MARZO 2016
ANNO III, N.18
LA VOCE DEI BIOLOGI COMMISSIONE GIOVANI BIOLOGI
La voce dei biologi marzo 2016 anno iii, n.18
direttore e responsabile scientifico dott. giovanni misasi
LA VOCE DEI BIOLOGI
Articoli a cura di Giovanna Basile Alfieri Campagna Valentina Filice Rossella Lo Tufo Innocenzo Muzzalupo Consuelo Paglianiti Revisione a cura di Giovanna Basile
Progetto grafico Francesca Gallo francescagallo@outlook.com
lavocedeibiologi@associazionescientificabiologisenzafrontiere.it
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LA VOCE DEI BIOLOGI NUTRIZIONE Il ruolo del Biologo-nutrizionista in ambito clinico-ospedaliero
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FOCUS La veritĂ sul test del DNA dell'olio
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EVENTI Il commercialista incontra il biologo
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L'associazione AGOL
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Il 2° anniversario dell'AGOL
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Sport for Africa
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Continua l'iniziativa Il Piatto della Salute
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Il volo delle farfalle
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Come realizzare la prevenzione preconcezionale
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IL RUOLO DEL BIOLOGO-NUTRIZIONISTA IN AMBITO CLINICO-OSPEDALIERO. Dott.ssa Rossella Lo Tufo Biologo Nutrizionista La figura del Biologo-Nutrizionista, pur essendosi istituita in tempi relativamente recenti, è riconosciuta ufficialmente dalla legge italiana. La legge 396/67, art.3, lettera B), attribuisce alla competenza del biologo la "valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell'uomo, degli animali e delle piante". Il ruolo del Biologo-Nutrizionista è, dunque, quello di valutare le esigenze nutrizionali dell'individuo in condizioni fisiologiche e patologiche accertate, elaborare piani alimentari personalizzati e monitorare il percorso nutrizionale intrapreso. II progressivo incremento del sovrappeso nei pazienti che devono sottoporsi ad interventi ortopedici, dello stato di malnutrizione che s’instaura nei pazienti delle lungodegenze e delle patologie in cui l’alimentazione gioca un ruolo primario, nonché la necessità di ottimizzare le risorse disponibili per contenere le spese sanitarie, soddisfacendo nel contempo le attese del paziente, giustificano la presenza del Biologo-Nutrizionista in ambito ClinicoOspedaliero. Molte delle patologie trattate nei reparti di Chirurgia Generale sono di interesse nutrizionale (calcolosi renale, pancreatiti, MICI, IBS, steatosi epatica…), pertanto l’alimentazione svolge un ruolo primario nella prevenzione e remissione dei sintomi, nonché nel trattamento della patologia.
Il ruolo del Biologo-Nutrizionista in ambito Clinico-Ospedaliero è quello di: farsi carico dello stato nutrizionale dei pazienti garantendo loro un intervento nutrizionale specifico per ogni patologia, fornire le corrette linee guida ai pazienti con disturbi correlati all’alimentazione in fase pre- e post-chirurgica, prevenire i due fenomeni contrapposti di Obesità e Malnutrizione. Il lavoro del Biologo-Nutrizionista prevede: • visita a letto dei pazienti (anche insieme al medico e al caposala); • valutazione dello stato nutrizionale e compilazione di una Cartella Clinica Nutrizionale; • elaborazioni di diete speciali (anche Nutrizione Artificiale); • valutazione del gradimento della dieta ed eventuali problematiche (problem solving); • impostazione di alimentazione naturale e/o artificiale pre- e post-operatoria • prenotazione giornaliera dei vitti (normali o speciali) da consegnare alla ditta di ristorazione giornalmente; • controllo del rispetto del menù da parte del personale di cucina; Al fine di garantire una totale presa in carico del paziente e il raggiungimento del suo stato di salute, l’intervento del Biologo-Nutrizionista non può prescindere da quello di altre figure professionali (medici, infermieri, fisioterapisti e OSS).
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LA VERITÀ SUL TEST DEL DNA DELL'OLIO Fonte www.olioofficina.it - articolo scritto dal dott. Innocenzo Muzzalupo
Le analisi attuali permettono di risalire all’origine geografica o alla sola origine varietale? Esiste una banca dati che raggruppa i profili molecolari dell’intero germoplasma olivicolo mondiale? E’ sconcertante la grande superficialità nel trattare un tema così delicato. Una idea distorta di tale test porta a errate conclusioni da parte di chi lo applica, offrendo il fianco a prese di posizione altrettanto errate. L’applicazione di tale strumento deve avvenire mediante l’uso di prove oggettive, affidabili, ma soprattutto verificabili e condivisibili Ascoltando la televisione, leggendo i social network e le riviste specializzate si sente molto spesso parlare di analisi del DNA dall’olio di oliva. L’argomento è arrivato anche nella fase investigativa e ha coinvolto alcune aziende ed imprese olearie italiane. Leggendo e ascoltando alcune affermazioni, rimango però basito, perché vengono fornite informazioni che non sono del tutto corrette. Riprendiamo alcuni argomenti ricorrenti e cerchiamo di fare chiarezza.
1. Il test del DNA dall’olio d’oliva L'utilizzo errato del “test del DNA” porta, non solo, ad errate conclusioni da parte di chi lo applica ma, offre il fianco alle associazioni di categoria che assumono altrettante errate prese di posizione con cavilli burocratici come, la definizioni di metodo “non ufficiale” o “sperimentale”. Non è giusto demonizzare una metodica importante come quella dell’analisi del DNA da olio solo perché qualcuno non sa a cosa serve o non sa come usarla. Per prima cosa diciamo in modo inequivocabile, ed una volta per tutte, che le analisi attuali del DNA da olio d’oliva permettono di poter risalire all’origine varietale e non all’origine geografica dell’olio stesso. Che cosa vuol dire? Facciamo un esempio. Dall’analisi del DNA si stabilisce che un olio d’oliva è stato ottenuto da solo varietà d’olivo autoctone italiane. Domanda: “si può anche affermare che questo specifico olio è stato prodotto in Italia?” La risposta è: NO.
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L’affermazione che un dato olio sia prodotto in Italia è una pura supposizione che non si basa sui risultati del test del DNA. Infatti, nel caso in cui specifiche varietà di olive che hanno prodotto un dato olio d’oliva, NON siano autoctone italiane, non si può escludere che queste siano state coltivate in Italia oppure che l’olio non sia stato estratto in Italia, pertanto, non si può scartare l’ipotesi che quest’olio sia un prodotto italiano. Per stabilire l’origine geografica dell’olio d’oliva devono essere utilizzate altre tecniche e metodiche come ad esempio l’approccio della spettroscopia nel vicino infrarosso (FT-NIR), l’esame del rapporto isotopico, la chemiometria, ecc., ma non l’analisi del DNA. Il test del DNA permette di risalire in modo certo alle varietà di olive che hanno contribuito alla produzione dell’olio stesso, dunque serve per determinare l’origine varietale dell’olio d’oliva. Non è un risultato da poco, ma non si può dare altro significato al di fuori di quello che ha realmente. Tra le sue più importanti applicazioni rientrano la verifica del rispetto dei disciplinari DOP e IGP ma anche, la tutela e la valorizzazione delle produzioni tipiche italiane. Le produzioni DOP ed IGP di olio così come di altre eccellenze agroalimentari, sono produzioni tipiche e la loro tipicità è fortemente legata alle caratteristiche del territorio di coltivazione.
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In particolare, per quanto riguarda l’olio, in entrambi i casi esiste un disciplinare di produzione che descrive dettagliatamente tutte le modalità di produzione e le varietà di olivo autoctono che devono essere utilizzate per estrarre uno specifico olio. La presenza di varietà non riportate nei disciplinari rappresenta una violazione al disciplinare stesso. In questo caso l’analisi del DNA non solo è utile ma, è l’unica tecnica che permette in modo certo di affermare l’origine varietale dell’olio. Dunque, l’analisi del DNA non serve contro le frodi del “Made in Italy” ma, è un efficacissimo metodo contro quelle le violazioni dei disciplinari DOP e IGP. Ma non solo … 2. Database molecolare del germoplasma olivicolo Uno dei punti cardini delle analisi del DNA è il confronto del profilo allelico ottenuto da un olio con una banca dati che raggruppa i profili molecolari dell’intero germoplasma olivicolo mondiale. Purtroppo, un database del genere attualmente non esiste, dunque si utilizzano le banche dati esistenti, pur presentando delle limitazioni. Comunque, utilizzare un profilo molecolare di una pianta di olivo ritenuta “riferimento varietale” per l'analisi del DNA da olio, ottenuto da piante non presenti in un campo collezione riconosciuto dal MiPAAF, non solo non è opportuno ma forse è del tutto sbagliato.
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Attualmente, a mia conoscenza, l'unica banca dati pubblica del germoplasma olivicolo in cui è possibile individuare la pianta che ha prodotto uno specifico profilo molecolare è quella relativa al sito del progetto CERTOLIO - certificazione della composizione varietale, dell'origine geografica e dell'assenza di prodotti di sintesi negli oli extra vergini di oliva (QUI) di cui il sottoscritto ha coordinato le attività. Tale aspetto non è da sottovalutare perché individuare la pianta (una varietà) d’olivo che produce un dato profilo allelico vuol dire rendere le analisi ripetibili nel tempo. Il metodo scientifico definito da Galieo Galilei prevede infatti, che un dato scientifico deve essere: oggettivo, affidabile, verificabile e condivisibile. Spesso vengono riportati dati che sicuramente sono oggettivi ed affidabili ma, purtroppo non sempre questi sono verificabili e condivisibili, pertanto non sono da considerarsi dati scientifici secondo la definizione Galileana. Nel caso del database creato nell’ambito del progetto CERTOLIO, ad ogni profilo molecolare SSR, sono associate le coordinate GPS della pianta di provenienza. Inoltre, mediante un'applicazione di Google maps è possibile individuare l’ubicazione delle stesse piante, direttamente nel campo collezione del CREA-OLI, sito presso l'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) di Mirto-Crosia. Inoltre, per 200 varietà sono riportate anche le schede elaiografiche pubblicate nel libro “Olive germplasm: italian catalogue of olive varieties”.
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Il campo collezione sopra menzionato, con Decreto del MiPAAF (già Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste) del 16 giugno 1993 costituisce il Centro di conservazione e premoltiplicazione dell’olivo, sotto la responsabilità del CREA (già Istituto Sperimentale per l’Olivicoltura). La FAO nel 2010 in “The Second Report on the State of the World's Plant Genetic Resources For Food and Agriculture” (QUI), ha riportato che nel mondo sono presenti ben 2.629 accessioni di olivo e pertanto, la collezione del CREA-OLI (ITA401), con 443 accessioni di olivo rappresenta il 17% del germoplasma mondiale, e costituisce la prima banca del germoplsma ex situ al mondo per l’olivo. Nelle successive 5 posizioni riportate nel suddetto elenco, non risultano altre collezioni italiane. Attualmente, il campo collezione del CREA-OLI raccoglie oltre 500 accessioni di olivo, tutte caratterizzate mediante i marcatori SSR, i cui i profili molecolari, come già detto, sono disponibili nel sito del progetto CERTOLIO. Inoltre, tutte le accessioni d’olivo sono contrassegnate da un passaporto varietale da cui è possibile risalire anche alle piante madri originarie.
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3. Invasione in Europa da olio tunisino Il vero problema di oggi non è l’importazione, senza dazio, dell’olio tunisino, bensì che il consumatore “tipo” italiano non conosce quel che mangia. Abitualmente, i consumatori quando vanno a fare la spesa scelgono i prodotti principalmente in base al prezzo. In periodi di crisi, come quelli attuali, la scelta risulta essere anche logica ma, molti consumatori, non conoscono la differenza che c’è tra: oli d’oliva vergini (extravergine; vergine e vergine lampante), oli d’oliva e oli di sansa e non sono in grado di poter svolgere autonomamente un’analisi sensoriale. In tal senso, risulta essenziale dare maggiori informazioni e soprattutto aiutare il consumatore a scegliere in base alla qualità e al giusto prezzo del prodotto stesso. In tutti i casi, se il consumatore volesse acquistare un prodotto Made in Italy oppure un olio DOP o IGP, dovrebbe poterlo individuare con certezza. In realtà leggendo le etichette spesso questa certezza non si ha. Sarebbe dunque opportuno che le etichette presenti sui prodotti fossero più chiare e magari anche più tecnologiche. Oggi grazie ai codici QR, è possibile ottenere tutte le informazioni relative ad uno specifico prodotto tramite uno smartphone. Come ho già detto in un’intervista recente, si sta realizzando un codice QR, che riportato sull’etichetta dell’oli di oliva vergini di alta qualità, darà certezze al consumatore, sull’origine varietale, sull’origine geografica e anche sulle caratteristiche qualitative e sensoriali dell’olio che sta acquistando.
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In questo modo il consumatore potrà direttamente verificare le caratteristiche e l’origine geografica e varietale del prodotto che sta acquistando. Per chiunque volesse saperne di più può contattare l’associazione CibusLAB – laboratorio dell’analisi sensoriale per la tutela e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari (QUI). Ci sarebbero ancora altri argomenti da trattare come ad es. il caso dell’oli ‘Taggiasca’. Questo, è un caso limite per l’analisi del DNA, infatti, come è noto, la ‘Taggiasca’ viene considerata sinonimo (nome diverso stesso profilo genetico) della ‘Frantoio’, della ‘Casaliva’, della ‘Correggiolo’, della ‘Ogliarola barese’, ecc., dunque in questo caso l’analisi del DNA potrebbe non risultare sufficiente a determinare l’origine varietale di quest’olio. Questi casi necessitano di maggiori approfondimenti e di strette collaborazioni tra gli enti di ricerca e il mondo produttivo locale che vuole tutelare una propria eccellenza.
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Conclusioni L’analisi attuale del DNA è un potente strumento che permette di determinare l’origine varietale di un olio d’oliva e pertanto tutelare e valorizzare i prodotti tipici italiani, come le DOP e le IGP. L’applicazione di tale strumento deve avvenire secondo le regole del metodo scientifico Galileano cioè mediante l’uso di prove oggettive, affidabili, ma soprattutto verificabili e condivisibili. Inoltre, è necessario che venga utilizzata una banca dati che contenga i profili molecolari di tutte le piante riconosciute come “riferimento varietale”. C’è ancora da lavorare per sviluppare al massimo tutte le potenzialità della metodica del DNA e probabilmente, in un futuro non lontano, attraverso altre analisi di epigenetica, sarà anche possibile determinare l’origine geografica degli oli d’oliva. Ma per il momento dobbiamo accontentarci dell’origine varietale (scusate se è poco!!!).
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Se si vuole finalmente fare chiarezza ed offrire un servizio utile: - alla ricerca scientifica, - agli operatori della filiera olivicolaolearia (dal produttore al consumatore), - ed a tutta la società civile italiana bisogna che controllori e controllati convergano gli sforzi verso un interesse comune cioè verso: la tutela e valorizzazione dei prodotti tipici italiani. Ciò potrà avvenire solo garantendo informazione e qualità a tutti i consumatori. Per fare ciò bisogna utilizzare tutti i mezzi a disposizione della ricerca scientifica che, non dobbiamo dimenticare, è finanziata da fondi pubblici.
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IL COMMERCIALISTA INCONTRA IL BIOLOGO a cura della dott.ssa Valentina Filice
In data 2 marzo 2016 presso la sede di Banca Generali a Cosenza si è svolto un incontro tra vari professionisti commercialisti ed i biologi. L’occasione si è rivelata proficua e oltre che formativa: si è trattato di un vero e proprio incontro divulgativo ed in-formativo grazie al quale i biologi presenti hanno potuto ricevere informazioni utili per la professione. In particolare, dopo una “lezione” esemplificativa sul sistema fiscale per chi opera da libero professionista, la discussione a seguire si è trasformata in un momento di vera e propria consulenza che i dottori commercialisti hanno prestato alla platea presente, viste le numerose delucidazioni che hanno dato ai biologi circa la condizione fiscale determinata dalla professione. Al suddetto incontro erano presenti il dottor Giovanni Misasi ed i dottori commercialisti Vincenzo Pecora e Gianfranco Spagnuolo.
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L'ASSOCIAZIONE AGOL fonte: www.agi.it
Agol, Associazione di giovani professionisti impegnati nella comunicazione, nel public affairs e nel mondo delle istituzioni, ha festeggiato nella splendida cornice romana della Lanterna di Fuksas i suoi primi due anni. Oltre 400 i partecipanti alla serata che ha riunito professionisti e top manager di diverse generazioni e importanti rappresentanti del mondo istituzionale e politico. Proprio questa e' la formula che ha decretato il successo di Agol: creare occasioni di incontro, dialogo e collaborazione tra giovani, top manager e rappresentanti del mondo governativo, colmando un gap che da tempo caratterizza il Sistema-Paese. In questi due anni, infatti, Agol ha organizzato numerosi incontri con top manager, quali Mauro Moretti di Finmeccanica, giornalisti, intellettuali come Giuliano Da Empoli, e ha allargato il proprio network a Milano, Firenze e Napoli. L'associazione ha anche promosso la prima edizione del "premio Giovani Comunicatori" che ha permesso a diversi giovani professionisti di sviluppare progetti concreti da mettere in pratica all'interno di grandi realta' aziendali quali Coca-Cola e Lottomatica, dando la possibilita' ai vincitori di entrare concretamente nel mondo lavorativo attraverso stage semestrali. Partner importanti che hanno supportato con convinzione un progetto ambizioso gia'
Per i prossimi mesi, in cantiere c'e' anche un bimestrale dal titolo "News Room" sul quale scriveranno solo under 35 supportati da un comitato di direzione formato dai piu' importanti esponenti del giornalismo e della comunicazione d'impresa. A questo, si aggiunge il progetto della Opinon Leader Academy, la prima scuola di formazione per giovani opinion leader che fornira' strumenti e contatti utili ai giovani che saranno selezionati in tutta Italia. Agol e' un network giovane ma cresciuto molto in fretta e con grandi ambizioni sotto la guida di un presidente, Pierangelo Fabiano, convinto che la strada intrapresa sia quella giusta. "In soli due anni, Agol ha raggiunto traguardi che vanno al di la' delle piu' rosee aspettative - ha sottolineato - e i progetti in cantiere dimostrano che vogliamo crescere ancora, creando altre occasioni di formazione e sviluppo professionale per i giovani, lavorando insieme alle istituzioni e alle aziende che con grande convinzione ci stanno accompagnando in questa straordinaria avventura. Al gruppo iniziale di partner - ha proseguito - si sono aggiunte infatti altre importanti realta' ed e' questa la migliore dimostrazione che anche in Italia i giovani che hanno idee valide e le portano avanti con tenacia e caparbieta' possono trovare l'appoggio e il sostegno di importanti aziende e delle istituzioni".
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2° ANNIVERSARIO ASSOCIAZIONE “AGOL” A cura di Dott. Alfieri Campagna
Mercoledì 23 Marzo 2016, presso la location, La Lanterna Di Fuksas – Via Tomacelli 159, 00186 Roma (RM). Si è svolta la Manifestazione per la ricorrenza del 2° anniversario dell’Associazione Giovani Opinion Leader “AGOL”. Hanno preso parte all’evento i seguenti membri dell’associazione: Dott. Giovanni Misasi, Presidente dell’Associazione Scientifica Biologi Senza Frontiere, nonché consigliere nazionale dei Biologi. Dott. Claudio Pecorella, Tesoriere dell’Associazione Scientifica Biologi Senza Frontiere, Dott. Alfieri Campagna, Segretario dell’Associazione Scientifica Biologi Senza Frontiere, Dott. Piero Belmonte, Iscritto dell’Associazione Scientifica Biologi Senza Frontiere. Interessantissima serata di gala svoltasi in una location a dir poco futuristica ed accattivante, nella quale l’Associazione Scientifica Biologi Senza Frontiere, grazie alla disponibilità dell’Associazione “AGOL”, ha potuto installare, all’ingresso della sala, un totem rappresentante i contenuti fondamentali dello statuto dell’associazione, inoltre sono state distribuite all’interno della sala, brochure contenenti i contatti telematici dell’associazione e raffiguranti diverse immagini dei prodotti cardine della Dieta Mediterranea. Alla manifestazione erano presenti, illustri personaggi dello scenario industriale nazionale; Amministratori Delegati delle più note Aziende di telecomunicazioni ed anche diversi imprenditori che si interessano di import/export dei più svariati prodotti Made in Italy. Durante la piacevole serata, i membri dell’ ASBSF, hanno fatto diverse conoscenze importanti che possono aprire nuovi e diversi scenari futuri. L’Associazione Scientifica per mostrare il proprio riconoscimento all’ Associazione “AGOL” per aver dato loro la possibilità di prendere parte alla splendida serata, consegnando un simbolico gagliardetto della nostra associazione al Dott. Pierangelo Fabiano, Presidente di “AGOL” .
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SPORT FOR AFRICA
A cura della dott.ssa Giovanna Basile
“Sport for Africa” è l’iniziativa promossa dal Consigliere Nazionale del CONI Pino Abate per promuovere l’attività sportiva degli ospiti della diocesi di Machakos, in Kenya, fondata dall’associazione cosentina Stella Cometa e guidata da Don Battista Cimino. Nella comunità del Kenya, i bambini giocano a piedi scalzi e con attrezzi di fortuna e la sig.ra Vittoria Bacher, una vita dedicata ai più piccoli, si è fatta portavoce dei loro bisogni presso il Consigliere Abate, il quale ha provveduto a sensibilizzare le alte sfere del Comitato Olimpico e il mondo sportivo, scientifico e imprenditoriale cosentino, grazie ai quali sono state acquistate divise e attrezzature sportive da donare alla comunità keniota. A conclusione del progetto, giorno 21 Marzo ore 11,00 presso l’Aula Magna dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Castrolibero, partner dell’iniziativa, si è svolta una cerimonia simbolica di consegna del materiale. I presenti presenti all’evento: il Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao, l’Arcivescovo della Diocesi Cosenza-Bisignano Mons. Francesco Nolè, il Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Biologi Giovanni Misasi, il Consigliere della Regione Orlandino Greco, il Presidente del CONI Calabria Maurizio Condipodero, il Dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale Luciano Greco, il Sindaco di Castrolibero Giovanni Greco, la Dirigente dell’IIS Castrolibero Iolanda Maletta, il Presidente provinciale FIPAV Mario Calabrese e il Responsabile regionale della FIGC Saverio Mirarchi. Testimonial d’eccezione sono stati il pallanuotista olimpionico Amaurys Perez, il tuffatore Giovanni Tocci e il pallavolista Davide Marra.
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CONTINUA L'INIZIATIVA IL PIATTO DELLA SALUTE
Dott.ssa Giovanna Basile Biologo Nutrizionista
Continua ancora il progetto “ Il Piatto della Salute” nelle scuole elementari “Principe di Piemonte” e Istituto Comprensivo Don Milani di Crotone. Grazie al modo originale ed interattivo dello svolgimento delle attività i bambini dimostrano interesse e molta partecipazione.
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IL VOLO DELLE FARFALLE
Dott.ssa Consuelo Paglianiti Biologa Nutrizionista
Le statistiche ci dicono che i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione sono in preoccupante aumento e i dati che possediamo sono solo la punta di un fenomeno in gran parte sommerso. In questi disturbi è alterato il consumo o l’assorbimento del cibo e ciò compromette significativamente la salute fisica e le relazioni. I più comuni sono: L’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa, il Binge-eating Disorder e il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo. L’alterazione del comportamento alimentare è solo l’aspetto più evidente di un disagio psichico molto profondo e vasto. La maggior parte delle persone con questi disturbi non riceve una diagnosi e un trattamento adeguato. Proprio per questa mancanza sul Nostro territorio Regionale, il Dott. Giuseppe Giogà ha deciso di creare una struttura per il trattamento dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione con l’obiettivo di una prognosi favorevole attraverso un approccio multidisciplinare. La struttura si trova a Santa Domenica di Ricadi (VV) sulla Costa degli Dei, immersa in un ampio giardino che garantisce ai pazienti la necessaria quiete e privacy.
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Il Volo delle Farfalle è il primo centro in Calabria per il trattamento di questi disturbi con programmi residenziali e semiresidenziali costituiti da diagnosi, percorso di cura personalizzato e monitoraggio continuo. Entrambi i programmi prevedono trattamenti intensivi psicologici e nutrizionali, integrati dalla collaborazione dei professionisti presenti nella struttura. Attraverso l’approccio integrato si prende in carico la persona nella sua totalità creando dei programmi personalizzati calibrati sulle esigenze mediche,psicologiche e nutrizionali. Il primo incontro con il paziente è di fondamentale importanza per creare le basi per la futura costruzione del Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI). La prima fase di accoglienza del paziente sarò gestita dallo Psichiatra il Dott. Francesco Cosentino per la preliminare ipotesi diagnostica.
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In seguito, la Dott.ssa Consuelo Paglianiti Biologa Nutrizionista effettuerà la valutazione nutrizionale del paziente attraverso un anamnesi alimentare e le rilevazione antropometriche. Successivamente, il paziente effettuerà dei colloqui con lo psicoterapeuta il Dott. Roberto Longordo e la psicologa Dott. Teresa Maria Monteleone che avranno l’obiettivo di valutare la motivazione al trattamento e la conoscenza delle esigenze psicologiche specifiche della persona. Durante il periodo di permanenza il paziente avrà l’opportunità di condurre una serie di attività, sia individuali che di gruppo,sia cliniche che psicoeducative,ognuna di queste molto significative per il successo nella cura: come corsi di giardinaggio e cucina,musicoterapia,laboratori pittorici e teatrali. In queste attività i pazienti saranno accompagnati da educatrici e pedagogisti professionali. Il Volo delle Farfalle vuole essere un punto dove i pazienti si possano sentire a casa, accolti e coccolati.
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