Letterine a Papa Francesco

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UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni


Letterine a Papa Francesco

a cura di Alessandra Buzzetti ISBN 978-88-6145-896-3 Prima edizione novembre 2015 ristampa 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2019 2018 2017 2016 2015 © 2015 Carlo Gallucci editore srl - Roma galluccieditore.com

Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it

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a cura di Alessandra Buzzetti


Tutte le lettere che compaiono in questo libro sono autentiche. Le frasi e gli estratti sono identici agli originali, inclusi gli errori di ortografia. Nel testo sono segnalati in corsivo. Solo i nomi sono stati modificati e sostituiti con appellativi di fantasia per rispettare la riservatezza dei bambini. Per i testi citati dal Magistero della Chiesa e da documenti del Pontefice Š Libreria Editrice Vaticana, CittĂ del Vaticano Per le foto di Papa Francesco alle pagine 9, 147, 149, 150: Š L’Osservatore Romano


«I bambini hanno la capacità di sorridere e di piangere. Alcuni, quando li prendo per abbracciarli, sorridono; altri mi vedono vestito di bianco e credono che io sia il medico e che vengo a fargli il vaccino, e piangono… ma spontaneamente! I bambini sono così: sorridono e piangono, due cose che in noi grandi spesso si bloccano, non siamo più capaci… Tante volte il nostro sorriso diventa un sorriso di cartone, una cosa senza vita, un sorriso che non è vivace, anche un sorriso artificiale, di pagliaccio. Dipende sempre dal cuore e spesso il nostro cuore si blocca e perde questa capacità di sorridere, di piangere. E allora i bambini possono insegnarci di nuovo a sorridere e a piangere».

Udienza generale di Papa Francesco 18 marzo 2015

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Nell’ufficio postale di Papa Francesco di Alessandra Buzzetti

«Queste cose mi fanno bene al cuore» dice a mezza voce Papa Francesco, trastullandosi con un pupazzetto di pezza che lo raffigura col saio marrone e il Tau, la croce di legno francescana. È un regalo di Niccolò, un bambino pugliese. «Io penso che visto che hai voluto chiamarti Francesco» scrive il piccolo artigiano nella letterina che accompagna il dono «non dovresti usare l’abito bianco, ma vestirti come san Francesco». Accanto al Francesco di Niccolò, c’è quello di Diego: un altro pupazzetto, questa volta con la classica veste bianca pontificia. Papa Francesco sorride divertito e chiede di poter dare un’occhiata ad altre lettere che gli hanno scritto i bambini. Mancano pochi giorni alla Pasqua e il Papa è venuto a fare gli auguri nel suo “Ufficio di corrispondenza”, dove la piccola squadra di dipendenti della Segreteria di Stato 5


vaticana apre, smista e risponde alla montagna di lettere che arriva ogni giorno al Pontefice dai cinque continenti. Tutte le mattine alle otto un sacerdote, una suora e due giovani mamme italiane aprono i sacchi postali e dividono la corrispondenza per lingua. Poi la indirizzano alle diverse sezioni della Segreteria di Stato: inglese, spagnolo, tedesco, francese e portoghese sono assicurati, in caso di altri idiomi si cerca un traduttore. I quattro componenti dell’Ufficio postale trattengono solo le lettere in italiano. Più di novecento a settimana: entro tre mesi tutti riceveranno una risposta. I piccoli hanno molto spesso la precedenza, soprattutto quando scrivono per confidare i loro problemi, i loro drammi che, non di rado, sono tragedie famigliari. Omicidi, povertà, carcere, disoccupazione. «A volte la mia mamma la sera non cena dice che sta a dieta ma non è vero, lei mangia quello che resta dei nostri avanzi. La mia mamma piange sempre e quando gli chiedo perché lei dice che gli bruciano gli occhi» scrive da Scampia Matteo, che conclude: «Tu puoi aiutarmi che appena mio papà esce dal carcere gli dai un lavoro?» Dall’Abruzzo Debora racconta il dramma della morte della sua sorellina e chiosa: «Signor Papa Francesco, le ho aperto il mio cuore e spero che lo faccia a me anche lei». 6


A commuovere in particolare Papa Francesco è il dolore innocente. «Quando vedo quelle che qui chiamano malattie rare, prodotte dalla disattenzione per l’ambiente, mi si stringe il cuore, mi viene da piangere» ha raccontato il Papa a un giornale argentino. «Penso a quelle creature e dico al Signore: “Perché loro e non io?” Un’altra volta che ho trattenuto a stento le lacrime è stato mentre parlavo della persecuzione dei cristiani in Iraq. Mi sono commosso profondamente. Pensavo ai bambini». Un dolore che commuove perché purificato dagli occhi semplici dei più piccoli. Come quelli di Aiden, che, dal campo profughi di Erbil, scrive di essere molto dispiaciuto per aver dovuto lasciare la sua bicicletta a Qaraqosh, la principale città cristiana nella valle di Ninive, conquistata nell’estate del 2014 dai cavalieri neri del Califfato islamico. O come Christian, profugo siriano in Libano, che al Papa chiede solo di essere aiutato a vivere una vita bella e serena. È questo genere di lettere che più frequentemente arriva sulla scrivania del Pontefice. Lui le legge, le sottolinea con un tratto a onda, le sigla con la sola iniziale: F. Nessuno, se non i diretti interessati, sa a quanti poi telefoni o risponda via lettera di persona; in altri casi “suggerisce” cosa scrivere ai suoi discreti collaboratori. A tutti i bambini, il Papa chiede sempre di pregare per lui, perché è convinto che le invocazioni dei piccoli ottengano più ascolto agli orecchi di Dio. 7


Loro, in realtà, non ne sono sempre sicuri. «Tu che sei più vicino al Signore, potresti dirgli di convincere gli uomini a essere più buoni con la terra e coi bambini?» scrive Bianca dalla Terra dei Fuochi, raccontando della malattia di una sua amichetta. L’aldilà per i bambini è concreto quanto l’aldiquà: tanti domandano al Papa dello stato di “salute” dei propri nonni volati in cielo, qualcuno si informa preoccupato se anche i cani siano ammessi in Paradiso. Nella corrispondenza privata pontificia ci sono anche lettere di bambini non cristiani. Aziz, musulmano e studente di una scuola cattolica di Lahore, scrive al Papa per chiedere scusa a nome di tutti i fedeli di Allah per l’ennesimo attentato contro i cristiani in Pakistan. Altri assicurano al Pontefice la loro preghiera per proteggerlo da “quelli dell’Isis” che lo vogliono uccidere. Tutti colgono i tratti fondamentali della personalità di Papa Francesco e della sua pacifica rivoluzione: «Io ti voglio tanto bene, perché tu vuoi bene a tutte le persone, perfino ai cattivi» sintetizza Maddalena, mentre Anna esprime la sua ammirazione e confida che non le dispiacerebbe prendere il posto del Papa. Dario non arriva a tanto, ma augura a Francesco di rimanere per una ventina d’anni alla guida della Chiesa. Parole, disegni e domande che vanno all’essenziale, che fanno ridere e piangere insieme, capaci di smascherare l’ipocrisia e il cinismo degli adulti. «Il Signore giudica la nostra vita ascoltando quello che gli riferiscono gli angeli dei bambini» 8


© L'Osservatore Romano

ha ricordato il Papa in una delle sue catechesi del mercoledì dedicate alla famiglia. «Angeli che “vedono sempre il volto del Padre che è nei cieli” (cfr. Mt 18,10). Domandiamoci sempre: che cosa racconteranno a Dio, di noi, questi angeli dei bambini?» Per questo non c’è letterina che non venga archiviata e che, se c’è un indirizzo, non riceva risposta, sia che arrivi imbustata in bella copia, sia che si tratti di messaggi improvvisati e fortunosamente “atterrati” sulla jeep pontificia nei lunghi giri tra la folla. «Sei un re e devi tifare Roma e nessun altra squadra e soprattutto ne Lazio ne Juve» scrive un giovanissimo e anonimo fan su un foglio di carta stropicciato. Letterine a Papa Francesco è una piccola antologia che racconta il pontificato di Francesco, la Chiesa, la fede e il mondo 9


attraverso gli occhi dei bambini. Lettere vere di piccoli autori, dei quali è stata rispettata la riservatezza cambiando i nomi con appellativi di fantasia. Ma il resto è tutto vero: storie, disegni, parole. E anche gli errori di ortografia, che abbiamo segnalato in corsivo. Peccati veniali che aiutano a immedesimarsi con i piccoli protagonisti di questo libro, frutto di un viaggio ben più lungo nei cinque continenti, tra le righe di centinaia di messaggi, capaci di riproporre domande importanti e troppe volte inevase. Basta solo aprire il cuore ed essere disponibili a lasciarsi stupire. È quello che ogni giorno testimonia Papa Francesco, che ha dato personalmente il suo consenso alla realizzazione di questo volume, il cui ricavato sarà devoluto a sostegno dei cinquecento bambini assistiti all’interno delle mura vaticane. Sono i piccoli pazienti del Dispensario pediatrico Santa Marta, che offre cure mediche, cibo e vestiario alle famiglie bisognose. A Papa Francesco e alla Segreteria di Stato vaticana – che ci ha aperto la porta dell’Ufficio di corrispondenza del Santo Padre – va la nostra gratitudine, perché incontrare i tanti “piccoli amici di penna” del Papa è una cosa che fa davvero bene al cuore.

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capitolo primo

Buonasera, sono Francesco

«Non ho voluto fare il Papa».

* * * Caterina, 11 anni: «Perché Lei – cioè tu – hai rinunciato a tutte le ricchezze di un Papa, come un appartamento lussuoso, oppure una macchina enorme, e invece sei andato in un piccolo appartamento nelle vicinanze, oppure hai preso l’autobus dei vescovi. Come mai hai rinunciato alla ricchezza?» Papa Francesco: «Mah, credo che non sia soltanto una cosa di ricchezza. Per me è un problema di personalità: è questo. Io ho necessità di vivere fra la gente, e se io vivessi solo, forse un po’ isolato, non mi farebbe bene. Questa domanda me l’ha fatta un professore: “Ma perché Lei non va ad abitare là?” Io ho risposto: “Ma, mi senta, professore: per motivi psichiatrici”. È la mia personalità. Anche l’appartamento, quello [del Palazzo pontificio] non è tanto lussuoso, tranquilla… Ma non posso vivere da solo, capisci? E poi, credo, che sì: i tem13


pi ci parlano di tanta povertà nel mondo, e questo è uno scandalo. La povertà del mondo è uno scandalo. In un mondo dove ci sono tante, tante ricchezze, tante risorse per dare da mangiare a tutti, non si può capire come ci siano tanti bambini affamati, ci siano tanti bambini senza educazione, tanti poveri! La povertà, oggi, è un grido. Tutti noi dobbiamo pensare se possiamo diventare un po’ più poveri: anche questo, tutti lo dobbiamo fare. Come io posso diventare un po’ più povero per assomigliare meglio a Gesù, che era il Maestro povero. Questa è la cosa. Ma non è un problema di virtù mia personale, è soltanto che io non posso vivere da solo, e anche quello della macchina, quello che tu dici: non avere tante cose e diventare un po’ più povero. È questo». Udienza alle scuole gestite dai gesuiti in Italia e in Albania, 7 giugno 2013

Marco, dall’Abruzzo 14


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che con il suo popolo parlava dei suoi problemi e della sua gioia. Poi per problemi di salute decise di dimettersi. È stato il 13 marzo che prese il posto di Papa Benedetto. Però Papa Francesco prima di diventare Papa era sacerdote, poi è diventato vescovo ed ora Papa. Papa Francesco è nato in e lì ha vissuto ed è stato educato molto bene senza mai nessun vizio. Infatti a lui gli chiesero se voleva un appartamento gigante una macchina di lusso per viaggiare il Papa rispose: «No, preferisco vivere in un appartamento modesto, e mi piace viaggiare con il pullman così posso stare in mezzo al popolo». Anche adesso da Papa ha preferito la croce di legno invece di quella d’oro, e abita a Santa Marta insieme agli altri sacerdoti. Papa Francesco e Papa emerito Benedetto fecero amicizia e sono ancora buoni amici e collaborano per il bene di tutta la chiesa e di tutta l’umanità. Letizia, 8 anni 16


Ho detto allo Spirito Santo

…Il giorno della tua elezione io ero a casa dei nonni e con loro guardavo la TV. Ho visto un gabbiano su un comignolo che cercava di restare in equilibrio. La nonna mi ha spiegato che da lì sarebbe uscito un fumo bianco e voleva dire che c’era il nuovo Papa. Ci siamo inginocchiati sul tappeto, abbiamo unito le nostre mani e abbiamo espresso la nostra preghiera. Io ho detto allo Spirito Santo di mandarci un Papa dall’Argentina. Conosco questa nazione perché lì vive un nostro amico missionario che già ci aveva parlato di te. Quando, dopo alcuni minuti ci siamo sciolte la nonna mi ha chiesto: «Come lo chiamiamo il nuovo Papa?» «Io ho gridato: Francesco» e lei subito: «Sì, sì». Il nonno è intervenuto per dirci: «Ma cosa vi salta in mente, non c’è mai stato un Papa con questo nome». Io però ero sicura di Francesco. Quando ci hai salutato dal balcone mi sono molto emozionata nel sentire che avevi scelto quel nome. Durante questo anno ho visto quanto sei sempre attento a tutti allora ho voluto scriverti. Spero leggerai questa mia letterina e sorriderai del fatto che lo Spirito Santo ha illuminato anche me. Un forte abbraccio. Bianca, dal lago di Como 17


Questa poesia per te

ciao, mi chiamo Teresina, ho 10 anni, abito a Roque PÊrez e ho scritto questa poesia per te. Mi piacerebbe che ti arrivasse e che tu potessi leggerla. Spero che ti piaccia, ti voglio bene e ti son molto grata per tutto ciò che fai per tutti.

Teresina, da Roque PĂŠrez (Argentina)


La tua bontà di gesuita apre nuovi cuori che Dio ti benedica per le tue buone intenzioni. La tua umiltà di ogni giorno ci dà nuove speranze, offri sane allegrie, e anche nuove alleanze. Il tuo cuore generoso e il tuo calore di un fratello, apre cammini gloriosi, al tuo amato popolo. La tua saggezza e semplicità sono molto vicine alla gente che ami e accarezzi con buone parole. Tu sei necessario per la felicità della gente, il tuo istinto intelligente abbellisce il nostro ambiente. L’ultima cosa e più importante ti ringraziamo, perché ti prendi cura di noi più di tutti e ci aiuti con la tua pace e con il tuo cuore.


Sono molto orgogliosa di lei

…Il primo è che si è scelto il nome Francesco: questo Santo ha scelto di diventare povero e lei ha fatto la stessa cosa. Secondo me è una cosa molto giusta per un Papa aver rinunciato ai gioielli e ai vestiti, perché la Chiesa in questi secoli credo sia stata troppo ricca. Quando si è troppo ricchi si pensa solo al denaro e non si pensa a servire Dio. Viola, dalla Sicilia


Voglio parlarti da amico Ciao, ho 10 anni e vorrei avere la fortuna di conoscerti. Leggo i giornali: quindi so che Per questo voglio parlarti da amico, questo non vuoldire che ti devo trattare come amico. Anzi io ho molto rispetto per te. Io non sono credente ma voglio bene ai cristiani e ugualmente come ad ogni altra persona. Io voglio aprire il cuore per te, io so che tu ti ispiri a Francesco d’Assisi, quindi so che sei un uomo giusto e che non differenzi la gente dal credo, no? Io però voglio conoscere il Cristianesimo proprio per diventare giusto come te.

Andrea, dal Piemonte 21


Mi piacerebbe fare merenda insieme

sono un bambino di 9 anni e mi chiamo Roberto e vivo in una cittadina della Sicilia, ricca di tradizioni e devozioni. […] Mi piace moltissimo disegnare infatti, ti mando un mio disegno fatto con le mie mani in cui tu sei vicino a San Francesco, uomo semplice e umile. Da grande vorrei fare il maestro, ma mi piacerebbe tanto diventare ed essere come te, un grande papà che vuole bene a tutti i suoi figli sparsi nel mondo e avere per loro sempre una parola di coraggio, conforto e sostegno […] ancora essere tuo ministrante per una volta. So che questo non sarà possibile perché dovrei venire a Roma. Anche se adesso qui hanno aperto l’aeroporto, ma comunque rimane un mio sogno e chissà se un giorno magari non lontano, ci incontreremo o meglio ci potremmo parlare, anche solo per qualche minuto. Io con tutto il desiderio del mio cuore di sentire la tua voce, ti lascio il mio numero e il mio indirizzo. Con affetto un grossissimo abbraccio Roberto, dalla Sicilia


Ti regalo una mia medaglietta che ti aiuti

il 4 ottobre è il tuo onomastico e ho pensato di scriverti per farti gli auguri. Mi chiamo Alberto e frequento la quinta elementare. Quest’anno scolastico comincia già ad essere intenso, perché è l’ultimo anno della primaria e l’anno prossimo frequenterò la prima media: sono molto emozionato. Per favore puoi pregare per me e la mia famiglia, io ti ricordo sempre nelle mie preghiere. Prego Gesù che ti protegga e ti faccia stare sempre bene. Sei proprio un Papa molto simpatico e spero che un giorno i miei genitori mi portino a Roma per incontrarti. Ti regalo per il tuo onomastico una mia medaglietta della Madonna che ti aiuti. Ciao Alberto, dalle colline venete

Il Papa, per me è unico e speciale, ama adulti e bambini e qualunque animale. È sempre allegro e sorridente, ed è molto amato dalla gente. È generoso e buono e ha tante altre qualità, egli ama l’amore la pace e la verità. Per lui la ricchezza è come la povertà, niente per lui vale più dell’onestà. Gabriella, dalla provincia di Salerno


Valentina, dalla Campania


Tu sei una pecora come noi

mi chiamo Mauro e ho 10 anni […]. Tu mi appassioni, non solo come capo della Chiesa cristiana, ma anche come persona. guidata dal Signore e nostro compagno di viaggio, di avventura e nostro amico anche nei momenti in cui capita di stare male, ma non per malattia, ma per i peccati commessi e ci perdonerai per volere del Signore […] Sicuramente quando leggerai questa lettera sarà già passato il 4 novembre, la festa della Commemorazione dei Caduti. Perché la guerra è una stupidaggine, che fa solo morire gente, quando ognuno ha il suo diritto di vita. Lo sai che per me la pace è una specie di pianeta dove non c’è la cattiveria, dove si sta felici con i propri cari. Ho voluto parlarti della pace perché tu preghi, fai di tutto per evitare la guerra. Molti dicono che fanno la guerra per volere di Dio, ma è una stupidaggine. Adesso ti saluto perché non ho più niente da dirti. Ciao, saluti da un tuo compagno di viaggio nel cammino verso Dio! Mauro, dalla Sardegna 25


Su indicazione di Papa Francesco l’intero ricavato dei diritti d’autore di questo libro sarà devoluto alla Fondazione Dispensario “Santa Marta” per sostenere le cure ai bambini in difficoltà. Chi volesse richiedere informazioni sulle attività del Dispensario e sulle modalità per effettuare una donazione può rivolgersi a: Fondazione Dispensario “Santa Marta” Via della Stazione vaticana, ingresso del Perugino Città del Vaticano tel.: 06 69884906 email: disp.marta@org.va info@dispensariosantamarta.va Orario: lunedì - venerdì dalle 14:00 alle 18:00



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