Magritte. Questo non è un libro

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Margherita e Rosetta Loy Magritte - Questo non è un libro In copertina: Magritte, La grande guerre (1964) © René Magritte by SIAE 2013 - © 2013. BI, ADAGP, Paris / Scala, Firenze Per le immagini: © René Magritte by SIAE 2013 - © 2013. BI, ADAGP, Paris / Scala, Firenze © 2013. Digital image, The Museum of Modern Art, New York / Scala, Firenze

ISBN 978-88-6145-424-8 Prima edizione aprile 2013 ristampa 7 6 5

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© Carlo Gallucci editore srl - Roma galluccieditore.com Stampato per conto dell’editore Gallucci da Longo spa (Bolzano) nel mese di aprile 2013 Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it

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Margherita e Rosetta Loy

Questo non è un libro



di Rosetta Loy

R

ené François Ghislain Magritte nasce il 21 novembre 1898 a Lessines, in Belgio, primo di tre fratelli. Sua madre Adeline fa la modista e con piume e piccoli uccelli tropicali elabora eleganti cappelli per le signore, mentre il padre, Leopold, è un commerciante di tessuti. Gli affari però non vanno molto bene e così la famiglia si trasferisce prima a Gilly e poi per breve tempo a Charleroi, per approdare alla fine a Châtelet dove René François, non ancora tredicenne, frequenta il suo primo corso di pittura. Ma una notte – è l’inverno del 1912 – Adeline, colpita da quel male oscuro che rende i giorni una grigia palude, si getta tra le acque del fiume Sambre, che scorre poco lontano dalla casa dei Magritte. Il corpo sarà ritrovato solo dopo parecchi giorni, la bianca camicia da notte avvolta intorno alla testa. Quanto è accaduto in quella gelida notte di febbraio è fondamentale per capire il ragazzo così appassionatamente innamorato di colori e pennelli che un giorno diventerà uno straordinario pittore; per capire il significato della sua firma nome, Magritte, scritta in minuscolo e un poco di traverso in fondo alla tela, con la grafia di un bambino. L’intensità e la compattezza dei colori sono la vita che Magritte riafferma con forza ed energia, come se ogni volta che prende in mano il pennello volesse comunicare proprio a lei, Adeline, la luce smagliante del mondo che la mamma non riesce più a vedere. René dipinge con cura maniacale, quasi che attraverso la nitidezza del disegno voglia anche lui, a suo modo, bucare la realtà, oltrepassarla. Ma in senso opposto a quello della madre: verso la luce e la magia dell’esistenza. Ad aiutare Magritte in questo cammino sarà una donna e il loro incrollabile amore: si sono conosciuti nel 1913 sulle giostre durante una fiera a



Charleroi, quando lui aveva 15 anni e lei appena 12. Si rincontreranno solo sette anni dopo, a Bruxelles, dove la famiglia Magritte si è nel frattempo trasferita. Georgette ha adesso 19 anni, René François 22. Non si lasceranno più e nel 1923 si sposeranno. Lei, dolce e bellissima, gli resterà accanto tutta la vita. Georgette che dorme tranquilla o gli sorride come riflessa in uno specchio, mentre il mistero – un uccello, un rametto, una chiave, una candela – resta fuori dall’ovale dorato della cornice, sospeso tra le piccole nuvole bianche nel cielo. Un mistero sempre in agguato, ma pronto ad affacciarsi, come una locomotiva dal camino di casa, o ad aprire il suo piccolo occhio in mezzo al piatto sul tavolo. E altrettanto pronto è Magritte a fermarlo sulla tela. Ma a volte quell’occhio si vendica, si dilata, enorme, fino a occupare tutto il quadro, e ti guarda, ti guarda… E allora che fa Magritte? Lo trasforma in una rosa, una bellissima rosa rossa. Per te, amore mio. Oppure, se preferisci, ecco una liscia mela rotonda che compare nei tuoi sogni, una mela gigantesca come ne esistono solo nelle fiabe, così grande da riempire tutto lo spazio, il mare ridotto a una strisciolina di fianco alla finestra. Una mela verde e perfetta per te che dormi tranquilla, bella e giovane Georgette. Provate a pensare a quanto siano importanti i nomi. Pronunciate a voce alta quelle poche sillabe: Ge-or-gette e sentirete come è liscio e morbido il suono. Sentite invece come Adelaide, Ghislaine o Antoinette, e perfino Jeanne, squillino più metallici e autorevoli. Così, Ge-or-gette, nei sogni le nuvole diventano una scala che sale nel celeste del cielo. Ma possono anche disfarsi in una pioggia di omini con il cappello e il cappotto, pronti ad andare in ufficio. O ancora accendere le luci della casa in pieno giorno o far apparire un grande veliero che naviga sulla sabbia con le vele azzurre come le onde del mare. O ancora volare con una colomba dalle ali di cielo. “Dormi Georgette, e non mi lasciare mai…”


C’

era una volta un signore che si chiamava . Gli piacevano molto le mele e indossava spesso la bombetta. Un giorno se ne stava seduto nel salotto di casa a leggere un libro, davanti al camino acceso. Fiiii!… Ciuf ciuf… All’improvviso udì il fischio di un treno: “Strano” pensò. Alzò lo sguardo. Il fuoco era scomparso. Dal camino ora spuntava una locomotiva nera che sbuffava vapore. Magritte credette di sognare e provò a stropicciarsi gli occhi. Ma in quel momento il treno gli si avvicinò, il vapore invase il suo volto e lui si ritrovò improvvisamente… 10


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