rintracciabile e che Anonimo Napoletano offre come irripetibile “memoria collettiva”. Opere che nella contemporaneità affrontano temi diversi del nostro vivere, del trascorso recente, e interpretano le istanze di un “recupero” del sentire collettivo come spinta verso una salvezza sociale che solo la suggestione e l’emozione di questi manufatti sa trasmettere come grimaldello delle coscienze. La sua voglia è di farsi tramite di una rilettura che concretamente sappia far riaffiorare i sentimenti, percepire le cose comuni in forma anche ludica mediante una personale rivisitazione e composizione che assurga a nuovo alfabeto visivo per gli oggetti, come l’abbecedario della stupidità umana nella grande opera alla facoltà di Medicina di Napoli. Un gioco ed un impegno sentito che non bisogna guardare e basta: si deve invece entrare nell’ipotesi sognante di un artista che con la sua sensibilità rilegge una partitura non solo concreta nella forma, ma anche….in forma anonima, come i benefattori di un tempo che elargivano possibilità senza visibilità, perché il bene comune, si costruisce con opere, pensieri e concetti.
L’opinione di Annamaria Parlato
Pamart Consulenza e Progettazione Culturale - www.pamart.it
Claudio Lezoche
Claudio Lezoche è nato a Napoli nel 1929. Pittore e disegnatore, dopo aver conseguito la maturità artistica compie i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Allievo per la pittura di Emilio Notte e per la decorazione di Giovanni Brancaccio, inizia la sua attività nel 1950. Dal 1954 al 1986 insegna al Liceo Artistico di Napoli. Partecipa negli anni Cinquanta a diverse edizioni della Quadriennale di Roma. La prima personale si tiene sempre a Roma, presso la Galleria Zanini, nel 1959. Dopo premi e riconoscimenti, nel 1962 ottiene a Firenze il Premio del Turismo a Palazzo Strozzi per la XIII Mostra del “Fiorino”. Negli anni successivi diverse sono le sue partecipazioni sia in Italia che all’estero. Un’importante monografia del 1983 è stata curata da Franco Solmi; altre due seguiranno nel 1990 e 1997. Sono da ricordare la mostra antologica del 1986 a Ferrara presso Palazzo dei Diamanti, la personale del 2000 alla Casina Pompeiana-Villa ComunaleNapoli e quella antologica del 2011 a Castel dell’Ovo nella medesima città. Ha esposto in Olanda, Svizzera, Stati Uniti e Grecia. La pittura di Lezoche è vibrante e inquietante allo stesso tempo, ci lascia spiazzati quando per la prima volta, con fare silenzioso, ci si accosta ad essa. Il linguaggio di Lezoche con toni sempre più incalzanti, a partire dagli anni Sessanta, ha lasciato un segno nella città partenopea, ha dato luogo a dibattiti e riflessioni, facendosi interprete delle inquietudini contemporanee. Partito dal realismo, si è fatto portavoce di un revival neometafisico, ha rifiutato il concettuale e l’informale, per indossare le vesti di un novello De Chirico. Nei suoi dipinti intravediamo l’eleganza dei soggetti, la dicotomia metafisica tra l’essere umano e la natura, la lotta, sanguigna ed estenuante, la forza, il potere, il dolore, la volontà e il desiderio. L’arte di Lezoche è un mosaico di interpretazioni, più livelli di lettura si possono intravedere nelle sue opere, ed ognuna apre verso un mondo, favolistico e immaginario. Contemplare le sue opere è come viaggiare oltre il tempo, far approdare il visitatore verso mondi sconosciuti, tra spazi dalle tinte metalliche e graffianti ove le ombre si affollano e danno luogo a dimensioni ai più sconosciute. Lezoche abbandonata la materia terrena, si lancia verso un itinerario non facilmente comprensibile al profano, in quanto è un itinerario che vuol essere un pellegrinaggio verso un infinito pittorico d’impronta metafisica. La dominante dei toni scuri e delle tinte più chiare e tenui, rivela nella cromatica spirituale del suo animo, l’incontro dell’artista con tutto ciò che è inatteso, ma profondamente desiderato in un’ansia di luci, spazi, altezze d’animo, libertà, espiazione e redenzione dalla schiavitù della materia. Strane macchine, piante, uccelli, frutta, scene urbane e apocalittiche dalle tecniche miste, prendono forma e vengono fuori preponderanti nelle sue tele. E’ raro, di questi tempi d’interpretazione “eccessiva” della realtà e dei linguaggi pittorici, trovare un artista che esprime nella forma e nella rappresentazione della realtà, una delicatezza gentile e nobile. E’ questa particolare ricerca di sfumature e di forme trasfigurate, senza essere deformate, che rende suadenti ed intellettualmente seducenti le sue opere. Quando affronta la figura, il paesaggio urbano, con le sue periferie ostili, l’indagine è mordente, attenta alla struttura, tagliente: è la sua critica ad una situazione, che non si abbandona a motivi nostalgici di un passato che è stato e non sarà, ma che è cosciente di un destino più duro, pesante, che l’uomo porta come suo fardello.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
CALABRIA
Assessore Mario Caligiuri
Punti di Vista. Identità Conflitti Mutamenti Dal 14 dicembre 2012 al 14 febbraio 2013
Punti di Vista si pone l’obiettivo di mettere a confronto nelle sale di Palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale di Cosenza, i grandi maestri del passato con le opere di dodici artisti italiani delle ultime generazioni, attraverso una trama di dialoghi e corrispondenze di carattere simbolico che lega la pittura dal Rinascimento al Novecento con altri linguaggi espressivi come la scultura, l’installazione, la fotografia o il video, più consoni ad esprimere le esperienze complesse della contemporaneità. La motivazione della mostra risiede in una riflessione sull’evoluzione dei linguaggi dell’arte, attraverso uno stimolante corto circuito tra antico e contemporaneo, per attivare modalità interpretative che possano creare rapporti e relazioni tra soggetti, tematiche e griglie semantiche originali e stimolanti per le giovani generazioni. Un dialogo che contribuisce ad evidenziare nuovi punti di vista sulla storia dell’arte del passato, attraverso itinerari simbolici e slittamenti di senso che propongono possibili approfondimenti sul rapporto tra tradizione e modernità, tecnica e pensiero, all’interno di una cornice solenne come Palazzo Arnone che, grazie alla recente ristrutturazione degli spazi espositivi e alla costante offerta culturale sul territorio, si pone come ideale luogo di incontro tra le arti di ieri e di oggi. Artisti in mostra: Francesco Arena, Vanessa Beecroft, Francesco Barocco, Massimo Bartolini, Marta Mancini, Sergio Breviario, Chiara Camoni, Francesco Carone, Lara Favaretto, Flavio Favelli, Elisa Sighicelli, Francesco Vezzoli.
Galleria Nazionale di Cosenza Via Gian Vincenzo Gravina - Cosenza Telefono: 0984795639 - Fax: 098471246 orario: 10.00-18.00 (da martedì a domenica)
Cura: Fabio De Chirico e Ludovico Pratesi Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria E-mail: sbsae-cal@beniculturali.it Sito web: http://www.articalabria.it
Angelo Savelli. Il Maestro del bianco Dal 15 dicembre 2012 al 30 marzo 2013
Una retrospettiva di uno dei maggiori protagonisti del dopoguerra, la cui ultima mostra pubblica risale al 1995, anno della sua morte e dell’invito alla Biennale di Venezia, quando le sue opere furono presentate dal museo Pecci di Prato. Angelo Savelli, nato nel 1911 a Pizzo Calabro, proprio in Calabria ha avuto i suoi primi riconoscimenti con il Premio Mattia Preti ricevuto nel 1935. Sebbene negli anni ottanta si fosse trasferito a New York, non dimenticò mai i legami con la sua terra e nel 1991 venne aperto a Lamezia Terme il Centro Angelo Savelli. Orario: tutti i giorni 9.30 / 13.00 - 15.30 / 20.00; chiuso lunedì
MARCA - Museo delle Arti - Catanzaro
Via Alessandro Turco 63 Telefono: 0961. 746797 E-mail: info@museomarca.com Sito web: http://www.museomarca.info/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
DANILO RICCIARDI
Danilo Ricciardi, nasce a Siracusa nel 1958, a soli 12 anni realizza le prime tele con colori ad olio. Trascorre così l'adolescenza dedicandosi agli studi scientifici non tralasciando però la vocazione artistica. Dal 1993 al 1998 si concede una pausa riflessiva ed introspettiva spostandosi dalla Sicilia, all'Umbria , dalla Toscana, alla Francia, dalla Svizzera, alla Germania e all’America. L'amore per la propria città, culla d'arte e cultura, lo riavvicina. Oggi Danilo Ricciardi vive e lavora a Siracusa in quell'incantevole scoglio che ne fà il centro storico. ORTIGIA.
Discepolo
GIRARDI
L’opinione S P A Z I O R I S E R VAT O A Critico/Curatore della Calabria
Questa Rivista nasce dall’esigenza di creare una rete di rapporti con artisti e operatori del settore al fine di far emergere talenti e creatività presenti e sommersi nelle nostre varie regioni e in tal modo valorizzare le realtà artistiche del nostro territorio nazionale. Pertanto intendiamo.coinvolgere per ogni regione Critici, Curatori, Galleristi, Associazioni Culturali e Artisti, offrendo a ciascuno uno spazio dove poter far conoscere e pubblicizzare le loro specifiche attività. Ciò permette a chi sia interessato, di avere un agevole punto di riferimento su tutto il territorio circa le opportunità istituzionali e private (ivi presenti). Apriamo uno spazio per condividere esperienze, sensazioni, opinio ni e permettere una reale collaborazione e scambio tra le varie realtà culturali italiane nonchè una finestra verso il mondo internazionale. Intendiamo cioè superare per quanto ci compete l’attuale frammentazione espositiva e propositiva e far emergere quanto di meglio affiora nel nostro settore. Vi invitiamo pertanto ad aderire alla nostra iniziativa scrivendoci a: direzione@rivista20.com
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
SICILIA
Palermo scopre l’arte nuova. 814 opere in esposizione provenienti da cinquanta paesi del mondo, realizzate da settecento artisti e presentate al pubblico siciliano in varie sezioni dedicate al paesaggio, alla figura, alla scultura, all’acquerello e l’informale. Fino al prossimo 3 febbraio. Palermo è protagonista di un evento culturale unico: la 1ª Biennale Internazionale d’Arte, inaugurata da Vittorio Sgarbi lo scorso 10 gennaio quando hanno aperto i battenti le sedi espositive in un percorso che si snoda dal Loggiato San Bartolomeo per giungere in Villa Malfitano Whitaker, fino al Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea "Giuseppe Sciortino" di Monreale. «Questa è una continuazione ideale del mio lavoro alla Biennale di Venezia, ideata per dare spazio a molti artisti che solo così possono fare vedere che esistono» Vittorio Sgarbi
VILLA MALFITANO WHITAKER Ore 9-15 dal Lunedì al Sabato FINO AL 3 FEBBRAIO LOGGIATO SAN BARTOLOMEO Ore 9-13/16-19 dal Martedì al Sabato Ore 9/13 Domenica e festivi Lunedì chiusura settimanale FINO AL 3 FEBBRAIO MUSEO CIVICO SCIORTINO - MONREALE Ore 9/13 - 16/18,30 dal Lunedì al Sabato Domenica ore 9/13 FINO AL 3 FEBBRAIO TEATRO POLITEAMA Ore 9/13 - 16-19 FINO AL 13 GENNAIO
LA VIA DEI MILLE La Via dei Mille (www.laviadeimille.com ), è una galleria commerciale online costituita da diversi negozi fatti da persone. L’obiettivo del portale è quello di valorizzare gli scambi tra i territori e ridare slancio a negozianti, artigiani e produttori locali soffocati dalla grande distribuzione presente sia online che offline. Nell’ottica di valorizzare l’arte, l’ingegno e le persone, “La Via dei Mille” mette a disposizione uno spazio nella propria sala espositiva virtuale dove gli artisti possono esporre le loro opere e venderle. Lo spazio è denominato “La Via dei Mille 4 Art”. La presenza dell’artista e della sua opera è gratuita e viene trattenuta soltanto un’esigua commissione (a copertura delle varie spese di gestione) solo all’atto della vendita del manufatto. Il portale è visitato mensilmente da migliaia di persone: un vasto pubblico che potrà ammirare le opere dei vari artisti, conoscerle ed acquistarle. La loro presenza sarà accessibile a tutti tramite il menù principale o attraverso il motore di ricerca. In questo modo i clienti e tutti gli interessati potranno trovarli facilmente. Un luogo unico ed esclusivo offerto da “La Via dei Mille”, un incentivo all’arte: il nostro contributo, ci auguriamo possa rappresentare un’opportunità per molti. Chi intende inserire le proprie opere all’interno della galleria può richiedere la brochure contenente tutti i dettagli inviando una mail a 4art@laviadeimille.com Massimiliano Bellino
L’opinione di Nuccio Mula Scrittore – giornalista
Docente universitario - Critico internazionale d’Arte e Letteratura Presidente della Giuria Internazionale del Concorso “Esponi e Vinci” 2012
Valentina Russo Opera di lettura complessa ed immediata al tempo, ergo riuscita a sintetizzare al meglio, iconograficamente e concettualmente, il rimando diretto ad una celebre novella di Luigi Pirandello, qui raffigurato per intensità e spessore di tratti ad evocare, da uno sfondo di policromie funzionalmente assemblate ad interfacciarne le fattezze identitarie, un messaggio che diviene severo monito all’abbandono d’una omologante “mediocritas”, amplificato da inserimenti di “writing” a controbilanciarne la drammaticità per segnali e tragitti di Speranza.
Giuseppe Porretta Attimo immoto e pulsante d’una sequenza naturalistica di grande forza espressiva nel riprenderne i toni, le carature, le cromie, le compostezze, le vibrazioni e le trasfigurazioni attraverso un figurativismo fuori da qualsivoglia oleografia di prevedibilità, intriso “in toto” di minuziosi precisionismi ad ottimizzarne la visione ambientale e di pastosi rilievi del tocco a riequilibrarne la riscrittura pittorica tramite quiete luminescenze ed invisibili brezze d’un altrettanto rarefatto sommovimento atmosferico a sublimarne la liricità di sicilitudine.
Marina Moscato Epifania di un’Affabulazione gravida e sussultoria, in apparenza deprivata da ogni concreto incombere sullo scenario immoto del raffigurare rarefatto ma, in realtà, affollata d’insondabili presenze nascoste, di sortileghe assenze presentificate, di esoterismi echeggianti, di silenziose ma percepibili coralità a salmodiare enigmi e vaticini, di trasmutazioni cromatiche e luministiche abilitate a conferire superiore dimensione di surrealtà ad un contesto che, per tali ondulazioni di supersegni, diviene “container” di fascinose, inquietanti attrazioni. Angela Melfa Espressione esemplare d’una reale e duttile polivalenza del creare che permette all’Artista di attestarsi, e con esiti costantemente a pregevole livello, su posizioni di alta, oggettiva, magistrale predominanza nell’intuire, monitorare, selezionare e riprendere nei diversi aspetti espressivi delle Arti Visive, l’opera, in cui il soggetto, per dominare ogni altro elemento configurativo, é fatto emergere da un contesto solo accennato e sfuggente, diviene Icona dell’Eros, limpida di dettagli e di carne nel trepidante scorrere di un’attesa ebbra di promesse.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA
SARDEGNA
Visioni di Sardegna. Stampe e disegni dalle Collezioni statali Se la Sardegna degli inizi del XX secolo fatica a uscire dall’isolamento e i suoi artisti stentano - tranne che in rari casi e momenti - a ottenere riconoscimenti e visibilità, è con il diffondersi della pratica dell’incisione che si afferma invece una sua preminenza in campo nazionale, alimentata dalla creazione di una vera e propria scuola, riconosciuta e apprezzata in Italia e all’estero. Visioni di Sardegna sono quelle che complessivamente regala la Collezione di stampe di Giuseppe Tomè, riunita nell’arco dei circa trent’anni che costituiscono il periodo d’oro della scuola - dagli anni Venti ai Cinquanta - e ricca di una settantina di pezzi, quasi tutti di maestri sardi, ma non solo. È la prima volta che si ha modo di esporre in modo organico almeno parte di questa importante sezione della Collezione, a più di quarant’anni dalla sua donazione allo Stato; l’accompagna e completa una piccola scelta di opere appartenute a un altro grande collezionista di arte sarda del Novecento, Antonio Dessena. Accanto alla selezione delle incisioni si presentano alcuni disegni, soprattutto ritratti realizzati a gessetto, come l’inedito Ragazzo di Mario Paglietti, un bel monotipo di Antonio Ballero (Serafina: se ne conosceva finora una copia di qualità inferiore, pubblicata nella monografia sull’artista), e una raccolta di strumenti e matrici originali, sia in legno che in metallo, di Felice Melis Marini e Iginio Zara, provenienti da collezioni private. La sezione didattica della mostra è costituita da un pannello con semplici spiegazioni sulle tecniche e un video, prodotto per l’occasione, nel quale l’incisore Enrico Piras illustra concretamente le varie tecniche. Accompagnano le classiche stampe in bianco e nero le colorate linoleografie di Giuseppe Biasi, che riveste anche per l’incisione il ruolo di pioniere nell’Isola; ma la presenza in mostra di quasi tutti i maggiori autori del periodo permette di valutare le varie attitudini e differenze, e gustare i risultati eccezionali raggiunti dagli altri incisori, quelli, per così dire, più “puri” - Stanis Dessy, Mario Delitala, Remo Branca, Carmelo Floris. La sicura e salda amicizia di Giuseppe Tomè con Stanis Dessy, autore di un terzo delle opere collezionate, fa sì che siano le sue stampe a far la parte del leone: sua perciò la maggior parte delle stampe in mostra, sua l’immagine simbolo della mostra, la splendida xilografia Concerto, esposta a Firenze nel 1933 nella I Mostra Sindacale Nazionale, chiamata a comporre, in un accordo a più voci, una sequenza armonica di Visioni di Sardegna, esempi di rara bellezza.
Pinacoteca Mus’a al Canopoleno Piazza Santa Caterina 4 Sassari Telefono: 079231560 http://www.pinacotecamusa.it/
Data Inizio:11 dicembre 2012 - Data Fine: 05 aprile 2013 Orario: 9.00 - 13.30 (dal lunedì al venerdì)/ 15.00-17.00 (lunedì-martedì) ; Chiuso Sabato e domenica Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
L’opinione S P A Z I O R I S E R VAT O A Critico/Curatore della Sardegna
Questa Rivista nasce dall’esigenza di creare una rete di rapporti con artisti e operatori del settore al fine di far emergere talenti e creatività presenti e sommersi nelle nostre varie regioni e in tal modo valorizzare le realtà artistiche del nostro territorio nazionale. Pertanto intendiamo.coinvolgere per ogni regione Critici, Curatori, Galleristi, Associazioni Culturali e Artisti, offrendo a ciascuno uno spazio dove poter far conoscere e pubblicizzare le loro specifiche attività. Ciò permette a chi sia interessato, di avere un agevole punto di riferimento su tutto il territorio circa le opportunità istituzionali e private (ivi presenti). Apriamo uno spazio per condividere esperienze, sensazioni, opinio ni e permettere una reale collaborazione e scambio tra le varie realtà culturali italiane nonchè una finestra verso il mondo internazionale. Intendiamo cioè superare per quanto ci compete l’attuale frammentazione espositiva e propositiva e far emergere quanto di meglio affiora nel nostro settore. Vi invitiamo pertanto ad aderire alla nostra iniziativa scrivendoci a: direzione@rivista20.com
Associazione Culturale Iris: la presentazione del presidente Francesco Italiano
«L’arte e la cultura sono solo armi inoffensive, ma possono essere unguento e medicina per estirpare il germe di questo nuovo “medioevo”»
Non è cosa semplice per me, abituato all'uso dei pennelli, dei colori e delle immagini, poter comunicare a chi mi leggerà l'impegno e la passione con cui da lungo tempo attendevo l'opportunità di poter concretizzare l'idea di creare un gruppo non omogeneo di artisti che, pur operando in settori diversi dell'arte, avessero come scopo comune quello della comunicazione culturale. La creazione di questa associazione è stata difficile e contrastata, ma oggi rinasce attraverso l'incontro e l'impegno di un gruppo di creativi che l’hanno rifondata. Scrittori, pittori, musicisti, fotografi, poeti, attori daranno corpo a questo nuovo soggetto. Un'opera condivisa che nulla toglierà all'individualità dei singoli e che verrà esaltata dal sostegno del gruppo e dai risultati che tale interdisciplinarietà riuscirà a produrre divenendo valore aggiunto e bagaglio culturale per ciascuno. Come pittore posso indubbiamente affermare che non esiste opera d'arte che non possieda “Poesia” intesa in senso lato, che possa stimolare la fantasia di un poeta, di un musicista, di un attore… I fattori si possono cambiare ma non cambia il risultato. L'arte allarga i suoi confini attraverso il contatto diretto tra le diverse espressioni artistiche e gli artisti stessi, e credo debba dare, come la storia ci insegna, una rappresentazione dei tempi in cui nasce e giorno per giorno muta e si trasforma in un messaggio rivolto sempre al futuro; essa è lungimirante e veggente, poiché la fantasia non ha confini nè di spazio né di tempo. Attraverso il sogno ci indirizza alla conoscenza della realtà e alla sua accettazione, vede il non visto, dice il non detto, va insomma “oltre” la comune concezione dell'apparenza, ha slancio utopico, e pur basandosi sulle esperienze artistiche del passato legate alla sua storia non deve voltarsi indietro mai. La creatività cammina solo in avanti, e fermarsi a contemplare vuol dire fermare in qualche modo la storia dell'Arte. In questo senso gli eventi che abbiamo messo in calendario portano come soprattitolo la dicitura “Incontri d'Arte”. Gli appuntamenti sono tre e si susseguiranno per tre settimane nel mese di febbraio 2013. Non è casuale che gli artisti presenti in questi eventi giungano da varie località italiane e straniere, sintomo che l'arte unisce e il fuoco continua ad ardere anche sotto la ceneri di una società che ogni giorno di più affonda la cultura, ostacolo e ultimo baluardo spesso in prima linea nella difesa dei principi che possano farci rivivere un nuovo “rinascimento” morale e filosofico che crei nuovi bisogni slegati dalla logica della produzione e del consumismo più bieco per l'arricchimento sfrenato di pochi a discapito di molti. Esistono bisogni spirituali, o se volete celebrali, che ci fanno sentire liberi, ma che sono sopraffatti oggi da una incessante lotta contro l'impoverimento dei popoli. L'arte e la cultura sono solo armi inoffensive, ma possono essere unguento e medicina per estirpare il germe di questo nuovo e moderno medioevo. L'associazione ha già avuto modo di presentare questo tipo di manifestazioni con alternante successo...Ci rendiamo conto che superare gli schemi classici dell'individualismo sia difficile e che sia la pecca dei nostri giorni, ma questo non ci deve far desistere dall'uso dell'arte come mezzo di comunicazione e di acculturazione per un pubblico più vasto e più giovane. Lo sforzo di riuscire a coinvolgere anche le nuove generazioni in questo progetto è un elemento primario e sarà di grande soddisfazione per il nostro operato se lo renderemo possibile. Pertanto pittori, poeti, scrittori, attori, fotografi creativi, studiosi e storici dell'arte e altri fautori di espressione e comunicazione sono i nostri collaboratori ideali. Mi faccio portavoce e garante di questo nostro impegno.
L’associazione culturale “Iris” presenta "Incontri d’arte" pittura, musica e poesia Presso la galleria "Chiostro dell'Annunziata" via Po, 45 - Torino orari: da lunedì a Giovedì 10.30 – 20; sabato e domenica 10 – 22
‘ATELIER di PITTURA e di ARTI APPLICATE
A Giaveno apre l’atelier di pittura e arti applicate dell’associazione “Crossing” Un esempio di collaborazione con le istituzioni L’atelier di pittura e di arti applicate di Giaveno ospita la sede dell’ associazione “Crossing”, nata
nell’autunno 2012. Si tratta di una realtà apartitica volta a promuovere ogni forma d’arte. Del resto la denominazione stessa nasce dall’idea che vi è un “incrocio” tra i differenti canali espressivi: pittura, musica, poesia, scultura, fotografia, fino all’ arte culinaria. L’atelier diviene così un luogo in cui si possono trovare musicisti in grado di dare lezioni di chitarra e dove tutti i giovedì sono organizzati corsi di “re-Design” ovvero di recupero degli oggetti in chiave artistica. Inoltre vi si svolgono corsi di pittura ed esposizioni collettive e personali. Il 14 luglio è stata ideata la “Promenade des Arts” con il patrocinio del Comune di Giaveno: una collettiva d’arte all’aperto allestita nella piazza adiacente il Municipio e animata da musica dal vivo, degustazione di vini docg ed assenzio, e conferenza dedicata a questo particolare distillato apprezzato dagli artisti e scrittori parigini, nonché descritto da numerosi autori, come nel celebre dipinto dedicato da Edgar Degas agli effetti della bevanda e in cui viene ritratta al pubblico. In seguito, il 10 agosto scorso, è stata realizzata un’altra esposizione all’aperto, nella
cornice dello splendido parco di Palazzo Marchini, proseguita anch’essa negli spazi dell’associazione. Un’ ulteriore collettiva “ Tutti i volti di Giaveno” si è tenuta il 23 novembre con percorso itinerante che questa volta ha visto il coinvolgimento degli spazi del locale “Caffe del commercio”. A richiesta di alcuni soci è stata ideata una giornata espositiva, il 23 dicembre, in concomitanza con le festività natalizie, in via XX settembre e in alcuni locali comunali; evento incorniciato da bancarelle di artigianato artistico ed animato dalla musica dal vivo, oltre che da pregevoli installazioni. I propositi per il 2013 sono tanti: dalle collettive a rotazione per gli iscritti, alle personali, oltre naturalmente ai progetti di carattere itinerante, con l’ambizione di coinvolgere anche numerosi comuni. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 23 gennaio alle 20,30 con la riunione dei soci; in tale occasione potranno intervenire anche persone interessate che potranno proporre idee o condividere gli intenti dell’associazione. Atelier di Pittura e di Arti Applicate, via Francesco Marchini 5/3, Giaveno. Orari: dal martedì al sabato 15 - 19 o negli altri giorni su appuntamento. Tutti i giovedì dalle 18 alle 20 per il corso di re-Design Riferimenti del presidente Lorella Massarotto: tel. 338/6824664, e-mail massarotto60@libero.it
Nell'ambito di "Campidoglio on Ice", patinoire e manifestazioni in Piazza Risorgimento, a cura del Centro Commerciale Artigianale Naturale Campidoglio, il MAU Museo d'Arte Urbana organizza, sabato 19 gennaio 2013 : Ore 15.00 : con punto di incontro presso il sagrato della Chiesa di San Alfonso, corso Tassoni ang. via Cibrario, visita guidata gratuita al MAU ed al Borgo Campidoglio, con il Direttore Artistico Edoardo Di Mauro, in collaborazione con Abbonamento Musei Torino Piemonte Ore 16.30 : Piazza Risorgimento, torretta lato via Buronzo, visita al Rifugio Antiaereo con guida professionista, in collaborazione con il Museo Diffuso della Resistenza. Costo 4.00 euro, prenotazioni numero verde 800 329 329 Dalle 16.00 alle 19.00 : Piazza Risorgimento, live act painting dello street artist XEL sul chiosco lato via Digione. Interverrà l'Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Michele Coppola Patrocinio : Regione Piemonte, Fondazione CRT Sponsor tecnico : OIKOS Colore e materia per l'architettura www.oikos-paint.com Fornitura colori : Colorificio Cavallo via Monginevro 24 Torino Info : 335 6398351 info@museoarteurbana.it
UN SOGNO CHIAMATO ARTEA L'amore per il bello, capire cosa ci sta dietro, la voglia di essere curiosi e laboriosi. Tutto questo muove l’associazione “Artea”, che nasce da un chiacchericcio nei pressi del mare di Aci Castello. L’attività inizia con un corso di sole due ore di pittura tenuto, per diletto, dalla pittrice Angela Cacciola, oggi presidente. Davanti a cavalletti di fortuna, immagini timide e pennelli c'era chi arrivava con tutto quello che si poteva acquistare in cartoleria e chi voleva dipingere ogni cosa che vedeva per strada. Oppure chi usava quel tempo come terapia. Adesso “Artea”, seppur ancora giovane, ospita una sorta di officina della creatività a largo raggio con un target esteso che va dai bambini che trovano il loro mondo a colori, ai grandi, che in effetti, se ci pensate, fanno lo stesso. Le persone si sono moltiplicate nel giro di pochi mesi, collaborano per dare vita ai tanti corsi e seminari. "Diamo vita alle vostre idee", recitava uno spot: un motto in cui noi crediamo sul serio. Non solo pittura ma anche lezioni di restauro, canto moderno, scrittura creativa e molte altre attività che troverete ampiamente descritte sul sito www.associaizoneartea. com . Si può imparare persino ad ideare le torte americane: il cake design, con seminari di decorazione in pasta di zucchero oppure splendide favole costruite attorno ad una palla di pan di spagna. “Artea” offre la possibilità, a chi lo desidera, di condividere il suo sapere con chi è alla ricerca di strumenti per esprimersi. E chi cerca un nuovo canale espressivo e non lo trova è incoraggiato a suggerire nuovi modi. Perché si crea, non importa l' età, neppure l'indirizzo culturale da cui si giunge. Non occorre essere professionisti, poiché si può sempre diventarlo. Ci piace deliziarci delle performance di gente di teatro, di musica, di letteratura, di chi riesce ad emozionare perché per prima cosa essa si emoziona da sè.
Il presidente Chiara Chiacciola Artea Associazione Culturale via G.Verga 20 San Gregorio di Catania tel: 3492859798 e-mail info.artea@gmail.com sito web: www.associazioneartea.com
Giorgio Morandi. Il mondo segreto degli oggetti Un’esposizione interattiva ideata dal Dipartimento educativo MAMbo, Museo d’arte Moderna Bologna
Questa esposizione inaugura una nuova importante collaborazione a livello europeo che permette al Museo in erba di presentare in Ticino alcuni dei più interessanti progetti del Dipartimento educativo MAMbo (Museo d’arte moderna di Bologna). Lo spazio espositivo del museo in erba si trasforma nello studio di Giorgio Morandi, magicamente ricostruito, e i giovani visitatori si trovano avvolti e coinvolti nell’atmosfera che ha circondato l’artista nella produzione delle sue opere. Interagendo con le varie parti dell’istallazione, scoprono i libri di Morandi, i suoi vestiti, le sue lettere, i suoi strumenti di lavoro. In questo modo i bambini (e non solo) possono avvicinarsi emotivamente al pittore, alla sua poetica e alle sue tecniche. Colori a olio, lastre di zinco, strumenti usati per le incisioni e gli oggetti delle sue nature morte, vale a dire brocche, caraffe e barattoli raccontano, infatti, come sono nati i suoi capolavori. Alcuni pannelli con le riproduzioni di una scelta di quadri completano la prima parte del percorso. La seconda sezione della mostra invece, è dedicata alla scoperta di artisti contemporanei che hanno presentato oggetti comuni nelle loro opere, come Thiebaud, Tony Cragg e Spoerri. Attraverso un percorso ludico e interattivo i bambini osservano l’evoluzione contemporanea del genere della natura morta. Al termine, una grande istallazione, un tavolo ricoperto da tantissimi oggetti del quotidiano dipinti di bianco, propone ai bambini dapprima un gioco d’osservazione e poi li invita con un foglio e un rullo a raccogliere una traccia che evoca la loro forma originale che resterà come ricordo della visita. L’atelier propone un ricco programma di attività pittoriche, incontri con artisti, laboratori e animazioni per tutta la famiglia e su appuntamento anche per gruppi di adulti. Il Museo in erba organizza inoltre divertenti feste di compleanno. Il programma dettagliato dell’atelier così come le comunicazioni per i docenti sono scaricabili dal nostro sito: www.museoinerba.com Fino al 17 febbraio 2013 - Orari: lu - ve: 8.30 - 11.30 * 13.30 - 16.30 Sabato, domenica e vacanze scolastiche: 14.00 - 17.00. Chiuso: 9 e 10 febbraio Per informazioni e prenotazioni (visite scolaresche, gruppi e atelier): Il Museo in erba, Piazza Giuseppe Buffi 8, 6500 Bellinzona, Svizzera Tel. + 41 91 835.52.54; ilmuseoinerba@bluewin.ch; www.museoinerba.com Con il sostegno di:Coop Cultura; Dicastero Cultura Bellinzona, Repubblica e Cantone Ticino–Fondo Swisslos, LaRegioneTicino, Ticino Turismo, Ente Turistico Bellinzona, uessearte.
CENTRO CULTURALE ARIELE via Lauro Rossi, 9c - TORINO tel. 011.20 73 905
Enzo Briscese
Presidente C.C. Ariele
STIAMO SELEZIONANDO 100 ARTISTI AI QUALI REALIZZEREMO PER CIASCUNO UN CATALOGO VIRTUALE DI 40 PAGINE, LE DIMENSIONI SONO: 20 x 20 cm QUESTI BOOK SARANNO INSERITI NELLA NOSTRA LIBRERIA E NEL 2013, OGNI SETTIMANA FAREMO CONOSCERE UN ARTISTA A TUTTA LA NOSTRA RETE DI GALLERIE, ASSOCIAZIONI CULTURALI, CURATORI, CRITICI, COLLEZIONISTI OLTRE ALL’ESECUZIONE DEL CATALOGO VIRTUALE, SARA’ FORNITO AD OGNI ARTISTA LA VERSIONE IN PDF PER UNA EVENTUALE STAMPA - COPERTINA + INTERNO SIAMO IN GRADO DI FORNIRE ANCHE IL SERVIZIO DI STAMPA TRAMITE UNA TIPOGRAFIA (CONVENZIONATA CON NOI) CHE PERMETTE PREZZI CONCORRENZIALI
LO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA GALLERIA ARIELE E’ DISPONIBILE PER PERSONALI E COLLETTIVE NELLE SEGUENTI DATE: - Anno 2013 - dal 29 giugno al 30 luglio - dal 14 al 28 settembre - dal 16 al 30 marzo - dal 05 al 19 ottobre - dal 6 al 20 aprile - dal 26 ottobre al 9 novembre - dal 27 aprile al 11 maggio - dal 16 al 30 novembre - dal 08 al 22 giugno - dal 07 dicembre al 09 gennaio NB: Le collettive sono con un max di cinque artisti e di uno scultore per il quale la mostra sarebbe una personale. scrivere a: info@galleria-ariele.com
SANDRA VANDELLI ENRICO CHALLIER
ALESSIA ZOLFO