N° 11 settembre - ottobre 2015 - periodico bimestrale d’Arte e Cultura www.rivista20.jimdo.com
ARTE E CULTURA NELLE 20 REGIONI ITALIANE
Riccardo Cordero
Edito dal Centro Culturale ARIELE
G a l l e ri a20 C entro Cultura le A riele C or so Ca sale , 8 5 - Torino t e l . 011.37 24 0 8 7 - www.rivista 2 0 .jimd o . c o m o rar io di apertu ra: da lunedĂŹ a sabat o 1 5 -1 9
BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CULTURALE
del Centro Culturale Ariele
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Hanno collaborato: Giovanna Alberta Arancio Ermanno Benetti Tommaso Evangelista Lodovico Gierut Silvia Grandi Irene Ramponi Letizia Caiazzo Antonietta Campilongo Alessandra Primicerio Francesco Mastrorizzi Roberta Panichi Enzo Briscese Ludovico Operti Marzia Mandrini Paola Corrias Cinzia Memola Nicolò Marino Ceci
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MOSTRA DI NATALE 2015 Mostra riservata ai soci del C. C. Ariele Inaugurazione 5/12/2015 ore 17,30 Periodo espositivo dal 5 al 29/12/2015
Rivista20 del Centro Culturale Ariele Presidente: Enzo Briscese Vicepresidente: Giovanna Alberta Arancio orario ufficio: dalle 15 alle 19 tel. 011.37 24 087 mail galleriariele@gmail.com -----------------------------------------------------
In copertina: opera di Riccardo Cordero
CENTRO CULTURALE ARIELE Iscrizione 2016
Si avvicina la fine dell’anno 2015 e dal prossimo mese (dicembre) si riaprono le iscrizioni al Centro Culturale Ariele per il 2016 con l’auspicio che ciò rappresenti un segno positivo rivolto verso un altro anno ricco di iniziative e promettente per qualità artistica complessiva. Il contributo è indirizzato a coprire le spese ma ha anche la funzione di stimolo al fine di agevolare ed incentivare nuove situazioni nel campo delle arti visive rafforzando lo scambio e la collaborazione. L’iscrizione dà diritto a: due collettive gratuite, promozione sulle pagine della nostra rivista www.rivista20.jimdo.com, un book virtuale personale e gratuito sul nostro sito www.galleria20.jimdo.com comprensivo di biografia, critica, foto personale e undici immagini delle opere, agevolazioni nei costi della versione cartacea del book e della produzione dei cataloghi, inoltre servizi vari grazie alle opportunità offerte dalla nostra rete. L’associazione infatti si propone proprio come polo di aggregazione creativa in crescita negli anni ed è tuttora vitale dopo un ventennio di attività e impegno sul territorio torinese. La galleria, aperta a tutti gli artisti, appassionati d’arte e pubblico, e la rivista, che
affianca le altre attività operando uno squarcio sugli avvenimenti culturali di tutte le varie regioni, sono due importanti realtà del Centro. Nel contempo esse rappresentano due potenziali chiavi per ampliare ulteriormente l’azione di efficaci sinergie per le quali stiamo lavorando. Al proposito stiamo per elaborare prossime mostre itineranti da organizzare in località storiche, in sedi importanti, in luoghi di prestigio sparsi per l’Italia, come pure scambi espositivi fra artisti di diverse zone regionali; per altri versi potenziamo la promozione, l’informazione culturale e un lavorio solidale rivolti in particolare alle problematiche specifiche e alle iniziative delle altre gallerie di Torino. Infatti stiamo attraversando da tempo un periodo di forte crisi che coinvolge in città (e non solo) la vita dei centri d’arte visiva e per affrontarla al meglio l’unica alternativa valida è stringere rapporti di cooperazione fra galleristi e vari operatori in quanto l’unità degli sforzi ci può permettere di realizzare progetti e rispondere positivamente alle difficoltà in corso garantendo non unicamente la semplice sopravvivenza delle sedi espositive rimaste ma aggredendo alla base gli ostacoli e andando oltre a mere risposte sintomatiche.
RICCARDO CORDERO
RiccardoCordero è nato ad Alba, nel 1942. Dopo gli studi al Liceo Artistico di Torino, si diploma in Scultura presso l’Accademia Albertina di Belle arti della stessa città seguendo i corsi di Franco Garelli e Sandro Cherchi. Ha successivamente insegnato a Torino al primo Liceo Artistico di Torino fino al 1984 e poI nelle Accademie di Belle Arti di Bologna, Milano e Torino. Nel 1992 quale vincitore del Concorso Nazionale e stato Titolare della Cattedra di Scultura all’Accademia Albertina fino al 2000. Ora è Presidente dell’Associazione Piemontese Arte in Torino e membro della Commissione dello Shanghai Sculpture Park in China. A partire dal 1960 ha esposto le sue opere nelle più importanti mostre nazionali ed internazionali. Nel 1978 e 2011 è stato invitato a partecipare con un gruppo di opere alla 48ma e 54ma Biennale di Venezia. Ha realizzato numerose opere di grande dimensione in tutto il mondo, tra cui si ricordano Rotazione Coordinata per Il Parco della Pellerina e Chakra per Piazza Galimberti a Torino nel 2005. Una grande scultura intitolata Grande ferro per la Lookout Park Fondation a Damascus in Pennsylvania (USA).
Nel 1997, la Fondazione De Fornaris acquista la scultura in bronzo Disarticolare il cerchio, per la Galleria d’Arte Moderna di Torino. Negli ultimi anni ha creato opere colossali quali: Meteora nel 2005, per lo Shanghai Sculpture Park in China, nel 2006 Cometa per il Rose Garden di Taiwan, nel 2013 una grande fontana in acciaio corten per la città di Taiwan e nel 2014 una scultura in ferro per Kaohsiung a Taiwan. Molto numerose le sue mostre personali sparse in tutto il mondo. Dal 2002, tra le più significative si possono ricordare: In the same space, Cordero King Venet nel Museo dell’Automobile a Torino. Nel 2007 Riccardo Cordero, opere 1960 -2007 in Spagna e Sud America: al Museo Universidad, Alicante (Spagna), nella Municipalidad di Montevideo (Uruguay), al Centro Cultural Borges di Buenos Aires (Argentina),alla Fundacao Memorial da America Latina a San Paulo (Brasile) e nel 2013, Riccardo Cordero, Giganti dell’età del ferro 1960-2013, Caraglio (Cuneo). Vive e lavora a Torino in Via Mantova 19
Scultore per vocazione, Cordero seleziona i suoi interessi con precoce lucidità, guardando tra l’altro, come dimostrano le sue opere dei primi anni sessanta, oltre che di nuovo a Fontana, ai lavori tridimensionali di Milani, che proponevano inedite possibilità nella relazione tra volumi plastici e spazio, nodo centrale della scultura, come Cordero comprende presto, inaugurando quello che sarà il registro primo di tutto il suo lungo percorso. Su tale linea, anche l’attenzione a Garelli, pure attestato dalle prime prove di Cordero. Presto, tuttavia, l’artista si pone su di un fronte «oltre l’informale», sul filo, anche tematico, del richiamo della contemporaneità, plasmando tra il 1964 e il 1965 colorate figure a tutto tondo. Si tratta però di una svolta provvisoria. Già l’anno dopo Cordero trasferisce il bisogno di una scultura in sintonia col proprio tempo nella ricerca, che si protrarrà fino al 1969-1970 e oltre, su assemblaggi polimaterici colorati, stimolati anche dagli sviluppi di Garelli nei Tubi, esposti alla Biennale di Venezia nel 1966, oltre che da una rilettura originale dei precedenti delle avanguardie storiche, in particolare del Boccioni futurista delle «compenetrazioni dei piani». Frattanto, fin dal 1969, Cordero realizza le
sue costruzioni e i suoi assemblaggi in quella scala ambientale che gli diverrà sempre più congeniale, già saggiata in grandi dimensioni nel 1975 nel monumentale Terra-luna di cm 650x420x250, in ferro smaltato e poliestere, installato nel giardino della Scuola Media di Rozzano (Milano). Nel 1977 l’artista interrompe le ricerche più autoreferenziali sulla forma e lo spazio per sondarne per quasi un decennio le potenzialità nell’immagine figurativa. Non quindi una frattura totale ma una rivisitazione «colta» della tradizione, anche nella manualità, nella materia e nelle tecniche, in una temperie latamente postmoderna.
Tra il 1985 e il 1987 Cordero, attraverso ulteriori sperimentazioni sul tema del paesaggio, approda alla costruzione di strutture nuove per la loro determinatezza fisica e segnica e per il loro dare realtà, ancora fisica, allo spazio, attivato, e quindi reso presente, non evocato, dalla forma plastica. Si apre qui la definitiva maturità dell’artista, annunciata alla fine del 1988 nella mostra Due Sculture, a Torino presso l’Associazione Culturale Il Salto del salmone, che proponeva appunto due sole sculture, Novembre e Nero nel paesaggio, poi l’attività espositiva nel 2012 con una spettacolare mostra Macromondi Spezzati, di opere monumentali, a cura di Luciano Caramel,
collocate all’interno della cinta muraria del Castello di Pergine cui segue nel 2013 la grande mostra antologica Giganti dell’età del ferro 1960-2013. In ambito internazionale, a partire dal 2006, si trova ad operare in Cina dove nel 2013 realizza, per la città di Wuhu, una seconda versione in acciaio corten della scultura Chakra.
EVENTI
PIEMONTE
MONET dalle Collezioni del Musée d’Orsay 2 ottobre 2015 - 31 gennaio 2016 Preparatevi ad immergervi in un’ondata di colore. In mostra alla GAM di Torino, quaranta capolavori di Monet evocheranno lo splendore dei paesaggi impressionisti e dei leggiadri ritratti delle donne di fine Ottocento. Luce e colore sono i veri protagonisti di questa eccezionale rassegna monografica dedicata al grande Maestro, a cui si deve il nome di quella corrente artistica, l’Impressionismo, così amata in tutto il mondo.
IL CATALOGO L’opera del pittore francese attraverso i capolavori dei due musei parigini. Il volume, a corredo dell’importante rassegna torinese (la più grande mai realizzata sull’artista in Italia) illustra il percorso artistico di Claude Monet attraverso oltre sessanta dipinti provenienti dai musei d’Orsay e dell’Orangerie, le due istituzioni parigine che ne custodiscono l’opera. Nato a Parigi nel 1840, Claude Monet viene considerato il padre dell’Impressionismo, il movimento che rivoluzionò la pittura europea della fine dell’Ottocento. Nessun artista più di Claude Monet (1840-1926) ha cercato di catturare l’essenza della luce sulla tela. Di lui Cézanne soleva dire: “Monet non è che un occhio, ma, buon Dio, che occhio!”. Tra tutti gli impressionisti, fu lui a rimanere sempre totalmente aderente al principio di fedeltà assoluta alla sensazione visiva, dipingendo direttamente l’oggetto sulla tela. Dalle prime prove, al Salon, alla storica esposizione del gruppo impressionista nel 1874, dalla scoperta della pittura en plein air all’estrema avventura della Ninfee, il volume ricostruisce l’itinerario artistico di Monet attraverso opere capitali come Le déjeuner sur
l’herbe, La cathédrale de Rouen e La rue Montorgueil à Paris. Gli straordinari dipinti presentati in questo catalogo documentano tutti i momenti e le svolte della prolifica carriera artistica di Monet, permettendo di ricostruire la parabola artistica del maestro impressionista dagli esordi alla maturità.
Raffaello Il Sole delle Arti alla Venaria Reale di Torino Sale delle Arti, II piano
Dal 26 settembre 2015 al 24 gennaio 2016
Il fulcro della mostra è costituito da un nucleo di celebri capolavori di Raffaello, che evocano il racconto della sua prodigiosa carriera artistica, le persone che ha conosciuto, le diverse città dove ha vissuto. A documentare gli anni della sua formazione è una scelta di opere dei maestri che hanno avuto un ruolo fondamentale, vale a dire il padre Giovanni Santi, il Perugino, il Pinturicchio e Luca Signorelli. La mostra intende accostarsi alla geniale personalità di Raffaello anche da un punto di vista inconsueto e imprevedibile, vale a dire illustrando il suo impegno creativo verso le cosiddette “arti applicate”, che tradussero nelle rispettive tecniche suoi cartoni e disegni nonché incisioni tratte dalla sua opera, e che nel corso del Cinque e Seicento costituirono il veicolo privilegiato per la diffusione e la conoscenza in Italia e nel resto d’Europa delle invenzioni figurative dell’Urbinate: arazzi, maioliche, monete, cristalli di rocca, placchette, smalti, vetri, armature, intagli. Per le richieste di prestito delle opere sono coinvolte le più importanti istituzioni museali italiane e straniere
come i Musei Vaticani, il Residenzschloss di Dresda, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Victoria and Albert Museum di Londra, la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, gli Uffizi, la Galleria Palatina di Palazzo Pitti, il Museo Nazionale del Bargello e il Palazzo Corsini di Firenze, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, i Musei Civici di Pesaro e il Museo di Capodimonte di Napoli. Martedì 17 novembre è previsto l’arrivo in mostra dell’opera Busto di un angelo (Pala Baronci) di Raffaello. A cura di: Gabriele Barucca e Sylvia Ferino, con un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci Con la partecipazione di: Mondo Mostre srl e Fondazione per la Cultura Torino Partner: Intesa San Paolo Con il sostegno di: Compagnia di San Paolo Con il Patrocinio di: Città di Torino e Città metropolitana di Torino
Corso Casale, 85 Torino
PICCOLO FORMATO - 30x30 tematiche e tecniche libere
Imma Albano
dal 31 ottobre al 21 novembre 2015 dal lunedĂŹ al sabato dalle ore 15 alle 19
Raffaele Albano
Adriano Barbieri
Elena Bottari
Mauro Azzarita
Lucia Biamonte
Luca Braglia
Corrado Alderucci
Riccardo BadalĂ
Alberto Bongini
Claudio Brunello
Graziella Caccia
Saverio Cappiello
Arianna Cimma
Rossella Di Dio
Valentina Campagni
Mirella Caruso
Anna Corti
Giorgio Di Gifico
Mario Canginio
Tommaso Chiappa
Giuseppe De Filippo
Dicech Vincenzo
Silvana D’Urso
Eugenio Galli
Viviana gonella
Simona Lanza
Fiorenzo Isaia
Fuksa Anselme Elisa
Miranda Garoscio
Diego Grangetti
Domenico lasala
Iolanda Furone
Evelina Gibaldi
Giuseppe Greca
Laura Lepore
Sara Li Gregni
Barbara Memola
Franca Musso
Raffaella Pasquali
Marco Longo
Sabina Lucchin
Anna Monzardo
Sarka MrazovĂ
Alessandra Nunziante
Lodovica Paschetta
Cristiano Ranghetto
Michele Revellino
Venere Rizzo
Antonio Russi
Armando Trasforini
Giorgio Viotto
Graziella valeria Rota
Marco Sciarpa
mariagrazia Ruggiu
Gianna Tibaldi
Valensin Luciano
Wally Vaser
Rosanna Vottero Viutrella
Giovanna Zuccone
arte contemporanea via Saluzzo 67, San Salvario, Torino
presenta
collettiva di arte contemporanea 20 novembre - 8 dicembre 2015 Inaugurazione venerdĂŹ 20
Daniele Masterpiece
marco Sciarpa
novembre 2015
Emiliani Cavalli
Paolo Mandolino
ore 20,00
federica Petri
Silvia Finetti
EVENTI
LOMBARDIA
Giotto a Palazzo Reale, Milano. Quattordici capolavori di uno dei simboli assoluti della storia dell’arte dell’arte italiana. Apre al pubblico il 2 settembre, ‘Giotto, l’Italia’, fino al 10 gennaio 2016, la mostra che, dopo lo straordinario successo ottenuto da quella dedicata a Leonardo, chiude la stagione espositiva in città nel semestre di Expo 2015. La mostra prevede un percorso e l’allestimento di
Mario Bellini, che ha voluto visualizzare il tragitto compiuto dall’artista fiorentino attraverso l’Italia del suo tempo in circa quaranta anni di attività. Le 14 opere, nessuna delle quali è mai stata esposta a Milano, si trovano su grandi altari in ferro immersi nella penombra: un contesto ‘povero’, volto a esaltare la bellezza delle tavole policrome del maestro. Palazzo Reale si è rivelato il luogo ideale per ospitare le opere dell’artista poiche’ ingloba strutture del palazzo di Azzone Visconti, dove, negli ultimi anni di vita, Giotto venne a realizzare due cicli di dipinti murali, oggi perduti. dal 02 settembre 2015 al 10 gennaio 2016 Costo del biglietto: 12,00 euro; Riduz.: 10,00 euro Prenotazione:Nessuna Luogo: Milano, Palazzo Reale Orario: lunedì: 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica: dalle 9.30 alle 19.30; giovedì e sabato: 9.30-22.30 Telefono: 02 92800821 E-mail: info@milanoguida.com Sito web: http://www.mostragiottoitalia.it/
Nelle sale dedicate alle opere giovanili si trovano il frammento della Maestà della Vergine da Borgo San Lorenzo e la Madonna da San Giorgio alla Costa, risalenti al periodo di attività tra Firenze e Assisi. Esposto anche il nucleo dalla Badia fiorentina, con il Polittico dell’altar maggiore, la tavola con Dio Padre in trono che proviene dalla cappella degli Scrovegni e il polittico Stefaneschi, il capolavoro dipinto per l’altare maggiore della basilica di San Pietro in Vaticano. L’assessore milanese alla Cultura, Filippo Del Corno, ha definito la mostra “un evento straordinario”. “Non si sono mai viste così tante opere di Giotto nello stesso progetto espositivo”. Merito del lavoro del comitato scientifico per avere realizzato “un racconto a 360 gradi della storia e del percorso creativo di un grande artista che ha rivoluzionato i canoni pittorici e che in un certo senso è stato il fondatore dell’espressione artistica moderna”. Posta sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, promossa dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dal Comune di Milano, con il patrocinio della Regione Lombardia, l’esposizione è prodotta e organizzata da Palazzo Reale e dalla casa editrice Electa. Il progetto scientifico è di Pietro Petraroia (Éupolis Lombardia) eSerena Romano (Università di Losanna) che sono anche i curatori dell’esposizione.
Inediti di Ligabue e Ghizzardi a Palazzo della Ragione Mantova – Palazzo della Ragione - dal 19 maggio al 22 novembre 2015
Dal 19 maggio al 22 novembre Mantova a Palazzo della Ragione ospita il Museo della Follia. E’ una iniziativa di Regione Lombardia a cura dell’Ambasciatore Vittorio Sgarbi per “Expo Belle Arti 2015” L’iniziativa presenta 190 opere di Antonio Ligabue, di cui 12 dipinti e 2 disegni inediti provenienti da collezioni private. Di Ghizzardi sono presenti 37 opere mai esposte e pubblicate prima. La mostra è organizzata da Augusto Agosta Tota, presidente del Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di Parma. Preziosa occasione per incontrare lo storicizzato e conoscere l’inedito, lasciandosi irretire dall’arte di due rappresentanti del Novecento mediopadano, che con aria allucinata, senso della natura, adesione ad una umanità al limite della sopravvivenza materiale e spirituale, sono stati capaci di una strenua lotta, anche quando appariva perduta nelle nebbie della follia. Ecco dunque per la prima volta 12 oli di Ligabue: Cavallo datato 19391942; un Ritratto risalente al 1941; eseguito fra il 1948 e il 1950 Cavalli all’aratro; fra il 1952 e il 1962 Ritratto di Donna; Scorpione, in due versioni differenti; Paesaggio agreste; Vedova nera con preda; Gatto con la talpa; datato fra il 1953 e 1954 Testa di tigre mentre Paesaggio con cani risale agli anni 1953-1955. Fra il 1957 e il 1958 è identificata la data di Lepre. Due disegni inediti senza datazione sono Alce e Cavallo. Fra i 37 lavori inediti di Pietro
Ghizzardi troviamo le tecniche miste Claudia Cardinale del 1960, Marilin del 1968 e Mina del 1970. Il Museo a Mantova comprende, inoltre, una sezione dedicata alle mostre temporanee sul tema della Follia. Saranno in mostra le opere di: il Piccio, Antonio Mancini, Filippo Antonio Cifariello, Gaetano Esposito, Michele Cammarano, Vincenzo Gemito, Vito Timmel, Massimo Mariano, Gino Sandri, Carlo Zinelli, Bertozzi & Casoni, Giovanni Macciotta, Lorenzo Alessandri, Raimondo Lorenzetti, Mario Molinari, Raimondo Lorenzetti, Mario Molinari, Umberto Gervasi, Giacinto Bosco, Fabrizio Sclocchini, Luigi Serafini, Agostino Arrivabene, Giordano Morganti, Gaetano Giuffrè, Ottavio Mazzonis, Nicola Sferruzza, Marilena Manzella, Sandro Bettin, Gaspare
MARCO LONGO
Marco Longo è nato a Torino il 27/11/56. insegna disegno e pittura presso lo studio” Ricerche Visive di Torino”in via Giulia di Barolo 12. Diplomato al liceo artistico, ha frequentato l’Accademia Albertina, diplomato alla “scuola Internazionale di grafica”a Venezia. Dal 1978 al 1994 fa parte della cooperativa “arti visive “di Torino. Partecipa a numerose mostre personali e collettive. Nel 2004 riceve il 1° premio concorso pittura “Città di Novara” Quello a noi più vicino è sicuramente dato dalle pitture dell ‘artista Torinese Marco Longo, il quale trasfigura in
dimensione lirica la realtà metropolitana. Il suo paesaggio abdica al colore. Lo pone anzi in silenziosa attesa, accanto al respiro delle realtà quotidiane, appoggiandosi sulla malinconia amica delle ore lente, nei giorni di luce piovosa e diafana.Il tutto si traduce in immagini di bellezza eterea che il sole non riesce a penetrare. La prospettiva mette a fuoco soltanto gli oggetti inanimati, fissandoli per riflesso: i bordi della strada riflessa tra le pozzanghere, così come la pioggia battente vista protetti dal parabrezza di una macchina in corsa. Zaira Beretta (galleria Zaion Biella Aprile 2014)
EVENTI
LIGURIA
DAGLI IMPRESSIONISTI A PICASSO capolavori del Detroit Institute of Arts
Van Gogh, Gauguin, Monet, Cézanne, Degas, Renoir, Matisse, Modigliani, Kandinsky, Picasso Dal 25 settembre 2015 al 10 aprile 2016 Appartamento del Doge – Palazzo Ducale - Genova
In questa importante mostra, su cui vale la pena di tornare ancora, le cinquantadue opere provenienti tutte dal Detroit Institute of Art di Detroit (DIA) coprono un percorso variegato e rappresentativo delle avanguardie europee, nel periodo a cavallo tra ‘800 e ‘900. Come tutte le rivoluzioni culturali e artistiche, inizialmente incomprese, queste avanguardie hanno preso lentamente la scena e conquistato la coscienza e il gusto del pubblico nei loro paesi d’origine ma anche fuori, grazie alla spinta del collezionismo internazionale. La mostra è quindi un’occasione da non perdere per approfondire la conoscenza dei grandi maestri ma anche la storia del Museo statunitense, il suo impegno programmatico a favore dell’arte contemporanea e la sua costante collaborazione con il fervido e raffinato spirito
del collezionismo americano. Direttore del Museo di Detroit dal 1924, Willem Valentiner, insieme ai suoi mecenati, contribuì notevolmente all’ampliamento della collezione d’arte e sotto la sua egida venne incrementata proprio la raccolta di opere delle avanguardie artistiche europee che ad oggi è considerata una delle più importanti, e da cui provengono tutte i lavori esposti a Genova. Si parte dagli Impressionisti, la cui rivoluzione pittorica nasce con un manifesto poco omogeneo e tanto meno segue un’ideologia o una politica. Il punto comune a tutti i suoi esponenti è stata principalmente la volontà di superare la poetica classica e la soffocante pittura accademica a favore di una sensazione visiva immediata e di una tecnica pittorica rapida e senza ritocchi, fatta di pure note cromatiche.
Ammiriamo così Monet e le sue scene di vita quotidiana (Gladioli), la naturalezza dei temi e dei colori di Renoir (Donna in poltrona, Bagnante seduta, Il Pierrot bianco) o il paesaggio di Pissarro (ll sentiero). Questi lavoravano tutti, da subito, en-plein-air, Cézanne e Degas partirono invece dallo studio storico. Degas ci sorprende per l’intimità che riesce ad evocare e per i tagli fotografici dei quadri (Ballerine nella stanza verde, Violinista e giovane donna) mentre Cezanne, solitario e geniale, segna il passaggio dal primo impressionismo ai movimenti successivi perché studia e attinge alle regole della classicità per smontarle e poi rimontarle in modo nuovo ed efficace (Bagnanti, La montagna Sainte-Victoire). Nonostante le differenze, tutti gli impressionisti (termine che venne coniato per definire la loro pittura a partire dalla prima esposizione parigina del 1874 nello studio del fotografo Nadar) convergevano nel mostrare che l’esperienza della realtà compiuta attraverso una pittura d’impressione, non mediata, è un’esperienza piena e legittima, non sostituibile con altre. Nel percorso della mostra non potevano mancare il genio tormentato e la liberazione formale di Van Gogh (Autoritratto, La sponda dell’Oise ad Auvers), ma anche i Fauves, con Matisse e poi Rouault (bellissimo il suo Pagliaccio) e naturalmente gli Espressionisti tedeschi de “Il ponte” (di cui abbiamo avuto occasione recente di ammirare le opere proprio a Genova) e de “ Il Cavaliere Azzurro”. Un altro momento fondamentale della mostra è la Scuola di Parigi, con il genio del suo principale esponente, Picasso, ma anche con Matisse e con l’eleganza dei componimenti poetici che sono i ritratti dell’italiano Modigliani. La Scuola di Parigi è stata una scuola cosmopolita nel senso che ogni stile era ammesso, ma è stata anche e soprattutto in quegli anni il mercato dell’arte per eccellenza, il luogo dove il collezionismo ha fatto a gara per organizzare il lavoro di
molti artisti senza limitarne la libertà espressiva. In questo senso, la ricerca stilistica inarrestabile di Picasso è solo apparentemente arbitraria perché egli si muove nel tempo e nello spazio con una tempestività impressionante e sempre voluta, a dimostrare il senso della ricerca pittorica come libertà e valore in sé. Nelle stanze di Palazzo Ducale sono presenti alcune opere che mostrano le sue diverse cifre stilistiche, dal periodo ‘blu’ al periodo ‘rosa’ (Testa di Arlecchino – 1905), dalla ricerca cubista (La bottiglia di Anis del Mono – 1915) fino alla scomposizione più cruda del periodo di Guernica (Ragazza che legge – 1938).
BRASSAI – Pour l’amour de Paris Sottoporticato – Palazzo Ducale - Genova Dal 3 0ttobre 2015 al 24 gennaio 2016
250 fotografie vintage e una proiezione raccontano la storia d’amore che ha unito per oltre cinquant’anni lo scrittore, fotografo e cineasta Brassaï alla capitale francese e ai suoi più nascosti recessi. Brassai nasce a in Transilvania, a Brasso (da cui il suo nome d’arte). Figlio di un professore di letteratura, compie gli studi d’arte a Berlino. Quando è ancora bambino, resta affascinato da un primo viaggio con il padre, in visita a Parigi per un anno sabbatico. In questo viaggio ha modo e tempo di empatizzare con le atmosfere della capitale francese e sarà un legame che non scorderà. Quando vi torna, nel 1924, viene presto a contatto con l’ambiente degli intellettuali e degli artisti (Prevert, Cendrars, Miller, Man Ray, Picasso) e inizia così la sua personale ricerca di immagini fotografiche, spesso decontestualizzate e surreali, di una città per lui piena di sfaccettature. «È stato il primo a fotografare Parigi di notte: amava il buio, il nero. Nelle sue foto le luci derivavano dalla nebbia, dall’acqua e dalla neve: tre elementi, questi, che erano fondamentali per lui”. Anche nella Parigi diurna coglie l’anima di ogni quartiere o monumento che catturi la sua attenzione. Brassai è un uomo molto colto, che ama la vita e l’arte in genere, è anche pittore, scultore, regista e scrittore e arriva alla fotografia relativamente tardi, da autodidatta. E’ proprio la personale formazione a dare carattere alle sue immagini, reali sì ma rese fantastiche dalla visione. “La stampa aveva un ruolo molto importante per lui, che si occupava personalmente di tutto, dagli scatti allo sviluppo.
Non per abbellire la foto, ma perché questa esprimesse esattamente la sua idea iniziale di quell’immagine». Picasso lo volle come fotografo di alcune sue sculture ancora inedite, riconoscendo una comune fascinazione per certe atmosfere ed ambienti. Nel mondo del circo, ad esempio, entrambi ‘ritrovano la bellezza dei corpi umani e la virtuosità degli sforzi fisici, il dialogo tra la bestia e l’uomo, il senso dell’equilibrio e il gusto per il mistero’. La mostra ‘Brassaï. Pour l’amour de Paris’, a cura di Agnès de Gouvion Saint-Cyr in collaborazione con l’Estate Brassaï, è organizzata e prodotta in Italia da Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia.
NEVIO ZANARDI – I Colori di Camillo Sivori Foyer del Teatro Carlo Felice Passo Eugenio Montale, 4 - Genova Dal 20 ottobre 2015 al 3 gennaio 2016
Il Teatro Carlo Felice di Genova celebra quest’anno il bicentenario della nascita di Camillo Sivori, virtuoso musicista genovese che ha ricoperto un ruolo non marginale nella musica dell’ ‘800 ed è stato l’allievo prediletto del più celebre Paganini. Nevio Zanardi, violoncellista, direttore d’orchestra e docente, che all’attività musicale affianca da più di vent’anni anche quella di pittore e incisore, ha voluto dare il suo contributo alla commemorazione di Camillo Sivori con una serie di opere composte per lo più tra il 2014-2015 in formato ampio, ispirate ai “12 Etudes-Caprices” pour violon seul, op.25, ma anche ad altre composizioni. La sua personale, ospitata nel Foyer del Teatro, è un’esposizione sui generis che unisce musica e arte visiva in modo unico. Capita raramente di incontrare un musicista classico che sia anche pittore e quindi artista dalla capacità espressiva completa e a tutto tondo. Davanti ai quadri del Maestro
Nevio Zanardi non si può fare a meno di apprezzare l’intensità dei colori, le velature che vibrano come suoni, la raffinata composizione informale e notare come il suo sentire e la sua comprensione musicale abbiano un’intensa risonanza anche nei dipinti. Il momento dell’ascolto è per lui fondamentale per la ricerca di soluzioni visive. Per gli Etudes “Zanardi ha annotato su carta le reazioni all’ascolto dei 12 brani, poche parole a catturare un’immagine mentale nell’attesa di trasporla su tela”. Come dice lui stesso: “quando ascolto la musica, inconsapevolmente associo colori e relazioni di colori a suoni, ritmi ed armonie: questo mi proietta in una dimensione dove dissonanze e disarmonie, diversamente da quanto accade nel mondo reale, generano tra di loro una tensione positiva capace di dar vita ad altri elementi, la cui presenza viene ad equilibrare e legittimare ciò che all’inizio era in opposizione”.
EVENTI
VALLE D’AOSTA
Da Bellini a Tiepolo.
Capolavori dell’Accademia dei Concordi
In mostra i capolavori dell’arte veneta dal Rinascimento al Settecento, a cura di Vittorio Sgarbi e Gabriele Accornero. Si tratta della prima mostra al di fuori della sede permanente dello straordinario corpo di opere della prestigiosaPinacoteca di Rovigo, un’occasione imperdibile per conoscerne i capolavori anche attraverso la chiave di lettura che i curatori metteranno in evidenza. La mostra presenta una ricca selezione di 52 capolavori, molti di grandi dimensioni, provenienti dalla Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile di Rovigo e offre una sorprendete panoramica della stagione artistica che va dal Quattrocento al Settecento, un arco temporale che comprende i momenti più alti della pittura internazionale e che ha come momento centrale, il prolifico e meraviglioso Rinascimento. La collezione della Pinacoteca dei Concordi, che raccoglie il meglio dell’arte veneta dal XV al XVIII
secolo, è frutto della passione per la pittura di alcune nobili famiglie rodigine, che nell’Ottocento donarono le loro quadrerie all’Accademia e al Seminario Vescovile di Rovigo. In questa terra, stretta tra i fiumi Adige e Po, che, tra il Quattrocento e il Settecento, ha visto succedersi al colto e raffinato ducato estense il dominio della Repubblica di Venezia, sono custodite opere che posso essere considerate punti di riferimento per la storia dell’arte del nostro Paese e capisaldi della pittura internazionale. La mostra sarà impreziosita da una sala che proporrà una video intervista sul percorso espositivo al critico Vittorio Sgarbi, specialista del periodo storico artistico in questione e straordinario divulgatore. Associazione Forte di Bard Tel. 0125 833811 - Fax: 0125 833830 info@fortedibard.it www.fortedibard.it
Castello Gamba ( Chatillon)
Il Castello fu edificato nei primi anni del ‘900 su progetto dell’Ingegner Carlo Saroldi, per volere di Charles Maurice Gamba, marito di Angélique d’Entrèves, figlia del conte Christin d’Entrèves. Dal 1982 è proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta. Dopo un complesso intervento di restauro, oggi il castello ospita un percorso espositivo che si snoda attraverso 13 sale, allestite al promo e secondo piano, in cui sono esposte oltre 150 opere tra dipinti, sculture, installazioni, raccolte grafiche e fotografiche, appartenenti ad una collezione regionale che va dalla fine dell’Ottocento fino ai nostri giorni. Una parte delle opere è ancora in attesa di collocazione ed è conservata in una sala-archivio del secondo piano visitabile solo su prenotazione, Il terzo piano e un’altana di questo, all’interno della torretta centrale del castello, sono invece dedicati alle esposizioni temporanee ed è stata inaugurata con le opere diItalo Mus. A fianco delle opere dei maestri del ‘900 tra le quali sculture di Martini, Mastroianni, Manzù, Arnaldo e Giò Pomodoro e dipinti di Casorati, De Pisis, Carrà, Guttuso, la collezione documenta la produzione figurativa italiana della seconda metà del secolo sino ad esponenti della ricerca contemporanea come Schifano, Baruchello, Rama, Mainolfi. Un’ampia scelta di opere testimonia inoltre con varietà i movimenti che hanno animato la scena artistica italiana negli ultimi 25 anni: sono rappresentati ad esempio l ’In for male, l’ Astra ttismo ge ometrico, l a
Transavanguardia e la Pop Art. Particolare rilievo è dato al territorio valdostano attraverso l’attività degli artisti locali, o attivi nella Valle su committenza regionale.Da visitare sia per l’apprendimento sia per lo svago, l’esposizione offre una serie di servizi pensati per avvicinare diverse fasce di visitatori (famiglie, adulti, scuole, bambini, giovani) all’arte moderna e contemporanea attraverso attività di laboratorio, visite guidate ed eventi.
EVENTI
VENETO
SGUARDO DI DONNA da Diane Arbus a Letizia Battaglia la passione e il coraggio La Casa dei Tre Oci inaugura giovedì 10 settembre 2015 la mostra SGUARDO DI DONNA a cura di Francesca Alfano Miglietti. Lo spazio espositivo sull’isola della Giudecca, al centro del bacino di San Marco, ospita fino a martedì 8 dicembre 2015 le fotografie di venticinque autrici, pensate e scelte per orientare lo sguardo e la mente verso un mondo che parla di diversità, responsabilità, compassione e giustizia. Antonio Marras firma l’allestimento con una scenografia capace di trasportare il visitatore all’interno delle storie che si leggono sulle pareti: un’esperienza nell’esperienza, in cui anche l’allestimento diventa parte fondamentale della narrazione e crea la relazione tra gli spazi della Casa e le opere fotografiche. SGUARDO DI DONNA è anche un racconto a più voci delle molteplici forme del corpo – fisico, mitico, spirituale e glorioso – dalla duplice valenza: intima e universale, alla ricerca dell’esistenza, al di là del sistema anonimo della maschera. Ogni opera diventa la provocazione di un dialogo profondo e intimo tra i soggetti delle foto e lo spettatore, raccontando uno scorcio indefinito della comune condizione umana, un “invito alla consapevolezza” dell’esistenza di mondi differenti e spesso estranei uno all’altro. Francesca Alfano Miglietti ha scelto 25 autrici, 25 storie,
11.09 > 08.12.2015
25 sguardi singolari sul mondo, sull’altro, sulla relazione, selezionando circa 250 lavori di Diane Arbus, Martina Bacigalupo, Yael Bartana, Letizia Battaglia, Margaret Bourke-White, Sophie Calle, Lisetta Carmi, Tacita Dean, Lucinda Devlin, Donna Ferrato, Giorgia Fiorio, Nan Goldin, Roni Horn, Zanele Muholi, Shirin Neshat, Yoko Ono, Catherine Opie, Bettina Rheims, Tracey Rose, Martha Rosler, Chiara Samugheo, Alessandra Sanguinetti, Sam Taylor-Johnson, Donata Wenders, Yelena Yemchuk. Le autrici con le loro opere e le loro immagini affrontano i temi profondi dell’esistenza umana, la vita, la morte, l’amore, il corpo mettendo in luce differenze, conflitti, sofferenze, relazioni, paure, mutazioni. Data Inizio: 11 settembre 2015 Data Fine: 08 dicembre 2015 Costo del biglietto: 12,00 euro Prenotazione:Facoltativa Luogo: Venezia, Casa dei Tre Oci Orario: Tutti i giorni10.00 – 19.00chiuso martedì Telefono: 041 24 12 332 E-mail: info@treoci.org Sito web: http://www.treoci.org
Angelo Rinaldi mostra a Padova
3 dicembre 2015 – 11 gennaio 2016
Uno straordinario evento dedicato all’artista padovano, già apprezzato all’estero e che per la prima volta espone a Padova, suo luogo natale, in una importante Mostra personale dedicatagli dai Musei Civici. Grande singolarità e particolarità nel suo modo di lavorare il vetro è l’utilizzo della tecnica della sommersione nella quale Rinaldi è riuscito a raggiungere livelli di eccellenza. Durante le fasi di colatura del vetro fuso egli inserisce elementi aggiuntivi (decorazioni, paste, oro, argento, veri e propri oggetti o disegni), che risultano così “imprigionati” o meglio “custoditi” in un involucro di vetro. Molti gli eventi collaterali che il Museo organizzerà e soprattutto rivolti ai ragazzi degli istituti d’arte affinchè approffondiscano le tecniche di lavorazione di questo straordinario materiale che è il VETRO.
Martial Raysse
“Martial Raysse”, mostra monografica dedicata all’artista francese Martial Raysse Curata da Caroline Bourgeois in collaborazione con l’artista
Pefazione Martial Raysse - Futurologia, 2015-1958 / 1958-2015 “Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio.” Giorgio Agamben “Il ruolo sociale del pittore? Mostrare la bellezza del mondo per incitare gli uomini a proteggerlo, ed evitare che si dissolva.” Martial Raysse “Si è detto, a proposito del mio cambio di rotta: ‘Martial torna alla pittura’. È falso. Ci arrivo appena. Di fronte c’è una pagina bianca, la situazione è esattamente la stessa che nel Medioevo. Non è cambiato nulla.” Martial Raysse 2015-1958 / 1958-20145: affrontare la storia a ritroso, non per riavvolgere il filo del tempo e tornare all’inizio, ma piuttosto per mettere a confronto epoche diverse: ecco l’intenzione della mostra che Palazzo Grassi-François Pinault Foundation dedica oggi a Martial Raysse.
L’obiettivo è quello di offrire allo stesso tempo alcune prospettive e una retrospettiva, avvicinandosi al lavoro di Martial Raysse non secondo una scansione cronologica, ma da un punto di vista contemporaneo – a partire cioè dalle sue opere più recenti. È nostra convinzione, in effetti, che i lavori a noi più vicini modifichino il modo in cui osserviamo i precedenti, assicurando una maggiore profondità dello sguardo e rilanciando la questione del ruolo della pittura e di quello dell’artista. Come afferma acutamente Giorgio Agamben, “Appartiene veramente al suo tempo, è veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con esso né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale; ma, proprio per questo, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace piú degli altri di percepire e afferrare il suo tempo”.
Martial Raysse fa parte di quel ristretto novero di artisti per i quali la vera posta in gioco è il confronto con la “grande” storia dell’arte, e questo fin dall’inizio del suo percorso. Tale confronto può avvenire attraverso la presa di distanza, lo humour o la riproduzione delle opere dei maestri, in virtù del principio enunciato da Eugenio Garin in base al quale “imitare […] è assumere coscienza di sé, […] ritrovare la propria natura”. È così che, nel corso di tutta la vita, Raysse compie il proprio apprendistato, rendendo visibili – sullo sfondo, per così dire – non soltanto la storia dell’arte e i capolavori del Rinascimento, ma anche la banalità del quotidiano, dall’estetica dei Monoprix al tedio delle piccole cose.
Diversamente dagli artisti rinascimentali, che dovevano sottostare ad alcuni vincoli, Martial Raysse si è speso, nel corso di una vita intera, per mantenere la propria indipendenza. Sorta di utopia umana, il suo modo di rappresentare la vita di ognuno lascia pensare che l’artista voglia ridarci speranza nella nostra condizione. Il suo amore per la rappresentazione delle donne va al di là dell’attrazione sessuale o della bellezza classica; Raysse è affascinato dalla Sconosciuta. Nei suoi quadri storici è sempre presente una distanza critica rispetto a ciò che si può vedere o pensare. L’artista dà nuova vita a temi mitologici e per loro tramite parla del consumismo sfrenato, della distanza dalla politica (Poisson d’Avril e Ici Plage), o ancora della volontà di ridere assieme al proprio tempo (Le Carnaval à Périgueux).
L’esposizione rende inoltre visibile l’enorme lavoro sotteso a una tale opera, che – al di là della creazione di “begli oggetti” – mira a proporre una sorta di filosofia della vita. Attraverso la radicalità dei colori, la libertà di elaborazione, Martial Raysse ci fa vedere la bellezza del mondo, la necessità che ciascuno vi trovi il proprio ruolo, la responsabilità del singolo nei confronti degli altri e della comunità. In conclusione, lasciamo la parola all’artista: “Ho sempre pensato che il fine dell’arte fosse cambiare la vita. Ma oggi l’importante, mi sembra, è cambiare ciò che ci circonda a ogni livello dei rapporti umani. C’è chi pensa che la vita debba essere copiata. Altri sanno che va inventata. Rimbaud non si cita, si vive”. Info pratiche da 12/04/2015 a 30/11/2015 Palazzo Grassi Orari mostra: Tutti i giorni tranne il martedì Dalle ore 10 alle ore 19 Biglietto intero 15€ / Palazzo Grassi 20€ / Palazzo Grassi + Punta della Dogana Biglietto ridotto 10€ / Palazzo Grassi 15€ / Palazzo Grassi + Punta della Dogana
EVENTI PROVINCIA
AUTONOMA DI BOLZANO
Due mostre speciali alla Casa Atelier
In occasione della Giornata del Contemporaneo e nei giorni successivi la Casa Atelier ospita due mostre speciali, che indagano limiti, visioni e utopie dell’arte e dell’architettura nello spazio pubblico. I progetti sono in collaborazione con l’Associazione degli artisti di Bolzano e con la Facoltà di Design e Arti della Unibz. “Illegal Design. Rebel Every Day” è il titolo dell’esposizione al piano terra della casa, che presenta una selezione di progetti nati da due diversi corsi del dipartimento di Design e Arti. Nei corsi – rispettivamente di Design del Prodotto e di Comunicazione Visiva – gli studenti hanno indagato i confini e le possibilità dello
10/10/2015, 14.00 – 21.00 h
spazio urbano di Bolzano e realizzato oggetti, video e azioni. L’esposizione al secondo piano si muove nei territori dello spazio pubblico, in particolare delle visioni intorno al Monumento alla Vittoria di Bolzano. “Ripresa dei Discorsi per un monumento” a cura di Edith Moroder e dell’Associazione artisti, presenta un’ampia scelta dei lavori del concorso indetto dal sindacato degli artisti SIABA (attuale Associazione artisti) nel 1979, in riferimento al Monumento alla Vittoria, da interpretare liberamente sulla base di un disegno dell’architetto Piacentini.
15/10/2015, 10.00 – 22.00 h 11, 17 & 18/10/2015, 14.00 – 18.00 L’ingresso è gratuito sito: http://www.museion.it/2015/
EVENTI PROVINCIA
AUTONOMA DI TRENTO Rovereto
Museo di Arte Moderna e Contemporanea - MART Devalle 1940-2013 Al Mart la prima retrospettiva su Beppe Devalle presenta, attraverso un excursus completo nel percorso creativo dell’artista, uno dei protagonisti del nostro tempo, grande maestro della pittura italiana. A pochi anni dalla scomparsa, il Mart dedica una importante retrospettiva a Beppe Devalle (Torino, 1940 – Milano, 2013), pittore e docente prima all’Accademia Albertina di Torino. La mostra è un progetto corale coordinato da Maria Teresa e Jolanda Devalle, moglie e figlia dell’artista, che hanno favorito la nascita di un comitato scientifico d’eccezione, che conobbero Devalle: Carlo Bertelli, Paolo Biscottini, Barbara Cinelli, Flavio Fergonzi, Daniela Ferrari, Maria Mimita Lamberti, Sandra Pinto, Giovanni Romano, Dario Trento, Alessandro Taiana. Beppe Devalle si dedicò all’arte fin da giovanissimo e fu uno dei protagonisti dei più significativi eventi del suo tempo, in Italia e all’estero. Partecipò tre volte alla Biennale di Venezia (1963, 1972, 1982) e due alla Quadriennale di Roma (1972 e 1986). Affascinato dai protagonisti dello spettacolo, della politica, dell’informazione, Devalle osservò le irresistibili e seducenti caratteristiche della società contemporanea. Profondo conoscitore del linguaggio pubblicitario e delle regole della comunicazione, si fece interprete dell’attualità, cogliendone le contraddizioni. Al Mart, in un’antologia approfondita, 75 opere raccontano, per la prima volta dopo la recente scomparsa, l’intero percorso creativo dell’artista . Dal 16 ottobre 2015 all 14 febbraio 2016 Costo del biglietto: 11,00 euro; Riduzioni: 7,00 euro Luogo: Rovereto, MART - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Orario: Martedì - Domenica 10.00 - 18.00Venerdì 10.00 - 21.00Lunedì chiuso Telefono: 800 397760 E-mail: info@mart.trento.it Sito web: http://www.mart.tn.it/
EVENTI
FRIULI VENEZIA GIULIA L’opinione Graziella Valeria Rota
Mostre al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea CASA CAVAZZINI a Udine Dopo i lavori di ristrutturazione, secondo il progetto dell’arch. Gae Aulenti, e l’allestimento museale, Casa Cavazzini è la nuova sede del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea. Il complesso è composto da tre edifici che si articolano intorno a tre cortili interni: il nucleo principale, la Casa Colombatti – Cavazzini, è di origine cinquecentesca, ed è disposta su tre piani; il lascito Ferrucci, anch’esso su tre piani, è parte della cortina edilizia su Via Cavour e si sviluppa in profondità, collegandosi perpendicolarmente alla Casa Colombatti Cavazzini. Il Museo di 3500 metri quadri è situato nel cuore del centro storico ed è una testimonianza significativa della più aggiornata cultura artistica tra le due guerre. E’ anche Museo nel museo, in quanto i lavori di restauro hanno portato alla luce anche altri spettacolari affreschi, finora sconosciuti e datati alla seconda metà del Trecento, raffiguranti soggetti profani; si tratta quindi di opere di primo piano per lo studio della pittura gotica nell’area friulana. Il primo e il secondo piano propone un allestimento delle collezioni completamente rinnovato e rende visibili al pubblico le più prestigiose collezioni
del suo patrimonio: artisti di fama internazionale come i fratelli De Chirico, Savinio, e De Pisis, Carrà, Santomaso della Collezione Astaldi; centotredici opere realizzate da nomi di rilievo capolavori della storia dell’arte contemporanea americana, come Willem De Kooning, Carl Andre e Frank Stella . Le opere dei tre fratelli Afro, pittore, Dino, scultore e Mirko Basaldella. La sezione dedicata a questi ultimi è collocata accanto all’appartamento padronale, ora parte integrante del percorso espositivo, dove nel 1938 i giovani Afro e Mirko Basaldella, e Corrado Cagli realizzarono un importante ciclo di tempere murali. Il piano terra del museo è dedicato all’allestimento di esposizioni temporanee ed eventi collaterali, che diventeranno altrettante occasioni per invitare il pubblico a partecipare attivamente alla vita del nuovo museo. restaurate.
Afro Basaldella
Mirko Basaldella
Angelica 1964
Modello del cancello
tecnica mista cm
per le Fosse Ardeatine
80 x 100
1950 stucco cm 300x600
Dino Basaldella L’orecchio di Dioniso 1963 scultura in ferro cm. 95 x 110
Orario invernale (1° ottobre - 30 aprile): dalle ore 10.30 alle ore 17.00 - Chiuso il lunedì. La biglietteria chiude 30 minuti prima della chiusura del museo. Museo Casa Cavazzini via Cavour, 14 - 33100 Udine Info: Te. 0432 414772
In provincia di Gorizia Aa Gradisca d’Isonzo
nella
Galleria
LA FORTEZZA
d’Arte
a novembre
e dicembre 2015 mostra delle opere degli artisti Darmo Brusini, Predrag Zilvassy e Rudi Skočir. di Graziella Valeria Rota LA FORTEZZA Galleria d’Arte - nel 2009 è stata inaugurata la galleria La Fortezza ed ha la sala espositiva situata in via Ciotti alla presenza di numerosi artisti, operatori culturali e autorità luogo che ora avrà un punto di riferimento in più nel centro storico gradiscano. È un progetto sulla promozione dell’arte nato dall’idea di realizzare a Gradisca, cittadina ricca di storia e di bellezze artistiche, un punto d’incontro per gli amanti dell’arte e della cultura e dare lustro e vitalità alla rinnovata via Ciotti promuovendo tutta una serie d’iniziative artistiche, anche attraverso scambi culturali con altre associazioni, accomunate dallo stesso interesse per l’arte: mostre ed esposizioni di disegno, pittura, scultura, ceramica e fotografia, ma anche incontri di poesia e presentazioni di libri». La presentazione artistica è stata affidata al critico Franco Savadori. Dal 24 ottobre al 15 novembre promuove la mostra “DARMO E IL SUO TEMPO” indagine sulla pittura friulana attraverso l’opera di Darmo Brusini (recentemente scomparso) e i suoi contemporanei. In mostra anche opere di Brusini, Afro, De Cillia, Pittino, Crali e Spazzapan. Darmo Brusini è nato a Tricesimo il 27 marzo 1910, morto 2014. Aveva 104 anni. Ha frequentato il Liceo Artistico e si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha avuto come maestri Gian Maria Lepscki, Emilio Notte, Bruno Saetti e Ercole Sibellato. Pittore, scultore, incisore e grafico, disegna e sperimenta su ogni sorta di materiale. Il suo mondo è intriso di semplice, profonda religiosità e umanità e la sua produzione artistica si estende per oltre 90 anni (dal 1923 agli inizi del 2014), spaziando dal ritratto al paesaggio, dalla natura morta allo studio del nudo, dal figurativo all’astratto. Ha partecipato a numerose mostre regionali, nazionali ed internazionali con opere di pittura e scultura. Nel 1947 ha vinto il primo premio assoluto alla Mostra Triveneta d’Arte Sacra di Udine con un monotipo intitolato “Deposizione” Dal 21 novembre al 10 dicembre personale di Predrag Zilvassy artista croato da tempo seguito dalla galleria che ora esporrà per la prima volta in regione. Predrag Zilvassy, è nato nel 1967 a Karlovac in Croazia. Dopo la Scuola primaria e secondaria a Karlovac ha frequentato la Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Zagabria. In Slovenia la scuola privata di pittura, perfezionando così le loro competenze nel campo delle belle arti. E ‘impegnato nella progettazione e produzione di oggetti unici, e presenta loro opere d’arte alle scuole elementari. Egli è particolarmente attivo nella progettazione e produzione di regali di affari per le aziende in Slovenia Seguirà a dicembre la personale di Rudi Skočir artista sloveno che la galleria tratta in permanenza, dal 12 dicembre al 10 gennaio. L’artista è nato il 6 aprile 1951 a Kamno nei pressi di Caporetto. Ha condotto gli studi all’Accademia di Belle Arti di Lubiana dove si è diplomato nel 1977. Da Miro Dellore: “Il pittore accademico Rudi Skočir ha sicuramente segnato l’evoluzione dell’arte contemporanea slovena con il suo ampio opus creativo. Artista di prim’ordine in Slovenia è apertamente accettato dall’ambiente pittorico internazionale, in particolare in Italia, dove è conosciuto e apprezzato anche come grafico e illustratore. Il filo conduttore della sua opera rimane la figura della donna, raffigurate in stile allegorico, con la quale mantiene un profondo legame”.
LA FORTEZZA Galleria d’Arte -Via Ciotti 25 - Gradisca d’Isonzo (Go). Per contatti: gallerialafortezza@gmail.com
EVENTI
EMILIA-ROMAGNA
Finalisti Concorso GD4Photoart
3/10/2015 - 10/01/2016
mostra al MAST per la FOTO/INDUSTRIA 2015
Lars Willumeit su Marc Roig Blesa Nella sua accezione umanista, la fotografia ha spesso avuto la forza di imporre la riforma sociale dall’alto, per mano di un attore privilegiato come il fotografo Lewis Hine, anziché dal basso, come risultato di resistenza e rivolta.Comunque sia, le ultime ricerche sui movimenti di fotografia operaia, un capitolo esplorato solo di recente nella storia della fotografia, hanno chiaramente dimostrato che all’inizio del XX secolo esistevano già prassi alternative e subalterne in ambito non solo europeo.Il tema della fotografia in relazione al lavoro, alla sua visibilità/invisibilità e all’urgenza di trovare forme contemporanee di attivismo visivo in epoca postfordista è centrale nella prassi artistica di Werker Magazine, un collettivo composto dagli artisti Marc Roig Blesa e Rogier Delfos .
Francis Hodgson for Raphaël Dallaporta Raphaël Dallaporta had produced a new kind of indictment by catalogue, and in so doing he had established the main lines of his interest: finding evidence in small or relatively small units of the large-scale and specialized industrial activities that mark our time.Gradually his range expanded. He turned his eye to archaeology, using remote-controlled drones more usually used for warfare. He showed some of the many kinds of knowledge deployed in the construction of a railway. Now, in a project that started as a commission from the Cnes, the French Space Studies Centre, he has made a series on the Symphony project, the joint Franco-German satellite programme. Devika Daulet-Singh su Madhuban Mitra e Manas Bhattacharya Le macchine fotocopiatrici Xerox arrivarono in India all’inizio degli anni settanta. Da allora, per generazioni di studenti la “fotocopia” rappresentò un foglio di carta ambitissimo. Nell’India dell’era pre-digitale, era un modo economico e sostanzialmente unico che permetteva di accedere ai libri disponibili nelle biblioteche, per essere consultati quando necessario. Lavorare con una fotocopiatrice era, e lo è ancora, una piccola attività artigianale diffusa in tutto il paese.L’onnipresente fotocopia, combinazione delle due parole “foto” e “copia”, non lasciava dubbi sulle sue intenzioni. Il loro primigenio interesse per il problema dell’obsolescenza, con particolare riferimento alla produzione industriale di apparecchi fotografici, si è esteso anche ai modelli ormai superati delle fotocopiatrici importate in India. Le loro fotografie danno vita a una relazione tra la fotocopia e l’immagine fotografica a due livelli.
Tullio Pericoli. Sulla terra 1995‐2015 26/09/2015 - 26/11/2015 Mostra dedicata a Tullio Pericoli e alla sua produzione artistica più recente sul tema del paesaggio: oltre 160 tra olii, acquerelli, matite realizzate dalla metà degli anni Novanta ad oggi. Un percorso che segue l’evoluzione dell’artista nel suo rapporto con il paesaggio.
In contemporanea a “Tullio Pericoli. Sulla terra 1995‐2015”, nelle adiacenti sale espositive del Museo Civico Medievale, la mostra “Tullio Pericoli. Un libro fatto a mano “Storie della mia matita” organizzata dall’Istituzione Bologna Musei - Area Arte Antica in collaborazione con Genus Bononaie e curata da Stefano Salis, presenta un altro aspetto della vasta produzione dell’artista: la costruzione del libro “Storie della mia matita” e le varie fasi di lavorazione del prezioso volume realizzato nella maniera più tradizionale e con strumenti e tecniche tipografiche ormai diventati rarissimi.
Colline e città antiche, pianure e boschi, campi coltivati e cieli, paesaggi densi di segni e di materia che diventano la traccia del trascorrere del tempo sulla terra. L’esposizione, organizzata da Genus Bononiae Musei della Città, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, è curata da Elena Pontiggia e Graziano Campanini.
EVENTI
TOSCANA
VERSILIA / TOSCANA:
ponte/platea nazionale e internazionale di Lodovico Gierut
Particolare Salone Museo Ugo Guidi - Foto G. Mozzi
Studio Ugo Guidi, Forte dei Marmi
Che la Toscana tutta sia una autentica centralità culturale si sa, come è ben noto che sulla Versilia – terra anche di incontro e di passaggio, e di sosta attiva, in provincia di Lucca – sia calamitata una fortissima attenzione pubblica per le mostre d’arte che vi si svolgono continuamente, ma pure per i tanti artisti d’ogni tipo e visione che vi si sono stabiliti e vi operano per far conoscere in ogni dove il loro operato. Non vorrei apparire egocentrico citando la recente “Pietrasanta e Cefalù. Gemellaggio d’Arte” (settembreottobre) da me ideata, che il quotidiano “La Nazione” di Firenze ha chiamato “La collettiva di record”, con oltre mille lavori esposti con grandi nomi del passato – da Viani ad Annigoni, da Migneco a Messina, a Mitoraj... – messi
accanto ad altri, viventi, alcuni dei quali giovani ed emergenti, e altri ancora già famosi (Anna Chromy, tra gli altri, che ha riscosso consensi con una personale in Cina). Il successo è stato tale che a novembre-dicembre prosegue presso Open One e Giardini della Versilia, ma comunque verrà ripetuta, con modifiche, nell’estate 2016 nella cittadina siciliana.
Andrea Bocelli e Lodovico Gierut - 2014
Pietro Annigoni, Volto d’uomo, o Testa di vecchio, sanguigna su carta incollata su tavola cm 40x29, 1982 ca.
Rammentando la gran mostra retrospettiva dedicata al pittore Eugenio Pieraccini (1922-1980) organizzatagli nella storica Villa Borbone di Viareggio per cui un Comitato d’onore composto anche da Andrea Bocelli e da Franco Mosca, mi piace quindi sottolineare il volumetto firmato da Giacomo Mozzi “Artisti in Versilia” che ‘legge’ l’attualità di tanti pittori e scultori, da Annamaria Maremmi a Maria Rita Vita, a Ferdinando Coppola. A questo punto penso opportuno evidenziare la grande attività della Casa-Museo dedicata a Ugo Guidi (a Forte
Emiliano Chiti (Vertax), Senza titolo con pesci, penne-acquerello ed ecoline su carta Magnani cm 50x70, 2015
dei Marmi) Ugo Guidi (Pietrasanta1912 - Forte dei Marmi 1977) è stato uno degli scultori più rappresentativi del ‘900. Insegnante di scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara, è stato invitato alle più importanti mostre in Italia e all’estero. E’ stato amico di Ottone Rosai, Carlo Carrà, Arturo Dazzi, Ardengo Soffici, Bruno Cassinari, Giuseppe Migneco, Mino Maccari, Ernesto Treccani, Raphael Alberti e molti altri artisti e uomini di cultura. Cento suoi disegni sono al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e sue sculture si trovano nelle Galleria d’Arte
Eugenio Pardini, Versilia, litografia acquerellata e pastellata cm 70x50, s.d.
Franco Del Sarto, Cave di marmo Apuane, o La Costa, olio su cartoncino Magnani cm 48x63, 2014 (2)
Francesco Messina, Pugile seduto, bronzo 1956
Moderna di Roma, nella Galleria d’Arte Moderna Palazzo Pitti a Firenze, nel Museo dello Sport a
Anna Chromy, The Silk Road, scultura, 2015
Barcellona, nel Consejo Superior de Deportes di Madrid, nelle Federazioni Gioco Calcio di Francia, Germania, Belgio e Olanda: dal 2005 la sua casa è diventata museo, inserita tra i musei della Toscana e nelle Case della Memoria della Toscana con Giotto, Michelangelo, Leonardo e Piero della Francesca. La Casa-Museo è l’ultima e unica testimonianza della feconda stagione culturale del secondo ‘900 presente a Forte dei Marmi, dove Ugo Guidi (1912-1977) ha vissuto e realizzato tutte le sue sculture. In essa si possono ammirare oltre 500 opere, tra sculture, disegni e tempere, che vanno dagli anni Quaranta al 1977 e che mostrano lo sviluppo del maestro dal classico fino all’astratto.
Lo scrittore e critico d’arte Lodovico Gierut (foto di Giacomo Mozzi)
Oggi è Museo è un luogo di cultura in cui vengono allestite mostre di artisti scomparsi, di artisti affermati, di giovani promettenti, di studenti di Accademie e Istituti superiori spinti a dialogare con opere, video, performance, installazioni suscitate dalle emozioni nate dal rapporto instaurato con le opere dello stesso Guidi. Si progettano partecipazioni con musei, fondazioni e gallerie d’arte in collaborazione con il Ministero dei Beni Artistici e Culturali, la Regione Toscana e ICOM. Molte le esposizioni programmate, tra cui mi piace citare quelle sull’architetto Giovanni Michelucci e sull’opera della polacca Joanna Brzescinska-Riccio.
Enzo Briscese
Torino olimpica
La costruzione di una nuova periferia
opere del 2006/2007
Traduce in rapidi racconti i suoi vissuti e la mimesi degli inizi diventa in seguito un maturo narrare trasfigurato. All’epoca della serie sui paesaggi urbani egli delinea una struttura di astrazione dal fondo scabro, squadernato tra fogli incollati di giornale, interi o strappati, ed emergenti con le loro tracce di cronaca, con il segno raggrinzito dei caratteri e i brandelli di sagome e storie.
Fatti e fantasie finiscono con l’intrecciarsi sul supporto adibito come affabulatore visivo, in mezzo ad intensi e cupi paesaggi periferici in cui affiorano estese strisciate di bianco, simbolo del tempo che cancella ciò che è stato. Intorno al 2008 le tele vanno mutando con un conseguente trascolorare delle atmosfere e un lento spostamento tematico, sempre spalancato sul tragitto pulsante di viaggi e città. Si arricchisce il suo universo pittorico realizzando con pathos informale dipinti di solida bidimensionalità. Il bianco perde la sua funzione di simbolo temporale e accende i dipinti come luce con echi allusivi, ma del tutto contemporanei, al grande colorismo veneto. Si avvertono una dematerializzazione controllata, e sviluppa un processo di rimeditazione artistica e, in specifico, della sua poetica. Rimedita la situazione epocale dell’ arte sia quella personale, gremita di dubbi e stimoli che lo inducono ad una nuova fase di rottura nella continuità. Si va dal figurativo alla Bonnard alle esperienze neocubiste e ai rimandi costruttivisti, dal passaggio all’informale all’astrazione cui segue l’ astrattismo, ed ora, nei lavori del 2013, si ravvisa pienamente avviata la reintroduzione della figurazione, anche il tempo, come lo spazio, ha sostituito le superate coordinate tenendo conto di questo primo quarto di millennio policentrico e frammentato Briscese vive il suo tempo senza subirlo pittoricamente sottraendosi alla percezione di un angoscioso appiattimento. Lo spazio pittorico, peraltro, controlla l’affastellarsi di tracce e figure mirando all’essenzialità verso cui il pensiero è proteso nel segno del divenire.
Personaggio misterioso
EVENTI
UMBRIA
Au rendez-vous des amis
MOSTRA PROROGATA FINO AL 13 DICEMBRE 2015
La Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello per il Centenario della nascita del Maestro Alberto Burri ha organizzato una serie di manifestazioni artistiche e culturali. Tra esse, curata direttamente dal Presidente Bruno Corà, l’evento Au rendez-vous des amis, un Convegno-Esposizione Internazionale che vede la partecipazione diretta di artisti attivi in Europa
sui grandi temi dell’arte contemporanea, (quali il sacro, il mercato, la questione etica, i mezzi di comunicazione, la natura, la scienza, i nuovi scenari dei contesti sociali, la storia, il museo, ecc.), e contemporaneamente una mostra esemplare del lavoro degli stessi artisti invitati. Au rendez-vous des amis vuole essere un primo confronto europeo delle opinioni di artisti internazionali
su alcuni temi centrali dell’arte odierna. Con esso si vuole sottolineare l’attitudine degli artisti, in differenti epoche come documentato da quadri e fotografie, a incontrarsi per discutere e confrontarsi anche con la parola oltreché con le opere. Con questa iniziativa si vuole rinnovare tale attitudine in un momento in cui numerosi problemi investono l’individualità artistica e il dibattito sembra demandato solo a mezzi virtuali. Gli artisti presenti sono: Marco Bagnoli, Stephan Balkenhol, Gianfranco Baruchello, Bizhan Bassiri, JeanPierre Bertrand, Gianni Caravaggio, Lawrence Carroll, Enrico Castellani, Giuliana Cunèaz, Richard Deacon, Silvie Defraoui, Auke de Vries, Antonio Dias, Braco
Dimitrijević, Bruna Esposito, Marco Gastini, Eugenio Giliberti, Giorgio Griffa, Jusuf Hadžifejzović, Abel Herrero, Shirazeh Houshiary, Paolo Icaro, Emilio Isgrò, Jan Jedlička, Magdalena Jetelová, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Christiane Löhr, Sergio Lombardo, Luigi Mainolfi, Masbedo, Eliseo Mattiacci, Vittorio Messina, Maurizio Mochetti, Carmengloria Morales, Hidetoshi Nagasawa, Hermann Nitsch, Nunzio, Mimmo Paladino, Nakis Panayotidis, Claudio Parmiggiani, Paola Pezzi, Michelangelo Pistoletto,, Lucio Pozzi, Luisa Protti, Renato Ranaldi, Franco Rasma, Giovanni Rizzoli, Bernhard Rüdiger, Remo Salvadori, Felix Schramm, Helmut Schweizer, Martin Schwenk, Anita Sieff,
Santiago Sierra, Nedko Solakov, Giuseppe Spagnulo, Ettore Spalletti, Giuseppe Stampone, Marco Tirelli, Grazia Toderi, Costas Tsoclis, Alexandros Tzannis, Felice Varini, Eduard Winklhofer, Gilberto Zorio. La mostra, dislocata nei bellissimi ambienti del cinquecentesco Palazzo Vitelli a Sant’Egidio a Città di Castello, immerge lo spettatore in un percorso che si snoda attraverso 63 opere di artisti contemporanei del panorama mondiale. La scelta delle opere suggerisce in alcuni casi un collegamento osmotico con l’architettura e le decorazioni pittoriche del palazzo, rivelando un’originale chiave di comunicazione di concetti che si perpetrano nella società, nella mitologia e nella storia sacra.
Santiago Sierra
Remo Salvadori
Una riflessione che porta a legare passato a contemporaneità, aprendo la strada ad un dibattito vivace, come stimolante ad apertura mostra sono stati i due giorni di incontri rivolti alla gente comune, che ha così potuto presenziare ad un confronto diretto tra artisti, curatela e critica. Giorni e orari di apertura Da martedì a domenica dalle 11,00 alle 19,00 Info: www.burricentenario.com Visite guidate gratuite ogni venerdì, sabato e domenica a cura di Atlante www.atlantecooperativa.it
Emilio Isgrò
Michelangelo Pistoletto
Grazia Toderi
Claudio Parmiggiani
Giuseppe Stampone
Richard Deacon e Joseph Kosuth
L’esposizione Terrae si propone di approfondire la conoscenza del mezzo ceramico nelle sue diverse declinazioni artistiche. In particolare, in questa prima edizione gli organizzatori si sono concentrati sulla ceramica nella stagione dell’Informale e nella ricerca contemporanea. Le motivazioni alla base della scelta del tema sono essenzialmente due. In primis,una ragione connessa al territorio: l’Umbria è infatti da sempre legata alla produzione ceramica tradizionale e moderna, con centri produttivi storici come Deruta, Gualdo Tadino, Gubbio, Orvieto, ai quali si sono affiancati nel secolo scorso Umbertide, Perugia e Città di Castello. Queste ultime si sono distinte per una linea produttiva innovativa, aggiornata secondo i moderni canoni stilistici, che hanno segnato gran parte della produzione ceramica del secolo passato. La promozione dell’evento è stata inoltre suggerita
dalla ricorrenza che accomuna i due maggiori artisti umbri contemporanei. Il 2015 è infatti l’anno in cui si celebra il centenario della nascita di Alberto Burri e di Leoncillo Leonardi, entrambi protagonisti della stagione informale. Si tratta dunque di un’importante occasione per riflettere sull’arte del periodo e del suo successivo evolversi. La mostra è suddivisa in due sezioni specifiche. La prima prende in esame l’aspetto più propriamente storico-critico della produzione artistica del dopoguerra italiano, raccogliendo e presentando, attraverso un allestimento sincronico che segue tre principali tendenze (Figura - Materia - Segno), le opere in ceramica di alcuni dei protagonisti di quella memorabile stagione. I termini cronologici prefissati coincidono con il
La mostra è a cura di Lorenzo Fiorucci ed è stata elaborata grazie ad un apposito comitato scientifico composto, oltre che dal curatore, da Enrico Crispolti, Flaminio Gualdoni, Antonella Pesola e Stefania Petrillo. L’ente organizzatore della mostra è la Coop Poliedro con Antonello Pescari, coordinatore per la sezione contemporanea ed Isabella Consigli responsabile per la gestione logistica ed amministrativa dell’evento. Mentre l’allestimento è a cura di Giada Colacicchi, Chiara Macinai e Lisa Stampfer. La sede espositiva comprende l’ala contemporanea e la ex limonaia della Pinacoteca Comunale di Città di Castello. La mostra sarà inaugurata sabato 22 agosto e sarà visitabile fino a domenica 1 novembre 2015. La manifestazione è inserita nel progetto “Pinacoteca Contemporanea” e si avvale del patrocinio del Comune di Città di Castello, del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello e la Galleria “Officine Saffi” di Milano.Media partner dell’evento e la rivista specializzata “La ceramica in Italia e nel mondo”.
ventennio compreso tra la fine degli anni Quaranta e la fine degli anni Sessanta, periodo in cui si snoda l’evoluzione dei modi informali. In questa sezione saranno presenti circa 40 lavori di artisti del calibro di Lucio Fontana, Leoncillo Leonardi, Fausto Melotti, Alberto Burri, Agenore Fabbri, Emilio Scanavino, Enrico Baj, Sandro Cherchi, Franco Garelli, Franco Meneguzzo, Amilcare Rambelli, Nedda Guidi, Nanni Valentini, Giuseppe Spagnulo, Pino Castagna, Nino Caruso, Giancarlo Sciannella, Pompeo Pianezzola, Alessio Tasca e Carlo Zauli. La seconda sezione è dedicata invece alla ricerca contemporanea e offre una sintetica ma significativa panoramica dell’odierno contesto italiano, allargata ad alcune presenze europee. Attraverso le loro opere, gli artisti selezionati hanno voluto simbolicamente omaggiare Alberto Burri e Leoncillo Leonardi, in occasione del centenario della loro nascita. In questi lavori sarà possibile cogliere quello che probabilmente ha rappresentato l’aspetto principale dell’arte dei due grandi maestri, ovvero la sete di ricerca e la sperimentazione tecnica e materica. Parteciperanno all’esposizione Casanovas Claudi, Rapha Perèz e Terry Devies, affiancati dagli italiani Annalisa Guerri, Sara Dario, Marta Palmieri, Simone Negri, Simona Baldelli, Attilio Quintili e Arcangelo.
EVENTI
MARCHE
Giuliano Giuliani. “Il respiro della pietra” al Forte Malatesta di Ascoli Piceno (AP) L’ambientazione ideale e suggestiva del Forte Malatesta di Ascoli Piceno fino all’8 gennaio accoglie le opere dell’artista Giuliano Giuliani. Le sculture in travertino e materiali grezzi popolano le stanze in pietra di questo edifico che è considerato una delle architetture fortificate rinascimentali più importanti delle Marche. Questa mostra personale è tutta proiettata sulla terra marchigiana e le suggestioni creative che essa emana. Ma non finisce qui! Oltre alle sculture in mostra si possono ammirare anche le fotografie del celebre Mario Dondero che documentano l’artista Giuliano Giuliani negli ambienti suggestivi della cava dove da sempre lavora.
Ad ospitare un’ampia selezione dei suoi lavori è il Forte Malatesta di Ascoli che, con la sua scabra potenza, offre una ambientazione ideale ad accogliere le pietre che l’artista ha piegato alla loro nuova natura. Il primo paesaggio di Giuliani, ove negli anni Settanta egli ha formato il suo laboratorio d’immagine, è stato certo quello della cava di famiglia, nell’entroterra marchigiano. Può dirsi che quell’alba del suo fare gli sia rimasta lungamente nell’animo: ad essa egli è stato ed è fedelmente avvinto, serbandone gelosamente i valori ideali e fattuali: dal che deriva in prima istanza la peculiarità della sua opera. L’opera di Giuliani non è stata tuttavia un’esperienza tutta in sé raccolta e tetragona alle suggestioni della ricerca plastica contemporanea: in realtà il suo fare è figlio di un vasto scrutinio dei vertici della scultura internazionale del secolo XX, a cominciare dal suo primo amore per Brancusi. Dopo quella lontana suggestione, egli ha ripensato gli esiti della ricerca di Henri Moore al tempo dell’incontro fecondo con il surrealismo; quindi è la ricerca degli anni Quaranta e Cinquanta di Arp a sedurlo: quella volontà, in particolare, tante volte dichiarata dall’artista alsaziano di dar vita
con la sua scultura a forme che, prossime ad una nuova nascita, conservino però il sentore del grembo, senza ripetere nessuna forma già esistente. Attraverso Arp, orienta infine Giuliani, soprattutto in certi suoi passaggi d’anni Novanta, l’opera di Alberto Viani. L’esposizione ascolana è organizzata dal Comune di Ascoli Piceno, in collaborazione con l’Associazione Mario Giuliani Onlus, ed è curata da Stefano Papetti, responsabile scientifico delle raccolte museali di Ascoli Piceno. L’allestimento della mostra è progettato e curato dallo scenografo Graziano Gregori. La mostra raccoglie un’ampia selezione di opere, alcune di dimensioni rilevanti, dagli anni Novanta alla sua ultima produzione. In mostra verranno presentate anche le fotografie in bianco e nero realizzate da Mario Dondero, che documentano l’artista al lavoro e alcune delle sue opere negli ambienti suggestivi della cava dove Giuliani da sempre lavora. Orari mostra martedì e giovedì dalle 10 alle 13mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18Sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19 Sede mostra: Forte Malatesta di Ascoli Piceno
“La Bella Principessa”
di Leonardo Da Vinci a Palazzo Ducale di Urbino Nella splendida cornice di Urbino, città ducale che conserva intatta il suo fascino, non poteva mancare un elogio alla grazia, all’eleganza e alla bellezza, il tutto racchiuso nell’opera “La bella principessa” di Leonardo da Vinci, che sarà esposta al Palazzo Ducale fino al 18 gennaio. Una buona scusa per cogliere due piccioni con una fava: visitare Urbino e vedere un capolavoro assoluto. Questo ritratto appartiene al collezionista
canadese Peter Silverman ed è stato attribuito a Leonardo dopo una serie di analisi approfondite e di ricerche compiute dal 2009 al 2011. Lo sapevate che grazie a delle indagini scientifiche è stata rilevata un’impronta digitale con ogni probabilità compatibile con quella del grande genio Leonardo? Una mostra da non perdere per l’alone di mistero che circonda il quadro e per la bellezza dell’opera stessa!
Dall sito: http://www.destinazionemarche.it/5-mostre-da-non-perdere-nelle-marche/
EVENTI
MOLISE MAURIZIO CARIATI RITRATTI ANONIMI
a cura di Lorenzo canova e di Piernicola Maria Di Iorio
dal 02 ottobre al 02 novembre 2015
L’ARATRO presenta una nuova mostra personale di Maurizio Cariati, artista che attraverso gli strumenti della pittura e del disegno riflette da tempo sul tema dell’identità e della sua perdita, sulla presenza ossessiva del volto umano nella dimensione digitale e mediatica del nostro mondo. La pittura di Cariati sottolinea tuttavia come, nel contesto attuale, a questa presenza corrisponda un nuovo tipo di smarrimento della dimensione personale e privata legata proprio ai volti che si rendono anonimi non per la loro assenza, ma per la loro ridondanza nell’intreccio elettronico contemporaneo. Cariati opera dunque attraverso una pittura iconica coniugata spesso alle esperienze di avanguardia del secondo Novecento, utilizzando ad esempio la tecnica delle estroflessioni, che segna l’arte italiana da Burri a Castellani
e a Bonalumi, con la volontà di mettere in contatto l’opera con lo spettatore in modo diretto e quasi tattile facendo entrare i suoi personaggi così nello spazio della vita e per creare un nuovo dialogo silenzioso con i visitatori. In particolare sono i social network il terreno di esplorazione analizzato da Cariati nella sua ricerca, lo spazio condiviso dove la privacy viene invasa e violata, anche e soprattutto per volontà dei soggetti che presentandosi nel palcoscenico degli stessi social network si espongono deliberatamente all’azione di “spionaggio” della propria vita e dei propri segreti, in una sorta di azione voyeuristica collettiva che coinvolge l’intero pianeta nella sua rete di intromissioni e di sguardi connessi a livello globale.
L’opinione To m m a s o E v a n g e l i s t a Nicola Dusi - Le pietre
Opere ad olio su carta realizzate attraverso impronta di materia su fogli, con variazioni in colore e pressione che fanno sì che la stessa forma possa ripetersi in una sostanza differente. Il ciclo è del 2014 ed è tuttora in lavorazione: il titolo deriva dalla assonanza fra la porosità e la concretezza degli elementi risultanti e diversi tipi di pietra. Questi lavori sono nati per esistere “assoluti” o in polittici che evidenzino l’evoluzione delle forme. La dimensione minerale di tali opere, sempre in bilico sulla frammentazione della sostanza in miriadi di scissioni monocromatiche, determina un’impressione di fredda preziosità come se ci trovassimo di fronte alla traccia materica di un tesoro scomparso. Queste forme vivono pertanto in un’atemporale profondità acquatica che conferisce loro infinite e rifrangenti sfumature.
Valle bizantina dello Stilaro
La valle bizantina dello Stilaro ospita chiese, monasteri, grotte, ruderi dell’epoca bizantina che, grazie all’incontaminata natura del luogo, formano un insieme degno della massima considerazione sotto il profilo storico-culturale, archeologico e spirituale. Da tanta particolare varietà che si amalgama e che tende ad un unico, si può ravvisare la complessità e la ricchezza della vita spirituale ed ecclesiale presente
in questo straordinario luogo, il cui valore non è solo riferibile ad un passato indubbiamente ricco ed importante ma anche alla sua permanente forza di attrazione. Questa forza di attrazione si è conservata anche attraverso l’esperienza della fede, di una fede che non muore, testimoniata dalle tante presenze di pellegrini e visitatori di ogni parte del mondo.
Fra i luoghi più suggestivi e rappresentativi che caratterizzano la valle bizantina all’insegna di arte, storia, natura, spiritualità ed archeologia, dove si ha realmente la possibilità di rivivere il clima e l’atmosfera di un’altra epoca, vi sono: la Cattolica di Stilo (chiesa bizantina del decimo secolo), le grotte eremitiche di Santa Maria della Stella, il Monastero dei Santi Apostoli e il Monastero di San Giovanni Theristis. Da non perdere assolutamente è il centro storico medievale di Stilo, il Duomo, la chiesa di San Domenico, la chiesa di San Giovanni Theristis, la chiesa di San Francesco, la grotta rupestre della Pastorella, la chiesa di Santa Lucia, il Castello normanno, il museo dell’Associazione Calabrese di Archeologia Industriale e quello realizzato presso la chiesa di San Domenico.
Contatti e visite guidate E’ possibile contattare l’associazione Theristis International per consigli pratici ed informazioni utili sui servizi reali oppure per organizzare una visita guidata scegliendo l’itinerario più adatto alle proprie esigenze (natura e spiritualità, escursioni e trekking, storia ed arte, archeologia ed altre attività supplementari). Basta compilare il modulo contatti del nostro sito oppure mettersi direttamente in contatto con il responsabile dei servizi socio-culturali e turistici della vallata: Cell. +39 391 4103613 (Sig. Passarelli Francesco)
EVENTI
LAZIO
Un’esposizione-mercato in cui l’opera e l’artista, I am Human! rispettivamente prodotto e produttore d’arte, escono I am Human! è un progetto espositivo che nasce dalla dalla logica dell’eccezionalità e del collezionismo capacità di Rolando Attanasio di guardare e sentire d’élite, per diventare un mezzo di comunicazione l’infinito come trama e interconnessione e non come sociale ed estetico a costi accessibile a tutti. Si separazione, lo spazio come possibilità futura di vita proporranno, infatti, opere d’arte (pittura, scultura, intergalattica. Giocando su fantasie extraterrestri installazione, fotografia, arte digitale, design) in una man mano scopriamo che l’universo è infinito e fascia di prezzo che va da 49 a 999 euro. con situazioni molto simili al nostro sistema solare Dare all’arte la capacità di aprire nuovi spazi di e alla nostra terra. In questa ricerca si evidenzia dialogo e far sì che l’arte contemporanea sia sempre sia la perplessità dell’uomo contemporaneo sia il meno un discorso per pochi, con meno timore cambiamento prospettico che nasce dalla conoscenza reverenziale e più voglia di partecipazione: è questa diretta e dalle ultime scoperte scientifiche del pianeta è la mission di OpenARTmarket. Di fronte alla scoperto dalla NASA battezzato: Kepler-452b. prospettiva di cambiamenti in cui si intrecciano (La NASA il 23 luglio 2015 dichiara al mondo nuove forme di committenza e un collezionismo intero : Peccato che si trovi a 1400 anni-luce da in grado di esercitare la sua influenza sul sistema noi... Il nuovo pianeta è caldo, probabilmente ricco dell’arte a livello globale, diventa ancora più d’acqua e in grado di far crescere le piante e quindi importante e più stimolante per gli artisti riuscire a di ospitare la vita. Purtroppo però è lontanissimo) raggiungere nuovi spettatori. La mostra delle opere di Rolando Attanasio, a cura Nell’ambito della manifestazione openARTmarket di Jada Mucerino e Antonietta Campilongo, sarà si inaugura, sabato 17 ottobre, lo special guest aperta da sabato 17 ottobre fino al 18 novembre dell’artista Rolando Attanasio dal titolo Kepler 999. presso la Fonderia delle Arti Concept a cura di: Antonietta Campilongo Organizzazione: NWart Sede: Fonderia delle Arti, Via Assisi, 31 - 00181 Roma Periodo esposizione: 17 ottobre– 18 novembre 2015 Vernissage: sabato 17 ottobre, ore 18.00 Orario di apertura mostra : lunedì-venerdì ore 10.00-19.00, sabato ore 10.00-16.00 Artisti in mostra: Rosella Barretta, Fabiola Bonghi, Francesca Bullini, Antonietta Campilongo, Antonella Catini Silvio Corteggiani, Cristina Castellani, Silvano Debernardi, Alexander Luigi Di Meglio, Easypop, Adriano Necci, Eugenio Rattà, Sabrina Ventrella, Lisa Yachia
Raffaello Parmigianino e Barocci Metafore dello sguardo
MUSEI CAPITOLINI ROMA dal 02/10/2015 al 10/01/2016
L’esposizione si propone di evidenziare come il modello di Raffaello abbia concorso a determinare gli orientamenti artistici di Francesco Mazzola detto il Parmigianino e quelli, assai diversi, di Federico Barocci. La mostra Raffaello Parmigianino Barocci. Metafore dello sguardo prende avvio da un confronto a distanza che due artisti vissuti in epoche e luoghi diversi, Francesco Mazzola detto il Parmigianino e Federico Fiori detto il Barocci, instaurarono nei confronti di Raffaello. Entrambi, per differenti motivi, vennero ricordati dalle fonti più antiche come eredi dell’artista urbinate; ambedue durante gli anni trascorsi a Roma ricevettero stimoli che
ne determinarono gli orientamenti artistici, indirizzandoli verso punti nevralgici delle ricerche raffaellesche più sperimentali. Tali ricerche trovano nell’espressione della grafica intesa in senso lato esiti di altissimo livello concettuale ed estetico. La mostra, dunque, seleziona in particolare, anche se non esclusivamente, disegni, acqueforti e chiaroscuri, accanto a dipinti e forse anche a qualche esempio di rilievi antichi. In programma visite didattiche e laboratori per le scuole di ogni ordine e grado e visite didattiche dedicate al pubblico non scolastico. Info e prenotazioni allo 060608
MUSEI VATICANI
I Musei Vaticani di Roma espongono una delle raccolte museali più importanti sul territorio italiano e mondiale: arte egizia, assira, palestinese, etrusca, greca e romana. Parte imperdibile della visita i Palazzi Vaticani dove si possono ammirare affreschi del Raffaello e la Cappella Sistina di Michelangelo. Sono certamente una delle mete più importanti per chiunque venga a Roma appositamente per scoprire il suo immenso patrimonio d’arte. L’accesso è in via Vaticano e ci si arriva facilmente sia da Piazza San Pietro sia da Piazza Risorgimento, dove fermano molte delle linee di autobus della capitale.
I Musei sono nati per volere di Papa Giulio II, il mecenate di Raffaello e di Michelangelo, artisti che hanno lasciato una profonda impronta all’interno del Museo nella parte delle abitazioni papali. Altri Papi si susseguirono poi con l’intenzione di allargare la collezione con nuove sezioni dedicate a differenti culture: Clemente XIV (1769-1774) e Pio VI (1775-1799), Pio VII (1800-1823) per i reperti Classici, Gregorio XVI (1831-1846) per la sezione Etrusca e quella Egizia, Pio IX (1846-1878) per la sezione Cristiana. Dopo l’entrata si sale al primo piano con una scala mobile che introduce direttamente alla Sezione Egizia, ricca di reperti appartenenti a tutti i periodi della Storia
Egizia. Stele, statue, iscrizioni geroglifiche, bronzi votivi accompagnano il visitatore in un denso e ricco percorso che sfocia in sale che custodiscono preziosi reperti mesopotamici ed assiri. L’’arte egizia colpisce per il fascino ieratico delle figure e la ricchezza degli oggetti e i rilievi presenti nella sezione assira sono veri e propri capolavori scultorei che abbellivano le porte ed i palazzi dei signori e sovrani assiri come Assurbanipal. Difficile visitare tutte le sale e che compongono l’itinerario museale dei Vaticani in un solo giorno. Da non perdere è la Pinacoteca in entrata dove, nello spazio di alcune sale, si possono ammirare opere del Perugino, Raffaello, Leonardo e Bernini. Una menzione speciale al grande Caravaggio, maestro indiscusso dell’espressività artistica esasperata dello stile barocco. Vale la pena scendere anche verso il famoso cortile della Pigna e fare una passeggiata, se la giornata ed il tempo a disposizione lo permettono. Salendo al secondo piano si raggiungono le famose Stanze del Raffaello dove si trovano, condensati in 4 stanze, alcuni tra i capolavori indiscussi del maestro tra cui la Scuola di Atene, una parete affrescata con i principali esponenti della filosofia greca.
Nell’affresco compare un’autoritratto di Raffaello, che guarda verso l’osservatore, ed un ritratto di Michelangelo, nel personaggio di Eraclito. Con un salto al piano superiore si arriva alla Cappella Sistina alla quale si accede da una piccola porticina. Non si possono fare foto ma vengono consentite senza l’uso del flash. Lo sguardo viene attratto dalla volta dove, in una composizione impeccabile, si perde tra le figure possenti delle Sibille e dei Profeti e le suggestioni della Creazione Universale, la Creazione dell’Uomo e la Caccita dall’Eden. Sulla parete principale Il Giudizio Universale di Michelangelo: in una struttura centrifuga che ha in Cristo giudicante la sua origine, si sviluppano le figure della Vergine rassegnata e dei Santi della Chiesa. Sconvolgenti per la forza espressiva le figure degli angeli dell’Apocalisse che suonando le trombe del giudizio svegliano i morti dal loro sonno. A sinistra le figure salgono al cielo riprendendo i loro corpi, a destra i demoni trascinano verso il basso i dannati dove un Caronte usa il remo per spronare i condannati dal Giudizio di Cristo. Un consiglio prezioso: l’ultima domenica di ogni mese l’ingresso è gratuito. Sito Internet: MUSEI VATICANI Tel.: 06/69886376
EVENTI
ABRUZZO
AUTUNNO 2015 IN PINACOTECA A TERAMO 8 ottobre - 8 novembre 2015 La Pinacoteca Civica, nella vicenda culturale cittadina, scandisce le tappe del recupero della sua memoria storica e del suo percorso di musealizzazione a partire dal 1868 quando si concretizzò, per volontà dell’allora Sindaco Settimio Costantini, l’idea di raccogliere dipinti provenienti dal teramano. Il nucleo originale della collezione affluirà nella palazzina di proprietà della Reale Società di Agronomia, sita nei Giardini pubblici, trasformata nel 1930 in Museo dall’Amministrazione Comunale. Alle opere pittoriche si aggiungeranno di lì a poco le sculture dell’artista ottocentesco Raffaello Pagliaccetti, affidate in custodia alla Pinacoteca dal proprietario Pasquale Ventilj. Rinnovata nei suoi spazi espositivi nel 1958, negli anni 1974-1979 e nel 1996, la Pinacoteca, restaurata ed ampliata, ha riaperto i suoi battenti al pubblico proponendosi in una veste rinnovata negli spazi e nella logica allestitiva, anche per la presenza del deposito, un ambiente microclimatizzato in grado di accogliere in modo idoneo e razionale le opere non esposte. Una preziosa opportunità per operare scelte allestitive non di “pura visibilità” ma di ragionata periodica opzione tra tutte le opere d’arte conservate nella Pinacoteca: dalle tavole quattrocentesche al prezioso dipinto su tavola di mano cinquecentesca; dai dipinti del ‘600 e ‘700 napoletano alla serie di ritratti ottocenteschi; dalle preziose sculture ottocentesche, in gesso e marmo, di Raffaello Pagliaccetti alle opere bronzee di Venanzo Crocetti, lo scultore di origine giuliese autore fra l’altro della Porta dei Sacramenti della Basilica di San Pietro. E’ ormai entrata nel vivo l’edizione 2015 del Premio Internazionale per la fotografia Cinematografica intitolato a Gianni Di Venanzo. E nell’ambito delle iniziative prese in considerazione per questa manifestazione dedicata a un illustre cittadino teramano, capace di lavorare con grandi cineasti del passato come Giuseppe De Santis, Michelangelo Antonioni, Francesco Maselli, Francesco Rosi, Elio Petri, Mario Monicelli, Mario Comencini, Federico Fellini, Lina Wertmuller, Gianni Puccini, Renè Claire, Joseph L. Mankiewicz, segnaliamo per giovedì 8 ottobre (ore 18) nella Pinacoteca Civica di viale Bovio l’inaugurazione della Mostra-omaggio di disegni e bozzetti del pittore Giovanni Melarangelosul tema Il circo (la selezione sarà visitabile fino all’8 novembre.
Gioanni Melarangelo mostra sul Circo alla Pinacoteca di Teramo
DOMENICO LASALA
“Le opere di Domenico Lasala si evidenziano per un uso sapiente del colore, ordinato per contrasti simultanei; per una rigida idealizzazione geometrica delle forme che s’accompagna alla suggestione del racconto, con un effetto di incantata attesa, e per i temi spesso legati all’arte dei suoni. Se da una parte si può scorgere una tendenza arcaicizzante dall’altra la stilizzazione delle sagome, in un’atmosfera di
fluidità musicale, rendono personale la sua maniera, che viene sottoposta a un continuo processo di trasfigurazione, ove figure pulite e ferme stanno nella fissità di statue viventi. Questo pittore cerca la bellezza, con passione instancabile e tenta di fissarla sulle tele con immagini che, se non hanno lo scorrere caldo del sangue, il respiro stesso della vita, possiedono un senso plastico dei volumi e profondi sentimenti trascendenti.” Paolo Levi
EVENTI
PUGLIA
LO SGUARDO OBLIQUO
Elena Odriozola
Il 17 ottobre alle 17.30 presso la Biblioteca dei ragazzi di Bari (BARI) s’inaugura la mostra d’illustrazione internazionale: Lo sguardo obliquo curata dal gruppo Storyselling operante in Puglia nella progettazione, organizzazione e gestione di progetti formativi e divulgativi nell’ambito della letteratura e dell’illustrazione per l’infanzia. “Lo Sguardo Obliquo” nasce dal nostro desiderio di condividere con voi l’amore per le illustrazioni di
qualità, di autuori sia noti che meno noti, che possano raccontare visioni differenti di uno stesso tema. La mostra dal titolo Lo sguardo obliquo si propone di: “ raccontare la bellezza ai bambini, agli adulti, agli anziani, a tutti coloro che vorranno ascoltarci. Quella bellezza lieve che non fa troppo rumore, non è chiassosa come i manifesti pubblicitari, non è una bellezza ingannevole. Vorremo poter raccontare la bellezza quotidiana, nascosta nelle pieghe di un s o rris o . Q u e lla b e lle z z a c h e c i p e rm e t t e d i resistere nonostante tutto. Sono raccolte in un’unica esposizione 23 opere di altrettanti illustratori sia italiani che stranieri che resteranno visibili per un mese.
Arianna Operamolla
Gli illustratori ospiti sono: Pia Valentinis, Roger Olmos, Chiara Criniti, Maurizio Quarello, Andrea Calisi, Isabella Mazzanti, Marco Somà, Julia Sardà, Catarina Sobral, Angela Perrini, Arianna Operamolla, Francesca Quatraro, Massimiliano DI Lauro, Marco Scalcione, Francesca Chessa, Andrea Alemanno, Sybylle Kramen, Sonia
Roger Olmos
Maria Luce Possentini, ELENA ODRIOZOLA, Simona Dimitri, Isabella Grott, Hikimi, Jenni Desmond.
Web: storyselling.weebly.com/ StorySelling è un gruppo operante in Puglia nella progettazione, organizzazione e gestione di progetti formativi e divulgativi nell’ambito della letteratura e dell’illustrazione per l’infanzia da sabato 17 Ottobre a sabato 14 novembre 2015 Bari - largo 2 giugno ore 17:30 ingresso libero Info. 3409810680
Pia Valentinis
Personale di Giuseppe Amadio, alla Contemporanea Galleria d’arte di Foggia
Alla Contemporanea Galleria D’arte (Viale Michelangelo, 65 - Foggia), galleria storica e di punta dell’arte italiana contemporanea, diretta da Giuseppe Benvenuto giovane gallerista che da sempre dà impulso allo spazio con scelte mirate per un’arte che si fa presenza amata e rispettata, accompagnando i collezionisti verso un’arte non di moda ma rigorosa e sicura; ebbene qui espone dal 4 ottobre al 8 novembre 2015 un’eccellenza dell’arte italiana, Giuseppe Amadio(Todi 1944), artista tra i più veri, colti, innovativi e sicuri della contemporaneità.
Tra i linguaggi visivi della contemporaneità quello di Giuseppe Amadio è tra i più affascinanti, risultandone un grande inventore, essendo stato capace di organizzare inedite soluzioni dimensionali, compositive, cromatiche e spaziali. Una continuità inventiva e conoscitiva che attraversa il suo operare artistico con una ricerca estetica che accoglie sentimento e ragione, emozione e razionalità. Con rigore, unitamente a perfezione e imperfezione, tracciati e sagomati, limite e illimitatezza, gli spazi ritagliati da Giuseppe Amadio restituiscono una
potenza energetica incredibile grazie a un progettare e prevedere, a un “costruire” ritenuto sempre “possibile”, da quel segno impresso che movimenta lo spazio tra concavi e convessi, con un’istanza di libertà geniale, che porta a far vibrare il movimento originario in una grammatica che esperisce com’è il mondo, lo spazio circoscritto o infinito, la geografia dello spazio, di uno spazio placcatico svelato da un perpetual inventory, declinando una sorta di cartografia dinamica, capace di non sottrarsi a sommovimenti, a dune di colore e impunturate che svelano l’estroflessione del telero, estroflessioni monocrome che raccontano un universo che si accende di toni, di materia pulsante, di dilatazioni , svelandoci persino oltre l’ossatura anche una sorta di respiro sincopato.
Giuseppe Amadio raggiunge il massimo della semplicità accanto al massimo della grandezza, lasciando che siano i colori, i suoi toni, a sancire il passaggio luminoso, quella luce che è l’elemento fondante di una spiritualità che connette l’astrazione sua agli spazialisti storici che hanno interrogato la natura della visione, maturando un’ascesi assolutamente strutturale che vive una sorta di spasmo dinamico, un codice nobile, un universo mentale.
C’è un tempo totale dentro questo spazio totale in cui percepisce non solo il respiro dell’esistenza, ma anche il pensiero dilatato, tanto che colore e pittura entrano ed escono dal telero in un proliferare ritmato e crescente di luoghi, di morfologie e geografie, di spazi che crescono e danno esiti incredibili, misurando un’alternanza anche di immagini geometriche che giocano in contrapposizione contrappuntistica di linee e di sfondo, restituendo alla fine uno spazio densamente emozionale, capace di filtrare in questo rigore e in questa spiritualità congiunta, una sorta di novello alfabeto. Lungo il percorso trans-dimensionale che apre e chiude lo spazio dipinto e lo esplora dall’alto in basso e da destra a sinistra e ne misura i giusti ritmi, il loro confine immaginario, Giuseppe Amadio vive ancor di più con ritmi d’interazione e connessioni di energie del probabile, quel segmento leggero e inconsapevole di un presagio oggi arrivato a destinazione, visibile nel suo esserci in quell’inconfondibile sigillo della vita infinita.
EVENTI
BASILICATA
Galleria TEKNE’ - Potenza Who’s afraid of glass? - Ioan Nemtoi
Periodo espositvo: 6/12/2015 - 31/1/2016 Galleria TEKNE’ Via due torri, 36/38 85100 Potenza (Potenza) ingresso libero info@galleriatekne.it http://www.galleriatekne.it
Presso la Galleria TEKNE’ di Potenza dal 16 d icembre 2015 al 31 gennaio 2016 ci sarà la mostra “Who’s afraid of glass?” dell’artista rumeno Ioan Nemtoi celebre per la lavorazione del vetro. L’artista modella il vetro con il fuoco e realizza opere affascinanti ed originali.
NEMTOI infonde nelle sue sculture sensibilità ed amore per il vetro, che modella nella continua ricerca di nuovi segni e figure. Con la materia prima, attraverso il fuoco, materializza affascinanti opere che, per la loro trasparenza, ricordano il sogno. L’artista, nella sua continua ricerca di nuovi effetti, non trascura mai di rifarsi ai modelli classici di lavorazione del vetro, che gli consentono di infondere all’opera gli elementi volumetrici e cromatici essenziali, riuscendo ad ottenere effetti meravigliosi e giochi di trasparenze incomparabili. Per coprire grandi superfici, egli predilige i toni scuri, sui quali spesso danzano i colori vivaci, nel tentativo, sempre ben riuscito,di dar vita a motivi astratti di estrema bellezza. Attraverso la materia grezza consistente ed il fuoco, ha origine, ogni volta, la sua “avventura” che, con mano abile e fiato dolce, rende eterna, perché “opera d’arte”, la scultura di vetro.
EVENTI
CAMPANIA
Seconda selezione stabiese per la Biennale romana 2016
Sono Salvatore Morgante, Raluca Misca e Paola Paesano gli artisti selezionati a Castellammare di Stabia per la Biennale romana – CIAC 2016. A decretare i vincitori, lo scorso 19 settembre, presso la splendida Reggia di Quisisana, è stata la giuria composta dai critici Nuccio Mula e Carlo Roberto Sciascia, dagli artisti Alfredo Avagliano e Claudio Morelli, dalla scrittrice-poetessa Ilde Rampino nonchè da Letizia Caiazzo, Presidente dell’Associazione “Ars Harmonia Mundi” di Piano di Sorrento (NA) ed artista d’arte digitale, delegata del CIAC. Durante la serata di inaugurazione della mostra (tenutasi sino al 30 settembre), non sono mancati momenti di riflessione, giacché, oltre alla Seconda Mostra d’arte internazionale di Selezione per la Biennale di Roma 2016, si è svolta la terza edizione del concorso di poesia “Compiuta Donzella”. Quest’ultimo, intitolato alla prima poetessa di lingua volgare, ha visto Virginia Di Saverio, Vittorio Guerriero e Anna De Micco
rispettivamente al primo, secondo e terzo posto per le opere poetiche interpretate da Ilde Rampino che ha declamato anche “Potrete” dell’ospite d’onore Manuela Sciascia che ha scelto di toccare il tanto discusso tema della violenza sulle donne.
Ospiti della serata, oltre ai curatori dell’allestimento Letizia Caiazzo e Claudio Morelli, il Coro Cai-StabiaChorus, il coreografo ballerino Giuseppe D’Aniello che si è esibito insieme a Stefania Gargiulo, il duo voce-chitarra Rosalba Spagnuolo- Francesco Cesarano, il trio musicale formato dai Maestri Bartolomeo De Rosa, Alfredo Apuzzo, Donato Meo, il Presidente del CIAC di Roma, Giuseppe Chiovaro, il Console onorario dell’Uzbekistan, Vittorio Giorgi, la scrittrice e poetessa, Ilde Rampino e la presentatrice Adele Paturzo. Dipinti, installazioni, fotografie, canzoni, performance musicali e poetiche si sono susseguiti nell’arco della serata che ha dato spazio alla creatività intesa nella sua più vasta accezione, unendo tutti i risvolti dell’arte. Un evento, quello dello scorso 19 settembre, che ha suscitato molto interesse nei partecipanti che hanno potuto così godere della bellezza delle opere in esposizione oltre che dell’intrattenimento durante la serata di inaugurazione.
Le sale dell’ex Reggia borbonica hanno costituito così un’ottima cornice per l’esposizione di arti visive ad opera degli artisti partecipanti alla Seconda Selezione stabiese. Un pubblico accorato ha espresso il suo assenso in più di un’occasione durante i momenti più intensi della serata che ha toccato svariati temi di ieri e di oggi. Momenti spensierati non hanno impedito la riflessione su temi delicati quali le risorse della Città di Castellammare di Stabia che ha tanto da donare in termini storico-artistici e, a favore della quale, l’Associazione Ars Harmonia Mundi si prodiga promuovendone eventi in loco. Foto e articolo di Francesca Martire
GIUSEPPE AMOROSO DE RESPINIS
Giuseppe Amoroso De Respinis nasce a Bisaccia (AV) nel 1990; risiede ed opera a Sant’Angelo dei Lombardi (AV), ridente ed importante centro dell’Alta Irpinia. Dopo aver conseguito la maturità scientifica e la laurea triennale in Ingegneria Meccanica con ottimi risultati, tuttora frequenta la Magistrale in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Salerno. Senza tralasciare il suo percorso di studi, sin da piccolo, trova interesse nell’incant-ato mondo dell’arte: a tal fine da diversi anni è allievo del noto artista avellinese Augusto Ambrosone frequentando il “Laboratorio di Pittura e Ceramica”. Nonostante la giovanissima età, l’artista altirpino vanta
un curriculum di rilievo: sin dall’inizio della sua attività artistica è presente in varie ed importanti mostre e rassegne nazionali ed estere, ricevendo riconoscimenti critici e premi, come la Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana. Le sue opere e le rassegne a cui partecipa sono documentate da cataloghi, riviste d’arte e diversi organi d’informazione. Venezia, Genova, Torino, Napoli, Caserta, Salerno, Avellino, Savona, Parma, Ferrara, Ascoli Piceno, Terni, Pescara, Chieti, Catanzaro, Lecce, Taranto, Brindisi, Corato (BA), Rodi Garganico (FG), Palinuro (SA): sono alcune delle più importanti località che hanno ospitato le sue opere.
L’opinione Letizia Caiazzo VEDI NAPOLI E POI MUORI Napoli per gli inglesi è la città più bella d’Italia Napoli ,dopo un sondaggio fatto dal reporter Stanley Stewart del quotidiano britannico The Telegraph, ha meritato il titolo della città più bella d’Italia. Anche secondo la mia opinione, come asserito dal reporter, Napoli ha tante bellezze, forse troppe, talmente tante che in pochi giorni di visita, non si riesce a conoscerle interamente. Del resto, come può un turista frettoloso addentrarsi in tutte le peculiarità del capoluogo campano? Il gabinetto segreto del Museo archeologico con l’arte erotica pompeiana, i capolavori di Caravaggio e di El Greco custoditi a Capodimonte, la scultura del Cristo velato nella cappella Sansevero sono solo alcuni dei tanti richiami per i numerosi turisti che si addentrano in Città. Ma Napoli non è solo ricca di beni artistici: conosciute in tutte il mondo sono le bellezze naturali e le caratteristiche
strade quali Via Caracciolo, Spaccanapoli e San Gregorio Armeno, per non contare la cucina e la gente che è rinomata ovunque per la sua ospitalità, simpatia, ironia, solarità. Pertanto, il mio consiglio è quello di visitare Napoli, e non una sola volta, bensì di ritornarvi in più occasioni, magari in periodi dell’anno differenti, in modo da cogliere appieno la Città unica e ineguagliabile che è. A tal proposito, vi segnalo l’iniziativa “Illuminiamo i monumenti dentro e fuori “, progetto che intende rivalorizzare il ruolo storico, culturale e sociale di Napoli, concludendo questo mio intervento con la frase attribuita a Goethe “Vedi Napoli e poi muori “ attraverso la quale Goethe ha voluto esprimere, con poche parole, la meraviglia provata non solo di fronte al golfo di Napoli , ma all’intera città.
EVENTI
CALABRIA D A V I D E
FOTO
N O V I E L L O
Un Museo naturalistico a Morano Calabro A Morano Calabro, in provincia di Cosenza, all’interno del Parco Nazionale del Pollino si trova il Museo Naturalistico “Il Nibbio”. Qui scopriamo una considerevole raccolta proveniente dal territorio limitrofo e non solo. Molti gli esemplari esposti: farfalle provenienti da posti esotici e una grande varietà di insetti. Suddivisi in diverse sale si possono ammirare i fossili, i volatili e gli insetti. I reperti naturali hanno una grande importanza come bene culturale da tutelare e valorizzare. Il museo è organizzato in sezioni monotematiche: in ogni stabile viene approfondito un tema legato alla natura (Ornitologia, entomologia, malacologia) in relazione al mondo animale e vegetale del Pollino. Per spiegare il comportamento degli animali in natura il museo utilizza un metodo efficace: i diorami, rappresentazioni in scala reale di porzioni di ambienti naturali. La sezione mammologia è dedicata ai grandi mammiferi e utilizza tre grandi ambienti tridimensionali che rappresentano i luoghi, i paesaggi e gli animali e hanno scopo didattico. Questa sezione è stata inaugurata nel 1998. Il primo diorama che incontriamo rappresenta un bosco di faggi con al suo interno un lupo, due scoiattoli, di cui uno vittima di una faina, un tasso, una beccaccia e altri uccelli. Nel secondo diorama un capriolo, un cervo
e alcuni daini. Il terzo ambiente riproduce l’habitat del camoscio, scomparso però dalle montagne calabresi.La sezione che si occupa di studiare la classe degli uccelli (ornitologia) è adiacente alla sezione di mammologia. In tre sale poste su due livelli possiamo osservare le zone umide della Calabria. Varie specie acquatiche sono inserite in una vegetazione di tife, giunchi e cannuccia. Si scorgono aironi, gabbiani, il Cavaliere di Italia e tante altre specie. Uno spaccato del Parco del Pollino (le Gole del Raganello) ce lo offre la seconda sala: nella secca vegetazione dell’ambiente a macchia mediterranea si riconoscono la lepre, la donnola, la cornacchia, il gufo, il nibbio. Un ambiente in autentica roccia calcarea è quello dell’ultima sala della sezione di ornitologia. In tipici atteggiamenti vediamo collocati il falco, il gheppio, il corvo imperiale, il nibbio reale e molti altri. Non mancano i reperti fossili e le rocce che arricchiscono la sezione di paleontologia che studia appunto attraverso i fossili gli esseri viventi del passato e i loro ambienti. In seguito a campagne di scavo sono emersi reperti come rinoceronte, ippopotamo iena e altri esemplari presenti nel bacio di Mercure.
Orari: (1 giugno – 15 settembre) 10,00 – 13,00 / 16,00 – 20,00 (16 Settembre – 31 Maggio) 10,00 – 13,00 / 15,00 – 18,00 Prenotazione Telefonica al n°: (+39) 3348803292
“Tendopoli”
di Chiara Dynys in mostra alla Galleria Nazionale di Cosenza. La mostra “Tendopoli” di Chiara Dynys è stata inaugurata il 10 ottobre 2015 in occasione dell’XI Giornata Mondiale del Contemporaneo a Cosenza ed è ospitata nelle prestigiose sale della Galleria Nazionale di Palazzo Arnone. L’artista lombarda presenta una nuova e singolare produzione. Molte le collaborazione in Calabria: con il Museo di Arte di Rende, con la Fondazione Rotella e con il MARCA di Catanzaro. L’esposizione è dedicata alla tragedia dei migranti e dei rifugiati. Le tende richiamano una vita nomade ed arcaica ma simboleggiano anche un ideale di vita. Utilizza contenitori di diversa natura perché le sue opere leggere e fragili richiedono una protezione. Chiara Dynys è nata a Mantova nel 1958 ma nel 1989 si trasferisce a Milano dove inizia la sua attività espositiva. Interessata alla resa della sostanza che acquista spessore e volge alla tridimensionalità, Chiara è una delle poche donne italiane a conquistare il mercato internazionale dell’arte. L’artista mette a disposizione la sua sensibilità per trasmettere messaggi da condividere. I suoi lavori esprimono valori sociali e ricerca culturale. Tra le opere in mostra: Accampamento dei fiori, una serie di tende in metacrilato colorato che ospitano una coppia di fiori realizzati nello stesso materiale e nello stesso colore della tenda differenziandosi per una leggera variazione tonale; Pane al mondo: una spiga dorata, allegoria dell’albero della vita, è custodita all'interno di una sfera stesa su un tappeto ellittico raffigurante il mondo; Tutto, contenitori di idee e di visioni. I concetti di Tutto e Niente e Hole – Whole (vuoto -pieno) irrompono nelle opere rinnovandosi all’interno in una fluorescenza continua; Solidi Platonici recupera l’opposizione tra il tutto e il niente ripresentando l’idea di Platone in cui l’armonia dell’universo deriva dalla coincidenza del disordine della natura con la perfezione dell’iperuranio; Duel dove la luce è protagonista donando forma e colore a concetti contrapposti. A rendere omaggio a Palazzo Arnone Gabbia d'Oro, scultura che rievoca l'antica funzione di prigione del sito cosentino, riproponendo fattezze e proporzioni delle inferriate che ancora separano l'interno dall'esterno. La mostra si potrà visitare tutti i giorni (escluso il lunedì) fino all’8 novembre 2015 dalle ore 10 .00 alle ore 18:00 Alessandra Primicerio
GIUSEPPE DE FILIPPO
Giuseppe De Filippo, Girifalco (CZ) 1955. Riceve la sua prima formazione artistica dal padre Michele e dallo zio materno Vincenzo La Mantea, entrambi pittori. Dopo il conseguimento della maturità artistica completa gli studi frequentando prima l’Accademia di Brera poi l’Accademia di Belle Arti di Roma dove si diploma in pittura nel 1978. Dal 1978 al 1984 approfondisce lo studio della pittura classica, si interessa di critica d’arte e di mitologia che ispirerà interi cicli della sua opera. …Per certi versi di De Filippo si può dire quanto Valéry attribuisce a Baudelaire, e cioè la rara associazione fra intelligenza critica e virtù poetica, che è poi una delle componenti alla radice dell’atteggiamento artistico contemporaneo. Antonio Panzarella (La pittura prima e dopo Duchamp, Soveria Mannelli-CZ 1993)
…L’esperienza estetica è qui intesa non solo come fruizione di una bellezza fenomenica corrispondente a canoni e paradigmi, ma anche e soprattutto come qualità
…La visione pittorica di De Filippo ci riporta a vivere la totale concentrazione interiore, l’emozione pura, nello sconfinato territorio poetico, dove anche la pittura, si ripropone non come mimesi sulla realtà, bensì, come residua fibrillazione tra memoria e volontà di costruire finalmente il luogo incantato… Mario Robaudi ( Passaggio… alla luna, Artexpo New York, 1999) …I tuoi lavori mi hanno portato in un’altra dimensione; mi sono sembrati profondi come un pozzo. Saper creare profondità non mi sembra cosa di poco conto, anche perché la profondità si coniuga infallibilmente con la vastità e l’ampiezza, per cui l’occhio che vi si cala è come se salisse a guardare la terra da un satellite... Adriano Accattino (Ivrea-TO, ottobre 2008)
ontologica complessa. Agnesina Pozzi (Voliamo come pesci, Albissola Marina, SV, 2010)
L’opinione Alessandra Primicerio “ALLE ORIGINI DEL VETRO: CONTAMINAZIONI/MESCOLANZE” La mostra din SILVIO VIGLIATURO in tre tappe calabresi Nato nel 1949 ad Acri in provincia di Cosenza, Silvio Vigliaturo è artista e maestro del vetro. Oggi vive e lavora a Chieri (TO). L’artista, con un percorso in costante evoluzione, utilizza stili e strumenti diversi: il vetro, l’acciaio, la terracotta e il dipinto che gli offrono la possibilità di creare opere originali e inedite. Trasparenza di colori e leggerezza di forme creano lavori dal forte impatto visivo. La città di Acri nel 2006 gli dedica un museo, il M.A.C.A.: Museo Arte Contemporanea Acri che ospita una collezione privata di oltre 200 esemplari tra sculture e dipinti. “Alle origini del vetro: contaminazioni/ mescolanze” di Silvio Vigliaturo è stata inaugurata l’11 luglio 2015 al Castello di Corigliano Calabro, uno tra i più bei castelli meridionali, e si concluderà con la terza e ultima tappa presso il Palazzo Sanseverino Falcone di Acri sede del M.A.C.A., dal 28 novembre 2015 fino al 28 febbraio 2016. L’ esposizione itinerante ha toccato gli spazi più rappresentativi e affascinanti della provincia di Cosenza. Partita dal Piano Archeologico della Biblioteca Nazionale di Cosenza ha proseguito a Corigliano Calabro e si concluderà ad Acri. La mostra ricopre una importanza fondamentale con le sue suggestive installazioni e sculture in vetro e dipinti dal tratto fluido e vorticoso tipico di Vigliaturo. Tra le opere in esposizione gli Equilibristi, tre sculture monumentali in acciaio e vetro in prestito dal M.A.C.A. L’opera rappresenta tre personaggi capovolti, vestiti di colori accesi, simbolo di leggerezza di spirito che permette di cavarsela nell’epoca contemporanea. Filo conduttore delle tre tappe della mostra itinerante è una installazione ambientale: una tavola in vetro, adagiata su un grande tappeto e decorata con lo stile del maestro arazziere Mimmo Caruso. La tavola è sormontata da sei piatti colorati di vetro, allegoria del Convivio così come veniva inteso nella antica Grecia.
EVENTI
SICILIA
GIUSEPPE GRECA
Giuseppe Greca nasce a Enna nell’agosto del 1954. Esordisce nel 1975 nella collettiva di via castagna in Enna, cui seguono numerose collettive e personali. Schivo e anticonformista, “istintivo per natura e autodidatta per vocazione” Giuseppe greca, pittore Ennese, si inquadra a pieno titolo in questa visione culturale attuale, proponendosi, la mostra dal titolo “Trasparenze”. Egli si distingue per lo studio sistematico e metodico, intrapreso sin dal 1975, riguardo l’interpretazione della pittura, un interesse e una ricerca tecnica al di fuori degli schemi ideologici, di movimenti artistici o di formule preordinate e secondo libere direttrici culturali. L’artista aderisce ad un virtuoso astrattismo che gli consente magistralmente di rendere autonoma la sua arte eliminando del tutto il soggetto reale e la sua raffigurazione, ma non per questo perdendo il suo forte impatto visivo ed emozionale. L’autore, spesso con titolo “Cartame” “quasi un paesaggio” ci dimostra l’importanza profonda del colore; troviamo spesso il giallo che rappresenta il grano, il rosso simbolo di protesta ed infine il nero racchiuso in un triangolo, che urla al cambiamento. L’artista coglie l’essenza delle cose mediante la felice individuazione di una realtà trasferita in simboli. Immaginate nello stesso tempo un’artista innamorato pazzo di questa Sicilia, che mediante un
innamorato pazzo di questa Sicilia, che mediante un linguaggio nuovo conio, privando l’esperienza visiva dello spettatore di quei tessuti connettivi, gli assicura riscontri immediati e superficiali certezze, evocando inconsuete dimensioni spirituali, immagini mentali di potente efficacia descrittiva e di un commosso amore della natura. Vi chiederete guardando i dipinti che cosa li lega alla natura. Essi non sono che la rappresentazione di paesaggi, i quali colpiscono l’eterno che immane alla nostra caduca realtà e di certo l’attende.
“VIAGGIO FELICE E RITORNO AL FUTURO” “Viaggio felice e ritorno al futuro... Una vetrina d’archivio sulle Esposizioni regionali, nazionali, internazionali e universali dal 1861 al 1958”
Il titolo che si è dato all’evento “Viaggio felice e ritorno al futuro... Una vetrina d’archivio sulle Esposizioni regionali, nazionali, internazionali e universali dal 1861 al 1958” rappresenta molto di più di una semplice mostra virtuale: è un vero e proprio filmato documentario dove la mostra dei documenti d’archivio si innesta in un iter storico-culturale avvincente che mette in evidenza l’evoluzione delle Esposizioni in Italia, in Europa e nel Mondo. Dal percorso emergono, in particolare, le iniziative prese dal Ministero dell’Interno e dal Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio del nostro Paese, messe poi in atto dalle Prefetture, dai Comuni e da altri enti, per il lancio e la valorizzazione dei prodotti agro-industriali, manifatturieri e artistici italiani nelle competizioni nazionali ed estere. Nel filmato i documenti ritraggono “oggettivamente” e nei vari aspetti la storia delle Esposizioni, così come si sono sviluppate dall’Unità d’Italia al secondo dopoguerra, sottolineando, tuttavia, alla fine con l’Esposizione universale di Bruxelles del 1958, quale dovrebbe essere anche in futuro lo scopo fondamentale di tali manifestazioni: “un mondo più umano”. Proiezione filmato domenica 11 ottobre, ore 10.00 La mostra sarà visitabile dall’ 11 ottobre al 30 novembre 2015, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 18.30, il sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.30 Quando? 11 ott – 30 nov 2015 Dove? Archivio Di Stato, Via Vittorio Emanuele, 156, 95131 Catania Descrizione Una vetrina d’archivio sulle Esposizioni Regionali, Nazionali, Internazionali e Universali dal 1861 al 1958 con filmati e brani d’epoca. Mostra documentaria di Maria Nunzia Villarosa. Ingresso libero
Archivio di Stato di Catania Città: Catania Provincia: CT Regione: Sicilia Telefono: 0957159860
Ex convento di S. Caterina del Rosario, sede dell’Archivio di Stato
La classe morta di Tadeusz Kantor
Mostra in corso dal 2 novembre al 31 dicembre 2015 Piazzetta Antonio Pasqualino, 5 - Palermo E-mail: mimap@museomarionettepalermo.it - http://www.palermoweb.net/author/redazione/
La XL edizione del Festival di Morgana si apre con l’inaugurazione della mostra La classe morta di Tadeusz Kantor che per la prima volta vede a Palermo l’installazione dello spettacolo che ha reso l’artista polacco famoso in tutto il mondo. Nell’anno del centenario della nascita di Kantor, il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino ha avviato un progetto di collaborazione con la Cricoteka di Cracovia, nell’ambito della quale le due istituzioni hanno realizzato uno scambio di due delle maggiori opere kantoriane. Si prosegue così, idealmente, il percorso già avviato a giugno 2015 con il progetto Tadeusz Kantor. Il senso della vita e della morte, realizzato dal Museo Pasqualino nell’ambito dell’iniziativa Palermo per Kantor, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo.
La mostra La classe morta di Tadeusz Kantor, organizzata dal Museo Pasqualino, espone l’opera Bambini sui banchi della ‘Classe morta’, realizzata da Kantor nel 1989. L’installazione fa parte di un insieme di opere che l’artista polacco creò riprendendo lo spettacolo Umarła klasa (La classe morta), messo in scena per la prima volta nel 1975. L’installazione ripropone i celeberrimi banchi di scuola della classe scolastica, unitamente a 11 manichini che raffigurano gli scolari: una “macchina della memoria”, un “bio-oggetto”, in cui i manichini e i banchi costituiscono un unico organismo. La mostra è arricchita da dodici fotografie queste provenienti dalla Cricoteka, realizzate da Jacquie Bablet, membro del Laboratoire de Reserches sur les Arts du Spectacle del CNRS di Parigi. Info: 091.328060
EVENTI
SARDEGNA
Remo Salvadori Continuo infinito presente dal 10.10 al 22.11.2015
Un intervento di Remo Salvadori al MAN simultanea su tutto il territorio nazionale il 10 ottobre, in nell’ambito del progetto: “L’ALBERO DELLA occasione della XI Giornata del Contemporaneo AMACI CUCCAGNA. NUTRIMENTI DELL’ARTE “ – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, a cura di Achille Bonito Oliva. Uni Nuoro – Aula Decamaster Nella prima metà degli anni Ottanta Remo Salvadori realizza la prima versione di Continuo infinito presente, un’opera circolare, composta da un intreccio di fili in acciaio, ispirata dalla possibilità di una creazione priva di rotture, senza soluzione di continuità, orientata a un’armonizzazione delle dimensioni spaziale e temporale. Dal momento della sua prima esecuzione, il lavoro diventa elemento costitutivo del linguaggio e della poetica dell’artista, trovando in seguito nuove forme di sviluppo, con dimensioni e spessori variabili, sia all’interno di musei e gallerie, sia all’esterno, come opera d’arte pubblica. Per il Museo MAN Remo Salvadori ha immaginato una costruzione partecipata dell’anello. Le premesse teoriche di una nuova parafrasi di Continuo Infinito Presente saranno condivise con il pubblico nell’ambito di un seminario che vedrà la partecipazione di operatori culturali, architetti e curatori. Al seminario seguirà la costruzione materiale dell’opera nel contesto naturale del Monte Ortobene e il successivo posizionamento nelle sale del MAN, dove il cerchio si troverà a dialogare con altri lavori dell’artista: Triade, L’osservatore non l’oggetto osservato, Nel momento. Il progetto di Remo Salvadori per il Museo MAN, con la partecipazione di UniNuoro (Decamaster) e dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Nuoro, rientra nell’ambito del programma L’albero della Cuccagna. Nutrimenti dell’arte, a cura di Achille Bonito Oliva, con il patrocinio di EXPO Milano 2015, che sarà presentato in
articolandosi in vari interventi presso musei pubblici e fondazioni private, tra cui il MAXXI di Roma, il MART di Rovereto, Il Castello di Rivoli (Torino), il MADRE di Napoli. L’esperienza artistica di Remo Salvadori (Cerreto Guidi, 1947), prende avvio a Firenze, dove studia presso l’Accademia di Belle Arti, e in seguito si sviluppa a Milano, dove l’artista si stabilisce all’inizio degli anni ’70. Ha partecipato alle Biennali di Venezia del 1982, 1986 e 1993 e alle edizioni di Documenta, a Kassel, del 1982 e del 1992, oltre ad avere preso parte a numerose mostre collettive, tra le quali The European Iceberg (Art Gallery of Ontario, 1985), Chambres d’amis (S.M.A.K, Gand, 1986) o ancoraHappiness: A Survival Guide for Art and Life (Mori Art Museum, Tokyo, 2003). Le sue mostre personali più importanti hanno avuto luogo al Magasin, Centre National d’Art Contemporain di Grenoble nel 1991, al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 1997, alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, nel 2005 e al MAXXI, Roma, nel 2012.
MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
via Sebastiano Satta 27 - 08100 Nuoro T. +39.0784.252110 F. +39.0784.1821251 Orario invernale: 10-13/15-19 Orario estivo: 10-20 | Lunedì chiuso info@museoman.it AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani
MARCO VIGO
Nasce il 7 marzo 1953 a Savona, ma trascorre il periodo scolastico tra la Toscana e la Sardegna. Si diploma al liceo artistico di Cagliari, e in seguito si dedica all’insegnamento dell’educazione artistica in vari istituti della Sardegna, dedicandosi costantemente all’attività pittorica anche negli anni successivi, quando, lasciato l’insegnamento, si occupa di progettazione all’interno di uno studio ingegneristico. Attualmente vive a Calasetta dove continua l’attività pittorica. Percorso Artistico 1976 – Mostra Galleria Sagittarius Torino – Le opere del periodo sono state recensite sul numero di marzo/ aprile 1976 di “Borsa d’Arte” ed anche all’interno del quotidiano “Stampa Sera” del 23 giugno 1976. 2006 – Partecipa e vince al 1° concorso di disegno e pittura
“Teulada e dintorni….fra terra e mare”, concorso che vede l’adesione di numerosi artisti provenienti da tutto il territorio nazionale. 2007 - Personale presso la Torre civica di Calasetta 2008 - Partecipa insieme ad altri 4 artisti all’esposizione pittorica “Esprimi Selargius” 2011 - Personale “Forma del Colore” al Borgo Medioevale di Tratalias 2013 - Partecipazione mostra collettiva alla “Cittadella dei Musei” di Cagliari 2013 - Partecipa alla collettiva “Paratissima” a Torino 2013 – Partecipa alla mostra collettiva “Italian Style” a Vigevano 2013 - collettiva “Percorsi Difformi” galleria “La Conchiglia” a Torino 2014 - Personale presso la “Galleria 20” a Torino 2015 - 2 Collettive presso la “Galleria 20” a Torino
1913—1988
TOTEM e TABÙ
da SIGMUND FREUD
CLAUDIO COSTA
6—15.11.2015 Genova Palazzo Ducale Spazio Aperto Cortile Maggiore
da martedì a domenica 15.00-19.00 ingresso libero www.imfi-ge.org imfi@hotmail.it 010 8496584 349 1962421