SETTEMBRE 2015
ANNO II, N.12
LA VOCE DEI BIOLOGI COMMISSIONE GIOVANI BIOLOGI
DELEGAZIONECSONB@GMAIL.COM
La voce dei biologi settembre 2015 anno ii, n.12 direttore e responsabile scientifico dott. giovanni misasi
LA VOCE DEI BIOLOGI
redazione - commissione giovani biologi Gloria Maria Barraco, Dina Basile, giovanna basile, Antonio Benenati, Barbara Ciccarelli, Santa Costanzo, Egilda Cupelli, Gabriella D’Alessandro, Davide De Cicco, Raffaella De Prezi, Anna De Rose, Jessica Falcone, Valerio Fontanella, Valentina Filice, Francesca Gallo, Teresa Gallo, Mariacarmela Guerrera, Armida Incorvaia, Maria Costanza Mangone, Maria Grazia Minervini, Serena Oliveto, Claudio Pecorella, Francesca Pisani, Valentina Pometti, Mario Ritacco, Rosaria Sansone, Massimo Sdanganelli, Isabella Solimeno, Ersilia Spallato, Livia Suriano, Maria Grazia Tripodi. Progetto grafico francesca gallo francescagallo@outlook.com Per dar spazio alla vostra voce, scrivete a delegazione dell'ordine dei biologi cosenza delegazionecsonb@gmail.com Via Roberta Lanzino n. 33, 87100, Cosenza
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LA VOCE DEI BIOLOGI
Savelletri racconta il pesce spada
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I De Mattia: una vita in mare
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La scoperta del pesce spada
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Mirtilli rossi: aiuto naturale contro il tumore al colon Ictus: lavorare troppe ore aumenta il rischio
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Olio vegetale esausto: raccolti 200 l
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Allerta alimentare UE
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Dormire: 5 alimenti
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Fiera del Benessere alle Terme Luigiane Corso di formazione Nuovi Volontari
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SAVELLETRI RACCONTA IL PESCE SPADA
SAVELLETRI
A Savelletri, il 12 agosto scorso, in largo Amati, nello spazio antistante il Bar Summer Time, sulle note della canzone "Lu pisci spada", cantata da Mimmo Modugno, alle ore 19, è stato dato il via al convegno "Savelletri racconta il pesce spada - storia – biologia – frodi – nutrizione – gastronomia", organizzato dalle associazioni Alia Fastigia (salute, benessere, cultura dell'alimentazione) presieduta da Domenico De Mattia, dall'Università del Tempo Libero "San Francesco d'Assisi" di Fasano, di cui è presidente Palmina Cannone, e dall'Associazione nazionale "Biologi senza frontiere", con la collaborazione di "Assaporagionando", del "Gac Mare degli Ulivi", di "Pugliavventura", Piscina Impero, delle cooperative "Pescatori Socopes" e "Lavoratori della pesca F. De Leonardis". L'importante evento culturale a cielo aperto, patrocinato dalla Regione Puglia, dal Comune di Fasano, e dal Coni Puglia, magistralmente articolato nei vari segmenti, ha segnato un momento epico per il nostro borgo marinaro. Non è mancato lo spazio lirico con la lettura del componimento "Fasano" di Bartolomeo Serri. Dopo i saluti istituzionali del consigliere regionale Fabiano Amati, del sindaco Lello Di Bari, di Stefano L'Abbate, fiduciario del Coni Puglia, di Giovanni Misasi, presidente di "Biologi senza frontiere", di Pierantonio Munno, presidente del Gac, della dirigente scolastica dell'Alberghiero, Rosa Anna Cirasino, e l'intervento di Renzo De Leonardis, Palmina Cannone ha raccontato la scoperta della pesca del pesce spada a Savelletri, intervistando i protagonisti Angelo e Nicola De Mattia, che lo pescarono il 4 agosto 1963 a Egnazia. Ha poi invitato sul palco la figlia di Gino Malizia di Termoli, città dove decenni fa soccorse Domenico, Angelo e Nicola De Mattia, la cui barca stava affondando. Da allora la famiglia Malizia da Termoli viene spesso a Savelletri. Un momento gravido di emozioni vere! Il biologo nutrizionista Domenico De Mattia, figlio di Angelo, ha illustrato im maniera accattivante "Gli aspetti biologici e nutrizionali del pescespada e del pesce azzurro".
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LA VOCE DEI BIOLOGI "Il pesce spada (Xiphias gladius il primo nome attribuitogli 2400 anni fa da Aristotele e il secondo da Linneo nel 1758) è una specie che raggiunge i 450 cm e i 550 kg circa - ha precisato tra l'altro De Mattia nel suo intervento. Ha un comportamento fiero e aggressivo e teme solo lo squalo di cui però è più veloce. Può raggiungere infatti la velocità di punta di 100 km orari. Quando caccia o in caso di pericolo aumenta il potenziale di visione, attraverso la circolazione con innalzamento della temperatura cerebrale. È un pesce solitario da adulto, gregario in fase di accoppiamento o in tenera età. È un predatore opportunista – ha proseguito De Mattia - nutrendosi di varie specie ittiche. La femmina a parità di età ha una stazza maggiore anche se la maturità sessuale viene raggiunta prima nel maschio. Le sue carni sono pregiate per il contenuto di amminoacidi liberi e per il valore biologico delle sue proteine. Pesce abbastanza magro, concentra il suo contenuto di lipidi in acidi grassi essenziali quali gli omega tre, che risultano utili per la salute cardiocircolatoria e per l'intelligenza dei nostri bambini. Ricchi anche di vitamina A , queste carni hanno l'unico difetto rappresentato dall' assenza di vitamina D, presente però negli altri pesci grassi o azzurri. Come tutti i pesci di grandi dimensioni -ha concluso-, va consumato due volte a settimana per il bio accumulo di sostanze estranee che ne ne può derivare." Ha affiancato De Mattia il biologo Claudio Pecorella (entrambi della commissione scientifica "Biologi senza frontiere"), che nel suo incipit ha sottolineato come "nel settore ittico le frodi sono diffuse e riguardano soprattutto la sostituzione di specie, quando si tratta di pesce di grandi dimensioni. Per combattere questo fenomeno, assume un ruolo essenziale, da parte dei consumatori, saper riconoscere specie e provenienza del prodotto acquistato." Per Carlo Franzisi "importante risulta la tipicità anche dei prodotti ittici che consumiamo. Pertanto essi devono essere reperiti dai luoghi o mari in cui viviamo ( per noi zona FAO 37) in modo tale da rispettare anche la stagionalità.
SETTEMBRE 2015 Pertanto il fatto che i nostri banconi delle pescherie siano ricchi di pesce non significa che abbiamo tutta questa offerta, bensì che importiamo tanto pesce dai mercati esteri ma soprattutto orientali." Stefano L'Abbate si è soffermato sulla valenza dello sport da affiancare ad una sana alimentazione, mentre Pierantonio Munno del Gac ha illustrato le qualità del pesce azzurro. I vari interventi sono stati intervallati da momenti musicali curati dal dottor Paolo Savoia, psichiatra e musicoterapista, direttore del Sert Calabria, e componente del gruppo blues "Savoia Broders". Il medico ha cantato accompagnandosi con la chitarra. La vetrina gastronomica della degustazione del pescespada e del pesce azzurro è stata allestita da "a crianz" di Putignano nella persona dello chef Rino Barletta, e dai docenti dell'IISS "Salvemini" Pasqua Pepe, Giusi Ligorio, Vito Legrottaglie, Giovanni Legrottaglie, da Domenico Carbonara con gli studenti Francesca Capilli, Carmelo Cisternino, Angelo Sciatti, Franco e Giovanni Laportosa, che hanno realizzato piatti tradizionali come "Pesce spada in guazzetto di pomodori regina di Torre Canne e capperi" e altri rivisati: "Pesce spada con zucchina, mandorle e salicornia" e "Gnocco di ricotta". Al termine della manifestazione Domenico De Mattia, Giovanni Misasi e Pierantonio Munno, presidenti dei relativi sodalizi già citati, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa sulle attività che continueranno a svolgere in sinergia con l'Utl e il territorio fasanese e pugliese. Inoltre, Giovanni Misasi ha regalato il gagliardetto dell'associazione "Biologi senza frontiere" al sindaco di Fasano e alla presidente dell'Università del Tempo Libero a sugellare il rapporto culturale e amichevole instauratosi tra la Calabria, la sua Università, gli enti promotori di studi, e la città di Fasano. Una serata variegata, piacevole, i cui ingredienti ben dosati, hanno interessato, divertito e soddisfatto un foltissimo e attento pubblico, tra cui molti forestieri e turisti. Un ringraziamento va agli sponsor: Il Tronco, Ittimar Basso Adriatico, Selvazzurra piscine, Agricoltura Pantaleo, Panificio Miccolis, e al Bar Summer Time per il supporto.
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I DE MATTIA: UNA VITA IN MARE In un torrido pomeriggio di luglio, vengono a farmi visita alla Selva i fratelli Angelo e Nicola De Mattia. Un incontro che rimarrà nella storia mia personale, ma anche in quella del paese. Essi, lupi di mare, da Savelletri salgono in collina per raccontarmi una storia di pesci, o meglio del pescespada, e di uomini. Del padre Domenico (senior), della loro esperienza in barca, di altri marinai conosciuti negli anni. Una storia avvincente che ci appartiene, come ci appartengono la loro fatica, le loro ansie, preoccupazioni, e i traguardi perseguiti. Perché la vita dei pescatori è vita di rinunce, di lontananza dagli affetti familiari, di silenzi marini, di tempeste e bonacce, di brezze e venti che falciano le membra. E di solitudine. Il mare, se non lo conosci, non lo rispetti, e non lo ascolti può rivoltarsi contro e diventarti nemico. Non ha scritto Giovanni Verga ne “I Malavoglia” che “il mare è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare”? Angelo e Nicola sono accompagnati dal dottor Domenico (junior) De Mattia, rispettivamente figlio e nipote, e dal piccolo Angelo junior (figlio di Domenico). Tre generazioni per un racconto che merita di essere narrato. Già in passato mi ero occupata di questa storia, ma non tutte le notizie fornitemi all’epoca sono risultate precise, per cui è giunto il tempo di fare maggiore chiarezza e ascoltare i protagonisti.
di Palmina Cannone
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Domenico De Mattia senior, alias “Polesano” (1906-1986), nasce a Noicattaro, ma vive a Torre a Mare, il cui antico toponimo è Torre Pelosa, prima che acquisisca l’odierna denominazione in epoca fascista. Questa nota per spiegare il significato del soprannome con cui i fasanesi, una volta trasferitosi in loco, lo identificavano. È un bravo pescatore, e pesca anche a Savelletri, spingendosi fino in Albania. Siamo negli anni che precedono il secondo conflitto mondiale. In terra di Fasano conosce la conterranea Caterina Curlo e se ne innamora. La famiglia Curlo abita in via Paternò, ma in estate va a villeggiare a Egnazia. Domenico fa la spola tra Torre a Mare e il nostro borgo marino e nel 1933 convola a nozze con la sua amata. Dopo qualche tempo dalle nozze, si trasferisce da solo in Albania svolgendo l’attività di pescatore e non solo. Infatti è incaricato dalla ditta ittica “Amoruso” di Bari di curare l’esportazione del pesce dall’Albania in Puglia. Gli Amoruso erano dei noti armatori, che possedevano molte imbarcazioni. Domenico senior tornava in famiglia a Fasano ogni tre o quattro mesi, soprattutto nel periodo invernale, a Natale e nei giorni della festa patronale, nel rispetto della tradizione. L’unione di Domenico senior e Caterina viene allietata dalla nascita di Giovanni (classe 1939, morto prematuro), di un altro Giovanni (classe1941), Angelo (classe 1945) e Nicola (classe 1947). Domenico, allo scoppio del secondo conflitto mondiale, torna dall’Albania e si stabilisce a Savelletri, dove è stimato e benvoluto. Dei figli, il primogenito Giovanni consegue il diploma di ragioniere, pur essendo appassionato del mare, tanto da partecipare alle battute di pesca compatibilmente con gli studi. Angelo e Nicola invece calcano a trecentosessanta gradi le orme paterne. Sono affascinati dagli spazi marini che li fanno sentire uomini liberi. Inoltre devono aiutare la famiglia e il mare offre loro l’opportunità di lavorare onestamente. A distanza di decenni non si pentono della scelta fatta, perché nel mare hanno trovato la loro ragione di vita. La passione che ha spinto i due fratelli De Mattia a intraprendere l’attività di pescatori fin dalla preadolescenza si rileva dal documento di navigazione rilasciato dalla Capitaneria di Brindisi, nel 1958, uno ad Angelo e l’altro a Nicola. Avevano il primo tredici anni, il secondo soltanto undici. Potevano legalmente stare a bordo dell’imbarcazione paterna “Sacro Cuore” sulla quale in realtà, sin da piccoli, erano stati presenti imparando a pescare. La barca (Br 1710), senza cabina, era stata costruita tra il 1950-52 nei cantieri di Monopoli. Si presentava con una lunghezza di nove metri e un motore monocilindro 12 CV a gasolio. Le effigi del Sacro Cuore e di San Francesco da Paola, ai quali i De Mattia rivolgevano sincere preci, la proteggevano dalle burrasche. Dopo qualche tempo, ne acquistarono un’altra (Br 2627), denominata “Santa Caterina”, con cabina. Domenico senior, Angelo, Nicola ed altri aiutanti pescatori partivano da Savelletri spingendosi, a volte, fino a Termoli, Ortona a mare oppure da Santa Maria di Leuca raggiungevano la costa di Crotone, Catanzaro Lido e altri paesi. La vita scorreva frenetica a bordo. Si pescava, si consumavano i pasti sempre a base di pesce freschissimo, dal mare in pentola, si pensava agli affetti lasciati temporaneamente sulla terraferma, ci si abbandonava a pensieri nostalgici, che si affidavano al mare. I De Mattia esercitavano la pesca con le reti da posta o con il palango (u cunze). Nel primo caso lasciavano le reti in mare per tre o quattro ore o addirittura per tutta la notte. Il pescato era costituito da pesci di prima scelta: saraghi, palombi, cernie, scorfani, calamari e tutti i pesci di dimensione medio-piccola tra cui il pesce azzurro, e le aragoste. Con il palango, attrezzo che impiega simultaneamente più ami, si pescava il pesce bianco. Generalmente questo tipo di pesca viene effettuato di notte, si cala verso il tramonto e si salpa all’alba. I De Mattia stipulavano dei contratti con le migliori pescherie dei paesilungo la costa che percorrevano con il natante.
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I DE MATTIA: UNA VITA IN MARE Questo permetteva loro di relazionarsi con la gente del posto, di tessere la tela di nuove e durature amicizie. Pope scrive ne “La foresta di Windsor” che il mare unisce i paesi che separa. Da Crotone i grossisti di pesce (iaddecäre) raggiungevano le citate località per stipulare contratti con i nostri conterranei e altri proprietari di imbarcazioni. Si accaparravano tutto il pescato, conoscendone la qualità. Domenico, Angelo e Nicola avevano amici anche a Crotone, tanto che essi, “artieri del mare”, vi lasciavano sul molo la loro imbarcazione “Santa Caterina” fino a venti mesi, per la manutenzione dello scafo e la pitturazione. Nicola De Mattia racconta... Una volta erano all’ingresso di Termoli con il natante “Sacro Cuore”, quando si scatenò una tempesta...il vento di grecale soffiava forte, le onde si sollevavano con sguardo feroce, abbattendosi sulla costa foriere di disgrazie, l’imbarcazione stava affondando...una preghiera al Padre Eterno e un pensiero alla famiglia...tutto sembrava ormai perduto...avevano terminato i viveri. Ancorano l’imbarcazione nel centro del porto. La gente del posto si accorge di ciò che sta succedendo, corre in soccorso e li conduce a terra, li rifocilla, li incoraggia e li ospita. In questi drammatici momenti vincono la solidarietà e il buon cuore. I De Mattia, grati, intrecciano solidi rapporti di amicizia con i soccorritori, in primis, con Gino Malizia e la sua famiglia. Dopo una ventina d’anni dall’accaduto, Nicola, in viaggio di nozze, si reca a Termoli con la consorte per salutare Gino Malizia, che felicissimo di rivederlo ospita la coppia a casa sua per tre giorni. I buoni rapporti seguitano nel tempo e spesso i Malizia vengono a Savelletri. I De Mattia esportano a Savelletri la pesca del pesce spada Gli anni trascorrono... nel 1963 i De Mattia con il pescatore Vito Nicola Pugliese stanno pescando a Crotone in un tratto di mare, in cui sono presenti due barche siciliane dedite alla pesca dei gamberi con le nasse (gabbie di giunco a imbuto) e del pesce
spada con il palango già menzionato, una pratica in uso da noi solo per alcune tipologie di pesci. Si deve sapere che i pescatori siciliani in Calabria erano considerati forestieri (in senso un po’negativo), per cui essi, gelosissimi dei loro metodi di pesca, coprivano le attrezzature ad evitare che occhi indiscreti carpissero i segreti della loro “arte”. Non avevano messo in conto, però, che noi fasanesi siamo scaltri e conosciamo bene le regole dell’accoglienza. I De Mattia a bordo cucinavano una zuppa di pesce dall’odore e dal sapore inebrianti e li presero per la gola, invitandoli a condividere il pasto con loro. Fu così che a tavola divennero amici. Dei tre De Mattia Nicola era il più intraprendente. Suggerì al padre di imitare i siciliani, intraprendendo la pesca del pesce spada, considerato un grosso “spadaccino del mare”. Domenico senior non ne era convinto, la nuova sfida lo spaventava, perciò intraprese la via del ritorno a casa. Ad un certo punto e ,dietro le insistenze di Nicola che minacciò addirittura di abbandonare per sempre la pesca, tornò indietro. Necessita l’attrezzatura, perciò si reca ad acquistarla in Sicilia con i nuovi amici. Quando torna in Calabria i figli con lui l’assemblano così bene da lasciare stupefatti gli stessi siciliani. Uno di questi ultimi s’imbarca sul natante dei De Mattia, proponendosi di insegnare loro la tecnica di questa nuova pesca. Lancia i mare i primi ami ma con lentezza. Nicola, bravissimo e velocissimo in questa pratica, prega il padre di accelerare, dando prova delle sue eccellenti capacità di provetto pescatore. Quel primo giorno pescano con 170 ami due pescispada dal peso di 1,47 quintali. Nasce così la pesca del pesce spada da parte di alcuni pescatori di Savelletri. Un momento epico, che raggiungerà il bellissimo borgo marinaro di Fasano. I Nostri iniziano così a Crotone a pescare il pesce spada da maggio a giugno. Altri seguono il loro esempio e le imbarcazioni fasanesi, siciliane e calabresi lievitano fino a quaranta. |
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LA PESCA DEL PESCE SPADA A SAVELLETRI Sempre nel 1963, di ritorno da Crotone, in una battuta di pesca ad Otranto i De Mattia prendono il pesce spada. Occorre precisare che tutti erano convinti che questo pesce non si pescasse nel basso Adriatico. Furono proprio i De Mattia a smentire questa errata convinzione. Il 4 agosto 1963, ben 52 anni fa, i nostri tre esperti pescatori, coadiuvati da Vito Corelli, pescano il pesce spada proprio nello specchio di mare antistante le rovine della città di Egnazia (chianca d’Egnazia). Alla fine della battuta di pesca, mostrano a tutti il pesce spada pescato. Ormeggiano davanti al ristorante dell’ex “Sivona”, oggi “Il veliero”. A riva c’è la folla accorsa per assistere ad un evento storico eccezionale, che Natalino Murri immortala con la macchina fotografica. Inizia così questa nuova pratica di pesca che “ha rappresentato il benessere per tante famiglie che vivono di pesca” (dal periodico “La cooperazione italiana, 21/9/1967). Anni più tardi nascerà a Savelletri la “Sagra del pesce spada”, lodevole iniziativa che contribuisce allo sviluppo turistico ed economico del nostro territorio. Dai De Mattia e dai loro parenti la pratica si è estesa anche nei paesi limitrofi, e nella vicina Monopoli. La pesca con le reti e col palango rispetta il mare, perché strutturata con attrezzature non invasive che tutelano i fondali e la riproduzione e crescita adeguata delle specie marine perché si pescano pesci di pezzature medio-alte, e non viene arato il fondale.
Il pesce spada nel piatto Vi proponiamo alcune ricette forniteci da Angelo e Nicola De Mattia, per cucinare in modo corretto il pesce spada ed esaltarne la bontà. Pesce spada alla griglia Acquistate dalla vostra pescheria di fiducia fette di pescespada fresco dello spessore di un centimetro. Passatele in un battuto di olio d’oliva, aceto e sale. Fate scaldare la griglia e cuocete il pesce per una ventina di minuti, bagnandolo con un mazzetto di prezzemolo immerso nell’olio, aceto e sale, al fine di renderlo umido. Servitelo con fette di limone non trattato. Pesce spada alla “cemonètte” Fate rosolare, per dieci minuti, in un tegame in cui avrete messo l’olio d’oliva: il prezzemolo, le olive e i capperi. Unitevi il pesce spada e fate cuocere per altri dieci minuti. Servite ben caldo con ciuffi di prezzemolo riccio fresco. Pesce spada con il pomodoro In un tegame mettete dieci cucchiai di olio d’oliva e fate soffriggere l’aglio, che toglierete appena si imbiondisce, i pomodori pelati (o freschi) spezzettati, i capperi, origano, sale e pepe q.b.. Lasciate cuocere il tutto per dieci minuti, unite le fette di pesce spada e continuate la cottura. Servite il pesce cospargendolo con prezzemolo tritato.
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MIRTILLI ROSSI AIUTO NATURALE CONTRO IL TUMORE AL COLON fonte: Greenstyle
Dai mirtilli rossi un aiuto naturale per ridurre il rischio di tumore al colon. Secondo quanto affermato dai ricercatori della University of Massachusetts Dartmouth l’assunzione di questi frutti di bosco riuscirebbe a ridurre sia il numero delle formazioni tumorali che la loro dimensione. Lo studio sugli effetti dei mirtilli rossi in relazione al tumore al colon è stato presentato durante il 250esimo Meeting Nazionale dell’American Chemical Society(ACS) a Boston. I ricercatori hanno sperimentato tre diverse soluzioni di estratto (equivalenti ciascuna a una tazza di frutti di bosco freschi) su alcuni gruppi di topi: estratto con soli polifenoli; estratto con gli altri composti senza polifenoli; una polvere dell’intero frutto essiccato.
I topi con tumore al colon che avevano assunto, insieme al proprio pasto, l’estratto integrale del mirtillo rosso hanno fatto registrare una riduzione, dopo 20 settimane, pari alla metà delle formazioni tumorali rispetto ai topi che non avevano ricevuto l’integrazione. La dimensione delle masse restanti risultava comunque più piccola. L’assunzione ha determinato nei soggetti anche la riduzione dei livelli dei fattori di infiammazione. Resta tuttavia da individuare nello specifico quale componente sia davvero responsabile di tale effetto benefico. Nel frattempo i ricercatori invitano a consumare i frutti interi e a non affidarsi al solo succo di mirtilli, in quanto le sostanze curative potrebbero risiedere proprio nella parte del frutto non inclusa nella bevanda.
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ICTUS, LAVORARE TROPPE ORE A SETTIMANA AUMENTA IL RISCHIO fonte: Maria Rita Montebelli – Quotidianosanità.it
A stabilirlo è un importante studio pubblicato online first su Lancet che prende anche le misure a questo rischio. Una settimana lavorativa di oltre 55 ore, aumenta il rischio di ictus del 33%, rispetto a chi lavora 35-40 ore a settimana. Il superlavoro incide invece sul rischio di infarto in maniera modesta, aumentandolo di appena il 13%. La ricerca, condotta da Mika Kivimäki, Professore di Epidemiologia presso loUniversity College London e colleghi, ha interessato oltre 600 mila persone, incluse in una revisione sistematica e in una metanalisi di tutti gli studi pubblicati fino all’agosto 2014, ma anche di dati personali non pubblicati, sull’argomento ‘ripercussioni cardiovascolari del superlavoro’.
In una prima tranche, sono stati considerati 25 studi per un totale di 603.838 persone di entrambi i sessi dall’Europa, Usa e Australia, con un follow up di circa 8,5 anni. Dall’analisi è risultato un aumento del 13% del rischio di cardiopatia ischemica (nuova diagnosi di coronaropatia, ricovero, morte) nei workaholic, quelli da 55 ore di lavoro a settimana in su, rispetto ai loro pari impegnati in settimane lavorative standard di 35-40 ore. L’aumento di rischio permaneva anche dopo aver considerato altri fattori di rischio, quali età, sesso e stato socioeconomico. Sono stati quindi analizzati 17 studi, riguardanti in totale 528.908 persone di entrambi i sessi, seguite per una media di 7,2 anni.
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In questo modo è stato possibile evidenziare un aumento del rischio di ictus pari a 1,3 volte nei superlavoratori, che risultava indipendente dalla presenza o meno di altri fattori di rischio, quali fumo, consumo di bevande alcoliche, grado di attività fisica e fattori di rischio classici, quali ipertensione e ipercolesterolemia. I ricercatori hanno dimostrato che più a lungo le persone lavorano, più aumenta il loro rischio di ictus; così, lavorare da 41 a 48 ore a settimana, aumenta il rischio di ictus del 10%, lavorare da 49 a 54 ore lo aumenta del 27% e oltre le 55 ore del 33%. Non è noto quali siano le cause di ictus, sottese a questa associazione; probabilmente ritengono gli autori, un aumento dei comportamenti a rischio, quali maggior sedentarietà, maggior propensione all’abuso di bevande alcoliche, aumento dello stress per esposizione a trigger costanti. “Mettere insieme tutta questa mole di dati – commenta il professor Kivimäki – ci ha consentito di portare alla luce questa associazione, con una precisione finora inedita. Gli operatori sanitari dovrebbero dunque prendere coscienza del fatto che il superlavoro rappresenta un fattore di rischio per ictus e in parte anche per coronaropatia”. “
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Il superlavoro – scrive in un editoriale di commento il Urban Janlert del’università di Umeå (Svezia) – non è una condizione trascurabile. Tra gli stati membri dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), la Turchia è la nazione con il più alto tasso di lavoratori impegnati oltre le 50 ore a settimana (43%), mentre l’Olanda è il fanalino di coda con meno del’1%. In media, in tutti i Paesi OCSE il 12% degli uomini e il 5% delle donne lavorano più di 50 ore a settimana. Sebbene esista una direttiva UE del 2003 (EU Working Time Directive 2003/88/EC), che dà diritto alle persone di contenere la loro settimana lavorativa entro le 48 ore, questa non è implementata ovunque. Per questo sono così importanti i risultati di questo studio, che dimostrano come il superlavoro rappresenti un fattore di rischio soprattutto per lo stroke, ma forse anche per le malattie coronariche”.
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OLIO VEGETALE ESAUSTO: RACCOLTI 2000 LITRI GRAZIE A RECOIL Il progetto Recoil, parte del programma europeo Life+, raccoglie in Italia i primi risultati incoraggianti. La raccolta porta a porta dell’olio vegetale usato negli ultimi dodici mesi è stata testata nei comuni pilota di Castell’Azzara, in provincia di Grosseto, e Ariano Irpino, in provincia di Avellino. In totale i litri di olio da cucina esausto raccolti ammontano a 2.028, di cui 816 recuperati a Castell’Azzara e 1.212 ad Ariano Irpino. La media pro capite più alta è stata raggiunta dai cittadini del grossetano, a quota 0,5 kg, mentre gli abitanti del comune campano si sono fermati a quota 0,2 kg di olio vegetale a testa. Il progetto Recoil è molto importante perché consente di evitare lo smaltimento degli oli di frittura, cottura e condimento, nello scarico, limitando le pesanti conseguenze sull’ambiente.Basti pensare che i 2 mila litri raccolti nei due comuni italiani hanno evitato l’immissione in atmosfera di 122 kg di CO2 equivalente. Senza contare che, grazie alla trasformazione dell’olio usato in combustibile, verranno immessi nell’atmosfera 2.014 kg di CO2 equivalente in meno. Inoltre, in assenza di oli vegetali, gli ecosistemi acquatici dei due comuni riusciranno a liberarsi di quella patina opprimente in superficie tornando a respirare e a ossigenare l’aria circostante.
I benefici sono evidenti anche per le falde acquifere, decisamente più limpide. Come ha sottolineato Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente, associazione partner del programma Recoil: Grazie a questo progetto si contribuisce a ridurre gli sversamenti degli oli nelle fognature e, al tempo stesso, si recupera una risorsa utile alla produzione di energia rinnovabile. Perciò è fondamentale procedere con un’attività di informazione e sensibilizzazione che coinvolga direttamente i cittadini e le pubbliche amministrazioni nella gestione sostenibile dei rifiuti e, per questo, vogliamo continuare a promuovere ulteriori azioni rivolte ai cittadini affinché si diffonda la pratica della raccolta porta a porta dell’olio vegetale usato. Il progetto, purtroppo, terminerà nel 2015. Per allora la speranza è che la modifica della legge attuale (Codice Ambientale Dlg. 205/2010) possa diffondere la raccolta dell’olio esausto porta a porta in tutto il Paese.
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ALLERTA ALIMENTARE UE: CIOCCOLATA SVIZZERA CON SALMONELLA fonte: Greenstyle
Ritrovata salmonella all’interno di alcune confezioni di cioccolata svizzera vendute nell’UE. L’allerta alimentare europea è stata diffusa nelle ultime ore dopo che alcune tavolette contaminate a marchio “Dr. Schär Twin Bar” sono state indicate come “potenzialmente pericolose” dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV). La cioccolata svizzera interessata dall’allerta salmonella è quella relativa ai lotti numero 5142 e 5146 (confezione da 3 barrette da 21 gr. ciascuna), la cui distribuzione risulta affidata a negozi specializzati in prodotti biologici, dietetici, nelle farmacie e nei piccoli negozi al dettaglio. Ad allertare le autorità svizzere il Sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi dell’Unione Europea, Come ha dichiarato lo stesso USAV: “Non possono essere esclusi rischi per la salute”.
L’organo di controllo elvetico ha inoltre disposto il ritiro immediato dagli scaffali di tali confezioni. I rischi per la salute riguardano possibili attacchi febbrili associati a dolori all’addome, diarrea e vomito con possibile fenomeno di disidratazione. Il tempo di manifestazione di tali sintomi è compreso tra le 6 e le 72 ore. Chi dovesse mostrare tali sintomi è bene contatti il proprio medico curante non appena possibile e sottoporsi a relativo controllo sanitario. Non risulta confermata la vendita di tali prodotti all’interno del territorio italiano. Si raccomanda tuttavia a coloro che dovessero recarsi in Svizzera di prestare attenzione alla provenienza delle confezioni di cioccolata, evitando di comprare tavolette ritenute a rischio.
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DORMIRE: 5 ALIMENTI CONSIGLIATI E 5 DA EVITARE fonte: Greenstyle
Il rapporto tra alimentazione e riposo può in alcuni casi rivelarsi piuttosto stretto e di rilievo. Occorre quindi prestare particolare attenzione ai pasti serali o comunque al tipo di alimenti assunti nelle ore precedenti il sonno. Questo in quanto alcune tipologie di nutrienti possono risultare benefiche per il dormire, mentre altre rischiano di essere controproducenti. Una corretta alimentazione si rivela importante per dormire bene, così come lo è nel mantenere in equilibrio l’organismo e nel difenderlo da alcune patologie, anche gravi, come quelle tumorali o cardiovascolari. Di seguito vengono indicati 5 alimenti che possono aiutare il corpo nella ricerca di un corretto riposo e altrettanti cibi che invece risultano dannosi per il sonno.
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ALIMENTI DA ALIMENTI EVITARE CONSIGLIATI Mandorle e noci sono due tipologie di frutta secca col guscio molto indicate per favorire un sonno tranquillo e ristoratore. Il beneficio è offerto dalla presenza in questi due esempi di magnesio, melatonina e triptofano. Sono sufficienti circa 28 grammi per ottenere gli effetti desiderati e sfruttarne inoltre le proprietà anticolesterolo, antinfiammatorie e di prevenzione del diabete di tipo 2. Benefiche per dormire bene sono anche le banane grazie al loro contenuto di potassio e magnesio, utili anche per combattere il caldo estivo o per recuperare i nutrienti perduti durante l’attività fisica. Contengono anch’esse triptofano, a cui è associata la fama di sostanza in grado di favorire il sopraggiungere del sonno. I lamponi sono un’altra fonte importante di melatonina, utile a favorire un sonno fisiologico. Questi frutti di bosco sono tra i pochi alimenti in grado di fornire un apporto rilevante di tale sostanza. Tra gli alimenti indicati per favorire un buon riposo ci sono anche i fiocchi d’avena (anche sotto forma di farina di avena), spesso consumati soltanto al mattino, ma ricco di sostanze benefiche per dormire bene come calcio, magnesio, potassio e fosforo. Utile contro l’insonnia e per agevolare il sonno è anche il pesce, questo grazie al suo rilevante contenuto di vitamina D, acidi grassi omega-3 e omega-6.
Frutta e verdura possono essere d’aiuto per dormire bene, sempre però che non rientrino in alcune poco gradite eccezioni. Nelle ore precedenti il riposo è opportuno evitare di consumare pompelmo o agrumi, in grado di aumentare l’acidità di stomaco ed esporre alla fastidiosa sensazione di bruciore. Non indicato è anche il consumo di sedano prima di mettersi a dormire. Questo a causa delle sue proprietà diuretiche, che potrebbero provocare la necessità di recarsi in bagno durante le ore notturne. Devono essere evitati anche i cibi speziati prima di recarsi a dormire, così come è meglio evitare di consumare piatti a base di fritti e grassi. Attenzione infine al consumo di acqua prima di andare a dormire. Oltre alla possibile necessità di recarsi in bagno durante le ore notturne, a sconsigliare un’assunzione eccessiva nelle ore che precedono il riposo è anche l’interazione con il funzionamento dei reni. Come ha spiegato il professor Mark Whiteley della Whiteley Clinic di Londra il fastidio origina dal rilascio da parte del cervello, prima di addormentarsi, dell’ormone ADH. Quest’ultimo comunica ai reni l’ingresso nella fase di riposo e li spinge a rallentare il proprio lavoro, pratica questa che potrebbe rovinare la qualità del sonno. |
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FIERA DEL BENESSERE ALLE TERME LUIGIANE Dott.ssa Giovanna Basile
Presso le Terme Luigiane di Acquappesa dal 2 al 6 settembre si è svolta la Fiera del benessere, accompagnata da diversi stand che hanno esposto prodotti e offerto servizi rivolti alla salute e alla cura della bellezza. Nella giornata di mercoledì 2 settembre i temi trattati sono stati: “ Bioarcheologia e Dieta Mediterranea: dall’antichità ai giorni nostri” a cura del Dott. Giovanni Misasi; tipicità e territorio a cura del Presidente dell’Associazione Assaporagionando, Carlo Franzisi; e per concludere è stata fatta una riflessione sul paesaggio in Calabria grazie all’intervento del Presidente Italia Nostra Calabria, l’Arch Carlo De Giacomo. Il giorno seguente, giovedì 3 settembre l’Associazione Scientifica Biologi Senza Frontiere capeggiata dal suo presidente il Dott. Giovanni Misasi è stata attivamente presente con i suoi membri introducendo la giornata con il Workshop Teorico Pratico “ Vivere Mediterraneo”; seguito dal riconoscimento e valorizzazione delle proprietà nutrizionali di: cereali e legumi, frutta e verdura di stagione, pesce azzurro e acqua.
Le attività che hanno inoltre suscitato grande curiosità ed interesse da parte dei presenti sono state, il riconoscimento delle qualità sensoriali e degustazione interattiva dell’olio extravergine d’oliva grazie all’esperienza del Dott. Muzzalupo del CRA - oli di Rende; delle spezie e delle erbe officinali grazie ai membri dell’Associazione. Attraverso i sensi, i partecipanti sono stati invitati a riconoscere, le caratteristiche delle spezie tipiche del Nostro territorio e le peculiarità degli oli, così da riuscire a distinguere un olio di qualità da un olio poco pregiato. Attività ripetute ciclicamente nel corso dell’intera giornata.
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L’Associazione ha concluso la giornata con il TALK SHOW “ Alimentazione e Sport: dalla teoria alla pratica”, in cui si è discusso dell’importanza di valutare la composizione corporea nello sportivo, nutrizione e supplementazione nello sport e stato di idratazione per la salute e la prestazione sportiva. Durante il convegno hanno relazionato il Dott. Claudio Pecorella, Domenico De Mattia e Mario Sicilia (facenti parte dell’Associazione Scientifica Biologi Senza Frontiere), presente inoltre come relatore il Dott. Daniele Basta. Nel corso del convegno sono inoltre intervenuti il Dott. Giovanni Misasi e l’assessore regionale M. Graziano. L’Associazione è stata inoltre presente sabato 5 settembre nel talk show sul tema “Alimentazione impatto sulla salute” con i Dott. Claudio Pecorella e Daniele Basta; e il Dott. Domenico De Mattia relazionando sui “ Disturbi del comportamento alimentare”. Ospite per di più della serata la ballerina Cosentina Mary Garret (Mariafrancesca Garritano) da anni Testimonial della battaglia sui disordini alimentari, che ha parlato del suo libro “La Verità , vi prego sulla danza” pubblicato nel 2010.
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