15,5 mm
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UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni
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Come è andata veramente tra Mascia e orso cosa cambia nella vita di uno scemo se pianta dei piselli cosa succede a sposare una ranocchia e altre storie del folklore russo tradotte e raccontate da Paolo Nori e illustrate da Tim Kostin ISBN 978-88-3624-586-4 Prima edizione novembre 2017 Nuova edizione marzo 2022 ristampa 8 anno 2026
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Come è andata veramente tra Mascia e orso cosa cambia nella vita di uno scemo se pianta dei piselli
cosa succede a sposare una ranocchia e altre storie del folklore russo tradotte e raccontate da
Paolo Nori e illustrate da
Tim Kostin
Introduzione
C’è un signore russo che era giovane duecento anni fa che una volta, a Parigi, aveva detto che la Russia è quel paese dove le favole sono allegre e le canzoni tristi. Be’, questa è una raccolta di favole allegre, anche se alcune un po’ fanno paura, perlomeno a me, fanno paura, e sono favole allegre che hanno la caratteristica che non le ha scritte nessuno. Sono favole tradizionali, che sono un po’ come le storie che raccontiamo ai nostri amici, che loro poi le raccontano ai loro amici, che poi le raccontano ai loro amici, che poi le raccontano ai loro amici e alla fine rimane solo la storia che è come se non l’avesse scritta nessuno, è come se si fosse fatta da sola, come le montagne: ci sono, le montagne, ma chi le ha fatte? E chi lo sa, son lì da sempre, non c’è nessuno che ha visto un muratore che ha tirato su una montagna, però qualcuno la deve aver tirata su, perché è lì. Ecco, queste che state per leggere, ammesso che le stiate
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per leggere, sono sedici montagne russe, in un certo senso, e son tutte fatte come vi ho detto, dagli amici che le raccontavano agli amici, che le raccontavano agli amici, che le raccontavano agli amici tanto tanto tempo fa, nel periodo di costruzione delle montagne, tranne l’ultima, che l’hanno scritta centocinquanta anni fa dei ragazzi che andavano a una scuola che teneva uno scrittore russo che si chiamava Leone Tolstoj che aveva una teoria strana. Lui pensava che non fossero i grandi a dovere insegnare a scrivere ai bambini, ma i bambini a dovere insegnare a scrivere ai grandi. Buona lettura (ammesso che lo leggiate). PAOLO NORI Casalecchio di Reno, luglio 2017
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Il pesciolino d’oro
Sul mare, sull’oceano, sull’isola Bujan, c’era una piccola vecchissima casetta, una piccola izba, che era la casa, fatta di tronchi di legno, dove abitavano i contadini russi; in quella piccola izba vivevano un vecchio e una vecchia. Erano molto poveri; il vecchio aveva fatto una rete e aveva cominciato a andare al mare a pescare; era il loro unico mezzo di sostentamento, cioè loro riuscivano a mangiare solo grazie ai pesci che pescava il vecchio. Una volta, il vecchio aveva buttato la sua rete in un qualche strano modo, aveva cominciato a tirare, gli era sembrata così pesante, come fino ad allora non era mai stata, era riuscito a malapena a tirarla su. Aveva guardato, la rete era vuota; c’era solo un pesciolino, lì dentro, però non un pesciolino normale, un pesciolino d’oro. Il pesciolino, con voce umana, l’aveva pregato: «Non tirarmi su, vecchio! Lasciami andare nell’azzurro del mare! Io ti sarò poi riconoscente; quello che vorrai, lo farò».
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Il vecchio aveva pensato, aveva ripensato, poi aveva detto: «Non ho bisogno di niente; vai pure nel mare». Aveva buttato il pesciolino d’oro in acqua e era tornato a casa. La vecchia gli aveva chiesto: «Hai preso molti pesci, vecchio?» «In tutto, solo un pesciolino d’oro, e anche quello l’ho ributtato in mare; mi ha pregato così tanto; lasciami andare, diceva, nell’azzurro del mare; io ti sarò utile, farò tutto quello che vorrai; mi ha fatto compassione, non ho voluto un riscatto, l’ho lasciato libero così, gratis» «Ah, tu, vecchio demonio! Ti è capitata per le mani una gran fortuna, non l’hai saputa maneggiare». Si era incattivita, la vecchia, aveva sgridato il vecchio da mattina a sera, non l’aveva lasciato in pace un attimo: «Almeno avessi chiesto un po’ di pane! Tra poco non avremo più neanche delle croste secche! Cosa mangerai, allora?» Il vecchio non aveva resistito, era andato dal pesciolino d’oro a chiedere del pane; era arrivato al mare e aveva gridato, forte: «Pesciolino, pesciolino, mettiti con la coda nel mare e con la testa verso di me!» Il pesciolino era arrivato a riva: «Cosa vuoi, vecchio?»
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Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Rotolito spa (Pioltello, MI) nel mese di marzo 2022
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