rivista20 dicembre 2012

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CULTURA nelle 20 REGIONI ITALIANE

Rivista20 N째0000 - dicembre 2012 Mensile di arte e cultura

Picasso a Milano GIORGIO RAMELLA a Oriente verso Sud

DEGAS a Torino Promotrice delle belle arti al Valentino Guardi a Venezia

GUTTUSO

a Roma

Vermeer

Edito dal Centro Culturale ARIELE


Pw

Edgar Degas

PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI DI TORINO

Rivista 20 MENSILE DI INFORMAZIONE CULTURALE

Direttore responsabile: Paola Simona Tesio

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Caporedattore: Nicoletta Balani Art director: Giovanna Alberta Arancio Redazione: Gianguido Oggeri Breda Paolo Durandetto Giuseppe Drammi Valentina Savastano Virgilio Patarini Emanuela Romano Michele Govoni Angelo Andriuolo Ilario D’Amato Annamaria Parlato Maria Arcella Tommaso Evangelista Impaginazione: Enzo Briscese Silviu Tanasa Segreteria: Rosaria Di Dio ----------------------------------------------------------

Rivista20 del Centro Culturale Ariele Presidente: Enzo Briscese Vicepresidente: Giovanna Alberta Arancio ----------------------------------------------------* PIEMONTE * LOMBARDIA * LIGURIA * VALLE D’AOSTA * VENETO * Provincia di TRENTO * Provincia di BOLZANO * FRIULI VENEZIA GIULIA * EMILIA ROMAGNA * TOSCANA * UMBRIA * MARCHE * MOLISE * LAZIO * ABRUZZO * PUGLIA * BASILICATA * CAMPANIA * CALABRIA * SICILIA * SARDEGNA


L’editoriale di PAOLA SIMONA TESIO

“Fare rete”: solo con la collaborazione è possibile creare cultura Stiamo andando avanti nel nostro progetto editoriale con l’intento di “Fare rete” quale obiettivo primario della “Rivista20”. Cosa significa esattamente? Ci siamo resi conto che mai come ora è necessario unire le forze (associazioni, enti pubblici, attori privati), per far sì che si possa diffondere quanto di meglio accade nel panorama italiano, sia a livello culturale sia artistico. Abbiamo un patrimonio indissolubile, forse unico al mondo, che talvolta rischiamo di non valorizzare appieno. Certo la crisi attuale non aiuta affatto il mercato dell’arte a fluire degnamente e a dare la possibilità agli artisti contemporanei di poter trovare canali adeguati per diffondere la propria creatività. Questa pubblicazione, il cui progetto è ancora in fase embrionale, un “work in progress” tanto per intenderci, vuole pertanto proporre una carrellata degli eventi clou che accadono in ogni Regione. Per questo abbiamo chiesto a quanti vogliano collaborare, sia con suggerimenti ed idee, sia e soprattutto con materiale pubblicabile e divulgabile, di rendersi partecipi di questo comune cammino. Al momento abbiamo ricevuto le adesioni da parte di alcuni critici che di volta in volta ci inviano il loro parere, pubblicato nella sezione “ L’opinione”, su un’esposizione o un talento, che ritengono degni di nota. Allo stesso modo hanno risposto alcuni assessori regionali, consentendoci di diffondere uno o più eventi patrocinati dal loro ente di afferenza, oltre naturalmente alle gallerie che ci stanno inviando il materiale delle loro esposizioni. Ma non basta. Il nostro progetto è ambizioso. Perché quello che desideriamo raggiungere è una collaborazione capillare che permetta a tutti coloro che a vario titolo intervengono, non solo di diffondere e pubblicizzare le loro eccellenze, ma anche di poter creare canali adatti affinché si possano attuare manifestazioni in collaborazione per permettere, ad esempio, agli artisti emergenti ed operanti da tempo nel nostro paese di poter esporre in spazi dislocati in ogni regione e possibilmente a titolo gratuito. Basti pensare ai tagli che incombono sui bilanci comunali che ricadono inevitabilmente sulla cultura. La soluzione per evitare un impoverimento è in realtà molto semplice: si chiama collaborazione. Al momento “Rivista20” nasce esclusivamente online, con il proposito di divenire nel 2013 altresì un prodotto cartaceo, che mantenga inalterate le medesime specificità. Ma non dimentichiamo che il web ha potenzialità illimitate, forse non ancora del tutto comprese. Guardando oltre confine basta pensare al successo delle campagne elettorali di Barack Obama su internet. Noi partiamo dal piccolo, ma abbiamo grandi numeri, perché oltre alla visibilità virtuale inviamo questo periodico a più di 40mila contatti del settore, tra cui gallerie estere. È un inizio che fa parte di un lungo percorso da proseguire insieme. Chi volesse partecipare è invitato a contattarmi usando la mail redazione@rivista20.com. Del resto, come sosteneva Marshall McLuhan «La pubblicità è la più grande forma d’arte del ventesimo secolo».


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

PIEMONTE

Assessore Michele Coppola

La Barca Sublime Palcoscenico regale sull’acqua Il più incredibile e fiabesco dei manufatti di Casa Savoia:il “Bucintoro del Re di Sardegna”, l’ultima imbarcazione veneziana originale del Settecento esistente al mondo. Autentica Reggia sull’acqua voluta dai Re Sabaudi che si avvalsero della geniale regia di Filippo Juvarra, sarà esposta per la prima volta finalmente restaurata, dopo decenni di conservazione in deposito. Realizzazione La Barca Sublime concessa in comodato alla Venaria Reale dalla Fondazione Torino Musei - Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica è presentata dal Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale in collaborazione con Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, dopo il restauro promosso e finanziato dalla Consulta stessa e realizzato dal Centro Conservazione e Restauro dei Beni Culturali La Venaria Reale, con la supervisione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte. Con uno spettacolo multimediale di Davide Livermore su musiche di Antonio Vivaldi SCUDERIE JUVARRIANE Dal 16 novembre 2012 Spettacolo ogni 40 minuti. E’ consigliabile la prenotazione La sontuosa imbarcazione dei Savoia, un tempo simbolo del potere, destinata al loisir della corte, dal 16 novembre 2012 sarà per la prima volta esposta dopo complessi restauri nella monumentale Scuderia Grande della Reggia di Venaria: i visitatori potranno ammirare la Peota Reale in un allestimento spettacolare che permetterà di vedere da vicino lo scafo e le sontuose decorazioni scultoree e pittoriche. Fonte: Consorzio La Venaria Reale – Ufficio Comunicazione e Stampa Piazza della Repubblica 4 – 10078 Venaria Reale (TO) – +39 011 4992300 – comunicazione@lavenariareale.it www.lavenaria.it


Il “Bucintoro dei Savoia” è l'unico esemplare veneziano del Settecento superstite di imbarcazione antica ad uso cerimoniale e di parata. Di proprietà di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, è in comodato alla Reggia di Venaria; la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino ne ha promosso e finanziato l’intervento di restauro con circa 250.000 euro, affidandolo al Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale. La Consulta è un’associazione di 34 Aziende ed Enti, impegnata da 25 anni nel recupero e nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico di Torino. In questi anni sono stai investiti oltre 20 milioni di euro sui principali monumenti della città. La Peota dei Savoia giunse a Torino dopo un viaggio a traino animale sul Po di 32 giorni: il 4 settembre 1731 fu consegna-ta al concierge del Castello del Valentino, accompagnata da una gondola e da una burchiella, imbarcazione da carico che trasportava le deco-razioni e l’armatura della barca smontate. Importanti eventi videro l’im-barcazione protagonista: il primo fu l’utilizzo via fiume da parte del Re Carlo Emanuele III nel 1734. Poi le cele-brazioni torinesi del matrimonio tra Carlo Emanuele IV e Maria Clotilde di Borbone nel 1775, e i matrimoni di Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide nel 1842 e di Amedeo d’Aosta con Maria Dal Pozzo della Cisterna nel 1867. Nel 1869 il primo re d’Italia Vittorio Emanuele II donò il Bucintoro alla città di Torino che nel 1873 lo destinò al suo Museo Civico. La Peota lascia quindi la sede della rimessa del Valentino, e giungerà in seguito a Palazzo Madama dove rimane fino al 2000, quando viene trasferita al Laboratorio Nicola Restauri ad Aramengo d’Asti; nel settembre del 2011 perviene al Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale per essere sottoposta a complessi interventi di recupero preliminari alla sua esposizione alla Reggia di Venaria, promossi dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino. Nel corso del lungo periodo di conservazione presso il museo torinese, la Peota venne richiesta ma non concessa per l’Esposizione generale Italiana di Torino del 1884, evento di cui rimane il manifesto con la raffigurazione della barca, e successivamente trasportata a Palazzo Carignano per la Mostra del Barocco Piemontese (maggioottobre 1937), e al Palazzo del Lavoro per la mostra dell’Antiquariato (maggio-giugno 1982), sempre a Torino.

Informazioni e biglietti

La Barca Sublime - Palcoscenico regale sull’acqua SCUDERIE JUVARRIANE DAL 16 NOVEMBRE 2012 Spettacolo per gruppi di 120 persone ogni 40 minuti E’ consigliabile la prenotazione: tel. +39 011 4992333 - www.lavenaria.it Biglietti  Intero: 10 euro  Ridotto: 8 euro (gruppi di min. 12 persone, maggiori di 65 anni)  Ragazzi 8-18 anni: 4 euro  Gratuito: minori di 8 anni  Visite guidate (durata 1 ora): Gruppi adulti: 60 euro Gruppi scolastici: 40 euro Solo per le scuole primarie e dell’infanzia: visita guidata + laboratorio (durata 1 ora e mezza circa): 60 euro Una Giornata alla Venaria Reale + La Barca Sublime (ingresso valido per Reggia, Giardini, mostra “I quadri del Re” e La Barca Sublime)  Intero: 19 euro  Ridotto: 15 euro (gruppi di min. 12 persone, maggiori di 65 anni)  Ragazzi 8-18 anni: 9 euro  Gratuito: minori di 8 anni Orari  Lunedì: chiusura  Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì: dalle ore 9 alle 17 (ultimo spettacolo ore 15.40)  Sabato e domenica: dalle ore 9 alle 20 (ultimo spettacolo ore 19)


Giorgio Ramella a Oriente verso Sud Dopo un lungo silenzio, come se rispondesse a un importante quesito che la notte, i suoi antenati e le speranze gli rivolgevano disse: “Oggi ho portato il mondo intero sulla testa�. Ben Okri, La via della fame


Piccoli elefanti - olio su tela - 2007- dim. cm 60x80 “Gli elefanti in Africa non li ho mica mai visti!”, dice ridendo Giorgio Ramella mentre mi mostra i suoi ultimi quadri. Ma io già lo sapevo che più che di viaggi qui si sarebbe parlato di miraggi. Per tutti coloro che si avvicinano alle sue tele è subito chiaro che l’altrove di Ramella, la sua Africa, il suo Oriente da Mille e una notte sono proprio, come le storie raccontate da Shehrazad al sultano, magnifiche invenzioni letterarie. Per salvarsi la vita. Certo, anche loro sono nate per questo. O comunque per renderla meno claustrofobica, per permettere alla mente e all’occhio di attraversare spazi lontani e incantati, assaggiandoli, annusandoli, ascoltandone il suono misterioso. Per condurci nel più sorprendente dei viaggi e dei miraggi, quello dell’artista che incontra il mondo nel proprio studio e lo irradia di luci. Perché se è vero quello che dice Paul Nizan, mai troppo ottimista né felice, che il viaggiatore è un amante senza amore, il pittore che lascia andar via una parte di sé e con l’altra aspetta i risultati di quell’escursione, il bottino di

immagini, leggende, miti, sogni, incubi e fantasie per mettere in scena un mondo che possa placare la nostra nostalgia dell’assoluto, questo sicuramente ha a che fare con le trame sotterranee della passione. E della felicità. Nelle ultime opere di Ramella riemergono i colori, i profumi, il lessico di un Oriente lontano e di un Africa di abiku, spiriti bambini che anche quando inquietano sembrano più burloni che feroci. Ma non è solo una questione di linguaggio, di fonemi che si aggregano per costruire immagini che hanno quel sapore lì. Non basta a suggerire paralleli, a tessere rapporti un immaginario di cupole, di minareti, di palme e di elefanti che ovviamente possiede una potente e perentoria convinzione visiva. È anche un questione di forma. La costruzione di queste opere evoca proprio l’espediente narrativo della Mille e una notte, la scatola preziosa che contiene un involucro da aprire, il quale ne trattiene un altro ancora. Il racconto nel racconto. Lì c’è un narratore che dà la parola alla

fanciulla che intrattiene il sultano, la quale la cede ai protagonisti delle sue storie che a loro volta ne hanno di nuove da narrare… Proprio come succede qui. C’è un’opera felicemente astratta che si apre a mostrare un altro piccolo mondo di animali e piante, di tramonti e luci. Ma lontano c’è ancora una porta davanti alla quale passano impassibili gli elefanti altalenando sulle loro grosse zampe. Oppure sul fondo ecco spazi infiniti, improvvise accensioni di colore saturo, ma anche profonde oscurità in cui la luna si prende la sua rivincita di latte e porporina. Opere come La Grande nuvola, La Caccia, Orizzonte blu, L’elefante e la palma hanno un prologo di sapienti tessiture, labirinti di decorazioni dove è possibile far viaggiare lo sguardo in una caccia gioiosa di emozioni visive. Ma Ramella suggerisce una finestra, apre uno spazio su una nuova storia, ci conduce letteralmente dentro la pittura. E così, dietro queste pareti colorate, tappezzerie brillanti di polveri argentate, di incastri tra triangoli, rombi e righe in cui pare sia


Re e regina - olio su tela - 2004 - dim. cm 120x180 esploso l’arcobaleno, aldilà di un sipario che sembra tessuto di argille e di terre, si acquatta un altro racconto, declinato per paesaggi incantati con il vento che agita le palme e lascia vagare le nuvole. Proprio queste si possono seguire di quadro in quadro. È facile riconoscerne l’andamento dondolante che somiglia in un modo imprevedibile a quello delle proboscidi degli elefanti. Sono loro la guida migliore attraverso le narrazioni dell’artista. Alla fine ti conducono in una Notte di pesci volanti, l’ultima opera realizzata per questa mostra che inaugura probabilmente il prossimo capitolo del romanzo figurato di Ramella. Un’oscurità, quella abitata dai pesci che si squarcia in un cromatismo abbagliante. “Il colore nuota” scriveva Nico Orengo qualche tempo fa a proposito dell’artista. E i pesci allora volano. Si potrebbe chiamare Africa e nuvole, parafrasando Paolo Conte, questa avventura del vedere per strati

sovrapposti in chi sta di fronte al suo quadro, instillandogli goccia a goccia la sua magica pozione visionaria. Un distillato in cui le odalische di Matisse si incrociano con gli animali del Doganiere Rousseau e con lo spazio metafisico dei dioscuri della pittura italiana - De Chirico e Savinio - capaci di inventare luoghi in cui interno ed esterno non sono più separati, ma si confondono in un cortocircuito destinato a infuocare l’immaginazione. Anche qui succede qualcosa del genere: la luna sembra essersi affacciata nella stanza della danzatrice che proietta la sua ombra rossa come fosse una roccia. E lei l’ha rincorsa fuori, nella notte degli elefanti e delle donne che sognano, con i profili impassibili, gli occhi allungati, dee di pietra, maestose e appagate, vestali di un rituale di fertilità che elargisce stelle. Viene in mente Antonio Debenedetti e il suo “cuore nebbioso di torinese” in cui la luce del Sud si fa spazio “con soffi di tramontana”. C’è sempre un po’ di brezza da queste

parti. Anche quando la belva sta per saltare addosso alla fanciulla che, come Panchaali, la protagonista del Palazzo delle illusioni di Chitra Benerjee Divakaruni, “ possiede una carnagione talmente cupa da essere definita blu”, un colore diffuso dappertutto come fosse un virus in un’atmosfera che ha qualcosa di sinistro. Quell’arco sul fondo sembra graffiato dagli artigli dell’animale che sta per sferrare il suo attacco, L’agguato. Eppure non riusciamo a sentire un presagio di morte. Non è possibile tra queste opere, anche quando diventano “più cattive”, come definisce l’artista quelle ispirate all’Africa, percepire soltanto il senso di perdita, di sconfitta. E così qui, in questo dipinto che intimorisce e attrae con un altrove che sa di pericolo, sembra che alla fine il contatto tra la bestia e la donna sfocerà, come nella migliori tradizioni mitologiche e fiabesche, in una trasformazione. Immaginiamo l’animale che si tramuta in principe come fosse un comune rospo da favola? O è più probabile che sarà lei, la


Abbraccio - olio su tela - 2004 - dim. cm 130x180

Africa - olio su tela - 2004 - dim. cm 120x180 languida ragazza che solleva il mento in un gesto orgoglioso della propria sensuale indolenza ad affilare le unghie? Chissà. Ciò di cui possiamo essere certi è che il loro avvicinarsi li renderà armonicamente simili. D’altra parte la Donna con gatto non sembra inscenare proprio questo lieto fine? Mentre qualcuno intorno a loro ha rastrellato e portato lì tutte le nuvole del cielo, loro due, idoli immobili ed eterni, mostrano il filo impalpabile e indistruttibile di una vera comunione. Armonia è una parola da usare per queste opere. Anche quando a dare il ritmo è uno strumento a corde, da pizzicare come la kora circondata da un coro di percussioni. Perché è evidente che queste tele un suono ce l’hanno. Come possiedono un odore e un sapore. Anzi tanti. Olga Gambari ha definito “fatta di spezie” la tavolozza di Ramella. E in effetti quel giallo sa di zafferano, l’ocra è di curry, il rosso è succo di melograno. Mentre di verdi ce ne sono pochi, e quando appaiono sono trasfigurati dentro mari di lavanda blu. E a far la differenza, guarda caso, è proprio

Donna che sogna 2 - olio su tela - 2004 - dim. cm 160x200

Africa 1 - olio su tela - 2004 - dim. cm 120x180

il colore. Cioè il gusto delle cose. Prendiamo la Donna che sogna, un quadro del 2004 nato da quello che il musicista africano Ali Farka Touré definirebbe “un incontro importantissimo nel regno del cuore della luna”, un’opera di versi notturni, dove anche la palma sembra fatta della “luna del Sud” di kleeiana memoria. Ramella lo ha ripreso, guardato, studiato e ripensato. “Mi piace rifare i quadri dopo un po’ - afferma - per vedere come cambiano dentro di me. D’altra parte Luigi Carluccio diceva che con un altro colore modifichi completamente una tela”. Ma certo, il colore è l’andamento musicale: pianissimo, vivace, allegro con brio, andante sostenuto, adagio. E infatti ecco la versione diurna dello stesso idolo femminile costruito di raggi di sole. Se uno è la notte assoluta, l’altro è l’estate assolata. Dietro, in entrambi i casi, in bianco e nero, c’è tutto l’immaginario di Ramella come fossero fotogrammi di un racconto. Anche qui, come in Nuvole o in Abbraccio, c’è uno sfondo teatrale in cui si muovono, o meglio sono fissati per

sempre in un compiuto gesto perfetto, i suoi protagonisti. Se fai uno zoom su uno dei particolari che si affaccia da lì dietro puoi vedere i quadri che verranno. Come L’elefante e la palma, in cui l’animale è solo. E a me piace pensare di aver ritrovato qui quello di un racconto di Murakami Haruki. L’elefante scomparso dal sobborgo di Tokyo che si era dileguato diventando sempre più piccolo. E aveva un solo amico, il suo guardiano, l’uomo che alla domanda su come facesse a dargli ordini e far spostare a suo piacimento quella massa pigra e imponente, poteva rispondere semplicemente: “È tanto tempo che stiamo insieme…” come fossero una vecchia coppia. E sono sicura che è stato il dondolare della sua proboscide, la stessa attraverso cui esprimeva a “colpetti leggeri sulla schiena” l’affetto per il vecchio guardiano, ad aver creato l’apertura sullo schermo colorato che lo nascondeva. Per invitarci a guardare dentro. E a seguirlo a raccogliere nuvole. Lea Mattarella


ENRICO CHALLIER L e g n i d i Ve r s i


L’opinione di PAOLA SIMONA TESIO

Ski Art gli artisti disegnano gli sci a Limone Piemonte Oltre che di neve la famosa località sciistica di Limone Piemonte si colora di arte, grazie all’innovativa esposizione organizzata dal noto negozio di abbigliamento sportivo Bottero Ski e dallo scultore Osvaldo Moi, che insieme sono riusciti a creare un suggestivo evento invernale indubbiamente unico nel suo genere, patrocinato dal comune ospitante e dalla Provincia di Cuneo. Hanno aderito venticinque artisti contemporanei a cui sono state consegnate le tele su cui cimentarsi nella creazione di soggetti che verranno successivamente utilizzati dal marchio Bottero per l’ideazione di sci, snowboard o caschi che porteranno altresì la firma dei vincitori del concorso. Le opere potranno essere votate direttamente nel punto vendita, sul sito dell’organizzatore www.botteroski.it o sulla pagina di facebook dedicata all’iniziativa. Gli autori delle prime cinque tele prescelte potranno aggiudicarsi premi in denaro che saranno così distribuiti: il primo premio della giuria tecnica, di 500 euro; il secondo e il terzo premio della votazione popolare, rispettivamente di 300 e 200 euro ed il primo e secondo premio della designazione su facebook, di 100 euro ciascuno. Creativi i soggetti ideati dai partecipanti che hanno saputo esprimersi con molteplici linguaggi e tecniche: aerografo, olio, acrilici, collage, perline cariche di luce, pietre e terra, persino opere che divengono quasi scultoree. Oltre ai riconoscimenti ci saranno però sorprese per tutti i partecipanti perché, come sottolinea la titolare Donatella Bottero «Siamo soddisfatti dell’adesione da parte degli artisti. Molte opere sono davvero interessanti e si sposano perfettamente ad un design per l’equipaggiamento da sci. Quindi oltre i cinque vincitori che saranno designati siamo intenzionati ad utilizzare anche gli altri per una nostra eventuale linea d’abbigliamento. Il successo di quest’edizione sicuramente ci dà l’impulso per realizzare il concorso anche negli anni a venire». Una consolidata tradizione famigliare che inizia negli anni Cinquanta, quando il capostipite Agostino Bottero con passione avvia l’attività di produzione e noleggio degli sci. A lui è dedicato il recente Museo dello Sci, inaugurato a Limone Piemonte l’estate scorsa, situato nello storico edificio dell’ex caserma degli alpini. Le 25 tele in concorso, esposte durante il vernissage di domenica 25 novembre presso l’après ski di Bottero, saranno ospitate successivamente nelle vetrine del negozio dove resteranno votabili sino alla data della premiazione prevista per il al 5 gennaio 2013. Nella giuria tecnica vi saranno, oltre agli assessori, anche critici, giornalisti ed artisti. Da gennaio ad aprile invece le opere saranno esposte al Museo dello Sci. Soddisfatto per l’evento anche il sindaco Francesco Revelli che ha presenziato all’inaugurazione. Hanno partecipato gli artisti: Alberto Bongini - Mirella Bertinotti - Stefano Greco - Andrea Gruccia - Cristiana Canducci - Barbara Vanni Pasi - Guido Massucco – Paola Simona Tesio – Pierluigi Paviola - Clara Vercelli - Toni Vercelli - Gabriella Ruggeri - Daniela Bella - Mauro Trucano - Francesco Perotto - Chiara Perotto - Ciro Guerra - Galliano Gallo - Rosanna Bonavia - Federica Nalin - Paola Adornato - Maxo della Rocca - - Marta Valls - Fijodor Benzo - Lina Marando


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

LOMBARDIA

TDM5 AL TRIENNALE DESIGN MUSEUM DI MILANO: IL FASCINO DELLA PAROLA, DEL SEGNO E DELLA FORMA. “Non è più il migliaio di persone dinanzi al manifesto, ma la città tutta, ma il pubblico tutto, ma la folla, la immensa folla che vive, si muove, che si agita, che corre che si moltiplica intorno. Egli deve parlare a tutti, a tutti costoro.[…] Deve non solo provocare uno stato d’animo favorevole per il momento, ma il ricordo.” (L. RAMO) Con la Quinta Edizione del Triennale Design Museum si inizia a dare importanza e peso alle parole, alla grafia dell’arte, al potere dei segni e degli arabeschi che compongono la comunicazione contemporanea e non. Spesso non ci rendiamo conto di quanto la pubblicità, il packaging degli oggetti che desideriamo e che attirano la nostra attenzione, di quanto un colore, una forma, un personaggio su un manifesto, possano incidere sul nostro comportamento e sulle nostre idee e aspirazioni. Aldo Grasso afferma che i mezzi di comunicazione hanno il compito di soddisfare i bisogni dello spettatore, dalla creazione della propria identità, alla credenza in una cultura, alla comprensione della società e addirittura all’idealizzazione di una realtà di coppia. I Media sono compagni quotidiani del nostro vivere, e le storie raccontate da un segno pubblicitario si intrecciano con le storie quotidiane vissute da ognuno di noi. La Quinta Edizione del Triennale Design Museum vuole esplorare la realtà segnica che circonda la nostra realtà di vita quotidiana. Quei segni che condividiamo e che ci raggiungono dai manifesti pubblicitari, da internet, da una sigla televisiva, da un logo o dalla copertina di un libro o di un magazine. Questa mostra, il cui obiettivo è quello di confutare la convinzione che la grafica sia stata “una pratica ancillare rispetto al design in senso stretto” (come afferma il direttore del Triennale Design Museum Silvana Annicchiarico) è stata in precedenza presentata in occasione del salone del Mobile 2012, dal titolo “TDM5: Grafica italiana”. Al centro di questa edizione sono delineati i diversi ruoli che la figura del grafico ha assunto in Italia, come affermano i curatori Giorgio Camuffo, Mario Piazza e Carlo Vinti: “non soltanto come progettista di libri, riviste o manifesti, ma anche come tecnico e intellettuale, come regista ed editore, come agitatore politico, come operatore artistico e culturale.”

Federica Marrella Mostra aperta dal 14 Aprile 2012 al 24 Febbraio 2013 Orari: Martedì - Domenica 10.30 - 20.30 Giovedì 10.30 - 23.00 Ingresso: 8,00/6,50/5,50 Euro Direttore: Silvana Annicchiarico Cura scientifica: Giorgio Camuffo, Mario Piazza, Carlo Vinti Progetto di allestimento: Fabio Novembre Progetto grafico: Leftloft Progetto audio: Saturnino, Sound Identity Catalogo Corraini Edizioni Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


Alex Kanevsky Doppio sogno 15 novembre 2012 – 13 gennaio 2013 inaugurazione giovedì 15 novembre alle ore 18 Via dell’orso, 12 (entrata via Ciovasso, 3) - 20121 - Milano La Barbara Frigerio Contemporary Art è lieta di presentare per la prima volta in Italia una personale dell’artista di origine russa Alex Kanevsky, i suoi dipinti, realizzati con la tradizionale tecnica dell’olio su tela, sono costruiti come pseudonarrazioni attorno alle quali la realtà pare assurda nel senso narrativo convenzionale. Le immagini colpiscono l’osservatore scatenando risposte emotive precise senza che persista l’ideale narrativo, mettendo in luce il fattore interpretativo, non la storia in sé. I ricordi sfumati , le macchie di colore e la specularità dell’immagine sembrano rimandare al test psicologico di Rorschach, richiedendo così espressamente l’intuizione personale del pubblico, avvolto dall’acceso cromatismo. L’artista per realizzare un suo dipinto parte da una suggestione che non è sempre esplicitata nel titolo ma risulta l’elaborazione psicologica di ricordi e risposte emotive, amplificando l’effetto dell’interpretazione personale e la ricerca di immagini che possano rappresentarle nella realtà. L’obbiettivo prefissato da Kanevsky è quello di giungere ad una maggiore chiarezza interpretativa attraverso la natura assurda degli eventi, approfondendo i vari aspetti nei suoi dipinti. Le sue tele risentono della tradizionale pittura figurativa contaminata allo stesso tempo da una forte presenza astratta, elementi che si mescolano ad una più contemporanea tecnica gestuale.


Milano, Galleria Zamenhof s’inaugura sabato 1 dicembre 2012 alle ore 18,30

mostra collettiva tematica a cura di Paola Gatti e Virgilio Patarini “Realtà Parallele”

La mostra presenta una selezione dei migliori artisti figurativi partecipanti al Premio Il Segno 2012. In mostra quadri, fotografie e sculture di Alberto Bernardini, Marco Bonfitto, Fiorenzo Bordin, Daniele Capecchi, Roberto Cardone, Simone De Bernardin, Michele Fattori, Francesco Fornasieri, Stefania Gobbetti, Toshiko Kitatani, Patrizia Lovato, Vilma Maiocco, Franco Maruotti, Eleonora Mazza, Natalia Molchanova, Gabriele Perissinotto, Angelo Petrucci, Alessandro Portunato, Roberto Ricciuti, Imerio Rovelli, Susanna Serri, Giuseppe Volante, Gianfranco Zazzeroni. La mostra sarà visitabile da mercoledì 28 novembre a domenica 9 dicembre, dalle 15 alle 19. Ingresso libero.Il vernissage sarà sabato 1 dicembre alle ore 18,30. Realtà Parallele “Al centro è la figura. Tutto parte da lì. Una mano, una mela, un muro. Tutto parte da lì. Dalla rappresentazione della figura. Perfettamente impressa sulla tela proprio come fosse fotografata, catturata com’è, come l’occhio la vede, oppure tratteggiata velocemente pernon farla scappare, o ancora accennata, per non disturbarla. Evocata, per non perderla. Figura vergognosa, figura cercata, figura guardata, figura logorata dallo sguardo insistente, indagatore, affamato, ricercatore. Ricercatore di verità, di realtà. Ma di quale realtà si sta parlando? Di una realtà obiettiva che è davanti agli occhi di tutti, si presenta ad ognuno nello stesso modo, con identiche forme e colori, o di una realtà filtrata dalle singole emozioni, esperienze e sensibilità? Di una realtà collettiva o di una realtà individuale? Della realtà rincorsa con grafite, inchiostro, plastica, olio, lenti, pietre, argilla, legno, tempera, carta.. Una realtà dove la figura è sempre al centro, anche quando non c’è.” Paola Gatti


L’opinione d i Vi r g i l i o P a t a r i n i

L’INFORMALE NON E’ MORTO (pubblichiamo qui di seguito, in anteprima, uno stralcio dell’introduzione del libro “La Via Italiana all’Informale, da Afro Vedova e Burri alle ultime tendenze, a cura di Virgilio Patarini, Editoriale Giorgio Mondadori) “Questo libro non ha certo la pretesa di raccontare per filo e per segno la storia dell’Informale in Italia, ma per la prima volta cerca di rompere certi automatismi accademici che considerano esaurita l’esperienza Informale, in Italia come negli altri paesi del mondo, dopo circa quindici anni di storia: dal 1948 al 1963, anno più anno meno. Come se tutto l’Informale che viene dopo fosse solo opera di epigoni. Come se la verve e l’ispirazione dei grandi maestri dopo quella data si esaurisse. Come

Andrea Boldrini

se l’Informale fosse una delle tante, importantissime ma effimere, avanguardie del secolo. L’Informale è qualcosa di diverso: qualcosa di più e qualcosa di meno delle altre Avanguardie. Ma soprattutto è una vera e propria rivoluzione epocale: per la prima volta nella storia dell’Arte si concepisce un quadro senza figure, senza alcun riferimento alla realtà né a forme geometriche né a elementi simbolici. Si tratta di una rivoluzione analoga a quella provocata dall’invenzione della Prospettiva. Qualcuno si sognerebbe mai di dire che Caravaggio è un epigono rispetto a Leonardo o Michelangelo perchè come costoro usava la Prospettiva? O ancora peggio Leonardo e Michelangelo rispetto a Masaccio...

Paolo Facchinetti


ARTGALLERY associazione culturale

Il Premio è concorso internazionale gratuito per artisti emergenti. L’Associazione ArtGallery ha ideato questa competizione per individuare un giovane di talento nella scena artistica internazionale, e premiarlo con la meritata visibilità attraverso un grande evento. Il concorso è aperto ai giovani artisti dai 18 ai 35 anni. Il vincitore avrà una mostra personale in una prestigiosa location nel centro di Milano: il Palazzo delle Stelline. Un evento comprensivo di tutti i dettagli e gli strumenti per garantire visibilità: catalogo, ufficio stampa dedicato, curatela e vernissage. Uno dei partecipanti potrà vincere il Premio Selezione Speciale, e avere una mostra personale presso la famosa e storica Galleria Arte Cortina di Milano. info@associazioneartgallery.org via orseolo, 3 - 20144 milano tel. 0258102678 - 2159


SPIRITO ITALIANO è un progetto di FABBRICA BORRON Fabbrica Borroni è nata e si è sviluppata come una struttura culturale indipendente e autofinanziata che ha come oggetto il sostegno e lo sviluppo della giovane arte italiana. L'origine e l'idea fondante è naturalmente la Collezione Borroni, ormai nota a livello nazionale, e lo sviluppo quasi ovvio è stato di organizzare una lunga serie di mostre rivolte ai giovani e giovanissimi talenti italiani. Tutto ciò con l’intervento di giovani o giovanissimi curatori, anche alle prime armi, proprio per dimostrare la verità di quello che sosteniamo da sempre: dare la possibilità ai giovani di crescere e di prendere consapevolezza dell’importanza che rivestono per la società. www.spiritoitaliano.org www.fabbricaborroni.it Facebook: Spirito Italiano Arte Twitter: SI_arte Per informazioni: info@spiritoitaliano.org tel. 02.36507381 – 02.36507046 (fax)

Fabbrica Borroni Bollate Via Matteotti 19 – 20021 Bollate (MI)

Mercoledì 12 dicembre 2012 Ore 18.30 Serata di inaugurazione del progetto Spirito Italiano e presentazione dell’atto I di Spirito Italiano. Artisti in mostra: Daniela Alfarano, Marta Fumagalli, Debora Garritani Performance: Barbara Uccelli

Debora Garritani

Marta Fumagalli

Daniela Alfarano


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

LIGURIA

IN ASTRATTO“ TORNA IN LIGURIA In Astratto - Abstraction in Italy 1930-1980 “Dopo il fortunato debutto nella prestigiosa sede museale della Estorick Collection di Londra, la mostra In Astratto - Abstraction in Italy 1930-1980 torna in Italia. Dal 20 ottobre 2012 al 1° aprile 2013 ad ospitarla è il CAMeC, il Centro d’Arte Moderna e Contemporanea della Spezia. L’esposizione, curata da Matteo Fochessati, riunisce 64 opere di arte astratta provenienti dalle tre principali istituzioni museali liguri dedicate all’arte contemporanea: oltre al CAMeC della Spezia, il Museo di Villa Croce di Genova e Palazzo Gavotti di Savona - Fondazione Museo di Arte Contemporanea Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo. Il Museo d’arte contemporanea di Villa Croce di Genova ospita la copiosa collezione di Maria Cernuschi, moglie del pittore e gallerista milanese Virginio (detto Gino) Ghiringhelli, che testimonia un percorso trentennale nella ricerca artistica astratta del ‘900. Il Centro di Arte Moderna e Contemporanea della Spezia ha acquisito, agli inizi del 2000, la collezione di Giorgio Cozzani, dedicata a un’estesa e capillare documentazione delle diverse tendenze espressive del XX secolo. Questa raccolta è andata ad integrare le opere acquistate dal Comune della Spezia in occasione delle diverse edizioni del Premio del Golfo, che, inaugurato negli anni Trenta sotto gli auspici del Futurismo, proseguì nel dopoguerra attraverso una serie di importanti rassegne delle principali correnti artistiche dell’epoca. Tra i dipinti provenienti dal CAMeC è doveroso ricordare Composizione rosa e verde di Alfredo Chighine e Temporale sulla spiaggia di Piero Ruggieri, che sono stati restaurati per l’occasione dal Laboratorio Regionale di Restauro della Regione Liguria, d’intesa con la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici della Liguria. Le opere provenienti da Palazzo Gavotti - Fondazione Museo di Arte Contemporanea Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo di Savona appartengono infine alla cospicua collezione donata da Milena Milani, scrittrice, giornalista, artista visuale ed esponente di primo piano del movimento spazialista di Lucio Fontana, nonché compagna di Carlo Cardazzo, uno dei più importanti galleristi italiani del dopoguerra. La mostra presenta il percorso artistico espresso dalla pittura italiana del Novecento, dagli anni Trenta sino ai primi anni Ottanta, attraverso le differenti declinazioni del linguaggio aniconico. L’iniziativa è del Crac, il Centro Regionale per l’Arte Contemporanea della Liguria, nato nel febbraio scorso dalla collaborazione tra la Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettacolo, i Comuni di Genova, Savona e La Spezia e Palazzo Ducale - Fondazione per la Cultura.

La mostra è visitabile dal martedì alla domenica, dalle 11 alle 18. Prezzi biglietti: Euro 6,50 intero Euro 4,00 ridotto

Per maggiori informazioni visitare il sito www.camec.spezianet.it CAMeC Informazioni e prenotazioni Piazza Cesare Battisti, 1 - La Spezia Tel. 0187 734593 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


L’opinione d i Va l e n t i n a S a v a s t a n o LARA MOLINARI “GLI SCORCI LIGURI”

MOSTRA PERSONALE DA GIOV. 6 DICEMBRE A DOM. 6 GENNAIO

Presso la Galleria d’arte Vasco in Via Vittorio veneto 83, Alassio

Lara Molinari conosciuta per le sue rappresentazioni fanciullesche i cui soggeti per lo piu’raffiguranti bambini ,cani ,orsacchiotti in un contesto giocoso, fatto di realta’ e di sogni: guardando le sue opere ritorniamo tutti un po’ – bambini - una vera terapia che muove il sub inconscio che risiede dentro ognuno di noi in un mondo candido, migliore, puro. La Purezza caratterizza l’anima e le opere dell’artista , dote che poche persone riescono a riconoscere in un mondo sempre piu in crisi di valori .Da qui scaturisce la sua necessita’ di creare , come un fiume che scorre nel suo letto e che col tempo modifica il suo percorso cosi’ Lara Molinari inaugura la mostra personale che rappresenta la sua realta’- Gli scorci liguri di Alassio- : barche a vela in regata ,scorci paesaggistici liguri con colori sempre vivi e brillanti che ci conducono in una atmosfera unica, sognante come solo lei sa raffigurare. Personaggi fumeggianti in un contesto reale e senza tempo. Una mostra per grandi e bambini dal sapore fantasioso … La galleria d’arte Vasco apre ad Alassio nel 1994 con Pietro Vasco che e’ l’attuale proprietario e direttore.La galleria e’ specializzata nella vendita di dipinti italiani del XIX e XX secolo;espone inoltre mobili italiani ed europei del XVIII e XIX secolo,ceramiche italiane ed europee ed argenti di pregio.Da sei anni la galleria si e’ allargata con un piccolo spazio dedicato alle mostre di pittori contemporanei astratti e figurativi.La galleria rilascia certificati di autenticita’ e provenienza oltre ad essere disponibile per perizie gratuite che riguardano la pittura italiana del XIX e XX secolo. Galleria d’arte Vasco via Vittorio Veneto 83,17021 Alassio. Tel./Fax 0182640335. e mail: galleriavasco@gmail.com Siamo chiusi il Lunedi e Martedi ed il mese di Novembre.


Galleria ANTIGONE Direzione artistica CLAUDIO MARCIANO

Arte antica e moderna da tutto il mondo, sculture e pitture.

Spazio disponibile per allestimenti di personali e collettive, su selezione. Operte in permanenza dei seguenti artisti: Briscese Enzo, Fiorini Felice. Marciano Claudio, Raffaele Capuana, Sante Battaglia. Angela Merli, Claudine Poinsard, Giglioli Marco, Chiappalone Saverio, Sergio Longhi, Normanno Locci, Curioni.

Via castello, 46 - 18035 - Dolceacqua - (Imperia) tel. 0184.20 69 69 mail: marciano.claudio@libero.it www.claudiomarciano.altervista.org


BEATRICE BOTTO


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

VALLE D’AOSTA

Aperto al pubblico il Castello Gamba

Sabato 27 ottobre 2012, il Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Augusto Rollandin e l’Assessore all’istruzione e cultura, Laurent Viérin, hanno inaugurato, davanti ad un folto pubblico, il Castello Gamba di Châtillon, una nuova realtà museale dedicata all’arte moderna e contemporanea, dotata di caratteri peculiari, che si inserisce all’interno del sistema di valorizzazione e fruizione pubblica delle dimore storiche e dei castelli valdostani. All'inaugurazione sono intervenuti, oltre al Presidente e all'Assessore, il Soprintendente per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d'Aosta, Roberto Domaine, il Sindaco di Châtillon Henry Calza e Rosanna Maggio Serra, curatrice del percorso espositivo. In occasione dell’apertura del castello, è stata inaugurata la mostra Italo Mus (1892 - 1967) nelle collezioni della Regione autonoma Valle d’Aosta, a cura di Sandra Barberi, dedicata all’artista simbolo della Valle d’Aosta e allestita nello spazio destinato alle esposizioni temporanee e nell’altana panoramica al terzo piano del castello. Castello Gamba Località Cret de Breil 11024 Châtillon http://www.castellogamba.vda.it/

Orari: OTTOBRE-MARZO 9.30 – 13.00 / 14.00 – 17.30 chiuso mercoledì, 25 dicembre e 1° gennaio APRILE-SETTEMBRE 10.00 – 18.00 Ingresso intero € 5,00 Ingresso ridotto € 3,00

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Davide Camisasca. Glace et Glaciers Maison du Val d'Aoste. Paris 25 Settembre 2012 - 13 Gennaio 2013

Organizzata dall’Assessorato, l’esposizione presenterà al pubblico parigino venti fotografie scattate dall’artista tra il 2008 e il 2012: un’esplorazione inedita dei ghiacciai da parte di un fotografo la cui maestria porta a guardare in modo diverso lo spettacolo della natura. Le montagne della Valle d’Aosta e il territorio del Monte Rosa, in particolare, diventano i protagonisti assoluti di questa ricerca fotografica, dove la qualità delle immagini evidenzia la grandezza silenziosa e la potenza di questo straordinario patrimonio naturale. “È con grandissimo piacere – afferma l’Assessore Viérin – che presentiamo al pubblico della capitale francese i lavori più recenti del fotografo valdostano Davide Camisasca, la cui ricerca nell’ambito della fotografia digitale risulta particolarmente interessante sia dal punto di vista documentario sia da quello estetico, e pone l’accento sulle possibilità immense di tale mezzo di espressione. Grazie alla mostra, i visitatori potranno ammirare vari aspetti dello straordinario patrimonio naturale della Valle d’Aosta e scoprire i paesaggi eccezionali dell’alta montagna. La Maison du Val d’Aoste di Parigi svolge una doppia funzione, molto importante: è un luogo di ritrovo per i nostri emigrati e anche un’ottima vetrina per la promozione delle nostre iniziative culturali, per far conoscere la produzione artistica regionale in ambito francofono.” Davide Camisasca è nato a Milano nel 1953 e dal 1972 vive in Valle d’Aosta, a Gressoney-Saint-Jean. Guida alpina e noto fotografo professionista specializzato sul tema della montagna, ha realizzato importanti mostre personali a Milano, Genova, Londra, Torino, Trento e, in più occasioni, in Valle d’Aosta. Ha pubblicato libri fotografici sul Monte Bianco, sul Gran Paradiso, sul Gran San Bernardo, sul Monte Rosa; ha dedicato, inoltre, le sue ricerche fotografiche agli aspetti paesaggistici e architettonici del territorio valdostano. La mostra, visitabile fino al 13 gennaio 2013, sarà accompagnata da un catalogo bilingue franceseitaliano edito da Musumeci Editore, che contiene i testi critici di Daria Jorioz e Sandra Lucchini. Per informazioni: Assessorato Istruzione e Cultura Attività espositive: tel. 0165 274 401 Mail: u-mostre@regione.vda.it Internet: www.regione.vda.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


ALESSANDRO ROSSI

ALESSIA BROZZETTI

LAURA SCARINGI

ALBERTO BESSON

CONSUELO RODRIGUEZ

ANGELA IPPOLITO

ANGELO PANTALEO

GAETANO FIORE

MILENA PEDROLLO

GALLERIA ARIELE - Via Lauro Rossi, 9c - 10155 - Torino - Tel. 011.20 73 952


L’opinione di Nicoletta Balani NUOVI LINGUAGGI FIGURATIVI A CONFRONTO Se il linguaggio visivo evoca la comunicazione, la specificità’ che ne definisce il suo essere figurativo rimanda in qualche modo alla riconoscibilità, magari deformata, del reale rappresentato. Vale a dire che la realtà, intesa in senso lato (simbolizzata, teatralizzata, miscelata con contesti di ricerca concettuale, oppure oggetto di peculiare progettualità’, etc.), e’ presenza intorno alla quale si confronta lo sguardo contemporaneo dell’ artista oltrechè del fruitore. Le arti visuali del nuovo millennio, sempre più trasversali e interdisciplinari, restano in bilico fra tradizioni e innovazione, strette intorno a una vigorosa carica di energia giovanile. Figurazione e realismo definiscono due accezioni in uso, rotolate nel presente con il loro bagaglio datato, importante, rivisitato e rinascente come l’araba Fenice. La neofigurazione, ad esempio, attraversa con alterne vicende il Novecento intrecciandosi con le varie forme “realiste”, filiazioni mutanti dell’originario realismo positivista del XIX secolo. Il neofigurativo del dopoguerra rivaluta grandi artisti allora semidimenticati come Bonnard, Soutine, mentre il realismo esistenziale, caduto il figurativo di regime, si diversifica da quello sociale (impegnato in battaglie collettive), qualificandosi come un’arte di grande levatura, sofferta e cruda (sulla scia di Bacon), assolutamente non manipolabile. Negli ultimi anni vengono alla luce nuove formazioni, interessanti sotto il profilo civile e artistico. La neofigurazione anarcoantisociale, nata come gruppo nel 2007 con un manifesto, proclama il ritorno ad un programma non mercificato e lamenta il nulla imperante, ossia l’assenza di ideologie e si propone come arte creativa, educativa, poetica, visionaria, riconoscendosi nel neospressionismo tedesco e nel graffitismo alla Basquiat. Arriviamo all’oggi ritrovando un’altra forma di far arte figurativa, cioè’ la neofigurazione indipendente, senza leggi, ne’ logiche stilistiche, capace di aggregare i giovani artisti intorno al proprio sé e alla contemporaneità’. Si tratta di un afflusso spontaneo, caotico, in cui conviene immergersi. L’ attenzione giovanile spazia dall’interesse per la legge 180, ai “social housing”, dai link ai ritratti al cellulare, tramite fumetti, ruvide sculture, pitture dall’apparente aspetto magico come “Il sole di guerra”. Sullo sfondo di questo frammento storico appena tratteggiato si colloca l”attuale mostra che mette a confronto quattro nuovi linguaggi figurativi con diverse tangenze dialogiche. La figura umana, tema antico, collocata in contesti diversi e pronta a trasmutare secondo le singole progettualità in atto, rappresenta il soggetto che unisce i nostri artisti; inoltre una plastica pittoricità’ ed una fertile immaginazione diventano il denominatore comune dei linguaggi proposti.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

VENETO

Francesco Guardi a Venezia: una straordinaria mostra con oltre 100 opere Dal 28.09.2012 al 06.01.2013

Dal 28 settembre 2012 al 6 gennaio 2013 il Museo Correr di Venezia ospiterà un’affascinante mostra monografica dedicata a Francesco Guardi, l’ultimo grande vedutista del XVIII secolo. Considerata uno dei più grandi eventi a Venezia del 2012, la mostra celebra il terzo centenario dalla nascita di Francesco Guardi proponendo un panorama completo sulle diverse fasi della sua poliedrica attività artistica, dalle opere di figura giovanili alle celebri scene d’interno, fino alle suggestive vedute di Venezia e ai più fantasiosi capricci realizzati da Francesco Guardi negli anni della maturità e della vecchiaia. Francesco Guardi si forma a Venezia nella bottega di famiglia con il padre e i due fratelli, modesti pittori che non raggiungeranno in vita nemmeno una modesta agiatezza. Lo stesso Francesco Guardi, dopo la sua morte avvenuta a Venezia nel 1793, cade nell’oblio e le sue opere verranno conosciute ed apprezzate da pubblico e critica soltanto nel 1965, grazie ad una mostra organizzata nel celebre Palazzo Grassi a Venezia. Nella mostra al Museo Correr saranno presentate oltre un centinaio di opere, dipinti e disegni di Francesco Guardi, custodite nei maggiori musei del mondo e giunte a Venezia proprio in occasione di questa straordinaria mostra. La Pinacoteca di Brera a Milano, la Gemäldegalerie di Berlino, la National Gallery di Londra, il Museo ThyssenBornemisza di Madrid, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée du Louvre di Parigi e l’Ermitage di San Pietroburgo sono solo alcune delle istituzioni chiamate in causa per allestire questa grande mostra a Venezia.

La prima parte della mostra su Francesco Guardi sarà dedicata alle opere di figura, tra cui le scene di vita contemporanea ispirate alle opere di Pietro Longhi. Appartengono a questa prima fase di Francesco Guardi le opere “Ridotto” e “Parlatorio delle monache di San Zaccaria”. Nella seconda sessione della mostra a Venezia verranno esposte le prime vedute di Francesco Guardi, realizzate assieme a capricci e paesaggi di fantasia.


Le prime opere del vedutista Francesco Guardi risentono dell’influenza di Canaletto e Marieschi, lontane dai toni vivaci e stenografici che l’hanno poi reso celebre. In alcune di queste opere però è già avvertibile la singolarità di Francesco Guardi, come nella Piazza San Marco della National Gallery di Londra, dove le figure denotano un timbro cromatico vivacissimo. Tra il 1770 e il 1780 Francesco Guardi vive il suo momento di maggior fortuna, con le opere sulle Feste Dogali, oggi al Louvre, nelle quali esplode tutta la forza trasfiguratrice e la fantasia di Francesco Guardi. Tra queste opere, la celebre tela “Il Bucintoro a San Nicolò del Lido” racchiude grande fascino ed emozione. Nel 1782 per Francesco Guardi arrivano i primi incarichi ufficiali: quattro opere per commemorare la visita di papa Pio VI a Venezia, seguite dalle tele celebrative della venuta a Venezia degli arciduchi di Russia. Col passare del tempo lo stile unico ed originale di Francesco Guardi diventa sempre più libero e velato. Nelle sue opere le proporzioni vengono volontariamente alterate, la prospettiva perde il suo aggancio con la realtà e le figure diventano sempre più sfocate. I temi delle opere di Francesco Guardi spaziano dai capricci, a splendide ville immerse nella campagna veneta, fino alle pittoresche vedute di Venezia cui si affiancano quelle della laguna, dove l’orizzonte si dissolve man mano fino a perdere la concezione di spazio e cielo. Un’eccezionale selezione di opere dalle più prestigiose istituzioni del mondo arriveranno a Venezia per celebrare Francesco Guardi: a trecento anni dalla sua nascita, una mostra a Venezia rievoca tutta la magia e l’emozione delle sue opere.

E per vivere a pieno Venezia e la sua romantica atmosfera prenota subito uno dei numerosi alberghi a Venezia e regalati tutta la magia di questa incantevole città!

Luogo di svolgimento - Museo Correr San Marco, 52 – Venezia Per informazioni su orari e biglietti: www.correr.visitmuve.it www.visitmuve.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


IL MELONE arte contemporanea - Rovigo - via Oberdan, 31


L’opinione di Emanuela Romano MARTIN DISLER Dal 10 novembre al 5 gennaio Inaugurazione sabato 10 novembre ore 18.00

M.Disler, Senza titolo, anni ‘80, cm 85x110, acrilico e carboncino su carta intelata Sabato 10 novembre alle ore 18.00 in via Matteo Pescatore 11/D a Torino apre la galleria Opere Scelte. L’attività espositiva inizia con una mostra personale dell’artista svizzero Martin Disler, che fu contemporaneo al movimento del Nuovo Espressionismo Tedesco, ma che si mantenne sempre autonomo e originale rispetto ai suoi coevi. In particolare anticipò il graffitismo che iniziò solo qualche anno dopo a New York. In mostra si è preferito esporre opere su carta intelata. La carta, infatti, era il supporto privilegiato dall’artista in quanto gli permetteva una maggiore velocità di esecuzione. Questa tecnica faceva inoltre meglio emergere il suo segno istintivo, primitivo e dalla forte carica emozionale. Sarà esposta anche l’unica scultura realizzata in Italia nel suo studio milanese. Disler, scomparso prematuramente a soli 47 anni (Seewen 1949 – Ginevra 1996), ha sempre sperimentato diverse tecniche (dal graffitismo murale nella città di Zurigo alla pittura su carta e su tela) mantenendo un’assoluta libertà creativa, che lo ha suggellato come una delle personalità artistiche più importanti in Europa, tanto da essere presente in molti musei internazionali.

OPERE SCELTE via Matteo Pescatore 11/D, 10124 Torino +39 349 3509087 www.operescelte.com info@operescelte.com Martedì/sabato-15.30/20.00


DIANA RAMA mostra personale


, , , SARKA MRAZOVA mostra personale


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Francesco Guardi nella terra degli avi Dipinti di figura e capricci floreali

Castello del Buonconsiglio - Via Bernardo Clesio, 5 Trento La ricorrenza del terzo centenario della nascita di Francesco Guardi costituisce l’occasione per offrire al pubblico l’opportunità di ammirare una serie di capolavori dell’artista veneziano di origini trentine, grande interprete della pittura veneziana del Settecento. Informazioni: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461 233770 Servizi Educativi Tel. 0461 492811 info@buonconsiglio.it Sopraintendenza per i Beni Storico-artistici Tel. 0461 492127 sopr.storicoartistici@provincia.tn.it

Il Bosco dentro il Palazzo

Mostra di scultura e pitture di Carlo Scantanburlo e Matthias Schilling Dal 1 dicembre al 23 dicembre 2012 Spazi Espositivi di Torre Mirana (Sala Thun e Cantine) L'originale incontro artistico tra Carlo Scantamburlo, scultore che racconta la natura con la natura, utilizzando come alfabeto il legno del bosco, e Matthias Schilling, pittore che nei suoi acquerelli la impreziosisce con un tocco delicato e fantastico, porta il bosco in città. Permette al visitatore di immergersi nell’incanto e nell’armonia della natura in un luogo inusuale, lasciando volare la fantasia nel ricordo di reali passeggiate tra i chiaroscuri, i profumi e i sussurri della montagna. Informazioni: Ufficio relazioni con il pubblico - Via Belenzani 3 - tel. 0461 884453 numero verde 800 017615 - e-mail: comurp@comune.trento.it Orario di apertura: da martedì a venerdì dalle 14 alle 18 sabato e domenica dalle 10 alle 18 - lunedì chiuso La mostra è ad ingresso libero

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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO Assessore Christian Tommasini

Presentata la mostra del Guercino a Bolzano: arte e solidarietà 05.12.2012 - 27.01.2013 Palazzo Mercantile Inaugurazione: 4 dicembre ore 18.00 "Più dell'aiuto economico, che resta di importanza vitale, emoziona l'abbraccio con cui ci accoglie il mondo dell'arte e l'amicizia e il sostegno, anche morale, che ci arriva dalle altre città, come Bolzano dimostra" ha commentato Piero Lodi, sindaco della città emiliana di Cento, duramente colpita dal terremoto, questa mattina, alla presentazione della mostra "Guercino da Cento a Bolzano" che avrà luogo a Palazzo Mercantile dal 5 dicembre 2012 al 27 gennaio 2013. "Del resto l'arte è sempre stata un grande veicolo di scambio culturale tra i popoli - aggiunge Lodi - e lo stesso Guercino, come dimostra la sua storia e la presenza di sue opere locali ovunque portiamo la nostra mostra, è stato anche da vivo un grande ambasciatore culturale". Son ben dieci dipinti del Guercino e della sua bottega che arriveranno nel capoluogo altoatesino per essere esposti a Palazzo Mercantile a partire dal 05 dicembre 2012, con inaugurazione della mostra il 4 dicembre alle ore 18.00. Duplice l'obiettivo dell'esposizione che terrà aperti i battenti fino al 27 gennaio 2013: da un lato far conoscere alla popolazione e a quanti prenderanno parte all'evento le opere dell'artista emiliano Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, vissuto tra il 1591 e il 1666, e dei suoi due nipoti, Cesare e Benedetto Gennari. Dall'altro raccogliere fondi da destinare alla città di Cento (Fe), fortemente colpita dal terremoto del 20 maggio 2012. Nove dei dieci dipinti sono prestati dalla Pinacoteca di questa città emiliana che, a causa dei danni riportati, subirà una chiusura di almeno due anni. Una pala, invece, quella rappresentante la Visione di Soriano, proviene dalla Chiesa dei Domenicani di Bolzano e fu commissionata al Guercino dal Magistrato Mercantile nel 1654 per abbellire l'altare della cappella, fatta erigere proprio per volere di quest'istituzione cittadina all'interno dei Domenicani. […] L'evento è curato dalla Cooperativa Talia, in collaborazione con il Comune di Cento, la Provincia di Ferrara, l'Azienda Autonoma di Soggiorno e la Camera di Commercio di Bolzano, con la partecipazione del Comune di Bolzano e dell'assessorato alla Cultura italiana della Provincia. Preme sottolineare il fatto che una parte dei soldi ricavati dal biglietto d'ingresso e dagli sponsor sarà devoluta in beneficenza per contribuire alla ricostruzione della Pinacoteca di Cento. Informazioni www.taliabz.org COOPERATIVA TALIA Attività e servizi culturali Viale Druso 281 a - 39100 Bolzano Tel. 0471 502028, 339 1003619, 333 8786117 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Provincia


Franco BOLZONI mostra personale I curiosi e intriganti quadri mummia di Franco Bolzoni. Formatosi al Liceo Artistico, ha lungamente lavorato nel campo dell’illustrazione e della pubblicità come art director dell’agenzia Armando Testa, mentre alla fine degli anni Settanta ha allestito una personale alla Galleria Quaglino di Torino con opere classicamente figurative. Ora la sua esperienza si identifica con una ricerca intorno alle mummie, a un universo di immagini celate dalle fasce, a una realtà negata all’osservatore, ma sicuramente misteriosa e, talvolta, sottilmente inquietante: «Rappresentare un oggetto qualsiasi suggerisce il pittore - da un animale ad una fetta d’anguria, senza mostrarlo nei suoi colori, nelle sue superfici e materiali, apre ampi spazi di libertà...». E’ la libertà dell’immaginazione che unisce la forma di un pesce verde a quella di una bottiglia blu o di una tazzina arancio. Così le scarpe dal colore oro, i sassi grigi, una stilografica e un libro aperto avvolto con strisce di tela, diventano altrettanti capitoli di un racconto che si snoda sulle pareti della galleria in una sorta di percorso tra immaginazione, sogno e affiorante struttura degli oggetti. In particolare, le composizioni di Bolzoni possono essere viste e «lette» come quadri-sculture estremamente essenziali, nitidi, caratterizzati dall’impiego del colore acrilico e dal poliuretano per formare l’immagine: «Desidero che in qualche modo siano vissuti ancora come veri e propri quadri e cerco più che altro il gioco, l’ironia, il divertimento anche a rischio di apparire ingenuo». Non solo gioco. Perchè tra le opere esposte si nota l’opera «Aviaria gallina rossa»: un documento dell’angoscia che ha coinvolto la popolazione mondiale. Angelo Mistrangelo La Stampa 17-12-2007


CURIONI LORENZO

Centro cittĂ

Strutture urbane

Ritrovo in piazza

Taxi


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA

FRIULI VENEZIA GIULIA

"I colori della seduzione. Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese" dal 17/11/2012 al 1/4/2013

Dal 17 novembre 2012 al 1° aprile 2013 nella Galleria d’Arte Antica di Udine si terrà la mostra I colori della seduzione. Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese, organizzata dai Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte di Udine in occasione della quarta edizione della “Giornate del Tiepolo”. La mostra espone per la prima volta riunite le due tele che compongono il Mosè salvato dalle acque di Giambattista Tiepolo, opera tagliata negli anni ‘20 dell’800 e mai ricomposta. Sarà così possibile vedere il quadro nella sua composizione originaria, riaccostando il Mosè delle National Galleries di Edimburgo con l’Alabardiere della collezione Agnelli di Torino, così come viene documentato da una copia coeva attribuita a Giandomenico Tiepolo della Staatsgalerie di Stoccarda. Ideale risulta qui l’accostamento al Mosè salvato dalle acque di Paolo Veronese dei Musées des Beaux Arts di Dijon, sia per rilevare le assonanze ma anche la personale soluzione adottata da Tiepolo. Dal confronto diretto tra le due opere, nasce il senso dell’esposizione che vuole riportare l’attenzione

sullo speciale rapporto intessuto da Tiepolo con uno dei più importanti esponenti della tradizione pittorica veneziana del Cinquecento. La mostra si articola in quattro sezioni nelle quali Tiepolo e Veronese vengono messi a confronto nella trattazione di alcuni temi religiosi, mitologici e della storia antica: il Ritrovamento di Mosè, il Ratto d’Europa, le Cene e i Banchetti, l’Adorazione dei Magi e le pale d’altare. A partire dagli affreschi della galleria del Palazzo arcivescovile di Udine (databili intorno alla metà del terzo decennio del Settecento), che fornisce una sorta di prologo e punto di partenza della mostra, Tiepolo intraprende un percorso di ‘emulazione’ di Veronese destinato a maturare nei decenni successivi. Tale accostamento non sfuggì ai contemporanei, soprattutto al critico Francesco Algarotti, che definì l’amico Tiepolo ‘l’emulo di Paolo’. Al di là di puntuali derivazioni di forme e motivi, per Tiepolo guardare a Veronese significa

sia rivisitarne l’interpretazione di temi religiosi o della storia antica, mediante scenografiche impostazioni di natura teatrale, prospettive architettoniche e opulenza decorativa, sia appropriarsi di una tavolozza squillante di colori puri e ombre colorate. L’esposizione, che si avvale di un Comitato scientifico costituito da Svetlana Alpers, William L. Barcham, Linda Borean, Caterina Furlan, Vania Gransinigh, Peter O. Krückmann, Giuseppe Pavanello e Catherine Whistler, sarà curata da William L. Barcham, Linda Borean e Caterina Furlan.

Castello di Udine Piazzale castello - Udine - tel +39 0432 271 591 http://www.udinecultura.it/ Orari 10.30 - 17.00 (orario continuato) - chiuso lunedì sabato e domenica servizio gratuito di bus navetta (ore 10.30 - 12.30 e 14.30 - 16.30 da piazza Libertà al Castello) Info PuntoInforma - tel +39 0432 414 717 puntoinforma@comune.udine.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


ALESSIA ZOLFO

BANAFSHEH RAHMANI

ROSSELLA FAVA

MAX GASPARINI

ALESSANDRA LAMPIASI

CLAUDIA PICCOLO

FEDERICA MIANI

ANNA GRITTI

DOMENICO LASALA

GALLERIA ARIELE - Via Lauro Rossi, 9c - 10155 - Torino - Tel. 011.20 73 952


PIERANTONIO MASOTTI


L’opinione di Giovanna Arancio

NEI MEANDRI DELL’IMMAGINARIO L ‘immaginario collettivo viaggia lungo il filo del ricordo, trainato dalla narrazione suggestiva che il popolo annoda alla sua storia e trasfigurato da una miscellanea coloratissima di interpretazioni, da un garbuglio chimerico di miti, simboli, allegorie, da tutto un mondo, cui manca il fondo, nel quale siamo immersi. L’immaginazione del singolo pesca all’interno di quel mondo ed emerge sgocciolante, fra sogni, memorie, desideri. Durante il Romanticismo “l’immaginario”, “la fantasia”, sono stati rivalutati al punto da rappresentare la via privilegiata per le arti, il potere magico della creazione, capace di fluttuare tra reale e irreale. Nella seconda meta’ del Novecento, invece, una parte delle nuove correnti artistiche hanno controproposto con forza la serialita’ dell’immagine, l’impersonalità dell’opera d’arte e l’ ininfluenza dell’artista protagonista; si voleva un’azione asettica e minimale, un ritorno all’ordine

fatto perlopiu’ di rifiuto del colore, a volte un’autentica cromofobia, o ancora una radicale messa in discussione dell’oggetto artistico e del ruolo dell’ “operatore”. Non e’ questa la sede adatta per approfondire fenomeni artistici e culturali di vasta portata, diversificati sul piano internazionale e di articolata e complessa natura Basti dire che oggi sono venuti meno sia certi eccessi di radice romantica sia le esagerazioni causate dalla chiusura totale verso ogni espressione dell’io. La confluenza di contaminazioni di ogni genere si sono rivelate, da questo punto di vista, liberatorie apportando nuove energia e freschezza al lavoro delle ultime generazioni. I meandri dell’immaginario e’ il titolo di questa mostra. Ogni artista ci lascia entrare fra le curve dei pensieri e delle fantasie, nella contemporaneità del suo singolare universo poetico.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

EMILIA-ROMAGNA

Women in Fluxus & Other experimental Tales. Reggio Emilia, Palazzo Magnani, fino al 10 Febbraio 2013. A Fluxus parteciparono, come raramente accade nella storia dell’arte, diverse donne, artiste provenienti da luoghi e percorsi disparati - Yōko Ono, Charlotte Moorman, Alison Knowles, Shigeko Kubota, Takako Saito, Mieko (Chieko) Shiomi - oltre a figure che incrociarono Fluxus nel corso di un cammino artistico e teorico individuale, come Kate Millet, femminista ed attivista, Simone Forti e Carolee Schneemann attive al Judson Dance Theater di New York all’inizio degli anni Sessanta. Ed è proprio da questa angolazione, ampliata ad una ricostruzione genealogica dell’intero percorso artistico, che la mostra WOMEN IN FLUXUS & Other Experimental Tales - promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia dal 10 novembre al 10 febbraio - intende raccontare la storia e la filosofia Fluxus. Due saranno i percorsi tematici di lettura proposti dall’esposizione: da un lato l’aspetto (proto)concettuale del fenomeno sperimentale, già implicito nel termine ‘Concept Art’ coniato da Henry Flynt che prese corpo nei concerti di Musica Antiqua et Nova (s)coordinati da George Maciunas nella AG Gallery (New York, 1961); dall’altro, la selezione di opere di artiste che indaga(ro)no, parallelamente all‘implicita critica al sistema dell’arte, nuovi concetti di identità considerando il ruolo e pertanto l’immagine femminile come prodotti dalla realtà sociale e culturale – identità non più solo scritte, ma anche scriventi, in senso linguistico e performativo. Fondazione Palazzo Magnani Avde Iris Giglioli. “In questo territorio, infatti, tra Reggio Emilia e Cavriago, ebbe vita per un ventennio uno dei poli del gruppo, intorno all’attività editoriale e di organizzazione di eventi Pari&Dispari di Rosanna Chiessi. Qui arrivano tutti i grandi protagonisti europei di Fluxus, proponendo, all’insegna di Tutto è arte, azioni dirompenti che restano ancora ben vive nei racconti di paese. E, per sottolineare il taglio critico scelto dalla mostra di Palazzo Magnani, non a caso a guidare a Cavriago questa . colonia di artisti e intellettuali è stata una donna Rosanna Chiessi” Caratterizzate da un atteggiamento anti-artistico e di rivolta, non è un caso che le serate Fluxus a New York, in Giappone ed in Europa vedano protagonisti una serie di eventi definiti neodadaisti: concerti collettivi e performance brevi quanto semplici, dissacranti quanto divertenti. Già il fatto che nei decenni successivi al 1961-2 si sarebbe spesso discusso intorno alla fatidica domanda su chi o cosa sia (stato) Fluxus, letto a posteriori, è alquanto sintomatico dell’anti-poetica fluxista. Profondamente guidato da principi antielitari, volti ad instaurare una relazione con la realtà sociale e quotidiana, Fluxus si oppose così fortemente ai fenomeni di mercificazione dell’arte nella società capitalista del dopoguerra da arrivare a ribaltarne completamente la definizione stessa: attraverso la presentazione di azioni, materiali ed eventi normalmente considerati comuni, banali, di routine quotidiana; ma anche attraverso una concezione aperta e collettiva sia della produzione che della distribuzione artistica, in opposizione alla concezione dell’atto creativo quale prodotto di un genio individuale (e virile).


Negli anni Settanta anche Reggio Emilia, come già ricordato, è stata teatro di questa esperienza così importante per quel cambio paradigmatico ed interdisciplinare dei linguaggi e delle forme creative, in particolare attraverso l’apporto di Rosanna Chiessi. Nella mostra WOMEN IN FLUXUS & Other Experimental Tales di Palazzo Magnani verranno presentate, oltre ad opere scelte di singole artiste, documentazioni di eventi e spartiti (Event Scores), riprese video, fotografie, dischi, oggetti, documenti cartacei, Fluxus Yearboxes e altri avvincenti materiali relativi alle serate Fluxus. Le opere scelte provengono dalle più importanti collezioni italiane e intendono ripercorrere quell’incredibile momento d’interdisciplinarietà come indisciplinarietà programmatica, che Dick Higgins chiamò Intermedia, e che scrisse parte della storia dell’arte contemporanea, anche a Reggio Emilia. Si tratterà, infine, di una genealogia aperta allo sconfinamento nella realtà dei visitatori e visitatrici, invitati a partecipare attivamente alla visita, come nella filosofia di Fluxus. Tra gli autori delle oltre 200 opere in mostra: George Maciunas, George Brecht, Nam June Paik, Alison Knowles, Charlotte Moorman, Takako Saito, Mieko Shiomi, Yoko Ono, Joe Jones, John Cage, Ben Vautier, La Monte Young, Jackson Mac Low, Robert Filliou, Ben Patterson, Dick Higgins, Robert Watts, Carolee Schneemann, Shigeko Kubota, Simone Forti, Anna Halprin, Philip Corner, Giuseppe Chiari, Henry Flynt, Ay-O, Eric Andersen, Geoffrey Hendricks, Milan Knížák, Al Hansen, Alice Hutchins e altri ancora. La mostra è frutto di un progetto prodotto e promosso dalla Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con Archivio Bonotto e Archivio Pari&Dispari di Reggio Emilia, con la partecipazione della Provincia di Reggio Emilia, Fondazione Pietro Manodori, Camera di Commercio di Reggio Emilia e con il contributo di CCPL, Landi Renzo spa, Check-up Service, Unicredit Banca, Oscar Galleria Cavour, Marco Mazzali design. La mostra è realizzata dal Comitato scientifico e organizzativo coordinato da Elena Zanichelli e composto da Luigi Bonotto, Federica Boragina, Silvia Cavalchi, Rosanna Chiessi, Federica Franceschini, Gianni-Emilio Simonetti.

ROMANO


ALESSIO MEZZALAMA Umano

1 - Sguardo blu -2011 - t.m. su legno - cm 122 x 122 2 - Visibile 3 - 2009 - t.m. su tavola - cm 60 x 111,5 3 - Umano - 2011 - - t.m. su tavola - cm 123 x 61 4 - Tracce - 2011 - - t.m. su tavola - cm 61 x 123

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L’opinione Michele Govoni presenta

L’inquietudine degli scorci industriali di Flavio Biagi Osservare il reale sembra essere un'operazione più che normale, in arte. Tanto più se ci si esprime con un linguaggio ed una tecnica classicamente figurativi. Il pittore bolognese Flavio Biagi stravolge questa considerazione, orientando la sua lettura verso un mondo talvolta dimenticato, più spesso abbandonato: quello industriale. Prendendo come spunto proprio vecchi edifici e strutture industriali, Biagi apre la sua arte ad una lettura spesso inquieta ed al tempo stesso futurista dei contesti rappresentati. Sili, tubi, impianti e strutture divengono così forme e concetti su cui innestare una struttura tecnico-formale di grande impatto. Giocando sui ruoli di forma e colore Biagi si pone nei confronti del reale con l'occhio indagatore di chi ne vuole comprendere l'essenza, ma al tempo stesso ne venga colpito così profondamente da non riuscire più a staccarsene. Barbacani (per prendere in prestito un’espressione di Buzzati dedicata proprio alle strutture industriali) realizzati a olio, acrilico, penna biro e china, tornano a vivere, così, nelle opere di Biagi, che si rivela essere un’artista a tutto tondo (è anche musicista). Forme inquiete, che non sembrano aver mai concluso la propria esistenza nonostante le ammaccature e le corrosioni del tempo divengono testimoni muti di un passato glorioso, che Flavio Biagi coglie e rappresenta con l’occhio del fotografo ed il sentimento del poeta. Un pittore da scoprire ed apprezzare con cui diviene semplice dialogare e confrontarsi, per scoprire che, anche dietro un freddo ammasso di ferro e tubi esiste e resiste un’esistenza da preservare.

Per maggiori informazioni: www.flaviobiagi.it


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

TOSCANA

Assessore Cristina Scaletti

28 ottobre e 25 novembre visite guidate gratuite

Luoghi insoliti autunno 2012 La Regione apre al pubblico i suoi palazzi storici

Iniziativa in collaborazione con il Fondo Ambiente Italiano (FAI) delegazione di Firenze.

Aperture straordinarie per tre palazzi storici fiorentini di proprietà della Regione Toscana da visitare gratuitamente con la guida del Fondo Ambiente Italiano (FAI) delegazione di Firenze e Associazione Guide Turistiche della Toscana (AGT), Sezione di Firenze e Provincia. La Regione Toscana, le domeniche 28 ottobre e 25 novembre 2012 dalle ore 10 alle ore 12, aprirà le porte di Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati (sede della Presidenza), di Casa Rodolfo Siviero (un tempo abitazione del ministro-agente segreto noto per aver recuperato molte delle opere d'arte sottratte dalle truppe naziste durante l'occupazione italiana), e dell'Ospedale di Santa Maria Nuova. Il FAI è una fondazione nazionale senza scopo di lucro nata nel 1975 con l'obiettivo di promuovere una cultura di rispetto della natura, dell'arte e delle tradizioni italiane. La Regione Toscana ha sposato questo obiettivo ed ha messo a disposizione del FAI delegazione di Firenze e dell'Associazione Amici dei Musei alcuni tra i palazzi più belli di sua proprietà, luoghi al di fuori dei consueti percorsi turistici ma di evidente valore storico ed artistico.

Per prenotare, in orario 9-13, dal lunedì al venerdì: tel. 055 4385616 luoghi.insoliti@regione.toscana.it


in collaborazione con

SIMONE BORTOLOTTI

SPAZI D’ARIA 7 - 29 dicembre 2012 Orario: martedì - domenica,17.30 - 20.00 Catalogo in galleria

Merlino Bottega d’Arte Via delle Vecchie Carceri - ex Murate - Firenze Tel. 338 3995511 www.merlinobottegadarte.com


LA FEDE COME FONTE D’ISPIRAZIONE NELL’ARTE Le opere, grafiche e pittoriche, sono state donate dal Comitato Archivio artistico-documentario Gierut e da alcuni artisti in esposizione. A cura di Lodovico Gierut e da Enrico Guarnier.

Curata da Lodovico Gierut e da Enrico Guarnieri, la mostra si compone di lavori grafici e pittorici di molyi autoti: Pietro Annigoni,Romano Girolamo Bartelloni,Giuseppe Bartolozzi e Clara Tesi,Lino Benedetti,Rossana Biagi,Alberto Bongini, Alberto Branca,Joanna Brzescinska-Riccio,Sigifredo Camacho B., Mauro Capitani,Antonio Ciccone,Cobàs (Mario Carchini, Concetta Maria Cormio,Franco Del Sarto,Luigi Falai,Marco Falai,Lucilla Gattini,Roberto Giansanti,Gian Paolo Giovannetti, Paolo Grigò,Kristian Kreković,Paolo Lapi, Riccardo Luchini,Renzo Maggi.Liliana Marsili, Giovanni Mazzi. Monica Michelotti. Giacomo Mozzi,Mara Moschini, Tito Mucci,Bruna Nizzola,Gioni David Parra,Pigi (Pierluigi Paviola),Serena Pruno,Fabrizio Ramacciotti,Marina Romiti, Simone Rossi,Antonio Sassu,Luciano Scarpante,Lorenzo Simonini, Vittorio Simonini,Leopoldo Stefani,Sergio Suffredini,Gabriele Vicari,Sabrina Zappalà. L’Arte e la Fede sono andate sempre di pari passo, nel tempo e nelle tante situazioni e mentalità. Vorrei dire tante cose sull’argomento, però mi limito a consegnare a chi sta leggendo solo qualche parola tratta dal recente libro di mia figlia Marta Gierut “Il volto e la maschera, poesie e opere”, là dove dapprima si legge “Arte/ sorreggi/ la solitudine/ dell’Uomo/ e / traccia comete/ nel cammino effimero”, e quindi “... vorrei riuscire ad arricchirmi nell’amore del saper capire, comprendere/ nei limiti dell’essere./ Dirai, perché tante richieste?/ Per riuscire a progredire, aiutare l’uomo ad amare,/ stare con l’uomo in sintonia./ Capire l’uomo nella solitudine della malinconia,/ partecipare alla sua allegria”.Anche lei sarebbe contenta, anzi, “è contenta” per questa iniziativa della Parrocchia di San Donato in Polverosa”. Inaugurazione 8 dicembre ore 11,00........................................................................................................ Parrocchia di San Donato in Polverosa.....................................................................................................


L’opinione Vanessa Rusci incontra Valeria Pierini “On the Road Splendide Visioni”

Valeria Pierini è una giovane fotografa artista italiana (non ha ancora superato i 30 anni), come quasi tutti gli artisti più interessanti del panorama Toscano, non ha un percorso classico: studia in un liceo pedagogico, s’iscrive a un corso di laurea di Comunicazione, suona per 10 anni la batteria, fa parte di un gruppo musicale per altrettanto tempo e nel frattempo incontra la fotografia. Questa diventa il suo media, un mezzo che incrocia e fonde con la sua natura umanistica: la parola si unisce spesso all’immagine, la accompagna, sotto forma di poesia, di testo ispiratore, di diario di appunti. I temi che tratta li ha scoperti facendo: il sogno, la memoria, i luoghi, la sua musica. Valeria è un vulcano, coraggiosa e audace, una di quelle che le regole le scrive, non le segue. Lei sperimenta tutto, in continuazione, prende una strada e lascia che quella le mostri la via, senza troppa intellettualità, con una grande esigenza: raccontare. E cosa è un artista se non un filtro, un interprete della nostra realtà? L’epoca del precariato, dei cambiamenti veloci, l’epoca della super produzione della fotografia e l’epoca del multitasking, per cui riassumere tutto quello che fa contemporaneamente, non è facile. Ha già al suo attivo moltissime mostre: del 2012 le più importanti sono state a Perugia “Suitcase Souvenir di viaggio”, “SI fest Off” durante il Si Fest di Savignano sul Rubicone e lo showcase di “Io tra di voi” all’Accademia musicale Luca Marenzio di Perugia. Valeria insegna, cerca di contaminare i suoi allievi con una sua originale visione della fotografia, li spinge a fotografare per raccontare cosa vedono e non a raccontare quello che la gente si aspetta di vedere, tiene corsi in giro per l’Italia, il prossimo si terrà a Iesi, “Immagine e narrazione nella musica contemporanea” dal 22 al 23 febbraio 2013 per info suonavisioni@gmail.com, due giorni prima dell’inaugurazione della sua mostra "Io tra di voi” (24 febbraio 24 marzo 2013). Dal suo particolare approccio al mondo della musica è nato “Suona Visioni”, un contenitore per uno specifico tipo di fotografo, che studia, ricerca, guarda, registra, lavora in gruppo e “scrive” racconti per la musica, i componenti, infatti, hanno seguito i corsi di Valeria. In questo periodo collabora anche con la rivista MOLA MOLA, web magazine di musica, dove con la sua ricerca porta un nuovo tipo di visione: sono poche le immagini del palco, i suoi sono scatti selezionati, mirati, ricercati, cosa rara nell’epoca del “fastdigitale”, i suoi sono appunti, pagine di un diario, sono impressioni congelate con uno scatto e riproposte con forte determinazione e sicurezza, sa cosa vuole dire e lo dice. Giovane fotografa che riesuma quell’atmosfera un po’ snob, disperata, sospesa, arrabbiata, sicura e allo stesso tempo folle e curiosa dell’epoca Beat. Salutandola mi chiedo da quale “provincialismo e perbenismo” sta scappando questa nuova generazione di artisti? Forse da quello Italiano? Che ignora e boicotta le nuove avanguardie?


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

UMBRIA

Foligno rende omaggio alla sua mistica, Angela, con la mostra "Dal visibile all'indicibile crocifissi ed esperienza mistica in Angela da Foligno", in programma dal prossimo 6 ottobre a Palazzo Trinci (si concluderà il 6 gennaio 2013). Prosegue così l'attività del comitato nazionale per le celebrazioni del VII centenario della morte della Beata Angela da Foligno (1309-2009) che ha promosso l'edizione del volume di studi "L'Umbria nel XIII secolo" e che, tra breve, consentirà la pubblicazione dell'edizione critica del "Liber" e dell'Indice dei codici. La particolarità della mostra è nell'esposizione delle varie immagini di Cristo crocifisso che hanno portato al percorso mistico della Beata e nella presenza dei più antichi manoscritti medievali con il testo del Liber della Beata Angela da Foligno. Coordinatori scientifici della mostra sono Bruno Toscano, Attilio Bartoli Langeli e Massimiliano Bassetti. Orario: ore 10-13 e 15-19 (chiuso i lunedì non festivi, il 25 dicembre ed il 1°gennaio) Dove: Palazzo Trinci, piazza della Repubblica Foligno (Perugia) Per informazioni: 0742 330584 www.comune.foligno.pg.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione



ROSSELLA FAVA - CATROUGE


L’opinione d i Va l e n t i n a G r e c c o

Savino Letizia, artista torinese, dopo circa trent’anni dedicati alla pittura tradizionale, sente di nuovo il bisogno di palpare la materia, di assecondarla nella sua utilità, di sentirla così viva fino a toccarla con mano. Ed ecco che la Forbice diventa l’unico strumento di realizzazione. Il taglio è netto, unico, preciso e segue una linea senza ripensamenti su materiale in pvc, atta a produrre un effetto di tridimensionalità. Letizia, padrone dell’attrezzo, lavora a mano libera e non conosce confini nella gamma delle forme e dimensioni. La sua arte, istintiva e irruente, ma mai aggressiva, celebra la bellezza di svariate opere con una manuale genialità creativa.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

MARCHE

“De rerum fabula” L’antologica di Valeriano Trubbiani alla Mole Vanvitelliana

(Ancona, Banchina G. da Chio, 28. 20 ottobre 20 | 17 marzo 2013) Guai a definirlo semplicemente scultore. Perché, per Valeriano Trubbiani, la scultura è solo un pretesto per introdurre l’ignaro spettatore in mondi fiabeschi in cui regnano e dominano animali e cose strane. Un mondo fatto di visioni, suoni, odori, percorsi labirintici, foreste di plastica e vegetazione metallica. La mostra, curata da Enrico Crispolti in collaborazione con Simone Dubrovic e magistralmente allestita da Massimo di Matteo e Mauro Tarsetti, guida i sensi del visitatore attraverso un percorso di 20 ambientazioni disposte secondo un asse cronologico e suddivise per cicli tematici. Sculture sì, dunque, ma anche installazioni ambientali, disegni, pirografie e scenografie vere e proprie, memori di una nostalgica “Dolce Vita” che Trubbiani rivive durante la collaborazione al film “E la nave va” di Federico Fellini fra il 1981-’83. Una mostra per cui si consiglia di raddoppiare (ma anche moltiplicare) la visita e fare, una delle due (o più), tassativamente con gli occhi chiusi perché, l’intento pienamente riuscito del Museo tattile statale Omero, promotore della mostra, è proprio quello di permettere anche ai non vedenti di vivere le opere e le ambientazioni attraverso il tatto, gli odori, i suoni e i fruscii, nonché i diversi tipi di pavimentazione che ingannano e sorprendono il fruitore, che non è più solo un freddo utente e spettatore, ma si trasforma in un “camminatore di fiabe”, fra poesie volanti, animali appesi e micro mondi tutti da scoprire.

Notizie in breve Ancora pochi giorni per visitare la LXII Rassegna d’arte del “Premio G. B. Salvi” di Sassoferrato (quest’anno conferito all’artista jesina Simona Bramati). Degna di merito la retrospettiva dedicata all’artista Guelfo da Fabriano con opere databili fra il 1957 e il 1997. In mostra anche alcune opere di Pablo Picasso, René Magritte e André Masson appartenute all’artista e provenienti dal Museo Guelfo di Fabriano.


Sempre a Fabriano è stata inaugurata sabato 27 ottobre, presso la Pinacoteca B. Molajoli la mostra “Ri-cicli, bici d’autore” a cura di Giuseppe Salerno in collaborazione con INarte. La mostra resterà aperta fino a domenica 11 novembre.



L’opinione Laura Coppa Leonardo Cemak: “Gentile a Fabriano” È la prima forma d'arte con cui si viene a contatto. Prima ancora di sapere leggere e scrivere, gli occhi di ogni bambino incontrano quelle immagini sui libri d'infanzia che rimarranno a vita relegate nella mente come qualcosa di sacro. Una forma di rispetto che non si trasforma crescendo e che non muta nella corsa alla fruizione dei svariati generi che il panorama artistico coevo propone. Una sorta di timore referenziale amplificato da quei soggetti che sono vere e proprie soglie, inizializzazioni e passaggi che – come singoli blocchi contigui – piastrellano lo scorrere della vita. Leonardo Cemak sviscera e gioca con le emozioni profonde che sono di tutti. Boschi notturni come scenario dello scambio continuo fra vita e morte, fronde spiritate di grafite dove, in mezzo al nero della notte, bagliori istantanei vengono immortalati come visioni extraterrene, extrasensoriali o solo come scherzi che l'occhio fa, nel patetico tentativo di riprendersi uno spettro di luce da qualcosa che l'ha interamente assorbita. Figurette sacre degli scorsi secoli, silenziose tappe per i pellegrini, ex-voto o totem commemorativi inselvatichite in mezzo alla vegetazione e al sottobosco: interventi umani che la natura forte e testarda artiglia nel suo ribadire ciò che è suo. La mostra “Gentile a Fabriano” raccoglie l’intero percorso di Leonardo Camak: la sua formazione da illustratore e vignettista di satira sociale e politica, la sua passione per quegli angoli reconditi del territorio marchigiano completamente sperduti del preappennino in cui opera e, infine, i suoi segreti, quelli che con i boschi condivide e custodisce gelosamente. Noi, spettatori del suo mondo, possiamo solo gustare quei segni netti di nera china: piccole parti dotate di senso, ma coinvolte nell’interazione per la costruzione di un magnifico paragrafo segnico. Ci è concesso il privilegio di cogliere quel luccicare improvviso del bianco sfumato direttamente dal nero e intenti ad ammirare, siamo incoscienti in bilico sull’al di qua del foglio.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

MOLISE

Molise tra collezionismo e contemporaneo. Grazie al lavoro della soprintendenza per i beni storico-artistici, nella persona del soprintendente Daniele Ferrara, anche il Molise, da qualche mese, può vantare un suo piccolo polo museale di indubbio interesse che spazia dall’arte barocca, al collezionismo ottocentesco fino ad arrivare al contemporaneo. In collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Campobasso è stato aperto uno spazio museale ubicato in Palazzo Pistilli (Salita San Bartolomeo, 18) nel centro storico di Campobasso, con la mostra I Colori delle Emozioni. Il collezionismo di Giuseppe Ottavio Eliseo e Michele Praitano per Campobasso e il Molise. Nelle rispettive ricerche collezionistiche Eliseo e Praitano manifestano attenzione verso la pittura napoletana e italiana a partire dal Sei-Settecento. La mostra vuole essere testimonianza della sensibilità culturale dei due collezionisti, del loro amore per l’arte e della loro generosità verso la propria terra. Contemporaneamente a Termoli è stato aperto uno spazio espositivo permanente presso la galleria di Corso Umberto I che raccoglie una selezione di opere, appena restaurate o in corso di restauro, che vengono dai depositi del prestigioso Premio Termoli, giunto quest’anno alla 57° edizione. Nella selezione il meglio della scuola romana e del panorama italiano degli anni ‘70: Marotta, Pace, Pisani, Rulli, Schifano, Angeli, Festa, Uncini, Mattiacci, D’Angelo, Biggi, Dadamaino, Accardi. Proprio in questi giorni la Provincia di Campobasso – Assessorato al Turismo, in collaborazione con l’Associazione MuSE e con il Patrocinio dell’Ufficio Scolastico Provinciale, presenta il Progetto “Andiamo al Museo”, che coinvolgerà circa 400 alunni delle scuole primarie, medie e superiori della Provincia di Campobasso, promuove laboratori didattici tra Scuola e Museo, con lo scopo di incoraggiare la mobilità turistica interna e la conoscenza del territorio molisano. I Musei Partner del progetto sono il Museo Civico di Baranello, il Museo dei Misteri di Campobasso, Palazzo Pistilli di Campobasso, il Museo Provinciale Sannitico di Campobasso, il Maack di Casacalenda, il Museo delle Arti e della Tradizione Contadina di Riccia, Rete Atelier Molise e il Cantiere di restauro della Collezione di arte contemporanea del Premio Termoli. Il Progetto si articolerà tra laboratori didattici, svolti a Scuola o nei Musei, e visite guidate nei musei, condotte con modalità interattiva. Tommaso Evangelista



La Galleria Officina Solare è un’Associazione culturale onlus che opera, con questo nome, dal 2010 a Termoli. E’ uno spazio sperimentale, una piccola project room a disposizione della creatività molisana per dare visibilità e professionalità agli artisti emergenti e offire uno spazio vitale agli artisti maggiormente storicizzati. Lavora attraverso personali e collettive realizzando più di quindici mostre l’anno. Contemporaneamente svolge progetti di ricerca e concept originali. Nell’ultimi due anni si segnala il lavoro sulla street art locale e nazionale e il legame con l’ambiente dell’avanguardia romana tramite la collaborazione col maestro Sergio Lombardo. Tra i vari concept interessante la ricerca su ipotesi di un’arte interattiva. Il nome “Officina Solare” deriva dal titolo di una scultura di Ettore Colla del 1964 presente nella Galleria d’arte Moderna di Roma, ed è stato scelto oltre che per omaggiare il grande artista, anche per il fascino della combinazione delle parole che rimanda magnificamente a un luogo dove è possibile realizzare la luce della conoscenza. Officina Solare Gallery Via Marconi, 2 Termoli (CB) http://www.officinasolaregallery.com/


L’opinione di

To m m a s o E v a n g e l i s t a Nino Barone. Continuità e frammento del segno. Dalle Y dei primi anni ’90, tracce serializzate in bilico tra informale segnico e comunicazione, ai Geocartoon, archetipiche scarnificazioni dell’urbano ridotto a traccia e mappa su fondi ambientali e vitali, fino alle ultime decostruzioni con le linee che, ormai disgregate, proseguono per frammenti di spazio modulato in maniera disorganica, Nino Barone prosegue la ricerca all’interno della superficie pittorica. E’ mutato lo sfondo, diventato ormai frammentario e prismatico, si sono modificati gli inserti cromatici che fungono da scena, diventati ora geometriche e piatte figure colorate, si sono diradate le linee che organizzavano le mappe. Si avverte pertanto il senso di una perdita ed un certo pessimismo di fondo poiché i lavori, pur impostati su solidi segni linguistici (cifra stilistica personale ormai acclarata) che scavando nell’essenza di un sistema globale veicolano tracce intime sottoforma di comunicazioni, più che aprirsi alla vitalità del colore, unico elemento capace di liberare l’uomo dalla pesantezza dei luoghi, sembrano retrocedere. Il colore è confinato in moduli geometrici mentre intorno domina uno spazio decostruito. Il segno e il sistema spaziale che amplifica le figure diventano allora frammenti modulari incerti ma in forte tensione e legame tra loro nel tentativo di creare persistenze e memorie; come sintetizzato brillantemente dal filosofo Giuseppe Siano infatti, “Barone è un pittore che cerca nella continuità del segno concettuale la sua poetica visiva”.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

LAZIO

Johannes Vermeer

Scuderie del Quirinale - 27 settembre 2012 – 20 gennaio 2013 Finalmente a Roma una rassegna su Johannes Vermeer, massimo esponente della pittura olandese del XVII secolo e non rappresentato nelle collezioni italiane. La mostra delle Scuderie del Quirinale include, infatti, un’accurata selezione di opere di Vermeer – rarissime e distribuite nei musei di tutto il mondo - e all’incirca cinquanta opere degli artisti olandesi suoi contemporanei. Il visitatore potrà, quindi, non solo familiarizzare con questo genio artistico dalla vita ancora oggi avvolta dal mistero, a cominciare dalla sua data di nascita tuttora sconosciuta, ma anche comprendere come l’opera del maestro di Delft si sia rapportata con gli altri artisti attivi nella sua città natale e nei vicini centri di fermento culturale quali Amsterdam, Haarlem e Leida. In anni recenti l’arte olandese è stata abbondantemente e universalmente studiata e diverse rassegne espositive le sono state dedicate in Inghilterra, Olanda, Germania, Giappone, Spagna e Stati Uniti tutte memorabili ma lontane, nel tempo e nello spazio. Oggi, le Scuderie del Quirinale sono orgogliose di poter offrire questa mostra straordinaria e il suo catalogo che aiuteranno a comprendere e conoscere la pittura olandese e questo grande, indiscusso e assoluto maestro.

Biglietti

Intero € 12,00 Ridotto € 9,50

Orario

Da lunedì a giovedì dalle 10.00 alle 20.00 venerdì dalle 10.00 alle 22.30 sabato dalle 9.30 alle 22.30 domenica dalle 9.30 alle 20.00

Aperture straordinarie del periodo natalizio 2012

Lunedì 24 dicembre: 10.00 - 15.00 - Martedì 25 dicembre: 16.00 - 20.00 mercoledì 26 dicembre9.30 - 20.00 - Lunedì 31 dicembre: 10.00 - 15.00 Martedì 1 gennaio: 16.00 - 20.00 (L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura) Le immagini e i testi di queste pagine sono prelevati dal sito della Regione


Renato Guttuso 1912-2012 5 ottobre 2012 - 3 febbraio 2013

Roma, città in cui Renato Guttuso visse per oltre cinquant'anni lo celebra, in occasione del centenario dalla nascita, con una grande mostra: cento dipinti rappresentativi dell'intero arco creativo dell'attività del maestro siciliano.Per capire Guttuso è fondamentale poter approfondire la sua straordinaria capacità di intessere rapporti con altri artisti, anche impegnati in discipline diverse. Scrittori come Moravia, scultori come Moore, Manzù, poeti come Pasolini e Neruda, registi come Visconti, ebbero con lui rapporti di feconda collaborazione da cui sono nate illustrazioni per libri, scenografie, sodalizi talvolta sviluppatisi in movimenti artistici. Guttuso, stabilì nella capitale il centro nodale delle sue relazioni e la dipinse, rappresentandone l'aspetto più intenso e profondo, sociale, politico, ma anche religioso. Attraverso le sue visioni del Colosseo, dei Tetti di Via Leonina, delle misteriose presenze nei giardini pensili romani, che emergono nella Visita della sera, scopriamo una Roma diversa, vibrante. Fabio Carapezza Guttuso - Enrico Crispolti ORARIO: aperto tutti i giorni Lun.-Giov. 9.30-18.30; Ven.-Sab. 9.30-22.30; Dom. 9.30-19.30 TARIFFE: l’ingresso € 12,00 - ridotto € 8,50


DOMENICO LASALA

Galleria ARIELE Arte Contemporanea QUESTO SPAZIO E’ RISERVATO ALLE GALLERIE D’ARTE DELLA BASILICATA, PER MAGGIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI A: redazione@rivista20.com


L’opinione di Angelo Andriuolo HECTOR RIGEL

La Tela rincorre sé stessa La tela rincorre sé stessa, si dilata naturale e spontanea verso l’esterno seguendo draconiane simmetrie. Si avviluppa e si snoda, si rialza per poi precipitare, gira in tondo per poi assumere una direzione precisa e decisa. Un ritmo assoluto di una purezza estrema, “schema” e “timbro” come una musica. Un labirinto delle emozioni, ma contenente in sé anche le “istruzioni per l’uso”. Sfere perfette, piccoli monoliti, cerchi concentrici si susseguono in una esplosione cinetica di luci e ombre cangianti, calibrate e organizzate in un disegno d’insieme impressionante in cui l’occhio dell’osservatore accarezza ed è accarezzato dalle curve sinuose che si dipanano incessanti in continue partenze, soste e ripartenze. Quello in cui ci accompagna Hector Rigel è un vero e proprio viaggio rituale, quasi iniziatico, nei meandri della mente, contrassegnato da potenti, ed evidenti, citazioni concettuali. Nelle sue opere percepiamo, infatti, l’ordine magico definito e immutabile della natura, lo scorrere del tempo, lento ma inarrestabile, la contrapposizione/completamento dello Yin e dello Yang, la ricerca del Feng-Shui e, infine, dell’Armonia.

Inusuali colori, abbacinanti lucidità, sorprendenti rugosità rendono particolarissime queste estroflessioni, e conferiscono alle opere dell’artista una unicità espressiva contribuendo a creare una cifra di estrema riconoscibilità e appartenenza. Non solo in bilico fra pittura e scultura, ma addirittura “oltre” la pittura e “oltre” la scultura. Il suo è un “non mondo” dove il mondo reale si riflette e l’immagine che ne scaturisce è mondata da imperfezioni, pulita, lineare, a tutti comprensibile nella sua bellezza oggettiva nonostante concepita e partorita in un cammino totalmente privato e soggettivo. Un viatico di armonia e semplicità sempre pronto, disponibile, accessibile, pratico. Per chi lo sappia accogliere.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

ABRUZZO

MUSEO DELLA MARSICA Il Museo d'Arte Sacra della Marsica, che ha sede nel castello Piccolomini di Celano, è sorto per la decisa volontà del Soprintendente Renzo Mancini, in collaborazione con la Diocesi dei Marsi, per esporre, tutelare e valorizzare il patrimonio artistico marsicano. La raccolta museale è costituita da opere d'arte precedentemente esposte nel Museo Nazionale di L'Aquila e opere provenienti dal Museo di Palazzo Venezia di Roma, dove erano state trasferite in seguito al terremoto del 1915; nel Museo sono confluiti inoltre quei beni artistici che non godevano delle necessarie misure di sicurezza nelle chiese in cui erano custoditi. Si è data in tal modo l'opportunità ad un vasto pubblico di conoscere e apprezzare l'arte marsicana messa in risalto dal maestoso complesso architettonico in cui il Museo è collocato. Il Museo, interamente ubicato al piano nobile, si apre con una sezione didattica nata dall'esigenza di presentare al visitatore gli aspetti storico-geografici del contesto culturale da cui provengono le opere esposte; seguono undici ampie sale articolate in più sezioni: scultura (lapidea e lignea), pittura (murale, su tela e su tavola), oreficeria e paramenti sacri. Le opere interessano un ampio arco di tempo che va dal VI al XIX secolo; particolare attenzione meritano le ante lignee (sec. XII), la stauroteca (sec. XIII) ed il trittico (sec. XIV) provenienti da Alba Fucens, il dipinto su tavola (sec. XV) raffigurante la Vergine attribuito ad Andrea Delitio e la croce processionale degli Orsini datata 1334. Nel 1992 sono state inaugurate le prime due sezioni, due anni dopo il Museo è stato completato con l'apertura al pubblico di tutte le sale espositive; la struttura dispone di una sala conferenze e di locali adibiti a mostre temporanee. Nel 2003, al primo nucleo dedicato all'arte sacra, si è aggiunta la "Collezione Torlonia", acquisita nel 1994 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e gestita dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Abruzzo.Ovid qui con re et odis voluptus et impeliquam volupta consequunt voloribus es et repudam quodi di re volupta sum asit delectet erferiae net eosaepta peris dolore netus necatet quasi doluptam et harcips andunte la intem faces ipient molorpo rerumquos sum dolor rem. Ovid eum eatio commolu ptaest, solupti ncimolo reperum es abore, corum consenduciis molorecto ium que sim ant ipisiminum eos velestr uptatia dunt. Esequo et eossimus eum eum et labore, cusa volorae omnis ut ex est, sus es con prectaquis ab imus commolu ptassimpore peris ernat. Ibusa estiumquam fugit porem. Ovit provitibusa is necat officipitiis cum quiatis susamus doluptam, cupisto maximus elestrum ea in erupta archillat.

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Abruzzo Via Filomusi Guelfi snc - 67100 L’Aquila Tel (+39) 0862 446148 | Fax (+39) 0862 446101 MAIL: dr-abr@beniculturali.it PEC: mbac-dr-abr@mailcert.beniculturali.it http://www.abruzzo.beniculturali.it/ Le immagini e i testi di queste pagine sono prelevati dal sito della Dir. Reg. per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo



LORIS LOMBARDO

www.lorislombardo. altervista.org


L’opinione di BARBARA VINCENZI Il gioco delle apparenze: Antonio Caramia

Nelle opere di Antonio Caramia ritorna sempre con forza ed eleganza la cultura della sua terra: la Puglia. Colori brillanti si amalgamano piacevolmente ad elementi caratteristici del salento e a dettagli e simboli più giocosi, che preludono a messaggi criptici, velatamente ironici sull’attualità. Ed ecco che ci appare inaspettatamente la Cattedrale di Trani immersa nelle limpide acque marine, fra rocce stratificate incorniciate sinuosamente da maestosi ulivi. L’immagine serena e sacrale del luogo di culto viene interrotta dalla disgregazione della torre che, come se fosse carta ritaglia, si apre facendo fuori uscire una scia di sedie affastellate con tanto di anziane in preghiera, che si propaga verso l’alto, terminando in tanti cuori rossi che si ricamano nel cielo limpido di

blu cobalto. La fragilità dell’Istituzione ecclesiastica e l’ottusità che nasconde il credo religioso, sono un messaggio veicolato tramite una piacevole immagine illustrativa. In “MadeinPuglia” l’uomo buffo in volo con l’ombrello fa da cardine all’intero assetto rappresentativo, portandoci verso un immaginario collettivo e fantastico. Sotto di lui, uno strato spesso di bagliori e nuvole rosse divide l’immagine di due zone: una immersa nella luce solare, l’altra più buia ed introspettiva. Temi odierni velati dal gioco, ci conducono ad un livello più alto di comunicazione di non superficiale lettura. . www.antoniocaramia.it


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

PUGLIA

Sabato 22 settembre 2012 è stata inaugurata la mostra Dipinti del Barocco romano da Palazzo Chigi in Ariccia. L’esposizione, curata da Francesco Petrucci, conservatore di Palazzo Chigi di Ariccia, presenta una selezione di 40 importanti dipinti del XVII secolo conservati nel Palazzo Chigi di Ariccia (Roma), sede del Museo del Barocco Romano, punto di riferimento internazionale per gli studi sul collezionismo e sull’arte barocca italiana. La finalità dell’evento è proporre uno stimolante gemellaggio tra il Barocco leccese e il Barocco romano: due dei principali centri del Barocco in Italia................................................................................................................. La mostra vuole anche ricordare il legame della Puglia con la famiglia Chigi, poiché Fabio Chigi, papa con il nome di Alessandro VII (1655-1667), artefice della trasformazione di Roma nella capitale del Barocco (piazza San Pietro, piazza del Popolo, piazza Colonna, etc.), era stato in precedenza vescovo di Nardò. Vengono esposti capolavori di grandi artisti del Seicento: Giovan Battista Gaulli, Ferdinand Voet, Francesco Trevisani, Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino, Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato, Carlo Maratti, Viviano Codazzi, Mattia Preti, Salvator Rosa, Pier Francesco Mola, Pietro da Cortona, Andrea Pozzo e Gian Lorenzo Bernini. L’intento è quello di offrire un quadro indicativo incentrato sull’evoluzione della pittura barocca romana per circa un secolo. Le opere esposte provengono soprattutto dalla collezione Chigi, ma anche dalle prestigiose collezioni di Fabrizio Lemme, Maurizio Fagiolo, Oreste Ferrari e Renato Laschena, confluite per donazione nel Palazzo Chigi di Ariccia. L’esposizione è articolata in sezioni tematiche, che corrispondono ai diversi generi pittorici presenti nel Seicento: pittura di ritratto, tesa a celebrare i personaggi importanti delle casate, pittura di paesaggio e veduta, spesso con l’illustrazione dei feudi di famiglia, pittura decorativa, con modelli e bozzetti finalizzati alla realizzazione di cicli decorativi in chiese e palazzi, pittura per pale d’altare con modelli o bozzetti per dipinti in chiese e cappelle private e infine pittura da quadreria per le collezioni private in palazzi e ville. La mostra di Cavallino, la prima in cui un nucleo significativo di dipinti del Museo del Barocco Romano viene esposto fuori dalla sua sede, verrà poi ospitata con alcune variazioni nel 2013 presso il Museo di Belle Arti di Buenos Aires. Accompagna l’esposizione un catalogo pubblicato da Cangemi Editore (Roma) e curato da Francesco Petrucci. Palazzo Ducale dei Castromediano Cavallino (LE) inizio: 22 settembre 2012 - Fine: 16 dicembre 2012 Orario: 9,30-12,30 / 16,30-20,00, chiuso il lunedì Telefono: 0832 617210 Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali


Primo Piano LivinGallery ARTISTI IN MOSTRA: FATMA ALMAZROUIE (Emirati Arabi), SILVIA DE GENNARO (Roma), SUSAN DUTTON (Usa), EVRIM ÖZESKICI (Turchia), SALVATORE FRISENDA (Lecce), MARIA LUISA IMPERIALI (Milano), MASSIMILIANO MANIERI (Lecce), ARNALDO MICCOLI (Lecce), MISTER KOPPA (Usa), MILENA JOVIĆEVIĆ (Montenegro), GUN MATTSSON (Svezia), ALESSANDRO PASSARO (Lecce), STUART ROSS SNIDER (Usa), HELLE RASK CRAWFORD (Danimarca), ANDREI VARGA(Irlanda), LAURA J. VICTORE (Usa).

Primo Piano LivinGallery Viale G. Marconi 4 Lecce, Italy 73100 tel/fax: 0832.30 40 14 www.primopianogallery.com primopianogallery@libero.it GIORNI E ORARI: dal lunedì al venerdì dalle ore 11-13/16-19:30

sabato: 17-19



L’opinione S P A Z I O R I S E R VAT O A Critico/Curatore della Puglia

Questa Rivista nasce dall’esigenza di creare una rete di rapporti con artisti e operatori del settore al fine di far emergere talenti e creatività presenti e sommersi nelle nostre varie regioni e in tal modo valorizzare le realtà artistiche del nostro territorio nazionale. Pertanto intendiamo.coinvolgere per ogni regione Critici, Curatori, Galleristi, Associazioni Culturali e Artisti, offrendo a ciascuno uno spazio dove poter far conoscere e pubblicizzare le loro specifiche attività. Ciò permette a chi sia interessato, di avere un agevole punto di riferimento su tutto il territorio circa le opportunità istituzionali e private (ivi presenti). Apriamo uno spazio per condividere esperienze, sensazioni, opinio ni e permettere una reale collaborazione e scambio tra le varie realtà culturali italiane nonchè una finestra verso il mondo internazionale. Intendiamo cioè superare per quanto ci compete l’attuale frammentazione espositiva e propositiva e far emergere quanto di meglio affiora nel nostro settore. Vi invitiamo pertanto ad aderire alla nostra iniziativa scrivendoci a: direzione@rivista20.com


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

BASILICATA

Reperti archeologici ritrovati da Domenico Ridola Incontro con..."Domenico Ridola" La mostra, allestita in occasione del centenario dell’istituzione del Museo, valorizza la poliedrica personalità del fondatore, acuto archeologo, medico illustre, politico e amministratore autorevole, bibliofilo, collezionista. La rassegna, oltre ad offrire un doveroso omaggio alla figura di Domenico Ridola, sottolinea il valore e l'attualità delle sue ricerche archeologiche che hanno rivoluzionato le conoscenze sulle vicende storiche più antiche della città di Matera e del suo territorio.Le ricerche sono riprese negli ultimi decenni con scavi e progetti di studio in collaborazione con enti di ricerca nazionali ed internazionali. L'iniziativa è promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata Inizio: 19 maggio 2012 / Fine: 31 gennaio 2013 Costo del biglietto: Gratuito ; Per informazioni 0835 30058 Prenotazione: Facoltativa; Telefono prenotazioni: 0835 30058 Luogo: Matera, Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola Orario: 9.00-20.00 Telefono: 0835 31158 Fax: 0835 31158 E-mail: sba-bas.materamuseo@beniculturali.it Sito web: http://www.archeobasilicata.beniculturali.it Matera, Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola Indirizzo: Via D. Ridola Provincia: (MT) Regione: Basilicata Telefono: 0835 31158 Fax: 0835 31158 E-mail: sba-bas.materamuseo@beniculturali.it Sito web: http://www.archeobasilicata.beniculturali.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


ENZO BRISCESE

Paesaggio torinese - omaggio a Casorati 60x70 cm - t.m. su tela - 2011

Galleria ARIELE Arte Contemporanea QUESTO SPAZIO E’ RISERVATO ALLE GALLERIE D’ARTE DELLA BASILICATA, PER MAGGIORIINFORMAZIONI RIVOLGERSI A: redazione@rivista20.com



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L’opinione di Giovanna Arancio

CONTAMINAZIONI NEOESPRESSIONISTE “Contaminazioni neoespressioniste” definisce la cifra linguistica che funge da denominatore comune alle opere che sono in esposizione in questa mostra, inoltre la scelta del plurale sottolinea che le interazioni sono di diverso tipo così come anche le manifestazioni del neoespressionismo sono molteplici. E’ da precisare che nel nuovo millennio persino le rivisitazioni storiche più rigorose tengono conto della presenza dell’informale, dell’assemblaggio, della simultanea compartecipazione di diversi codici di comunicazione visiva e le contaminazioni si intersecano e si trasformano di continuo. L’espressionismo dei primi decenni del Novecento prepara e in parte forgia l’exploit neoespressionista degli anni Ottanta e del precedente decennio figurativo tedesco ( e inglese) in sottotraccia. La figurazione in senso lato si afferma nell’ultimo scorcio del secolo scorso con l’esaurirsi della fase più’ interessante del concettuale e con l’affermarsi di un nuovo mercato emergente e vivace; oggi invece una parte dell’area figurativa si sta invece sfilacciando tra i fasti dello status symbol e tra le superficiali attrazioni di una provocazione di facciata. In queste lobby e’ andata persa sia quella tensione vitale e drammatica del primo provocatorio espressionismo sia la sfrenata voglia di libertà e di riprovare ad emozionarsi , prerogative peculiari della nuova ondata neoespressionista. Quest’ultima ha rinnovato e perseguito con forza d’urto quella iniziale e inquietante spinta dei primi decenni del secolo scorso nei confronti di un mondo difficile da vivere. Fa pensare il fatto che tra le peculiarità delle varie forme del vecchio e nuovo espressionismo ci sia il progressivo scardinamento della composizione tanto che il dettaglio si sgancia dal suo ruolo abbattendo ogni gerarchia, mentre vengono eliminati le proporzioni e ogni residuo di naturalismo cromatico e formale. Scompaiono narrativa e descrizione, sostituiti da un incalzante tentativo di andare oltre l’apparenza delle cose , di semplificarne le immagini, e ciò’ porta a considerare insufficiente ogni figura, “schiava dell’occhio”. Forzando verso una tematica esclusivamente volta verso l’interiorità si rischia di azzerare il valore della realtà esterna a vantaggio di una visione totalmente soggettiva che può sconfinare nell’astratto. La strada che va dal rigetto del naturalismo alla propensione per lo scioglimento dell’immagine, e’ lastricata di passaggi in cui il visibile cede al lavorio dell’inconscio che cattura emozioni e sentimenti rendendo superflua la “superficialità’ “ della vita esteriore...................................................................................................................................................................... E’una direzione che conduce al lirismo di Kandinsky............................................................ Restando nel figurativo emergono dei rimandi al passato di per sé contrastanti..................................................................................... “Die Brucke”, Il Ponte, si proponeva, ad esempio, di “gettare un ponte”, una sorta di speranza; in realtà’ i suoi artisti del primo novecento erano per lo più figurativi apocalittici e veri antenati dei “Nuovi Selvaggi”, l’ala e strema del neoespressionismo tedesco. Dopo la stagione del realismo grottesco e satirico della “Nuova Oggettività” ricordiamo, rapidamente, a volo d’uccello, grandi artisti come l’inglese Bacon, i tedeschi Baselitz e Auerbach, l’italiano Cucchi, l’americano De Kooning, Basquiat, etc., i quali prepararono o percorsero, nella seconda metà del Novecento, il terreno adatto alla ripresa di un’arte intensamente sentita e manualmente rivalorizzata. In mostra non troviamo segni nichilisti di messaggi virulenti, prevalgono invece il desiderio di riscatto di kokoschkiana memoria, oppure un crudo e insieme poetico richiamo alla responsabilità’, una ricerca catartica o un’ironica e insieme lucida consapevolezza dell’oggi, coraggiosamente ludica.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

CAMPANIA

Sol LeWitt. L’artista ed i suoi artisti

14 Dic 2012 09:00 - 01 Apr 2013 20:00 Museo MADRE Napoli

Dal 14 dicembre 2012 al 1 aprile 2013 il Museo MADRE di Napoli ospita la mostra Sol LeWitt. L’artista e i suoi artisti, a cura di Adachiara Zevi. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Donnaregina e sostenuta dalla Regione Campania, è in parte frutto della partnership con il Centre Pompidou di Metz e con la Fondazione Sol LeWitt di Chester, Connecticut. Dopo Napoli, la mostra della collezione di Sol LeWitt sarà esposta a Metz dal 19 aprile al 29 luglio 2013. La mostra è il primo omaggio museale italiano reso a questo grande protagonista dell?’arte contemporanea internazionale (LeWitt nasce a Hartford, Connecticut nel 1928) dalla sua scomparsa nel 2007 a New York, a 78 anni. Come suggerisce il titolo, l’esposizione intende mostrare il carattere polimorfo La mostra di Napoli illustra con originalità un percorso artistico di quasi 50 anni suddividendolo in tre sezioni, corrispondenti ad altrettanti nuclei tematici, con opere inedite progettate dall'artista e realizzate oggi dai suoi assistenti, con opere mai esposte al pubblico precedentemente, con opere infine di altri artisti ma collezionate da LeWitt. Il percorso delle Luci d’Artista si sviluppa su emozioni antiche e nuove suggestioni. Il Giardino incantato continua a germogliare nella Villa Comunale e nelle strade principali del centro storico arricchendosi, in questa edizione, di un riferimento alle saghe nordiche. Gli Elfi e le fate accompagnano i visitatori nell’esplorazione di un mondo fantastico e sorridono felici e dispettosi tra archi di luce ed angoli antichi. Dal lontano Oriente compaiono Lanterne e Draghi. Un omaggio ad una cultura millenaria che è sempre più vicina alla nostra vita quotidiana in una globalizzazione mitologica affascinante. I Tappeti Volanti ci trasportano nel mondo delle Mille ed una Notte dove l’impossibile diventa reale. Ulisse continua a solcare le Strade del Mito testimone mirabile dell’avventura umana sempre sospesa tra ignoto e coraggio. Spuntano dalla notte anche astri, pianeti ed elementi siderali mentre a completare la festa luminosa giungeranno maxi alberi e slitte.

Luci d’Artista Per maggiori informazioni: www. comune.salerno.it www. lucidartista.comune.salerno.it/


FRANCO SENESI “FINE ART” SPAZI ESPOSITIVI

CAPRI Via V.Emanuele 50 - 80073 Capri (NA)

Tel +39 081 837 8828

Situato nel cuore del centro storico in una delle vie più eleganti ed esclusive di Capri, a pochi passi dal famigerato “piazzetta”. La galleria promuove ad una clientela selezionata di opere d’arte da collezione uniche di artisti italiani di riconoscimenti nazionali e internazionali.

POSITANO MAIN gallery

Via dei Mulini 16 - 84017 Positano (SA)

Tel +39 089 875 257

Nel pieno centro di Positano, la galleria offre uno spazio ampio ed accogliente dove si ha il piacere di trovare mostre personali e collettive di artisti contemporanei importanti e ricercati sia su scala nazionale e internazionale. Si tratta di un punto di riferimento fondamentale a Positano per tutti i collezionisti e appassionati d’arte.

RAVELLO Piazza Duomo, 10 - 84010 Ravello (SA)

Tel +39 089 85833

Nella panoramica piazza del Duomo a Ravello, un luogo di incontro storico per entrambi gli artisti e intellettuali. La galleria offre al visitatore un pennello raffinato seducente con arte.


GALLERIA GINO RAMAGLIA dal 14 Gennaio 2011 al 30 Gennaio 2012 Napoli

Mostra antologica del pittore Claudio Lezoche

La sua è una figurazione all’apparenza semplice e quasi severa, che ama rappresentare le cose con profili netti e ordinate partiture chiaroscurali, ma che conosce anche momenti di un pittoricismo delicato capace di accogliere qualche preziosa insinuante tenerezza. Ed è giusto rilevare oggi come la coerenza apportata rispetto al rapido mutare delle mode sia rimasta una caratteristica della pittura di Claudio Lezoche, che aveva e ha conservato in seguito una tensione interiore tradotta in immagini di lieve trasalimento metafisico. Lezoche Claudio. Napoli, 1929. Pittore e disegnatore. Dopo aver conseguito la maturità artistica compie i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Inizia la sua attività nel 1950. Dal 1954 al 1986 insegna al Liceo Artistico di Napoli. Partecipa negli anni Cinquanta a diverse edizioni della Quadriennale di Roma. La prima personale si tiene sempre a Roma, presso la Galleria Zanini, nel 1959. Partecipa al Premio Michetti nel 1959 ed è invitato al Premio Ramazzotti nel 1966. Negli anni successivi diverse sono le sue partecipazioni sia in Italia che all’estero. Un’importante monografia del 1983 è stata curata da Franco Solmi; altre due seguiranno nel 1990 e 1997. Artista prettamente figurativo, tratta nelle sue composizioni i temi della quotidianità, risolti in composizioni di grande rigore strutturale e cariche d’inquietanti allusività. Bibl.: Claudio Lezoche - Itinerari, Napoli, 1983; Claudio Lezoche, Opere 1980/1990, Ferrara, 1990; Claudio Lezoche -Disegni e tecniche miste 1975/1997, Napoli, 1997; Claudio Lezoche, Napoli, Villa Comunale-Casina Pompeiana, 2000.

GALLERIA GINO RAMAGLIA - Via Broggia 9/10 -80135 - Napoli orario: lunedì a domenica ore 10-17

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vernissage: 14 gennaio 2012. ore 17.30


L’opinione di Annamaria Parlato Pamart Consulenza e Progettazione Culturale - www.pamart.it

Paolo Signorino Salerno, Via dei Mercanti n.20. Qui l’atelier, il luogo della creazione, della memoria, presso questo indirizzo Signorino recupera tracce, segni, rende nella sua pittura l’elaborazione di un forte e tenero legame istintuale con le “cose della natura”. Professore al Liceo artistico, attualmente vive e lavora tra Salerno e Ravello, meta prediletta per dipingere e disegnare, emblema della solarità mediterranea. La sua produzione è presente sullo scenario artistico nazionale da oltre quarant’anni, a partire dal 1955 con la prima mostra personale presso il Circolo Sociale di Battipaglia (SA), suo paese natio. Si è distinto con riconoscimenti e premi, tra questi: l’VIII Premio Lario Cadorago a Como nel 1975, il IX Premio Lario Cadorago sempre a Como nel 1976, ha partecipato alla XV Biennale d’arte Nazionale ad Imola nel 1976, ed è stato invitato per il Padiglione Italia “Ambiente come sociale” alla 37º Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia nel 1976 e alla 54º Biennale di Venezia per il 150º Anniversario dell’Unità d’Italia -Regioni a cura di Vittorio Sgarbi Pontecagnano Faiano- nel dicembre 2011 e gennaio 2012. Se decidessimo di riassumere in percorsi artistici ben precisi tutti gli anni della sua produzione, dovremmo ricordare gli anni ’60 come quelli legati ai colori e ai paesaggi della sua terra, gli anni ’70 alla pittura liberty degli interni e degli oggetti d’antiquariato e gli anni ’80 al ciclo sullo scrittore e poeta Marcel Proust. Gli anni ’90 lo vedono impegnato in minuziosissime opere di taglio quasi botanico, con il ciclo di tele sulle specie vegetali e i paesaggi di Ravello, caratteristica presente anche nell’ultima mostra Rosa Rosae del 2012, in cui con maestria riempie le sue tele con rose dai mille colori e profumi, testimonianza di un dialogo o una storia singolare. Poliedrico, sensibile, solitario, riflessivo e fecondo è l’animo di Paolo Signorino, nutrito dallo splendore dell’arte e dall’armonia della natura. Un artista colto e preparato come Signorino, pone a traguardo della propria ricerca soluzioni che sono tali da caratterizzarlo e collocarlo fuori dall'anonimato. Per questo i punti di arrivo di oggi sono tali da indicare in quest’artista, uno dei più sensibili, genuini, validi ed autentici dell’area culturale campana. Soffermiamo per un attimo il nostro sguardo su Poltrona con Pippo del 1974. Tangenzialmente alle creazioni dei pittori dello stil nouveau, Signorino nelle sue nature morte, nei suoi interni degli anni ‘70, con le poltrone dal raffinato design e dalle setose stoffe, sentenzia con il pennello oggetti dal fascino senza tempo; non un punto di non ritorno ma un provocatorio “back to the past”, non esente da reminiscenze espressioniste. È sinfonia e non omofonia dei colori: delimitate da contorni marcati o ogivali, le tinte, mai in collisione, rispondono gaie alla sapiente conduzione dell'artista che dirige la sua orchestra. Il virtuosismo stilistico di Signorino è tale da riuscire a descrivere nei minimi dettagli la consistenza materica degli elementi raffigurati, suggerendone persino la sensazione tattile-visiva. L’immediata piacevolezza cromaticocompositiva dei suoi lavori, erroneamente potrebbe indurre a soffermarsi su considerazioni di carattere puramente estetico. Al contrario, la singolarità della sua poetica nasce da un’originalissima considerazione dell’ispirazione artistica. Il ricordo che permette all’artista di impressionare sulla tela il momento della propria ispirazione, dunque, ha un filtro intellettuale ridotto al minimo, come se quel ricordo non passasse attraverso la mente, ma rivivesse sulla pelle dell’artista stesso. Con il coraggio della coerenza Signorino persegue la propria ricerca espressiva per offrire una possibile chiave di lettura della realtà. Non può essere considerato anacronistico, saper sottrarre forme e sintagmi dalle epoche passate, per suggerire un senso da dare a questo multiforme e travagliato presente.

Poltrona con pippo, 1974, acrilico su tela, cm 70x70


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

CALABRIA

Assessore Mario Caligiuri

Dall'8 dicembre al MACA l'avanguardia torinese degli anni '60 8 Dicembre - 31 Dicembre 2012

A partire da sabato 8 dicembre 2012, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospiterà una mostra incentrata su cinque figure centrali nell’evoluzione artistica della città di Torino e dell’intero panorama italiano della seconda metà del secolo scorso. In un periodo, quale furono gli anni Sessanta, segnato da grandi cambiamenti nel costume e nella società, e da frenetiche sperimentazioni in ambito artistico, il capoluogo piemontese si pose in una posizione di avanguardia, accogliendo a braccia aperte le novità che giungevano d’oltreoceano. Alighiero Boetti, Piero Gilardi, Aldo Mondino, Ugo Nespolo e Michelangelo Pistoletto furono tra i più importanti interpreti di quest’urgenza di novità linguistica e formale. Troppo frettolosamente racchiusi dalla critica entro i confini dell’Arte Povera – a cui tutti, con più o meno intensità, parteciparono –, questi cinque artisti si sono espressi attraverso modalità che spesso avevano poco a che spartire con il movimento nato alla fine degli anni Sessanta. L’intento di questa mostra – realizzata in collaborazione con le associazioni De Arte e Oesum Led Icima – che mette in scena una teoria del suo curatore, il noto critico e storico dell’arte Francesco Poli, è quello di evidenziare quanto questi artisti, nel loro operare, fossero sovente più affini al mondo della Pop Art, che non a quello del poverismo. «Le immagini variopinte delle varie lettere incasellate degli Arazzi di Boetti – scrive Poli – riconducono all’artista anche persone che ignorano qualsiasi altra opera della sua vastissima ed eclettica produzione. Il Gilardi dei Tappeti natura è certamente un artista Pop. Egli è fedelissimo all’aura e canonico precetto del Pop italiano consistente nel riportare le cose tali e quali, con puntuale ricalco, contando sull’inevitabile effetto di estraniamento consistente nel ricostruirle con materiali artificiali e con colori violenti. Mondino è uno degli artisti italiani più eclettici, il cui percorso artistico si muove dalla Pop Art al linguaggio poverista degli esordi, alle molteplici sperimentazioni di tecniche e materiali. Nespolo – prosegue il curatore – ha una radice Pop che ha mantenuto immune da aridità concettuali. Per Pistoletto, infine, l’arte crea immagine, anche se non vuole essere rappresentativa. I mezzi d’informazione e di diffusione producono inesorabilmente la trasformazione dell’opera in immagine, qualsiasi essa sia». Giovedì 6 dicembre 2012, alle ore 10.30, la suggestiva Sala delle Colonne di Palazzo Sanseverino-Falcone, sede del MACA, ospiterà un incontro tra Fracensco Poli e gli istituti, i licei artistici e le Accademie di Belle Arti della Calabria, con l’intento di gettare un nuovo sguardo su cinque artisti che hanno avuto un ruolo rivoluzionario nel panorama artistico torinese e nazionale, per insegnare ai giovani che non sempre ciò che è codificato nel libri di storia dell’arte è l’unica verità possibile. Orario: 09:00-13:00 — 15:00 - 19:00 da martedì a sabato 10:00-13:00 — 15:15 -19:15 domenica Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


DANILO RICCIARDI

Danilo Ricciardi, nasce a Siracusa nel 1958, a soli 12 anni realizza le prime tele con colori ad olio. Trascorre così l'adolescenza dedicandosi agli studi scientifici non tralasciando però la vocazione artistica. Dal 1993 al 1998 si concede una pausa riflessiva ed introspettiva spostandosi dalla Sicilia, all'Umbria , dalla Toscana, alla Francia, dalla Svizzera, alla Germania e all’America. L'amore per la propria città, culla d'arte e cultura, lo riavvicina. Oggi Danilo Ricciardi vive e lavora a Siracusa in quell'incantevole scoglio che ne fà il centro storico. ORTIGIA.


Discepolo

GIRARDI


L’opinione S P A Z I O R I S E R VAT O A Critico/Curatore della Calabria

Questa Rivista nasce dall’esigenza di creare una rete di rapporti con artisti e operatori del settore al fine di far emergere talenti e creatività presenti e sommersi nelle nostre varie regioni e in tal modo valorizzare le realtà artistiche del nostro territorio nazionale. Pertanto intendiamo.coinvolgere per ogni regione Critici, Curatori, Galleristi, Associazioni Culturali e Artisti, offrendo a ciascuno uno spazio dove poter far conoscere e pubblicizzare le loro specifiche attività. Ciò permette a chi sia interessato, di avere un agevole punto di riferimento su tutto il territorio circa le opportunità istituzionali e private (ivi presenti). Apriamo uno spazio per condividere esperienze, sensazioni, opinio ni e permettere una reale collaborazione e scambio tra le varie realtà culturali italiane nonchè una finestra verso il mondo internazionale. Intendiamo cioè superare per quanto ci compete l’attuale frammentazione espositiva e propositiva e far emergere quanto di meglio affiora nel nostro settore. Vi invitiamo pertanto ad aderire alla nostra iniziativa scrivendoci a: direzione@rivista20.com


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

SICILIA

UNA SPLENDIDA “MOSTRA D’ARTE SACRA” PER GRATIFICARE GLI OCCHI ED IL CUORE DA TUTTA ITALIA BEN 26 PITTORI, 8 SCULTORI, UN’ARTISTA DEL RICAMO, 11.POETI

ASSOCIAZIONE SCRITTORI ED ARTISTI DI AGRIGENTO Dopo il successo della prima edizione della Mostra d’Arte Sacra del dicembre 2011, l’importante evento, ormai divenuto un appuntamento di prestigio non solo per Naro ma per tutto il territorio agrigentino, torna con la seconda edizione, sempre ideata ed organizzata dall’associazione "Gin" (Gruppo iniziative naresi) dell’attivissima artista ed operatrice socio-culturale Mariateresa Geraci e con il patrocinio del Comune di Naro e la collaborazione della sezione Auser locale, presieduta da Vincenzo Sillitti. La mostra vede la partecipazione di ventisei pittori provenienti da tutta Italia, di otto scultori ed una ricamatrice presepista, oltre l’intervento di undici poeti. L'inaugurazione si terrà sabato 15 dicembre, alle 19, presso l’ampio e rinomato Museo della Grafica di Naro (in via Piave), con un periodo espositivo fino al 19 dicembre. Si concluderà infine venerdì 21 dicembre, alle 18,30 nella splendida e suggestiva “location”, già sede del 2011, la Chiesa di San Nicolò (in via Dante). Qui si terrà la cerimonia ufficiale di premiazione per tutti partecipanti, in un’atmosfera di festa che sarà resa ancor più significativa dall’inaugurazione del monumentale presepe artistico. Al vernissage e finissage presenzierà il curatore artistico, l’agrigentino Nuccio Mula, professore e docente universitario, critico internazionale d’arte e letteratura. Mariateresa Geraci, presidente del Gin, ha dichiarato: “L’anno scorso mi ritrovai stupefatta ed incredula per la risposta immediata che mi diedero tanti artisti, felici di scegliere proprio questa mostra ideata personalmente per celebrare il Natale e rendere alla festività il giusto tributo d’onore e di fede, con il rilevante livello delle opere dedicate appunto all’Arte Sacra. Un folto pubblico affollò la Chiesa di San Nicolò sia nelle cerimonie ufficiali d’apertura e chiusura, sia nei giorni di visita . Quest’anno sono ancor più felice di constatare non solo la conferma delle adesioni ma anche il notevole incremento delle partecipazioni, con talenti provenienti da tutta Italia, che hanno spedito a loro spese le proprie opere pur di avere il piacere d’essere con noi. Ho gradito altresì l’iniziativa dell’Auser, che ringrazio, nelle persone del presidente Vincenzo Sillitti e del valente artista ed operatore culturale Angelo Barbara, per aver inserito una sezione dedicata ai poeti che, con le loro intense liriche, anch’esse a tema sacro, contribuiranno a creare un’atmosfera natalizia, nella cornice dello stupendo presepe barocco cui io e molti altre abbiamo lavorato per settimane con entusiasmo e devozione”. I nominativi dei partecipanti alla seconda edizione della mostra d’Arte Sacra di Naro sono i pittori : Lina Francesca Amendola, Josè Arnone, Alberto Bongini, Sonia Brancatelli, Grazia Calabrò, Lina Paola Ferraro, Riccardo Fogliano, Mariateresa Geraci, Michele Giardina, Francesca Graceffa, Luisa Lo Verme, Rita Mantuano, Fina Sguali Micciché, Tania Micciché, Federica Mula, Marcello La Neve, Francesco Pacinella, Pierluigi Paviola, Alfonsina Quintini, Maria Rizzo, Amelia Russello, Valentina Russo, Laura Sardo, Maruska Sessa, Dolores Silveira,Vincenzo Stuto, gli scultori Angelo Barbara, Nicolò Daunisi, Fortunato Alfeo, Giuseppe Fichera, Giovanni Greco, Luigi Sardo, Antonio Scanio, Calogero Scanio, i poeti Salvatore Butticè, Salvatore Castronovo, Elisa Giacomini, Salvatore Minuto, Rita Mantuano, Pietro Ognibene, Giovanna Salvaggio, Francesca Scanio, Giuseppe Scanio, Francesca Gabri Santangelo, Salvatore Sciortino. Mentre per il ricamo presepe Marisa Bennici.



GRAZIELLA PAOLINI PARLAGRECO “LE DONNE, I CAVALIER…”INCONTRI ATTESE INTESE SORTILEGI FRA I SEGNI DI POESIA DELL’ARTE FEMMINA


L’opinione di Nuccio Mula

Scrittore – giornalista Docente universitario di Filosofia e Fenomenologie dell’Arte, Teoria della percezione e Psicologia della Forma in Accademia di Belle Arti Componente dell’Associazione Internazionale Critici d’Arte GRAZIELLA PAOLINI PARLAGRECO “LE DONNE, I CAVALIER…” INCONTRI ATTESE INTESE SORTILEGI FRA I SEGNI DI POESIA DELL’ARTE FEMMINA Disvelandoci ancora e sempre, per sortilegi proteiformi di sembianti ed enigmatici supersegni di simbologie, quel “feeling” ancestrale che coniuga e sublima in cupidi viluppi di affinità elettive il Pulsare dell’Anima ed il Vibrare della Carne, Graziella Paolini Parlagreco prosegue ad individuare itinerari di vagheggiamenti e di adorazioni, di trepidazioni e di ebbrezze, di attese e d’incontri, di sogni e di brividi, di prede e di rese, d’incanti e di sconforti, veicolandoli sulle convergenze d’una creatività unificante abilitata “naturaliter” a donar loro congenialità di compresenze multivisuali nel malioso ’“unicum” di un’Arte hypernucleo e “luogo dei luoghi” del trasfigurare. Arte Femmina e non femminea, quindi, e cioè in assoluta maestà di “status”, laddove ogni Donna è realmente “Domina”, e lo diviene anche nel suo preliminare appalesarsi quale proiezione identitaria di Colei che, puntualmente, ri / crea soprattutto se stessa fra i tratti visibili e gli enigmatici moti del suo significare; ma, ed ancor prima, Arte Androgina in dualismi di volontà e di desideri antecedenti a qualsivoglia scaturigine dell’estro, allorché, con altrettanta e acclarata possanza, l’Artista si premette irremovibilmente risoluta ed, al tempo, straordinariamente idonea al reincarnarsi, e congruamente animandolo, persino in quell’universo virile che, con regolare ed affabulante costanza, manifesta umiltà di “par condicio” nel rigettare contrapposte pregiudiziali di predominanze alla condivisione di scenari espressivi atti a giustificare “in toto” , e non solo, quindi, nell’occasionale fascino d’un riporto letterario, anche i carismi ed i magnetismi scaturenti già dal titolo della presente Mostra, volto ad anticiparci significativi preliminari di seduzione nel rievocare / riproporre / reimpersonare / reinterpretare per multiriscritture visuali l’avvio del celeberrimo “incipit” de “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto (“Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori, le cortesie, le audaci imprese io canto…”). Arte di “cortesie”, allora e specialmente; e cioè di quell’ “amor cortese” che, già molto prima del cantare ariostesco fu il “fin’amor” del “trobar” poetico provenzale e del nostro “dolce stil novo” all’apice della scuola siciliana e di quella toscana, in uno nella loro ambivalenza, equidistanza e nobilitazione d’una “mezura” (misura ideale fra tormento ed estasi, erotismo e misticismo, passione fisica e tensione interiore) che la Parlagreco, sin dal suo primissimo rapportarsi con lettere ed arti, e ben adusa a sperimentare in concretezza l’unificazione teoricamente delineata dall’oraziano “ut pictura poiesis: si poema loquens pictura est, pictura tacitum poema esse debet” (ne scrisse per primo, ed era il VI secolo a. C., Simonide di Ceo; e fu Leonardo da Vinci a riprenderlo) ed a confrontarsi, al tempo, con l’ulteriore “Uno” della sintonia fra Occidente ed Oriente al di là di confini e trincee, vuole, può e sa ragionevolmente interfacciare anche con quel “taijitu” taoista che, per l’icastico posizionare, nella circolarità del suo arcaico simbolo, le denotazioni del Principio Femminile Yin e del Principio Maschile Yang anche come vestiboli di tutte le loro multiespressive connotazioni dualistiche, in lei rivive duttile, persistente appiglio / approdo del cogitare e del configurare. Ed è proprio grazie a questa contestuale decantazione di consapevolezze che Graziella, sfavillante protagonista dell’Arte italiana, anche in questo prezioso evento espositivo torna ad offrirci l’alto privilegio “cortese” d’innamorarci delle sue assemblanti concordanze di Sublime e d’Eterno in cui Eros trionfa sia nel suo “trobar leu” (“chiaro poetare”) sulle tele, per seducenti microstorie dell’Anima fra Liturgie d’Incantamento in rarefatta “levitas” di Volti e Corpi a duettare, purissimi, anche su invisibili pentagrammi di sonanze “haiku”, reincarnazioni “cortesi” del “tajitu” ed icone del non-finito “zen”, sia nel “trobar clus” (“oscuro poetare”) di calcografie in cui segni, simboli, visioni e presentificazioni del riferire traslante narrano, invece, di supremazie della Carne “strictu sensu” intesa. L’arte della Parlagreco diviene anch’essa, quindi, e pur se in soluzioni compositive differenziate, “unicum” e grembo unico di respiri della stessa aria vitale, per dolcissime carezze su archi di fianchi, prestidigitazioni di mani che indovinano e catturano desideri, sguardi profondi a duellare in “cortese” tenzone di fascino con orecchini e panneggi; o per promesse e dialoghi muti fra mitezze e vigorie di posture, inebrianti abbracci all’incrociarsi di suoni e di danze dall’arcano vibrare d’alchimie, labbra chiuse ma eloquenti ad impetrare attrazioni fatali e fatate; o, ancora, per inesplicabili trame dietro cappelli e velette, esotismi di panneggi per divinizzatrici complicità su fulgori ammalianti e abbacinanti di volti, sguardi ed “attimi fuggenti” cui dichiarare tormento ed estasi; o per felini come simboli ancestrali di femminilità tutt’altro che subalterna e genuflessa, carezze che delineano volti e corpi per gesti di desiderio e ri / creazioni di affinità elettive, comprimarietà ottimizzanti di naturalismi simbolici fra vegetazioni, fiori e frutti giammai proibiti, rituali d’autoiniziazione ed invito al sedurre in modi e segni giammai omologati dalle oleografie del “look” e del “fashion”; ed infine, per corpi come sculture di carne a donare turgori / fulgori di lucentezza in sapienti contrasti chiaroscurali, splendidi volti a monodialogare con l’Infinito ed a diventare supporti di sostegno fisici ed emblematici, per affinità e conflitti, antiche attese di cavalieri e nuove gioie di maternità in raffigurazioni soavi e solenni, bagliori di cromie sulle tele (virati su sequenze di gradienti nell’ampia ed altrettanto valida produzione di calcografie), sapienti apparati scenografici sui quali celebrare, ancora e sempre, Liturgie d’Amore e di Purificazione… Di questo ed altro v’incanteranno i segni “cortesi” di Graziella Paolini Parlagreco: e anche per voi sarà subito Amore, “a prima vista”.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA

SARDEGNA

Collezione Colombini. Cagliari, via Manno. 1905 circa Il fascino dell'arte catturato da una fotografia. Le tradizioni di secoli tramandate dall'obiettivo di una cinepresa. Un popolo che scandisce i ritmi quotidiani, civili e religiosi, con canti e musiche antichi. La cultura e la tradizione sarda, l'identità della sua gente, le civiltà che anticamente abitarono queste terre. Tutto questo nelle gallerie di Sardegna Cultura. IMMAGINI Chiese, monumenti, sculture, gioielli. Le diverse manifestazioni artistiche della Sardegna, dalle cosiddette arti maggiori a quelle applicate, in una raccolta significativa delle più belle immagini. VIDEO I filmati raccolti in questa sezione ritraggono fedelmente la vita quotidiana della popolazione sarda, nelle suggestive sagre religiose, nelle feste, o nelle faticose attività di ogni giorno. Audio Niente è più affascinante di un canto che proviene da un'antica tradizione. La Sardegna accoglie particolari forme di uso vocale. Il canto a tenores è diventato infatti patrimonio dell'umanità. sardegnacultura@regione.sardegna.it© 2012 Regione Autonoma della Sardegna partner del progetto credits mappa note legali contattaci

Le immagini dell’arte La cultura e la tradizione sarda, l’identità della sua gente, le civiltà che anticamente abitarono queste terre. Tutto è riproposto in queste gallerie, per mostrarne le bellezze e le particolarità a chi non le conosce o per creare un ponte virtuale tra chi ha dovuto lasciare quest’isola e le sue antiche origini. Disponibili gli scatti, le riprese e le registrazioni sul patrimonio culturale sardo. Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


ROBERTO BORRA

les deus mistères - 2012 - digital-art - 50x70cm

L’uomo del lago - 2012 - digital-art - 50x70cm

l’unità ritrovata- 2012 - digital-art - 50x70cm

incontri naturali - 2012 - digital-art - 50x70cm

Galleria ARIELE Arte Contemporanea QUESTO SPAZIO E’ RISERVATO ALLE GALLERIE D’ARTE DELLA SARDEGNA, PER MAGGIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI A: redazione@rivista20.com


CENTRO CULTURALE ARIELE via Lauro Rossi, 9c - TORINO tel. 011.20 73 905

Enzo Briscese

Presidente C.C. Ariele

STIAMO SELEZIONANDO 100 ARTISTI AI QUALI REALIZZEREMO PER CIASCUNO UN CATALOGO VIRTUALE DI 40 PAGINE, LE DIMENSIONI SONO: 20 x 20 cm QUESTI BOOK SARANNO INSERITI NELLA NOSTRA LIBRERIA E DAL GENNAIO 2013, OGNI SETTIMANA FAREMO CONOSCERE UN ARTISTA A TUTTA LA NOSTRA RETE DI GALLERIE, ASSOCIAZIONI CULTURALI, CURATORI, CRITICI, COLLEZIONISTI OLTRE ALL’ESECUZIONE DEL CATALOGO VIRTUALE, SARA’ FORNITO AD OGNI ARTISTA LA VERSIONE IN PDF PER UNA EVENTUALE STAMPA - COPERTINA + INTERNO SIAMO IN GRADO DI FORNIRE ANCHE IL SERVIZIO DI STAMPA TRAMITE UNA TIPOGRAFIA (CONVENZIONATA CON NOI) CHE PERMETTE PREZZI CONCORRENZIALI

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LO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA GALLERIA ARIELE E’ DISPONIBILE PER PERSONALI E COLLETTIVE NELLE SEGUENTI DATE: - Anno 2013 - dal 12 al 26 gennaio - dal 29 giugno al 30 luglio - dal 02 al 16 febbraio OK - dal 14 al 28 settembre - dal 23 febbraio al 09 marzo - dal 05 al 19 ottobre - dal 16 al 30 marzo - dal 26 ottobre al 9 novembre - dal 6 al 20 aprile - dal 16 al 30 novembre - dal 27 aprile al 11 maggio - dal 07 dicembre al 09 gennaio - dal 08 al 22 giugno NB: Le collettive sono con un max di cinque artisti e di uno scultore per il quale la mostra sarebbe una personale. scrivere a: info@galleria-ariele.com


L’opinione S P A Z I O R I S E R VAT O A Critico/Curatore della Sardegna

Questa Rivista nasce dall’esigenza di creare una rete di rapporti con artisti e operatori del settore al fine di far emergere talenti e creatività presenti e sommersi nelle nostre varie regioni e in tal modo valorizzare le realtà artistiche del nostro territorio nazionale. Pertanto intendiamo.coinvolgere per ogni regione Critici, Curatori, Galleristi, Associazioni Culturali e Artisti, offrendo a ciascuno uno spazio dove poter far conoscere e pubblicizzare le loro specifiche attività. Ciò permette a chi sia interessato, di avere un agevole punto di riferimento su tutto il territorio circa le opportunità istituzionali e private (ivi presenti). Apriamo uno spazio per condividere esperienze, sensazioni, opinio ni e permettere una reale collaborazione e scambio tra le varie realtà culturali italiane nonchè una finestra verso il mondo internazionale. Intendiamo cioè superare per quanto ci compete l’attuale frammentazione espositiva e propositiva e far emergere quanto di meglio affiora nel nostro settore. Vi invitiamo pertanto ad aderire alla nostra iniziativa scrivendoci a: direzione@rivista20.com


SANDRA VANDELLI ENRICO CHALLIER

ALESSIA ZOLFO


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