Favole di campagna

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Detti Innocenti

Roberto Innocenti (Firenze, 1940) è uno tra i più grandi illustratori al mondo, unico disegnatore italiano ad aver vinto il Premio internazionale Ibby Andersen. In queste edizioni ha già pubblicato L’Isola del Tesoro. Qui è all’opera con un vecchio amico, Ermanno Detti (Manciano, 1939), autore di decine di libri per ragazzi e animatore della rivista “Il pepe verde” dedicata alle letterature per ragazzi.

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Donne, uomini, pettirossi, gatti, cavalli, buoi sono tra i protagonisti di queste 12 favole di campagna ambientate nei dintorni di qualche fienile. La grazia del narratore e la maestria dell’artista infondono nei lettori, bambini e adulti, una rara sensazione di serenità, saggezza e forza.

Favolecampagna di

Ermanno Detti Roberto Innocenti


Ermanno Detti - Roberto Innocenti Favole di campagna disegni di Roberto Innocenti progetto grafico di Andrea Rauch dello stesso illustratore: L’Isola del Tesoro

ISBN 978-88-6145-904-5 Prima edizione italiana novembre 2015 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2019 2018 2017 2016 2015 per le illustrazioni © 2010 Roberto Innocenti per i testi © 2015 Ermanno Detti © 2015 Carlo Gallucci editore srl - Roma Stampato per conto di Gallucci editore srl presso Lito Terrazzi (Firenze) nel mese di novembre 2015

g a l l u c c i e d i t o r e. c o m

Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.

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F avole di campagna Racconti di Ermanno Detti Illustrazioni di Roberto Innocenti

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Sommario

10 15 20 23 28 31 35 39 44 48 52 57

Gennaio. Anche il corvo Febbraio. Il buttero Marzo. I due pettirossi e il cuculo Aprile. Pazzo come un cavallo Maggio. Il costo dell’ignoranza Giugno. Il mistero della lucciola verde Luglio. La tartaruga e la lumaca Agosto. Il fantasma Settembre. Il grillo scrittore Ottobre. La gallina intelligente Novembre. Il gatto feroce Dicembre. Natale nel fienile

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Gennaio

C’

Anche il corvo

era un casolare nelle pianure tra Livorno e Pisa e un viandante passò di lì. Doveva andare a Pisa ma aveva perso la strada e voleva qualche informazione. – Ohé gente! – chiamò dinnanzi all’uscio di una loggia. L’uscio si aprì e sulla loggia si affacciò il capoccia. – Che volete? – Devo andare a Pisa, mi sapreste indicare

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la strada? Bisogna sapere che ai capoccia livornesi stavano antipatici sia i pisani, sia tutti quelli che andavano a Pisa. – Non la so la strada per Pisa – rispose in tono sgarbato. Poi pensò che non era giusto essere troppo scortesi con i forestieri e soggiunse: – Guardate buon uomo, se girate dietro casa, accanto al fienile c’è un cartello che vi aiuterà a capire la strada, io ora non ho tempo da perdere. Dette queste parole e convinto di essere stato gentile a sufficienza, il capoccia rientrò in casa e sbatté la porta. Il viandante si strinse nelle spalle, girò dietro la casa e di fronte al fienile vide un cartello mal ridotto. Su quel cartello c’era davvero scritto PISA, ma il poveruomo non sapeva leggere. Era estate, faceva caldo e di fare strada a vuoto non gli andava.


Gli venne il dubbio. “Quello” cominciò a rimuginare tra sé e sé “è di sicuro il cartello. Ma che ci sarà scritto? E se per disgrazia la freccia non indicasse la direzione giusta?” Sul tetto del fienile c’era un corvo chiacchierone che, non sapendo cosa fare, stava cantando. Allora il viandante indeciso gli gridò: – Ehi tu, sapresti dirmi da che parte si va per Pisa? – Oh, ma certo signore – rispose il corvo. – Ma ditemi: voi siete pisano o livornese? – Pisano, sono stato in Sardegna e torno a casa! Il corvo volò leggero verso il basso e andò a posarsi sul cartello con su scritto Pisa. – È facile, andate da questa parte, dove indica la freccia. Arriverete a Pisa prima di notte. – Grazie – rispose il viandante. Stava per mettersi sulla via ma si fermò un attimo: – Sei stato gentile. Ma dimmi: perché il capoccia è stato sgarbato? – Eh, stavo sul tetto e l’ho sentito – disse il corvo scuotendo la testa – lui fa così con i pisani e con tutti quelli che vanno a Pisa. È livornese purosangue lui! Io invece sono pisano, ho perfino il nido sulla torre. Per questo, io che sono saggio, prima di parlare vi ho chiesto da dove venivate. – Che vuoi dire? Spiegati! – Che se eravate livornese… Vi avrei fatto lo scherzo Favole di campagna 11


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Gennaio

e vi avrei indicato la strada sbagliata! – disse il corvo gracchiando una risata. Volò sul tetto e riprese a cantare. Il povero viandante se ne andò silenzioso e un po’ preoccupato. E se il corvo gli avesse detto una bugia? Ma qualche ora dopo giunse a Pisa. Il viandante si convinse che se voleva viaggiare, specie da quelle parti, era meglio prima imparare a leggere.

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Febbraio

Il buttero

I

butteri, si sa, sono abituati a vivere nei boschi e nelle paludi, a contatto con i cavalli, i buoi e le zanzare. Per questo quando incontrano qualche essere umano saltano tutte le regole del vivere civile. Si dice infatti che siano rozzi e non conoscano l’educazione… E forse è vero. Ora avvenne che un buttero della Maremma toscana, considerato da tutti particolarmente scortese, si trovasse un mattino d’inverno in una radura in mezzo ai boschi, dove una capretta aveva appena dato alla luce due capretti. Durante la notte erano caduti alcuni fiocchi di neve. I poveri animali si erano rannicchiati per il freddo vicino al tronco di un albero. “Qui questa capretta e i suoi piccoli” pensò l’uomo “sono in pericolo. Potrebbe venire una volpe o un lupo e mangiarsi i piccoli”. Il buttero prese delicatamente in braccio i due capretti, che tremavano un po’ per il freddo e un po’ per la paura, e si inoltrò nel bosco. La capretta, belando, seguì l’uomo e poco dopo erano tutti dentro una vecchia capanna costruita dai tagliatori di boschi e ora abbandonata. “Qui sono al caldo” pensò ancora l’uomo. “Ma la capretta avrà fame e l’erba è coperta di neve. Ci vorrebbe un po’ di fieno…” Il buttero uscì dalla capanna, chiudendo la porta di legno perché i poveri animali stessero caldi. Tanto, pensava, sarebbe Favole di campagna 15


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Febbraio

tornato da lì a poco. Attraversò la radura e si trovò in un campo, al centro del quale si ergeva un antico fienile. “Ecco trovato il fieno. Ora ne prendo una manciata per la capretta e…” Non fece in tempo a entrare nel fienile che si trovò di fronte le canne di un fucile. Gliele puntava contro un capoccia sbucato chissà da dove. – Sei tu che mi rubi il fieno, eh? Lo sospettavo! Il buttero voleva spiegarsi, giustificarsi, dire che non aveva rubato mai niente… Ma restò lì impalato, farfugliò qualche giustificazione che il capoccia, convinto di aver preso il ladro del suo fieno, non ascoltò. Poco dopo le guardie arrestarono il buttero, il quale proprio mentre gli mettevano le manette, scoppiò in singhiozzi disperati. – Ora piangi, eh? – gli dissero in tono canzonatorio le guardie. – Potevi pensarci prima! Il buttero avrebbe voluto dirgli che non piangeva perché lo arrestavano, ma perché pensava alla capretta affamata nella capanna, con i due capretti. Chi avrebbe aiutato la povera bestia, ora che lui l’aveva anche chiusa lì dentro? Sarebbe morta di fame? E i due piccoli? Provò a spiegare qualcosa ai due gendarmi, ma quelli a sentir parlare di capra e capretti lo presero per scemo e scossero la testa. Mentre andavano alla prigione il buttero faceva resistenza, piagnucolava e trascinava i piedi. Passò di lì un altro buttero che si fermò a guardare. Allora il buttero in manette disse al buttero libero: 18 Favole di campagna


– Alla capanna dei tagliatori, una capra e due capretti… Il buttero libero fece di sì con la testa e si allontanò a passo svelto. – Ehi – dissero le guardie che non avevano capito niente – che gli hai detto a quello? – Tra butteri ci si intende – fu l’unica cosa che il buttero riuscì a rispondere. Smise di piangere e si lasciò portare in prigione senza fare più resistenze.

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Detti Innocenti

Roberto Innocenti (Firenze, 1940) è uno tra i più grandi illustratori al mondo, unico disegnatore italiano ad aver vinto il Premio internazionale Ibby Andersen. In queste edizioni ha già pubblicato L’Isola del Tesoro. Qui è all’opera con un vecchio amico, Ermanno Detti (Manciano, 1939), autore di decine di libri per ragazzi e animatore della rivista “Il pepe verde” dedicata alle letterature per ragazzi.

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Donne, uomini, pettirossi, gatti, cavalli, buoi sono tra i protagonisti di queste 12 favole di campagna ambientate nei dintorni di qualche fienile. La grazia del narratore e la maestria dell’artista infondono nei lettori, bambini e adulti, una rara sensazione di serenità, saggezza e forza.

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