Galleria Ariele presenta
Pierluigi Cocchi
Galleria Ariele www.galleria-ariele.com testo critico
Pasqualino Calacitti - Stefano Rampoldi impaginazione e grafica
Gianguido Oggeri Breda Rosaria Di DIo
in copertina
particolare dell’opera “Paesaggio francese”.
Galleria Ariele presenta
Pierluigi Cocchi
BIOGRAFIA
Pierluigi Cocchi è nato a Santa Sofia di Romagna in provincia di Forlì il 12.11.1948. Dal 1974 risiede a Seregno (MB) Studio in Via Nino Bixio n. 10 Seregno MB. Progettista, designer, pittore/scultore, ha lavorato per le migliori aziende del settore arredamento. La pittura lo attrae all’inizio degli anni ‘60. In quel periodo, vive le esperienze estive dei primi “Premio Campigna “ di Santa Sofia suo paese natale. Nel 1964 ha la fortuna di vedere dal vero tre quadri di grandi dimensioni di Plinio Nomellini di proprietà del geometra Cerofolini marito della figlia dell’illustre pittore toscano, e ne rimane fortemente impressionato. Nell’estate del ‘67 conosce Mauro Mami e sotto la sua direzione inizia i corsi di progettazione di architettura d’interni all’Istituto Statale d’Arte di Forlì. Negli stessi anni ha come maestri il pittore bolognese Alfonso Frasnedi per il disegno professionale e lo scultore Raffaele Mondini per le arti plastiche. La pittura e l’architettura lo attraggono fortemente. Fra il 1968 e il 1974 abbina studio e lavoro. Completati gli studi si trasferisce a Seregno (MI). Nel 1973 conosce il pittore Sergio Dangelo, due anni piu’ tardi in occasione di una personale di Dangelo, conosce Max Huber. Negli stessi anni frequenta assiduamente le gallerie d’arte milanesi, Annunciata, il Naviglio, Gianferrari, il Milione, e lo studio Piatti di Marco Grossetti. Nel 1983 a Milano Tre in occasione della posa di due sculture, conosce Pietro Cascella, e nel 1998 lo scultore Nino Cassani, nel 2007 conosce a Parigi Leonardo Cremonini e nel 2008 a Losanna lo scultore Jves Dana...
CRITICA Pasqualino Colacitti Il giovane artista, inizialmente figurativo – espressionista, subì il fascino dell’astratto realizzando triangoli isolati in ampi spazi in equilibrio su corde tese sovrastate da pesi musicali e raffinatamente tonali; quindi lacerò le figure piane inserendole in una spazialità bidimensionale, dai colori esaltanti e solari. Oggi costruisce - “TOTEM” lignei tridimensionali, componendoli dinamicamente in una verticale ascensione con un cromatismo fauve, inserendo immagini della realtà quotidiana; quasi “appunti per un diario mentale quotidiano”. Stefano Rampoldi Nel caso di Cocchi non cogliere la valenza semantica degli oggetti prescelti è pressochè impossibile. Nelle sue sculturine in legno colorate ad olio, ma il tema è ripreso anche in numerosi disegni, la composizione è strutturata in modo rigoroso: un segnale stradale, uno specchietto retrovisore, scampoli di paesaggio naturalistico dentro lo specchietto medesimo, elementi di scultura astratta veri e propri al centro della composizione sempre longilinea e filiforme. Siamo schiavi di una civiltà dei semafori, dei divieti, degli stop? Sembrerebbe di si ma tutto è reso con colori chiari e vivaci, e viene solo da chiedersi se questa allegria, piuttosto che come ottimismo di fronte al moderno, non vada piuttosto letta all’insegna della rassegnazione ironica e del disincanto.
“Paesaggio francese” olio su tavola, 2008, cm 40 x 40
“Muri metropolitani� tpastelli su carta, 2011, cm 90 x 70
“Manifesto metropolitano� olio su tavola, 2011, cm 55 x 55
“Indiana metropolitana� olio su tela, 2011, cm 90 x 85
“Atleta metropolitana� terracotta policroma, 2011, cm 43 x 13 x h.45
“Acrobata metropolitana� terracotta policroma, 2011, cm 40 x 14 x h.42
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