N° 11 settembre - ottobre 2015 - periodico bimestrale d’Arte e Cultura www.rivista20.jimdo.com
ARTE E CULTURA NELLE 20 REGIONI ITALIANE
Mauro Chessa
Edito dal Centro Culturale ARIELE
BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CULTURALE
del Centro Culturale Ariele
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Hanno collaborato: Giovanna Alberta Arancio Ermanno Benetti Tommaso Evangelista Lodovico Gierut Silvia Grandi Irene Ramponi Letizia Caiazzo Antonietta Campilongo Alessandra Primicerio Francesco Mastrorizzi Roberta Panichi Enzo Briscese Ludovico Operti Marzia Mandrini Paola Corrias Cinzia Memola Nicolò Marino Ceci
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MAURO CHESSA Spazio Don Chisciotte Via della Rocca, 37 - Torino inaugurazione 17 settembre ore 18,30
Rivista20 del Centro Culturale Ariele Presidente: Enzo Briscese Vicepresidente: Giovanna Alberta Arancio orario ufficio: dalle 15 alle 19 tel. 011.37 24 087 mail galleriariele@gmail.com -----------------------------------------------------
In copertina: opera di Mauro Chessa
HA SENSO FARE PITTURA OGGI? a cura di Enzo Briscese Noi del Centro Culturale Ariele ci stiamo ponendo una serie di interrogativi in merito allo stato dell’arte attuale e in particolare della pittura e della scultura (arti tradizionali). Viviamo in un tempo globalizzato, caratterizzato da confusione e incertezza, in un periodo di “distruzione creatrice”. L’innovazione è un processo doloroso e complesso attualmente in corso e di cui non si intravvede la fine. A cosa serve oggi la pittura? Ai commercianti d’arte? Ai musei? Ai tanti collezionisti privati, che desiderano stimolare la loro vanità? «È un dibattito aperto da molto tempo. In teoria la pittura dovrebbe essere l’area avanzata di sperimentazione visiva. L’area avanzata che, una volta, muoveva tutte le altre sperimentazioni visive. Adesso le altre hanno la loro autonomia. La pittura, ora, non serve più a nessuno. Ai collezionisti meno che mai. Servono quaranta artisti noti per gli affari. Ma la parte di ricerca è abbandonata». (Philippe Daverio) Sono ancora validi i pensieri di T. Adorno “Solo l’arte può venire incontro all’esigenza di contrapporsi al mondo odierno, fondato sull’identità assoluta e sull’esclusione del diverso, ferito dalle traumatizzanti esperienze storiche del Novecento”. E ancora: “L’opera d’arte, oggi, se vuole rivendicare il suo diritto all’esistenza, deve parlare del mondo, metterlo in discussione; per fare questo, l’opera non può assolutamente rinunciare al principio di autonomia, che solo permette ad essa di evitare la confusione col mondo al quale intende opporsi. L’autonomia viene garantita all’opera grazie al suo essere forma. È attraverso la sua autonomia che l’opera può e deve parlare del mondo, «Il carattere duplice dell’arte, come autonoma e come «fatto sociale», si comunica incessantemente alla zona della sua autonomia.» (T. Adorno)
Purtroppo, sempre più spesso, negli ultimi anni, agli alti e altissimi livelli (musei cult, grandi rassegne internazionali come Manifesta, Documenta, Biennali principali ecc.), vediamo il genere pittura emarginato o ghettizzato. C’è chi afferma, però: “L’unico problema che vedo in questo momento, è tra buona e cattiva arte. (Massimiliano Gioni) Nelle arti visive si affollano come non mai grandi quantità di opere di cui occorre selezionare la qualità. In base a quali criteri certi, viene da chiedersi, se l’epoca stessa presenta il disfacimento dei vecchi valori. Anche il metodo degli scambi di idee è mutato: all’elaborazione intensa e meditata è sopraggiunta la fretta dell’improvvisazione che non lascia spazio al pubblico per un’assimilazione consapevole. Le esperienze e le relazioni sociali sono segnate da caratteristiche e strutture che si vanno decomponendo e ricomponendo rapidamente, in modo vacillante e incerto, fluido e volatile. Oggi, in mancanza delle correnti, diventa più ostico definire l’opera d’arte criticamente. La sovrabbondanza di opere, in contemporanea con la caduta delle distinzioni, crea esperienze sempre meno profonde e spontanee. I modelli sono per lo più calati dall’alto. Prolificano le tecniche, in particolari digitali, e le nuove forme espressive sembrano oscurare quelle più tradizionali come la pittura e la scultura, ghettizzate o assenti ai massimi livelli espositivi internazionali. Questo argomento è un cantiere aperto a tutti i suggerimenti e alle critiche costruttive che ci vorrete dare per comprendere e delineare questo fenomeno in atto.
MAURO CHESSA
New York, New York Il 17 settembre, alle ore 18.30, inaugura presso lo Spazio Don Chisciotte di via della Rocca, 37 a Torino la mostra di Mauro Chessa dedicata a New York. New York è la capitale del Novecento. Celebrata da artisti, fotografi e musicisti; immortalata dal cinema, che l’ha resa un luogo dell’immaginario prima ancora che un luogo fisico, reale. Si scopre Venezia, Londra o Parigi solo andandoci. A New York, in qualche modo, siamo stati tutti. Anche chi non si è mai mosso da casa propria. Ed è proprio il lavoro sulla superficie di immagini familiari, che parlano la lingua di Fitzgerald e Gershwin, di Scorsese e Hopper, al centro di questa mostra, composta interamente di vedute di New York. Vedute tratte da fotografie realizzate nel corso di un recente viaggio dell’artista nella città americana. Del resto, la riscrittura dell’immagine è, da sempre, elemento dominante nella poetica di Chessa, che lavora su fotografie che si trasformano in pretesti, punti di partenza, per un
linguaggio pittorico la cui prima, più facile e immediata lettura è quella figurativa, ma che apre invece a un’astrazione delle forme che potremmo, a buon diritto, definire “musicale”, in cui l’oggetto è di fatto messo da parte dopo avere
compiuto la sua missione principale: mettere in contatto l’opera e chi la guarda. New York, New York! è, prima ancora che una mostra, un viaggio nell’idea di città, che mette in discussione il nostro rapporto con l’immagine e con il contemporaneo attraverso lo strumento artistico più vecchio del mondo: la pittura. “Pare che scopo d’un viaggio sia sottoporre a verifica tutto ciò che già si crede di sapere di un paese o di una città. Come in tutti i luoghi comuni c’è una parte vera e una falsa. Provate per esempio a mettere piede in un dinner, uno dei locali nei quali siamo entrati, al cinema, migliaia di volte (Hopper ne ha dipinto uno in “night hawks”) e mettetevi a verificare, che so, l’odore dei cibi (inesistente), il gusto dei medesimi (ottimo), la gentilezza standard della ragazza che vi serve e capirete quello che voglio dire. Sappiamo tutto, ma è tutto diverso. Così per New York (che i locali pronunciano “Nu” iork), era un mio sogno, che la delicatezza di mia figlia ha permesso di realizzare: sapevo tutto, eppure era una città di cui non avevo la più pallida idea. Ho dipinto quadri piccoli, ma numerosi; quasi appunti di viaggio. Ringrazio il mio caro amico Emilio Jona, per aver portato dalla lontana Furfaro,
in Arizona, un suo delizioso racconto, sugello di un’antica amicizia. Si chiedeva William Saroyan: “Che ve ne sembra dell’America?” Mauro Chessa, giugno 2015 Mauro Chessa studia pittura con Menzio e Calandri; esordisce nel ‘54. Partecipa alle Biennali di Venezia del ’56 e del ’58 ed espone in numerose mostre di giovani pittori in Italia e all’estero. Dal ’55 a tutti gli anni ’60: personali a Milano (a Le Ore e alla Gian Ferrari), a Torino, a Norimberga, a Roma e a Londra. In seguito abbandona la Pittura, per dedicarsi al Cinema. Nel 1981 riprende a dipingere e ad esporre, fino ad oggi. Nel 2001 la Regione Piemonte gli dedica una grande mostra antologica alla Sala Bolaffi di Torino e, nel 2004, dipinge due grandi opere sulla Resistenza (“Partigiani nella notte” e “I 23 giorni”) per il Municipio di Alba. Nel 2006-‐07 esegue sei lunette (“Negozi” e “Mercati”), collocate nella Galleria Umberto I° a Torino.
Mostra: New York, New York ! Galleria: Spazio Don Chisciotte, via della Rocca 37 Torino – Italy inaugurazione , giovedì 17 settembre alle ore 18,30 dal 18 settembre al 10 ottobre 2015
Contatti: segreteria@spaziodonchisciotte.it Tel. +39 011 1977.1755 www.fondazionebottarilattes.it Ufficio Stampa: Federica Mariani 3456442955 Simona Arpellino 3456449607 da martedì a sabato ore 10.30/12.30 e ore 15.30/19.30
Corso Casale, 85 Torino
INTORNO ALLA PITTURA dal 12al 26 settembre 2015 dal lunedì al sabato dalle ore 15 alle 19
Fabrizio Brazzale
Gaetano Lanatà
Stefania Moratelli
Giuseppe De Filippi
Laura Lepore
Francesco Murlo
Silvia Grandi
Laura Mosca
Franco Negro
INAUGURAZIONE sabato12 settembre 2015 alle ore 17,30 con ricco buffet la serata sarà allietata da un evento musicale di una brava violinista
EVENTI
PIEMONTE
LUISO STURLA
Le nostre stagioni - 2015 - tecnica mista su tela - cm 160 X 130
20 ARTISTI IN LIGURIA
al Museo Diocesano
MOSTRA ANTOLOGICA di Umberto Mastroianni tra coscienza civile e spirito del sacro dal 1 aprile al 30 settembre 2015 scomparsa. Sono esposti bronzi, di cui hanno assoluto rilievo, anche perché inediti o esposti raramente, bozzetto per il Monumento funebre all’aviatore del 1930, Madonna col Bambino del 1934, Maternità del 1949, Grande Cristo sulla Croce del 1954, Hiroshima e Ballo tragico del 1961, Enigma del 1971-72 e Volo di Pace del 1992), terrecotte, legni, piombi, rami, vetri, mosaici, arazzi, cartoni graffiati, opere su carta, jute, ecc., tutti i materiali adoperati da Mastroianni, in cui Brancusi e Tatlin gli sono antecedenti molto più di ogni altro scultore italiano. L’arte è tale quando afferma ed esprime Dio, dichiarava Clemente Rebora, uno dei grandi poeti del nostro Novecento. Nell’opera di Mastroianni quell’esperienza , quell’esercitazione spirituale che il linguaggio scultoreo, pittorico e grafico lambisce e a tratti anche raggiunge ‒ di una venerabilità della vita e dell’essere della natura e del cosmo ‒ ha indotto l’artista ad accordare religione e poiesis. Il ritrovamento che la ricerca estetica compie della verità primaria che fonda l’esistenza riconduce di necessità all’unità con l’universo: ciò che appunto in Mastroianni legittima l’istanza religiosa, o sacrale, e la sua diretta espressione creativa.
L’antologica “Umberto Mastroianni tra coscienza civile e spirito del sacro” ordinata nei suggestivi spazi del Museo Diocesano di Torino documenta, sia pure per inevitabile sintesi, tutto l’iter creativo del Maestro di Fontana Liri, dal bassorilievo Deposizione del 1927-28 a La morte della morte del 1997, una piccola tempera acrilica eseguita pochi mesi prima della sua
Promossa dall’Associazione S.T.Ars e dal Museo Diocesano, con il patrocinio del Comune di Torino e della Regione Piemonte, e realizzata grazie alla Consulta e alla Fondazione C.R.T., la retrospettiva torinese presenta circa sessanta lavori e si avvale di un catalogo edito per i tipi dell’Archivio Umberto Mastroianni di Brescia. Questa utile e preziosa pubblicazione è corredata dalla riproduzione a colori di tutte le opere, con un esaustivo saggio critico di Floriano De Santi, curatore della mostra e del relativo studio monografico, considerato da Mastroianni “amico fraterno e mio più grande esegeta”. [autore - Floriano De Santi]
CARLA BENVENUTO
Il passaggio del tempo - 2013 - olio su tela - cm 100 x 150
20 ARTISTI IN LIGURIA
BEBOP PAINTINGS
dal 15/09/2015 al 28/09/2015 inaugura il 15 settembre, alle 18, negli spazi di Innerspace. La retrospettiva BEBOP PAINTINGS ripercorre la carriera artistica di Alessio Rodiani (1924-2009), partigiano durante la Seconda Guerra Mondiale, medico per tutta la vita con una passione per l’economia (di cui ha scritto un trattato nel 2001) e per il jazz. Dagli anni Cinquanta fino alla prima decade del XXI secolo, la mastra presenta opere caratterizzate da una pennellata musicalmente vivace e facile da capire, proprio come il jazz. Nelle linee nette e nelle campiture definite di uno stile quasi grafico, l’artista sublima in una dimensione spirituale, il caos imprevedibile e travolgente della vita stessa, come se rimettesse ordine tra l’imponderabile. Un linguaggio Pop che sfocia in un’estetica ritmata e grafica che rasenta il decorativismo, ma che tradisce un occhio attento ed allenato, e si serve della sintesi lineare e coloristica per emancipare la realtà dai suoi limiti e imperfezioni. La mostra, fortemente voluta dai familiari dell’artista e realizzata in collaborazione con l’Associazione Febo & Dafne, è a cura di Guido Curto. http://www.contemporarytorinopiemonte.it/ita/Agenda/BEBOP-PAINTINGS#sthash.OAJfFFYU.dpuf
FEDERICO PALERMA
Resurrezione - 2011 - olio su tela - cm 100 x 120
20 ARTISTI IN LIGURIA
EVENTI
LOMBARDIA I MACCHIAIOLI A MONTEPULCIANO
Dal 24 aprile al 26 settembre la patria del Vino Nobile propone un evento straordinario. Al Museo Civico Pinacoteca Crociani e presso le Logge della Mercanzia, 70 opere raccontano uno dei movimenti artistici che più seppe innovare il linguaggio figurativo tra Ottocento e Novecento. Settanta opere celebrano uno dei movimenti artistici che più seppe innovare il linguaggio figurativo tra Ottocento e Novecento. Accade nella patria del Vino Nobile, dove il prossimo 24 aprile aprirà al pubblico “Macchiaioli a Montepulciano. Capolavori e inediti privati”, la grande mostra curata da Silvestra Bietoletti e Roberto Longi che resterà aperta fino al 26 settembre. L’esposizione nasce sotto gli auspici della Provincia di Siena ed è frutto della proficua collaborazione tra Fondazione Musei Senesi, Comune di Montepulciano e Vernice Progetti Culturali grazie al sostegno di Fondazione Monte dei Paschi di Siena. L’esposizione è promossa da Rotary Club Chianciano-Chiusi-Montepulciano con il sostegno di: APT Chianciano Terme - Val di Chiana, Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e Strada del Vino Nobile di Montepulciano, Pro Loco di Montepulciano. L’allestimento, progettato dall’architetto Andrea Milani, porterà il visitatore a scoprire la Pinacoteca Crociani e
porterà il visitatore a scoprire la Pinacoteca Crociani e le suggestive Logge della Mercanzia proponendo una collezione privata ricca di noti capolavori e di straordinarie opere inedite, già appartenute alle più prestigiose raccolte macchiaiole del primo ‘900 - fra cui quelle di Luigi Sambalino, di Mario Galli, di Enrico Checcucci, di Vincenzo Giustiniani - a fianco delle famose opere della collezione del museo. La mostra è aperta dal martedì alla domenica con orario di visita del tutto eccezionale: dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 20.00 con orario continuato; il sabato e la domenica dalle ore 10.00 alle ore 22.00 sempre con orario continuato. Chiuso il lunedì. È possibile l’apertura su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi direttamente al Museo Civico Pinacoteca Crociani (Via Ricci, 10 - tel. 0578 717300), oppure telefonare allo 0578 757341 (Pro Loco Montepulciano). Biglietto: intero € 7,00; ridotto € 5,00. www.museisenesi.org.
ANDREA MUSSO
Genova omaggia don Balletto - 2014 - acquarello su carta - cm 60x60
20 ARTISTI IN LIGURIA
GUARDANDO ALL’URSS Realismo socialista in Italia dal mito al mercato Mantova, Fruttiere Palazzo Te dal 30/05/2015 al 04/10/2015
Palazzo Te a Mantova ospita un progetto espositivo che, per la prima volta, indaga le relazioni, gli scambi e i “fuochi incrociati” tra arte italiana del secondo dopoguerra e arte sovietica del realismo socialista, riflettendo su affinità elettive e divergenze culturali, in una mostra di respiro internazionale e ricca di documenti poco o per nulla conosciuti al pubblico. La mostra, dal 30 maggio al 4 ottobre 2015, riconduce il visitatore agli anni della frontale contrapposizione politica tra comunisti e democristiani, quelli di don Camillo e Peppone, di Dio ti vede e Stalin no! Gli anni in cui per metà degli italiani l’URSS era il mito, il paradiso della giustizia sociale e il demonio per l’altra metà. Gli anni in cui grandi intellettuali italiani (Levi, Calvino, Moravia tra i tanti) compivano il loro pellegrinaggio laico a Mosca. Gli anni in cui lunghe code si formavano all’Hermitage per ammirare Guttuso. Al centro di questa proposta inedita è infatti la riflessione sull’immagine mitica dell’URSS nell’Italia del secondo dopoguerra e sul ruolo assunto dall’iconografia realista nella sua diffusione e veicolazione.
Tre gli ambiti scelti per indagare questa vicenda molto affascinante: da un lato l’iniziativa del Premio Suzzara, voluto da Dino Villani e dal sindaco comunista Tebe Mignoni con Cesare Zavattini e destinato, dal 1948 per quasi trent’anni, a far riflettere sul linguaggio realista e sul tema del lavoro. Gli artisti partecipanti e premiati (da Guttuso a Zigaina, da Gorni a Borgonzoni, da Mucchi a Pizzinato, da Fabbri a Sughi, solo per citare alcuni nomi) introducono il tema del ruolo dell’arte figurativa all’interno della politica culturale del PCI. La seconda sezione della mostra si propone di ricostruire l’immagine dell’URSS in Italia dalla fine degli anni Quaranta, attraverso il racconto dei protagonisti del realismo russo nei Padiglioni sovietici alle Biennali veneziane nel 1934 e dal 1956 agli anni Settanta. Grazie ai prestiti della Galleria Tret’jakov di Mosca, saranno eccezionalmente esposte a Palazzo Te le opere di Andreev, Dejneka, Gerasimov, Muchina, Koncˇalovskij, Nisskij, Popkov. Infine, il fenomeno collezionistico, testimonianza di una cultura d’immagine e di una retorica visiva e narrativa della realtà sovietica che rivelano forti persistenze, è rappresentato attraverso
una quadreria di opere provenienti da una importante collezione privata, che invita il visitatore a riflettere sulla relazione tra modello e riproduzione nell’arte sovietica e a indagare le alterne fortune del realismo socialista a partire dalla caduta del comunismo, emblematicamente rappresentata dal crollo del muro di Berlino.
La mostra si arricchisce di molteplici testimonianze che vogliono segnalare la complessità di un contesto e la pluralità di linguaggi: i racconti e i resoconti di viaggio, le campagne fotografiche, i film e i documentari dedicati all’URSS, presentati in un’ottica critica che non vuole definire un’immagine univoca del realismo socialista nello sguardo italiano, ma ricostruire le sfaccettature assunte dalla cultura di un Paese negli occhi di un altro. “Parlare del mito dell’URSS in Italia nel secondo dopoguerra significa sollevare il coperchio su un mondo complesso nei linguaggi e nei significati, impossibile da risolvere in una mostra e in una pubblicazione, ma al
al quale, finalmente e senza falsi miti o negazioni, si vuole guardare - puntualizza Vanja Strukelj, curatrice della mostra mantovana con Ilaria Bignotti e Francesca Zanella. “Innanzitutto abbiamo cercato di restringere il campo a un territorio storico artistico, inquadrando la ricezione del realismo socialista sovietico in Italia in un contesto di scambi e rapporti culturali. Un aspetto che è emerso in tutta la sua complessità è quello del viaggio
in URSS: ci siamo chiesti che cosa avevano visto gli artisti italiani nei loro viaggi in Unione Sovietica? Chi avevano incontrato, di cosa avevano dialogato, cosa avevano portato di sè, cosa avevano ritrovato? Abbiamo provato a rispondere attraverso il confronto interdisciplinare, con film d’epoca, resoconti di viaggio, manifesti, cartoline, rotocalchi. Ripercorrendo le sale dei Premi suzzaresi e delle Biennali veneziane, certi del confronto fertile tra una manifestazione solo apparentemente di periferia e l’altra ufficiale e internazionalmente riconosciuta, abbiamo provato a rileggere la nostra cultura e anche a metterla un po’ in crisi...” La mostra è organizzata dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te presieduto da Graziano Mangoni con la collaborazione della Galleria del Premio Suzzara, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, del Consolato Generale della Federazione Russa a Milano, della Regione Lombardia, del Sistema Mantova per EXPO, del Museo Civico di Palazzo Te, con il contributo del Comune di Mantova, della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Mantova e di Tea, e con il sostegno di TEA Energia, Berman Spa, Coop Consumatori Nordest e Generali Italia Agenzia Pezzoli di Mantova
Per la realizzazione della mostra e del catalogo le curatrici Vanja Strukelj, Francesca Zanella e Ilaria Bignotti sono state affiancate da ricercatori, dell’Università di Parma e di altri istituti di ricerca, esperti in differenti discipline. Ufficio Stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel. 049.663499 - gestione1@studioesseci.net Ufficio stampa Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te - Federica Leoni tel. 0376 369198 - ufficiostampa@centropalazzote.it
EVENTI
LIGURIA
Genovesi a Parigi. I ritratti di Hyacinthe Rigaud Galleria Nazionale di Palazzo Spinola
Piazza Pellicceria, 1 - 16123 Genova Tel 010.2705300 - Fax 010.2705322 palazzospinola@beniculturali.it Orario Lunedì: dalle 8.30 alle 13.30 (apertura straordinaria) Biglietti Intero: euro 4,00 Ridotto (dai 18 ai 25 anni) 2 € Gratuito minori 18 anni Biglietto cumulativo Palazzo Spinola e Palazzo Reale Intero: 6,50 € Ridotto (dai 18 ai 25 anni): 3,25 € Ingresso gratuito • ogni prima domenica del mese • per i possessori del biglietto EXPO 2015 (dal 1 maggio al 31 ottobre 2015)
La Galleria Nazionale di Palazzo Spinola è inserita nella “Card” dei Musei di Genova servizio guardaroba presso il Museo Come arrivare Da Palazzo Ducale: a piedi 10 minuti (Ducale –via S.Lorenzo –via canneto il Curto –P.zza Banchi –Via S. Luca) Parcheggio a pagamento nei pressi di Palazzo Ducale: Piccapietra Dall’Acquario: a piedi 5 minuti (Piazza Caricamento – via al Ponte Reale – piazza Banchi – via San Luca) Parcheggio a pagamento zona Acquario: Porto Antico
DAGLI IMPRESSIONISTI A PICASSO capolavori del Detroit Institute of Arts
Van Gogh, Gauguin, Monet, Cézanne, Degas, Renoir, Matisse, Modigliani, Kandinsky, Picasso Dal 25 settembre 2015 al 10 aprile 2016 Appartamento del Doge – Palazzo Ducale - Genova
Il Detroit Institute of Arts è considerato l’avamposto delle avanguardie europee negli stati Uniti, una collezione di enorme importanza, una delle più ricche e significative negli Stati Uniti, nata dal connubio di ingenti risorse economiche e un gusto aperto, libero da pregiudizi, tipicamente americano. La sezione dedicata all’arte europea ha avuto origine dalle prime donazioni del magnate e giornalista James Scripps e successivamente dal lascito del collezionista Robert H. Tannahill. Per più di sei mesi questa raccolta di masterpieces si trasferisce a Genova a Palazzo Ducale: organizzata dallo stesso Museo di Detroit, curata da Salvador Salort-Pons e Stefano Zuffi, prodotta da Mondo Mostre Skira insieme a Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e promossa dal Comune di Genova, e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. All’Appartamento del Doge ritroveremo 52 opere imperdibili che celebrano la grande avventura culturale ed imprenditoriale del collezionismo statunitense insieme alla storia delle avanguardie artistiche europee, con tutti i pionieri e le opere capaci di interpretare gli stimoli che hanno caratterizzato l’Europa a cavallo e agli inizi del ‘900. Il percorso della mostra, accompagnato da numerosi supporti didattici, oltre a raccontare una collezione, introdurrà quindi nel vivo della storia dell’arte e dei movimenti artistici d’avanguardia, dall’Impressionismo al Cubismo, che hanno quella dei ritratti dei protagonisti, dall’autoritratto dialogato con le dinamiche storiche di un arco di cinquant’anni. di Van Gogh con cappello di paglia a quello di un giovanissimo Otto Dix. Sicuramente interessante la sala monografica dedicata Picasso e
lunedì 15-19 - dal martedì a giovedì: 9.30-19.30 venerdì e sabato: 9.30 – 21.00 domenica 9.30 – 19.30 Intero con audiogiuda € 13 - Ridotto con audiogiuda: € 11 Gruppi sabato e domenica: € 13 Gruppi da lunedì a venerdì: € 11 Scuole: € 6,00 (inclusa prevendita) Ridotto giovani fino a 27 anni il venerdì ore 14 – 21: € 5 Info e prenotazioni: tel +39 0109280010 Prevendita online:www.vivaticket.it Prenotazioni scuole: tel. 0108171604 prenotazionescuole@palazzoducale.genova.it
Gipi
Museo Luzzati a Porta Siberia Dal 28 Marzo al 27 Settembre 2015
Museo Luzzati a Porta Siberia, Area Porto Antico 6 - Genova tel. 010 2530328| info@museoluzzati.it www.museoluzzati.it dal 15 giugno dal martedì alla domenica 10 – 13 e 15 – 19, lunedì chiuso Biglietti €6, bambini gratis fino a 6 anni, dai 7 ai 14 anni €2, riduzione €4 con tessere Coop, Feltrinelli, Basko e altri e con il biglietto dei Musei di Nervi.
Al Museo Luzzati di Genova è in corso una mostra dell’artista pisano Gianni Pacinotti, in arte Gipi. Una selezione di 150 opere originali documentano il suo percorso, eclettico e davvero ricco, come testimoniano le numerose realizzazioni nella pittura, nel fumetto e nell’illustrazione, oltreché nel cinema. Sono visibili le tavole per le celebri graphic novel, le illustrazioni per Repubblica, Internazionale, Süddeutsche Zeitung, le copertine di libri. Una sezione è dedicata al paesaggio, soggetto molto amato da Gipi, in cui vengono anche presentati diversi lavori inediti. Come scrive Luca Raffaelli, Gipi è un artista del racconto e dell’immagine. “capace di disegnare parole e parlare attraverso disegni e acquarelli, con la maestria di chi sa fermare il racconto per inondarlo di emozioni”. L’enciclopedia Treccani lo definisce “autore, con uno stile
nervoso e graffiante, di racconti brevi e storie lunghe di cui sono protagonisti l’Italia di provincia, i diseredati e sofferti temi autobiografici”. La mostra è un’ occasione per visitare anche gli spazi del Museo Luzzati, dedicato appunto allo scenografo genovese, che nell’affascinante cornice di Porta Siberia ospitano periodicamente mostre tematiche di importanti protagonisti dell’ illustrazione, del cinema d’animazione, della scenografia, del design, del fumetto. Il Museo Luzzati è inoltre un laboratorio di sperimentazione continua: l’ Officina Didattica accoglie ogni giorno i bambini delle scuole e tutti i sabati i bambini con la loro famiglia per sperimentare le tecniche creative degli artisti esposti. Incontri, corsi di formazione, proiezioni, presentazioni di libri completano l’offerta del polo culturale.
ELENI ZAFIROPULOS
Sedoni - 2012 - acrilico e garza su tela - cm 70 x 90
20 ARTISTI IN LIGURIA
EVENTI
VALLE D’AOSTA
Da Bellini a Tiepolo.
Capolavori dell’Accademia dei Concordi
In mostra i capolavori dell’arte veneta dal Rinascimento al Settecento, a cura di Vittorio Sgarbi e Gabriele Accornero. Si tratta della prima mostra al di fuori della sede permanente dello straordinario corpo di opere della prestigiosaPinacoteca di Rovigo, un’occasione imperdibile per conoscerne i capolavori anche attraverso la chiave di lettura che i curatori metteranno in evidenza. La mostra presenta una ricca selezione di 52 capolavori, molti di grandi dimensioni, provenienti dalla Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile di Rovigo e offre una sorprendete panoramica della stagione artistica che va dal Quattrocento al Settecento, un arco temporale che comprende i momenti più alti della pittura internazionale e che ha come momento centrale, il prolifico e meraviglioso Rinascimento. La collezione della Pinacoteca dei Concordi, che raccoglie il meglio dell’arte veneta dal XV al XVIII
secolo, è frutto della passione per la pittura di alcune nobili famiglie rodigine, che nell’Ottocento donarono le loro quadrerie all’Accademia e al Seminario Vescovile di Rovigo. In questa terra, stretta tra i fiumi Adige e Po, che, tra il Quattrocento e il Settecento, ha visto succedersi al colto e raffinato ducato estense il dominio della Repubblica di Venezia, sono custodite opere che posso essere considerate punti di riferimento per la storia dell’arte del nostro Paese e capisaldi della pittura internazionale. La mostra sarà impreziosita da una sala che proporrà una video intervista sul percorso espositivo al critico Vittorio Sgarbi, specialista del periodo storico artistico in questione e straordinario divulgatore. Associazione Forte di Bard Tel. 0125 833811 - Fax: 0125 833830 info@fortedibard.it www.fortedibard.it
GENESI
mostra fotografica di Sebastião Salgado
Il progetto presenta ben 245 fotografie frutto del viaggio fotografico che Sebastião Salgado ha compiuto nei cinque continenti per documentare, con immagini in un bianco e nero di grande incanto, la rara bellezza del nostro principale patrimonio, unico e prezioso: il nostro pianeta. Genesi è l’ultimo grande lavoro di Sebastião Salgado, il più importante fotografo documentario del nostro tempo: uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. La terra come risorsa magnifica da contemplare, conoscere, amare. Questo è lo scopo e il valore dell’ultimo straordinario progetto di Sebastião Salgado. Le immagini di Genesi, in un bianco e nero lirico e di grande potenza, sono una testimonianza e un atto di amore verso il nostro mondo. Viaggio unico alla scoperta del nostro ambiente, l’ultimo progetto di Salgado rappresenta il tentativo, perfettamente riuscito, di realizzare una sorta di grande antropologia planetaria. Ma è anche un grido di allarme per il nostro pianeta e un monito affinché si cerchi di preservare questo mondo ancora incontaminato, per far
sì che nel tempo che viviamo, sviluppo non sia sinonimo di distruzione. Forte di Bard 3 maggio 2015 - 30 settembre 2015 da martedì a venerdì 10.00-18.00 sabato e domenica 10.00-19.00 aperta tutti i giorni dal 21 luglio al 6 settembre 2015
EVENTI
VENETO (Con)tatto
Da Diane Arbus a Letizia Battaglia 25 donne di vita 11 settembre 2015 – 10 gennaio 2016 Fotografe per il 2015: Modotti, Woodman, Maier, Arbus, Battaglia CASA DEI TRE OCI - VENEZIA
Sguardo di donna: la vita secondo venticinque artiste internazionali Diane Arbus, Yoko Ono, Shirin Neshat, Letizia Battaglia: la fotografia alla Casa dei Tre Oci racconta la vita attraverso ritratti di uomini e donne. Sguardo di donna: una mostra fotografia Fotografe e rivoluzionarie dello sguardo per un anno di mostre 2015, da Obiettivo Donna alle partigiane in guerra, da Tina Modotti a Francesca Woodman e Birgit JĂźrgenssen, dalla prima retrospettiva italiana di Vivian Maier a Diane Arbus e Letizia Battaglia.
ALESSANDRA GASPARINI
Regina di pesci - 2012 - olio su tela - 140x100 cm
20 ARTISTI IN LIGURIA
9 maggio — 22 novembre 2015, Palazzo Franchetti Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Evento collaterale della 56ma esposizione internazionale d’arte Biennale di Venezia 2015 Promosso dallo State Hermitage Museum di San Pietroburgo, Russia Ideato e organizzato da Adriano BERENGO Curato da Dimitri OZERKOV e Adriano BERENGO Aperto tutti i giorni 10 > 18 - Ingresso: intero 10 euro, ridotto 8 euro per gruppi, over 65 e classi Per ulteriori informazioni Italian Press Office Villaggio Globale International s.r.l. Antonella Lacchin / a.lacchin@villaggioglobale.191.it tel +39 041 59 04 893 / 234 | fax +39 041 59 04 892
SILVIA GRANDI
Cesto con frutta - 2015 - tecnica mista su tela - cm 65 x 75
20 ARTISTI IN LIGURIA
EVENTI PROVINCIA
AUTONOMA DI BOLZANO
Bolzano, Museo di Scienze Naturali MOSTRA FOTOGRAFICA DI FLORIAN SCHULZ 21.04.2015 - 13.09.2015 lun chiuso - mar-dom ore 10.00 - 18.00 ven 01.05.2015 chiuso
Migliaia di caribù si dirigono verso le coste dell’Alaska nei loro quartieri estivi; le oche delle nevi sorvolano in primavera il Nord America dirette verso il Canada o la Groenlandia; un orso kermode pesca nella Great Bear Rainforest i salmoni, che per riprodursi hanno abbandonato l’Oceano Pacifico e risalito il fiume natio. Immagini che il fotografo Florian Schulz ha immortalato nel corso di dieci anni. Nel 1872 negli USA è stato istituito il primo Parco Nazionale, il Yellowstone National Park nel Wyoming, seguito dieci anni dopo dal Banff National Park in Canada. Dopo 130 anni gli ambienti naturali delle aree protette, emergono come isole incontaminate disperse in un paesaggio altamente antropizzato e profondamente mutato. Negli anni ’90 è iniziato il progetto “Yellowstone to Yukon” per collegare tra loro le aree protette, mentre pochi anni dopo è decollato il progetto “Baja to Beaufort” per la salvaguardia delle coste dall’Alaska al Messico. Con la sua campagna “Freedom to Roam” Florian Schulz sottolinea con il suo stile documentario e artistico l’importanza della libertà di spostamento degli animali. Le aree protette in Europa sono ancora più piccole e
frammentate. La necessità di realizzare corridoi naturali è quindi ancora più urgente. Nella mostra sarà evidenziata la situazione nell’area alpina, dove non sono le montagne la barriera che uccelli e mammiferi incontrano al loro passaggio, ma l’impatto con un ambiente fortemente antropizzato. Informazioni n. tel. 0471 412964
EVENTI PROVINCIA
AUTONOMA DI TRENTO
MART di ROVERETO
30 maggio – 11 ottobre 2015 (lunedì chiuso) “Un edificio ridisegna sempre nuove relazioni, non può essere indifferente. Il Mart nel suo spazio centrale raccoglie e valorizza il linguaggio dell’intorno. La diversità dei linguaggi, moderno-antico, diviene ricchezza.” Mario B La guerra che verrà non è la prima. Grande Guerra 1914 – 2014 In occasione del centenario della Prima guerra mondiale il Mart dà voce ad una delle manifestazioni più drammatiche, ma significative della modernità. Per ampiezza e complessità dell’analisi il progetto espositivo del Mart entra nella ristretta cerchia delle grandi mostre europee che posizionano la Grande Guerra al centro del dibattito contemporaneo.
EVENTI
FRIULI VENEZIA GIULIA
ESPANSIONI Alla Biblioteca Statale S. Crise di Trieste (Largo Papa Giovanni XXIII, 6) GIULIA
percorsi di creatività delle donne ed è organizzata ogni anno dalle artiste partecipanti, si sperimenta la curatela collettiva, con l’intento di confrontare le produzioni “insieme per espandere la conoscenza, l’amicizia, il confronto oltre i confini di ogni tipo che si presentano oggi” e propone di superare le specificità delle singole opere d’arte per stabilire profonde connessioni reciproche. Sono 32 artiste di spicco di Trieste che si racconteranno nella loro esperienza creativa, quest’anno sono: Franca Batich, Gabry Benci, Alida Cartagine, Anna Cevallos, Manuela Cerebuch, Bruna Daus, Patrizia de Angelini, Eulalia de Vega Masana, Barbara Della Polla, Fabiola Faidiga, Donatella Ferrante, Paola Giorgini, Liberia Gracco, Gabriella Giurovich, Estella Levi, Cristina Lombardo, Elettra Metallinò, Olga Micol, Nivea Mislei, Antonella Oliana, Barbara Pansa, Megi Pepeu, Laura Poretti, Melita Richter, Barbara Romani, Rina Rossetto, Graziella Valeria Rota, Mima Semec, Matilde Semerani, Olivia Siauss, Gigetta Tamaro Semerani, Anna Valle.
Parte l’eccezionale mostra a Trieste dal 1 settembre fino all’ 11 del 2015, nella stessa sede ospitante di ogni anno, la Biblioteca Statale Stelio Crise della Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, luogo dove con la consueta verve delle artiste partecipanti verranno esposte le opere di fotografia, grafica, pittura, video, performance, scrittura, scultura si chiama ESPANSIONI 2015 ed è la 4° Rassegna d’Arte Contemporanea Internazionale che realizza
<Mostra Arte e Giochi matematici> al Civico Museo di Storia Naturale di Trieste
I Musei a Trieste sono tanti e di grande qualità, dall’arte con opere di grandi artisti nel Museo Revoltella, alla botanica a quello della guerra e pace e tanti altri. Si possono visitare Musei, Gallerie, Fondazioni, Antiquarium, Collezioni, Pinacoteche, Mostre. Castelli, Cattedrali, Chiese, Basiliche, Civico Acquario Marino e altri, dove ognuno si esprime con le proprie particolarità per essere visitati da scuole, famiglie con bambini e adulti. Uno in particolare fa meraviglia per offrire spazi nella categoria “logica matematica”; questo è il Museo di Storia Naturale, in via dei Tominz, 4, dove in seguito al successo della mostra temporanea “Matematica Da Toccare” [Mathematik zum Anfassen], selezione di postazioni interattive per l’apprendimento sperimentale e ludico di concetti della matematica e della fisica, ha inaugurato nel marzo 2015 un reparto dedicato a giochi e rompicapo, con esposizione, dedicato ai visitatori più giovani, e questo ha fatto nascere la produzione locale il CUBIT. Ma cos’è questo Cubit: un disegno, un quadro, un pensiero, un gioco, un esperimento? Cubit e tutto questo ed altro ancora, si guarda, si tocca, si costruisce, si ragiona, si gioca, da soli e con gli altri, grandi e piccoli, insomma una vera novità <Arte del secolo> nella “Sala Giocodidattica” Aperto ogni giorno tranne il martedì dalle 10.00 alle 19.00 (Chiusura casse 18.30) .info 040 675 8658. www.museostorianaturaletrieste.it
EVENTI
EMILIA-ROMAGNA
COLLEZIONE D’ARTE CONTEMPORANEA MARAMOTTI Ex stabilimenti Max Mara - Via Fratelli Cervi, 66 Reggio Emilia (RE)
ln esposizione oltre duecento opere rappresentative delle principali tendenze artistiche italiane e internazionali dal 1945 a oggi, tra dipinti, sculture e installazioni, nella vecchia sede produttiva di Max Mara convertita in spazio espositivo. La collezione permanente si sviluppa su due piani del vecchio corpo di fabbrica in un percorso di quarantatre sale e due open space. Al piano terra, accanto alla biblioteca, vi è una grande sala espositiva per mostre temporanee dei nuovi esponenti dell’arte. La collezione inizia con alcuni importanti quadri europei indicativi delle tendenze espressioniste e astratte degli ultimi anni Quaranta-primi anni Cinquanta definite come movimento informale e un gruppo di opere italiane protoconcettuali (Fontana, Burri, Fautrier, Manzoni). A seguire consistenti nuclei di dipinti della cosiddetta Pop romana (Angeli, Festa, Schifano, Tacchi), dell’Arte Povera nella sua duplice articolazione romana e torinese (Kounellis, Boetti, Merz, Penone, Pistoletto, Zorio, Anselmo) e dell’Arte Concettuale.
A queste opere succedono dipinti fondamentali della Transavanguardia (Cucchi, Chia, Clemente, De Maria, Paladino), significativi esempi del neo-espressionismo tedesco (Kiefer, Baselitz, Polke, A.R. Penck) e americane (Basquiat, Schnabel, Salle). Fa loro seguito un gruppo di opere della New Geometry americana degli anni OttantaNovanta (Halley, Scully, Taaffe, Burton, Bleckner) e le più recenti sperimentazioni americane e inglesi (Ritchie, Gallagher, Barry X Ball, Sachs, Essenhigh, Craig-Martin, Maloney). L’evento si svolge dal 01/01/2010 al 31/12/2016 PUNTI INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI Tel: ++39 0522 382484 - Fax: ++39 0522 934479 giovedì-venerdì 14.30-18.30; sabato 10.30-18.30 domenica 10.30-18.30 info@collezionemaramotti.org
GIGI DEGLI ABBATI
Il sogno del gatto - 2008 - tecnica mista su tela - cm 60 x 60
20 ARTISTI IN LIGURIA
EVENTI
TOSCANA William Tode e il periodo francese, il Cubismo 1955/1958 dal 30 settembre 2015 al 6 novembre AREZZO
William Tode è uno dei maggiori protagonisti dell’arte del Novecento. Pittore, scultore, grafico, mosaicista, ceramista, storico dell’arte, in sessant’anni di attività ha saputo sempre rinnovare la sua arte. Grande affreschista ha rilanciato e rinnovato l’antica tecnica dell’encausto. E’ anche compositore e musicista. E’ stato inoltre scenografo, attore di cinema e di teatro. Tode ha avuto familiarità con i creatori del cubismo, Picasso e Bracque, ponendosi di fronte a loro con interesse, ma avvertendo nel loro operato la mancanza di uno spirito vitale; poi ha conosciuto il Futurismo e anche in quel movimento ha trovato qualcosa di insufficiente. Alla fine ha compreso che le due soluzioni artistiche proposte potevano trovare una soluzione di sintesi -sembra di parlare del sistema logico di Georg Friedrich Hegel- nel Cubofuturismo che, fornendo movimento alla staticità cubista e corpo al dinamismo futurista, gli ha consentito di creare opere vibranti per splendore figurativo e pienezza di spirito
LILIANA BASTIA
Ballata interiore - 2014 - olio su tela - cm 100 X 100
20 ARTISTI IN LIGURIA
RENATO SPAGNOLI
dal 5 agosto 2015 al 1 ottobre 2015 a Castellina Marittima (PI
Nato a Livorno nel 1928 dove vive e lavora. Dopo un breve periodo da autodidatta supera l’esperienza pittorica iniziale e scopre le potenzialità della pittura moderna nella sala di Franz Kline alla Biennale di Venezia del 1960. Iniziano così le sue “composizioni” astratte. Fonda il Gruppo Atoma con Bartoli, Graziani e Lacquaniti per una ricerca su linguaggio, scrittura e astrazione che desterà enorme successo di critica e di pubblico. Le loro opere saranno presenti nelle mostre d’avanguardia più prestigiose di quegli anni. Nel 1965, il Gruppo si scioglie e ognuno proseguirà per la propria strada. Spagnoli scopre nella forma grafica della lettera A tutte le potenzialità di forma e contenuto che svilupperà nei venti anni successivi in quadri e opere installative usando materiali quali metacrilato colorato o opalino, con cui analizzerà tutte le possibilità di variazione. Terminate, alla fine degli anni ‘80, le sperimentazioni sulle variazioni della forma inizierà un percorso, attraverso rilievi e installazioni in legno colorato, che lo porteranno alla scultura. Dal 2000 ha sviluppato in sculture di legno dipinto monocromo o bicromo dalla tipica forma di obelisco, quasi dei Menhir colorati o delle “colonne infinite” che rimandano, per la loro essenzialità tematica con variazioni, alla famosa opera di Brancusi. Un tema che era rimasto sottinteso ma sempre centrale in tutta la sua cinquantennale ricerca artistica
L’opinione Lodovico Gierut Pietrasanta e Cefalù. Un gemellaggio nel segno dell’arte Sono ben oltre ottocento – tra dipinti e disegni, sculture e fotografie – le opere che costituiscono una tra le esposizioni maggiormente documentate mai svolte a Pietrasanta negli ultimi decenni, merito all’idea ben concretizzata di un “gemellaggio d’arte” tra e la cittadina versiliese, nota in ambito internazionale come una delle capitali della scultura contemporanea, e quella siciliana di Cefalù. L’iniziativa, organizzata dal Comitato Archivio artisticodocumentario Gierut di concerto con i due Comuni comprende lavori in gran parte realizzati appositamente sulla preziosa carta Magnani di Pescia collocate in varia maniera sia nel centralissimo Palazzo Panichi, sia nella vicina Galleria “La Marina”, come negli spazi dell’Open One e dei Giardini della Versilia e altrove, ma comunque di frequentazione pubblica. L’evento, come scrive il Sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni nel corposo catalogo di Lodovico Gierut (che ha ideato il tutto, per cui è curatore dell’insieme, firmato pure da Giuseppe Parisio, contenente altresì interventi del cefaludese Rosario Lapunzina, Sindaco della cittadina siciliana, e di firme, anche per ciò che attiene corpose citazioni come ad esempio Danilo D’Angiolo, Massimiliano Simoni, Gigliola Fontanesi, Marilena Cheli Tomei, Lorella Lorenzoni, Angelo Pizzuto (…) e persino – scomparsi da poco, Manlio Cancogni e Claudio Giumelli – apre per la prima volta “... un dialogo diretto con una città italiana: Cefalù. Una distanza colmata dal mare e da molte somiglianze. Si tratta in entrambi i casi di centri di grande creatività, che hanno ispirato e continuano ad ispirare le più disparate forme espressive”, trattandosi di un “progetto che valorizza i caratteri della mediterraneità: i beni della tavola come il grano, l’olivo, il pesce, così come i più alti valori rappresentati dalla libertà, dal lavoro, dall’aggregazione”. La grande Collettiva, già programmata con diversificazioni pure a Cefalù nel 2016, come dalle nostre affermazioni “Non vuole essere una classifica, bensì un autentico documento, desiderando gettare un ideale ponte tra le due città ben note per comuni interessi e caratteristiche artistico-culturali, rafforzando altresì gli interscambi da sempre esistenti tra la Toscana e la Sicilia e guardando pure alle fattive presenze trascorse dei vari Emilio Greco e Francesco Messina, già operanti nelle fonderie e nei laboratori pietrasantesi, Renato
Guttuso e altri, e artisti attuali come Girolamo Ciulla”. Interessantissime le identiche o similari tematiche dei due territori di Pietrasanta e di Cefalù ovvero – in verità – la Toscana e la Sicilia: dal pesce, cioè il mare e la mediterraneità, alla spiga dell’aggregazione e del lavoro, sino all’olivo dell’eternità, alle cave marmoree e di pietra in cui l’artigianato e l’arte si sposano all’ambiente, affrontate con le innumerevoli opere d’arte. Nel tutto decine e decine di istantanee di Giacomo Mozzi, Giuseppe Glorioso, Domenico Bellipanni, Leo Rivituso e, interessantissime, firme effettuiate sempre su carta di Igor Mitoraj e Fernando Botero, Maria Gamundì, Giovanni Balderi, Anna Chromy, Novello Finotti, Gustavo Aceves, Renzo Maggi, Ivan Theimer.. (ad olio e a pastello, a penna e a pennarello acrilico), vale a dire di scultori d’ogni età e provenienza (alcuni del recente passato, fornite dal Comitato Gierut), molti dei quali sono ovviamente toscani e siciliani. L’insieme, veramente vario, comprende pure specifici omaggi alle cave di marmo dell’Alta Versilia, di Carrara e di Massa, al lago di Massaciuccoli di pucciniana memoria, nonché al Parco de “La Versiliana” ed a Cefalù che conserva, come è noto, un’opera di Antonello da Messina. condividendo, in un certo senso, i fini dell’EXPO 2015. “Pietrasanta e Cefalù. Gemellaggio d’Arte” ha un catalogo cartaceo e uno “documentario” multimediale: nei vari luoghi espositivi sono a gratuita disposizione pieghevoli, riviste e manifesti dei rispettivi territori (Parco Regionale delle Alpi Apuane, Parco delle Madonie, ecc.) e materiale vario legato all’arte, all’artigianato e all’industria. L’iniziativa – non avente fini di lucro – consta di vari patrocini gratuiti. Dal 20 settembre all’11 ottobre 2015. Orario Palazzo panichi e Galleria La marina (Via Marzocco), Open One e Giardini della Versilia: 16-19. ingresso libero.
Info: lodovico@gierut.it www.gierut.it Cell. L. Gierut 3343174658. Ufficio Cultura Comune Pietrasanta 0584-756500. Catalogo Edizioni Comitato Archivio artistico-documentario Gierut.
EVENTI
UMBRIA
Nasce a Città della Pieve lo Spazio Kossuth, in omaggio al maestro Rimesse del Palazzo Vescovile, Città della Pieve (Pg) Mostra antologica “Kossuth 1981 - 2009” 30 maggio - 31 ottobre 2015
Ricavato al piano terreno del Palazzo Vescovile, questo nuovo Spazio dedicato all’arte contemporanea apre al pubblico con l’antologica “Kossuth 1981 2009”, visitabile fino al 31 ottobre 2015. A presiedere l’inaugurazione il critico d’arte Vittorio Sgarbi, estimatore del maestro Wolfgang Alexander Kossuth. Illustri personaggi della musica, della letteratura e della danza hanno posato per lui, grandi ammiratori della sua arte, tra i quali: Mario Del Monaco, Luciana Savignano, Milva, Valeria Moriconi, Mario Soldati, Sergiu Celibidache, Sandor Vegh, Sierk Schroder, Ottavio Mazzonis, Andrea Jonasson-Strehler, Liliana Cosi, Alessandra Ferri, Massimo Murru, Roberto Bolle. Il circuito di visita di Città della Pieve si arricchisce dell’omaggio completo al maestro della perfezione. Dopo 30 anni di chiusura, le rimesse dello storico Palazzo Vescovile di Città della Pieve tornano in vita completamente restaurate e diventano sede del nuovo Spazio Kossuth, quale omaggio alla poliedrica personalità del maestro Wolfgang
Alexander Kossuth e alla città da lui scelta come luogo di ispirazione e di produzione artistica, città dove oggi riposa. Nella principale via Vannucci, accanto all’oratorio che ospita il famoso affresco l’Adorazione dei Magi del Perugino, nasce uno spazio dedicato all’arte contemporanea, ricavato al piano terreno del Palazzo Vescovile (1780). Lo Spazio apre al pubblico con l’antologica “Kossuth 1981 - 2009”, visitabile dal 30 maggio al 31 ottobre 2015. All’inaugurazione era presente il critico d’arte Vittorio Sgarbi, estimatore da sempre del maestro: “La scultura di Kossuth fa continuo riferimento all’astrazione della materia, in particolare della terracotta e del bronzo, alludendo alla purezza assoluta dell’idea che si fa forma. Tutta la scultura greca, romanica, rinascimentale puntava sul colore, sulla policromia. Il tempo in molti casi ha eliminato il colore, come nelle sculture antiche. Kossuth parte già senza colore, acromatico. Ciò presuppone una sintesi mentale e non si dà come conseguenza di un degrado, di una consunzione, ma come perfezione senza colore”.
Nelle cinque sale dello Spazio, l’antologica “Kossuth 1981 - 2009” presenta 78 opere, tra sculture, quadri e disegni, quale fluida narrazione dei momenti significativi del lungo percorso artistico del maestro Kossuth, artista poliedrico che ha iniziato in età matura a dedicarsi all’arte figurativa, dopo un’importante carriera musicale. Per 29 anni Kossuth ha lavorato intensamente dal primo all’ultimo giorno con la stessa passione, lo stesso impegno e piacere. La mostra presenta le meraviglie di un grande artista, sofisticato e attento: i temi indagati e i diversi materiali usati si mescolano in un percorso senza cronologia, nel rispetto di quell’esigenza di approfondimento ed espressione che ha dominato ogni sua opera. Per Kossuth non esistevano barriere o differenze: i soggetti, la scultura, la pittura e la musica erano “Arte”, ogni aspetto diveniva mezzo per realizzare il proprio mondo. Ha vissuto tutta la vita con grande e profondo amore per ogni aspetto e persona a cui
diventano puro omaggio alla vita, in un pudore raccolto e armonico: “Eterno Femmineo”, “Wendy”, la “Nascita d’Adone”, la “Nascita di Mercurio” e “Innamorata” sono scolpiti con una plasticità perfetta. Il corpo, sia maschile sia femminile, è indagato dall’artista nella sua fisicità e spiritualità, per quel che di inafferrabile e misterioso esso conserva: “Il corpo umano è incomprensibile – diceva lo stesso Kossuth - sono ancora lontano dal padroneggiarlo. Lo guardo e mi chiedo: come nasce questa forma? E più tento di approfondire e più mi sfugge. Io ricerco nella figura umana, tra statica e anatomia, l’opera di Dio”. La terza sala si illumina con due opere in resina bianca, fonte di profonda ricerca formale: in “Capriccio” protagonista è la musica, prima passione di Kossuth; con “Nascita d’Adamo” il virtuosismo dei corpi lascia il posto all’astrazione. La tematica musicale prosegue sulle pareti con le tele “Capriccio” e “Paganini”.
si sia interessato. È proprio per questo che nelle sue opere domina l’essenza della figura umana, ossessione vitale e fonte ispiratrice di infinite possibilità espressive. Il percorso nello Spazio di Città della Pieve si apre con l’affascinante visione della scultura in bronzo di Roberto Bolle, etoile internazionale, collocata nel cortile del Palazzo Vescovile. Nelle sale attigue si snodano tutti i temi affrontati da Kossuth: i miti, il balletto, il ritratto, la religione, la famiglia. Nella prima sala i ritratti in bronzo e terracotta di grandi artisti quali Ottavio Mazzonis, Alessandra Ferri e Mario Soldati dialogano con il paesaggio su tela di Città della Pieve, con i tratti leggeri del “Nudo” a matita e con gli intensi bronzi della la coppia mitica “Dafne e Apollo”, della ballerina “Camilla” e di “Pomona”. Nella seconda sala i nudi, di forte impatto emozionale,
L’etoile internazionale Massimo Murru è il protagonista della quarta sala: Alexander Kossuth non ha canoni e non li ricerca, si lascia ispirare dall’idea che il modello suggerisce e di cui coglie l’anatomia delle masse muscolari e la grazia che le muove. È l’anima che parla attraverso il corpo, da qui la scelta frequente di modelli nel campo della danza, ballerine e danzatori in un susseguirsi di movimenti del corpo ritmati e modellati su un testo musicale, come le altre due sculture in questa sala, “Alessia” e “Ballerina con tutù”. La quinta sala è dominata dal grande bronzo “Giada con turbante”: a stupire ogni volta è lo straordinario uso della materia.
L’esposizione Terrae si propone di approfondire la conoscenza del mezzo ceramico nelle sue diverse declinazioni artistiche. In particolare, in questa prima edizione gli organizzatori si sono concentrati sulla ceramica nella stagione dell’Informale e nella ricerca contemporanea. Le motivazioni alla base della scelta del tema sono essenzialmente due. In primis,una ragione connessa al territorio: l’Umbria è infatti da sempre legata alla produzione ceramica tradizionale e moderna, con centri produttivi storici come Deruta, Gualdo Tadino, Gubbio, Orvieto, ai quali si sono affiancati nel secolo scorso Umbertide, Perugia e Città di Castello. Queste ultime si sono distinte per una linea produttiva innovativa, aggiornata secondo i moderni canoni stilistici, che hanno segnato gran parte della produzione ceramica del secolo passato.
La promozione dell’evento è stata inoltre suggerita dalla ricorrenza che accomuna i due maggiori artisti umbri contemporanei. Il 2015 è infatti l’anno in cui si celebra il centenario della nascita di Alberto Burri e di Leoncillo Leonardi, entrambi protagonisti della stagione informale. Si tratta dunque di un’importante occasione per riflettere sull’arte del periodo e del suo successivo evolversi. La mostra è suddivisa in due sezioni specifiche. La prima prende in esame l’aspetto più propriamente storicocritico della produzione artistica del dopoguerra italiano, raccogliendo e presentando, attraverso un allestimento sincronico che segue tre principali tendenze (Figura Materia - Segno), le opere in ceramica di alcuni dei protagonisti di quella memorabile stagione. I termini cronologici prefissati coincidono con il
La mostra è a cura di Lorenzo elaborata grazie ad un apposito composto, oltre che dal curatore, Flaminio Gualdoni, Antonella Petrillo.
Fiorucci ed è stata comitato scientifico da Enrico Crispolti, Pesola e Stefania
L’ente organizzatore della mostra è la Coop Poliedro con Antonello Pescari, coordinatore per la sezione contemporanea ed Isabella Consigli responsabile per la gestione logistica ed amministrativa dell’evento. Mentre l’allestimento è a cura di Giada Colacicchi, Chiara Macinai e Lisa Stampfer. La sede espositiva comprende l’ala contemporanea e la ex limonaia della Pinacoteca Comunale di Città di Castello. La mostra sarà inaugurata sabato 22 agosto e sarà visitabile fino a domenica 1 novembre 2015. La manifestazione è inserita nel progetto “Pinacoteca Contemporanea” e si avvale del patrocinio del Comune di Città di Castello, del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello e la Galleria “Officine Saffi” di Milano.Media partner dell’evento e la rivista specializzata “La ceramica in Italia e nel mondo”.
ventennio compreso tra la fine degli anni Quaranta e la fine degli anni Sessanta, periodo in cui si snoda l’evoluzione dei modi informali. In questa sezione saranno presenti circa 40 lavori di artisti del calibro di Lucio Fontana, Leoncillo Leonardi, Fausto Melotti, Alberto Burri, Agenore Fabbri, Emilio Scanavino, Enrico Baj, Sandro Cherchi, Franco Garelli, Franco Meneguzzo, Amilcare Rambelli, Nedda Guidi, Nanni Valentini, Giuseppe Spagnulo, Pino Castagna, Nino Caruso, Giancarlo Sciannella, Pompeo Pianezzola, Alessio Tasca e Carlo Zauli. La seconda sezione è dedicata invece alla ricerca contemporanea e offre una sintetica ma significativa panoramica dell’odierno contesto italiano, allargata ad alcune presenze europee. Attraverso le loro opere, gli artisti selezionati hanno voluto simbolicamente omaggiare Alberto Burri e Leoncillo Leonardi, in occasione del centenario della loro nascita. In questi lavori sarà possibile cogliere quello che probabilmente ha rappresentato l’aspetto principale dell’arte dei due grandi maestri, ovvero la sete di ricerca e la sperimentazione tecnica e materica. Parteciperanno all’esposizione Casanovas Claudi, Rapha Perèz e Terry Devies, affiancati dagli italiani Annalisa Guerri, Sara Dario, Marta Palmieri, Simone Negri, Simona Baldelli, Attilio Quintili e Arcangelo.
EVENTI
MARCHE
MUSEO DADA - URBINO
A disposizione dei visitatori della DATA ci saranno quasi 2 mila metri quadrati. Fino alla fine di ottobre si susseguiranno appuntamenti legati all’arte, al design e alla cultura, laboratori esperienziali, degustazioni, e tanto altro ancora. Gli spazi saranno aperti, a ingresso libero, tutti i giorni dalle ore 10.00 alla mezzanotte. La DATA è stata suddivisa in quattro aree funzionali prioritarie. Un primo spazio sarà il luogo dell’accoglienza ai visitatori, con un desk dove si forniranno informazioni sulla città e sul territorio; un secondo spazio sarà dotato di tecnologie multimediali dove sarà possibile fare viaggi virtuali nel territorio regionale, nelle città d’arte e nel paesaggio naturale; un terzo spazio, dotato di cucina, è destinato alla promozione, somministrazione, commercializzazione e mostra dei prodotti della enogastronomia marchigiana; infine, un quarto vano, di oltre 400 metri quadrati, destinato a ospitare installazioni, laboratori ed eventi.
Al piano superiore rispetto al luogo principale delle attività, si alterneranno invece esposizioni di grande qualità. Il programma delle iniziative che si svolgeranno nell’Orto dell’Abbondanza è già molto ricco, ma sarà continuamente integrato con nuove proposte. L’obiettivo è trasformare la DATA in uno spazio vivo, vivace, sempre diverso, con novità che si alterneranno per circa cinque mesi. Tutti gli aggiornamenti saranno prontamente comunicati tramite il blog del Città di Urbino: www.urbinonews.it Il Comune di Urbino è l’organizzatore e coordinatore dell’intero progetto, in stretta cooperazione con la Regione Marche, con il supporto di Urbino International Center, che coordina lo spazio enogastronomico, nell’ambito del progetto DCE “Città ideale”, di cui UIC è capofila, e della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino.
MARINA BOCCHIERI
Tra cielo e terra - 2013 - olio su tela - cm 50 X 70
20 ARTISTI IN LIGURIA
ROBERTA BUCCELLATI
Prospettive metafisiche - 2011 - olio su tela - cm 160 x 90
20 ARTISTI IN LIGURIA
EVENTI
MOLISE ANTONIO PETTINICCHI - CONTROLUCE 24 giugno - 27 settembre
Fondazione Molise Cultura, Palazzo GIL Campobasso Art Garage, Fondazione Potito, Campobasso A cura di: Piernicola Maria Di Iorio, Tommaso Evangelista Catalogo: Regia Edizioni Inaugurazione martedì 23 giugno ore 17 Palazzo GIL, Campobasso Ingresso: 5 euro intero, 3 euro ridotto A due anni dall’ultima personale presso la Galleria Artes di Campobasso e ad un anno esatto dalla sua scomparsa si inaugura presso gli spazi della Gil la prima grande retrospettiva dedicata ad Antonio Pettinicchi, l’artista di Lucito che ha saputo narrare e indagare come pochi in regione l’animo umano e l’intensità dei colori. La mostra, voluta dalla Fondazione Molise Cultura e curata dai due critici Piernicola Maria Di Iorio e Tommaso Evangelista, indaga la complessità e la profondità dell’arte del maestro gettando nuova luce su diversi aspetti della sua
produzione artistica. Il titolo scelto, Controluce, è esplicativo dell’innovativo taglio che si è voluto dare all’esposizione per far emergere, attraverso un’accorta selezione di lavori, una ricerca pittorica innovativa e aggiornata, un’indagine complessa sulle forme stesse della pittura calate negli abissi, luminosi o oscuri, dell’animo umano. L’uomo e il mondo, osservati nei controluce, emergono nell’arte di Pettinicchi liquidi e aperti, profondamente drammatici e tragici ma capaci di comunicare una complessità di visione estremamente suggestiva. Dai cicli ispirati dalla musica di Mahler passando per le visioni di Dresda fino ad arrivare alla produzione dell’ultimo decennio, una produzione inedita al pubblico e alla critica e nella quale si nota progressivamente lo sfaldamento delle forme e l’emersione di una linea astratta estremamente personale, le cinquanta grandi tele esposte in mostra tracciano il profilo di un’artista non solamente legato agli aspetti contingenti della realtà molisana bensì capace di
esprimere uno stile innovativo, ricco di spunti e riferimenti, da Bacon a Cezanne, da Gauguin a Freud, dagli espressionisti tedeschi ai neorealisti italiani, ma assolutamente originale nel trattamento dei corpi, nell’uso dei colori e delle luci, nella tensione segnica. Una sezione dedicata all’incisione, del quale Pettinicchi è stato uno dei massimi esponenti del secondo Novecento italiano, accende dei flash su tematiche e tecniche, indagando l’evoluzione dello stile e dei soggetti: dai primi lavori accademici, dal forte segno geometrico, si transita per i paesaggi molisani, le scene di stampo maggiormente postespressionista per giungere infine al dissolvimento delle forme e delle strutture grazie al sapiente uso dell’acquaforte e dell’acquatinta. Ma è soprattutto nelle tele che l’artista di Lucito, in particolare nell’ultimo decennio di attività, è riuscito a giungere ad una pittura dai colori intensi, intesi sempre più quali elementi strutturali sui quali far poggiare costruzioni ottenute per masse continuamente in bilico tra forma e informe. In tali lavori, si vedano le ultime visioni mahleriane e i paesaggi liquidi e disfatti, la forma si riduce alla funzione di segno e si avverte il recupero di una maggiore creatività soggettiva slegata da inferenze di stampo sociale. L’abisso tra il reale e l’ideale ormai è completamente spalancato mentre i dipinti assumono sempre più costruzioni disorganiche. E’ il trionfo del colore e dei riverberi, nelle loro componenti astratte e astraenti, che rende tali lavori autentiche visioni in controluce di una sapienza compositiva e immaginativa unica. E’ la scoperta al pubblico molisano e alla storiografia artistica di una figura “titanica” nella perenne ricerca di una pace interiore che si scontra con le lacerazioni dell’anima, è la riscoperta di un grande intellettuale e soprattutto di un complesso e maturo pittore. L’importante contributo della Fondazione Potito ha permesso
inoltre la realizzazione di un evento parallelo che contribuisce alla delineazione quanto più completa della figura dell’artista. Negli spazi dell’Art Garage, infatti, verranno ospitate opere del pittore; questa esposizione, prende come filo conduttore il volto e la figura per indagare differenti aspetti della poetica e dello stile dell’artista. Antonio Pettinicchi nasce a Lucito (CB) nel 1925 e muore a Bojano nel 2014. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Lino Bianchi Barriviera e Emilio Notte, avendo come compagni di studio figure quali Armando De Stefano e Luigi Guerricchio. Ha operato tutta la vita in Molise indagando le difficili condizioni sociali ed economiche dei contadini, analizzando, successivamente, le alienazioni dell’uomo moderno e le tensioni e i turbamenti della propria anima. Voce fuori dal coro, schivo e ritirato nella sua pittura, ha partecipato negli anni Sessanta e Settanta al dibattito artistico in Molise, facendo parte di importanti sodalizi artistici tra i quali si ricorda il Gruppo ’70. La sua attività incisoria e pittorica è testimoniata dalla partecipazione a numerose mostre e rassegne di carattere nazionale e internazionale: quattro edizioni della Quadriennale Nazionale di Roma (tra il 1952 e il 1965), la XXVIII Biennale Internazionale di Venezia, sette edizioni della Biennale Nazionale della Grafica Contemporanea di Venezia (dal 1955 al 1967), numerose mostre in collaborazione con il gruppo degli Incisori Veneti oltre alle cinque edizioni del Premio Termoli, per citarne solo alcune. Numerose anche le personali realizzate
soprattutto nel capoluogo molisano. Sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private, fra le quali evidenziamo: Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Modena, Venezia; Civica raccolta delle stampe Achille Bernarelli, Castello Sforzesco, Milano; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Raccolta disegni e stampe, Galleria Uffizi; Museo Puskin, Mosca; Altes Museum, Berlino. Nel palazzo della Provincia di Campobasso è esposto l’intero ciclo dedicato alla Divina Commedia. Tra i vari riconoscimenti e premi si ricordano: 1950, Premio
del Presidente della Repubblica, I Mostra Nazionale d’Arte Giovanile, Roma; 1951, Primo Premio per la Grafica alla Mostra delle Accademie e Belle Arti d’Italia, Napoli; 1952, Premio Borsa di Studio Fagan Purves, Accademia di Belle Arti di Napoli, Napoli; 1958, Primo Premio di Pittura nella Mostra Internazionale Arte Giovanile, Roma; 1961, Premio Asiago alla IV Biennale dell’Incisione, Venezia; 1962, Premio “Paesaggio Autostrada del Sole”, Roma; 1976 Premio alla V Biennale Internazionale della Grafica, Firenze.
ROBERTA CHIONI
La signora in rosso a Genova - 2012 - intreccio manuale su tela - cm 40 x 40
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EVENTI
LAZIO LA LUNA SUL COLOSSEO
dal 23 aprile al 10 ottobre 2015: visite serali all’Anfiteatro Flavio
anche quest’anno ritorna – La luna sul Colosseo– dal 23 aprile al 10 ottobre 2015 Una nuova edizione della speciale visita seraleai sotterranei, alle gallerie e alle arcate interne del Colosseo L’arena, cuore del monumento, da dove si scorgono le profondità dei sotterranei, le cavità delle gallerie e il susseguirsi delle arcate interne, saranno rese ancor più suggestive dall’illuminazione serale. Qui saranno raccontati i giochi gladiatori, la storia e l’architettura dello straordinario monumento che continua ad affascinare il mondo intero. L’affaccio dall’alto sull’intera cavea, frastagliata dai chiaroscuri delle luci della sera, e la spettacolare vista sull’Arco di Costantino e le pendici del Palatino dal belvedere Valadier concluderanno la visita.
Date: ogni lunedì, giovedì e sabato Orari: dalle ore 20.10 alle ore 24.00 (ultimo ingresso 22.40) visite in italiano e in inglese Biglietti: intero euro 20,00 | ridotto euro 18,00 per bambini dai 6 ai 12 anni Prenotazione consigliata al numero 06 399 67 700. Le prenotazioni saranno disponibili a partire da lunedì 2 marzo. informazioni e prenotazioni da lunedì a venerdì 9.00 • 13.00 / 14.00 • 17.00 sabato 9.00 • 14.oo
ELISA CONFORTINI
Naturalia - 2014 - grès e porcellana
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L’eta dell’angoscia. Da Commodo a Diocleziano 28 gennaio 2015 - 4 ottobre 2015 Archeologia/Arti antiche/Arti medievali (fino al XIV sec.) http://www.romaexhibit.it/mostre/leta-dellangoscia-da-commodo-a-diocleziano#sthash.ZK8PBkY4.dpuf
La Mostra L’Età dell’Angoscia, quarto appuntamento del ciclo “I Giorni di Roma”, vuole offrire l’occasione per illustrare i grandi cambiamenti che segnarono l’età compresa tra i regni di Commodo (180-192 d.C.) e quello di Diocleziano (284-305 d.C.). In poco meno di centocinquanta anni, l’Impero giunse a cambiare totalmente la propria fisionomia, fino ad arrivare all’instaurazione della Tetrarchia, alla perdita del ruolo di capitale di Roma, ed alla divisione del territorio italico in diocesi equiparate al resto dell’Impero. Sono gli stessi storici antichi a riflettere sulle profonde trasformazioni del proprio mondo, come ben si legge nelle parole di Cassio Dione che all’inizio del III secolo d.C. riferiva alla fine del regno di Marco Aurelio la fine dell’età d’oro: Dopo la morte di Marco, la storia passò da un Impero d’oro ad uno di ferro arrugginito. Determinante fu la fine della trasmissione del potere su base esclusivamente dinastica, e l’esorbitante potere
che venne parallelamente a essere concentrato nelle mani dell’esercito, capace di imporre gli imperatori e di eliminarli. È un mondo che muta definitivamente la propria struttura sociale, con lo sfaldamento delle istituzioni e il parallelo emergere di nuove forze sociali. Biglietto cumulativo Mostra+Museo Intero € 15 Ridotto € 13 € 2 sul biglietto gratuito, ad esclusione dei biglietti per scuole elementari e medie inferiori, bambini da 0 a 6 anni e portatori di handicap. Piazza del Campidoglio, 1 - 00186 Roma Tel. 060608 tutti i giorni ore 9.00-21.00 info.museicapitolini@comune.roma.it www.museicapitolini.org
LACUS IUTURNAE
LA FONTANA SACRA DEL FORO ROMANO dal 06 marzo 2015 al 20 settembre 2015
Tornano ad essere visibili al pubblico sette sculture legate al contesto del lacus Iuturnae, la fonte di Giuturna situata nel Foro romano. Tra le più importanti nell’antica Roma, le sue acque erano ritenute salutari. È il Tempio di Romolo che accoglierà dal 6 marzo e fino al 20 settembre questo prezioso gruppo scultoreo conservato nell’Antiquarium forense, da molti anni chiuso al pubblico e il cui restyling è in corso. Il gruppo scultoreo è composto dai Dioscuri, i due divini fratelli, con i rispettivi cavalli e l’ara che sui quattro fronti riporta immagini legate alla loro leggenda, insieme ad una ieratica statua di Apollo e al puteale in marmo bianco del pozzo della sorgente
La fonte di Giuturna è una sorgente collocata nel Foro Romano, tra il tempio dei Càstori e la casa delle Vestali. La fonte era tra le più antiche e importanti della città e sgorgava ai piedi del Palatino. Giuturna era una ninfa sorella di re Turno, che era la divinizzazione della fonte stessa, come spesso accadde nel mondo antico. La sorgente era stata decorata monumentalmente in epoca repubblicana e venne scavata nel 1900. Il bacino è approssimativamente quadrato, rivestito di marmo e con al centro un piedistallo rettangolare. A circa un metro di profondità, sulla pavimentazione di epoca augustea, si trova il bacino inferiore di epoca repubblicana, costruito in opera quasi reticolata, tipica del periodo a cavallo tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C. La datazione più accettata è quella connessa al restauro del vicinotempio dei Càstori a opera di Lucio Cecilio Metello Dalmatico nel 117 a.C. Vi si notano dei restauri più tardi, probabilmente dell’inizio della fase imperiale, in tufo diverso, databile al restauro in epoca tiberiana del tempio. Orario: 8.30- 15 Telefono: 06 67232680 E-mail: sandra.terranova@beniculturali.it Sito web: http://archeoroma.beniculturali.it Foro Romano - Tempio di Romolo P.zza s.Maria Nova, n.53 - Roma
EVENTI
ABRUZZO 80 anni dopo ricomunicare Il Guerriero di Capestrano - Mostra evento .fra fonti d’archivio e video proiezioni 2 luglio - 13 settembre 2015 - Chieti - Palazzo de Majo -
Spazio Esposizioni Temporanee - Inaugurazione 2 luglio 2015 dalle ore 18 S.E.T. SPAZIO ESPOSIZIONI TEMPORANEE (CORSO MARRUCINO, 121) è contraddistinto, per la sua misteriosità e maestosità, come emblema dell’identità regionale. Le tappe salienti della storia della scultura, dal rinvenimento casuale nel 1934 durante lavori di scasso in una vigna, al suo spostamento a Roma e al successivo rientro in Abruzzo per opera dell’allora Soprintendente Valerio Cianfarani, sono narrate con l’ausilio di linguaggi espressivi moderni e contemporanei accessibili a tutti i tipi di pubblico, soprattutto ai giovani.
A ottanta anni dal rinvenimento del Guerriero di Capestrano, prendendo le mosse dallo studio del carteggio inedito conservato nell’Archivio Storico della Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo, la Fondazione Carichieti ospita nello Spazio Esposizioni Temporanee di Palazzo de’ Mayo una mostra che non si limita a raccontare attraverso i documenti il famoso Guerriero di Capestrano (VI sec. a. C.), ma che intende appunto Ri-Comunicare, in maniera innovativa e dinamica, la storia di questa scultura. La preziosità del reperto viene rilanciata con una comunicazione moderna e attuale affidata ai nuovi linguaggi espressivi della contemporaneità in linea con il nuovo concetto di museo che da luogo di “conservazione” si trasforma in luogo di “narrazione”. Insomma un modo di ricentrare l’attenzione del pubblico sul Guerriero che, sin dal suo ritrovamento, si
FABIO TARAMASCO
Arbanelle, sardine sottâ&#x20AC;&#x2122;olio - 2014 - materiale polimaterico - cm 15x10x10
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Biennale d’Arte Sacra Contemporanea Le Beatitudini evangeliche dal 31 luglio 2015 al 24 ottobre 2015 a Isola del Gran Sasso (TE) SANTUARIO S.GABRIELE – MUSEO STAURUS DI ARTE SACRA
Nel Museo Staurós d’Arte Sacra Contemporanea, e negli ampi spazi adiacenti il santuario di San Gabriele, fino al 24 ottobre 2010 sono raccolte oltre cento opere ed installazioni, create appositamente per l’occasione della: Quattordicesima Biennale d’Arte Sacra Le Beatitudini evangeliche. In Mostra sono presenti opere appositamente create per l’evento e realizzate da artisti, quali: Alberto Abate; Sergio Alberti; Roberto Almagno; Gianfranco Anastasio; Giovanni Anselmo; Giovanni Baini; Mimmo Borrelli; Antonella Cappuccio; Fabio Massimo Caruso; Angelo Casciello; Piero Casentini; Bruno Ceccobelli; Sandro Chia; Giuliano Collina; Umberto Corsucci; Daniele D’acquisto; Giulio De Mitri; Mauro Di Silvestre; Stefano Di Stasio; Davide Orlandi Dormino; Mehran Elminia; Stefania Fabrizi; David Fagioli; Giuseppe Fiducia; Novello Finotti; Lino Frongia; Ignazio Gadaleta; Omar Galliani; Marcella Gallotta; Gianantonio Gennari; Alessandra Giovannoni; Giuliano Giuliani; Corrado Grifa; Patrizia Guerresi; Fathi Hassan; Emilio Isgrò; Alessandro Kokocinski; Serena Rosaria La Scola; Massimo Luccioli; Luigi Mainolfi; Marck Art;
Giampiero Marcocci; Andrea Martinelli; Marino Melarangelo; Gian Marco Montesano; Franco Nocera; Romano Notari; Teresa Noto; Giorgio Olivieri; Luigi Ontani; Luca Pace; Giovanni Padovese; Luca Piffero; Luca Pignatelli; Antonio Pizzolante; Ernesto Porcari; Massimo Pulini; Ascanio Welcome Renda; Fiorella Rizzo; Alessandra Rosini; Giuliano Sale; Barbara Salvucci; Nicola Samorì; Sandro Sanna; Salvatore Sava; Gaia Scaramella; Alberto Schiavi; Medhat Shafik; Laura Stocco; Maria Luisa Tadei; Tito; Anna Maria Trevisan; Francesco Trovato; Valentino Vago; Luisa Valentini; Walter Valentini; Fabio Viale; Antonio Violetta. Ad ogni critico è stato assegnato l’incarico di proporre cinque artisti, per contribuire interagendo con loro a creare e presentare le opere in riferimento al tema proposto delle Beatitudini evangeliche: Mariano Apa; Luca Beatrice; Giuseppe Billi; Maurizio Calvesi; Lorenzo Canova; Luciano Caramel; Carlo Fabrizio Carli; Giorgio Cortenova; Enrico Crispolti; Giorgio Di Genova; Marco Gallo; Roberto Gramiccia; Pierluigi Lia; Mary Angela Schroth; Marisa Vescovo. CATALOGO edito dalle Edizioni Staurós Info: www.fabiomassimocaruso.com
FEDERICA DE ANGELI
La quinta - 2014 - stampa su carta rag - cm 30 x 10
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EVENTI
PUGLIA
Foto di Mauro Germinario, Solstizio d’estate nella Cattedrale di Bari.
Lo scorso 9 agosto nella Sala dei Templari di Molfetta si è inaugurata la rassegna collettiva dal titolo “La Puglia – ponte tra culture”, giunta alla sua IV edizione, nata grazie alla collaborazione tra Amedit, la galleria “Adsum Artecontemporanea” di Terlizzi e con la partecipazione straordinaria di “Save the children”. Padrino esclusivo della manifestazione è stato lo stilista Guillelmo Mariotto; Daniela Calfapietro ne è stata la curatrice artistica. L’evento è imperniato sulla “capacità pugliese di permeare e lasciarsi compenetrare”, dall’alba dei tempi, dalle culture provenienti da luoghi remoti e lontani, senza mai perdere la propria individualità: gli scambi di idee, pensieri e culture
attraverso gli oggetti di uso o d’ arte, o i prodotti, come l’olio e il vino, ed altri, tipici della nostra regione, hanno portato testimonianza in ogni tempo della grande spinta verso i popoli vicini da parte di quello pugliese, sempre pronto all’incontro e all’assimilazione attiva ed integrante, di genti portatrici di nuovi contenuti. Si vuol in tal modo celebrare una “alterità” che nella nostra regione è sempre stata “contiguità”, dimostrando che il lontano geografico è un vicino umanissimo: nel passato come nel presente, tutto è un grande flusso, di genti e costumanze, di scambi e di vita. Ecco l’unione degli opposti, tra il nord - intendendo anche il nord Europa - e il sud estremo che bussa così alacremente alle sue porte, a dare il vero senso della Puglia quale ponte tra culture frontaliere: vero senso della Puglia quale ponte tra culture frontaliere: verso il Mediterraneo, l’ Asia e l’ Africa, per ricucire strappi globalmente devastanti. Gli artisti, chiamati a contribuire con le loro opere, di pittura e scultura ovvero installazioni, o scritti o con altre forme d’arte scelte per la loro eccellente forza comunicativa, sentono moltissimo questo grande streben culturale e sociale – potente testimonianza di un’interculturalità ancora tutta da esplorare.
Artisti partecipanti: Pittura e Arti Visive: Gina Mariotto, Maria Addamiano, Maria Bonaduce, Daniela Calfapietro, Mario Colonna, Michelangelo de Virgilio, Davide Ferri, Nicola Filazzola, Vito Gianfreda, Alina Laselva, Antonio Laurelli, Massimo Romani, Installazioni: Daniela Calfapietro, Carmela MelArts de Dato, Carmen Perilla, Gregorio Sgarra, Angela Strippoli e sua performance, Performer: Miguel Gomez, Nestia Abbattista, Art design : Rossella Trentadue,Gadaleta Commercio, e con la partecipazione straordinaria di: Francesco Mancini Scultura: Andrea Messina, Giovanni Morgese, Franco Valente Fotografia: Mauro Germinario
MARIO MORONTI
Proiezione del cielo nella sfera celeste - 2012 - olio su tela - cm 180 x 160
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Michelangelo Pistoletto a Gallipoli Tre grandi installazioni e la ricerca di un nuovo Paradiso infinito. Di Nicolò Marino Ceci
Dal 4 Giugno al 27 settembre 2015 Castello di Gallipoli (Lecce) Piazza Imbriani Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933), tra i più importanti artisti contemporanei, vate dell’Arte povera, è ospite del Castello di Gallipoli (Le), per una sua originalissima personale - curata da Manuela Gandini – antologica, ma non solo: il sipario si apre elegante sui frutti della sua ultima ricerca poetica ed artistica. Il linguaggio prediletto è l’installazione artistica, pensata per interagire pedagogicamente con il visitatore - fruitore. La mostra è promossa dall’agenzia di comunicazione “Orione” – che gestisce il Castello con la direzione artistica dell’arch. Raffaela Zizzari - in sinergia con l’Amministrazione Comunale e con la “Fondazione Cittadellarte” di Biella, quartier generale e laboratorio culturale del maestro. La rassegna si articola seguendo un percorso ideale dei temi più cari all’artista piemontese, impegnando più ambienti dell’antico Castello. Nella Piazza d’Armi c’è la perla assoluta dell’esposizione, rappresentata dal Terzo paradiso: una rielaborazione performativa del simbolo dell’infinito, punto di riferimento delle sue più recenti e mature speculazioni filosofiche. Secondo il pensiero di Pistoletto, il primo paradiso è quello terrestre, regolato dalla natura; il secondo è quello guidato dall’intelligenza umana. Ecco la necessità dell’avvento “di una terza dimensione”, governata dall’equilibrio possibile tra intelligenza umana e naturale, “per esprimere una nuova scienza del vivere”. Tra i due cerchi opposti, simboli di natura e artificio, egli idea ed inserisce infatti un cerchio centrale, a rappresentare il grembo generativo del Terzo Paradiso: ideale superamento del conflitto tra natura e artificio. Al centro di tale circonferenza centrale c’è il ceppo di un grande albero d’ulivo: allegoria di un’auspicata rinascita – chiaro riferimento alla drammatica emergenza della “Xylella fastidiosa” nelle campagne salentine.
Il Castello. Il castello si erge all’ingresso del borgo antico di Gallipoli; è circondato quasi completamente dal mare. Ha pianta quadrata con torrioni angolari, di cui uno poligonale. Quando il Duca Alfonso di Calabria giunse nel Salento tra il 1491 e il 1492, condusse con sé l’architetto militare Francesco di Giorgio Martini per rinnovare le fortezze salentine secondo i progressi dell’arte della guerra - che tendeva ad abbandonare la conformazione quadrilatera, ereditata dal sistema romano, per passare al pentagono. Il senese Martini ideò il “Rivellino” mediante il quale rese di forma pentagonale l’intero maniero. Nel 1857 il castello venne radiato dal Novero delle fortezze del Regno Borbonico: perse la sua vocazione difensiva, per riscoprirne una nuova civile e soprattutto commerciale. Durante il 1800 divenne deposito di sali e tabacchi, oltre che sede della Dogana nel 1882. Dopo decenni di chiusura e incuria, viene riaperto nel luglio 2014; ma siamo ancora lontani dal restauro integrale del monumento.
Gregorio Sgarra: dal sacro al profano, da Bari all’Expo “La Madonna del Grano” all’Expo come omaggio sacro al cibo e alla Mediterraneità. Di Nicolò Marino Ceci
“Nomen omen” ammonivano i latini per indicare come il nome di ciascuno di noi segni ineluttabilmente la nostra identità. Gregorio Sgarra è un artista di Corato che si fa presto notare per il suo cognome sibillino, già programmatico canovaccio della sua personalità artistica. Sgarra incarna quell’ideale di pittore che è anche scultore e performer, ammaliato dalla materia, ma al contempo ossessionato dalla ricerca, innamorato del divino, meravigliato dall’umano. E’un attento studioso della forma e delle sue declinazioni umane, troppo umane: il bizantino si fa contemporaneo. “L’imperfetto spesso è più efficace della perfezione”, ammoniva Nietzsche: dall’umano al divino, il sacro che per rappresentarsi ed elevarsi attinge all’immaginario profano. Sgarra, artista religioso, inquieto e sturm und drang. È nell’ambito di tale dissidio di elementi che si pone la sua partecipazione all’Expo di Milano: nel ‘Cluster Cereali e Tuberi’ i visitatori hanno potuto assistere alla creazione dell’opera d’arte la “Madonna del Grano”. E’ proprio il grano il protagonista del progetto “Per un pugno di terra” – una serie di appuntamenti dedicati all’arte nell’ambito di “Nel nome del padre, storie di grano e di terra” promosso da “Casillo Group” e ideato da Carlos Solito per Expo Milano 2015: Sgarra ha così rivisitato la Madonna Odegitria, “un tipo di iconografia cristiana diffusa in particolare nell’arte bizantina e russa del periodo medioevale Al termine della kermesse milanese l’opera tornerà a Corato e verrà esposta all’ingresso dello stabilimento Casillo. Tale installazione, , s’inserisce di diritto come curiosa sperimentazione bucolica nella sua poetica iconografica. Nelle icone si serve della tecnica pittorica fiamminga:
“un’arte che sta morendo e che io invece sto recuperando. Diluisco un colore alla volta con olio di lino e lo applico sulla tela; aspetto che si asciughi per poi passare un nuovo strato di colore fresco. Tale procedura di ‘velature’ cromatiche richiede profonda meditazione. Si tratta di un concetto più filosofico dell’arte, un percorso introspettivo che ti cambia dentro”. Dopo aver conseguito il Diploma presso il Liceo Artistico di Bari, Gregorio Sgarra si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Bari ed esordisce con la sua prima esposizione nel 1991 “Alchemy”, presso il Palazzo Comunale di Corato (Ba). I suoi linguaggi artistici preferiti sono le installazioni d’arte, di video arte e l’iconografia sacra: frequenta un Corso di Specializzazione in Iconografia presso la Chiesa di San Domino in Bologna. Ha esposto in tutta Italia; nel 2008 si aggiudica il “Premio Celeste” e nel suo palmares figura anche la partecipazione alla collettiva internazionale “In the loop – Contemporary Video Art from the European Union” promossa nel 2010 da “The Philips Collection” a Washington, Usa. Tra le sue opere più note, l’”Estasi di Santa Teresa”, (ispirato all’operato del Bernini e realizzato con una tecnica pittorica tipica del ‘600) ripresa nel film “Che bella giornata” di Checco Zalone. “L’arte, quella vera, non è mai antica. Non esiste il concetto di antico e moderno; tutto ciò che è arte, musica, diventa perpetuo. […] Io mi sento un semplice pittore perché vivo un ritorno alla pittura e al disegno puri. Disegnare e dipingere fanno parte della natura dell’uomo, come respirare, cantare e danzare”. Gregorio Sgarra
EVENTI
BASILICATA Vincenzo Marinelli (1819-1892) e gli artisti lucani dellâ&#x20AC;&#x2122;Ottocento
Vincenzo Busciolano, Una povera Saffo, 1876
Donna dipinge
Cesare Colasuonno, Paesaggio irisnese, 1938
Vincenzo Marinelli, Paesaggio orientale
Angelo Brando, Coro di fanciulle, 1938
RAIMONDO SIROTTI
Cava a Colonnata - 2012 - olio su tela - cm 80 x 80
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Visita guidata ai Sassi di Matera 2015 27 febbraio – 30 ottobre 2015 foto di Sabino Lino
Ogni estate, da giugno a settembre, la città dei “Sassi”, patrimonio UNESCO dal 1993 e definita Capitale della Cultura Europea 2019, può essere visitata in compagnia di una guida. L’itinerario si sviluppa all’interno dei quartieri “ Caveoso” e “Barisano” dove si visitano le famose chiese rupestri di Santa Lucia alle Malve e di Santa Maria de Idris con l’interno di una tipica abitazione arredata (casa grotta), i tipici vicinati e i sistemi di raccolta delle acque piovane. Si prosegue per la via muro utilizzata nel film della Passione di Cristo di Mel Gibson per la Via Crucis fino a giungere sul colle della “Civita” dove si visita l’esterno della Basilica Cattedrale. La visita prosegue per la dorsale settecentesca della città fino a giungere nella piazza centrale di Matera: Piazza Vittorio Veneto con la visita della cisterna grande e della chiesa rupestre dello Spirito Santo. Info: www.sassienatura.it
I Sassi di Matera sono stati iscritti nella lista dei patrimoni dell’umanità dall’UNESCO nel 1993. Sono stati il primo sito iscritto dell’Italia meridionale. L’iscrizione è stata motivata dal fatto che essi rappresentano un ecosistema urbano straordinario, capace di perpetuare dal più lontano passato preistorico i modi di abitare nelle caverne fino alla modernità. I Sassi di Matera costituiscono un esempio eccezionale di accurata utilizzazione nel tempo delle risorse della natura: acqua, suolo, energia. Nel rapporto della commissione che ha verificato la rispondenza del luogo ai criteri di valutazione dell’UNESCO, la candidatura di Matera risponde ai seguenti criteri: « Criterio III: I Sassi ed il Parco delle chiese rupestri di Matera costituiscono una eccezionale testimonianza di una civiltà scomparsa. I primi abitanti della regione vissero in abitazioni sotterranee e celebrarono il culto in chiese rupestri, che furono concepite in modo da
quali parti dell’insediamento tagliato nella roccia furono gradualmente adattate in rapporto ai bisogni crescenti degli abitanti. » intervento umano e l’ecosistema mostra una continuità per oltre nove millenni, durante i quali parti
costituire un esempio per le generazioni future per il modo di utilizzare le qualità dell’ambiente naturale per l’uso delle risorse del sole, della roccia e dell’acqua. Criterio IV: I Sassi ed il Parco delle chiese rupestri di Matera sono un esempio rilevante di un insieme architettonico e paesaggistico testimone di momenti significativi della storia dell’umanità. Questi si svolgono dalle primitive abitazioni sotterranee scavate nelle facciate di pietra delle gravine fino a sofisticate strutture urbane costruite con i materiali di scavo, e da paesaggi naturali ben conservati con importanti caratteristiche biologiche e geologiche fino a realizzare paesaggi urbani dalle complesse strutture.
Criterio V: I Sassi ed il Parco delle chiese rupestri di Matera sono un rilevante esempio di insediamento umano tradizionale e di uso del territorio rappresentativo di una cultura che ha, dalle sue origini, mantenuto un armonioso rapporto con il suo ambiente naturale, ed è ora sottoposta a rischi potenziali. L’equilibrio tra intervento umano e l’ecosistema mostra una continuità per oltre nove millenni, durante i
dell’insediamento tagliato nella roccia furono gradualmente adattate in rapporto ai bisogni crescenti degli abitanti. » I Sassi rappresentano la parte antica della città di Matera. Sviluppatisi intorno alla Civita, costituiscono una
intera città scavata nella roccia calcarenitica, chiamata localmente “tufo”, un sistema abitativo articolato, abbarbicato lungo i pendii di un profondo vallone dalle caratteristiche naturali singolari e sorprendenti: la Gravina. Strutture edificate, eleganti ed articolate si alternano a labirinti sotterranei e a meandri cavernosi, creando un unicum paesaggistico di grande effetto. Il sovrapporsi di diverse fasi di trasformazioni urbane sull’aspra morfologia murgica originaria, il raffinato dialogo tra rocce ed architettura, canyon e campanili, ha creato nel corso dei secoli uno scenario urbano di incomparabile bellezza e qualità.
EVENTI
CAMPANIA
ARS HARMONIA MUNDI
tra eventi passati e programmazioni in penisola Sorrentina
Il Direttore del Grand Hotel Antonino Pane e la Presidente dell’associazione Ars Harmonia Mundi Letizia Caiazzo
L’arte, la musica e le parole hanno fatto da cornice agli eventi organizzati dall’Associazione “Ars Harmonia Mundi” in due luoghi suggestivi della Penisola sorrentina: il Grand Hotel Moon Valley a Seiano – Vico Equense e la meravigliosa Villa Fondi a Piano di Sorrento. Il 4° Meeting d’Arte Internazionale che si è tenuto al Grand Hotel Moon Valley,dal 9 al 12 luglio,ha visto la presenza di artisti italiani e stranieri, come Giuseppe Alessio, Serena Battisti, Katy Chupakina, Nadia Lolletti, Maria Marino, Marinka, Pasquale Monaco, Patrizia Patrone, Claudia Salvadori, Barbara YulakRoos. Letizia Caiazzo, presente in quanto partecipante all’evento oltre che Presidente dell’Associazione, ha accolto tutti con estrema disponibilità e professionalità, creando un’atmosfera di autentica condivisione di emozioni. Il silenzio e il verde punteggiato dal rosa dei fiorellini e il mare, visibile negli scorci simili a flash d’azzurro, ha fatto
da sfondo agli artisti che sceglievano un angolo a loro congeniale per esprimere sulla tela le loro sensazioni: soli, a contatto con la loro anima e immersi nel verde, i protagonisti dell’evento creavano qualcosa che fluisse naturalmente, al di là della tecnica, tratteggiando il tutto con il pennello dell’anima. Si è così realizzato un percorso verso una riscoperta di sé, dei propri desideri inespressi, intraprendendo nuove strade con scelte ardite e inconsapevoli. Profonda era l’emozione che si provava, assistendo alla creazione estemporanea di dipinti meravigliosi: il cielo si tingeva dei colori della tela e il paesaggio sembrava assorbire gli stimoli artistici che parevano spostarsi da una tela all’altra. Interessante è stata poi la conferenza sul valore, il significato, l’importanza e le prospettive dell’arte contemporanea tenuta dal critico d’arte Carlo Roberto Sciascia. Quest’ultimo, con estrema competenza e profondità intellettuale ha delineato le varie tendenze artistiche insieme ad Anna Bartiromo, Letizia Caiazzo ed Ilde Rampino. La musica è stata la protagonista della serata il cui tema era “Gli affascinanti aspetti psicologici della musica attraverso il linguaggio strumentale in un mare di suoni estemporanei”, un progetto ideato dal Maestro Donato Meo al pianoforte, con la collaborazione del Maestro Bartolomeo De Rosa al violino e del Maestro Alfredo Apuzzo al clarinetto. Dalla musica rielaborata scaturiva la passione, mentre elementi tradizionali si combinavano con suoni nuovi, suggerendo atmosfere piene di leggiadria che hanno
coinvolto gli spettatori e creato una sorta di legame artistico – sensoriale; il coreografo-ballerino Giuseppe D’Aniello, intanto, interpretava le musiche con movenze che rappresentavano e incarnavano i suoni. La seconda parte dell’evento a cura di “ Ars Harmonia Mundi ” ha visto l’inaugurazione della mostra in cui i dipinti avevano preso forma e sono stati ammirati e apprezzati da tutti, accompagnati dalle riflessioni artistiche e poetiche di Carlo Roberto Sciascia e Ilde Rampino, mentre la musica è scaturita dalla meravigliosa voce di Rosalba Spagnuolo che, accompagnata alla chitarra da Francesco Cesarano, ha intonato bellissime canzoni napoletane, trasmettendopassione e malinconia. Un’altra serata, densa di spunti interessanti, è stata “Emozioni a confronto” che ha avuto luogo il 14 luglio, una manifestazione giunta alla quinta edizione che ha visto la partecipazione di artisti come Monica Apreda, Letizia Caiazzo, Concetta Marrocoli, Barbara YulakRoos, Marco Aurelio Fratiello. Villa Fondi, immersa nel verde e con la vista sul mare, è stata teatro di questo evento: le parole del critico d’arte Carlo Roberto Sciascia hanno svelato la magia dell’arte visiva, accompagnate dalla stupenda musica del Maestro Donato Meo e dei suoi musicisti: particolare è stata l’atmosfera magica che si è creatanel momento in cui gli artisti, stimolati da alcune frasi, hanno espresso la loro emotività e svelato il loro cuore. E’ stato realmente un confronto di emozioni, in cui la spontaneità e l’arte hanno creato un ponte di mistero e verità che il silenzio delle onde del mare faceva diventare magico. L.C.
Pompei: ispirazione di ieri e di oggi L’antica città romana, oggi meta di un turismo inarrestabile, è purtroppo spesso oggetto di critiche per la mancata salvaguardia dei suoi beni di inestimabile valore, ma non smette di ispirare ed offrire spunti di riflessione, proprio come accadeva agli artisti europei che dal Settecento al Novecento hanno posto il sito al centro della loro arte. Un’arte che non merita di restare sepolta, specie considerando l’accuratezza con la quale si è scelto di riportare i reperti alla luce. Patrimonio mondiale dell’umanità, il sito offre al visitatore la possibilità di fare un tuffo nel passato, scorgendo nei dettagli di ieri, le particolarità che a noi oggi appaiono più che all’avanguardia per quei tempi.
Che Pompei sia il simbolo dell’antichità per antonomasia è indiscusso, così come il fatto che continui a fare storia. Del resto, se all’Expo di Milano si parla di Pompei e di Napoli, non è casuale. Tutt’altro. Per l’appunto, evento correlato all’Esposizione internazionale italiana 2015 è la duplice rassegna che si svolge in parallelo presso il Museo Archeologico Internazionale di Napoli e gli Scavi di Pompei.
La quotidianità avvicina in maniera impressionante gli Italiani di ieri a quelli di oggi, così legati alla propria Terra, frutto di inesauribili risorse paesaggistiche, artistiche, gastronomiche, tradizionali. Un patrimonio inestimabile quello italiano che è impossibile conoscere o descrivere in ogni parte per la sua vastità.
Il progetto artisticosi scinde in due mostre: la prima intitolata“Pompei e l’Europa. Natura e storia. 1748-1943” presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e la seconda, una raccolta di calchi di quanti persero la vita durante l’eruzione arricchita dalla sezione “Fotografare e documentare Pompei” curata da Massimo Osanna, Grete Stefani e Ernesto De Carolis. L’evento, inaugurato lo scorso 26 maggio, sarà visitabile fino al prossimo novembreed ha lo scopo di innestare la riflessione sull’importanza che oggigiorno viene data all’arte, in riferimento a quanto avveniva in passato. Ecco, allora, che l’attenzione non smette di volgere al Neoclassicismo che, per certi versi, dal 1700 ad oggi non si è mai arrestato, coinvolgendo, tra gli altri, artisti del calibro di Picasso, Normand, de Chirico, Le Corbusier, Canova, Gigante, Palizzi, Gaeta, Piranesi, Morelli, De Nittis, Duclère. Svariati, inoltre, i campi artistici che Pompei ha saputo ispirare: dalla letteratura al teatro, passando per la musica, l’architettura e le arti visive, tutto riprende dal passato un po’ di sé per osservarlo, comprenderlo, rielaborarlo e fornirne una versione più abbordabile alla generazione di oggi che, troppo presa da specchietti per le allodole telematici, si fa incantare dal virtuale a scapito della realtà. Francesca Martire
L’opinione Letizia Caiazzo LA CIVILTA’ CHE DEVE RINASCERE Riscoprire le antiche civiltà per far rinascere quella attuale In Italia ci sono più di trentamila beni culturali censiti che testimoniano le varie civiltà che si sono succedute in questa terra incantevole: dei veri e propri tesori da proteggere, valorizzare, studiare, e capire per ritrovare attraverso essi il vero senso della civiltà fatta di bellezza e di rispetto per la cultura, la storia, le tradizioni. Risorgere e riappropriarsi della civiltà per antonomasia oltre che del senso civico fatto di umanità, solidarietà, condivisione, rispetto per la natura e per l’altro: ciò andrebbe fatto subito. Purtroppo, dobbiamo constatare che, oggi, in questa nostra bella Italia, gli atti vandalici sono all’ordine del giorno contro il patrimonio non solo artistico, ma anche umano. Si pensi, ad esempio, volendone citare solo alcuni tra i tanti, ai resti di Pompei con i suoi ritrovamenti straordinari che è in pieno abbandono e degrado, alle chiese rupestri dell’antica Cales, nel casertano, invase da rifiuti e senza più affreschi perché strappati via con una motosega, alla basilica di Basilica di Torcello, Venezia, le cui tessere mosaico sono portate via da turisti da strapazzo che agiscono, indisturbati, senza ritegno. Dovremmo piuttosto, prendere esempio dall’Arte ineguagliabile sita nella nostra Terra, ARTE che ha saputo diffondere nel tempo il messaggio civilizzatore di grandi città come Atene e Roma.
L’Arte tutta, appunto, dovrebbe educarci e far rinascere nelle coscienze di tutti noi il desiderio di bellezza, di una bellezza che dovrebbe mantenerci vigili, vivi, curiosi, attenti nell’osservare e comprendere le antiche bellezze distrutte ma anche conservate nonostante gli eventi catastrofici ed il tempo passato, testimonianze che abbiamo ereditato e che non dobbiamo perdere. A tal proposito, cito Albert Schweitzer in “ Filosofia della civiltà: ”Viviamo all’ insegna della decadenza della civiltà “- e ciò lo scriveva già nel lontano 1923- “Abbiamo rinunciato alla civiltà dal momento che non abbiamo riflettuto su di essa… Si è pienamente consapevoli di ciò che significa civiltà solo quando si distingue tra ciò che è essenziale e ciò che è accessorio ai fini della civiltà stessa. La civiltà non può non nascere che da un risveglio spirituale e dalla volontà etica”. Se ciò avverrà, ci sarà un vero rinnovamento e si raggiungerà la vera civiltà. Queste affermazioni di Albert Schweitzer sono sorprendentemente attuali: ”La decadenza del nostro vivere avrà sempre”- come lui stesso scrive- il merito di ribadire questa verità che solo lo spirito è il supremo principio regolatore. La nostra azione futura dimostrerà in modo inequivocabile la forza di questa verità”. Fotografie di Francesca Martire
EVENTI
CALABRIA LA STORIA DI COSENZA RACCONTATA DA CINQUE PITTORI INTERNAZIONALI Alessandra Primicerio
È stato inaugurato il 6 giugno scorso il Museo Storico Gli artisti sono JOHN PICKING, RICHARD all’aperto nel centro storico della città di Cosenza. WHINCOP, SILVIA PECHA, ALEXANDRE Ideatore del progetto è Franco Felicetti, presidente BARBERA-IVANOFF, G. D. GONZALEZ (GOYO). dell’Associazione “Centro Storico di Cosenza - Citta’ del Tempo libero”. Venticinque illustrazioni su pannelli narrano la storia della città. I dipinti sono stati collocati in un percorso che attraversa alcune stradine della citta antica. Cosi il prof Felicetti e il sindaco Mario Occhiuto intendono valorizzare il territorio affinché possa richiamare turismo culturale. La visita della mostra parte da Piazza valdesi e si inoltra attraverso la scalinata di Santa Lucia fino al cuore della citta vecchia. Il “Museo Storico all’aperto” racconta, tramite pannelli pittorici raffiguranti scene significative del passaggio dei Bruzi, dei Normanni, degli Svevi, dei Francesi e degli Spagnoli, l’antica storia di Cosenza. L’idea nata nel 1999 è stata ripresa solo nel 2007, dopo che il sindaco è riuscito a trovare i finanziamenti per la sua realizzazione. Gli artisti provenienti da Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, hanno raffigurato episodi della storia della città alessandraprimicerio@virgilio.it evidenziando il passaggio dei Bruzi, dei Normanni, alessandraprimicerio@virgilio.it degli Svevi, dei Francesi e degli Spagnoli.
FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA MULTIMEDIALITA’ E DEI LINGUAGGI FORMATIVI CONTEMPORANEI Alessandra Primicerio
La prima edizione del Festival internazionale della multimedialità e dei linguaggi formativi contemporanei, ideato e organizzato dalla storica e critica d’arte Carmelita Brunetti è iniziato il 20 giugno a Frascineto in provincia di Cosenza tra il Pollino e la Sibaritide in uno scenario magico tra le bellezze naturali e le memorie bizantine e proseguirà fino al 30 ottobre 2015. La manifestazione sia avvale della collaborazione del Comune di Frascineto e del patrocinio del Parco Nazionale del Pollino, della Regione Calabria e di Expo 2015. L’evento, in relazione all’EXPO di Milano, è dedicato all’arte,
alla natura, al cibo e alla legalità. Arte e natura uniti per realizzare un festival capace di far nascere scambi e collegamenti culturali e artistici con altri paesi. La seconda edizione in fase di organizzazione si terrà l’anno prossimo in Germania. Gli artisti e i relatori ospitati con i loro lavori trasmettono un concetto fondamentale: è importante ascoltare il nostro corpo in rapporto con se stesso e con l’ambiente circostante. La natura è vitale per conoscere se stessi e l’arte con il suo linguaggio universale ha la potenzialità di arrivare all’anima di tutti.
IL MUSEO DEL ROCK di Alessandra Primicerio
. “Un museo di caratura internazionale, dovrebbero venire da Berlino per vederlo!” afferma Franco Zagari, uno degli architetti italiani più famosi nel mondo e autore della fontana di piazza Matteotti a Catanzaro. Nel cuore della città sorge il il primo Museo del Rock del sud d’Italia, inaugurato nel 2011. La storia della musica del XX secolo, passando dal rock al soul, dal rithm’n blues al beat, dalla psichedelica alla new wave e al punk è raccontata attraverso i manifesti, vecchi dischi in vinile, riviste e testi delle canzoni che ricordano
il fervore artistico- culturale che ha influenzato intere generazioni. Il Museo del Rock ospita la vasta collezione privata di Piergiorgio Caruso, che comprende 20.000 dischi in vinile, 1.000 manifesti e 5.000 tra riviste e fanzine. All’interno del nuovo edificio a due piani di proprietà della Provincia, si svolgono guide all’ascolto di vinili originali, incontri, presentazioni di libri.
Il museo sarà aperto tutti i giorni - eccetto il lunedì dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30.
L’opinione Alessandra Primicerio Emozioni e sensazioni di Antonio Iannice Nativo di Crotone, l’artista si presenta con una personalità multiforme, passa dall’interesse per la musica allo sport , dall’informatica alla fotografia fino alla pittura. Stimolato dalla Metafisica e da Giorgio De Chirico, immerge figure e cose in una atmosfera irreale, ma lo stile di Iannice risulta personale e indipendente. Gli sfondi dei suoi quadri sono costruiti su ermetiche geometrie con un attento accostamento di piani inclinati. Figure mentali prima che umane: simbolo di una realtà interiore, di un io profondo alla ricerca della propria identità. Questi personaggi senza volto restano aperti a
tutte le possibili interpretazioni. La creatività e la commozione che ci trasmettono danno sempre una sfumatura in più delle parole. Quello che non riescono ad esprimere le definizioni lo trasmettono le figure con maggiore forza e intensità. Lo spettatore diventa protagonista perché immagina il volto del manichino e decide che sembianze deve assumere: silhouette anonime e senza volto, uomini e donne manichini androidi. Antonio spersonalizza i personaggi e rende universali i soggetti con rimandi a maestri del passato; chiama le sue opere “Scarabocchi” mettendo in luce la sua umiltà d’animo.
EVENTI
SICILIA
A Sicilian Walk
Fondazione Fiumara d’Arte - Castel di Tusa (Me) dal 17/07/2015 al 17/09/2015 Ingresso libero
Una nuova tappa per la mostra diffusa nel territorio siciliano “A Sicilian Walk” che arriva a Castel di Tusa, in provincia di Messina, venerdì 17 luglio con la mostra diGiacomo Rizzo, visitabile fino a sabato 19 settembre alla Fondazione Fiumara d’Arte. Cinque istituzioni pubbliche e fondazioni private si sono unite per dare vita a un progetto di mostra diffusa curata da Giusi Diana con lo scopo di promuovere l’arte contemporanea e di diffondere la conoscenza delle peculiarità del territorio siciliano. “A Sicilian Walk” trae ispirazione dall’omonima opera dell’artista inglese Richard Long un textwork su carta del 1997 che fa parte della collezione permanente del Museo Riso. È un invito a mettersi in viaggio, ad attraversare l’entroterra siciliano tra paesaggi naturali e suggestioni d’arte contemporanea.
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20 ARTISTI IN LIGURIA
A SICILIAN WALK Riso, Museo d’Arte Contemporanea, Via Vittorio Emanuele 365 - Palermo dal 03/07/2015 al 19/09/2015 Ingresso libero
Cinque istituzioni pubbliche e fondazioni private si sono unite per dare vita a un progetto di mostra diffusa con lo scopo di promuovere l’arte contemporanea: una scelta di luoghi d’eccellenza legarti all’arte per “A Sicilian Walk” che si inaugura al Museo Riso di Palermo giovedì 3 luglio, alle ore 19. La prima tappa della mostra curata da Giusi Diana è quindi Palermo al museo regionale d’arte moderna e contemporanea con la mostra di Sergio Zavattieri, che sarà visitabile fino a sabato 19 settembre. Si tratta di un’installazione fotografica di grandi dimensioni dal titolo “Vitis Vinifera” che si collega al tema del paesaggio sottolineando la sua accezione di ecosistema produttivo. Il progetto, prende le mosse dal rapporto tra la Sicilia e uno dei più importanti protagonisti della Land Art ed è realizzato dal Museo Riso in collaborazione con il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e Fam Fabbriche Chiaramontane, Agrigento; Fondazione Orestiadi e Museo delle Trame Mediterranee, Gibellina - Trapani, e Fondazione Fiumara D’Arte, Castel di Tusa - Messina. “A Sicilian Walk” trae ispirazione dall’omonima opera dell’artista inglese Richard Long un textwork su carta del 1997 che fa parte della collezione permanente del Museo Riso. È un invito a mettersi in viaggio, ad attraversare l’entroterra siciliano tra paesaggi naturali e suggestioni d’arte contemporanea.
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EVENTI
SARDEGNA
CARAVAGGIO E I CARAVAGGESCHI “la pittura di Realtà” Dal 26 Giugno 2015 al 30 Ottobre 2015. Palazzo del Comune Sassari - Sala Duce
INTERO: 8,00 EURO RIDOTTO: 6,00 EURO GRATIS BAMBINI FINO AD 8 ANNI GRUPPI FAMILIARI DI 4: 25,00 EURO SCOLARESCHE: 3,00 EURO
Dal 26 giugno al 30 ottobre 2015. Tutti i giorni dalle ore 10:00 alle 21:00.
dall’amministrazione comunale, assessorato Cultura e turismo, in collaborazione con l’associazione Sassari Rinascimento, espone opere provenienti da prestigiose collezioni private italiane ed estere ma è anche l’occasione per riscoprire il patrimonio pittorico presente in città che, forse, non tutti i cittadini conoscono; in particolare si tratta di opere conservate nella pinacoteca Mus’A del Canopoleno enella chiesa delle Monache Cappuccine. Al centro del percorso espositivo un capolavoro della produzione giovanile di Caravaggio, la Medusa Murtola. (Tratto dal Comunicato Stampa del Comune di Sassari, del 19/06/2015) dall’amministrazione comunale,
assessorato Cultura e turismo, in collaborazione con l’associazione Sassari Rinascimento, espone opere provenienti da prestigiose collezioni private italiane ed estere ma è anche l’occasione per riscoprire il patrimonio pittorico presente in città che, forse, non tutti i cittadini conoscono; in particolare si tratta di opere conservate nella pinacoteca Mus’A del Canopoleno enella chiesa delle Monache Cappuccine. Al centro del percorso espositivo un capolavoro della produzione giovanile di Caravaggio, la Medusa Murtola. (Tratto dal Comunicato Stampa del Comune di Sassari, del 19/06/2015)
Incredulità di San Tommaso, Giuseppe Vermiglio
La Memoria ritrovata. L’arma e lo scrigno dei tesori recuperati 15 luglio – 15 ottobre 2015
Un’esposizione straordinaria di dipinti e reperti archeologici recuperati grazie all’azione investigativa del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, l’organo di diretta collaborazione del Ministro dei beni e delle attività culturale e del turismo con compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale, attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione di tutela dei beni culturali e paesaggistici. Sarà possibile ammirare oltre cento opere di diversa tipologia, varia epoca e provenienza che, nel tempo, sono state oggetto di furti, sottrazioni , scavi clandestini o vendite illecite, ma che l’attività capillare dei Carabinieri ha permesso di recuperare e restituire alla comunità.
Tra i dipinti spiccano per valore e importanza il celebre ritratto “La Muta” di Raffaello Sanzio, una natura morta di Paul Gauguin, Il Giardiniere di Vincent Van Gogh, alcune tele del ‘400, ‘500 e ‘600 italiano. Un’ampia sezione è dedicata all’archeologia con un grosso spazio riservato alla civiltà nuragica: vasi, anfore, crateri, piccole sculture, bronzetti e manufatti vari di epoca preistorica sono sempre stati molto ambiti dai trafficanti d’arte e spesso ne viene segnalata la presenza nelle vendite di prestigiose case d’asta internazionali. Oltre a splendidi esemplari di ceramiche provenienti dalla Grecia e dall’Italia meridionale, sono presenti in mostra oltre cinquanta reperti della Sardegna nuragica che, dopo la chiusura della mostra, resteranno esposti nei musei dell’Isola. L’ingresso è libero e l’accesso sarà consentito per gruppi di massimo 30 persone per volta. Cagliari – Cittadella dei Musei Piazza Arsenale, 1 Info: 070.662496
PINO RANDO
Carapace - 2009 - bronzo - cm 36 x 23,5 x 8
20 ARTISTI IN LIGURIA