Laura Elizabeth Ingalls Wilder (Pepin, 1867 - Mansfield, 1957) aveva appena quattro anni quando suo padre decise di lasciare il Wisconsin per cominciare una nuova vita nei territori messi a disposizione dei coloni dal governo americano. Fu solo il primo dei numerosi spostamenti che la famiglia dovette affrontare in quegli anni. Studentessa brillante, nonostante i lunghi soggiorni in zone isolate e prive di scuole, Laura riuscì a coronare il sogno di dedicarsi all’insegnamento. Dalle sue memorie sviluppò la saga letteraria Little House, che ebbe un grandissimo successo. Dal terzo dei nove volumi scritti dalla Ingalls, prese avvio l’omonima serie televisiva, che in Italia è andata in onda innumerevoli volte ed è amatissima, come ovunque nel mondo.
“Oggi il lettore italiano sembra chiedere alla letteratura qualcosa di diverso: paesaggi rurali, piccole città e fattorie isolate. È l’altra America, che in Italia arrivò per la prima volta con un telefilm degli anni Settanta decisamente iconico: La casa nella prateria”
Laura è cresciuta, vive lontana dalla famiglia e insegna in una scuola... anche se molti dei suoi alunni sono più alti di lei! Ma ogni venerdì il suo amato Almanzo Wilder viene a prenderla e la riporta a casa per il fine settimana. Sono anni felici, che preludono a nuove e importanti tappe della vita.
Il crepuscolo andava cedendo alla notte. In cielo si accesero le stelle e lentamente salì la luna, inondando ogni cosa di luce argentata. Il vento che per tutta la giornata aveva soffiato sulla prateria ora se n’era andato a dormire e una grande quiete era calata sulla terra.
Vanni Santoni, la Lettura - Corriere della Sera
“La Ingalls è perfetta nel raccontare la meraviglia dell’erba che vibra nel vento, la vita spartana in armonia con la natura, le vicissitudini, le battaglie, le malattie, la solidarietà” Bruno Ventavoli, ttL - La Stampa
“Alla fine ogni episodio diventa una magnifica avventura dove sono i valori dell’amicizia, del rispetto e della solidarietà a far superare le difficoltà, e dove prevalgono i gesti semplici e genuini”
La serie completa: 1. La casa nella prateria 2. Sulle rive del Plum Creek 3. Sulle sponde del Silver Lake 4. Il lungo inverno
5. Piccola città del West 6. Gli anni d’oro 7. I primi quattro anni Nei Grandi Boschi del Wisconsin La storia di Almanzo
Francesca De Sanctis, l’Unità
€ 13,50 ISBN 978-88-3624-108-8
Immagine di copertina: © Mary Wethey / Trevillion Images Illustrazioni e lettering: Pemberley Pond Progetto grafico: Camille Barrios / ushadesign
Domenica pomeriggio il cielo era azzurro e la prateria innevata scintillava nel sole. Da sud soffiava un vento leggero, ma faceva così freddo che i pattini della slitta stridevano sulla neve compatta. Gli zoccoli dei cavalli mandavano un suono sordo, cloppete cloppete clop. Papà taceva. Seduta accanto a lui, sulla tavola inchiodata di traverso sulla slitta, anche Laura taceva. Non c’era nulla da dire. Stava andando a fare la maestra, lontano da casa.
Laura Elizabeth Ingalls Wilder (Pepin, 1867 - Mansfield, 1957) aveva appena quattro anni quando suo padre decise di lasciare il Wisconsin per cominciare una nuova vita nei territori messi a disposizione dei coloni dal governo americano. Fu solo il primo dei numerosi spostamenti che la famiglia dovette affrontare in quegli anni. Studentessa brillante, nonostante i lunghi soggiorni in zone isolate e prive di scuole, Laura riuscì a coronare il sogno di dedicarsi all’insegnamento. Dalle sue memorie sviluppò la saga letteraria Little House, che ebbe un grandissimo successo. Dal terzo dei nove volumi scritti dalla Ingalls, prese avvio l’omonima serie televisiva, che in Italia è andata in onda innumerevoli volte ed è amatissima, come ovunque nel mondo.
“Oggi il lettore italiano sembra chiedere alla letteratura qualcosa di diverso: paesaggi rurali, piccole città e fattorie isolate. È l’altra America, che in Italia arrivò per la prima volta con un telefilm degli anni Settanta decisamente iconico: La casa nella prateria”
Laura è cresciuta, vive lontana dalla famiglia e insegna in una scuola... anche se molti dei suoi alunni sono più alti di lei! Ma ogni venerdì il suo amato Almanzo Wilder viene a prenderla e la riporta a casa per il fine settimana. Sono anni felici, che preludono a nuove e importanti tappe della vita.
Il crepuscolo andava cedendo alla notte. In cielo si accesero le stelle e lentamente salì la luna, inondando ogni cosa di luce argentata. Il vento che per tutta la giornata aveva soffiato sulla prateria ora se n’era andato a dormire e una grande quiete era calata sulla terra.
Vanni Santoni, la Lettura - Corriere della Sera
“La Ingalls è perfetta nel raccontare la meraviglia dell’erba che vibra nel vento, la vita spartana in armonia con la natura, le vicissitudini, le battaglie, le malattie, la solidarietà” Bruno Ventavoli, ttL - La Stampa
“Alla fine ogni episodio diventa una magnifica avventura dove sono i valori dell’amicizia, del rispetto e della solidarietà a far superare le difficoltà, e dove prevalgono i gesti semplici e genuini”
La serie completa: 1. La casa nella prateria 2. Sulle rive del Plum Creek 3. Sulle sponde del Silver Lake 4. Il lungo inverno
5. Piccola città del West 6. Gli anni d’oro 7. I primi quattro anni Nei Grandi Boschi del Wisconsin La storia di Almanzo
Francesca De Sanctis, l’Unità
€ 13,50 ISBN 978-88-3624-108-8
Immagine di copertina: © Mary Wethey / Trevillion Images Illustrazioni e lettering: Pemberley Pond Progetto grafico: Camille Barrios / ushadesign
Domenica pomeriggio il cielo era azzurro e la prateria innevata scintillava nel sole. Da sud soffiava un vento leggero, ma faceva così freddo che i pattini della slitta stridevano sulla neve compatta. Gli zoccoli dei cavalli mandavano un suono sordo, cloppete cloppete clop. Papà taceva. Seduta accanto a lui, sulla tavola inchiodata di traverso sulla slitta, anche Laura taceva. Non c’era nulla da dire. Stava andando a fare la maestra, lontano da casa.
UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni
Laura Ingalls Wilder Gli anni d’oro traduzione di Paola Mazzarelli ISBN 978-88-3624-108-8 Seconda edizione italiana maggio 2021 ristampa 6 5 4 3 2 1 0 anno 2025 2024 2023 2022 2021 © 2017 Carlo Gallucci editore srl - Roma Titolo dell’edizione originale: These Happy Golden Years Testo © 1943, 1971 Little House Heritage Trust La presente edizione è pubblicata in accordo con HarperCollins Publishers - New York, Usa
galluccieditore.com
Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.
Laura Ingalls Wilder
Gli anni d’oro La casa nella prateria romanzo 6
traduzione dall’inglese di Paola Mazzarelli
Gli anni d’oro
Nota del traduttore Papà Ingalls suona con il violino canzoni della seconda metà dell’Ottocento, per la maggior parte ancora note oggi. Si tratta per lo più di ballate scozzesi e irlandesi, canzoni western, canti di minatori e di cercatori d’oro, marce militari, filastrocche. A volte modifica leggermente le parole per adattarle al contesto in cui canta. In altri casi, della stessa canzone esistono versioni diverse. Anche nella traduzione si è cercato di adattare le parole al contesto, se necessario staccandosi dall’originale. Se vuoi ascoltarle, le trovi su You-Tube digitando i titoli originali elencati qui di seguito. Pag. 42: My Sabbath Home Pag. 85: Jingle Bells Pag. 134: Here’s to the Maiden Pag. 135: Polly Wolly Doodle Pagg. 135, 245: Golden Years are Passing By Pag. 157: Oh Whistle and I’ll Come to You, My Lad Pagg. 175, 181: In the Starlight Pag. 179: Gaily Now Our Boat is Sailing Pag. 179: Song of the Grass
Pag. 179: Three Blind Mice Pag. 180: The Singing School Pagg. 180-181: The Heavens Declare the Glory Pag. 183: In Dreamland Far Away Pagg. 191-192: Highland Mary Pag. 192: For the Sake o’ Somebody Pagg. 192-193: The Star of Bethlehem Pag. 193: Come in and Shut the Door Pag. 202: The Treadmill Song Pag. 236: Love’s Old Sweet Song
Lontano da casa
Domenica pomeriggio il cielo era azzurro e la prateria innevata scintillava nel sole. Da sud soffiava un vento leggero, ma faceva così freddo che i pattini della slitta stridevano sulla neve compatta. Gli zoccoli dei cavalli mandavano un suono sordo, cloppete cloppete clop. Papà taceva. Seduta accanto a lui, sulla tavola inchiodata di traverso sulla slitta, anche Laura taceva. Non c’era nulla da dire. Stava andando a fare la maestra, lontano da casa. Fino a ieri era ancora una scolara. Oggi era una maestra. Com’era stato tutto improvviso! Continuava a pensare che l’indomani sarebbe andata a scuola con Carrie, come tutte le mattine, e che si sarebbe seduta al suo posto, nel banco con Ida Brown. Ma non era così. Sarebbe entrata in una classe e si sarebbe seduta alla cattedra. Ma come si fa, a fare la maestra? Nessuno glielo aveva detto. E lei non aveva nemmeno compiuto 16 anni, l’età minima per insegnare. Ne aveva ancora 15 e per la sua età era piccolina di statura. Ora, poi, si sentiva piccolissima. Tutt’intorno si stendeva, a perdita d’occhio, la vasta prateria bianca, appena ondulata. Il cielo era alto, lontano, e tutto vuoto. Laura non si voltava a guardare indietro. Sapeva che il paese era ormai a miglia di distanza: una macchiolina scura nel bianco. E laggiù, 9
Gli anni d’oro
a miglia di distanza, nella loro bella casa calda, c’erano mamma e Carrie e Grace. Anche l’insediamento di Brewster, dov’erano diretti, era a miglia di distanza. Dodici miglia dal paese. Laura non aveva idea di come fosse quel posto. Non conosceva nessuno laggiù. Aveva visto il signor Brewster una volta sola, quando era venuto ad assumerla. Era magro e scurito dal sole, come tutti i coloni, ed era un tipo taciturno. Papà teneva le redini salde in mano e guardava fisso avanti. Ogni tanto dava una voce ai cavalli. Ma sapeva come si sentiva Laura. Perché a un certo punto si voltò a guardarla e, come a rispondere alle sue paure, disse: «Bene, Laura! Eccoti diventata maestra! Lo sapevamo, che sarebbe successo, vero? Magari non ce lo aspettavamo così presto…» «Ma ce la farò, Pa?» chiese Laura. «E se… e se poi… i bambini non mi obbediscono? Quando vedono che sono così piccola» «Certo che ce la farai» disse papà. «Sei sempre riuscita a fare tutto, quando ti ci mettevi. No?» «Sì, però… Non ho mai fatto la maestra» «Ogni volta che hai dovuto affrontare una cosa nuova, l’hai affrontata. E ne sei sempre venuta a capo. Non hai mai cercato scorciatoie, ti sei impegnata e hai fatto quello che volevi fare. Anche a venire a capo delle novità si fa l’abitudine, come a tutto il resto». Tacquero di nuovo. Si sentiva solo lo stridio dei pattini sulla neve ghiacciata e il clop cloppete clop degli zoccoli dei cavalli. Le parole di papà l’avevano un po’ riconfortata. Era vero: si era sempre impegnata ed era sempre riuscita a fare le cose che doveva fare. Ora doveva fare la maestra. «Te la ricordi, quella volta, al Plum Creek, scricciolo?» disse papà. «Quando mamma e io eravamo andati in paese ed è scoppiata una bufera di neve? Tu hai portato dentro la legna. Tutta la catasta!» 10
Lontano da casa
Laura scoppiò a ridere. E la risata di papà risuonò come una campana nel grande silenzio della prateria. Com’era piccola allora! Piccola e spaventata e anche un po’ buffa. Aveva riempito la casa di legna. Quanto tempo era passato da allora! «È così che si affrontano le cose!» disse papà. «Abbi fiducia in te stessa e ce la farai sempre. Avere fiducia in te stessa, è l’unico modo perché anche gli altri abbiano fiducia in te». Tacque un momento, poi disse: «Ma c’è una cosa a cui devi stare attenta» «Che cosa, Pa?» «Sei sempre troppo precipitosa, scricciolo. E ti capita di agire o di parlare prima di aver riflettuto. Devi imparare a pensare prima di parlare. Se ti ricordi questo, non avrai mai problemi» «Ci starò attenta, Pa» promise Laura. Faceva un po’ troppo freddo per parlare. Ma loro erano ben avvolti in trapunte e coperte. Andavano verso sud e avevano il vento proprio in faccia. La traccia appena visibile correva dritta a perdita d’occhio. Per il resto non c’era nulla da vedere, a parte la sterminata distesa bianca, lo sterminato cielo celeste e l’ombra azzurra dei cavalli che scivolava sulla neve. Il vento faceva svolazzare lo scialle di lana nera che Laura si era tirata fin sul naso, e le sbatteva sulla bocca i grumi di ghiaccio umido che il suo fiato ci aveva condensato sopra. Dopo un bel po’ apparve una casa all’orizzonte, minuscola per la distanza. Via via che si avvicinavano, diventava più grande. Mezzo miglio più in là ce n’era un’altra, più piccola, e più oltre un’altra ancora. Poi ne apparve una quarta. Quattro case. L’insediamento era tutto lì: quattro case lontane l’una dall’altra, sperdute nella prateria. Papà fermò i cavalli. La casa del signor Brewster sembrava fatta da due baracchette, di quelle che i coloni costruivano sulle loro concessioni, appiccicate in modo da far venire fuori un tetto a due 11
Gli anni d’oro
spioventi. Sul tetto, coperto di carta catramata, la neve si era sciolta tutta e dalla gronda pendevano lunghi ghiaccioli bitorzoluti, più grossi del braccio di Laura. Sembravano immensi denti aguzzi. Alcuni arrivavano addirittura fino a terra. Altri erano spezzati a metà e i pezzi giacevano semi affondati nella neve sporca attorno alla porta. Non c’erano tende alle finestre, ma dal tubo della stufa, ancorato al tetto con tiranti di fil di ferro, saliva uno sbuffo di fumo. Il signor Brewster uscì sulla soglia. Dentro si sentiva urlare un bambino. «Venga, Ingalls! Venga a scaldarsi!» disse a voce alta, per coprire le urla. «Grazie» rispose papà. «Ma 12 miglia sono lunghe. Meglio che vada». Laura sgusciò fuori dalle coperte, in fretta, perché non ci si infilasse sotto l’aria gelida. Papà le porse la sacca di mamma, che conteneva la biancheria di ricambio, l’altro vestito e i suoi libri di scuola. «Arrivederci, Pa» «Arrivederci, Laura». Gli occhi azzurri sorrisero, a farle coraggio. Ma 12 miglia erano tante. Laura sapeva che non sarebbe tornata a casa per due mesi. Entrò subito. Venendo dal sole, in un primo momento non riuscì a vedere nulla. «Questa è mia moglie» disse il signor Brewster. «Lib, ecco la nostra maestra». Accanto alla stufa c’era una donna che rimestava in una padella sfrigolante. Aveva l’aria arrabbiata. Un bimbetto piagnucoloso, con la faccia sporca e il moccio al naso, le stava aggrappato alle gonne. «Buona sera, signora Brewster» disse Laura nel tono più cordiale che seppe trovare. «Vai a posare la tua roba di là» disse la signora Brewster. «Ci sono dei ganci dietro la tenda, vicino al divano». E voltandole le spalle, tornò a rimestare nella padella. 12
Lontano da casa
Laura restò interdetta. Cosa poteva aver fatto, da offenderla, se era appena arrivata? Non sapendo che pensare, andò nell’altra stanza. La casa era divisa in due parti uguali da un tramezzo che correva in corrispondenza del colmo del tetto. Di qua e di là, le travi e la carta catramata degli spioventi scendevano verso le pareti esterne, che erano basse e fatte di tavole sovrapposte chiuse lungo le fessure da listelli di legno. Ma mancava tutto il rivestimento interno, tant’è che si vedevano ancora i montanti. Era un po’ come la loro casa in campagna. Ma questa era più piccola e non aveva controsoffitto. L’altra stanza non era riscaldata, naturalmente. Aveva una sola finestra, da cui si vedeva la distesa bianca della prateria. Contro il muro, sotto la finestra, c’era un divano con lo schienale di legno nero sagomato e un bracciolo tondeggiante, che era stato preparato a mo’ di letto. Ai lati, contro le pareti, c’erano due tende di cotonina marrone appese a un filo che correva sopra la finestra, da una parte all’altra della stanza. Tirandole, si nascondeva il divano. Contro la parete opposta c’era un letto, con giusto lo spazio, al fondo, per un cassettone e un baule. Laura appese cappotto, sciarpa, scialle e cappuccio ai chiodi dietro la tenda e posò la sacca lì sotto, sul pavimento. Si fermò un momento, anche se tremava dal freddo, perché non aveva nessuna voglia di tornare nell’altra stanza, dove c’era la signora Brewster. Ma tant’è. Non poteva restare lì per sempre. Alla fine si decise e tornò di là. Il signor Brewster era seduto accanto alla stufa, col bimbo sulle ginocchia. La signora Brewster stava rovesciando il sugo dalla padella in una ciotola. La tavola era apparecchiata con piatti e coltelli buttati là alla rinfusa, su una tovaglia bianca piena di macchie e tutta sbilenca. «Posso fare qualcosa, signora Brewster?» chiese Laura facendosi coraggio. L’altra non rispose. Rovesciò le patate su un piatto e lo sbat13
Gli anni d’oro
té sul tavolo. La pendola a muro cominciò a ronzare, preparandosi a battere le ore, e Laura vide che mancavano cinque minuti alle quattro. «Si fa colazione così tardi, di questi tempi, che tanto vale mangiare solo due volte al giorno» disse il signor Brewster. «E di chi è la colpa, dico io!» sbottò la moglie. «Come non lavorassi come una schiava da mane a sera in questo…» «Intendevo solo dire che le giornate sono molto corte» disse il signor Brewster alzando la voce. «E allora di’ quello che intendi dire!» La signora Brewster tirò un seggiolone vicino al tavolo, afferrò il bimbo e ce lo mise a sedere sopra di malagrazia. «A tavola» disse il signor Brewster a Laura. Lei andò a sedersi nel posto libero. La signora Brewster le passò il piatto delle patate, la pancetta, il sugo. Era tutto buono, ma il silenzio pesava tanto che Laura faceva fatica a mandar giù i bocconi. «È lontana la scuola, da qui?» chiese, cercando di apparire di buon umore. «Mezzo miglio, se si prende per i campi» disse il signor Brewster. «Era la baracca di un colono. Ma il tizio che aveva preso quella concessione non ce l’ha fatta. Ha mollato tutto e se n’è tornato all’Est». Poi tacque anche lui. Il bimbetto smaniava, cercando di afferrare tutto quello che vedeva sul tavolo. Poi, di colpo, buttò il suo piatto per terra, con tutto quello che conteneva. La madre gli dette una botta sulle mani e lui si mise a strillare come un’aquila. Continuò per un pezzo, prendendo a calci la gamba del tavolo. Quando finalmente ebbero finito di mangiare, il signor Brewster prese il secchio del latte da un chiodo e andò nella stalla. La moglie mise il bambino a sedere sul pavimento. A poco a poco lui si calmò. Nel frattempo Laura l’aveva aiutata a sparecchiare. Poi andò a prendere un grembiule nella sacca, se lo legò sopra il vestito, prese 14
Lontano da casa
uno strofinaccio e si mise ad asciugare i piatti via via che la signora Brewster li lavava. «Come si chiama il bambino, signora Brewster?» chiese, sperando che ora la donna si mostrasse un po’ più cordiale. «John» «È un bel nome» disse Laura. «Lo si può chiamare Johnny finché è piccolo, poi, quando cresce, resta John, un nome adatto a un uomo. Lo chiamate Johnny, voi?» La signora Brewster non rispose. Il silenzio divenne ancora più pesante. Laura si sentiva la faccia in fiamme. Andò avanti ad asciugare i piatti meccanicamente. Quando ebbero finito, la signora Brewster buttò fuori l’acqua e appese la padella a un chiodo. Poi andò a sedersi sulla sedia a dondolo e se ne restò là senza far nulla, dondolandosi lentamente, mentre Johnny si infilava sotto la stufa e tirava fuori il gatto per la coda. Quello lo graffiò e lui ricominciò a piangere. La madre non si mosse. Laura non osava intervenire. Johnny strillava, la signora Brewster si dondolava con aria scontrosa e lei se ne stava seduta sulla sedia a guardare fuori dalla finestra. La strada proseguiva diritta in mezzo alla neve e si perdeva in lontananza. Dodici miglia da casa. A quell’ora, mamma stava preparando la cena, Carrie era tornata da scuola e tutte e due ridevano e chiacchieravano con Grace. A breve sarebbe arrivato anche papà. Avrebbe preso Grace in braccio e l’avrebbe fatta volare fin quasi al soffitto, come faceva sempre anche con lei, quando era piccola. A tavola avrebbero chiacchierato di tante cose. E dopo cena si sarebbero seduti tutti lì, a leggere sotto la lampada, mentre Carrie faceva i compiti. Poi, magari, papà avrebbe suonato il violino. Lì, invece, la stanza era immersa nel buio. Fuori, la strada non si vedeva più. Solo quando il signor Brewster tornò dalla stalla, la 15
Gli anni d’oro
moglie finalmente accese la lampada. Poi filtrò il latte e mise via il secchio, mentre il marito si sedeva a leggere il giornale. Non si erano scambiati una parola. Quel silenzio non era solo pesante, era sgradevole. Laura non sapeva che fare. Era troppo presto per andare a letto. Non c’era un altro giornale, né un solo libro in tutta la stanza. Decise di andare a prendere i suoi libri di scuola. Dovette cercarli al buio, a tentoni. Si sentì sotto le dita il libro di storia e prese quello. Tornò di là e si mise a studiare. “Se non altro, niente mi distrarrà dallo studio” pensava scorata. Le sembrava di essere tutta pesta, come se l’avessero picchiata, ma a poco a poco, concentrandosi sul libro, dimenticò dov’era. Quando sentì battere le otto, si alzò e augurò cortesemente la buona notte. La signora Brewster non rispose. Il signor Brewster disse: «Buona notte». Nella stanza gelida Laura si svestì tremando, mise la camicia da notte di flanella, si infilò nel letto e tirò la tenda. Il cuscino era di piume, c’erano lenzuola e trapunte, ma il divano era molto stretto. Di là, la signora Brewster si era messa a parlare fitto fitto. Si capiva che era arrabbiata. Laura si era tirata le coperte sulla testa, lasciando fuori solo il naso, ma non poté fare a meno di sentire qualche frase: «…farà piacere a te, ma sono io che ho una persona a pigione!» E poi: «…questo postaccio, in capo al mondo! Maestra, sicuro! La facevo anch’io, la maestra, se non sposavo un…» “Non vuole avere una persona in casa, tutto qui” pensò Laura. “Non ce l’ha con me, farebbe così con chiunque”. Cercò di non sentire altro e di addormentarsi. Ma per tutta la notte, anche nel sonno, fece attenzione a non cascare da quel divano così stretto. Aveva una gran paura del giorno dopo. Come se la sarebbe cavata?
16
Indice
Lontano da casa
9
Primo giorno di scuola
17
Una settimana
25
La slitta con i campanelli
33
Tener duro
46
Quando si trova il modo
52
Un coltello nel buio
58
Una corsa nel gelo
66
Visita del sovrintendente
73
Almanzo dice addio
76
Jingle bells
82
Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia…
86
Primavera
92
Mantenere una concessione
102
Mary torna a casa
109
Giorni d’estate
114
Puledri da domare
122
La scuola di Perry
128
Il popeline castagna
136
Nellie Oleson
146
Barnum e Skip
158
La scuola di canto
171
Barnum va al passo
177
Almanzo parte
184
La vigilia di Natale
189
Esami di abilitazione
197
Fine dei giorni di scuola
201
Un cappello color crema
204
Tempesta d’estate
214
Tramonto sulla collina
221
Progetti di matrimonio
226
Preparativi
232
Una casetta grigia laggiù a Ovest
237
Nella stessa collana:
Rita Levi-Montalcini Eva era africana (sette edizioni) Ernesto Ferrero Il giovane Napoleone (tre edizioni) Lene Kaaberbøl Wildwitch 1. La prova del fuoco Rita Levi-Montalcini Le tue antenate (dodici edizioni) Lene Kaaberbøl Wildwitch 2. Il sangue di Viridiana Alain Surget Mary Read. La ragazza pirata (due edizioni) Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi 1 (ventuno edizioni) Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi 2. Anna di Avonlea (diciassette edizioni) Lene Kaaberbøl Wildwitch 3. La vendetta di Kimera Annelise Heurtier L’età dei sogni (tre edizioni) Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi 3. Anna dell’isola (quattordici edizioni) Jean-François Chabas Le cronache di Zi 1. Phelan Dagmar Bach Trilogia dei mondi paralleli 1. Vicky profumo di cannella Lene Kaaberbøl Wildwitch 4. Il risveglio di Bravita Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi 4. Anna di Windy Poplars (tredici edizioni) Dagmar Bach Trilogia dei mondi paralleli 2. Vicky. Un’altra gemella Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi 5. La casa dei sogni di Anna (undici edizioni) Jean-François Chabas Le cronache di Zi 2. Nara Lene Kaaberbøl Wildwitch 5. La ribellione di Kahla Sabina Colloredo, Fabio Visintin Non chiamarmi strega (due edizioni) Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi 6. Anna di Ingleside (nove edizioni) Lucy Powrie Il Club degli Ultimi Romantici. Migliori amici Annelise Heurtier La ragazza con le scarpe di tela (tre edizioni) Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi 7. La Valle dell’Arcobaleno (quattro edizioni) Jean-François Chabas Le cronache di Zi 3. Turi Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi 8. Rilla di Ingleside (due edizioni) Nava Semel La sposa di carta Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 1 (dieci edizioni) Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 2. Sulle rive del Plum Creek (quattro edizioni) Louisa May Alcott Piccole donne Louisa May Alcott Piccole donne crescono Gigliola Alvisi, Maurizio Furini Il lago maledetto Christopher Edge La lunga notte di Charlie Noon Lucy Powrie Il Club degli Ultimi Romantici. Lettori in azione Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 3. Sulle sponde del Silver Lake (quattro edizioni) Dagmar Bach Trilogia dei mondi paralleli 3. Vicky. L’ultimo mistero Marta Palazzesi Caramelle dal cielo Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 4. Il lungo inverno (quattro edizioni) Madeleine Féret-Fleury, Marushka Hullot-Guiot Scappa dagli animali mutanti Gertrude Kiel Il canto delle stelle Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 5. Piccola città del West (quattro edizioni) Lucy Maud Montgomery Anna dai capelli rossi. Racconti dall’isola Laura Ingalls Wilder La casa nella prateria 6. Gli anni d’oro (quattro edizioni)
Della stessa serie:
Laura Ingalls Wilder LA CASA NELLA PRATERIA 1 196 pagg. ISBN 978-88-3624-049-4 euro 13,50
Laura Ingalls Wilder LA CASA NELLA PRATERIA 2 SULLE RIVE DEL PLUM CREEK 224 pagg. ISBN 978-88-3624-050-0 euro 13,50
“I romanzi di Laura Ingalls Wilder avevano un unico scopo, aiutare i ragazzi a comprendere quanto fosse cambiata l’America nel giro di pochi decenni” Rossana Sisti, Avvenire
“Oggi il lettore italiano sembra chiedere alla letteratura qualcosa di diverso: paesaggi rurali, piccole città e fattorie isolate. È l’altra America, che in Italia arrivò per la prima volta con un telefilm degli anni Settanta decisamente iconico: La casa nella prateria” Vanni Santoni, la Lettura - Corriere della Sera
Laura Ingalls Wilder LA CASA NELLA PRATERIA 3 SULLE SPONDE DEL SILVER LAKE 240 pagg. ISBN 978-88-3624-051-7 euro 13,50
Laura Ingalls Wilder LA CASA NELLA PRATERIA 4 IL LUNGO INVERNO 270 pagg. ISBN 978-88-3624-106-4 euro 13,50
“La Ingalls è perfetta nel raccontare la meraviglia dell’erba che vibra nel vento, la vita spartana in armonia con la natura, le vicissitudini, le battaglie, le malattie, la solidarietà” Bruno Ventavoli, ttL - La Stampa
“Un romanzo dal respiro ampio e piacevole” Anselmo Roveda, Anderson
Laura Ingalls Wilder LA CASA NELLA PRATERIA 5 PICCOLA CITTÀ DEL WEST 252 pagg. ISBN 978-88-3624-107-1 euro 13,50
“Ogni episodio è una magnifica avventura, dove la solidarietà, l’amicizia e il rispetto aiutano a superare le difficoltà” Francesca De Sanctis, l’Unità
“I valori dell’amicizia, dell’affetto e del rispetto sono sempre i cardini della famiglia Ingalls e la prateria con i suoi profumi e fruscii fa venire una gran voglia di lunghe passeggiate tra l’erba alta e i fiori profumati” ZeBuk
Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Grafica Veneta spa (Trebaseleghe, PD) nel mese di maggio 2021
Laura Elizabeth Ingalls Wilder (Pepin, 1867 - Mansfield, 1957) aveva appena quattro anni quando suo padre decise di lasciare il Wisconsin per cominciare una nuova vita nei territori messi a disposizione dei coloni dal governo americano. Fu solo il primo dei numerosi spostamenti che la famiglia dovette affrontare in quegli anni. Studentessa brillante, nonostante i lunghi soggiorni in zone isolate e prive di scuole, Laura riuscì a coronare il sogno di dedicarsi all’insegnamento. Dalle sue memorie sviluppò la saga letteraria Little House, che ebbe un grandissimo successo. Dal terzo dei nove volumi scritti dalla Ingalls, prese avvio l’omonima serie televisiva, che in Italia è andata in onda innumerevoli volte ed è amatissima, come ovunque nel mondo.
“Oggi il lettore italiano sembra chiedere alla letteratura qualcosa di diverso: paesaggi rurali, piccole città e fattorie isolate. È l’altra America, che in Italia arrivò per la prima volta con un telefilm degli anni Settanta decisamente iconico: La casa nella prateria”
Laura è cresciuta, vive lontana dalla famiglia e insegna in una scuola... anche se molti dei suoi alunni sono più alti di lei! Ma ogni venerdì il suo amato Almanzo Wilder viene a prenderla e la riporta a casa per il fine settimana. Sono anni felici, che preludono a nuove e importanti tappe della vita.
Il crepuscolo andava cedendo alla notte. In cielo si accesero le stelle e lentamente salì la luna, inondando ogni cosa di luce argentata. Il vento che per tutta la giornata aveva soffiato sulla prateria ora se n’era andato a dormire e una grande quiete era calata sulla terra.
Vanni Santoni, la Lettura - Corriere della Sera
“La Ingalls è perfetta nel raccontare la meraviglia dell’erba che vibra nel vento, la vita spartana in armonia con la natura, le vicissitudini, le battaglie, le malattie, la solidarietà” Bruno Ventavoli, ttL - La Stampa
“Alla fine ogni episodio diventa una magnifica avventura dove sono i valori dell’amicizia, del rispetto e della solidarietà a far superare le difficoltà, e dove prevalgono i gesti semplici e genuini”
La serie completa: 1. La casa nella prateria 2. Sulle rive del Plum Creek 3. Sulle sponde del Silver Lake 4. Il lungo inverno
5. Piccola città del West 6. Gli anni d’oro 7. I primi quattro anni Nei Grandi Boschi del Wisconsin La storia di Almanzo
Francesca De Sanctis, l’Unità
€ 13,50 ISBN 978-88-3624-108-8
Immagine di copertina: © Mary Wethey / Trevillion Images Illustrazioni e lettering: Pemberley Pond Progetto grafico: Camille Barrios / ushadesign
Domenica pomeriggio il cielo era azzurro e la prateria innevata scintillava nel sole. Da sud soffiava un vento leggero, ma faceva così freddo che i pattini della slitta stridevano sulla neve compatta. Gli zoccoli dei cavalli mandavano un suono sordo, cloppete cloppete clop. Papà taceva. Seduta accanto a lui, sulla tavola inchiodata di traverso sulla slitta, anche Laura taceva. Non c’era nulla da dire. Stava andando a fare la maestra, lontano da casa.
Laura Elizabeth Ingalls Wilder (Pepin, 1867 - Mansfield, 1957) aveva appena quattro anni quando suo padre decise di lasciare il Wisconsin per cominciare una nuova vita nei territori messi a disposizione dei coloni dal governo americano. Fu solo il primo dei numerosi spostamenti che la famiglia dovette affrontare in quegli anni. Studentessa brillante, nonostante i lunghi soggiorni in zone isolate e prive di scuole, Laura riuscì a coronare il sogno di dedicarsi all’insegnamento. Dalle sue memorie sviluppò la saga letteraria Little House, che ebbe un grandissimo successo. Dal terzo dei nove volumi scritti dalla Ingalls, prese avvio l’omonima serie televisiva, che in Italia è andata in onda innumerevoli volte ed è amatissima, come ovunque nel mondo.
“Oggi il lettore italiano sembra chiedere alla letteratura qualcosa di diverso: paesaggi rurali, piccole città e fattorie isolate. È l’altra America, che in Italia arrivò per la prima volta con un telefilm degli anni Settanta decisamente iconico: La casa nella prateria”
Laura è cresciuta, vive lontana dalla famiglia e insegna in una scuola... anche se molti dei suoi alunni sono più alti di lei! Ma ogni venerdì il suo amato Almanzo Wilder viene a prenderla e la riporta a casa per il fine settimana. Sono anni felici, che preludono a nuove e importanti tappe della vita.
Il crepuscolo andava cedendo alla notte. In cielo si accesero le stelle e lentamente salì la luna, inondando ogni cosa di luce argentata. Il vento che per tutta la giornata aveva soffiato sulla prateria ora se n’era andato a dormire e una grande quiete era calata sulla terra.
Vanni Santoni, la Lettura - Corriere della Sera
“La Ingalls è perfetta nel raccontare la meraviglia dell’erba che vibra nel vento, la vita spartana in armonia con la natura, le vicissitudini, le battaglie, le malattie, la solidarietà” Bruno Ventavoli, ttL - La Stampa
“Alla fine ogni episodio diventa una magnifica avventura dove sono i valori dell’amicizia, del rispetto e della solidarietà a far superare le difficoltà, e dove prevalgono i gesti semplici e genuini” Francesca De Sanctis, l’Unità
Immagine di copertina: © Mary Wethey / Trevillion Images Illustrazioni e lettering: Pemberley Pond Progetto grafico: Camille Barrios / ushadesign
La serie completa: 1. La casa nella prateria 2. Sulle rive del Plum Creek 3. Sulle sponde del Silver Lake 4. Il lungo inverno
5. Piccola città del West 6. Gli anni d’oro 7. I primi quattro anni Nei Grandi Boschi del Wisconsin La storia di Almanzo
Domenica pomeriggio il cielo era azzurro e la prateria innevata scintillava nel sole. Da sud soffiava un vento leggero, ma faceva così freddo che i pattini della slitta stridevano sulla neve compatta. Gli zoccoli dei cavalli mandavano un suono sordo, cloppete cloppete clop. Papà taceva. Seduta accanto a lui, sulla tavola inchiodata di traverso sulla slitta, anche Laura taceva. Non c’era nulla da dire. Stava andando a fare la maestra, lontano da casa.