BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CULTURALE
Direttore responsabile: Roberto Borra Vicedirettore: Nicoletta Balani
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Art director: Redazione:
Giovanna Alberta Arancio Gianguido Oggeri Breda Paolo Durandetto Marzia Mandrini Michele Govoni Angelo Andriuolo Medea Garrone Massimo Pasqualone Tommaso Evangelista Lodovico Gierut Laura Coppa Valentina Grecco Letizia Caiazzo Antonietta Campilongo Vincenzo Cignarale Alessandra Primicerio Francesco Mastrorizzi Impaginazione: Enzo Briscese Ludovico Operti Marzia Mandrini Alice Ponzio Segreteria: Rosaria Di Dio ----------------------------------------------------------
Rivista20 del Centro Culturale Ariele Presidente: Enzo Briscese Vicepresidente: Giovanna Alberta Arancio -----------------------------------------------------
In copertina:Michelle Hold
L’editoriale di Roberto Borra
Percorsi contemporanei Cosa sia l’arte contemporanea, verso quali orizzonti tracci le rotte del suo più prossimo futuro non ci è dato sapere, con certezza. In fondo, essa delinea specularmente lo stesso inquieto senso di disorientamento che, oggi pervade gran parte dell’umanità. L’arte odierna, come specchio del vissuto reale, ripropone dunque l’esperienza dello spaesamento, come opportunità per svincolarsi da schemi e parametri ormai inaffidabili ed obsoleti. L’artista attuale vive in quella fase sospensiva che lo induce a ridefinire i propri parametri interiori, a generare una prospettiva artistica più pregante e consona al dinamismo degli eventi. Và da sé che, pur nel mantenimento delle più intime prerogative espressive, oggi l’artista deve sempre più assumersi il ruolo di “manager attivo” di sé stesso, in grado di programmare un appropriato percorso espositivo che dia lustro e visibilità al proprio percorso artistico.Al contempo, deve concordare con validi professionisti del settore un’efficace strategia mediatica che gli consenta di “fare rete” in modo sistematico e mirato, al fine di valorizzare l’essenza del proprio lavoro. Particolare rilevanza assume dunque l’etica e la correttezza con cui gli operatori del settore artistico (e di quello editoriale), si impegnano nel promuovere le figure che ritengono di maggior pregio. In un sistema “sano”, l’arte contemporanea deve incarnare le più vivide e profonde espressioni del proprio tempo. Chi opera nell’arte con ruoli di responsabilità deve assumersi l’onere di far emergere le qualità intrinseche del lavoro dell’artista, deve visionare più arte e, in prima battuta, meno curriculum e biografie.In sostanza deve essere parte attiva di un processo di “rivitalizzazione” dell’intero sistema artistico e non di “deriva”, o di mantenimento di uno status quo che spesso premia chi può permettersi prestigiose quanto “effimere”recensioni prezzolate. Le gallerie e i curatori che trattano esclusivamente artisti affermati hanno un ruolo importante nel circuito dell’arte ma è necessario che parallelamente si instauri un tessuto organico di gallerie e di figure professionali che interagiscano e che considerino la scommessa sugli artisti emergenti una necessità improrogabile. Come nello sport, anche nell’arte, un serio e profondo lavoro di “scouting” può rivelarsi essenziale per rendere il sistema più flessibile, inclusivo e direi, più dedito alla “meritocrazia”.
Considerando che, gli artisti di qualità rappresentano un’esigua minoranza e che, i grandi dell’arte sono di conseguenza merce rarissima a quale “mercato” pensiamo di appartenere? La risposta spesso si materializza nello sguardo di chi osserva le nostre opere, nel grado dell’altrui stupore, nell’effetto più o meno estatico che esse provocano nei nostri interlocutori più qualificati. Non dobbiamo fingere, (almeno con noi stessi) di non capire se, al di là delle esternazioni di comodo, la nostra arte colpisce davvero nel segno, se provoca emozione e dialogo o se, al contrario, non è ancora matura per essere riconosciuta come tale. Non sempre la bellezza può salvare il mondo ma, come insegna Stendhal, essa può rendere visibili e incontrollabili le nostre emozioni. L’argomento è certamente attuale e ricco di interesse, come dimostrano gli studi del Reparto di fisiologia dell’Università “La Sapienza” di Roma che, proprio sul tema delle reazioni emozionali e cerebrali di fronte alle opere d’arte, ha dedicato una serie di approfonditi studi scientifici i cui ultimi risultati verranno discussi al Congresso mondiale di Bioingegneria (Ieee-Embs) che si terrà a Chicago il prossimo agosto.Questi studi sono già in fase di applicazione pratica, in quanto consentono un’ottimizzazione degli allestimenti museali al fine di rendere l’esperienza dei fruitori dell’arte, sempre più pregnante e coinvolgente.
EVENTI
PIEMONTE
I PRERAFFAELLITI. L’ UTOPIA DELLA BELLEZZA 19 Aprile 2014 - 13 Luglio 2014 La mostra a Palazzo Chiablese di Torino, che Mario Turetta, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, non ha voluto farsi scappare, si preannuncia già un successo Preraffaelliti. L’Utopia della Bellezza è stata annunciata nella conferenza stampa del 21 Marzo e sarà inaugurata il 19 Aprile nello storico palazzo, patrimonio dell’Unesco, dove vi rimarrà fino al 13 Luglio. Dalla Tate Gallery di Londra arriveranno 70 opere a Torino: Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti, Ford Madox Brown, William Hunt, John Williams Waterhouse saranno in mostra per ricordarci cosa sia la bellezza, o meglio l’utopia della bellezza, con opere che esercitano oggi più di ieri un fascino irresistibile. La mostra è promossa dal Comune con il sostegno della Direzione Regionale Beni Culturali Piemonte, del Polo Reale e del Sole 24 Ore Cultura. La contemporaneità del tema sulla bellezza è sottolineato dal concetto di “utopia”, che nell’arte contemporanea è stata superato, a volte contestandolo. I preraffaelliti , invece, prendevano la bellezza
molto sul serio e supportati dal critico Ruskin e da poeti come Baudalaire, Keats, Tennynson e Blake di cui Rossetti nel 1847 acquistò il quaderno di appunti, riuscirono a trarre liberamente ispirazione da altri del passato come Shakespeare e Dante per opporsi ai cambiamenti del loro tempo. Nelle opere dei Preraffaelliti risalta subito l’attenzione per la figura femminile immersa in una natura rigogliosa, minuziosa e realistica; ma sia la natura che la donna erano il tramite per la comprensione di una dimensione immaginaria e utopica. Sempre più importante fu il ruolo delle modelle, vere e proprie muse ispiratrici, difficili da sostituire dopo averle rese immortali. Christina, Annie, Jane, Elizabeth pur con diverse caratteristiche fisiche cominciarono nella delirante ricerca dell’Utopia dei Preraffaelliti a somigliarsi tutte e nella loro tragedia umana a diventare un tutt’uno con la natura circostante. Lontani dallo sfarzoso Rinascimento rappresentato da Raffaello, lo stile celebrava la bellezza per la bellezza, libera da ogni fine.
Palazzo Chiablese
Piazza San Giovanni 2– 10123 Torino info e prenotazioni: 011 0881178 Biglietto Intero: 13 € - Ridotto: 11 Orario di apertura: lun.14.30- 19.30 mar-mer-dom 9.30-19.30 gio-ven.-sab 9.30-22.30 Sito web: www.mostrapreraffaelliti.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra.
IL GARBO E’ TUTTO. SEGNI E CARTE DI CAROL RAMA 16 Aprile 2014- 15 giugno 2014 La GAM presenta a partire dal 16 aprile negli spazi della Wunderkammer, recentemente riallestiti, un’importante serie di carte di Carol Rama provenienti dalla collezione del museo. A curare la mostra, quindicesimo capitolo del progetto Wunderkammer, è stata invitata Maria Cristina Mundici, storica dell’arte e membro del Comitato Scientifico dell’Archivio Carol Rama. Carol Rama è oggi un’artista nota sullo scenario artistico italiano e internazionale, nonostante il suo lavoro abbia avuto nel corso del Novecento fortune alterne. Andando a ritroso nel tempo, soltanto dal 1985 si succedono sue importanti mostre monografiche in spazi pubblici, in Italia e all’estero. Agli albori della sua carriera, tra gli anni Trenta e Quaranta, è apprezzata e sostenuta da Felice Casorati. In quel periodo realizza acquerelli straordinari, di cui vediamo in mostra esempi notevoli quali Nonna Carolina (1936, sua prima opera conosciuta) Appassionata (1940). La rudezza di certa iconografia, che Carol Rama ricava da elaborazioni del proprio vissuto, è felicemente bilanciata dall’eleganza formale del segno e della composizione, che richiamano opere di Klimt e Schiele. In seguito si rivolge all’astrattismo, caratterizzato prima dall’adesione al Mac torinese negli anni Cinquanta, poi. connotato negli anni Sessanta dall’uso di oggetti sovrapposti a macchie informali di colore, in quadri che Edoardo Sanguineti ha denominato “bricolage”, in mostra una cartella diincisioni, Idilli, completata da poesie del letterato Del ritorno alla figurazione, a partire dagli anni. Ottanta, parlano infine sia Seduzioni (1985) sia una cartella del 1993-1998 composta da venticinque incisioni, in cui la pittrice riprende temi e iconografie che le sono proprie.
GAM - via Magenta, 31 Torino Telefono: 011 4429518/ 011 4429595 Periodo: 16 Aprile 2014 - 15 giugno 2014 Biglietto Intero:€ 10, Ridotto € 8, Orario di apertura: martedì - domenica 10-18 Sito web: www.gamtorino.it/ E-mail: gam@fondazionetorinomusei.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della GAM.
JINDRA HUSARIKOVA
Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : galleriariele@gmail.com - tel. 011.20 73 905
L’opinione Giovanna Arancio presenta
GESTUALITA’ E COLORE DI UN MAESTRO DEL 900
NINO AIMONE Sono esposti gli ultimi sviluppi delle opere pittoriche e dei disegni di un grande artista piemontese , Nino AImone, che ha attraversato la modernità del secolo scorso con lo slancio di un cavallo in corsa. Dimostra fin da subito la dote principe di disegnatore impareggiabile cui si aggiungono la perizia tecnica, la prontezza mentale e la disposizione umana necessarie per affrontare il rigore artistico e morale del suo primo importante insegnante Felice Casorati. Di primo acchito appaiono due creativi troppo diversi ma paradossalmente sarà lo stesso Casorati a dire che Aimone rappresenta il più anarchico ed ortodosso dei suoi figli d’arte e la sua lungimiranza sarà confermata dallo stesso viaggio artistico del suo esuberante allievo. Sino all’attuale esposizione, dopo un labirintico ma attento percorso fra grovigli e ricchezze novecentesche, l’artistaalunno irrequieto, non tradisce l’intransigenza appresa sul piano formale e compositivo dal suo maestro. Nonostante ciò sviluppa in piena e faticosa libertà la sua natura estrosa e camaleontica, si permette di vivere nell’Inconciliabile e inclina verso un cromatismo acceso, spigliato, emozionale ed un segno che padroneggia alla grande e che interloquisce e intriga luce e colore. Lavora verso la semplificazione della forma e al caso la deforma straziandola durante la temperie della guerra con allusioni baconiane. Aimone attraversa, inoltre, lo sconvolgimento scomposto e In parte disgregante dei piani, vale a dire attua una versione postcubista tutta sua. Anche il neodada che dilaga un po’ ovunque con la sua
poetica del “tutto bello quello che piace” è sfiorata senza sviluppare appartenenza e così pure l’area pop la cui vicinanza è superficiale (anche se sarebbe presuntuoso definire i confini dei reciproci contatti). Si può dire ad oggi che le influenze più disparate, come la marcatura del contorno, tipico del sintetismo e di Gauguin, si ritrova nelle sue esperienze pop ma anche in diversi quadri in mostra e questi ultimi spesso vanno già oltre facendo del segno nero una libera costante che stringe, allarga, fa scorrere o blocca la forma e interagisce con le cromie fredde, calde, sapientemente o spontaneamente accostate. Nino Aimone non è un concettuale ne’un improvvisatore. Il suo espressionismo più tortuoso e tragico, il geometrismo che strizza l’occhio all’optical, ora si spianano, in parte ironici e in parte visionari, mai dediti al sogno quanto piuttosto vissuti come intensi lavori che, sottotraccia, non hanno mai spezzato il sottile filo che li tiene legati al reale. C’è una ricerca riflessiva, dietro i totem, le architetture, l’uccello notturno, le sembianze, etc. A volte i titoli e i quadri sono inconciliabili ( il rettangolo bianco), le piccole forme geometriche sono spiazzanti, Il molteplice forse si carica di nessi, strutturalmente febbrili e materici. Questa vasta libertà espressiva sotto vigile controllo fa pensare alla sua appassionata esplorazione, continua, da interprete-attore, fino alla fine. “Il quadro è finito quando riesco a staccarmene, a passare dalla parte del fruitore” (Nino Aimone)
CARAVAGGIO E SPALLETTI, INCANTESIMO DI LUCE 10 Aprile 2014- 15 Giugno 2014 Caravaggio arriva a Torino con uno dei suoi più straordinari capolavori. E la GAM gli riserva un’accoglienza speciale: la mostra dedicata a Ettore Spalletti Un giorno così bianco, così bianco. Dal prossimo 10 aprile fino al 15 giugno, infatti, il percorso espositivo dedicato all’opera di Spalletti culminerà in una sala dedicata al famoso Ragazzo morso dal ramarro firmato dal genio della pittura del Seicento. Punto di contatto ideale tra i due artisti, l’uso dell’elemento luminoso. Il chiarore diffuso e intenso e le sfumature di bianco, rosa e azzurro che caratterizzano il lavoro del maestro di Cappelle sul Tavo generando un’atmosfera quasi rarefatta, vengono stravolte da una sorta di inversione, un coup de théâtre espositivo ambientato nella sala che ospita il Caravaggio: un allestimento raccolto e luci soffuse che enfatizzano la potenza della luce fuori campo - proveniente da una finestra chiaramente riflessa sulla caraffa che illumina il volto spaventato del giovane protagonista del ritratto. Per Spalletti, dunque, la luce come espressione della quiete e della pace interiore contrapposta alla visione di Merisi, in cui essa rappresenta un mezzo per esaltare la forza e la drammaticità delle emozioni.
GAM - via Magenta, 31 Torino Telefono: 011 4429518/ 011 4429595 Periodo: 16 Aprile 2014 - 15 giugno 2014 Biglietto Intero:€ 10, Ridotto € 8, Orario di apertura: martedì - domenica 10-18 Sito web: www.gamtorino.it/ E-mail: gam@fondazionetorinomusei.it
Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della GAM.
DIALOGHI, L’OPERA AL NERO. OMAR GALLIANI 6 Marzo 2014- 18 Maggio 2014
La GAM dedica a Omar Galliani il secondo capitolo di Dialoghi, il progetto espositivo e di ricerca scientifica sulle collezioni permanenti che punta a instaurare un dialogo con artisti affermati e attivi sulla scena contemporanea internazionale, inaugurato nel 2011 con l’artista statunitense James Brown. Affiancando i diversi progetti che valorizzano il proprio patrimonio, Dialoghi invita un artista a realizzare una mostra nella quale le sue opere possano relazionarsi con alcuni capolavori del patrimonio del Museo. Il progetto realizzato per la GAM da Omar Galliani fa riferimento all’importante patrimonio grafico del museo, che comprende circa 30.000 opere e che è da poco confluito nel nuovo Gabinetto Disegni e Stampe. Il disegno è per Galliani un aspetto fondamentale del suo lavoro, e testimonia una passione nata a partire dagli anni Settanta e mai estinta. La mostra comprende una selezione di circa 30 opere di dimensioni imponenti, tutte realizzate con la tecnica del disegno a matita su tavola. Pur non seguendo un ordinamento cronologico, la mostra
copre un arco temporale che parte dalle prime opere della metà degli anni Settanta e giunge fino ad oggi, ripercorrendone l’intera vicenda artistica e mettendo in luce, attraverso una attenta selezione, l’aspetto più simbolico e mistico del suo lavoro sviluppato con il rigore formale, insieme alla straordinaria tecnica che da sempre lo contraddistingue. Attraverso l’uso quasi ossessivo della matita e delle punte di grafite, Galliani crea i suoi paesaggi dell’anima attraverso una iconografia simbolica che va dai dettagli anatomici ingigantiti fino all’eccesso, ai Fiori fino all’omaggio al La Principessa Liu Ji nel suo quindicesimo anno di età, vera summa della sua poetica e testimonianza della sua grande passione per la Cina. Verranno inoltre presentate in questa occasione quattro opere inedite realizzate appositamente per la GAM. Paesaggio dei miei veleni (D’après Fontanesi), è stata realizzata dall’artista ispirandosi a Paesaggio con alberi e ruscello di Antonio Fontanesi del 1895, che fa parte delle collezioni del museo.
GAM - via Magenta, 31 Torino Telefono: 011 4429518/ 011 4429595 Biglietto Intero:€ 10, Ridotto € 8, Orario di apertura: martedì - domenica 10-18 Sito web: www.gamtorino.it/ - E-mail: gam@fondazionetorinomusei.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della GAM.
TO_SH TORINO SHANGHAI. DIALOGHI D’ARTE
29 Marzo 2014- 11 Maggio 2014 Il progetto TO_SH, ideato e realizzato dall’IGAV- Istituto Garuzzo per le Arti Visive in partnership con la East China Normal University di Shanghai – School of Design, nasce dal desiderio di porre a confronto due realtà dissimili ma assimilate da una storia culturale, politica e sociale millenaria e dalla presenza di forti tradizioni che, nonostante la diffusa globalizzazione, ancorano l’immaginario artistico che prende vita nelle rispettive aree metropolitane. La mostra, con la direzione artistica di Guido Curto e la curatela di Alessandro Demma per la parte italiana e di Wei Shaonong per la parte cinese, è una ricognizione della scena dell'arte di questi due centri effettuata da artisti under 35 che da anni operano sui palcoscenici dell’arte nella propria nazione e a livello internazionale. L’idea è quella di mostrare trenta differenzi esperienze per linguaggi e ten-
denze- dalla scultura, alla pittura, al video, alla fotografia, all’installazione, etc. - che riflettono sul senso di fare arte oggi in queste due opposte realtà, che a loro volta non costituiscono sistemi chiusi ma, anzi, apertissimi e in rapido mutamento, caratteristici di un mondo che, non a caso, il sociologo polacco Zygmunt Bauman ha definito, con felice e fortunatissima formula, “liquido”. Con la tappa saluzzese, TO_SH TORINO SHANGHAI Dialoghi d’arte conclude la sua fase italiana, prima di partire per la Cina. La mostra, che era già stata presentata nell'autunno scorso con successo negli spazi dello storico Palazzo Saluzzo Paesana, a Torino, inaugurerà la sua seconda fase nell'autunno 2014, con una mostra a Shanghai.
La Castiglia di Saluzzo (Cuneo) Telefono: 011 8124456 Periodo: 29 marzo 2014 - 11 giugno 2014 Biglietto Intero:€ 7, Ridotto € 3,50, Orario di apertura: mar-dom 10-18 Sito web: www.igav-art.org E-mail: info@igav-art.org
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EVENTI
LOMBARDIA KLIMT. ALLE ORIGINI DI UN MITO 12 Marzo 13 Luglio 2014
La mostra, organizzata dal Comune di Milano, Palazzo Reale, 24 ORE Cultura e Arthemisia Group, realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna e curata da Alfred Weidinger, affermato studioso di Klimt e vicedirettore del Belvedere, presenta per la prima volta a Milano alcuni dei più noti capolavori provenienti dai più importanti musei. Proprio il Museo Belvedere, in occasione del 150° anniversario della nascita di Klimt ha organizzato nel 2012 un grande mostra che dava conto della formazione, dello sviluppo e dell’apice della carriera artistica del genio austriaco, riunendo molti lavori di Klimt tra cui 40 oli. Nella mostra milanese, aperta dal 12 marzo al 13 luglio a Palazzo Reale, ve ne saranno 20, oltre ad altri suoi lavori e di artisti a lui vicini, a cominciare dai fratelli Ernst e Georg, per un totale di oltre 100 opere.La ricostruzione originale del “Fregio di Beethoven” – esposto nel 1902 a Palazzo della
Secessione a Vienna, fondata nel 1897 – chiuderà il percorso espositivo, occupando un’intera sala e “immergendo” il visitatore nell’opera d’arte totale, massima aspirazione degli artisti della Secessione viennese e tutto il percorso espositivo si avvarrà di un allestimento che integra tematiche e opere nel contesto di arte totale proprio della movimento. La mostra si propone dunque di indagare i rapporti familiari e affettivi di Klimt, esplorando gli inizi della sua carriera alla Scuola di Arti Applicate di Vienna e la sua grande passione per il teatro e la musica attraverso l’esposizione di opere provenienti anche da altri importanti musei, tra cui diversi capolavori come Adamo ed Eva (Adam and Eve), Giuditta II, Girasole (Sonnenblume) e Acqua mossa (Bewegtes Wasser).
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12,Milano Orari: Lunedì 14.30–19.30/ martedì - domenica: 9.30-19.30 Giovedì e sabato: 9.30-22.30 Biglietti: Intero: € 11,00 - Ridotto: € 9,50* Infoline e prevendita 02 54917 Sito web: www.klimtmilano.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra.
NATI NEL ‘30. MILANO E LA GENERAZIONE DI PIERO MANZONI 9 Aprile 2014- 15 Giugno 2014
Nell’ambito della Primavera di Milano, iniziativa promossa dal Comune di Milano, la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, martedì 8 aprile 2014, alle ore 18.30, inaugura la mostra Nati nei ’30. Milano e la generazione di Piero Manzoni. In occasione dell’antologica di Piero Manzoni a Palazzo Reale, la rassegna propone una ricognizione della generazione di artisti milanesi di nascita o di adozione, nati fra il 1930 e il 1939, e quindi appartenenti alla generazione di Manzoni. Si tratta di una generazione nata tutta durante il fascismo; che conosce da vicino la guerra e la guerra civile, anche se non vi partecipa direttamente, che sente come patria l’Europa e l’America, non l’Italia sconfitta, ma trova i maestri più condivisi in Lucio Fontana e, in misura minore, in Munari, che vive sia le durezze del dopoguerra, sia gli anni del boom economico.
Sessanta artisti e sessanta opere documentano l’effervescente clima milanese degli anni SessantaSettanta, la stagione artistica successiva al realismo, all’informale, al realismo esistenziale. La mostra prosegue poi addentrandosi nel clima postinformale dei primi anni Sessanta, attraverso esponenti di “Azimuth”, dell’arte cinetica e programmata, del gruppo del Cenobio. Grande attenzione è dedicata alla scultura, rappresentata dai principali artisti nati fra il 1930 e il 1939 e attivi a Milano. La mostra però non vuole essere una ricognizione per “gruppi” ma per individualità e vasto spazio è dedicato anche a figure che si muovono individualmente nel panorama del periodo. Accompagna l’iniziativa un catalogo Skira con testi delle curatrici, biografie ragionate a cura di Lorella Giudici e Luca Cavallini e dichiarazioni di poetica degli artisti a cura di Elisabetta Staudacher.
Museo della Permanente
via Filippo Turati 34,Milano Orari: Martedì- domenica. 10,00 – 13,00 | 14,30 – 18,30 Biglietti: Intero:€ 5 intero, € 3 ridotto E- mail: info@lapermanente.it Sito web: http://www.lapermanente.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra.
L’opinione Nicoletta Balani Gustav Klimt a Milano La mostra dedicata a Klimt espone venti oli dell’artista e numerose testimonianze del suo percorso artistico e umano attraverso un approccio scientifico che esamina l’opera dell’artista in relazione ai legami familiari e affettivi e al contesto storico e sociale della Vienna di fine Ottocento e dei primi del Novecento. Il percorso espositivo prevede una prima sezione dedicata proprio alla formazione del giovane Klimt. Il rapporto con la famiglia è fondamentale poiché il padre, incisore e cesellatore, ha certamente segnato l’educazione dei figli: diverse le opere esposte di Georg, Ernst e Gustav che analizzano le prime fasi creative e le influenze stilistiche sul giovane Klimt (verticalità dei quadri, motivi decorativi, inserimento di elementi quali gemme incastonate). L’apprendistato di Gustav, insieme al fratello Ernst e a Franz Matsch, presso la Kunstgewerbeschule (Scuola di Arti Applicate) di Vienna consente una formazione accademica che predilige l’imitazione degli stili del passato e fornisce anche una conoscenza approfondita delle varie tecniche decorative sotto la guida del professore Ferdinand Laufberger. In questo periodo Gustav ed Ernst Klimt, con Franz Matsch, fondano la Kunstler-Compagnie (Compagnia degli Artisti) e ottengono le prime commissioni ufficiali che testimoniano l’influenza della pittura storicista di Hans Makart ed il fascino delle sue figure e decorazioni di un barocco ridondante. E’ ciò che Freud definisce “horror vacui”, un colmare all’estremo il dipinto con
abbondanza di forme e decorazioni, caratteristico di molti quadri di Klimt soprattutto nel periodo successivo alla morte prematura del fratello Ernst e allo scioglimento della compagnia. Il rifiuto dell’accademismo e la nascita della “Secessione viennese” configurano la profonda crisi dell’arte viennese e la necessità per lo stesso Klimt di staccarsi nettamente dalla pittura storicista. Nel percorso di visita un’intera sala è stata allestita con la copia del Fregio di Beethoven, riproduzione del 1984 ricostruita in occasione della Biennale di Venezia dedicata a “Le Arti a Vienna”: è la prima opera della Secessione creata ed esposta dall’artista nel 1902 al Palazzo della Secessione di Vienna espressione del passaggio all’avanguardia internazionale e dell’affermazione dello Jugendstil. La mostra prosegue con due sezioni dedicate al ritratto e al paesaggio in cui, tra le altre, sono esposte le opere Signora davanti al caminetto, Ritratto femminile, Salomé, Dopo la pioggia, Girasole e termina con alcuni dipinti rappresentativi dell’ultima fase di Klimt (Fuochi fatui, La famiglia, Adamo ed Eva). L’esposizione affronta con metodo le “origini” della pittura di Klimt, il clima culturale di una Vienna ancora legata alla tradizione classica in forte mutamento: numerosi i dipinti e disegni di artisti vicini a Klimt e le testimonianze dell’epoca qui esposte (fotografie, lettere, cartoline, copie del Ver Sacrum, bronzi, incisioni) che permettono di cogliere a fondo la formazione e lo sviluppo dello stile di Gustav Klimt.
EVENTI
LIGURIA GIANNI BERENGO GARDIN Con occhio sempre vigile, attento a cogliere le svolte della storia, così come i passaggi minimi, più discreti del reale, Gianni Berengo Gardin ha narrato - e continua a farlo, basti pensare al suo lavoro su L'Aquila, prima e dopo la devastazione inflitta dal terremoto - avvenimenti che hanno marcato in profondità la storia del nostro paese, sotto molteplici punti di vista. Le sue immagini sono uno spaccato della vita politica, sociale, economica e culturale dell'Italia dagli anni del boom a oggi, sia nei suoi risvolti felici, sia nelle sue pieghe drammatiche e a volte tragiche. La mostra "Gianni Berengo Gardin. Storie di un fotografo" - prodotta e organizzata da Civita e Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, progetto espositivo di Civita Tre Venezie, Casa dei Tre Oci e Fondazione Forma - approda a Palazzo Ducale in versione completamente rinnovata e con un intero capitolo dedicato a Genova, la città natale del nostro autore.
GIANNI BERENGO GARDIN STORIE DI UN FOTOGRAFO Palazzo Ducale Genova Piazza Giacomo Matteotti, 9 14 Febbraio 2014- 8 Giugno 2014 Orari: da martedì a domenica dalle 10.00-12.00 dalle .16 .00 -18.00. Lunedì dalle 14.00 alle 19.00. Biglietti: intero € 11,00; ridotto € 9,00 ridotto speciale € 4,00 scuole e minori di 18 anni. Telefono: +39.010.5574065. Sito: www.mostraberengogardin.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito di Palazzo Ducale di Genova
Le incredibili macchine di Leonardo Mostra delle macchine funzionanti tratte dai codici di Leonardo da Vinci 7 settembre 2013 - 29 giugno 2014 Nel Museo e nella Chiesa di Sant´Agostino, suggestivi spazi medievali, riapre – dopo il grande successo registrato in primavera quando è stata visitabile fino al 30 giugno – la mostra dedicata al Genio universale di Leonardo Da Vinci e in particolare alle macchine funzionanti tratte dai Codici vinciani. Il visitatore potrà entrare in contatto con il mondo affascinante e misterioso dell´avventura umana e professionale di uno dei personaggi più emblematici della storia dell´umanità. Le macchine dedicate alla meccanica sono interattive e possono essere usate dal pubblico, favorendo così una presa di contatto diretta della poliedrica e pragmatica attività di un uomo e contribuendo a sfatare il mito del genio distante dal quotidiano, raccontando il suo lavoro pratico ed intelligente. La mostra vuol interessare e divertire: sperimentare toccando, usando, provando è la via più diretta e sicura per la certezza del sapere. Inoltre il visitatore potrà scoprire opere scultoree,
pittoriche e affreschi che trovano un´ambientazione suggestiva e ideale negli ampi, luminosi spazi dell´ex complesso monastico restaurato. Nel percorso si potranno ammirare capolavori di scultura, fra gli altri, di Giovanni Pisano e Pierre Puget, tele e affreschi dei maggiori artisti che operarono nel ´500 e nel ´600 in Genova e nell´area ligure Le scolaresche possono richiedere la visita guidata compresa nel prezzo del biglietto di ingresso di 3 €. All´interno della mostra viene presentata una proiezione della durata di un´ora e mezza circa che racconta la vita di Leonardo, dalla sua nascita alla morte. Il video è esplicativo sulle diverse opere prodotte dal Leonardo, sia in arte che nei progetti di ingegneria bellica, molti dei quali corrispondono alle riproduzioni che si possono osservare alla mostra. E´ inoltre possibile partecipare al laboratorio, a cura dei Servizi Educativi e Didattici del Settore Musei, dal titolo "Volare oh oh. La bellezza del volo... per toccare il cielo con un dito"
Museo di Sant´ Agostino Piazza di Sarzano, 35r 16128 Genova Tel.: 010 2511263 Orario: da martedì a Venerdì 9–19; sabato e domenica 10-19 Biglietti: intero 7 euro; ridotto 6 euro; scuole 3 euro; E-mail: marketingmusei@comune.genova.it Sito web: http://www.museidigenova.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito museidigenova.
Tra i tanti musei di Genova, il Galata Museo del Mare–Mu.Ma si presenta come uno dei più innovativi. Dedicato alla storia marittima del capoluogo ligure e della grande navigazione, offre la possibilità di visitare una galea del ‘600, un brigantino dell’800 e soprattutto, attraverso le emozioni del 4D nella Sala Tempesta, permette di vivere un’esperienza unica a bordo di una scialuppa di salvataggio in balia del mare in tempesta al largo di Capo Horn. Davanti al Museo, invece, è ormeggiato stabilmente il Nazario Sauro, il più grande sommergibile italiano visitabile in acqua. Oltre alle collezioni permanenti, il Museo ospita mostre ed eventi culturali in ogni periodo dell’anno. Infatti, insieme alla permanente Memoria e Migrazioni, dedicata a quella italiana e all’immigrazione straniera via mare, sono in corso Mare dentro (fino al 5 marzo) e Animanauta (fino al 9 marzo). La prima è una mostra pittorica degli artisti Alessio Gessati ed Ersoy Yilmaz: attraverso le loro opere il pubblico ritrova il mare, concepito come iconografico trait d'union tra Italia e Turchia, in un continuo rimando tra scene famosissime desunte dal cinema internazionale di tutti i tempi e film d'autore. Animanauta, del fotografo e ufficiale della Marina Mercantile, Fabio Parisi, è un’esposizione composta da 30 fotografie scattate tra il 2011 e il 2013 a bordo di navi mercantili tra il Mediterraneo, l'Atlantico, i Caraibi, l'Oceano Indiano e il West Africa, per raccontare di un mestiere, di uno stile di vita ai più sconosciuto o quasi: quello della Gente di Mare. Insieme al Galata il Museoteatro della Commenda di Prè fa parte dell’Istituzione dei Musei del Mare e delle Migrazioni. Facendo parte dell’antico complesso dell’Ospitale della Commenda, fu costruito nel 1180 come luogo di assistenza per pellegrini e crociati. Oggi, allestito in forma di museoteatro, ricco di documenti e immagini, è espressione interculturale e interreligiosa, col motto “Perché nessuno si senta straniero a Genova”. Proprio a questo scopo, infatti, in collaborazione con l’associazione culturale Divulgarti ha ospitato fino a gennaio la mostra I luoghi dell’anima, con la partecipazione straordinaria di Emilio Conciatori, in cui Mauro Conciatori, Karen Natasja Wikstrand e Fabrizio Di Nardo, attraverso video, foto e sculture hanno rappresentato poeticamente questo concetto. E per il prossimo autunno la Commenda è stata nuovamente scelta da Divulgarti insieme al Consolato del Senegal e all’associazione Mboolo per la mostra Djiguen-Donna. In dialogo: la donna al centro del dialogo culturale tra Italia e Senegal.
Medea Garrone
CALENDARIO EVENTI DIVULGARTI RI-FORME collettiva d’arte contemporanea presso la Galleria 20, Corso Casale 85 Torino – maggio 2014 I VIAGGI DI ULISSE personale di Emilio Conciatori presso il GALATA MUSEO DEL MARE (MUMA) – settembre 2014 SHELTERING SKY. UN CROCEVIA DI CULTURE AL DI LÀ DEL TEMPO in collaborazione con cinque consolati dell’America Latina presso il GALATA MUSEO DEL MARE (MUMA)- ottobre 2014-02-08 DJIGUENE–DONNA presso la Commenda di Prè (MUMA), evento in collaborazione con il Consolato del Senegal e l’associazione Mboolo– novembre 2014 CONVERGENZE OTTICHE mostra personale di Emilio Conciatori presso il MUSEO DI SANT’AGOSTINO-2014 L’iscrizione a Divulgarti è gratuita. Gli artisti che volessero partecipare alle mostre organizzate dall’associazione possono rivolgersi al presidente, Loredana Trestin, che organizza eventi culturali su tutto il territorio nazionale. Per info. www.divulgarti.org, 331.6465774 (Loredana Trestin)
L’opinione Medea Garrone presenta
La narrazione per immagini nelle mostre di Berengo Gardin e Scianna A giugno è ancora possibile visitare a Genova due mostre fotografiche di rara suggestione. Si tratta di Gianni Berengo Gardin. Storie di un fotografo a Palazzo Ducale, e Ferdinando Scianna a Palazzo della Meridiana. Sono due grandissimi fotografi contemporanei le cui immagini hanno raccontato l’Italia, e non solo, dal dopoguerra a oggi. Gianni Berengo Gardin espone le proprie opere in bianco e nero fino all’8 giugno. Vincitore di innumerevoli premi nazionali e internazionali, scelto da Cartier-Bresson per la mostra del 2003, ha all’attivo 200 mostre personali in Italia e all’estero e una laurea honoris causa in Storia e Critica dell’Arte. Collaboratore delle più prestigiose testate giornalistiche, del Touring Club e dell’Istituto Geografico De Agostini, ha documentato i principali avvenimenti del nostro paese, fornendo uno spaccato sociale, politico, culturale ed economico della società. Dal boom economico degli anni ’50 al terremoto dell’Aquila, passando per le suggestioni parigini, americane e inglesi, e gli eventi principali vissuti dalla sua città, a partire dalla riqualificazione del porto di Genova. La mostra, curata da Denis Curti, comprende circa 200 fotografie che, appunto, ripercorrono l’intera carriera di Berengo Gardin. Si tratta di un’antologica in cui emerge in tutta
evidenza la dirompente poesia del linguaggio visivo di questo maestro che attraverso il bianco e nero, anche negli scatti contemporanei, ritrae paesaggi e persone che sembrano sospesi nel tempo, in cui tutti possono ritrovarsi e rivedersi. Ferdinando Scianna espone fino al 29 giugno. Fotografo di reportage, ma anche di alta moda, e fotografo ufficiale di Dolce e Gabbana, ha collaborato con le principali testate giornalistiche internazionali. La mostra, curata da Pietro Boragina e Giuseppe Marcenaro, è un percorso dedicato alla fotografia e all’ultimo libro, “Ti mangio con gli occhi”, di Scianna, amico di Leonardo Sciascia e discepolo di Cartier-Bresson. Siciliano, ritrae la sua Bagheria: le tradizioni, le persone, le feste religiose, con un tributo iniziale proprio a Sciascia. Si tratta di un ripercorrere luoghi, volti, umanità della sua terra, che ama ritrarre in bianco e nero a partire dagli anni ’60. È un racconto per immagini, una commuovente narrazione di storie e personaggi, tra bambini, animali, luoghi e perfino sapori, di una Sicilia descritta come in un romanzo, ma fotografico. I visitatori della mostra Gianni Berengo Gardin potranno usufruire dell’ingresso ridotto alla mostra a Palazzo della Meridiana.
EVENTI
VALLE D’AOSTA GIAN PAOLO BARBIERI. LA SEDUZIONE DELLA MODA 6 Giugno 2014- 2 Novembre 2014
L’esposizione ripercorre la carriera del fotografo attraverso 58 fotografie di grande formato, che raccontano la storia della moda dagli anni Sessanta fino ai primi anni Duemila: dalle campagne pubblicitarie per le maisons Valentino, Armani, Ferré e Versace, alle copertine di “Vogue”, in un percorso denso di suggestioni che, descrivendo l’evoluzione del suo stile, offre nel contempo uno spaccato sulla storia recente della fotografia di moda. Gian Paolo Barbieri ha ritratto nel suo studio le icone della moda e del mondo dello spettacolo: dalla magnifica Audrey Hepburn del 1969, alla top model Veruschka, a
Vivienne Westwood, fino a note celebrità del cinema e dell’arte come Monica Bellucci, Angelica Huston, Sophia Loren, Rudolph Nureyev, Jerry Hall, Gilbert&George. Barbieri, nato a Milano nel 1938, ha contribuito a creare l‘immagine di moda, lavorando a stretto contatto con gli stilisti e le testate di moda più famose. I suoi scatti glamour hanno ispirato molti altri fotografi di moda: nelle sue immagini si ritrova una rigorosa ricerca della perfezione formale e insieme il racconto e la narrazione di un mondo “altro”, quello della bellezza, del sogno.
Centro Saint-Bénin, Aosta
Orari: Dal martedì alla domenica 9.30-12.30; 14.30-18.30 Biglietti: intero € 4,00; ridotto € 3,00; Tel..0165.272687 Sito: www.regione.vda.it E-mail: u-mostre@regione.vda.it Tel.0165.272687 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra
ALESSIA ZOLFO
Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905
MAURIZIO D’AGOSTINI
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L’opinione Daniela Boarino presenta
“SI NO” personale di Ugo Bruno Che rapporto abbiamo con i nostri ricordi? Quelli piacevoli magari accompagnati da un velo di nostalgia o di rimpianto ci confortano in certi momenti della vita, sono lì e restano a disposizione; attingiamo a questo serbatoio per ritrovare noi stessi e per riprendere la strada. I ricordi dolorosi invece cerchiamo di cancellarli, di lavarli via dalla nostra mente, quando riemergono ci fanno male e vorremmo passarci sopra con una spugna e ripulire quella matrice sulla quale si sono impressi. Figure e ad episodi del passato in un flusso continuo si impongono alla coscienza agganciandosi al presente e gettano un ponte tra ciò che si è stati, ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere. Un autentico percorso all’interno della memoria è quello che Il pittore-architetto Ugo Bruno presenta dal 15 maggio al 15 agosto 2014 nello spazio espositivo PRISMA dello Studio Agile in Via Catania 22 a Torino. In questo nuovo appuntamento con l’arte di Ugo Bruno non incontriamo più i colori vivi che hanno caratterizzato la sua precedente produzione. I diciotto lavori in mostra sono stati realizzati tutti tra il 2012 e il 2013 e segnano indubbiamente un nuovo step della sua evoluzione artistica. Adesso è la crudezza del nero, del rosso e del bianco ad accompagnare il segno di Ugo Bruno, un segno che si fa più scarno ed essenziale. “I ricordi – afferma l’artista - fluttuando nella mente aspettano di venire a galla anche solo per un attimo, anche se incompleti”. Nella serie “Sinapsi” non troviamo lettere o pagine di diario, ma solo frammenti della sua ben nota scrittura mediatica e criptica. I ricordi sono indagati alla sorgente cioè direttamente all’interno dei circuiti neuronali. Ugo Bruno va alla ricerca della matrice dove il ricordo si è impresso, analizza le strutture sinaptiche, crea mappe di clan neuronali. Con china e acrilici insegue la traccia mnestica per disattivarla
e purificarla. L’artista entra nell’inconscio attraverso il segno che “anche nella sua casualità riesce a bloccare immagini interiori anche non percepibili nel ricordo”. La memoria è la capacità che ha l’uomo di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo. Una “relazione” oggi difficile, dove ogni individuo sembra esistere nel proprio spazio e dove pare impossibile una autentica comunicazione così come rappresentato dalla serie di chine su carta intitolata “Società”. L’uomo moderno è una monade richiusa in se stessa che guarda ma non vede e vede ma non guarda. Il grande dittico monocromo in total black, unico lavoro su tela di questa mostra, denuncia drammaticamente questo non accorgersi dell’altro da sé. Se il mondo in cui viviamo, se la società è fatta di individui non-comunicanti come si fa a dire un Si o un NO? SI o NO. La paura di un Si o un No è rappresentata per contrasto nelle due chine su carta con un segno nitido e pulito. Siamo ancora capaci di dare una risposta onesta e chiara come un semplice sì o un no? Siamo capaci, o meglio,abbiamo la forza di scegliere tra le infinite possibilità offerte dal caos della vita? Sembra che la paura della scelta si rifletta anche nell’uso di un linguaggio sempre più possibilista e indeterminato. “Forse”, “Vediamo” “Ne parliamo” “Ti faccio sapere”. L’incertezza è il denominatore comune del nostro tempo, ci dibattiamo in uno stato di permanente e ansiogena irresolutezza che scambiamo e mistifichiamo come libertà ma che libertà non è. E’ dunque la ricerca di una coraggiosa disambiguazione dentro e fuori da sé quella che muove il pittore-architetto torinese Ugo Bruno... perché se è vero che il Caos è energia il non scegliere annulla questo potenziale e lo vanifica.
EVENTI
VENETO TIZIANO, UN AUTORITRATTO.
PROBLEMI DI AUTOGRAFIA NELLA GRAFICA TIZIANESCA 29 Marzo 2014 – 15 Giugno 2014
L’esposizione al Museo Correr di un affascinante Autoritratto a disegno recentemente ritrovato e riconosciuto a Tiziano Vecellio da autorevoli studiosi internazionali, tra cui David Rosand e Luba Freedman, già rivelato al pubblico per la prima volta nella Mostra Tiziano ultimo atto (Belluno, 2007, a cura di Lionello Puppi), costituisce una delle iniziative più interessanti tra le offerte espositive della prossima primavera veneziana. Il disegno, concesso generosamente in prestito da una collezione privata dopo la recente esposizione presso la Fondazione Cosso
(San Secondo di Pinerolo), rappresenterà per i visitatori dei Musei di Piazza San Marco una singolare occasione di confronto con l’inaspettata rappresentazione di se stesso consegnataci dal ‘sommo’ Tiziano. Dal plurisecolare buio della storia riemerge il volto del ‘grande vecchio’ della pittura veneta; giunto quasi all’età di ottant’anni, onorato da imperatori e papi e celebrato ovunque in Europa grazie alle sue opere, Tiziano pare aver affidato ad un fragile piccolo foglio di carta la sopravvivenza della propria immagine terrena.
Concentrato nel profilo della testa, col solo accenno del ricco collo di pelliccia e della cuffia, il rapido e sicuro tratto della matita nera, sempre mobile e vibrante, ma qui insolitamente anche minuto ed analitico, cattura con straordinaria immediatezza l’inconfondibile e familiare profilo del pittore, restituendocene tutta la consapevole dignità conseguita con la sua impareggiabile Arte della Pittura.
Museo Correr San Marco 52, 30124 Venezia T +39 041 2405211 Orari: 10.00-19.00 Biglietti: intero 16 euro - ridotto 10 euro E-mail info@fmcvenezia.it Sito web: http://correr.visitmuve.it/
Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra.
CARLO SARACENI. UN VENEZIANO TRA ROMA E L’ EUROPA Dal 22 marzo al 29 giugno 2014
Il Saraceni fu uno dei più precoci e importanti interpreti di Caravaggio e contribuì alla diffusione del linguaggio caravaggesco offrendone un’interpretazione originale, caratterizzata dal cromatismo intriso di luce della grande tradizione cinquecentesca veneta.Artista di successo colto e raffinato, sviluppò la sua arte principalmente a Roma dove giunse a circa vent’anni e dove era noto come il “Veneziano”. Rientrò nella città lagunare, chiamato dalla Serenissima per compiere un telero, per Palazzo Ducale ma morì solo dopo pochi mesi.
La mostra comprende una sessantina di opere, tra cui non mancano le principali commissionate al pittore da alcune tra le più influenti famiglie romane, come il Riposo dalla Fuga in Egitto dell’Eremo dei camaldolesi, eseguito per la famiglia Aldobrandini e i dipinti eseguiti per alcune delle più importanti congregazioni ecclesiastiche straniere, come quella iberica di Sant’Adriano in Vaccino e quella tedesca di Santa Maria dell’Anima per la quale dipinse due autentici capolavori presenti in mostra. In particolare, sono da segnalare alcune opere che arricchiscono la mostra In veneziana come il disegno raffigurante
Andromeda del Cavalier d’ Arpino, con-servato nel Gabinetto disegni e stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e posto a confronto con il piccolo dipinto giovanile di Saraceni di analogo soggetto, di chiara matrice arpinesca; lo splendido San Rocco della Galleria Doria Pamphilj accostato al San Girolamo di Jacopo Bassano, delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, per evidenziarne la componente veneta, e più specificatamente bassanesca; il dipinto della Maddalena penitente della Pinacoteca Civica di Vicenza, da accostare alle altre due versioni dello stesso soggetto.
Gallerie dell’Accademia Palazzo Grimani, Venezia Orari: Lun 8.15 – 14.00 Mar, Domenica: 8.15 – 19.15 Biglietti: int € 15,00- rid: € 12,00 Ingresso ridotto speciale: € 6,00 Sito web: www.gallerieaccademia.org Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra.
MAGIE DELL’ INDIA. CAPOLAVORI DAL TEMPIO ALLA CORTE. Treviso. Cà dei Carraresi Dal 26 Ottobre 2013- 31 Maggio 2014
Il periodo compreso tra il II millennio a.C. fino al 1600 a cui fanno riferimento gli oggetti usati nei riti religiosi, le sculture in pietra, le miniature legate alla sfera religiosa ed i precisi riferimenti al Jainismo, Hinduismo, Sikhismo e Buddhismo oltre all’Islam, Cristianesimo e Parsi, una comunità zoroastriana dell’India appartengono alla prima parte del percorso della mostra Magie dell’India. Dal Tempio alla Corte, Capolavori d’Arte Indiana a Treviso presso Ca' dei Carraresi. Tra gli oggetti più interessanti sono esposti dei busti in terracotta, compresa l'immagine di Ganesha, figlio primogenito di Śiva e Parvati, una delle rappresentazioni di dio più conosciute e venerate oltre a Parvati, dea induista manifestazione benevola di Mahadevi ed una raffigurazione di Maitreya, il Buddha della benevolenza e della compassione. Nella seconda parte del percorso espositivo della mostra
sull’India a Treviso a Ca’ dei Carraresi il visitatore è colpito dai cromatismi vivi dei dipinti raffiguranti l’arte erotica come l’immagine de Il maharana Amar Singh II e una concubina ed il corpo umano, ma anche scene di vita di corte come quelle di Un principe e un sadhu e Il thakur Kuber Singh e raffigurazioni dell’arte venatoria al cinghiale o scene di guerra come Il sultano Ala-ud-din Khilji che leva l’accampamento o legate alla sfera religiosa come Rama, Sita e Lakshmana in esilio.Alla mostra Magie dell’India a Treviso sono esposti oltre ai preziosi costumi come la Lehenga, gonna da cerimonia, le miniature antiche, i gioielli in oro, rubini, smeraldi, turchesi e perle quali ornamenti per il capo, bracciali, orecchini, anelli da naso, le splendide armi tra cui il Kulah Khud, elmo da parata del XIX sec. il tutto corredato da una esposizione fotografica con immagini documentative del XIX e XX secolo.
Ca’ dei Carraresi Via Palestro, 33 Treviso
Orario: dal lunedì al venerdì: dalle ore 9.00 alle ore 19.00 sabato e domenica: dalle ore 9.00 alle ore 20.00 Biglietti ragazzi: euro 10,00 (6-18 anni)- unico: euro 13,00 -scuole: euro 5,00. sito: http://www.trevisoinfo.it/ mail: asadeicarraresi@fondazionecassamarca.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra
MAX GASPARINI
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EVENTI PROVINCIA
AUTONOMA DI BOLZANO
TATIANA TROUVE’. Museion di Bolzano 24 Maggio 2014- 7 Settembre 2014
Pezzi di metallo, sassi, sedie, vetro, acqua o terra: con materiali del quotidiano Tatiana Trouvé crea costruzioni sorprendenti legate al ricordo, alla storia o alla poesia. Le sue installazioni non contengono allusioni simboliche dirette, ma attirano il visitatore in maniera concreta, fisica, in una situazione carica di fantasmi e immaginario.Tatiana Trouvé (Cosenza, 1968) ha esposto in istituzioni come Kunsthaus Graz, (2010), Migros Museum für Gegenwartskunst, Zürich (2009), Centre Pompidou, Paris (2008). Ha partecipato alla Biennale di São Paulo (2010) e alla Biennale di Venezia (2007). Quella a Museion è la prima mostra personale in un museo italiano. Tatiana Trouvé è nata a Cosenza nel 1968, ma vive e lavora a Parigi. Ha esposto in istituzioni come il Kunsthaus di Graz, il Migros Museum di Zurigo o il Centre Pompidou di Parigi, oltre alle partecipazioni alla Biennale di São Paulo (2010) e alla Biennale di Venezia (2007). Nel 2014 le è stata commissionata una scultura per il Central Park di New York
Museion, Via Dante 6, Bolzano
Orario: Da martedì a domenica: 10.00 – 18.00 Ingresso libero ogni giovedì dalle 18.00 alle 22.00 Biglietti: intero 6,00 € - ridotto 3,50 € Tel. +39 0471 223 413-0471 223412 E-mail: - info@museion.it Sito web: http://www.museion.it/? Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra
EVENTI
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
HANNES HEGGER- HOTEL CUBO Museion di Bolzano- Cubo Garruti 17 Aprile 2014- 29 Giugno 2014
Hai mai pensato di dormire in un’opera d’arte? Il progetto di Hannes Egger invita a trascorrere una notte nel Piccolo Museion e riscoprire la tua città, proprio come un turista. Una notte al museo: l’idea non è nuova. Se però il museo è anche un’opera d’arte, be’, la questione cambia. È un invito a diventare turisti nella propria città quello rivolto da Egger con il progetto “Hotel Cubo”. Da aprile a giugno il Piccolo Museion si trasforma infatti in un vero e proprio hotel in miniatura, aperto a chi vorrà pernottare in questo albergo molto speciale. L’invito di Egger è chiaro: guardare un quartiere di Bolzano per molti quasi sconosciuto, eppure ricco di storia e di vita, con occhi nuovi. Insomma riscoprire un pezzo della propria città. Il pacchetto Hotel Cubo prevede infatti al risveglio una visita con un’audioguida tra le storie e le persone che abitano Don Bosco. Sono in programma due visite guidate attraverso il percorso suggerito da Egger nei giorni 10/05 e 07/06 alle ore 11.00. È inoltre possibile seguire il percorso autonomamente prendendo in prestito le audioguide presso “Le petit bar” di Via Bari 27.
Museion, Cubo Garutti, via Dante, 6, Bolzano Tel.: +39 0471 223411/ +39 0471 223413 Orario: mar-dom ore 10-18, gio ore 10-22 Biglietto: 6,00 €- ridotto 3,50 Sito web: www.museion.it
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EVENTI
FRIULI VENEZIA GIULIA
MOSTRA MONOGRAFICA SUL PITTORE ANGIOLO D’ANDREA.
Museo Revoltella, Trieste 10 Aprile 2014- 21 Settembre 2014
La mostra segue il percorso compiuto dall’artista con un incedere cronologico, lasciando spazio ad approfondimenti sulle tematiche che più hanno interessato e impegnato Angiolo d’Andrea, portandolo a una pittura evocativa, sentimentale, ricca di poesia e di simbolismi che, a dispetto dell’oblio postumo, era molto apprezzata dai contemporanei. Circa 120 opere, tra dipinti e disegni (una novantina di proprietà della famiglia e della Fondazione Bracco, altre rivenute presso gli eredi di Angiolo D’Andrea o in collezioni private, nonché in collezioni pubbliche), saranno esposte a Pordenone, in collaborazione con il Comune di Pordenone presso la Galleria d’arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato” . Dodici opere nuove rispetto alla mostra milanese , che già esponeva lavori per la maggior parte inediti, daranno conto di ulteriori sviluppi negli studi e nella conoscenza di Angiolo D’Andrea: un eccellente colorista che sviluppò una complessa e diramata ricerca stilistica, influenzato anche dall’evolversi del contesto italiano e mitteleuropeo non solo culturale. Appare sempre presente un sentimento di forte spiritualità, sia che egli affronti il tema della natura e del paesaggio, la religiosità e il sacro, il dramma della Guerra o l’eros femminile e la maternità. Angiolo D'Andrea partecipò alle principali esposizioni del suo tempo e conquistò lusinghieri riconoscimenti di critica e di mercato: esordì con l'“Esposizione di Primavera” della Permanente del 1907, partecipò alle Esposizioni Nazionali di Brera, e alla Biennale di Venezia del 1922, ove Angiolo D'Andrea espone la grande tela Gratia plena.
Museo Revoltella
Via Diaz 27 34100-Trieste T. 040 675 4350 / 4158 Orari: Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica: 10 - 19 Biglietto: Intero 7,00 € Ridotto 5,00 € Sito www.museorevoltella.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Museo Revoltella.
Bozzetti e figurini nelle collezioni del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” 17 Aprile 2014- 31 Agosto2014 Il lavoro di revisione degli inventari delle collezioni, che ha interessato anche lo “Schmidl” in questi primi mesi del 2014, ha sollecitato una sorta di necessità di rendere immediatamente fruibile al pubblico una significativa selezione della straordinaria raccolta di bozzetti e figurini teatrali di proprietà del Museo, realizzando una specifica esposizione che venga ad ‘amplificare’ quanto già in mostra nel percorso espositivo permanente. Da un punto di vista cronologico, il punto di partenza è rappresentato dal fascino dei paesaggi primoottocenteschi di Lorenzo Scarabelotto, nato a Trieste nel 1796 e scomparso in Brasile nel 1852. A Scarabelotto fa seguito un’autentica schiera di artisti, che hanno contribuito a scrivere la storia del teatro e del teatro musicale della città di Trieste lungo un arco di due secoli, ‘immaginando’ la scena di una lunga serie di avvenimenti teatrali. A fronte di oltre un migliaio di lavori, si è intrapresa la via di selezionarne circa duecento e di presentarli in una sorta di ‘dizionario’ storico-artistico-scenografico Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” Una sezione della mostra è infine dedicata alla “scena di Strehler”, con opere tratte dal Fondo “Giorgio Strehler” di proprietà del Museo Teatrale, che portano la firma di Ezio Frigerio, Enrico Job e Renato Guttuso.
Museo Civico Teatrale Schmidl1
via Rossini 4, Trieste Biglietti: intero 4 € - ridotto 3 - gratuito per i bambini fino ai 5 anni Orari: Dal martedì alla domenica 10.00-18.00 Tel: 040 6754068 E-mail: museoschmidl@comune.trieste.it Sito web:www.museoschmidl.it
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EVENTI
EMILIA-ROMAGNA Matisse, la figura
La forza della linea, l'emozione del colore 22 febbraio - 15 giugno 2014 Quel che più mi interessa non è né la natura morta, né il paesaggio, ma la figura. La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento, diciamo religioso, che ho della vita Henri Matisse, 1908 Il genio di Matisse ha cambiato il corso dell’arte del Novecento, imprimendo la sua visione nuova ad ogni genere artistico. Nessuno di questi, però, l’ha affascinato quanto la rappresentazione della figura, soprattutto femminile, al punto da impegnarlo per l’intero arco della sua carriera in una ricerca incessante attraverso tutte le tecniche.Aquesto tema fondamentale è ispirata la mostra che Palazzo dei Diamanti dedica ad un gigante della storia dell’arte moderna. Oltre cento dipinti, sculture e opere su carta racconteranno l’avventura creativa grazie alla quale Matisse ha dato forma tangibile all’emozione risvegliata dai suoi modelli e al piacere stesso di ritrarli. Un’esplosione di gioiosa vitalità accende le icone giovanili, raggianti di colori puri, e fa danzare l’arabesco dei corpi nei capolavori della prima maturità. Lo stesso slancio percorre le opere dell’ultima fase, dove gli oggetti
e l’ambiente sembrano risuonare dell’energia emanata dalla figura. A nutrire l’immaginario dell’artista è soprattutto la presenza della modella nel suo studio. Ora è catturato dal mistero del suo volto, che rivive in ritratti dal fascino magnetico, ora si lascia sedurre dai riflessi di luce sulla sua figura e sugli arredi esotici che la circondano, dando vita ad immagini che sono un inno alla bellezza e all’arte. Al pari di Picasso, Matisse si è ispirato al più antico dei temi artistici, quello della figura e ne ha sovvertito la rappresentazione tradizionale: con semplici sagome colorate ha composto sinfonie di forme quasi astratte che si espandono in uno spazio infinito. Queste creazioni incarnano l’essenza dell’arte di Matisse, capace con pochi segni di toccare le corde più profonde dell’animo umano e di infondere un sentimento di perfetta armonia, esercitando una straordinaria influenza sugli artisti del suo tempo e delle generazioni a venire.
Palazzo dei Diamanti, Corso Ercole I d’Este, 21 - 44121 Ferrara, Tel. 0532.244949 Orari: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 Biglietti: Intero: euro 11,00 – Ridotto: euro 9,0 E-mail diamanti@comune.fe.it Sito web: http://www.palazzodiamanti.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito di Palazzo dei Diamanti.
ARTISTI IN PRIMO PIANO
Parmaré
di Vincenzo Cignarale
Parmarè dimostra ripetutamente di essere capace di rimuovere la sua visione e dare nuova vita alla pittura come arte; non dubita mai che sia suo dovere di artista tentare di conciliare gli elementi delle forme astratte e dei colori arbitrari, che sono gli elementi fondamentali del linguaggio pittorico, con le verità di un’esperienza visiva ed emotiva, ed ha costretto i suoi estimatori ad accettare la sfida non più rappresentativa. Ha sempre presente nel suo ansimo creativo lo spazio, il movimento, la luce e quelle basi formali, i rapporti tonali che costituiscono l’essenza della realtà percepita dal suo inquieto occhio e dal suo animo complesso come oppresso da una visione interiorizzata. Ma ella è capace di trasporre questi dati in equivalenti pittorici la cui forma e tonalità esprimono con immediatezza gli elementi di una scena naturale, di un suo vissuto esistenziale che non necessariamente subisce i limiti espressivi del mondo esteriore senza essere obbligati a qualificarli con inutili e superflui dettagli descrittivi.
In verità Parmarè è soprattutto un artista istintiva, empirica e ripone tutta la sua fiducia nell’acuto potere di percezione, nell’innato senso di logica pittorica, nell’immediata sensibilità per ciò che può essere reso con la pittura; doti che ella esercita a diventare sempre più sottili e sensibili e plastiche. Ha compreso subito che essendo stati rivoluzionati gli strumenti d’espressione, un artista può, oggi, scegliere tra l’accettare una dottrina scolastica con tutte le sue limitazioni o il trovare la strada per esprimere la propria visione attraverso la conoscenza del passato e del presente: essa ha scelto la seconda alternativa
L’opinione Vi n c e n z o C i g n a r a l e L’atto creativo come intuizione
Nelle contraddizioni dell’attuale società l’operato di Giulio Neri s’inserisce con la forza discorsiva che scaturisce da profonde considerazioni esistenziali di natura umanistica. Questo, Neri, lo esprime attraverso lo scandire delle sequenze tonali nelle quali fanno gioco i motivi delle sue fusioni ricche dei colori del fuoco in un amplesso costante di luci. Come altrettanto importanti sono le sue incisioni su osso di seppia: il mare. Il concetto è espresso nel modo più consono alla problematica contemporanea o meglio, con l’accentuazione del tema in una superficie nella quale ogni elemento si accentua e si dilata negli incisivi effetti senza
superflui e dispersivi contorni. La forma è articolata secondo la sua predisposizione culturale ; la genesi del pensiero, dopo la superata immagine del, diviene codificazione della forma segnica. La sua coerenza interna, con l’enunciato pittorico, diventa sintassi del discorso di comunicazione e lo scontro della coscienza percettiva con la realtà, come del esto quella parte di passività, che vuole rimanere estranea per la propria conformazione, alle posizioni fenomenologiche, è contenuta in una aperta estrinsecazione.
EVENTI
TOSCANA
Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della "maniera". Firenze, Palazzo Strozzi 8 marzo 2014-20 luglio 2014
Dall’8 marzo al 20 luglio 2014 Palazzo Strozzi ospiterà la grande mostra Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della "maniera",una esposizione dedicata all’opera del Pontormo e del Rosso Fiorentino, i pittori più anticonformisti e spregiudicati fra i protagonisti del nuovo modo di intendere l’arte in quella stagione del Cinquecento italiano che Giorgio Vasari chiama ‘maniera moderna’. Pontormo e Rosso Fiorentino, si formano con Andrea del Sarto pur mantenendo entrambi una forte indipendenza e una grande libertà espressiva: Pontormo, fu pittore sempre preferito dai Medici e aperto alla varietà linguistica e al rinnovamento degli schemi compositivi della tradizione, il Rosso, fu invece legatissimo alla tradizione pur con aneliti di spregiudicatezza e di originalità,
influenzato anche dalla letteratura cabalistica e dall’esoterismo. Come nel caso della recente fortunatissima mostra del Bronzino si è preferito puntare su un percorso ampio e articolato dei capolavori dei due sommi artisti, privilegiando lo splendore formale e l’altissima poesia del Pontormo e del Rosso Fiorentino, tale da renderla leggibile e chiara non solo agli specialisti ma anche al grande pubblico attraverso sezioni tematiche disposte in ordine cronologico. Un evento irripetibile, unico, che vede riuniti per la prima volta i capolavori dei due artisti, provenienti dall’Italia e dall’estero, molti dei quali restaurati per l’occasione. In occasione della mostra Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della "maniera", la Toscana celebra questi due straordinari artisti.
Palazzo Strozzi p.zza Strozzi 50123 Firenze Da lunedì a venerdì 9.00-13.00; 14.00-18.00 tel. +39 055 2469600 E-mail: prenotazioni@palazzostrozzi.org Sito web: http://www.palazzostrozzi.org/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito di Palazzo Strozzi..
POLLOCK
LA FIGURA DELLA FURIA
Pollock vs Michelangelo: geni a confronto 16 Aprile 2014 - 27 Luglio 2014 Il luogo prescelto per esporre ben sedici opere di Pollock è Palazzo Vecchio simbolo, e a tutt’oggi sede, del potere politico di Firenze, in particolare della città comunale e rinascimentale che fece dell’arte un elemento di forza della propria civiltà e del proprio prestigio nel mondo. E proprio in Palazzo Vecchio si conserva nel Salone dei Cinquecento Il Genio della Vittoria, una delle opere più celebri del Buonarroti, emblema di quelle tensioni contrapposte che caratterizzano la scultura michelangiolesca e che per vie sotterranee tornano a proporsi con assoluta enfasi nelle rivoluzionarie pitture di Pollock. Il titolo della mostra, infatti, La figura della furia, vuole essere un riferimento allo stesso Pollock, alla sua figura nell’atto di dipingere le tele girandogli intorno, pervaso da impeto passionale e da un furore dinamico come in un rituale sciamanico.
Pollock andò però oltre l’esercizio della copia accademica di capolavori dell’arte rinascimentale e nella fattispecie di Michelangelo. I disegni in mostra manifestano, infatti, il coinvolgimento da lui riposto nello studio delle anatomie e delle muscolature, così da esprimere sentimenti di dolcezza e di grazia, ma anche di tensione e potenza, suggerite dalle rientranze e dalle sporgenze delle belle forme del corpo umano, misurandosi in questo senso proprio con la rappresentazione dinamica ed espressiva delle anatomie, del pieno e del vuoto, delle zone di rilassamento e di massima tensione dei muscoli e della carne. E’ qui che possiamo cogliere le basi delle composizioni astratte di Pollock, qui l’artista è alla ricerca di quel suo linguaggio che lo porterà oltre la tradizione figurativa europea.
La mostra si compone di una seconda sezione nel Complesso di San Firenze e più precisamente nella Sala della musica che offre spazi interattivi, apparati multimediali e didattici, dove, attraverso allestimenti creativi, si propongono proiezioni e filmati sulla vita e l’arte dell’artista. Il progetto, oltre la mostra stessa, ha come obiettivo quello di contribuire ad esperire l'arte con strumenti nuovi ed attuali.
Palazzo Vecchio, piazza della Signoria 1 , Firenze Complesso di San Firenze, Piazza San Firenze, Orari: tutti i giorni 9-24.. giovedi 9-14 Biglietti: intero € 12.00; ridotto € 9.00 Tel: 055 262 5961 Mail: gestione.musei@comune.fi.it Sito web: http://www.pollockfirenze.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra
RENATO GUTTUSO.PITTURA SENZA TEMPO 5 Aprile 2014- 31 Maggio 2014
Nata dalla collaborazione con la Galleria de' Bonis, punto di riferimento per lo studio e il mercato del maestro di Bagheria, la mostra presenta una selezione di oltre 30 opere – dipinti ad olio su tela, chine e acquarelli su carta, e opere grafiche originali –, raffiguranti le tematiche più care al maestro: dalle intense nature morte ai paesaggi siciliani, dai sensuali ritratti e nudi di donna alle moderne "scene di genere". La mostra intende ripercorre le fasi più importanti, dagli anni Trenta agli anni Ottanta, della straordinaria vicenda artistica di Renato Guttuso, interprete tra i più carismatici e impegnati della poetica realista, ma anche testimone originale e sensibile dei cambiamenti della società italiana nel Novecento.
L'esposizione è articolata in due sezioni distinte, allestite a rotazione negli spazi della galleria fiorentina: la prima sezione, che si svolgerà nel mese di aprile, è intitolata Guttuso, l'eleganza del segno e sarà incentrata in particolare su alcune splendide opere storiche del maestro (dagli anni Trenta ai Sessanta) che si distinguono per raffinatezza ed eleganza; la seconda, in maggio, avrà per titolo Guttuso e il colore, e vedrà come protagoniste opere più tarde, prevalentemente degli anni Settanta e Ottanta, in cui si può apprezzare particolarmente l'interesse e l'abilità dell'artista nell'uso del colore. Vi saranno, inoltre, alcuni disegni a china preparatori per opere di Renato Guttuso attualmente conservate in musei.
Simboli Art Gallery, via S. Giuseppe 6/r Firenze Ingresso gratuito lun 16.30-20 mar-dom 10-13.15-20 Per informazioni: 055 0502418 E-mail: e.greco@hotmail.it
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BACCIO BANDINELLI PRIMA MONOGRAFICA
Al Bargello sculture, rari dipinti, stampe e disegni. Il "nemico" di Vasari come non si era mai visto. 9 Aprile 2014- 13 Luglio 2014 Il Museo nazionale del Bargello ospita la mostra Baccio Bandinelli scultore e maestro (1493-1560), la prima monografica dedicata a colui che un suo grande “nemico”, Giorgio Vasari, nonostante l’odio tra loro, alla fine è costretto ad ammettere che fosse «artista di fama eterna» e «universale artefice» Le opere in rassegna sono talmente numerose, che, oltre ad essere allestito nelle sale normalmente dedicate alle esposizioni temporanee, il percorso si estende anche in una parte della sala di Michelangelo. Rilievi, sculture, disegni, stampe e persino alcuni dipinti, tra cui l’unico sicuramente autografo di Bandinelli, la Leda e il Cigno, proveniente da Parigi e mai esposto in una mostra. Ingiustamente condannato all’ostracismo della critica negli ultimi due secoli, Bandinelli riacquista, in mostra, l’importanza del suo ruolo nella scultura italiana della Maniera. Del resto, dopo quelle di Michelangelo Buonarroti, di Raffaello Sanzio e dello stesso Vasari, la biografia di Bandinelli è la più ampia tra le Vite vasariane, sebbene tormentata dal loro rapporto conflittuale, tanto che Vasari ne scrive anche come «terribile di lingua e d’ingegno». In mostra sono raccolte tutte le sculture e i dipinti il cui trasferimento sia possibile e, oltre a disegni e le stampe, bronzetti, medaglie, e un raro modello in cera proveniente da Montpellier. Accanto ai capolavori come il Bacco di Palazzo Pitti, ai rilievi marmorei del coro del Duomo, e quelli in stucco e bronzo provenienti da vari musei esteri, sono esposti i busti-ritratto di Cosimo I e il Mercurio giovanile del Louvre.
Museo Nazionale del Bargello
Via del Proconsolo 4 - Firenze Biglietti: Intero € 7.00, ridotto € 3.50 Aperto tutti i giorni, 8.15 - 17.00 Chiuso il 2° e il 4° lunedì del mese Per informazioni: 055. 294883 sito: www.unannoadarte.it
e-mail:firenzemusei@operalaboratori.com Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra
Palazzo Vecchio, casa dei fiorentini, torna ai fiorentini. Tutti i mesi, una domenica al mese, si svolgerà la “Domenica del Fiorentino”, iniziativa che si inserisce nel programma di “Un bacione a Firenze” e che prevede appunto l’apertura straordinaria di Palazzo Vecchio e di tutti i musei civici fiorentini gratuitamente per tutti i cittadini residenti e nati a Firenze e provincia. Per accedere ai musei è necessario presentare in biglietteria la propria carta d’identità o la tessera ‘Bacione card’: chi ha partecipato alle precedenti “Domeniche” ne è già in possesso, altrimenti può sempre rivolgersi a un Ufficio relazione con il Pubblico (URP) e richiederla.. Il lunedì precedente ogni Domenica del Fiorentino viene pubblicato il programma delle iniziative con le attività, anch’esse gratuite, che si possono effettuare esclusivamente su prenotazione.
Calendario appuntamenti 2014 12 Gennaio 9 Febbraio 9 Marzo 13 Aprile 11 Maggio 8 Giugno 14 Settembre 12 Ottobre 9 Novembre 14 Dicembre Per informazioni si può chiamare il numero 055 2768224, scrivere alla mail info@muse.comune.fi.it oppure consultare il sito www.musefirenze.it
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EVENTI
UMBRIA
SENSATIONAL UMBRIA. Steve Mc Curry “Il significato di un viaggio è nel suo percorso. E anche nel suo arrivo”. 29 Marzo 2014 – 5 Ottobre 2014 Steve McCurry con le sue esperienze di viaggio in Umbria ha nella sintesi delle sue immagini il dono di comunicare emozioni e realtà, valori e aspetti di un tempo passato, di un tempo presente e di un tempo futuro. Le immagini di Steve McCurry, per lo più inedite, e altre sull’Umbria provenienti dal suo archivio personale, sono il contenuto della mostra “Sensational Umbria”, organizzata a Perugia dal 29 marzo al 5 ottobre 2014. “Una terra ricca di tempo”: le foto di Steve McCurry hanno reso possibile una lettura attraverso le immagini dell’esperienza millenaria della gente che in Umbria vive, opera o visita questa terra. Le immagini trasmettono un’ “esperienza” che restituisce una chiave di lettura della identità Umbra: la veridicità dei propri valori. Sulla base di 7 grandi temi che Steve McCurry ha sviluppato nel corso della sua campagna fotografica nella regione, ci incamminiamo lungo una serie di itinerari che portano il visitatore a riscoprire l’Umbria in modo nuovo sulle orme di un uomo che ha fatto del viaggiare una dimensione di vita:
Palazzo della Penna -Centro di Cultura Contemporanea via Podiani 11, Perugia Ex Fatebenefratelli, Piazza San Giovanni di Dio, Perugia Tel. 199.151.123 Orari:mar-mer-gio-ven- dom 10.30 - 19.00 sabato e festivi 10-30- 23-00 E-mail: callcenter@sistemamuseo.it Sito web:www.sensationalumbria.eu Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito sistemamuseo.it..
EMILIO LEOFREDDI. NOMADELICA 12 Aprile 2014 – 2 giugno 2014
Il foglio bianco, destino di ogni visione originaria, geografia d’accoglienza che ospita la permanenza della radice, dell’idea come genesi e fondamenta “abitabili”. Quella cellulosa rettangolare è la madre del fattore artistico, il pianeta generativo in cui l’espressione coglie l’inizio, il prologo determinante, la luce del primo chiarore Emilio Leofreddi e il foglio bianco si appartengono da sempre, quantomeno dal primo viaggio adulto dopo l’epoca scolastica, quando l’artista ha intrapreso la propria avventura indiana: due anni in giro nel subcontinente per affinare le coordinate del fatidico passaporto interiore. Da quel momento possiamo parlare di doppia anima, divisa tra Occidente e India, tra la coscienza elettiva e la geografia inseguita. Una compenetrazione tra due realtà antropologiche, messe in dialogo con il passo sospeso dell’occhio poetico, del vagabondo sensibile che coglie il destino umano e la comune fatica, le tensioni del corpo e le aperture dello spirito.
Lunghi periodi indiani hanno rilasciato energie in modo prolungato, così come la radice occidentale rilascia di continuo le sue alchimie specifiche. Leofreddi, a differenza di altri artisti, non ha mai diviso nettamente l’esperienza orientale da quella europea. Ha sempre incrociato le visuali e amalgamato il rilascio alchemico, lavorando sulla sinestesia del suo immaginario polifonico. Piani, livelli e formule si mescolano fluidamente, senza spigoli iconografici, senza tensioni nodose. Tutto scorre, come direbbe qualcuno. Tutto torna, come direbbe chiunque creda nell’armonia conquistabile. Completa la mostra una serie di nuove opere, in linea con le carte appena descritte, realizzate per gli spazi di Palazzo Collicola Arti Visive. In una terza sala, infine, Leofreddi ha selezionato alcuni lavori storici. Si tratta delle tende indiane, ovvero, tecniche miste (stampa fotografica, pittura e disegno) su teloni indiani cuciti a Goa.
Palazzo Collicola Arti Visive Piazza Collicola 1, Spoleto (Perugua) Orari:dal venerdì alla domenica 10.30-13.00 / 15.30 - 19.00 E-mail.info@palazzocollicola.it- Sito web: www.palazzocollicola.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della galleria..
EVENTI
MARCHE GIULIANO GIULIANI. PERSONALE omaggio a giuliano giuliani. forte malatesta, ascoli piceno 15 Marzo 2014 - 2 Novembre 2014
La città di Ascoli Piceno rende un omaggio importante a Giuliano Giuliani, scultore che è stato in grado di trasformare il travertino in opere piene di poesia, forza e bellezza. Ad ospitare un'ampia selezione dei suoi lavori è il Forte Malatesta di Ascoli che, con la sua scabra potenza, offre una ambientazione ideale ad accogliere le pietre che l'artista ha piegato alla loro nuova natura. Il primo paesaggio di Giuliani, ove negli anni Settanta egli ha formato il suo laboratorio d’immagine, è stato certo quello della cava di famiglia, nell’entroterra marchigiano. Può dirsi che quell’alba del suo fare gli sia rimasta lungamente nell’animo: ad essa egli è stato ed è fedelmente avvinto, serbandone gelosamente i valori ideali e fattuali: dal che deriva in prima istanza la peculiarità della sua opera. Da allora - e poi sempre - il suo materiale d’elezione è stato il travertino, con le sue forre profonde e le sue improvvise rivelazioni; solo raramente Giuliani ha avvertito l’urgenza di aggiungere alla pietra che ha scavato qualche elemento estraneo: gessi o materiali diversi, sempre attinti dalla natura. L’opera di Giuliani non è stata tuttavia un’esperienza tutta in sé raccolta e tetragona alle suggestioni della ricerca
plastica contemporanea: in realtà il suo fare è figlio di un vasto scrutinio dei vertici della scultura internazionale del secolo XX, a cominciare dal suo primo amore per Brancusi. Dopo quella lontana suggestione, egli ha ripensato gli esiti della ricerca di Henri Moore al tempo dell'incontro fecondo con il surrealismo; quindi è la ricerca degli anni Quaranta e Cinquanta di Arp a sedurlo: quella volontà, in particolare, tante volte dichiarata dall'artista alsaziano di dar vita con la sua scultura a forme che, prossime ad una nuova nascita, conservino però il sentore del grembo, senza ripetere nessuna forma già esistente. Attraverso Arp, orienta infine Giuliani, soprattutto in certi suoi passaggi d'anni Novanta, l'opera di Alberto Viani. Da fonti diverse, dunque, oscillanti fra ricerche d'ordine astratto e suggestioni umanistiche, muove Giuliani. Del quale forse troppo spesso, all'opposto, s'è sottolineata soltanto la vocazione a una separatezza, nell'eremo dei monti marchigiani, che se è certo reale condizione d'esistenza, e rispecchia una vocazione profonda dell'animo, non ne ha impedito uno sguardo largo e consapevole dato oltre, e ben oltre, quei suoi confini
Forte Malatesta - Ascoli Piceno Piazza Vincenzo Toschi Mosca, 29, 61100 Pesaro Tel. 0721 387541 Biglietti: € 9 intero - € 7,50 ridotto Orari: tutti i giorni 10 - 13 / 15.30 - 18.30 E-mail: pesaro@sistemamuseo.it Sito web: www.pesaromusei.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del museo.
Spazi espositivi: Pala Riviera Via Paganini, 10 63074 San Benedetto del Tronto (AP) tel. 0735395153 mail: info@palariviera.it orario: tutti i giorni 20.00 – 23.00 Stazione Ferroviaria – ex spogliatoi Piazza della Stazione 63064 Cupra Marittima (AP) tel: 0735779193 email: iat@comune.cupra-marittima.ap.it orario:18-20 lunedì e martedì chiuso Galleria Marconi c.so Vittorio Emanuele, 70 63064 Cupra Marittima (AP) tel: 0735778703 email: galleriamarconi@vodafone.it orario: 16.00-19.30 domenica chiuso
Palazzo Parissi Vicolo della Dama 63076 Monteprandone (AP) tel: 0735710930 email: turismo@comune.monteprandone.ap.it orario venerdì – sabato – domenica 18-20 Enoteca Ciù Ciù Piazza del Popolo 63073 Offida (AP) tel: 0736618024 orario: 10.30-13.00 e 16.30-19.30 Galleria Marconi di Franco Marconi C.so Vittorio Emanuele, 70 63064 Cupra Marittima (AP) tel 0735778703 e-mail galleriamarconi@vodafone.it
Cocalo’s Club e-mail: mcda@cocalosclub.it sito web: http://mcda.cocalosclub.it/
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EVENTI
MOLISE
Mostra personale di Hidetoshi Nagasawa Caos Vacilla Venerdì 9 maggio 2014 alle ore 18 è fissata l’apertura primaverile della stagione espositiva del CAMUSAC, che si attua all’insegna della mostra personale di Hidetoshi Nagasawa a cura di Bruno Corà, con un significativo nucleo di nuove opere che l’artista di origine giapponese ha appositamente ideato e realizzato per questa importante scadenza della giovane istituzione cassinese. L’artista, residente in Italia, a Milano, sin dal 1967, si presenta alla ribalta del CAMUSAC dopo la singolare ed emblematica mostra che ha visto coinvolti Enrico Castellani con masterpieces celebri del suo repertorio e il giovane Shigeru Saito con opere concepite in omaggio al Maestro che tra i primi lo ha accolto nel suo viaggio in Italia. Il considerevole gruppo di nuove opere realizzate da Nagasawa sarà collocato nell’area centrale del padiglione espositivo del Museo, mentre nelle pareti circostanti e nei restanti spazi troveranno ospitalità le opere della “Collezione permanente 2”, seconda edizione della dotazione museale. Le nuove opere di Nagasawa, sculture dal forte investimento spaziale, sono di grandi dimensioni e sono state realizzate con differenti materiali: dal marmo rosso Luana con cui egli ha concepito il Paravento, al ferro di Interferenza (di dieci
metri di lunghezza), alle travi in legno di rovere di Ombra di Melissa, ai blocchi di marmo con il ferro di Groviglio di quanta e infine al ferro del Pozzo nel cielo, con cui Nagasawa esordì a Cassino con una prima versione di quest’opera oltre quindici anni fa, in occasione di un convengo su “Arte e città”. La mostra di Nagasawa, dopo le mostre al MACRO di Roma e alla Fòcara di Novoli (Lecce), lo vede nuovamente protagonista capace di sorprendere con opere che sfidano tanto l’inerzia e la gravità, quanto le tensioni interne alla materia sollecitata a esibirsi nel vuoto e nello spazio che essa stessa concorre a determinare con mirabili equilibri di cui l’artista le dota. Le opere, in mutua relazione tra loro, suscitano il caratteristico spazio del Ma, soglia fisica e mentale della cultura Zen in cui si concentrano insieme all’energia delle materie quella dello sguardo e del pensiero dell’osservatore. Per l’occasione è prevista una pubblicazione con fotografie e testi critici sulla scultura di Nagasawa. La mostra resterà aperta dal 9 maggio al 28 settembre 2014, con ingresso libero su prenotazione.
Cassino Museo Arte Contemporanea Cassino, via Casilina Nord 1, Info e prenotazioni: +39 366 5904400 Orari: sabato dalle 15 alle 19, altri giorni su prenotazioni E-mail: susannaholm@cscsigma.it- vanessamontigiani@cscsigma.it Sito web: www.camusac.comt Le immagini, i testi di queste pagine sono prelevati dal sito del museo
FRANCO MARGARI
Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905
L’opinione
To m m a s o E v a n g e l i s t a Mauro Rea. Senzarteneparte
Le opere di Rea sono un complesso dissentire dalla logica e dalla ragione in virtù dell’accettazione eccessiva dell’espressione e dell’ingenuità visiva portate a risultati iconografici complessi e spiazzanti, sul confine di un piano pittorico irrimediabilmente riportato alla luce dalla memoria e per questo carico di “sporcizia”. I (di)segni dell’artista si configurano come grumi materici custoditi da un vortice di forze, spesse volte contrastanti, tra le quali spicca la sempiterna spirale Giduglia, simbolo patafisico per eccellenza e qui trasfigurata nel volto ossuto di un guardone in Vedo nudo. L’uso pratico di personaggi inventati, estremamente caratterizzati da elementi anticonvenzionali, o di animali-uomini, quali ermetici vasi di Pandora di tutti i mali e le angosce della società, concorre a far slittare l’irruenta e spiazzante carica surreale e satirica sul piano del perturbante che agisce sottotraccia come un’ombra risvegliata dal profondo. Rea è abilissimo nel trattare l’Interno e nel comunicarlo come superficie archeologica di visioni tanto materiali da fuoriuscire dal supporto per divenire tracce indipendenti e autonome, come sfuggite dall’integrità della pittura. Il dissentire dalla logica e dall’integrazione non è altro che raziona
lità alternativa ed infatti, tornando ad Eco, «la funzione degli apocalittici ha una propria validità, nel denunciare cioè che l’ideologia ottimistica degli integrati è profondamente falsa e in malafede». L’artista è un apocalittico nella misura in cui da fondo alle proprie ansie liberandole in perenne sospensione, nel nervosismo di un respiro animale fatto soprattutto di segnali e avvisi minimi che provocano reazioni ed accordi nella materia pittorica la quale per l’occasione accoglie tracce di juta, cera, acrilici, oli e combustioni. E poiché la pittura è un perenne dissotterramento delle forme, più che uno scavo alla ricerca di fantasmi nelle opere percepiamo il processo analitico dell’accumulo per aggregazione in contrasto con l’emersione simbolica autonoma di esseri costruiti da pulsioni. Contro l’integrazione di chi non vuole dissentire, tali figure dell’assenza, richiamate in vita da ossimori e contrasti, cominciano ad agire da soli liberandosi dalle leggi della scienza per progredire attraverso ipotetici assiomi […] Tommaso Evangelista
Estratto dal testo critico per la personale di Rea SENZARTENEPARTE. Patafisici e integrati ovvero piccolo manuale di ipocondria fantastica svoltasi presso la galleria Officina Solare di Termoli da 4 al 16 gennaio 2014. La mostra sarà esposta presso il MuMi Museo Michetti di Francavilla al Mare dal 14 aprile all’8 maggio 2014.
EVENTI
LAZIO
Pittura inglese verso la modernità. Hogarth, Reynolds, Turner 15 Aprile 2014 - 20 Luglio 2014 L’esposizione, curata da Carolina Brook e Valter Curzi, intende offrire al pubblico una visione d’insieme dello sviluppo artistico e sociale, che si definì nel XVIII secolo di pari passo con l’egemonia conquistata dalla Gran Bretagna sul piano storico - politico ed economico. Divenuta nel corso del Settecento una vera e propria potenza internazionale, protagonista della rivoluzione industriale e dell’egemonia sulle rotte marittime, l’Inghilterra si pose per la prima volta il problema della nascita di una propria scuola artistica. Lo sviluppo economico di cui è protagonista la Gran Bretagna, permetterà la nascita di un vero e proprio mondo nuovo di figure professionali, industriali e mercanti, scienziati e filosofi, che troveranno nelle arti visive un significativo supporto all’affermazione del loro nuovo status, divenendo i mecenati di quei maestri che nell’arco del secolo contribuiranno alla definizione di una scuola nazionale. Il percorso della mostra si articola in sette sezioni e propone una selezione dei più significativi pittori anglosassoni, con l’obiettivo di documentare in particolare i generi della ritrattistica e della pittura di paesaggio che maggiormente hanno trovato fortuna durante il secolo, dando luogo a un linguaggio figurativo capace di interpretare quella modernità che diventerà nell’Ottocento riferimento comune per tutta l’Europa. In mostra si potranno ammirare pittori come Hogarth, Reynolds, Gainsborough, Wright of Derby, Stubbs, Füssli, Constable e Turner, che offriranno con le loro opere uno spaccato significativo della peculiarità e originalità dell’arte inglese, di cui mancava a Roma una rassegna dalla mostra del 1966.
Palazzo Sciarra
Fondazione Roma Museo Via Marco Minghetti, 22 - 00187 Roma
Telefono:06 692 050 60 Orari: lunedì ore 14,00 - 20,00 martedì al giovedì e domenica 10,00-20,00 venerdì e sabato 10.00 > 21.00 - See biglietti: Intero € 11,50- ridotto € 9,50 E-mail: info@fondazioneromamuseo.it Sito: www.pitturaingleseroma.it/
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Musée d’Orsay. Capolavori Gauguin, Monet, Degas, Sisley, Pissarro, Van Gogh, Manet, Corot, Seurat da Parigi al Complesso Vittoriano 22 Febbraio 2014- 8 giugno 2014 Inaugurato nel dicembre 1986, il museo d'Orsay si contraddistingue per la raccolta di opere realizzate nell'arco di pochi decenni compresi tra il 1848 e il 1914. La mostra presentata a Roma “Musée d'Orsay. Capolavori” abbraccia questo breve periodo attraverso una selezione di capolavori emblematici delle maggiori correnti pittoriche fiorite in quegli anni. Il percorso della visita parte dunque dalle opere accademiche di esponenti dell'arte ufficiale quali Cabanel o Bouguereau, a cui si oppone, a partire dal 1850, la nuova pittura realista di Courbet. Il paesaggio e le rappresentazioni della vita rurale mutano profondamente con Corot, poi Millet e i pittori della scuola di Barbizon, ed infine con la comparsa degli impressionisti. Degas, Manet ed altri esprimono l'intento di svincolarsi dalle convenzioni estetiche per rappresentare la modernità del mondo circostante, mentre il simbolismo e le sue
molteplici forme, dalla pittura intimista dei Nabis alle visioni oniriche di Redon, svelano l’esistenza di un universo poetico e immaginario. I molteplici esperimenti di Gauguin, che supera il concetto di prospettiva, di Monet, i cui colori acquistano un'autonomia quasi totale rispetto al soggetto rappresentato, o ancora dei pittori puntinisti, che spingono al limite la frammentazione delle pennellate, aprono la strada alle avanguardie del XX secolo. Preceduta da una presentazione inedita della storia del museo, delle sue origini e trasformazioni, con una particolare attenzione al lavoro di allestimento realizzato nel 1986 dall'architetto italiana Gae Aulenti, la mostra “Musée d'Orsay. Capolavori” spiega inoltre la scelta di esporre in un'ex stazione ferroviaria le opere di uno dei periodi più fecondi della storia dell'arte, offrendole così alla vista di un pubblico mondiale.
Complesso del Vittoriano,
via di S. Pietro in carcere,Roma lun al giov:9,30- 19,30. ven-sab:9,30-23,30. dom9,30- 20,30 Biglietti: 12 € intero. 9 € ridotto E-mail. service@romeguide.it Sito web: www.musee-orsay.fr Le immagini, i testi di queste pagine sono prelevati dal sito della mostra.
Frida Kahlo 20 marzo - 31 agosto 2014
Alle Scuderie del Quirinale una grande mostra sull'artista messicana di Frida Kahlo (1907-1954), simbolo dell'avanguardia artistica e dell'esuberanza della cultura messicana del Novecento. Icona indiscussa della cultura messicana novecentesca, venerata anticipatrice del movimento femminista, marchio di culto del merchandising universale, seducente soggetto del cinema hollywoodiano, Frida Kahlo si offre alla cultura contemporanea attraverso un inestricabile legame arte-vita tra i più affascinanti nella storia del XX secolo. Eppure i suoi dipinti non sono soltanto lo specchio della sua vicenda biografica, segnata a fuoco dalle ingiurie fisiche e psichiche subite nel terribile incidente in cui fu coinvolta all'età di 17 anni. La sua arte si fonde con la storia e lo spirito del mondo a lei contemporaneo, riflettendo le trasformazioni sociali e culturali che portarono alla Rivoluzione messicana e che ad essa seguirono. [...] La mostra intende riunire attorno ad un corpus capolavori assoluti provenienti dai principali nuclei collezionistici, opere chiave appartenenti ad altre raccolte pubbliche e private in Messico, Stati Uniti, Europa. Completa il progetto, una selezione dei ritratti fotografici dell’artista, tra cui quelli realizzati da
Nickolas Muray negli anni quaranta, indispensabile quanto suggestivo complemento all’arte di Frida Kahlo sotto il profilo della codificazione iconografica del personaggio. Se infatti la mostra intende presentare e approfondire la produzione artistica di Frida Kahlo nella sua evoluzione, dagli esordi ancora debitori della Nuova Oggettività e del Realismo magico alla riproposizione dell’arte folklorica e ancestrale, dai riflessi del realismo americano degli anni venti e trenta (Edward Hopper, Charles Sheeler, Georgia O’Keefe) alle componenti ideologico-politiche ispirate dal muralismo messicano (Rivera, Orozco), è il tema dell’autorappresentazione a prevalere in questo progetto di mostra, sia in rispetto del peso numerico che il genere “autoritratto” assume nella produzione complessiva dell’artista, sia - e soprattutto - per lo specialissimo significato che esso ha rappresentato nella trasmissione dei valori iconografici, psicologici e culturali propri del “mito Frida”. La progettazione della mostra e del catalogo è affidata alla cura di Helga Prignitz-Poda, autrice con Salomon Grimberg e Andrea Kettenmann del catalogo ragionato dell’artista nel 1988.
“Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io” Frida Kahlo
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Giacinto Cerone: il massimo dell’orizzontale Opere su carta - MACRO, Roma 6 maggio 2014 - 14 settembre 2014
La mostra, a cura di Benedetta Carpi De Resmini, è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’Archivio Giacinto Cerone A dieci anni dalla scomparsa di Giacinto Cerone (1957–2004), il MACRO dedica all’artista la mostra-omaggio Il massimo dell’orizzontale, presentando al pubblico una selezione di oltre 30 opere su carta, molte delle quali esposte per la prima volta, provenienti da collezioni pubbliche e private. La tensione emotiva e la fisicità espressiva delle sculture di Cerone emergono con la stessa dirompenza in queste opere, che rientrano a pieno titolo nel processo creativo dell’artista. Segni nervosi, profili vibranti e grumi di colore
fanno da contraltare ai tagli, le torsioni e le lacerazioni che contraddistinguono le sculture dell’artista. Opere di grandi dimensioni, come la serie delle Ofelie o degli Argonauti, manifestano una continua e incessante sperimentazione, capace di trasformare la fioritura di un arbusto, i viluppi di un panno, una figura senza volto, in una visione alchemica, in cui le cose cessano di essere ciò che sono per divenire ciò che noi desideriamo. A corredo delle opere, la mostra presenta un nutrito corpus di documenti (fotografie, lettere, scritti, pubblicazioni) provenienti dall’Archivio Giacinto Cerone.
MACRO 1 - via Nizza, 138 tel. 06 67 10 70 400 Biglietto:Intero: € 12,50- Ridotto: € 10,50 Orario: Martedì a Domenica ore 11.00-19.00; Sabato ore 11.00-22.00 E-mail: stampa.macro@comune.roma.it Sito web: www.museomacro.org Le immagini, i testi di queste pagine sono prelevati dal sito della mostra.
EVENTI
ABRUZZO
La mostra, che ha ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, rientra nel programma ufficiale delle Commemorazioni del Centenario Prima Guerra Mondiale 2014/2018, apre in Italia le riflessioni sul centenario della prima guerra mondiale (1914-1918), comprende oltre cinquanta opere e documenta come gli artisti, da Balla a Carrà, da Léger a Grosz e Dix, da Previati a Nomellini, hanno rappresentato la drammatica esperienza del conflitto. Cuore della mostra è la figura di Sironi, di cui per la prima volta vengono analizzate organicamente la stagione degli anni 1915-1918 e la tematica della guerra, che ricorre nella sua pittura ben oltre quegli anni. Il percorso espositivo muove da maestri europei come Léger con I giocatori di carte, 1915; Otto Dix, con la
poco nota Schützengraben in der Champagne, 1916; Grosz con il tragico 1917. Prosegue poi con gli artisti italiani, da Previati (Gli orrori della guerra, 1917) e Nomellini, (Allegoria della vittoria sull’esercito in marcia, 1919) ai futuristi Balla, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, fino a Bonzagni, Campigli e molti altri, tra cui Viani e Marussig che rappresentano entrambi un Soldato austriaco, emblema della sconfitta. Le sale sironiane iniziano con le vignette satiriche contro gli Austro-tedeschi realizzate dall’artista nel 1915-1918, tra cui quelle per la rivista “Il Montello”, diretta da Bontempelli. Di enorme suggestione sono poi due opere monumentali: la grande tela della Vittoria alata, dipinta da Sironi nel 1935, e i giganteschi Soldati, del 1936.
Palazzo de’Mayo,
Largo Martiri della Libertà 66100 Chieti Tel 0871/347606/ 0871 359801 Orari: martedì - venerdì 10,00 - 13,00 sabato - domenica 10,00 - 13,00 / 16,00 - 20,00 E-mail: set@fondazionecarichieti.it Sito web: www.fondazionecarichieti.it
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EVENTI
PUGLIA
Il percorso della pittura. Omar Galliani. Lègami e beat five 31 Gennaio 2014 - 25 Maggio 2014 Il percorso della pittura vuole essere un itinerario corale attorno ai protagonisti della pittura “made in Puglia”, con nomi storici già attivi nei primi decenni del Novecento e le nuove proposte. La panoramica, per “exempla”, spazia dalla figurazione all’astrazione, all’informale, alle nuove ricerche. In mostra oltre trenta artisti di primo piano, tra cui Carlo Barbieri, Lino Paolo Suppressa, Mimmo Conenna, Franco Gelli, Nicola Maria Martino, Michele Massari, Pino Settanni, Francesco Spizzico e Raffaele Spizzico. La mostra di Galliani, uno dei maggiori artisti del panorama contemporaneo italiano e internazionale propone in particolare cinque grandi opere storiche, tra cui un dipinto già esposto nel 1983 nella mostra collettiva “Il filo dell’acqua” curata da Toti Carpentieri nel castello Angioino di Gallipoli. Il maestro – che in anni recenti ha più volte esposto in città nell’ambito delle Triennali d’arte sacra contemporanea, negli spazi di Confindustria, nell’ex chiesa di San Francesco della Scarpa e nella galleria Scaramuzza Arte Contemporanea – è ormai un habitué del Salento. Questo nuovo appuntamento rinsalda ulteriormente i suoi legami con il territorio. Beat five con cinque giovani artisti nati dal 1980 in avanti, provenienti da diverse geografie e attenti alle nuove declinazioni dell’immagine, analizzati, interpretati e letti da Lorenzo Madaro: Paola Angelini, Rocco Cardinale, Simon D’Exéa, Laurina Paperina e Agnese Skujina.
MUST, Ex monastero di Santa Chiara Via degli Ammirati, n° 11, 73100 - Lecce tel. 0832 682103 Orari: dal martedì alla domenica 10/13- 15/19, e-mail: comunicazionemust@gmail.com Sito web: www.mustlecce.it/
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FLUID TALES personale di Virginia Ryan Dal 14 Aprile 2014- 8 Giugno 2014 L’artista, australiana di nascita, ha vissuto a lungo in altri continenti e da diversi anni lavora in Africa. In particolare, durante la permanenza in Ghana e Costa d’Avorio, ha realizzato delle installazioni attraverso le quali la cultura e la spiritualità delle popolazioni indigene vengono rilette con modalità rispettose della loro sensibilità e al tempo stesso innervate da tensioni legate al vivere contemporaneo. monte delle grandi installazioni in mostra alla Fondazione Museo Pino Pascali, stanno l’interesse nei confronti della persistenza del mito delle sirene presso alcune comunità africane e l’intento di preservare – attraverso le immagini degli individui – la memoria collettiva di un tessuto sociale in rapida trasformazione. Con l’installazione Surfacing, Virginia Ryan evoca le figure mitiche delle Mami Wata (dall’inglese Mammy Water), metafore dei pericoli della navigazione, ma anche simboli dell’archetipo del femminile e simili per molti aspetti alle sirene, creature ibride che si incontrano
spesso nelle mitologie occidentali, capaci di ammaliare con il loro canto melodioso e di portare alla perdizione gli umani. Accanto alle grandi code di lunghi capelli neri, come emerse dagli abissi marini e fluttuanti nell’aria, con cui Ryan raffigura le divinità africane, saranno esposti alcuni disegni raffiguranti delle sirene che Frédéric Bruly Brouabré, il più importante artista ivoriano, recentemente scomparso, ha voluto realizzare per Virginia nel 2010. Duemila fotografie, recuperate dall’artista negli studi fotografici di Gran Bassam, la vecchia capitale coloniale della Costa d’Avorio, oggi patrimonio dell’UNESCO, e salvate dalla distruzione o comunque dall’oblio, sono riunite nell’installazione I love you, che costituisce una efficace testimonianza del vissuto di individui degli ultimi vent’anni – immagini di nascite, matrimoni, rituali religiosi, feste di famiglia, momenti di svago – e insieme un invito alla riflessione su ciò che accomuna le vite di persone appartenenti a culture diverse.
Fondazione Pino Piscali, Parco del Lauro 119. Polignano a Mare, Bari tel. 080 4249534 - 3332091920 Orari: da martedì alla domenica11/13- 17/21 e-mail: segreteria@museopinopascali.it Sito web: www.museopinopascali.it Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito della mostra.
ARTISTI IN PRIMO PIANO
Carlo Iorietti di Roberto Borra
Nella pittura ad olio di Carlo Iorietti si scorge il piacere antico del minuzioso fare artistico. I suoi nudi femminili colpiscono per la saldezza della composizione e per l’intensa carnalità che da essi traspare. I personaggi che animano i suoi ritratti sono immersi in espressioni, posture ed atteggiamenti che svelano evidenti tracce di timidezza o di profonda introspezione, altre al contrario denotano un sano grado di ironia ed irriverenza. L’affascinante ambivalenza tonale nei quadri di Iorietti è illuminante per la comprensione della sua dialettica artistica. Le figure che animano le sue opere, siano esse nudi o ritratti, sono intessute da un gioco di raffinate cromie che contrappongono e amalgamano il calore proprio della viscerale interiorità (luci calde) con il gelo del mondo esterno (toni freddi). Il tutto delineato da pennellate di luce ora vigoroseed intense, ora
accennate appena a descrivere riflessi e volumetrie animate da virtuose ma istintive rivelazioni pittoriche. Le figurazioni di Iorietti ci obbligano a misurarci con la nostra interiorità, poiché indagano e svelano con sottile vena introspettiva, un variegato tessuto composto da brevi ed intensi istanti che sembrano appartenere all’infinito universo della nostra stessa esistenza. Arte vera, quella di Iorietti, da apprezzare e gustare lentamente, poiché intingere la tela di asserzioni che durino e maturino nel tempo, è il comune denominatore che muove il fare degli artisti di razza, categoria alla quale questo pittore appartiene a pieno titolo in virtù di una intensa personalità artistica affinata e forgiata dal rigore di solide basi accademiche.
EVENTI
BASILICATA
SCULTURA IN BASILICATA
Matera, Chiese della Madonna della Virtù e di San Nicola dei Greci Dal 15 Giugno 2014- 18 Ottobre 2014 Tornano nei Sassi di Matera le grandi mostre di scultura organizzate dal circolo La Scaletta.Tornano per dare un segnale di superamento della crisi e, soprattutto, per confermare la vitalità degli artisti lucani che dentro e fuori della loro terra hanno mantenuto un profondo rapporto con l'arte contemporanea. Un rapporto non marginale, ma ricco di creatività e di linguaggi assolutamente significativi. Né poteva essere diversamente in un territorio che aveva visto, tra gli altri, irrompere, negli anni '50, i fratelli Andrea e Pietro Cascella con l'arredo ceramico della chiesa di Ludovico Quaroni al borgo La Martella e la dirompente presenza nei rioni Sassi e sul prospiciente altipiano murgico delle undici grandi sculture di Pietro Consagra denominate "i ferri di Matera", oggi visibili nel parco Rossini di Monza. In quella occasione, nel 1978, Consagra con Andrea Cascella, Bonalumi, Carmi, Castellani, Dadamaino, Dorazio, Franchina, Nigro, Perilli, Pozzati, Rotella, Santomaso e Turcato, oltre Giuseppe Appella ed i soci del circolo La Scaletta, redassero e diffusero l'importante documento in difesa dell'arte e dei centri storici chiamato "la carta di Matera". Da quella esperienza prese corpo l’idea di creare negli
antichi rioni materani un annuale appuntamento con la scultura contemporanea. Il circolo La Scaletta aveva in quegl'anni perfezionato il recupero di un singolare percorso rupestre che inglobava due chiese scavate nella roccia nell'ottavo e nel XI secolo. Fu così che nel 1987 nacque una straordinaria fusione tra la calcarenite della Madonna delle Virtù e di San Nicola dei Greci e le opere di scultura degli artisti contemporanei. I visitatori della prima mostra dedicata a Fausto Melotti rimasero affascinati dalla magia creata da arte e ambiente che si rincorrevano per dare ad ognuno un plus valore, in quella straordinaria cornice di sole, roccia e uomini che fanno dei Sassi di Matera un luogo magico. Cominciò così l'avventura delle "grandi mostre nei Sassi di Matera" che hanno visto esposte le opere di grandi artisti italiani e stranieri. Manifestazioni di questo spessore, tra le tante ricadute culturali, sono certamente di conforto, di sprone, poi di confronto e quindi di crescita delle sensibilità artistiche presenti nel territorio, al pari delle esperienze che, in un mondo sempre più raggiungibile, gli stessi artisti possono avere.
Chiesa della Madonna delle Virtù e di S. Nicola dei Greci, Matera ingresso libero- tel: 0835.336726 e-mail: info@lascaletta.net Sito web:www.lascaletta.net/ Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito della mostra.
ENZO BRISCESE
Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905
L’opinione Francesco Mastrorizzi Quando l’arte promuove un territorio
Il Premio Enogenius è un concorso di pittura contemporanea che dal 2009 si propone di far conoscere ad un largo pubblico, attraverso il veicolo dell’arte, un territorio ricco di storia, cultura e tradizioni come quello del Vulture, situato nell’area nord della Basilicata. Uno dei simboli del Vulture, e vanto in Italia e non solo, è il vino rosso Aglianico, al quale da sempre è dedicato il concorso. Dall’immaginario legato al vino, infatti, di anno in anno gli organizzatori dell’Associazione Orme attingono un nuovo spunto che possa ispirare gli artisti ed accendere la loro creatività. Per la quinta edizione della manifestazione, lanciata ad ottobre 2013, si è deciso di scegliere come tema del concorso la frase latina “Nunc est bibendum”, esortazione a brindare con cui il poeta Orazio inizia la sua Ode I, 37, dando libero sfogo all’esultanza dei Romani per la morte della loro esecrata nemica Cleopatra. Per la prima volta, inoltre, la partecipazione è stata riservata esclusivamente agli artisti al di sotto dei 40 anni, con la volontà precisa di incoraggiare il talento giovane. Le adesioni al concorso come sempre sono giunte da ogni parte d’Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Marche, Sardegna, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia) e anche dall’estero (Slovenia, Albania, Slovacchia, Polonia). Tra tutte le opere candidate, la giuria tecnica del concorso, formata da esperti d’arte di alto profilo, ne ha selezionate 19, le quali sono state esposte al pubblico all’interno di
una mostra collettiva, allestita a Venosa presso lo spazio espositivo gestito dall’associazione culturale Galleria 25. Una ulteriore valutazione della giuria, effettuata sulla base di criteri di qualità, ricerca, originalità e contemporaneità, ha permesso successivamente di premiare le tre opere migliori. La cerimonia di proclamazione dei vincitori si è svolta domenica 12 gennaio 2014, in occasione del vernissage della mostra delle opere finaliste. . La giuria ha decretato come vincitrice l’opera intitolata “Le nuove cortigiane” dell’artista bolognese Matteo Felloni, ritenuta la migliore in concorso dal punto di vista estetico, concettuale e tecnico, in particolare per la straordinaria modernità comunicativa dimostrata nel rappresentare la diffusa malinconia e la solitudine esistenziale del nostro tempo. Seconda classificata è stata nominata l’opera “Il nettare degli dei” di Alessandro Allegra, apprezzata soprattutto per la capacità dell’artista di rivisitare il mito attraverso l’ironia, prospettando con notevole perizia tecnica una costruzione formale caravaggesca. Al terzo posto il dipinto “Il diavolo e l’acqua santa” di Olimpia Siciliano, che ha saputo comunicare i contenuti del tema in un dipinto dalla composizione seducente ed equilibrata, producendo suggestioni di figurazione classica pur catturando la contemporaneità. Così come avvenuto nelle precedenti edizioni, ancora una volta il Premio Enogenius si è dimostrato un evento capace di fare marketing territoriale, promuovendo in tutta Italia l’area di produzione del vino Aglianico e richiamando artisti partecipanti e appassionati di arte contemporanea a visitare il Vulture, per scoprirne le bellezze storico-culturali, naturali ed eno-gastronomiche.
EVENTI
CAMPANIA
Andy Warhol al PAN di Napoli 18 Aprile 2014 - 20 Luglio 2014
Nel capoluogo campano è stata allestita la mostra di Andy Warhol al PAN - Palazzo delle Arti di Napoli, curata da Achille Bonito Oliva. La mostra di Warhol al PAN di Napoli, in Via dei Mille 60, è aperta da lunedì a sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.30, mentre l'apertura domenicale è dalle ore 9.30 alle ore 14.30. Le sale espositive del 1° e 2° piano sono chiuse nella giornata di martedì. Il costo del biglietto intero è di 8 euro, mentre il ridotto per ragazzi da 6 a 17 anni costa 4 euro; c'è poi il biglietto rivolto agli studenti che costa 5 euro, mentre i bambini fino a 5 anni entrano gratis.
Per le famiglie, invece, è previsto un biglietto al costo di 17 euro per 2 adulti + 2 bambini. La mostra “Vetrine”, ospiterà anche un nutrito gruppo di opere su carta tratte dalla serie Golden Shoes, realizzata da Warhol all’inizio della sua carriera a New York a metà degli anni 50, quando faceva il grafico pubblicitario e vetrinista per i negozi di Madison Avenue, nonché la presentazione di serigrafie delle Campbell’s soup e dei Camoufflage, “scatole-scultura” e t-shirts realizzate dalla Andy Warhol Foundation for the Visual Arts.
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Grande successo di pubblico per l'inaugurazione, tenutasi sabato 19 aprile.. Presente anche il sindaco Luigi de Magistris che ha invitato cittadini e turisti a non perdere questa occasione: “Vedere una mostra su Andy Warhol a Napoli – ha scritto il primo cittadino – non è come vederla altrove. Il legame NapoliAndy è vulcanico, vi aspetto”. Andy Warhol nacque a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 6 agosto del 1928 Morì a New York il 22 febbraio 1987, in seguito a un intervento chirurgico alla cistifellea, dopo aver realizzato Last Supper, ispirato all'Ultima Cena di Leonardo da Vinci. La sua attività artistica conta tantissime opere, che produceva in serie con l’ausilio dell’impianto serigrafico. Le sue opere più famose sono diventate delle icone: Marilyn Monroe, Mao Tse-Tung, Che Guevara e tante altre. La ripetizione era il suo metodo di successo: su grosse tele riproduceva moltissime volte la stessa immagine alterandone i colori. A cura di Adele Paturzo
Palazzo PAN- Palazzo Roccella, Via dei Mille 60 - Napoli Tel: 081/3630018 Orari: dal lun-sab, dalle 9.30/19.30; dom 9.30/14.30. martedì chiuso. Biglietti: intero € 8,00 intero - € 4,00 ridotto E-mail info@mostrawarholnapoli.it Prenotaz: visiteguidate@mostrawarholnapoli.it Sito web: www.mostrawarholnapoli.it/ Le immagini di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra
A cura di Letizia Caiazzo e Massimo Pasqualone Nello splendido scenario del Conca Park Hotel in Via degli Aranci a Sorrento si è svolto il Terzo Meeting Internazionale d’Arte, organizzato e fortemente voluto dalla fondatrice dell’Ass. Culturale no profit ARS HARMONIA MUNDI, dott.ssa Letizia Caiazzo. L’Associazione Ars Harmonia Mundi ha prevalentemente lo scopo di promuovere l’Arte e con essa l’amore per la Bellezza…….. Il Meeting si è tenuto dal 10 al 13 aprile , patrocinato dal comune di Sorrento e promosso dal dott.Raffaele Russo, direttore del Conca Park, con lo scopo principale di promuovere l’arte e la conoscenza in luoghi così singolarmente belli. Hanno partecipato gli artisti : Ahed. Ababneh, Rima Almozayyen, Serena Battisti, Enzo Briscese, Patrizia Patrone, Massimo Di Febo, Barbara Roos Yulak, Marinka, Giuseppe Alessio, Claudia Salvadori, Maria Grazia Tarulli, oltre alla stessa Letizia Caiazzo, organizzatrice dell’evento.
HOTEL CONCA PARK
NAPOLI
Via degli Aranci, 13\BIS 80067 Sorrento Tel +39 0818 071 621 Fax +39 0818 071 365
L’opinione Letizia Caiazzo La bellezza è… Vita , Amore , Gioia
L’uomo fin da quando è apparso sulla terra è rimasto affascinato dalla bellezza della natura e ha sempre cercato la bellezza perché dove c’è bellezza c’è armonia, pace, serenità. Cos’è la bellezza? Ci si è sempre interrogati, senza mai riuscire a darne una definizione assoluta; tutti sono d’accordo nel dire che la bellezza è quel quid che genera piacere in chi la osserva. Molti filosofi e pensatori di varie civiltà hanno cercato di dare una risposta a ciò che è bello, a ciò che è brutto, e se questi sono qualità oggettive o soggettive. La risposta più esauriente l’hanno data i grandi filosofi greci che hanno attribuito una totale importanza alla ricerca del bello, di una bellezza ideale che armonizzi la morale, la politica, la religione, la vita sociale. Questa ricerca del bello la troviamo ancora oggi, dopo millenni, soprattutto nell’arte con capolavori scultorei, pittorici, opere letterarie, che abbiamo ereditato non solo dai greci, ma dalle varie civiltà del mondo. Parlare di bellezza oggi è difficile , spesso la si confonde con qualcosa che è molto più superficiale, qualcosa che riguarda la salute : “ belli e sani”, “belli e giovani”, “ la bellezza aiuta “ .Essa diventa così uno strumento di potere nelle relazioni interpersonali , pertanto la bellezza deve
essere utile e fruibile. Nella sintesi della relazione di Emanuela Mora Quale spazio per la bellezza nel mondo d’oggi , si legge:“Nel moderno vien meno l’identità tra bello e buonoIl bene, non più autofondato, non è più visto come corrispondente alla perfezione del creato. E il soggetto che entra in gioconon è più qualcuno che nella sua azione corrisponde ad un bene dato, ma entra in gioco come soggetto eticamente responsabile che deve operare scelte tra opzioni diverse le quali tutte rivendicano dignità, rispetto, bontà in nome di principi diversi e non più da tutti condivisi. E’ la drammaticità del problema morale oggi.” Proprio così , la bellezza non deve essere solo narcisistica e personale ma dovrebbe ritornare ad essere ricerca della felicità, dell’armonia ,del bene comune. Occorre quindi ricominciare a sperare nel bello e a produrre simmetria, equilibrio. Secondo Dostoevskij “la bellezza salverà il mondo”, ciò non significa che il bello potrà fare miracoli e risolvere tutte le ingiustizie e brutture di cui siamo circondati , ma aiuterà soprattutto i giovani di oggi e le future generazioni a superare la superficialità dell’effimera bellezza , nel senso vuoto dell’essenza e a maturare le proprie doti in capacità creative e costruttive per sè e per gli altri. L’arte in questa ricerca dovrebbe avere un ruolo determinante, purtroppo non è sempre così, spesso è concepita come critica, come protesta, come rivoluzione e i canoni della bellezza non vengono più rispettati . L’arte diventa ambigua, di cattivo gusto, dissacrante. Il bello oggi sembra legato soprattutto all’irriverenza, allo stupire in maniera spesso disgustosa, ma l’arte per me è anche senso di rispetto per gli altri. E’ necessario offrire opere artistiche esteticamente gradevoli e mettere le persone nelle condizioni di non dover rimanere lontani dalla bellezza, soltanto in questo modo l’estetica e l’etica ritorneranno ad avere lo stesso fine.
EVENTI
CALABRIA AGOSTINO BONALUMI. PERSONALE 22 febbraio 2014- 31 Maggio 2014
Dopo il successo di Bookhouse. La Forma del Libro, il museo MARCA di Catanzaro presenta la prima personale di Agostino Bonalumi in uno spazio pubblico dopo la sua scomparsa avvenuta il 18 settembre 2013 all’età di 78 anni. Curata dal direttore artistico del MARCA Alberto Fiz insieme al figlio dell’artista Fabrizio Bonalumi, comprende una selezione particolarmente accurata di 40 opere di grandi dimensioni che spaziano dalle prime esperienze nell’ambito dell’informale, per giungere all’indagine dell’ultimo decennio. La rassegna si configura come un’occasione particolarmente significativa per riflettere sul percorso artistico di Bonalumi in un tracciato che prende le mosse dalle sperimentazioni in ambito informale per passare alla prima estroflessione, Nero del 1959 che segna un passaggio decisivo verso una ricerca che non si pone più come rappresentazione, bensì come tensione di ricerca costante verso una rinnovata logica processuale. Bonalumi, insieme a Piero Manzoni e Enrico Castellani, ha imposto la Pittura-Oggetto, in base
alla felice definizione di Gillo Dorfles, come segno linguistico di riferimento in netta opposizione alle ricerche precedenti. Pur avendo una posizione di primo piano nell’ambito dello spazialismo, Bonalumi è un artista eterodosso che non ha mai fatto della sua ricerca un dogma, trovando sempre una via di fuga rispetto a quelli che potevano sembrare i limiti naturali di un’indagine connotata dagli elementi geometrici. La mostra analizza l’evoluzione dialettica che caratterizza il percorso di Bonalumi sempre teso verso l’affermazione di soluzioni rigorose e mai ripetitive evitando che lo stile, inteso come cliché, possa prendere il sopravvento. La rassegna, poi, è l’occasione per apprezzare anche la produzione più recente di Bonalumi con opere mai viste prima d’ora come Rapporti, la scultura in vetroresina, cristallo e marmo del 1981-2001 o Rosso del 1990. Anche negli ultimi anni della sua attività l’artista ha realizzato opere di assoluto rilievo in grado di sintetizzare l’intero arco della sua ricerca.
MARCA Via Alessandro Turco 63 - Catanzaro tel. 0961.7467970961.746797 Orari: da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30;Biglietti: 3 euro; Sito web: www.museomarca.info
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TIZIANO CALCARI
Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905
L’opinione Alessandra Primicerio L’evolversi dell’umanità nei dipinti di Antonio Oliva Il colore e la luce, elementi principali delle opere di Antonio Oliva, colpiscono l’osservatore: l’occhio umano percepisce prima luce e colore e dopo attraverso capacità cerebrali distingue forme e spazio. Andrè Derain diceva “la sostanza della pittura è la luce”, non può esistere arte visibile senza di essa. Noi sappiamo ciò che i nostri sensi ci rivelano. I soggetti di Antonio sono scolpiti dalla luce ed evidenziati dalle infinite sfumature del colore e mettono in risalto segni che rivelano l’essenza stessa dell’uomo; è una pittura emozionale, ricca di sentimento, fondamentale per recepire e valutare ciò che ci circonda. Come i futuristi, Antonio Oliva, dipinge il movimento e rende sulla tela l’azione voluttuosa di personaggi, animali e cose coinvolgendo lo spettatore e il suo mutevole punto di vista. E così percepiamo la corsa dei cavalli e la loro potenza e vitalità. “Tutto si muove, tutto volge rapido, non è mai stabile davanti a noi… Le cose in movimento si moltiplicano, si deformano… Così un cavallo in corsa non ha quattro zampe, ma venti…”. L’artista associa alla sua tendenza emotiva immagini della realtà sociale: eventi della quotidianità e del mondo del lavoro. La personale di Oliva ”Ipotesi future” in mostra, dal 24 Aprile all’8 Maggio 2014, presso il Museo delle Arti e dei Mestieri a Cosenza, evidenzia le idee del pittore sulla filosofia, la medicina, la morale, la partenogenesi, la politica, la musica, la religione e altro, espresse attraverso la potenza della sua arte. Il suo pensiero si proietta verso il futuro, alle nuove scoperte. Intravediamo attraverso i suoi dipinti, come in un film di fantascienza, le trasformazioni che coinvolgeranno tutti i campi del sapere e l’evolversi dell’umanità e della natura. Le scoperte scientifiche hanno cambiato e semplificato la vita dell’uomo e ne hanno modificato la quotidianità. L’utilizzo continuo di tecnologie sempre più avanzate assieme all’evolversi e al trasformarsi dell’essere umano e della natura che lo circonda ha causato la carenza dei rapporti personali e sociali.
E’ necessario quindi coltivare e non perdere i valori di un tempo, i sentimenti di fraternità e di amicizia. In alcune opere si percepisce anche una sorta di dispiacere e nostalgia per un passato che dava grande importanza alle emozioni e ai rapporti interpersonali come in “Il senso proprio” dove i due personaggi si stringono in un abbraccio ed emanano una forte luce: ci fanno capire che anche in un mondo tecnologico l’amore è la cosa più importante. La fantascienza ha da sempre precorso la realtà futura che poi si è spinta oltre la fantasia.L’uomo si innalza a creatore, per la prima volta crea un androide che può sostituire se stesso, ma l’uomo non è Dio e quindi all’uomo meccanico manca la coscienza. I soggetti principali della mostra di Antonio Oliva sono paesaggi e personaggi futuristici che riescono a catturare lo spettatore portandolo in una dimensione completamente diversa. Questa sua creatività ha dato origine a illustrazioni meravigliose, caratterizzate da elementi suggestivi Ammirando i quadri di Oliva notiamo come l’artista prevede l’evolversi dell’umanità e riflette sulla storia dell’uomo e sulle sue mutazioni. “Personaggi” una delle opere in mostra ci fa entrare nel mondo degli androidi. Potrebbero diventare realtà le opere di Antonio? Se pensiamo che i romanzi di Isaac Asimov, biochimico e scrittore russo , hanno predetto il futuro non è molto inverosimile pensare che anche le opere di Oliva anticipano in qualche modo i tempi futuri. A.E. Van Vogt nell’introduzione ai racconti fantascientifici di vari autori dice ”vivo è l’interesse dell’uomo per l’uomo..” ma “quale effetto avrà tutto questo sugli essere umani?”. Albert Einstein infatti anticipava : “Temo quel giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità”.
EVENTI
SICILIA
JULIO LARRAZ. DEL MARE, DELL’ARIA E DI ALTRE STORIE 8 Marzo 2014 - 8 Giugno 2014 Nato nel 1944 a L’Havana (Cuba), Julio Larraz è considerato uno dei pittori più poliedrici nel contesto internazionale. I suoi dipinti, con i quali si è imposto all’attenzione della critica fin dai primi anni ’70 dopo un’intensa attività di illustratore e disegnatore, raccontano un mondo ricco di sensazioni e di atmosfere. Narrativo senza mai essere letterario, Larraz attinge dalla realtà ma la trasfigura in immagini simbolo non sempre di immediata decifrabilità, nonostante il piacere della figura lo renda, contemporaneamente, un artista di assoluto gradimento per il pubblico. Julio Larraz ama assumersi dei rischi e raramente ripete gli stessi temi e soggetti; allo stesso tempo, però, sembra procedere per cicli visivi e concettuali in cui affronta argomenti a lui cari, che vanno dall’allegoria del potere alla bellezza femminile, da un erotismo languido e suadente alla citazione cinematografica, dalla politica all’umorismo, dal ritratto al dominio del mare, motivo per lui dominante in un arcipelago pittorico fondato su mille isole che parlano di viaggi e ritorni, addii e ritrovamenti. Insomma, un artista dal gusto romantico, dove l’elemento
autobiografico si incontra con l’ambizione di parlare una lingua universale e globale. La mostra presenta un centinaio di opere del maestro, in un itinerario temporale che parte dal 1975 - dipinti come “The Giant” e “Finisterre” - seguendone gli sviluppi per i vari decenni - gli anni ’80 (“El padre de la Patria Nueva”, “The fall of Icarus”, “Lost a Sea”), gli anni ’90 (“Hunters in the Snow”, “Cape Laplace”, “Tuscan Morning”, “Impact”) - fino ai tempi più recenti con una serie di dipinti inediti realizzati appositamente per la mostra (come a “A rendezvous with Homer”, ispirato all’idea di pittura come narrazione visiva legata sia alla tradizione orale che alla parola scritta). Viaggiando nella pittura di Larraz ci si accorge che l’artista non crede nel concetto di evoluzione, e spesso a distanza di tempo, sceglie di riprendere dei soggetti già affrontati in passato modificandoli con uno sguardo nuovo, talora più acuto e ironico, in altri casi più nostalgico e drammatico. Né va dimenticata la scultura in bronzo, tecnica “scoperta” e portata avanti dal 2007
Fondazione Puglisi Cosentino Via Vittorio Emanuele, 122 Catania Telefono: 095-715.2118 Orari: 10:00 -13:00 -16:00 - 20:00 Chiuso il lunedì E-mail: melagrasso@tiscali.it Sito web: http://www.palermoviva.it/
Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito palermoviva.
CROCE TAVARELLA. FERMO IMMAGINE 12 Aprile 2014- 23 Maggio 2014 Oltre 50, le opere esposte nelle sale del Piano Nobile dell'antico Palazzo, "Fermo Immagine" è una istantanea degli interni delle osterie romane; un ricordo nitido della Vucciria che non c'è più; delle città mediterranee e delle metropoli che hanno lasciato il segno nella vita dell'artista. Una sezione, dedicata al sacro, propone i cartoni ed i modelli del progetto di affresco del catino absidale della Cattedrale di Noto, opere selezionate da Vittorio Sgarbi, esposte nel Padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia, nell'ambito dell'iniziativa speciale. Come un fermo immagine di un film visionario e claustrofobico, tra Metropolis e Blade Runner, le opere di Croce Taravella, raccontano mondi dominati da architetture fantastiche e da folle sonnambule, spesso fuori scala, frutto di incontrii
visionari tra l’artista e la pittura Spesso Croce mette insieme città diverse, lontane tra loro, a cui riconosce un carattere comune, ma anche uno stravagante contrasto che fa della sua opera così carica di espressività emotiva, anche un esempio singolare di 'capriccio'. In alcune di questi grandi quadri, come quelle realizzate su alluminio, Taravella lavora su un'immagine fotografica che trasfigura, trasforma, colora, graffia, incide in maniera ossessiva in processo che ha bisogno di tempi lunghi di lavorazione. "Chiuso nel suo studio romano – scrive Lea Mattarella - un meraviglioso rifugio di grotte al centro della città, Taravella mi ricorda i protagonisti della Fucina di Vulcano dipinta nel Salone dei Mesi di Palazzi Schifanoia a Ferrara".
Fondazione Sant’Elia. via Maqueda 81 Palermo Telefono: 0916628289 Orari: Mar – Sab dalle 9.30 alle 13.30, dalle 16.00 alle 19.30 € 3,00 intero - € 2,00 ridotto E-mail: melagrasso@tiscali.it Sito web: http://www.palermoviva.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra
SERGIO ZAVATTIERI. FROM THE BACKGROUND TO THE FOREGROUND 11 Aprile 2014 - 24 Giugno 2014 Innamorata del “Pornografo di Vienna” le Femmes di Viviana Spanò prendono vita nel 2009. Come un fiume che spinge le acque verso il mare del mondo è nato in lei il desiderio/bisogno di “mostrarsi”. Si spoglia attraverso i corpi delle sue Femmes, urlandone le nudità in pose ammalianti, celandone, però, la parte più profonda che ne rivela l’anima: gli occhi. L'artista vuole che le sue Femmes siano invadenti. E vuole che vi facciano tornare bambini disarmati davanti ad un corpo nudo, timidi, curiosi, innocenti e allo stesso tempo adulti di fronte una nudità che vuole mostrarsi intera e forte, non per stupirvi, piuttosto per riportarvi all’origine naturale di voi stessi, privi di travestimenti e costumi di scena da indossare. Le ha chiamate Lucciole, perché, come scintille in un buio statico ma certamente ricco,
accendano in ognuno la voglia di domandarsi qual è quel momento, quella sensazione, quel colore, quel ricordo che le lega al vostro animo. Le ha chiamate Lucciole perché in fondo non sono altro che donne sole, sconosciute in cerca di qualcosa, impaurite ed insicure ma all’apparenza sfacciate, dai colori forti e dalle pose decise, dalle idee chiare ma dai desideri incerti. Cura molto la scelta dei colori, quello della loro pelle è spesso metafora del loro profumo, i loro capelli sono un groviglio di pensieri, spesso non finiti, che scappano via, oltre la tela. Le stoffe richiamano le loro percezioni, sia nei colori che nella scelta delle decorazioni. L'artista inserisce quasi sempre un elemento naturale che in qualche modo sostituisce i loro occhi, attraverso quel particolare identifica i loro pensieri e tramite i colori ne definisce l’intensità.
Museo RISO Via Vittorio Emanuele, 365, 90134 Palermo Orari: mar- dom dalle ore 16.00 alle 19.30 Biglietti: intero € 6, ridotto € 3. residenti nella provincia € 1 Informazioni allo 091 320532 E-mail: info@sergiozavattieri.com Sito web: www.regione.sicilia.it/beniculturali Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra
MICHELE COCCIOLI
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EVENTI
SARDEGNA
MARISA MORI VIAGGIO IN SARDEGNA 17 Aprile 2014 - 1 Giugno 2014 Giovedì 17 aprile alle 17 nel Castello San Michele inaugura Viaggio in Sardegna, la mostra delle opere di Marisa Mori, realizzata a cura del Centro Studi Ricerche Espressive di Pistoia. Sono esposte circa 50 opere tra oli e disegni, appartenenti a tre periodi diversi dell’artista fiorentina Marisa Mori (Maria Luisa Lurini) quelle che abbracciano la prima parte della sua carriera, dal periodo torinese al futurismo, per arrivare poi a quelle strettamente legate al periodo futurista. In mostra, tra gli altri, anche 20 opere del cosiddetto periodo sardo, che l’artista realizzò nel corso dei suoi soggiorni in Sardegna e in particolare in Barbagia. Marisa Mori (Maria Luisa Lurini) nacque a Firenze il 9 marzo 1900 Nella firma delle opere usò il cognome del marito, il topografo, giornalista e poeta Mario Mori, sposato all’inizio degli anni Venti. Nel 1930 presentò un’opera alla XVII Biennale di Venezia; espose alla Mostra d’arte femminile dell’Istituto nazionale fascista di cultura (Torino) e all’Esposizione internazionale d’arte sacra di Padova. Nei dipinti realizzati tra la seconda metà degli anni Venti e l’inizio del decennio successivo, prima della svolta futurista,
dimostrò l’influenza che sulla sua maniera avevano gli insegnamenti di Casorati. Ricercando un costante equilibrio tra elementi astratti e figurativi, non abbandonò mai del tutto la riconoscibilità naturalistica dei soggetti, ma sottopose le forme a una scomposizione cubo-futurista. Sull’esempio di Diulgheroff preferì stendere il colore in una sottile pellicola pittorica, in modo tale che le pennellate fossero in grado di compenetrare le forme sfaldandone i contorni. Interprete di un’aeropittura lirica dalle chiare influenze prampoliniane, dimostrò una particolare sensibilità verso i valori cromatici tanto da definire i piani compositivi mediate il colore-tono. In seguito, dopo la morte del marito (1943), abbandonò definitivamente il movimento marinettiano per tornare, verso una figurazione di matrice classica e naturalistica, ritrovando temi casoratiani, come il ritratto, le nature morte, le maschere, i nudi. In questa ultima fase della sua ricerca dipinse soprattutto figure umane, paesaggi dal vero o nature morte, partecipando, inoltre, a numerosi concorsi di pittura estemporanea.
Castello San Michele, Via Sirai, 09121 Cagliari Dal martedì alla domenica 10-13 /16 -19 Tel.: 070 6402115 / 070 500656 Ingresso: 3 € E-mail:ufficiostampa@camuweb.it Sito web: www.camuweb.it
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ALICE CRISTELLI
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SALVATORE ALESSI
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Centro Culturale Ariele
Da sinistra: Roberto Borra, Nicoletta Balani, Rino Briscese, Giovanna Arancio, Enzo Briscese Foto: Manuela Gomez
100 Artisti Cercasi Nel contesto del Progetto 100+100 stiamo selezionando i primi 100 artisti da includere nell’iniziativa che prevede la realizzazione per ogni artista di un catalogo virtuale di 44 pagine. I book saranno inseriti nella nostra libreria e verranno proiettati nel circuito della rete Ariele, diffusa capillarmente presso Istituzioni, Associazioni culturali, curatori, critici e collezionisti a livello nazionale e all’estero. Oltre alla realizzazione del raffinato catalogo virtuale in due lingue (italiano e inglese) forniremo all’artista la versione nel formato Pdf per l’eventuale stampa cartacea. Offriamo inoltre il servizio di stampa tipografica grazie ad una convenzione che ci consente di ottenere un ottimo rapporto qualità-prezzo.
CALENDARIO ESPOSIZIONI GALLERIA20 26 aprile 9 maggio 2014 - personali di: Michelle Hold, Silvio Natali, Pierre Cauchois 10 - 23 maggio 2014 - personali di Alberto Besson, Marco Ruffini, Virgilio Patarini 31 maggio 14 giugno 2014 - collettiva con artisti liguri 22giugno 4 luglio 2014 - Simposio di arte contemporanea Per informazioni scrivere a: info@galleria-ariele.com