Storie di Re Artù e dei suoi cavalieri

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Cecco Mariniello

dievale. I suoi saggi storici, alcuni dei quali espressamente pensati per i ragazzi, hanno incontrato il favore dei lettori soprattutto grazie alla loro capacità di rievocare in maniera realistica e vivace la società e i costumi del Medioevo. Come in questo libro, realizzato con i disegni di Cecco Mariniello (Siena, 1950), uno dei più conosciuti illustratori italiani. Le sue tavole corredano volumi pubblicati in Francia, Inghilterra, Stati Uniti. Per Gallucci ha già illustrato la canzone Viva la mamma e i libri Il principe Siddharta e Il cane Lancillotto, di cui è anche autore.

e dei suoi cavalieri

disegni di

© Agrpress/Maurizio Riccardi

Franco Cardini (Firenze, 1940) è docente universitario di storia me-

Storie di Re Artù

Storie di Re Artù e dei suoi cavalieri

Le imprese di Excalibur, l’amore impossibile tra Lancillotto e Ginevra, i prodigi di Merlino e le avventure che hanno reso immortale il ciclo arturiano qui riuniti in un racconto travolgente con rispetto per le fonti letterarie originali. Lo storico Franco Cardini ci accompagna nel mondo lontano e perduto della cavalleria, dove i dettagli storici si intrecciano con il mito e la fantasia prende la forma delle preziose illustrazioni di Cecco Mariniello.

Franco Cardini

Storie di Re Artù e dei suoi cavalieri

Franco Cardini

disegni di

Cecco Mariniello



UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni



Franco Cardini

Storie di Re Art첫 e dei suoi cavalieri disegni di

Cecco Mariniello



Parte I La leggenda di Re Art첫



Merlino anto tempo fa, oppure ieri, in un villaggio del regno di Logres nella Grande Bretagna, una giovane donna attendeva un bambino. Il villaggio era circondato dalla foresta di Brocelandia ed era molto piccolo, perciò tutti si conoscevano e


il fatto che nessuno sapesse chi fosse il padre aveva suscitato chiacchiere maligne, perfida curiosità e molti sospetti. La ragazza, della quale non ci è noto il nome, non voleva rivelarlo e per questo fu rinchiusa in una torre, insieme con due donne che avevano il compito di assisterla durante il parto. Quando giunse il momento, lo stupore della piccola comunità aumentò: il bimbo che venne alla luce era infatti straordinariamente peloso! Come una scimmia, tanto che nessuno voleva toccarlo. La giovane madre insisté perché il bambino fosse subito portato in chiesa e battezzato, e così fu fatto. Gli fu dato il nome di Merlino, lo stesso di suo nonno. Sola con il suo bambino, prigioniera in una torre, la giovane era triste e pensierosa. Ma ecco che a un tratto il piccolo cominciò a parlarle e parlava bene: si faceva capire per filo e per segno. La madre non credeva alle proprie orecchie, anzi, quasi svenne dallo stupore, perché non si era mai visto un neonato, seppur peloso, che parlasse come un chierico. Quando poi le donne fecero ritorno alla prigione, il lattante parlò anche a loro: cominciò a raccontare tutte le

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vicende e le storie degli abitanti del villaggio, anche quelle più notturne e segrete, mai confessate e gelosamente nascoste. Un bambino così peloso, che parlava e conosceva ogni segreto, altro non poteva essere se non un figlio del demonio: questa era l’opinione che si andava diffondendo nel villaggio. La sua fama sinistra ben presto ne valicò i confini, ben oltre la grande foresta di Brocelandia. Nel frattempo, il regno di Logres aveva un nuovo re di nome Vortigern. In realtà, Vortigern non era un vero re, ma un usurpatore. Un uomo vile e cattivo che aveva preso il posto del sovrano legittimo, Costante, approfittando del fatto che questi era morto prematuramente lasciando dei figli ancora troppo giovani per regnare. Vortigern aveva fatto sgozzare il più grande dei due, Moine; ma il fratello, Uter Pendragon, era miracolosamente scampato alla morte per merito di un uomo fedele al Re Costante, che lo aveva condotto in una terra straniera. L’usurpatore era un uomo malvagio e i sudditi del regno della Grande Bretagna avrebbero tanto voluto liberarsene.

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Un giorno, Vortigern volle far costruire una torre altissima per meglio difendersi. Molti operai si misero al lavoro, ma la torre crollava subito dopo essere stata edificata. Al quarto crollo, Vortigern chiamò dunque i sapienti del regno, i quali sentenziarono che la torre avrebbe retto soltanto se nelle fondamenta fosse stato versato il sangue di un bambino senza padre. Allora il re inviò i suoi uomini in giro per il regno, alla ricerca di un bambino da sacrificare per la sua torre. Gli inviati di Vortigern battevano il regno palmo a palmo. Un giorno giunsero nel villaggio di Merlino, mentre questi stava giocando con altri fanciulli. PoichĂŠ non c’erano segreti per Merlino,


egli sapeva benissimo quale fosse lo scopo dei visitatori. Improvvisamente colpì con forza un altro bambino, che dolorante gli gridò: «Nato senza padre!» Gli uomini del re si fermarono subito e Merlino disse loro: «Sono colui che cercate. Se mi porterete dal re senza farmi alcun male, gli rivelerò perché la sua torre crolla». Gli inviati del re non potevano credere alle proprie orecchie, ma non ebbero dubbi: come potevano lasciarsi sfuggire una simile meraviglia? Presero Merlino con loro e tornarono da Vortigern. Giunto in presenza del re, il bambino così parlò: «Vuoi sapere perché la tua torre non può reggersi? È perché nelle sue fondamenta vi sono due draghi ciechi che dormono, uno bianco e uno rosso. Quando sentono il peso della torre si muovono e la fanno crollare». Incredulo, Vortigern ordinò agli operai di scavare in profondità. A un tratto, dalla terra emersero due enormi draghi, tali e quali a come Merlino li aveva descritti. Mentre tutti arretravano terrorizzati, i due mostri presero ad azzannarsi; la lotta durò per un giorno e una notte, fino a quando il drago bianco ebbe la

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meglio, consumando il rosso con il fuoco che usciva dalle sue narici. Stupefatto, Vortigern chiese a Merlino il significato di quanto avevano visto. E il bambino, dopo avergli fatto giurare che in nessun caso l’avrebbe fatto uccidere, così parlò: «Ciò che hai visto ha un significato solo: il drago rosso sei tu, quello bianco è Uter Pendragon, figlio di Re Costante, il cui trono tu hai usurpato. Fra tre giorni egli sbarcherà con le sue truppe e anche tu finirai bruciato». Nel giro di tre giorni, come Merlino aveva predetto, Uter Pendragon già marciava attraverso le terre della Grande Bretagna; i sudditi vedevano le sue bandiere ondeggiare dalla parte del mare e le armi dei suoi cavalieri risplendere. La notizia si diffuse rapidamente. Vortigern si rifugiò allora in uno dei suoi castelli, ma ugualmente non ebbe scampo. Il figlio del re legittimo presto lo assalì e i suoi uomini incendiarono la fortezza. Come topi in trappola, Vortigern e quanti lo avevano seguito morirono tra le fiamme.

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Il

regno di

Uter Pendragon

Mentre Uter Pendragon riconquistava il regno che gli spettava di diritto, il piccolo Merlino si era rifugiato nelle foreste di una regione detta Northumberland. Il re, che aveva saputo delle meravigliose profezie di quello strano bambino, subito volle cercarlo. Spedì dunque i suoi uomini migliori. Giunti in una città del Northumberland, questi videro venir loro incontro un boscaiolo dall’aspetto selvaggio e scarmigliato, che li rimproverò a lungo per la loro pigrizia e concluse con queste parole: «Merlino mi ha ordinato di dirvi che nessuno riuscirà a trovarlo, a meno che il re in persona non si degni di venirlo a cercare». I messaggeri tornarono da Uter Pendragon con quella risposta e allora lo stesso sovrano si mise in viaggio con loro per il Northumberland. Mentre cavalcavano scorsero un pastore dall’aspetto deforme, che così si rivolse a loro: «Un uomo mi ha detto che mai sarà trovato a meno che il re in persona non lo venga a cercare». 19


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Cecco Mariniello

dievale. I suoi saggi storici, alcuni dei quali espressamente pensati per i ragazzi, hanno incontrato il favore dei lettori soprattutto grazie alla loro capacità di rievocare in maniera realistica e vivace la società e i costumi del Medioevo. Come in questo libro, realizzato con i disegni di Cecco Mariniello (Siena, 1950), uno dei più conosciuti illustratori italiani. Le sue tavole corredano volumi pubblicati in Francia, Inghilterra, Stati Uniti. Per Gallucci ha già illustrato la canzone Viva la mamma e i libri Il principe Siddharta e Il cane Lancillotto, di cui è anche autore.

e dei suoi cavalieri

disegni di

© Agrpress/Maurizio Riccardi

Franco Cardini (Firenze, 1940) è docente universitario di storia me-

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Le imprese di Excalibur, l’amore impossibile tra Lancillotto e Ginevra, i prodigi di Merlino e le avventure che hanno reso immortale il ciclo arturiano qui riuniti in un racconto travolgente con rispetto per le fonti letterarie originali. Lo storico Franco Cardini ci accompagna nel mondo lontano e perduto della cavalleria, dove i dettagli storici si intrecciano con il mito e la fantasia prende la forma delle preziose illustrazioni di Cecco Mariniello.

Franco Cardini

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