I gemelli Templeton hanno un'idea

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hanno un’idea


a Barbara Davilman. - Ellis Weiner a Paxton e Charlie Holmes. - Jeremy Holmes

I gemelli Templeton hanno un’idea di Ellis Weiner disegni di Jeremy Holmes traduzione di Paola Mazzarelli e Daniele Petruccioli ISBN 978-88-6145-526-9 Prima edizione italiana novembre 2013 © 2013 Carlo Gallucci editore srl - Roma ristampa 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2017 2016 2015 2014 2013 g a l l u c c i e d i t o r e . c o m The Templeton Twins Have an Idea testo © 2012 Ellis Weiner - illustrazioni © 2012 Jeremy Holmes Tutti i diritti riservati Pubblicato per la prima volta in lingua inglese da Chronicle Books LLC, San Francisco, California Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso CDC Arti Grafiche di Città di Castello (Pg) nel mese di novembre 2013 Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.


hanno un’idea SCRITTO DA

ELLIS WEINER

ILLUSTRATO DA

Jeremy Holmes

libro

t r a d u z i o n e d i Pa o l a M a z z a r e l l i e D a n i e l e P e t r u c c i o l i


PROLOGO:

INIZIO


e n i F TEST DI VERIFICA

1. Ti è piaciuto il prologo? 2. Credi che per me faccia la benché minima differenza se ti è piaciuto o meno?


PROLOGO VERO:

PROVIAMO A COMINCIARE I

gemelli Templeton, Abigail e John, erano bla bla bla, ecc e così via.

Sì, lo so, questa frase non è il massimo. Beh, peggio per te. Ti toccherà sopportarmi, lettore. Non l’ho mai fatta sta cosa di scrivere libri: raccontare storie a perfetti sconosciuti che, detto francamente, magari non mi starebbero neanche tanto simpatici. Sì, parlo di te. Mi saresti simpatico se ti conoscessi? Non ne sono affatto sicuro. Lo so, anche tu potresti dire: «Beh, ma forse nemmeno tu mi saresti simpatico, se ti incontrassi, narratore». Cosa che, benché altamente improbabile, è senz’altro possibile. Comunque, se penso a questa eventualità, mi chiedo: Davvero voglio che il lettore mi trovi simpatico? Me ne importa qualcosa?


Penso che saremo tutti d’accordo sul fatto che no, non me ne importa un bel niente. Ti garantisco che quello che sto scrivendo non lo scrivo perché muoio dalla voglia di scriverlo. Lo scrivo perché mi obbligano. Ecco perché nel prologo ho messo

Fine. Speravo ci cascassi e ti illudessi di

aver letto tutto il libro. Così non mi toccherebbe scriverlo. Speravo chiudessi il libro e dicessi a chi è lì con te, genitore, tutore, fratello, guardia del corpo: «Caspita, che libro corto. A me sembra non sia successo niente in questo libro, però qui dice “Fine”, quindi qualcosa deve pur essere successo». Invece vedo che stai continuando a leggere, quindi mi sono sbagliato. Non ci sei cascato. Devi essere più furbo di quanto pensassi. Bravo. E allora, se sei così terribilmente furbo, perché non lo scrivi tu, questo libro? Su, ecco, ti lascio lo spazio:

Vedo che non hai scritto niente. Più facile a dirsi che a farsi, eh?

BENE. ALLORA ANDIAMO AVANTI. prologo vero: proviamo a cominciare

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UN GIORNO, 13 ANNI PRIMA…

Un momento,

scommetto che stai pensando: “Prima di che? Non è ancora

successo niente, come fa a esserci qualcosa prima di niente?” Cosa vuoi che ti dica, mi sembrava una buona idea scrivere “un giorno, 13 anni prima”, ma adesso ci ho ripensato. Ho intenzione di riscrivere il prologo da capo. Aspetta, però. Tanto per cominciare, mettiamoci d’accordo su cos’è il prologo. Il prologo è quella parte della storia che avviene prima che cominci la storia (“pro-” vuol dire “prima” e “-logo” vuol dire… quel che

vuol dire. Cercalo sul vocabolario. Perché devo fare tutto io?) Scopo del prologo è introdurre qualcosa di importante che avrà conseguenze più avanti. Bene. Ora siamo d’accordo su cos’è il prologo. Cioè, io ho detto cos’è e tu sei d’accordo. E adesso finalmente, ed era ora, passiamo al prologo vero e proprio.

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PROLOGO VERO E PROPRIO:

SI RICOMINCIA DA CAPO U

n giorno, 13 anni prima, il professor Elton Templeton stava parlando con uno studente nel suo

ufficio alla Elysian University. Di solito al professore piaceva ricevere gli studenti, ma quel giorno era distratto dal pensiero che la moglie stava per dare alla luce il loro primo figlio. Siccome, però, gli avevano detto che il bambino per il momento non aveva ancora voglia di nascere, aveva deciso di non modificare l’orario di ricevimento. Erano già passati tutti gli studenti che volevano parlargli, quello era l’ultimo. Il giovanotto, un gran bel ragazzo, era venuto a protestare per il voto che il professore gli aveva dato all’esame di “Fondamenti di dinamica dei sistemi”. Sai cosa vuol dire? Naturalmente no. Io invece sì.





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