IL MILIONE
Marco Polo
Il Milione
disegni di Vincenzo Del Vecchio
con una scelta di testi tradotti in italiano da Maria Bellonci
dello stesso illustratore:
Terraneo
Gli abitanti delle nuvole
Colapesce
Alva che rubò le stelle
ISBN 979-12-221-0196-5
Prima edizione italiana maggio 2024 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0
anno 2028 2027 2026 2025 2024
© 2024 Carlo Gallucci editore srl - Roma
Testo originale tratto dal manoscritto 1116 della Biblioteca Nazionale di Parigi, tradotto in italiano moderno da Maria Bellonci
Idea originale, direzione artistica e selezione dei testi: © 2023 Martín Evelson
Disegni e progetto grafico: © 2023 Vincenzo Del Vecchio
Traduzione di Introduzione ed Epilogo a cura di Federico Taibi
Pubblicato in accordo con Agustina Lumi (per il progetto e i disegni) e The Italian Literary Agency (per il testo di Maria Bellonci).
L’editore ringrazia la Fondazione Bellonci per la collaborazione e la disponibilità.
Gallucci e il logo sono marchi registrati
Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Grafic ki Zavod Hrvatske, Zagabria (Croazia) nel mese di aprile 2024
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marco polo
il milione
disegni di VINCENZO DEL
VECCHIO
con una scelta di testi tradotti in italiano da MARIA BELLONCI
a cura di MARTíN EVELSON
D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda. Italo Calvino, Le città invisibili
Il Milione è il trionfo del potere della parola. In questo, e nell’essere un libro inesauribile, è paragonabile a Le mille e una notte. Tuttavia, a differenza di Shahrazād, che notte dopo notte deve imbastire racconti avvincenti per avere salva la vita, Marco Polo narra le proprie storie per continuare a godere di una posizione privilegiata senza pari nella storia dell’umanità.
Immaginiamo un ragazzo giovanissimo, occidentale, figlio e nipote di mercanti, che fin dal principio, di fronte a terre e usanze esotiche, capisce di essere lui stesso l’elemento più esotico. E che, di conseguenza, è ben consapevole dell’interesse che suscita, e lo amplifica con il fascino dei propri resoconti orali, tanto da rendere la sua stessa persona – con il suo sguardo e le sue parole – la merce più preziosa, e superare in tal modo il padre.
Grazie alla sua arte oratoria, ottiene dall’imperatore più potente della storia tutti gli onori e il salvacondotto per attraversare in assoluta libertà i territori dell’impero più vasto dell’umanità. In cambio, le sue parole avranno il compito di trasmettere al Gran Khan le ricchezze dei suoi possedimenti, tanto vasti da non poter essere conosciuti direttamente dal sovrano.
I racconti di Marco Polo costruiscono e consolidano il suo ruolo di cantastorie, di disegnatore di mappe eteree, di occidentale stupefatto davanti a tradizioni ignote, spezie d’eccezionale valore, città inverosimili, battaglie epiche, libertà sessuali femminili impensabili in un’Europa in cui l’Inquisizione è già una realtà tangibile. Tutto filtrato attraverso un principio che Polo conosce bene: non c’è linguaggio senza inganno. Ecco che allora, a un paesaggio già di per sé fantastico, aggiunge lo splendore e la grandiosità della fiaba personale. Alla maniera dei bestia-
ri antichi, descrive animali, luoghi, usi e costumi in cui confluiscono realtà e finzione, ottenendo così la merce più preziosa che lo sostiene nel ruolo di primo ambasciatore della storia.
Un’oasi, una vena d’acqua, una collana di pietre preziose ottenuta in premio per le prestazioni sessuali, l’ombra frastagliata di una palma, una fortezza che emula l’Eden e per la quale scorrono fiumicelli di vino e miele. A importare non è “la verità”, bensì l’impatto delle storie. Questo vale per Marco Polo così come per la letteratura in generale: nessuna arrogante pretesa di obiettività, né quella sorta di timore che si nasconde dietro l’assicurazione “basato su fatti reali” potrà mai salvare un’opera artistica dalla paralisi delle membra dovuta alla mancanza di palpito vitale.
Nel Milione, testo di rilevante valore storico universale, c’è tutto: battaglie, sensualità, vera diversità culturale di un mondo non ancora schiacciato dal peso dell’univocità occidentale. Per certi versi, infatti, i viaggi di Polo anticipano quel momento di curiosità in cui l’Occidente si lancia a espandere i propri ristretti orizzonti – quelli fisici, almeno – e che raggiunge il suo punto culminante nella scoperta, o per meglio dire colonizzazione, dell’America. Nel Milione c’è tutto… tranne la poesia. Polo è affascinato da ciò che vive e vede ma, come Shahrazād, deve convincere. I suoi racconti hanno uno scopo pragmatico. Italo Calvino lo rilevò con oculatezza – com’era solito fare quel geniale architetto della parola – e fu proprio quell’elemento che egli aggiunse giustamente di suo pugno nelle indimenticabili Città invisibili
In questa edizione, la poesia è affidata a Vincenzo del Vecchio, architetto della forma e del colore, che ha realizzato ricche illustrazioni a pennino e acquerello per giocare con i confini in cui s’incontrano realtà e finzione, e ricavare da quell’incontro la meraviglia per cui le fronde della vegetazione delineano la figura di un unicorno, o le linee di una città tracciano l’affascinante profilo di una donna che invita all’esplorazione. Il suo lavoro, composto da più di cinquanta acquerelli e oltre un centinaio di disegni al tratto, presenta due colori dominanti: il rosso, colore dell’esuberanza e della sensualità che permea i paesaggi, del sangue proprio della stirpe imperiale, dei rubini più grandi del mondo; e l’az-
zurro, che simboleggia il desiderio di vedere oltre il conosciuto ed è il colore dei mari e dei cieli, delle porcellane da tè cinesi e delle acque primigenie della Venezia circolare con cui si apre e si chiude il libro.
Quanto alla parola, questa edizione moderna recupera il carattere dinamico del primo libro di viaggi della storia senza il peso delle disquisizioni cattedratiche, per incoraggiare le nuove generazioni (e tutti coloro che ancora non l’hanno fatto) a tuffarsi in un’opera composta da testi brevi, agili, in forma di microracconto, ricchi d’immaginazione e di bellezza, senza cadere nelle banalizzazioni dei testi “adattati”.
Per enfatizzare il dinamismo, abbiamo effettuato tagli nel corpo del testo, dando rilevanza ai passaggi che si sviluppano intorno a determinati assi – episodi biblici-religiosi (Arca di Noè, Re Magi, vita di Buddha…), usanze e ricchezze delle città (rubini, lapislazzuli, pepe, perle, sale…), miti e leggende (prete Gianni, fortezza di Alamut con gli assassini…), descrizione di paesaggi straordinari (deserti, oasi, montagne, mari…) – e omettendo quei capitoli e passaggi che ripropongono una struttura narrativa già articolata in episodi di maggiore importanza (Baghdad, per esempio) senza offrire elementi di valore aggiuntivi.
In fin dei conti, questo è un libro che invita a viaggiare. È quel che fecero Marco Polo e Rustichello da Pisa quando, prigionieri nella cella che li riunì nello sconforto, strappati da qualsiasi orizzonte possibile, l’uno cominciò a raccontare le avventure che l’altro riversava sulla carta. Ed è grazie all’incomparabile potere della parola se oggi esiste il libro che tieni in mano.
Cosa sarebbe accaduto se quel tifone non avesse investito le coste giapponesi assediate dall’esercito mongolo, o se il Gran Khan non fosse morto quando il suo esercito si trovava in Polonia, sulla soglia dell’Europa, provocandone la ritirata da quello che, molto probabilmente, sarebbe stato un trionfo schiacciante? Il mondo è quello che è e non quello che avrebbe potuto essere. Ma la testimonianza di Marco Polo ci fa conoscere i tesori incommensurabili di un tempo di diversità stupefacenti con un tono da fiaba senza eguali.
Martín Evelson
«Mai
vi fu
uomo –
cristiano, saraceno, tartaro o pagano –che abbia viaggiato tanto per il mondo quanto messer Marco, nobile e gran cittadino della città di Venezia».
Il Milione è il trionfo del potere della parola. Rinchiuso in un carcere genovese, Marco Polo detta al compagno di prigionia Rustichello da Pisa le memorie dei propri viaggi in Asia al servizio dell’imperatore mongolo Kublai Khan. Nasce così un capolavoro della letteratura mondiale, che in questa edizione si arricchisce della riscrittura in italiano moderno “libera ma fedelissima” di Maria Bellonci e del raffinato commento visivo di Vincenzo Del Vecchio.
Un volume prezioso per viaggiare con lo sguardo e con la mente attraverso paesaggi esotici, città inimmaginabili, palazzi sontuosi e altre “immense e disparate meraviglie”. Tra realtà e finzione, fatti e leggende, Il Milione è insieme un libro d’avventura e un’enciclopedia storico-geografica, capace ancora oggi, dopo oltre sette secoli dalla sua prima stesura, di accendere la fantasia ed espandere i nostri orizzonti.